CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 29 luglio 2010
361.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 29 luglio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 8.35.

Norme per la salvaguardia del sistema scolastico in Sicilia e per la rinnovazione del concorso per dirigenti scolastici indetto con decreto direttoriale 22 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 94 del 26 novembre 2004.
C. 3286 Siragusa.

(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 27 luglio 2010.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore ha proposto di esprimere un parere favorevole sul provvedimento in esame.

Giuseppe BERRETTA (PD), pur dichiarando che si sarebbe aspettato un'azione più incisiva del Governo sulla questione in discussione, prende atto che il provvedimento in esame prospetta una efficace via d'uscita - individuata in ambito parlamentare - rispetto ad un problema noto da tempo, sul quale, peraltro, si è più volte

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intervenuti con misure legislative: tale provvedimento, a suo avviso, appare in grado di contemperare le esigenze di stabilizzazione dei docenti già in servizio da diverso tempo presso gli istituti scolastici con gli interessi legittimi degli altri partecipanti al concorso, successivamente annullato in sede di giustizia amministrativa, assicurando la continuità del servizio scolastico e salvaguardando le legittime aspettative di coloro che ambiscono ad un posto di lavoro. Per le ragioni esposte, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel fare presente che il provvedimento in esame rischia di generare ulteriore confusione in un settore già gravemente congestionato, determinando addirittura il pericolo di un significativo incremento del numero dei docenti scolastici da assumere in ruolo nella Regione siciliana, causato da una potenziale sovrapposizione di personale rispetto ad un numero esiguo di posti a disposizione, preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

DL 103/10: Disposizioni urgenti per assicurare la regolarità del servizio pubblico di trasporto marittimo.
C. 3646 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla IX Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 27 luglio 2010.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, dopo avere ricordato che nel corso del dibattito sono state avanzate talune perplessità sul provvedimento in esame, con specifico riferimento a profili connessi alla tutela della concorrenza, fa notare che le misure recate dal decreto-legge appaiono, comunque, pienamente giustificate dalla necessità di affrontare le gravi problematiche che affliggono il settore dell'autotrasporto in Italia, il quale, a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi dell'Unione europea, risulta ancora frammentato e non supportato da efficaci processi di aggregazione, a fronte di un percorso di liberalizzazione del settore che è tuttora parziale, oltre che caratterizzato dall'esistenza di numerose strutture societarie di dimensioni medio-piccole. In proposito, osserva dunque che la previsione del provvedimento in tema di «costi minimi di esercizio» consente di assicurare, nel rispetto dell'autonomia delle parti contraenti, un tenuta economica del settore in questione, preservando un significativo numero di posti di lavoro e salvaguardando, al contempo, le esigenze di sicurezza degli autotrasportatori, sottoposti a turni particolarmente usuranti.
Auspica, pertanto, che tutti i gruppi possano convergere sulla sua proposta di parere favorevole sul decreto-legge in esame, già formulata nella seduta precedente.

Elisabetta RAMPI (PD) ribadisce le perplessità del suo gruppo sul provvedimento in esame, già manifestate nella precedente seduta con specifico riferimento al rischio di effetti distorsivi nell'ambito del processo di privatizzazione del settore marittimo, esprimendo soprattutto preoccupazione per la nomina dell'amministratore unico delle società interessate e per la procedura tesa all'individuazione dei soggetti disponibili a rilevare la società medesime. Ritiene, quindi, che occorra prestare la massima attenzione alla vicenda in discussione, in vista della salvaguardia dei livelli occupazionali coinvolti e della continuità del servizio di trasporto marittimo.
Nel far notare, poi, il carattere eterogeneo del decreto-legge in esame, osserva che la materia dell'autotrasporto andrebbe affrontata con un intervento di riforma più complessivo: per tale ragione, pur comprendendo che le norme in esame

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rappresentano il risultato di una mediazione tra il Governo e le organizzazioni sindacali, auspica che tale parte del provvedimento possa essere «stralciata» dal testo ed esaminata dal Parlamento nell'ambito di una proposta normativa specifica.
In conclusione, preso atto del contenuto attuale del provvedimento, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Giuliano CAZZOLA (PdL) preannuncia il proprio voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, precisando tuttavia che esso è giustificato più da un vincolo di adesione alla maggioranza che da un reale convincimento di merito, non essendo ancora superate, a suo avviso, le perplessità già manifestate nella precedente seduta, in ordine alle quali dichiara, comunque, di avere preso atto dei chiarimenti forniti dallo stesso relatore, che ringrazia per la disponibilità manifestata. Ritiene, in particolare, che il provvedimento approvato dal Senato introduca un vero e proprio meccanismo di tariffe minime, suscettibile di contraddire le regole della concorrenza a livello europeo. Pur essendo consapevole, il linea di principio, della finalità sottesa a tale forma di intervento, che sarebbe, a detta di taluni, quella di assicurare condizioni accettabili di lavoro e sicurezza, ritiene tuttavia che tali esigenze vadano tutelate agendo più su altri versanti ed intervenendo, ad esempio, sul tema delle fasce orarie di lavoro e della circolazione stradale.

Teresio DELFINO (UdC), pur facendo notare che il provvedimento in esame potrebbe apparire potenzialmente in contrasto con la normativa europea - elemento che, a suo giudizio, non sembra preoccupare particolarmente il Governo, che invece si è spesso premurato (come, ad esempio, nel recente caso dell'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego), di conformarsi agli indirizzi europei solamente quando ciò ha risposto alle sue convenienze contingenti -, osserva che il legislatore non può esimersi dal dare alcune precise risposte agli operatori dell'autotrasporto. Per tale ragione, ritiene che il decreto-legge approvato dal Senato, sebbene presenti ancora evidenti elementi di criticità, vada incontro, almeno in parte, alle esigenze di sicurezza di un settore importante per l'economia del Paese: preannuncia, quindi, l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) esprime la sua convinta adesione al provvedimento in esame, dal momento che esso mira a mettere al riparo le piccole imprese italiane di autotrasporto - soprattutto quelle transfrontaliere - da una sleale concorrenza posta in essere da operatori stranieri spregiudicati, che sfruttano condizioni salariali e fiscali a loro estremamente favorevoli, al di fuori di ogni regola di mercato. Ritenuto, dunque, importante che tutti gli operatori del settore partano da condizioni di uguaglianza nelle opportunità, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Gaetano PORCINO (IdV), nel manifestare forti perplessità sul provvedimento in esame, che giudica lesivo dei principi di libera concorrenza, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Amalia SCHIRRU (PD) manifesta preoccupazione in ordine alla trasparenza del processo di privatizzazione del settore marittimo, paventando il rischio che, nell'ambito delle procedure previste dal provvedimento in esame, tese all'individuazione dei soggetti acquirenti delle società interessate, si verifichino fenomeni distorsivi, peraltro già registrati in altre occasioni (cita, in proposito, il caso di Alitalia). Auspica quindi che il Governo possa vigilare sull'intera vicenda, prestando la massima attenzione soprattutto alla salvaguardia dei livelli occupazionali, tenuto conto che nel settore risultano impiegati, in prevalenza, lavoratori precari.

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Giovanni PALADINI (IdV) ritiene che il provvedimento in esame, peraltro caratterizzato da un contenuto eterogeneo, affronti il tema della sicurezza degli autotrasportatori da un'ottica sbagliata, non preoccupandosi minimamente di questioni essenziali, come la tutela dei posti di lavoro, l'introduzione di misure di fiscalità agevolata e la salvaguardia dei principi della leale concorrenza. Per tali ragioni, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, in relazione alle diverse questioni poste nel dibattito odierno con riferimento alle misure destinate al settore marittimo, fa presente che il provvedimento in esame è stato adottato, nel pieno rispetto degli indirizzi comunitari, al fine di assicurare la continuità del servizio di trasporto in una delicata fase di transizione della società Tirrenia, segnata da una grave crisi finanziaria, nel tentativo di andare incontro alle esigenze degli utenti finali e degli stessi enti locali, chiamati ad assicurare prestazioni pubbliche efficienti. Osserva, inoltre, che le misure da esso recate non appaiono suscettibili di frenare in alcun modo il processo di privatizzazione in atto, che comunque risulta, di per sé, di non facile attuazione, considerate le tendenze monopolistiche accumulatesi nel settore, anche a causa di una gestione amministrativa poco attenta da parte delle regioni. Per le ragioni esposte, ritiene che il Governo - dopo avere, peraltro, doverosamente esperito i necessari confronti con le istituzioni europee - sia stato sostanzialmente costretto ad intervenire con urgenza su tale materia, giudicando evidente la necessità di una misura legislativa in grado di evitare l'interruzione di un servizio pubblico essenziale.

Giulio SANTAGATA (PD) fa notare che le considerazioni conclusive del presidente Moffa dimostrano in modo palese come, per l'ennesima volta, il reale problema che sta alla base dell'adozione di decreti-legge da parte del Governo sia costituito dal fatto che lo stesso Esecutivo, dopo aver adottato un provvedimento d'urgenza adducendo determinate motivazioni (che ritiene anche condivisibili, in linea di principio), ne amplia a dismisura il contenuto, disponendo su materie che nulla hanno a che fare con l'originario ambito materiale che ne ha giustificato l'intervento.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 9.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 29 luglio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 9.

Schema di decreto legislativo recante istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria.
Atto n. 232.

(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo, rinviato nella seduta del 27 luglio 2010.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che il relatore, alla luce del dibattito svolto nelle precedenti sedute, ha presentato una proposta di parere favorevole con condizione (vedi allegato).

Amalia SCHIRRU (PD), dopo avere rilevato che il Governo ha proceduto, nell'esercizio della delega in materia, sostanzialmente evitando un qualsiasi tipo di confronto con le organizzazioni sindacali e con gli operatori del settore, esprime perplessità sul provvedimento in esame, soprattutto nella parte relativa all'accesso

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alla qualifica di direttore tecnico, laddove sembra prevedersi un percorso di inquadramento di tale figura professionale difforme rispetto a quanto previsto dalla norme vigenti per il personale della Polizia di Stato. Rileva, peraltro, che da anni le rappresentanze di categoria attendono una riforma organica del Corpo, che consenta di valorizzare maggiormente le professionalità esistenti.
Nell'osservare poi che il provvedimento interviene su materie (tra cui cita la medicina penitenziaria) che dovrebbero in realtà operare più che altro nel campo medico-sanitario, si sofferma in termini critici sulla parte dello schema di decreto in cui si prevede la disciplina di figure professionali come i biologi, che desta non poche perplessità. Fa notare, inoltre, che le numerose osservazioni pervenute in questi giorni dagli addetti ai lavori hanno fatto emergere l'esistenza di omissioni e sviste all'interno del provvedimento, che andrebbero affrontate con maggiore serenità e lucidità di giudizio.
Alla luce delle questioni esposte, si domanda se non sia più utile rinviare l'espressione del parere di competenza sullo schema di decreto alla ripresa dei lavori parlamentari prevista per settembre, eventualmente dopo avere acquisito i necessari elementi di conoscenza attraverso apposite audizioni delle organizzazioni di rappresentanza sindacale, preannunciando comunque che - ove l'intenzione della presidenza fosse quella di concludere sin dalla giornata odierna l'esame dello schema di decreto - il voto del suo gruppo non potrà che essere contrario rispetto alla proposta di parere appena presentata dal relatore.

Giovanni PALADINI (IdV) stigmatizza l'operato del Governo, che, con il provvedimento in esame, mira a tracciare una pericolosa linea di demarcazione tra i ruoli del personale della polizia penitenziaria, introducendo elementi di discriminazione tra gli appartenenti al medesimo Corpo. Rileva, peraltro, che ciò avviene in evidente contrasto con il lavoro parlamentare in corso, teso ad operare un riordino complessivo delle carriere delle forze dell'ordine e a garantire una omogeneità di trattamento in relazione allo stato giuridico di tale personale. Lamenta poi la carenza di una apposita norma transitoria all'interno dello schema di decreto, che assicuri l'immissione diretta nei nuovi ruoli tecnici del personale tuttora operante nel Corpo di Polizia penitenziaria, il quale può vantare un'esperienza meritoria sul campo, acquisita in tanti anni di servizio, tale da non richiedere lo svolgimento di alcun tipo di concorso; l'ipotesi di ricorrere in modo indiscriminato a procedure concorsuali, peraltro, presenterebbe - a suo avviso - il rischio di determinare ulteriori aggravi di spesa, che risulterebbero del tutto irragionevoli di fronte all'impossibilità, appena dichiarata dal Governo, di pervenire al riallineamento del Corpo per problemi di bilancio.
In conclusione, auspicando un mutamento di posizione dell'Esecutivo sui punti cardine di un provvedimento che, comunque, giudica importante in vista di un progressivo allineamento tra Corpi di polizia, preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Silvano MOFFA, presidente, in relazione alle questioni sinora emerse nel dibattito, nel ribadire che il provvedimento in esame mira a dare attuazione ad una specifica delega legislativa, limitata ai soli ruoli tecnici del Corpo, fa altresì presente che tale delega scadrà il prossimo 14 settembre e che la Commissione è chiamata ad esprimere nella seduta odierna il parere di competenza, poiché il relativo termine è fissato, a norma di legge, per il 13 agosto.
Osserva, peraltro, che una disamina più complessiva dei problemi riguardanti l'ordinamento giuridico dei dipendenti del Corpo di Polizia penitenziaria potrà svolgersi alla ripresa dei lavori parlamentari, al termine della prevista pausa estiva, non soltanto sulla base della disponibilità acquisita in tal senso dal Governo, ma anche perché - a seguito dell'eventuale approvazione della proposta di parere del relatore - la Commissione dovrà tornare a

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pronunciarsi sul regolamento, al quale rinvia l'articolo 1, comma 2, dello schema di decreto, per la definizione dei profili professionali degli appartenenti ai richiamati ruoli.

Teresio DELFINO (UdC), manifestato apprezzamento per la disponibilità fornita dal relatore e dal rappresentante del Governo, in vista dello svolgimento di una riflessione più complessiva sul tema del riordino del Corpo di Polizia penitenziaria, giudica il provvedimento in esame come un primo, piccolo, passo verso il progressivo riallineamento tra Polizia penitenziaria e Polizia di Stato, pur sottolineando come le misure in esso contenute siano suscettibili di miglioramento. Tenuto conto, quindi, della necessità di dare attuazione sollecitamente ad una importante delega legislativa, preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Antonino FOTI (PdL), relatore, nel far notare che la sua proposta di parere favorevole con condizione, presentata nell'odierna seduta, ha tenuto in gran parte conto non soltanto delle osservazioni svolte nel corso del dibattito, ma anche delle sollecitazioni pervenute dalle organizzazioni sindacali di categoria, rileva la necessità di porre il Governo nelle condizioni di esercitare la relativa delega entro i termini previsti dalla legge, esprimendo nella giornata odierna il prescritto parere parlamentare. Fa presente, peraltro, che l'avere recepito i principali elementi di perplessità, che gli stessi sindacati hanno, in via informale, rappresentato in questi giorni, è la più efficace testimonianza di una capacità di ascolto e di attenzione, che - pur a fronte dei rilevanti problemi economici segnalati dal Governo - si è ritenuto opportuno riservare alle problematiche che interessano il Corpo nel suo complesso.
Giudicando utile avviare, nel prossimo mese di settembre, una discussione più complessiva sulle questioni rimaste ancora aperte, anche alla luce delle norme di carattere regolamentare che il Governo intenderà introdurre in materia, illustra, quindi, nel dettaglio la sua proposta di parere favorevole con condizione, raccomandandone l'approvazione da parte della Commissione.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO fa presente che - come già dichiarato nella precedente seduta - l'esistenza di stringenti vincoli di bilancio impedisce un sistemazione complessiva della materia e un immediato riallineamento tra Polizia penitenziaria e Polizia di Stato, questione che si trascina da diverso tempo e che, tuttavia, rappresenta un obiettivo verso il quale, in ogni caso, vuole tendere anche il provvedimento in esame. Nel precisare che il Governo è tuttora impegnato nel reperimento di ulteriore risorse per il personale in questione, nell'ambito di un provvedimento che potrebbe anche consentire di destinare un significativo stanziamento all'assunzione di 2.000 agenti di Polizia penitenziaria, ribadisce la propria disponibilità ad un confronto parlamentare sui problemi che riguardano l'ordinamento giuridico dei dipendenti del Corpo, nel quale potranno essere affrontati in modo organico tutti i temi di interesse.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole con condizione formulata dal relatore.

La seduta termina alle 9.25.

RISOLUZIONI

Giovedì 29 luglio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 9.25.

7-00364 Moffa: Iniziative concernenti le vittime dell'esposizione all'amianto nello stabilimento Goodyear di Cisterna di Latina.
(Discussione e rinvio).

Silvano MOFFA, presidente, nell'illustrare la risoluzione in titolo, osserva che

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essa si propone di individuare misure atte ad evitare ulteriori ritardi o complicazioni nella corresponsione dei risarcimenti in favore dei familiari delle vittime dell'esposizione all'amianto nello stabilimento Goodyear di Cisterna di Latina, i quali hanno già ottenuto il riconoscimento di tale diritto a seguito di una importante pronuncia giudiziaria, che ha fatto valere le specifiche responsabilità dell'azienda. Fa presente, quindi, che l'atto di indirizzo in discussione intende impegnare il Governo ad attivare un tavolo interministeriale, per coordinare ogni possibile azione di competenza ai fini della positiva soluzione della vicenda in questione, che nei giorni scorsi sembra, peraltro, avere assunto una tendenza incoraggiante. Auspica, pertanto, che su tale tematica il Governo possa manifestare un orientamento favorevole.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO, nel riconoscere la serietà della vicenda oggetto della risoluzione in titolo, prospetta l'opportunità di rinviarne al mese di settembre il seguito della discussione, anche al fine di garantire un appropriato coordinamento tra i dicasteri interessati, peraltro richiamati espressamente nel testo da parte del presentatore.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto dell'esigenza testè rappresentata dal Governo e considerato positivamente che, a seguito dell'avvio della discussione della risoluzione in titolo, è stata portata con forza all'attenzione del Governo una questione di estrema delicatezza, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.30.

SEDE REFERENTE

Giovedì 29 luglio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 9.30.

Modifica all'articolo 9 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di richieste di avviamento dei disabili al lavoro.
C. 473 Anna Teresa Formisano.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Teresio DELFINO (UdC), relatore, fa presente che la proposta di legge in esame è volta a modificare la legge 12 marzo 1999, n. 68, che disciplina il diritto al lavoro dei disabili, ricordando che in base a tale legge i lavoratori disabili, considerata la comprovata difficoltà di rendersi «appetibili» sul mercato del lavoro, usufruiscono di uno speciale regime di collocamento obbligatorio, in base al quale ai datori di lavoro viene imposto di assumere un certo numero di lavoratori disabili, i quali devono tuttavia possedere una (anche solo minima) capacità lavorativa residua. Fa presente che le condizioni di disabilità vengono accertate attraverso apposita visita medica effettuata da commissioni mediche istituite presso le ASL e che i lavoratori disabili disoccupati devono iscriversi agli speciali elenchi presso i centri per l'impiego, i quali provvedono a predisporre una graduatoria sulla base di criteri che tengano conto dell'anzianità, dei carichi di famiglia, delle condizioni economiche. Rileva poi che i datori di lavoro, pubblici e privati, hanno l'obbligo di impiegare un certo numero o una certa quota di lavoratori disabili (quote di riserva), modulato in base al numero di lavoratori complessivamente impiegati: concretamente, i datori di lavoro inoltrano la richiesta di avviamento ai centri per l'impiego, oppure procedono alla stipula di una convenzione avente ad oggetto la determinazione di un programma mirante al conseguimento degli obiettivi occupazionali fissati dalla legge. Evidenzia che la legge n. 68 del 1999, pur avendo rappresentato il superamento della normativa precedente, abbandonando la filosofia puramente assistenzialistica della legge n. 482 del 1968, ha strutturato le nuove

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regole impostandole sul principio di un collocamento del disabile che rispetti le potenzialità lavorative del lavoratore senza, nel contempo, penalizzare le aspettative dell'azienda che l'assume: purtroppo, però, sono ancora molte le difficoltà di attuazione della legge oggetto della proposta di modifica.
Passando ai contenuti della proposta di legge in esame, fa notare che essa è volta a inserire un nuovo comma 3-bis all'articolo 9 della legge n. 68 del 2009, al fine di prevedere che nel caso di richiesta di avviamento al lavoro di disabili da parte di datori di lavoro che siano comuni o unioni di comuni con popolazione rispettivamente inferiore a 15.000 e a 20.000 abitanti, sia data precedenza ai disabili residenti da almeno un biennio nel territorio del comune o dell'unione di comuni, ovvero dei comuni limitrofi. Osserva che l'intento del provvedimento è, dunque, quello di ampliare le possibilità di lavoro per quelle categorie svantaggiate che presentano maggiori problemi di inserimento nel mercato del lavoro ordinario e che sono costrette ad attendere per lungo tempo nelle liste di collocamento: si vuole, in tal modo, mettere in evidenza la centralità della persona e il diritto a un lavoro dignitoso e gratificante per il lavoratore svantaggiato o disabile, parte fondamentale del processo di collocamento.
Valutato l'articolato, auspica che esso possa essere un valido punto di partenza che permetta di includere in futuro una più ampia categoria di persone con disabilità, vista la condizione ben nota del Paese. Fa infatti notare che, come evidenziato dall'ISTAT, le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa sono stimate in 2 milioni 737 mila e rappresentano l'11,3 per cento delle famiglie residenti in Italia; nel complesso sono 8 milioni 78 mila gli individui poveri, il 13,6 per cento dell'intera popolazione. Segnala che la presenza di una persona con disabilità nel nucleo familiare può essere una delle principali cause di impoverimento (assenza di lavoro, sovraccarico assistenziale per la famiglia, costi socio-sanitari, riflessi negativi sulla carriera lavorativa dei familiari); le persone con disabilità - di sei anni e più - che vivono in famiglia sono 2 milioni e 600 mila, pari al 4,8 per cento della popolazione italiana, mentre il 62,2 per cento delle persone con disabilità è colpito da tre o più patologie croniche ed oltre la metà (59,4 per cento) ha almeno una malattia cronica grave. Sottolinea, inoltre, che risultano occupate meno del 18 per cento delle persone con disabilità in età lavorativa, contro poco più del 54 per cento delle persone non disabili e che solamente il 3 per cento delle persone con disabilità - secondo dati forniti dallo studio dell'ISTAT del 2010, titolato «La disabilità in Italia» - ha come fonte principale un reddito da lavoro. Fa presente che, in realtà, per ciò che concerne le politiche sull'inserimento scolastico e lavorativo, non sono stati ancora conseguiti pienamente gli obiettivi prefissati. Inoltre, l'esiguo numero di quanti vengono avviati al lavoro è indicativo della sfiducia che si nutre verso la reale possibilità di garantire una vita lavorativa a causa delle limitazioni imposte dalla condizione di salute e delle barriere, culturali e ambientali, che si frappongono tra le persone con disabilità e il mondo del lavoro. Rileva poi che le leggi nn. 104 del 1992, 68 del 1999 e 328 del 2000 (in tema di integrazione socio sanitaria) evidenziano quanto il Paese sia all'avanguardia tra gli Stati europei in materia di politiche sulla disabilità, sebbene sul lato del lavoro non si possa dire la stessa cosa, dal momento che restano esclusione e marginalizzazione. Segnala che si registra una legislazione in molti ambiti all'avanguardia, ma una vita concreta ancora estremamente difficile, caratterizzata da una forte carenza di servizi e di assistenza, da grandi problemi nell'inserimento scolastico e lavorativo, da forti elementi di esclusione e marginalizzazione. Osserva quindi che, come risulta dalla relazione illustrativa, il provvedimento, da un lato, mira a favorire gli spostamenti dei disabili, con l'avvicinamento della sede di lavoro al luogo di residenza, e dall'altro prende atto del fatto che nei piccoli centri abitati esiste uno strettissimo vincolo di conoscenza e di

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solidarietà tra il disabile e la società civile, che trova nell'istituzione comunale il luogo deputato a favorire le iniziative di supporto verso i soggetti più deboli; quanto, invece, al requisito della residenza da almeno un biennio, esso è dettato dalla necessità che si evitino usi distorti della disposizione legislativa proposta, attraverso spostamenti di residenza concepiti ad hoc.
In conclusione, attesa la delicatezza della materia, che vede coinvolti soggetti disabili e il loro diritto al lavoro, auspica che, a seguito di un approfondito esame, si possa anche integrare il provvedimento in Commissione, avendo la disponibilità di valutare proposte e suggerimenti che diano maggiori opportunità alle persone disabili più in difficoltà. Considerata la grande attesa e la forte richiesta di tutto il mondo impegnato in questo settore, si augura pertanto che si possa arrivare ad una positiva conclusione dell'iter di approvazione del provvedimento.

Giovanni PALADINI (IdV), nell'esprimere la propria convinta adesione alle finalità recate dalla proposta di legge in esame, auspica che sul tema delicato e importante dell'inserimento al lavoro dei soggetti disabili possa svolgersi un dibattito parlamentare scevro da elementi di carattere propagandistico, al fine di addivenire ad un intervento normativo davvero efficace e non meramente «di facciata». Sottolinea, in particolare, l'esigenza di affrontare con serietà e ponderatezza il tema delle liste di collocamento, che giudica centrale in vista di un vero sostegno a tali soggetti.

Amalia SCHIRRU (PD), nel giudicare interessante e meritevole di attenzione la proposta normativa in titolo, ritiene necessario approfondirne gli aspetti più significativi alla ripresa dei lavori parlamentari, al termine della prevista pausa estiva, affinché le esigenze dei soggetti disabili siano prese in considerazione nella loro complessità e si possa, quindi, valutare una possibile integrazione del testo in esame.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto degli orientamenti emersi nel dibattito, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.45.