CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 febbraio 2010
278.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 3 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 14.50.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2007/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2007, che modifica la direttiva 89/552/CEE del Consiglio relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive.
Atto n. 169.
(Rinvio del seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 2 febbraio 2010.

Mario PESCANTE, presidente, avverte che a causa del protrarsi dei lavori dell'Assemblea il viceministro Romani - che aveva dato la propria disponibilità a partecipare alla nostra seduta - non può essere presente, essendo contemporaneamente convocata la seduta delle Commissioni riunite Cultura e Trasporti.
Ha dato tuttavia la propria disponibilità a intervenire domani mattina, in una seduta che potrà essere convocata prima dell'avvio dei lavori antimeridiani dell'Assemblea.

Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni.
Atto n. 157.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 16 dicembre 2009.

Mario PESCANTE, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere è scaduto lo scorso 4 gennaio ma che - non essendo pervenuto il parere della Conferenza Stato-Regioni - la Commissione non si è sinora espressa. Avverte tuttavia che il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha chiesto che - essendo inutilmente decorso il termine assegnato alla Conferenza per la formulazione del proprio parere - le Commissioni si esprimano sullo schema di decreto.
Intervenendo quindi in sostituzione del relatore, on. Consiglio, formula una proposta di parere favorevole.

Gianluca PINI (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno.
Atto n. 171.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 2 febbraio 2010.

Enrico FARINONE (PD) osserva preliminarmente come il decreto legislativo in esame rivesta particolare importanza, sia per la materia affrontata che per i margini di miglioramento che reca. Ricorda che si tratta di un provvedimento frutto di un lungo lavoro istruttorio, avviato dal Ministro Bonino, e di un'opera di ricognizione di dati e analisi delle situazioni territoriali - peraltro non completata - che doveva portare a «governare» la rivoluzione avviata con la Direttiva 2006/123/CE, nello spirito di una liberazione delle opportunità di crescita, già contenuto nelle politiche avviate dal Governo Prodi e dal Ministro Bersani.
Vi sono tuttavia alcuni temi sui quali è necessaria un'analisi puntuale, anche per le ricadute effettive che si avranno a livello di tessuto imprenditoriale e sociale. Si riferisce, in particolare, alla materia del lavoro, della tutela dei consumatori, della tutela della concorrenza, dell'assetto del territorio. La complessità di temi e il coinvolgimento di tutte le organizzazioni di categoria, imprenditoriali, sindacali, gli ordini professionali - nonché l'assenza del parere della Conferenza Stato-regioni - impongono un esame attento e non affrettato dello schema di decreto.
In questa fase, intende richiamare all'attenzione dei colleghi alcuni punti di ordine generale.
Evidenzia in primo luogo l'incompletezza del monitoraggio delle procedure autorizzatorie delle attività commerciali che doveva essere svolto regione per regione. Si trattava di un percorso necessario per evitare un recepimento difforme della legge a livello regionale (nei regolamenti e nelle procedure amministrative), rischio che fra l'altro minaccia di stimolare malsane competizioni fra le diverse regioni e di rendere incerta l'attività imprenditoriale. Questo monitoraggio (avviato ai tempi del ministro Bonino) non è mai stato completato. Ciò potrebbe determinare - a suo avviso - delle possibili sfasature nel recepimento delle direttive a

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livello regionale. Invita quindi il relatore ed il Governo a chiarire se si intenda portare avanti questo lavoro di analisi, rilevando come, sotto tale profilo, sia particolarmente importante acquisire il prescritto parere della Conferenza Stato-regioni.
Richiama, in secondo luogo, la questione, ormai improcrastinabile in Europa, di un «diritto al lavoro» europeo, cioè una normativa uniforme che regoli lavoratori che sempre più numerosi opereranno in Stati dei quali non sono cittadini, assicurando il massimo delle tutele. Occorre evitare che fra le pieghe delle normative nazionali di recepimento della Direttiva in oggetto sia consentita una sorta di dumping sociale, nel senso di un utilizzo di lavoratori lì dove sono più «convenienti» per trattamento economico o tutele assicurate. Occorre evitare che una scarsa informazione e una insufficiente messa in rete delle pubbliche amministrazioni europee venga sfruttata per creare aree di lavoro nero. Occorre inoltre impedire il conflitto sociale tra lavoratori del luogo e lavoratori «distaccati» assunti in un altro Stato, con regimi contrattuali meno favorevoli, in concorrenza sleale con i residenti. Gli articoli 23 (condizioni di lavoro dei prestatori comunitari distaccati) e 26 (in tema di semplificazione amministrativa) non paiono a prima vista offrire tutta la certezza necessaria ai lavoratori. Occorrerà anche esaminare meglio e valutare il rispetto dei criteri di delega che, su queste materie, il Parlamento aveva inserito all'articolo 41 della legge Comunitaria 2008.
Si sofferma, quindi sulle garanzie che alcune forme di regolamentazione, superate da questo decreto, assicuravano agli utenti e ai consumatori e che andrebbero comunque garantite. Si tratta, ad esempio, di mantenere un valore alla pianificazione commerciale per alcuni tipi di strutture che hanno un impatto ambientale e infrastrutturale notevole nelle realtà urbane e la cui apertura deve continuare a rispettare normative urbanistiche e edilizie, pena l'insorgere di problemi di circolazione stradale, sicurezza, sostenibilità ambientale. Occorre, inoltre, mantenere un controllo sulla sussistenza di alcuni principi di moralità e di deontologia in capo ad alcuni prestatori di servizi alla collettività, oggi giustamente richiesti per l'iscrizione ad albi e registri che la Direttiva cancella.
Ha richiamato alcune questioni di carattere generale, ma - come già detto - vi sono aspetti specifici, riguardanti ad esempio gli ordini professionali, i giornalai, la ristorazione, gli agenti immobiliari che meritano un esame di dettaglio e che potranno essere affrontati nel seguito della discussione sul provvedimento.

Sandro GOZI (PD) ribadisce che i temi affrontati dal collega Farinone sono questioni molto importanti di carattere generale e che occorre, nel prosieguo della discussione, affrontare nel dettaglio anche alcuni aspetti specifici dello schema di decreto, con particolare riferimento, tra l'altro, ai temi del regime autorizzatorio delle regioni per le attività commerciali e del diritto del lavoro.

Maurizio DEL TENNO (PdL), relatore, ringrazia i colleghi per gli interventi svolti, che testimoniano la complessità del provvedimento e meritano attenta riflessione. La vastità degli ambiti toccati dallo schema di decreto in esame solleva numerosissime questioni, che, purtroppo, non potranno tutte trovare risposta nel corso dell'esame in Commissione. Desidera tuttavia assicurare il suo massimo impegno e disponibilità nel successivo iter del provvedimento.

Mario PESCANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.15 alle 15.30.