CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 febbraio 2010
283.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 16 febbraio 2010. - Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI. - Il ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, il vice ministro dell'economia e delle finanze Giuseppe Vegas e il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 13.

DL 2/2010: Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni.
C. 3146 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'11 febbraio 2010.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, comunicato che sono stati presentati 251 emendamenti e articoli aggiuntivi (vedi allegato), avverte che alcune delle proposte emendative presentano profili di criticità relativamente alla loro ammissibilità. Ricorda, in proposito, che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente riconducibili alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera. Al riguardo, segnala che tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricorda, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo.
Con riferimento al provvedimento in esame, rileva che esso si compone di norme che intervengono sulle disposizioni della legge n. 191 del 2009 finalizzate ad una riduzione del contributo ordinario agli enti locali e che dispongono, in relazione

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ad essa, una serie di misure per farvi fronte. Il provvedimento interviene altresì sulle circoscrizioni dei collegi spettanti alle province ed in materia di emolumenti e di utilità percepiti dai consiglieri regionali in virtù del loro mandato. Infine il decreto-legge prevede specifiche misure di carattere finanziario per la funzionalità degli enti locali.
Tenuto conto degli ambiti di materia su cui interviene il provvedimento, sono quindi da considerare inammissibili, in quanto non strettamente attinenti al contenuto del decreto-legge, le seguenti proposte emendative:
l'emendamento Nannicini 1.25, che interviene sulla procedura di accorpamento dei Comuni, prevedendo modalità di carattere perentorio, che oltretutto paiono in contrasto col dettato dell'articolo 133, secondo comma, della Costituzione;
gli emendamenti Galletti 1.4 e 1.7, Mura 2.7 e 2.6, gli articoli aggiuntivi Vassallo 1,01, Tassone 1.03 e Mura 2.01, volti a prevedere disposizioni in materia elettorale per il rinnovo dei Consigli comunali e provinciali a seguito del verificarsi di eventi diversi dalla scadenza del mandato;
gli emendamenti Vannucci 3.2, 3.3 e 3.4, che recano disposizioni specifiche in materia previdenziale riguardanti i consiglieri e assessori regionali.

Con riguardo a una serie di proposte emendative che recano disposizioni finalizzate alla razionalizzazione delle spese degli enti locali, non si ritengono ammissibili quelle che esulano dalle modifiche e integrazioni al pacchetto di norme della legge finanziaria per il 2010 (commi da 183 a 188 dell'articolo 2), oggetto specifico dell'articolo 1 del provvedimento in esame, salvo che siano strettamente consequenziali alle stesse, quali quelle relative alla modifica delle competenze dei consigli comunali e dei segretari comunali conseguenti alla soppressione della figura del direttore generale. Resta chiaramente ferma la facoltà di presentare tali proposte all'interno dell'esame del disegno di legge concernente la Carta delle Autonomie (C. 3118), assegnato alla I Commissione.
Rispetto ad un'altra serie di proposte emendative va considerato come solo determinati profili della finanza locale siano oggetto del provvedimento. La disciplina recata dal decreto-legge si limita, infatti, a regolare i trasferimenti in favore degli enti locali relativi al 2010, prevede un contributo per accelerare l'estinzione dei mutui e dei prestiti obbligazionari, reca norme relative alla ripartizione del contributo straordinario già riconosciuto al comune di Roma dalla legge finanziaria per il 2010 nonché interventi finanziari per lo sviluppo delle isole minori. In applicazione dei richiamati principi relativi all'ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti-legge, non potranno pertanto essere ritenute ammissibili proposte emendative relative ad ulteriori e diversi aspetti della finanza locale e, in particolare, gli emendamenti volti a modificare il patto di stabilità interno, che solo indirettamente influisce sulle modalità e i limiti in base ai quali gli enti locali possono disporre delle proprie risorse finanziarie e, quindi, anche dei trasferimenti statali. In particolare, sono da ritenersi inammissibili le seguenti proposte:
l'emendamento Vanalli 1.3, volto a prevedere norme per i piccoli comuni per l'attribuzione delle competenze del responsabile del procedimento per l'affidamento e l'esecuzione degli appalti di lavori pubblici, nonché in materia di documenti contabili;
l'emendamento Schirru 1.26, volto a impegnare l'Agenzia autonoma per la gestione dell'Albo dei segretari comunali ad incrementare il numero dei posti previsti nel bando di concorso del 2007;
l'emendamento Marchi 1.30, che dispone la proroga dei proventi derivanti dalle concessioni edilizie da destinare al finanziamento di spese correnti e di manutenzione ordinaria;
l'emendamento Ceroni 1.10, che interviene sul Codice dei contratti pubblici;

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gli emendamenti Cesare Marini 1.12, 1.13, riguardanti le funzioni di Segretario nei piccoli comuni;
l'emendamento Cesare Marini 1.14, che prevede che l'indennità di carica degli amministratori degli enti locali non possa essere corrisposta qualora non sia prevista nel bilancio dell'ente;
l'articolo aggiuntivo 1.02 Marsilio, in materia di rimborsi per permessi del personale degli enti locali;
l'emendamento Cicu 4.42, che reca una disposizione di proroga di termini in materia di ristrutturazione dei debiti degli imprenditori agricoli della regione Sardegna verso gli istituti finanziari;
gli emendamenti Rubinato 4.91 e 4.92, che estendono al 2010 disposizioni in materia di accisa concernenti agevolazioni per l'utilizzo di gasolio e sul gas di petrolio liquefatto impiegati nelle frazioni parzialmente non metanizzate dei comuni ricadenti nella zona climatica E;
gli emendamenti Causi 4.97 e Gioacchino Alfano 4.57, che recano disposizioni procedurali in materia di dismissione e valorizzazione degli immobili militari;
l'emendamento Nannicini 4.47, in materia di ricognizione ed estinzione dei debiti pregressi delle amministrazioni pubbliche;
l'emendamento De Micheli 4.40, che reca disposizioni in materia di assegnazione degli immobili confiscati alle associazioni mafiose;
l'emendamento Pini 4.53, relativo alla determinazione dei limiti alle spese di personale per la provincia di Rimini, a seguito delle modificazioni territoriali avvenute nel 2009;
gli emendamenti Pini 4.52, 4.54, 4.55 e 4.56 e Vannucci 4.69, che modificano la disciplina del patto di stabilità interno per gli enti territoriali che abbiano ampliato la propria circoscrizione, con particolare riferimento agli enti interessati dalle modificazioni territoriali avvenute nel 2009;
l'emendamento Negro 4.35, relativo alla nomina dei rappresentanti delle amministrazioni locali presso enti e organismi;
gli identici emendamenti Tassone 4.2 e Marsilio 4.50, in materia di pubblicità dello schema di programma triennale dei lavori pubblici;
gli emendamenti Gioacchino Alfano 4.5, 4.6, 4.4, in materia di immobili realizzati abusivamente e di definizione di illeciti edilizi;
gli emendamenti Caparini 4.43 e Franzoso 4.9, che incrementano i trasferimenti all'Ente italiano montagna;
gli emendamenti identici Tassone 4.1, Simonetti 4.19 e Baretta 4.71, che introducono modifiche alla disciplina di cui al decreto-legge n. 112 del 2008, in materia di ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di regioni, comuni ed altri enti locali;
l'emendamento Bonavitacola 4.7, in materia di definizione di contenziosi degli enti locali relativi all'assunzione di personale;
l'emendamento Franzoso 4.10, in materia di trasferimento di personale in esubero presso l'Ente tabacchi italiani;
l'emendamento Pini 4.11, che istituisce un Fondo per l'attuazione della legge n. 117 del 2009, relativa al distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini;
gli emendamenti Dal Lago 4.13 e Fallica 4.17, Dal Lago 4.14, in materia di gestione di reti ed impianti, con particolare riferimento al servizio idrico;
l'emendamento Fallica 4.15, in materia di erogazione di finanziamenti a tasso agevolato a valere sul Fondo rotativo per l'attuazione del Protocollo di Kyoto;
l'emendamento Fallica 4.16, relativo alle modalità di nomina degli Enti parco;

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l'emendamento Simonetti 4.23, in materia di rielezione dei revisori contabili degli enti locali;
l'emendamento Rubinato 4.79, che prevede l'istituzione del Fondo per la morosità incolpevole;
gli emendamenti Codurelli 4.87, 4.88, 4.89 e 4.90, che recano disposizioni inerenti ai trasferimenti e alle entrate del comune di Campione d'Italia;
l'emendamento Rubinato 4.80, che introduce un'azione di rivalsa per l'ente erogatore di prestazioni di assistenza sociale;
l'emendamento Vannucci 4.68, in materia di adesione alla gestione unica del servizio idrico integrato per i comuni di minori dimensioni;
l'emendamento Montagnoli 4.66, volto a consentire la proroga per i termini di inizio lavori e di attuazione dei programmi previsti dagli accordi quadro in materia di programmi innovativi in ambito urbano;
l'emendamento Zorzato 4.65, volto ad escludere l'obbligo dell'iscrizione all'albo dei 9 gestori delle attività di liquidazione per i soggetti affidatari del servizio di gestione integrata dei rifiuti;
l'emendamento Brugger 4.58, volto ad escludere i fabbricati rurali di qualsiasi categoria catastale dalla definizione di fabbricati ai fini fiscali;
l'emendamento Gioacchino Alfano 4.60, volto ad escludere l'irrilevanza a fini paesaggistici per la realizzazione di strutture turistico-ricettive all'aperto, le installazioni e i rimessaggi dei mezzi mobili di pernottamento;
l'emendamento Marsilio 4.27, in materia di interventi realizzati attraverso provvedimenti di somma urgenza;
l'emendamento Montagnoli 4.28, relativo alle modalità di calcolo della base imponibile su cui calcolare la compartecipazione comunale al gettito dell'imposta sulle persone fisiche;
l'emendamento Rubinato 4.78, in materia di collocamento in disponibilità o mobilità dei segretari comunali o provinciali;
gli emendamenti La Loggia 4.77 e Reguzzoni 4.25, che recano disposizioni in materia di contenimento della dinamica retributiva e occupazionale per gli enti sottoposti al patto di stabilità interno;
l'emendamento Simonetti 4.26, volto a consentire agli enti locali di poter procedere a variazioni del tributo per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell'ambiente
l'emendamento 4.94 del Governo, limitatamente al comma 5-sexies, che reca disposizioni in materia di esclusione di patto di stabilità interno di spese sostenute dall'amministrazione provincia de L'Aquila;
l'emendamento 4.95 del Governo, in materia di esclusione, ai fini del rispetto del patto di stabilità interno per il 2009, delle risorse originate dalla cessione di azioni di società operanti nel settore dei servizi pubblici locali nonché di quelle derivanti dalla distribuzione dei dividendi determinati da operazioni straordinarie poste in essere dalle predette società, qualora quotate in mercati regolamentati, e delle risorse relative alla vendita del patrimonio immobiliare, se destinate alla realizzazione di investimenti o alla riduzione del debito;
gli identici emendamenti Simonetti 4.134 e Ciccanti 4.135, gli emendamenti Montagnoli 4.24, Dal Lago 4.30, Misiani 4.99, Rubinato 4.100, Tassone 4.101, Baretta 4.102 e 4.103, Marchi 4.104 e Tassone 4.105, gli identici emendamenti Fontanelli 4.107, Favia 4.109 e Tassone 4.112, l'emendamento Simonetti 4.18, gli identici emendamenti Tassone 4.106 e Boccia 4.108, gli emendamenti Galletti 4,110, Marchi 4.111, La Loggia 4.75, Corsaro 4.98, Moroni 4.31, gli identici emendamenti Simonetti 4.114, Ciccanti 4.115 e Ceroni 4.8, gli emendamenti Tassone 4.116, Baretta 4.117, Rubinato 4.85, 4.86,

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4.81 e 4.84, La Loggia 4.74, gli identici emendamenti Simonetti 4.118, Favia 4.119 e Tassone 4.120, gli emendamenti La Loggia 4.73, Simonetti 4.121, Baretta 4.122, Tassone 4.123, Baretta 4,113, Vanalli 4.12, La Loggia 4.76, Causi 4.96, Rubinato 4.83 e 4.93, Simonetti 4.32, Rubinato 4.124, 4.125, 4.128 e 4.129, Simonetti 4.33, Baretta 4.127, gli identici emendamenti Ciccanti 4.126 e Simonetti 4.130, nonché gli emendamenti Simonetti 4.131 e 4.132, che recano modifiche alla vigente disciplina del patto di stabilità interno;
l'articolo aggiuntivo Montagnoli 4.097, gli identici articoli aggiuntivi Rubinato 4.098, Simonetti 4.029, Tassone 4.042 e Baretta 4.073, nonché gli identici articoli aggiuntivi Ciccanti 4.04, Simonetti 4.027, Vannucci 4.067, che introducono modifiche alla disciplina prevista dall'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2009, in materia di tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni;
gli identici articoli aggiuntivi Ciccanti 4.07, Simonetti 4.032 e Fontanelli 4.077, che esentano gli enti locali dalla tassa di concessione governativa sugli apparecchi radiomobili;
gli identici articoli aggiuntivi Simonetti 4.024 e Tassone 4.043, relativi alla destinazione delle somme residuanti ai comuni, dei contributi per danni subiti dai privati per l'alluvione del novembre 1994, per il finanziamento di spese di investimento;
gli identici articoli aggiuntivi Simonetti 4.019 e Fontanelli 4.065 e l'articolo aggiuntivo Simonetti 4.014, in materia di imposta provinciale di trascrizione;
gli identici articoli aggiuntivi Simonetti 4.023, Tassone 4.037, Causi 4.063 e Rubinato 4.092, recanti disposizioni in materia di base imponibile ICI per gli immobili non iscritti in catasto;
l'articolo aggiuntivo Montagnoli 4.02, in materia di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche in ore notturne;
gli identici articoli aggiuntivi Bianconi 4.01 e Simonetti 4.021, volti a consentire il pagamento degli importi dovuti all'ANCI ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 504 del 1992 a valere sui trasferimenti ai comuni;
gli articoli aggiuntivi Tassone 4.036, Baretta 4.071 e Rubinato 4.093, in materia di credito di imposta per l'Iva corrisposta dagli utenti domestici sulla tariffa rifiuti;
gli identici articoli aggiuntivi Tassone 4.038 e Baretta 4.061, che recano modifiche al regime impositivo sui rifiuti;
l'articolo aggiuntivo Tassone 4.035, relativo al regime delle sanzioni in materia di tributi locali;
l'articolo aggiuntivo Tassone 4.08, che modifica le fattispecie nelle quali è consentita la sanatoria di opere edilizie abusive;
gli articoli aggiuntivi Ciccanti 4.010, 4.011 e 4.012, in materia di trasferimento ai comuni dei beni immobili dello Stato su cui i comuni hanno realizzato opere di urbanizzazione;
gli articoli aggiuntivi D'Amico 4.095 e Montagnoli 4.013, in materia di requisiti economici per il riconoscimento della residenza ai cittadini comunitari;
gli articoli aggiuntivi Velo 4.062, Marinello 4.055 e 4.054, Duilio 4.096 e Simonetti 4.015, in materia di accesso alla carriera dei segretari comunali e provinciali;
l'articolo aggiuntivo Stucchi 4.030, relativo alle modalità di nomina di segretari comunali e provinciali;
gli articoli aggiuntivi Simonetti 4.033 e Baretta 4.064, in materia di imposta RC auto;
l'articolo aggiuntivo Vico 4.070, in materia di servizio di riscossione dei tributi per gli enti locali;
l'articolo aggiuntivo Gioacchino Alfano 4.086, volto a rifinanziare gli interventi

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agevolativi per la rilocalizzazione delle imprese nelle aree fluviali soggette al rischio di esondazione;
l'articolo aggiuntivo Gioacchino Alfano 4.085, volto a prevedere l'esenzione dall'ICI degli immobili ospitanti impianti per il trasporto a fune per la mobilità turistica;
l'articolo aggiuntivo Gioacchino Alfano 4.084, recante disposizioni fiscali relative agli impianti di risalita;
gli articoli aggiuntivi Marsilio 4.053 e Causi 4.083, che consentono ai comuni di introdurre un contributo di soggiorno;
l'articolo aggiuntivo Simonetti 4.060, in materia di canone per la captazione di acque pubbliche;
gli identici articoli aggiuntivi Simonetti 4.018 e Causi 4.078, nonché l'emendamento Simonetti 4.016, in materia di addizionale all'accisa sull'energia elettrica;
l'articolo aggiuntivo Lorenzin 4.094, in materia di assunzioni di personale della Scuola superiore della pubblica amministrazione locale;
l'articolo aggiuntivo Tassone 4.051, che esclude i comuni e i loro consorzi o associazioni dalle disposizioni in materia di incarichi dirigenziali contenute nell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001;
l'articolo aggiuntivo Marsilio 4.052, che introduce la possibilità di porre la questione di fiducia nel procedimento consiliare delle approvazione delle delibere;
l'articolo aggiuntivo Marinello 4.056, che prevede un differimento di termini per gli interventi nelle zone del Belice;
l'articolo aggiuntivo Simonetti 4.057, che modifica la disciplina del canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche.

Pier Paolo BARETTA (PD) senza entrare nel merito dei criteri adottati dalle presidenze delle Commissioni per la definizione della dichiarazione di inammissibilità testé resa, ritiene insostenibile la medesima. Pur condividendo la serietà dell'approccio alla questione dell'ammissibilità, anche rispetto alla prassi dell'altro ramo del Parlamento, ritiene la situazione paradossale. Ricorda che la materia oggetto del provvedimento era già stata trattata nell'ambito della legge finanziaria e il decreto di esame avrebbe dovuto costituire una sede per una discussione più ampia. Osserva che nella discussione sul medesimo è emerso con chiarezza il collegamento tra il decreto stesso e le questioni relative al funzionamento degli enti locali. Ritiene che l'elenco delle proposte emendative inammissibili, oltre ad essere eccessivo, sia comunque sbagliato sotto il profilo politico ed istituzionale. Ricorda che le problematiche relative all'applicazione del Patto di stabilità sono state più volte oggetto di attenzione parlamentare negli ultimi due anni ma non senza riuscire ad individuare una soluzione adeguata. Sottolinea che la materia è politicamente trasversale e come sia quindi opportuno un momento di riflessione comune nell'ambito del quale il Governo dovrebbe indicare possibili soluzioni anche tenendo conto delle esigenze degli enti locali. Fa presente che tali esigenze non hanno una particolare colorazione politica, ma sono rappresentate in maniera bipartisan. Chiede dunque l'avvio di un serio approfondimento sia politico che istituzionale, ritenendo non possibile esaurire l'esame del decreto all'attenzione delle Commissioni senza decisioni sul funzionamento degli enti locali.

Salvatore VASSALLO (PD) esprime serie perplessità in merito alle motivazioni addotte a sostegno della dichiarazione di inammissibilità testé formulata dai presidenti delle Commissioni I e V con riguardo a molte proposte emendative, tra cui il proprio articolo aggiuntivo 1.01. Rileva infatti che nell'intervento del presidente Giorgetti si richiamano gli ambiti di materia su cui interviene il provvedimento per esprimere le conseguenti inammissibilità. Considerato che la materia elettorale per il rinnovo dei consigli comunali e provinciali, oggetto del proprio articolo

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aggiuntivo, non può non ritenersi inclusa negli ambiti di materia su cui interviene il decreto-legge, ritiene contraddittoria la dichiarazione di inammissibilità.
Ricorda inoltre che autorevoli esponenti del Governo in carica hanno in più occasioni sollecitato l'approvazione di una modifica legislativa per risolvere la questione affrontata dal proprio articolo aggiuntivo 1.01. Sorge quindi il dubbio che la dichiarazione di inammissibilità equivalga piuttosto ad una indisponibilità della maggioranza ad assumersi la responsabilità di una scelta che in tale modo si compie in via indiretta. Auspica quindi che la dichiarazione di inammissibilità sia rivista con riguardo al proprio articolo aggiuntivo 1.01 ed agli emendamenti vertenti sulla medesima materia.

Chiara MORONI (PdL) chiede alla presidenza delle Commissioni riunite di voler svolgere una ulteriore valutazione in ordine all'ammissibilità delle proposte emendative, al fine di riconsiderare, in particolare la dichiarazione di inammissibilità delle proposte emendative riferite al Patto di stabilità interno. Al riguardo, segnala, infatti, come la disciplina relativa al Patto di stabilità interno necessiti di modifiche ed interventi correttivi volti a superare le problematicità emerse in sede di applicazione delle disposizioni recate in materia dal decreto-legge n. 112 del 2008 e dalle successive integrazioni e revisioni a tale normativa. Quanto all'ammissibilità di tali interventi, ritiene che non sussista una sede più appropriata rispetto a quella dell'esame del decreto-legge oggi in discussione, che reca interventi urgenti concernenti enti locali e regioni. Nel rilevare come le modifiche al Patto di stabilità interno rappresentino una questione particolarmente rilevante, che sta a cuore a tutte le parti politiche, auspica che le proposte emendative in materia possano essere ritenute ammissibili in questa sede così da consentire un ampio dibattito che porti all'elaborazione di proposte condivise tra maggioranza ed opposizione. In ogni caso, pur rilevando come appaia opportuna anche una riflessione di carattere complessivo sulla disciplina del patto di stabilità interno, segnala come in questa sede potrebbero, comunque, essere utilmente affrontate le questioni emerse con riferimento a diverse realtà territoriali, in modo da correggere i meccanismi normativi previsti a legislazione vigente, al fine di assicurare una effettiva sanzione per gli enti territoriali che non rispettino gli obiettivi finanziari fissati e, corrispondentemente, premiare le regioni e gli enti locali realmente virtuosi.

Pierluigi MANTINI (UdC) ritiene evidente che ci si trovi di fronte ad una scelta fortemente arbitraria che limita molto la funzione legislativa. Ritiene che la dichiarazione di inammissibilità si sia basata su criteri che non tengono conto di una serie di elementi importanti.
Considera inoltre incongruo il riferimento alla legge finanziaria quale parametro di ammissibilità visto che il decreto-legge interviene anche su altri ambiti di materia. Stigmatizza quindi l'intangibilità del patto di stabilità che sembra emergere dalla dichiarazione di inammissibilità, anche tenendo conto del titolo del decreto-legge in esame, che reca interventi urgenti concernenti enti locali e regioni.
Si chiede dunque quali siano i contenuti del provvedimento su cui ci si basa per dichiarare inammissibili per estraneità di materia una lunga serie di emendamenti. Analogamente, ritiene non possa farsi riferimento ai precedenti seguiti in occasione dell'esame di altri decreti-legge considerato che la materia non ha corrispondenti in precedenti provvedimenti.
Ritiene inoltre non comprensibile la dichiarazione di inammissibilità riferita all'emendamento 4.94 del Governo, che reca disposizioni in materia di esclusione dal patto di stabilità interno di spese sostenute dall'amministrazione provinciale de L'Aquila.
Richiama infine il proprio emendamento volto a destinare i dividendi a società municipalizzate, sottolineando la necessità di una nuova valutazione di ammissibilità tenendo conto, in particolare, delle disposizioni dell'articolo 4, relativa

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al comune di Roma, in cui si fa riferimento anche all'attribuzione del contributo attraverso quote di fondi comuni di investimento immobiliari e mediante proventi realizzati con i trasferimenti dei predetti beni.
Ribadisce, in conclusione, come la dichiarazione di inammissibilità testé formulata dal presidente Giorgetti, d'intesa con il presidente Bruno, sia a suo avviso assolutamente non condivisibile né accettabile.

Renato CAMBURSANO (IdV) pur riconoscendo ai Presidenti delle Commissioni di aver svolto correttamente il proprio ruolo, chiede che il Governo indichi una strada per poter apportare alle disposizioni relative al Patto di stabilità i necessari correttivi. Ritiene tali interventi necessari per evitare il paradosso di enti locali che, pur essendo considerati virtuosi, non possono utilizzare le proprie risorse per gli investimenti o per la spesa sociale. Rileva che tale situazione discenda da una eccessiva rigidità della Ragioneria generale dello Stato, laddove gli enti locali hanno dato il maggiore contributo per il contenimento della spesa. Anche richiamandosi ad affermazioni di esponenti della maggioranza ritiene dunque necessaria una revisione delle disposizioni sul Patto di stabilità e sottolinea la necessità di effettuare un ragionamento complessivo e costruttivo. Ritiene necessario, richiamando l'intervento dell'onorevole Vassallo, che si mettano i cittadini di comuni come quello di Bologna in condizioni di poter esercitare il loro diritto di voto consentendo lo svolgimento di elezioni amministrative.

Gian Luca GALLETTI (UdC), associandosi alle considerazioni dei colleghi che l'hanno preceduto, sottolinea come il decreto-legge in esame rechi interventi urgenti concernenti enti locali e regioni e, pertanto, non condivide la valutazione espressa in ordine all'inammissibilità delle proposte emendative recanti misure in materia elettorale e modifiche al patto di stabilità interno. Rileva, infatti, che si tratta di due questioni di particolare urgenza per gli enti locali, in quanto gli emendamenti riferiti alla materia elettorale intendono consentire di evitare un lungo commissariamento degli enti locali nei quali le condizioni per il rinnovo dei consigli si siano verificate successivamente all'ultima data utile per la celebrazione delle elezioni nel prossimo turno elettorale, mentre le proposte emendative volte ad intervenire sul patto di stabilità interno intendono evitare che in questi giorni, in sede di approvazione dei conti consuntivi per l'anno 2009, gli enti locali debbano confrontarsi con regole poco chiare o, comunque, migliorabili. Pur confermando la propria piena fiducia nell'operato della presidenza delle Commissioni riunite in ordine alla valutazione dell'ammissibilità delle proposte emendative, invita, comunque, i presidenti a voler riconsiderare le dichiarazioni di inammissibilità formulate in precedenza.

Simonetta RUBINATO (PD) nel richiamare gli interventi svolti, ricorda che la Commissione bilancio sta conducendo un'indagine conoscitiva sulla finanza locale nell'ambito della quale è stato dimostrato come l'applicazione del Patto di stabilità stia producendo un blocco degli investimenti soprattutto con riferimento agli enti locali virtuosi. A tale proposito richiama l'audizione svolta dalla Corte dei Conti in Commissione bilancio che ha evidenziato come i recenti interventi normativi sull'applicazione del Patto di stabilità hanno prodotto ulteriori problemi nell'allocazione delle risorse e nella effettuazione dei pagamenti, con effetti peraltro differenziati nelle diverse aree geografiche del Paese.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che la discussione è relativa alla dichiarazione di ammissibilità testé resa e dovrebbe quindi rimanere in tale ambito senza affrontare nel merito le singole questioni.

Simonetta RUBINATO (PD) ritiene che la questione delle modifiche al Patto si

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stabilità sia più urgente di altre affrontate dal decreto in esame. Richiamandosi alla citata indagine conoscitiva rileva che da un documento, depositato nel corso dell'audizione dal Capo dell'Ispettorato generale della finanza delle pubbliche amministrazioni, emerge come circa 200 enti locali non hanno rispettato i vincoli del Patto, di questi 131 sono al nord e 110 in particolare tra Veneto e Lombardia. Ricorda le istanze provenienti dai comuni «sottodotati» in attesa dell'attuazione del federalismo fiscale e osserva che non è possibile penalizzare tali enti. A tal proposito chiede un approfondimento sui suoi emendamenti relativi, in particolare, ad una sospensione delle sanzioni per tali comuni con una copertura a carico interamente del meccanismo di premialità.

Massimo Enrico CORSARO (PdL), nel concordare con le valutazioni dei colleghi che l'hanno preceduto, ritiene che il contenuto del decreto-legge in esame ed il suo stesso titolo, che fa riferimento ad interventi urgenti concernenti enti locali e regioni, abbiano un'ampiezza tale da giustificare un approfondimento della dichiarazione di inammissibilità formulata dalla presidenza delle Commissioni riunite. In particolare, con riferimento alle numerose proposte emendative che recano parziali adattamenti o integrazioni alla vigente disciplina del patto di stabilità interno, rileva che esse non intendono procedere ad un complessiva revisione del funzionamento del Patto, che, a suo avviso, ha dato ottima prova, ma sono volte ad introdurre correttivi urgenti per far fronte ad alcune problematiche emerse in sede di applicazione del Patto stesso e, pertanto, sono pienamente compatibili con la natura del provvedimento in esame. A tale riguardo, segnala inoltre che il tema della correzione di alcuni aspetti del Patto di stabilità interno sia emerso più volte nel corso dell'esame di diversi provvedimenti e, da ultimo, anche in sede di esame del disegno di legge finanziaria, ma si è sempre deciso, concordemente con il Governo, di rinviarne la trattazione a successivi provvedimenti. Pur ritenendo che il decreto-legge ora all'esame rappresenti lo strumento normativo più consono all'esame di proposte di modifica della disciplina del Patto di stabilità interno, osserva che qualora la presidenza intenda confermare le proprie valutazioni in ordine all'ammissibilità degli emendamenti in materia, ci si dovrà impegnare, sempre d'intesa con il Governo, ad individuare sin da subito la sede nella quale affrontare immediatamente il tema delle correzioni alla disciplina del Patto.

Amedeo CICCANTI (UdC) anche a nome del suo gruppo si associa alle argomentazioni svolte dai deputati Corsaro e Moroni e osserva come vi sia una volontà unanime per chiedere di poter affrontare la materia del Patto si stabilità a prescindere dai dettagli tecnici. A tal proposito ritiene dirimente valutare se tale questione è ritenuta o meno urgente, in tal caso, anche in un contesto più complessivo, ritiene possibile riconsiderare il giudizio sulle relative proposte emendative. Ricorda peraltro che talune delle richiamate proposte emendative vanno, di fatto, ad incidere su una disciplina introdotta con un emendamento del relatore al disegno di legge finanziaria che non si è potuto adeguatamente discutere. Osserva peraltro che gli emendamenti presentati dal relatore al disegno di legge finanziaria relativi allo stralcio per la Carta delle autonomie contenevano diverse disposizioni di carattere prevalentemente ordinamentale più che finanziario. Ritiene quindi, anche in considerazione dei tempi a disposizione, opportuno un ulteriore approfondimento delle problematiche poste.

Maino MARCHI (PD), associandosi alle considerazioni dei colleghi che lo hanno preceduto, ritiene che la valutazione di ammissibilità effettuata dalla presidenza debba tenere nel dovuto conto del contenuto dell'articolo 4 del decreto-legge, che reca disposizioni per la funzionalità degli enti locali, osservando che debbono ritenersi assolutamente riconducibili al contenuto di tale disposizione gli interventi previsti dalle proposte emendative in materia

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finanziaria e quelle che prevedono la revisione del patto di stabilità interno, che sono essenzialmente tese ad assicurare la funzionalità degli enti locali. Rileva, inoltre, che l'articolo 4 reca disposizioni che non sono esclusivamente riconducibili ad interventi di correzione di norme contenute nella legge finanziaria per il 2010, sottolineando, in particolare, che i commi 1, 3 e 9 recano disposizioni del tutto nuove rispetto al contenuto della manovra finanziaria e che, anche il comma 4, pur essendo formalmente riconducibile alla legge finanziaria, reca in sostanza una nuova disciplina in materia di estinzione anticipata di mutui e prestiti obbligazionari, che peraltro presenta finalità analoghe a talune delle proposte emendative dichiarate inammissibili. Alla luce di queste considerazioni, ritiene che debba essere rivista la valutazione estremamente rigida formulata nell'odierna seduta in ordine all'ammissibilità delle proposte emendative, che, a suo avviso, trascura completamente la natura del provvedimento in esame. A tale riguardo, si associa alle considerazioni dei colleghi che l'hanno preceduto in ordine all'ammissibilità delle proposte emendative che recano interventi in materia elettorale, segnalando come la dichiarazione di inammissibilità possa rappresentare uno strumento per eludere una discussione aperta sul contenuto delle proposte emendative presentate per affrontare le questioni poste dalle dimissioni del sindaco di Bologna.

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che non sia possibile licenziare il provvedimento in esame senza fornire adeguate risposte alle problematiche sollevate anche nel corso dell'audizione dei rappresentati degli enti locali e delle regioni svolta presso le Commissioni congiunte. Nel richiamare gli interventi dei deputati Corsaro e Moroni, ritiene necessario trovare una soluzione non burocratica alle questioni poste con particolare riferimento alle modifiche al Patto di stabilità, stabilendo preliminarmente quali siano i margini di manovra effettivi entro i quali muoversi. A tal fine propone di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento per un maggiore approfondimento delle questioni sollevate. Con riferimento alle proposte emendative da lui presentate richiede un approfondimento in particolare rispetto agli emendamenti 3.2, 3.3 e 3.4, volti a consentire le prestazioni previdenziali per i consiglieri regionali che abbiano effettuato il pagamento dei relativi contributi ma che non abbiano presentato apposita istanza, rilevando che lo status dei consiglieri regionali è comunque disciplinato dal decreto in esame. Analogo approfondimento chiede sull'analogo emendamento 4.68 volto alla semplificazioni degli oneri amministrative per i piccoli comuni attraverso la previsione della facoltà, previa autorizzazione della competente autorità di ambito di gestire in economia il servizio idrico. Chiede infine di riconsiderare anche l'articolo aggiuntivo 4.067 volto ad escludere i dirigenti degli enti locali dalla responsabilità disciplinare ed amministrativa di cui all'articolo 9, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito dalla legge n. 102 del 2009, che ha, di fatto, bloccato l'attività degli enti locali.

Rolando NANNICINI (PD) chiede alla presidenza delle Commissioni di voler svolgere un'ulteriore valutazione in ordine all'ammissibilità dei suoi emendamenti 1.25 e 4.47, entrambi dichiarati inammissibili. Con riferimento alla prima proposta emendativa, nel ritenere ingiustificata la valutazione espressa con riferimento al possibile contrasto con quanto previsto dall'articolo 133 della Costituzione, segnala che essa intende determinare un contenimento della spesa pubblica che non passa, come avviene negli interventi più volte adottati dal Governo, attraverso una riduzione dei componenti degli organi rappresentativi, ma si realizza attraverso un accorpamento dei comuni di minori dimensioni. Ritiene, infatti, che i costi del sistema delle autonomie locali nel nostro Paese derivino principalmente dalla presenza di un numero eccessivo di enti territoriali di dimensioni ridottissime e, pertanto, sia opportuno procedere - analogamente

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a quanto avviene nel resto d'Europa - ad una razionalizzazione degli enti locali, che assicuri una dimensione adeguata dei comuni. Nel rilevare che un'azione seria in tal senso non sia finora stata possibile per l'opposizione della Lega Nord, che si è assunta il ruolo di acritico difensore degli enti territoriali, segnala che il proprio emendamenti 1.25 assicura il rispetto delle competenze regionali in materia, affidando alle leggi regionali il compito di procedere all'accorpamento dei comuni, nonché la conservazione di un'adeguata presenza istituzionale nei comuni accorpati, prevedendo il mantenimento di un municipio con la presenza di un funzionario delegato dal sindaco per la gestione dei servizi dei base. Con riferimento, invece, al proprio emendamento 4.47, segnala che la proposta prevede un censimento dei debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni, intervenendo in una materia analoga a quella affrontata dai commi 4 e 5 dell'articolo 4 del decreto-legge in esame.
Conclusivamente rileva che il decreto-legge nel suo complesso dimostra in modo evidente come il Governo e la maggioranza non siano in grado di individuare strumenti adeguati per affrontare la difficile situazione economica e finanziaria e per provvedere ad una seria riforma delle istituzioni che garantisca un adeguato funzionamento degli enti territoriali ed un effettivo contenimento dei costi.

Remigio CERONI (PdL) chiede una riconsiderazione del proprio emendamento 1.10 volto a modificare l'articolo 92 comma 5 del codice degli appalti pubblici relativamente alla progettazione in house delle opere realizzate dalle amministrazioni locali, al fine di realizzare un contenimento delle relative spese. A tal proposito rileva che la tematica del contenimento della spesa dell'amministrazione locale è espressamente richiamata dalla relazione allegata al decreto-legge.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nel rilevare che le questioni sono emerse con sufficiente chiarezza, osserva come da più parti sia stata evidenziata l'opportunità di esaminare le proposte emendative alle modifiche del Patto di stabilità mentre altre questioni appaiono più controverse. Ritiene pertanto utile un ulteriore approfondimento e ritiene che la discussione sull'organizzazione del seguito dei lavori possa essere utilmente affrontata dagli Uffici di Presidenza integrati dai rappresentanti dei gruppi congiunti delle Commissioni I e V convocati al termine della seduta. Rinvia pertanto il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.