CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 luglio 2009
206.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 21 luglio 2009. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia.

La seduta comincia alle 18.05.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2010-2013.
Doc. LVII, n. 2.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del documento in titolo.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che la Commissione dovrà esprimere il parere in tempo utile per consentire alla V Commissione di riferire all'Assemblea la prossima settimana.
Ricorda altresì che al Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) sono allegati: le relazioni sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive e sull'applicazione delle misure in materia di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche (Allegato I), il programma delle infrastrutture strategiche (Allegato II) e un documento recante i contributi dei Ministeri (Allegato III).

Giovanni DIMA (PdL), relatore, ricorda che il DPEF 2010-2013, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 luglio 2009, reca il nuovo quadro aggiornato di finanza pubblica per il periodo 2009-2013, alla luce delle nuove previsioni di carattere macroeconomico, nelle quali, pur in un quadro di prospettive tuttora incerte, si evidenziano segnali di attenuazione delle spinte recessive, anche a seguito delle misure adottate tra la fine del 2008 ed i primi mesi del 2009, per fronteggiare la crisi economica.
A tali misure si aggiunge il più recente provvedimento anticrisi, costituito dal decreto-legge

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1o luglio 2009, n. 78, con il quale, come precisato nel DPEF, sono previsti impieghi per circa 11,5 miliardi di euro negli anni 2009-2012, mediante utilizzo di quota parte delle maggiori entrate e delle minori spese legate al decreto stesso, con effetti neutrali sulla finanza pubblica.
Nel DPEF viene ribadita la volontà del Governo, in continuità con gli impegni assunti in sede europea, di proseguire, nel dopocrisi, il percorso di risanamento dei conti. Il DPEF prospetta infatti una correzione degli andamenti tendenziali di finanza pubblica soltanto a partire dal 2011, in linea con le aspettative di miglioramento del quadro economico, e non contiene specifiche indicazioni sulle linee di intervento previste per i diversi settori economici.
Quanto all'Allegato III, contenente il contributo dei Ministeri, esso comprende, per quanto di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, un documento che contiene le indicazioni strategiche e le linee di intervento finanziario ritenute necessarie per il comparto agroalimentare.
Tale documento sottolinea come la crisi finanziaria mondiale e il crollo dei prezzi delle materie prime agricole abbiano significativamente cambiato lo scenario di riferimento per la politica agricola nazionale. Per aumentare la competitività e la tutela delle imprese italiane occorre quindi rafforzare la strategia della qualità e della sicurezza alimentare, per arrivare ad un sistema Paese in grado di offrire nel suo complesso tutte le garanzie chieste dal mercato.
La politica del settore deve pertanto fondarsi, secondo il documento: 1) sullo sviluppo della competitività delle imprese sia sul fronte della qualità, sia su quello dell'ottimizzazione dei fattori produttivi, attraverso la stabilizzazione della pressione previdenziale, anche nelle aree svantaggiate, la prospettiva pluriennale di finanziamento degli strumenti assicurativi, il rilancio del sostegno agli investimenti, la crescita dimensionale delle imprese, la diffusione di nuovi strumenti finanziari, il potenziamento del sistema cooperativo, il rafforzamento delle strutture nazionali dedicate alla tutela delle produzioni e del territorio; 2) sulla difesa del made in Italy, da operare con un'azione almeno di medio periodo mirata alla tutela delle nostre produzioni a livello mondiale; 3) sul potenziamento delle infrastrutture logistiche, a cominciare da quelle irrigue.
Sotto il profilo dei provvedimenti da adottare, il documento del Ministero agricolo ritiene assolutamente indispensabili al predetto disegno i seguenti interventi: fondo di solidarietà nazionale (dotato di almeno 250 milioni di euro per coprire parzialmente lo scoperto 2009); stabilizzazione delle agevolazioni previdenziali, che cessano il 31 dicembre 2009 per due terzi del territorio nazionale (l'onere è di 205 milioni di euro annui a regime); stabilizzazione dell'agevolazione sull'accisa del gasolio impiegato per coltivazioni sotto serra (l'onere è di 48 milioni di euro annui); ripristino degli stanziamenti del Piano irriguo nazionale (per almeno 100 milioni annui); rafforzamento delle strutture di controllo (AGEA, CFS, ICQ), per almeno 70 milioni di euro; rilancio dell'azione di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari svolta da Buonitalia Spa, per 20 milioni di euro; rilancio del fondo investimenti del Ministero di cui alla legge n. 499 del 1999, per 100 milioni di euro.
Il quadro delle linee di azione che emerge dal documento del Ministero rispecchia in buona misura, pur non esaurendoli, gli indirizzi formulati dalla Camera con l'approvazione, nella seduta del 14 luglio scorso, di alcune mozioni concernenti misure a favore del settore agroalimentare e della pesca. In proposito, desidera sottolineare che nel corso della discussione sulle mozioni le priorità di merito sono stati ampiamente condivise, pur nella diversità dei modi di intendere la crisi dell'agricoltura in Italia e delle posizioni politiche di fondo.
Quanto al contesto politico-economico, considera positivo il monitoraggio della crisi che il Governo ha costantemente assicurato, intervenendo puntualmente

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con tutta una serie di provvedimenti a supporto di una politica economica in grado di garantire gli standard di benessere cui il Paese è abituato. Emerge altresì che la fase più acuta della crisi sembra superata e che occorre ragionare sul da fare per il prossimo futuro. Il DPEF si inquadra in quest'ultimo contesto, facendo leva su due grandi direttrici. Rispetto alle risorse, il riferimento è chiaro: maggiore capacità di introitare risorse pubbliche e maggiore capacità di contenere la spesa. In quest'ottica il Governo si sta muovendo per una politica di rilancio dell'economia italiana.
Il confronto fra gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, registratosi in occasione della citata discussione sulle mozioni in Assemblea, è stato vivace, ma ha prodotto una larga convergenza di cui il Governo è chiamato a raccogliere le istanze. Il contributo offerto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali tiene conto delle sollecitazioni prodotte da tutti i gruppi, a partire dal Fondo di solidarietà nazionale. Anche le agevolazioni previdenziali ipotizzate dal Ministero, al fine di favorire il comparto agricolo nazionale, sono condivise dalla Commissione, come anche la politica del made in Italy, che può rappresentare un elemento di forza e di crescita del nostro sistema agroalimentare. Da questo punto di vista, ricorda che in occasione del recente vertice del G8 sono stati ripresi i concetti della sana alimentazione e della qualità alimentare e si è discusso di come favorire questi obiettivi. L'agricoltura italiana può considerarsi su questo terreno all'avanguardia, non temendo alcuna concorrenza.
Ritiene in conclusione necessaria un'azione forte, incisiva e qualificante per prefigurare un percorso di modernizzazione dell'agricoltura, anche dal punto di vista culturale. Occorre infatti superare i modelli dei decenni passati, che avevano relegato l'agricoltura ad un ruolo marginale, forse anche per volontà di emanciparsi da un retaggio storico del mondo contadino e rurale, per rilanciare il settore, collocandolo al centro dell'interesse nazionale e assicurando la crescita del Paese.
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha raccolto la sfida della crisi dell'agricoltura, attraverso il rafforzamento della difesa delle produzioni locali e nazionali, anche a livello internazionale, cui devono seguire azioni reali e concrete a difesa del mondo agricolo. I documenti programmatici del Governo devono dunque tradursi in stanziamenti reali nel bilancio dello Stato, affinché sia possibile tradurre queste novità in occasioni vere per lo sviluppo del mondo agricolo italiano.

Il Ministro Luca ZAIA, nel condividere le riflessioni del relatore, desidera cogliere l'occasione per alcune considerazioni all'inizio del percorso che porterà all'impostazione dei documenti di bilancio.
Ritiene necessario però preliminarmente fare riferimento alla vicenda del blocco stradale del Brennero promosso dagli allevatori a seguito dell'eccessivo ribasso del prezzo del latte a livello internazionale, che ha posto in concorrenza imperfetta i produttori nazionali, i cui costi di produzione si aggirano attorno ai 40 centesimi al litro, con altri produttori europei che sopportano costi di produzione pari alla metà. In tali condizioni gli allevatori italiani si disperano, dovendo affrontare un mercato nel quale i prezzi sono inferiori ai costi di produzione.
La produzione nazionale di latte si aggira attorno agli 11 milioni di tonnellate e il livello delle importazioni è pari a circa 8 milioni. In tale contesto, il consumatore è posto nella condizione di non poter distinguere il latte prodotto localmente rispetto a quello proveniente dall'estero, pur nel rispetto della legge. Si tratta di una situazione che non può essere accettata, anche in considerazione della elevata qualità e sicurezza del prodotto italiano. Mentre in Europa vi è chi chiede aiuti per formaggi di bassa qualità, i formaggi di alta qualità italiani incontrano serie difficoltà

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nella commercializzazione, considerando il basso livello dei prezzi in questa congiuntura.
Nell'ultima riunione del Consiglio agricolo, l'Italia si è trovata da sola a votare contro una proposta della Commissione volta a prevedere aiuti per il ritiro di burro e latte in polvere, per 600 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010. È una presa di posizione che va a tutela degli interessi dei produttori nazionali, che non sono interessati alla misura, che peraltro non va a vantaggio degli allevatori.
Per questi motivi, l'Italia propone una diversa misura, di carattere strutturale, e in particolare un piano di abbandono per le aziende in condizioni produttive di marginalità, che consentirà di eliminare il due per cento della produzione del latte europea. Si tratterà di favorire la chiusura non delle stalle di montagna, ma di quelle aziende non competitive che uscirebbero comunque dal mercato, come già è accaduto per circa 200 mila stalle.
In linea generale, per l'Italia è necessario tutelare il prodotto nazionale poiché i consumatori sono disponibili a spendere di più per avere la certezza di comprare realmente un prodotto italiano. La prima partita che si gioca è quella dell'etichettatura di origine per la generalità dei prodotti alimentari, che non va percepita come un provvedimento contro l'industria alimentare, ma come l'occasione per soddisfare una esigenza del consumatore. La notevole crescita del settore biologico e dei mercati a vendita diretta indica infatti chiaramente l'intenzione del cittadino di avvicinarsi sempre di più al produttore e di conoscere la provenienza di ciò che compra. È per questo motivo che il Ministero ha deciso di concentrare la propria attenzione sulla tutela del made in Italy e sulla possibilità di distinguere i prodotti italiani sul mercato.
Con riferimento al Fondo di solidarietà nazionale, ricorda che il Presidente del Consiglio ha assicurato il proprio impegno al relativo rifinanziamento di fronte ad una assemblea pubblica della Coldiretti. Si tratta dunque di un impegno cui si farà fronte pur nella limitatezza delle risorse finanziarie a disposizione; il Governo è infatti impegnato anche ad affrontare la ricostruzione post-terremoto in Abruzzo, con la realizzazione di alloggi da consegnare prima dell'inverno e per evitare che soluzioni provvisorie divengano definitive. La soluzione del problema del Fondo di solidarietà nazionale servirà anche a risolvere il problema delle agevolazioni previdenziali. Al riguardo, giudicava preferibile che le due misure, che interessano prevalentemente diverse aree del territorio nazionale, fossero affrontate insieme, come si prevedeva di fare con i più recenti provvedimenti in materia agricola. Non sarebbe infatti ipotizzabile finanziare solo una di tali misure e dovrà quindi essere trovata una soluzione adeguata. Peraltro, ricorda che il 2009 è stato un anno problematico per tutto il Paese, dal punto di vista delle avversità atmosferiche.
Ricorda quindi che le Commissioni di merito hanno approvato un emendamento per la concessione ai giovani di terre demaniali e di aziende di proprietà dello Stato, da affittare, con diritto di prelazione per l'acquisto. Altro emendamento riguarda invece la società ISA. Indica altresì la necessità di interventi anche nei settori suinicolo, ortofrutticolo e nella floricoltura.
Altra questione da affrontare è quella relativa al sostegno alla promozione all'estero delle produzioni agroalimentari. Infatti, di fronte ad un calo delle esportazioni di circa il 15 per cento, che si accompagna ad una contrazione dei consumi interni, è assolutamente necessario favorire sbocchi di mercato per le produzioni nazionali, anche per essere pronti nella prospettiva di una ripresa dei consumi. Tale obiettivo può essere perseguito con il rilancio dell'azione di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari svolta da Buonitalia Spa, che si propone di finanziare.
Da ultimo, sottolinea che per uscire dalla crisi il settore agroalimentare italiano non può prescindere dall'etichettatura di origine, cioè da un marchio che, al pari di quanto accade per altre realtà

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produttive, conferisca il giusto riconoscimento alle produzioni di qualità nazionali.

Sandro BRANDOLINI (PD) confessa di provare imbarazzo nell'interloquire con il Ministro Zaia, le cui dichiarazioni sono tali da prospettare una fattiva azione del Governo per superare la crisi, mentre nella realtà un oceano separa le parole dai fatti. Anche il recente intervento del Ministro al Brennero nei confronti degli allevatori preoccupati per i problemi legati alla commercializzazione del latte rischia di risolversi in una manifestazione sterile. In definitiva, si direbbe in quasi tutto il suo mandato, gli interventi del Ministro non hanno ottenuto alcun risultato concreto in una situazione che tende ad aggravarsi.
La vicenda del Fondo di solidarietà nazionale è eloquente: mentre si discute del finanziamento per il 2008 è trascorso oltre metà del 2009. Fortunatamente, le imprese si sono assicurate, ma è da dubitare che tutte siano in grado di far fronte all'intero costo di tali assicurazioni, ove il Fondo non dovesse essere rifinanziato.
Il Ministro prevede una serie di interventi per il settore agricolo e agroalimentare nel DPEF, ma a ben vedere il documento fa riferimento a provvedimenti già adottati, quali il decreto-legge n. 171 del 2008 e il provvedimento sulle quote latte. Con tali interventi, sembrerebbero quindi già attuati gli interventi di cui il settore agroalimentare ha bisogno. Ritiene pertanto necessario smettere di raccontare favole e attribuire la responsabilità, se del caso, al Ministro dell'economia, inerte rispetto all'esigenza prospettata. Anche il Presidente del Consiglio ha fatto trascorrere mesi dal suo dichiarato impegno sul rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, senza che alcun fatto seguisse alle sue dichiarazioni.
Tutte queste vicende accadono in un momento di grave crisi del settore agricolo, in cui i costi di produzione superano i prezzi all'origine dei prodotti agricoli. Alcune regioni stanno intervenendo, ma è necessario un impegno nazionale ed anche una politica di sostegno all'internazionalizzazione e di aggregazione dell'offerta, indispensabili per superare il grave momento di crisi. La regione Emilia-Romagna ha stipulato una intesa di filiera con due gruppi della grande distribuzione, anche se si tratta di una risposta su scala ridotta, che comunque ha incoraggiato gli agricoltori a raccogliere il prodotto piuttosto che a lasciarlo macerare. In mancanza di accordi di filiera, infatti, le difficoltà si scaricano inevitabilmente sull'anello debole della catena, ossia i produttori.
È inoltre necessario intervenire per tutelare la qualità dei prodotti nazionali per competere meglio sul mercato internazionale.
In conclusione, ritiene condivisibile il documento del Ministro, a condizione che esso si trasformi in fatti concreti, necessari in un momento di crisi veramente drammatica. In questa direzione, anche l'opposizione sarebbe disponibile a sostenere l'azione del Ministro.
Vi è, però, una questione non condivisibile che riguarda Buonitalia Spa, in relazione alla quale anche a giudizio delle stesse aziende interessate non appare proponibile una operazione di mero rilancio. Occorre invece ripensare alla generale politica di commercializzazione dei prodotti e di sostegno alla internazionalizzazione, definendo con esattezza i contorni dell'azione necessaria a dare le risposte di cui il settore agricolo ha bisogno.

Angelo ZUCCHI (PD), premesso che la presenza del Ministro è meritoria, nell'attuale difficile fase, constata che l'opposizione appare più motivata a confrontarsi con il Ministro di quanto lo sia la maggioranza a difenderlo, vista la sua scarsa partecipazione alla seduta di oggi. Precisa in proposito che i deputati dell'opposizione sono oggi presenti proprio in considerazione della presenza del Ministro.
Nel merito del Documento di programmazione economico-finanziaria, e con particolare riferimento alle indicazioni programmatiche del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, contenute

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nell'Allegato III, osserva che gli interventi ritenuti indispensabili richiedono risorse per circa 790 milioni di euro, delle quali oltre la metà sono necessarie per le misure relative al Fondo di solidarietà nazionale e alla stabilizzazione delle agevolazioni previdenziali. Per quanto riguarda il Fondo di solidarietà nazionale, peraltro, occorre ancora coprire le esigenze per il 2009 e in parte anche per il 2008. A tal fine, l'azione unitaria della Commissione e quella del Ministro non sembrano aver prodotto alcun risultato e ciò rivela una debolezza evidente del settore agricolo.
Sottolinea poi che uno strumento importante di intervento avrebbe dovuto essere il disegno di legge C. 2260, specificamente diretto al rafforzamento della competitività del settore agroalimentare, soprattutto con le disposizioni in materia di accordi di filiera e di etichettatura di origine dei prodotti alimentari. L'opposizione sarebbe disponibile a portarlo avanti, ma il suo iter alla Camera non può proseguire perché, in materia di etichettatura, il Senato sta esaminando un disegno di legge di un autorevole esponente della maggioranza, il Presidente della Commissione Agricoltura dell'altro ramo del Parlamento, che peraltro sta incontrando difficoltà anche dal punto di vista della compatibilità comunitaria. Questa situazione è incomprensibile ed è in ogni caso evidente che l'azione della maggioranza manca di una regia.
Quanto all'accostamento tra le questioni del Fondo di solidarietà nazionale e delle agevolazioni previdenziali cui il Ministro ha fatto cenno, si domanda se esso dipenda da difficoltà oggettive, da una previsione dello stesso Ministro ovvero se non sia piuttosto un messaggio diretto ad altri, e in primo luogo al Governo, per segnalare che se non si finanzia il Fondo non si finanzieranno nemmeno le agevolazioni. Se il messaggio è questo, la situazione è a suo giudizio preoccupante.
In conclusione, desidera rimarcare che nelle politiche del Governo nulla lascia presagire un futuro miglioramento per l'agricoltura italiana.

Giuseppe RUVOLO (UdC) sottolinea preliminarmente che il suo gruppo è ampiamente disponibile a sostenere gli interventi indicati dal Ministro nel Documento di programmazione, che - pur potendo essere arricchiti - potrebbero comunque creare le condizioni, se realizzati, per una ripresa dell'agricoltura. Desidera altresì riconoscere l'onestà intellettuale del Ministro Zaia. Tuttavia, ritiene necessario fare chiarezza.
In proposito, va ricordato che altri Paesi, come gli Stati Uniti e la Francia, hanno riconosciuto priorità al rilancio dell'agricoltura, a differenza dell'Italia. Il Ministro Zaia, inoltre, propone sostanzialmente di rifinanziare strumenti già esistenti, come il Fondo di solidarietà nazionale e le agevolazioni previdenziali (di cui si parla fin troppo senza risultati), senza però formulare proposte innovative. Deve al riguardo rilevare che l'onestà intellettuale di cui il Ministro dà prova dinanzi alla Commissione non è pari a quella manifestata dinanzi alle televisioni; in particolare, l'atteggiamento positivo del Ministro sarebbe apprezzabile solo se seguito da azioni concrete.
Si domanda poi quali siano le ragioni per le quali l'iter del disegno di legge in tema di etichettatura di origine dei prodotti alimentari si è di fatto bloccato. Il suo gruppo è disponibile a collaborare nella ricerca delle possibili soluzioni, anche perché ritiene che l'industria alimentare non abbia motivo di preoccuparsi di fronte ad una misura che mira piuttosto a difendere la tipicità dei prodotti italiani, gravemente colpiti dalla contraffazione.
Quanto al tema generale delle risorse finanziarie, osserva che certamente la ricostruzione e la ripresa dell'Abruzzo dopo il terremoto costituiscono una priorità che anche l'opposizione è pronta a sostenere; invita tuttavia il Governo a considerare che non pare accettabile che alcune categorie produttive denuncino redditi pari a quelli dei pensionati.
In sostanza, il Governo non dà segnali di proposte concrete in grado di assicurare la ripresa dei settori dell'agricoltura e della pesca. Particolarmente criticabile appare

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poi l'assenza di proposte per la pesca, per la viabilità rurale e per l'ammodernamento dei mezzi agricoli.

Giovanni DIMA, relatore, precisa che la viabilità agricola è materia di competenza regionale.

Susanna CENNI (PD) osserva che gli interventi indicati dal Ministro nei documenti in esame sono certamente condivisibili e sono stati infatti ampiamente condivisi anche con le mozioni recentemente approvate dalla Camera.
Osserva altresì che l'opposizione è consapevole delle ragioni della crisi internazionale, ma non può ignorare che, a fronte di risorse scarse e di una pluralità di esigenze, si stanno comunque operando delle scelte. Si pensi, in particolare, all'utilizzo dei fondi per le aree sottoutilizzate oppure alla ventilata riduzione della partecipazione dello Stato ai piani di sviluppo rurale. Inoltre, a proposito del Fondo di solidarietà nazionale - tema ormai simbolico, ma nella sostanza fondamentale per l'agricoltura - non si possono accettare richiami ad uno spirito bipartisan, dopo oltre un anno di inutili tentativi e di impegni non rispettati a trovare le necessarie risorse finanziarie. Ricorda infatti che sono stati presentati emendamenti a tutti i provvedimenti, è stata presentata una proposta di legge, sono state votate mozioni. Fa presente poi che il gruppo PD ha abbandonato la seduta delle Commissioni riunite V e VI sul decreto «anticrisi» di fronte all'ennesimo inutile tentativo in quella direzione. Ritiene in proposito doveroso da parte di un gruppo di opposizione ricordare tutto questo.
Quanto alla situazione generale dell'agricoltura, esprime realisticamente le sue preoccupazioni, pur venendo da una regione dove l'agricoltura è una realtà produttiva non legata culturalmente all'idea del sostegno pubblico. Infatti, le esportazioni sono in difficoltà e le produzioni di qualità faticano a trovare adeguati sbocchi di mercato; eppure, anche queste produzioni hanno problemi con il sistema bancario. Il Governo, se non rispetta gli impegni assunti, rischia di compromettere il rapporto con il mondo agricolo.
Quanto all'etichettatura di origine dei prodotti alimentari, sottolinea che l'Italia è nota per le sue eccellenze alimentari e che è cambiata anche la tendenza dei consumatori, che mostrano maggiore attenzione alla qualità e alla provenienza dei prodotti. Peraltro, va ricordato pure che nulla ha fatto il Governo per il sostegno dei redditi delle famiglie, necessari per affrontare l'acquisto di prodotti di qualità.
Infine, con riferimento all'intenzione cui ha fatto cenno il Ministro di convocare la conferenza dell'agricoltura, che il precedente Ministro De Castro aveva iniziato ad impostare, invita a provvedervi, ritenendo necessaria un'occasione di riflessione e di aggiornamento delle politiche del Governo e delle regioni.

Sabrina DE CAMILLIS (PdL), nel ringraziare il Ministro e il relatore, desidera ricordare gli importanti risultati ottenuti dall'Italia in occasione del G8 nonché l'impegno del Ministro Zaia nell'organizzare il G8 agricolo, che ha portato all'approvazione di documento che affronta questioni essenziali per l'agricoltura, l'alimentazione e la tutela della salute. Inoltre, con quel documento i Paesi partecipanti hanno riconosciuto l'esigenza di incrementare le produzioni per far fronte alle esigenze alimentari delle popolazioni maggiormente in sofferenza.
Queste indicazioni dovranno trovare sbocco nelle politiche dell'Unione europea, che dovrà rideterminare le priorità in campo agricolo, per far ripartire una programmazione che consenta all'agricoltura di mantenere livelli adeguati di attività e di riacquistare posizioni. Occorre inoltre cogliere i segnali di interesse verso l'agricoltura, che emergono, ad esempio, da una crescente richiesta di nuovi insediamenti produttivi.
Il Documento di programmazione in esame fornisce indicazioni di priorità per il settore agroalimentare, ma soprattutto interviene nella definizione di politiche che assumono, sia pure non direttamente,

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una importanza essenziale anche per tale settore. Si riferisce, in particolare, alle politiche per la tutela del suolo e dell'ambiente e per l'energia, oltre che a quelle «trasversali», come l'ammodernamento della pubblica amministrazione.
Nel merito delle questioni più strettamente agricole, e in particolare del basso prezzo del grano, segnala la necessità di un piano cerealicolo e dell'etichettatura di origine per la pasta italiana. In proposito, rileva che, come avvenuto per l'olio di oliva, le difficoltà e le perplessità iniziali possono essere superate di fronte all'evidente vantaggio che deriverebbe da una normativa a tutela delle produzioni nazionali.
Sul tema del latte e delle proposte che il Ministro ha annunciato in sede europea, manifesta apprezzamento per il fatto che il premio per l'abbandono delle produzioni non riguarderà le zone di montagna e in generale i territori per i quali l'allevamento è una modalità di tutela del territorio stesso.
Prende atto con soddisfazione dell'impegno preannunciato dal Governo per il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, che costituisce un'esigenza prioritaria. È infatti doveroso superare una situazione di incertezza che non consente alle imprese di programmare la propria attività conoscendo gli incentivi e i sostegni sui quali potranno contare.
In conclusione, giudica favorevolmente l'operato e la determinazione del Ministro, invitando a verificare la disponibilità di risorse per investimenti infrastrutturali, in particolare per l'irrigazione, e la possibilità di accelerare le procedure, utilizzando tutte le economie di spesa esistenti.

Marco CARRA (PD), precisando di essere presente proprio per cogliere l'opportunità di un confronto con il Ministro, ricorda che, provenendo da una zona dove l'allevamento suino è di primaria importanza, vive quotidianamente con gli allevatori le preoccupazioni per le prospettive future. Sono infatti numerose le aziende ormai nelle mani degli istituti di credito, proprio quelli che in passato hanno prosperato grazie alla forza del nostro sistema agroalimentare e oggi negano il necessario sostegno. Si tratta di un campo nel quale - pur di fronte a soggetti privati - sarebbe necessaria una più decisa azione del Governo.
Quanto ai problemi del settore lattiero, osserva che oggi il Ministro avrebbe fatto meglio a non partecipare alla mobilitazione degli allevatori della Coldiretti, per non trovarsi a protestare contro se stesso. Infatti, occorre svelare alcune ipocrisie: le ragioni della protesta sono senz'altro condivisibili, ma va detto che sono tutte rivolte al Governo. In primo luogo, quanto alla richiesta di introdurre l'etichettatura di origine, il disegno di legge del Governo non va avanti e ancora una volta la maggioranza assume atteggiamenti incomprensibili e contraddittori. Lo stesso è avvenuto sulla questione dei consorzi di bonifica, sulla quale la Commissione ha votato una risoluzione a fronte della volontà manifestata dal Ministro Calderoli di sopprimerli. In secondo luogo, gli allevatori chiedono la pubblicazione dei dati sulle importazioni di latte dall'estero, ma si domanda se esistono gli strumenti necessari per accogliere questa richiesta. In ogni caso, il mercato del latte è drogato e richiederebbe un'energica iniziativa in sede europea.
In conclusione, le regioni della protesta degli allevatori sono legittime e condivisibili e, per questo, il suo gruppo incalzerà il Governo su questi stessi temi. Tuttavia, la solidarietà offerta dal Ministro appare «pelosa», se non accompagnata da una concreta azione per la soluzione dei problemi.
Quanto al rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, si rammarica che la questione sia nelle mani del Presidente del Consiglio, che appare spesso molto generoso nel fare promesse.

Il Ministro Luca ZAIA, con riferimento alle dichiarazioni del deputato Carra, precisa che oggi ha ritenuto di portare la sua solidarietà agli allevatori, ma soprattutto ha voluto annunciare che per il prossimo giovedì ha convocato le organizzazioni del

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settore lattiero per presentare il decreto ministeriale, che verrà poi proposto in sede comunitaria, per estendere anche al latte l'etichettatura d'origine obbligatoria.

Paolo RUSSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Montenegro, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale con dichiarazioni allegate, fatto a Lussemburgo il 15 ottobre 2007.
C. 2539 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

Paolo RUSSO, presidente e relatore, ricorda che l'Accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Montenegro, dall'altra, rappresenta lo strumento principale del processo di stabilizzazione e di associazione (PSA) che rappresenta il quadro di riferimento delle relazioni esterne dell'Unione europea nei confronti dei Paesi dei Balcani occidentali e mira a consolidare la stabilizzazione politica, economica e istituzionale dei singoli Paesi e dell'intera regione attraverso lo sviluppo delle istituzioni e la riforma della pubblica amministrazione; l'intensificazione della cooperazione commerciale ed economica; il rafforzamento della sicurezza nazionale e regionale; una maggiore cooperazione in numerosi settori compresi quelli della giustizia e degli affari interni. L'obiettivo di fondo del PSA è traghettare con successo i Paesi in questione verso l'adesione all'Unione europea.
L'ASA con il Montenegro è il IV accordo di questo tipo concluso con l'Unione europea, dopo ERJM, Croazia e Albania. L'obiettivo primario dell'Accordo è consolidare i legami tra le Parti e l'instaurare tra di esse relazioni strette e durature, basate sulla reciprocità e sul mutuo interesse. L'Accordo sancisce la disponibilità dell'Unione europea a integrare il più possibile il Montenegro nel contesto politico ed economico dell'Europa e costituisce la premessa per l'evoluzione futura delle relazioni con il Montenegro nella prospettiva di una sua progressiva integrazione nelle strutture dell'Unione europea. L'Accordo riconosce infatti la qualità del Paese come potenziale candidato all'adesione all'Unione europea sulla base del Trattato sull'Unione europea e del rispetto dei criteri definiti dal Consiglio europeo di Copenhagen del giugno 1993.
L'ASA favorisce, inoltre, lo sviluppo del commercio (creando una zona di libero scambio), degli investimenti e della cooperazione tra le Parti in numerosi settori, tra cui giustizia, libertà e sicurezza. L'ASA è infatti un accordo commerciale preferenziale compatibile con le disposizioni dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), che disciplina, da un lato, la libera circolazione delle merci e, dall'altro, la circolazione dei lavoratori, lo stabilimento, la prestazione di servizi e i movimenti di capitali.
Le disposizioni di maggiore interesse della Commissione Agricoltura sono le disposizioni specificamente dedicate agli scambi di prodotti agricoli e della pesca, contenute negli articoli da 24 a 33 (Capitolo II e Allegati II, III a), III b), III c), IV e V), alla cooperazione in materia di agricoltura e pesca (articoli 97 e 98 ) e nei Protocolli 1 e 2.
Il Protocollo 1, richiamato dall'articolo 25, specifica le condizioni applicabili a taluni prodotti agricoli trasformati, ivi elencati.
Alla data di entrata in vigore dell'ASA, la Comunità europea abolisce le restrizioni quantitative e le misure di effetto equivalente (MEE) sulle importazioni di prodotti agricoli originari del Montenegro, nonché i dazi doganali sugli analoghi prodotti, tranne animali vivi e carni bovine fresche o congelate, vini e zucchero. Per ortaggi o legumi, piante, radici e tuberi mangerecci,

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nonché frutta commestibile, scorze di agrumi o di meloni, viene eliminata solo la parte ad valorem del dazio, ma viene mantenuto il dazio doganale specifico. Per quanto riguarda le importazioni dal Montenegro di prodotti di «baby beef», la Comunità applica dazi doganali pari al 20 per cento del dazio ad valorem ed al 20 per cento del dazio specifico previsti dalla tariffa doganale comune comunitaria, entro i limiti di un contingente tariffario annuale di 800 tonnellate (articolo 26).
Quanto al Montenegro, alla data di entrata in vigore dell'ASA abolisce le restrizioni quantitative e le MEE sulle importazioni di prodotti agricoli originari della Comunità, nonché i dazi doganali applicabili alle importazioni dei prodotti agricoli specificati nell'allegato III a) e riduce progressivamente i dazi doganali applicabili alle importazioni dei prodotti agricoli elencati all'allegato III b), in conformità con il calendario ivi indicato per ciascun prodotto. Infine, riduce progressivamente al 50 per cento i dazi doganali applicabili alle importazioni dei prodotti agricoli elencati all'allegato III c), secondo il calendario ivi indicato per ciascun prodotto (articolo 27).
Il Protocollo 2 definisce il regime applicabile ai vini ed alle bevande alcoliche (articolo 28).
Per i prodotti della pesca, la Comunità europea e il Montenegro aboliscono, alla data di entrata in vigore dell'ASA, le restrizioni quantitative e le MEE sulle importazioni originarie dell'altra Parte, nonché tutti i dazi doganali e gli OEE, fatta eccezione per i prodotti elencati nell'allegato IV, soggetti alle disposizioni ivi contenute (articoli 29 e 30).
Considerati il volume degli scambi, la sensibilità specifica del settore e le relative politiche comunitarie, il ruolo dell'agricoltura e della pesca nell'economia montenegrina, le conseguenze della futura adesione del Montenegro all'OMC, nonché il rispetto degli obblighi internazionali relativi alle norme di gestione e di conservazione delle risorse ittiche, l'Accordo prevede una clausola di revisione sulla cui base le Parti esamineranno, entro tre anni, la possibilità di ulteriori reciproche concessioni per prodotti agricoli e ittici (articolo 31).
È prevista una clausola di salvaguardia che prevede l'avvio di consultazioni tra le Parti, nonché l'adozione di eventuali contromisure, nel caso in cui le importazioni di prodotti originari di una di esse, soggette alle concessioni di cui sopra, provochino gravi perturbazioni sui mercati o ai dispositivi regolamentari interni della controparte (articolo 32).
Per quanto concerne le indicazioni geografiche di prodotti agricoli, della pesca e alimentari, diversi da vini e da bevande alcoliche, della Comunità europea, il Montenegro ne assicura la protezione a norma della corrispondente legislazione dell'Unione europea e vieterà l'uso, nel suo territorio, delle denominazioni protette nella Comunità per prodotti analoghi non conformi alla specifica dell'indicazione geografica. A decorrere dal 1o gennaio 2009, i marchi commerciali che rientrano in quest'ultima categoria, registrati in Montenegro o acquisiti con l'uso, non potranno pertanto più essere utilizzati (articolo 33).
Le disposizioni comuni a tutti i prodotti, industriali e agricoli prevedono che le Parti non introducano né rendano più gravosi dazi doganali e restrizioni quantitative (articolo 36). È vietata l'introduzione o il mantenimento di misure di discriminazione fiscale (articoli 37 e 38). L'ASA prevede la facoltà di ciascuna Parte di adottare eventuali misure antidumping (articolo 40), nonché le altre misure che si riterranno necessarie, qualora un prodotto di una Parte venga importato nell'altra in quantità maggiorate o a condizioni tali da provocare gravi pregiudizi o perturbazioni all'industria o all'economia del Paese importatore, secondo le procedure stabilite nella presente clausola di salvaguardia. Le Parti si impegnano a collaborare per ridurre il potenziale di frode nell'applicazione delle disposizioni commerciali dell'Accordo.
Per quanto riguarda le disposizioni non commerciali, l'ASA prevede una disciplina specifica in materia di ravvicinamento,

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applicazione delle legislazioni e regole di concorrenza (compresa la disciplina degli aiuti di Stato), giustizia, libertà e sicurezza, politiche di cooperazione, nonché cooperazione finanziaria.
In tema di cooperazione, si prevedono politiche e altre misure che favoriscano lo sviluppo economico e sociale del Paese. Su richiesta del Montenegro, la Comunità europea può fornire l'assistenza tecnica necessaria per favorire la creazione di un'economia di mercato funzionante nel Paese e il graduale ravvicinamento delle sue politiche a quelle dell'Unione economica e monetaria.
La cooperazione in materia di agricoltura e pesca mira in particolare a modernizzare e ristrutturare i settori montenegrini agro-industriale e della pesca, migliorando la gestione delle risorse idriche, promuovendo lo sviluppo rurale, sviluppando il settore forestale e favorendo il progressivo avvicinamento della legislazione alle norme e agli standard comunitari anche in campo sanitario (articoli 97 e 98).
In conclusione, propone di esprimere parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal Presidente relatore.

La seduta termina alle 19.35.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non è sono stati trattati:

COMITATO RISTRETTO

Sostegno agli agrumeti caratteristici.
C. 209 Cirielli, C. 1140 Servodio, C. 1153 Catanoso, C. 1736 Caparini, C. 1810 Catanoso, C. 2021 Dima e C. 2392 Cosenza.

COMITATO RISTRETTO

Disciplina per la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma.
C. 975 Brandolini, C. 2513 Rainieri.