CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1° aprile 2009
160.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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Mercoledì 1o aprile 2009. - Presidenza del presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

La seduta comincia alle 9.20.

DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA D'INSINDACABILITÀ

Esame di una domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento penale a carico di Luigi Pepe, deputato all'epoca dei fatti, pendente presso il tribunale di Taranto (proc. n. 890/06 N RGPM - n. 2150/07 RG GUP) (doc. IV-ter, n. 7).
(Seguito dell'esame e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, fa presente che Luigi Pepe è oggi impossibilitato allo svolgimento dell'audizione. Propone quindi un rinvio.

Maurizio PANIZ (PdL) osserva che, come accaduto in diversi casi precedenti, potrebbe giungersi a una conciliazione stragiudiziale della vicenda. In questo senso invita il relatore a sviluppare delle iniziative.

Domenico ZINZI (UDC), relatore, accetta l'invito e si impegna in tale direzione, nella quale peraltro si è già mosso. Non appena avrà assunto le necessarie informazioni, ne riferirà al collegio.

La Giunta concorda.

Esame di una domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dalla deputata Souad Sbai nell'ambito di un procedimento civile pendente presso l'autorità giudiziaria di Milano (atto di citazione dell'Associazione U.CO.I.I. - Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia).
(Esame e conclusione).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente e relatore, illustrando brevemente gli

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estremi della vicenda in titolo, anticipa che a suo avviso sussistono tutti gli elementi per una deliberazione favorevole all'istante. Peraltro, il merito della controversia interessa un tema assai delicato, quello del confronto tra religioni e culture, che potrebbe dare adito in sede di Assemblea a una riflessione più ampia di quella consentita alla Giunta.
(Viene introdotta la deputata Sbai).

Souad SBAI (PdL) illustra di essere stata citata in giudizio dall'Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia per avere rilasciato un'intervista al Giornale del 5 gennaio 2009. L'intervista le fu chiesta in relazione a una manifestazione in favore dei palestinesi che si era tenuta a Milano con riferimento alla situazione nella striscia di Gaza. Nell'occasione, ebbe ad affermare che nel mondo arabo e in quello islamico l'estremismo avanza in modo spaventoso e che a suo avviso l'UCOII alimenta l'odio. In questo senso, aveva chiarito che l'UCOII non ha mai firmato la Carta dei valori proposta presso la Consulta italiana dell'Islam costituita presso il Ministero dell'interno, né ha mai formalmente riconosciuto i valori della Costituzione italiana, né ancora si è schierata per la piena uguaglianza tra uomo e donna e contro il terrorismo. L'UCOII ritiene offensive queste sue affermazioni e per esse l'ha chiamata a rispondere davanti al tribunale civile di Milano. Si tratta a suo avviso di un'azione civile totalmente pretestuosa, ingiusta e intimidatoria.
Come nozione generale di contesto, ricorda che ormai da 20 anni l'Italia è alle prese con flussi migratori massicci e con il problema dell'integrazione degli stranieri. In questo ambito, il problema del rapporto tra la cultura dei valori democratici dei Paesi occidentali e quella islamica è centrale. Fin dalla legge Martelli del 1989, passando per la legge Turco-Napolitano del 1998 e giungendo agli ultimi provvedimenti in materia, si è posto il problema dell'integrazione culturale e religiosa di quanti professano l'adesione all'islamismo. La questione peraltro è oggetto di amplissima riflessione scientifica, a partire dall'importante raccolta di saggi di Susan Moller Okin del 1999, Is multiculturalism bad for women? (tradotto da Raffaello Cortina nel 2007 col titolo Diritti delle donne e multiculturalismo). Deve citare anche il libro di Irshad Manji, The trouble with Islam del 2003, tradotto in Italia da Guanda 2004 col titolo Quando abbiamo smesso di pensare?, nonché il noto libro di Giuliana Sgrena, Il prezzo del velo, Feltrinelli 2008, alla cui stesura ella stessa in qualche modo ha collaborato. Le riviste scientifiche sono peraltro piene di riferimenti ai problemi dell'estremismo islamico e del concetto che questa religione ha del ruolo delle donne. Il suo impegno parlamentare, in questo anno, è stato sempre rivolto alla coltivazione di tali analisi e alla battaglia contro il cieco integralismo islamico, che ella ritiene essere molto pericoloso per la democrazia, soprattutto perché le guide spirituali e intellettuali dei musulmani in Italia rifiutano - essi - ogni integrazione. È per questo che ha presentato numerose interrogazioni parlamentari volte a sottolineare il problema. Cita in particolare quella del 1o ottobre 2008 - n. 4/1198 - e quella del 6 novembre 2008 - n. 5/580.
Nella prima ha sollevato il problema dei criteri con cui gli ufficiali dello stato civile accettano le dichiarazioni e le autocertificazioni prematrimoniali dei musulmani, i quali spesso nei Paesi d'origine sono già sposati. Ciò comporta che l'ufficiale dello stato civile italiano non svolge le dovute verifiche oppure è costretto ad accettare il recepimento di istituti, come il ripudio della moglie, che vengono equiparati ai fini del diritto italiano a scioglimenti di pregressi matrimoni. Nella seconda ha citato il provvedimento con cui giustamente il governo della Francia ha richiesto ai fini del ricongiungimento familiare la conoscenza nel ricongiungendo della lingua e della cultura generale dell'ordinamento francese.
Peraltro, in data 19 dicembre 2008 ha anche presentato una proposta di legge in materia di cittadinanza, nella quale propone

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una modifica della legge n. 91 del 1992 con cui si prevede il rigetto della domanda per dichiarazioni mendaci. Nella relazione con cui accompagna tale proposta, fa cenno a tutte le problematiche appena esposte. Inoltre, nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2008, in uno scambio polemico ma pur sempre civile con un altro deputato, aveva affermato che l'UCOII è un'organizzazione di estremisti e di filoterroristi. D'altronde l'UCOII non ha fatto alcunché per togliersi questa reputazione. Non risultano prese di posizione pubbliche dell'UCOII di condanna delle azioni dei kamikaze; né risultano biasimi dell'UCOII nei confronti delle pratiche contro le donne (l'imposizione dei veli e del burka, l'infibulazione, il forzato analfabetismo delle bambine, la poligamia, i matrimoni combinati, la violenza domestica ecc.). In buona sostanza, in Parlamento e fuori ha sostenuto e sostiene che l'UCOII sia l'albergo intellettuale e sacerdotale delle pratiche più retrive e violente dell'Islam, che costituiscono un vero e proprio attentato alla vita civile e democratica.
Del resto, non sarebbe la prima volta che nella Camera dei deputati viene posto con forza il problema del ruolo delle donne nelle società islamiche. A mero titolo di esempio - ma ne potrebbe fare molti altri - ricorda la drammatica vicenda di Malalai Joya, la coraggiosa donna afgana, la quale - eletta nelle consultazioni del 2005 al Parlamento afgano - ha instancabilmente denunciato la presenza di signori della guerra fondamentalisti nelle istituzioni afgane ed è stata espulsa dal parlamento, interdetta a uscire dal paese e oggetto di un procedimento penale per aver espresso in una intervista a Tolo TV, un canale privato locale, una dura condanna nei confronti del Parlamento afgano; nello stesso Parlamento, esattamente un anno fa, nel maggio del 2006, Malalai è stata aggredita fisicamente e insultata e, in pochi anni, ha subito quattro attentati. Su questo, l'allora deputata Elettra Deiana presentò un'interpellanza (la n. 654-XV legislatura). Non ha bisogno di specificare che su tale episodio l'UCOII non ha avuto alcunché da ridire. Soggiunge che ha appena concluso un libro, che sarà tra breve pubblicato, nel quale questa sua battaglia è sintetizzata e resa accessibile, si augura, al più vasto pubblico. Quanto più in particolare ai rapporti dell'UCOII con la Consulta costituita presso il Ministero dell'interno, i fatti parlano da soli. Mai l'UCOII ha sottoscritto la Carta dei valori né ha professato la propria incondizionata adesione ai valori costituzionali italiani. Aggiunge che proprio ieri si è avuta notizia della legge che il Parlamento afgano avrebbe approvato, che di fatto legittima lo stupro intramurario a opera del marito. Giustamente, in sede ONU e da parte di vari esponenti politici nel mondo si è gridato alla legalizzazione di un delitto contro l'umanità. Le spiace osservare al proposito il totale silenzio dell'UCOII. Tale supina accettazione da parte dell'UCOII di queste derive dell'integralismo islamico stride con il dibattito vivace che ha luogo nel contesto di altre religioni. Ricorda solo che sull'episodio della scomunica da parte del vescovo brasiliano del medico che aveva praticato l'aborto su una bambina stuprata dal patrigno e che era incinta di due gemelli si è levato nel mondo cattolico un significativo dibattito a tratti anche polemico, che ha condotto al ritiro della scomunica. All'interno della comunità ebraica di Israele, è sempre vivo il confronto tra gli integralisti e i moderati. L'UCOII non è invece un elemento di stimolo per il dibattito all'interno dell'Islam. È per questi motivi che oggi depositerà un'interrogazione parlamentare sulla vicenda della legge che legalizza lo stupro in Afghanistan e un'altra relativa al caso del giornalista Sayed Perwiz Kambakhsh, arrestato per reati d'opinione e recluso insieme a prigionieri jihadisti.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente e relatore, le domanda in quale senso possa dirsi che l'UCOII non ha aderito alla Carta dei valori.

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Souad SBAI (PdL) risponde che presso la Consulta costituita al Ministero dell'interno è prevista una procedura formale ed esplicita di sottoscrizione della Carta dei valori e di piena accettazione dei valori costituzionali italiani. A tanto l'UCOII non ha mai proceduto.

Dopo interlocuzioni dei deputati Antonino LO PRESTI (PdL) e Maurizio TURCO (PD), il presidente Pierluigi CASTAGNETTI, relatore, congeda la deputata Sbai.
(La deputata Sbai si allontana dall'aula).

Pierluigi MANTINI (UdC) osserva che al fine di condividere la proposta anticipata dal Presidente gli è sufficiente constatare che il 19 novembre 2008, vale a dire in un momento anteriore all'intervista contestata, la deputata Sbai ha detto cose assolutamente analoghe nell'Assemblea della Camera.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) sottolinea che gli aspetti di ambiguità della condotta dell'UCOII sono molteplici e non limitati a quelli giustamente evidenziati dalla collega Sbai. Menziona in particolare il problema dei finanziamenti dell'UCOII, su cui non si è mai riusciti a raggiungere un sufficiente livello informativo. Voterà per l'insindacabilità.

Maurizio PANIZ (PdL) tiene a distinguere tre profili. Dal punto di vista tecnico-giuridico, sussistono tutti i presupposti per l'insindacabilità parlamentare; dal punto di vista politico e fattuale, tuttavia, non crede che questa sia la sede per stabilire se l'UCOII sia un'organizzazione filoterroristica. Su questo piano specifico non considera opportuno che la Giunta si impegni in un'adesione contenutistica della battaglia della collega Sbai; da ultimo, dal punto di vista dei seguiti del presente dibattito, ipotizza che la Giunta potrebbe sollecitare il Presidente della Camera a trasmettere al Ministro dell'interno gli atti di questa istruttoria.

Marilena SAMPERI (PD) concorda con l'impostazione del collega Paniz, che le pare equilibrata. Nel caso specifico, l'ammirevole lotta della collega Sbai merita certamente il giudizio di insindacabilità, in virtù degli atti parlamentari presentati e svolti. Sul piano dei contenuti, tuttavia, la Giunta non può approdare ad apprezzamenti frettolosi, specie alla luce della documentazione cui l'atto di citazione fa riferimento e da cui emergerebbe, al contrario di quanto afferma Souad Sbai, una condivisione da parte dell'UCOII della Carta dei valori. Un'associazione - quale che essa sia - ha pur sempre il diritto di difendere la propria reputazione su basi fattualmente dimostrate.

Fabio GAVA (PdL) condivide i rilievi della collega Samperi, ma - da avvocato civilista qual è stato - sa che spesso negli atti difensivi si citano documenti allegati il cui significato non è sempre univoco. Souad Sbai non ha detto precisamente che l'UCOII fiancheggia il terrorismo, ciò che avrebbe costituito una grave accusa, ma solo che nei confronti di esso mantiene un atteggiamento equivoco. Una simile affermazione non è suscettibile di essere smentita da documentazione a sua volta oggetto di diverse possibili interpretazioni.

Francesco Paolo SISTO (PdL), sottolineato che presso questo collegio il merito è figlio del metodo, si dichiara favorevole all'insindacabilità pur con una 'presa di distanza' in senso tecnico dal merito delle affermazioni della collega Sbai. Gli è sufficiente infatti sapere che vi sono atti parlamentari di contenuto analogo alle dichiarazioni giudizialmente in contestazione.

Lorenzo RIA (PD) osserva che la previa dichiarazione parlamentare non è poi sempre e comunque un salvacondotto.

Pierluigi MANTINI (UdC) ritiene che invece la regola dell'insindacabilità paradossalmente conceda al parlamentare il diritto di dire delle falsità intra moenia e di ripeterle extra moenia.

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Pierluigi CASTAGNETTI, presidente e relatore, nel precisare che in tale ultima ipotesi il Presidente della Camera interverrebbe quantomeno con un richiamo, propone formalmente che la Giunta deliberi per l'insindacabilità.

La Giunta, all'unanimità, approva la proposta di dichiarare le affermazioni di cui al procedimento in titolo concernenti opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni e dà mandato al Presidente Castagnetti di predisporre il documento per l'Assemblea.

Esame di una domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata da Vittorio Sgarbi, deputato all'epoca dei fatti, nell'ambito di un procedimento penale pendente presso l'autorità giudiziaria di Roma (proc. n. 48128/04 N RGNR).
(Esame e conclusione).

Fabio GAVA (PdL), relatore, riferisce che Vittorio Sgarbi domanda l'insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Roma, a seguito di una querela di Giuliano Urbani. Nel capo di imputazione gli si contesta di aver sostenuto nella trasmissione televisiva Report del 4 aprile 2004 quanto segue: «Probabilmente sono però una consuetudine, cioè l'idea di finanziare amici o parenti o di utilizzare il denaro pubblico per consentire alla propria amante di affermarsi, che è esattamente quello che io ho denunciato per primo e poi si è verificato sulle carte che ha fatto nientemeno che il ministro della cultura Urbani, il quale dopo anni di astinenza - sua dal punto di vista sessuale, della sua partner, da un punto di vista dei finanziamenti - ha realizzato la quadratura del cerchio: lui ha soddisfatto le sue esigenze sessuali e lei ha ritrovato i finanziamenti. Mi pare che il nesso tra le due cose sia talmente perverso... questa cosa ho indicato non per mia invenzione, ma attraverso dei documenti che sono stati forniti da un parlamentare della maggioranza, che è nientemeno che Gabriella Carlucci, la quale aveva i documenti con l'indicazione di cifre a firma che erano stati finanziati dal ministero e prodotti dall'amante del ministro, la quale non prendeva finanziamenti dai tempi di Craxi».
Come il Presidente della Giunta ha ricordato nella scorsa seduta, la difesa di Sgarbi ha eccepito in giudizio l'insindacabilità ai sensi dell'articolo 3, commi 2 e 4, della legge n. 140 del 2003, ma il giudice procedente non l'ha accolta. Oltre a ciò, Vittorio Sgarbi personalmente ha chiesto una deliberazione al Presidente della Camera, che ha deferito gli atti alla Giunta. Questa, a suo avviso, non deve evidentemente indagare sui motivi delle procedure per cui la Sintra film e la Titania hanno ricevuto finanziamenti dal Ministero per i beni e le attività culturali. Se vi fossero state irregolarità o illeciti l'allora deputato Sgarbi avrebbe ben potuto presentare atti ispettivi e di censura al Ministro come spetta a ogni parlamentare. Ove avesse avuto prove documentali, le avrebbe potute produrre alla magistratura. Ciò che evidentemente l'ordinamento non può consentire è la mera denigrazione senza prove e al di fuori dei canali istituzionali di denuncia degli illeciti. Deve altresì aggiungere che i criteri generali di applicazione dell'insindacabilità parlamentare che questa Giunta ha approvato il 14 gennaio 2009 escludono l'applicabilità della prerogativa dell'insindacabilità di fronte a espressioni gratuitamente volgari e sconvenienti tali per cui non sarebbero consentite neanche nelle formali sedi parlamentari, ai sensi degli articoli 89 e 139-bis del Regolamento della Camera.
Ricorda inoltre che in ordine alla stessa vicenda, nella XIV legislatura, la Giunta propose all'Assemblea la sindacabilità nei confronti del deputato Sgarbi, nel contenzioso con Ida Di Benedetto, e la proposta fu accolta. Per il caso che oggi occupa la Giunta, non ha motivo alcuno di discostarsi dal precedente appena citato. Per questi motivi, propone alla Giunta di deliberare nel senso che i fatti ascritti all'ex

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deputato Sgarbi non concernono opinioni espresse nell'esercizio delle sue funzioni di deputato all'epoca dei fatti.

Lorenzo RIA (PD) concorda con la proposta del relatore.

Francesco Paolo SISTO (PdL), deducendo dagli atti che un'iniziativa è stata intrapresa anche nei riguardi della deputata Carlucci, domanda al relatore se risulti pervenuta un'istanza di insindacabilità anche da parte di costei.

Fabio GAVA (PdL) risponde che non risulta.

La Giunta, all'unanimità, approva la proposta di dichiarare le affermazioni di cui al procedimento in titolo non concernenti opinioni espresse nell'esercizio delle funzioni e dà mandato al deputato Gava di predisporre il documento per l'Assemblea.

La seduta termina alle 10.10.