CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 maggio 2010
325.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 18 maggio 2010. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA. - Intervengono il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, il Ministro per le riforme per il federalismo, Umberto Bossi.

La seduta comincia alle 10.10.

Schema di decreto legislativo recante attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio.
Atto n. 196.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 maggio 2010.

Enrico LA LOGGIA, presidente, avverte che, in relazione alla richiesta deliberata dalla Commissione nella seduta del 13 maggio 2010, il Presidente della Camera dei deputati, d'intesa con il Presidente del Senato, ha disposto, sulla base di quanto disposto dall'articolo 3, comma 5, della legge n. 42 del 2009, la proroga di venti giorni del termine per l'espressione del parere da parte della Commissione sullo schema in esame.

Il senatore Marco STRADIOTTO (PD) pur apprezzando il lavoro svolto dai relatori e dal Governo, ritiene che il testo del decreto possa essere ulteriormente migliorato in relazione a talune questioni. In particolare, ricorda che il direttore dell'Agenzia del demanio ha dichiarato che il valore di libro del patrimonio disponibile è pari a circa 3,2 miliardi di euro, la cui distribuzione sul territorio non risulta uniforme. Infatti, da una verifica effettuata risulta che su 364 milioni dei beni collocati nel Veneto ben 160 milioni sono concentrati nel solo capoluogo di Venezia. Il problema della variabilità nella distribuzione territoriale dei beni potenzialmente trasferibili rischia di irrigidire un sistema che necessita di essere riequilibrato attraverso meccanismi di perequazione, altrimenti si favorirebbero solo alcune

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comunità, che potendo destinare quote dei proventi delle alienazioni alla riduzione del loro debito avranno l'opportunità di effettuare più investimenti. A tal fine, ricorda di aver presentato un emendamento volto a modificare le quote percentuali (portandole entrambe al 50 per cento) dei proventi delle alienazioni da destinare all'ente locale e allo Stato ai fini della riduzione del debito pubblico.
Con riferimento ai procedimenti in itinere, chiede al Governo chiarimenti in merito al valore di trattativa dei beni che sono oggetto di vendita da parte dell'Agenzia del demanio, trattandosi in parte degli stessi beni che, sulla base del decreto in esame, sono potenzialmente trasferibili tra alcuni mesi agli enti territoriali, a titolo gratuito.

Il ministro Roberto CALDEROLI condivide le questioni sollevate dal senatore Stradiotto e precisa che, in relazione alla proposta emendativa citata, si possa trovare una soluzione soddisfacente.

La seduta, sospesa alle 10.25, è ripresa alle 12.

Enrico LA LOGGIA, presidente, nell'invitare i relatori ad esprimersi sulle proposte emendative formulate, segnala che sono in corso di predisposizione da parte dei medesimi alcune modifiche al testo di parere iniziale, che verranno quanto prima formalizzate.

Il deputato Marco CAUSI (PD), relatore, esprime, anche a nome del collega Corsaro, il parere dei relatori sulle proposte di modifica presentate sul testo iniziale del parere da essi predisposto.
Il parere è favorevole per le proposte emendative n. 35 e n. 34 a firma del senatore Belisario, nonché Vitali n. 1 e n. 3 (quest'ultimo con una parziale riformulazione) e Vitali n. 10 se riformulato in termini di osservazione.
A seguito della predisposizione in corso da parte dei relatori di alcune modifiche al parere inizialmente presentato, ritiene che numerose proposte di modifica formulate dai componenti della Commissione siano da ritenersi sostanzialmente assorbite, e pertanto ne formula l'invito al ritiro. Si tratta delle proposte emendative Lanzillotta n. 27, Lanzillotta n. 29, Vitali n. 2, Misiani n. 24, Boccia n. 13, Vitali n. 20, Vitali n. 4, Lanzillotta n. 31, Vitali n.7, Vitali n. 6, Vitali n. 9, Boccia n. 14, Vitali n. 8, Nannicini n. 18, Vitali n. 19, Lanzillotta n. 30 e Stradiotto n. 22.
Ritiene inoltre che siano altresì da considerare assorbite le seguenti proposte emendative sulla base di alcune specifiche riformulazioni: in particolare segnala gli emendamenti Lanzillotta n. 28 (del quale andrà espunta la seconda parte e parzialmente modificata la prima), Misiani n. 21, sul quale peraltro la riformulazione è ancora in via di definizione, Saro n. 26 e Belisario n. 33.
Relativamente alle proposte emendative Misiani n. 23, Nannicini n. 17, Vitali n. 5, quest'ultima limitatamente all'ultima parte (in quanto la restante parte risulta assorbita), Vitali n. 32, Vitali n. 11 e Nannicini n. 15, dichiara il parere contrario, con l'invito al ritiro, da parte del relatore Corsaro, mentre esprime il proprio parere favorevole.
Relativamente alla proposta emendativa Boccia n. 12, ne propone l'accantonamento in attesa di alcuni approfondimenti da compiere.
Il parere è infine contrario per le proposte emendative Misiani n. 16 e Paolo Franco n. 25.
Per quanto riguarda le due proposte alternative di parere presentate, rispettivamente, dal deputato Lanzillotta, nonché dal deputato Galletti e dal senatore D'Alia, esprime un invito al ritiro.

Il senatore Walter VITALI (PD), nell'auspicare una pronta predisposizione delle nuove proposte da parte dei relatori, segnala la necessità di una particolare attenzione sulla questione concernente gli oneri che verranno a gravare sulle Regioni a seguito del trasferimento dei demani, ritenendo in proposito necessario la valutazione della Ragioneria generale dello Stato.

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Il ministro Roberto CALDEROLI si associa alle considerazioni dei relatori, precisando peraltro in relazione alle proposte emendative per le quali il parere dei relatori risulta difforme, di condividere la posizione del relatore Corsaro. Con riferimento alla questione posta dal senatore Vitali, precisa che, ai fini dell'adozione del decreto legislativo, sarà in ogni caso necessario l'assenso della Ragioneria generale dello Stato.

Enrico LA LOGGIA, presidente, chiudendo la seduta, ricorda che la Commissione è convocata questa sera alle ore 20.

La seduta termina alle 12.20.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 18 maggio 2010. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA. - Intervengono il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, il Ministro per le riforme per il federalismo, Umberto Bossi, il Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 21.15.

Schema di decreto legislativo recante attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio.
Atto n. 196.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta antimeridiana.

Enrico LA LOGGIA, presidente, chiede ai relatori di illustrare la proposta di parere messa in distribuzione (vedi allegato), che integra, in relazione alle proposte emendative presentate ed al dibattito finora intervenuto, il contenuto della proposta iniziale di parere presentata nella seduta del 13 maggio.

Il deputato Massimo Enrico CORSARO (PdL), relatore, illustra le principali modifiche apportate alla prima stesura del parere, ad iniziare da quelle inserite nelle premesse e volte a rafforzare i presidi tesi a garantire la neutralità finanziaria del trasferimento dei beni oggetto del provvedimento. Per quanto concerne le condizioni, è stata inserita una apposita richiesta concernente l'osservanza del rapporto di coerenza tra i beni trasferiti e le funzioni di ciascun livello istituzionale destinatario del trasferimento stesso. Oltre ad alcune opportune precisazioni tecniche tese ad escludere dal trasferimento particolare categorie di giacimenti e di siti di stoccaggio, ritiene significativa la previsione che beni già inclusi nella prima fase del trasferimento possano poi, qualora non attribuiti, essere successivamente destinati negli ulteriori trasferimenti regolati dai successivi decreti biennali.
Segnala infine la previsione di particolari vincoli procedurali nella fase del trasferimento, prevedendosi che i beni trasferiti possano essere alienati solo previa valorizzazione mediante varianti allo strumento urbanistico e, inoltre, solo a seguito di attestazione di congruità da parte delle Agenzie competenti.

Il deputato Marco CAUSI (PD), relatore, proseguendo nell'illustrazione del parere avviata dall'altro relatore, sottolinea come, recependosi numerose richieste in tal senso, siano stati esclusi dal trasferimento i parchi nazionali e le riserve naturali statali. È stato inoltre potenziato il ruolo dell'Agenzia del demanio, affidandole la facoltà di chiedere chiarimenti in ordine alle motivazioni trasmesse dalle amministrazioni ai fini dell'esclusione dei beni dal trasferimento. Particolarmente significativo appare inoltre l'intervento sulla disciplina dei fondi immobiliari, per i quali è stata eliminata la parte suscettibile di essere fuori delega e si è fatto invece riferimento all'articolo 37 del decreto legislativo n. 58 del 1998. Rispetto a tale

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norma si è peraltro introdotto uno specifico vincolo, secondo cui il conferimento del bene avviene solo dopo la relativa valorizzazione e sulla base di un valore la cui congruità deve essere attestata dall'Agenzia del demanio, ovvero da quella del territorio. Ciò al fine di rendere più trasparenti le procedure e più esatte le stime dei valori, mirandosi in tal modo ad evitare alcuni errori compiuti in precedenti procedure di dismissione, quali quelle intervenute con le due operazioni SCIP.
Al fine di dar seguito alla necessità, da tutti condivisa, di evitare duplicazioni di spese, si è inoltre previsto che al trasferimento delle funzioni corrisponda un trasferimento del personale addetto alle funzioni medesime. Infine, oltre a stabilirsi che la ripartizione dei proventi sia distribuita tra l'ente territoriale e lo Stato per un ammontare rispettivamente pari al 75 ed al 25 per cento delle risorse stesse, è stata maggiormente dettagliata la parte contenente le osservazioni, con riferimento, tra l'altro, all'utilità di una legislazione quadro in materia di canoni concessori nell'ambito del demanio marittimo, nonché all'individuazione di una più stringente procedura in ordine ai beni della Difesa.

Il ministro Roberto CALDEROLI esprime le proprie considerazioni su alcune delle proposte emendative non ricomprese nel parere dei relatori; non condividendo le proposte di modifica Vitali n. 5, in quanto contraria allo spirito del provvedimento, Misiani n. 23, rilevando che nel decreto si parla di valorizzazione e non di «uso ottimale» dei beni, Nannicini n. 17, in quanto il riordino del regime giuridico del demanio esula la delega e comunque la questione è già contenuta nel parere, Vitali n. 32, con la quale si rischierebbe di moltiplicare i soggetti coinvolti nelle procedure previste dal provvedimento.
Ritiene sostanzialmente assorbite dalla riformulazione del parere dei relatori le proposte Boccia n. 12 e Vitali n. 11, pur rilevando, con riferimento a quest'ultima, qualche differenza in merito al trasferimento delle risorse finanziarie e rammentando a tale proposito il parere contrario della Ragioneria generale dello Stato.
Con riferimento alla proposta di modifica Franco n. 25, per il quale era stato espresso dai relatori parere contrario, riterrebbe utile che sia riformulato includendo tra i beni esclusi, oltre ai fiumi sovraregionali, i laghi di ambito sovraregionale, per i quali non si pervenga ad una intesa tra le regioni interessate, ferma restando l'eventuale disciplina di livello internazionale.

Il deputato Marco CAUSI (PD), relatore, con riferimento alla proposta Nannicini n. 17 ritiene che non sia sufficientemente assorbito dalla riformulazione dei relatori, con particolare riferimento alla parte in cui prevede il ricorso al comodato d'uso. Quanto alla riformulazione della proposta Franco n. 25, si dichiara contrario.

Il deputato Massimo Enrico CORSARO (PdL), relatore, accoglie il suggerimento del Ministro di riformulare la proposta prevedendo la specifica intesa delle regioni interessate. A tal fine, alla lettera v) della proposta di parere dei relatori, le parole «ad esclusione dei beni di ambito sovraregionale» andrebbero sostituite con le parole «ad esclusione dei fiumi di ambito sovraregionale e dei laghi di ambito sovraregionale per i quali non intervenga un'intesa tra le regioni interessate, ferma restando comunque la eventuale disciplina di livello internazionale.».

Il senatore Paolo FRANCO (LNP) si dichiara d'accordo con la formulazione proposta.

Il deputato Gian Luca GALLETTI (UdC), in relazione alla disciplina dei fondi immobiliari pubblici, dichiara di condividere la soluzione adottata dai relatori ma esorta la Commissione ad una ulteriore riflessione in ordine alla necessità di non considerare la variante urbanistica quale forma di valorizzazione del relativo cespite. Dissente in ordine a tale tesi in

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quanto, sottolinea, un comune potrebbe attuare una successiva variante urbanistica rispetto a quella originaria privando il bene del valore precedentemente acquisito. Reputa pertanto opportuno precisare che un bene oggetto di trasferimento non possa essere sottoposto a più varianti urbanistiche.

Il ministro Roberto CALDEROLI fa notare che potrebbe apparire improprio ed ultroneo, rispetto al perimetro definito dai principi e criteri posti dalla delega, prescrivere limitazioni e vincoli, anche temporali, dell'esercizio delle potestà degli enti territoriali. Per tale motivo ritiene preferibile collocare la definizione di eventuali vincoli all'autonomie degli enti locali, quali quelli prospettati dal deputato Galletti, nella sede istituzionale delle conferenze di servizi, ove il confronto tra tutti gli enti interessati potrebbe più legittimamente determinare l'apposizione di eventuali limiti e vincoli in ordine alle modalità di gestione e valorizzazione dei beni demaniali trasferiti.

Il senatore Giuliano BARBOLINI (PD), intervenendo in ordine alle modalità con cui si stanno svolgendo i lavori della Commissione, esprime alcune perplessità sulla possibilità che, alla luce delle considerazioni svolte dal Ministro, sia possibile consentire la riformulazione di proposte emendative, i cui termini di presentazione, come è noto, sono scaduti nella giornata precedente.

Il deputato Massimo Enrico CORSARO (PdL), relatore, precisa che, condividendo quanto segnalato dal ministro Calderoli, rileva l'opportunità di riformulare in tal senso la proposta emendativa del senatore Paolo Franco concernente la questione della lacualità interregionale.

Il deputato Marco CAUSI (PD), relatore, condivide le perplessità esposte dal senatore Barbolini, anche considerando che in presenza della sostanziale novità di una procedura incentrata sulla figura del doppio relatore, ritiene singolare che uno dei due relatori possa presentare modifiche alla proposta di parere già formulata dai relatori medesimi. In proposito segnala che, pur condividendo alcune proposte di modifica al parere, le stesse sono state presentate da altri deputati del proprio Gruppo.

Enrico LA LOGGIA, presidente, conferma la correttezza della procedura adottata, atteso che, stante la funzione che riveste la figura del relatore ai fini della redazione definitiva della proposta di parere, è facoltà dello stesso proporre, alla luce degli elementi che emergono nel corso del dibattito, eventuali riformulazioni di proposte emendative già presentate, che ovviamente devono essere accettate dai presentatori delle proposte stesse, come avvenuto nel caso in esame per la proposta emendativa n. 25, a firma del senatore Paolo Franco.

Il senatore Walter VITALI (PD) pur considerando positivamente la nuova proposta di parere come riformulata dai due relatori, in quanto accoglie molte delle proposte di modifica presentate dagli altri componenti della Commissione, pone due questioni su cui riflettere ulteriormente.
Con riferimento alla questione del rapporto tra patrimonio e debito, pone in evidenza la funzione di garanzia svolta da quest'ultimo in relazione alla sostenibilità del debito, richiamando a tale proposito l'articolo 1, comma 5, della legge finanziaria 2006, che ha disposto la destinazione dei maggiori proventi derivanti dalla dismissione o alienazione del patrimonio immobiliare dello Stato alla riduzione del debito, vincolo che viene meno per quella parte dei beni che saranno trasferiti agli enti territoriali se questi prediligeranno gli investimenti. Ricorda, quindi, la proposta di modifica n. 32 di cui è firmatario che si prefigge lo scopo di destinare una quota maggioritaria del patrimonio pubblico ad una società a capitale interamente pubblico che lo valorizzi, utilizzando i proventi ricavati dalla vendita del patrimonio alla riduzione del debito. Chiede a tale proposito una valutazione al Governo sulla

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validità dell'impianto del provvedimento in relazione alla gestione delle finanze pubbliche. Una seconda questione riguarda i costi di gestione che gli enti territoriali destinatari dei beni dovranno sopportare a seguito del trasferimento. Richiama, a tale proposito, la proposta di modifica n. 11, che prevede l'attribuzione ai medesimi enti, contestualmente al trasferimento dei beni, anche delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative e, ricordando il parere contrario della Ragioneria generale dello Stato, chiede di riconsiderare la proposta, eventualmente anche attraverso una riformulazione.

Il ministro Roberto CALDEROLI nel ricordare che il testo originario del provvedimento prevedeva che il demanio marittimo e il demanio idrico venissero assegnati su richiesta degli enti territoriali, mentre ora la Commissione ha previsto il trasferimento diretto ope legis alle regioni, osserva che a seguito di tale previsione le regioni beneficiano di maggiori entrate derivanti dai canoni del demanio idrico e dai proventi della concessione delle spiagge e, pertanto, ritiene che l'assegnazione alle regioni stesse di ulteriori risorse per la manutenzione di tali beni sia eccessivo, anche in considerazione del vincolo di neutralità finanziaria stabilito dall'articolo 28 della legge delega.
In merito alla destinazione alla riduzione del debito dei proventi derivanti dalla dismissione o alienazione del patrimonio immobiliare dello Stato disposta dall'articolo 1, comma 5, della legge finanziaria per il 2006, sottolinea che, ai sensi dell'articolo 114 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, la Repubblica è costituita, oltre che dagli enti territoriali e dalle regioni, anche dallo Stato: conseguentemente, la disposizione contenuta nella legge finanziaria per il 2006, in quanto riferita allo Stato medesimo, non va ritenuta essere applicabile obbligatoriamente anche agli immobili degli enti territoriali. Ritiene peraltro che la ripartizione percentuale dei proventi da alienazione proposta dalla Commissione, ai fini della riduzione del debito, nella misura del 75 per cento agli enti territoriali e del 25 per cento in favore dello Stato, sia valida.

Il senatore Marco STRADIOTTO (PD), illustrando le finalità dell'emendamento 22 a sua firma, ritiene preferibile che le percentuali delineate nella condizione qq) della proposta di parere, relative, rispettivamente, alle risorse derivanti a ciascuna regione ed ente locale dall'alienazione degli immobili del patrimonio disponibile ed alla residua quota destinata al fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato, siano entrambe fissate nel valore di 50 per cento rispetto a quelle proposte dai relatori, pari a settantacinque e venticinque per cento. Sostiene che la sua proposta contribuirebbe ad evitare un'accentuazione delle differenze tra enti locali in relazione ai diversi effetti sul territorio dei trasferimenti del patrimonio demaniale. Reputa necessario che si addivenga ad una condizione di maggiore equilibrio a favore degli enti locali che intendono riutilizzare i beni acquisiti rispetto a quelle amministrazioni locali che procederanno invece ad una successiva alienazione dei beni loro trasferiti. Ribadisce quindi il profilo virtuoso del proprio emendamento, in quanto teso ad affermare il principio della responsabilità nella gestione del patrimonio immobiliare acquisito.

Il deputato Gian Luca GALLETTI (UdC), nel condividere le considerazioni formulate dal senatore Stradiotto, rileva in generale che sarebbe opportuno trasmettere alle generazioni future non soltanto poste di debito e passività ma anche un patrimonio che possa essere ben valorizzato. Fa notare che il profilo della valorizzazione dei beni è contemplato dalle previsioni della legge delega e la proposta emendativa del senatore Stradiotto contribuisce a non penalizzare le amministrazioni degli enti locali virtuosi che hanno attivato e realizzato i programmi unitari di valorizzazione.

Il deputato Antonio MISIANI (PD) chiede che in ordine alla questione dei

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laghi di interesse interregionale sia opportuno un chiarimento, al fine di consentire una valutazione della validità della soluzione proposta nel parere.

Il senatore Lucio Alessio D'UBALDO (PD) ritiene necessario, a tal fine, che venga confermato che i laghi sovraregionali sono costituiti esclusivamente da quelli di Garda e Maggiore.

Il ministro Roberto CALDEROLI, nel confermare che i due laghi in questione costituiscono un ambito dimensionale che coinvolge quattro regioni, sottolinea come l'emendamento richieda l'intesa come presupposto necessario per il trasferimento della proprietà, sulla base di una logica tesa a far funzionare meglio la gestione dei beni in esame.

Il deputato Francesco BOCCIA (PD) in riferimento alla questione considerata dal collega Stradiotto, osserva che i dubbi che emergono nel proprio Gruppo sono legati non solo alle incertezze nello stimare gli impatti economici degli interventi in materia immobiliare e, conseguentemente, l'ammontare effettivo della conseguente riduzione del debito statale o locale, ma, più ancora, alla difficoltà di individuare quali siano le tipologie di enti locali che beneficieranno della riduzione del debito. Occorre infatti evitare che la norma in esame possa determinare aspetti sperequativi, premiando i comuni meno virtuosi, che hanno alti debiti, rispetto a quelli che hanno invece una situazione finanziaria in equilibrio. Ciò al fine di non ripetere gli elementi distorsivi indotti dall'abolizione dell'ICI, che fanno sì che i comuni che avevano una alta aliquota di imposta, ricevono ora maggior trasferimenti rispetto a comuni più virtuosi che avevano stabilito un'aliquota più bassa.

Il ministro Giulio TREMONTI, in merito alle considerazioni svolte dal senatore Vitali, sottolinea che l'impatto del provvedimento in esame sulla sostenibilità del debito italiano rappresenta un argomento non particolarmente pertinente in quanto il parametro cui ricondurre la sostenibilità del debito risiede principalmente nello stock di ricchezza prodotta dal Paese; al riguardo, evidenzia che il patrimonio complessivo della ricchezza finanziaria italiana è pari ad otto volte l'entità del debito pubblico. Fa notare che già dal 2002 aveva avviato la costruzione del conto patrimoniale dello Stato. Sostiene che di fatto il trasferimento dei cespiti patrimoniali immobiliari dallo Stato agli enti territoriali, vale a dire tra soggetti pubblici, assume un valore economico neutro o irrilevante mentre produce effetti positivi sul versante della valorizzazione dei relativi beni. Evidenzia che la vera difficoltà risiede nella vendita del patrimonio immobiliare. Al riguardo ritiene da approfondire la prospettiva di costituire un apposito fondo finalizzato alla gestione e valorizzazione dei beni oggetto di trasferimento. Ricorda che l'ipotesi di utilizzare i proventi dei cespiti patrimoniali acquisiti ad abbattimento del debito nasce al fine di evitare forme di elusione nella disciplina sui conti pubblici; come detto, risulta tuttavia arduo vendere i beni ed è questa la reale difficoltà che occorre superare. In merito alle previsioni delle percentuali del settantacinque e del venticinque per cento, osserva che l'esperienza dell'attuazione della norma potrà suggerirne eventuali modifiche. Sostiene che la riforma che si sta compiendo assume di fatto una valenza di carattere costituzionale e quindi un elevato valore simbolico; apprezza il metodo di collaborazione e confronto che la Commissione sta adottando e che auspica possa proseguire anche nelle successive fasi dell'esame dei decreti legislativi delegati.

Enrico LA LOGGIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 22.35.