CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 ottobre 2010
388.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Disposizioni in materia di assegnazione di posti nei concorsi notarili (Nuovo testo C. 2661 Antonio Pepe).

PARERE APPROVATO

Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
esaminato l'ulteriore nuovo testo della proposta di legge C. 2661 Antonio Pepe, recante «Disposizioni in materia di assegnazione di posti nei concorsi notarili»;
considerato che le disposizioni da esso recate sono riconducibili alla materia «giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa», che la lettera l) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione attribuisce alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;
richiamato il parere espresso da questo Comitato sul precedente testo il 13 ottobre 2010;
considerato che la condizione posta in tale parere è stata recepita dalla Commissione di merito,
esprime
PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province (Atto n. 240).

RILIEVI DELIBERATI

La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati;
esaminato, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento della Camera dei deputati, lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province (atto n. 240), approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 22 luglio 2010;
premesso che:
ai sensi dell'articolo 2, comma 2, lettera f), della legge n. 42 del 2009, richiamato dalle premesse del provvedimento in esame, è demandata ai decreti legislativi adottati dal Governo non solo la «determinazione del costo e del fabbisogno standard quale costo e fabbisogno che, valorizzando l'efficienza e l'efficacia, costituisce l'indicatore rispetto al quale comparare e valutare l'azione pubblica», ma anche la «definizione degli obiettivi di servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali e locali nell'esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni o alle funzioni fondamentali di cui all'articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), della Costituzione»;
pertanto, ai sensi della disposizione di delega sopra richiamata, dovrebbe essere delineato un procedimento specificamente teso alla definizione dei suddetti obiettivi e, inoltre, i livelli essenziali delle prestazioni dovrebbero essere presi in considerazione sulla base della legislazione vigente;
l'articolo 5 della legge n. 42 del 2009 stabilisce che i decreti legislativi di cui al citato articolo 2 prevedono l'istituzione, nell'ambito della Conferenza unificata, della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica come organismo stabile di coordinamento: istituzione che appare non solo auspicabile, ma vieppiù necessaria in un'ottica di piena attuazione del processo delineato dalla legge n. 42 del 2009;
le funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo degli enti locali sono considerate dal provvedimento in esame ai fini della determinazione dei fabbisogni standard nella loro totalità anziché nella misura del 70 per cento come previsto dall'articolo 21, comma 3, lettera a), e comma 4, lettera a) della legge n. 42 del 2009;
alla luce dei criteri di delega di cui all'articolo 2, comma 2, lettera f), della legge n. 42 del 2009 l'intervento del legislatore delegato dovrebbe muovere verso una maggiore puntualizzazione delle previsioni recate dall'articolo 3 in tema di metodologia per la determinazione dei fabbisogni standard, introducendo anche un riferimento all'utilizzazione dei dati raccolti presso gli enti locali per l'emanazione degli atti amministrativi di quantificazione del fabbisogno, nonché al coinvolgimento dell'ISTAT quale organo tecnico dotato di banche dati territoriali non

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solo sui conti economici, ma anche sugli obiettivi di servizio;
appare necessario che l'articolazione della fase transitoria si fondi sulla concreta determinazione dei fabbisogni standard e che tale determinazione riguardi l'anno successivo a quello in cui è compiuta, ferma restando la graduale entrata a regime nel triennio successivo prevista dallo schema in esame;
il rinvio a un D.P.C.M. per la concreta determinazione del fabbisogno standard per ciascun comune e provincia va valutato alla luce delle disposizioni di delega che prevedono tale determinazione per mezzo di atti adottati dal Governo e sottoposti al parere parlamentare nel termine di 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di delega;

DELIBERA DI ESPRIMERE I SEGUENTI RILIEVI:

1. all'articolo 1, comma 2, è necessario precisare, ai sensi dell'articolo 21, comma 1, lettera d) della legge n. 42 del 2009, che, ai fini del finanziamento integrale della spesa relativa alle funzioni fondamentali e ai livelli essenziali delle prestazioni, il complesso delle maggiori entrate devolute e dei fondi perequativi non può eccedere l'entità dei trasferimenti soppressi; inoltre, è necessario sopprimere le parole «eventualmente da esse implicate» riferite ai livelli essenziali delle prestazioni e prevedere che, fino a nuova determinazione dei livelli essenziali in virtù della legge statale, sono livelli essenziali quelli già fissati in base alla legislazione statale vigente;
2. è necessario introdurre disposizioni che prevedano, in conformità al disposto dell'articolo 2, comma 2, lettera f), della legge n. 42 del 2009, il raccordo tra i livelli essenziali delle prestazioni e gli obiettivi di servizio;
3. all'articolo 2, comma 1, lettera a), n. 1 e lettera b), n. 1, in conformità alle disposizioni di delega, è necessario aggiungere le parole «nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall'ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della legge n. 42 del 2009»;
4. all'articolo 3, ai fini di maggior conformità alle disposizioni di delega, appare opportuno disporre che il fabbisogno standard può essere determinato con riferimento a ciascuna funzione fondamentale, a singoli servizi o ad aggregati di servizi, in relazione alla natura delle singole funzioni fondamentali, tenendo presenti le esclusioni previste dalla legge 5 maggio 2009, n. 42;
5. allo stesso articolo 3, allo scopo di una più puntuale determinazione della metodologia ivi disciplinata, appare opportuno prevedere: che il fabbisogno standard sia determinato anche attraverso l'identificazione delle informazioni e dei dati necessari di natura strutturale e contabile, acquisiti sia da banche dati ufficiali esistenti sia tramite rilevazione diretta con appositi questionari da inviare ai Comuni e alle Province; che l'individuazione del modello di stima di cui alla lettera c) sia effettuata sulla base di criteri di rappresentatività attraverso la sperimentazione di diverse tecniche statistiche; la definizione di un sistema di indicatori significativi per valutare l'adeguatezza dei servizi e consentire agli enti locali di migliorarli;
6. al medesimo articolo 3 occorre prevedere che la metodologia ivi disciplinata tenga conto delle specificità legate ai recuperi di efficienza ottenuti attraverso le unioni di Comuni;
7. all'articolo 4 appare opportuno prevedere che la Società per gli studi di settore-Sose s.p.a possa avvalersi altresì della collaborazione dell'ISTAT per i compiti di cui alle lettere a), b) e c) del medesimo articolo;
8. all'articolo 4, si preveda che le attività previste alla lettera a) siano svolte conformemente a quanto previsto dall'articolo 13, comma 1, lettera d) della legge n. 42 del 2010 (modalità di computo della spesa corrente standardizzata);
9. all'articolo 5 appare opportuno disporre, al fine della conformità all'articolo 28, comma 4, della legge n. 42 del 2009, che il D.P.C.M. ivi previsto sia adottato

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previa verifica da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, prevedendone la partecipazione diretta alle attività di cui all'articolo 4 secondo le proprie competenze;
10. al medesimo articolo 5 appare opportuno prevedere che ciascuno degli schemi di D.P.C.M. indichi in allegato gli elementi considerati ai fini della determinazione del fabbisogno;
11. allo stesso articolo 5 - in conformità al principio della legge n. 42 del 2009, che delinea un percorso di attuazione del federalismo fiscale segnato da passaggi parlamentari dei relativi provvedimenti di attuazione - si preveda che lo schema di D.P.C.M. ivi previsto, corredato da una relazione del Ministro dell'economia e delle finanze che ne evidenzi gli effetti finanziari, sia trasmesso alla Conferenza Stato-città e autonomie locali, per l'espressione del parere nel termine di 15 giorni dalla trasmissione, e, decorso tale termine, alle Camere, per l'espressione del parere nel termine di 15 giorni, da parte della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale e delle Commissioni parlamentari competenti per le conseguenze di carattere finanziario, prevedendo che, se il Governo non intende conformarsi ai pareri parlamentari, trasmetta alle Camere una relazione per spiegarne le ragioni;
12. sembra opportuno prevedere, anche in relazione a quanto disposto dall'articolo 5, comma 1, lettera h), della legge n. 42 del 2009, un'attività di monitoraggio dell'attuazione degli obiettivi di servizio da parte della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, la cui istituzione, come già rilevato in premessa, appare vieppiù necessaria;
13. all'articolo 6, lettera a), b) e c) appare opportuno prevedere che siano determinati i fabbisogni per ciascun anno del triennio 2011-2012 stabilendone l'entrata in vigore nell'anno successivo e mantenendone la gradualità nel triennio successivo;
14. all'articolo 7, anche in relazione a quanto osservato al punto 12), si valuti l'opportunità di prevedere un'attività di monitoraggio dei fabbisogni standard ai fini della loro rideterminazione.

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ALLEGATO 3

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province (Atto n. 240).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RILIEVI DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

La Commissione Affari costituzionali,
esaminato lo Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province (Atto n. 240);
premesso che:
con riferimento all'atto in oggetto è necessario rilevare che l'individuazione dei fabbisogni standard costituisce l'architrave della riforma federalista della legge n. 42 del 2009, poiché comporta uno sforzo di primaria importanza volto ad incidere profondamente sui meccanismi di formazione della spesa pubblica locale, superando il mero riferimento alla spesa storica; in altre parole, si tratta di dare più trasparenza all'azione di tutte le amministrazioni pubbliche locali, di conseguire potenziali risparmi, di definire uno scenario, compatibile con gli equilibri di finanza pubblica, al cui interno decidere cosa fare di questi risparmi;
l'importanza di questo tema non trova alcun riscontro nel contenuto dello schema di decreto legislativo in oggetto, poiché risulta del tutto inadeguato ad avviare l'importante processo di valutazione analitica di questo settore di spesa pubblica (circa 80 miliardi di euro) con consapevolezza e con trasparenza, in ordine sia alle procedure che alle metodologie da utilizzare;
in particolare, lo schema di decreto non attua una serie di principi fondamentali e di criteri direttivi contenuti nella legge delega e viene del tutto eluso il controllo parlamentare sulla scelta delle metodologie di calcolo, anch'esso contenuto nella originaria legge delega, poiché il processo di calcolo viene affidato ad alcuni organi tecnici senza chiare indicazioni di tipo metodologico; è inoltre totalmente assente la connessione fra fabbisogni standard, livelli essenziali delle prestazioni e obiettivi di servizio ed è altrettanto assente la connessione fra fabbisogni standard e ciclo delle decisioni di finanza pubblica;
non è previsto alcun coordinamento con la Carta delle autonomie, e non è chiaro né ben specificato il disegno «a regime» del procedimento di monitoraggio e aggiustamento dinamico dei fabbisogni standard;
valutato che:
lo schema di decreto approvato dal Governo, con l'intesa della Conferenza unificata, si limita ad affidare a Sose, la società pubblica che elabora gli studi di settore, la determinazione delle metodologie su cui calcolare i fabbisogni standard, in collaborazione con la Fondazione Ifel - Istituto per la finanza e l'economia locale dell'Anci, e previa approvazione della Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale (Copaff) istituita dalla medesima legge n. 42 del 2009;

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le note metodologiche relative alle procedure di calcolo e le relative stime dei fabbisogni per ciascun comune e provincia verrebbero poi adottate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), sentita la Conferenza Stato-Città e autonomie locali, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri;
il lavoro di analisi e di stima in oggetto si limita alle sole funzioni fondamentali provvisorie indicate nella legge n. 42, senza tener conto del disegno di legge relativo alla Carta delle autonomie locali già approvato dalla Camera (A.C. 3118) e ora all'esame del Senato (A.S. 2259) che ha invece il compito di riassegnarle e ridistribuirle a regime;
considerato che:
l'articolo 2, comma 2, lettera f), della legge n. 42 del 2009 fissa il seguente principio direttivo: «determinazione del costo e del fabbisogno standard quale costo e fabbisogno che, valorizzando l'efficienza e l'efficacia, costituisce l'indicatore rispetto al quale comparare e valutare l'azione pubblica; definizione degli obiettivi di servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali e locali nell'esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni o alle funzioni fondamentali di cui all'articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), della Costituzione»; nonostante ciò nello schema di decreto legislativo in esame, così come negli altri atti predisposti dal Governo in materia compresa la Relazione del Ministro dell'economia e delle finanze presentata il 30 giugno scorso, è evidente l'assenza totale di riferimenti al percorso che dai livelli essenziali delle prestazioni porta agli obiettivi di servizio, e quindi ai costi e ai fabbisogni standard mentre l'operazione di calcolo dei fabbisogni standard viene ricondotta ad una mera analisi di tipo statistico sulle spese storiche esistenti, con riferimenti metodologici vaghissimi e poco stringenti;
l'articolo 5, comma 1, lettera g), della legge n. 42 del 2009 assegna, in materia di costi e fabbisogni standard, un preciso ruolo alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica: «La Conferenza si avvale della Commissione di cui all'articolo 4 (Copaff) quale segreteria tecnica per lo svolgimento delle attività istruttorie e di supporto necessarie; a tali fini, è istituita una banca dati comprendente indicatori di costo, di copertura e di qualità dei servizi, utilizzati per definire i costi e i fabbisogni standard e gli obiettivi di servizio nonché per valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi di servizio», specificando inoltre che «la Conferenza verifica periodicamente la realizzazione del percorso di convergenza ai costi e ai fabbisogni standard nonché agli obiettivi di servizio e promuove la conciliazione degli interessi tra i diversi livelli di governo interessati [...] (lettera h));
appare evidente che la Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale (Copaff) ha un ruolo di segreteria tecnica, mentre il luogo deputato alla verifica dinamica dei processi di adeguamento dettati dalla legge, così come dei più complessi aspetti di ordine politico-istituzionale relativi al funzionamento della finanza multilivello italiana riformata dalla legge n. 42 del 2009, è la Conferenza permanente; a tutt'oggi la Conferenza permanente non risulta tuttavia istituita, e questa è già di per sé una seria mancanza attuativa, e inoltre questo organo centrale nei principi della delega, e le procedure connesse al suo funzionamento, sono totalmente ignorate nello schema di decreto legislativo al nostro esame;
la Commissione parlamentare sull'attuazione del federalismo fiscale viene completamente esautorata dalla fase concreta di fissazione dei metodi di determinazione dei fabbisogni standard e dalla loro applicazione operativa per il calcolo effettivo dei medesimi fabbisogni; la nota metodologica relativa alle procedure di calcolo e la quantificazione dei fabbisogni standard per ciascuna funzione e singolo ente sono adottati con decreto del Presidente del Consiglio senza passare per il

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Parlamento. Questa procedura elude i principi di garanzia e di trasparenza che la legge n. 42 del 2009 ha affidato al «filtro» della Commissione bicamerale; ad essa oggi viene chiesto di dare il via libera a una vaga procedura di quantificazione, di cui non sarà chiamata a valutare gli esiti, neppure sul piano meramente metodologico se non anche su quello operativo,
esprime

PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 4

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 gennaio 2009, n. 17 (Atto n. 261).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 gennaio 2009, n. 17 (atto n. 261),
visto che la V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) ha valutato lo schema favorevolmente;
preso atto che la decisione di sopprimere la previsione che sancisce l'autonomia di ogni Unità scolastica regionale (USR), seppur in controtendenza rispetto alle esigenze funzionali dello statuto di autonomia che caratterizzano le istituzioni scolastiche ed al principio di responsabilizzazione del dirigente che opera a contatto con il territorio regionale, risulta peraltro aderente a quanto stabilito dalla norma primaria (legge n. 196 del 2009), come evidenziato anche dal Consiglio di Stato nel parere espresso sul provvedimento in esame;
segnalata l'opportunità, al comma 1 dell'articolo 5, di utilizzare la tecnica della novella al decreto del Presidente della Repubblica n. 17 del 2009, in modo che tutto il quadro organizzativo del Ministero sia contenuto in un'unica fonte normativa,
esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 5

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (C. 3779 Governo).

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2011.

EMENDAMENTI

TAB. 8.

Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione Soccorso civile (8) programma Prevenzione del rischio e soccorso pubblico (8.3) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000;
2012:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000;
2013:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000.

Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione (33), Fondi da ripartire, programma Fondi da assegnare (33.1) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000;
2012:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000;
2013:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000.
3779/I/Tab.8.1. Amici, Bordo, Bressa, D'Antona, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria.

Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti (27) programma Garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale (27.2) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000;
2012:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000;
2013:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000.

Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione (33), Fondi da ripartire, programma Fondi

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da assegnare (33.1) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000;
2012:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000;
2013:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000.
3779/I/Tab.8.2. Bressa, Amici, Bordo, D'Antona, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria.

Allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza generale di Governo e dello Stato sul territorio (2) programma Attuazione da parte delle Periferie - Uffici Territoriali del Governo delle Ministero dell'interno sul territorio (2.2) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000;
2012:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000;
2013:
CP: + 30.000.000;
CS: + 30.000.000.

Conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero dell'interno, missione (33), Fondi da ripartire, programma Fondi da assegnare (33.1) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000;
2012:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000;
2013:
CP: - 30.000.000;
CS: - 30.000.000.
3779/I/Tab.8.3. Amici, Bordo, Bressa, D'Antona, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria.

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ALLEGATO 6

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011) C. 3778 Governo.

EMENDAMENTI

ART. 1.

Al comma 5, aggiungere, in fine, il seguente periodo:
Ai fini dell'applicazione dell'articolo 14, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, il comma 32 del medesimo articolo è sostituito dal seguente: «32. Fermo quanto previsto dall'articolo 3, commi 27, 28 e 29, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti non possono costituire società. Entro il 31 dicembre 2011 i comuni mettono in liquidazione le società già costituite alla data di entrata in vigore del presente decreto, ovvero ne cedono le partecipazioni. La disposizione di cui al presente comma non si applica alle società, con partecipazione paritaria ovvero con partecipazione proporzionale al numero degli abitanti, costituite da più comuni la cui popolazione complessiva superi i 15.000 abitanti; i comuni con popolazione compresa tra 15.000 e 50.000 abitanti possono detenere la partecipazione di una sola società; entro il 31 dicembre 2011 i predetti comuni mettono in liquidazione le altre società già costituite. Con decreto del Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e per le riforme per il federalismo, d'intesa con la conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1998, da emanare entro il 31 marzo 2011 sono determinate le modalità attuative del presente comma nonché ulteriori ipotesi di esclusione dal relativo ambito di applicazione».
3778/I/1. 5. Giovanelli.

Al comma 5, aggiungere, in fine, il seguente periodo:
Ai fini dell'applicazione dell'articolo 14, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, al comma 32 del medesimo articolo dopo le parole: «già costituite» sono aggiunte le seguenti parole: «Le disposizioni di cui sopra non si applicano ai Comuni che dimostrino che dalla dismissione di una o più società da essi partecipate derivino effetti finanziari negativi per i rispettivi bilanci».
3778/I/1. 6. Giovanelli.

Al comma 5, aggiungere, in fine, il seguente periodo:
Ai fini dell'applicazione dell'articolo 14, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, il comma 1-quater, lettera c) dell'articolo 1 del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 2, convertito con modificazioni, dalla legge 26 marzo 2010, n. 42, è sostituito dal seguente:
c) alla lettera b) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole:

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«, tranne che per i comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti, che hanno facoltà di articolare il loro territorio in circoscrizioni, la cui popolazione media non può essere inferiore a 30.000 abitanti; è fatto salvo il comma 5 dell'articolo 17 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I comuni con popolazione tra i 100.000 e i 250.000 abitanti possono prevedere ulteriori organismi di partecipazione comunale secondo modalità disciplinate dai rispettivi statuti, senza oneri a carico del bilancio comunale. Ai componenti degli organismi di partecipazione tra i 30.000 e 250.000 abitanti non è corrisposta alcuna indennità o rimborso spese».
3778/I/1. 7. Giovanelli.
(Inammissibile)

Al comma 5, aggiungere, in fine, il seguente periodo:
Al fine di garantire l'attuazione del patto di stabilità interno, come definito ai sensi degli articoli 8, comma 2, e 10, comma 2 lettera f), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché per realizzare il patto di convergenza di cui all'articolo 18 della legge 5 maggio 2009, n. 42, come modificato dall'articolo 51, comma 3 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, i Comuni con popolazione compresa tra 30.000 e 250.000 abitanti, possono istituire organi di decentramento comunale, secondo le modalità disciplinate dai rispettivi statuti, senza oneri a carico del bilancio comunale. Ai componenti degli organi di decentramento nei comuni con popolazione compresa tra 30.000 e 250.000 abitanti non è corrisposta alcuna indennità o gettone di presenza.
3778/I/1. 8. Giovanelli.
(Inammissibile)

Al comma 9, primo periodo, dopo le parole: allegata alla presente legge aggiungere le seguenti:
«, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 60 milioni di euro per l'anno 2011».

Conseguentemente, alla tabella C, Missione: Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei ministri, Programma Presidenza del Consiglio dei ministri voce Ministero dell'economia e delle finanze - legge n. 230 del 1988: Nuove norme in materia di obiezione di coscienza - articolo 19 Fondo nazionale per il servizio civile (21.3 - Cap. 2185) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: + 60.000;
CS: + 60.000.
3778/I/1.1. Amici, Bordo, Bressa, D'Antona, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria.

Al comma 9, primo periodo, dopo le parole: allegata alla presente legge aggiungere le seguenti:
«, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 130 milioni di euro per l'anno 2011».

Conseguentemente, alla tabella C, Missione: Diritti sociali, politiche sociali e famiglia (24), Programma sostegno alla famiglia, voce Ministero dell'economia e delle finanze - decreto-legge n. 223 del 2006: Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica,

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nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale - articolo 19 comma 1: Fondo per le politiche della famiglia (17.3 Cap. 2102) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: + 130.000;
CS: + 130.000.
3778/I/1.2. Amici, Bordo, Bressa, D'Antona, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria.

Al comma 9, primo periodo, dopo le parole: allegata alla presente legge aggiungere le seguenti:
«, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 6.000 milioni di euro per l'anno 2011».

Conseguentemente, alla tabella C, Missione: Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, Programma promozione e diritti delle pari opportunità, voce Ministero dell'economia e delle finanze - decreto-legge n.233 del 2006: capitolo 2108) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: + 6.000;
CS: + 6.000.
2011:
CP: + 6.000;
CS: + 6.000.
2011:
CP: + 6.000;
CS: + 6.000.
3778/I/1.4. Amici, Bordo, Bressa, D'Antona, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria.

Al comma 9, primo periodo, dopo le parole: allegata alla presente legge aggiungere le seguenti:
«, ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C, sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 60 milioni di euro per l'anno 2011».

Conseguentemente, alla tabella C, Missione: Giovani e sport (30) Programma Incentivazioni e sostegno alla gioventù (30.2) voce Ministero dell'economia e delle finanze decreto-legge n. 233 del 2006: Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all'evasione fiscale - articolo 19 comma 2: Fondo per le politiche giovanili (22.2 Cap. 2106) apportare le seguenti variazioni:
2011:
CP: + 60.000;
CS: + 60.000.
3778/I/1.3. Amici, Bordo, Bressa, D'Antona, Ferrari, Fontanelli, Giachetti, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria.

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ALLEGATO 7

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011) C. 3778 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. C. 3779 Governo.

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2011.

RELAZIONE APPROVATA

La I Commissione,
esaminata la tabella 8, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2011, recata dal bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e dal bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013, e le connesse parti del disegno di legge di stabilità 2011;
rilevato che la riduzione degli stanziamenti previsti per il Ministero dell'interno rispetto alle previsioni assestate per il 2010 è oltremodo significativa sia in valore assoluto sia in rapporto agli altri ministeri;
rilevato in particolare che prima il decreto-legge n. 112 del 2008 e poi il decreto-legge n. 78 del 2010 hanno recato tagli alle dotazioni finanziarie a legislazione vigente tali da non consentire alcuna rimodulazione nell'ambito della prevista flessibilità di bilancio;
sottolineato che per quanto riguarda le spese destinate al funzionamento dell'intero apparato della pubblica sicurezza le risorse previste in bilancio risultano di gran lunga insufficienti rispetto al reale ed incomprimibile livello della spesa. Molti sono, conseguentemente, quei settori di spesa che a causa della condizione di estrema sofferenza finanziaria determinano effettive criticità operative con conseguenti ricadute sul livello di offerta dei servizi istituzionali, con particolare riferimento alla gestione degli automotomezzi della Polizia di Stato per manutenzione, noleggio, acquisto dei carbolubrificanti, copertura assicurativa e spese di immatricolazione; alle spese per missioni sul territorio nazionale del personale della Polizia di Stato finalizzate al contrasto dell'immigrazione clandestina, al più incisivo controllo del territorio ed alla lotta alla mafia; alla realizzazione e al funzionamento della Banca dati nazionale del DNA, in applicazione del Trattato di Prum;
rilevata la necessità di contemperare l'esigenza di riduzione della spesa pubblica con quella di assicurare lo svolgimento di fondamentali funzioni pubbliche, con particolare riguardo ai settori sopra ricordati;
considerato che nella sezione II della nota integrativa al bilancio di previsione per il Ministero dell'interno, con riferimento al programma 4.2 Prevenzione del rischio e soccorso pubblico (8.3) della missione 4 Soccorso civile (8), il centro di responsabilità amministrativa (CRA) competente osserva che le dotazioni annuali rimodulabili si sono ridotte, per effetto dei tagli disposti dai decreti-legge n. 118 del 2008 e n. 78 del 2010, del 25 per cento e che «l'entità di tali decurtazioni ha accentuato notevolmente il già evidente squilibrio

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tra i costi per l'espletamento dei servizi istituzionali che annualmente si rilevano e le risorse finanziarie disponibili» e che «la presenza di un così evidente squilibrio, in sostanza, rende vano un efficace tentativo di rimodulazione delle dotazioni iniziali che, necessariamente, debbono subire delle sostanziali integrazioni per far fronte alle spese incomprimibili»;
rilevato che il Fondo ordinario per il finanziamento dei bilanci degli enti locali, di cui al capitolo 1316 del programma 2.3 della missione 2 subisce una riduzione finalizzata alla diminuzione dei trasferimenti alle province;
considerato che i tagli apportati nel corso dell'anno alle dotazioni destinate al finanziamento degli enti locali hanno inciso molto pesantemente sul funzionamento di questi ultimi;
rilevato che, nell'ambito della missione Ordine pubblico e sicurezza, programma Pianificazione e coordinamento delle forze di polizia, è prevista la soppressione degli stanziamenti per le spese per l'integrazione e lo sviluppo della rete degli ufficiali di collegamento delle forze di polizia;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con le seguenti condizioni:
1) siano assicurate al Ministero dell'interno risorse sufficienti a garantire lo svolgimento delle funzioni statali della tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico,
2) siano garantite altresì le risorse necessarie allo svolgimento dei compiti attinenti alla prevenzione dal rischio e al soccorso pubblico, con particolare riferimento alla piena funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
3) con riferimento alla riduzione dei trasferimenti alle province, nell'ambito dei tagli sulle dotazioni del «Fondo ordinario per il finanziamento dei bilanci degli enti locali», si individuino criteri di ripartizione della riduzione tra le province riferiti alla dimensione demografica e alla superficie delle province stesse;
4) in sede di nuova definizione del patto di stabilità, siano stabiliti criteri di distribuzione delle risorse tra gli enti locali atti a garantire a questi ultimi l'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini:
e con la seguente osservazione:
a) si provveda al ripristino degli stanziamenti per l'integrazione e lo sviluppo della rete degli ufficiali di collegamento delle forze di polizia.

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ALLEGATO 8

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011) C. 3778 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. C. 3779 Governo.

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2011.

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

La I Commissione permanente, esaminato per le parti di propria competenza lo stato di previsione del Ministero dell'interno (disegno di legge n. 3779 - Tabella 8) e le parti corrispondenti del disegno di legge n. 3778 recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011)»,
premesso che,
il disegno di legge di Stabilità è stato formalmente predisposto sulla base della nuova disciplina introdotta dall'articolo 11 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 che ha riformato le procedure di finanza pubblica e ha delineato una nuova configurazione del ciclo della programmazione e degli strumenti di bilancio;
dopo la trasmissione in gravissimo ritardo dello schema di Decisione di Finanza Pubblica e senza aver aspettato l'approvazione della risoluzione da parte di un ramo del Parlamento, il Governo ha presentato un disegno di legge sostanzialmente tabellare e di contenuto assai ristretto che non produce effetti sui saldi di finanza pubblica poiché, si legge nella relazione introduttiva, la manovra per il triennio 2011-2013 è stata effettuata con il decreto-legge 78 del 2010;
nel metodo, ciò costituisce la riproposizione di uno schema consolidato: una manovra per decreto, l'abbandono di qualunque logica programmatoria, lo svuotamento della sessione di bilancio e delle sue regole e, per questa via, l'impossibilità per il Parlamento di discutere e di esercitare il suo ruolo di indirizzo sulla politica economica;
nel merito, le misure contenute nel decreto, che hanno determinato una correzione dell'indebitamento netto pari a circa 12 miliardi per il 2011 e 25 miliardi per gli anni 2012 e 2013, sono riconducibili prevalentemente (67 per cento) a tagli di spesa nel settore delle Amministrazioni centrali regionali e locali, nel pubblico impiego e in materia previdenziale;
è necessario sottolineare che sulla sostenibilità delle misure per le amministrazioni pubbliche e sulla effettiva realizzabilità dei risparmi attesi si riflette l'inadeguatezza di tagli indifferenziati e non selettivi che potrebbero tradursi o in un rallentamento della spesa in conto capitale o in meri slittamenti nel tempo di pagamenti o nella formazione di debiti sommersi e, certamente, nella riduzione della funzionalità della pubblica amministrazione e dei servizi ai cittadini;
si tratta, in ogni caso, di misure che avranno effetti recessivi e porteranno ad una riduzione del tasso di crescita del PIL

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pari a 0,5 punti percentuali nel periodo di riferimento 2010-2012;
poiché nel prossimo biennio sull'attività economica dovrebbe continuare a gravare una dinamica debole dei consumi, frenati dalla stazionarietà del reddito disponibile, la previsione di un tasso di crescita del 2 per cento nel biennio 2012-2013, senza cui sarebbe impossibile conseguire gli obiettivi di finanza pubblica, appare fin troppo ottimistica;
il Governo sembra non considerare che il riequilibrio duraturo dei conti pubblici passa soprattutto per il rafforzamento del potenziale di crescita dell'economia. L'uscita dalla crisi deve essere un'opportunità per porre le basi per attuare riforme strutturali, a partire da quella del fisco, che accrescano la produttività e la competitività del nostro Paese;
pur non avendo indicato nella DFP alcun disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica, il Governo sta annunciando, negli incontri con le parti sociali e gli attori economici, la presentazione a fine anno dell'ennesimo decreto riducendo così al minimo il ruolo, il dibattito e la capacità di intervento del Parlamento;
considerato che, in relazione alla Tabella 8, Ministero dell'Interno:
per quanto riguarda gli enti territoriali, va ricordata la insostenibilità dei tagli di spesa richiesti dal decreto-legge n. 78 del 2010 e dei possibili effetti distorsivi di una applicazione indifferenziata degli stessi. La riduzione dei trasferimenti, se non compensata da altra fonte di finanziamento, potrebbe comportare, già nel 2011, un taglio delle spese non sanitarie di circa l'11 per cento, con una forte concentrazione sulle spese in conto capitale, che potrebbero, pertanto, risultare ulteriormente sacrificate. In alternativa, un ricorso a maggiore indebitamento, renderebbe inefficace la misura, ripercuotendosi negativamente sull'andamento del debito pubblico; sulla sostenibilità delle misure per le amministrazioni locali si riflette, poi, l'inadeguatezza di un meccanismo, come quello del Patto di stabilità interno, che non è in grado, nell'impianto vigente, di tener conto delle differenti caratteristiche di un universo di riferimento molto ampio (oltre 2.200 enti) e con caratteristiche gestionali e strutturali molto differenziate. Un impianto indifferenziato e non selettivo che potrebbe tradursi in un rallentamento della spesa in conto capitale, nella riduzione dei servizi ai cittadini, in rilevanti aumenti tariffari che rischiano di incidere sul potere d'acquisto delle famiglie, e soprattutto di quelle che hanno maggiori oneri di cura per i figli e per gli anziani non autosufficienti;
si segnala, poi, il decremento degli stanziamenti relativi alla missione n. 27 (Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti) pari a 194,77 milioni per la parte di competenza. All'interno della suddetta Missione immigrazione, si registra soprattutto la flessione (-193,32 milioni) degli stanziamenti per Garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale ( programma 27.2);
tra le variazioni più significative e deprecabili si segnalano il capitolo 2313 Speciale elargizione in favore delle famiglie dei cittadini italiani, dei cittadini stranieri e degli apolidi che abbiano perduto la vita a causa di azioni terroristiche, assegno vitalizio e altre provvidenze: -44,5 milioni) e il capitolo 2384 Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso -24,8 milioni;
ancora deprecabile appare il taglio di 15,4 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate 2010 delle risorse destinate ai programmi di protezione dei collaboratori di giustizia e dei loro familiari (3.3/2840);
considerato, in particolare, che:
il Programma Prevenzione del rischio e soccorso pubblico (8.3) registra un decremento di 80 milioni di euro. In merito a tali tagli, il Centro di responsabilità amministrativa competente segnala

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che, «l'entità di tali decurtazioni ha accentuato notevolmente il già evidente squilibrio tra i costi per l'espletamento dei servizi istituzionali che annualmente si rilevano e le risorse finanziarie disponibili. La presenza di un così evidente squilibrio, in sostanza, rende vano un efficace tentativo di rimodulazione delle dotazioni iniziali che, necessariamente, debbono subire delle sostanziali integrazioni per far fronte alle spese incomprimibili». Diventa quindi quasi impossibile l'espletamento delle funzioni e suona come una beffa la prevista assunzione nel 2011 di 1000 vigili del fuoco che non avrebbero i mezzi per svolgere il servizio. Anche per i programmi Organizzazione e gestione del sistema nazionale di difesa civile nonché per il programma Attuazione da parte delle Prefetture-Uffici territoriali del Governo del Ministero dell'Interno sul territorio, i Cra competenti dichiarano la stessa impossibilità allo svolgimento delle loro funzioni con le risorse assegnategli;
delibera di riferire,

IN SENSO CONTRARIO

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ALLEGATO 9

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011) C. 3778 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. C. 3779 Governo.

Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2011.

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEL GRUPPO DELL'ITALIA DEI VALORI

La I Commissione,
esaminato per le partì di propria competenza lo stato di previsione del ministero dell'interno (C. 3779 - Tabella n. 8) e le parti corrispondenti del disegno di legge C.3778, recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011);
premesso che:
il disegno di legge di stabilità tiene conto dello scenario delineato dalla Decisione di finanza pubblica approvata a settembre, in base al quale si prevedono per il 2010 un tasso di crescita del PIL reale dell'1,2 per cento e un deflatore pari all'1,6 per cento;
la legge di stabilità, introdotta con la legge di riforma del bilancio (articolo 11 legge n. 196/2009), sostituisce da quest'anno la legge finanziaria;
il suddetto provvedimento, insieme al disegno di legge di bilancio, compone la manovra triennale di finanza pubblica e, in particolare, dispone il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale 2011-2013, esprimendolo sotto un aspetto essenzialmente tabellare;
gli interventi ammontano a circa 1000 milioni per l'anno 2011, 3.000 milioni per il 2012 e 9.500 milioni per il 2013, da attribuire, essenzialmente, a rimodulazioni di risorse finanziarie già inserite in bilancio;
la manovra economico-finanziaria per il prossimo triennio, per un valore di circa 25 miliardi di euro, di fatto, è stata anticipata con il decreto-legge n. 78 del 2010 e questa deve essere considerata la vera e propria manovra economica cui fare riferimento. Una manovra pesantissima, di «soli e ingentissimi tagli» soprattutto nei confronti degli enti locali e incredibilmente priva di qualsiasi misura a sostegno dello sviluppo economico;
la manovra contenuta nel citato decreto-legge n. 78 del 2010 ha solo prodotto effetti depressivi sull'economia e l'occupazione;
l'Istat ha confermato che il tasso di disoccupazione nel primo trimestre del 2010 è salito al 9,1 per cento, senza calcolare i lavoratori in cassa integrazione guadagni. Dopo i 528 mila posti di lavoro distrutti negli ultimi due anni, sono a rischio altri 246 mila posti di lavoro;
Confindustria ha calcolato in 124 miliardi di euro l'ammontare dell'evasione fiscale, una cifra che risulta 5 volte superiore alla manovra correttiva impostata dall'attuale Governo il cui cuore è tutto

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nel blocco delle retribuzioni del pubblico impiego, nel taglio, come si è detto, dei fondi ai comuni e alle regioni (complessivamente quasi 13 miliardi di euro) e nel rinvio del pensionamento dei cittadini e secondo le recentissime stime elaborate dal suo centro studi nel mese di settembre 2010, il reddito pro capite in Italia continuerà ad essere «in retromarcia» e con la crisi attuale ha fatto passi indietro tornando ai livelli del 1998;
è infatti una «Italia più povera, in assoluto e ancor più in rapporto agli altri paesi avanzati» quella descritta dal rapporto di autunno del Centro studi di Confindustria, che, rinnovando l'allarme per il ritardo nelle riforme, sottolinea alcune questioni cruciali sul fronte dei «ritardi per la modernizzazione»: semplicità e chiarezza delle regole per le imprese (a partire dalla riforma della pubblica amministrazione); il carico fiscale sulle imprese e sui lavoratori; l'istruzione; la ricerca e l'innovazione, terreno su cui siamo «in forte svantaggio»; infrastrutture, settore in cui «il Paese ha dissipato la leadership che aveva quaranta anni fa tagliando le risorse e rafforzando il potere di veto dei sempre più numerosi soggetti interessati»; la concorrenza: «le liberalizzazioni da sole aumenterebbero la produttività del 14,1 per cento»;
l'attuale governo non è in grado di proporre una politica economica anticiclica convincente tale da aggredire la crisi che attanaglia il nostro Paese;
il provvedimento al nostro esame contiene una manovra finanziaria inesistente, uno strumento di intervento del tutto inadeguato e insufficiente, che fa semplicemente da ponte tra ciò che non si è voluto fare prima e ciò che non si sa o non si vuole fare dopo;
il nostro Paese necessita invece di interventi che correggano la politica economica e la politica fiscale dell'attuale governo; stimolando di più la domanda interna, prevedendo nell'immediato mia vera manovra di almeno un punto di PIL che vada a sostegno dei redditi, della domanda, e delle piccole imprese;
considerato inoltre che, per quanto concerne in particolare gli aspetti all'attenzione della Commissione:
rispetto al totale delle spese finali dell'intero bilancio dello Stato per il 2011, gli stanziamenti del Ministero dell'interno rappresentano il 4,8 per cento (erano il 5,4 per cento secondo il bilancio assestato per il 2010);
stato di previsione del Ministero per il 2011 registra, rispetto al bilancio assestato 2010, una riduzione delle spese pari a 3349,4 milioni di euro nella quale sono compresi gli effetti della manovra contenuta ne] decreto legge n. 78/2010;
confrontando, al livello di Missioni, le voci del bilancio 2011 rispetto alle medesime relative al bilancio 2010, si evidenziano cospicue riduzioni di stanziamenti, in particolare: in termini assoluti, il decremento della missione n. 7 (Ordine pubblico e sicurezza) (-146,51 milioni di euro), che conferma la tendenza in atto già presente nei precedenti esercizi; il decremento degli stanziamenti relativi alla missione n. 27 (Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti) pari a 194,77 milioni per la parte di competenza; all'interno della Missione Immigrazione, si nota soprattutto la flessione (-193,32 milioni) degli stanziamenti per il programma Garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale - l'unico incremento del programma è previsto per il Fondo nazionale per le politiche di asilo, ma solo nel 2013 - come averlo scritto sulla sabbia;
tra le riduzioni più odiose si nota il capitolo 2313 Speciale elargizione in favore delle famiglie dei cittadini italiani, dei cittadini stranieri e degli apolidi che abbiano perduto la vita a causa di azioni terroristiche, assegno vitalizio e altre provvidenze, (- 44,5 milioni) e il capitolo 2384 Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso (-24,8 milioni); decurtato risulta anche il Programma Prevenzione del rischio e soccorso pubblico, che registra un decremento di 80 milioni di euro;

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preme sottolineare la soppressione degli stanziamenti per le misure urgenti per il contrasto del territorio, la soppressione degli stanziamenti relativi al trattamento accessorio delle forze armate e forze di polizia, la soppressione degli stanziamenti relativi alle nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tali matrice;
le suddette soppressioni sono state disposte in attuazione dell'articolo 1, decreto-legge n. 78/2010, che ha previsto tout court il definanziamento delle leggi di spesa totalmente non utilizzate negli ultimi tre anni, in assenza di valutazioni in ordine ai motivi della mancata utilizzazione dei fondi, che potrebbe essere ascritta a ragioni di diversa natura, senza contare che ciò riveste un'importanza particolare a fronte di leggi che riconoscono diritti soggettivi, come è il caso delle vittime del terrorismo;
in conseguenza dei tagli e delle riduzioni apportate allo stato di previsione del Ministero dell'Interno, in particolare con i decreti-legge n. 112/2008 e 78/2010, è stato messo in luce dal Centro di responsabilità amministrativa (CRA) che, «in merito alle spese rimodulabili costituite nella quasi totalità da «consumi intermedi», «investimenti» e anche «redditi da lavoro dipendente», le relative dotazioni, per il triennio 2011-2013, risultano ridotte in tale entità da «accentuare notevolmente il già evidente squilibrio tra i costi per l'espletamento dei servizi istituzionali che annualmente si rilevano e le risorse finanziarie disponibili. La presenza di un così evidente squilibrio, in sostanza, rende vano un efficace tentativo di rimodulazione delle dotazioni iniziali che, necessariamente, debbono subire delle sostanziali integrazioni per far fronte alle spese incomprimibili»;
il Ministero dell'interno ha confermato come fenomeni di particolare rilievo e criticità propri dell'attuale scenario socioeconomico quelli già previsti lo scorso anno, tra i quali, in particolare: la criminalità interna e internazionale, nonché i rischi connessi al terrorismo, anche di natura fondamentalista; il fenomeno migratorio, con le sue conseguenze di ordine pubblico (flussi migratori clandestini, traffico di esseri umani, tratta di donne e minori) e le sue implicazioni sociali (convivenza tra culture diverse, da assicurare attraverso un sistema di diritti e valori condivisi); la «sicurezza del territorio» (in particolare urbano), su cui incidono fattori patologici di varia natura, da affrontare con politiche integrate che vedano il pieno coinvolgimento degli enti territoriali; il grave fenomeno degli infortuni sul lavoro;
considerato dunque che:
i tagli e le riduzioni delle dotazioni previsti per il Ministero dell'interno risultano inadeguati all'attuazione dei programmi annunciati ed in totale contraddizione in ordine alla politiche costantemente annunciate dai rappresentanti del Governo;
in particolare, le risorse economico-strumentali a concreta disposizione delle forze di polizia non possono che ritenersi lontane ed inadeguate rispetto alle esigenze indicate e che ciò è strettamente connesso con il rispetto e la dignità delle medesime;
tutto ciò premesso,

esprime

PARERE CONTRARIO

«Favia, Donadi».

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ALLEGATO 10

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011) C. 3778 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. C. 3779 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 (limitatamente alle parti di competenza).

RELAZIONE APPROVATA

La I Commissione,
esaminata, limitatamente alle parti di competenza, la tabella 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011, recata dal bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e dal bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013, e le connesse parti del disegno di legge di stabilità per il 2011;
rilevato che negli stanziamenti dedicati, nell'ambito della Missione n. 24 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia), programma Promozione dei diritti e delle pari opportunità (24.8), il capitolo 2108 (Somme da corrispondere alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche delle pari opportunità) riporta una dotazione di competenza per il 2011 sensibilmente inferiore rispetto alle previsioni assestate per il 2010;
considerato che la tabella C allegata al disegno di legge di stabilità (C. 3778) prevede una ulteriore riduzione della previsione a legislazione vigente, la quale porta l'ammontare del fondo, per ciascuno degli anni del triennio 2011-2013, a 2,19 milioni di euro;
osservato che, nella missione Fondi da ripartire, programma Fondi da assegnare, è prevista la soppressione degli stanziamenti per il trattamento accessorio delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, nonché per le vittime del terrorismo,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con la seguente condizione:
siano assicurate al Dipartimento per le pari opportunità finanziamenti sufficienti a portare avanti le politiche di settore,

e con la seguente osservazione:
si provveda al ripristino degli stanziamenti per il trattamento accessorio delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, nonché per le vittime del terrorismo.

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ALLEGATO 11

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011) C. 3778 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. C. 3779 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 (limitatamente alle parti di competenza).

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

La I Commissione permanente, esaminato per le parti di propria competenza (Presidenza del Consiglio dei ministri) il disegno di legge n. 3779 recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Tabella 2)» e le parti corrispondenti del disegno di legge n. 3778 recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2011),
premesso che,
il disegno di legge di Stabilità è stato formalmente predisposto sulla base della nuova disciplina introdotta dall'articolo 11 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 che ha riformato le procedure di finanza pubblica e ha delineato una nuova configurazione del ciclo della programmazione e degli strumenti di bilancio;
dopo la trasmissione in gravissimo ritardo dello schema di Decisione di Finanza Pubblica e senza aver aspettato l'approvazione della risoluzione da parte di un ramo del Parlamento, il Governo ha presentato un disegno di legge sostanzialmente tabellare e di contenuto assai ristretto che non produce effetti sui saldi di finanza pubblica poiché, si legge nella relazione introduttiva, la manovra per il triennio 2011 - 2013 è stata effettuata con il decreto-legge 78 del 2010;
nel metodo, ciò costituisce la riproposizione di uno schema consolidato: una manovra per decreto, l'abbandono di qualunque logica programmatoria, lo svuotamento della sessione di bilancio e delle sue regole e, per questa via, l'impossibilità per il Parlamento di discutere e di esercitare il suo ruolo di indirizzo sulla politica economica;
nel merito, le misure contenute nel decreto, che hanno determinato una correzione dell'indebitamento netto pari a circa 12 miliardi per il 2011 e 25 miliardi per gli anni 2012 e 2013, sono riconducibili prevalentemente (67 per cento) a tagli di spesa nel settore delle Amministrazioni centrali regionali e locali, nel pubblico impiego e in materia previdenziale;
è necessario sottolineare che sulla sostenibilità delle misure per le amministrazioni pubbliche e sulla effettiva realizzabilità dei risparmi attesi si riflette l'inadeguatezza di tagli indifferenziati e non selettivi che potrebbero tradursi o in un rallentamento della spesa in conto capitale o in meri slittamenti nel tempo di pagamenti o nella formazione di debiti sommersi e, certamente, nella riduzione

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della funzionalità della pubblica amministrazione e dei servizi ai cittadini;
si tratta, in ogni caso, di misure che avranno effetti recessivi e porteranno ad una riduzione del tasso di crescita del PIL pari a 0,5 punti percentuali nel periodo di riferimento 2010-2012;
poiché nel prossimo biennio sull'attività economica dovrebbe continuare a gravare una dinamica debole dei consumi, frenati dalla stazionarietà del reddito disponibile, la previsione di un tasso di crescita del 2 per cento nel biennio 2012-2013, senza cui sarebbe impossibile conseguire gli obiettivi di finanza pubblica, appare fin troppo ottimistica;
il Governo sembra non considerare che il riequilibrio duraturo dei conti pubblici passa soprattutto per il rafforzamento del potenziale di crescita dell'economia. L'uscita dalla crisi deve essere un'opportunità per porre le basi per attuare riforme strutturali, a partire da quella del fisco, che accrescano la produttività e la competitività del nostro Paese;
pur non avendo indicato nella DFP alcun disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica, il Governo sta annunciando, negli incontri con le parti sociali e gli attori economici, la presentazione a fine anno dell'ennesimo decreto riducendo così al minimo il ruolo, il dibattito e la capacità di intervento del Parlamento;
considerato, in particolare, che:
in relazione alla Tabella 2, con riferimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri desta particolare preoccupazione il taglio di 57, 2 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2010 del fondo occorrente per gli interventi del Servizio civile Nazionale. Negli ultimi cinque anni il numero delle posizioni finanziate sono diminuite di oltre il 60 per cento. C'è il rischio che l'esperienza quasi quarantennale di servizio civile che raccoglie apprezzamenti anche fuori dall'Italia chiuda e le principali vittime di questa ghigliottina saranno i giovani, le persone e i beni pubblici che beneficiano del loro servizio,
delibera di riferire,

IN SENSO CONTRARIO.