CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 maggio 2009
175.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 12 maggio 2009. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 8.50.

Sui lavori della Commissione

Franco NARDUCCI, presidente, comunica che, a seguito della riunione del 29 aprile 2009 dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato predisposto il seguente programma dei lavori della Commissione per il periodo maggio-giugno 2009:

MAGGIO 2009

Sede referente:
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26 settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999, del Secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30 novembre 1999, del Terzo Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno 2000, del Quarto Protocollo

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aggiuntivo, con allegati, firmato a Roma l'11 dicembre 2002.
C. 2259 Governo.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno dell'Arabia Saudita nel campo della difesa, firmato a Roma il 6 novembre 2007.
C. 2384 Governo.

Audizioni:
Audizione del Ministro degli affari esteri a seguito del Vertice per il 60mo Anniversario della NATO

GIUGNO 2009

Sede referente:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, adottata a Varsavia il 16 maggio 2005 (Commissioni riunite II e III).
C. 1917 Maran.

Comunicazioni del Governo:
Sul Consiglio europeo del 18-19 giugno 2009 (Commissioni riunite III e XIV C.-S.)

Audizioni:
Audizioni sul fenomeno della pirateria internazionale.

Fa presente, quindi, che il programma potrà essere integrato e aggiornato con l'esame di ulteriori provvedimenti, in relazione alla valutazione della loro urgenza e conformemente alle valutazioni che l'Ufficio di presidenza assumerà nel corso dei mesi di riferimento del programma medesimo; le modalità di attuazione del programma saranno definite mediante i calendari dei lavori della Commissione, aggiornati con cadenza settimanale dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Avverte che saranno, inoltre, iscritti all'ordine del giorno: i disegni di legge di conversione di decreti-legge; gli atti del Governo sui quali la Commissione sia chiamata ad esprimere un parere; lo svolgimento di interrogazioni in Commissioni e di eventuali risoluzioni nel frattempo segnalate; lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata; i progetti di legge assegnati in sede consultiva, sollecitati dalle Commissioni di merito. Ricorda infine che le indagini conoscitive in corso proseguiranno secondo i rispettivi programmi, così come le attività dei Comitati permanenti.

La Commissione prende atto.

Intese raggiunte dal Governo italiano con i Paesi membri dell'Unione europea per garantire le condizioni necessarie per l'esercizio del voto degli italiani residenti nei Paesi membri dell'Unione europea nelle elezioni per il Parlamento europeo.
Atto n. 73.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione. - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Franco NARDUCCI, presidente e relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere sul provvedimento in esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, che scade nella giornata odierna. Procedendo quindi ad illustrarne il contenuto, segnala che il parere delle Commissioni parlamentari sulle intese, raggiunte dal Governo italiano con gli altri Paesi membri dell'Unione europea e trasmesse dal Ministro degli affari esteri, al fine di garantire le condizioni per l'esercizio dell'elettorato attivo degli italiani residenti in tali Paesi nella prossima elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo, è previsto dall'articolo 25, comma 4, della legge 24 gennaio 1979, n. 18. Peraltro, la normativa del 1979 è stata parzialmente novellata dal decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408, recante Disposizioni urgenti in materia di elezioni al Parlamento europeo, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 1994, n. 483, che - in attuazione della

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direttiva comunitaria n. 109 del 1993, concernente le modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini - ha ribadito la possibilità per i cittadini italiani residenti o comunque presenti per motivi di studio o di lavoro negli Stati membri dell'Unione di non avvalersi del diritto di partecipare alla elezione dei rappresentanti dello Stato di residenza e di optare per la partecipazione all'elezione dei rappresentanti dell'Italia, esprimendo il proprio voto nel paese estero di residenza. Segnala che la documentazione trasmessa dal Governo reca anche le intese stipulate con i due nuovi Paesi - Bulgaria e Romania - che dal 2007 sono entrati a far parte dell'Unione europea, oltre ad una relazione governativa.
In generale, rileva che le intese con gli altri Paesi membri dell'Unione europea hanno lo scopo di garantire le condizioni necessarie per l'esercizio del voto degli elettori all'estero. I principi di cui tali intese devono garantire il rispetto sono la parità dei partiti politici italiani, la libertà di riunione e propaganda politica, la segretezza e la libertà del voto. Inoltre deve essere garantito che nessun pregiudizio dovrà derivare per il posto di lavoro e per i diritti individuali degli elettori italiani in conseguenza della loro partecipazione alla propaganda o alle operazioni elettorali.
In base alla normativa vigente ricorda che per il cittadino italiano residente in altro Paese membro dell'Unione, che voglia esercitare il suo diritto di voto nel Paese di residenza, si pone la seguente alternativa: a) ai sensi delle norme sulla cittadinanza dell'Unione, il cittadino residente in altro Stato membro ha la facoltà di esercitare il proprio diritto di voto nel comune di residenza. A tal fine deve presentare al sindaco di quel comune domanda di iscrizione ad apposita lista aggiunta presso lo stesso comune. In questo caso l'elettore voterà per i rappresentanti al Parlamento europeo del Paese in cui risiede; b) chi non intenda avvalersi della predetta facoltà può votare per l'elezione di rappresentanti italiani al Parlamento europeo in sezioni elettorali appositamente istituite nel Paese di residenza. Come nel passato, questa seconda facoltà riguarda anche i cittadini che si trovino in altro Stato membro per ragioni di lavoro o di studio, e che facciano pervenire nei termini stabiliti apposita domanda al consolato competente. Le intese in esame si riferiscono evidentemente solo a questa seconda ipotesi.
In merito alle intese in oggetto, segnala che quasi tutti i Paesi si sono limitati ad accettare le condizioni indicate nella Nota verbale di parte italiana mentre tre hanno posto alcune condizioni ulteriori. Ad esempio, il Belgio ha consentito il diritto di voto solo in seggi istituiti all'interno della rappresentanza diplomatica, ha raccomandato di evitare manifestazioni pubbliche in luoghi prossimi alle sezioni ed ha chiesto che non vengano utilizzati i media pubblici per la propaganda elettorale. Anche Cipro e Romania hanno autorizzato lo svolgimento delle elezioni solo all'interno dei locali diplomatici.
Sottolinea l'esigenza che la Commissione esprima quanto prima il parere di competenza: infatti, solo una volta acquisito il predetto parere, il Ministro degli affari esteri potrà emettere un comunicato attestante, per ciascun Paese dell'Unione, il raggiungimento delle intese atte a garantire le condizioni necessarie per l'esercizio del diritto di voto degli italiani residenti negli Stati dell'Unione. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di tale comunicato è condizione necessaria per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani negli altri Stati membri.
Sul piano delle valutazioni di carattere politico sugli italiani all'estero e le elezioni europee, richiamando l'esperienza degli appuntamenti elettorali precedenti, esprime il timore che non saranno molti i cittadini italiani residenti nei Paesi dell'Unione europea che si recheranno nel proprio comune di residenza italiana per esercitare il diritto al voto. Purtroppo, anche la partecipazione al voto nei comuni di residenza degli Stati che hanno accolto le comunità di italiani è andata man mano

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scemando, come ad esempio nel 2004 quando poco più del 10 per cento degli aventi diritto si avvalse della facoltà di votare nei seggi allestiti in loco. Sottolinea che poco si è fatto per sensibilizzare i nostri concittadini emigrati alla partecipazione al voto, considerati gli spot televisivi messi in onda in orari impossibili, l'assenza di tale questione nei dibattiti televisivi sui grandi giornali quotidiani italiani, nonostante le vendite che essi realizzano all'estero.
A suo avviso, proprio i cittadini italiani emigrati negli Stati membri dell'Unione dovrebbero essere i portabandiera della cittadinanza europea, costituendo essi una rete capillare di presenza nei grandi Paesi del nostro continente. Forse occorreva un'attenzione della politica nazionale meglio indirizzata di quella attuale; forse è mancata una strategia vera e globale per valorizzare la rete di presenza italiana in Europa. Un'attenzione che non sia strumentale unicamente a interessi politici nazionali ma invece interpreti un vero e nuovo modo di vivere la politica dell'Europa unita. Gli italiani hanno contribuito e contribuiscono ovunque - dalle miniere alla ricostruzione postbellica, dalle grande opere infrastrutturali alla ricerca scientifica - allo sviluppo dei principali Stati membri dell'Unione europea: per le nostre caratteristiche e per la nostra storia, siamo forse i più europei fra i popoli dell'Unione.
Sottolinea inoltre il vulnus riguardante la comunità italiana in Svizzera, una comunità composta di oltre 520 mila concittadini che non può partecipare alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, votando in loco. Eppure la Svizzera è legata, quasi irreversibilmente, all'Unione europea attraverso una molteplicità di accordi bilaterali, tra i quali la libera circolazione delle persone appartenenti agli Stati membri dell'Unione europea. Nemmeno i recenti referendum, legati a determinate scadenze, hanno modificato la linea politica della Svizzera, favorevole ad un intenso rapporto istituzionalizzato con l'Unione europea stessa.
Ritiene che il Governo italiano avrebbe potuto acclarare la disponibilità della Svizzera a consentire che i cittadini comunitari potessero votare nei seggi istituiti nelle sedi della rete diplomatica. Al riguardo giova ricordare, per quanto concerne la comunità italiana, che la Confederazione Elvetica non si è mai opposta all'istituzione dei seggi - mettendo a disposizione perfino strutture pubbliche - per le elezioni dei Comites prima del passaggio al voto per corrispondenza, reso possibile dalla legge n. 459 del 2001.
Considerando anche l'urgenza di questo provvedimento per l'imminenza dell'appuntamento elettorale, preannuncia la formulazione di una proposta di parere favorevole aperta in ogni caso ai suggerimenti che emergeranno dagli interventi del Governo e dei colleghi.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI, ringraziando l'onorevole Narducci per l'esaustiva relazione, si impegna a farsi carico delle segnalazioni ricevute, con particolare riferimento allo stato degli accordi tra il Governo italiano e la Svizzera in materia elettorale, sottolineando che l'ampia delega relativa alle comunità italiane all'estero, istituita dal Ministro degli affari esteri, testimonia la rilevanza che tale tema riveste per l'esecutivo.

Mario BARBI (PD) rileva che dalla relazione appare che solo il 10 per cento degli italiani all'estero esprime il suo voto per i candidati italiani al Parlamento europeo, mentre non viene fornito alcun dato circa la partecipazione complessiva alle elezioni europee da parte degli italiani all'estero. Richiede pertanto di conoscere quanti siano gli elettori italiani all'estero che esprimono un voto per le liste di altri Paesi, ritenendo che tale scelta sia comunque egualmente condivisibile. Chiede infine chiarimenti circa la situazione degli elettori italiani in Svizzera in considerazione del fatto che, diversamente dalle elezioni politiche, non è prevista la possibilità per essi di esprimere in quel Paese un voto per il Parlamento europeo.

Claudio D'AMICO (LNP) chiede chiarimenti in ordine alle misure adottate per

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scongiurare l'espressione di un doppio voto - relativamente ai candidati italiani e ai candidati del Paese di residenza - da parte degli italiani residenti nei Paesi dell'Unione europea in occasione delle prossime elezioni europee.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI, nel segnalare che la base elettorale è rappresentata da circa un milione di aventi diritto al voto, ribadisce che farà pervenire alla Commissione gli elementi informativi richiesti sullo stato degli accordi con la Svizzera sulle questioni elettorali.

Franco NARDUCCI, presidente e relatore, richiamando la propria esperienza personale e nel dare risposta al quesito posto dal collega D'Amico, fa presente che gli elettori italiani residenti in Germania possono esprimere il voto a favore di candidati locali presso i comuni di residenza, facendone apposita richiesta entro i tempi stabiliti, richiesta che viene comunicata al consolato italiano ai fini della cancellazione del votante dalle liste elettorali relative ai candidati italiani. Quanto alla situazione in Svizzera, i cittadini italiani che vi risiedono possono esprimere il voto per corrispondenza in occasione delle elezioni politiche mentre allo stato non possono prendere parte alle elezioni per il Parlamento europeo. Al riguardo, formula l'auspicio che si possa pervenire ad un'apposita intesa con questo Stato, considerata l'elevata partecipazione dei cittadini italiani residenti in Svizzera alle elezioni, equiparabile a quella che si registra in Argentina. Illustra infine una proposta di parere favorevole con osservazioni, sulla base delle indicazioni emerse nel dibattito (vedi allegato 1).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore.

La seduta termina alle 9.10.

SEDE REFERENTE

Martedì 12 maggio 2009. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 9.10.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26 settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999, del Secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30 novembre 1999, del Terzo Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno 2000, del Quarto Protocollo aggiuntivo, con allegati, firmato a Roma l'11 dicembre 2002.
C. 2259 Governo.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Renato FARINA (PdL), relatore, segnala che l'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale,firmato nella capitale macedone Skopje il 26 settembre 1998, rappresenta una delle più importanti iniziative di cooperazione nella sicurezza della regione balcanico-adriatica, intrapresa come altre all'indomani della composizione del conflitto bosniaco, nella speranza di porre fine alla tragica serie di eventi della prima metà degli anni Novanta nei Balcani, per promuovere la stabilità regionale e i buoni rapporti di vicinato tra i paesi dell'area, con un secondo obiettivo, quello cioè di sviluppare l'integrazione delle strutture di difesa dei paesi interessati nell'ambito euro-atlantico. In realtà, sei mesi dopo la firma dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, la crisi del Kosovo - già in atto da tempo - e la conseguente guerra ponevano in una luce secondaria il processo intrapreso con l'incontro di Tirana dei ministri della difesa nel marzo 1996. A distanza di diversi anni

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ritorna ora di attualità per il Governo la ratifica dell'Accordo in esame e dei successivi quattro Protocolli - rispettivamente firmati nel gennaio e nel novembre 1999, nel giugno 2000 e nel dicembre 2002 -, in una situazione in cui purtroppo non è possibile scommettere sull'assoluta pacificazione dei Balcani occidentali, ma nella quale la presenza internazionale ha contribuito a mantenere un notevole tasso di stabilità. Segnala che l'Accordo e i successivi Protocolli sono stati firmati da Albania, Bulgaria, Macedonia, Grecia, Italia, Romania e Turchia, mentre gli Stati Uniti, l'Ucraina, la Croazia e la Slovenia partecipano con lo status di osservatori.
Per quanto specificamente concerne le finalità dell'istituzione della Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, dall'Analisi dell'impatto della regolamentazione (AIR) si evince che la Forza dovrà rendersi disponibile per contribuire a operazioni di prevenzione dei conflitti ovvero di mantenimento, ristabilimento, consolidamento della pace, nonché per interventi prettamente umanitari, nell'ambito di più vaste operazioni guidate dall'Alleanza atlantica o dall'Unione europea su mandato delle Nazioni Unite o dell'OSCE. Operando in ogni caso nello spirito del «Partenariato per la pace» della NATO, la Forza potrà altresì essere messa al servizio di iniziative internazionali intraprese da un numero limitato di Stati, sul modello delle già sperimentate «coalizioni dei volenterosi».
Osserva che la relazione del Governo, che accompagna il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, schematizza efficacemente la struttura della Forza e il contributo italiano ad essa: in particolare, la Forza multinazionale si articola in un Comitato direttivo politico-militare, con un segretariato a rotazione biennale tra i vari paesi; nella Brigata, il cui comando ruota ogni quattro anni; in una brigata del genio per l'assistenza alla popolazione civile, guidata durante le operazioni da una cellula di crisi. L'Italia contribuisce alla Brigata con il 151o reggimento di fanteria «Sassari» - nel quale verranno peraltro inquadrate una compagnia di fanteria albanese e una macedone - e fornisce una compagnia alla brigata del genio. Inoltre spettano all'Italia due posizioni nel Comando della Brigata, che hanno durata biennale, ma in caso di attivazione della Brigata per operazioni o esercitazioni, l'Italia invierà altri quattro ufficiali e due sottufficiali.
La struttura degli accordi all'esame della Camera risulta abbastanza complessa, in ragione dell'elevato numero di Protocolli che corredano l'Accordo-base (la relazione introduttiva specifica tra l'altro che un quinto Protocollo è in fase di elaborazione). Ritiene opportuno segnalare che l'Accordo del 1998, all'articolo II, afferma esplicitamente la conformità con la Carta delle Nazioni Unite e inoltre che la cooperazione con esso intrapresa nel settore della difesa non è diretta contro alcuno Stato terzo né mira a costituire un'ulteriore forma di alleanza militare, bensì è aperta ad altri Stati della regione partecipanti alla NATO o al «Partenariato per la pace». L'Accordo inoltre salvaguarda espressamente diritti e obblighi dei firmatari derivanti da trattati precedentemente sottoscritti. Infine, ogni decisione relativa alla Forza multinazionale verrà adottata dalle parti per consenso unanime.
In generale, ricordando che l'Accordo in esame e i quattro Protocolli sono stati sottoscritti da governi espressione di diverse maggioranze politiche, pone in evidenza il fatto che il provvedimento prevede spese contenute nell'ambito delle ordinarie disponibilità del Ministero della difesa. Auspica infine, una considerazione favorevole da parte della Commissione sull'Accordo in esame.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI si associa alle considerazioni del relatore.

Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei prescritti pareri. Come di consueto, in assenza di specifiche segnalazioni da parte

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dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.15.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Martedì 12 maggio 2009. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 9.20.

Franco NARDUCCI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-01401 Porta: Sull'ingresso dell'Italia nella Corporación Andina de Fomento (CAF).

Fabio PORTA (PD) illustra l'interrogazione in titolo, sottoscritta tra gli altri dall'ex Ministro degli affari esteri, Massimo D'Alema, oltre che dal responsabile per gli affari esteri del Partito Democratico, Piero Fassino, segnalando che il Governo non ha mancato di confermare la natura strategica della stretta collaborazione tra l'Italia e i Paesi dell'America Latina, avviata nel corso della precedente legislatura. Sottolinea peraltro che la partecipazione del nostro Paese alla CAF rappresenta un'opportunità per la promozione delle piccole e medie imprese italiane e per affiancare la Spagna nel rapporto privilegiato con l'America Latina. Auspica quindi che il Governo dia seguito, anche sul versante finanziario, agli impegni presi.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), sottolineando di condividere le osservazioni del deputato Porta anche in considerazione della particolare responsabilità del nostro Paese per il rafforzamento delle relazioni con l'America Latina, nell'ambito del G8.

Fabio PORTA (PD) replicando si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta fornita dal sottosegretario Craxi, che dà conto degli sforzi già profusi dal Ministero degli affari esteri. Manifesta la necessità che tale Amministrazione si adoperi presso il Ministero dell'economia e delle finanze per l'erogazione delle risorse finanziarie, peraltro già stanziate, necessarie all'ingresso dell'Italia nella Corporación Andina de Fomento, auspicabilmente prima dell'avvio dei lavori della II Conferenza Italia-America Latina.

Franco NARDUCCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 9.25.