CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 2 dicembre 2009
255.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 11.45.

DL 170/09: Disposizione correttiva del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2009, n. 167, in materia di concorsi per dirigenti scolastici.
C. 2990 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Valentina APREA, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, ricorda che il decreto-legge in esame si compone di due articoli. Ricorda che l'articolo 1, comma 1, dispone l'abrogazione dell'articolo 1, comma 4-quinquiesdecies, del decreto-legge n. 134 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 167 del 2009. La disposizione abrogata, introdotta durante l'esame presso la Camera dei deputati, esclude che l'annullamento di atti dei concorsi, ordinari e riservati, a posti di dirigente scolastico, indetti prima del riordino delle procedure di reclutamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 140 del 2008, incida sulle posizioni giuridiche dei candidati assunti in servizio in quanto vincitori o idonei. La questione si riferisce, in particolare, come indicato dalla relazione illustrativa, ad un contenzioso amministrativo promosso da alcuni partecipanti al corso concorso ordinario per dirigenti scolastici bandito nel 2004. Ricorda, in proposito, che con decreto del direttore generale del personale della scuola del 22 novembre 2004 è stato bandito il primo corso concorso ordinario da effettuare a livello regionale per il reclutamento di dirigenti scolastici. In ragione del consistente numero di partecipanti, come previsto dall'articolo 8 del bando di concorso e dall'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente del

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Consiglio dei ministri n. 341 del 2001, la commissione esaminatrice è stata suddivisa in due sottocommissioni, composta ciascuna da due membri, presiedute da un unico presidente. Alcuni candidati i cui elaborati non erano stati valutati positivamente, hanno adito il TAR Sicilia lamentando la violazione del principio in base al quale la Commissione esaminatrice rappresenta un «collegio perfetto»: ciò, perché, avendo le due sottocommissioni lavorato contemporaneamente, la presenza del Presidente non era stata costante.
Sottolinea che il TAR Sicilia ha disposto la rinnovazione della valutazione delle prove scritte dei ricorrenti, da parte di una diversa sottocommissione. A seguito della rivalutazione, i ricorrenti, non essendo stati ancora una volta ammessi alle prove orali, hanno proposto ricorso per motivi aggiunti, chiedendo l'annullamento dell'intero concorso. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile dal TAR, e i ricorrenti hanno, quindi, adito il Consiglio di giustizia amministrativa della regione Sicilia. Quest'ultimo, con sentenze n. 477 e n. 478 del 25 maggio 2009, ha interamente riformato la sentenza di primo grado, ritenendo non sussistenti cause di inammissibilità e ritenendo, invece, fondato il motivo del ricorso principale, riproposto anche come motivo aggiunto, circa l'imperfetta composizione delle sottocommissioni. La direzione regionale per la Sicilia ha, quindi, proceduto a nominare una ulteriore nuova sottocommissione per rivalutare le prove scritte dei ricorrenti.
Evidenzia che con la sentenza 10 novembre 2009, n. 1065 - intervenuta mentre era in corso l'iter parlamentare del decreto-legge n. 134 del 2009 - il Consiglio di giustizia amministrativa, pronunciandosi in sede di giudizio di ottemperanza, ha ritenuto che il decreto di nomina di altra commissione non potesse avere natura ottemperativa, costituendo anzi sostanziale elusione del giudicato. Il CGA ha evidenziato che l'addebito di illegittimità è stato ascritto, ab origine, al provvedimento che, costituendo le due sottocommissioni con un unico Presidente, ha consentito che quest'ultimo transitasse dall'una all'altra senza che, nel frattempo, fossero interrotte le operazioni di valutazione. Pertanto, «la rimozione giurisdizionale ha interessato, in via diretta ed immediata, l'atto organizzativo ex se, e non già - diversamente da quanto ritenuto dall'Amministrazione - soltanto il modus operandi della sottocommissione, con riferimento esclusivo alla correzione degli elaborati della attuale ricorrente». Il vizio afferente l'atto di costituzione e nomina delle sottocommissioni è caratterizzato, prosegue il CGA, da «efficacia necessariamente erga omnes, in quanto ne viene travolto, di riflesso, il complesso delle operazioni poste in essere da entrambe le sottocommissioni. Il CGA ha, quindi, dichiarato l'obbligo dell'Amministrazione di conformarsi al giudicato ponendo in essere i provvedimenti necessari alla rinnovazione della procedura concorsuale. A tal fine, è stato posto un termine di 60 giorni dalla notificazione della decisione, con riserva di nomina del commissario ad acta ad istanza di parte, nel caso di inottemperanza oltre tale termine. L'articolo 1, comma 2 stabilisce la nullità degli effetti eventualmente prodotti dalla disposizione abrogata nel periodo della sua vigenza. L'articolo 2 dispone in ordine all'immediata entrata in vigore del decreto legge. Sottolinea che il provvedimento è stato approvato al fine di risolvere una serie di questioni istituzionali che erano state poste anche da parte del Presidente della Repubblica, rilevando altresì che proprio sulla base di tali questioni si era evitato di risolvere il problema affrontato dal provvedimento attraverso l'inserimento di un emendamento al Senato. Rileva altresì che tale provvedimento è quindi fondamentale al fine di risolvere la situazione che si è determinata per i dirigenti in Sicilia, sottolineando altresì che vanno in tutti i casi evitate disparità di trattamento tra dirigenti che hanno vinto un concorso in una regione e dirigenti che risultano vincitori in un'altra. Precisa che le risulta che presso la Commissione di merito sarà presentato un emendamento volto a tener conto della situazione esistente.

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Propone pertanto l'espressione di un parere favorevole con una condizione volta a salvaguardare la situazione dei dirigenti siciliani che risultano vincitori del concorso (vedi allegato 1).

Alessandra SIRAGUSA (PD) ricorda innanzitutto che, su 1571 partecipanti alle prove scritte, sono attualmente in servizio 378 dirigenti scolastici dei quali 20 in altre regioni, immessi in ruolo dall'anno scolastico 2007/2008 al 2009/2010. Per quel che riguarda la vicenda in oggetto, sottolinea che con decreto direttoriale del 22 novembre 2004 veniva bandito il corso concorso a posti di dirigente scolastico. In Sicilia i candidati che si sono presentati alle prove scritte sono stati 1571 dei quali più di un terzo ammessi con riserva per decisione dei TAR. In base al numero dei partecipanti, in applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 341 del 2001, che recita: «Le Commissioni esaminatrici possono essere suddivise in sottocommissioni con l'integrazione di un numero di componenti, unico restando il Presidente, pari a quello delle Commissioni originarie (...) è stata costituita un'ulteriore sottocommissione formata da due componenti, stante l'unicità del presidente», l'Ufficio legislativo del Ministero, con un argomentato parere trasmesso alle Direzioni Regionali con nota n. 1160 del 19/09/2005, ha ribadito che le eventuali sottocommissioni dovevano essere costituite da due membri dato che il presidente è unico. Tale nota è stata diramata al fine di assicurare in Italia «l'omogeneità dei criteri interpretativi». Sottolinea peraltro che tutti gli altri Uffici Regionali, che hanno registrato forti numeri di candidati alle prove scritte, hanno costituito la seconda sottocommissione secondo la indicazione ministeriale: a titolo di esempio, cita i provvedimenti della Sicilia, del Veneto e della Puglia. È facile verificare la loro conformità alle disposizioni e che tutte Direzioni delle Grandi regioni si sono comportate in maniera analoga. Ricorda inoltre che, quando il contenzioso cominciò ad avanzare dubbi sulla legittimità delle commissioni, il Ministro - con nota 915 del 4/8/2006 - ribadì la portata innovativa del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. A pubblicazione degli esiti delle due prove scritte, molti dei non ammessi adiscono al TAR per la revisione dei compiti; tutte le revisioni non producono alcuna variazione del numero degli ammessi.
Evidenzia che due ricorrenti, dopo due ricorrezioni con esito negativo, sono ricorsi al CGA che ha riformato completamente le precedenti sentenze del TAR, annullando le procedure dell'intero concorso. Ottengono la nuova ricorrezione dei compiti da parte di una nuova commissione creata ad hoc che riconferma un esito negativo: sono così bocciate per la terza volta. Per quel che riguarda la procedura concorsuale, evidenzia che, come è noto il CGA., accogliendo dei ricorsi avverso delle decisioni del T.A.R. favorevoli all'Amministrazione, statuiva la illegittimità delle operazioni di concorso successive alla prova scritta per il fatto che la commissione era irregolarmente costituita dato che, stante l'unicità del presidente, non era possibile garantire la sua partecipazione ai lavori delle due sottocommissioni nelle quali era divisa la commissione stessa. Precisa che il CGA afferma che l'annullamento della procedura concorsuale è incardinato sulla violazione del principio fondamentale dell'ordinamento giuridico in tema di natura del collegio perfetto delle commissioni giudicatrici dei concorsi e, in particolare, evidenzia la violazione nel combinato tra il disposto dell'articolo 8 del bando di concorso e l'articolo 2 comma 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 341 del 2001. Aggiunge che l'articolo 8 del bando di concorso afferma, al punto 1, che «La commissione giudicatrice è unica in relazione ai posti messi a concorso relativi ai tre settori formativi ed è nominata con decreto del Dirigente generale dell'Ufficio Scolastico Regionale competente, secondo le indicazioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30

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maggio 2001 n. 341». Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 341 del 30/5/2001, all'articolo 2 comma 7, afferma che «le commissioni esaminatrici possono essere suddivise in sottocommissioni qualora i candidati ammessi (...) superino complessivamente le 500 unità, unico restando il presidente». Pertanto, la commissione del concorso in Sicilia è stata regolarmente costituita e nominata in applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 341 del 30/5/2001, come in tutte le altre regioni d'Italia con elevato numero di partecipanti. Rileva che è fuor di dubbio che le sentenze definitive vadano rispettate ed eseguite, ma osserva che resta il problema dei 378 dirigenti scolastici già assunti in ruolo, che hanno come unica colpa, a differenza dei colleghi di altre regioni ove le commissioni sono costituite alla stessa maniera, di avere sostenuto le prove in Sicilia.
Aggiunge, infine, che i dirigenti scolastici in servizio sono rimasti estranei ai giudicati che sconvolgono la loro posizione e, non essendovi dubbio che le commissioni siano state costituite in Sicilia così come nelle altre grandi regioni - come da Direttiva n. 1160 del 16/9/2005 -, il contenzioso che si aprirà, a prescindere dalle opposizioni di terzo, potrà chiamare in causa la regolarità delle operazioni concorsuali delle altre Regioni nelle quali sono state costituite due sottocommissioni. Ricorda inoltre che, sin da quando vennero resi noti i risultati della valutazione delle prove scritte, si è assistito ad una campagna di diffusione di notizie che, aiutate da una verbalizzazione quantomeno approssimativa, ha reso possibile parlare, come hanno fatto anche in questi giorni i titoli di giornale, di «concorso truffa» di «concorso con il trucco» e si è fatto credere che la valutazione, almeno stando ai verbali, si sia attestata sempre sui due minuti e mezzo e che numerosi compiti, positivamente valutati, sarebbero intrisi di errori di grammatica: il fatto che i tempi citati non riguardassero che alcune sedute e che gli errori evidenziati, almeno dalle citazioni, concernessero un solo compito non è mai emerso. La Magistratura penale ha archiviato la indagine relativa al comportamento della commissione con buona pace del «concorso truffa».
Osserva, peraltro, che il TAR Lazio prima sezione di Roma, con sentenza del 23 maggio 2007, ha respinto il ricorso n. 4004 proposto da una candidata al concorso per uditore giudiziario, decreto ministeriale del 17.10.2000, confermando la legittimità di correzioni ictu oculi stante criteri di valutazione delle prove scritte che sono sostanzialmente in re ipsa. Tale metro di giudizio è stato seguito dal TAR Sicilia nel respingere i ricorsi delle due candidate, sino allo stravolgimento delle sentenze da parte del CGA, che trova così modo di dare una portata «erga omnes» alle sue decisioni. Ricorda che le problematiche connesse al decreto-legge e all'annullamento del concorso sono le seguenti: l'annullamento delle procedure con la conseguente necessità di annullare i contratti potrebbe portare alla nullità di tutti gli atti di gestione posti in essere dai dirigenti scolastici in questione dato che diventano funzionari di fatto; è necessario coprire con reggenze 358 scuole nella regione Sicilia e la cosa rende problematica la funzionalità di queste ultime, trattandosi di circa un terzo del numero complessivo delle istituzioni scolastiche, 1150, restituire 378 persone al ruolo di provenienza significa metterle a disposizione per supplenze, con evidenti costi, ed è impossibile a distanza di anni ricostituire la posizione originaria di titolarità, dato il succedersi delle operazioni di mobilità che hanno riguardato altri docenti. Inoltre, rileva che i dirigenti in questione sono stati estranei ai giudicati che sconvolgono le loro posizioni e non essendovi dubbio che le commissioni sono state costituite, nelle grandi regioni, alla stessa maniera - come da direttiva n. 6141 del 16/9/2005 -, il contenzioso che si sta per scatenare, a prescindere dalle opposizioni di terzo, porterà a chiamare in causa la regolarità delle operazioni concorsuali delle altre regioni nelle quale sono state costituite due sottocommissioni. Rileva che le ipotesi di soluzione sono: rinnovamento di procedure concorsuali per coloro i quali hanno

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sostenuto entrambe le prove scritte del concorso ordinario, nelle forme e nelle modalità che l'Amministrazione riterrà più opportune; nelle more e sino alla conclusione delle procedure concorsuali, per non portare al collasso il sistema scolastico siciliano, occorre una norma transitoria che garantisca la continuità degli incarichi in atto conferiti a tutti i dirigenti in servizio - nelle scuole, nella posizione di comandati presso l'Ufficio scolastico regionale Sicilia e gli Uffici Scolastici Provinciali per l'attuazione dell'autonomia scolastica, come dirigenti di scuole italiane all'estero.
Rileva, inoltre, che, poiché l'articolo 1 sexies della legge n. 43 del 2005 abolisce gli incarichi di presidenza a decorrere dall'anno scolastico 2006-2007 non sono più conferiti nuovi incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti. I posti vacanti di dirigente scolastico sono conferiti con incarico di reggenza. I posti vacanti all'inizio del predetto anno scolastico, ferma restando la disciplina autorizzatoria in vigore in materia di programmazione del fabbisogno di personale di cui all'articolo 39 della legge 23 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni, nonché i vincoli di assunzione del personale delle Pubbliche amministrazioni previsti dalla normativa vigente, sono riservati in via prioritaria ad un apposito corso-concorso per coloro che abbiano maturato, entro l'anno scolastico 2005-2006, almeno un anno di incarico di presidenza. Rileva, quindi, che occorre una norma transitoria da inserire nel decreto che assegni agli attuali dirigenti scolastici, in via provvisoria, l'incarico di presidenza nelle scuole dove attualmente sono in servizio, nelle more della rinnovazione del concorso, al fine di garantire la funzionalità delle istituzioni scolastiche siciliane.

Emerenzio BARBIERI (PdL) concorda con le considerazioni svolte dalla presidente Aprea, rilevando peraltro che è fondamentale porre rimedio ad una situazione che non è chiara nei suoi contenuti. Preannuncia quindi, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata, evidenziando peraltro che una vicenda come quella oggetto del provvedimento in esame necessita di una riflessione più generale. Segnala, in particolare, che è da stigmatizzare la frettolosità con la quale il Governo è intervenuto sulla vicenda in questione e che, in ogni caso, la richiesta relativa all'approvazione della disposizione che con il provvedimento in esame si vuole abrogare proviene dal Parlamento. Esprime peraltro la convinzione che non si può in nessun modo addivenire all'interruzione di un servizio pubblico.

Valentina APREA (PdL), presidente e relatore, precisa che la modifica introdotta dal decreto salva-precari, che si sopprime con il provvedimento in esame, è stata inserita su proposta di iniziativa parlamentare.

Paola GOISIS (LNP) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata, rilevando che appare curioso che nell'Italia del nord vicende di contenzioso simili a quelle in questione, di solito, non si verificano.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole con condizione, presentata del relatore.

La seduta termina alle 12.05.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 12.15.

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5-01689 Ghizzoni: Sull'acquisto da parte dello Stato di un Crocifisso ligneo di controversa attribuzione.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara assolutamente insoddisfatta della risposta ricevuta, rilevando innanzitutto che il riscontro alle obiezioni presentate è insufficiente e superficiale. Segnala, innanzitutto, che nella risposta, in merito all'interesse dell'opera, non viene data alcuna indicazione sull'eventualità di dichiarazione di un «vincolo pertinenziale», che ne avrebbe scongiurato l'esportazione all'estero. Per quel che riguarda le attribuzioni, stigmatizza che nella risposta si minimizzino le molte valutazioni contrarie all'attribuzione dell'opera a Michelangelo: oltre ai citati Beck e Lisner, sono stati taciuti gli autorevoli pareri di Paola Barocchi, che ha dichiarato trattarsi di «un'opera di rispettabile serialità tardoquattrocentesca (...) che niente ha a che fare con Michelangelo e le sue opere giovanili» oppure di Francesco Caglioti, per il quale l'opera non si può «riferire a Michelangelo: non ha la sua qualità, né il suo stile». Altre valutazioni negative sono state espresse da Stella Rudolph, Mina gregori, Alessandro Nova, Claudio Pizzorusso. Non pare possibile che il Ministero non sia a conoscenza di tali posizioni. Peraltro, questo ampio fronte di valutazioni negative avrebbe dovuto raccomandare la massima cautela nell'ipotesi di acquisto, anche a fronte delle esigue risorse del Ministero, che sempre meno destina alla tutela del patrimonio culturale diffuso del Paese.
In merito ai profili finanziari, rileva che, in base alla valutazione iniziale, il prezzo si è certamente ridotto: ma i dubbi espressi sulla paternità dell'opera fanno dire che il prezzo pagato è irrisorio rispetto alla pretesa attribuzione, viceversa eccessivo se si trattasse di un'opera di bottega. Segnala, in conclusione, che non si è data risposta ai quesiti circa l'opportunità di istituire una commissione di esperti per emettere un parere definitivo su base scientifica, oggettiva e trasparente: pertanto, ribadisce che si è persa l'opportunità di fare una operazione di verità storica.

5-01831 Marco Carra: Tagli di risorse alle scuole d'infanzia, in particolare nella provincia di Mantova.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Marco CARRA (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta, rilevando che la sua parziale soddisfazione è da ricollegare alla parte dell'interrogazione che riguardava le liste d'attesa piuttosto consistenti nella provincia di Mantova, per le quali l'amministrazione in questione aveva richiesto l'assegnazione di un certo numero di educatori. Rileva, infatti, che sono stati effettivamente assegnati 18 educatori e che ciò ha eliminato il problema delle liste d'attesa. Si riserva, invece, di approfondire la parte della risposta relativa ai finanziamenti della provincia di Mantova, presentando eventualmente un'ulteriore interrogazione al riguardo.

5-01956 Motta: Riduzione del personale docente e non docente presso le scuole della provincia di Parma.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Carmen MOTTA (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta dalla risposta ricevuta, rilevando in primo luogo che non intende entrare nel merito della situazione specifica, dato che si afferma che rispetto all'anno precedente vi è stata una conferma degli organici rispetto a tutte le

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regioni. Rileva, invece, che in provincia di Parma vi sono state delle considerevoli riduzioni di organico con riferimento a tutti i tipi di scuola. Segnala, altresì, che esiste una situazione di sofferenza acutissima per le scuole di montagna che rischiano la chiusura a seguito della riduzione delle pluriclasse. Precisa, inoltre, che non vi è corrispondenza tra i dati evidenziati dall'interrogazione e quelli contenuti nella risposta, anche in considerazione del fatto che non si può affermare che in provincia di Parma gli organici sono stati confermati a fronte del sensibile aumento del numero degli alunni. Rileva, altresì, che le risorse che dovevano essere messe a disposizione delle scuole per la seconda metà del 2009 non sono state in realtà attribuite e che ciò comporta una situazione molto drammatica, dato che vi sono licei che non dispongono nemmeno delle risorse nemmeno per i beni di prima necessità. Segnala, inoltre, che esiste un problema molto serio sulle risorse disponibili per l'effettuazione del servizio di sorveglianza delle mense; servizio che in mancanza delle risorse statali viene di fatto svolto con risorse totalmente a carico degli enti locali che suppliscono quindi ai compiti che dovrebbe svolgere lo Stato. Auspica quindi, che il Governo inverta la marcia per quel che riguarda i provvedimenti in materia di scuola che, hanno recentemente comportato tagli di risorse alle scuole e che ancora ne comporteranno il disegno di legge finanziaria verrà approvato nella sua attuale configurazione.

5-01958 Giachetti: Indagine conoscitiva sull'esistenza di una convenzione stipulata dall'Università Parthenope di Napoli e il sindacato Uil Campania.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Maria Grazia GATTI (PD), replicando, in qualità di cofirmataria, si dichiara insoddisfatta, in quanto, nonostante le precisazioni fornite siano importanti, permane il problema di un'organizzazione sindacale che ha stipulato una convenzione con un'università al fine del riconoscimento di crediti universitari: tutto ciò crea, naturalmente, una situazione di conflitto d'interesse tra gli iscritti al sindacato e l'università. Occorre, quindi, intervenire al fine di evitare che si possano verificare in futuro altre situazioni di conflitto d'interesse analoghe.

5-01977 Nicolais: Verifica del corretto svolgimento del concorso pubblico per esami a 145 posti di dirigente tecnico indetto dal Miur.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

Luigi NICOLAIS (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta rilevando che vi sono varie imprecisioni nella risposta fornita dal Governo. Segnala, in particolare, che la correzione dei compiti, nella situazione odierna di sviluppo tecnologico deve avvenire più velocemente e che, in ogni caso, il rinvio della procedura concorsuale era giustificato.

5-01963 Gatti: Sull'espletamento del concorso per ricercatore universitario previsto dalla legge finanziaria per il 2006.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).

Maria Grazia GATTI (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta ricevuta, rilevando che l'atteggiamento del Governo non appare condivisibile, in quanto non viene presentata alcuna ipotesi di soluzione del problema. Rileva, inoltre, che occorre fare chiarezza per quel che riguarda la situazione dei ricercatori in modo da sottrarli da una situazione di

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precarietà, svolgendo anche concorsi appositi a loro dedicati.

5-01839 Ciocchetti: Sui risultati prodotti dalla società Cinecittà Luce.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 8).

Luciano CIOCCHETTI (UdC), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta ricevuta, in quanto le iniziative esposte non configurano risultati importanti prodotti dalla società Cinecittà Luce. Rileva che si continuano a spendere ingenti risorse per iniziative poco importanti, continuando quindi a seguire il trend precedentemente seguito.

5-01929 Centemero: Uniformità di trattamento per gli studenti dell'Unione europea che si iscrivono nelle facoltà universitarie italiane.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 9).

Valentina APREA, presidente, replicando in qualità di cofirmataria, si dichiara soddisfatta della risposta ricevuta.
Dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 12.45.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 2 dicembre 2009 - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 12.45.

Sulla missione svolta in Estonia, dall'8 al 10 novembre 2009.
(Svolgimento e conclusione).

Valentina APREA, presidente, rende le comunicazioni sulla missione in titolo (vedi allegato 10). Rileva, al riguardo, che gli obiettivi della missione sono stati pienamente raggiunti, avendo confermato le decisioni assunte dalla Commissione con l'esame della proposta di legge C. 2131 in materia di abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia.

La Commissione prende quindi atto delle comunicazioni rese.

La seduta termina alle 13.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 13.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente la revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei.
(Atto n. 132).

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4 del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 25 novembre 2009.

Valentina APREA, presidente e relatore, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente norme sul riordino degli istituti tecnici.
(Atto n. 133).

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4 del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 25 novembre 2009.

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Valentina APREA, presidente e relatore, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente norme sul riordino degli istituti professionali.
(Atto n. 134).

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4 del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 25 novembre 2009.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) segnala il tema della maturità professionale, che è stato affrontato nelle province autonome di Trento e Bolzano. A tale proposito, suggerisce di inserire nella proposta di parere che verrà approvata dalla Commissione una specifica condizione che preveda che «in provincia di Bolzano e Trento, per coloro che hanno superato i concorsi quadriennali di formazione professionale e che intendono sostenere l'esame di Stato di cui al comma 6 dell'articolo 15 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, la provincia autonoma di Bolzano realizza gli appositi corsi annuali che si concludono con l'esame di Stato dinnanzi ad apposite commissioni d'esame nominate dal Ministero della pubblica istruzione su richiesta della stessa provincia e con le modalità e i programmi di cui all'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 1983, n. 89 e successive modifiche». Rileva, che per quanto sia a sua conoscenza, su tale condizione vi sarebbe una posizione favorevole da parte della Conferenza Stato-Regioni.

Valentina APREA, presidente e relatore, ringrazia il collega per la proposta di modifica e preannuncia che ne terrà certamente conto in sede di predisposizione della proposta di parere.

Maria Letizia DE TORRE (PD) ricorda che la revisione dell'ordinamento degli istituti tecnici ha portato la Commissione incaricata a dare indicazioni anche per l'istruzione professionale statale. Osserva che il parere potrebbe limitarsi a commentare contenuti e monte ore proposti. Ma ritiene non sia sufficiente: le emergenze economiche, sociali e culturali dell'Italia di oggi poste in controluce con i 150 anni di storia dell'istruzione e formazione professionale richiedono al Parlamento, alle Regioni ed al Governo un impegno più coraggioso e più riformatore. Segnala che davanti all'ordinamento attuale della «istruzione e formazione professionale» vi sono molte questioni aperte; ne apre tre che le paiono particolarmente «domande di senso»: se il dualismo tutto italiano tra «istruzione professionale statale» e «istruzione e formazione professionale regionale» che si è stratificato nel tempo sia oggi utile mantenerlo, perché la cartina dell'istruzione e formazione professionale in Italia appaia un arlecchino che non riesce a contrastare l'alta dispersione scolastica di alcune regioni, ancora perché il settore in esame rimane la cenerentola - un'istruzione piegata verso il basso - che non evidenzia l'importanza di professioni essenziali al Paese e fa sentire a chi lo frequenta una dignità inferiore rispetto ai compagni dei licei o dei tecnici e come si è giunti alla situazione di oggi.
Aggiunge che occorre ritornare indietro di 150 anni, nel lontano 1859, quando la legge Casati trasferì allo Stato l'impegno finanziario per l'istruzione professionale, e, in seguito la formazione pratica dei lavoratori al Ministero dell'Istruzione, nel 1928; la guerra bloccò l'avvio degli istituiti professionali nel 1938; la legge n. 264 del 1949 assegna l'addestramento professionale per gli adulti al Ministero del lavoro ed essa viene attuata sia attraverso grossi enti parastatali, sia attraverso enti, istituzioni, associazioni, centri di formazione privati di varia natura e matrice. Si sviluppa da quel momento un groviglio di

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enti di formazione che sarà in seguito uno dei maggiori ostacoli alla ricomposizione della formazione scolastica ed extrascolastica. Precisa che dal 1951, con l'estensione ai giovani dei corsi di addestramento professionale, si pongono le basi della formazione professionale iniziale. Nel 1955 con la legge n. 25 del 1955 viene istituito ufficialmente l'apprendistato e introdotto un «insegnamento complementare», volto a «conferire all'apprendista le nozioni teoriche indispensabili all'acquisizione della piena capacità professionale». Ritiene che la formazione professionale, rivolta in gran parte ormai ai giovani, si configuri come un altro percorso scolastico a cui adattare i curricula scolastici, ma la struttura dei corsi troppo lunghi e articolati sarà destinata a fallire. Nel 1957, con la nascita della Comunità economica europea, viene istituito il Fondo Sociale Europeo, all'articolo 123, con «principi generali per l'attuazione di una politica comune di formazione professionale» per favorire lo «sviluppo armonioso delle economie nazionali e del mercato comune». Il Fondo sociale europeo, operativo dal 1960, ha avuto un ruolo rilevante nello sviluppo della formazione professionale in Italia; si giunge al 1962, quando l'istituzione della Scuola Media sopprime le Scuole di Avviamento Professionale. Negli stessi anni prendono nuovo slancio gli Istituti Professionali e nel 1967 divengono totalmente di competenza del Ministero della pubblica istruzione; nel 1969, con la modifica dell'esame di maturità, divengono quasi tutti quinquennali con un secondo biennio finalizzato più all'accesso all'università che all'approfondimento della preparazione professionale.
Evidenzia, quindi, che la costituzione delle Regioni, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 10 del 1972, trasferisce ad esse il settore extrascolastico dell'«istruzione artigiana e professionale», competenze successivamente precisate, in base alla legge n. 845 del 1978, che sanciscono il dualismo fra «formazione professionale» regionale e «istruzione professionale» statale. Gli Istituti Professionali, cresciuti e consolidati nell'alveo della più generale istruzione statale, si schierarono sempre risolutamente contro la propria regionalizzazione. Occorrerà attendere vent'anni perché i provvedimenti Bassanini, risalenti al 1998, tentino nuovamente di passare gli istituti professionali alle Regioni, per rilanciare la gestione regionale di tutta l'istruzione professionale: stessa opposizione, e alla fine, il trasferimento riguarda solo poche decine di Istituti Professionali, quelli privi di corsi quinquennali, in base al decreto legislativo n. 112 del 1998. Considera inoltre importante l'istituzione dell'Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori ISFOL, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 478 del 1973. Ricorda che nel 2001, il Titolo V, in base alla legge n. 3 del 2001, articolo 117, ripropone, con la forza di una norma costituzionale, sia l'anomalo dualismo italiano fra «formazione» e «istruzione» professionale, sia la separazione dell'istruzione professionale dal resto dell'istruzione secondaria superiore. L'articolo 117 distingue infatti l'«istruzione», sulla quale lo stato ha legislazione esclusiva in materia di «norme generali», «livelli essenziali delle prestazioni» e detta i «principi fondamentali»per la legislazione concorrente delle regioni, e l'«istruzione e formazione professionale» demandata alla legislazione regionale, pur rimanendo i «livelli essenziali delle prestazioni» di competenza esclusiva dello Stato anche in questo settore. La legge n. 53 del 2003 afferma per tutti «il diritto all'istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età; l'attuazione di tale diritto si realizza nel «sistema di istruzione», costituito dai licei e nel «sistema di istruzione e formazione professionale». Dopo quindici anni i diplomi e le qualifiche si possono conseguire in alternanza scuola-lavoro o attraverso l'apprendistato. Mentre i licei hanno durata quinquennale, nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale i percorsi possono essere triennali e quadriennali, i percorsi quadriennali danno accesso all'istruzione e formazione tecnica

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superiore e anche, previo corso annuale, all'esame di Stato e quindi all'Università. Il sistema assicura la possibilità di cambiare indirizzo all'interno del sistema dei licei, nonché di passare dai licei all'istruzione e formazione professionale, e viceversa.
Segnala che, dopo il breve periodo di vita della proposta di licealizzazione dei Tecnici, nel 2008 vengono riconfermati in capo allo Stato gli Istituti Tecnici e Professionali, garantendo per questi ultimi il raccordo con la formazione professionale. Sottolinea, quindi, che vi è nuovamente grande dignità per gli Istituti Tecnici, ma continua la precarietà per il sistema professionale. Ricorda, inoltre, che la legge finanziaria n. 296 del 2006, finanziaria per il 2007, eleva l'obbligo scolastico dai quattordici ai sedici anni con un biennio che deve assicurare conoscenze culturali adeguate. Allo scopo, vengono stanziate risorse affinché anche nella formazione professionale i giovani apprendano elementi importanti nelle mutate condizioni culturali e del lavoro. Il decreto-legge n. 112 del 2008 sopprime dette risorse e precisa che l'obbligo scolastico si adempie anche in tutti i corsi di formazione professionale così come oggi esistenti. Si chiede, quindi, che scenario si possa prevedere dopo la revisione degli istituti professionali. Prevedibilmente, il dualismo si accentuerà: gli Istituti professionali saranno consolidati certo, ma la formazione professionale, le Regioni e gli Enti, questi ultimi in gran parte agonizzanti, cercheranno accordi con essi per la qualifica del terzo, del quarto o anche del quinto anno per l'accesso all'Università.
Si avranno inoltre, a suo giudizio, situazioni divergenti: dal Trentino che in virtù della sua Autonomia sceglie di non attuare gli Istituti professionali avendo un sistema locale molto qualificato e che chiede, congiuntamente all'Alto Adige/Sudtirol, di poter attuare insieme con il ministero la maturità professionale a regioni in cui saranno presenti solo gli istituti professionali statali. Non crede che un istituto professionale quinquennale, cioè una scuola molto tradizionale e molto impegnativa - anche se ha in orario laboratorio e ore pratiche - strappi dalla strada quel drammatico quaranta per cento di ragazzi oggi in dispersione scolastica in alcune aree del Paese; rimarrà l'»arlecchino» e rimarrà la «cenerentola». Non crede, infatti, che l'impegno congiunto presso la IX Commissione del coordinamento delle Regioni possa da solo dare alla formazione professionale forza e qualità diffusa tale da competere con gli Istituti professionali statali per uscire dalla precarietà e costituire finalmente un sistema stabile e solido. Non ritiene inoltre che, senza una volontà comune, emergerà la ricchezza propria della formazione professionale e cioè la sua varietà, il suo collegamento con il mondo del lavoro, la motivazione sociale di molti enti, spinti alla loro nascita solo dalla passione per i ragazzi più in difficoltà a grande rischio di dispersione scolastica, con conseguente emarginazione e di povertà. Non ritiene che, senza adoperarsi per i contenuti della formazione professionale, si andrà verso gli obbiettivi di Lisbona e cioè più conoscenze e più cultura per tutti, cultura così importante nel tempo della globalizzazione: Si tirerà avanti: con buona pace della criminalità organizzata che ha tutto il vantaggio di avere i giovani sulla strada.
In conclusione, rileva quindi che è un bene che la Commissione De Toni abbia cercato di fare del suo meglio per il riordino dei 1.425 istituti professionali con i suoi 545.229 alunni e di porre le condizioni per il dialogo con la formazione professionale regionale. Ma osserva che non è un punto di arrivo: deve essere un punto di partenza. A seguito della imminente approvazione dell'accordo sul Titolo V in Conferenza unificata, essenziale per sapere bene quali siano i compiti dello Stato e quali siano quelli delle Regioni e delle Province e dei Comuni per la scuola italiana, ritiene che occorre sollecitare una fase nuova. Ritiene che il Parlamento vi debba contribuire, riprendendo l'indagine conoscitiva della scorsa legislatura e dando degli indirizzi al Ministero. Sottolinea che a disposizione vi è anche l'ultima indagine dell'ISFOL e le conclusioni della Commissione De Rita del Ministero del lavoro.

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Dopo le dovute valutazioni di questi documenti, crede che occorre dare indirizzi coraggiosi: indirizzi per dare risposte serie alle domande che ha posto all'inizio del suo intervento: superando dualismi, assicurando un'istruzione adeguata in tutto il Paese, con pari dignità per tutti i percorsi di studio. Aggiunge che se il cosiddetto «federalismo fiscale» diventerà mai realtà, occorrerà occuparsi, poi, dei livelli essenziali che, ovviamente, non potranno limitarsi ai Licei e i Tecnici, ma dovranno, al contrario, riguardare l'istruzione per tutti i ragazzi, di tutto il Paese e dunque anche per l'istruzione e formazione professionale. Per metterli a punto, si dovrà partire non certo dai tagli, ma dalle esigenze dei giovani, da quelli più lontani dalle aule scolastiche; dai bisogni di sviluppo economico, sociale e culturale delle aree più svantaggiate. Ritiene, infine, che questo settore di istruzione debba essere prioritario perché deve farsi cura di chi ha meno voce, dei ragazzi che situazioni di forte disagio e una scuola non abbastanza adeguata hanno talvolta estromesso e che per una politica che ama il Paese devono stare in cima all'agenda politica.

Valentina APREA, presidente e relatore, ricorda che per la votazione della proposta di parere occorrerà attendere il parere del Consiglio di Stato e che, in ogni caso, si riserva di presentare una proposta di parere, nel seguito dell'esame, da sottoporre alla discussione dei colleghi.

Maria COSCIA (PD) sottolinea che, in ragione dell'esigenza di attendere il parere del Consiglio di Stato, sarebbe opportuno che il Governo decidesse di spostare di un anno l'entrata in vigore della riforma.

Valentina APREA, presidente e relatore, rileva che la Commissione non può procedere all'approvazione del parere prima della trasmissione del parere del Consiglio di Stato e che, in ogni caso, è compito del Governo decidere se è opportuno posticipare l'entrata in vigore della riforma. Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.15.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 13.15.

Proposta di nomina dell'avvocato Giorgio Assumma a presidente della Società italiana degli autori ed editori (SIAE).
Nomina n. 53.

(Esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina all'ordine del giorno.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, ricorda che la proposta di nomina all'ordine del giorno dell'avvocato Assumma a Presidente della SIAE è stata oggetto nel 2005 di un voto espresso quasi all'unanimità da parte della Commissione. Dopo che, infatti, la Commissione si era espressa negativamente su due designazioni, nel 2005 i gruppi di Forza Italia della Lega Nord, dell'UDC, dei DS, della Margherita e dei Comunisti italiani si erano espressi a favore della sua nomina a presidente della SIAE. Sottolinea, altresì, che il curriculum dell'avvocato, al quale rinvia, è illustre e non necessita di alcuna presentazione. Rileva, peraltro, che esiste senz'altro un problema relativo allo statuto della SIAE che deve essere modificato.
Propone, in conclusione, l'espressione di un parere favorevole sulla proposta di nomina in esame.

Ricardo Franco LEVI (PD) esprime innanzitutto un giudizio favorevole sulla riconferma dell'avvocato Assumma a presidente della SIAE. Rileva, peraltro, che la SIAE vive un momento complesso, a causa dei problemi che ultimamente hanno riguardato in maniera molto intensa il diritto d'autore e in particolare la musica.

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La SIAE, peraltro, possiede una struttura a metà tra pubblico e privato e ciò causa indubbiamente problemi per quel che riguarda i compiti da svolgere. Ritiene, infine, fondamentale che venga svolta un'audizione del presidente della SIAE al fine di avere da lui stesso le delucidazioni necessarie, relativamente, innanzitutto, alle modifiche necessarie affinché lo statuto possa mettere nel giusto rilievo i rappresentanti del mondo della musica. Si potranno avere altri elementi di informazione relativamente ai moduli che si vogliono seguire al fine di avvalorare sempre di più le strutture della SIAE e renderle più confacenti alle situazioni attuali.

Valentina APREA, presidente, rileva che l'audizione verrà svolta successivamente alla approvazione della proposta di nomina in esame. Si tratta, infatti, di due procedimenti separati.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.30.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 13.30.

Indagine conoscitiva sullo stato della ricerca in Italia.
(Deliberazione di una proroga del termine).

Valentina APREA, presidente, avverte che è pervenuta l'autorizzazione del Presidente della Camera alla ulteriore proroga del termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva sullo stato della ricerca in Italia, sulla base di quanto deliberato dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, nella riunione del 25 novembre 2009.
Propone, quindi, di deliberare la proroga del termine per la conclusione dell'indagine al 31 marzo 2010.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 13.35.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 13.35.

Indagine conoscitiva sullo stato della ricerca in Italia.
Audizione di rappresentanti dell'Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia (ADI) e del Campus-Bio-Medico.
(Svolgimento e conclusione).

Valentina APREA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che mediante impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l'audizione.
Intervengono, per svolgere una relazione sui temi oggetto del'audizione, Ferdinando D'ANIELLO, segretario nazionale associazione nazionale dottorandi e dottori di ricerca italiani (ADI), Paolo ARULLANI, presidente del Campus Biomedico, Vincenzo LORENZELLI, rettore del Campus Biomedico e Paolo Maria ROSSINI, ordinario di Neurologia e direttore del Centro Integrato di Ricerca (CIR).

Intervengono, per porre quesiti e svolgere osservazioni, i deputati Antonio PALMIERI (PdL), Luigi NICOLAIS (PD), Eugenio MAZZARELLA (PD) e la presidente Valentina APREA.

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Rispondono ai quesiti posti Ferdinando D'ANIELLO, Paolo ARULLANI, e Vincenzo LORENZELLI.

Valentina APREA, presidente, ringrazia i partecipanti e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.30.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 2 dicembre 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.15.

Sulle problematiche connesse all'accoglienza di alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano.
Audizione di rappresentanti di UPI e di ANCI.

Valentina APREA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che mediante impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

Intervengono, sui temi oggetto dell'audizione Donato GENTILE, sindaco di Biella, e Bruna BARAVELLI, assessore all'istruzione Provincia di Forlì-Cesena.

Intervengono per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Emerenzio BARBIERI (PdL), Paola GOISIS (LNP), Maria Letizia DE TORRE (PD), Emilia Grazia DE BIASI (PD), Erica RIVOLTA (LNP), Luciano CIOCCHETTI (UdC) e la presidente Valentina APREA.

Rispondono ai quesiti posti Donato GENTILE e Bruna BARAVELLI.

Valentina APREA, presidente, ringrazia gli auditi per gli interventi svolti e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.45.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.45 alle 17.10.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
C. 136 Carlucci, e abbinate C. 459 Ciocchetti, C. 769 Carlucci, C. 1156 Ceccacci Rubino, C. 1183 De Biasi, C. 1480 Zamparutti, C. 1564 Giammanco, C. 1610 Zazzera, C. 1849 Rampelli, C. 1935 Caparini e C. 2280 Goisis.