CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 luglio 2010
351.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 13 luglio 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 13.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

Roberto TORTOLI, presidente, comunica che il deputato Gianluca Benamati entra a far parte della Commissione e cessa di farne parte il deputato Andrea Martella. Nel ringraziare con sincerità il

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deputato Martella per l'impegno profuso nei lavori della Commissione, formula un breve indirizzo di saluto al deputato Benamati.

Decreto-legge 102/2010: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3610 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Sergio PIZZOLANTE (PdL), relatore, rileva, che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alle Commissioni riunite III e IV sul disegno di legge C. 3610 «Conversione in legge del decreto-legge 6 luglio 2010, n. 102, recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia».
Nello specifico, il provvedimento intende assicurare la prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché la proroga della partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali per il periodo dal 1o luglio al 31 dicembre 2010.
Il decreto-legge, che consta di 10 articoli, si suddivide in tre capi: il capo I recante interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione; il capo II relativo alle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia (fra le quali ricordo quelle in Afghanistan, Libano, Balcani e in Bosnia- Erzegovina); il capo III recante disposizioni finali.
Con riferimento alle competenze della VIII Commissione, segnala l'articolo 3 che prevede disposizioni intese a disciplinare il regime degli interventi. In particolare, richiama l'attenzione sul comma 4 dell'articolo 3, a norma del quale, per quanto non diversamente previsto, alle attività e alle iniziative di cui al Capo II si applicano l'articolo 57, commi 6 e 7, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, nonché l'articolo 3, commi 1 e 5, e l'articolo 4, comma 2, del decreto-legge 10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o agosto 2003, n. 219.
Quanto al contenuto delle citate norme che sono derogatorie rispetto alla disciplina comune, rileva anzitutto che il citato articolo 57 del Codice appalti riguarda la procedura negoziata di affidamento di lavori, servizi o forniture, senza previa pubblicazione di un bando di gara: in particolare, esso prevede la possibilità di procedere sulla base della valutazione delle offerte presentate da almeno tre operatori economici e di affidare l'appalto a chi fra questi abbia presentato le più vantaggiose condizioni, previa verifica del possesso dei necessari requisiti di qualificazione.
Il comma 1 dell'articolo 3 del decreto-legge n. 165 del 2003, invece, oltre a richiamare il regime degli interventi previsti per la missione umanitaria e di ricostruzione in Iraq, dispone l'applicazione delle disposizioni contenute nella legge n. 180 del 1992 che autorizza interventi da realizzarsi sia attraverso la fornitura diretta di beni e servizi, sia attraverso l'erogazione di contributi ad organizzazioni internazionali, a Stati esteri e ad enti pubblici e privati italiani e stranieri aventi finalità di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e di attuazione di iniziative umanitarie e di tutela dei diritti umani.
Quanto al richiamo al comma 5 dell'articolo 3 del decreto-legge n. 165 del 2003, fa notare che tale comma estende la deroga - prevista dall'articolo 5, comma 1-bis, del decreto-legge n. 79 del 1997 - al divieto generale posto alle amministrazioni pubbliche e agli enti pubblici economici di concedere anticipazioni del prezzo in materia di contratti di appalto di lavori, di forniture e di servizi, agli enti esecutori degli interventi

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previsti dal decreto legge medesimo, precisando che, qualora questi ultimi fossero soggetti privati, sarebbe necessaria una garanzia fidejussoria bancaria.
Nell'evidenziare che il provvedimento in questione è un provvedimento di particolare rilevanza, che si pone nel solco della tradizione nelle missioni internazionali dove la presenza italiana è orientata all'obiettivo del rafforzamento del multilateralismo e ad una forte iniziativa collaterale nei settori dell'assistenza civile, della promozione dello sviluppo e dell'aiuto umanitario, e riservandosi comunque di prendere in considerazioni le osservazioni che dovessero essere formulate sul provvedimento, preannuncia sin d'ora un parere favorevole alla luce della valutazione positiva delle disposizioni afferenti agli ambiti di competenza della Commissione.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2009.
C. 3593 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2010.
C. 3594 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2010.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Roberto TORTOLI, presidente, fa presente che la Commissione inizia, nella seduta odierna, l'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, del disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l'anno finanziario 2009 e del disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2010, per le parti di competenza. Ricorda, quindi, che l'esame dei provvedimenti si conclude con una relazione alla V Commissione e con la nomina di un relatore per la VIII Commissione. In proposito, ritiene che oggi possa avere luogo la relazione introduttiva e si possa esaurire l'esame preliminare dei provvedimenti in titolo, mentre il seguito dell'esame, anche con la deliberazione su eventuali proposte emendative e l'approvazione della relazione, avrà luogo domani.
Propone, a tal fine, che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti al disegno di legge recante l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2009 sia fissato alle ore 10 di domani, mercoledì 14 luglio 2010.

La Commissione concorda.

Franco STRADELLA (PdL), relatore, sottolinea che la Commissione è chiamata ad approvare la prescritta relazione, per le parti di competenza, sui disegni di legge recanti rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato ed assestamento del bilancio per l'anno finanziario 2010.
Per quanto riguarda il primo provvedimento, fa presente che l'analisi del rendiconto relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) per l'anno 2010 viene svolta, come di consueto, con riferimento alle sole missioni di competenza dell'VIII Commissione.
In particolare, per quanto riguarda le infrastrutture, le missioni che interessano l'VIII Commissione sono: la n. 14, Infrastrutture pubbliche e logistica, con uno stanziamento di competenza definitivo pari 3.068,5 Meuro (lo stanziamento iniziale era pari a 2.458,1 Meuro) - al cui interno si segnalano, per la rilevanza dello

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stanziamento di competenza, i programmi 14.3 Opere strategiche (1.397 Meuro), 14.10 Edilizia statale (632 Meuro) e 14.11 Sistemi stradali e autostradali (361,6 Meuro); e la n. 19 Casa e assetto urbanistico (2.176,5 Meuro) con i programmi 19.2 Politiche abitative (1.529,9 Meuro) e 19.3 Politiche urbane e territoriali (646,6 Meuro).
Con riferimento alla missione 14, fa presente che la quota di spese in conto capitale dei principali programmi è sempre superiore all'80 per cento, poiché il Ministero è caratterizzato da interventi nel settore delle opere e dei grandi investimenti pubblici, per cui la tipologia di spesa prevalente è quella pluriennale, attraverso l'iscrizione in bilancio di limiti di impegno, sostituiti di recente dai contributi pluriennali.
Lo stanziamento dell'intera missione 14, pari a 4.249,6 Meuro, risulta incrementato del 24 per cento rispetto al 2008.
Fa notare che il programma 14.3 Opere strategiche assorbe, da solo, quasi la metà (46 per cento) dello stanziamento del Ministero per le infrastrutture ed i trasporti per la missione 14.
Lo stanziamento risulta incrementato rispetto al consuntivo 2008 del 16,1 per cento e, come allora, continua ad essere completamente concentrato nelle spese in conto capitale, nel cap. 7060.
Relativamente alla capacità di spesa, si ha un miglioramento rispetto all'anno precedente nel rapporto pagamenti/autorizzazioni di cassa, che sale dal 58,4 per cento al 70,5 per cento, mentre il rapporto autorizzazioni/massa spendibile scende dal 52,7 per cento al 46,5 per cento. La Corte dei conti sottolinea come questi dati evidenziano criticità nella realizzazione del programma.
Relativamente al programma 14.5 Sistemi idrici, idraulici ed elettrici, sottolinea una consistente riduzione, pari al 37,6 per cento dello stanziamento di competenza, principalmente dovuta allo spostamento del cap. 7261 Opere portuali e marittime all'interno del programma 14.12 Infrastrutture portuali ed aeroportuali.
Presumibilmente tale modifica è imputabile alla riorganizzazione del Ministero avvenuta in seguito all'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 2008, n. 211.
Per tale programma osserva, inoltre, un deciso peggioramento sia nel rapporto pagamenti/autorizzazioni di cassa, che scende dal 79,9 per cento a valori attorno al 25 per cento, sia nel rapporto autorizzazioni/massa spendibile che scende dall'85,6 per cento al 64,9 per cento.
Del programma 14.10 Edilizia statale non si può non evidenziare il rilevante aumento dello stanziamento di competenza (+60 per cento).
Relativamente alla capacità di spesa, segnala un deciso incremento del rapporto autorizzazioni/massa spendibile che sale dal 46 per cento al 61,4 per cento, mentre il tasso pagamenti/autorizzazioni di cassa ha una lieve flessione, passando dal 78,3 per cento al 77,8 per cento.
Tra i numerosi capitoli del programma, ricorda, tra gli altri, i capitoli 7341 per la costruzione/manutenzione di edifici pubblici (141,7 Meuro), 7369 Roma capitale (22,2 Meuro) e 7695 Expo (26 Meuro).
Relativamente al programma 14.11 Sistemi stradali e autostradali, lo stanziamento risulta leggermente incrementato rispetto al consuntivo 2008 (+5,4 per cento) e, come allora, continua ad essere completamente concentrato nelle spese in c/capitale. In particolare le risorse sono concentrate nel cap. 7486 (di nuova istituzione) relativo alla viabilità secondaria in Sicilia e Calabria e nel cap. 7500 Fondo interventi sistema autostradale per complessivi 219,3 Meuro (61 per cento del totale).
Relativamente alla capacità di spesa, si ha un deciso miglioramento rispetto all'anno precedente nel rapporto autorizzazioni/massa spendibile che quasi raddoppia (passando dal 31,4 per cento al 59,5 per cento), mentre si ha una lieve flessione nel rapporto pagamenti/autorizzazioni di cassa, che dal 66,1 per cento scende al 63,5 per cento.
Relativamente al programma 14.8 Opere pubbliche e infrastrutture, fa notare

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che esso assorbe il 27,8 per cento degli stanziamenti dell'intera missione. Le risorse sono principalmente destinate al cap. 7464 del MEF relativo a contribuiti agli investimenti per l'edilizia sanitaria pubblica, che assorbe il 99,3 per cento dello stanziamento dell'intero programma.
L'aumento dello stanziamento di competenza in tale programma (+49,1 per cento), fa scendere il rapporto che rappresenta quanta parte della missione infrastrutturale è affidata alla diretta competenza del Ministero delle infrastrutture. Tale valore scende dal 77 per cento del consuntivo 2008 al 72 per cento attuale.
In merito alla missione 19 - Casa e assetto urbanistico, osserva un generalizzato incremento degli stanziamenti di competenza per i programmi del Ministero delle infrastrutture, a fronte di una diminuzione nel programma 19.1 del Ministero dell'economia. La quota dello stanziamento totale della missione 19 di competenza del MIT non può quindi che aumentare, passando dal 90 per cento al 95 per cento.
A livello complessivo, lo stanziamento dell'intera missione aumenta di oltre il 70 per cento (quasi 1 miliardo di euro).
L'incremento registrato è principalmente concentrato nel programma 19.2 Politiche abitative (all'interno del quale si colloca il cd. Piano casa, previsto dall'articolo 11 del decreto-legge n.112 del 2008, le cui risorse si trovano nel cap. 7440 di nuova istituzione) il cui stanziamento nel 2009 è più che raddoppiato (proprio grazie al finanziamento riguardante il Piano casa: 688,2 Meuro) rispetto al consuntivo precedente (+143,6 per cento) e che, da solo, assorbe il 66,8 per cento degli stanziamenti complessivi della missione (tale percentuale sale al 70,3 per cento escludendo le somme di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze). La variazione registrata nel citato programma è tutta concentrata nelle spese in c/capitale che dal valore di 80,8 Meuro registrati nel consuntivo 2008, salgono a 1.024,5 Meuro nel 2009.
Relativamente alla capacità di spesa, segnala l'ottima performance segnata dal rapporto autorizzazioni/massa spendibile che risulta pari all'82,8 per cento. Decisamente inferiore il rapporto pagamenti/autorizzazioni di cassa, soprattutto a causa dei tempi di attuazione del Piano casa (nel cap. 7440 il citato rapporto è appena dell'8 per cento). Nella relazione della Corte dei conti si segnala che ciò sarebbe (anche) dovuto all'assegnazione tardiva delle risorse da parte del MEF per cui non è stato possibile impegnare i fondi se non nel 2010.
Anche relativamente al programma 19.3 Politiche urbane e territoriali, è possibile osservare un incremento, seppure più contenuto (+20,1 per cento).
Le risorse sono concentrate nei due capitoli 7657 Fondo per Roma Capitale e 7188 Annualità per interventi degli enti locali (67 per cento del totale).
Relativamente alla capacità di spesa, il rapporto pagamenti/autorizzazioni di cassa arriva al 90,4 per cento e mentre il rapporto autorizzazioni/massa spendibile si ferma al 66,1 per cento.
Quanto al programma 19.1 Edilizia abitativa e politiche territoriali, è possibile osservare una lieve riduzione (-9,3 per cento) dello stanziamento ad esso attribuito. Le risorse sono principalmente contenute (66 per cento del totale) nel cap. 7536 Fondo per contributi ad enti locali per recupero dell'ambiente e tutela dei beni culturali che registra una dotazione di 75,1 Meuro.
Per quanto riguarda l'analisi del rendiconto relativo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2009, ricorda che gli stanziamenti di competenza siano concentrati in un'unica missione. Lo stanziamento iscritto nella missione 18 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente, pari a 1.291,2 Meuro, assorbe infatti l'88 per cento del totale del Ministero (1.467 Meuro). All'interno della missione segnala, per la rilevanza dello stanziamento, i programmi 18.1 Conservazione dell'assetto idrogeologico (275,8 Meuro), 18.3 Prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento (275,1 Meuro) e 18.5 Sviluppo sostenibile (316,2 Meuro), che

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unitamente considerati coprono poco meno del 70 per cento dello stanziamento complessivo della missione Tali cifre evidenziano il forte calo, oltre 600 Meuro, pari al 30 per cento, degli stanziamenti di competenza del Ministero dell'Ambiente. Tale diminuzione deriva dal netto decremento registrato nei programmi 18.1 e 18.3, che non viene compensato dai lievi aumenti registrati negli altri programmi.
La Corte dei conti evidenzia come l'esercizio 2009 si caratterizza per un peggioramento degli indici finanziari.
La contrazione che si registra a livello dell'intera missione è più contenuta (-26 per cento), soprattutto a causa degli incrementi nelle risorse collocate nei programmi 18.5 del Ministero dell'economia e delle finanze e 18.7 del Ministero delle Politiche agricole e forestali.
Per quanto detto, si ha quindi un marcato mutamento nella composizione delle risorse per programmi: mentre nel 2008 le risorse erano concentrate nei programmi 18.1 e 18.3, nel 2009 queste sono concentrate nei programmi 18.5 e 18.7.
Relativamente al programma 18.1 Conservazione dell'assetto idrogeologico segnala l'esiguo valore del rapporto pagamenti/autorizzazioni di cassa che risulta inferiore al 14 per cento. Ciò a causa della totale assenza di pagamenti nel cap. 8640 (a fronte di una dotazione di 118,8 Meuro) relativo al Piano strategico nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico.
Nel programma 18.3 Prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento il rapporto pagamenti/autorizzazioni di cassa risale al 45,9 per cento, comunque inferiore al valore che si registra mediamente nell'intero MATTM (61 per cento).
Segnala che la riduzione registrata nelle risorse del programma sembra dovuta ad uno spostamento di risorse nel programma 18.9, ove sono confluiti i capitoli relativi ai piani di disinquinamento e recupero ambientale e bonifica dei siti (capp. 7503-7504 e 7509).
Uno dei capitoli più rilevanti del programma è il cap. 8438 Fondo mobilità sostenibile, con uno stanziamento di 58,5 Meuro.
Relativamente al programma 18.5 Sviluppo sostenibile, incentrato sulle attività di attuazione del Protocollo di Kyoto, segnala che oltre metà delle risorse (190 Meuro) si trovano sul cap. 7981 Fondo rotativo per Kyoto. La sua tardiva attuazione (il decreto ministeriale attuativo è stato emanato il 25 novembre 2008, seguito dal decreto ministeriale Economia 17 novembre 2009) ha determinato, per il 2009, un rapporto autorizzazioni/massa spendibile inferiore al 34 per cento.
Relativamente al programma 18.7 Tutela e conservazione della fauna e della flora e salvaguardia della biodiversità, segnala che la realizzazione del programma non è affidata al solo Ministero dell'Ambiente, ma anche e in misura maggiore al Corpo forestale dello Stato, al quale sono destinati ben 209,5 Meuro (nell'ambito del rendiconto del Ministero delle Politiche agricole e forestali), pari al 56 per cento delle risorse.
Vi è poi il programma 18.9 Trattamento e smaltimento rifiuti e acque, bonifiche, tutela e gestione delle risorse idriche, che ha sostituito il soppresso programma 18.6.
Rispetto allo stanziamento registrato nel 2008 per il programma 18.6, il dato di consuntivo del programma 18.9 fa segnare un aumento considerevole, passando da poco più di 50 Meuro a 236 Meuro, anche per via del citato trasferimento di fondi dal programma 18.3.
Presumibilmente, tale trasferimento è avvenuto in seguito alla riorganizzazione del Ministero dell'Ambiente operata dal decreto del Presidente della Repubblica 3 agosto 2009, n. 1406.
Per quanto riguarda la Protezione civile, le risorse del programma 8.5 sono tutte concentrate nel rendiconto del Ministero dell'economia e delle finanze per un importo di 2.867,6 Meuro, quasi interamente (98,8 per cento) ascrivibili a stanziamenti in c/capitale. Oltre ai tradizionali capitoli 7443, 7446 e 7447 (mutui regioni, ricorrenti emergenze e fondo investimenti), segnala l'istituzione del nuovo cap. 7462 Interventi per il sisma in Abruzzo del 2009 (27 Meuro).

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Rispetto al dato di consuntivo 2008 si registra, complessivamente per il programma, un aumento dello stanziamento di 582,7 Meuro (pari al 25,5 per cento).
Segnala, infine, per la rilevanza che assumono nelle politiche di competenza dell'VIII Commissione, gli stanziamenti relativi all'ANAS che insistono nel rendiconto del Ministero dell'economia e delle finanze. Complessivamente nei tre capitoli 1870, 7372 e 7365 (all'interno della missione 13 Diritto alla mobilità) è iscritta una dotazione di competenza di 1.573,6 Meuro, principalmente concentrati (1.204 Meuro) nel capitolo 7372 Contributi in conto impianti da corrispondere all'Anas spa per la realizzazione di un programma di investimenti per lo sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture. Nello stesso capitolo si registra un volume di residui a fine anno pari a 2.086,7 Meuro.
Fa notare, quindi, che lo stanziamento di competenza complessivo dei tre capitoli citati è più che dimezzato rispetto al consuntivo 2008 (-54,6 per cento).
Passando ad illustrare il disegno di legge di assestamento per le parti relative alla competenza della VIII Commissione, ricorda che lo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'esercizio 2010, approvato con la legge 192/2009, reca spese iniziali per complessivi 6.991,6 Meuro in conto competenza e 8.466,3 Meuro in conto cassa. Le medesime previsioni vengono assestate dal disegno di legge in esame, rispettivamente, a 7.215,5 e 9.274,4 Meuro.
Le principali missioni, in termini di stanziamenti assestati di competenza, che interessano l'VIII Commissione sono la missione 14 Infrastrutture pubbliche e logistica (2.797,3 Meuro) - al cui interno si segnalano, per la rilevanza dello stanziamento, i programmi 14.3 Opere strategiche (1.668,6 Meuro), 14.10 Edilizia statale (474,4 Meuro) e 14.11 Sistemi stradali, autostradali e intermodali (259,8) - e la missione 19 Casa e assetto urbanistico (579,1 Meuro) con i programmi 19.2 Politiche abitative (361,1 Meuro) e 19.3 Politiche urbane e territoriali (218 Meuro).
Per quanto riguarda la missione 14, le previsioni iniziali , in termini di competenza erano pari a 2.722 mentre le previsioni assestate sono pari a 2.797,3 con una variazioni del 3 per cento mentre in termini di cassa, a fronte di previsioni iniziali di 2.963,7, le previsioni assestate sono pari a 3.433,1, con una variazione del 16 per cento. Per la missione 19, le previsioni iniziali in termini competenza erano pari 540,3 e le previsioni assestate risultano pari a 579,1 con una variazione del 7 per cento mentre le previsioni di cassa, pari a 887,3 risultano pari a 982,3 con l'assestamento, con una variazione dell'11 per cento.
Spingendo l'analisi a livello dei singoli programmi, segnala che la lieve variazione intervenuta nello stanziamento di competenza, che dipende quasi interamente da variazioni in dipendenza di atti amministrativi, è concentrata nel programma 14.10 Edilizia statale. Oltre la metà della citata variazione si osserva nel cap. 7470 Assegnazione di risorse a favore della ricostruzione e funzionalità degli edifici e dei servizi pubblici danneggiati dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009.
La gran parte (60 per cento) dello stanziamento relativo alla missione 14 è tuttavia concentrata nel capitolo 7060 Fondo da ripartire per la progettazione e la realizzazione delle opere strategiche, che assorbe pressoché interamente (99,8 per cento) le risorse del programma 14.3 Opere strategiche. In tale capitolo si registra una consistente variazione dei residui (+276 Meuro).
Relativamente alla missione 14, ricorda il consistente stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (2.128,3 Meuro), afferente quasi interamente ad interventi di edilizia sanitaria (cap. 7464), che tuttavia non vede variazioni per la competenza. Variano invece i relativi residui che passano da un valore nullo a 2.013,3 Meuro.

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Nell'ambito della missione 19 si notano variazioni contenute (non superiori al 10 per cento della previsione iniziale) per la competenza e la cassa, mentre per i residui si ha un incremento consistente (+75 per cento), concentrato nel programma 19.2 Politiche abitative.
La variazione relativa ai residui proposta con il disegno di legge in esame deriva pressoché interamente dal capitolo 7440 Fondo per l'attuazione del piano nazionale di edilizia abitativa (+668,6 Meuro), che contiene le risorse del cosiddetto Piano casa.
Relativamente alla missione 19, le uniche variazioni degne di nota relative ai capitoli afferenti tale missione e inclusi nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze si registrano nel cap. 7536 Fondo per contributi ad enti locali per recupero dell'ambiente e tutela dei beni culturali, per il quale si registra una previsione assestata di competenza pari a 130 Meuro, rispetto alla previsione iniziale di 30 Meuro.
Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'esercizio 2010, approvato con la legge 192/2009, reca spese iniziali per complessivi 737,8 Meuro in conto competenza e 1.234,2 Meuro in conto cassa. Le medesime previsioni vengono assestate dal ddl in esame, rispettivamente, a 746,6 e 1.465,7 Meuro.
Relativamente ai residui, la previsione iniziale di 1.116,5 Meuro viene assestata a 1.641,3 Meuro.
Gran parte delle risorse (81 per cento), in termini di stanziamenti assestati di competenza, sono concentrate nella missione 18 Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente (604,1 Meuro).
Le previsioni iniziali ammontavano, in termini di competenza, a 600,00 mentre le previsioni assestate prevedono la cifra di 604,1 con una variazione dell'1 per cento mentre in termini di cassa le previsioni iniziali prevedevano 1.060,5 mentre le previsioni assestate fanno riferimento ad una spesa di 1.279,9 con una variazione percentuale del 21 per cento.
Spingendo l'analisi a livello dei singoli programmi, segnala che la variazione intervenuta nell'autorizzazione di cassa e nei residui è concentrata nei programmi 18.5 Sviluppo sostenibile e 18.12 Tutela e conservazione del territorio e delle risorse idriche, trattamento e smaltimento rifiuti, bonifiche.
Osserva, al riguardo, che all'interno della missione vi sono state alcune variazioni rispetto ai programmi, il cui numero (pari a 6) rimane peraltro invariato: ricorda, in primo luogo, il programma 18.9 Rifiuti, acque e bonifiche, che - presumibilmente in seguito alla riorganizzazione del Ministero dell'Ambiente avvenuta con il decreto del Presidente della Repubblica 3 agosto 2009, n. 140 - è stato tramutato in 18.12; è stato inoltre soppresso il programma 18.1, che in buona parte sembrerebbe essere confluito nel 18.12 ed è stato istituito un nuovo programma 18.11 Coordinamento generale, avente però uno stanziamento esiguo (44 Meuro).
Segnala, per il citato programma, che le variazioni registrate nell'autorizzazione di cassa derivano quasi interamente dall'assestamento del cap. 7981, Fondo rotativo per il finanziamento delle misure di riduzione delle immissioni dei gas ad effetto serra, in quanto a seguito dell'emanazione del decreto del ministero attuativo (il 25 novembre 2008, seguito dal decreto ministeriale Economia 17 novembre 2009) è possibile ora procedere alle autorizzazioni di cassa.
Quanto ai residui, la metà della variazione registrata nel programma deriva dall'assestamento del cap. 8438, Fondo per la mobilità sostenibile nelle aree urbane.
Le variazioni registrate a livello di residui nel programma 18.12 derivano, in buona parte, dall'assestamento dei capitoli 8531 Interventi per la tutela del rischio idrogeologico e relative misure di salvaguardia e 8640 Piani strategici nazionali e di intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico. Complessivamente, in tali

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due capitoli, si registra un aumento dei residui pari a 178,7 Meuro ed un incremento delle autorizzazioni di cassa di 42 Meuro.
Relativamente alla missione 18, osserva che non si registrano variazioni di rilievo nei capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero delle Politiche agricole e forestali e del Ministero per lo sviluppo economico inquadrati all'interno di tale missione.
Segnala, infine, che l'assestamento non sembra tenere conto dello stanziamento di un miliardo di euro per la realizzazione di un Piano nazionale straordinario per il rischio idrogeologico di cui alla delibera CIPE del 6 novembre 2009, poi confluito nella legge finanziaria 2010, che all'articolo 2, comma 240 destina ai piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico (individuate dal Ministero dell'ambiente, sentite le autorità di bacino e il Dipartimento della protezione civile) le predette risorse a valere sulle disponibilità del Fondo infrastrutture e del Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale previsti dall'articolo 18, comma 1, lettere b) e b-bis), del decreto-legge 185/2008.
Infine, all'interno dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (MEF) sono allocate le risorse del programma 8.5 Protezione civile, concentrate principalmente nei capitoli 7443, 7446, 7447 (mutui regioni, ricorrenti emergenze e fondo investimenti) e 7462 Interventi per il sisma in Abruzzo del 2009.
All'interno dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze sono inoltre allocate le principali risorse afferenti l'attività dell'Anas.
L'analisi complessiva di tali risorse (allocate nei capitoli 1870, 7365 e 7372 all'interno della missione 13 Diritto alla mobilità) evidenzia come le variazioni apportate dal presente ddl incidano unicamente sul volume dei residui, per i quali si ha complessivamente una diminuzione di 376,9 Meuro (-15 per cento).

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in favore dei territori di montagna.
Testo unificato C. 41 Brugger ed abb.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Renato Walter TOGNI (LNP), relatore, sottolinea come la proposta di legge in esame rappresenta un provvedimento importante per la salvaguardia e la valorizzazione delle specificità culturali, economiche, sociali e ambientali dei comuni montani ed ha lo scopo di evitare lo spopolamento dei territori montani e di contenere la tendenza all'innalzamento dell'età media delle popolazioni residenti nei comuni montani.
Le finalità del provvedimento sono ricondotte alla legittimazione dell'articolo 44, secondo comma, della Costituzione, che prevede espressamente che la legge disponga provvedimenti a favore delle zone montane, nonché dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, che prevede che lo Stato possa destinare risorse aggiuntive ed effettuare interventi speciali in favore di determinati enti territoriali (comuni, province, città metropolitane e regioni), al fine di promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale e rimuovere gli squilibri economici e sociali.
L'attuazione delle misure previste dal provvedimento in esame è subordinata all'autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 88 del Trattato istitutivo della Comunità europea.
L'articolo 2 reca norme volte a ridefinire il quadro normativo vigente con riferimento ai criteri di individuazione alle comunità montane.
Il compito di definire i criteri per l'individuazione dei comuni da considerare montani è assegnato ad un decreto del Ministro per i rapporti con le regioni, di

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concerto con il Ministro dell'interno, previa intesa con la Conferenza unificata, da adottare entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sentite le commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari. In attuazione di tali criteri, le regioni dovranno procedere nei trenta giorni successivi alla classificazione del rispettivo territorio montano.
Il comma 3 dell'articolo 2 fissa comunque i requisiti di base per procedere all'identificazione dei comuni montani:
a) posizionamento di almeno il 70 per cento della superficie comunale al di sopra dei 400 metri di altitudine sul livello del mare;
b) posizionamento di almeno il 40 per cento della superficie comunale al di sopra dei 400 metri di altitudine sul livello del mare e contestuale presenza in almeno il 30 per cento del territorio comunale di una pendenza superiore al 20 per cento.

Per i comuni situati nelle regioni alpine, le soglie di 400 metri di altitudine, di cui lettere a) e b), sono elevate a 500 metri.
In ultima istanza, ai fini dell'individuazione come comune montano, il comma 5 richiede comunque, oltre ai requisiti di cui sopra, la presenza di particolari situazioni di svantaggio sociale ed economico dovute alla fragilità del territorio, alla marginalità delle aree ed alla limitata accessibilità dei territori montani.
L'articolo 3, istituisce, a decorrere dall'anno 2010, il Fondo nazionale integrativo per i comuni montani, con una dotazione pari a 6.750.000 euro per l'anno 2010 e a 6.000.000 di euro annui a decorrere dal 2011, da destinare al finanziamento dei progetti di sviluppo socio-economico, anche a carattere pluriennale, rientranti tra le seguenti tipologie: potenziamento e valorizzazione dei servizi pubblici e della presenza delle pubbliche amministrazioni; potenziamento e valorizzazione del sistema scolastico; valorizzazione delle risorse energetiche ed idriche; incentivi per l'utilizzo dei territori incolti di montagna e per l'accesso dei giovani alle attività agricole, nonché, in generale, per l'agricoltura di montagna; sviluppo del turismo montano e degli sport di montagna;politiche di forestazione. I comuni che registrino carenze in tali servizi hanno priorità nei finanziamenti.
Con decreto del Ministro per i rapporti con le regioni, emanato, entro il 30 marzo di ciascun anno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata, sono individuati i progetti ammessi al finanziamento.
Deve in ogni caso trattarsi di progetti che hanno carattere straordinario e che non si riferiscono alle attività svolte in via ordinaria dagli enti interessati.
Sullo schema di decreto è previsto il parere delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, da acquisire entro trenta giorni dalla trasmissione. Qualora il Governo non intenda attenersi alle condizioni contenute nei pareri, lo schema è nuovamente inviato alle Camere, corredato di una relazione, per l'acquisizione di un nuovo parere da parte delle medesime Commissioni, da acquisire entro i successivi quindici giorni. Decorso l'ulteriore termine, il decreto può essere comunque adottato.
Per quanto riguarda più specificamente le competenze della VIII Commissione, il comma 1 dell'articolo 4 aggiunge un comma 7-ter all'articolo 122 del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici) al fine di ampliare, per i comuni montani, le possibilità di affidare lavori pubblici con procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara.
Il testo vigente dell'articolo 122 prevede, al comma 7-bis, che i lavori di importo complessivo pari o superiore a 100.000 euro e inferiore a 500.000 euro possono essere affidati dalle stazioni appaltanti, a cura del responsabile del procedimento, nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza e

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secondo la procedura prevista dall'articolo 57, comma 6 (procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara), con un invito rivolto ad almeno cinque soggetti.
Il comma in esame estende tale possibilità per tutti i lavori di importo fino a 1,5 milioni di euro, con invito rivolto a 3 soggetti.
Fa presente, che recentemente all'Aula della Camera è stato approvato un emendamento al disegno di legge sulla Carta delle autonomie locali che ha previsto un'analoga disposizione per i piccoli comuni, fino a 5.000 abitanti per lavori di importo fino a 1 milione di euro.
Il successivo comma 2 consente ai comuni montani, previa autorizzazione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, di provvedere al finanziamento di opere di competenza statale a carattere complesso e infrastrutturale, per una quota fino al 70 per cento dell'importo complessivo, con risorse derivanti dall'emissione da parte degli stessi di specifiche obbligazioni appositamente finalizzate. L'autorizzazione è subordinata alla verifica della sostenibilità economica dell'operazione e delle prospettive di collocamento sul mercato finanziario delle obbligazioni stesse.
L'articolo 5, comma 1, reca due novelle alla legge 11 agosto 1991, n. 266 (Legge-quadro sul volontariato). In particolare viene modificato l'articolo 12 - relativo all'Osservatorio nazionale sul volontariato - ricomprendendo tra i compiti ad esso attribuiti, quello di approvare progetti sperimentali elaborati, anche in collaborazione con gli enti locali, da organizzazioni di volontariato per far fronte anche «ad interventi nei territori montani e nelle altre aree territorialmente marginali del Paese».
La successiva modifica riguarda il comma 1 dell'articolo 15 della legge n. 266/1991 e prevede un'estensione della platea dei soggetti gestori dei centri di servizio istituiti con i fondi speciali finanziati con i proventi delle fondazioni bancarie, ricomprendendo, oltre alle organizzazioni di volontariato, anche le associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni bandistiche, i cori amatoriali, le filodrammatiche, le associazioni dilettantistiche di musica e danza popolare, le cooperative sociali di cui alla legge n. 381/1991, nonché delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS).
La norma specifica che una quota non inferiore al 10 per cento di tali fondi speciali così costituiti è vincolata alla creazione di centri di servizi nei territori montani. In tale ambito le somme eventualmente eccedenti possono essere utilizzate per l'acquisto di attrezzature, di materiali e di mezzi il cui utilizzo sia strettamente connesso alle attività di natura sociale.
Il comma 2 introduce semplificazioni ed agevolazioni fiscali in favore delle associazioni bandistiche, degli sci club riconosciuti dalla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), dei cori amatoriali, delle associazioni filodrammatiche, di musica e di danza popolare legalmente riconosciute.
L'articolo 6 reca alcune modifiche alla legge 21 marzo 2001 n. 74, recante disposizioni per favorire l'attività svolta dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. In particolare, all'articolo 1, recante le finalità e l'oggetto della normativa, viene aggiunto un nuovo comma nel quale si prevede che il soccorso alpino valdostano e il Bergrettungsdienst dell'Alpenvereins (BRD) sono equiparati, nel rispettivo territorio di competenza al Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS). Provvede, poi, a sostituire l'articolo 3, relativo all'attività del CNAS, prevedendo che lo stesso opera prevalentemente avvalendosi dell'attività prestata in forma volontaria, libera e gratuita dai propri associati per il perseguimento dei fini istituzionali. All'articolo 5, comma 1, viene aggiunta, fra le scuole nazionali riconosciuti operanti nell'ambito del CNAS, la scuola nazionale tecnici di soccorso speleo subacqueo, mentre all'articolo 6, viene aggiunta, fra le figure professionali specialistiche le cui

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qualifiche sono rilasciate dalle scuole nazionali quelle di tecnico di soccorso speleo subacqueo, di tecnico di disostruzione e di tecnico di centrale operativa.
Il comma 2 aggiunge, infine, che il Club alpino italiano può prevedere progetti per la tutela e la valorizzazione della rete sentieristica e dei rifugi presenti sul territorio nazionale, da realizzare anche avvalendosi dei finanziamenti assegnati a valere sulle risorse di cui all'articolo 3.
L'articolo 7 istituisce un certificato di ecocompatibilità che potrà accompagnare il legno, nonché tutti i suoi derivati, che provengano da boschi gestiti con criteri di ecocompatibilità. I boschi in questione possono essere già esistenti, ma possono anche essere di nuova formazione; in tale ultima ipotesi è necessario che siano utilizzate specie indigene di pregio e a lungo ciclo di maturazione.
Al Ministero delle politiche agricole e forestali sono concessi 6 mesi per l'approvazione di un regolamento per il rilascio e per l'uso della certificazione, previa intesa con la Conferenza unificata.
L'articolo 8 detta disposizioni dirette a tutelare la buona fede dell'acquirente di beni gravati da usi civici, che siano risultati solo successivamente al perfezionamento dell'atto di compravendita. Esso opera, quindi, solo in assenza di dolo o colpa dell'acquirente.
Andrebbe, al riguardo, chiarito se la disposizione, allorché fa riferimento ad usi «risultanti successivamente al perfezionamento dell'atto», intenda far riferimento alla conoscenza dei medesimi usi da parte dell'acquirente dopo tale data, o all'oggettiva conoscibilità dei medesimi.
A tale fine, la disposizione prevede la definizione delle relative controversie applicando oneri calcolati sulla base del valore dei beni nello stato di fatto antecedente alla compravendita.
La disposizione, la cui formulazione andrebbe esplicitata, sembrerebbe prevedere un onere a carico del soggetto alienante calcolato sulla base del valore dei beni nello stato di fatto antecedente alla compravendita.
L'articolo 9 prevede che i rifugi di montagna sono strutture ricettive custodite, presso zone disagiate o isolate di montagne, idonee a ricovero, ristoro e soccorso a sportivi ed escursionisti (comma 1).
Ai sensi del comma 2 i requisiti dei rifugi di montagna sono stabiliti dalle regioni e dalle province autonome, inclusi quelli degli scarichi e degli impianti di smaltimento delle strutture. Tale competenza prevede la possibilità di derogare alle seguenti disposizioni normative: regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, concernente il testo unico delle leggi sanitarie; legge 30 aprile 1962, n. 283, recante la disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande; legge 10 maggio 1976, n. 319, e successive modificazioni, recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento; al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, cosiddetto Codice dell'ambiente.
Fa presente, al riguardo, che la legge n. 319 del 1976 è stata abrogata dall'articolo 63 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e dall'articolo 175 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Le disposizioni della citata legge n. 319 sono ora sostituite dalla parte III del decreto legislativo n. 152 del 2006. Ritengo, quindi, opportuna una riformulazione del comma in esame ai fini del coordinamento con la normativa vigente.
Relativamente al comma 2, fa notare che le singole regioni già disciplinano autonomamente, con proprie leggi, la materia dei rifugi alpini a seguito del trasferimento di competenze operato con il decreto legislativo n. 112/1998 (artt. 43-46).
Il comma 3 stabilisce che gli immobili del demanio statale, di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze o del Ministero della difesa, in uso come rifugi di montagna non possono costituire oggetto delle operazioni di dismissione e di cartolarizzazione di cui al decreto-legge n. 351 del 2001.

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Tali rifugi possono essere concessi in locazione a persone fisiche o giuridiche o ad enti non aventi scopo di lucro ai sensi della normativa vigente.
L'articolo 10 attribuisce ai Collegi nazionali delle guide alpine e dei maestri di sci la facoltà di realizzare una serie di progetti finalizzati ad avvicinare i giovani alle due professioni ed a promuovere la sicurezza, la tutela ambientale e la valorizzazione delle zone montane.
L'articolo 11 reca un'interpretazione autentica dell'articolo 2, comma 1, lettera a) del decreto legislativo n. 504 del 1992, recante riordino della finanza degli enti territoriali, prevedendo che non si considerano fabbricati le unità immobiliari, anche iscritte o iscrivibili nel catasto fabbricati, indipendentemente dalla categoria catastale, per le quali ricorrono i requisiti di ruralità.
L'articolo 12 introduce nella legge - con riferimento a tutte le sue disposizioni - la clausola di «compatibilità» con l'ordinamento delle regioni a statuto speciale e delle province autonome.
L'articolo 13 reca disposizioni transitorie.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) esprime apprezzamento sulla finalità espressamente dichiarata nell'articolo 1 del provvedimento in esame di voler tutelare e sostenere la specificità dei territori e delle comunità di montagna. Ritiene, tuttavia, che il conseguimento di tale fondamentale obiettivo, che è pienamente condiviso dal gruppo di Italia dei Valori, rischia di essere vanificato dalle disposizioni contenute nel successivo articolo 2 che, ai fini della individuazione della platea dei comuni beneficiari, introduce criteri e parametri talmente estesi da risultare offensivi per le popolazioni che davvero vivono nei territori di montagna e che da anni si battono contro il loro impoverimento e il loro spopolamento. Ritiene, inoltre, che sulla base di tali parametri e criteri sia ancora una volta destinato a fallire il tentativo di ottenere dall'Unione europea il prescritto riconoscimento della adeguatezza e ragionevolezza di norme che il legislatore nazionale a parole dice di voler introdurre a favore dei comuni e delle popolazioni montane, ma che, di fatto, rischiano di essere impropriamente utilizzate unicamente come scorciatoia per accedere a finanziamenti o agevolazioni di altro tipo.

Raffaella MARIANI (PD) nel riservarsi di approfondire i contenuti della relazione illustrativa, richiama il relatore e la maggioranza ad un dovere di coerenza fra i contenuti positivi di provvedimenti particolari come quello in esame, e quelli punitivi delle politiche complessivamente adottate dal Governo in carica nei confronti degli enti locali e, in particolare, dei territori e delle popolazioni più deboli e più bisognosi di politiche attive di sostegno e di valorizzazione come quelle montane. Sotto questo profilo, avverte che il gruppo del partito democratico è pronto a confermare il giudizio positivo sull'enunciato obiettivo del provvedimento in esame, solo a condizione che tale condivisione non sia usata come un alibi per non correggere politiche generali, che, a partire dalla manovra finanziaria in discussione, negano risorse e non danno risposta ai bisogni e alle esigenze dei territori e delle popolazioni di montagna.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.30.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 13 luglio 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 13.30.

Indagine conoscitiva sul mercato immobiliare.
(Esame del documento conclusivo e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

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Roberto TORTOLI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Ricorda che la Commissione, con l'audizione svolta nella seduta del 16 giugno 2010, ha convenuto di poter considerare concluso - secondo le determinazioni assunte dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi - il programma dell'indagine conoscitiva in titolo.
Avverte quindi che, sulla base degli elementi acquisiti nel corso dei lavori della Commissione, il deputato Foti, conformemente all'incarico conferitogli dalla presidenza, ha predisposto una proposta di documento conclusivo.
Avendo, peraltro, ricevuto dal deputato Foti la comunicazione relativa alla sopravvenuta impossibilità a partecipare alla seduta odierna, in sua sostituzione presenta la citata proposta di documento conclusivo (vedi allegato).
Invita quindi i deputati della Commissione a far pervenire alla Presidenza le eventuali proposte di modifica del documento stesso.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame della proposta di documento conclusivo ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.40.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 13 luglio 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 13.40.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di attuazione in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Atto n. 226.

(Rilievi alla I Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 7 luglio 2010.

Raffaella MARIANI (PD) nel richiamare quanto già detto nella seduta del 6 luglio scorso, ribadisce preliminarmente che il provvedimento in esame tradisce gli impegni a suo tempo presi dal Governo e dalla maggioranza in ordine alla salvaguardia del ruolo dei comuni nella gestione dei servizi idrici e della conferma della pubblica proprietà delle risorse idriche.
In particolare, denuncia il fatto che il testo in esame - che pure recepisce su alcune questioni il contenuto di alcuni ordini del giorno parlamentari - non tiene conto in alcun modo di due ordini del giorno, il primo a sua firma e il secondo a firma del deputato Margiotta, entrambi a suo tempo accolti favorevolmente dal Governo, con i quali si ponevano rispettivamente le questioni della regolazione e delle tariffe in un settore fondamentale come quello dei servizi locali.
Denuncia, inoltre, con forza che con il provvedimento in titolo si da avvio ad una operazione di privatizzazione senza regole certe e senza idonei strumenti a garanzia dei diritti dei cittadini e degli utenti.
Elenca, quindi, quelli che a suo avviso risultano essere i punti di maggiore criticità del provvedimento in esame, contestando, in particolare, il fatto che ai comuni non è data di fatto alcuna possibilità di conservare in mano pubblica la gestione dei servizi locali e denunciando la mancanza nel provvedimento di norme capaci in concreto di favorire comportamenti improntati al risparmio e al corretto uso di una risorsa fondamentale come l'acqua.

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Critica, inoltre, l'impostazione complessiva del provvedimento, tutta incentrata sui temi gestionali e sugli aspetti economici e finanziari, che demanda totalmente ai contratti di servizio la soluzioni di questioni delicatissime - prima fra tutte quella relativa alla definizione del livello degli investimenti - e che, in tal modo, espone i cittadini e le comunità al rischio di atteggiamenti speculativi, improntati unicamente alla ricerca del profitto da parte dei gestori privati dei servizi.
Nel richiamare, quindi, il giudizio molto negativo più volte espresso dal gruppo del partito democratico sul mancato esercizio da parte del Ministro dell'ambiente della delega legislativa per la revisione della disciplina in materia di risorse idriche contenuta nel Codice ambientale, ritiene che tale colpevole omissione appaia oggi ancor più grave alla luce di un provvedimento che, proprio a causa della mancanza di un solido ancoraggio normativo in tema di regolazione e gestione di beni fondamentali come l'acqua, rischia di aprire la strada ad una privatizzazione senza garanzie di un uso corretto delle risorse, senza strumenti di tutela dei cittadini utenti dei servizi e, per di più, senza apertura dei mercati e senza una vera liberalizzazione del settore.
Avviandosi alla conclusione, invita la relatrice a tenere conto, quantomeno, delle questioni concrete emerse anche nel corso delle audizioni svolte presso la Commissione di merito, con riferimento particolare ai criteri per individuare i comuni virtuosi che possono continuare a gestire in house i servizi locali, al regime delle incompatibilità e, non ultimo, alla questione della valutazione degli ammortamenti degli investimenti ai fini della determinazione delle tariffe, alla necessità, infine, di riconoscere alle regioni un ruolo - che nel provvedimento è completamente misconosciuto - non certo gestionale, ma di ausilio ai comuni attraverso l'individuazione di linee-guida per un corretto uso delle risorse ed una corretta gestione dei servizi in questione.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) nel ricordare che il gruppo di Italia dei Valori ha una posizione contraria alla privatizzazione del settore idrico, ritenendo che l'acqua abbia natura pubblica ed in quanto tale deve essere sottratta alle logiche di profitto proprie del mercato, svolge alcune considerazioni specifiche in merito al contenuto del provvedimento. Sottolinea, infatti, che le disposizioni ivi contenute non sembrano tener conto degli investimenti effettuati dalle società che attualmente gestiscono i servizi pubblici locali con il rischio che le risorse destinate a tali scopi possano essere utilizzate dai privati che gestiscono in concessione il servizio per esigenze di cassa, così come è già accaduto con la privatizzazione della società autostrade.
Chiede, pertanto, alla relatrice di tenere conto di questa fondamentale questione nella proposta di parere che si appresta a predisporre, al fine di scongiurare almeno il rischio che gli ammortamenti per gli impianti e per gli investimenti effettuati in passato dai pubblici gestori dei servizi vengano usati dai soggetti privati per accumulare ingiusti profitti, attraverso un aumento delle tariffe doppiamente a danno dei cittadini.
Denuncia, inoltre, il tentativo inaccettabile e pericoloso portato avanti dal Governo con questo provvedimento di consentire ad alcuni, attraverso la complessiva operazione di privatizzazione dei servizi locali, di aggirare le norme del Patto di stabilità interno al cui rispetto sono tenuti gli enti locali. Sotto questo profilo, pur giudicando assolutamente necessaria una revisione di tale Patto, ritiene che la strada debba essere quella di una aperta e trasparente discussione e non quella della sua surrettizia elusione, facendosi scudo della privatizzazione dei servizi locali.

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, assicura i deputati intervenuti di avere preso buona nota delle osservazioni critiche e dei suggerimenti avanzati. Nell'informare, quindi, dei contatti in corso con i colleghi della I Commissione, preannuncia la predisposizione di un articolato

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parere che si riserva di portare a conoscenza dei rappresentanti dei gruppi prima della prossima seduta, auspicando che sia possibile arrivare alla stesura di un documento ampiamente condiviso che, anche per questa ragione, sia tenuto in debito conto dalla Commissione di merito.

La seduta termina alle 14.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 13 luglio 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 14.30.

Presentazione del quinto Rapporto sul monitoraggio delle grandi opere.

Angelo ALESSANDRI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori della Commissione sia assicurata anche mediante la trasmissione audiovisiva a circuito chiuso.
Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.
Dichiara altresì che al termine della presentazione seguirà una conferenza stampa che sarà trasmessa in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Rileva quindi che, il Rapporto sullo stato di avanzamento della Legge obiettivo, elaborato dal Servizio Studi della Camera in collaborazione con gli enti di ricerca Cresme e Nova, consente al Parlamento, ma anche a tutti i cittadini, dato che esso è pubblicato sul sito della Camera, di verificare - da un punto di osservazione diverso da quello fornito dal Governo nell'ambito del DPEF - quanto è avvenuto in termini di infrastrutturazione del Paese, fornendo dati puntuali e sottolineando una chiave di lettura generale delle tendenze in atto.
Esso costituisce inoltre un'occasione di confronto e di riflessione su un tema particolarmente delicato, in un Paese dove è necessario incentivare gli investimenti attraverso la realizzazione di una rete di infrastrutture, grandi e piccole, in grado di sostenere, sul piano dei servizi, le sfide della globalizzazione e della competizione mondiale.
Rispetto alle edizioni precedenti, il Rapporto, oramai giunto alla quinta edizione, è stato integrato con alcuni approfondimenti specifici riguardanti questioni di particolare interesse per la Commissione: si tratta dell'impatto del Programma a livello regionale e sui nodi urbani; del programma di edilizia scolastica; della struttura e composizione dei finanziamenti privati.
In tale ambito, in considerazione dell'avanzato stato di realizzazione di numerose opere del Programma, la Commissione ha chiesto che il monitoraggio venisse esteso anche alla fase contrattuale e ai relativi stati di avanzamento dei lavori per ciascun contratto. Mentre prosegue la stretta collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture sperimentata con successo a partire dallo scorso anno, è stata quindi avviata una collaborazione con l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, con l'obiettivo di svolgere una ricostruzione puntuale dello stato di attuazione dei contratti in corso e di monitorare nel tempo lo stato di avanzamento dei lavori.
A partire dalla presente edizione, inoltre, alle informazioni quantitative si affiancano, in via sperimentale, valutazioni di impatto economico, soprattutto a livello regionale, con particolare riferimento all'incremento del livello di accessibilità urbana, portuale e aeroportuale.
Al riguardo, ricorda che l'articolo 22 della legge 42/2009 in materia di federalismo fiscale ha disposto una ricognizione delle dotazioni infrastrutturali nonché la predisposizione di interventi nelle aree sottoutilizzate ai fini del recupero del deficit infrastrutturale, da inserire nel DPEF ai sensi della legge obiettivo.
In tale ambito, è stato elaborato un primo contributo ad una riflessione sulla possibilità di ridefinire i criteri di valutazione dei fabbisogni infrastrutturali collegandoli a modelli di sviluppo economico e

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sociale che tengano conto delle diverse specificità territoriali e ambientali in un determinato contesto politico-istituzionale.
Si intende così mettere in campo un modello che integri indicatori consolidati sullo sviluppo con nuovi indicatori in grado di valutare la capacità delle infrastrutture di produrre effettivamente un miglioramento per il territorio, in termini di performance e di efficienza, nonché di valutare gli effetti indotti dalla realizzazione di una nuova infrastruttura.
Il modello di analisi - una volta validato - può rappresentare un utile strumento per ridefinire il fabbisogno infrastrutturale e finanziario, e generare una conseguente riscrittura, sulla base di dati oggettivi, dei criteri di distribuzione delle risorse disponibili.
Prima di lasciare la parola ai colleghi vuole mettere in evidenza come dal rapporto emerge che il numero delle opere ultimate è ulteriormente cresciuto rispetto allo scorso anno: al 30 Aprile 2010 risultano infatti ultimate o prossime ad esserlo 63 opere per un costo complessivo di 32,8 miliardi, che rappresentano il 12,6 per cento dell'intero Programma per numero di progetti e il 10 per cento per costo. Ad Aprile 2009 erano 52 con un valore di circa 30 miliardi. Aumenta anche il numero delle infrastrutture con contratto, vale a dire le opere aggiudicate o cantierate, che rappresenta il 23 per cento dell'intero Programma.
Questo risultato dimostra che pur nella difficoltà di realizzare opere infrastrutturali nel nostro Paese, e nonostante la crisi economica mondiale, la Legge obiettivo è riuscita ad essere quel volano di investimenti che avevamo immaginato nel 2001.
L'altro aspetto che mi preme mettere in evidenza è la quota di finanziamento privato rispetto alle opere già deliberate dal Cipe: la realizzazione delle opere relative al Centro Nord appare infatti caratterizzata da una più elevata incidenza del contributo privato, pari a quasi 21 miliardi su 27 miliardi e 487 milioni. Si tratta del 75,2 per cento di questo tipo di finanziamento, contro un 24 per cento destinato ad opere del Mezzogiorno, corrispondenti a 6 miliardi e 637 milioni. Al contrario, la distribuzione dei fondi pubblici appare più equilibrata: su 51 miliardi e mezzo, 25 miliardi e 383 milioni riguardano opere del Centro Nord e 25 miliardi e 666 milioni opere del Meridione.
Poiché la limitatezza delle risorse lascia presumere un sempre maggiore impegno del settore privato nella realizzazione del Programma, occorre individuare strumenti adeguati per consentire la remunerazione dei capitali privati. In tal senso, l'azione di questo governo cerca di sollecitare un più incisivo intervento dei privati sia attraverso l'introduzione di un metodo tariffario più equilibrato e diffuso sul territorio sia mediante la semplificazione delle procedure relative alle autorizzazioni e agli appalti nonché, infine, mediante la lotta alla criminalità organizzata.

Salvatore MARGIOTTA (PD) esprime apprezzamento per l'ottimo lavoro svolto dagli uffici della Camera, in collaborazione con il Cresme e con Nova, con il Ministero delle Infrastrutture e da quest'anno anche con l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, che si è tradotto in uno strumento importante che dà un quadro esatto della situazione e del livello di attuazione della legge obiettivo a quasi dieci anni dalla sua approvazione.
Nel confermare, anche in questa occasione, il giudizio positivo su una legge che ha portato significative innovazioni nelle procedure e nelle attività dirette alla realizzazione delle infrastrutture, rileva, tuttavia, che un confronto obiettivo fra i risultati effettivamente conseguiti e le aspettative che a suo tempo accompagnarono l'approvazione della legge obiettivo pone in evidenza un quadro insoddisfacente sul piano generale e negativo se rapportato ai risultati raggiunti nelle diverse aree del Paese. In particolare, rileva che - come dimostrano ampiamente i dati contenuti nel Rapporto che oggi viene presentato - la legge obiettivo ha prodotto buoni risultati soprattutto al Nord, aumentando in questo modo, il grave gap infrastrutturale che divide il Mezzogiorno

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dal resto del Paese. Questo negativo risultato, tuttavia, va analizzato e approfondito e anche alla luce di questo Rapporto, tutti devono porsi la domanda del perché la legge obiettivo ha dato buoni frutti soprattutto al Nord. A suo avviso, la risposta sta anche in un dato politico essenziale: nove anni di applicazione della legge obiettivo si accompagnano a sette anni di governo di una maggioranza nella quale la Lega Nord e le istanze a favore di una certa area del Paese sono progressivamente cresciute a danno del Mezzogiorno e dell'obiettivo dichiarato di un riequilibrio della dotazione infrastrutturale fra le varie aree del Paese.
Al tempo stesso, la lettura del rapporto deve essere utilizzata come occasione per mettere a fuoco le dinamiche di fondo che il Paese sta attraversando in un settore essenziale come quello delle infrastrutture e per comprendere come la politica può operare per invertire una tendenza negativa per il Mezzogiorno e pericolosa per la stessa stabilità e coesione del Paese. Sotto questo aspetto, nell'esprimere la convinzione che sia indispensabile uno scatto da parte di tutti i deputati meridionali, auspica che la lettura del Rapporto si traduca per tutti, ciascuno nel proprio ruolo, in uno stimolo concreto per passare dalle parole ai fatti.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) sottolinea l'importanza del rapporto testé presentato che permette nel corso del tempo di avere a disposizioni dei dati aggiornati elaborati su un metodo di lavoro condiviso e che si dispiega nel corso del tempo senza soluzione di continuità. Ritiene che la legge obiettivo abbia data qualche buon risultato mentre si è ancora lontani nel riportare le buone pratiche nell'ambito delle singole procedure di gara e di realizzazione degli appalti. Soprattutto nel Mezzogiorno, occorre capire quali sono le ragioni che non permettono il concretizzarsi di importanti ed efficienti infrastrutture, accrescendo, così, il divario con il resto del Paese.
Sicuramente occorre prestare attenzione alla legalità, facendo della lotta alla criminalità un obiettivo prioritario; risulta, altresì, necessario reperire le risorse necessarie per garantire il completamento di un'opera, come la Salerno-Reggio Calabria, i cui lavori creano enormi disagi dal punto di vista economico ai fini del rilancio del territorio. Allora risulta essenziale che il Governo individui alcune vere priorità e che il Cipe, una volta approvato il progetto, reperisca e destini tutte le risorse necessarie per il completamento dello stesso. Si augura, in conclusione, che la Commissione prosegua, quindi, il percorso intrapreso, continuando a monitorare la realizzazione delle opere previste dalla legge obiettivo attraverso la predisposizione del relativo rapporto.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nel ringraziare i deputati intervenuti dichiara conclusa la seduta.

La seduta termina alle 14.50.