CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 giugno 2008
17.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 17 giugno 2008. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Ugo Martinat.

La seduta comincia alle 10.

DL 93/2008: Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie.
C. 1185 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 10 giugno scorso.

Andrea GIBELLI, presidente, ricorda che nella seduta del 10 giugno scorso la collega Polidori ha svolto la relazione sul provvedimento in esame e che si era contestualmente convenuto che nella giornata odierna si sarebbe potuto svolgere il relativo dibattito. Invita dunque i colleghi che lo desiderano ad iscriversi per intervenire.

Lido SCARPETTI (PD), rileva che, diversamente con quanto propagandato in campagna elettorale, con la definizione di questo provvedimento diventano del tutto evidenti le differenze di approccio politico dei due schieramenti di centro-destra e di centro-sinistra. Le disposizioni di questo decreto, infatti, pur volendolo nelle intenzioni, non riescono a risolvere, e neanche a scalfire, quello che è il problema centrale della crisi italiana, ovvero la perdita del potere d'acquisto dei redditi da lavoro dipendente e delle pensioni. L'extragettito derivante dalle entrate fiscali, per il precedente governo di centro-sinistra, avrebbe dovuto essere interamente destinato a questo fine; le decisioni del governo in carica si muovono in direzioni diverse.
L'eliminazione completa dell'ICI per le abitazioni adibite a prima casa, pur essendo in teoria pienamente condivisibile, non risolve i problemi proprio di quelle famiglie che hanno maggiori difficoltà e che non sono proprietari di casa, ma vivono in affitto, e non recano sollievo neanche a quelle altre famiglie, con redditi modesti, che ne erano già escluse ai sensi

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della disciplina previgente (e che sono il 40 per cento della intera platea). Ora, essendo le risorse a disposizione non infinite, occorre procedere a scelte di priorità, e a nostro parere la scelta effettuata - pur abolendo una tassa che risulta odiosa a tutti - non risponde alle vere priorità del Paese. Inoltre, l'abolizione dell'ICI sulla prima casa potrebbe avere effetti negativi sulle dotazioni finanziarie dei comuni, sia per i tempi non certi del rimborso a fronte della necessità di erogazioni impellenti per spese correnti, sia perché il rimborso stimato dal governo potrebbe essere - questo è il parere dell'ANCI - non adeguato.
Altra misura non condivisibile è quella che concerne il congelamento delle aliquote dei tributi e delle addizionali regionali e locali, che va in direzione diametralmente opposta alla manifestata volontà di procedere in direzione del federalismo fiscale.
Per quanto concerne la detassazione degli straordinari, la disposizione si rivela parziale e investe una platea limitata di lavoratori (e tra di essa, pochissime donne).
In relazione alla rinegoziazione dei mutui, ritiene che la modifica introdotta (da mutui a tasso variabile e a tempo definito a mutui a tasso fisso ma a tempo variabile) sia inefficiente e con pochi effetti positivi per i cittadini; sarebbe stato di molto preferibile assumere misure che assicurassero l'applicazione da parte delle banche delle disposizioni relative alla portabilità dei mutui.
Infine, ultimo tasto dolente di questo decreto sono le coperture finanziarie: non si tratta infatti di tagli operati alla spesa pubblica corrente, ma dell'eliminazione di una serie di spese concernenti investimenti, soprattutto relativi alla infrastrutturazione del territorio del mezzogiorno del Paese.

Ludovico VICO (PD), sottolinea anzitutto che la copertura finanziaria di questo provvedimento è effettuata con risorse provenienti dalla legge finanziaria per il 2008 e dal cosiddetto «decreto milleproroghe» (d.l. 248/2008); ricorda in tale proposito ai colleghi che, in sede di conversione di quel decreto - che aveva recepito le istanze poste un po' da tutti i gruppi parlamentari - vi era stata una sorta di impegno comune a rispettare le disposizioni ivi introdotte, da qualsiasi parte politica provenienti. Ritiene grave che, al fine di coprire le spese recate dal primo provvedimento del nuovo governo, si vada ad abrogare proprio una norma del decreto n. 248 (la lettera b) del comma 3-bis dell'articolo 40) che consentiva ai comuni che avessero deliberato il dissesto tra il 30 giugno 2001 e il 31 dicembre 2002 di poter mantenere in bilancio le somme stanziate ai sensi del d.l. 159 del 2007 fino al 31 dicembre 2008 (anziché al 31 dicembre 2007). Se tale norma fosse approvata, si taglierebbero, ad esempio, 35 milioni di euro al comune di Taranto che li ha già impegnati: significherebbe che i fornitori semplicemente non potrebbero essere pagati. Invita quindi il governo a ripensare all'approvazione di una disposizione così deleteria.

Enzo RAISI (PdL), ricorda che il dibattito svolto nell'ultima campagna elettorale si è incentrato su alcuni elementi forti: l'emergenza relativa alla caduta del potere di acquisto dei redditi delle famiglie, inclusiva dell'emergenza mutui, e all'emergenza costituita dalla scarsa competitività del sistema- Paese. Ritiene che alle emergenze si debbano dare risposte rapide ed efficaci e il programma della PdL prevedeva esattamente le misure che con questo decreto sono state adottate con rara tempestività. L'abolizione dell'ICI su tutte le prime case va a chiudere del resto una partita che aveva aperto lo stesso centro-sinistra, che quindi tanto contrario non dovrebbe essere; d'altro canto il federalismo fiscale non si realizza in due mesi, e tantomeno con strumenti emergenziali, quali un decreto-legge.
Alle emergenze occorre dare risposte energiche e veloci; per quanto concerne il rilievo relativo alla valutazione dell'ANCI, rileva che tale organismo è deputato alla difesa d'ufficio dei comuni e lancia quindi dei giusti allarmi preventivi, una sorta di

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avvertimento al governo. Ritiene che se le coperture prospettate non si rivelassero adeguate, il governo sarebbe pronto ad intervenire.
Sulle detassazione degli straordinari, fa presente che tale misura non va solo a dare un sollievo ai percettori di salari, ma anche al sistema imprenditoriale, operando per un incremento della competitività: ritiene la misura introdotta perfettamente in linea con le recenti decisioni assunte in sede di Unione Europea relativamente all'aumento dell'orario di lavoro al fine di rilanciare la competitività del sistema-Europa.
La disposizione relativa ai mutui non è certo la soluzione di tutti i problemi, ma è purtuttavia un qualcosa che risponde ad esigenze immediate, dando un sollievo a situazioni davvero drammatiche.
Concludendo, si permette un rilievo sul famoso extragettito (il cosiddetto «tesoretto»): se esso davvero esiste, non si è proprio capito dove sia finito; piuttosto che aspettare che miracolosamente riappaia, ritiene preferibile essere concreti e dare risposte immediati e possibili con l'obiettivo di affrontare alcune delle emergenze del Paese.

Alberto TORAZZI (LNP), osserva con soddisfazione che i colleghi del centro-sinistra hanno cambiato atteggiamento su parecchi temi rispetto alla scorsa legislatura, pur non avendo alla fine il coraggio di portare le loro analisi alle logiche conclusioni (ad esempio, in materia di politica commerciale dell'Unione Europea in relazione all'invasione di prodotti dalla Cina, e all'eventuale introduzione di dazi). Ritiene che l'evoluzione economica e finanziaria internazionale in atto abbia condotto all'attuale stato di crisi del sistema economico anche italiano, conducendo interi gruppi di popolazione alla soglia dello stato di povertà.
Entrando nel merito del provvedimento in esame, ritiene che la detassazione degli straordinari sia un provvedimento efficace, davvero utile al sistema imprenditoriale, che favorisce sia l'incremento dei salari che la competitività delle imprese. Per quanto concerne la rinegoziazione dei mutui sulla prima casa, pur non essendo la misura risolutiva, è comunque una prima risposta necessaria.
Infine, sui rilievi mossi in relazione alla scarsa valutazione data al federalismo fiscale, rassicura i colleghi sul fatto che sarà possibile valutare la politica complessiva della CdL sul tema quando si discuteranno specifiche proposte della Lega Nord su un nuovo patto di stabilità che sia informato al principio della premiazione delle realtà locali virtuose a scapito di quelle che non rispettano vincoli di sorta.

Andrea LULLI (PD), osserva preliminarmente che le argomentazioni del collega Torazzi in materia di globalizzazione e politiche dell'Unione europea potranno essere approfondite nel corso della legislatura in occasione dell'esame di altri provvedimenti. Ritiene, tuttavia, necessaria una maggiore cautela nell'esaminare la questione dei dazi e ricorda che i paesi dell'Europa del Nord, negli anni Cinquanta, si trovarono nei confronti dell'industria manifatturiera italiana in una posizione analoga a quella che attualmente il nostro Paese deve affrontare con il colosso cinese.
Giudica complessivamente deludenti le misure recate dal provvedimento d'urgenza e inidonee a conseguire lo scopo di aumentare il potere d'acquisto delle famiglie. In particolare, sottolinea l'inefficacia dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa e la limitatezza delle misure relative alla detassazione degli straordinari che si applicano, come detto, ad una platea di lavoratori molto ristretta. Esprime altresì perplessità su disposizioni che hanno soppresso la deducibilità di alcune tipologie di donazioni, norma a carattere strutturale che non aumenta certo il reddito dei lavoratori.
Per quanto riguarda le disposizioni relative alla rinegoziazione dei mutui per la prima casa, osserva che la possibilità di interrompere per diciotto mesi il pagamento delle rate appare una misura più idonea per contrastare le difficoltà derivanti dall'aumento dei tassi di interesse.

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Ritiene, infatti, che la tipologia di intervento delineata all'articolo 3 del decreto-legge in esame impedisca la concorrenzialità nel sistema bancario che non viene sollecitato ad applicare tassi minori né a farsi concorrenza. Si tratta di disposizioni che possono essere positivamente accolte dai consumatori ma che, in realtà, sono destinate in tempi medio-lunghi a favorire gli istituti di credito. Rileva, inoltre, che non appare chiara l'applicazione delle disposizioni in esame - che comportano una più lunga dilazione degli importi da restituire - ai mutui di lunga durata e di vecchia data, dal momento che, in base alla legge bancaria, l'estinzione del prestito deve avvenire in un periodo massimo di quarant'anni.
Infine, qualche rilievo sull'extragettito: ricorda che l'articolo 1, comma 4, della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria 2008) aveva stabilito che eventuali maggiori entrate fossero destinate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori dipendenti, da realizzare mediante l'incremento della misura della detrazione per i redditi di lavoro dipendente. Si tratta di una disposizione che, a suo avviso, rappresenta un intervento strutturale a sostegno del potere d'acquisto delle famiglie, sicuramente più efficace delle disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza in esame.

Laura FRONER (PD), concorda con i rilievi critici mossi dai colleghi del suo gruppo precedentemente intervenuti e limiterà per questo il suo intervento a pochi cenni; sottolinea che le disposizioni relative all'esenzione dell'ICI sulla prima casa rischiano di causare notevoli difficoltà agli enti locali che si troveranno costretti a limitare l'erogazione di servizi in conseguenza dei minori introiti. Osserva che, anche se è previsto un rimborso da parte dello Stato ai singoli comuni per la minore imposta, sarebbe stato preferibile intervenire sull'ICI in seguito all'attuazione del federalismo fiscale e all'introduzione del principio di sussidiarietà a cominciare dagli enti locali.
Rileva altresì che le disposizioni in materia di straordinari sono penalizzanti per le lavoratrici, che in ragione dei loro impegni familiari ricorrono con minore frequenza a questo meccanismo di aumento del reddito, e discriminanti nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego esclusi dalle misure recate dall'articolo 2 del decreto-legge.
Ricorda, infine, che per la copertura del provvedimento in esame è stato tagliato il Fondo violenza contro le donne di 20 milioni di euro, dimostrando la scarsa attenzione del Governo ad un grave problema diffuso su tutto il territorio nazionale.

Arturo IANNACCONE (Misto-MpA), pur ritenendo che il decreto-legge in esame risponda all'esigenza di dare una risposta immediata ad emergenze che interessano un gran numero di famiglie italiane, rileva tuttavia che alcune disposizioni - segnatamente quella dell'ICI - siano di scarsa efficacia per il Mezzogiorno. Sottolinea che la rinegoziazione dei mutui può costituire un valido strumento per aumentare il potere d'acquisto delle famiglie italiane, ma esprime perplessità sulle modalità di copertura delle disposizioni in esame che solo parzialmente favoriranno il Sud, nei cui confronti risulta sicuramente di maggiore efficacia lo strumento della fiscalità di vantaggio. Al riguardo, ricorda che la sua componente politica ha presentato presso le Commissioni riunite V e VI un emendamento che prevede una modifica nelle misure di copertura del decreto-legge in esame e preannuncia che dal suo eventuale accoglimento dipenderà l'espressione del voto sul parere che sarà proposto dalla relatrice. Auspica infine incisivi interventi dell'esecutivo a favore delle famiglie meridionali.

Savino PEZZOTTA (UdC) osserva preliminarmente che in tutto il Paese è fortemente avvertita la necessità di sostenere il potere d'acquisto delle famiglie, in particolare per contrastare la perniciosa e pluriennale tendenza di calo demografico

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che interessa la popolazione italiana. Giudica improcrastinabili interventi audaci a favore delle famiglie (in particolare di quelle numerose) il cui reddito si è contratto per l'aumento sia della pressione fiscale sia delle tariffe.
Osserva che le disposizioni in esame sono volte ad una diminuzione della pressione fiscale piuttosto che ad un aumento del potere d'acquisto delle famiglie. Ritiene che le disposizioni in esame - sulle quali mantiene una posizione di sospensione del giudizio - dovrebbero essere integrate con misure a favore dei figli, delle spese scolastiche, dell'aumento degli assegni familiari e soprattutto in favore del diritto alla genitorialità.
Nel merito delle disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza in esame, osserva che il taglio dell'ICI non rappresenta una priorità del Paese poiché impegna risorse che avrebbero potuto essere utilizzate diversamente e non produce un reale miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie italiane con prole. La copertura prevista per gli interventi in esame taglia risorse importanti per il Sud del Paese e penalizza i servizi erogati dagli enti locali. In particolare, l'abolizione dell'ICI appare in controtendenza rispetto al dibattito sul federalismo fiscale.
Ritiene che il limite di reddito a 30 mila euro lordi annuali per la detassazione degli straordinari sia decisamente esiguo, che le disposizioni dell'articolo 2 del decreto-legge in esame introducano una discriminazione nella categoria dei lavoratori dipendenti e che siano inoltre lesive di competenze che devono essere trattate in sede contrattuale. La misura che non si applica ai lavoratori del pubblico impiego esclude anche gli addetti alle forze dell'ordine ed appare contraddittoria rispetto alle politiche sulla sicurezza perseguite dal Governo. Lamenta altresì che le disposizioni in materia di detassazione del lavoro straordinario non si applicano al comparto della sanità, né ai lavoratori precari e atipici, determinando in realtà non un aumento della produttività, ma della produzione e discriminando in maniera evidente le lavoratrici che ricorrono in misura decisamente ridotta a questa forma di incremento del reddito. Sottolinea infine che le disposizioni di cui all'articolo 2 si applicano ai contratti part-time solo se sottoscritti prima dell'entrata in vigore del decreto-legge in esame. Ritiene, pertanto, che sarebbe stato più opportuno utilizzare la leva della detrazione fiscale a favore del lavoro dipendente.
Osserva infine che le disposizioni relative alla rinegoziazione dei mutui favoriscono in realtà gli istituti di credito poiché non sono volte ad instaurare un regime di competitività all'interno del sistema bancario che, a suo avviso, è l'unico che può tradursi in un reale vantaggio per il consumatore.

Gianluca BENAMATI (PD), nel condividere molte delle osservazioni dei colleghi precedentemente intervenuti, osserva che si tratta del primo provvedimento del Governo che entra nel merito delle azioni preannunciate dal Popolo della libertà in campagna elettorale e che, in parte, erano presenti anche nel programma elettorale del Partito democratico. Ritiene, tuttavia, che i due schieramenti valutino in modo diverso l'impatto che le misure in esame avranno sulla collettività.
Osserva, in particolare, che le disposizioni sulla rinegoziazione dei mutui siano inidonee per affrontare l'emergenza dell'aumento del costo del denaro e che sarebbe stato preferibile prevedere misure di «portabilità» del mutuo che certamente avrebbero favorito meccanismi di concorrenza nel settore bancario. Il meccanismo proposto, in realtà, trasforma una rata a tasso variabile in tempi certi, in una rata a tasso fisso in tempi variabili.
Ritiene altresì che le misure di detassazione dello straordinario non siano coerenti con l'impegno supplementare richiesto dal Governo alle forze dell'ordine, dal momento che si richiede sempre più frequentemente l'intervento dell'esercito anche in situazioni finora riservate al controllo della Polizia di Stato. Con riferimento alle problematiche sulla globalizzazione e la supremazia dell'industria manifatturiera cinese sollevate dal deputato Torazzi, osserva

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che la Cina è tornata ad essere una potenza mondiale indipendentemente dalle politiche condotte in sede di Unione europea e che i provvedimenti che l'Italia potrà assumere per fronteggiare la concorrenza del mercato cinese saranno esaminati in altra sede nel corso della legislatura. Manifesta, quindi, un orientamento complessivamente contrario, sebbene non ideologicamente, ma strettamente sui contenuti, al provvedimento in esame.

Raffaello VIGNALI (PdL), pur ritenendo pertinenti alcune delle osservazioni dei deputati dell'opposizione in merito alla rinegoziazione dei mutui, osserva che le disposizioni emergenziali in esame consentiranno a molti cittadini di conservare la proprietà della casa. Con riferimento alla detassazione degli straordinari, ritiene condivisibile la scelta di intervenire prioritariamente a favore dei lavoratori dipendenti del settore privato, in quanto gli stipendi della pubblica amministrazione negli ultimi anni sono aumentati in proporzione maggiore. Rileva, tuttavia, che le disposizioni di cui all'articolo 2 si sarebbero dovute estendere ai redditi fino a 50 mila euro lordi annui. Sottolinea, infine, che si tratta di misure emergenziali in attesa di interventi strutturali che necessitano di tempi decisamente maggiori.

Gabriele CIMADORO (IdV) osserva preliminarmente che le disposizioni in esame rischiano di essere superate prima di dispiegare i loro effetti dal momento che il Paese si trova in una condizione di straordinaria emergenza. Concorda con le osservazioni del collega Pezzotta sulla detassazione del lavoro straordinario, mentre rileva che al Nord il costo della casa appare decisamente più incisivo rispetto al Mezzogiorno. Ritiene che il provvedimento avrebbe dovuto tenere in maggiore considerazione le diverse situazioni territoriali, lamentando peraltro che la Sicilia con il suo regime di autonomia ha inciso per 15 miliardi di euro sul debito pubblico del Paese.
Nel ritenere preferibile la riforma dell'ICI approvata dal precedente Governo, ritiene che le disposizioni relative alla rinegoziazione dei mutui limitino la concorrenza tra le banche. Esprime quindi perplessità sul complessivo impianto del provvedimento d'urgenza in esame, che giudica inefficace a risolvere l'emergenza derivante dal minore potere d'acquisto delle famiglie, ed auspica l'adozione di misure più incisive da parte del Governo.

Catia POLIDORI (PdL), relatore, nel ringraziare i colleghi per il proficuo dibattito svoltosi in Commissione, sottolinea che le disposizioni in esame hanno carattere emergenziale e che possono apparire sicuramente insufficienti in una logica di interventi di sistema. Manifesta disponibilità ad inserire nella proposta di parere osservazioni relative agli affittuari, che non godono di alcun vantaggio per l'esenzione dell'ICI, alla portabilità dei mutui per alimentare la concorrenza all'interno del sistema bancario, alle modalità applicative della rinegoziazione dei mutui, nonché all'estensione delle misure di detassazione dello straordinario ad alcuni comparti del pubblico impiego.

Andrea GIBELLI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.10.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 17 giugno 2008.

Audizione di rappresentanti dell'Unione petrolifera sulla problematica relativa al rincaro dei prezzi del petrolio e dei carburanti.

L'audizione informale è stata svolta dalle 13 alle 14.

Audizione di rappresentanti dell'ENI sulla problematica relativa al rincaro dei prezzi del petrolio e dei carburanti.

L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 15.10.