CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 ottobre 2010
387.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 27 OTTOBRE 2010

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INTERROGAZIONI

Martedì 26 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, università e ricerca, Guido Viceconte, e il sottosegretario per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 14.30.

5-03131 De Pasquale: Sul finanziamento erogato dal MiBAC all'Associazione bandistica di Sgurgola (FR).

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo

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nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Rosa DE PASQUALE (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo. Il consistente contributo di 43 mila euro elargito alla banda di Sgurgola in provincia di Frosinone si differenzia in maniera sostanziale da quello di 500 euro normalmente devoluto alle bande musicali. Ritiene si tratterebbe di una buona notizia, se non vi fosse il sospetto di uno stanziamento eccezionale fatto dal Ministro Bondi solo per assecondare le richieste di qualche suo stretto collaboratore residente nel paese in questione, come le risulta sia effettivamente accaduto. La somma di 43 mila euro poteva essere elargita infatti per progetti di più ampio respiro culturale, invece di finire ad una unica banda. Auspica quindi che si apra un tavolo che affronti il tema della cultura bandistica, per dare regole certe alla distribuzione di risorse, partendo dalla creazione dell'albo delle associazioni, fino ad arrivare all'individuazione di criteri di finanziamento certi.

5-03132 Ghizzoni: Sul monte-ore destinato all'attività di area di professionalizzazione negli istituti professionali.

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara totalmente insoddisfatta della risposta ricevuta, che non fornisce alcuna utile indicazione ai quesiti posti dalla sua interrogazione. Si chiedeva innanzitutto la valutazione del Governo sulla sufficienza del monte di 132 ore, stabilito per le classi quarta e quinta degli istituti professionali, nonché la possibilità di reperire risorse aggiuntive in modo da potenziare l'area della professionalità per i medesimi istituti. Rileva che la risposta, invece, seppure articolata e con elementi utili, non fornisca alcun chiarimento specifico né sul primo e tanto meno sul secondo aspetto. Evidenzia infatti che il rappresentante del Governo nella risposta fa riferimento solo ai fondi stanziati per l'anno 2009 con una direttiva ministeriale del 2010, confermando che alla scarsità delle risorse previste si aggiunge la tardività del relativo stanziamento. Ribadisce quindi l'auspicio che l'Esecutivo intervenga in tempi brevi a risolvere una situazione che rischia di creare molta incertezza.

5-03265 Goisis: Modifica dello schema di regolamento sulle classi di concorso, in relazione all'insegnamento della filosofia.

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Paola GOISIS (LNP), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo che conferma le perplessità già manifestate nell'atto di sindacato ispettivo da lei presentato. Ribadisce che permane l'illogicità del nuovo regolamento che prevede l'istituzione di una nuova classe di concorso A65 riguardante la teoria e la tecnica delle comunicazioni. Ritiene che tutto ciò vada contro la richiesta di razionalizzazione del personale docente, prevista dal decreto-legge n. 112 del 2008; pur mantenendosi due classi distinte se ne istituisce una nuova come la A65 creando peraltro ore di cui non si ravvede la necessità. Sottolinea che in questo modo si vuole portare ad esaurimento la classe A36 in favore della classe A65 per i laureati in scienza delle comunicazioni, auspicando che il Governo trovi una soluzione rapida alla questione da lei sollevata.

5-03383 Giulietti: Sul progetto di costruzione di un polo congressuale presso il lido di Venezia.

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

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Giuseppe GIULIETTI (Misto), replicando, si dichiara totalmente insoddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo. Ricorda che l'interrogazione da lui presentata intendeva richiamare l'attenzione su un fatto molto grave riguardante il Palazzo del Cinema di Venezia, per la costruzione di un polo congressuale presso il Lido. Il progetto era nato infatti per la costruzione di un Palazzo internazionale dei Congressi del cinema che doveva rappresentare un centro importante per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, prevedendo inizialmente due sale cinematografiche e due sale riunioni. Rileva invece che il Governo nella risposta dichiara che vi sarà anche una sala sotterranea, consegnata in stato grezzo, omettendo ogni riferimento al termine ultimo di conclusione dei lavori, inizialmente fissato al 2011. Ritiene che si tratta di una questione grave che sta interessando la Protezione civile Spa, anche oggetto di intercettazioni telefoniche da parte dell'autorità giudiziaria. Al riguardo, ritiene che il progetto del Palazzo del Cinema non possa essere lasciato alla sola competenza delle Protezione civile, trattandosi di un polo di grande interesse culturale, anche internazionale. Ribadisce, quindi, che la risposta del Governo non chiarisca le ambiguità relative alla vicenda, essendo necessario convocare una Conferenza di servizio con tutti i soggetti interessati - regione, comune, enti locali e Commissario straordinario - per trovare al più presto una soluzione al problema. Auspica, in conclusione, che il Governo fornisca risposte adeguate, sottraendo la vicenda a polemiche di basso profilo che investono un progetto che rappresenta un'opera di grande orgoglio culturale per l'identità italiana.

5-03536 Frassinetti: Uccisione di animali per fini didattici.

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Paola FRASSINETTI (PdL), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta ricevuta. Avrebbe preferito peraltro che il Governo fornisse maggiori dettagli circa i provvedimenti disciplinari che verranno adottati a carico dell'insegnante responsabile del fatto denunciato nel suo atto di sindacato ispettivo. Ritiene infatti che si tratti di episodi che devono essere puniti con rigore e in maniera esemplare, per evitare che possano ripetersi in futuro. Ricorda che in materia sono stati fatti passi avanti, con la firma di protocolli di intesa con la Lega antivivisezione e l'introduzione nel codice penale di uno specifico reato per questo tipo di fattispecie.

Valentina APREA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.05.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 26 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 15.20.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011).
C. 3778 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
C. 3779 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2011 (limitatamente alle parti di competenza). Pag. 57
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2011.
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno finanziario 2011.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

Valentina APREA, presidente, avverte che mercoledì 20 ottobre sono stati assegnati il disegno di legge C. 3778 (Legge di stabilità 2011) e il disegno di legge C. 3779 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013). Pertanto, secondo quanto previsto dall'articolo 119, comma 6, del Regolamento, la Commissione dovrà sospendere ogni attività legislativa, fatte salve le attività dovute, finché non avrà espresso il parere di competenza sui predetti disegni di legge. La Commissione potrà peraltro procedere all'esame in sede referente e in sede consultiva dei provvedimenti dovuti, vale a dire i disegni di legge di conversione dei decreti-legge, i disegni di legge di ratifica e di recepimento di atti normativi comunitari, i progetti di legge collegati alla manovra di finanza pubblica.
Dà quindi la parola al collega Murgia per lo svolgimento della relazione sui provvedimenti in esame.

Bruno MURGIA (PdL), relatore, ricorda che la legge di stabilità - che sostituisce la legge finanziaria - compone, insieme alla legge di bilancio, la manovra di finanza pubblica prevista su base triennale e dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale. Per il medesimo periodo, essa provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi. Rinvia alla documentazione degli uffici sulla disciplina definita dalla nuova legge di contabilità, legge n. 196 del 2009. Segnala, al riguardo, che la nuova struttura della legge di stabilità recepisce la classificazione delle voci di bilancio presentata per la prima volta con il disegno di legge finanziaria per il 2008 e, pertanto, le disposizioni normative in essa contenute devono essere, di regola, articolate per missione e devono indicare il programma cui si riferiscono. Il disegno di legge di stabilità in esame non produce effetti correttivi sui saldi di finanza pubblica, atteso che la manovra per il triennio 2011-2013 è stata effettuata con il decreto-legge n. 78 del 2010, già esaminato per le parti di competenza dalla Commissione, che - come è noto - ha prodotto delle riduzioni di spesa rese necessarie dal quadro di finanza internazionale, pur non incidendo sui settori dell'università e della ricerca, visto che sono state escluse dai tagli le risorse destinate al fondo ordinario delle università e alla ricerca, oltre all'informatica e al 5 per mille del gettito IRE.
Il disegno di legge in esame comporta, quindi, esclusivamente un impatto sul saldo netto da finanziare, pari a 1 miliardo nel 2011, 3 miliardi nel 2012 e 9,5 miliardi nel 2013, derivante - sulla base di quanto esposto nella Nota tecnico-illustrativa al provvedimento - da alcune rimodulazioni della parte tabellare concernenti il Fondo aree sottoutilizzate ed il finanziamento della quota nazionale del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie. Anche con riferimento al disegno di legge di bilancio rinvia, per le recenti modifiche introdotte con la legge n. 196 del 2009, alla documentazione predisposta dagli uffici, segnalando soltanto che il bilancio ha assunto una nuova veste di natura non meramente formale, essendo considerato espressamente tra gli strumenti della programmazione finanziaria. La nuova legge di contabilità prevede l'esposizione sia di un bilancio pluriennale a legislazione vigente che di un bilancio pluriennale programmatico, nel quale si evidenziano le previsioni dell'andamento delle entrate e delle spese da conseguire in ciascuno degli anni considerati, tenendo conto degli effetti

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degli interventi programmati nella Decisione di finanza pubblica. Il bilancio pluriennale viene integrato con gli effetti della legge di stabilità ed aggiornato annualmente. Il livello programmatico del saldo netto da finanziare è fissato per il 2011 a 40,6 miliardi di euro, superiore rispetto a quello del bilancio a legislazione vigente per il 2011 (39,6 milioni di euro). Per quanto riguarda le parti di competenza della VII Commissione, lo stato di previsione relativo al Ministero per l'istruzione, l'università e la ricerca (Tabella 7), anche per l'esercizio finanziario 2011 si articola nelle seguenti missioni: L'Italia in Europa e nel mondo (missione n. 4); Ricerca e innovazione (missione n. 17); Istruzione scolastica (missione n. 22); Istruzione universitaria (missione n. 23); Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (missione n. 32); Fondi da ripartire (missione n. 33). Le riduzioni investono complessivamente tutte le missioni indicate, secondo gli importi evidenziati nella documentazione predisposta dagli uffici cui rinvia. Lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca reca, per l'esercizio finanziario 2011, spese in conto competenza per 52.492,8 milioni di euro, di cui 50.236,6 milioni (95,7 per cento) per spese correnti, dei quali 41.382,4 destinati a spese per il personale; 2.256,2 milioni (4,3 per cento) per spese in conto capitale, dei quali 30 destinati ad acquisizioni finanziarie. L'incidenza percentuale sul totale generale del bilancio dello Stato è pari al 9,9 per cento (a fronte del 10,3 per cento riferito al dato assestato 2010). La consistenza dei residui passivi presunti al 1o gennaio 2011 è valutata in 3.447,8 milioni di euro (1.251,4 milioni di euro per la parte corrente, 2.196,2 milioni di euro per la parte in conto capitale). La consistenza dei residui presunti è inferiore a quella prevista nella legge di bilancio 2010 (4.438,7 milioni di euro); tuttavia, occorre tener presente che la valutazione operata in sede di bilancio di previsione è provvisoria e suscettibile di variazioni che potranno discendere dall'andamento della gestione nella parte finale dell'esercizio. Le autorizzazioni di cassa ammontano per il 2011 a 52.516,1 milioni di euro.
Alla Missione Istruzione scolastica è assegnata la dotazione di 42.030,5 milioni di euro (pari all'80,1 per cento dello stanziamento del Ministero), con riduzione di 2.106,2 milioni di euro (-4,8 per cento) rispetto al bilancio assestato 2010, che assegnava 44.136,6 milioni di euro. A fronte di programmi che subiscono riduzioni - istruzione prescolastica, primaria e secondaria di primo e secondo grado, nonché quello relativo alla Programmazione e al coordinamento dell'istruzione scolastica - si registra, invece, una rilevante collocazione di fondi sul programma Realizzazione degli indirizzi e delle politiche in ambito territoriale in materia di istruzione. Rileva che gran parte delle variazioni indicate afferiscono al macroaggregato di parte corrente Funzionamento che comprende principalmente le spese per stipendi, indennità ed altri assegni dovuti al personale del Ministero operante nel settore dell'istruzione (personale afferente ai centri di responsabilità - Gabinetto e Dipartimenti -; personale in servizio presso i 18 uffici scolastici periferici; personale docente, compresi gli insegnanti di religione, e non docente). Osserva che lo stanziamento complessivo per la missione Istruzione universitaria è pari a 7.103,4 milioni di euro (pari al 13,5 per cento dello stanziamento del Ministero), con una riduzione di 821,0 milioni di euro (-10,4 per cento) rispetto al dato assestato 2010. La missione è articolata in tre programmi: 2.1 Diritto allo studio nell'istruzione universitaria, con stanziamento in conto competenza pari a 90,2 milioni di euro (con riduzione di 96,4 milioni di euro rispetto all'assestamento 2010); 2.2 Istituti di alta cultura, con stanziamento in conto competenza pari a 433,5 milioni di euro (incremento di 2,3 milioni di euro rispetto all'assestamento 2010); 2.3 Sistema universitario e formazione post-universitaria, con stanziamento in conto competenza pari a 6.579,8 milioni di euro (riduzione di 726,9 milioni di euro rispetto

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all'assestamento 2010). Tra le voci di spesa relative a questo programma, alcune delle quali esposte in tabella C della legge finanziaria, rientra il Fondo per il finanziamento ordinario delle università con dotazione di 6.130,3 milioni di euro, che registra una riduzione di 126,1 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2010. L'importo indicato è pari a quello previsto per il 2011 nella tabella C della legge finanziaria 2011.
Sottolinea che lo stanziamento complessivo per la missione Ricerca e innovazione è pari invece a 2.227,2 milioni di euro (4,2 per cento dello stanziamento del Ministero), con una riduzione di 71,6 milioni di euro (-3,1 per cento) rispetto al bilancio assestato 2010. Essa si articola in tre programmi: 3.1. Ricerca per la didattica, dotato di 5 milioni di euro, a fronte di 7,5 milioni nel dato assestato per il 2010; 3.2. Ricerca scientifica e tecnologica applicata, con stanziamento in conto competenza pari a 133,4 milioni di euro (aumento di 30,6 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010); 3.3. Ricerca scientifica e tecnologica di base, con stanziamento in conto competenza pari a 2.088,7 milioni di euro (con riduzione di 99,7 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010). Alla missione «L'Italia e L'Europa nel mondo», articolata nei programmi Cooperazione culturale e scientifico-tecnologica e Cooperazione in materia culturale, sono destinati 133,5 milioni di euro per il 2011 (0,3 per cento dello stanziamento complessivo del Ministero), con un decremento di 1,4 milioni di euro (-1,1 per cento) rispetto al bilancio assestato 2010. Alla missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche sono assegnati complessivi 60,7 milioni di euro (0,1 per cento dello stanziamento del Ministero), con una riduzione di 31,0 milioni di euro (-33,8 per cento) rispetto al bilancio assestato 2010. La missione Fondi da ripartire, Programma Fondi da assegnare, è dotata di uno stanziamento di 937,6 milioni di euro (1,8 per cento dello stanziamento del Ministero), con un incremento di 205,0 milioni di euro (+28,0 per cento) rispetto al bilancio assestato 2010.
Per quel che riguarda le Tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, ricorda che la Tabella A, recante gli stanziamenti da iscrivere nel Fondo speciale di parte corrente, destinati alla copertura finanziaria dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati per il triennio 2011-2013, per il MIUR prevede 550 milioni di euro per il 2012 e 550 milioni di euro per il 2013. Secondo quanto riportato nella nota illustrativa, l'accantonamento comprende le risorse da destinare al fondo di finanziamento ordinario per le università e al finanziamento delle scuole non statali. La Tabella B, recante gli stanziamenti da includere nel Fondo speciale di conto capitale, per la copertura finanziaria dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati per il triennio 2011-2013, non prevede stanziamenti sullo stato di previsione del MIUR. Per gli importi definiti dalla Tabella C, che reca la quantificazione annua degli stanziamenti autorizzati da disposizioni legislative, si rinvia alla documentazione fornita dagli uffici per esigenze di sintesi. La Tabella D, recante variazioni da apportare al bilancio a legislazione vigente a seguito della riduzione di autorizzazioni legislative di spesa di parte corrente precedentemente disposte, non contiene interventi che interessino il Ministero in esame. La Tabella E, recante gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa recate da leggi pluriennali, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni, reca esposizione dell'autorizzazione pluriennale di spesa relativa alle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (articolo 61, comma 1, della legge n. 289 del 2002 - legge finanziaria 2003) assegnate alla ricerca applicata ed alla ricerca di base. In particolare: nell'ambito del programma Ricerca scientifica e tecnologica applicata, sono iscritti 90 milioni di euro per l'esercizio 2011; nell'ambito del programma Ricerca scientifica e tecnologica di base, sono invece iscritti 41 milioni di euro per l'esercizio

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finanziario 2011. Inoltre, sempre nell'ambito del programma Ricerca scientifica e tecnologica di base, contributo a favore del CNR e dell'ENEA per lo sviluppo del sud, sono iscritti 13,5 milioni di euro per l'esercizio finanziario 2011.
Rileva che, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2), nell'ambito della Missione Istruzione scolastica e del programma 16.1 Sostegno all'istruzione, sono allocati 33,1 milioni di euro, come somme da trasferire alle regioni per borse di studio per la frequenza di scuola dell'obbligo. In materia di ricerca, lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze prevede, nell'ambito della missione 12, Ricerca e innovazione, e del programma Ricerca di base e applicata lo stanziamento di 25,8 milioni di euro per il Fondo integrativo speciale per la ricerca (FISR). L'importo è identico a quello previsto nella legge di assestamento 2010; lo stanziamento di 90,0 milioni di euro per l'Istituto italiano di tecnologia, con una riduzione di 10 milioni di euro rispetto alla legge di assestamento. Per completezza segnala, inoltre, che nello stato di previsione del Ministero dell'Interno (Tabella n. 8), la somma occorrente per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo ed il comodato nella scuola superiore non reca stanziamento in conto competenza, ma la tabella B del disegno di legge di stabilità 2011 reca uno specifico accantonamento per il Ministero dell'interno, pari 103 milioni di euro per gli esercizi 2012 e 2013.
Lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali reca, per l'esercizio finanziario 2011, spese in conto competenza per 1.429,2 milioni di euro, di cui 1.207,0 milioni per spese correnti (84,5 per cento); 213,0 milioni per spese in conto capitale (14,9 per cento). Nello stato di previsione figura, inoltre, un'autonoma previsione di spesa per le operazioni di rimborso di passività finanziarie con 9,2 milioni di euro (0,6 per cento). L'incidenza percentuale sul totale generale del bilancio dello Stato - identica a quella registrata per il 2010 - è pari allo 0,3 per cento. Rispetto alle previsioni assestate per l'esercizio finanziario 2010, si registra un decremento di 288,9 milioni di euro (-16,8 per cento) dato da: una riduzione di 209,7 milioni per la parte corrente; una riduzione di 79,7 milioni per la parte in conto capitale; un aumento di 0,5 milioni di rimborso passività finanziarie. La consistenza dei residui passivi presunti al 1o gennaio 2011 è valutata in 137,1 milioni di euro (di cui 85,0 per la parte corrente, 41,4 per la parte in conto capitale e 10,7 per rimborso passività finanziarie). La consistenza dei residui presunti è inferiore a quella prevista nella legge di bilancio 2010 (298 milioni di euro). Tuttavia, occorre tener presente che la valutazione operata in sede di bilancio di previsione presenta carattere di provvisorietà, condizionata com'è dal concreto evolversi della gestione. Le autorizzazioni di cassa per il 2011 ammontano a 1.435,2 milioni di euro.
Per quel che concerne le singole missioni, ricorda che la missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici prevede uno stanziamento complessivo in conto competenza di 1.209,7 milioni di euro (pari all'84,6 per cento dello stanziamento complessivo del Ministero) con un decremento di 224,2 milioni (-15,6 per cento) rispetto al dato assestato 2010. La missione è articolata in 9 programmi: 1.2 Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo, con stanziamento in conto competenza pari a 298,6 milioni di euro (-153,3 milioni di euro, rispetto al dato assestato 2010). Nel programma rientrano, in particolare anche gli stanziamenti per il Fondo unico per lo spettacolo, con 262,9 milioni di euro (-36,6 per cento rispetto al dato assestato 2010, pari a 414,6 milioni di euro). Con riguardo al FUS, evidenzia variazioni per la quota da erogare a favore delle Fondazioni lirico-sinfoniche, per -8,9 milioni di euro. A seguito di tale variazione, la relativa quota del FUS ammonta (per ciascuno degli anni dal 2011 al 2013) a 117,1 milioni di euro. Per quanto riguarda la missione Vigilanza, prevenzione e repressione in materia di patrimonio culturale,

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osserva che si prevede uno stanziamento in conto competenza pari a 6,1 milioni di euro (-1,1 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010); per la Tutela dei beni archeologici, uno stanziamento in conto competenza pari a 218,8 milioni di euro (+56,5 milioni di euro, rispetto all'assestamento 2010); alla Tutela dei beni archivistici, è assegnato uno stanziamento in conto competenza pari a 96,2 milioni di euro (-7,5 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010); Tutela dei beni librari, promozione e sostegno del libro e dell'editoria, stanziamento in conto competenza pari a 127,9 milioni di euro (-21,3 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010); 1.12 Tutela delle belle arti, dell'architettura e dell'arte contemporanee; tutela e valorizzazione del paesaggio, uno stanziamento in conto competenza pari a 255,7 milioni di euro (-31,3 milioni di euro rispetto all'assestamento 2010); 1.13 Valorizzazione del patrimonio culturale, uno stanziamento in conto competenza pari a 8,2 milioni di euro (-2,8 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010); 1.15 Tutela del patrimonio culturale, uno stanziamento in conto competenza pari a 192,8 milioni di euro. La missione n. 17 Ricerca e innovazione è articolata invece in un solo programma, Ricerca in materia di beni e attività culturali (2.1), prevedendo uno stanziamento in conto competenza di 77,8 milioni di euro (pari al 5,4 per cento dello stanziamento del Ministero). La missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche prevede invece uno stanziamento complessivo di 36,2 milioni di euro (pari allo 2,5 per cento dello stanziamento del Ministero), con un incremento di 3,4 milioni di euro (+10,3 per cento) rispetto al bilancio assestato 2010. La missione n. 33, Fondi da ripartire, strutturata in un solo programma, Fondi da assegnare (4.1), prevede uno stanziamento di 105,6 milioni di euro (pari allo 8,7 per cento dello stanziamento del Ministero).
Evidenzia che nella nota illustrativa relativa alla tabella A, nell'accantonamento previsto per il Ministero dell'economia e delle finanze, sono comprese le risorse per l'aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi Regina Margherita di Monza (A.S. 2146) e per la concessione di contributi per il finanziamento di attività di ricerca sulla cultura latina del medioevo europeo (A.C. 2774). La Tabella C reca la quantificazione annua degli stanziamenti autorizzati da disposizioni legislative. Rinvia alla documentazione degli uffici per quel che riguarda l'elenco delle autorizzazioni di spesa disposte dalla legge finanziaria per il 2010. La Tabella D, recante variazioni da apportare al bilancio a legislazione vigente a seguito della riduzione di autorizzazioni legislative di spesa di parte corrente precedentemente disposte, e la Tabella E, recante gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa recate da leggi pluriennali, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni, non contengono interventi che interessino il Ministero in esame.
Lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2), prevede spese per interventi di sostegno ai settori dell'informazione e dell'editoria, di competenza del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio, collocate nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, all'interno della missione Comunicazioni (15), Programma Sostegno all'editoria (15.4). In relazione a tale programma, lo stato di previsione reca stanziamenti complessivi in conto competenza pari a 226,1 milioni di euro, dei quali: 210,6 per spese correnti; 15,5 per spese in conto capitale. Nell'ambito degli stanziamenti relativi al 2011, si evidenzia che: 178,6 milioni di euro sono assegnati al Fondo occorrente per gli interventi dell'editoria; 15,5 milioni di euro sono assegnati al Fondo occorrente per gli investimenti del Dipartimento dell'editoria. Ulteriori 31,9 milioni di euro, assegnati al capitolo 1501, sono finalizzati alla corresponsione alle concessionarie dei servizi di telecomunicazioni dei rimborsi per le agevolazioni tariffarie per le imprese editrici,

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comprese le somme relative agli anni pregressi. La tabella C, recante la quantificazione annua degli stanziamenti autorizzati da disposizioni legislative, prevede a favore dell'editoria gli stanziamenti autorizzati dalla legge n. 67 del 1987: 194 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013.
Con riferimento infine alla Tabella 3, relativa al Ministero dello sviluppo economico, rileva che su di essa insistono parte delle spese per gli interventi nel settore dell'informazione, già a partire dall'esercizio 2009. A tale Ministero, infatti, l'articolo 1, comma 7, del decreto legge n. 85 del 2008, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1 della legge 14 luglio 2008, n. 121 ha trasferito le funzioni del Ministero delle comunicazioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale. In particolare, nell'ambito della missione Comunicazioni (Missione 6 nella numerazione ministeriale) - Programma Servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione, sono previsti due stanziamenti di parte corrente riguardanti specificamente la materia radiotelevisiva. Si tratta di 56,7 milioni di euro per contributi alle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale (capitolo 3121, rimodulabile); 9,9 milioni di euro per il servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari (capitolo 3021), con un valore pari a quello presente nel dato assestato 2010. Va ricordato che l'articolo 2, comma 3, del decreto-legge n. 194 del 2009 ha autorizzato la spesa di 9,9 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2010 e 2011 ai fini della proroga fino al 31 dicembre 2011 della convenzione stipulata ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge n. 224 del 1998 tra il Ministero dello sviluppo economico e il Centro di produzione S.p.a, titolare dell'emittente Radio radicale, per la trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari. La precedente proroga, relativa al triennio 2007-2009 era stata disposta con l'articolo 1, comma 1242, della legge finanziaria 2007.
Ricorda infine che le spese in materia di sport, di competenza del Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive della Presidenza del Consiglio - ora, Dipartimento della gioventù -, trovano collocazione nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (tabella 2), all'interno della missione Giovani e Sport (30) - Programma Attività ricreative e sport (30.1). In relazione al programma Attività ricreative e sport, lo stato di previsione reca stanziamenti complessivi in conto competenza e in conto cassa pari a 651,5 milioni di euro, dei quali: 449,8 per spese correnti; 201,7 per spese in conto capitale. Nell'ambito degli stanziamenti relativi al 2011, segnala, in particolare: 447,8 milioni di euro per il finanziamento del CONI (Macroaggregato 22.1.2 - Interventi - cap. 1896, non rimodulabile), con una riduzione di 33,2 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010; 2,0 milioni di euro da corrispondere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per le politiche dello sport (Macroaggregato 22.1.3 - Oneri comuni di parte corrente - capitolo 2111, rimodulabile), con una riduzione di 4,2 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010; 56,9 milioni di euro da assegnare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli investimenti in materia di sport (Macroaggregato 22.1.8 - Oneri comuni di conto capitale - capitolo 7450, rimodulabile), con una riduzione di 9,3 milioni di euro rispetto al dato assestato 2010. Osserva, inoltre, che la tabella C, recante la quantificazione annua degli stanziamenti autorizzati da disposizioni legislative, prevede uno stanziamento per l'esercizio delle funzioni in materia di sport da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri (ai sensi dell'articolo 1, comma 19, del decreto-legge n. 181 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 233 del 2006). Lo stanziamento (U.P.B. 22.1.8 - Oneri comuni di conto capitale - cap. 7450) è così quantificato per ciascuno degli anni del triennio: 55.080 euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013. La differenza fra l'importo indicato nella tabella C per il 2010 e l'importo indicato nel disegno di legge di

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bilancio sul capitolo 7450 deriva dal fatto che al capitolo sono imputati anche i finanziamenti disposti dalla legge finanziaria per il 2008 per i mondiali di ciclismo e per i mondiali di pallavolo.
La tabella E, recante gli importi da iscrivere in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spesa recate da leggi pluriennali, con evidenziazione dei rifinanziamenti, delle riduzioni e delle rimodulazioni, prevede i seguenti interventi nel settore 24 (Impiantistica sportiva), nell'ambito della Missione Soccorso civile, Programma Protezione civile: un contributo di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013, in relazione all'articolo 11-quaterdecies del decreto-legge n. 203 del 2005, per i Campionati mondiali di nuoto e per i Giochi del Mediterraneo 2009 che si sono svolti, rispettivamente, a Roma e a Pescara. Le risorse sono divise in parti uguali fra i due eventi; un contributo di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013, sempre finalizzato allo svolgimento dei Campionati mondiali di nuoto e ai Giochi del Mediterraneo 2009, disposto in relazione all'articolo 1, comma 1292, della legge n. 296 del 2006; un contributo di 400 mila euro per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013, sempre finalizzato allo svolgimento dei Campionati mondiali di nuoto 2009, disposto in relazione all'articolo 2, comma 271, della legge n. 244 del 2007; un contributo di 700 mila euro per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013, sempre finalizzato allo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo 2009, disposto in relazione all'articolo 2, comma 263, della legge n. 244 del 2007. Tutte le risorse indicate sono allocate nel macroaggregato 6.2.8 - Oneri comuni di conto capitale - capitolo 7449/p del Ministero dell'Economia e finanze.
Si riserva in conclusione di presentare proposte di relazioni per i rispettivi stati di previsione nel seguito dell'esame.

Maria COSCIA (PD) in riferimento alla Tabella 7, osserva che il documento risulta essere frutto di decisioni già assunte in luglio, rilevando che i tagli lineari hanno colpito in primis le aree di competenza della Commissione cultura, in particolare i settori di istruzione e università. Rileva pertanto che non si registra alcun impegno diretto a risolvere le questioni relative al settore della scuola e degli insegnanti, denunciando la gravità del blocco degli scatti di anzianità e degli aumenti stipendiali, che si configurano come promesse non mantenute. Sottolinea infatti che la spesa per il personale della scuola non è pari al 97 per cento, bensì al 78 per cento circa, contrariamente a quanto affermato dal Ministro Gelmini. Rileva, al riguardo, che già nel 2007 la situazione della scuola italiana era al di sotto della media OCSE e oggi si prevede addirittura un'ulteriore riduzione di oltre 2 miliardi di euro rispetto alle previsioni accertate. Pone quindi l'accento sulla questione dell'edilizia scolastica e su quelle del fondo per le brevi supplenze per il personale scolastico e sulla restituzione dei crediti alle scuole, evidenziando la necessità di chiarimenti in merito. Osserva altresì che in Tabella 2 risultano ridotti i finanziamenti per le borse di studio, con una diminuzione di 84 milioni di euro che porta dai circa 120 milioni prima previsti agli attuali 33. Ciò incide sensibilmente anche sul tema del diritto allo studio, penalizzando le famiglie, in una fase peraltro di difficile congiuntura economica. Rileva inoltre che sono cancellati per il 2011 103 milioni di euro finalizzati ai libri gratuiti per la scuola dell'obbligo, dato che rileva essere grave ed allarmante. Fermo il problema della tenuta del bilancio, sottolinea che vi sarebbero margini per attivare politiche fondamentali per l'istruzione e per le famiglie, settori che invece sono penalizzati dalla manovra finanziaria in esame.

Emilia Grazia DE BIASI (PD), con riferimento alla Tabella 13, osserva che i settori dello spettacolo e della cultura in Italia sono giunti al limite; rileva infatti che la manovra deprime anche la possibilità di interventi futuri determinando la regressione immediata di tutto il sistema. Osserva inoltre che è istituito un nuovo Centro di responsabilità amministrativa,

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costituito dal Gabinetto e dagli Uffici di diretta collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali. Chiede quindi chiarimenti circa l'accentramento di funzioni e risorse in centri di spesa, a cui non corrispondono peraltro aumenti di produttività. Con particolare riferimento alla Missione 32 relativa al supporto all'attività di indirizzo politico all'amministrazione dei beni culturali, ritiene necessario inoltre che sia precisato a quale tipo di finalità essa corrisponda. Ricorda che la Commissione ha più volte cercato di ottenere dal Governo risposte sui temi delicati in discussione, ma tutto si è tradotto in false promesse, «coriandoli» di risposte, che sono volate via senza che sia stata mantenuta la benché minima promessa fatta dall'Esecutivo. Evidenzia in particolare che il Ministro Bondi aveva assicurato che il FUS sarebbe stato tutelato, mentre invece si è assistito ad un suo completo svuotamento con un taglio pesantissimo pari al 36,6 per cento ed uno stanziamento complessivo per la cultura dello 0,3 per cento rispetto al PIL. Sottolinea quindi che dal 1985 ad oggi c'è stata una riduzione del FUS che supera il 50 per cento, con una situazione al collasso per tutti i settori lirico-sinfonici che penalizza il personale e la stessa sopravvivenza dei teatri italiani. La politica del Governo Berlusconi in materia di cultura ha quindi cancellato ogni forma di intervento per il cinema, per lo spettacolo e per le fondazioni lirico-sinfoniche con una riduzione sempre maggiore dei finanziamenti pubblici al settore. Anche il MAXXI ha subito un consistente decremento di finanziamento senza che siano entrate le risorse private inizialmente promesse; è vero poi che sono state previste risorse per il settore dei beni archeologici ma si tratta di disponibilità finanziarie finalizzate al personale. Rileva quindi che analoghe perplessità suscitano i finanziamenti relativi ai beni archivistici e alla biblioteca di Firenze per tagli trasversali che non consentono di valorizzare il patrimonio culturale che non può essere tutelato solo attraverso operazioni di marketing. Ritiene, in questo senso, che sarebbe opportuno chiarire in che cosa eventualmente consistano tali operazioni, visto che il bilancio predisposto dal Governo nel settore di competenza della Commissione è assolutamente sciatto, tale da legittimare il sospetto di una discrezionalità priva di regole e di moralità.

Giovanna MELANDRI (PD), sul piano politico, rinviando alle considerazioni specifiche svolte dalle colleghe che l'hanno preceduta, ricorda che il Ministro dei beni e delle attività culturali, nel dicembre scorso, aveva accolto un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame della manovra finanziaria per il 2010, recante l'impegno a ripristinare gli stanziamenti a favore del settore dello spettacolo previste nel 2009. Sottolinea invece che l'unica voce che mostrerebbe un modestissimo incremento riguarda la somma assegnata per la tutela dei beni archeologici, con uno stanziamento peraltro interamente assorbito da spese fisse e accessorie. Ricorda che l'intero mondo culturale, in tutte le sue componenti, è messo in profondo affanno dalla riduzione di oltre il 36 per cento delle spese per la cultura in Italia, facendo ancor più risaltare l'inattuazione delle promesse fatte a suo tempo dal Ministro Bondi. Avrebbe ritenuto preferibile che a fronte di tagli così consistenti il Governo introducesse qualche misura nuova per il contenimento della strutturazione delle politiche culturali pubbliche. Constata, invece, che non solo questo non è avvenuto, ma non vi sono neanche incentivi per i fondi privati. Questi ultimi, come si è visto, non possono sostituire i fondi pubblici, tenuto conto altresì che pubblico e privato crescono o decrescono parallelamente. Aggiunge dunque che lo scenario che si presenta è drammatico e che vi è un vuoto nelle politiche culturali nel Paese, ancor prima di quello nelle risorse.
Ricorda quindi che la valorizzazione del patrimonio culturale nazionale non può essere disgiunta dalla forma di organizzazione del Governo e dell'amministrazione del settore, come invece era stato sottolineato nel corso dell'esame del provvedimento di riforma dell'organizzazione

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del ministero dei beni e delle attività culturali. Rileva d'altra parte che i provvedimenti in oggetto affossano il sistema delle biblioteche italiane che da sempre rappresentano l'architrave del patrimonio culturale nazionale. Dalla Domus Aurea, a Pompei, fino a Sibari non vi è area archeologica del Paese, poi, che non mostri problemi complessivi di tutela e salvaguardia del rispettivo patrimonio artistico. Stigmatizza inoltre la mancanza di interventi per la ricostruzione della città monumentale di L'Aquila; risorse a tutela del patrimonio culturale dovevano essere canalizzate anche in quella direzione. Per ciò che riguarda i tagli al FUS, richiama quanto rilevato dalle colleghe De Biasi e Carlucci, aggiungendo solo che da recente notizie di stampa qualificata è emerso che il valore reale del FUS sarebbe di circa 174 milioni di euro e non, come affermato, di 262 milioni, con una riduzione ulteriore non giustificabile. Auspica infine che per ARCUS, la cosiddetta «cassaforte del principe», si proceda al più presto ad una gestione più corretta e trasparente, non ritenendo più ammissibile la divergenza tra la comunicazione che il ministro Bondi fa in Commissione e quella che rilascia alla stampa. Ribadisce, in conclusione, che le tabelle in esame sottolineano la mancanza assoluta di politiche culturali italiane da parte del Governo Berlusconi.

Ricardo Franco LEVI (PD) sottolinea che le affermazioni in materia di beni culturali, testé esposte dai colleghi che l'hanno preceduto, potrebbe essere perfettamente riprese per il settore dell'editoria, che presenta una lunga teoria di tagli che balzano evidenti dalle tabelle e dai documenti predisposti dagli uffici. Rileva che si tratta di numeri così gravi - un taglio di quasi 150 milioni di euro rispetto all'anno precedente - che non andrebbero neanche commentati. Sottolinea inoltre che i restanti 194 milioni di euro presenti in Tabella C per i prossimi anni verranno completamente assorbiti per i debiti passati, legati alle tariffe postali e alla Rai, con contributi effettivi per il settore che saranno molto esigui. Aggiunge che manca un disegno di riforma complessivo del settore, sottolineando come più di una volta sia stata richiesta l'audizione del sottosegretario Bonaiuti per riferire in Commissione sul disegno di riforma del settore in corso di definizione da parte del Governo, senza che ciò sia mai accaduto. Stigmatizza quindi il fatto che si stia ancora aspettando una risposta in tal senso, proprio quando l'editoria italiana è rinviata ad una disciplina di cui il Parlamento non ha alcuna contezza. Ricorda, per esempio, che l'abolizione del «diritto soggettivo» ha portato alla crisi dei soggetti più deboli del mondo giornalistico ed editoriale che avevano diritto a ricevere i contributi. È necessario invece fornire risposte adeguate in tal senso, visto che più volte la Commissione cultura e la Camera nel suo complesso si sono espresse a favore del ristabilimento di tale diritto.

Giuseppe GIULIETTI (Misto) condivide pienamente gli interventi dei colleghi che l'hanno preceduto, ritenendo che un'interpretazione non ideologica della legge finanziaria per il «combinato disposto» dei suoi provvedimenti non può che rendere edotti sul fatto di trovarsi di fronte ad una disgregazione delle espressioni culturali di più alto livello del Paese. Sottolinea l'insensatezza di sottrarre risorse alla cultura, di fronte alla crisi di identità che investe l'Europa, ritenendo che tutto ciò che riguarda formazione, informazione e comunicazione artistica dovrebbe essere ritenuto invece basilare e sostenuto proprio a difesa dell'identità e dell'orgoglio nazionale. Ribadisce quindi che il Governo commette un errore strategico quando non segue questa direzione, ma incarna un'idea «sconfittista» e tutta economicista di come affrontare la crisi del Paese.
Aggiunge che la Commissione cultura ha discusso a lungo sulla riforma dell'università, che si è dimostrata poi priva di qualsiasi finanziamento. Al riguardo, esprime apprezzamento per il lavoro svolto anche dai colleghi della maggioranza in quella sede, ma rileva che non si possano più accettare le false dichiarazioni del Governo su finanziamenti all'università,

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tax shelter e tax credit, o finanziamenti per l'editoria, con la promessa di un loro reinserimento nel decreto «mille proroghe». È la stessa situazione che colpisce cento testate radiotelevisive e piccole case editrici, proprio per il mancato ripristino del «diritto soggettivo», come ricordato dal collega Levi, a dimostrare l'inadeguatezza di certe affermazioni . Auspica quindi che il relatore si faccia carico delle esigenze evidenziate, proponendo condizioni condivise alla Commissione nelle relazioni che andrà a predisporre. Non vorrebbe però che, anche questa volta, si trattasse di un lavoro inutile che la Commissione bilancio vanificasse con un nulla di fatto.

Valentina APREA, presidente, rileva che la legge finanziaria in esame rappresenta l'ultima fase di un intervento triennale che prevedeva già riduzioni di stanziamenti negli anni precedenti, in quanto tale immodificabile. Il cosiddetto decreto-legge «mille proroghe», provvedimento collegato alla manovra finanziaria, sarà invece successivamente proposto dal Governo, proprio quale strumento per introdurre politiche di sviluppo che, allo stato, non possono trovare collocazione nel provvedimento in discussione.

Gabriella CARLUCCI (PdL) evidenzia con dispiacere che ancora una volta il Governo in materia di cultura adotta politiche destinate a penalizzare il settore dello spettacolo dal vivo con tagli irriguardosi e ingiustificati. Ritiene necessario invece che l'Esecutivo si faccia carico del progetto di legge-quadro sullo spettacolo dal vivo, approvato dalla Commissione, nell'ambito del quale sono state introdotte misure di intervento, adeguate anche dal punto di vista finanziario, per rilanciare il settore. Pensa in particolare a tax credit e tax shelter, che hanno consentito negli anni passati di ottenere risultati positivi con entrate anche superiori ai 5 milioni di euro. Ribadisce quindi la necessità di ripartire dalla legge-quadro sullo spettacolo dal vivo che si fa carico anche dei rapporti tra Stato e regioni, evitando di escludere ottusamento un adeguato finanziamento per il prossimo triennio per gli interventi previsti, tenendo così conto del lavoro finora svolto dalla Commissione.

Giovanni LOLLI (PD) rileva, con riferimento alla Tabella 2 relativa ai finanziamenti al settore dello sport, che lo Stato italiano ha di fatto deciso di destinare a questo settore non più di 2 milioni di euro, decidendo una volta per tutte che lo sport non rientra più tra le politiche pubbliche. Si cancella così un intero ambito di interventi, spesso dimenticato in anni passati, svuotando completamente il fondo per la copertura delle manifestazioni internazionali. Ricorda che sulla base di questa politica è stata persa, per esempio, la chance di svolgere i campionati mondiali di rugby del 2015 e del 2019, quelli di basket del 2019, oltre ai mondiali di sci di Cortina, previsti per il 2013. Auspica quindi che la relazione che verrà predisposta dal collega Murgia, per le parti di competenza relative allo sport, rechi condizioni adeguate volte ad incentivare i finanziamenti per il settore.

Caterina PES (PD) ritiene che in nessun modo si possa condividere quanto disposto dai provvedimenti in oggetto, sia per il settore dei beni culturali che per quello dell'istruzione; i tagli sono ulteriormente devastanti rispetto a quelli già preannunciati nel decreto-legge n. 78. Sottolinea che le riduzioni reali ammontano a circa 8 miliardi di euro, in particolare colpendo l'istruzione primaria e secondaria di primo e secondo grado e, inaspettatamente, anche i settori della ricerca e dell'università. A tal proposito, sottolinea la gravità della consistente riduzione di 126 milioni di euro per il Fondo ordinario che si sommano ai tagli già effettuati. Ritiene che di fronte a certe cifre non sarà possibile rimettere in piedi il Paese, considerando, per esempio, le riduzioni per la scuola primaria, deputata prima di tutte alla formazione dei cittadini del futuro.

Rosa DE PASQUALE (PD), richiamando le dichiarazioni già svolte in occasione

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della discussione sul DFP, sottolinea che l'attuale finanziaria non fa che richiamare la grave situazione dei tagli delineata in quel documento. Rileva l'enorme contraddizione di un Paese che è cresciuto sull'ingegno e sulla cultura e che oggi vede distrutte tali potenzialità; come se i petrolieri dessero fuoco ai propri pozzi di petrolio. Fuor di metafora, rileva che il Governo ha operato tagli consistenti su tutti i fronti, arrivando ad investire solo il 9 per cento della spesa pubblica in istruzione, ponendo l'Italia all'ultimo posto fra i Paesi OCSE. Ribadisce che le cifre che si presentano nei provvedimenti in oggetto sono spaventose; ponendo particolare attenzione al settore della scuola materna che sembrava non toccato dalla rimodulazione al ribasso della riforma Gelmini, si evince invece che essa risulta altresì penalizzata. Aggiunge, d'altra parte, che il taglio di 123 milioni di euro per la scuola prescolare obbliga le Regioni a farsi carico di impegni non di propria competenza, tagliando su sanità e welfare, proprio per rispondere alle esigenze delle famiglie. Nei provvedimenti in oggetto non si parla poi neanche più di edilizia scolastica, settore soffocato da un patto di stabilità terribile che andrebbe invece sbloccato. Si è di fronte a tagli consistenti anche per le scuole paritarie che vedono i fondi bloccati dal 2000. Ritiene che tutte queste considerazioni, insieme a quella relativa al diritto allo studio, oggi falcidiato in Italia, rendano drammatica una situazione già di per sé grave, in cui gli insegnanti vedranno bloccarsi dal 1o gennaio gli scatti stipendiali nonostante sia stato loro promesso che gli stessi scatti sarebbero stati ripristinati, utilizzando almeno in parte gli stanziamenti per il Fondo sul merito.

Manuela GHIZZONI (PD) esprime innanzitutto profonda solidarietà al collega Murgia per la via crucis che lo impegna in qualità di relatore sulla finanziaria 2011 che porta il Paese dritto, dritto sull'orlo del baratro. Come è stato rilevato da alcuni colleghi della maggioranza, per esempio l'onorevole Carlucci, ci si trova di fronte ad una situazione in cui i pesanti tagli inflitti ai settori di competenza della Commissione, già di per sé allo sbando, determinano un ulteriore aggravamento della situazione. Ancora una volta si procede con interventi economico-finanziari affidati allo strumento del decreto-legge, lasciando al Parlamento il compito di ratificare le decisioni imposte dal Governo con l'approvazione di provvedimenti svuotati di ogni contenuto, come quello in esame. Al contrario di quanto avviene in altri Paesi, come la Francia e la Germania, dove, malgrado i tagli in altri settori, la cultura, l'università e l'istruzione ricevono risorse adeguate, il Governo Berlusconi si muove in controtendenza aggravando una situazione di per sé già difficile. Con particolare riferimento allo stato di previsione relativo al Ministero dell'istruzione, università e ricerca, rileva che l'assicurazione fatta dal Ministro Gelmini sulla disponibilità di risorse effettivamente disponibili, nel corso dell'esame del disegno di legge di riforma sull'università, si è rivelata assolutamente sbagliata. Sottolinea quindi che si è di fronte ancora una volta ad un provvedimento lacrime e sangue, in cui, in assenza di risorse, le università presto saranno costrette a portare i libri in tribunale. Le riduzioni risultano quindi molto più consistenti di quelle prospettate, sia in riferimento al diritto allo studio, che in ordine alle risorse relative alle provvidenze per le borse di studio, con una vera e propria desertificazione di risorse destinate agli alloggi universitari. Rileva in particolare che nella relazione svolta dal collega Murgia si sostiene che l'FFO subirebbe una riduzione solo di 106 milioni, ma non si accenna al fatto che è azzerato l'incremento di 550 milioni di euro introdotto dalla legge finanziaria per il 2008 varata dal Governo Prodi, nonché i 400 milioni relativi allo scudo fiscale, con una riduzione complessiva che supera, di fatto, il miliardo di euro. Si impedisce così alle università di funzionare, riportando gli stanziamenti a favore dell'FFO, a quelli previsti nel 2001. Ritiene quindi necessario che siano chiarite

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le perplessità evidenziate, a partire dall'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo al riparto del 400 milioni di euro legati al cosiddetto scudo fiscale. Considera necessario inoltre trovare una condivisione fra tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, per stigmatizzare il taglio poderoso al fondo relativo agli enti di ricerca. Preannuncia quindi la presentazione di alcuni emendamenti, per le parti di competenza della Commissione, riferiti alla Tabella C, riservandosi di presentare altri emendamenti nel corso dell'esame del provvedimento. Chiede infine al relatore alcuni chiarimenti in ordine alla collocazione del finanziamento dell'FFO, non inserito in Tabella C.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) preannuncia la presentazione di emendamenti nel corso del successivo esame del provvedimento in Commissione bilancio e in Assemblea.

Bruno MURGIA (PdL), relatore, rileva che se di via crucis si vuole parlare è necessario ricordare che dopo di essa c'è sempre una resurrezione. Fuor di metafora, rileva che molte delle osservazioni svolte dai colleghi riprendono le considerazioni già espresse nella sua relazione. Ribadisce che farsi carico di una crisi grave come quella internazionale non significa onestamente che i tagli debbano per forza colpire sempre il settore dell'istruzione, dell'università, della ricerca e della cultura in generale. Proprio in questi settori, infatti, in altri Paesi come la Francia e la Germania, dove ci sono stati consistenti tagli alla spesa pubblica, si è proceduto di converso a stanziare adeguate risorse nei settori di competenza della Commissione. Preannuncia quindi che si farà carico delle criticità emerse nel corso della discussione attraverso la predisposizione di condizioni nelle relazioni sugli stati di previsione di competenza della Commissione, e delle connesse parti della legge di stabilità, che presenterà nella seduta di domani.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 17.25.