CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 ottobre 2010
385.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 21 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI, indi del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 9.30.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011).
C. 3778 Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
C. 3779 Governo.
Tab. n. 6: Stato di previsione del Ministero degli affari esteri per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che i documenti relativi alla manovra di finanza pubblica per il triennio 2011-2013 sono il portato delle modifiche introdotte dalla legge n. 196 del 2009 che ha novellato la legge di contabilità e di finanza pubblica, provvedendo all'abrogazione della legge n. 468 del 1978. Segnala che l'esame da parte della Commissione si conclude con l'espressione di una relazione alla Commissione Bilancio per ciascun stato di previsione e connesse parti del disegno di legge di stabilità. La Commissione, in questa fase di esame, ha facoltà di esaminare e approvare emendamenti che saranno trasmessi in allegato alla relazione approvata, nonché ordini del giorno relativamente agli aspetti di competenza. Il relatore, e l'eventuale relatore di minoranza potranno prendere parte ai lavori della Commissione Bilancio al fine di riferire sui lavori svolti presso la Commissione di settore.
Ricorda, infine, che durante la sessione di bilancio è sospesa ogni altra attività legislativa ad eccezione degli atti dovuti, tra cui rientrano i disegni di legge di conversione dei decreti-legge e i disegni di legge di ratifica.

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Sostituendo il relatore, onorevole Antonione, impossibilitato a prendere parte alla seduta, illustra i disegni di legge in titolo rilevando che, come nei due anni precedenti, la sostanza della manovra finanziaria per il triennio 2011-2013 è stata in buona parte anticipata da provvedimenti già approvati, con particolare riferimento al decreto-legge n. 78 del 2010.
Sottolinea che con la legge di stabilità il nostro Paese si allinea alle richieste dell'Unione europea, perseverando nella strada del rigore economico-finanziario. Pur con la dovuta cautela, sono incoraggianti alcuni dati recenti relativi alla produzione industriale che mostra segnali di ripresa, così come ad agosto le esportazioni italiane sono aumentate del 31,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2009.
Per quanto attiene alle parti di competenza della Commissione, lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri reca per il 2011 stanziamenti di competenza pari 1.885,8 milioni di euro. Tale importo incide sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato per lo 0,4 per cento, una percentuale assai esigua come più volte osservato in precedenti dibattiti svoltisi presso la Commissione.
L'ammontare dello stanziamento di competenza è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (1877,3 milioni di euro), che assorbono il 99,54 per cento dello stanziamento.
Rispetto al volume della massa spendibile (residui+competenza), pari a 2.308,8 milioni di euro, il coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile, che indica la capacità di spesa del Ministero) risulta dell'81,68 per cento.
Rispetto alle previsioni assestate per il 2010, gli stanziamenti di competenza iscritti nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri a legislazione vigente per il 2011 fanno registrare una diminuzione complessiva di 203,1 milioni di euro, risultante da un decremento di 200,2 milioni di euro nella parte corrente, e di 2,9 milioni di euro nel conto capitale.
Gli effetti sul disegno di legge di bilancio del disegno di legge di stabilità si limitano a quanto rintracciabile nelle Tabelle e negli Allegati, giacché le residue norme dell'articolato non hanno alcun impatto sulle materie di interesse degli affari esteri.
In particolare, nella Tabella A compaiono con riferimento al Ministero degli affari esteri accantonamenti di 7,492 milioni di euro per il 2011, nonché di 36,073 milioni per il 2012 e di 45,873 milioni di euro per il 2013, che, come chiarisce la relazione introduttiva al disegno di legge di stabilità, sono destinati a far fronte essenzialmente agli oneri derivanti dalla prevista approvazione di diversi disegni di legge di autorizzazione alla ratifica di Accordi internazionali.
Nella Tabella C non vengono disposte per il triennio 2010-2013 - rispetto al disegno di legge di bilancio - variazioni relative a capitoli di interesse dell'Amministrazione degli affari esteri.
Si registra inoltre una serie di stanziamenti collegati al Trattato di amicizia italo-libico del 30 agosto 2008. Si tratta in particolare di 50 milioni per indennizzi ai titolari di beni in Libia, di 57,7 milioni per incentivazioni alle imprese e lotta alla contraffazione, di 180 milioni per progetti d'infrastrutture e di 3,6 milioni per la costruzione di unità abitative in Libia.
Infine, la Tabella E registra uno stanziamento per l'attuazione di impegni dettati dal comma 373, articolo 2, della legge finanziaria 2008, collegati al perseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, nonché alla cancellazione del debito dei Paesi più poveri: a tale scopo si registra, a carico del cap. 7182/Economia e Finanze, uno stanziamento di 50 milioni per ciascuna delle annualità 2011-2013.
In relazione al delicato problema delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, segnala che - malgrado le tante rassicurazioni fornite dai rappresentanti del Governo in questi anni - continua il trend di forte riduzione degli stanziamenti. In particolare, nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, i 18 capitoli della «cooperazione a dono» hanno registrato, rispetto alla legge finanziaria 2010, una

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riduzione di 147,8 milioni, passando dai 326,9 milioni del 2010 ai 179,1 previsti per il 2011.
Anche per quanto attiene alle risorse a sostegno delle comunità italiane all'estero - che fanno capo, sotto il profilo contabile, al Programma 4.8, «Italiani nel mondo e politiche migratorie» - si registrano stanziamenti complessivi pari a 59,216 milioni di euro per l'anno 2011, con un decremento di 14 milioni rispetto alla legge di bilancio per il 2010, consolidandosi la tendenza - evidenziatasi già nel 2011 - ad una forte contrazione degli stanziamenti.
Ritiene opportuno infine chiedere chiarimenti al Governo circa il fondo per le missioni internazionali che al momento risulta appostato al capitolo 3004 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per soli 4,3 milioni di euro, evidentemente solo per memoria. In generale esprime forte perplessità per i tagli apportati all'Amministrazione degli affari esteri che appaiono privi di raziocinio e che non valorizzano in alcun modo il ruolo della politica estera come versante di investimento per il bene del Paese.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI osserva che la Farnesina contribuisce allo sforzo condiviso dall'intera Amministrazione dello Stato per il contenimento della spesa pubblica in reazione agli effetti della crisi economica che ha investito l'Italia. Ciò premesso, segnala l'insufficienza degli stanziamenti destinati al Ministero degli affari esteri con particolare riferimento a quelli indicati nella Tabella A e necessari ad assicurare copertura alla ratifica di accordi internazionali già siglati. Si tratta di una questione che coinvolge la credibilità del nostro Paese e che imporrebbe un significativo incremento di risorse. Quanto alle risorse indicate nella Tabella B, sottolinea che sono inadeguate a garantire la realizzazione dei necessari interventi di manutenzione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare all'estero e per i quali sono già peraltro stati assunti impegni specifici. Quanto alle drastiche riduzioni apportate al settore della cooperazione allo sviluppo, sottolinea che si tratta di una misura dolorosa che non appare congrua rispetto alla oggettiva natura di investimento strategico che tale versante riveste ai fini della creazione di un contesto di supporto alla promozione del cosiddetto «sistema Paese».

Francesco TEMPESTINI (PD), alla luce dell'andamento degli stanziamenti destinati al settore della cooperazione allo sviluppo, contesta che il Governo riconosca ad esso priorità strategica di qualunque natura.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI, nell'unire la propria voce ai prevedibili rilievi che saranno formulati dai due schieramenti parlamentari, segnala che le esigue risorse disponibili saranno comunque impiegate in modo coerente ed il più possibile efficace, nel segno della risoluzione n. 8-00085 presentata dagli onorevoli Pianetta e Tempestini e approvata unanimemente dalla Commissione.

Franco NARDUCCI (PD) rileva come la manovra in esame riduca ulteriormente e in maniera inaccettabile il bilancio del Ministero degli esteri manifestando così il perseverare di quella che si configura come un'ostilità verso tale dicastero da parte del Ministero dell'economia e delle finanze.
In particolare, osserva che i provvedimenti in esame prevedono l'ennesima diminuzione delle risorse per la cooperazione che priva la politica estera italiana, soprattutto nei confronti dell'Africa, di qualsiasi credibilità.
A suo giudizio, ancora più grave appare la situazione delle risorse per gli italiani all'estero, che subiscono una riduzione del 20 per cento, risultando così più che dimezzate nell'ultimo triennio. Analoga situazione insostenibile è prevista anche per gli anni successivi al 2011, aggravata dal fatto che non sono previste risorse aggiuntive per il rinnovo degli organi di rappresentanza

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degli italiani all'estero, rinnovo ingiustamente procrastinato anche a seguito della presentazione di un ordine del giorno da parte del presidente del Comitato permanente per gli italiani all'estero in occasione della manovra di finanza pubblica per il 2009.
Sottolinea che la forte riduzione delle risorse destinate alla collettività italiane all'estero rappresenta una scelta miope in quanto comporta il venire meno di un investimento per il futuro e, in prospettiva, una perdita economica per l'Italia. Osserva inoltre che non vengono eliminati gli sprechi ma si colpiscono soggetti deboli, già provati dall'attuale crisi economica internazionale, citando a titolo d'esempio i costi sostenuti dai cittadini italiani residenti in Svizzera per garantire il mantenimento dei corsi di lingua italiana.

Enrico PIANETTA (PdL) condivide le parole del relatore e del rappresentante del Governo che esprimono preoccupazione per gli ulteriori tagli al bilancio del Ministero degli affari esteri. Pur rilevando che tale dicastero non è l'unico ad avere subito pesanti decurtazioni, pone in evidenza il fatto che gli interventi per la politica estera rappresentano un investimento per tutto il sistema Paese, in particolare in un contesto caratterizzato da un'accesa competizione internazionale e dall'emergere di nuovi soggetti.
Pur constatando che il disagio di fronte alla riduzione delle risorse rappresenta ormai una costante dei dibattiti in Commissione sui documenti di bilancio, riconosce la gravità della situazione attuale ed apprezza la chiarezza con cui si è espresso in proposito il rappresentante del Governo, in particolare quando ha sottolineato la mancanza di risorse disponibili per la ratifica dei trattati, situazione che mina la credibilità italiana nelle relazioni internazionali.
In ordine all'insufficiente dotazione dei capitoli di spesa relativi ad interventi, denuncia i rischi connessi alla mancata manutenzione e messa in sicurezza del vasto patrimonio immobiliare all'estero. Dichiarandosi d'accordo con il sottosegretario Craxi circa l'importanza strategica della cooperazione allo sviluppo per la politica estera italiana, ricorda che in occasione dell'ultima Assemblea generale dell'ONU sono state evidenziate le conseguenze negative per l'Italia - sia in termini di immagine che di mancato ritorno di possibili benefici - dei ritardi nel corrispondere le somme per le quali si sono assunti degli impegni, come nel caso della Banca Mondiale, e della costante riduzione dei fondi a disposizione.
In conclusione, osserva che la mancanza di risorse sufficienti per effettuare una politica estera efficace non rappresenta un fattore di divisione tra maggioranza e opposizione ma pone a rischio la dignità dell'Italia nel contesto internazionale ed auspica quindi che la relazione approvata dalla Commissione esprima preoccupazione per la riduzione dei fondi a disposizione e richieda un'inversione di tendenza per gli anni successivi, in considerazione dell'importanza strategica che un maggiore impegno in questo settore assume per il futuro del nostro Paese.

Stefano STEFANI, presidente, si associa alle considerazioni svolte ribadendo che la questione di fondo attiene al futuro del Paese: se l'Italia non riesce ad esportare i suoi prodotti rischia di soccombere alla crisi. È quindi necessario promuovere il sistema Paese ottimizzando le risorse disponibili. Sesta pertanto meraviglia che l'attuale Governo, consapevole della fondatezza delle ragioni degli imprenditori italiani in questo periodo di grave crisi, non muova in tale direzione.

Mario BARBI (PD) rivendica la distinzione di ruolo tra maggioranza ed opposizione pur nella comune considerazione di problemi oggettivi ed esprime, di conseguenza, un giudizio difforme da quello espresso dai colleghi di maggioranza e dal rappresentante del Governo. A suo avviso, il disinvestimento in politica estera da parte dell'attuale Governo italiano ha raggiunto il limite dell'insostenibilità e ciò non per fatalità ma per responsabilità precise. La scelta di destinare a tale settore

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fondamentale della vita dello Stato soltanto lo 0,4 per cento del bilancio dello Stato è destinata a produrre costi politici assai elevati per il nostro Paese.
Ritenendo che la Commissione debba disporre di tempi congrui per l'esame dei provvedimenti in titolo, anche alla luce delle novità normative introdotte e della particolare difficoltà ad individuare nei testi dei provvedimenti i dati rilevanti per l'esame parlamentare, ritiene essenziale potere conoscere i dati complessivi e quelli comparativi tra l'anno in corso e il triennio 2011-2013.
In riferimento alla riduzione di 40 milioni di euro apportata agli stanziamenti per il settore della cooperazione allo sviluppo, ritiene che si tratti di una misura sorprendente e inaccettabile e che impone al Governo di prendere posizione in particolare sul canale bilaterale. Quanto alle somme destinate alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, il Governo dovrebbe chiarire se esse esauriscono le disponibilità per tali finalità. Occorre anche potere individuare le risorse destinate al finanziamento di banche e fondi di sviluppo multilaterali come pure del Fondo contro l'AIDS, la malarie e le altre pandemie. Appaiono poco trasparenti e dunque da chiarire le riduzioni di importi relativamente alla promozione della pace e della sicurezza internazionale come pure l'incremento di risorse a favore delle rappresentanze all'estero e dei servizi ai cittadini e alle imprese.
Precisa infine che le politiche di cooperazione allo sviluppo, lungi dall'essere intese come forme di gratuità e di solidarietà nei confronti di Paesi poveri, rappresentano un elemento centrale di politica estera del nostro Paese ed un investimento funzionale alla ripresa della nostra economia.

Franco NARDUCCI, presidente, nel fare presente che la Commissione è tenuta ad esprimere la propria relazione entro il prossimo mercoledì, si associa alle parole del collega Barbi e esprime disappunto in ordine alla sottrazione del Fondo per la lotta contro l'AIDS, la malaria e le altre pandemie dalla disponibilità del Ministero degli affari esteri.

Francesco TEMPESTINI (PD), concordando con il collega Barbi, osserva che, al di là di quanto è possibile desumere dalla lettura dei dati rintracciabili nei documenti in esame, manca un quadro complessivo sulla politica estera italiana su cui esprimere una valutazione fondata. Si tratta di una questione di metodo fondamentale da porre al Governo. Infatti, se non è possibile conoscere l'entità della spesa nei singoli comparti, appare difficile instaurare un confronto sulle scelte di tipo strategico. A suo avviso, l'azione del Governo in questo campo appare fallimentare malgrado le ripetute sollecitazioni fatte da questa Commissione in diverse occasioni, come ad esempio in occasione dell'audizione del Direttore Generale del Tesoro. Preso atto della sostanziale assenza di risorse per il versante della cooperazione allo sviluppo bilaterale, denuncia la mancanza di una visione complessiva sui restanti versanti per cui non è nemmeno possibile immaginare sinergie future.
In riferimento a quanto osservato dal collega Pianetta, sottolinea che la maggioranza e lo stesso rappresentante del Governo non possono su questo terreno tenere un doppio registro avvalendosi del fatto che la politica estera italiana è tradizionalmente caratterizzata da un forte spirito bipartisan. Occorre che ognuno si assuma le proprie responsabilità sulla base dei dati di fatto incontestabili che costituiscono oggetto di questo dibattito.
Preannunciando il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione che potrà essere presentata, ritiene che anche sul terreno della promozione del sistema Paese sia mancata una politica attiva e seria di ristrutturazione del modello attuale, da cui potrebbero derivare dei risparmi significativi, come ad esempio con una riconsiderazione del ruolo svolto dall'ICE. Ritiene anche che dovrebbero essere messe a sistema tutte le numerose realtà imprenditoriali che in modo puntiforme svolgono una funzione di politica estera e

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di cui manca una visione unitaria utile all'economia del Paese. A suo giudizio, è del tutto carente l'azione propositiva del Governo, che insiste invece in una visione statica dei problemi dell'Italia, come se ciò non fosse un problema di metodo bensì una necessità imposta dalla cattiva sorte. Va infatti in questa direzione la tecnica degli tagli lineari che può dare risultati positivi solo se confinata ad un arco di tempo assai contenuto e che deve essere seguita da proposte e programmi di spending review per i quali i diversi rami dell'Amministrazione statale hanno ormai avuto tempo sufficiente. Alla luce di questa situazione, la stessa riorganizzazione del Ministero degli affari esteri appare di sempre più complessa lettura e inizia a far insorgere il dubbio che essa sia finalizzata alla graduale soppressione del settore.
Nel fare presente che il suo gruppo intende affermare in questo dibattito una specifica istanza di chiarezza, ribadisce che il Ministero dell'economia e delle finanze, oltre a manifestare la propria ostilità ad alcuni settori di attività dello Stato, dovrebbe fornire dati trasparenti ed indicare proposte e che di tale carenza l'opposizione parlamentare intende chiedere conto agli interlocutori di maggioranza.

Aldo DI BIAGIO (FLI) si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito auspicando che la politica estera non sia equiparata alla cultura nella visione deteriore che il Ministro Tremonti nei giorni scorsi ha inteso rappresentare ai mezzi di informazione.

Francesco TEMPESTINI (PD) propone che il termine per la presentazione degli emendamenti, già fissato per martedì prossimo alle ore 12 in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sia posticipato alle ore 13.

La Commissione concorda.

Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.35.