CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 giugno 2009
192.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (XI e XII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 23 giugno 2009. - Presidenza del presidente della XI Commissione Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 13.40.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Atto n. 79.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 17 giugno 2009.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta i relatori hanno presentato una proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento in esame (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 189 di mercoledì 17 giugno 2009, pagg. 18-28). In proposito, comunica che sono nel frattempo pervenute due proposte di parere alternative a quella dei relatori, presentate rispettivamente dai deputati Damiano ed altri (vedi allegato 1) e Donadi ed altri (vedi allegato 2).
Facendo, quindi, seguito a quanto convenuto nella seduta dello scorso 17 giugno, avverte che si procederà ora all'illustrazione delle richiamate proposte di parere, la cui deliberazione avrà luogo nella giornata di domani.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore per la XI Commissione, intende svolgere - anche a nome del relatore per la XII Commissione - alcune considerazioni conclusive rispetto al dibattito svoltosi nelle scorse settimane, illustrando nel contempo le linee generali che hanno ispirato la proposta di parere presentata dai relatori nella precedente seduta. Al riguardo, fa notare che tale proposta di parere è nota da una settimane e che i componenti delle Commissioni riunite hanno potuto valutarla con attenzione, essendo peraltro pervenuta a conclusione di un dibattito serio

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ed impegnato, al quale hanno preso parte anche i rappresentanti delle forze sociali ed alcune personalità che, in qualità di esperti, hanno dato ai lavori un contributo di alta professionalità e di sicura autonomia.
Con riferimento, quindi, allo schema di decreto in esame, rileva anzitutto che il Governo non aveva solo il diritto, ma anche il dovere, di integrare e correggere il decreto legislativo n. 81 e di farlo entro i termini previsti, tanto che - come in tutti i provvedimenti complessi - anche in questo caso la fase correttiva era prevista dalla legge di delegazione: il Governo, peraltro, ha proceduto ad un'ampia consultazione delle forze sociali, dichiarandosi disponibile a recepire le loro valutazioni se raccolte in un avviso comune. Ritiene, pertanto, che il fatto che ciò non sia stato formalmente possibile non è riconducibile alla responsabilità del Governo, al quale la maggioranza delle forze sociali audite hanno riconosciuto di aver recepito comunque le osservazioni raggiunte in sede tecnica.
Osserva, poi, che - come previsto dalla Costituzione in termini di competenze concorrenti - il Governo si è confrontato con le regioni, realizzando molti punti di convergenza, essendo il parere contrario delle regioni stesse determinato da due punti di rilievo politico, recati dai nuovi articoli 2-bis e 15-bis del decreto n. 81. Inoltre, a coloro che hanno sostenuto che è sufficiente il numero di articoli rivisitati per dimostrare lo snaturamento del decreto n. 81, fa notare che il comma 3 dell'articolo 1 della legge di delegazione vieta esplicitamente modifiche che comportino un abbassamento delle tutele e che le regioni stesse sono state d'accordo nel rivedere numerosi articoli, mentre altri ancora sono interessati da quelle modifiche tecniche ritenute necessarie e suggerite dallo stesso dottor Guariniello, la cui audizione è stata fondamentale per il lavoro dei relatori, anche perché ha avuto il merito di sgombrare il campo da una sterile polemica sul nuovo regime sanzionatorio. Infine, ritiene che la portata delle integrazioni e delle correzioni si possa valutare e giudicare non all'inizio, ma alla fine, del processo di cui il parere delle Commissioni è sicuramente un aspetto importante, sul piano politico prima ancora che su quello giuridico: sarà solo dopo aver letto il decreto legislativo definitivo che si potrà giudicare se il testo unico è stato o meno snaturato oppure è diventato un provvedimento più forte e condiviso.
Svolge, poi, talune considerazioni in merito all'opportunità o meno di rivisitare il decreto n. 81, segnalando come la maggioranza delle organizzazioni intervenute abbia espresso la convinzione che talune modifiche fossero necessarie, magari avanzando osservazioni critiche alle soluzioni prospettate nello schema; di questa convinzione, come delle osservazioni critiche, occorrerà tener conto, a meno che non si pensi che talune opinioni contino più di altre. Fa presente, pertanto, che i relatori sono assolutamente convinti che il nuovo decreto n. 81 rivisitato - se saranno accolte le osservazioni contenute nella proposta di parere - non sarà depotenziato, ma rafforzato, perché migliorato sul piano tecnico e più condiviso su quello politico e sociale: se così sarà, tutti i gruppi avranno conseguito un risultato importante, perché la questione della sicurezza del lavoro appartiene all'intera comunità nazionale, ben oltre gli schieramenti politici e tale questione, tanto rilevante, non può neppure essere ricondotta ad una rappresentazione conflittuale tra le parti sociali, dove a recitare il ruolo dei «cattivi» sono sempre e comunque gli stessi, come se i datori di lavoro, come classe sociale, subissero regole di cui farebbero addirittura a meno, quando sono chiamati a mettere in sicurezza i loro impianti. Si dichiara, dunque, convinto che la sfida del passaggio ad un sistema fondato sulla prevenzione (e non più - come adesso - su una cultura risarcitoria e repressiva) sarà vinta se, oltre ad un'efficace definizione del documento sulla valutazione del rischio (che ha sicuramente un significato sostanziale) e al recupero di un diverso ruolo strategico dell'INAIL, vi saranno le condizioni per mettere in campo un impegno convergente

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di tutti i soggetti chiamati a garantire la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, ognuno per la sua parte di responsabilità.
Fa notare che la proposta di parere dei relatori chiede al Governo di rivedere gli articoli su cui vi è stata più discussione (in particolare, i nuovi articoli 2-bis e 15-bis del decreto legislativo n. 81 del 2008); resta, tuttavia, ancora aperta una domanda, ossia se sia sempre sbagliato e impossibile mettere in posizione di relativa sicurezza il datore di lavoro che intenda fare tutto il possibile per migliorare il proprio modello organizzativo, non tanto rispetto alla responsabilità civile quanto a quella penale. A suo avviso, una soluzione andrebbe individuata, tanto che nella proposta di parere dei relatori è stato indicato un percorso, che ha un preciso riferimento nelle normative europee, come veniva suggerito anche dagli uffici e dallo stesso procuratore Guariniello. Per quanto riguarda, poi, la visita pre-assuntiva, osserva che i relatori credono che essa sia prevista nell'interesse del lavoratore e non giudicano corretto prefigurare un profilo alto per «il medico competente», ma al contempo non ritenerlo in grado di essere un onesto professionista, quando deve giudicare se un lavoratore è adatto alla mansione; in ogni caso, gli stessi relatori hanno chiesto che la norma sia coordinata con quanto previsto dall'articolo 9 dello «Statuto dei lavoratori».
In conclusione, nel ringraziare i presidenti delle Commissioni e i deputati intervenuti nel dibattito, osserva che la maggioranza si assume interamente la responsabilità della proposta di parere dei relatori, che l'avrebbero presentata negli stessi termini in ogni circostanza, poiché credono che le osservazioni siano giuste e aiutino a tutelare meglio i lavoratori. Si augura, pertanto, che - nell'esprimere le loro autonome valutazioni - i gruppi di opposizione possano tenere conto di un tentativo onesto, almeno nelle intenzioni, di avere capacità di ascolto.

Cesare DAMIANO (PD) desidera dare atto ai presidenti delle Commissioni riunite, ai relatori, nonché a tutti i deputati intervenuti, dell'approfondito lavoro compiuto: sottolinea, in particolare, l'utilità delle audizioni informali svolte, che hanno consentito ai soggetti coinvolti, di certo non animati da spirito di parte, di fare emergere importanti elementi di valutazione sul provvedimento in esame.
Fa tuttavia notare che, nonostante ciò, il suo gruppo ha convenuto di presentare una proposta di parere alternativa a quella dei relatori, che intende sostanzialmente rimarcare un giudizio contrario sullo schema di decreto in esame, il quale corona, a suo avviso, una serie di atti assunti dal Governo, volti a destrutturate e depotenziare il decreto legislativo n. 81 del 2008. Del resto, ritiene che anche dalle audizioni sia emersa l'esigenza di apportare profonde correzioni allo stesso schema di decreto correttivo, la cui avvenuta predisposizione da parte dell'Esecutivo, a suo giudizio, dipende soprattutto dall'erroneo presupposto, su cui poggia l'atto in esame, che il decreto legislativo n. 81 del 2008 fosse stato emanato in maniera frettolosa, sull'onda emotiva generata dal grave incidente della Thyssen. In realtà, come ha già avuto modo di ricordare, la scorsa legislatura si è contraddistinta, sin dall'agosto del 2006, per una serie di interventi in materia di lavoro. In particolare, le basi del decreto legislativo n. 81 furono poste dalla conferenza promossa dal Governo e svoltasi a Napoli nel gennaio del 2007, anche se, indubbiamente, l'iter di emanazione del citato decreto conobbe un'accelerazione a causa della fine anticipata della legislatura.
Come già riconosciuto nel corso dell'esame del provvedimento in titolo, ribadisce che il decreto legislativo n. 81 non è esente da imprecisioni o errori; tuttavia, lo schema di decreto correttivo non si limita affatto alla correzione di tali errori, ma configura un radicale ripensamento di quell'intervento, come conferma l'elevato numero di articoli dello stesso decreto legislativo che vengono modificati. Ammette che, come giustamente affermato dal relatore per la XI Commissione, un giudizio compiuto sull'intervento del Governo

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sarà possibile solo dopo l'emanazione del decreto legislativo correttivo, ma, proprio per questo, ritiene che sarebbe stato assai preferibile che la proposta di parere dei relatori contenesse precise condizioni anziché mere osservazioni.
Passa quindi ad elencare, illustrando la proposta alternativa di parere di cui è primo firmatario, i numerosi elementi di depotenziamento del decreto legislativo n. 81 contenuti nell'atto del Governo in esame, nonché gli esempi di mancata attuazione del decreto legislativo medesimo da parte del Governo in carica. Si sofferma, inoltre, sulla questione del confronto con le regioni, rilevando come la posizione negativa assunta da queste nell'ambito della Conferenza sia la logica conseguenza dell'avvenuta inversione - operata dal Governo in carica - di un metodo di confronto adottato dal precedente Esecutivo, che aveva stipulato una vero e proprio «patto sulla salute e sulla sicurezza» con gli enti locali.
Svolgendo alcune considerazioni conclusive, ricorda come, nella precedente legislatura, si fosse intrapresa una strada virtuosa, che aveva portato a una sensibile riduzione delle morti sul lavoro: giudicherebbe, pertanto, estremamente negativo se adesso il Governo confermasse l'intenzione di procedere nella direzione opposta. Ribadisce, in particolare, i rilievi critici, già espressi nella proposta alternativa di parere presentata, riferiti soprattutto ai nuovi articoli 2-bis e 15-bis introdotti dallo schema di decreto correttivo all'interno del decreto n. 81. Con specifico riferimento al citato articolo 2-bis, afferma l'esigenza che la normativa italiana sull'argomento possa essere in linea con quella degli altri Paesi europei; al contempo, pur costituendo la proposta di parere dei relatori un passo in avanti in materia di responsabilità dei preposti, rileva che permangono forti elementi di perplessità sulla possibilità che la riconsiderazione della norma nel suo complesso porti ai risultati auspicati. Quanto, infine, al problema delle visite pre-assuntive, pur prendendo atto che la proposta di parere dei relatori richiama l'articolo 9 dello «Statuto dei lavoratori», fa presente che tale richiamo dovrebbe essere affiancato anche dall'esclusione dell'ipotesi che il datore di lavoro possa avvalersi di medici aziendali per detta visita medica pre-assuntiva.
Osserva, in conclusione, che la proposta di parere dei relatori, pur tenendo conto di alcuni dei rilievi formulati dall'opposizione e dai soggetti ascoltati nel corso delle audizioni, non configura l'auspicata «inversione di marcia» rispetto alla strada intrapresa con la presentazione dello schema di decreto correttivo e con gli interventi che l'hanno preceduta: il suo gruppo, per tali ragioni, si riserva di valutare, in occasione della seduta prevista per domani, la posizione da assumere sulla citata proposta di parere dei relatori, ferma restando la contrarietà sull'attuale formulazione del medesimo schema di decreto correttivo, chiaramente espressa nella proposta alternativa di parere presentata a sua prima firma.

Giovanni PALADINI (IdV), nell'illustrare la proposta alternativa di parere presentata dal suo gruppo, a prima firma del deputato Donadi, fa presente che lo schema di decreto legislativo correttivo opera un sostanziale ribaltamento della «filosofia» del testo unico sulla sicurezza di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008, mettendo in atto una vera e propria «controriforma» in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Con tale provvedimento, pertanto, si configurerebbe un eccesso di delega e verrebbero introdotte nell'ordinamento numerose norme di dubbia legittimità costituzionale, suscettibili di determinare un abbassamento del livello delle tutele e una deresponsabilizzazione di alcuni dei principali responsabili della sicurezza. A tale proposito, segnala la forte riduzione dei casi in cui sussiste l'obbligo di effettuare la valutazione dei rischi da interferenza correlati agli appalti, nonché l'abrogazione del comma 2 dell'articolo 42 del decreto n. 81, che fa scomparire il diritto del lavoratore divenuto inidoneo alla mansione per motivi sanitari alla conservazione della qualifica originaria. Al

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contempo, esprime perplessità sulla previsione contenuta nell'articolo 28, relativa al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, nonché sulla riduzione dei casi in cui è possibile procedere alla sospensione dei lavori per gravi violazioni in materia di sicurezza.
Fa, altresì, notare che con il provvedimento in esame si interviene per depotenziare l'apparato sanzionatorio e per limitare i diritti individuali dei lavoratori, nonché i loro diritti collettivi e di rappresentanza. Fa presente, poi, che lo schema di decreto in esame opera negativamente su tre importanti strumenti di tutela di cui dispone il lavoratore, ovvero il divieto di visita pre-assuntiva da parte del medico di fiducia dell'impresa, la cartella sanitaria di rischio e il libretto formativo. Infine, esprime profonde perplessità su una serie di ulteriori articoli, richiamati espressamente nella proposta alternativa di parere, tra cui enumera i nuovi articoli 2-bis e 15-bis del decreto n. 81, nonché le penetranti modifiche agli articoli 14, 16, 18, 25, 26, 41 e 52 del medesimo decreto.
In conclusione, nel giudicare insufficiente la proposta di parere predisposta dai relatori, auspica che le Commissioni riunite approvino la proposta di parere contrario sullo schema di decreto legislativo correttivo del decreto legislativo n. 81 del 2008, che non può che essere valutato in termini assolutamente negativi.

Silvano MOFFA, presidente, nel ricordare che la deliberazione di competenza delle Commissioni riunite avrà luogo nella seduta già prevista per domani, avverte che - in aggiunta ai relatori e ai presentatori delle proposte alternative di parere - ha chiesto di intervenire nel dibattito odierno, per alcune precisazioni, il deputato Zeller.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.), nel ringraziare la presidenza per l'opportunità concessa, fa presente che il suo gruppo non ha presentato alcuna proposta alternativa di parere, in quanto condivide in larga parte gli interventi correttivi predisposti dal Governo rispetto al decreto legislativo n. 81 del 2008, unitamente alle osservazioni contenute nella proposta di parere dei relatori. Ritiene, peraltro, importante segnalare due specifiche tematiche, relative al ruolo delle associazioni di volontariato e alla semplificazione degli adempimenti per le piccole e medie imprese.
Sotto il primo profilo, pur prendendo atto che i relatori auspicano - nella loro proposta - un intervento di semplificazione in favore delle associazioni di volontariato della protezione civile, inclusi Vigili del fuoco, Soccorso alpino e Croce Rossa Italiana, ritiene che sarebbe più utile escludere completamente tali soggetti dall'applicazione della normativa vigente o, quanto meno, mitigarne sensibilmente l'impatto. Quanto, poi, alle piccole e medie imprese, nel giudicare in termini positivi gli elementi di semplificazione richiamati nella proposta di parere dei relatori, si domanda se non sia possibile estendere ulteriormente l'indirizzo dell'attenuazione dell'impatto degli adempimenti - già previsto, ad esempio, per la predisposizione del documento unico di valutazione dei rischi (DUVRI) - anche ad altri campi di intervento e, in particolare, alla redazione del Piano operativo di sicurezza (POS).

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI intende anzitutto ringraziare i gruppi, di maggioranza e di opposizione, per il tono e la qualità del dibattito svolto sul provvedimento in titolo, assicurando che il Governo si propone di non restare chiuso nel formalismo dell'iter di approvazione del testo, ma desidera, al contrario, garantire il massimo rispetto nei confronti degli spunti contenuti nella proposta di parere dei relatori, che risultano espressione di una corretta dialettica parlamentare. Fa presente, quindi, che la citata proposta di parere ha un carattere assolutamente impegnativo per il Governo, anche per le parti che prospettano un più corretto inquadramento di taluni punti dello schema di decreto correttivo, inclusi i più volte richiamati articoli 2-bis e 15-bis, di cui il testo propone l'inserimento nel corpo del decreto legislativo n. 81 del

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2008. In tal senso, nel confermare che sarà soltanto la fine dell'iter di approvazione dell'atto a fornire una valutazione complessiva degli elementi in gioco, sottolinea tuttavia che il Governo è intenzionato a garantire la doverosa attenzione nei confronti dei rilievi e delle ipotesi di modifica che emergono dal dibattito parlamentare, verso cui i gruppi di opposizione possono guardare con serenità.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.25.