CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 luglio 2009
206.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 21 luglio 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 17.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2010-2013.
Doc. LVII, n. 2.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Roberto TORTOLI (PdL), relatore, ricorda che la Commissione Ambiente è chiamata ad esprimere il proprio parere sul Documento di programmazione economico-finanziaria 2010-2013 e sul relativo Allegato infrastrutture. Si sofferma quindi brevemente sul DPEF per poi dare conto in termini di dettaglio del nuovo Allegato infrastrutture, di più stretta competenza della Commissione.
Ricorda che il DPEF 2010-2013, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 luglio 2009, reca il nuovo quadro di finanza pubblica per il periodo 2009-2013, aggiornato alla luce delle previsioni di carattere macroeconomico, nelle quali, pur in un quadro di prospettive tuttora incerte, si evidenziano segnali di attenuazione delle spinte recessive; ciò anche a seguito delle misure adottate tra la fine del 2008 ed i primi mesi del 2009 per fronteggiare la crisi economica, da ultimo con il decreto-legge n. 78 del 2009 attualmente all'esame del Parlamento.
Al riguardo, desidera innanzitutto sottolineare che il DPEF ribadisce la volontà

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del Governo, in continuità con gli impegni assunti in sede europea, di proseguire, nel dopo-crisi, il percorso di risanamento dei conti con una correzione degli andamenti tendenziali di finanza pubblica a partire dal 2011, in linea con le aspettative di miglioramento del quadro economico. Com'è noto, le stime dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2010 prevedono una riduzione del PIL per il 2009 pari a 5,2 per cento, mentre una inversione del ciclo è prevista a partire dal 2010, anno nel quale il PIL dovrebbe ricominciare a crescere ad un tasso pari allo 0,5 per cento. Nel triennio successivo la crescita media annua del PIL è prevista attestarsi al 2 per cento, con una ripresa abbastanza sostenuta per effetto dell'atteso recupero del commercio internazionale e degli effetti di rimbalzo da livelli produttivi rimasti molto contenuti.
Rileva, quindi, con riferimento alle misure anticrisi, che il DPEF afferma che in Italia vi è stata una minor necessità di intervenire a sostegno del sistema finanziario. In ragione di ciò il piano in funzione anticrisi, attivato con una pluralità di strumenti e sviluppato in fasi successive, ha operato secondo una pluralità di linee di indirizzo: normalizzazione delle condizioni operative del sistema finanziario e del credito all'economia; allargamento della copertura degli ammortizzatori sociali per ridurre l'impatto negativo della crisi; rafforzamento degli investimenti pubblici e sostegno al sistema sociale e produttivo.
Con riferimento agli aspetti di competenza della VIII Commissione, segnala che nell'ambito dell'analisi dell'economia italiana in relazione alla crisi economico-finanziaria internazionale, il DPEF sottolinea come gli investimenti in costruzioni abbiano subito «in misura contenuta» l'impatto della crisi del settore immobiliare che ha colpito soprattutto altre economie industrializzate. Si è registrato un indebolimento della domanda relativa al settore residenziale, con una riduzione delle compravendite del 18,7 per cento. Analogamente è stata riscontrato un rallentamento della produzione nel settore delle costruzioni e della relativa attività, anche se le prospettive del settore a medio termine appaiono positive: a fronte di un 2010 con investimenti (in costruzioni) in lieve contrazione, nel triennio successivo si dovrebbe registrare una crescita, seppur contenuta, pari all'1,9 per cento.
Sottolinea, inoltre, che l'azione di stimolo dell'economia in funzione anticiclica è stata supportata dalla mobilitazione di risorse destinate agli investimenti in infrastrutture, che superano i 16 miliardi di euro su un orizzonte pluriennale più esteso: esse rappresentano il 9 per cento delle risorse stanziate nel 2009 (3 per cento nel 2010 e 3,5 per cento nel 2011). Un ulteriore fattore che ha permesso lo sviluppo infrastrutturale è stato raggiunto con la semplificazione delle procedure, il riordino della relativa normativa e una più chiara ripartizione delle competenze tra i vari livelli decisionali coinvolti nell'azione di investimento.
Segnala, quindi, che ulteriori interventi connessi all'attuazione del programma di governo riguardano: gli specifici interventi a sostegno dell'emergenza abitativa, soprattutto nei confronti di particolari categorie sociali attraverso un incremento dell'offerta di alloggi popolari (con il piano casa previsto dal decreto legge 112 del 2008) e la proroga degli sfratti; l'emergenza rifiuti in Campania e il sisma in Abruzzo; gli interventi in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente, con particolare riferimento alla qualità ambientale dei corpi idrici; ai controlli amministrativi a carico delle imprese soggette a certificazione ambientale, ad una nuova disciplina in materia di pile, accumulatori e relativi rifiuti, alla modifica della disciplina in materia di terre e rocce da scavo e, infine, alle numerose norme di modifica al Codice ambientale, per il cui riordino è prevista una delega al Governo.
Quanto alle politiche ambientali perseguite dal Ministero dell'ambiente, recate dall'allegato III al DPEF, osserva che esse recano numerose previsioni di spesa per il prossimo triennio. In particolare: per le bonifiche dei siti inquinati si prevedono risorse pari a 1.698 milioni di euro nel

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triennio 2010-2012; per la difesa del suolo si quantificano investimenti, nel prossimo triennio, per circa 14 miliardi di euro a carico di soggetti pubblici e privati, di cui 2 miliardi a carico dello Stato. Per tale motivo, dovrebbero essere rifinanziati gli interventi di cui alla legge quadro n. 183 del 1989 per complessivi 810 milioni di euro per il triennio 2010-2012, e le iniziative di cui al decreto-legge n. 180 del 1998 per complessivi 1.200 milioni di euro; per le tecnologie a basso contenuto di carbonio e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto vengono stimati complessivamente 450 milioni di euro nel 2010, 425 milioni di euro nel 2011 e 400 milioni di euro nel 2012; per le risorse idriche, in particolare per interventi urgenti per i servizi di adduzione, fognatura e depurazione, si prevedono risorse pari ad almeno 500 milioni di euro per il prossimo triennio che saranno utilizzate quale cofinanziamento rispetto a quanto già assentito dalle regioni sui relativi programmi operativi regionali, nonché risorse FAS ad esse assegnate. Ulteriori finanziamenti dovranno essere individuati per la tutela della biodiversità e per l'educazione ambientale.
Riguardo, infine, all'Allegato infrastrutture, ricorda innanzitutto che la legge obiettivo ha operato sulla base della convinzione che esistessero 21 opere fondamentali inderogabili, che rappresentavano la priorità del Paese. Solo per fare un esempio, riferisce che tra le 21 infrastrutture strategiche figuravano e figurano opere come Il Mo.SE., l'Autostrada Salerno-Reggio Calabria, il Grande Raccordo Anulare di Roma, il Passante di Mestre, l'Asse AV/AC Torino-Milano-Brescia-Verona-Trieste, la metropolitana regionale campana, gli schemi idrici. Così come l'AV Milano-Genova, il Valico del Brennero, la Strada Statale Jonica.
In tale ambito, osserva che l'aggiornamento del Programma di cui alla delibera CIPE n. 121 del 2001 reca un valore deliberato pari a 116,8 miliardi di euro, con una disponibilità di 66,9 miliardi ed un fabbisogno pari a 49,9 miliardi. Gli impegni di spesa ammontano nel triennio a 10,9 miliardi di euro di fondi pubblici e 19 miliardi di fondi privati; oltre il 2011 sono impegnati 13,7 miliardi di euro.
A fronte di tale quadro economico e quantitativo del Programma, rileva che il documento mette in evidenza la necessità di introdurre una valutazione qualitativa sulla base dei seguenti indicatori: l'impatto, sulle economie dei territori, dell'accessibilità di uomini e merci ai mercati; l'impatto dei processi di programmazione infrastrutturale, lo sforzo non solo finanziario ma soprattutto economico dei processi di programmazione; l'uscita dal sottosviluppo economico del Mezzogiorno ma anche di ampie aree del Nord, l'uscita cioè dalla logica delle aree sottoutilizzate.
In tal senso osserva che l'Allegato infrastrutture reca anche una serie di valutazioni generali sulle scelte realizzate e da programmare. Sono innanzitutto definite quattro aree programmatiche: le opere avviate, con disponibilità impegnate pari a 31,6 miliardi di euro, di cui 14,2 al Sud, pari al 44,81 per cento; le opere deliberate, per un valore pari a 116,8 miliardi di euro, di cui 30,881 al Sud, pari al 26,57 per cento; le opere in corso di istruttoria presso la Struttura tecnica di missione del Ministero per le infrastrutture, per un valore pari a 39 miliardi di euro, a fronte di 64 miliardi di euro di opere in attesa di perfezionamento della documentazione progettuale; le opere proposte dalle regioni ed inserite nelle Intese generali quadro.
In tale ambito, sottolinea che lo sforzo programmatico interessa le seguenti opere: il Tunnel del Fréjus sull'asse Torino-Lione; il Tunnel ferroviario del Brennero lungo il Corridoio Berlino-Palermo; il Terzo valico dei Giovi lungo il Corridoio Rotterdam-Genova; le opere connesse con l'EXPO 2015; le reti metropolitane della città di Roma; l'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria; il Ponte sullo Stretto di Messina; la componente tecnologica del Mo.S.E.; i nodi intermodali configurati come hub di Taranto e di Trieste; le sette Piastre logistiche definite nell'Allegato Infrastrutture dello scorso anno. Osserva, quindi, che un'attenzione particolare è stata riservata

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a quattro aree tematiche trasversali: il Mezzogiorno, l'emergenza Abruzzo, il Piano energetico e l'EXPO 2015.
Nel Mezzogiorno, l'attenzione andrà riposta su un doppio ordine di interventi: uno di tipo programmatico, coordinando ed imponendo l'aggiornamento nell'area dei piani di investimento, l'altro di tipo più operativo, attribuendo risorse: al riassetto della rete metropolitana campana; alle reti metropolitane di Palermo e di Catania; ai nodi urbani di Bari e di Palermo; al sistema viario sardo (completamento funzionale dell'asse stradale «Carlo Felice»); al sistema viario calabrese e lucano (Autostrada Salerno-Reggio Calabria e Strada Statale n. 106); al collegamento autostradale Termoli-San Vittore; al sistema viario siciliano (asse Agrigento-Caltanissetta, Catania-Siracusa e «Ragusana»); alle Piastre logistiche di Augusta, Cagliari, Gioia Tauro, Taranto e Brindisi.
Per quanto riguarda l'Abruzzo, riferisce che è stato sottoscritto un Atto aggiuntivo alla Intesa generale quadro con la regione il 28 maggio 2009 e che affronta cinque aree tematiche: sistema stradale; sistema ferroviario; sistema portuale; sistema aeroportuale; schemi idrici.
Quanto, invece, al Piano energetico, nell'ambito del quale è prioritario potenziare le infrastrutture per la sicurezza dell'approvvigionamento, l'Allegato infrastrutture parte dal presupposto che per poter attuare una politica di autonomia energetica occorre agire nel settore dei trasporti con l'eliminazione delle congestioni stradali e autostradali, attraverso il rilancio della ferrovia e dell'alta velocità, mediante la promozione dell'uso dei trasporti pubblici nelle città ed infine tramite il potenziamento del trasporto marittimo. Poiché l'incidenza del costo del trasporto e della logistica sul valore del prodotto è nel nostro Paese pari al 22 per cento mentre negli altri Paesi si attesta intorno al 16 per cento, l'Allegato chiarisce che se fossimo efficienti almeno quanto i nostri competitori europei non perderemmo ogni anno 56 miliardi di euro solo per il trasporto e la logistica.
Infine, in relazione all'EXPO 2015, la Tabella 1 reca lo stato di dettaglio della programmazione.
Le altre aree tematiche di intervento riguardano: la liberalizzazione della rete ferroviaria; la prevenzione e il controllo del territorio, la sicurezza nei lavori; la mobilità urbana; una offerta portuale capace di interagire con le reti; l'abbattimento della incidenza del costo del trasporto e della logistica sul trasportato; l'avvio della realizzazione dei valichi ferroviari del Fréjus e del Brennero; l' interazione tra gli ambiti produttivi e la offerta trasportistica su ferro e su strada; la importanza della logistica e l'avvio di PPP per garantire la realizzazione di piastre logistiche portuali ed interportuali; un nuovo rapporto con il Mezzogiorno; il nuovo ruolo del Mediterraneo; un nuovo approccio tra mobilità e sicurezza; le azioni mirate nel trasporto aereo; il Piano Casa.
Sottolinea, inoltre, che al fine di analizzare il Programma da un punto di vista regionale, l'Allegato infrastrutture reca opportunamente - in 21 schede di dettaglio - le opere scomposte a livello regionale nonché gli interventi programmatici che hanno modificato le Intese generali quadro. Il paragrafo 11 - nell'ambito dell'analisi di 15 aree tematiche per la definizione di possibili impegni da intraprendere nel corso della legislatura - reca quindi le emergenze e le azioni da effettuare prioritariamente nelle regioni.
Da ultimo, segnala che nell'Allegato viene attribuita particolare importanza alla realizzazione del Piano nazionale di edilizia abitativa, per il quale si individuano 3 aree. Una prima area è quella diretta ad incentivare l'intervento degli investitori istituzionali e privati attraverso una rete di fondi immobiliari. Per tali interventi è previsto un «prestito» da parte dei fondi stessi a livello locale che potrà coprire il 40 per cento dell'investimento. Il Fondo nazionale, costituito da fonti statali sino al limite di 150 milioni di euro, potrà intervenire a sostegno dell'iniziativa fino al 40 per cento dell'investimento. La seconda area è quella assorbita

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dal Piano di 550 milioni di euro, mirata a finanziare l'edilizia residenziale pubblica. Tale linea di intervento sugli immobili già individuati o su quelli che le regioni individueranno in sostituzione degli interventi non più realizzabili, avranno integrale finanziamento statale e, nel primo anno dovranno essere attivati nel limite di 200 milioni di euro, secondo una priorità collegata, fra l'altro, alla cantierabilità dell'intervento stesso: la residua parte, sino alla concorrenza degli originali 550 milioni di euro, sarà attivata non appena saranno rese disponibili le risorse. La terza area, infine, riguarda gli interventi che potranno essere attivati, in forma residuale, rispetto agli altri due nel limite delle risorse disponibili annualmente.
Ritiene, in conclusione, che si debba riconoscere che lo stato di realizzazione degli interventi e il quadro delle risorse finanziarie impegnate e programmate contenuti nell'Allegato hanno raggiunto una maturità ricognitiva ed un livello di dettaglio adeguati ad una discussione approfondita. Auspica, pertanto che la Commissione intenda dare un coerente impulso, anche in sede parlamentare, a questo quadro di interventi, per poter concludere entro la fine della legislatura l'ambizioso programma di ammodernamento del Paese.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 17.25.

SEDE REFERENTE

Martedì 21 luglio 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 17.25.

Disposizioni per la realizzazione del ponte sul Po tra le province di Piacenza e di Lodi.
C. 2423 Polledri.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 15 luglio 2009.

Angelo ALESSANDRI, presidente, sostituendosi al relatore, impossibilitato ad intervenire in seduta, svolge alcune precisazioni anzitutto in ordine al fatto che il provvedimento in titolo non si riferisce alla ricostruzione del ponte crollato qualche mese fa, ma alla costruzione di un nuovo ponte sul Po per collegare meglio territori ad altissima densità produttiva. Rileva, inoltre, che la proposta di legge intende far fronte alla necessità di fornire una risposta alle esigenze delle popolazioni residenti nella zona che necessitano di una nuovo collegamento fra le province di Piacenza e di Lodi, esigenze alle quali le amministrazioni locali non sono state, a tutto oggi, in grado di fornire una risposta concreta.

Raffaella MARIANI (PD), pur condividendo le finalità sottostanti la presentazione della proposta in esame, ritiene che lo strumento utilizzato, quello della presentazione di un'apposita proposta di legge, non risulti appropriato, avendo la Commissione la possibilità di indirizzare le scelte del Governo sulle nuove opere infrastrutturali da porre in essere. Al riguardo, ricorda che la Commissione è attualmente chiamata ad esprimere il prescritto parere sul documento di programmazione economico-finanziaria e sull'Allegato relativo alle opere infrastrutturali, mentre sono ancora in fase di definizione alcune intese-quadro con le regioni ed è in fase di approvazione il piano triennale relativo al contratto di programma con l'Anas.

Mauro LIBÈ (UdC) dichiara che sta valutando l'opportunità di sottoscrivere la proposta di legge in esame, dato che la stessa sembra marcare - in un settore importante come è quello della definizione delle opere pubbliche prioritarie - un'inversione di tendenza rispetto alla volontà del Governo di definire ogni scelta, compresa quella relativa alle infrastrutture, attraverso decreti-legge o con il ricorso a

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voti di fiducia in Parlamento. Esprime, peraltro, preoccupazione che l'iniziativa dei presentatori della proposta di legge in esame possa indurre all'immobilismo il Governo e che per la realizzazione di ogni opera pubblica si debba in futuro passare per l'approvazione di una legge. Sotto questo profilo, ritiene che la presenza del rappresentante del Governo e la sua partecipazione al dibattito odierno sarebbero state quanto mai opportune e utili. Infine, rileva che la riferita lentezza delle regioni interessate nella definizione del carattere prioritario dell'opera in questione non possa esimere il Governo dall'assumere le proprie responsabilità in questa direzione e il Parlamento, ove questo non avvenga, a farsi promotore di iniziative idonee alla sua realizzazione.

Chiara BRAGA (PD), nell'associarsi a quanto detto dal deputato Mariani, esprime preoccupazione per la disposizione contenuta nell'articolo 1 della proposta di legge, che autorizza l'affidamento dell'appalto per la realizzazione dell'opera in questione senza la necessità di un bando di gara. Nel richiamare, inoltre, le perplessità sul contenuto del provvedimento manifestate nella precedente seduta dal rappresentante del Governo, ricorda che la questione della costruzione di un nuovo ponte sul Po è stata già affrontata dall'Assemblea nella seduta del 19 maggio scorso e che, in tale circostanza, il Governo aveva dichiarato la propria disponibilità a valutare la possibilità di inserire l'opera pubblica in discorso nell'Allegato infrastrutture al DPEF. Oggi, nel prendere atto con rammarico che il Governo non ha inserito tale opera nel citato Allegato al DPEF, ritiene auspicabile che la Commissione, nell'accingersi a discutere tale documento, sappia operare con convinzione in questa direzione.

Angelo ALESSANDRI, presidente e relatore, ribadisce che l'iniziativa legislativa in esame è stata presentata proprio per sopperire ad un'inerzia delle regioni interessate in tale ambito, che non si sono premurate di far inserire tale progetto nel piano delle opere prioritarie da realizzare. Ritiene che il testo è sicuramente perfettibile, anche in relazione alle procedure ivi delineate purché resti fermo l'obiettivo di una celere realizzazione del progetto del nuovo ponte.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento.

La seduta termina alle 17.40.

INTERROGAZIONI

Martedì 21 luglio 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino.

La seduta comincia alle 18.30.

5-01389 Caparini: sull'ammontare dei canoni dovuti all'ANAS per gli accessi lungo le strade statali all'esterno dei centri abitati.

Il sottosegretario Bartolomeo GIACHINO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Franco GIDONI (LNP), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, apprezza quanto comunicato dal Governo in merito alla volontà dell'Anas di seguire con attenzione i numerosi reclami riguardanti l'aumento delle nuove tariffe ed auspica che in tale contenzioso sia prestato particolare riguardo alle ragioni esposte dai contribuenti.

5-01413 Fiano: misure per accelerare le procedure di gara negli appalti pubblici.

Il sottosegretario Bartolomeo GIACHINO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

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Emanuele FIANO (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta articolata e puntuale, che si riserva di leggere con attenzione, ritiene di doversi soffermare brevemente sul punto relativo alla riferita facoltatività delle stazioni appaltanti di procedere alla verifica di congruità delle offerte. Rileva, infatti, che proprio la frequente applicazione di tale procedura da parte degli uffici comunali sta determinando a Milano un ingiustificato allungamento dei tempi di affidamento dei lavori e di completamento delle opere, osserva che tale pratica dilatoria è all'origine origine della presentazione del proprio atto di sindacato ispettivo.

La seduta termina alle 18.50.