CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 27 aprile 2010
315.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 27 aprile 2010.

Audizione di rappresentanti di ENEL SpA, nell'ambito dell'esame del Piano d'azione sulla mobilità urbana (COM(2009)490 def.).

L'audizione informale è stata svolta dalle 13.30 alle 14.20.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 27 aprile 2010. - Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Mario Mantovani.

La seduta comincia alle 14.20.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di riordino degli enti vigilati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Atto n. 203.

(Rilievi alla Commissione parlamentare per la semplificazione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 21 aprile 2010.

Mario VALDUCCI, presidente, segnala che nella giornata di domani avranno luogo presso la Commissione parlamentare per la semplificazione le audizioni di rappresentanti dell'ENAC e di rappresentanti di Aero Club d'Italia. Invita quindi il rappresentante del Governo a fornire gli elementi di chiarimento richiesti nella seduta del 21 aprile scorso.

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Il sottosegretario Mario MANTOVANI fa presente che nel corso della seduta della IX Commissione Trasporti tenutasi il 21 aprile scorso il presidente Valducci, accogliendo le osservazioni del deputato Lovelli, aveva richiesto al Governo alcuni chiarimenti in merito alla riorganizzazione dell'ENAC. Osserva quindi che al fine di consentire una maggior razionalizzazione dell'azione amministrativa dell'ENAC nonché una riduzione delle spese di funzionamento dello stesso ente si è ritenuto opportuno prevedere alcune misure di intervento. In primo luogo la durata dell'incarico del consiglio di amministrazione, del Presidente e del direttore generale è stata portata a cinque anni per consentire il raggiungimento degli obiettivi dell'ente che, in ragione della specificità e sensibilità del settore aeronautico, risultano di particolare e complessa implementazione. Ricorda al riguardo che gli interventi nel settore dell'aviazione civile sono caratterizzati da una pianificazione che attiene al medio e lungo periodo in ragione degli elevati costi rappresentati sia dalla fase della progettazione sia della successiva implementazione dei progetti stessi. In proposito porta ad esempio la definizione dei piani di sviluppo aeroportuale o i progetti di costruzione degli aeromobili. Ritiene una vigenza di soli quattro anni insufficiente a garantire la stabilità del sistema in termini di sviluppo e di certezza delle azioni da intraprendere, che potrebbero essere compromesse con la nomina di nuovi organi dopo solo quattro anni di mandato. Fa presente inoltre che la previsione di un mandato di cinque anni porrebbe l'ente in linea con mandato quinquennale stabilito per gli organi dell'Agenzia Nazionale della Sicurezza del volo (ANSV).
Fa presente che per le ragioni sopra esposte è stato previsto che il mandato del presidente e del direttore generale dell'ENAC possa essere rinnovato più volte, con le medesime modalità previste per la nomina. In particolare per quanto attiene alla figura del direttore generale rileva che ai sensi dell'articolo 4, comma 5 del decreto legislativo 250 del 1997 tale organo assume in sé compiti di natura gestionale delle attività dell'ente, in quanto cura l'esecuzione delle deliberazioni del consiglio stesso, sovrintende all'attività di tutti gli uffici assicurando il coordinamento operativo dei servizi, delle articolazioni territoriali e l'unità di indirizzo tecnico-amministrativo, esegue ogni altro compito che gli sia attribuito dal consiglio o dallo statuto; ad esso spetta inoltre di dirigere l'attività di tutti gli uffici ed unità operative, assicurando il coordinamento operativo dei servizi, delle articolazioni territoriali, nonché l'unità di indirizzo tecnico-amministrativo e in caso di urgenza, e il compito di adottare i provvedimenti indifferibili necessari a garantire la continuità e la sicurezza dell'esercizio dell'azione amministrativa dell'ente. In considerazione di tali peculiarità di competenze che implicano una conoscenza approfondita sia del settore dell'aviazione civile sia dell'ente stesso non ravvede la necessità di limitare la possibilità di rinnovare senza limiti il mandato di tale organo. In particolare ritiene che esso, qualora ritenuto meritevole di rinnovo, possa garantire la continuità dell'azione amministrativa intesa come univocità di gestione dell'ente e fungere altresì da punto di raccordo tra il consiglio di amministrazione uscente e quello entrante.
Fa presente inoltre che il principio di escludere limiti al rinnovo del mandato del direttore generale si colloca a pieno titolo nel contesto normativo di riferimento rappresentato dal decreto legislativo n. 165 del 2001, nella parte in cui prevede il principio di separazione tra attività di indirizzo politico, rappresentato, nell'ENAC, dal Consiglio di amministrazione, e attività gestionale prevista in capo al direttore generale. Osserva che l'applicazione di tale principio comporta che i dirigenti generali dello Stato, a cui spetta l'attività gestionale, non siano soggetti a rimozione allo scadere del loro mandato proprio in ragione del fatto che il legislatore ha inteso conferire loro un ruolo gestionale che include un profilo di stabilità non sottoposto a termine.
Ritiene che detto principio debba essere applicato, mutatis mutandis, al direttore generale dell'ente con la previsione della possibilità di rinnovare senza limiti il

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mandato, ovviamente se ritenuto meritevole da coloro a cui spetta la proposizione della nomina, garantendo così la tendenziale continuità dell'azione amministrativa dell'ente ed il di andamento della stessa. Fa presente inoltre che la possibilità per il direttore generale di essere rinnovato anche più di una volta è già prevista nell'ordinamento come nel caso del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione, che opera presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per l'attuazione delle politiche del Ministro per l'innovazione e le tecnologie, di cui alla legge 23 ottobre 1992, n. 421. Per quanto attiene alla previsione di non includere un limite del rinnovo del mandato del presidente sottolinea che la possibilità di rinnovare senza limiti il mandato del Presidente può fungere da elemento di garanzia e di raccordo tra il Consiglio uscente con quello di nuova nomina per quanto attiene all'attività di indirizzo propria del Consiglio di Amministrazione. Evidenzia inoltre che, atteso che il consiglio di amministrazione, anche così come modificato, risulterebbe composto da quattro consiglieri, il ruolo ponderale del presidente risulterebbe, comunque, non dirimente rispetto alle decisioni assunte e ciò anche in ragione del fatto che il direttore generale non ha potere di voto decisionale nell' ambito del Consiglio di amministrazione.

Mario LOVELLI (PD) pur riservandosi di approfondire il contenuto delle considerazioni svolte dal rappresentante del Governo, anticipa che tali considerazioni non appaiono del tutto convincenti. Contestualmente ricorda che nella precedente seduta della Commissione il presidente Valducci aveva segnalato all'attenzione del Governo anche la disposizione, nell'ambito della disciplina degli organi dell'ENAC, in base alla quale coloro che hanno rivestito la carica di presidente, direttore generale o membro del consiglio di amministrazione dell'ENAC, non possono assumere incarichi di impiego, collaborazione o consulenza con imprese operanti nel settore del trasporto aereo, prima che siano trascorsi quattro anni dalla conclusione del mandato svolto. Nel richiamare le perplessità manifestate dal Presidente in ordine alla citata disposizione, tenuto conto che un analogo divieto non è invece previsto per i dirigenti dell'ente, chiede chiarimenti al Governo in ordine anche a questo specifico aspetto.

Il sottosegretario Mario MANTOVANI si riserva di effettuare un ulteriore approfondimento sulla questione.

Daniele TOTO (PdL) ritiene anch'egli meritevole di approfondimento la questione evidenziata dal presidente Valducci e ripresa dal collega Lovelli, che potrebbe essere presa in considerazione nell'ambito della predisposizione della proposta di rilievi. Prima di procedere all'elaborazione di tale proposta ritiene comunque opportuno acquisire gli elementi informativi e valutativi che emergeranno dalle audizioni dell'ENAC e dell'Aero Club d'Italia previste per la giornata di domani da parte della Commissione parlamentare per la semplificazione.

Mario VALDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.35.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 27 aprile 2010. - Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Mario Mantovani.

La seduta comincia alle 14.35.

Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991.
Nuovo testo C. 2451 Governo e abb., approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 marzo 2010.

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Mario VALDUCCI, presidente, segnala che, nonostante ripetute sollecitazione rivolte al Ministero dell'Ambiente per organizzare un'audizione del Ministro o comunque di un rappresentante del Ministero, in conformità a quanto era stato richiesto in sede di ufficio di presidenza dal gruppo del Partito democratico, non è stato possibile pervenire alla definizione di una data per lo svolgimento della suddetta audizione.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP), relatore, propone che la Commissione esprima parere favorevole sul disegno di legge in esame, nel testo trasmesso dalla Commissione Affari esteri.

Il sottosegretario Mario MANTOVANI esprime l'assenso del Governo sulla proposta di parere del relatore.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) chiede al relatore e al Governo di rivedere la propria posizione. Osserva che sono ormai diverse legislature che il Parlamento tenta invano di ratificare questa Convenzione e di approvare il Protocollo trasporti, che rappresenta l'elemento essenziale della Convenzione per la protezione delle Alpi. Ricorda che in passato la soppressione del Protocollo trasporti è stata operata nell'altro ramo del Parlamento e che la Camera ha sempre provveduto, durante l'esame, a reintrodurlo. Rileva quindi una certa incoerenza nell'atteggiamento di questo ramo del Parlamento e dello stesso Governo che, nelle passate legislature, ha sostenuto la reintroduzione di questo importante Protocollo. Osserva che per la costruzione di infrastrutture viarie transalpine è necessario acquisire il consenso dello Stato confinante e ritiene che la mancata ratifica da parte dell'Italia del Protocollo trasporti potrebbe costituire un elemento di difficoltà, soprattutto stante il fatto che tutti gli altri Stati, ad eccezione della sola Svizzera, hanno provveduto a tale ratifica. Ricorda che l'Italia ha chiesto di istituire nel territorio italiano la sede ufficiale della Convenzione delle Alpi e ritiene questo discordante con la decisione di sopprimere il Protocollo più importante all'interno della Convenzione. Giudica che questa soppressione possa provocare un grave danno all'immagine dell'Italia, che è il Paese maggiormente coinvolto nella tutela dell'arco alpino. Ricorda che nella precedente legislatura la reintroduzione del Protocollo trasporti all'interno della Convenzione è avvenuto con il sostegno del gruppo Lega nord, che giudica da sempre sensibile e attento alla protezione dei territori montani, ed esprime rammarico per il fatto che il gruppo della Lega Nord abbia modificato la sua posizione al riguardo, sostenendo l'eliminazione del Protocollo dal disegno di legge che autorizza la ratifica e proponendo, nella Commissione Trasporti, di esprimere parere favorevole su tale testo.

Mario LOVELLI (PD) ritiene che la proposta di parere del relatore non tenga conto del dibattito che si è avuto nella seduta precedente della Commissione. Considera ragionevoli le argomentazioni a sostegno della reintroduzione del Protocollo trasporti avanzate nella scorsa seduta e ribadite dal collega Zeller nella seduta odierna. Fa presente che dalle memorie raccolte nel corso delle audizioni tenutesi presso la Commissione Affari esteri emerge con chiarezza la rilevante differenza tra le reti transalpine e le reti intralpine: le prime infatti sono le grandi autostrade che collegano Stati e località che sono poste fuori dall'arco alpino e che per essere collegate necessitano di un'infrastruttura che passi attraverso le Alpi, mentre le reti intralpine sono quelle che collegano due località entrambe poste nell'arco alpino, Per questo secondo caso, in cui ricadono i progetti di ampliamento di infrastrutture stradali nelle regioni alpine italiane, il Protocollo in esame non reca alcun divieto. Fa presente che i grandi corridoi europei, e in particolare il corridoio Torino-Lione per il quale risulta già attivata una parte delle risorse necessarie, prevedono il potenziamento di linee ferroviarie e giudica opportuno che anche in questo caso siano prese decisioni che risultino coerenti con quelle assunte in sede

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europea e che siano favoriti tutti gli interventi idonei a spostare il trasporto dalla strada alla rotaia. Osserva che non ci sono ragioni oggettive per sostenere la scelta della soppressione del Protocollo trasporti nell'ambito della Convenzione, che appare determinata soltanto dalle pressioni di alcune categorie, pressioni che per di più appaiono prive di valide motivazioni. Sottolinea che il Protocollo trasporti tutela un patrimonio di enorme rilievo, collocato soprattutto in territorio italiano. Ricorda che in ufficio di presidenza era stata chiesta l'audizione di un rappresentante del Ministero dell'ambiente e che nella scorsa seduta il rappresentante del Governo si era impegnato a fornire alla Commissione elementi informativi in merito alle infrastrutture viarie in corso di progettazione nell'arco alpino, per permettere alla Commissione stessa di verificare quale potrebbe essere l'impatto del Protocollo trasporti. Ritiene fondamentale che la Commissione acquisisca gli elementi di informazione e di valutazione richiesti, prima di procedere all'espressione del parere.

Silvia VELO (PD) osserva che il Protocollo trasporti incide su un settore, quale quello dell'autotrasporto, che da molto tempo si trova a fronteggiare condizioni di grave difficoltà. Osserva che tale settore necessiterebbe di misure strutturali idonee a favorirne il superamento della crisi in cui versa. Nonostante il tavolo di confronto con gli operatori del settore convocato sin dall'inizio della legislatura il Governo in carica non ha ancora dato attuazione a misure di questo genere. Giudicherebbe quindi doveroso da parte del Governo predisporre misure strutturali ed efficaci, anziché far leva sui timori degli operatori del settore per offrire segnali simbolici, senza reali e concreti effetti, quali la soppressione del Protocollo trasporti dalla Convenzione sulle Alpi. Osserva che lo stralcio di tale Protocollo, che rappresenta la parte più importante della Convenzione, vanifica di fatto la ratifica della Convenzione medesima. Chiede al Governo se esistano delle iniziative infrastrutturali che risultino incompatibili con la sottoscrizione del Protocollo trasporti e, nel caso, ritiene che, come il rappresentante del Governo si era impegnato a fare, la Commissione dovrebbe esserne informata in modo circostanziato. Ribadisce quindi la richiesta di un'audizione del Ministro dell'ambiente o comunque di un rappresentante del Ministero, ritenendo del tutto ingiustificabile che, di fronte alla sollecitazione proveniente dalla Commissione, non sia stata fornita alcuna disponibilità per la programmazione e lo svolgimento dell'audizione. In ogni caso, qualora si rilevasse del tutto impossibile svolgere l'audizione, ritiene che il Ministero dell'Ambiente dovrebbe almeno inviare una nota scritta in cui si valutano i profili di impatto ambientale della mancata ratifica del Protocollo trasporti. Giudica pertanto indispensabile un'ulteriore riflessione da parte della Commissione, che soltanto una volta acquisiti gli elementi di informazione e di valutazione richiesti si troverà in condizione di esprimere il proprio parere.

Carlo MONAI (IdV) ritiene che l'esclusione del Protocollo trasporti dal complesso dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi di cui con il disegno di legge in esame si autorizza la ratifica rechi un grave danno all'immagine dell'Italia, che è il Paese che più di ogni altro dovrebbe sentire l'esigenza di una effettiva tutela del patrimonio alpino. Osserva che tutti i Paesi sottoscrittori della convenzione, al di fuori della Svizzera, hanno ratificato il Protocollo trasporti e che qualsiasi iniziativa in merito alla realizzazione di un'infrastruttura da parte dell'Italia coinvolgerebbe anche i Paesi confinanti che hanno sottoscritto tale Protocollo. Ricorda che ad agosto dello scorso anno è avvenuta l'iscrizione delle Dolomiti nel patrimonio dell'Unesco, e che alla cerimonia è intervenuto il Presidente della Repubblica, a testimonianza del grande valore paesaggistico che le Alpi assumono a livello mondiale. Chiede quindi che la Commissione possa effettuare un'ulteriore e più approfondita

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riflessione, al fine di pervenire all'inserimento, nel parere, di una osservazione o di una condizione volta a ripristinare il Protocollo trasporti, in assenza della quale preannuncia il voto contrario del proprio gruppo.

Daniele TOTO (PdL) osserva che non di rado in sede di accordi internazionali sono inserite clausole che implicano, come successivamente si viene a constatare obblighi rigidi e vincolanti, che finiscono per incidere negativamente sulle decisioni già prese dal Governo relativamente ad opere infrastrutturali in corso. Giudica indispensabile che una politica di potenziamento della dotazione infrastrutturale sia adeguatamente sostenuta e a tal fine ritiene che la Commissione debba pervenire all'approvazione della proposta di parere favorevole del relatore.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP), relatore, nel ribadire quanto già espresso nel precedente intervento; segnala che la soppressione del Protocollo trasporti corrisponde a una precisa e approfondita decisione della maggioranza, interamente condivisa dal Governo. Osserva che l'atteggiamento delle opposizioni in questo caso appare assai diverso da quello dimostrato in occasione della discussione sulla realizzazione della TAV. Concorda con quanto osservato dal collega Toto riguardo alla rigidità di alcune disposizioni contenute all'interno del Protocollo trasporti che potrebbero inficiare la realizzazione di opere infrastrutturali necessarie allo sviluppo del Paese.

Mario LOVELLI (PD) giudica improprio il riferimento alla TAV da parte del relatore e ritiene inaccettabile che una Commissione parlamentare non sia in condizione di acquisire dal Governo gli elementi informativi che richiede ai fini dell'espressione di un parere su un atto che contiene disposizioni estremamente rilevanti e di preminente interesse della Commissione medesima. Ribadisce quindi la richiesta che non venga posta in votazione la proposta di parere del relatore se non dopo che la Commissione abbia potuto valutarla alla luce delle informazioni e delle valutazioni che sono state richieste sia al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sia al Ministero dell'ambiente. Una votazione del parere in assenza di tali elementi significherebbe un grave svilimento di tutta l'attività della Commissione.

Mario VALDUCCI, presidente, propone di rinviare alla prossima settimana la votazione del parere, richiedendo al rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di fornire per la prossima seduta che sarà dedicata al provvedimento gli elementi informativi richiesti in merito al traffico su gomma nell'arco alpino e alle infrastrutture viarie in corso di progettazione, già richiesti nella seduta del 10 marzo scorso e precisati dal deputato Lovelli nella seduta odierna. Per quanto concerne le valutazioni di competenza del Ministro dell'Ambiente, si impegna a inviare al Ministro una lettera con cui si chiede la trasmissione alla Commissione, in tempo utile per lo svolgimento della prossima seduta, una nota scritta contenente tali valutazioni. In ogni caso ribadisce l'esigenza che, nella prossima seduta, la Commissione pervenga all'espressione del parere.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP), relatore, sulla base delle richieste avanzate dai colleghi dei gruppi di opposizione, si dichiara disponibile ad accogliere la proposta del Presidente di un rinvio della votazione del parere.

Mario VALDUCCI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.