CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 settembre 2010
368.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 15 settembre 2010. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA. - Interviene il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli.

La seduta comincia alle 9.55.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di ordinamento transitorio di Roma capitale.
Atto n. 241.

(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 14 settembre 2010.

Il deputato Anna Maria BERNINI BOVICELLI (PdL), relatore, sottolineando l'intenso lavoro svolto nelle ultime due giornate con l'altro relatore, illustra i principali contenuti della proposta di parere a firma congiunta (vedi allegato), che contiene alcune condizioni e osservazioni, nelle quali si tiene conto anche degli elementi emersi nel corso delle audizioni tenutesi nella giornata di ieri. Sottolinea, in primo luogo, l'essenzialità dello schema di decreto in esame, che segna l'avvio di un percorso, già iniziato con la riforma del Titolo V, che dovrà seguire una ratio normativa e contenutistica tale da condurre alla definizione di un nuovo assetto di governance, che possa rispondere alle effettive esigenze di autonomia e di specificità proprie di Roma capitale. In tale ottica il provvedimento in esame, come considerato nella premessa alla proposta di parere, rappresenta il primo schema di decreto di un processo che dovrà condurre alla definizione non solo di un nuovo assetto organizzativo e di governo di Roma capitale, ma anche e soprattutto di poteri, funzioni, risorse finanziarie e strumenti di raccordo interistituzionale con altri enti territoriali. Sulla base delle considerazioni sopra esposte, sottolinea l'importanza di

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una tempistica congruente, rispetto al percorso intrapreso, di alcuni degli aspetti contenuti nel provvedimento in esame, che dovranno ricollegarsi all'adozione dello schema di decreto che disciplinerà i poteri e le funzioni. In questo senso deve leggersi la prima condizione del parere che, modificando l'articolo 3, comma 4, subordina l'adozione da parte dell'Assemblea capitolina del regolamento sulle funzioni e dello statuto di Roma capitale all'entrata in vigore del citato decreto legislativo.
Con riferimento alle circoscrizioni di decentramento di Roma capitale, previste dal medesimo articolo 3, comma 5, secondo periodo, si propone di elevare da 12 a 15 il numero massimo delle stesse, al fine di tener conto delle condizioni demografiche e delle particolari specificità dimensionali, favorendone così l'autonomia amministrativa e finanziaria. In ordine alla decadenza dei consiglieri, che, come previsto dal comma 7 del medesimo articolo, dovrà essere disciplinata dallo statuto, si propone di limitare l'attivazione dell'istituto alle sole ipotesi di ingiustificata assenza alle sedute e non anche alle relative votazioni. Inoltre, sempre in relazione all'articolo 3, al fine di assicurare un costante monitoraggio e controllo delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali, si propone, al comma 8, che tali attività siano affidate ad organismi posti in posizione di autonomia rispetto alla Giunta capitolina. Inoltre, nell'ottica di una maggiore trasparenza e controllo democratico dell'attività di governo si propone altresì, aggiungendo un nuovo comma all'articolo 3, che lo statuto possa prevedere strumenti di partecipazione e consultazione, anche permanenti, al fine di promuovere il confronto tra l'amministrazione di Roma capitale e i cittadini.
Passando all'articolo 4, con particolare riferimento alla questione della partecipazione del sindaco di Roma alle riunioni del Consiglio dei ministri si prospetta, sostituendo interamente il comma 2, la possibilità che il sindaco possa essere udito nelle riunioni del Consiglio medesimo, nelle quali siano previsti argomenti inerenti alle funzioni conferite a Roma capitale. In relazione al numero massimo di componenti della Giunta capitolina, si propone poi, intervenendo sul successivo articolo 7 dello schema di decreto, di rendere più esplicito il riferimento al limite, previsto all'articolo 47, comma 1, del TUEL. Per quanto attiene alla concentrazione in capo alla Giunta del potere regolamentare in materia di organizzazione degli uffici e dei servizi, disposto dal comma 7 del medesimo articolo 4 si prospetta di subordinare l'esercizio di tale potere, allo statuto di Roma capitale, che deve essere adottato dall'Assemblea capitolina, in relazione all'esercizio delle funzioni conferite a Roma capitale con appositi decreti legislativi. Relativamente alla procedura d'urgenza, prevista dal comma 10, si propone che il sindaco possa attivare detta procedura al fine di evitare che l'omessa adozione di atti fondamentali di competenza dell'Assemblea capitolina possa recare grave pregiudizio alla regolarità ed al buon andamento dell'azione amministrativa.
Per quanto riguarda l'articolo 5, si prevede la soppressione del comma 2, che attualmente nel testo recato dallo schema prevede un tetto alla corresponsione dei rimborsi dell'ente nei confronti dei lavoratori dipendenti privati. Tale soppressione è volta ad evitare che i rimborsi eccedenti il tetto medesimo (vale a dire l'importo dell'indennità consiliare) vengano posti a carico del datore di lavoro. Precisa, inoltre, che la soppressione comporta il mantenimento del regime dei permessi retribuiti attualmente vigente. Con riferimento all'indennità di funzione disciplinata dai commi 4 e 5 si propongono alcune modifiche dirette ad uniformare le modalità di determinazione del suo ammontare, prevedendo che tale indennità sia stabilita con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita l'Assemblea capitolina. In particolare, per i consiglieri l'indennità ad essi spettante dovrà avere carattere onnicomprensivo.

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Ulteriori modifiche, sulle quali per esigenze di sintesi non si sofferma, concernono infine la disciplina transitoria.

Il deputato Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI), relatore, confermando la significatività del lavoro svolto, che ha permesso di superare molti punti critici consentendo l'elaborazione di una proposta di parere a firma congiunta (vedi allegato), ritiene comunque necessario esporre due elementi problematici che non vengono risolti nella proposta medesima.
Il primo aspetto concerne la permanenza nel testo dell'istituto della supplenza, che, come già sottolineato nella seduta di ieri, è suscettibile di incidere sull'assetto diarchico degli organi comunali come disegnato dalla legge n. 81 del 1993; rileva, tuttavia, come tale criticità sia in parte attenuata dai poteri e dalle funzioni che verranno assegnati a Roma capitale, il cui carattere paralegislativo può giustificare un rafforzamento del ruolo dell'organo legislativo comunale, vale a dire il Consiglio, rispetto al sindaco.
Il provvedimento continua poi, pur in presenza delle modifiche proposte, ad essere connotato da una povertà contenutistica che ne avrebbe forse reso più opportuno un raccordo con il successivo schema di decreto che disciplinerà i poteri di Roma capitale, data la innegabile connessione che sussiste tra disciplina degli organi di governo e attribuzione delle relative funzioni.
Ritiene, in ogni caso, che il lavoro svolto, anche con la presenza attiva del Governo, consenta di proseguire nel processo attuativo.

Il senatore Felice BELISARIO (IdV) sottolinea come la Commissione si trovi ad esaminare un contenitore che appare sostanzialmente vuoto, in quanto si sta costruendo la disciplina di Roma capitale senza alcun vero contenuto, rinviando la disciplina sostanziale, vale a dire i poteri e le risorse, ad un successivo decreto. Ritiene che si tratti di un modo di legiferare schizofrenico, determinato dalla imminente scadenza della ricorrenza del 20 settembre. Non condivide inoltre numerosi aspetti di fondo del provvedimento, quali ad esempio l'aumento del numero delle circoscrizioni, delle quali andrebbe invece proposta l'abolizione, nonché la nuova disciplina delle indennità in assenza di una contestuale normativa che definisca poteri e funzioni dell'Assemblea. Qualora poi si consideri la regolamentazione proposta in merito alla giustificata assenza dalle sedute, appare evidente come il provvedimento rischi di creare un nuovo status di privilegiati. Tutti questi elementi di criticità dello schema di decreto non appaiono, a suo avviso, risolti o attenuati dalla proposta di parere.

Il senatore Lucio Alessio d'UBALDO (PD) nell'apprezzare il lavoro svolto dai relatori, osserva come tuttavia il provvedimento in esame appaia invasivo dell'autonomia statutaria del comune, con particolare riguardo all'istituto del decentramento. Ricorda come nei precedenti decenni la questione del rafforzamento del decentramento comunale sia stata oggetto di costante attenzione da parte di numerose forze politiche, per cui non si può pensare di intervenirvi ora determinandone un ridimensionamento. In presenza delle complesse situazioni che si ravvisano nei macromunicipi del comune di Roma la competenza gestionale deve pertanto rimanere nella piena autonomia dell'ente, evitando intrusioni normative volte a limitarla con un intervento che, nell'attuare il federalismo, comprime le autonomie territoriali interne al territorio di Roma capitale.

Enrico LA LOGGIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, ricordando che il termine di presentazione di ulteriori proposte di parere, ovvero di proposte di modifica alla proposta presentata dai relatori, è fissato per le ore 18 della giornata odierna.

La seduta termina alle 10.30.

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Comunicazioni del Presidente.

Enrico LA LOGGIA, presidente, comunica che giovedì 7 ottobre 2010, alle ore 15.30, presso la Sala del Mappamondo, si svolgerà il Seminario sul tema «Fabbisogni standard e decisioni di finanza pubblica nell'attuazione del federalismo fiscale».

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI