CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 giugno 2008
17.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 17 giugno 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.30 alle 11.50.

SEDE REFERENTE

Martedì 17 giugno 2008. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio VITO.

La seduta comincia alle 11.50.

DL 85/08: Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
C. 1250 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL), relatore, dopo aver ricordato che il provvedimento in oggetto è già stato esaminato

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in prima lettura dal Senato, che lo ha approvato con modificazioni marginali, rileva che, per la terza volta consecutiva, la legislatura si apre con l'esame di un provvedimento volto al riordino delle strutture governative. A questa medesima finalità erano infatti rivolti i decreti-legge n. 217 del 2001 e n. 181 del 2006.
Con il provvedimento in oggetto, il Governo persegue essenzialmente l'obiettivo di dare attuazione al nuovo assetto dell'Esecutivo, come ridefinito dai commi 376 e 377 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2008, approvata nella scorsa legislatura. Questa nuova disciplina, che innova quella recata dal decreto legislativo n. 300 del 1999, ha efficacia «a partire dal Governo successivo a quello in carica» alla data di entrata in vigore della stessa legge finanziaria; essa ha dunque trovato applicazione in occasione della formazione del Governo della XVI legislatura. Con il primo periodo del comma 376 viene indirettamente ristabilito il numero di dodici ministeri, mediante un richiamo alle relative disposizioni del decreto legislativo n. 300 del 1999 nella sua formulazione originaria, antecedente alle modifiche apportate dai decreti-legge n. 217 del 2001 e n. 181 del 2006. Il secondo periodo del comma 376 pone un limite esplicito anche al numero complessivo dei componenti del Governo «a qualsiasi titolo», che non deve essere superiore a sessanta, comprendendosi in tale nozione allargata di «componente del Governo» anche i ministri senza portafoglio, i viceministri e i sottosegretari. In sostanza, viene ripristinato solo il numero, ma non anche la denominazione e la ripartizione delle attribuzioni fra i ministeri di cui all'originario decreto legislativo n. 300 del 1999: il comma 376 non indicava infatti quali degli esistenti ministeri dovessero intendersi soppressi e quali altri dovessero esercitarne le competenze. Il comma 377 prevede poi che, a decorrere dalla reviviscenza del testo originario del decreto legislativo n. 300 del 1999, sono abrogate tutte le disposizioni non compatibili con la riduzione del numero dei ministeri, ivi comprese quelle recate dai decreti-legge n. 217 del 2001 e n. 181 del 2006. La formulazione di tali disposizioni, pertanto, ha reso necessario l'emanazione del provvedimento in esame.
Al riguardo sottolinea che si tratta di una scelta compiuta dalla passata maggioranza, a cui il Governo in carica ha deciso per il momento di attenersi: infatti, la deroga contenuta nell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 90 del 2008, in corso di conversione presso questo ramo del Parlamento, dove si dispone che un sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sia preposto alla soluzione dell'«emergenza rifiuti» nella regione Campania assume valenza di eccezionalità. Tale eccezionalità appare evidente sia per la temporaneità della durata della carica, collegata alla risoluzione dello stato di emergenza nella gestione dei rifiuti in Campania, sia perché la carica viene a cumularsi con quella di Capo del Dipartimento della protezione civile. Del resto, se in occasione degli analoghi provvedimenti di riordino emanati nel 2001 e nel 2006 la scelta di riorganizzare le strutture ministeriali andava ricondotta ad una scelta di merito del Governo in carica, volta ad assicurare la piena operatività dell'Esecutivo alla luce del proprio indirizzo politico, in questo caso le motivazioni vanno ricercate esclusivamente nella necessità di dare attuazione alle disposizioni della legge finanziaria per il 2008. Il Governo, tuttavia, valuterà, nei prossimi tempi e sulla base della concreta esperienza, se l'attuale composizione gli consente l'efficace espletamento di tutte le proprie attribuzioni. Si riferisce, in particolare, allo svolgimento delle attività parlamentari, da quella di sindacato ispettivo a quella legislativa, rilevando in proposito come già nel primo scorcio di legislatura si sia registrata una certa difficoltà dell'Esecutivo ad operare sui diversi fronti della propria complessiva attività.
Si sofferma quindi sui commi 21 e 21-bis, che novellano la recente legge di riforma dei servizi di informazione per la sicurezza, la legge n. 124 del 2007, prevedendo in particolare che le funzioni di Autorità delegata possano essere svolte da un sottosegretario o da un ministro senza

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portafoglio che eserciti anche funzioni di governo ulteriori rispetto a quelle che formano oggetto della delega. Al riguardo fa presente che tale scelta si giustifica proprio in considerazione della riduzione del numero dei componenti del Governo, che non permette di destinare un sottosegretario di Stato ai soli compiti di Autorità delegata.
Con riferimento alla conversione in legge del decreto-legge in esame, auspica che essa possa avvenire senza modificazioni, invitando pertanto i deputati a non presentare emendamenti. Al riguardo rileva come gli emendamenti presentati presso l'altro ramo del Parlamento avessero carattere correttivo di natura formale, mentre le richieste di modificazione della complessiva struttura di Governo, ancorché prese in considerazione, sono state rinviate al momento in cui il Governo dovesse presentare una iniziativa legislativa modificativa della propria struttura attuale.
Conclude con una considerazione di carattere generale in ordine alla fonte che disciplina la composizione del Governo. Premessa una riflessione sulla centralità del ruolo ricoperto dal Parlamento nel sistema costituzionale, rileva come il terzo comma dell'articolo 95 della Costituzione contenga una riserva di legge ai fini della disciplina dell'ordinamento della Presidenza del Consiglio, nonché del numero, delle attribuzioni e dell'organizzazione dei ministeri. Tuttavia evidenzia come la scelta relativa alla composizione della compagine governativa attenga essenzialmente ad una valutazione di funzionalità operativa compiuta dallo stesso Governo. In virtù di tali premesse ritiene pertanto opportuno riflettere sulla eventualità che possa essere anche una fonte di rango inferiore, eventualmente adottata previo il parere obbligatorio dei competenti organi parlamentari, a disciplinare questa materia. Questa riflessione, d'altra parte, potrebbe essere presa in considerazione qualora effettivamente questa legislatura dovesse assumere carattere costituente.

Calogero MANNINO (UdC), relatore, dopo aver fatto presente che il proprio gruppo valuta il provvedimento in esame favorevolmente, osserva che la materia in oggetto avrebbe potuto essere più opportunamente disciplinata da una fonte diversa dal decreto-legge, anche se le ragioni di predisporre rapidamente le strutture per assicurare la tempestiva azione di Governo hanno in questo caso reso inevitabile l'emanazione di uno strumento di decretazione d'urgenza.
Soffermandosi quindi sulla complessiva portata del provvedimento, del quale illustra sinteticamente i contenuti, ritiene opportuno un sostanziale ripensamento della legge n. 400 del 1988.
Con riferimento ai contenuti del decreto-legge in oggetto, dichiara di condividere la scelta di riunificare i ministeri delle infrastrutture e dei trasporti, così come la concentrazione, in capo al ministero dello sviluppo economico, delle funzioni in materia di comunicazioni e commercio internazionale. Con riferimento proprio al settore del commercio con l'estero, per il quale si è ritenuto di non prevedere un apposito dicastero, reputa però opportuno mantenere un efficace livello di coordinamento con il ministero degli affari esteri, considerato che in tutte le ambasciate sono presenti settori organizzativi specifici per la gestione dei rapporti economici a livello internazionale. Pur comprendendo, poi, le motivazioni sottese alla scelta di attribuire le competenze del disciolto ministero delle comunicazioni in capo a quello dello sviluppo economico, ritiene tuttavia che si sarebbe potuto valutare anche l'eventualità di attribuirle alla Presidenza del Consiglio.
Condivide infine l'accorpamento delle diverse competenze previste dal decreto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, esprimendo però l'auspicio che da ciò possa derivare una riduzione della spesa pubblica e non, come talvolta accaduto, un aumento.

Il ministro Elio VITO ringrazia i relatori per la loro esauriente relazione.

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Si sofferma quindi sul provvedimento in esame, sottolineandone le caratteristiche peculiari. In proposito osserva che, seppure è vero che per la terza volta consecutiva la legislatura si apre con un provvedimento di riordino delle strutture governative, è però la prima volta che si dà luogo ad una loro sostanziale riduzione. Quanto alla deroga al tetto di sessanta membri del Governo, contenuta nell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 90 del 2008, in corso di conversione presso questo ramo del Parlamento, sottolinea come essa assuma carattere di eccezionalità alla luce della determinatezza, specificità e temporaneità nella durata della relativa carica, collegata alla emergenzialità della situazione dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.
Rileva quindi che il provvedimento in esame si rende necessario in quanto le disposizioni della legge finanziaria per il 2008 cui si dà attuazione, ossia i commi 376 e 377 dell'articolo 1, si limitavano a stabilire il numero dei ministeri, oltre che della complessiva compagine governativa, senza però specificare le attribuzioni e denominazioni dei dodici ministeri. Alla luce di questa finalità minimale del provvedimento, nel corso dell'esame presso il Senato si è convenuto di non modificare la sostanza delle disposizioni da esso recate, limitando gli interventi emendativi a livello di coordinamento. È però evidente che, in futuro, il Governo valuterà la propria capacità operativa, in questa composizione, riservandosi, all'occorrenza, eventuali interventi di natura legislativa volti a rivedere la struttura dell'Esecutivo. In ragione di ciò ribadisce l'invito, a nome del Governo, ad evitare la modificazione del testo del provvedimento, rinviando ad altre sedi eventuali decisioni in materia.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 12 di venerdì 20 giugno 2008. Avverte quindi che, se non vi sono obiezioni, la discussione di carattere generale sul provvedimento in esame potrebbe concludersi nella giornata di domani, mercoledì 18 giugno 2008. Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.

La seduta termina alle 12.15.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 17 giugno 2008. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito.

La seduta comincia alle 12.15.

Schema di decreto legislativo recante modifiche e integrazioni al decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 5, attuativo della direttiva 2003/86/CE, in materia di ricongiungimento familiare.
Atto n. 3.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 giugno 2008.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il Presidente della Camera ha trasmesso, in data 12 giugno 2008, il previsto parere sullo schema in esame del Garante per la protezione dei dati personali, inviato dal ministro per i rapporti con il Parlamento in data 11 giugno 2008.
Fa poi presente che il sottosegretario all'interno, Alfredo Mantovano, ha manifestato il propria volontà a seguire personalmente il dibattito relativo allo schema in esame, così come quello relativo allo schema di decreto legislativo in materia di riconoscimento dello status di rifugiato, di cui all'atto n. 3, anch'esso previsto all'ordine del giorno della seduta odierna. Essendo però contestualmente impegnato presso l'altro ramo del Parlamento, dove è in corso l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (S. 692), il sottosegretario Mantovano non può essere

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presente alla seduta odierna, mentre si è reso disponibile per la seduta di domani, mercoledì 18 giugno 2008.
Pertanto, se non vi sono obiezioni, l'esame dei due schemi potrebbe essere rinviato alla seduta già convocata per domani.

Luca VOLONTÈ (UdC) si dichiara favorevole al rinvio, considerato che si tratta di venire incontro alla disponibilità dimostrata dal sottosegretario Mantovano.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante modificazioni ed integrazioni al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, attuativo della direttiva 2005/85/CE, in materia di riconoscimento dello status di rifugiato.
Atto n. 4.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 giugno 2008.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.20.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 17 giugno 2008. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 12.20.

DL 93/08: Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie.
C. 1185 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 giugno 2008.

Alessandro NACCARATO (PD), dopo aver espresso apprezzamento per la relazione introduttiva della relatrice Dal Lago, la quale ha segnalato l'esistenza nel provvedimento in esame di alcuni aspetti critici sotto il profilo della costituzionalità, formula l'auspicio che di tali aspetti la relatrice intenda tenere conto anche nella proposta di parere che presenterà alla Commissione.
Personalmente ritiene che almeno due siano i profili di dubbia costituzionalità: la sospensione del potere delle regioni e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi di propria spettanza, che non appare rispettosa del principio di autonomia tributaria sancito dall'articolo 119 della Costituzione, e il ricorso, ai fini di tale sospensione, allo strumento del decreto-legge, per il quale mancano, a suo avviso, i presupposti di necessità ed urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione dal momento che la sospensione del potere in questione decorrerà soltanto dall'esercizio 2009. Si tratta, a suo avviso, di due punti dei quali il parere per le Commissioni di merito dovrebbe tenere conto.

Carlo COSTANTINI (IdV) concorda sul fatto che il ricorso alla decretazione d'urgenza per modificare la disciplina di un tributo, l'ICI, che esiste da decenni sia immotivato. Aggiunge che il provvedimento presenta, a suo avviso, profili di dubbia costituzionalità anche all'articolo 2, che introduce un regime fiscale agevolato in favore dei soli dipendenti del settore privato, escludendo quindi i dipendenti pubblici, in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione. Si associa poi a quanti hanno ritenuto censurabile sotto il profilo della costituzionalità la sospensione del potere delle regioni e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi di propria spettanza: si tratta di una previsione che, anche a suo parere, non è compatibile con il nuovo assetto dei rapporti tra lo Stato e gli enti territoriali introdotto con la riforma

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del titolo V della parte II della Costituzione. Da ultimo, esprime forti riserve sulla costituzionalità dell'articolo 5, comma 3, che consente in sostanza al Governo di modificare con proprio atto amministrativo gli stanziamenti di bilancio decisi dal Parlamento con legge. Conclude esprimendo l'auspicio che di tali aspetti la relatrice voglia tenere conto nella sua proposta di parere.

Calogero MANNINO (UdC) ritiene che il provvedimento in esame presenti profili di dubbia costituzionalità assolutamente non trascurabili. Sottolinea, in particolare, come il provvedimento, al fine di assicurare la necessaria copertura finanziaria della riduzione dell'ICI, abbia attinto a stanziamenti destinati ad altre finalità, in questo colpendo soprattutto gli interessi delle regioni meridionali. Si chiede, infatti, quale sarebbe stata la reazione della Lega nord se la copertura finanziaria del provvedimento avesse intaccato le dotazioni finanziare per la realizzazione di opere infrastrutturali nell'Italia settentrionale.

Mario TASSONE (UdC), dopo essersi associato al collega Mannino ed aver ribadito che il provvedimento in esame colpisce e depaupera in particolar modo le regioni del meridione, esprime l'avviso che sia al riguardo necessario che il Governo chiarisca quali siano le sue intenzioni e i suoi programmi in relazione ai settori penalizzati dai definanziamenti disposti dal provvedimento, con particolare riferimento alle opere pubbliche nel meridione e all'agricoltura.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire sul merito del provvedimento, chiede alla relatrice se sia pronta a formulare una proposta di parere fin d'ora.

Manuela DAL LAGO (LNP), relatore, presenta una proposta di parere (vedi allegato 1) che tiene conto sia del dibattito, sia degli approfondimenti da lei svolti in merito alle singole questioni emerse. In particolare, fa presente che la sospensione del potere regionale e locale di aumentare i tributi di rispettiva spettanza non è di per sé incostituzionale, stando alla giurisprudenza della Corte costituzionale, la quale ha stabilito che la sospensione del predetto potere è compatibile con l'articolo 119 della Costituzione in quanto è tuttora mancante la legislazione statale di coordinamento richiesta dall'articolo 119 della Costituzione stessa e in quanto la sospensione del potere regionale e locale è disposta in via transitoria e fino alla definizione dei contenuti del nuovo patto di stabilità interno, in funzione dell'attuazione del federalismo fiscale. Quanto al merito, premesso di concordare con quanti hanno valutato la misura criticamente, fa presente che di questo ha tenuto conto nelle premesse della proposta di parere, là dove ha espresso l'auspicio che, in occasione della prossima manovra di finanza pubblica, il nuovo patto di stabilità interno sia effettivamente ispirato all'attuazione del federalismo fiscale, in modo da compensare il sacrificio imposto oggi ai comuni in termini di autonomia per sostenere il reddito delle famiglie.
Quanto all'obiezione relativa all'esistenza dei presupposti di necessità e urgenza, fa presente che tali presupposti sussistevano in ragione del fatto che i termini per il pagamento dell'ICI venivano in scadenza proprio in questi giorni.

Alessandro NACCARATO (PD) invita la relatrice Dal Lago a trasformare in condizione quanto meno il secondo punto dell'osservazione n. 2).

Roberto ZACCARIA (PD) concorda con collega Naccarato.

Manuela DAL LAGO (LNP), relatore, ritiene preferibile mantenere il rilievo sotto forma di osservazione, trattandosi a suo avviso di un punto la cui decisione compete alle Commissioni di merito.

Carlo COSTANTINI (IdV), premesso di ritenere equilibrata, oltre che accurata, la proposta di parere formulata dalla relatrice e dichiarata la contrarietà del suo

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gruppo al provvedimento, per questioni di merito che saranno spiegate nel corso della discussione in Assemblea, concorda sul fatto che sarebbe preferibile che il secondo punto della osservazione n. 2) fosse configurato come condizione.

Mario TASSONE (UdC) condivide l'avviso che il secondo punto dell'osservazione n. 2) dovrebbe essere posto come condizione, dal momento che si tratta di salvaguardare il ruolo del Parlamento nella decisione di spesa.

Luciano DUSSIN (LNP), alla luce del dibattito testé svoltosi, esprime l'avviso che sia preferibile mantenere il dispositivo del parere nei termini in cui l'ha formulato la relatrice, e quindi senza trasformare il secondo punto dell'osservazione n. 2) in condizione. Ritiene infatti che i rapporti tra lo Stato e le regioni, da una parte, e tra il Governo e il Parlamento, dall'altra, siano materia estremamente delicata, sulla quale non è opportuno, nell'attuale momento di evoluzione, intervenire con eccessiva rigidità.

Maurizio BIANCONI (PdL) dichiara che il suo gruppo valuta favorevolmente la proposta di parere della relatrice, che ritiene approfondita e ricca di spunti interessanti. Concorda sul fatto che sia preferibile mantenerne il dispositivo in termini di osservazioni, piuttosto che di condizioni, posto che i rilievi intervengono su questioni delicate e tuttora aperte, alle quali non è possibile dare soluzione oggi.

Sesa AMICI (PD) ribadisce che, a suo avviso, il secondo punto dell'osservazione n. 2) dovrebbe essere configurato come condizione, atteso che si tratta di un aspetto che rientra squisitamente nella competenza della I Commissione. Fa presente che l'articolo 5, comma 3, mette in discussione il ruolo della legge e costituisce un vulnus nelle prerogative del Parlamento, il cui rapporto con il Governo non è, al momento, in discussione.

Manuela DAL LAGO (LNP), relatore, conferma la propria proposta di parere.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 12.55.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Martedì 17 giugno 2008. - Presidenza del presidente Isabella BERTOLINI.

La seduta comincia alle 12.55.

DL 90/08: Misure straordinarie per l'emergenza nel settore dei rifiuti nella regione Campania.
Emendamenti C. 1145-A Governo.

(Parere all'Assemblea).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere).

Maria Elena STASI(PdL), relatore, con riferimento agli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1, osserva che l'emendamento Nizzi 9.9 prevede una irragionevole differenziazione della disciplina sul trasferimento di rifiuti con riferimento a specifiche regioni. Si sofferma quindi sull'emendamento Bratti 11.40, che, nel disporre che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si avvalga anche delle agenzie e degli istituti ambientali regionali competenti per costituire un sistema di sorveglianza ambientale volto a monitorare gli effetti sull'ambiente degli impianti, non prevede forme di concertazione a livello regionale. Propone pertanto l'espressione di una parere contrario sugli emendamenti Nizzi 9.9 e Bratti 11.40 e di nulla osta sui restanti emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

Carlo COSTANTINI (IdV) chiede di conoscere più dettagliatamente le ragioni su cui si fonda la proposta di parere contrario sull'emendamento Bratti 11.40.

Maria Elena STASI (PdL), relatore, fa presente che la proposta di parere contrario si fonda sulla mancanza, nell'emendamento

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Bratti 11.40, di forme di concertazione tra lo Stato ed il livello regionale relativamente all'utilizzazione delle agenzie e degli istituti ambientali regionali competenti per le finalità previste nell'emendamento stesso.
Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 2).
La seduta termina alle 13.05.