CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 luglio 2009
207.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 22 luglio 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario per l'istruzione, l'università e la ricerca Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 14.

Sull'ordine dei lavori della Commissione.

Valentina APREA, presidente, propone di passare dapprima all'esame del nuovo testo unificato sulle disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore (C. 624), per il parere

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alla XII Commissione e quindi ai restanti punti all'ordine del giorno.

La Commissione concorda.

Disposizioni in materia di consenso informato ai trattamenti sanitari e di cure palliative.
Nuovo testo unificato C. 624 Binetti.

(Parere alla XII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

Valentina APREA (PdL), presidente e relatore, propone di esprimere parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta sospesa alle 14.05, riprende alle 14.20.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Montenegro, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale con dichiarazioni allegate, fatto a Lussemburgo il 15 ottobre 2007.
C. 2539 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento all'ordine del giorno.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, ricorda che il disegno di legge in esame ratifica l'Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA), concluso il 15 ottobre 2007 tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e il Montenegro, dall'altro, oggetto del quale è l'integrazione del Montenegro nel contesto politico ed economico europeo, anche nella prospettiva di una futura candidatura all'ingresso nell'Unione europea. Tale Accordo è parte del processo di stabilizzazione e di associazione (PSA) che contribuisce alla definizione della strategia comune dell'Unione nei confronti di cinque paesi dell'Europa sud-orientale, in particolare Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica federale di Jugoslavia - ridottasi nel frattempo alla Serbia dopo l'indipendenza del Montenegro e del Kosovo -, ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Albania. Ricorda che il PSA prevede, oltre all'elaborazione di accordi di stabilizzazione e di associazione (ASA), lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali con la regione e al suo interno; lo sviluppo degli aiuti economici e finanziari già disponibili; l'aiuto al processo di democratizzazione, alla società civile, all'istruzione e allo sviluppo istituzionale; la cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni; lo sviluppo del dialogo politico. Gli obiettivi principali degli ASA sono, in considerazione della situazione specifica di ciascun paese, il consolidamento della democrazia, dello Stato di diritto, dello sviluppo economico e della cooperazione regionale, la definizione di un quadro ufficiale per il dialogo politico a livello bilaterale e regionale, la formazione, una volta compiuti progressi sufficienti nella riforma dell'economia, di una o più zone di libero scambio, il sostegno alla cooperazione economica, sociale, civile e in settori quali l'istruzione, la scienza, la tecnologia, l'energia, l'ambiente e la cultura.
Sottolinea che l'Accordo in esame, in particolare, comprende un Preambolo, 139 articoli raggruppati in dieci titoli, l'Atto finale, 7 Allegati, 8 Protocolli e Dichiarazioni. L'ultimo degli 8 Protocolli, concernente i principi generali della partecipazione montenegrina ai programmi comunitari in diversi settori, è stato incluso per porre rimedio alla disapplicazione al Montenegro, dopo il raggiungimento dell'indipendenza, dell'Accordo quadro tra UE ed ex Unione di Serbia-Montenegro del 22 novembre 2004. Gli obiettivi dell'Accordo con il Montenegro, delineati nell'articolo 1 dell'Accordo, sono quelli di favorire il dialogo per consentire lo sviluppo delle relazioni politiche tra le Parti, nonché la stabilizzazione del Montenegro e il consolidamento in esso della democrazia e dello Stato di diritto; sostenere il Montenegro

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nello sviluppo della cooperazione economica e internazionale; instaurare progressivamente una zona di libero scambio tra la Comunità europea e il Montenegro; promuovere la cooperazione regionale.
Per quanto di competenza della Commissione cultura, segnala che l'Accordo promuove al Titolo VIII la cooperazione culturale e quella nei settori dell'informazione e della comunicazione, dell'audiovisivo, cinematografico e televisivo, delle infrastrutture di comunicazione elettronica - con l'obiettivo dichiarato di un'ampia digitalizzazione - e servizi connessi, della società dell'informazione. Anche se si deve osservare che in riferimento all'allineamento all'acquis comunitario e agli standard europei, in particolare nei settori di competenza della Commissione cultura, la Commissione europea segnala che il Montenegro ha compiuto scarsi progressi nei settori della società dell'informazione. Ricorda quindi che il disegno di legge di ratifica dell'Accordo si compone di tre articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e associazione CE-Montenegro. L'articolo 3 del disegno di legge, infine, dispone l'entrata in vigore della legge di autorizzazione alla ratifica per il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Il disegno di legge è altresì corredato da un'Analisi tecnico-normativa (ATN) e da un'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR). L'ATN, in particolare, rileva che la ratifica dell'Accordo in esame, che rientra nelle fattispecie di cui all'articolo 80 Cost., non presenta profili di impatto sull'assetto costituzionale e normativo italiano, né sull'ordinamento amministrativo. D'altra parte, l'ATN non rileva contraddizioni o incompatibilità a livello comunitario, trattandosi proprio di un Accordo in quella sede originato.
Alla luce delle considerazioni esposte, propone pertanto di esprimere un parere favorevole.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole del relatore.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione relativo a un Sistema globale di navigazione satellitare (GNSS) ad uso civile tra la Comunità europea e i suoi Stati membri e il Regno del Marocco, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2006.
C. 2541 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento all'ordine del giorno.

Giancarlo MAZZUCA (PdL), relatore, ricorda che il disegno di legge in esame ratifica l'Accordo di cooperazione relativo a un Sistema globale di navigazione satellitare, Global Navigation Satellite System-GNSS, ad uso civile tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Regno del Marocco, dall'altra, stipulato a Bruxelles il 12 dicembre 2006. Ricorda altresì che l'Accordo Ue-Marocco è, in ordine cronologico, l'ultimo dei sei accordi stipulati nella stessa materia dall'Unione europea, nessuno dei quali fino ad ora entrato in vigore. L'Accordo risulta allo stato ratificato da 18 Stati membri della UE; mancano le ratifiche sia della controparte marocchina sia della Comunità europea. Giova rammentare al riguardo che la politica europea di navigazione satellitare è finalizzata a mettere a disposizione dell'Unione europea due sistemi di navigazione satellitare (GNSS). Tali sistemi sono realizzati rispettivamente dai programmi EGNOS e GALILEO. La relazione illustrativa del Governo evidenza che i costi stimati del Programma GALILEO si attestano sui 3,8 miliardi di euro; a seguito delle difficoltà subentrate nei negoziati per il contratto di concessione, la Commissione europea, che inizialmente contava di reperire i due terzi dell'onere dal settore privato, prevede ora l'integrale attribuzione delle spese a carico dell'Unione. Si sottolinea quindi che GALILEO consentirà la collaborazione tra Ue e Marocco in

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molteplici ambiti quali scienza, tecnologia, ambiente, energia, industria, agricoltura e pesca, che sono gli stessi previsti nell'Accordo euro-mediterraneo di associazione, in vigore dal 1o marzo 2000, che rappresenta la principale cornice di riferimento delle relazioni bilaterali. L'Accordo tra la Comunità europea e il Regno del Marocco è composto da 18 articoli. In particolare, per quanto di competenza della Commissione cultura, l'articolo 3 definisce i principi che le Parti si impegnano ad applicare nella cooperazione, tra i quali: il reciproco vantaggio basato su un equilibrio generale di diritti e obblighi, compresi i contributi e le remunerazioni; la partnership nel programma GALILEO; la reciprocità nell'offerta di opportunità per realizzare attività di cooperazione per usi civili; lo scambio di informazioni attinenti alle attività di cooperazione e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale; il libero accesso ai servizi di navigazione satellitare e il libero scambio di apparecchiature GNSS nei territori delle Parti. Negli articoli 4 e 5 sono definiti l'ambito e la tipologia della cooperazione nel settore della navigazione e della sincronizzazione satellitare, Si tratta di ricerca scientifica, produzione industriale, formazione, sviluppo dei servizi e del mercato, commercio, aspetti legati al sistema, certificazione e protezione dello stesso. L'eventuale estensione della cooperazione ad altri settori specifici - quali beni sensibili sottoposti a misure di controllo dell'esportazione, crittografia e tecnologie di sicurezza dell'informazione, scambio di informazioni classificate sulla navigazione satellitare - potrà essere oggetto di accordi separati tra le Parti. L'articolo 6 impegna quindi le Parti a continuare nella cooperazione, già avviata in seno all'UIT (Unione internazionale delle telecomunicazioni) nel campo dello spettro-radio, con particolare riguardo alla ricerca e all'eliminazione delle interferenze.
Rileva che con l'articolo 7 le Parti si impegnano a promuovere attività comuni di ricerca nel campo del GNSS, soprattutto per i suoi futuri sviluppi per uso civile, anche attraverso l'utilizzo del programma-quadro della Comunità europea per la ricerca e lo sviluppo e dei programmi di ricerca dell'Agenzia spaziale europea, nonché dei programmi a cura delle competenti agenzie marocchine. In base agli articoli 8 e 9, cui si rinvia, le Parti si impegnano a sostenere la cooperazione tra le rispettive industrie, anche ricorrendo allo strumento della joint venture, nonché il commercio e gli investimenti nelle infrastrutture di navigazione satellitare. In particolare, il comma 2 dell'articolo 8 prevede una efficace tutela dei diritti di proprietà intellettuale industriale e commerciale correlati allo sviluppo del sistema GALILEO, conformemente agli standard internazionali più elevati. L'articolo 18, infine, contiene le clausole finali sull'entrata in vigore, la denuncia e la durata dell'Accordo, prevista in cinque anni, e con possibilità di proroga automatica per ulteriori periodi di cinque anni. L'eventuale denuncia dell'Accordo dovrà essere inoltrata per iscritto con almeno tre mesi di preavviso. L'Accordo potrà inoltre essere modificato mediante intesa scritta tra le Parti. Sottolinea che il disegno di legge di ratifica consta di tre articoli. I primi due recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo tra Comunità europea e Regno del Marocco relativo a un sistema globale di navigazione satellitare ad uso civile, e il relativo ordine di esecuzione; l'articolo 3 dispone l'entrata in vigore della legge per il giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La relazione illustrativa al disegno di legge precisa che dalla ratifica dell'Accordo non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato in quanto gli stessi risultano a carico del Programma GALILEO, finanziato da parte italiana attraverso il contributo che l'Agenzia spaziale italiana versa all'Agenzia spaziale europea (ESA). La relazione, inoltre, segnala che nel 2007, l'88 per cento delle entrate complessive dell'ESA è derivato dal contributo degli Stati membri: l'Italia, risulta tra i maggiori contribuenti, seconda solo alla Francia e alla Germania. Il disegno di legge, infine, è corredato da un'analisi tecnico-normativa (ATN) e da

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un'analisi dell'impatto della regolamentazione (AIR). L'ATN, in particolare, rinviene la necessità dell'autorizzazione parlamentare alla ratifica dell'Accordo in quanto rientrante nelle fattispecie di cui all'articolo 80 della Costituzione. Alla luce delle considerazioni esposte, propone pertanto l'espressione di un parere favorevole.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole del relatore.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2010-2013.
Doc. LVII, n. 2.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 21 luglio 2009.

Maria COSCIA (PD) preannuncia una proposta di parere alternativo che si riserva di formalizzare nel seguito dell'esame. Rileva che il DPEF non fornisce un quadro esatto della realtà: da un anno a questa parte si è inoltre verificato che le previsioni del DPEF si sono rivelate non rispondenti rispetto alla realtà, visto che per esempio la crisi globale non viene considerata. Segnala altresì che il DPEF è stato presentato in ritardo, cioè il 15 luglio; non si dà inoltre tempo al Parlamento di esaminare il DPEF, che dovrebbe precedere alle scelte finanziarie. Ci vorrebbero tempi ordinari per discutere un provvedimento così rilevante, visto che il decreto-legge n. 78 del 2009 è in discussione e doveva essere esaminato dopo il DPEF; si sono invece sovvertite le regole. Aggiunge quindi che il DPEF andava adeguato all'attuale fase congiunturale: il PIL si è già ridotto dell'1 per cento e si contrarrà fino al 5,2 per cento. Si prevede che ci sarà una ripresa nel 2010, seppure ci sono una serie di dati che non corrispondono alla realtà del Paese. Segnala infatti che tanti precari perderanno il posto di lavoro e che prima o poi il Governo dovrà affrontare la crisi, ponendosi obiettivi seri. Nelle materie di specifica competenza, sottolinea che si aggiornano i tagli nei settori di competenza che vengono ampliati: con l'assestamento di bilancio, i settori della cultura, della ricerca e dell'università ricevono ulteriori tagli. Sottolinea inoltre che il tema delle conoscenze del sapere e della cultura costituisce un fattore di sviluppo: creare una nuova prospettiva in questo settore sarebbe un bene fondamentale per creare nuove prospettive. Ribadisce, pertanto, il giudizio fortemente contrario sul provvedimento in esame.

Ricardo Franco LEVI (PD) ricorda che si tratta dell'ultimo DPEF, strumento che non sarà sicuramente rimpianto. Rileva che per la seconda volta consecutiva si rinuncia al sostegno all'attività economica attraverso il bilancio e non si interviene su saldi di contabilità pubblica. Rileva che l'ammontare della manovra è di 3 miliardi di euro, e si sono quindi fatte proprie le stime di istituti che erano stati giudicati come catastrofici. Rileva altresì che sulla scuola i tagli sono pesanti: il DPEF non merita quindi alcuna approvazione da parte della Commissione.

Eugenio MAZZARELLA (PD) rileva che il DPEF non reca alcuna proposta reale di cambiamento; più che un DPEF è un «documento di evanescenza». Rileva che si sono recuperate solo poche risorse a fronte di quelle necessarie e che l'università e la ricerca rischiano di morire. Contesta in generale l'impostazione del DPEF, in quanto nelle fasi recessive si fanno di solito politiche anticicliche.

Giovanni Battista BACHELET (PD) conferma che voterà contro il DPEF, preannunciando di aderire alla proposta di parere alternativo che verrà presentata. Rileva che nel DPEF si parla di riforma di istruzione e ricerca, ma è un'affermazione sbagliata, in quanto i tagli non possono considerarsi riforme. Ricorda quindi che su università e ricerca si è annunciato un

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disegno di legge, che non è stato ancora presentato, visto che non potrà essere sostenuto sotto i profili finanziari.

Valentina APREA, presidente, osserva che ci si sarebbe aspettati di più, soprattutto considerando gli interventi mancati nel provvedimento anti-crisi. Ricorda che anche il ministro Gelmini si è battuta per alcuni emendamenti nelle Commissioni riunite V e VI, dove non sono state approvate modifiche importanti legate al precariato del personale della scuola, ai fondi del FUS e ad altre questioni rimaste in sospeso. Sottolinea quindi che la Commissione dovrebbe giungere all'approvazione di un parere, certamente favorevole, perché è noto lo sforzo che il Governo sta attuando in un momento di grande difficoltà, ma politicamente forte in quanto la situazione è complessa. Ribadisce che quello che si è visto nella discussione che ha interessato le Commissioni bilancio e finanze, non può che preoccupare realmente la Commissione per i settori di competenza. Aggiunge che la maggioranza ha il dovere morale di sostenere i ministri di riferimento e di dare forza come Commissione cultura ai titolari dei due ministeri che sono più soggetti a decurtazione delle risorse. Sottolinea che non sempre un Governo può fare ciò che realmente ha in animo di fare e cioè il bene del Paese, dovendosi scontrare con una situazione di crisi come quella attuale. Prende atto dell'intendimento della minoranza di formulare una proposta di parere alternativo, ribadendo l'auspico che il relatore voglia farsi carico di sottolineare nella proposta di parere la mancanza di risorse per i settori di competenza.
Sottopone all'attenzione della Commissione il fatto che le richieste avanzate dagli stessi ministri dell'istruzione e per i beni culturali, enunciate nell'allegato del DPEF, richiedono più risorse e maggiori certezze, che devono essere messe a disposizione a partire dalla prossima finanziaria. Auspica che il Parlamento sappia dare indicazioni al Governo anche in materia di spettacolo, su cui la Commissione tutta, e in particolare le colleghe Carlucci e De Biasi, stanno da tempo lavorando. Ribadisce ancora una volta che le affermazioni dei ministri Bondi e Gelmini confermano la volontà di andare verso le indicazioni date dal Parlamento e dalla Commissione cultura per tutti i settori di competenza. Aggiunge che è suo interesse, a nome della Commissione, chiedere al Governo di non sacrificare i settori primari del Paese, quali la scuola, l'università, la ricerca e i beni culturali che devono essere oggetto invece di iniziative legislative che vadano nella direzione di un atteso rilancio.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA ritiene che scuola, università e ricerca siano settori strategici per il Paese e si dichiara in accordo con quanto sostenuto dalla presidente Aprea. Sottolinea che tali temi sono, al di là delle posizioni e delle parti politiche, pilastri per la cultura del Paese. Aggiunge che, sempre in sede di discussione del cosiddetto decreto-legge anti-crisi, non è stato approvato un emendamento sulla detassazione della ricerca, andando in senso contrario rispetto a tutti gli altri Paesi europei.

Rosa DE PASQUALE (PD) ritiene che la relazione del collega Mazzuca sia formalmente perfetta, ma non condivisibile nel merito. Si riferisce in particolare all'elencazione delle iniziative che il Governo presenta come realizzate nell'anno in corso, come per esempio la valorizzazione delle reti e dell'autonomia scolastica, quando è noto che non vi è stato alcun intervento in tal senso. Per quello che riguarda l'università, ad esempio, si parla di chiamata diretta di specialisti di altri Paesi; ritiene invece che di fronte alla situazione esistente non si potrà più reclutare nessuno e forse occorrerà rimandare indietro quanti sono stati chiamati. Sottolinea quindi l'incongruità delle fondazioni citate come enti di diritto pubblico; per quello che concerne la politica sulla ricerca sottolinea che non vi è stata politica ma sono stati effettuati solo tagli, si pensi anche ai tagli a cui è stato soggetto il FUS. Ritiene che l'elencazione fatta dal Governo sarebbe stata più opportuna se effettuata dal Presidente francese o da

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quello americano: sono infatti enunciati molti progetti ma non ci sono le risorse. Invita quindi il relatore e la maggioranza a invertire la rotta per quello che riguarda il parere della Commissione in merito alle materie di competenze.

Maria COSCIA (PD) osserva che, essendosi già svolta una discussione sulla relazione illustrativa del relatore Mazzuca, per quello che le concerne anche lei si appella al relatore affinché esprima un parere che rovesci gli intendimenti favorevoli e metta in evidenza la gravità in cui versano i settori strategici del Paese che poi sono le materie di competenza della Commissione.

Giuseppe GIULIETTI (IdV) condivide quanto già detto dall'onorevole Coscia, considerando se questioni importanti a livello di politica nazionale, come quelle riguardanti il FUS, debbano essere trattate privatamente e apprese tramite agenzie di stampa o piuttosto se tali materie non debbano essere trattate nelle sedi proprie del Parlamento. Sottolinea quindi che è noto che si sta discutendo del FUS in sedi separate e che lo stesso ministro Bondi sta lavorando senza rendere partecipe il Parlamento di tali riflessioni. È necessario considerare, stante l'assoluta mancanza di risorse, se si può arrivare a condannare un importante settore nazionale come quello cinematografico ad una morte culturale. Ritiene che su tali temi specifici dei beni culturali il rappresentante del Governo competente debba riferire in Commissione, fornendo la reale entità dei numeri, al di là di quelli indicati apparentemente. Aggiunge quindi che si sta parlando di risorse aggiuntive che dovrebbero essere assegnate al settore dei beni culturali anche se mancano le certezze in molti colleghi della maggioranza, come l'onorevole Carlucci e l'onorevole Barbareschi, che si battono con passione contro questi tagli e per la cultura italiana. Ritiene inoltre opportuno conoscere dal sottosegretario Bonaiuti quanto ci sia di vero nelle notizie di stampa su eventuali tagli ammontanti a 95 milioni di euro riguardanti il settore dell'informazione e dell'editoria.

Valentina APREA, presidente, ricorda che la presenza del Governo è assicurata autorevolmente dal sottosegretario Pizza, che a nome della Commissione ringrazia per la costante presenza. Condivide sicuramente l'esigenza espressa dal collega Giulietti della presenza del ministro per i beni culturali o del sottosegretario Giro, per il prosieguo della discussione. Ricorda infine che il sottosegretario Bonaiuti aveva assicurato la propria disponibilità ad intervenire in Commissione sui temi richiesti, ma gli impegni parlamentari degli ultimi giorni non lo hanno ancora consentito.

Giovanni Battista BACHELET (PD), ricordando la sua non lunga esperienza di parlamentare e di componente della Commissione, rileva che la maggioranza non è in grado di assicurare l'approvazione di una proposta di parere del relatore. Non vorrebbe che ogni qualvolta che non è raggiunto un accordo all'interno della maggioranza, o non vi sono i numeri, si sia costretti a rinviare la relativa votazione.

Valentina APREA, presidente, ricorda che il relatore si è riservato nella seduta di ieri di presentare una proposta di parere nel seguito dell'esame, come di consueto accade nel caso in cui si tratti di provvedimenti complessi come quello in discussione. Aggiunge che è in corso lo svolgimento della riunione della direzione nazionale del gruppo PdL al quale sono chiamati a partecipare molti componenti della Commissione.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) ricorda che si sta discutendo su un provvedimento di estrema importanza che detta non solo le linee economiche ma anche gli indirizzi politici che il Governo intende dare sulle materie di competenza della Commissione. Sottolinea che si tratta di un «bilancio di guerra»; ricorda che la Banca D'Italia, con le dichiarazioni delle settimane scorse del governatore Draghi ha evidenziato come vi sia stata la minimizzazione di una situazione economica grave. Osserva che il DPEF è un provvedimento che mette in

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evidenza la difficoltà ma anche l'incapacità del Governo di mettere in campo progetti strategici di ampio respiro nei settori della Commissione. Apprezza quindi l'intervento del presidente della Commissione verso i componenti della sua maggioranza e li invita a riconquistare il posto che compete ai componenti di una Commissione parlamentare, in termini di autonomia decisionale nei confronti di un Governo che va contro ciò che loro stessi logicamente vorrebbero e aspirerebbero si realizzasse.

Manuela GHIZZONI (PD) stigmatizza il fatto che la maggioranza non è in grado di assicurare la conclusione dell'esame del provvedimento nella seduta odierna..

Valentina APREA, presidente, ribadisce che è in corso una riunione della direzione del Partito della Libertà, non ancora terminata. Sottolinea ancora una volta che si tratta di una discussione importante e che il relatore dovrà formulare una proposta di parere, tenendo conto di tutti gli elementi emersi.

Giancarlo MAZZUCA (PdL), relatore, ringrazia tutti i colleghi intervenuti nell'esame di un provvedimento assai rilevante, con una discussione di estremo rilievo. In qualità di relatore intende tenere conto di quanto emerso nel corso della discussione, e in particolare di quanto indicato dalla presidente Aprea in merito ad un parere forte della Commissione. Concorda in particolare con quanto sostenuto da alcuni colleghi sul fatto che la cultura e lo spettacolo debbano essere una priorità, ma ricorda che anche in recenti pubblicazioni sono stati resi noti i fondi pari a 700 milioni di euro conferiti a pioggia, negli ultimi 10 anni, a opere cinematografiche di non grande valenza culturale, a significare i grandi sprechi ai quali il Governo vuole porre fine nel settore. Ritiene quindi che, insieme al rivendicare nuove risorse, occorra anche rivedere quanto fatto in passato. Aggiunge, d'altra parte, che lo stesso governatore della Banca D'Italia ha riconosciuto che vi sono significativi cenni di ripresa a partire dal 2010, sottolineando la correttezza della manovra posta in essere dal Governo. Rammenta in conclusione che si è all'interno di una crisi economica globale di gravità assoluta che è affrontata in senso positivo dal Governo. Seppure quindi vi siano dei correttivi da apportare, ritiene che alcuni quadri forniti nella discussione di oggi appaiono essere troppo pessimisti.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.25.

ATTI DEL GOVERNO

Presidenza del Presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 14.05.

Schema di riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1261 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2009, relativo a contributi ad enti, istituzioni, associazioni, fondazione ed altri organismi.
Atto n. 105.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 luglio 2009.

Fabio GARAGNANI (PdL) ritiene che la relazione svolta nella seduta di ieri sia precisa, indicando vari punti peculiari dello schema di riparto in esame. Rileva al riguardo che gli enti e le associazioni indicate sono molto importanti e meritano i contributi assegnati. Esprime perplessità peraltro sull'assegnazione del contributo

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all'Istituto italiano per la storia del movimento di liberazione. Ricorda infatti che da numerosi anni richiama l'attenzione anche delle più alte cariche dello Stato al fine di ottenere una riconsiderazione della questione, senza che si sia mai voluto veramente farsi carico di una revisione storiografica, al fine di comprendere realmente gli eventi del 1945-1948. Non si riconosce infatti nel 25 aprile, e non è d'accordo quindi con lo stanziamento di risorse disposto a favore dell'Istituto in questione. Occorrerebbe quindi scorporare la voce indicata; solo in tal caso il proprio voto sul provvedimento sarebbe favorevole, poiché ritiene che il finanziamento in questione risponda a logiche politiche e settoriali.

Ricardo Franco LEVI (PD), sottolineando che sull'argomento il collega ha sempre manifestato una posizione coerente, rileva peraltro che nel suo intervento vi è il disconoscimento della base fondativa della Repubblica, che mette preoccupazione e tristezza e colpisce dal punto di vista storiografico. Affermare che il 25 aprile non è la data fondativa della Repubblica sconcerta e su cui vorrebbe che fosse espressa una posizione esplicita da parte della maggioranza, in quanto si mette in dubbio il fondamento della Repubblica italiana. Invita quindi i rappresentati della maggioranza e del Governo ad esprimersi sul punto.

Valentina APREA, presidente, rileva che la posizione del collega Garagnani è una posizione personale, peraltro coerente con la sua convinzione che, come ha ricordato lo stesso collega Levi, ha più volte espresso. Vi è peraltro un aspetto di merito da valutare: alcuni istituti portano avanti la propria attività in modo parziale, mentre dovrebbero affrontare anche altri fatti storici nella loro interezza. Ribadisce in ogni caso che il 25 aprile rappresenta una festa nazionale che non può essere messa in discussione.

Ricardo Franco LEVI (PD) apprezza l'interesse e lo sforzo del presidente, ma non considerare il suo intervento espressione della maggioranza, in quanto ella svolge funzioni non riconducibili a quelle di un rappresentante di un gruppo in Commissione.

Paola FRASSINETTI (PdL), relatore, ritiene che la discussione del provvedimento in questione non può essere la sede per svolgere un dibattito sul significato che assume la data del 25 aprile. Rileva peraltro che il collega Garagnani ha evidenziato un problema di trasparenza di un ente al quale vengono destinati fondi, che non sembrano giustificati rispetto alla categoria alla quale appartiene. Ritiene pertanto opportuno rinviare l'esame del provvedimento, al fine di svolgere gli opportuni approfondimenti e le opportune verifiche prima di proporre il parere di competenza.

Fabio GARAGNANI (PdL) ribadisce che vi è una certa faziosità e visione unilaterale della storia da parte dell'Istituto in questione, preannunciando il proprio voto contrario nel caso in cui non si tenga conto delle esigenze da lui espresse. Auspica che l'esame del provvedimento sia rinviato per consentire gli opportuni approfondimenti al riguardo.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA ribadisce che l'importanza del 25 aprile è indiscutibile, legata come è alla nascita della democrazia in Italia e al successivo affermarsi dei valori fondanti del popolarismo cristiano democratico che deve rimanere ad esempio per le giovani generazioni. Si riserva di fornire gli opportuni chiarimenti richiesti sull'attività svolta dall'istituto in questione.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.

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COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 22 luglio 2009.

Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti.
C. 953 Aprea e abbinate C. 808 e 813 Angela Napoli, C. 1199 Frassinetti, C. 1262 De Torre, C. 1468 De Pasquale e C. 1710 Cota.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15.25 alle 18.15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI