CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 aprile 2009
170.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e X)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

Mercoledì 29 aprile 2009. - Presidenza del presidente della X Commissione, Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 15.35.

7-00112 Causi e Benamati: Indennizzi in favore dei piccoli azionisti e degli obbligazionisti di Alitalia.
(Discussione e rinvio).

Le Commissioni iniziano la discussione della risoluzione in oggetto.

Gianluca BENAMATI (PD) ricorda che l'Alitalia negli anni Ottanta e Novanta è stata oggetto di più tentativi di privatizzazione ed accordi (es. KLM ed AIR FRANCE), tutti per altro falliti.
Nel quinquennio 2001-2006 si sono succeduti due aumenti di capitale, l'ultimo dei quali mediante la garanzia governativa ad un prestito di 400 milioni. Per Il Sole 24 Ore, che ha controllato il valore patrimoniale di Alitalia, insieme alla banca dati della Thomson Financial che ne ha certificato l'esattezza, un'azione di Alitalia in borsa valeva circa 10 euro nel 2001 e solo 1,57 euro nel 2006.
A fine 2006, il Governo Prodi decise di cedere la compagnia, vendendo il 30,1 per cento (poi innalzato al 39,9 per cento) del capitale azionario, facendo così scattare l'obbligatorietà dell'OPA per il nuovo compratore. La gara però, dopo otto mesi, fallì per il ritiro progressivo di tutti i concorrenti. Il 1o agosto 2007 il presidente Libonati si dimise a pochi mesi dall'incarico ricevuto e il Ministero dell'economia e delle finanze designò come successore Maurizio Prato, cui furono delegati pieni poteri per la gestione aziendale e l'individuazione del percorso per proseguire con la privatizzazione. Nel successivo consiglio di amministrazione del 30 agosto venne approvato il piano di «sopravvivenza» 2008-2010 che prevedeva il ritorno ad un unico hub (Roma Fiumicino) e il conseguente drastico ridimensionamento della base di Malpensa. Al secondo tentativo di privatizzazione, manifestarono interesse Air France-KLM (partner di Alitalia in SkyTeam), Lufthansa, AP Holding (controllante di Air One), Aeroflot, e una cordata con rappresentante legale Antonio Baldassarre.
Il 21 dicembre 2007 il consiglio di amministrazione di Alitalia individuò in Air France-KLM l'interlocutore con cui avviare una trattativa in esclusiva. Scelta

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avallata, una settimana più tardi, anche dal Tesoro. Il 15 marzo 2008, Alitalia accettava l'offerta vincolante di Air France-KLM che prevedeva un'offerta pubblica di scambio sul 100 per cento delle azioni di Alitalia con una permuta di 160 azioni Alitalia per ogni azione Air France-KLM e un'offerta pubblica di acquisto sul 100 per cento delle obbligazioni convertibili Alitalia. Il valore dell'offerta era di 1,7 miliardi di euro e comprendeva la ricapitalizzazione di 1 miliardo, 138,5 milioni per l'acquisto delle azioni Alitalia, valutate singolarmente 99 centesimi di euro, e 608 milioni per le obbligazioni convertibili.
Il 2 aprile 2008 Maurizio Prato si dimette a causa del mancato accordo con le parti sociali e a seguito delle molte dichiarazioni che indicano nella privatizzazione in atto una svendita. Il 21 aprile il presidente francese Jean-Cyril Spinetta annuncia il ritiro dell'offerta di acquisto di Air France-KLM.
Dopo le elezioni, il nuovo Governo e la compagnia affidano un ruolo di consulente a Intesa Sanpaolo affinché individui il percorso da seguire per una nuova iniziativa di privatizzazione. Fra il 3 ed 4 giugno 2008 i titoli sono sospesi dalle contrattazioni. Il 30 luglio 2008, il piano Fenice della consulente viene discusso dal consiglio di amministrazione della compagnia aerea. Il progetto prevede la costituzione di una nuova società, dove far confluire una parte della vecchia compagnia. Nella nuova società confluirebbe anche AP Holding Spa. la società del gruppo Toto che controlla Air One. A fine agosto il consiglio di amministrazione della compagnia si riunisce per esaminare la situazione finanziaria. Vengono comunicati i dati di cassa aggiornati al mese di luglio, non viene approvata la semestrale. Dopo un'analisi sulle recentissime modifiche introdotte dal Governo alla cosiddetta legge Marzano, il consiglio di amministrazione chiede la dichiarazione di insolvenza al tribunale di Roma. La sentenza viene ottenuta pochi giorni dopo. Nel frattempo, la compagnia passa in amministrazione straordinaria e viene nominato Augusto Fantozzi commissario della compagnia. La sera di lunedì 1o settembre 2008, la nuova arrivata Compagnia Aerea Italiana, recapita al commissario un'offerta per l'acquisizione di attività da Alitalia Spa dando inizio ad una trattativa tra la CAI, il Governo e i sindacati. Dopo lunghissima trattativa, anche con forti contrarietà sindacali, alla fine l'11 dicembre 2008 CAI sottoscrive con AP Holding l'accordo per l'acquisto di Air One, Air One CityLiner, EAS (European Avia Service) e Air One Technic che, dopo l'integrazione con gli asset che CAI rileverà da Alitalia, daranno vita alla nuova compagnia aerea di bandiera.
Il 12 dicembre 2008, Compagnia Aerea Italiana Spa sottoscrive con il commissario straordinario Augusto Fantozzi il contratto per l'acquisto degli asset di volo Alitalia - Linee Aeree Italiane Spa al prezzo di 1,052 miliardi con versamento di 100 milioni di euro.
In tutta questa vicenda c'è, però, una parte sconcertante e non ancora conclusa ed è quella che riguarda il trattamento degli obbligazionisti ed azionisti della Alitalia.
Per quanto riguarda gli obbligazionisti, si parla di 715 milioni di euro di obbligazioni convertibili, di cui circa 300 milioni di euro sottoscritte da piccoli investitori anni fa, quando la compagnia era del 51 per cento dello Stato. Questi risparmiatori, fra le altre cose, si sono visti prorogare nell'assemblea del 26 luglio 2005 il termine di scadenza del prestito obbligazionari dal 22 luglio 2007 al 22 luglio 2010, senza potersi opporre al voto determinante di quel Tesoro che era socio di controllo ed obbligazionista di maggioranza dell'azienda.
Per quanto riguarda i piccoli azionisti, parliamo di risparmiatori che hanno subito una perdita di valore del titolo di circa l'80 per cento dal 2001 al 2006 e se lo sono visti sospendere dalle contrattazioni il 4 giugno scorso ad un valore attorno ai 44,5 centesimi di euro.
Ricorda quindi gli interventi che sono stati previsti fino ad oggi atti a favore di questi risparmiatori: con diverse dichiarazioni pubbliche il Presidente del Consiglio

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ed il ministro dell'economia e delle finanze hanno espresso la volontà di tutelare i piccoli azionisti e gli obbligazionisti che avevano investito in Alitalia; l'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2008, n. 166, introduce una tutela del risparmio dei piccoli azionisti ovvero obbligazionisti di Alitalia-Linee aeree italiane Spa che non abbiano esercitato eventuali diritti di opzione aventi ad oggetto la conversione dei titoli in azioni di nuove società, in particolare, prevedendo che essi siano ammessi ai benefici di cui all'articolo 1, comma 343, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, ossia a ricorrere alle disponibilità del Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie finanziato con i cosiddetti conti dormienti; per le modalità di attuazione dell'indennizzo a favore dei piccoli azionisti ovvero obbligazionisti di Alitalia-Linee aeree italiane Spa, il decreto-legge n. 134 fa rinvio ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio, a tutt'oggi ancora non emanato; con l'articolo 7-octies, aggiunto in corso di approvazione al decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5, si prevede che, ai titolari di obbligazioni del prestito obbligazionario «Alitalia 7,5 per cento 2002-2010 convertibile» emesso da Alitalia-Linee Aeree Italiane Spa, venga attribuito il diritto di cedere al Ministero dell'economia e delle finanze i propri titoli per un controvalore determinato sulla base del prezzo medio di borsa delle obbligazioni nell'ultimo mese di negoziazione, ridotto del 50 per cento, in cambio di titoli di Stato di nuova emissione, senza cedola, con scadenza 2012, con un taglio minimo unitario di 1.000 euro; sulla base di quanto previsto dall'articolo 7-octies e del prezzo medio nell'ultimo mese di contrattazione, il rimborso massimo è pari a circa il 33 per cento del valore iniziale; il rimborso a mezzo titoli di cui al punto precedente ha un tetto di 100 mila euro per ogni azionista che di fatto sembrerebbe escludere i fondi. Sottolinea altresì che nessuna misura ad oggi è stata assunta per agli azionisti. Ricorda che, in sede di conversione del decreto-legge n. 5 del 2009 è stato accettato dal Governo un ordine del giorno a firma Benamati, Fluvi e Lulli che lo impegna a «a valutare il possibile rafforzamento di misure a tutela degli obbligazionisti, prevedendo adeguati stanziamenti che le rendano efficaci, nonché ad estendere tali misure anche a favore degli azionisti, allo stato del tutto privi di qualunque forma di garanzia dei propri crediti».
Sottolinea quindi che gli obbligazionisti che hanno dovuto rinunciare al rimborso del prestito nel luglio 2007, si trovano oggi a concorrere con la massa dei creditori chirografari di Alitalia, mentre le operazioni di rimborso degli obbligazionisti e quelle previste per gli azionisti sono poi condotte ricorrendo ai fondi dei cosiddetti conti dormienti. Considerando una capienza di questi conti di 800 milioni di euro (cifra per la quale si attende nel prossimo mese di maggio un'indicazione definitiva del Governo), di cui circa 400 già impegnati in precedenza per la tutela degli azionisti Alitalia, Cirio, Parmalat rimarrebbero circa 300 milioni di euro.
Alla luce di tutto ciò, sottolinea che nella risoluzione si chiede di predisporre, anche nelle more del completamento delle procedure di individuazione dell'ammontare complessivo del Fondo finanziato con i conti dormienti, prime forme di riconoscimento di indennizzo dei risparmiatori (piccoli azionisti e obbligazionisti) rimasti esclusi dalla cessione di Alitalia. In secondo luogo, anche al fine di prevenire e contenere il possibile formarsi di contenziosi giurisdizionali, si impegna il Governo a prevedere idonee forme di integrazione del suddetto Fondo, tenendo conto della particolare condizione degli obbligazionisti Alitalia.

Marco CAUSI (PD), ad integrazione delle considerazioni già svolte dal deputato Benamati, ritiene necessario che il Governo chiarisca taluni aspetti relativi alla tematica in oggetto. In primo luogo, occorre sapere quando sarà emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dall'articolo 3, comma 2,

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del decreto-legge n. 134 del 2008, con il quale dovranno essere definite le modalità di attuazione dell'indennizzo in favore dei piccoli azionisti ed obbligazionisti di Alitalia; inoltre considera indispensabile che il ministro dell'economia compia una valutazione in merito al numero degli obbligazionisti Alitalia i quali intendano avvalersi delle previsioni in loro favore contemplate dall'articolo 7-octies del decreto-legge n. 5 del 2009; infine, appare opportuno aprire una riflessione circa l'ipotesi, avanzata dagli stessi azionisti di Alitalia, di effettuare un concambio tra le azioni della vecchia Alitalia e quella della nuova Alitalia.

Stefano GRAZIANO (PD) rileva come la volontà di tutelare i piccoli azionisti e gli obbligazionisti che hanno investito in Alitalia abbia formato oggetto di diverse dichiarazioni pubbliche del Presidente del Consiglio e del ministro dell'economia e delle finanze. In tale prospettiva, l'articolo 3, comma 2, del decreto-legge n. 134 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 166 del 2008, che introduce una tutela del risparmio dei piccoli azionisti o obbligazionisti di Alitalia-Linee aeree italiane Spa, i quali non abbiano esercitato i diritti di opzione per la conversione dei titoli in azioni della nuova società, avrebbe dovuto rappresentare la concretizzazione delle intenzioni dichiarate, prevedendo che a tali soggetti si applichino i benefici previsti dall'articolo 1, comma 343, legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria 2006), avvalendosi del Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie alimentato dai cosiddetti conti dormienti.
Nonostante le intenzioni espresse dal Governo e le previsioni legislative appena richiamate, il decreto del Presidente del Consiglio che dovrebbe disciplinare le modalità di attuazione dell'indennizzo non è stato tuttavia ancora emanato, aumentando in tal modo l'incertezza sulle sorti degli investimenti e sulle possibilità di ottenere un ristoro integrale e soddisfacente.
Pertanto, al momento i piccoli azionisti e obbligazionisti Alitalia vanno ad allungare una lista che comprende i risparmiatori coinvolti dai casi Cirio e Parmalat, i titolari delle obbligazioni argentine, ma anche coloro che avrebbero dovuto fruire della cosiddetta «social card», per i quali sono disponibili risorse finanziarie, pari a circa 800 milioni di euro, limitate rispetto alle reali necessità.
Sottolinea quindi come in questi giorni le questioni connesse alla vicenda Alitalia siano nuovamente d'attualità, e come torni a farsi sentire la voce di quanti temono di aver perso tutto (o quasi) il proprio investimento in obbligazioni della vecchia compagnia di bandiera.
In tale contesto, tra le possibili iniziative prospettate dai soggetti interessati nei confronti del ministero dell'economia e delle finanze o degli ex vertici della compagnia di bandiera al fine di ottenere un rimborso dei crediti, pare al momento profilarsi l'ipotesi di un'azione legale collettiva contro il Ministero interessato, per non aver agito nell'interesse degli azionisti e dei creditori, i quali dovranno attendersi, alla luce delle previsioni dell'articolo 7-octies del decreto-legge n. 5 del 2009, un rimborso di circa il 30 per cento del valore nominale delle obbligazioni, senza interessi, mediante uno scambio con titoli di Stato di nuova emissione con scadenza nel 2012.
Sebbene il Governo, all'indomani di un'assemblea degli obbligazionisti Alitalia andata deserta a causa della determinante assenza del Ministero dell'Economia, abbia cercato di tranquillizzare gli animi, affermando che le misure a sostegno degli obbligazionisti Alitalia sono state definite sulla base dello stato di finanza pubblica e che, nonostante le priorità dell'ultima ora, intende mantenere fermo l'impegno a favore dei risparmiatori, ritiene che l'incremento per i piccoli risparmiatori della misura dell'intervento statale a favore degli obbligazionisti Alitalia, resti ancora una mera ipotesi di studio, che, al di là dei messaggi e dei segnali rassicuranti, lascia permanere una situazione di notevole incertezza, tradendo in tal modo un impegno, quello della tutela del risparmio, il

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quale non ha solo valenza elettorale e politica, ma anche e soprattutto istituzionale.
In tale condizione ritiene pienamente condivisibile il contenuto della risoluzione in discussione, che dichiara di sottoscrivere.

Cosimo VENTUCCI (PdL) rileva come tra i piccoli azionisti Alitalia siano compresi i dipendenti della stessa compagnia aerea che in passato erano stati costretti a convertire somme loro spettanti in azioni della società, ritenendo in tale contesto opportuno distinguere la posizione di tali soggetti rispetto a quella degli altri azionisti, che hanno compiuto liberamente le proprie scelte di investimenti.

Marco CAUSI (PD), con riferimento alle considerazioni svolte dal deputato Ventucci, rileva come la questione affrontata dalla risoluzione investa l'intera platea dei piccoli azionisti Alitalia, che hanno subìto consistenti perdite di capitali e che potrebbero scegliere di cambiare volontariamente le azioni da loro possedute con quelle della nuova Alitalia.

Giovanni FAVA (LNP), nel condividere le osservazioni formulate dal collega Ventucci riguardo ai dipendenti che si sono visti in qualche modo costretti a convertire le somme loro spettanti in azioni della società, chiede che la parte dispositiva della risoluzione possa essere integrata anche con un riferimento a questa vicenda. Nel lamentare l'assenza tra le file del PD del deputato Colaninno, che avrebbe potuto fornire un utile contributo alla discussione, manifesta la disponibilità a valutare favorevolmente la risoluzione, ove opportunamente riformulata.

Cosimo VENTUCCI (PdL) ribadisce che, qualora si intendesse intervenire ulteriormente su tale problematica, sarebbe opportuno riconoscere un trattamento di maggiore tutela in favore dei dipendenti Alitalia costretti a sottoscrivere azioni della compagnia.

Raffaello VIGNALI (PdL) sottolinea che le problematiche sollevate nella risoluzione sono reali e molto avvertite soprattutto dai piccoli azionisti. Ricordato che l'articolo 7-octies del decreto-legge n. 5 del 2009 fa riferimento a piccoli azionisti che non accettano il concambio, ritiene necessario conoscere la posizione del Governo sulla risoluzione in esame. Aggiunge che, in questo caso, la tutela dei piccoli risparmiatori appare un atto ancora più significativo dal punto di vista etico, trattandosi di persone che hanno investito il loro denaro in un'azienda di Stato.

Andrea GIBELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.