CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 novembre 2008
99.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 27 NOVEMBRE 2008

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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 26 novembre 2008. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 14.20.

DL 172/08: Misure straordinarie per l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.
C. 1875, Governo.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Fabio GAVA (PdL), relatore, la Commissione è chiamata ad esprimere un parere alla VIII Commissione Ambiente sul decreto-legge n. 172 del 2008, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.
Il decreto-legge, che si compone di 11 articoli, secondo quanto affermato nella relazione illustrativa, nasce dalla necessità di prevedere misure specifiche per la soluzione alla perdurante emergenza in atto nella regione Campania. A questo fine sono individuate forme di vigilanza nei confronti degli enti locali idonee a garantire l'osservanza della normativa ambientale, prevedendo anche la possibile adozione di atti sanzionatori nei confronti delle amministrazioni inadempienti, ivi compresa la misura del commissariamento. Sono previste misure di incentivazione per il conferimento di rifiuti ingombranti, di imballaggi usati e di rifiuti di imballaggio; viene altresì stabilita una più incisiva disciplina sanzionatoria per alcune ipotesi di violazione della normativa

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in materia di gestione dei rifiuti che avranno efficacia sul restante territorio nazionale nei soli casi in cui vi sia dichiarato lo stato di emergenza.
Per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione attività produttive, si segnalano principalmente le disposizioni recate dall'articolo 9 che disciplina il regime di attribuzione degli incentivi cosiddetti CIP 6. L'articolo 9 novella l'articolo 2, comma 137, della legge finanziaria 2008 (legge 27 dicembre 2007, n. 244), relativo alla procedura volta al riconoscimento ai termovalorizzatori del diritto agli incentivi per le fonti rinnovabili (CIP 6).
Ricorda che con il comma 1117 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007 (n. 296/2006), dalla data di entrata in vigore della stessa legge, i finanziamenti e gli incentivi pubblici di competenza statale finalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica sono concedibili esclusivamente per la produzione di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, così come definite dall'articolo 2 della direttiva 2001/77/CE. Tale definizione include, tra l'altro, la biomassa, intesa come «la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani». Ne consegue l'impossibilità di concedere gli incentivi destinati alle fonti rinnovabili per la parte non biodegradabile dei rifiuti. Il secondo periodo del comma 1117 citato, tuttavia, ha fatto salvi i finanziamenti e gli incentivi concessi, ai sensi della previgente normativa, ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata concretamente la realizzazione anteriormente all'entrata in vigore della disposizione stessa, ivi comprese le convenzioni adottate con delibera del Comitato interministeriale prezzi il 12 aprile 1992 (cosiddetto CIP6) e destinate al sostegno alle fonti energetiche assimilate. Lo stesso comma dispone poi che per tali incentivi si applicano le disposizioni del successivo comma 1118.
Ricorda altresì che l'articolo 2, comma 136, della legge finanziaria 2008 (n. 244/2007), è intervenuto in materia stabilendo che i finanziamenti e gli incentivi di cui al secondo periodo del comma 1117 siano concessi ai soli impianti realizzati ed operativi.
Il comma 1118 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007, ha demandato a successivi decreti del Ministro dello sviluppo economico: la definizione delle condizioni e delle modalità per l'eventuale riconoscimento in deroga del diritto agli incentivi a specifici impianti già autorizzati e non ancora in esercizio all'entrata in vigore della medesima legge; la ridefinizione dell'entità e della durata dei sostegni alle fonti energetiche non rinnovabili assimilate alle fonti energetiche rinnovabili utilizzate da impianti già realizzati ed operativi alla data di entrata in vigore della presente legge.
L'articolo 2, comma 137, della legge finanziaria 2008 (n. 244/2007), come modificato dall'articolo 4-bis, comma 7, del decreto-legge n. 97 del 2008 prevede, inoltre, che la procedura del riconoscimento in deroga del diritto agli incentivi prevista dal comma 1118 della legge n. 296 del 2006 per gli impianti autorizzati e non ancora in esercizio (cioè la procedura sopra indicata come lettera b) debba essere attivata in via prioritaria per gli impianti in costruzione, con riferimento alla parte organica dei rifiuti; completata dal Ministro dello sviluppo economico col parere delle Commissioni parlamentari competenti inderogabilmente entro il 31 dicembre 2008.
Le lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo in esame modificano la procedura prevista dall'articolo 2, comma 137, della legge n. 244 del 2007, per il riconoscimento in deroga degli incentivi al fine di includere, nel novero degli impianti per i quali deve essere attivata in via prioritaria la procedura, non solo quelli in costruzione, ma anche quelli entrati in esercizio fino alla data del 31 dicembre 2008; prorogare di un anno (cioè sino al 31 dicembre 2009) il termine per la conclusione della procedura stessa. La lettera c) interviene,

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invece, sugli incentivi disciplinati dal secondo periodo del comma 1117. Tale lettera introduce una disposizione, alla fine del comma 137 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007, al fine di fare salvi i finanziamenti e gli incentivi di cui al secondo periodo del comma 1117 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (cosiddetti incentivi CIP 6) per gli impianti, senza distinzione fra parte organica ed inorganica, ammessi ad accedere agli stessi per motivi connessi alla situazione di emergenza rifiuti dichiarata (con provvedimento del Presidente del Consiglio dei ministri) prima dell'entrata in vigore della medesima legge.
Sottolinea che la Commissione di merito ha introdotto un nuovo comma 1-bis dell'articolo 9 che modifica l'articolo 2, comma 143, della citata legge n. 244 del 2007 in materia di incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili da impianti entranti in funzione dal 1o gennaio 2008. Si prevede che, ai fini della definizione delle modalità di calcolo, con decreto del ministro dello sviluppo economico, adottato di concerto con il ministro dell'ambiente e su proposta del gestore dei servizi elettrici (GSE), ogni tre anni siano aggiornate le modalità per la determinazione della quota di produzione di energia elettrica imputabile alle fonti energetiche rinnovabili, anche quando realizzata in impianti che impiegano contestualmente fonti energetiche non rinnovabili; con il medesimo decreto ministeriale sono altresì identificate le tipologie dei rifiuti per le quali è predeterminata la quota fissa di produzione di energia elettrica riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti. Si prevede inoltre che, nelle more della definizione delle modalità di calcolo, la quota di produzione di energia elettrica imputabile a fonti rinnovabili riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti è pari al 51 per cento della produzione complessiva.
La Commissione ha inoltre approvato tre articoli aggiuntivi all'articolo 9. L'articolo 9-bis introduce misure urgenti in materia di tutela ambientale; l'articolo 9-ter prevede l'adozione, da parte del Presidente del Consiglio del ministri, su proposta del ministro dell'ambiente, di concerto con il ministro dello sviluppo e d'intesa con la Conferenza unificata, di un Piano nazionale degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani. Il nuovo articolo 9-quater introduce misure urgenti per lo smaltimento dei rifiuti in fognatura.
Si riserva quindi di formulare una proposta di parere in seguito alle osservazioni che saranno eventualmente formulate dai colleghi.

Alberto TORAZZI (LNP) esprime perplessità su sistema di incentivazione previsto dall'articolo 9 che appare introdurre discriminazioni sulle modalità di contribuzione per impianti di smaltimento funzionanti in diverse regioni italiane. Pur esprimendo soddisfazione per i risultati recentemente conseguiti nell'affrontare l'emergenza rifiuti nella regione Campania, giudica negativamente la possibilità di prevedere incentivi che non siano effettivamente destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Sollecita quindi il relatore a integrare il parere con un'osservazione volta a prevedere incentivazioni unicamente per gli impianti che producono energia da fonti rinnovabili.

Luigi LAZZARI (PdL) sottolinea che la Commissione non possiede informazioni certe sull'utilizzo dell'incentivo CIP 6 nelle varie regioni italiane. Risulta, infatti, che altre regioni abbiano avuto accesso a questa forma di incentivazione e non sembra corretto assumere una posizione aprioristicamente contraria nei confronti dei contributi erogati con il sistema di incentivazione CIP 6. Sottolinea, pertanto, l'opportunità di acquisire documentazione ufficiale sull'utilizzo dell'incentivazione CIP 6 sul territorio nazionale. Ritiene altresì che si debba evitare che i costi di questa forma di incentivazione, per una diversa applicazione della normativa in regioni limitrofe, penalizzino eccessivamente l'utente finale che potrebbe trovarsi nella paradossale situazione di pagare nella bolletta i costi del CIP 6 a livello nazionale e tariffe più elevate su base regionale.

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Andrea GIBELLI, presidente, ritiene che la richiesta di approfondimento sull'utilizzo dell'incentivazione del CIP 6 formulata dal deputato Lazzari possa essere più dettagliatamente trattata nell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che avrà luogo al termine dell'odierna seduta della Commissione.

Carlo MONAI (IdV) giudica paradossale la scelta del Governo riguardo alle forme di incentivazione CIP 6 - che peraltro sono in palese violazione della normativa comunitaria in riferimento all'inclusione della parte non biodegradabile dei rifiuti quale fonte di energia rinnovabile - che producono un considerevole aumento delle bollette elettriche. Questa scelta infatti, a suo giudizio, è in palese contraddizione con l'intento più volte dichiarato da autorevoli esponenti dell'Esecutivo di voler difendere il potere d'acquisto dei redditi più deboli. Preannuncia pertanto un voto contrario su un'eventuale proposta di un parere favorevole.

Ludovico VICO (PD), ricordato che il sottosegretario Bertolaso ha annunciato di poter rendere noto il volume dei rifiuti tossici speciali nella regione Campania, sollecita l'adozione di provvedimenti volti ad impedire il loro ingresso illegale in quel territorio. Nel merito dell'articolo 9, sottolinea l'estrema complessità della normativa relativa all'incentivazione CIP 6, lamentando che gli oneri da essa derivanti sono interamente e spesso iniquamente scaricati sul consumatore. Ricorda altresì che, nel corso dell'esame del provvedimento d'urgenza presso la Commissione di merito, sono stati presentati emendamenti soppressivi dell'articolo 9. Rileva che l'articolo 9-ter recante disposizioni sul Piano nazionale degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani sembra essere in contraddizione con i principi del federalismo fiscale. Ribadisce quindi un orientamento nettamente contrario all'incentivazione CIP 6.

Gianluca BENAMATI (PD) sottolinea che il testo originario dell'articolo 9 presentava profili problematici relativamente sia al periodo di applicazione del CIP 6 sia all'individuazione degli impianti beneficiari. A ciò si aggiungeva che l'incentivazione veniva prevista anche per l'energia prodotta da rifiuti non biodegradabili assimilandola a fonte rinnovabile, disposizione in palese violazione della normativa comunitaria in materia. Il nuovo comma 1-bis cerca di dare soluzione alle problematiche evidenziate attribuendo al Gestore dei servizi elettrici, ogni tre anni dalla data di emanazione del decreto-legge, l'aggiornamento delle procedure e dei metodi per la determinazione della quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, secondo un piano che deve essere sottoposto all'approvazione del ministro dello sviluppo economico di concerto con il ministro dell'ambiente. Aggiunge che è prevista una disposizione transitoria per cui, nelle more della definizione delle modalità di calcolo, l'incentivazione è riconosciuta sul 51 per cento dell'energia prodotta. Ritiene che il comma 1-bis, pur risolvendo alcuni problemi del testo originario, attribuisca un eccessivo potere discrezionale al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell'ambiente nella definizione triennale delle quote di produzione di energia elettrica imputabili a fonti rinnovabili per il riconoscimento dei meccanismi incentivanti.

Andrea LULLI (PD), nel condividere la proposta del deputato Lazzari in merito ad un approfondimento sull'utilizzo dell'incentivazione CIP 6, ritiene inaccettabile che si possano determinare, attraverso un decreto ministeriale adottato con cadenza triennale, le quote di energia prodotta da fonti rinnovabili ammesse a incentivazione, poiché questo parametro deve avere una definizione più certa. Sottolinea altresì che la quota del 51 per cento prevista per il periodo di transizione rappresenta un passo indietro rispetto alla normativa vigente. Preannuncia, quindi, voto contrario su un'eventuale proposta di parere favorevole o voto di astensione nel caso in cui sia integrata da un'osservazione volta

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ad incentivare l'energia prodotta da fonti rinnovabili biodegradabili, come previsto dalla normativa comunitaria.

Luigi LAZZARI (PdL) rileva che la quota del 51 per cento sarà sicuramente elevata nei decreti ministeriali che saranno adottati in base al comma 1-bis dell'articolo 9.

Fabio GAVA (PdL), relatore, ritiene che la ratio della norma sottintenda che i decreti ministeriali determineranno quote superiori al 51 per cento previsto nel periodo di transizione. Ritiene che il provvedimento in esame persegua tre obiettivi prioritari: l'incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili, lo smaltimento dei rifiuti in linea con la normativa ambientale, l'omogeneizzazione dei costi dell'energia sul territorio nazionale. Ritiene che si potrebbe formulare un parere favorevole integrato da due condizioni volte a prevedere che il Governo, prima della definizione del decreto triennale, fornisca al Parlamento una relazione sul quadro della situazione relativa alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e che la percentuale del 51 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili sia riferita solo ai rifiuti biodegradabili.

Anna Teresa FORMISANO (UdC) sottolinea l'importanza di definire chiaramente la nozione di rifiuto biodegradabile. Ritiene che il Governo, nella relazione triennale, dovrebbe indicare chiaramente i vantaggi economici per i consumatori di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Andrea GIBELLI, presidente, osserva che i rilievi del deputato Formisano hanno una valenza eminentemente politica il cui contenuto non ricade nell'ambito del parere da esprimere alla Commissione Ambiente.

Alberto TORAZZI (LNP) chiede chiarimenti al relatore in merito alle modalità di incentivazione previste dal comma 1-bis dell'articolo 9, in particolare se siano proporzionali alla quota di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Fabio GAVA (PdL), relatore, ritiene che si desuma dalla norma che il sistema di incentivazione è proporzionale.

Andrea LULLI (PD) rileva che nel testo in esame non si distingue tra fonti rinnovabili biodegradabili e non, ribadendo che l'incentivazione dovrebbe essere riservata solo all'energia prodotta da fonti rinnovabili biodegradabili.

Fabio GAVA (PdL), relatore, conferma che nel testo della Commissione non si precisa che il sistema incentivante deve essere riconosciuto solo alle fonti rinnovabili biodegradabili. Ritiene, tuttavia, che la questione interessi le competenze dell'VIII Commissione.

Ignazio ABRIGNANI (PdL), osservato che negli impianti attuali non si distingue tra parte organica e inorganica delle fonti rinnovabili, sottolinea che nei prossimi tre anni la produzione di energia da fonti rinnovabili non potrà essere inferiore al 51 per cento.

Gianluca BENAMATI (PD) ricorda che il riconoscimento dell'incentivazione CIP 6 è strettamente collegato alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Sottolinea che normalmente gli inceneritori bruciano il rifiuto il tal quale in cui è difficile distinguere la parte biodegradabile da quella che non lo è. Ribadisce le perplessità sul comma 1-bis dell'articolo 9 che dovrebbe essere meglio definito soprattutto nella parte in cui attribuisce al Governo la competenza di determinare la quota produzione di energia elettrica imputabile a fonti rinnovabili.

Alberto TORAZZI (LNP), nel sottolineare che in Campania dovrebbe essere incentivata la raccolta differenziata dei rifiuti, concorda sul fatto che l'incentivazione CIP 6 deve essere riconosciuta solo alle fonti rinnovabili biodegradabili.

Fabio GAVA (PdL), relatore, recependo le sollecitazioni emerse nel corso del dibattito formula una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 1).

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Andrea LULLI (PD), pur mantenendo forti riserve sul complesso del provvedimento d'urgenza in esame, esprime apprezzamento per la disponibilità del relatore ad integrare la proposta di parere con due condizioni volte a recepire i rilievi dei colleghi dell'opposizione. Dichiara quindi voto di astensione.

La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.40.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 26 novembre 2008. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 15.40.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dello sviluppo economico per l'anno 2008, relativo a contributi da erogare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 46.

(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta di ieri.

Giustina MISTRELLO DESTRO (PdL), relatore, illustra la proposta di parere favorevole con una osservazione volta a chiedere al Governo che, ?in sede di definizione del prossimo schema di riparto, sia allegata la rendicontazione relativa all'utilizzo dei fondi di competenza per l'anno 2008 (vedi allegato 2).

Anna Teresa FORMISANO (UdC) rappresenta l'opportunità che il Governo, tenuto conto della riduzione delle risorse per il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e l'esigenza di migliorare i processi decisionali relativi alla ripartizione dei suddetti contributi, entro 30 giorni dall'espressione del parere sullo schema di riparto in titolo, predisponga un regolamento finalizzato a determinare i criteri oggettivi e soggettivi per l'assegnazione dei contributi e a prevedere un sistema di controlli periodici atti a verificare lo stato di avanzamento dei progetti imprenditoriali, nonché l'aumento o il mantenimento dei livelli occupazionali.

Andrea GIBELLI, presidente, ricordato che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere sullo schema di riparto predisposto dal Governo, ritiene che le osservazioni formulate dalla collega Formisano potrebbero essere più opportunamente trasfuse in un atto di indirizzo da sottoporre alla valutazione della Commissione nel suo complesso.

Anna Teresa FORMISANO (UdC) preannuncia la presentazione di una risoluzione in Commissione volta a sollecitare il Governo affinché predisponga un regolamento che meglio definisca i criteri di assegnazione e di riparto dei contributi.

Carlo MONAI (IdV), pur condividendo la sostanza dell'intervento svolto dalla collega Formisano, ritiene che, data l'esiguità delle risorse che vengono ripartite alle imprese (circa 74 mila euro), sarebbe più opportuno eliminare questo tipo di contributi, anche al fine di evitare dispendiose e inutili lungaggini burocratiche.

La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.15.