CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 15 gennaio 2009
122.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 15 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 14.10.

Ratifica Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008.
C. 2041 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Andrea GIBELLI, presidente e relatore, osserva preliminarmente che la relazione al provvedimento in titolo sembra riportare il Paese indietro di oltre sessant'anni. Gli attuali rapporti tra Stati, infatti, non richiedono di riaffermare principi quali quelli contenuti nei primi articoli del Trattato, la maggior parte dei quali sono del tutto acquisiti dalla civiltà occidentale.
Sottolinea che il Trattato, firmato a Bengasi il 30 agosto scorso, costituisce un'importante affermazione per la proiezione internazionale del nostro Paese, poiché pone fine ad un lungo contenzioso derivante dal periodo coloniale e pone le basi per un nuovo e più solido sistema di relazioni tra l'Italia e la Libia, soprattutto nel settore dell'energia e del contrasto all'immigrazione clandestina, basata sul rispetto reciproco, sulla pari dignità e su un rapporto paritario e bilanciato.
Il Trattato consta di tre capi, il primo dei quali (articoli da 1 a 7) delinea i princìpi generali che sono alla base dell'intesa. Viene innanzitutto ribadito l'impegno delle Parti al rispetto della legalità internazionale nel quadro della comune visione di centralità delle Nazioni Unite. Vengono poi affermati i princìpi del rispetto dell'uguaglianza sovrana degli Stati,

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del non ricorso alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza dell'altra Parte, della non ingerenza negli affari interni della controparte, anche impegnandosi a non usare il proprio territorio in attività ostili verso l'altra parte. È altresì ribadito l'impegno al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché quello alla soluzione pacifica delle eventuali controversie. Italia e Libia si impegnano inoltre ad adottare iniziative atte alla creazione di uno spazio culturale comune all'interno del quale si possa sviluppare il dialogo tra le due culture.
Il Capo II contiene disposizioni (articoli da 8 a 13) volte a sanare le situazioni pregresse e i contenziosi ancora in atto. In particolare, l'articolo 8 impegna l'Italia a realizzare in Libia progetti infrastrutturali di base, che dovranno essere individuati sulla base delle proposte avanzate da quest'ultimo. A tal fine viene fissato un limite massimo di spesa complessiva di 5 miliardi di dollari USA, distribuiti in venti anni, per un importo annuale di 250 milioni di dollari. I fondi finanziari saranno gestiti dall'Italia, mentre la Libia renderà disponibili i terreni e agevolerà le imprese esecutrici dei lavori. L'articolo 9 istituisce una Commissione mista paritetica, costituita da componenti designati dai rispettivi Stati, con il compito di individuare le caratteristiche tecniche dei progetti infrastrutturali di base e di decidere i tempi della loro realizzazione. È prevista inoltre, dall'articolo 10, la realizzazione da parte dell'Italia di iniziative speciali tra le quali la costruzione di 200 abitazioni, l'assegnazione di 100 borse di studio universitarie e post-universitarie a studenti libici, la cura di persone colpite dallo scoppio di mine in Libia presso istituti italiani, il ripristino del pagamento delle pensioni di guerra ai titolari libici, e la restituzione di manoscritti e di reperti archeologici trasferiti in Italia in epoca coloniale. Per contro, la Libia si impegna a concedere i visti di ingresso anche ai cittadini italiani espulsi in passato dal proprio territorio, che desiderino entrare nel Paese per motivi di turismo, lavoro, o per altre finalità, nonché a costituire il Fondo Sociale per il finanziamento di alcune delle iniziative speciali (articoli da 11 a 12). Il Fondo, che - dopo lo scioglimento dell'Azienda libico-italiana - verrà costituito unicamente con i contributi già versati ad essa, sarà gestito da un Comitato misto paritetico.
Secondo quanto riportato nella relazione illustrativa, la Libia si impegna a raggiungere con uno scambio di lettere una soluzione dell'annosa questione dei crediti vantati dalle aziende italiane nei confronti di amministrazioni ed enti libici, sulla base del negoziato finora condotto nell'ambito dell'apposito Comitato misto sui crediti. Nel medesimo scambio di lettere sarà anche definita la questione dei debiti di natura fiscale e/o amministrativa di aziende italiane nei confronti di enti libici che, sulla base di una ricognizione effettuata nel 2003, su incarico di entrambi i Governi, dalla banca italo-araba UBAE e dall'ALI, le pretese creditorie delle aziende italiane nei confronti di amministrazioni ed enti libici dovrebbero ammontare complessivamente a oltre 620 milioni di euro solo in conto capitale, mentre i debiti di natura essenzialmente fiscale e doganale, che solo alcune aziende hanno nei confronti della Libia, ammonterebbero, complessivamente, a 33 milioni di euro.
L'articolo 13, infine, provvede a regolare le pendenze riguardanti crediti di aziende italiane nei confronti della Libia ed eventuali debiti di tali aziende nei confronti del fisco libico, attraverso un negoziato nell'ambito del Comitato crediti.
Passando al Capo III (articoli da 14 a 23), esso reca la disciplina del nuovo partenariato bilaterale. Per rinsaldare le relazioni bilaterali, già presenti in numerosi settori, le Parti costituiscono un Partenariato bilaterale che si esprimerà attraverso consultazioni politiche su temi bilaterali, regionali e internazionali di reciproco interesse. Il Partenariato prevede, tra l'altro, una riunione annuale del Comitato di partenariato, formato dal Presidente del Consiglio dei ministri italiano e dal Segretario del Comitato Popolare Generale,

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che si svolgerà alternativamente nei due Paesi. Il Comitato di partenariato adotta i provvedimenti necessari all'attuazione degli impegni previsti dal Trattato (articolo 14). L'articolo 15 prevede un rafforzamento della cooperazione negli ambiti scientifici, tecnologici, nel campo della medicina e dell'università, mentre l'articolo 16 è volto ad approfondire la cooperazione culturale e i legami di amicizia tra i due Paesi. Al proposito ricorda che è in vigore dal 30 maggio 2007 un Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica firmato da Italia e Libia il 5 giugno 2003. Per quanto riguarda le disposizioni che rivestono una rilevanza specifica nell'ambito delle competenze della X Commissione sono da segnalare, in particolare, le disposizioni recate dall'articolo 17 che prevede la collaborazione economica e industriale, attraverso la realizzazione di progetti di trasferimento di tecnologie, particolarmente nei settori delle opere infrastrutturali, dell'aviazione civile, delle costruzioni navali, del turismo, dell'ambiente, dell'agricoltura e della zootecnia, delle biotecnologie, della pesca e dell'acquacoltura.
Di rilievo sono inoltre le disposizioni contenute nell'articolo 18 che, sottolineando l'importanza strategica per entrambi i Paesi della collaborazione nel settore energetico, promuove la cooperazione in materia energetica attribuendo particolare importanza alle energie rinnovabili ed incoraggiando la cooperazione tra enti ed organismi dei due Paesi sia sul piano industriale che su quello della ricerca e della formazione. L'articolo 19 è volto a rafforzare la collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, come già stabilito dall'accordo del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002. Al fine di contrastare l'immigrazione clandestina, è previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verrà effettuato dalla parte italiana. Il costo dell'operazione sarà per metà a carico dell'Italia e per l'altra metà verrà chiesto il contributo dell'Unione europea, sulla base di precedenti intese tra quest'ultima e la Libia. L'Accordo prevede altresì una collaborazione nel campo della difesa (articolo 20) rinviando a successive intese la disciplina dello scambio di esperti e tecnici e quella relativa alla conduzione di manovre congiunte.
Con l'articolo 21 le Parti si impegnano a collaborare nel settore della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e del disarmo, particolarmente al fine di ripulire l'area mediterranea dalla presenza di tali armamenti. Il partenariato, infine, è esteso allo sviluppo dei rapporti tra i parlamenti e gli enti locali delle due parti, con l'intendimento di approfondire la reciproca conoscenza (articolo 22). L'articolo 23 reca le disposizioni finali relative all'entrata in vigore del Trattato e le modalità per le sue eventuali modifiche.
Per quanto attiene al disegno di legge di ratifica, segnala che accanto alle consuete disposizioni recanti l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione del Trattato, esso reca, all'articolo 3, alcune disposizioni di carattere generale dirette ad introdurre, fino al 2028, un'addizionale all'imposta sul reddito delle società, residenti in Italia, operanti nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Ai sensi del comma 1, sono soggetti passivi le società ed enti commerciali residenti in Italia in possesso dei seguenti requisiti: il valore delle partecipazioni di controllo e di collegamento e delle immobilizzazioni materiali e immateriali nette utilizzate per le predette attività sia superiore al 33 per cento della corrispondente voce di bilancio; emittenti azioni o titoli equivalenti ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato; una capitalizzazione superiore a 20 miliardi di euro. L'aliquota ordinaria dell'imposta è pari al 4 per cento e l'imponibile è determinato in misura corrispondente all'utile prima delle imposte risultante dal conto economico. L'imposta, tuttavia, non è dovuta dai soggetti per i quali l'incidenza fiscale risulti inferiore al 19 per cento. L'imposta, inoltre, non è dovuta, in ogni caso, nelle ipotesi di esercizi in perdita. Come precisato nel successivo

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comma 3, l'incidenza fiscale è determinata dal rapporto tra: l'onere netto per l'IRES corrente, differita e anticipata per le eventuali imposte sostitutive ivi compresa l'addizionale IRES introdotta dall'articolo 81, comma 16, del decreto legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008. È opportuno ricordare in proposito che i commi da 16 a 18 del citato articolo 81 hanno introdotto, a carico di alcuni soggetti che operano nel settore petrolifero, ivi compreso il settore dell'energia elettrica, un'addizionale all'imposta sul reddito delle società (IRES) fissata in misura pari al 5,5 per cento (cosiddetto Robin Hood tax). Non si include, invece, l'addizionale introdotta dalla norma in esame. Ulteriori precisazioni in merito all'onere netto per l'IRES sono contenute nel successivo comma 4. L'incidenza fiscale è altresì determinata dall'utile prima delle imposte. Ai fini della determinazione dell'imposta dovuta, il comma 2 reca specifiche disposizioni dirette ad individuare un importo massimo del tributo dovuto. Ai sensi del comma 4 dall'onere netto per l'IRES sono esclusi gli effetti di imposta corrente, differita e anticipata relativi alle società incluse nello stesso consolidato fiscale nazionale o mondiale o insieme alle quali è stata esercitata l'opzione di trasparenza fiscale. Il comma 5 reca disposizioni in merito alla determinazione del patrimonio netto che è quello risultante dal bilancio di esercizio diminuito dell'utile di esercizio e aumentato degli acconti sul dividendo eventualmente deliberati. Il comma 6, infine, stabilisce che l'addizionale IRES trova applicazione a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2008 e fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2028.I soggetti interessati sono tenuti al versamento dell'acconto di imposta a decorrere dal primo esercizio di applicazione.
L'articolo 4, comma 1, quantifica l'onere finanziario in 214.200.200 euro per il 2009, 254.216.200 euro per il 2010, 250.716.200 euro per il 2011 e in 181.336.200 a decorrere dal 2012 disponendone la copertura mediante l'utilizzo di parte delle maggiori entrate derivanti dall'attuazione dell'articolo 3 del disegno di legge di ratifica.
La relazione tecnica che accompagna il provvedimento riconduce in maniera dettagliata gli oneri finanziari sopra quantificati a specifici articoli del Trattato e segnatamente: all'articolo 8 per la realizzazione dei progetti infrastrutturali di base (180 milioni di euro l'anno); all'articolo 10 per la costruzione di 100 unità abitative (8 milioni di euro da erogarsi in tre anni); borse di studio per 100 studenti (1,320 milioni di euro l'anno), il programma di cure (circa 16 milioni di euro suddivisi in due anni) e il ripristino delle pensioni di guerra per 45 aventi diritto (16.200 euro l'anno); all'articolo 19, comma 2, per la realizzazione del sistema di controllo volto al contrasto dell'immigrazione clandestina (152,4 milioni di euro da ripartirsi in tre anni).
L'articolo 5 infine stabilisce l'entrata in vigore del provvedimento per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Ritiene, infine, che la firma del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con la Libia possa segnare un cambiamento storico nelle relazioni bilaterali tra i due paesi e che la sua applicazione, se ciascuna delle parti terrà fede agli impegni presi, potrà consentire il rafforzamento della collaborazione in tutti i campi di reciproco interesse e la creazione di un forte partenariato politico ed economico. Nell'esprimere quindi conclusivamente una valutazione positiva dell'accordo di Bengasi, che chiude un quarantennio di contrasti e di contenzioso con la Libia, propone di esprimere un parere favorevole (vedi allegato).

Erminio Angelo QUARTIANI (PD), nel giudicare apprezzabile l'obiettivo di aprire una nuova fase di collaborazione tra l'Italia e la Libia per porre termine ad un lungo e complicato contenzioso, ritiene comunque opportuno svolgere alcune brevi considerazioni. Osserva che la sottoscrizione dell'accordo di partenariato bilaterale non può pregiudicare il rispetto degli impegni

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presi dal nostro Paese in sede internazionale a carattere multilaterale. Esprime alcune riserve sulla compatibilità delle disposizioni dell'articolo 20 del Trattato sia in materia di collaborazione nel settore della difesa, sia relativamente all'appartenenza dell'Italia alla NATO.
Con particolare riferimento alla copertura finanziaria prevista nel provvedimento in esame, esprime altresì forti riserve circa la previsione di una addizionale di imposta che sembra colpire esclusivamente l'ENI. Questo aumento del prelievo fiscale non potrà che penalizzare i consumatori in quanto si tradurrà necessariamente in un aumento della tariffa applicata nel settore dell'energia. Ciò appare tanto più problematico, se si considera che le richieste di risarcimento da parte dell'Italia sono finanziate non ricorrendo alla fiscalità generale, ma ad una società che opera nel settore dell'energia e conseguentemente ai suoi clienti. Da un punto di vista più generale, stigmatizza il fatto che l'istituzione di una «Giornata dell'amicizia italo-libica» il 30 agosto di ogni anno non trovi corrispondenza nell'abolizione formale della cosiddetta «Giornata della vendetta», che ricorre il 7 ottobre nel calendario libico per ricordare l'espulsione degli italiani dalla Libia nel 1970.

Enzo RAISI (PdL), nel condividere le perplessità formulate dal collega Quartiani relativamente alla copertura finanziaria utilizzata per far fronte agli ingenti oneri del provvedimento in esame, sottolinea che la ratifica del Trattato rappresenta un importante passo in avanti nell'evoluzione dei rapporti tra Italia e Libia. Considera altresì condivisibile l'accento posto dal presidente Gibelli, nella relazione prima illustrata, circa l'importanza che entrambe le parti onorino gli impegni sottoscritti con la firma del nuovo Accordo di partenariato. Esprime pertanto un giudizio complessivamente favorevole sul provvedimento in esame.

Alberto TORAZZI (LNP), nel preannunciare il voto favorevole del proprio gruppo, condivide le osservazioni testé svolte dal collega Quartiani. Passando al merito delle disposizioni del disegno di legge di ratifica, desidera avere un chiarimento sulla esatta portata delle disposizioni dell'articolo 3 e in particolare se, ai fini dell'applicazione dell'addizionale fiscale ivi prevista, la società debba possedere tutti i requisiti indicati nelle lettere a), b) e c) del comma 1 o se essi possano essere tra loro alternativi.

Carlo MONAI (IdV), nel preannunciare il voto di astensione del proprio gruppo, esprime comunque apprezzamento per lo sforzo compiuto dal Governo per risolvere il lungo contenzioso che ha contraddistinto le relazioni fra il nostro paese e la Libia. Ricorda altresì come l'espulsione degli italiani avvenuta negli anni Settanta rappresenti ancora una ferita aperta. A tale riguardo, auspica che il Governo si adoperi perché i nostri connazionali possano ricevere il giusto indennizzo per i danni morali e materiali subiti a seguito di quella vicenda. Sollecita analogamente una soluzione alla penosa vicenda degli esuli dalmati, lamentando che il Governo ha finora speso molte parole di solidarietà che non hanno tuttavia mostrato alcun elemento di concretezza.
Con riferimento alla ripartizione degli ingenti oneri finanziari recati dal provvedimento in esame, sottolinea l'esistenza di un forte sbilanciamento a svantaggio dell'Italia e sollecita la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini respinti alle frontiere.
Nel manifestare un giudizio complessivamente favorevole sul provvedimento in esame, che inaugura una nuova fase politica di collaborazione tra i due Paesi, ribadisce l'astensione del proprio gruppo.

Andrea GIBELLI (LNP), presidente e relatore, condivide molte delle perplessità che sono emerse dal dibattito in corso e ritiene che ci siano molte questioni aperte da affrontare in sede di applicazione del Trattato, che inaugura certamente una fase nuova nelle relazioni tra Italia e Libia ponendo fine ad un lungo e faticoso negoziato.

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Sottolinea pertanto la necessità di uno sforzo comune in vista dell'affermazione di nuove forme di collaborazione che non possono prescindere dalla cancellazione della «Giornata della vendetta» dal calendario della Libia, impegno che se pur non contenuto formalmente nel testo del Trattato, secondo la relazione illustrativa del provvedimento, sarebbe stato assunto dal Governo libico.
Con riferimento alla richiesta di chiarimento formulata dal collega Torazzi, precisa che i requisiti previsti dall'articolo 3 del disegno di legge di ratifica devono tutti contestualmente caratterizzare le società e gli enti commerciali residenti nel territorio dello Stato ai fini dell'eventuale applicazione dell'addizionale fiscale.

Gianluca BENAMATI (PD), nel condividere le considerazioni già espresse dai colleghi del proprio gruppo, da un punto di vista più generale, sottolinea che ancora una volta la Commissione si trova ad affrontare un provvedimento che, analogamente a quanto avvenuto per il cosiddetto decreto-legge anticrisi, prevede misure penalizzanti per un settore cruciale come quello energetico. Stigmatizza il fatto che, agli oneri derivanti dal Trattato in esame, si faccia fronte mediante l'aumento del prelievo fiscale a carico di una nota impresa italiana operante nel settore energetico, con conseguenze negative su una determinata categoria di consumatori. Si tratta, a suo giudizio, di un errore sia sul piano del metodo che del merito.

Andrea LULLI (PD), pur condividendo le riserve formulate nel corso del dibattito rispetto alle modalità di copertura a fronte di un onere finanziario che giudica eccessivo, manifesta un orientamento complessivamente favorevole al disegno di legge di ratifica, che rappresenta un importante accordo finalizzato a migliorare i rapporti con i paesi del Mediterraneo.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.50.

ATTI COMUNITARI

Giovedì 15 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 14.50.

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea, presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
COM(2008)712 definitivo - 11249/08.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame degli atti in titolo.

Andrea GIBELLI, presidente, fa presente che la Commissione inizia oggi l'esame, per le parti di competenza, del Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2009 e del programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle presidenze francese, ceca e svedese. Ricorda altresì che l'esame dovrà concludersi con l'approvazione di una relazione da trasmettere alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e con la nomina di un relatore, che potrà partecipare, per riferirvi, alle sedute di quella Commissione, la quale concluderà l'esame con l'approvazione di una relazione per l'Assemblea. È ammessa la presentazione di proposte di relazioni di minoranza, che saranno trasmesse anch'esse alla XIV Commissione; ciascuna di esse potrà essere illustrata da uno dei proponenti. Ciascuna Commissione di settore è chiamata a concentrare il dibattito, nell'ambito dei profili di propria competenza, sulle principali questioni di carattere generale relative alla selezione degli argomenti su cui verte il programma legislativo e al loro ordine di priorità; non invece sugli aspetti attinenti al merito delle scelte legislative, atteso che il regolamento prevede specifiche procedure per l'esame delle singole proposte di atti normativi dell'Unione europea.

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L'Assemblea, a conclusione dell'esame della relazione della XIV Commissione, potrà pronunziarsi mediante atti di indirizzo volti ad orientare le scelte del Governo rispetto all'attività legislativa del Consiglio dell'Unione europea.

Luigi LAZZARI (PdL), relatore, sottolinea che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere, sulle parti di propria competenza, sulla comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo recante il programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009 e sulla comunicazione della Commissione europea recante il programma di diciotto mesi (luglio 2008-dicembre 2009) del Consiglio dell'Unione europea, elaborato dalle presidenze francese, ceca e svedese, trasmessi al Parlamento dal Ministro per le politiche europee. Nel Programma legislativo della Commissione europea per il 2009 e nel Programma di 18 mesi del Consiglio UE (Presidenze francese, ceca e svedese) si rinvengono diversi temi e questioni riconducibili all'ambito di competenze e all'attività legislativa della X Commissione. Segnala, in particolare, i temi relativi alla sicurezza e all'efficienza energetica, alla competitività (concorrenza, imprese, semplificazione normativa, tutela della proprietà intellettuale), alla ricerca e innovazione e alla tutela dei consumatori.
Osserva che il dato di fondo da cui occorre prendere le mosse è costituito dalla scelta, del tutto ragionevole, oltre che pienamente condivisibile, che la Commissione ha adottato di individuare alcune grandi priorità su cui concentrare la propria attività per il prossimo anno. Questa scelta si giustifica per due ragioni: in primo luogo, in considerazione del fatto che nel prossimo mese di giugno avranno luogo le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, cui farà seguito il rinnovo della stessa Commissione europea. Non meno importante è, tuttavia, la seconda ragione che ha indotto la Commissione a circoscrivere ad alcune questioni il suo programma di lavoro. Si tratta della constatazione per cui l'Europa sta vivendo una delle fasi critiche più acute della sua storia. Le attuali difficoltà derivano anzitutto dalla prospettiva di un aggravamento della crisi economico-finanziaria che rischia di innescare una vera e propria fase di recessione. Di fronte alla pericolosità di questa crisi, la Commissione ha giustamente ritenuto di dover concentrare la propria attenzione sulle iniziative da assumere per sostenere le economie europee individuando, in primo luogo con il Piano europeo di ripresa, alcune misure specifiche. Il secondo fattore di crisi discende dalle difficoltà che sono emerse con riferimento al processo di ratifica del Trattato di Lisbona che avrebbe dovuto favorire un aggiornamento delle regole e delle competenze delle istituzioni europee in modo da consentire una più agevole governance dell'Unione. Alla scelta della Commissione dovrebbe, quindi, fare riscontro un coerente atteggiamento da parte degli Stati membri. Nel caso specifico, occorre concentrare tutte le risorse per cogliere appieno gli stimoli e le occasioni che la Commissione europea offre con questo documento e con le altre iniziative, ad esso connesse, che sono già state poste in essere o in via di perfezionamento.
In particolare, per quanto riguarda le materie economiche riconducibili alle competenze della X Commissione, è necessario utilizzare l'occasione offerta dalla procedura di esame del programma per trasmettere al Governo poche, ma molto chiare indicazioni, affinché operi a livello europeo in modo da perseguire con coerenza gli interessi prioritari del Paese. Si tratta di utilizzare appieno gli spazi di intervento che vengono prospettati a sostegno delle piccole e medie imprese che costituiscono l'ossatura del sistema produttivo italiano. Nel piano europeo di ripresa sono chiaramente indicati taluni obiettivi, a partire dall'impegno delle pubbliche amministrazioni a provvedere ai pagamenti nei confronti di propri fornitori in tempi accettabili, e comunque non superiori a 30 giorni. Questo è un terreno su cui nel nostro paese si registra una situazione di vera e propria emergenza posto

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che le pubbliche amministrazioni provvedono a saldare i debiti di fornitura con ritardi eccessivi.
Merita, inoltre, sottolineare l'importanza dei recenti orientamenti adottati a livello europeo per quanto concerne i criteri di applicazione della disciplina sugli aiuti di Stato, esplicitamente mirati ad attenuare i vincoli a favore delle piccole e medie imprese. Nella stessa direzione si muovono le iniziative, preannunciate nel programma legislativo, per la riduzione degli oneri amministrativi; beneficiarie di tali riduzioni saranno soprattutto le piccole e medie imprese che necessitano di una legislazione chiara, semplice ed efficace al fine di accrescere la propria competitività, la loro capacità di crescere e di creare posti di lavoro. Con riferimento a queste ultime nell'ambito del Programma della Commissione infatti tra le iniziative prioritarie viene inserita la riduzione degli oneri amministrativi in materia di contabilità delle PMI. Non meno importante appare, per il nostro paese, il tema della sicurezza degli approvvigionamenti e della efficienza energetica. La Commissione europea ha sottolineato come l'impennata dei prezzi dell'energia nel 2008 abbia nuovamente evidenziato la vulnerabilità dell'Europa sotto il profilo energetico e la necessità di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti.
Il nostro paese è particolarmente esposto, sotto questo profilo, essendo più basso, rispetto ai maggiori partners, il livello di autosufficienza. Occorre, quindi, perseguire con coerenza una politica di differenziazione delle fonti e dei fornitori e di rafforzamento delle scorte. Allo stesso tempo, si devono rafforzare gli strumenti di solidarietà per evitare che situazioni di crisi, come quella recentemente apertasi tra Russia e Ucraina, espongano le economie dei paesi europei al rischio di un'insufficiente disponibilità di energia.
Osserva che, per conseguire gli ambiziosi traguardi che l'Unione europea si prefigge in tema di cambiamenti climatici, è necessario lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie innovative. In questo senso, le tre Presidenze prevedono di contribuire all'attuazione in tempi rapidi del piano strategico europeo per le tecnologie energetiche recentemente adottato. Infine, sarà prestata debita attenzione al seguito da riservare al programma indicativo nucleare della Comunità (PINC), recentemente pubblicato dalla Commissione, e alle discussioni in materia di energia nucleare, nonché alla conclusione dei lavori del gruppo europeo ad alto livello sulla sicurezza nucleare e sulla sicurezza della gestione dei residui.
Aggiunge che, in materia di proprietà intellettuale, negli obiettivi prioritari dell'attività del Consiglio e della Commissione, rientrano il miglioramento del sistema europeo dei brevetti, nonché lo sviluppo di un efficace quadro giuridico per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale e il rafforzamento della lotta alla contraffazione. A tal fine, le tre Presidenze si adopereranno per un brevetto comunitario che sia efficiente sul piano dei costi e garantisca certezza giuridica e per un sistema integrato e specifico di risoluzione delle controversie in materia di brevetti, nonché per l'elaborazione di un nuovo piano d'azione per la lotta alla contraffazione (2009-2012).
Rileva che la ricerca e lo sviluppo tecnologico sono essenziali nella promozione dello sviluppo sostenibile e dell'innovazione per consentire la competitività e la prosperità dell'Europa. Nel Programma operativo del Consiglio, le tre Presidenze sottolineano l'importanza di un ulteriore sviluppo dello spazio europeo della ricerca cui assicureranno una governance efficace, mentre, con riferimento all'innovazione, si impegnano a monitorare e a valutare l'attuazione della strategia d'innovazione UE concordata nel 2006, nonché a prestare attenzione alla tempestiva realizzazione e regolare funzionamento dell'Istituto europeo di tecnologia (EIT). In particolare, l'impegno riguarderà il completamento delle iniziative riguardanti lo spazio europeo della ricerca con la creazione di un quadro orientativo per la cooperazione scientifica e tecnologica internazionale.
La Commissione, dal canto suo, sottolinea che il 2009, anno europeo della

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creatività e dell'innovazione, è destinato ad evidenziare l'importanza dello sviluppo delle competenze e di incentivi all'innovazione nella strategia UE per la crescita e l'occupazione.
Nel settore della tutela dei consumatori, ritenuto essenziale per un mercato interno ben funzionante, la priorità delineata dal Consiglio nel suo Programma operativo consisterà nel riesame dell'acquis relativo ai consumatori, in base ad una proposta di direttiva quadro sui diritti contrattuali dei consumatori. Obiettivo del riesame sarà la semplificazione e il miglioramento della coerenza del quadro normativo relativo ai consumatori allo scopo di aumentare la certezza del diritto sia per i cittadini che per le imprese. Evidenzia, inoltre, tra i temi che saranno affrontati dalle Presidenze anche quello del ricorso collettivo per i consumatori (class action) e della cooperazione tra autorità nazionale.
Sottolinea, infine, l'importanza di interventi nel settore delle infrastrutture e in materia di ammortizzatori sociali, anche se questi ambiti non riguardano direttamente le competenze della X Commissione.

Andrea GIBELLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.05 alle 15.15.