CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 dicembre 2009
255.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti Mario Mantovani.

La seduta comincia alle 12.30.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2006, che modifica la direttiva 1999/62/CE relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l'uso di alcune infrastrutture.
Atto n. 136.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 17 novembre 2009.

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Roberto TORTOLI (PdL), relatore, propone che la Commissione esprima parere favorevole sul provvedimento in esame.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2007, che istituisce un'Infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE).
Atto n. 144.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 17 novembre 2009.

Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte che la Conferenza unificata non ha ancora espresso il parere di competenza sullo schema di decreto legislativo in titolo. Atteso che il termine per l'espressione del parere da parte della Commissione è fissato per il 6 dicembre, invita il rappresentante del Governo ad impegnarsi sin d'ora affinché il Governo non proceda alla definitiva emanazione del decreto legislativo prima di avere acquisito il parere parlamentare, anche ove questo - in ragione dell'assenza del parere della Conferenza unificata - fosse espresso oltre il termine previsto dalla legge di delegazione.

Il sottosegretario Mario MANTOVANI comunica che il Governo si impegna ad attendere l'espressione del parere parlamentare prima della definitiva adozione del provvedimento in esame, anche qualora tale parere fosse reso oltre il termine previsto.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.40.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario alle infrastrutture e ai trasporti Mario Mantovani.

La seduta comincia alle 12.45.

Disciplina sanzionatoria dello scarico di acque reflue.
C. 2966 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Guido DUSSIN (LNP), relatore, sottolinea come l'articolo unico del disegno di legge in esame, presentato dal governo e modificato nel corso dell'iter al Senato, modifica il comma 5 dell'articolo 137 del decreto legislativo n.152 del 2006, c.d. Codice ambientale, che prevede sanzioni in caso di violazione delle norme che regolano lo scarico delle acque reflue industriali. La modifica intende chiarire l'ambito di applicazione della sanzione penale nel senso di circoscrivere esplicitamente alle ipotesi di violazione più gravi, quelle in cui, oltre al superamento di valori limite previsti, siano interessate specifiche sostanze indicate nella tabella 5 dell'allegato 5 del citato decreto legislativo. Pertanto, perché ricorra la sanzione penale, nel caso di superamento tabellare (tabelle 3 e 4), occorre che siano superati i valori limite per le 18 sostanze più pericolose, fissati nella tabella 5, allegato 5. Al contrario, il superamento dei soli limiti fissati nelle tabelle 3 e 4 comporta l'applicazione delle sanzioni amministrative previste dall'articolo 133 del Codice ambientale.
Lo scopo del disegno di legge è quello di definire un quadro di maggiore certezza giuridica per i cittadini, chiarendo la natura e l'entità delle sanzioni per le diverse fattispecie di illecito relativo all'inquinamento da scarichi di acque reflue, di

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gravità sostanzialmente distinte per scarichi reflui contenenti sostanze pericolose per la salute, o per scarichi reflui contenenti sostanze inquinanti ma meno pericolose.
Pertanto il disegno di legge, in piena conformità con i principi comunitari, fra l'altro ribaditi recentemente nella nuova direttiva rifiuti, prevede la proporzionalità delle sanzioni rispetto alle violazioni ambientali e anche il cosiddetto doppio binario tra sanzioni di tipo amministrativo e sanzioni di tipo penale. Ricorda, quindi, che il diritto penale e le sanzioni penali si basano sulla volontarietà del comportamento, che si ricava dal dolo o dalla gravità della colpa in caso di negligenza o imperizia; invece la sanzione amministrativa opera di per sé e quindi, con multe particolarmente significative sotto il profilo economico, sanziona comunque il malfunzionamento di impianti o eventuali rotture che non sempre sono riconducibili ad una colpa grave o ad un comportamento doloso. Quindi, contrariamente a quello che si può pensare, talvolta la previsione di una sanzione penale ha una efficacia di prevenzione inferiore rispetto a quella di una sanzione amministrativa.
Ricorda che la modifica in esame si è resa necessaria a seguito di alcune sentenze della suprema Corte di cassazione - che peraltro seguono un indirizzo minoritario - nell'applicazione degli articoli 133 e 137 del decreto legislativo n. 152. L'attuale incertezza legislativa relativamente alla disciplina sanzionatoria dello scarico di acque reflue ha creato, infatti, problemi tra gli operatori e i gestori di impianti, sottoponendoli a sanzioni penali a causa di una cattiva interpretazione della norma.
Infatti, l'attuale formulazione della norma ha fatto sembrare ad alcuni giudici che il riferimento alle sostanze pericolose della tabella 5 riguardi solo i limiti più restrittivi fissati dalle Regioni e dalle Province autonome. Invece, l'intenzione del legislatore è quella di sottoporre a sanzione penale il superamento dei limiti delle sostanze pericolose di cui alla tabella 5, come arsenico, cadmio, cromo esavalente, mercurio, rame, e a sanzioni amministrative il superamento dei limiti della altre sostanze meno pericolose, come alluminio, bario, boro, ferro, manganese. Peraltro, le sanzioni amministrative, trattate nell'articolo 133 del codice, sono comunque significative, pur non costituendo reato penale. Si tratta, infatti, di sanzioni che vanno dai 3.000 ai 30.000 euro, con un minimo di 20.000 euro in caso di inquinamento di risorse idriche destinate al consumo umano o situate in aree protette.
Le modifiche formali introdotte nel corso dell'esame al Senato consentono una migliore formulazione della norma, che evita ulteriori equivoci. In pratica, visto che la norma riguarda le sanzioni penali, si definisce già dall'inizio della frase che si tratta delle sostanze indicate nella tabella 5 dell'Allegato 5, alla parte terza del decreto legislativo n. 152 del 2006.
Ritiene che la modifica approvata al Senato abbia ricondotto la norma ad un'interpretazione il più aderente possibile alla ratio del legislatore, esplicitata, tra l'altro, nella relazione illustrativa al disegno di legge Atto Senato n. 1755, dove si evidenzia che la modifica introdotta «restituendo alla norma l'originaria chiarezza espositiva, tende a ricondurre correttamente l'ambito della sanzione penale alle sole ipotesi di violazione più grave (sostanze indicate nella tabella 5 dell'Allegato 5), mantenendo la sanzione amministrativa, pure economicamente rilevante, per le rimanenti condotte».
Esprime, quindi, fin da ora il proprio parere favorevole sul testo in esame, augurandosi che la Commissione, anche in considerazione dell'ampia condivisione tra le forze politiche registrata nel corso dell'esame nell'altro ramo del Parlamento, lo voglia approvare in tempi brevi.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

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Norme concernenti la realizzazione di opere pubbliche infrastrutturali di costo inferiore a 5 milioni di euro.
C. 2233 Tommaso Foti.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Guido DUSSIN (LNP), relatore, sottolinea che la proposta di legge in esame è volta a sostenere le opere pubbliche di dimensioni minori, allo scopo di migliorare la rete infrastrutturale nei singoli comuni e favorire la ripresa dell'economia locale.
Si tratta della trasformazione in una legge a carattere permanente di una norma già proposta dai commi 28 e 29 dell'articolo 1 della legge n. 311/2004, più volte applicata negli ultimi anni attraverso appositi atti di indirizzo parlamentare, che individuano gli interventi e gli enti beneficiari, e corrispondenti decreti ministeriali di attuazione.
Ultimamente, anche a seguito dell'abrogazione dei sopraccitati commi 28 e 29, il decreto-legge n. 112 del 2008 ha innovato la materia, prevedendo l'istituzione presso il Ministero dell'economia e delle finanze di un Fondo, con una dotazione di 60 milioni di euro per il 2009 e 30 milioni di euro per ciascuno degli anni del biennio 2010-2011, per la concessione di contributi, da ripartire con decreto ministeriale, previo atto di indirizzo delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, per interventi realizzati dagli enti destinatari nei rispettivi territori per il risanamento ed il recupero dell'ambiente e lo sviluppo economico dei territori stessi. Tale stanziamento, per un importo pari a 60 milioni di euro insiste ora sul capitolo 7471 «Fondo per la concessione di contributi relativi agli interventi da realizzare dagli enti locali per la tutela dell'ambiente e la protezione e lo sviluppo del territorio».
Ricorda, quindi, che procedure analoghe sono state utilizzate anche per finanziare interventi di adeguamento antisismico degli edifici del sistema scolastico ai sensi dell'articolo 2, comma 1-bis, del decreto legge n. 137/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 169/2008.
Peraltro, il Governo ha dimostrato particolare interesse per la realizzazione di opere pubbliche minori, ritenute un vero volano per l'economia locale. In particolare, l'Allegato Infrastrutture del DPEF 2010-2013, alle Tabelle 11 e 12, recanti gli «Interventi Fondo infrastrutture quadro di dettaglio della delibera del 6 marzo 2009», indica risorse pari a 815 milioni di euro da destinare alla realizzazione di opere medio piccole nel Mezzogiorno. Il CIPE, con la delibera del 6 novembre 2009, ha, quindi, assegnato per la prima fase attuativa di tali opere minori e per interventi finalizzati al supporto dei servizi di trasporto nel Mezzogiorno una prima tranche di 413 milioni di euro.
Inoltre, le disposizioni dell'articolo 23 del decreto legge n. 185/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2/2009, autorizzano gruppi di cittadini organizzati a formulare all'ente locale territoriale competente proposte operative di pronta realizzabilità per l'esecuzione di microprogetti di arredo urbano o di interesse locale. I costi di realizzazione sono, in questo caso, a carico dei proponenti che usufruiscono, però, di alcune detrazioni fiscali.
Ancora vorrebbe ricordare la mozione 1-00120 presentata dal suo gruppo il 16 febbraio 2009 e non ancora discussa in Assemblea, che impegna il Governo, fra l'altro, ad adottare interventi immediati per risollevare il settore delle opere pubbliche, impegnandosi a destinare almeno 10 miliardi di euro ad un piano di rilancio delle opere infrastrutturali piccole e medie, di importo dei lavori inferiore alla soglia comunitaria, attraverso norme idonee a permettere un'accelerazione dell'iter di approvazione delle opere e una semplificazione delle procedure di appalto.
La proposta di legge in esame è composta da un unico articolo e prevede l'individuazione da parte del Governo, previo atto di indirizzo delle competenti Commissioni parlamentari, delle opere infrastrutturali pubbliche, o cofinanziate da soggetti privati, di minori dimensioni, prioritariamente

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destinate alla tutela dell'ambiente e alla riqualificazione urbanistica e viaria. La norma proposta è importante anche per ribadire le competenze della nostra Commissione in ordine all'individuazione degli interventi, in quanto non limita il parere delle Commissioni Parlamentari ai soli profili finanziari.
Attraverso una procedura di collaborazione tra Parlamento, Governo e Regioni, si prevede l'individuazione delle opere che comportano un impegno di spesa complessivo non superiore a 5 milioni di euro, entro il 30 giugno di ogni anno, con delibera del CIPE, sentita la Conferenza unificata, tramite il loro inserimento in un elenco, formulato su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Ministro dell'economia e delle finanze, contenente l'indicazione degli stanziamenti necessari per la realizzazione delle opere, nonché degli eventuali altri contributi statali concessi per il finanziamento dei relativi interventi, unitamente all'eventuale cofinanziamento regionale, locale o dei soggetti privati.
Le risorse necessarie vengono determinate in sede di legge finanziaria, mentre lo schema dell'elenco è trasmesso alle Camere per il relativo parere.
Si prevede l'applicazione, in quanto compatibili, delle disposizioni concernenti i lavori relativi alle infrastrutture strategiche del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo n. 163/2006, ritengo con lo scopo di abbreviare soprattutto le procedure di realizzazione delle opere, in quanto le procedure individuate dalla legge 443/200, cosiddetta legge obiettivo, abbreviano i meccanismi decisionali, nonché i tempi e le procedure di approvazione dei progetti, di svolgimento delle gare e di affidamento dei lavori.
Desidera notare che il Parere della Conferenza Unificata è rilevante ai fini del coinvolgimento delle regioni, anche alla luce della sentenza n. 303 del 2003 che ha richiamato il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni nelle materie ricadenti nella potestà legislativa concorrente, chiarendo che predisporre un programma di infrastrutture pubbliche e private è attività che non mette capo ad attribuzioni legislative esclusive dello Stato, ma che può coinvolgere anche potestà legislative concorrenti (governo del territorio, porti e aeroporti, grandi reti di trasporto, distribuzione nazionale dell'energia, eccetera). Peraltro, la sentenza n. 303 fa riferimento ad un'intesa fra lo Stato e le regioni interessate, alla quale deve essere subordinata l'operatività della disciplina. Analoghe considerazioni sono espresse anche nelle successive sentenze n. 214 del 2006 e n. 401 del 2007.
Infine, richiama anche il Piano d'azione del 30 settembre 2009 della Commissione UE (COM(2009)490), relativo al periodo 2009-2012, che prospetta una serie di azioni, intese a migliorare la mobilità urbana nell'UE, anche sulla base di impegni volontari, ponendo obiettivi comuni, quali la lotta al cambiamento climatico, la realizzazione di un mercato interno a beneficio delle imprese e dei consumatori, la promozione di un sistema di trasporti efficiente, la coesione sociale ed il benessere dei cittadini, e politiche integrate ed innovative necessarie per affrontare le questioni complesse e multidimensionali relative alla mobilità urbana. Le misure proposte saranno oggetto di riesame nel 2012 al fine di valutare l'opportunità di ulteriori iniziative. Per quanto riguarda in particolare l'aspetto relativo ai finanziamenti, la Commissione UE sottolinea la necessità di ottimizzare le fonti di finanziamento esistenti, e, in particolare, i fondi strutturali e i fondi di coesione che prevedono, nell'attuale periodo di programmazione, stanziamenti pari a più di 8 miliardi di euro per il trasporto urbano pulito, il settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico che contiene una priorità specifica dedicata alla mobilità urbana sostenibile nonché il programma STEER per l'uso di fonti di energia rinnovabile nel settore dei trasporti e URBACT destinato a promuovere l'apprendimento e gli scambi in materia di trasporto urbano sostenibile.
Si augura di raggiungere un clima di accordo tra tutti i gruppi per poter esaminare in modo celere e proficuo la proposta

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di legge che è finalizzata a rendere più agevole la realizzazione di opere pubbliche infrastrutturali di valore modesto, localizzate principalmente nei comuni di piccole dimensioni, anche attraverso la semplificazione delle procedure e il coinvolgimento delle Commissioni parlamentari, che si esprimono con un atto di indirizzo al Governo.

Tommaso FOTI (PdL) rileva che con la presentazione della proposta di legge in esame ha inteso sollecitare un dibattito in ordine all'opportunità di affiancare alla politica di investimenti nelle grandi opere strategiche per il Paese, di cui condivide l'impostazione, interventi mirati a finanziare opere pubbliche infrastrutturali di medie e piccole dimensioni. In ordine alle risorse finanziarie da utilizzare per finanziarie tali tipi di interventi, si riserva di valutare forme di copertura diverse da quelle proposte nel provvedimento, anche ipotizzando un intervento della Cassa Depositi e Prestiti. Ritiene, inoltre, che la Commissione possa prevedere un breve ciclo di audizioni dei soggetti interessati in modo da poter avere un quadro aggiornato e completo della situazione esistente.

Il sottosegretario Mario MANTOVANI si riserva di intervenire in sede di replica in modo da poter approfondire le questioni che il provvedimento intende affrontare.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 2 dicembre 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.50 alle 13.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 2 dicembre 2009.

Audizione del presidente del CINID, prof. Mauro Fiorentino, nell'ambito dell'esame degli atti comunitari riguardanti il Libro bianco sull'adattamento ai cambiamenti climatici e le Comunicazioni della Commissione in merito al riesame della politica ambientale 2008 e alla strategia per il 2009 dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile.

L'audizione informale è stata svolta dalle 13 alle 13.20.

AUDIZIONI

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 14.10.

Audizione del Commissario straordinario delegato, ing. Paolo Besozzi, sullo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione Asse ferroviario Pontremolese.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

Angelo ALESSANDRI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Introduce, quindi, l'audizione.

Paolo BESOZZI, Commissario straordinario delegato sullo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione dell'Asse ferroviario Pontremolese, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Carmen MOTTA

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(PD), Mauro LIBÈ (UdC) e Sergio Michele PIFFARI (IdV).

Paolo BESOZZI, Commissario straordinario delegato sullo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione dell'Asse ferroviario Pontremolese, fornisce ulteriori precisazioni.

Angelo ALESSANDRI, presidente, ringrazia e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.