CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 giugno 2009
189.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (XI e XII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 17 giugno 2009. - Presidenza del presidente della XII Commissione Giuseppe PALUMBO. - Intervengono il viceministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Ferruccio Fazio, e il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Atto n. 79.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 giugno 2009.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che nella seduta odierna si concluderà il dibattito di carattere generale sul provvedimento in titolo, al fine di consentire ai relatori di presentare la propria proposta di parere, la cui deliberazione - secondo quanto già convenuto nella seduta di ieri - avrà luogo nella prossima settimana.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), riservandosi di intervenire più diffusamente in sede di dichiarazione di voto a nome del suo gruppo, desidera ringraziare i relatori per l'approfondito lavoro svolto, nonché tutti i soggetti intervenuti nel corso delle audizioni, oltre che i gruppi di opposizione, per l'importante contributo reso all'esame del provvedimento.
Desidera, quindi, svolgere alcune brevi considerazioni, con riferimento all'articolo 24 del provvedimento in esame, sulla questione delle visite pre-assuntive. Al riguardo, pur prendendo atto degli elementi di analisi forniti da diversi soggetti auditi e delle perplessità espresse da taluni dei deputati sinora intervenuti, dichiara di considerare del tutto normale che un datore di lavoro possa affidare dette visite a un medico di propria fiducia, ritenendo che la stessa professionalità e deontologia dei medici costituisca una piena garanzia per il lavoratore interessato.

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Teresio DELFINO (UdC) manifesta, a nome del suo gruppo, una certa preoccupazione per le modalità con le quali il provvedimento in esame, in alcune sue parti, si propone di affrontare la problematica della sicurezza sui luoghi di lavoro. Per tale ragione, ritiene necessario - come più volte sottolineato dal suo gruppo in occasione di altri dibattiti svoltisi in Assemblea - mantenere un atteggiamento di grande responsabilità ed attenzione sulla tematica, al fine di migliorare il più possibile la normativa ed accrescerne il livello di efficacia. Nel dare atto al relatore per la XI Commissione di aver svolto una interessante ed esauriente relazione sullo schema di decreto legislativo in esame, fa notare che le sue stesse considerazioni in merito alla necessità di coinvolgere lo stesso lavoratore nel sistema di sicurezza, ponendolo in una posizione di garanzia attiva rispetto alla tutela della propria e altrui salute, testimoniano che la questione posta sul tappeto dal presente provvedimento riveste un grado di complessità tale da richiedere la partecipazione obiettiva di tutti gli schieramenti politici. Apprezzata la ratio sottesa al provvedimento in esame, volta a garantire una semplificazione delle procedure, e valutato positivamente l'approccio sostanziale al tema che dal provvedimento traspare, ritiene, tuttavia, che sarebbe stato preferibile svolgere preliminarmente un'attività ricognitiva avente ad oggetto la concreta attuazione del decreto legislativo n. 81, al fine di fare luce sia sugli elementi di criticità sia sui punti di forza del «sistema-sicurezza». Giudica, inoltre, essenziale che si proceda uniti verso il raggiungimento di un condiviso obiettivo, rappresentato dalla predisposizione di un testo che consenta di ottenere un perfetto bilanciamento tra l'interesse delle imprese ad una semplificazione delle procedure e quello del lavoratore ad operare in un ambiente di lavoro caratterizzato dalla massima sicurezza. Riconosce, quindi, l'importante lavoro svolto dal Governo, che si è dimostrato aperto al confronto con le parti sociali e con tutti i soggetti istituzionali competenti, nonché il rilevante contributo offerto dalle Commissioni riunite, che sono state messe nelle condizioni di procedere agli opportuni approfondimenti attraverso lo svolgimento di numerose audizioni informali.
Entrando nel merito di alcune delle questioni poste dal provvedimento, dichiara di non avere particolari obiezioni sulla parte dell'articolato relativa alla certificazione attribuita alle apposite commissioni istituite presso gli enti bilaterali, la cui valorizzazione giudica importante ai fini di una maggiore responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti nei processi di produzione. Giudica, inoltre, positivamente la rimodulazione dell'apparato sanzionatorio, che punta a garantire una effettiva applicazione delle sanzioni laddove vi sia una violazione sostanziale e non solamente formale delle regole sulla sicurezza, tenendo anche conto del grado di responsabilità dei diversi soggetti coinvolti e dell'effettivo livello di pericolo esistente negli ambienti di lavoro.
Esprime, invece, preoccupazione per il fatto che il provvedimento in esame elude alcuni fondamentali principi contenuti nella normativa europea in materia e non contribuisce pertanto a quella armonizzazione tra diritto interno e diritto comunitario, che viene richiesta all'Italia dalla sua partecipazione all'Unione europea, nell'ambito della quale il Paese non può certo vantare una posizione di avanguardia per quanto riguarda il rispetto delle regole (nonostante si registri una tendenziale diminuzione degli infortuni). Osserva, poi, che alla base di qualsiasi azione politica in materia di sicurezza sul lavoro debba esservi la consapevolezza della assoluta rilevanza dei fattori culturali e dei processi formativi, attraverso i quali rendere edotti tutti i soggetti protagonisti del ciclo produttivo dei propri diritti e doveri, giudicando in proposito essenziale assicurare il necessario sostegno alle piccole e medie imprese disposte ad investire sulla formazione e sulla sicurezza. Osserva, quindi, che anche il Parlamento deve contribuire a questo processo culturale, favorendo l'approvazione di leggi che siano il più

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possibile chiare e puntuali, al fine di scongiurare il loro aggiramento da parte dei datori di lavoro più sleali.
In conclusione, si riserva di approfondire nel prosieguo del dibattito alcune delle questioni poste dallo schema di decreto legislativo, in particolare dagli articoli 2, 5 e 15, sui quali ritiene occorra ancora soffermarsi con grande attenzione.

Donella MATTESINI (PD), dopo aver citato i dati statistici disponibili in materia di infortuni sul lavoro e aver ricordato come tali dati costituiscano certamente un'approssimazione per difetto (restando esclusi determinati tipi di patologie, come quelle tumorali, nonché, naturalmente, l'universo del «lavoro nero»), si sofferma sulla centralità del rapporto tra sicurezza sul lavoro ed economia sommersa, rappresentando quest'ultima, come è noto, circa un quarto del prodotto interno lordo italiano. Ricorda altresì che il costo della mancata sicurezza nei luoghi di lavoro è stato stimato dall'INAIL in 45 miliardi di euro annui, al netto delle malattie professionali e degli infortuni in itinere.
Passando, quindi, al contenuto dello schema di decreto correttivo in esame, sottolinea come questo deresponsabilizzi i principali soggetti preposti, in base al decreto legislativo n. 81 del 2008, a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Il vigente decreto legislativo, infatti, nasceva non già, come taluni affermano, dalla tragedia della Thyssen, ma da una lunga e approfondita elaborazione, di cui la Conferenza nazionale svoltasi a Napoli nel 2007 rappresentò un passaggio fondamentale. Proprio i limiti dello schema di decreto in esame pongono al Parlamento l'esigenza di un esame attento e aperto alle molte voci critiche che si sono sollevate, anche nel corso delle audizioni svolte dalle Commissioni riunite. Tale schema di decreto, a suo avviso, indebolisce un pilastro fondamentale del decreto legislativo n. 81, cioè il sistema della prevenzione e dei controlli incentrato sulla valutazione del rischio. Proprio le procedure di valutazione del rischio vengono rese più superficiali e, addirittura, vengono escluse per le lavorazioni non superiori ai due giorni. Analoga sorte tocca all'altro pilastro del decreto legislativo n. 81, costituito dalle misure premiali, che invece rivestono una valenza fondamentale per la prevenzione degli infortuni.
Il provvedimento in esame, a suo giudizio, ha anche il limite di non riconoscere la centralità della formazione per la prevenzione dei rischi dal lavoro, che il precedente Governo aveva posto al centro delle politiche di prevenzione e per cui aveva stanziato risorse significative. Ritiene, altresì, che non debba essere abbandonata la strada della riduzione dei costi assicurativi per le imprese in cui non si verificano incidenti sul lavoro. Dichiara, quindi, di non condividere l'opinione, purtroppo sottesa anche a una recente circolare dell'INPS, secondo cui, in una fase di crisi economica, le ispezioni dovrebbero essere più discrete per non intralciare l'attività produttiva: al contrario, ritiene che, proprio in periodi di crisi, maggiore sia l'esigenza di un'efficace attività ispettiva volta a prevenire gli infortuni sul lavoro, perché potrebbe verificarsi un abbassamento dei livelli di attenzione da parte delle imprese.
Conclusivamente, osserva che il suo gruppo è ben consapevole dell'esigenza di correggere e migliorare, in alcuni punti, il decreto legislativo n. 81, ma constata con rammarico che il Governo ha scelto di metterlo radicalmente in discussione, puntando a indebolire, anziché a potenziare, le tutele per i lavoratori.

Anna Margherita MIOTTO (PD) osserva preliminarmente che il provvedimento in esame rappresenta palesemente un arretramento delle politiche per la sicurezza nei luoghi di lavoro, con una stravolgimento del sistema sanzionatorio rispetto alla normativa vigente, che - di fatto - invia al Paese un messaggio preoccupante. L'innovazione, intesa come eliminazione degli adempimenti burocratici non indispensabili, non può essere confusa con la rimozione delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. L'elemento di fondo, quasi simbolico, dello

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schema di decreto correttivo risiede, a suo avviso, in una modifica delle sanzioni, che rivede a danno dei lavoratori la gerarchia degli interessi e dei lavori in gioco.
Giudica, pertanto, gravemente disinvolto l'atteggiamento della maggioranza, a fronte delle numerose critiche espresse, anche nel corso delle audizioni informali, sul provvedimento in esame. Rileva, altresì, che proprio in questi giorni le regioni hanno unanimemente protestato - restando inascoltate nelle loro richieste di confronto rivolte al Governo - contro la centralizzazione verticistica, che giudica intollerabile, delle politiche governative: tale impostazione si riscontra con chiarezza, a suo avviso, nel provvedimento in esame, che non tiene nella benché minima considerazione l'esistenza di una competenza concorrente delle regioni nella materia ed ignora in modo palese la contrarietà espressa dalle regioni stesse sul testo proposto. Ritiene, quindi, che le correzioni del decreto n. 81 prospettate dal Governo contribuiscano ad aprire una stagione di conflitto tra centro e periferia, tanto più paradossale in un contesto di riforme federaliste.
Auspica, infine, che la proposta di parere del relatore tenga conto della palese difformità rispetto all'ordinamento internazionale che sarebbe causata dall'attuale formulazione della disposizione in tema di certificazione di conformità, nonché dell'esigenza del Parlamento di far prevalere l'interesse generale e i valori costituzionali, soprattutto in una fase in cui le istituzioni rappresentative sono poste sotto un serio attacco da parte del vertice del potere esecutivo.

Giuseppe PALUMBO, presidente, fa presente che, con l'ultimo intervento svolto, si è concluso il dibattito di carattere generale sul provvedimento in esame.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore per la XI Commissione, presenta, anche a nome del relatore per la XII Commissione, una proposta di parere favorevole con osservazioni sullo schema di decreto in esame (vedi allegato), che i relatori hanno predisposto in esito al complesso e articolato dibattito svolto. Al riguardo, fa notare che tale proposta di parere - vista la disponibilità del Governo ad attendere il parere parlamentare oltre i termini previsti dalla legge di delegazione - viene presentata con una settimana di anticipo rispetto alla data prevista per la votazione di competenza delle Commissioni riunite, per consentire a tutti i gruppi di disporre di un sufficiente arco temporale per approfondirne i contenuti.
Rileva, peraltro, che - in qualità di relatore per la XI Commissione - avrebbe gradito poter illustrare il senso complessivo della proposta di parere presentata, replicando anche alle numerose questioni poste dai deputati dei gruppi di opposizione nel corso del dibattito, mentre tale facoltà - che giudica un diritto della maggioranza - è stata sacrificata in favore di una più ampia garanzia dei tempi a disposizione degli stessi gruppi di opposizione.

Giuseppe PALUMBO, presidente, fa notare che la prevista seduta di domani sarà probabilmente sconvocata, in ragione dell'andamento dei lavori dell'Assemblea; per tali motivi, una eventuale replica dei relatori - qualora essa fosse ritenuta utile - potrebbe essere svolta, contestualmente ad una illustrazione della proposta di parere presentata, nella giornata di mercoledì 24 giugno, prima di procedere alla votazione della proposta medesima.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore per la XI Commissione, pur riconoscendo che l'esame del provvedimento può ben proseguire anche senza l'intervento dei relatori, ribadisce l'opportunità di riconoscere anche ai gruppi di maggioranza le medesime prerogative di cui dispongono i gruppi di opposizione.

Cesare DAMIANO (PD) intende anzitutto rilevare l'assoluta opportunità di dare spazio adeguato alle considerazioni in replica dei relatori, che possono costituire un utile elemento di confronto per le Commissioni riunite. Preannuncia, inoltre,

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che il suo gruppo si riserva di presentare, nella prossima seduta, una proposta di parere alternativa a quella dei relatori: pertanto, auspica che nella prossima settimana vi siano i tempi necessari per poter illustrare anche tale proposta alternativa.

Giuseppe PALUMBO, presidente, preso atto della disponibilità manifestata ieri dal Governo a non procedere alla definitiva adozione dell'atto in esame in assenza del parere parlamentare, anche se questo sarà reso oltre il termine previsto dalla legge di delegazione, propone di fissare una nuova seduta delle Commissioni riunite per martedì 23 giugno - al fine di procedere all'illustrazione della proposta di parere dei relatori e delle eventuali proposte di parere alternative - ed un'ulteriore seduta per mercoledì 24 giugno, al fine di procedere alle dichiarazioni di voto dei gruppi e alla deliberazione di competenza delle Commissioni stesse.

Le Commissioni convengono.

Giuseppe PALUMBO, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.15.