CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 ottobre 2010
383.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 19 ottobre 2010.

Audizioni di rappresentanti della Fondazione ENASARCO, della Fondazione ENPAIA e della Fondazione ENPAM, nell'ambito della discussione delle risoluzioni n. 7-00378 Alessandri e n. 7-00384 Braga sulle iniziative a tutela degli inquilini degli immobili degli enti previdenziali privatizzati.

Le audizioni informali sono state svolte dalle 13.10 alle 14.15.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 19 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.15.

Schema di delibera CIPE 31/2010 concernente «Decreto-legge n. 112/2008 convertito dalla legge Pag. 113
n. 133/2008, articolo 6-quinquies. Riprogrammazione del fondo infrastrutture.
Atto n. 268.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Vincenzo GIBIINO (PdL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere - ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento - il parere al Governo sullo schema di delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) n. 31/2010 concernente la riprogrammazione del Fondo infrastrutture ai sensi dell'articolo 6-quinquies del decreto-legge n. 112/2008 convertito dalla legge n. 133/2008.
In primo luogo, ricorda che l'articolo 6-quinquies del decreto-legge n. 112 del 2008 ha previsto l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, di un Fondo destinato, in via prioritaria, al finanziamento di interventi finalizzati al potenziamento della rete infrastrutturale di livello nazionale, comprese le reti di telecomunicazione e le reti energetiche, di cui è riconosciuta la valenza strategica ai fini della competitività e della coesione del Paese. Il medesimo articolo ha demandato ad apposita delibera del CIPE, sentita la Conferenza unificata e le Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili di carattere finanziario, il riparto delle risorse del Fondo, fermo restando il vincolo di concentrare nelle regioni del Mezzogiorno almeno l'85 per cento degli stanziamenti nazionali per l'attuazione del Quadro strategico nazionale 2007-2013.
Ricorda, inoltre, che il CIPE ha provveduto ad assegnare al Fondo infrastrutture risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, attribuendo, con la delibera n. 112/2008, 7.356 milioni per interventi su infrastrutture, reti e servizi per la mobilità di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nonché, con la delibera n. 3/2009, ulteriori 5.000 milioni di euro per interventi di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Precisa che dei 5000 milioni di euro 1 miliardo di euro è destinato ad interventi di messa in sicurezza delle scuole e 200 milioni di euro per l'edilizia carceraria, così che la disponibilità effettiva da destinare al riparto programmatico da parte del CIPE è risultata di 3.800 milioni di euro. Sulla base delle risorse assegnate dalle citate delibere n. 112/2008 e n. 3/2009, con la successiva delibera n. 51 del 26 giugno 2009, il CIPE ha approvato il quadro delle disponibilità del Fondo infrastrutture, quantificate in 7121 milioni di euro: tale quadro e è stato successivamente oggetto di diversi aggiornamenti, esaminati anche di recente da questa Commissione.
Per quanto attiene allo schema di delibera in esame, fa presente che esso propone una ulteriore rimodulazione delle risorse del Fondo infrastrutture non ancora assegnate dal CIPE con apposite delibere e in conseguenza dell'attuazione di specifiche disposizioni recate dalla legge finanziaria 2010 che prevedono l'utilizzo delle disponibilità del Fondo infrastrutture per specifiche finalità. Si tratta in particolare dell'articolo 2 della legge n. 191 del 2009 che prevede, al comma 55, che il CIPE individui i programmi da sostenere per le necessità del settore agricolo, destinando a tale scopo 100 milioni, nonché, al comma 219, lo stanziamento di 500 milioni di euro per l'attuazione del programma di interventi per la realizzazione delle nuove infrastrutture carcerarie o l'aumento della capienza di quelle esistenti.
Rileva che lo schema di delibera in esame indica quindi l'ammontare residuo disponibile delle risorse del Fondo infrastrutture, precisando che, rispetto all'importo complessivo del Fondo, pari a 7.121 milioni di euro, le somme già assegnate al 31 dicembre 2009 con specifiche delibere ammontano a 5.096,8 milioni di euro, di cui 861,9 milioni al Centro-Nord e 4.234,9 milioni al Mezzogiorno, considerando anche la riserva destinata all'Abruzzo, pari a 408,5 milioni. Pertanto, rispetto all'importo

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complessivo del Fondo, risulterebbero ancora da assegnare 2.024,2 milioni.
Considerata la necessità - espressa nella presa d'atto della delibera - di dare immediata attuazione ai citati interventi in tema di agricoltura e di edilizia carceraria disposti dalla legge finanziaria 2010 a valere sul Fondo infrastrutture, per un importo pari a complessivi 600 milioni di euro, le disponibilità effettive residue per il finanziamento degli interventi previsti nel Quadro di dettaglio si riducono pertanto a 1.424,2 milioni.
Lo schema di delibera stabilisce che tali risorse dovranno essere ripartite sulla base di specifiche priorità, relative a opere di difesa idraulica in ambiti urbani di rilevanza sopranazionale, opere di manutenzione della rete stradale e ferroviaria, per un importo complessivo non superiore a 560 milioni, opere per il superamento delle emergenze idriche, interventi in sicurezza di opere stradali e ferroviarie, trasporto metropolitano, piastre logistiche ed opere infrastrutturali con capitali privati in misura superiore al 50 per cento. Le risorse sopra citate saranno assegnate con successive delibere del CIPE, previe proposte del Ministero delle infrastrutture con le quali si dovrà comunque ottemperare al vincolo di riparto tra Centro Nord e Sud stabilito dall'articolo 6-quinquies del decreto legge 112/2008, da calcolare però nell'ambito dell'intero Fondo Infrastrutture.
Segnala che, rispetto agli importi considerati dallo schema di delibera in esame, il CIPE - come peraltro già indicato nel «Programma delle infrastrutture strategiche», presentato alle Camere in allegato allo Schema della Decisione di Finanza Pubblica per gli anni 2011-2013, il quale già sconta gli effetti della delibera in esame - ha provveduto ad ulteriori assegnazioni nella seduta del 22 luglio 2010, con la destinazione di 292 milioni alla manutenzione della rete ferroviaria, 268 milioni alla manutenzione della rete stradale e 28,82 milioni alla linea C della metropolitana di Roma. Conseguentemente, sottolinea che le risorse effettive del Fondo infrastrutture «ancora da assegnare» ammonterebbero a 835,3 milioni.
Conclude precisando che sullo schema di delibera in esame è pervenuto il parere della Conferenza Unificata che si è espressa favorevolmente a condizione che si preveda il coinvolgimento delle Regioni nelle proposte di finanziamento e/o di approvazione della progettazione preliminare o definitiva degli interventi che il Ministero delle infrastrutture dovrà sottoporre al CIPE.
Premesso comunque l'orientamento favorevole sullo schema di delibera in esame, si riserva di sottoporre alla Commissione una proposta di parere al termine del dibattito in modo da tenere in considerazione eventuali rilievi che in tale sede dovessero emergere.

Raffaella MARIANI (PD) denuncia anzitutto il gravissimo ritardo con cui anche in questa circostanza uno schema di delibera CIPE viene portato dal Governo all'attenzione della Commissione. A suo avviso, questo comporta un'inaccettabile violazione delle prerogative e del ruolo dell'organo parlamentare che, di fatto, viene posto nell'impossibilità di esercitare le proprie attribuzioni dato che si trova a esaminare un atto che, dal momento della sua adozione, è stato oggetto di nuove deliberazioni da parte del CIPE.
Denuncia, inoltre, la estrema ristrettezza dei tempi concessi per la discussione in Commissione, che finisce per contribuire anch'essa a svuotare di qualsiasi reale significato il dibattito in corso.

Roberto TORTOLI, presidente, nel dare atto all'onorevole Mariani dell'effettiva ristrettezza dei tempi della discussione sullo schema di delibera CIPE in titolo, fa tuttavia presente che, in sede di organizzazione dei lavori, si è dovuto tenere conto, da un lato, del fatto che il prescritto parere della Conferenza unificata è pervenuto alle Camere solo la settimana scorsa e, dall'altro, del termine per l'espressione del parere parlamentare che verrà a scadenza il 25 ottobre prossimo.

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Tino IANNUZZI (PD) chiede al relatore di precisare meglio se con lo schema di delibera CIPE in questione si proceda affettivamente alla assegnazione delle residue risorse disponibili del Fondo infrastrutture.

Vincenzo GIBIINO, relatore, precisa che lo schema di delibera in esame individua le priorità settoriali alle quali assegnare le residue risorse disponibili, rinviando a successive delibere l'effettiva assegnazione di tali risorse.

Salvatore MARGIOTTA (PD), ritiene che, al di là delle voci e delle cifre riportate nell'atto in titolo, che non contengono alcun elemento di novità rispetto a quanto già noto, il contenuto della discussione in corso sollevi una delicata questione in ordine al ruolo della Commissione e al contenuto delle deliberazioni della stessa. Al riguardo, osserva che pochi giorni fa l'Assemblea, al termine del dibattito sulla Decisione di Finanza Pubblica, ha approvato una risoluzione che reca uno specifico riferimento al contenuto del cosiddetto Allegato Infrastrutture, il quale, di fatto, già sconta gli effetti dello schema di delibera CIPE in esame. Sotto questo profilo, ritiene che un'eventuale delibera della Commissione, che intervenisse su un tema sostanzialmente trattato in una precedente delibera dell'Assemblea, presenti profili problematici sul piano delle procedure parlamentari e della funzionalità dei rapporti fra la Commissione e l'Assemblea. Conclude, quindi, che anche in considerazione di tali aspetti, il gruppo del Partito Democratico si riserva di valutare se e come prendere parte alla votazione del parere sullo schema di delibera CIPE in esame.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento.

Schema di decreto legislativo recante recepimento delle direttive 2008/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, e 2009/90/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 luglio 2009, che stabilisce, conformemente alla direttiva 2000/60/CE, specifiche tecniche per l'analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque.
Atto n. 252.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 ottobre 2010.

Roberto TORTOLI (PdL), presidente e relatore, formula una proposta di parere favorevole con osservazione sullo schema di decreto legislativo in titolo (vedi allegato 1).

Raffaella MARIANI (PD) ritiene che l'osservazione contenuta nella proposta di parere formulata dal relatore dimostri quanto grave e irresponsabile sia stato il mancato esercizio da parte del Governo della delega legislativa per la revisione della parte del Codice ambientale relativa alla disciplina e alla gestione delle risorse idriche. Sotto questo profilo, mentre rimangono senza risposta delicatissime questioni, quali quelle relative alla costituzione delle autorità di bacino distrettuali, all'attuazione dei piani di gestione o all'abolizione degli ATO, l'osservazione proposta aprirebbe la strada all'ennesimo intervento tampone da parte del Governo. Sotto questo aspetto, osserva peraltro che proprio un intervento come quello ipotizzato nell'osservazione in questione, sarebbe la più plateale conferma, da un lato, dell'incapacità del Governo di procedere ad una razionale revisione delle competenze e delle attribuzioni degli enti territoriali e delle autorità distrettuali, all'altro, della volontà del Governo stesso di procedere anche in questa materia con interventi confusi che, proprio per il loro carattere transitorio e derogatorio della disciplina generale, producono un grave clima di incertezza fra i soggetti istituzionali

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e gli operatori del settore e conducono sostanzialmente al blocco delle politiche di prevenzione e di gestione delle risorse idriche e del rischio idrogeologico.

Sergio Michele PIFFARI (IdV), a nome del gruppo di Italia dei Valori, dichiara di condividere pienamente le osservazioni critiche svolte dall'onorevole Mariani.

Roberto TORTOLI, presidente e relatore, si riserva di approfondire i contenuti dell'intervento appena svolto dal deputato Mariani. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive.
Atto n. 250.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 ottobre 2010.

Tommaso FOTI (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni sullo schema di decreto legislativo in titolo (vedi allegato 2), che ritiene opportuno illustrare brevemente. In particolare, segnala l'importanza delle condizioni formulate nella proposta di parere allo scopo di rendere possibile, in concreto, un'entrata in vigore soft del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) che costituisce una innovazione e una sfida importante anche sul piano europeo. Sottolinea, inoltre, il valore dell'osservazione contenuta alla lettera r) della proposta di parere con cui si richiama il Governo all'opportunità di emanare quanto prima il regolamento di attuazione previsto dall'articolo 238 del codice ambientale ai fini di rendere possibile l'attuazione concreta della nuova tariffa integrata ambientale (TIA).
Esprime altresì l'auspicio che il Governo valuti con tutta l'attenzione possibile le osservazioni in tema di cessazione della qualità di rifiuto e di qualificazione di sottoprodotto, dando un riscontro positivo allo sforzo compiuto dalla Commissione per conseguire gli obiettivi di snellimento e semplificazione del procedure e degli adempimenti a carico degli operatori del settore.
Infine, segnala l'importanza della osservazione contenuta alla lettera p) della proposta di parere con la quale si sottolinea l'esigenza che il Governo provveda entro un anno all'adeguamento alla nuova normativa dei decreti ministeriali attuativi del codice ambientale, anche per non ripetere la negativa vicenda occorsa negli anni passati.

Renato Walter TOGNI (LNP) nel ringraziare il relatore per il lavoro svolto, sottolinea l'esigenza di trasformare in condizione l'osservazione contenuta alla lettera q) della proposta di parere formulata dal relatore, relativa alla qualificazione dei rifiuti provenienti dalle attività di pulizia manutentiva delle reti fognarie.

Alessandro BRATTI (PD), preliminarmente, osserva che con la emanazione del provvedimento in titolo si è persa una preziosa occasione per recepire nell'ordinamento nazionale istituti e principi fondamentali contenuti nella normativa europea, come ad esempio quelli relativi alla cosiddetta gerarchia dei rifiuti, ovvero agli strumenti per la costruzione di una «società del recupero», in linea con gli standard più avanzati a livello europeo. Sul piano del metodo, stigmatizza, inoltre, il fatto che il Governo abbia lasciato cadere nel vuoto la proposta avanzata dal gruppo del Partito Democratico di istituire idonee sedi e momenti di confronto fra la Commissione e il Governo in sede di elaborazione dello schema di decreto legislativo in titolo.
Quanto al merito delle principali disposizioni contenute nel provvedimento, rileva che il mancato accoglimento della proposta del Partito Democratico di prevedere

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un anno di sperimentazione del SISTRI ha portato alla adozione di una modalità di intervento, come quella prescelta dal Governo, che comporta il rischio di un'implosione del sistema, come denunciato da quasi tutte le categorie professionali ascoltate in Commissione e che solo parzialmente trova risposta nella proposta di parere formulata dal relatore.
Giudica, inoltre, negativamente il fatto che la maggioranza e il Governo abbiano rifiutato di prendere in considerazione alcune importanti proposte migliorative del testo, formulate dal gruppo del Partito Democratico, come quelle relative alla disciplina normativa del principio della responsabilità estesa del produttore, ovvero all'introduzione dei piani di prevenzione nel pieno rispetto delle competenze regionali e con il pieno coinvolgimento degli enti territoriali e del Ministero dello sviluppo economico. Al riguardo, ritiene, infatti, che le scelte del Governo comportino l'impossibilità di introdurre fondamentali elementi di innovazione del sistema di gestione dei rifiuti e di costruzione di una nuova imprenditorialità in un settore dove l'Italia potrebbe giocare un ruolo di punta nel panorama internazionale.
Dopo aver sottolineato, quindi, i rischi derivanti dalla mancata previsione nel provvedimento in esame di norme idonee a gestire le emergenze rifiuti che drammaticamente si stanno riproponendo in numerose aree del Paese, esprime un orientamento critico sulla proposta di parere formulata dal relatore, al quale riconosce peraltro l'impegno positivo e lo sforzo profusi nella sua redazione.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) denuncia l'incoerenza con cui l'Italia ha proceduto al recepimento della normativa comunitaria, introducendo, soprattutto in tema di tracciabilità dei rifiuti, norme del tutto difformi rispetto a quelle adottate dai partner europei e gravemente penalizzanti per l'intero sistema nazionale delle piccole e medie aziende. Al riguardo, ritiene che la nuova normativa comporterà un inaccettabile peggioramento della competitività del sistema produttivo italiano e per questo giudica incomprensibile e sbagliato l'atteggiamento del Governo che si è rifiutato di prendere in considerazione le proposte dirette a rendere compatibile il nuovo sistema con le caratteristiche delle imprese e le esigenze complessive del sistema produttivo italiano.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) critica la timidezza con cui il relatore ha proceduto alla stesura di una proposta di parere nella quale molte delle richieste provenienti dai soggetti pubblici e privati auditi nel corso dell'esame istruttorio vengono tradotte solo in osservazioni. In tal senso, ribadisce la necessità che la Commissione impronti finalmente su basi concretamente dialettiche il proprio rapporto con il Governo.

Roberto TORTOLI, presidente, sottopone all'attenzione del relatore l'opportunità di modificare la condizione n. 14 nel senso di sostituire il riferimento a «Fatto salvo quanto previsto dal comma 1» con l'espressione «In riferimento al comma 1». Inoltre invita a valutare l'ipotesi di una nuova osservazione diretta a chiarire la definizione degli oli usati e di recuperare alcune disposizioni importanti per la gestione, il recupero e lo smaltimento degli oli usati medesimi attualmente presenti nelle norme abrogate dal decreto.

Tommaso FOTI (PdL), relatore, nel riservarsi di approfondire i termini della prima proposta avanzata dal presidente in ordine alla condizione n. 14, ritiene che sia senz'altro accoglibile la proposta sugli olii usati. Riformula quindi la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni già presentata (vedi allegato 3).

Il sottosegretario Roberto MENIA prende atto, preliminarmente, delle osservazioni svolte circa il rapporto fra la Commissione e il Governo e il metodo di lavoro relativo alla predisposizione dello schema di decreto legislativo in esame.
Rileva, peraltro, che, contrariamente a quanto affermato da alcuni deputati, il Ministero dell'ambiente non ha mai danneggiato

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né ha intenzione - tanto meno in questa occasione - di danneggiare il sistema delle piccole e medie aziende italiane, pur ritenendo che sia opportuno procedere alla costruzione di un moderno sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti.
Esprime, infine, un giudizio favorevole sull'articolata proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni, come riformulata dal relatore, che ringrazia per il lavoro svolto. A tale proposito esprime condivisione sull'accoglimento da parte del relatore della proposta avanzata del deputato Tortoli in materia di olii usati; si dichiara invece contrario sulla proposta avanzata dal deputato Togni in tema di rifiuti provenienti dalle attività di pulizia manutentiva delle reti fognarie.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento.

La seduta termina alle 15.20.