CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 ottobre 2009
228.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Martedì 6 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Intervengono il Ministro per le pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna, ed i sottosegretari di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo e Maria Elisabetta Alberti Casellati.

La seduta comincia alle 12.30.

5-00956 Nannicini: Problematiche relative al Fondo per la realizzazione di un piano contro la violenza alle donne.

Il ministro Maria Rosaria CARFAGNA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Rolando NANNICINI (PD), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta fornita, la quale in realtà sembra essere ben più ampia dell'oggetto dell'interrogazione, la quale peraltro è stata presentata nel mese di febbraio. La risposta potrà essere di ausilio per una verifica dell'utilizzazione dei fondi a disposizione del Governo.

5-01485 Vannucci: Sulla revisione della tabella delle sedi notarili.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

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Massimo VANNUCCI (PD) replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta fornita, della quale si dichiara parzialmente insoddisfatto. Nel denunciare la situazione di vantaggio nella quale si trovano i notai in servizio, la lentezza con la quale procedono i concorsi e le difficoltà di comprendere quale tabella sia effettivamente in vigore, sollecita il Ministero ad affrontare questa materia con maggiore convinzione e determinazione rispetto a quanto non abbia fatto finora.

5-00618 Bernardini: Sui decessi che si verificano negli istituti penitenziari italiani, con particolare riferimento alle vicende del carcere di Pesaro «Villa Fastiggi».

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Rita BERNARDINI (PD) replicando, ringrazia il sottosegretario Caliendo per la risposta fornita, dalla quale si trae conferma dell'inadeguatezza degli interventi del Governo in merito alla drammatica situazione nella quale versano le carceri italiane. Sottolinea in particolare la necessità di prevedere situazioni alternative alla detenzione per i tossicodipendenti. Ritiene inoltre inopportuno utilizzare il concetto di «capienza tollerabile», anziché quello di «capienza regolamentare» per non parlare apertamente di «sovraffollamento» nelle carceri. Ricorda quindi come la capienza regolamentare del carcere di Pesaro sia di 176 posti, mentre i detenuti siano più di 300. Ritiene altresì necessario un chiarimento su come il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria calcola i decessi che avvengono nelle carceri, poiché risulta che questi ultimi siano di molto superiori ai dati forniti.

Giulia BONGIORNO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 13.10.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Martedì 6 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo e Maria Elisabetta Alberti Casellati.

La seduta comincia alle 13.10.

5-01876 Di Pietro e Palomba: Sul sovraffollamento negli istituti penitenziari italiani.

Giulia BONGIORNO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

Federico PALOMBA (IdV) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Federico PALOMBA (IdV) replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta. Ricorda come la situazione delle carceri italiane sia assolutamente intollerabile, tanto per i detenuti quanto per gli agenti della Polizia penitenziaria, e come tale situazione non solo non sia cambiata ma sia addirittura peggiorata da quando questo Governo è in carica. Ricorda in particolare come sia necessario rafforzare al più presto ed in modo cospicuo, l'organico della Polizia penitenziaria.

Giulia BONGIORNO, presidente, sospende la seduta per consentire lo svolgimento della sede referente.

La seduta, sospesa alle 13.20, riprende alle 14.20.

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5-01877 Rao e altri: Problematiche relative all'ufficio del giudice di pace di Roma.

Roberto RAO (UdC) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Roberto RAO (UdC) nel ringraziare per la risposta fornita, sottolinea come vi sia un oggettivo aggravio degli uffici del giudice di pace, soprattutto a Roma, e come le rassicurazioni fornite siano solo parziali. Più in generale ritiene che il Governo non stia affrontando adeguatamente la difficile situazione nella quale versa la giustizia, come dimostra anche il fatto che si sia ancora in attesa della promessa riforma della magistratura onoraria.

Giulia BONGIORNO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.30.

SEDE REFERENTE

Martedì 6 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 13.20.

Disposizioni in materia di reati commessi per finalità di discriminazione o di odio fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere.
C. 1658 Concia e C. 1882 Di Pietro.

(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta 2 ottobre 2009.

Giulia BONGIORNO, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti (vedi allegato 6) sul testo base adottato dalla Commissione. Ricorda che il provvedimento è iscritto nel calendario dell'Assemblea a partire da lunedì 12 ottobre e che, pertanto, la Commissione dovrà concluderne l'esame entro giovedì 8 ottobre.
Invita quindi il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sugli emendamenti.

Anna Paola CONCIA (PD) relatore, prima di esprimere il parere di competenza sugli emendamenti presentati, ritiene opportuno precisare quale sia il senso di tali pareri ed in particolare di quelli contrari sugli emendamenti volti a modificare la «legge Mancino» nonché di quelli con i quali si rimette alla Commissione. Rileva che la sua contrarietà all'estensione del reato di discriminazione ai fatti di omofobia o transfobia è dettata unicamente dalla constatazione che la Commissione nella sua maggioranza è assolutamente contraria ad intervenire sulla «legge Mancino». Ricorda che proprio per superare tale insormontabile contrarietà ha deciso nel dicembre scorso di presentare una proposta di testo unificato volta ad introdurre la circostanza aggravante da applicare a tutti i reati commessi con finalità di discriminazione in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere della vittima. Proprio grazie a tale scelta è stato possibile adottare un testo unificato, per quanto questo comunque sia stato ulteriormente ridotto nella sua sfera applicativa, limitandosi unicamente ad alcuni reati contro la persona ed agli atteggiamenti omofobici. Proprio in considerazione che la Commissione nell'adottare il testo unificato ha già compiuto una scelta sulla strada da percorrere, che è quella dell'introduzione di una nuova aggravante e non quella da lei auspicata sin dall'avvio dell'esame preliminare della estensione della «legge Mancino», ritiene che quale relatrice non possa che esprimere parere contrario sugli emendamenti che ritornano sulla scelta di non modificare la predetta legge. Ribadisce che il parere

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contrario non significa che per lei la soluzione migliore non sia proprio quella di ampliare il reato di discriminazione per motivazioni omofobiche o legate all'identità di genere. Per quanto attiene gli emendamenti sui quali si rimetterà alla Commissione, si tratta di quelle modifiche al testo unificato che lei condivide pienamente, ma sulle quali è stata già manifestata una contrarietà tale da parte della maggioranza che, qualora lei avesse insistito nel tentare di inserirle nel testo unificato, avrebbero potuto portare addirittura all'affossamento dell'esame delle proposte di legge in materia di omofobia.
Esprime parere contrario sugli emendamenti Di Pietro 1.15, Bernardini 1.30, e Di Pietro 1.16. Si rimette alla Commissione sugli emendamenti Bernardini 1.31, Di Pietro 1.19, 1.18, 1.21 e 1.20, e Bernardini 1.32. Esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ferranti 1.18 e Di Pietro 1.38, sugli identici emendamenti 1.2 del relatore e Di Pietro 1.37 sugli identici emendamenti 1.3 del relatore e Di Pietro 1.2, sugli identici emendamenti 1.1 del relatore e Ferranti 1.9 e sull'emendamento Ferranti 1.10. Si rimette alla Commissione sugli emendamenti Bernardini 1.33 e 1.34, mentre esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 1.4 del relatore e Di Pietro 1.39. Esprime parere contrario sull'emendamento Vietti 1.14, parere favorevole sull'emendamento del relatore 1.7, parere contrario sugli emendamenti Di Pietro 1.23 e1.36, parere favorevole sugli emendamenti 1.5 del relatore, Bernardini 1.35 e 1.6 del relatore. Si rimette alla Commissione sull'emendamento Ferranti 1.26, sugli identici emendamenti Di Pietro 1.40, Bernardini 1.24 e Ferranti 1.11 nonché sugli emendamenti Ferranti 1.12 e 1.13 e Di Pietro 1.41 e 1.17. Invita l'onorevole Bernardini a ritirare il suo articolo aggiuntivo 1.02, rilevando come questo sia condivisibile nel merito ma carente sotto il profilo della copertura finanziaria.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO preliminarmente rileva che il parere del Governo tiene conto che il testo unificato in esame è il risultato di una lunga e difficile mediazione tra i gruppi parlamentari. In particolare, tale testo rappresenta un punto di arrivo di un lungo lavoro che ha visto ogni gruppo limare le proprie convinzioni proprio per addivenire ad un testo condiviso, che il Governo rispetta. Proprio in considerazione di tale circostanza esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati. L'unica eccezione potrebbe essere fatta per gli identici emendamenti 1.4 del relatore e 1.39 Di Pietro volti a migliorare sotto il profilo tecnico-giuridico il testo in esame, senza tuttavia toccarne la sostanza. Su questi emendamenti il Governo si rimette alla Commissione.

Rita BERNARDINI (PD), intervenendo sul complesso degli emendamenti da lei presentati, evidenzia come alcuni di questi siano volti a modificare sostanzialmente il testo unificato superando la scelta di introdurre una nuova circostanza aggravante in luogo della modifica della «legge Mancino». Sottolinea come la soluzione migliore sia proprio quella di ampliare le ipotesi di reato di discriminazione previste in quella legge, includendovi anche le discriminazioni per ragioni omofobiche o di identità di genere, nonostante la «legge Mancino» susciti più di una perplessità sotto il profilo dei reati di opinione. Contesta inoltre la scelta del Parlamento di intervenire nella materia dell'omofobia attraverso lo strumento penale, ritenendo che fenomeni gravi come quello oggetto delle proposte di legge in esame debba essere affrontato in maniera ben più complessa, anche attraverso l'istituzione di una apposita commissione. Ritiene che anche in occasione dell'esame delle proposte di legge sull'omofobia il Parlamento dimostri di essere lontano dagli interessi dei cittadini e di pervenire a delle soluzioni che sono il frutto di patti tra gruppi di maggioranza ed opposizione. Anziché adottare delle misure che possano realmente far cambiare gli atteggiamenti omofobici, attraverso interventi anche di carattere sociale, ci si limita ad introdurre una circostanza aggravante che di fatto

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non servirà a nulla. Anzi ritiene che proprio l'introduzione di una aggravante per ragioni omofobiche possa avere degli effetti criminogeni. Qualora il Parlamento intendesse perseverare nel seguire una via meramente penalistica per affrontare il problema dell'omofobia, ritiene che si dovrebbero prendere in considerazione anche le pene alternative, senza limitare la risposta dello Stato ad una sterile applicazione di pene detentive, le quali sicuramente non serviranno a risolvere il predetto problema.

Antonio DI PIETRO (IdV) in relazione agli interventi svolti dal relatore nelle scorse sedute sulla posizione del gruppo di Italia dei valori rispetto al testo unificato adottato dalla Commissione, ritiene opportuno precisare che, per quanto fosse preferibile ampliare la «legge Mancino», il suo gruppo voterà a favore di qualsiasi testo che comunque contenga delle norme volte a punire atteggiamenti omofobici. Altro punto che il suo gruppo non condivide assolutamente è la scelta di escludere dal testo i comportamenti motivati dalla finalità di discriminare per l'identità di genere. Non comprende come il Governo non voglia in alcun modo porsi un problema reale qual è quello della tutela penale dei transessuali o dei transgender. Si tratta di un atteggiamento che è in contrasto con i principi costituzionali ed in particolare con quelli sanciti dall'articolo 3 della Costituzione. Altra questione non comprensibile è quella relativa alla delimitazione della fattispecie aggravante ad alcuni reati contro la persona escludendo quelli contro l'onore. Contesta anche la scelta di non prevedere l'applicabilità della nuova aggravante ai reati contro il patrimonio, per quanto spesso si è assistito alla commissione di danneggiamenti o estorsioni proprio in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere della vittima. Ritiene che sia un grave errore, che possa portare all'inapplicabilità della nuova aggravante, l'aver eliminato la disposizione volta a sottrarre questa dal bilanciamento delle circostanze, evidenziando come in ragione di ciò la nuova circostanza potrà essere disapplicata sulla base del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Non comprende per quale ragione, alla luce degli ultimi fatti, il Governo abbia espresso parere contrario anche sull'emendamento presentato dal suo gruppo con il quale si prevede in alcuni casi la procedibilità d'ufficio di reati commessi per ragioni omofobiche o transfobiche. Condivide pienamente l'intervento dell'onorevole Bernardini nel quale ha fatto riferimento alla possibilità di applicare ai fatti di omofobia le pene alternative. Oltre a queste ritiene che si potrebbero prevedere anche delle pene accessorie.
Conclude annunciando che saranno ripresentati in Assemblea tutti gli emendamenti del suo gruppo che dovessero essere respinti dalla Commissione e ribadendo che, nonostante i vistosi difetti, il gruppo voterà a favore del testo unificato che sarà trasmesso dalla Commissione all'Assemblea.

Cinzia CAPANO (PD) ritiene che non sia opportuno ritornare oggi su delle scelte che la Commissione ha compiuto dopo un serio ed approfondito confronto tra i diversi gruppi. A tale proposito ribadisce che il gruppo del Partito democratico avrebbe sicuramente preferito che venisse approvato un testo volto a modificare la «legge Mancino», ma che di fronte ad un muro da parte della maggioranza ha preferito optare per una soluzione meno efficace ma sicuramente valida per contrastare l'omofobia. Ritiene che siano eccessive anche le preoccupazioni sulla non applicabilità della nuova circostanza ai reati commessi nei confronti di transessuali in ragione del loro modo di essere, in quanto potrebbero rientrare nella nozioni di orientamento sessuale o di discriminazione sessuale contenuta nel testo. Ricorda, a tale proposito, che la stessa nozione di omofobia utilizzata dalla normativa comunitaria è tanto ampia da ricomprendervi anche la transessualità.

Donatella FERRANTI (PD) sottolinea che il suo gruppo ha presentato emendamenti

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tutti volti ad ampliare l'applicabilità della nuova aggravante nonché a rafforzarla nel rapporto con altre circostanze o a prevedere comunque un aumento di pena obbligatorio in caso di recidiva.
Dichiara di aver apprezzato l'intervento dell'onorevole Di Pietro, che ha superato una posizione di totale contrarietà al testo unificato, che non trovava alcuna giustificazione nella comprensibile preferenza per una soluzione diversa che portasse all'introduzione di un nuovo reato. Non condivide assolutamente il tenore dell'intervento dell'onorevole Bernardini, secondo la quale il testo unificato sarebbe il frutto di un patto tra il gruppo del Partito Democratico e la maggioranza. In realtà, non vi è stato altro, da parte del suo gruppo, se non una presa d'atto della impraticabilità politica, in ragione della posizione di chiusura dei gruppi di maggioranza, a modificare la «legge Mancino». Il suo gruppo condivide pienamente l'osservazione dell'onorevole Bernardini circa l'esigenza di prevedere anche, anzi specialmente, interventi di natura sociale. A tale proposito ricorda che in materia di violenza sessuale la Commissione giustizia e successivamente l'Assemblea della Camera ha approvato un testo caratterizzato proprio dalla predetta esigenza, essendo tutti ben consapevoli che gli episodi di violenza più gravi nei confronti delle donne o commessi per l'orientamento sessuale della vittima non possono trovare delle risposte da parte dello Stato sul piano meramente sanzionatorio. Nel caso in esame serviranno sicuramente delle misure di prevenzione, tuttavia ciò non significa che non si debba nel frattempo approvare anche una legge che abbia una dimensione legata unicamente alla sfera penale.

Enrico COSTA (PdL), parlando a nome anche del gruppo della Lega, nel ricordare che il testo unificato adottato dalla Commissione è il risultato di un lungo e costruttivo confronto tra i gruppi che ha visto il relatore svolgere un ruolo fondamentale di sintesi tra le diverse posizioni, dichiara che qualsiasi modifica che dovesse essere apportata a tale testo in fase emendativi rischierebbe di modificare la posizione favorevole dei gruppi di maggioranza sul medesimo testo.

Giulia BONGIORNO, presidente, prima di passare all'esame degli emendamenti ritiene opportuno sottolineare con soddisfazione che da parte della Commissione, con eccezione del solo gruppo dell'UdC, si è raggiunta una sostanziale condivisione su un testo che affronta un tema estremamente delicato, quale è quello della omofobia.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Di Pietro 1.15, Bernardini 1.30, Di Pietro 1.16, Bernardini 1.31, Di Pietro 1.19, 1.18, 1.21 e 1.20 nonché Bernardini 1.32.

Giulia BONGIORNO, presidente, intervenendo sugli identici emendamenti Ferranti 1.8 e Di Pietro 1.38, volti a sopprimere le parole «non colposi», sottolinea come in effetti tale indicazione sia del tutto superflua, poiché la circostanza aggravante in esame è strutturata n modo tale da essere applicata ai delitti colposi e preterintenzionali.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Ferranti 1.8 e Di Pietro 1.38, gli identici emendamenti 1.2 del relatore e Di Pietro 1.37, gli identici emendamenti 1.3 del relatore e Di Pietro 1.22, gli identici emendamenti 1.1 del relatore e Ferranti 1.9 nonché gli emendamenti Ferranti 1.10 e Bernardini 1.33 e 1.34.

Manlio CONTENTO (PdL), nel preannunciare il voto contrario del PdL sugli identici emendamenti 1.4 del relatore e Di Pietro 1.39, volti a sostituire la parola «ragioni» con la parola «motivi», osserva come la fattispecie sia meglio determinata se si mantiene il riferimento alle finalità della condotta, oggettivamente accertabili. Al contrario, il riferimento ai motivi introdurrebbe una componente soggettiva, appartenente all'interno volere del soggetto,

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che potrebbe determinare una maggiore difficoltà di accertamento. La questione, in ogni caso, potrà essere affrontata in modo più approfondito nel corso dell'esame in Assemblea.

Francesco Paolo SISTO (PdL) condivide le osservazioni dell'onorevole Contento e concorda sull'opportunità di affrontare il tema in modo più approfondito nel corso dell'esame in Assemblea. Ricorda, d'altra parte, come i concetti di finalità e motivo siano molto diversi tra loro e come nel diritto penale i motivi in genere non siano mai rilevanti, essendo menzionati soltanto nella circostanza aggravante di cui all'articolo 61, primo comma, n. 1).

La Commissione respinge gli identici emendamenti 1.4 del relatore e Di Pietro 1.39.

Roberto RAO (UdC) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Vietti 1.14, del quale è cofirmatario, che è volto a sopprimere il riferimento all'orientamento sessuale. Ritiene infatti che tale espressione sia priva di una determinazione concettuale chiara. Se si intende indicare la discriminazione di omosessuali, l'espressione «orientamento sessuale» andrebbe sostituito con «omosessualità», in quanto l' «orientamento sessuale» indica ogni tendenza sessuale e dunque anche la tendenza eterosessuale e qualsiasi altro genere di scelta sessuale, fino a ricomprendervi l'incesto. Ritiene inoltre che la norma, così come formulata, se con l'espressione «orientamento sessuale» si intende la omosessualità, possa portare alla intolleranza nei confronti di chi, su basi etiche o religiose, ritenga doveroso difendere la complementarietà eterosessuale, rispetto ad altre scelte sessuali, quale condizione indispensabile della identità antropologica e della socialità. Inoltre, non essendo possibile accertare nell'interiorità dell'animo l'autentico movente che spinge alla violenza, ne conseguirebbe che chi subisce violenza presumibilmente per le ragioni di orientamento sessuale, riceverebbe una protezione privilegiata rispetto a chi subisce violenza tout court, in violazione del principio di uguaglianza.

La Commissione respinge l'emendamento Vietti 1.14.

Anna Paola CONCIA (PD), relatore, esprime in primo luogo sincero apprezzamento per le dichiarazioni dell'Onorevole Di Pietro. Tornando all'esame degli emendamenti, pur essendo consapevole che il testo base adottato dalla Commissione rappresenta un punto di equilibrio che è il frutto di un lungo e delicato lavoro di mediazione tra sensibilità molto diverse, tuttavia ricorda come l'attuale formulazione della circostanza aggravante potrebbe creare dei dubbi interpretativi in merito alla sua applicabilità alle categorie più esposte e meno protette dal tipo di violenza che si intende contrastare. Si tratta, segnatamente, delle categorie dei transessuali e dei transgender. Poiché ritiene assolutamente fondamentale che non vi siano dubbi sul fatto che la tutela riguardi anche questi cittadini, al fine di chiarire la portata applicativa della circostanza aggravante, ritiene possibili tre soluzioni, contenute rispettivamente nei suoi emendamenti 1.7, 1.5 e 1.6. Con l'emendamento 1.7, in particolare, si propone la stessa soluzione adottata in Germania, il cui ordinamento tutela le persone transessuali o transgender utilizzando il concetto di identità sessuale. L'emendamento 1.5 è invece volto a reintrodurre il concetto di «identità di genere», mentre l'emendamento 1.6 è volto ad esplicitare che la circostanza aggravante si applica anche ai casi di transfobia. Auspica quindi che vi possa essere sulla questione un supplemento di riflessione, trattandosi di un tema di estrema importanza.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti 1.7 del relatore, Di Pietro 1.23 e 1.36, 1.5 del relatore, Bernardini 1.35, 1.6 del relatore, Ferranti 1.26, gli identici emendamenti Di Pietro 1.40, Bernardini 1.24 e Ferranti 1.11, gli

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emendamenti Ferranti 1.12 e 1.13 e Di Pietro 1,41 e 1,17.

Rita BERNARDINI (PD) insiste per l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 1.02, sottolineando come si tratti della proposta emendativa più importante tra quelle oggi esaminate, poiché è l'unica che prevede degli interventi positivi e non di carattere punitivo.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bernardini 1.02.

Giulia BONGIORNO, presidente, avverte che il testo unificato sarà trasmesso alla I Commissione competente per l'espressione del parere. Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.