CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 aprile 2010
309.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 14 aprile 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.55 alle 13.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Intervengono il ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, il sottosegretario di Stato per l'interno Michelino Davico e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Francesco Belsito.

La seduta comincia alle 13.

Salvaguardia degli effetti prodotti dal decreto-legge 5 marzo 2010, n. 29, recante interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione, non convertito in legge.
C. 3394 Bruno.
(Esame e conclusione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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Donato BRUNO, presidente e relatore, introducendo l'esame, ricorda che la Commissione è chiamata ad esaminare la proposta di legge n. 3394, presentata da lui e dal deputato Luciano Dussin a seguito dell'approvazione, avvenuta nella seduta di Assemblea di ieri, dell'emendamento Bressa dis. 1.1 al disegno di legge C. 3273. Tale emendamento ha disposto la soppressione dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 5 marzo 2010, n. 29, recante l'interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e la relativa disciplina di attuazione, ed ha quindi in sostanza negato la conversione in legge del decreto.
Ricorda che le disposizioni del suddetto decreto-legge hanno trovato applicazione, in occasione delle recenti elezioni del 28 e 29 marzo 2010, in diverse regioni, quali la Lombardia, la Liguria, il Lazio, il Piemonte nonché l'Abruzzo e la Calabria per quanto riguarda le elezioni amministrative. Per tali ragioni ed in conformità con quanto avvenuto in precedenti occasioni, a seguito della reiezione del decreto-legge, si rende necessaria una disposizione legislativa che, entrando in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, salvaguardi gli atti ed i provvedimenti adottati, gli effetti prodotti ed i rapporti giuridici sorti sulla base del citato decreto-legge.
Comunica inoltre che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione testé conclusasi, ha convenuto di fissare alle ore 13.30 di oggi il termine per la presentazione di emendamenti alla proposta di legge in esame.

Pierluigi MANTINI (UdC) rileva come il suo gruppo abbia già espresso una posizione chiara sul decreto-legge n. 29 del 2010 e sull'opportunità di una misura di sanatoria degli effetti, peraltro già anticipata in un emendamento da lui presentato in Assemblea.
Sottolinea infatti come, pur non potendo non ricordare il «pasticcio» creato dal decreto-legge in questione, cui sono seguiti altri elementi di confusione, vi sia la necessità di stabilizzare la volontà espressa con il voto degli elettori. Ricorda, oltretutto, come vi sia un precedente analogo del 1995 in cui, dopo la decisione della Camera di non convertire il decreto-legge adottato dal Governo, è stata approvata una legge per farne salvi gli effetti.
Rileva in ogni modo come, anche se il suo gruppo è favorevole alla soluzione recata dalla proposta di legge in discussione, permangono i profili di forte criticità già espressi sul merito del decreto-legge in altre sedi. Tali rilievi restano e si estendono in qualche misura alla legge di salvaguardia: essi potranno essere valutati dagli organi costituzionali competenti.
Ricorda, infatti, che il decreto-legge è stato adottato quando la campagna elettorale era già aperta, in palese contrasto con i principi democratici nonché di quanto disposto dall'articolo 15 della legge n. 400 del 1988, che non consente di adottare provvedimenti di urgenza nelle materie coperte dalla riserva di cui all'articolo 72 della Costituzione, tra cui la materia elettorale.
Il decreto-legge n. 29 reca poi un intervento statale in una materia esplicitamente ricompresa nelle competenze regionali, ai sensi dell'articolo 122 della Costituzione e come confermato dalla stessa Corte Costituzionale.
Rileva, al tempo stesso, come il decreto-legge rechi disposizioni che non possono considerarsi di mera interpretazione se si tiene conto, in particolare, del contenuto delle disposizioni che differiscono i termini per la pubblicazione di manifesti o di quelle che recano un nuovo termine per la presentazione delle liste.
Ci si trova inoltre di fronte ad un violazione chiara degli articoli 3 e 51 della Costituzione, poiché il decreto-legge n. 29 interviene per sanare le irregolarità di due liste rispettivamente del Lazio e della Lombardia, così violando il principio di parità di tutte le liste davanti al contesto elettorale.
Richiama infine il carattere di irragionevolezza che permea il decreto-legge, che è stato adottato quando il procedimento elettorale era già aperto.

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Evidenzia pertanto che, ferme restando le consistenti critiche nel merito, il suo gruppo ritiene necessario intervenire con senso di responsabilità per fare salvi i voti espressi dagli elettori, pur nella consapevolezza di trovarsi di fronte ad una «sanatoria nella sanatoria» e ad una triste pagina della vita istituzionale del Paese.

Gianclaudio BRESSA (PD) chiede preliminarmente conferma, al presidente e relatore, del fatto che il provvedimento in esame intende far salvi esclusivamente gli effetti prodotti dal decreto-legge 5 marzo 2010, n. 29, in occasione delle votazioni del 28 e 29 marzo scorsi e che non sono pertanto ammissibili interpretazioni estensive volte a consentire che in futuro si possa far riferimento alle norme in esso contenute. La sua richiesta di chiarimento nasce soprattutto dalle preoccupazioni legate al comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge.

Giuseppe CALDERISI (PdL) ricorda che vi sono state liste ammesse sulla base del comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge.

Donato BRUNO, presidente e relatore, assicura che la finalità della proposta di legge è unicamente quella di far salvi gli effetti prodotti dal decreto-legge con riferimento alle consultazioni elettorali regionali e locali del 28 e 29 marzo 2010, come avrà modo di ribadire anche in occasione della discussione del provvedimento in Assemblea.

Il sottosegretario Michelino DAVICO conferma quando dichiarato dal presidente e relatore.

Gianclaudio BRESSA (PD) prende atto del chiarimento del presidente e del Governo. Nel ribadire quindi la ferma contrarietà del suo gruppo al decreto-legge n. 29 del 2010, per le ragioni già illustrate in sede di esame del relativo disegno di legge di conversione, chiarisce che l'emendamento dis.1.1 del suo gruppo approvato dall'Assemblea nella seduta di ieri aveva come unico scopo quello di evitare che si instaurasse nell'ordinamento un precedente gravissimo, dalle conseguenze imprevedibili, di intervento con decreto-legge in materia di procedimento elettorale ad operazioni elettorali già avviate e non intendeva in alcun modo porre in discussione il risultato delle consultazioni elettorali. Per questa ragione, essendo stata scongiurata la conversione del decreto-legge, preannuncia il sostegno del suo gruppo alla proposta di legge in esame.

David FAVIA (IdV), nel dirsi onorato di poter intervenire «fuori dal coro» sulla proposta di legge in esame, ritiene non condivisibili le motivazioni finora espresse dai colleghi. Ritiene, infatti, che ci si trovi in presenza di disposizioni sbagliate e palesemente incostituzionali, sulla cui base sono state ammesse liste che non ne avevano diritto.
Ritiene, quindi, che gli elettori siano stati chiamati a votare in una «partita truccata» e ricorda che vi sono precedenti, come avvenuto in Molise, in cui si è deciso di annullare le votazioni svolte. Ritiene infatti sempre meglio seguire la strada maestra del rispetto della legge piuttosto che procedere a rimedi, come quelli proposti dal provvedimento in esame, che non tengono conto dei diritti dei cittadini. A suo avviso, in questo modo, si vuole stabilizzare un «voto truffa» a cui i cittadini sono stati inconsapevolmente chiamati.
Ricorda poi che l'articolo 77 della Costituzione attribuisce alle Camere la possibilità di regolare per legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti-legge non convertiti, che è cosa diversa da una salvaguardia degli effetti.
In questo modo ci si assume l'onere di salvaguardare gli effetti di un decreto-legge che in molti, fino a ieri, avevano descritto come incostituzionale.
Ritiene pertanto incoerente, pur nel rispetto delle posizioni di ognuno, tale atteggiamento. Preannuncia quindi il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di legge in esame.

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Maurizio TURCO (PD) ritiene che le ragioni di contrarietà al decreto-legge da lui esposte nel corso dell'esame del relativo disegno di legge di conversione siano valide anche per la proposta di legge in esame, che tende a far salvi gli effetti di un provvedimento incostituzionale e sbagliato. Ancora ieri il relatore sul decreto-legge, deputato Calderisi, ha sostenuto che l'intervento urgente era necessario per sanare alcune presunte violazioni di legge commesse dagli uffici elettorali. Quand'anche però tali violazioni fossero state commesse, si sarebbe dovuto far ricorso agli ordinari mezzi di tutela. L'adozione di un decreto-legge in materia elettorale ad operazioni elettorali già avviate costituisce un precedente grave. In conclusione, ritiene che non sia possibile salvaguardare gli effetti di disposizioni incostituzionali e per questo si opporrà all'approvazione della proposta di legge in esame.

Mario TASSONE (UdC) ritiene che la proposta di legge in esame ponga una serie di questioni, peraltro già in parte richiamate dal collega Mantini. Ricorda che in passato, soprattutto prima delle sentenza della Corte Costituzionale n. 360 del 1996, si assisteva ad una continua reiterazione di decreti-legge con la relativa salvaguardia degli effetti. Nel caso di specie, si sta facendo lo stesso, come oltretutto era stato già previsto dal collega Mantini quando ha presentato un emendamento di salvaguardia degli effetti nel corso dell'esame in Assemblea del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 29 del 2010.
Rileva come probabilmente già vi fosse una sfiducia nei confronti del provvedimento, considerata la gracilità del sostegno della maggioranza sul decreto-legge, come peraltro era già stato rilevato dal suo gruppo.
Ritiene opportuno chiarire che con la proposta di legge in esame di certo non si salva la «bruttura» della normativa prevista con il decreto-legge n. 29, ma, quantomeno, si tutela la sacralità delle istituzioni ed il rispetto degli interessi del Paese.
Ritiene infatti necessario avere sempre presente la gerarchia degli interessi da difendere. Rileva quindi come preoccupazioni e perplessità permangano e sarebbe facile lasciare alla maggioranza l'onere di risolvere il problema. Tuttavia un senso di responsabilità si impone, considerato che l'interesse a dare soluzione a questioni di rilievo istituzionale, nell'interesse dei cittadini, deve essere, a suo avviso, patrimonio di tutti.
Il contributo del suo gruppo sarà quindi in sintonia con una autentica cultura dello Stato, di certezza e stabilità per i cittadini, che non deve venire meno anche di fronte ad un dibattito parlamentare caratterizzato da toni accesi.

Giuseppe CALDERISI (PdL) ritiene che, dopo che l'Assemblea nella seduta di ieri ha negato la conversione in legge del decreto-legge n. 29 del 2010, sia indispensabile intervenire per far salvi gli effetti dello stesso. Prende atto con soddisfazione che anche parte dell'opposizione, pur non avendo condiviso il decreto-legge, riconosca questa necessità.
Ciò premesso, si dice convinto che la disciplina in materia di procedimento elettorale sia lacunosa e debba essere quindi rivista per evitare che in futuro si ripropongano gli stessi problemi delle ultime consultazioni. Ritiene che il decreto-legge n. 29 potrà costituire un utile punto di riferimento per le riflessioni che sarà necessario condurre al riguardo.
Ribadisce, infine, che il decreto-legge n. 90 del 1995 non costituisce l'unico precedente di decreto d'urgenza in materia elettorale a procedimento elettorale iniziato. Va ricordato infatti anche il decreto-legge n. 24 del 2008, adottato dal Governo Prodi dopo la convocazione dei comizi elettorali, per cambiare, senza che sul punto vi fosse consenso unanime, le regole in materia di esenzione dalla raccolta delle firme.

Pierangelo FERRARI (PD) nel condividere quanto preannunciato dal collega Bressa a nome del suo gruppo, intende svolgere alcune precisazioni in merito ad

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affermazioni svolte dal collega Favia, che si è detto onorato di intervenire «fuori dal coro». Ritiene infatti di non sentirsi meno onorato dalla posizione espressa dal collega Bressa, finalizzata a compiere una scelta onorevole nella misura in cui si fa carico dell'interesse dei cittadini.
Ritiene che le ragioni di contrarietà del suo gruppo rispetto al decreto-legge n. 29 del 2010 siano state ampiamente illustrate dal collega Zaccaria nel corso della discussione in Assemblea. Esse sono fondate in primo luogo sulla discutibile scelta di intervenire con un decreto-legge quando il procedimento elettorale era già aperto. Rileva oltretutto come lo stesso risultato della votazione che si è svolta ieri in Assemblea dica chiaramente che la Camera boccia il ricorso a questo strumento in tale contesto.
Ritiene quindi che il voto della Camera - che non ha consentito di convertire in legge il decreto-legge n. 29 del 2010 - possa essere considerato un risultato politico di rilievo per i gruppi di opposizione. Non ritiene invece corrispondente all'idea che ha di moralità politica cercare di rendere nulle le elezioni appena svolte, per tornare dai cittadini a dire loro che il voto che hanno espresso non era valido.
Ritiene, quindi, che in questa sede si ponga un questione di priorità politica e morale a tutela della volontà popolare.

Roberto ZACCARIA (PD), con riferimento a quando dichiarato dal deputato Favia, osserva che la proposta di legge in esame rispetta pienamente lo schema di cui all'articolo 77 della Costituzione. Non c'è dubbio infatti che il costituente intendesse consentire che il Parlamento, nel momento in cui avesse negato la conversione in legge di un decreto, potesse far salvi gli effetti da esso prodotti. Del resto lo strumento della decretazione d'urgenza era pensato soprattutto per la materia economica ed è evidente che la mancata conversione di un decreto che avesse fissato, ad esempio, il prezzo della benzina non avrebbe potuto mettere in discussione le transazioni avvenute tra i clienti e i gestori delle pompe di benzina.

Gianclaudio BRESSA (PD) intende svolgere alcune precisazioni con particolare riguardo al rigore costituzionale che caratterizza l'atteggiamento del suo gruppo di fronte a vicende come quella in discussione.
Rileva come alla base della Costituzione italiana vi siano alcune regole di fondo, tra cui il bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco ed il principio di ragionevolezza.
Ci si trova ora di fronte ad un decreto-legge, contestato sin dall'inizio dal suo gruppo, ma che ha dispiegato i proprio effetti in quanto legge dello Stato. In tale contesto, il principio fondamentale è quello della tutela dell'affidamento che mai va messo in discussione se non si vogliono minare le regole che sono alla base di una comunità.
Rileva come la libertà di espressione del voto non possa essere messa in discussione con un'interpretazione capziosa: la decisione del popolo italiano deve essere tutelata ed il voto espresso il 27 e 28 marzo scorso va quindi confermato.
Sottolinea, infine, come quanto evidenziato dal collega Calderisi debba essere considerato solo come un auspicio di poter affrontare i temi richiamati, considerato che il decreto-legge n. 29 ormai non esiste più e non potrà più essere utilizzato in futuro neanche come strumento interpretativo.

David FAVIA (IdV) si dice dispiaciuto del fatto che il deputato Ferrari abbia sentito chiamata in causa l'onorabilità sua e del suo gruppo e chiarisce che non era sua intenzione arrogarsi un primato morale. Sottolinea in ogni caso che se alla competizione elettorale del 28 e 29 marzo 2010 hanno partecipato, come è avvenuto, anche liste ammesse sulla base del decreto-legge n. 29, che era un provvedimento incostituzionale, fare salvi i risultati delle elezioni è sbagliato in linea di principio, in quanto tali risultati discendono da un voto avvenuto in circostanze falsate. Per tali ragioni il suo gruppo è contrario alla proposta di legge in esame.

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Donato BRUNO, presidente e relatore, comunica che è stato presentato un emendamento (vedi allegato), soppressivo della proposta di legge. Esprime quindi, in qualità di relatore, parere contrario sul suddetto emendamento.

Il sottosegretario Michelino DAVICO esprime parere conforme a quello del relatore.

La Commissione respinge l'emendamento Favia 1.1.

Donato BRUNO, presidente e relatore, comunica che è pervenuto il parere favorevole della II Commissione sulla proposta di legge in titolo mentre la Commissione parlamentare per le questioni regionali non si è convocata e potrà eventualmente esprimere il proprio parere nel corso dell'esame del provvedimento presso il Senato.

Pierluigi MANTINI (UdC), intervenendo con riferimento alle considerazioni testé espresse dal collega Calderisi rileva come, considerata la limitata portata del decreto-legge n. 29 del 2010 e tenuto conto dei rilievi critici espressi dai colleghi dell'Italia dei valori e da alcuni deputati dell'area radicale, vi è a questo punto l'auspicio e l'impegno che, per quanto di competenza del Parlamento italiano, si possa intervenire in tempi brevi per rivedere la legislazione nazionale sulla presentazione delle liste e delle firme. Auspica, in particolare, che ciò possa avvenire prima delle importanti elezioni amministrative previste nel 2011 anche considerato che, in tale ambito, vi è una competenza statale, diversamente da altri casi in cui la competenza è affidata alle regioni.
L'invito è quindi a tenere conto di un impegno assunto a rivedere le regole per il procedimento elettorale nella direzione di una loro semplificazione.

Donato BRUNO, presidente, rileva come, ferma restando la necessità di esaminare prioritariamente i provvedimenti iscritti nel programma dei lavori dell'Assemblea, la Commissione potrà avviare quanto prima l'esame in sede referente delle proposte di legge presentate nella direzione testé auspicata dal collega Mantini.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Donato BRUNO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 13.45.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 13.45.

Indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame dei progetti di legge C. 67 Stucchi ed abb., semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative e Carta delle autonomie locali.
(Deliberazione).

Donato BRUNO, presidente, sulla base di quanto convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame dei progetti di legge C. 67 Stucchi ed abb., semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative e Carta delle autonomie locali.

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Nell'ambito dell'indagine conoscitiva, che si concluderà entro la fine del mese di aprile 2010, la Commissione procederà all'audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome, dell'UPI, dell'ANCI, della Lega delle autonomie, dell'UNCEM, di docenti universitari ed esperti della materia, nonché di enti ed organismi interessati ai progetti di legge in esame.

La Commissione approva la proposta di deliberazione dell'indagine formulata dal presidente.

Indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3209-bis Governo recante «Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione».
(Deliberazione).

Donato BRUNO, presidente, sulla base di quanto convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3209-bis, recante «Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al governo per l'emanazione della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione».
Nell'ambito dell'indagine conoscitiva, che si concluderà entro la fine del mese di aprile 2010, la Commissione procederà all'audizione di rappresentanti della Confindustria e di altre organizzazioni imprenditoriali, del CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti), di docenti universitari ed esperti della materia, nonché di associazioni e organismi interessati al disegno di legge in esame.

La Commissione approva la proposta di deliberazione dell'indagine formulata dal presidente.

La seduta termina alle 13.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 15.05.

Indagine conoscitiva sulle Autorità amministrative indipendenti.
Audizione del Presidente della CONSOB, Lamberto Cardia.
(Svolgimento e conclusione).

Donato BRUNO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l'audizione.

Lamberto CARDIA, presidente della CONSOB, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Roberto ZACCARIA (PD), Pierluigi MANTINI (UdC), David FAVIA (IdV) e Salvatore VASSALLO (PD).

Lamberto CARDIA, presidente della CONSOB, risponde ai quesiti posti e rende ulteriori precisazioni.

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Donato BRUNO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.35.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative e Carta delle autonomie locali.
C. 67 Stucchi, C. 68 Stucchi, C. 711 Urso, C. 736 Mogherini Rebesani, C. 846 Angela Napoli, C. 2062 Giovanelli, C. 2247 Borghesi, C. 2471 Di Pietro, C. 2488 Ria, C. 2651 Mattesini, C. 2892 Reguzzoni e C. 3118 Governo.

Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione.
C. 3209-bis Governo.

Modifica all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab.
C. 627 Binetti, C. 2422 Sbai, C. 2769 Cota, C. 3018 Mantini, C. 3020 Amici, C. 3183 Lanzillotta e C. 3205 Vassallo.

ATTI COMUNITARI

Modifica del regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio che istituisce un'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (Frontex).
COM(2010) 61 def.