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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 691 di martedì 25 settembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 12,40.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 20 settembre 2012.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Antonione, Barbato, Bernardo, Cera, Cesario, Cirielli, Comaroli, Gianfranco Conte, D'Antoni, Fallica, Fava, Fluvi, Gregorio Fontana, Ghizzoni, Jannone, La Loggia, Leo, Mazzocchi, Palagiano, Pecorella, Paolo Russo, Soglia, Stucchi, Ventucci e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di una interrogazione (ore 12,43).

(Problematiche concernenti il decreto ministeriale n. 42 del 2009 relativo allo sblocco dei posti accantonati sul contingente provinciale per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente, con riferimento alla provincia di Lodi - n. 2-01559)

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01559, sulle problematiche concernenti il decreto ministeriale n. 42 del 2009 relativo allo sblocco dei posti accantonati sul contingente provinciale per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente, con riferimento alla provincia di Lodi (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazione).

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Sta bene.
Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria, ha facoltà di rispondere.

MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, l'onorevole interpellante chiede chiarimenti in merito a un particolare risvolto del contenzioso seriale attraverso il decreto ministeriale n. 42 del 2009, relativo ai docenti cosiddetti pettinisti inclusi, come si sa, nelle graduatorie dell'ambito territoriale per la provincia di Lodi.
Al riguardo, l'ufficio scolastico regionale per la Lombardia ha informato di Pag. 2aver indicato agli uffici di ambito territoriale di procedere direttamente al controllo sulle riassunzioni dei giudizi promossi avverso il decreto ministeriale n. 42 del 2009, appunto, da parte dei docenti per i quali era stato accantonato il posto da attribuire.
Attenendosi alle istruzioni ricevute, l'ambito territoriale di Lodi, in data 24 maggio 2012, provvedeva a contattare il docente interessato, inserito a pettine nella graduatoria provinciale a esaurimento per la classe di concorso AD03, il quale dichiarava di aver riassunto il giudizio davanti al giudice del lavoro di Palermo. Considerata tale dichiarazione, il predetto ufficio manteneva momentaneamente accantonato il posto, in attesa di ricevere istruzioni sulle modalità delle verifiche da eseguire riguardo alla veridicità di tali dichiarazioni.
Successivamente, sempre su indicazione dell'ufficio scolastico regionale, l'ambito territoriale di Lodi contattava direttamente le competenti autorità giudiziarie allo scopo di assumere informazioni sulla riassunzione del giudizio e sul contenuto del ricorso proposto dall'interessato. All'esito del controllo veniva accertato che alla data del 20 giugno 2012 il docente non aveva depositato alcun ricorso in riassunzione. L'ufficio quindi, con atto protocollo n. 2197, in data 27 giugno 2012, procedeva a sbloccare il posto accantonato e, mediante scorrimento della graduatoria, individuava il docente destinatario di contratto a tempo indeterminato (concluso in pari data) per la classe di concorso AD03 contingente 2010/2011.
L'amministrazione ha pertanto verificato puntualmente la veridicità delle dichiarazioni rese e individuato correttamente il soggetto avente titolo alla stipula del contratto sul posto resosi disponibile a seguito delle sblocco.

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di replicare.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto, perché la risposta è esaustiva e si fa carico di un problema che inviterei il Governo a non sottovalutare, quale quello, appunto, delle graduatorie di determinati procedimenti - che si prestano ad interpretazioni - di insegnanti che, venendo da regioni lontane rispetto a quelle dove dovrebbero prestare servizio, in occasione di una richiesta di assunzione, potrebbero presentare documentazione non sempre rispondente a quanto prescritto dalla legislazione scolastica. In tale modo si crea una serie di situazioni anomale a danno di loro colleghi che, invece, sono in graduatoria o aspirano a entrare nella graduatoria medesima sulla base della loro competenza, professionalità e anche stanzialità, perché no. Tutto ciò determina una situazione che, se non osservata attentamente e strettamente dalle autorità scolastiche regionali e anche dal livello nazionale determina, a volte, ingiusti favoritismi sulla base di notizie non vere.
Questa è la ragione dell'interpellanza che si rifà non tanto a un caso singolo, quanto ad alcune ipotesi, purtroppo verificatesi anche in altra parte d'Italia. In particolare, essa tende a evitare per il prossimo futuro situazioni analoghe a quelle descritte, creando - mi auguro che il Governo se ne faccia carico in modo anche preciso e urgente - una normativa il più possibile rispondente all'oggettività, che eviti fraintendimenti, ambiguità e che soprattutto eviti quelle lunghe fasi di sospensione dell'attività dell'insegnante, che recano pregiudizio alla scuola e soprattutto determinano anomalie ed incertezze, costringendo le varie dirigenze scolastiche provinciali e regionali a muoversi in una situazione di sostanziale ambiguità.
Tutto il problema del cosiddetto «inserimento a pettine» lo conosciamo, e lo conosce il sottosegretario meglio del sottoscritto. L'importante è, soprattutto alla luce anche delle nuove assunzioni, fare chiarezza. Il caso è stato risolto e di questo mi compiaccio. Io l'ho sollevato proprio perché c'era questa notizia, che evidentemente era ben fondata, ma l'atteggiamento della direzione scolastica regionale e di quella provinciale in seguito Pag. 3non ha dato adito a dubbi, ed è questa la ragione per la quale mi dichiaro soddisfatto.

(Misure a favore delle scuole paritarie del Veneto - n. 3-02183)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Capitanio Santolini n. 3-02183, concernente misure a favore delle scuole paritarie del Veneto (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazione).

MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Capitanio Santolini per aver dato l'occasione di una risposta credo puntuale su questa importante questione. L'onorevole interrogante chiede quali iniziative si ritenga di assumere per evitare riduzioni negli stanziamenti a favore delle scuole paritarie, con particolare riguardo alle scuole dell'infanzia del Veneto.
Al riguardo si vuole anzitutto assicurare che si condividono le preoccupazioni esposte nell'atto parlamentare, nella consapevolezza che il sistema nazionale di istruzione non può prescindere dall'apporto delle scuole paritarie che svolgono una rilevante funzione nel campo culturale e sociale nei diversi territori in cui esse agiscono. Io stesso, per quanto riguarda il territorio del Veneto, sono andato più volte a constatare la situazione a Venezia e nelle altre città.
Ciò premesso, nonostante l'attuale sfavorevole congiuntura economica, l'amministrazione è riuscita ad assicurare, nel presente esercizio finanziario 2012, contributi per il sostegno alle scuole paritarie pari a 502.684.606 euro, in linea con gli stanziamenti erogati nei decorsi esercizi. Nel dettaglio, si tratta di 265.392.773 euro sul capitolo 1477, già assegnati dal Ministero agli uffici scolastici regionali; di ulteriori 237.291.833 euro, gravanti sul capitolo 1299, per cui è in corso la procedura per l'emanazione del decreto interministeriale previsto dall'articolo 2, comma 47, della legge n. 203 del 2008 (legge finanziaria 2009).
Lo schema di decreto è stato trasmesso alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, che lo ha posto all'ordine del giorno della seduta di domani, 26 settembre 2012, per l'espressione del prescritto parere. Per ciò che concerne l'esercizio finanziario 2013, si informa che è previsto nel bilancio di previsione il finanziamento di euro 276.254.992 sul capitolo 1477.
Il Ministero si sta interessando affinché siano assunte tutte le necessarie iniziative riguardanti la definizione dei contributi integrativi. Venendo alla situazione specifica delle scuole paritarie dell'infanzia operanti nel Veneto, si illustrano i seguenti dati, riferiti agli ultimi due anni scolastici.
Nell'anno 2010-2011, l'ufficio scolastico regionale del Veneto, sulla base delle assegnazioni corrisposte dal Ministero e del piano di riparto, ha erogato contributi alle scuole paritarie pari a euro 58.981.038,99, di cui euro 45.148.644,94 alle scuole dell'infanzia. In media sono stati corrisposti, a ciascuna delle predette scuole, 7.632,91 euro ai quali si aggiungono 9.065,99 euro in ragione di ogni sezione costituita. A tali fondi si sono poi aggiunti altri 573.423 euro per progetti di integrazione di alunni diversamente abili.
Nel successivo anno scolastico 2011-2012, hanno funzionato nel Veneto 1.183 scuole con 3.969 sezioni, a cui sono stati assegnati complessivamente 34.515.808,99 euro. Nel dettaglio, 5.835,30 euro per ogni scuola, più 6.957,08 per ogni sezione. Sono stati assegnati, inoltre, 815.000 euro complessivi per l'integrazione per gli alunni diversamente abili, pari a 1.259,66 per ciascuno dei 647 alunni portatori di bisogni educativi speciali riconosciuti.
Per completezza, si informa che è in corso l'assegnazione alle scuole paritarie di ogni ordine e grado (quindi anche alle scuole dell'infanzia) della somma complessiva di euro 10.291.589, corrisposta all'ufficio scolastico regionale per il Veneto dal Pag. 4Ministero con decreto direttoriale del 4 settembre 2012. Tale cifra, riferita al periodo settembre-dicembre 2012, costituisce il primo acconto per l'anno scolastico 2012-2013.

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di replicare.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatta, perché devo dire che ho fatto questa interrogazione ad aprile, per cui certamente parecchio prima dell'estate. Quindi, è chiaro che le cose si sono andate modificando e i miei buoni rapporti con il Ministero, con il Governo e, soprattutto, con il sottosegretario Rossi Doria mi hanno consentito di seguire un po' più da vicino questa vicenda. Avevo fatto - lo ripeto - una interrogazione in tempi molto precedenti.
Sono soddisfatta perché il sottosegretario ha esordito dicendo che si condividono le preoccupazioni che io ho espresso e ha affermato anche che non si può prescindere dall'apporto positivo delle scuole paritarie. Questa è una affermazione che gli fa onore, almeno per quel che mi riguarda, perché noi siamo da sempre convinti che le scuole paritarie svolgano un ruolo di primaria importanza e, anche se in percentuale abbastanza bassa rispetto alle scuole statali, ma proprio per questo, rappresentano una fiammella di libertà e di libertà di scelta delle famiglie che per noi è fondamentale e costituzionalmente garantita.
A questo proposito, vorrei ricordare che tra i diritti di cui alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, all'articolo 26, si afferma che sia il diritto all'educazione di ogni persona come diritto al pieno sviluppo della personalità umana, sia il diritto prioritario dei genitori nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli debbono essere garantiti, per cui siamo esattamente in linea con questo modo di ragionare.
Sono anche soddisfatta perché ci sono in atto degli stanziamenti. Sono atti del Governo che debbono portare poi a dei contributi che consentiranno alle scuole di affrontare con più serenità l'anno scolastico in corso.
Qual è il problema, sottosegretario? Lei dice che il Ministero si sta interessando affinché siano assunte decisioni riguardo a contributi definitivi (possiamo dire così). Mi auguro che questa frase non sia solamente un auspicio, un'enunciazione di buona volontà che rimane sulla carta, perché sono tanti anni che le scuole paritarie rincorrono questi benedetti contributi. Si arriva così all'anno scolastico e non si sa ancora quanti sono in effetti i contributi dell'anno precedente, con chiusura di scuole e con un disagio notevolissimo delle famiglie.
È necessario arrivare a un intervento strutturale, in modo che si conosca in partenza e che sia previsto, nelle leggi finanziarie, in maniera strutturale questo contributo, mettendo al riparo le scuole da qualsiasi tipo di interpretazione ideologica, da qualsiasi tipo di interpretazione costituzionale, e metterebbe al riparo le scuole nel senso che esse saprebbero su quanti contributi possano contare e come regolarsi.
Ricordo - e lei lo sa meglio di me - che queste scuole danno, in realtà, un contributo positivo all'economia del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, perché lo Stato risparmia circa 6 miliardi all'anno, proprio perché ci sono le famiglie che pagano le scuole non statali. Se questi alunni dovessero essere nelle scuole statali e dovesse intervenire lo Stato, vi sarebbe una maggiore erogazione di fondi per 6 miliardi e, in particolare, nella regione Veneto di oltre 500 milioni di euro.
Quindi, sono cifre importanti e ne va di mezzo la libertà di scelta delle famiglie. Ne va di mezzo l'economia dello Stato e anche il posto di lavoro - mettiamola così in un tempo di crisi -, perché scuole che chiudono significano insegnanti e famiglie in gravi difficoltà. Scuole che chiudono significano posti di lavoro che si perdono ed eventuali grandi disagi presso le famiglie e i lavoratori. Quindi, vi è un insieme di circostanze a favore della scuola non statale e, in particolare, a favore delle scuole Pag. 5materne, che nel Veneto rappresentano l'80 per cento dell'erogazione del servizio.
Mi auguro, dunque, che le cose vadano a buon fine e la ringrazio per la risposta.

(Iniziative per escludere il convitto nazionale Cicognini di Prato dal novero delle scuole sottodimensionate - n. 2-01599)

PRESIDENTE. L'onorevole Mazzoni ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01599, concernente iniziative per escludere il convitto nazionale Cicognini di Prato dal novero delle scuole sottodimensionate (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazione).
Prendo atto che l'onorevole Mazzoni si riserva di intervenire in sede di replica.
Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria, ha facoltà di rispondere.

MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, l'onorevole interpellante chiede che vengano assunte iniziative per escludere il convitto nazionale «Cicognini» di Prato dall'elenco delle scuole sottodimensionate per l'anno scolastico 2012/2013.
Si rappresenta, preliminarmente, che i commi 5 e 5-bis dell'articolo 19 del decreto-legge n. 98 del 6 luglio 2011 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011), come modificati dalla legge n. 183 del 12 novembre 2011, non introducono né modificano le disposizioni sul dimensionamento delle rete scolastica, emanate con il decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998, ma prevedono che non possono essere assegnati dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi - direttori di SGA - alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero inferiore a 600 unità, ridotto fino a 400 per le istituzioni situate nelle isole minori, in comuni montani o in aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.
Si ricorda che la sentenza della Corte costituzionale n. 147 del 7 giugno 2012, nel dichiarare incostituzionale il comma 4 del citato articolo 19, relativo alla costituzione di istituti comprensivi mediante l'aggregazione della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e di quella secondaria di primo grado, ha invece ritenuto costituzionalmente legittima la disposizione di cui al comma 5, perché riguardante la materia dell'utilizzo del personale scolastico che rientra nella competenza legislativa esclusiva dello Stato.
Ciò posto, anche le istituzioni educative, pur rimanendo sede di dirigenza scolastica, non possono avere assegnato il dirigente scolastico, né il DSGA nel caso in cui non raggiungano i parametri previsti dalle norme sopra indicate.
Per quanto riguarda il caso specifico del convitto nazionale «Cicognini» di Prato, il direttore scolastico regionale per la Toscana ha confermato che la detta istituzione educativa non raggiunge tali parametri e, pertanto, sono stati disposti i relativi atti di conferimento della reggenza.

PRESIDENTE. L'onorevole Mazzoni ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAZZONI. Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta nel senso che questa è un'interpellanza presentata all'inizio di luglio e la cortese risposta del sottosegretario mi arriva quando le cose sono ovviamente già fatte. Pertanto, non posso che prendere atto delle spiegazioni tecnico-legislative che il sottosegretario ha dato.
Ricordo che il convitto nazionale «Cicognini» rappresenta un patrimonio storico, non solo della città di Prato, ma dell'intera scuola italiana. Vi hanno studiato Cesare Guasti, D'Annunzio, Bettino Ricasoli ed è sempre stato considerato un fiore all'occhiello dal punto di vista educativo e formativo. Il fatto che, per la mancanza di trenta alunni, venga a perdere il rettorato e la dirigenza può comportare anche un impoverimento del convitto stesso e un impoverimento dell'offerta formativa. Bisogna prendere atto che, per problemi di spending review e di Pag. 6norme burocratiche, anche una istituzione storica, che rappresenta ancora la cultura viva della scuola nel nostro Paese, è stata sottodimensionata. Questo non può che rendermi insoddisfatto.
Ringrazio comunque il sottosegretario della cortese risposta.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e dell'interrogazione all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14, con il seguito della discussione della proposta di modificazione al Regolamento, concernente la disciplina relativa ai contributi ai gruppi parlamentari.

La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 14,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Buttiglione, Gianfranco Conte, De Biasi e Palumbo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del documento: Proposta di modificazione al Regolamento (Articoli 14, 15, 15-ter e 153-quater: Modifica della disciplina relativa ai contributi ai Gruppi parlamentari) (Doc. II, n. 24).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del documento: Proposta di modificazione al Regolamento (Articoli 14, 15, 15-ter e 153-quater: Modifica della disciplina relativa ai contributi ai Gruppi parlamentari).
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il relatore, onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore. Signor Presidente, poiché nella riunione della Giunta per il Regolamento delle ore 12 sono state valutate le proposte emendative presentate e, stante la complessità dei temi che vengono affrontati, la Giunta per il Regolamento stessa ha deciso di aggiornarsi per una successiva convocazione alle ore 15, chiederei di sospendere i lavori dell'Aula almeno fino alle ore 16.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospenderei la seduta fino alle ore 16.

Sull'ordine dei lavori (ore 14,06).

MAURO PILI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO PILI. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiedere a lei di intervenire presso il Governo, in quanto questa mattina vi è stata una durissima repressione dei lavoratori dell'Alcoa davanti all'assessorato regionale del lavoro, con un'aggressione che ha causato circa quattro feriti. Credo che sia l'ennesimo tentativo di reprimere il dramma sociale di una terra e di una vertenza durissima come quella dell'Alcoa.
Ritengo necessario che il Governo venga a riferire su quale atteggiamento - oltre a quello industriale e, diciamo così, sindacale - vorrà tenere, ma soprattutto sul tema rilevante dell'ordine pubblico. L'atteggiamento adottato anche questa mattina, dopo quello della settimana scorsa, denota il tentativo ormai palese del Governo di reprimere la protesta dei lavoratori, che puntano a difendere il proprio posto di lavoro.
Pertanto, signor Presidente, le chiederei di farsi latore davanti al Governo affinché venga a riferire urgentemente sui fatti gravissimi di questa mattina in Sardegna.

PRESIDENTE. Onorevole Pili, la sua richiesta sarà rappresentata a chi di dovere. Pag. 7
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 16,50.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del documento: Proposta di modificazione al Regolamento (Articoli 14, 15, 15-ter e 153-quater: Modifica della disciplina relativa ai contributi ai Gruppi parlamentari).
Ricordo che nella seduta del 24 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che i relatori hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame delle proposte di principi e criteri direttivi - Doc. II, n. 24)

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate, a norma dell'articolo 16, comma 3-bis, del Regolamento, cinque proposte di principi e criteri direttivi per la riformulazione del testo della Giunta (Vedi l'allegato A - Doc. II, n. 24).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,51).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. La Presidenza deve rilevare che la scelta del principio emendativo Farina Coscioni n. 5, che affida alla Corte dei conti il controllo sui rendiconti interni dei gruppi (lettera d) della proposta n. 5), risulta del tutto incompatibile con l'indirizzo assunto dalla Giunta, all'unanimità, di affidare i controlli sui rendiconti al Collegio dei questori sulla base della relazione di una società di revisione esterna, scelta questa che - lo sottolineo - è apparsa unanimemente alla Giunta pienamente rispondente all'esigenza di garantire la correttezza, trasparenza e regolarità della gestione dei gruppi, come del resto emerso negli interventi svolti in Aula il 18 settembre.
La Presidenza fa altresì rilevare che la previsione contenuta nel suddetto principio emendativo del solo controllo della Corte dei conti, riducendo il ruolo dei deputati questori alla mera ricezione delle indicazioni da parte dell'organo esterno contabile, finirebbe per risultare incoerente con la natura dei gruppi, che il testo individua espressamente quali associazioni di deputati, e rispetto alle caratteristiche che definiscono complessivamente la posizione costituzionale della Camera nel nostro ordinamento. Sotto questo profilo, la lettera d) in esame appare dunque inammissibile in quanto incoerente con l'attuale assetto ordinamentale.
Va aggiunto anche che la previsione di questo tipo di controllo, incidendo sulla complessiva posizione dei gruppi parlamentari così come consolidata nell'ordinamento, richiederebbe, per gli evidenti riflessi di carattere costituzionale, una valutazione congiunta da parte di entrambe le Camere con conseguente proiezione normativa attraverso una fonte diversa da quella regolamentare.
Conclusivamente la Presidenza, per le suddette ragioni, non ritiene ammissibile la lettera d) di cui alla proposta Farina Coscioni n. 5. Pag. 8
Avverto altresì che la Giunta per il Regolamento ha riformulato il testo del Doc. II, n. 24, che è in distribuzione.
Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Bressa, per illustrare il nuovo testo della proposta della Giunta. Chiedo ai presentatori di principi e criteri direttivi se insistano per la votazione.
Prima di dare la parola all'onorevole Bressa, desidero indirizzare un cordiale saluto di benvenuto al Presidente della Camera dei deputati del Cile, Nicolás Monckeberg, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Prego, onorevole Bressa, ha facoltà di parlare.

GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore. Signor Presidente, seguirò l'ordine numerico del bollettino delle proposte di principi e criteri direttivi per la riformulazione del testo della Giunta.
In merito alla proposta n. 1, a prima firma Maurizio Turco, i relatori - ma sentita anche la Giunta per il Regolamento - ribadiscono come questo tema, che era stato affrontato in fase di discussione anche nelle precedenti riunioni della Giunta per il Regolamento, si è deciso venga affrontato nella revisione del Regolamento stesso che è all'attenzione della Giunta per il Regolamento. Il collega Leone che in quel caso ha avuto il compito di redigere un'ipotesi di riforma regolamentare, ha introdotto una norma precisa che affronta questo tema relativo alle questioni di cosa significhi appartenere ad un gruppo e di quelle che possono essere considerate le norme anti-frammentazione.
Pertanto, è opinione mia e del collega Leone che questo argomento debba essere affrontato in altra sede, nel momento in cui si affronterà la riforma più generale e completa del Regolamento, e che quindi risulti essere fuori tema rispetto alle proposte che l'Assemblea oggi dovrà valutare ed approvare. Per quanto riguarda la proposta n. 2, viene accolto il principio contenuto nel primo capoverso, a prima firma Beltrandi, però con la seguente riformulazione: dopo il comma 2 dell'articolo 15 è aggiunto il seguente comma 2-bis che così recita: «Entro 30 giorni dalla propria costituzione, ciascun gruppo approva uno statuto, che è trasmesso al Presidente della Camera entro i successivi cinque giorni. Lo statuto individua in ogni caso nell'assemblea del gruppo l'organo competente ad approvare, a maggioranza, il rendiconto di cui all'articolo 15-ter e indica l'organo responsabile per la gestione amministrativa e contabile del gruppo». La proposta emendativa n. 3, a firma Vassallo viene accettata in parte con una proposta di riformulazione. Comincio dall'ultimo capoverso, quello che recita: «All'articolo 15-ter, integrare il testo prevedendo che il bilancio e l'organico dei gruppi, nonché il curriculum e il trattamento economico dei dirigenti, siano pubblicati (...)» e così seguitando. Si propone la riformulazione di questa parte che viene accolta nella sua ispirazione attraverso l'aggiunta, sempre all'articolo 15, di un comma 2-quater, che recita: «Lo statuto individua le forme di pubblicità dei documenti relativi all'organizzazione interna del gruppo, anche con riferimento agli emolumenti per il personale». Relativamente al penultimo capoverso della proposta n. 3, quello che recita: «all'articolo 15-ter, riformulare il comma 2, nel senso di prevedere che il controllo della gestione contabile sia affidato a società di revisione, nelle forme e nei modi dettati dalla legge 6 luglio 2012, n. 96», riteniamo che non debba essere accolto, in quanto la proposta presentata dalla Giunta per il Regolamento prevede un controllo più stringente, in quanto si prevede che l'Ufficio di Presidenza indica una gara ad evidenza pubblica per scegliere tra le società iscritte all'albo della Consob una ed un'unica società che avrà il compito di valutare i rendiconti di tutti i gruppi, in modo tale che si possa creare un criterio di uniformità di valutazione e di giudizio e venga sottratta alla disponibilità e all'autonoma scelta dei singoli gruppi l'individuazione della società di revisione che deve fare la revisione stessa. Invece, per quanto riguarda il primo capoverso della proposta n. 3, vengono accolte le lettere a), b) e c), che vengano Pag. 9riformulate nel modo che leggerò, mentre si è deciso di non prendere in considerazione la lettera d), in quanto questo tema va affrontato in una sede a sé stante, perché comporta una valutazione complessiva del tema del finanziamento ai gruppi e anche perché la proposta fatta dall'onorevole Vassallo la parametra all'indennità dei parlamentari, disciplina quest'ultima che è materia di riserva di legge e deve essere affrontata in modo coordinato con il Senato. Pertanto, vado a leggere la riformulazione della proposta di principio emendativo n. 3, che è la seguente. Una l'ho già letta ed era quella relativa all'ultimo capoverso, il secondo non viene accolto, mentre il primo viene così riformulato: «Per l'esplicazione delle loro funzioni ai gruppi parlamentari è assicurata la disponibilità di locali e attrezzature, secondo modalità stabilite dall'Ufficio di Presidenza, tenendo presenti le esigenze di base comuni ad ogni gruppo e la consistenza numerica dei gruppi stessi. È altresì assicurato annualmente a ciascun gruppo un contributo finanziario a carico del bilancio della Camera, unico e onnicomprensivo, a copertura di tutte le spese di cui al comma 4, incluse quelle per il personale, secondo modalità stabilite dall'Ufficio di Presidenza. Il contributo è determinato avendo riguardo alla consistenza numerica di ciascun gruppo».
Qui abbiamo ripetuto la formulazione attualmente presente nel Regolamento, considerandola più adatta a soddisfare l'esigenza che si vuole esprimere. Ancora: «Le dotazioni ed i contributi assegnati al gruppo Misto sono determinati avendo riguardo al numero e alla consistenza delle componenti politiche in esso costituite, in modo tale da poter essere ripartite fra le stesse in ragione delle esigenze di base comuni e della consistenza numerica di ciascuna componente».
Per quanto riguarda la proposta n. 4, è identica alla lettera d) della proposta Vassallo, quella a prima firma Bernardini, per cui vale il discorso che ho appena fatto per la proposta Vassallo e l'invito è che venga ritirata.
Sulla proposta n. 5, per quanto riguarda la lettera d), il Presidente ha già illustrato i motivi dell'inammissibilità. Riteniamo che la lettera b) sia intimamente connessa alla lettera d), e pertanto il giudizio è di non possibilità di valutazione.
Per quanto riguarda la lettera c), di fatto essa è già prevista, perché, quando si dice che i bilanci dei gruppi diventano allegati al bilancio della Camera, significa che la loro pubblicazione su Internet è assicurata già per legge. Viene, invece, accolto il principio emendativo della lettera e), così riformulato: «La decadenza di cui al presente comma è accertata con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, su proposta del Collegio dei Questori e comporta altresì l'obbligo di restituire le somme ricevute a carico del bilancio della Camera e non rendicontate, secondo modalità stabilite dall'Ufficio di Presidenza».

PRESIDENTE. Avverto che le proposte dei criteri direttivi saranno poste in votazione limitatamente alle parti che non sono già ricomprese nel nuovo testo predisposto dalla Giunta.
Passiamo all'esame della proposta Maurizio Turco n. 1.
L'onorevole Maurizio Turco ha facoltà di illustrare la sua proposta n. 1.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, chiedo scusa ai colleghi se abbiamo dovuto attendere due ore e mezza, ma credo che il lavoro della Giunta sia stato molto importante per noi, visto che tutti gli emendamenti, tranne uno su cui vi è una riserva illustrata dal relatore, sono stati, in qualche misura, accolti.
Purtroppo, erano gli unici emendamenti presentati, nel senso che, probabilmente, se avessimo discusso qui non dei principi, ma della riforma del Regolamento, sarebbe stato tutto un altro dibattito. Detto questo, signor Presidente, le vorrei chiedere una cosa: noi oggi stiamo discutendo di proposte di principi e criteri; quindi, ad un certo punto, il Regolamento verrà modificato.
L'approvazione della modifica del Regolamento della Camera, secondo la Costituzione, Pag. 10è facoltà unica della maggioranza dell'Aula. Quindi, vorremmo capire anche i tempi di questa presunta riforma. Noi stiamo adottando oggi non la riforma del Regolamento, ma dei principi per consentire alla Giunta di riformare il Regolamento, riforma che, a norma dell'articolo 64 della Costituzione, dovrà essere approvata da questa Aula. È così?

PRESIDENTE. Oggi stesso, onorevole Maurizio Turco.

MAURIZIO TURCO. Quando, signor Presidente, mi scusi?

PRESIDENTE. Onorevole Turco, lei è un deputato...

MAURIZIO TURCO. Lei prima...

PRESIDENTE. Onorevole Turco, se lei pone dei quesiti che non hanno ragione di essere, consentirà alla Presidenza di invitarla ad essere più attento. Non può dire che stiamo discutendo dei principi. Ho appena finito di dire che sarà votato oggi stesso il testo, non i principi.

MAURIZIO TURCO. Ma qual è il testo?

PRESIDENTE. Quello che è stato illustrato dal relatore! Proceda, onorevole Maurizio Turco.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, posso dirglielo in italiano? Questa è una truffa! Questa è una truffa perché noi siamo stati... (Commenti)
Sto parlando io adesso! Ho la parola!

PRESIDENTE. Onorevole Turco, la invito ad assumere un atteggiamento più rispettoso! Lei non può accusare di truffa né la Presidenza né la Giunta per il Regolamento. La invito a moderare il linguaggio!

MAURIZIO TURCO. Lo modero subito: si sta ripetendo quello che è accaduto sulla falsa riforma del finanziamento pubblico ai partiti. Sta succedendo la stessa cosa! Siamo stati qui convocati con questo documento: «proposte di principi e criteri», che, in quanto tali, ci sono state consegnate.
È inutile che, a 5 minuti dalla ripresa della seduta, ci portate «calda» questa fotocopia! Non ci interessa! Siamo stati convocati su altro, per votare su dei principi, tant'è vero che i nostri emendamenti non sono singoli, ma sono stati riformulati perché rappresentano dei principi!
Signor Presidente, abbiamo mantenuto, rispetto al merito, un solo emendamento, anzi due righe: «I deputati possono organizzarsi in gruppi secondo le affinità politiche». È un testo che abbiamo copiato dal Regolamento del Parlamento europeo, dal Regolamento del Parlamento francese e dal Regolamento del Parlamento spagnolo perché l'unico Parlamento che pone al centro delle proprie attività e della propria organizzazione i gruppi e non il deputato, da oggi, sarà il Parlamento italiano! Questo non possiamo accettarlo, signor Presidente.
È inutile continuare a parlare, come si continua a fare, di quanto è previsto dalla Costituzione, ossia di «soggetti necessari al funzionamento della Camera». I gruppi sono citati nella Costituzione, ma il passaggio che dovrebbe essere la nostra stella polare, è l'articolo 67, secondo cui «Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Già oggi questa Camera è nominata da un'oligarchia, già oggi - o, almeno, fino ad oggi - i gruppi sono stati un'oligarchia che ha sottratto all'insieme dei deputati, al singolo deputato, un potere che gli è riconosciuto dalla Costituzione sulla base di un mandato parlamentare. Potete anche decidere che, visto che il Parlamento è composto da nominati, quindi ciascuno di noi non ha alcun potere - se non quello, secondo voi, di dover ringraziare chi lo ha nominato -, di conseguenza, tutto il resto viene da sé: non ci sono più i deputati, nucleo centrale del Parlamento, ma si affida tutto ai gruppi.
Devo riconoscere che, accettando, per esempio, di pubblicare i bilanci dei gruppi Pag. 11su Internet, si è fatto un grande passo avanti, ma non rispetto alla vostra proposta di modifica del Regolamento. Voi ci avete proposto dei principi e su questo, signor Presidente, ci sarà l'autodichia. Fate quello che volete, come avete sempre fatto, ma noi non deflettiamo. Voi oggi ci avete proposto dei principi. La Costituzione parla chiaro. Il giochetto è che oggi ripresentate, a 5 minuti dall'inizio di questa sessione, rinviata di 2 ore e mezza, una fotocopia da cui la parola «principio» sparisce. Svolgiamo un dibattito di 3 minuti per la modifica statutaria? Non voglio chiamare per nome i membri della Giunta per il Regolamento a rispondere. Voi avete proposto una modifica del Regolamento o avete proposto dei principi che vi avrebbero consentito di poter modificare il Regolamento?
Per noi questa è la questione, tant'è vero che questo unico emendamento che vi chiediamo di approvare chiede solamente che i deputati abbiano la facoltà di organizzarsi in gruppi secondo le affinità politiche. La facoltà! Una volte esercitata questa facoltà, nulla devono perdere dei poteri che gli vengono riconosciuti dalla Costituzione e nulla devono acquisire in termini di potere interno.
Quindi, signor Presidente, mi scusi, glielo dico pacatamente, non è una risposta che lei può dare in termini di interlocuzione nell'ambito di un mio intervento. Io spero che i membri della Giunta abbiamo espresso l'unanimità su qualcosa di chiaro, cioè hanno espresso l'unanimità su dei principi o delle modifiche regolamentari. E noi chiudiamo il dibattito su delle modifiche regolamentari sulla questione relativa ai gruppi parlamentari, ai contributi ai gruppi parlamentari in pochi minuti. Oggi, il giorno successivo a quello che abbiamo visto accadere alla regione Lazio, ma che accade ovunque, dove cinque persone nell'ufficio di presidenza si raddoppiano i contributi, che facciamo oggi? Ci portate dei principi e in tre secondi diventano delle modifiche?

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Maurizio Turco.

MAURIZIO TURCO. Sto concludendo, Signor Presidente. Per cui noi chiediamo su questo un momento di riflessione. Vorremmo ascoltare la voce dei membri della Giunta. Vorremmo ascoltare la voce non dei relatori solamente, sono sicuro che c'è una risposta, sono sicuro che anche l'onorevole Bressa ha una risposta, ma la questione è un'altra. Vogliamo sentire la voce dei membri dei diversi gruppi della Giunta per il Regolamento che ci vengono a dire qui...

PRESIDENTE. Deve concludere.

MAURIZIO TURCO. ...che intendevano, con quel voto, proporre una modifica al Regolamento.

ANTONIO LEONE, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore. Signor Presidente, non ce l'ho io, la risposta, collega Maurizio Turco, e non ce l'ha solo e soltanto la Giunta, ce l'hanno i Regolamenti e ce l'ha quello che abbiamo fatto fino ad ora, perché c'è stata un po' di confusione.
Con tutto il bene che le voglio, debbo dire che lei ha fatto un po' di confusione, anche sui termini, perché la Giunta non ha portato nessun principio e criterio direttivo. I principi e i criteri direttivi in quest'Aula li ha portati lei, perché se invece di leggere le tre righe successive all'intestazione, avesse letto l'intestazione, si parla di proposta di modificazione al Regolamento. Noi abbiamo portato un articolato all'attenzione dell'Aula. Lei, attraverso i suoi principi, che sono proposte emendative, si chiamano per questo tipo di provvedimento «proposte di principi direttivi», lei ha portato all'attenzione della Giunta, e adesso dell'Aula, una serie di proposte emendative che avrebbe dovuto approvare.
Le dico di più: una parte di quei principi e di quelle proposte di principi direttivi che lei ha avanzato, noi li abbiamo Pag. 12accolti e li abbiamo trasformati in un articolato, il testo riformulato che ha accolto non solo la Giunta ma la Giunta per intero, all'unanimità, e che le ha letto il collega Bressa. Non solo, le dico anche che non le vengono tarpate le ali, perché tutto quello che lei dei suoi principi e delle sue proposte non ritrova nell'articolato, può tranquillamente chiedere che sia posto in votazione. Non c'è nessuna preclusione.
Lei sui termini ha fatto un po' di confusione, poi tirando in ballo tutta una serie di altre cose, chiedo scusa, che non c'entrano un bel tubo, autodichia e chi più ne ha più ne metta. Lei ha fatto un pout-pourri che, insomma, mi sembra sia un po' fuori da quello che stiamo facendo, per cui non abbiamo tarpato le ali a nessuno, il Regolamento è quello, noi abbiamo portato l'articolato, lei ha proposto delle modifiche ed alcune modifiche le abbiamo accolte e trasformate in articolato. Adesso, se vuole, può chiedere che sia posta in votazione le parte di quelle proposte che non abbiamo ritenuto di accogliere.

PRESIDENTE. Avendo l'onorevole Maurizio Turco illustrato la sua proposta, è evidente che intende porla in votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, le prenderò solo un minuto del suo tempo, non per entrare nel merito della proposta dell'onorevole Maurizio Turco, ma per una precisazione. Io sono orgoglioso di appartenere a questa Camera e penso ancora di svolgere il mio mestiere con serietà (Commenti dell'onorevole Maurizio Turco).
Noi alcuni mesi fa - onorevole Maurizio Turco, la prego, come io sono stato zitto quando interveniva lei, la prego di rimanere zitto mentre intervengo io - abbiamo votato, in questo Parlamento, una riduzione vera dei finanziamenti ai partiti politici, vera. Allora, quello che lei dice va bene per le trasmissioni televisive, ma abbia la compiacenza di avere rispetto per quei parlamentari che lavorano, e lavorano seriamente e che credono di aver fatto con quell'atto un atto giusto donando la metà di quei contributi (di 90 milioni), ai terremotati (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Popolo della libertà e Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Perché se anche qui dentro ci mettiamo ad usare toni da campagna elettorale o da trasmissione televisiva penso che non ci rimetta né un partito né l'altro, ma la democrazia in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, prendo la parola a nome dell'Italia dei Valori entrando nel merito della proposta formulata dai colleghi Radicali, perché poi non ho capito perché ci stiamo arrabbiando tanto in relazione ad un merito che a me pare condivisibile, per aver letto le stesse cose nei Regolamenti del Parlamento europeo e nei Regolamenti delle migliori democrazie parlamentari europee. In definitiva, cosa si chiede di inserire nei principi o nelle proposte o negli emendamenti (chiamateli come vi pare in italiano)? Cosa chiedono il collega Turco e gli altri colleghi Partito Radicale? Chiedono che, finite le elezioni, in Parlamento i deputati possano organizzarsi in gruppi secondo affinità politiche, se ci sono, per l'amore di Dio, ma comunque - ed è questa la prima norma che propongono - che d'ufficio e tanto per iniziare, all'inizio, si formi il gruppo così come c'era la lista elettorale, per far capire che si arriva qui e si sa da che porta di entra; nei successivi 30 giorni il parlamentare, posto che una lista può comprendere diversi gruppi, può dire in quale gruppo intende confluire oppure quale gruppo intende costituire; dopodiché però pone fine a questa variazione - mi sono «tenuto», Presidente - cui stiamo assistendo sia nelle Aule parlamentari sia nelle aule Pag. 13dei consigli regionali. Mi riferisco al fatto che nascono tanti gruppi, e sottogruppi, e ogni tanto se ne inventano uno, al di fuori di quella che è stata la volontà popolare.
Alla fine, la proposta dice: dopo 30 giorni ogni deputato ha il diritto di lasciare il gruppo, ma va in un unico gruppo misto che è quello dove appunto vanno tutti coloro che non si riconoscono in ciò per cui sono stati eletti dai loro lettori. Allora, se questo è il merito, non voglio entrare nella questione della polemica, mi chiedo perché noi non dobbiamo condividere il merito di questa proposta, che è un merito delle migliori democrazie europee, Parlamento europeo compreso. Mi chiedo perché non dobbiamo accettare di prevedere che un deputato, eletto dai cittadini in una lista, si costituisca in quella lista, si diano 30 giorni di tempo per verificare che la lista sia costituita da più gruppi, e dopodiché se rinnega il gruppo per cui è stato eletto e il voto che ha preso, se ne vada direttamente nel gruppo misto e non pretenda qui di costituirne un altro soltanto per fare la moltiplicazione dei pani e dei pesci, delle prebende e dei tempi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sereni. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, intervengo per spiegare le ragioni della contrarietà - mia e del mio gruppo - a questa proposta emendativa, a questo principio emendativo.
Le ragioni sono due. La prima è di metodo e io vorrei che il collega Turco la prendesse per quella che è. Su questa materia ci sono molte proposte del Regolamento, una a prima firma - credo Veltroni e Franceschini - che noi presentammo all'inizio della legislatura come norma antiframmentazione. Questa discussione della Giunta per il Regolamento ci ha consigliato di non affrontare questo tema in questa sede, e di limitare la proposta di modifica del Regolamento al tema dei gruppi e delle loro modalità di finanziamento e di rendicontazione dei bilanci. Poi c'è una ragione di merito, perché io vorrei, da questo punto di vista, dire perché non siamo d'accordo con questa formulazione.
Questa formulazione nella prima parte dice che il deputato eletto viene iscritto automaticamente al gruppo della lista dove è stato eletto, ma, nel comma successivo, smentisce immediatamente la prima affermazione dicendo che, entro trenta giorni, secondo affinità politiche, questo parlamentare può scegliere di andare da un'altra parte.
Noi sappiamo benissimo che si possono fare degli accordi elettorali e chiedere ai cittadini il voto per la lista in cui si è candidati, ma gli elettori vorrebbero che poi quei deputati o quei senatori eletti, una volta eletti, partecipassero all'attività di quel gruppo e di quel partito. Ciò significa automaticamente che si può fare una lista tutti insieme e appena entrati in Parlamento, anzi un mese dopo, fare sei gruppi. Credo che dobbiamo dire la verità agli elettori. Chi si presenta in un certo raggruppamento, in una certa lista, dovrebbe sapere prima quali sono le sue affinità politiche e, quindi, una volta eletto dovrebbe stare nel gruppo del partito e della lista che lo ha eletto, altrimenti va al gruppo Misto, come peraltro previsto dall'attuale Regolamento.
Quindi, c'è una motivazione di metodo e c'è una motivazione di merito per la quale noi, visto che questo principio rimane, voteremo contro il presente emendamento. Infatti, si dice una cosa, si fa intendere una cosa, ma poi il prodotto è esattamente un altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di principi e criteri direttivi Maurizio Turco n. 1.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. La Presidenza ha ricevuto la richiesta di votarla per parti separate, nel senso di porre in votazione inizialmente la parte della proposta riferita alla riformulazione del comma 01 dell'articolo 14, vale a dire Pag. 14fino alle parole: «affinità politiche» e successivamente la restante parte. Chiedo all'onorevole Maurizio Turco se intende confermare la richiesta.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, adesso votiamo la seguente frase: «i deputati possono organizzarsi in gruppi secondo le affinità politiche». Circa la parte seguente, la ritiro, tranne il punto a), quello che condivide la collega Sereni e lo votiamo a sé.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di principi e criteri direttivi Maurizio Turco n. 1, limitatamente alla parte riferita alla riformulazione del comma 01 dell'articolo 14. Per ulteriore chiarezza rileggo: «All'articolo 14, riformulare interamente il comma 01, prevedendo che i deputati possono organizzarsi in gruppi secondo le affinità politiche».
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 476
Votanti 471
Astenuti 5
Maggioranza 236
Hanno votato
27
Hanno votato
no 444).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
A questo punto, se ho ben compreso, vengono ritirate le lettere b) e c) della proposta e si vota, invece, la lettera a).
Indìco, quindi, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di principi e criteri direttivi Maurizio Turco n. 1, limitatamente alla lettera a).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 467
Votanti 463
Astenuti 4
Maggioranza 232
Hanno votato
25
Hanno votato
no 438).

Prendo atto che i deputati Servodio e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Rampelli, Pecorella e D'Antoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione della proposta di principi e criteri direttivi Beltrandi n. 2. Il secondo capoverso non è incluso nel testo. Prendo atto che i presentatori lo ritirano.
Passiamo dunque alla votazione della proposta di principi e criteri direttivi Vassallo n. 3. Le lettere a), b) e c) sono incluse nel testo; la lettera d) la ritira, onorevole Vassallo? L'onorevole Vassallo ha facoltà di illustrare la sua proposta di principi e criteri direttivi n. 3.

SALVATORE VASSALLO. Signor Presidente, a nessuno sfugge il crinale delicatissimo nel quale ci ritroviamo, dovendo disciplinare una materia che è all'attenzione dell'opinione pubblica, per ragioni note. Vi è la difficoltà di muoversi tra la tentazione di prendere posizioni demagogiche e la necessità anche di una seria riflessione, di un'autoriforma di alcuni meccanismi che non funzionano e vanno adeguati.
La mia personale impressione è che le scelte della Giunta per il Regolamento non Pag. 15siano del tutto adeguate a questo riguardo. Sono grato alla Giunta per il Regolamento per avere accolto in parte rilievi ed indirizzi che erano contenuti nelle mie proposte, seppure in misura insufficiente. In particolare, mi sembra apprezzabile che si introduca un principio di trasparenza riguardo agli organici dei gruppi, in maniera un po' vaga, a dire il vero. A me sarebbe sembrato preferibile che fosse chiara la necessaria pubblicità dell'organico, cioè del numero dei dipendenti, dei curricula e dei trattamenti economici dei dirigenti dei gruppi, un principio che, com'è noto, vale per tutte le amministrazioni pubbliche e non è chiaro perché non debba valere anche per l'istituzione di cui facciamo parte.
È stato persuasivamente argomentato che la soluzione scelta dal Regolamento, di affidare ad un'unica società il controllo dei conti, sia da certi punti di vista più garantista. Naturalmente nel dire questo si dice che questa soluzione è più garantista, più rigorosa di quella che questa stessa Aula ha approvato con riferimento al controllo dei bilanci dei partiti politici. Infatti la mia ipotesi era semplicemente di riprodurre nel Regolamento della Camera il medesimo tipo di principi e vincoli fissati per il controllo dei bilanci dei partiti politici. Trovo opportuno e sono grato alla Giunta per il Regolamento di aver accettato questo principio, secondo cui i fondi trasferiti ai gruppi parlamentari siano fatti confluire in un unico fondo onnicomprensivo, rendendo così chiaro che non possono esser usati altri canali per trasferire fondi, rendendo in questo modo evidente qual è l'entità complessiva del finanziamento.
C'è un principio che non è stato preso in considerazione e che capisco essere abbastanza impegnativo, che era fissato nella mia proposta di principi direttivi e che a mio avviso invece sarebbe stato molto utile introdurre, cioè quello secondo il quale la dotazione di risorse per i gruppi non può comunque superare, per entità, la metà delle risorse che vengono attribuite per l'esercizio del loro mandato - naturalmente per i contratti di collaborazione e per le spese generali - ai singoli parlamentari. Questo per due fondamentali ragioni: la prima perché va stabilito un equilibrio tra le risorse che vengono assicurate ai singoli parlamentari perché possano esercitare individualmente la loro funzione e quelle che vengono messe in capo ai gruppi. Ci deve essere un equilibrio ragionevole, non può essere che i gruppi gestiscano risorse di gran lunga superiori a quelle che sono le disponibilità dei singoli parlamentari e che garantiscono loro autonomo esercizio del mandato.
La seconda ragione per cui questo principio sarebbe stato salutare è che in questo modo non solo ci sarebbe stato un abbattimento sostenibile del complesso dei contributi dati ai gruppi, ma ci sarebbe stato anche un incentivo a riequilibrare le diverse voci dei fondi che vengono attribuiti ai parlamentari, cosa di cui credo si debba continuare a discutere. Potremmo farlo.
La Camera potrebbe farlo nel corso dell'esame della proposta di legge di iniziativa popolare n. 5105 e abbinate perché lì c'è un altro problema che dobbiamo risolvere: quello di ridurre la dimensione delle risorse messe nella totale disponibilità dei singoli parlamentari che spesso diventano impropriamente reddito personale o finanziamento pubblico indiretto ai partiti e aumentare invece la quota di quelle risorse che servono effettivamente per l'esercizio del mandato, a cominciare dalle risorse gestite dalla Camera per i collaboratori che devono ricevere, come stiamo anche per sancire con una norma incompiuta ma utile, un trattamento economico dignitoso. Ciò detto, in ossequio alla disciplina di gruppo, ritiro la proposta.

PRESIDENTE. Comunico che la proposta di principi e criteri direttivi Bernardini n. 4 è stata ritirata; comunico inoltre che la proposta di principi e criteri direttivi Farina Coscioni n. 5, con eccezione della lettera d), è ammissibile e che la lettera e) è già inclusa nel testo. Prendo atto che l'onorevole Farina Coscioni non insiste per Pag. 16la votazione e quindi la proposta di principi e criteri direttivi n. 5 si intende ritirata.

(Dichiarazioni di voto - Doc. II, n. 24)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul testo del Doc. II, n. 24, come riformulato dalla Giunta per il Regolamento nella riunione odierna.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brugger. Ne ha facoltà, per due minuti.

SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, le modifiche al Regolamento introducono una più severa e meno discrezionale disciplina dei gruppi parlamentari nella loro costituzione, nelle regole da definire con l'approvazione dello statuto e nell'amministrazione delle risorse loro conferite e sono condivise dalle minoranze linguistiche, anche se sarebbe stato auspicabile cambiare il Regolamento in tempi non sospetti perché le proposte anche organiche risultano depositate da molto tempo e dunque non avremmo dato l'impressione di seguire gli avvenimenti. È giusto operare per una trasparente e coerente gestione delle risorse e nel contempo tutelare i gruppi parlamentari quali soggetti necessari al funzionamento della Camera, perché diversamente dai partiti politici i gruppi sono organi istituzionali e non associazioni fra privati. È per questa ragione che l'attribuzione di risorse ai gruppi avviene in relazione al loro ruolo e all'attività parlamentare. Con queste modifiche si interviene rispettando l'autonomia dei gruppi e chiamandoli ad una assunzione di responsabilità con definizione dello statuto attraverso cui indicare l'organo competente ad approvare il rendiconto da predisporre secondo criteri analoghi per tutti i gruppi parlamentari e con la certificazione dei bilanci affidata ad una società di revisione esterna. Come detto, noi condividiamo questa impostazione.
Quale presidente del gruppo Misto devo peraltro rilevare che le modifiche regolamentari oggi in discussione pongono seri problemi attuativi in ragione dell'autonomia delle componenti politiche e delle funzioni di garanzia che la presidenza del gruppo ha nei loro confronti. È dunque opportuno, come hanno ribadito l'onorevole Bressa e anche l'onorevole Leone, che apposite disposizioni siano dettate per il gruppo Misto. Ribadisco il voto favorevole delle Minoranze linguistiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà, per tre minuti.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, talvolta la cronaca in scala minore e meno altisonante della storia si diverte a ironizzare con la politica e con le sue insufficienze. È, come si dice, il caso di specie; il dibattito sulla questione dei sostegni alla vita dei gruppi e delle loro verifiche non poteva capitare in un momento più topico, a ridosso dunque di ciò che sta accadendo nella regione Lazio, di quel che potrebbe accadere in altre importanti regioni, di ciò che è accaduto nei partiti nazionali dopo l'epidemia dei tesorieri infedeli, di quel che ha detto e continua a dire a noi tutti la Corte dei conti, di quel che la pubblica opinione denuncia esprimendo il sentimento di un popolo sferzato da una terribile crisi economica.
Vengo da una lunga storia politica, la mia formazione si interseca con la cultura di partito e sono convinto che non esista salvezza per la politica al di fuori dell'esperienza democratica del partito. Ma il partito e la sua proiezione nel Parlamento, il gruppo parlamentare, vive del consenso e della condivisione della sua base, della dialettica democratica tra i suoi militanti e della legittimazione che i suoi dirigenti ricevono dal popolo e dagli elettori.
Il partito non è un'impresa economica, non è uno strumento per intercettare danari, non è un sigillo per l'autoreferenza degli oligarchi: il partito o è democrazia viva o non è, e la trasparenza è parte fondamentale di questa sua naturale vocazione democratica. Sarebbe stato dunque Pag. 17un gravissimo errore non sottoporre al vaglio degli istituti di certificazione i rimborsi. In verità, noi continuiamo a ritenere che tale ruolo di verifica debba essere consegnato alla Corte dei conti: se i denari che i partiti e i gruppi percepiscono sono pubblici, è giusto che sia la più alta magistratura contabile a verificarli. Un gesto, comunque, è stato compiuto, nel senso di evitare che siano gli stessi percettori dei contributi a certificare sé stessi in perfetta autodichia. Questo gesto va incoraggiato e per questa ragione il gruppo dei deputati di Alleanza per l'Italia voterà questa modifica al Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gava. Ne ha facoltà, per tre minuti.

FABIO GAVA. Signor Presidente, i Liberali per l'Italia esprimeranno ovviamente un voto favorevole alla proposta della Giunta per il Regolamento oggi all'esame dell'Assemblea. In particolare, valutiamo positivamente e con grande favore la norma che ha introdotto il controllo esterno, effettuato da un'unica società di revisione legale. Ciò perché questa scelta garantisce criteri di uniformità, criteri di indipendenza e anche criteri di assoluta trasparenza, essendo prevista, tra l'altro, la rinnovabilità per una sola volta dell'incarico effettuato attraverso una procedura di gara pubblica di tipo europeo. Sulla base dei principi che erano stati presentati per la discussione odierna, riteniamo che il nuovo testo, che ha tenuto conto in larga parte di tali principi, sia ulteriormente migliorato e, quindi, la modifica del Regolamento che oggi viene valutata dall'Assemblea comporta certamente una maggiore trasparenza e un maggior controllo dell'utilizzo di questi fondi nella disponibilità dei gruppi. Con la proposta vengono definiti, tra l'altro, per la prima volta, i gruppi e, soprattutto, vengono individuati gli scopi a cui i contributi sono destinati, che, si precisa, riguardano esclusivamente l'attività parlamentare, funzioni di studio, editoria, comunicazione e funzionamento degli organi e delle strutture dei gruppi. Va infine precisato - perché lo ritengo molto importante, considerato il grande clamore che proprio in questi giorni, in queste ore, la materia ha avuto per le vicende che sono note - che questa iniziativa era partita, per stimolo da parte dei Questori della Camera, il 5 luglio 2012, e, quindi, in epoca assolutamente non determinata e non suggestionata dai fatti di queste ore. Questo lo voglio dire, perché mi sembrerebbe un atto di non lealtà, nei confronti dello sforzo importante che la Giunta e la Camera stanno facendo, pensare che tutta questa attività sia oggi effettuata sulla spinta e sul peso di quello che sta avvenendo in altre istituzioni. Per questo motivo, quindi, proponiamo il voto favorevole sulla proposta presentata dai relatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per dieci minuti.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, credo preliminarmente, se non si recupera un forte senso delle istituzioni e un senso altrettanto alto dell'etica in politica, che non vi sono norme che tengono per evitare i ladrocini a cui abbiamo assistito e di cui siamo stati spettatori. Ciò detto, il voto dell'Italia dei Valori sarà favorevole a questa modifica del Regolamento della Camera concernente le regole del finanziamento dei gruppi, in quanto è vero che vi è stato un iter estremamente laborioso ed anche perfettibile - come dirò tra un po' -, ma è sicuramente una risposta forte della politica al momento che stiamo vivendo.
Devo anche dire con un certo orgoglio che l'Italia dei Valori è stata importante in questo iter, in quanto, a parte quest'ultima tornata di principi, emendamenti, chiamiamoli così, siamo stati gli unici a presentare emendamenti che, ringrazio gli altri componenti della Giunta, sono stati ammessi. L'articolo 14, nuovo comma 01, prevede un sorta di struttura privatistica dei gruppi e questo consente di non invocare Pag. 18l'autodichia quando sarà introdotto - e questo è stato previsto da un nostro emendamento - il controllo della società di revisione.
Si tratta di un'unica società di revisione proprio per evitare che i controlli vengano fatti con principi e parametri diversi. Quindi, giustamente è stato bocciato un emendamento che avrebbe consentito a ciascun gruppo di acquisire una diversa società di revisione. Ora l'iter quale sarà? E anche questa è stata una modifica importante. Ciascun gruppo voterà il proprio bilancio, questo bilancio dovrà essere certificato, dovrà essere revisionato e controllato dal Collegio dei Questori, che nella vecchia formulazione era il terminale ultimo, oggi invece, grazie a un nostro emendamento, il terminale ultimo sarà l'Ufficio di Presidenza, dove tutti i gruppi sono rappresentati, e quindi aumenta il livello del controllo.
Qui introduco il primo argomento della perfettibilità. L'ho già detto ieri in sede di discussione sulle linee generali: noi avremmo voluto - e spero che ci si possa tornare sopra in congiunta con il Senato, come mi è stato detto oggi all'Ufficio di Presidenza - un controllo finale della Corte dei conti, così come avevamo richiesto fosse per quanto riguarda il finanziamento pubblico dei partiti. Ciò in quanto crediamo che un ulteriore controllo esterno di un organo così deputato al controllo dei conti, lo dice il nome stesso, come la Corte dei conti, sarebbe estremamente favorevole.
Allo stesso modo prendo per buono l'auspicio che è stato fatto dai relatori - se n'è parlato in Ufficio di Presidenza - affinché si provveda, in sede di approvazione del bilancio, a un'ulteriore riduzione del costo dei gruppi, così come era stato auspicato dall'emendamento Vassallo e da quello dei Radicali, ma anche noi dell'Italia dei Valori lo abbiamo detto più volte, in quanto deve essere certamente garantita la funzionalità minima di base dei gruppi (gli uffici legislativi, gli uffici stampa, le segreterie) e un minimo di rappresentazione esterna del lavoro che viene fatto, ma non più di quello e certamente per una spesa inferiore ai 35 milioni di euro che attualmente vengono spesi.
Altra cosa importantissima che andiamo ad approvare oggi è la pubblicità sia dei dipendenti dei gruppi sia degli stipendi sia delle spese che vengono fatte. Sebbene demandata ai modi che i gruppi decideranno statutariamente con proprio regolamento, si fissa però il principio che tale pubblicità è assolutamente ineludibile. Quindi, se metteremo poi le mani - e c'è stato un importante dibattito all'inizio della trattazione in Aula di questa materia - rapidamente alle norme antiframmentazione, non capisco perché oggi non abbiamo comunque voluto dare un segnale in tal senso - ma auspico che questo segnale venga dato quanto prima -, perché avremmo fatto forse meglio.
In ogni caso - lo ripeto - questa modificazione laboriosa ha visto una nostra partecipazione attiva anche - lo ricordo in fondo - per quanto riguarda i tempi dell'entrata in vigore, che con i colleghi della Giunta abbiamo condiviso dover essere i più rapidi possibili, immediati, una volta adempiuta la gara per la società di revisione, quindi auspicabilmente in questa legislatura, al massimo con l'inizio della prossima legislatura.
Credo che possiamo dire di aver svolto un buon lavoro e aver dato una buona risposta che spero potremo rapidamente migliorare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo per ringraziare lei e tutta la Giunta per il Regolamento per il lavoro fatto. È chiaro che ci sono altre questioni ed altri temi aperti che andranno affrontati in una revisione complessiva del Regolamento, ma qui si trattava di affrontare una questione specifica, di usare l'autogiurisdizione in modo virtuoso e stabilire, nella totale sovranità della Camera naturalmente, regole che Pag. 19oggi non ci sono e che è sacrosanto introdurre riguardo la definizione giuridica dei gruppi, la necessità di adottare statuti per i gruppi, procedure per i gruppi, procedure di approvazione e di rendicontazione dell'utilizzo dei fondi che la Camera assegna.
Credo sia stato - poi tutto in futuro potrà naturalmente essere migliorato - definito un quadro giuridico che dia certezze necessariamente relative, ma certezza vere, sull'uso appropriato dei fondi pubblici, sulla trasparenza delle decisioni di spesa prese, sulla necessità di rendicontazione. Credo che sia stato opportuno prevedere la società di revisione.
Poi si può discutere, ma credo che la scelta fatta di assegnare la revisione ad una società titolata esterna alla Camera, una sola scelta con bando ad evidenza pubblica da parte della Camera stessa, fosse migliore di quella di consentire a ciascun gruppo di scegliere il proprio certificatore. Poi bisognerà controllare il certificatore naturalmente, ma vengono previste anche delle sanzioni - e questo credo che sia un ulteriore elemento positivo - per coloro i quali non rendicontano nei tempi e nei modi previsti i bilanci dei propri gruppi parlamentari.
È chiaro, ma questo lo affronteremo nel corso della definizione del bilancio, che lo sforzo e la direzione deve essere quella per una riduzione dei fondi complessivi, oltre che di una regolamentazione nell'uso e della previsione di obblighi formali specificati di rendicontazione. Credo che quello che accade oggi sia un passo importante, che naturalmente, apprezzate le circostanze, dobbiamo rivendicare semplicemente come atto dovuto, forse tardivo.
Penso però che possa essere - ieri lo richiamava il collega relatore Calderisi - anche un modo per dare dalla Camera una qualche indicazione (non vorrei dire un esempio) anche alle assemblee legislative regionali sul fatto che tutto quello che accade e che vediamo come minimo deve servire ad approntare subito, consci del ritardo con cui lo si fa, regole che, se magari qualche decennio fa qualcuno riteneva non fossero nemmeno necessarie, oggi sono doverose ed urgenti anche, oltre che per la Camera (avendolo approvato lo possiamo dire), probabilmente per le regioni.
Quindi, si tratta di un passo giusto, importante e doveroso, a cui dovranno seguire altri passi di riforma dei regolamenti parlamentari. Credo che sia un pezzo delle cose che l'opinione pubblica ci chiede. È una risposta da rivendicare a voce bassa, ma pur sempre un passo importante (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dionisi. Ne ha facoltà.

ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, abbiamo già svolto e approfondito sia in sede di Giunta che nell'Aula alcuni temi che oggi voglio di nuovo, brevemente, sottolineare. È necessario, così come la Giunta si è determinata, procedere ad una revisione organica del Regolamento parlamentare.
Credo che il Vicepresidente Leone su questo stia lavorando. Si tratta di un progetto ambizioso che consiste nell'arrivare, prima della fine di questa legislatura, ad avere un nuovo Regolamento, più aderente anche alle necessità di decisioni più rapide che questo ramo del Parlamento deve assumere, in attesa di riforme costituzionali più ampie. Quindi, è un progetto ambizioso che sollecito di nuovo per portarlo avanti, cercando di completarlo in questa legislatura.
Ritengo che il provvedimento che stiamo esaminando sia anche un completamento della legge sui rimborsi che il Parlamento ha già approvato, dimezzando il finanziamento sui rimborsi ai partiti. Questo è stato poi utilizzato per una finalità, come ricordava il capogruppo Galletti, ossia per aiutare i terremotati dell'Emilia. Ma, oggi la domanda, che viene dall'opinione pubblica e dai nostri cittadini, è che vi sia un maggior rigore e pubblicità sulla utilizzazione dei fondi pubblici. Quindi, questa proposta va nella Pag. 20direzione di dare questa risposta e di completare la parte della riforma che ha riguardato i partiti e che interessa, in questo momento, anche l'utilizzazione dei fondi destinati ai gruppi.
Credo che la modifica che stiamo discutendo non sia il frutto di una spinta emotiva che viene dai fatti vergognosi che abbiamo appreso sulla regione Lazio, ma che nasce proprio da una consapevolezza, che la Giunta ha avuto, di dare una risposta alle esigenze di rigore e di pubblicità dei finanziamenti destinati ai gruppi. Voglio ricordare e sottolineare che la modifica è stata presentata dal Collegio dei questori il 5 luglio. Il Presidente Fini ha convocato la prima riunione della Giunta per il Regolamento il 31 luglio. La Giunta ha discusso e approfondito alcuni temi. Quindi, questa proposta di modificazione al Regolamento non nasce da spinte che sono venute in queste ore, ma proprio dalla consapevolezza di dare questa risposta.
Credo che questo Parlamento abbia fatto bene oggi a raccogliere questa sfida e ad assumere provvedimenti per modificare regole e comportamenti, con rapidità e serietà, su un aspetto fondamentale, che è quello dell'utilizzazione dei finanziamenti pubblici. Credo che sia inutile continuare a disquisire se i gruppi abbiano una natura privatistica o pubblicistica. Sono delle quisquilie, delle sottigliezze che in questo momento non sarebbero comprese. Invece, dobbiamo procedere con l'obiettivo fondamentale di dare legalità, rigore e trasparenza.
Vorrei qui richiamare, come ha fatto già qualche collega, la proposta che ieri è venuta nel corso della discussione sulle linee generali, ossia che queste norme, che la Camera si appresta ad approvare, vengano estese, con tutti i limiti di cui all'articolo 5 e magari, come diceva il collega Calderisi, attraverso la convocazione nella Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, a tutte le regioni italiane, perché credo che ve ne sia bisogno. Penso e mi auguro che sia solo il Lazio, ma non credo che sia solo il Lazio. Pertanto, auspico che vi sia la possibilità di avere un'uniformità, anche in questo senso, all'interno del sistema regionale.
Il dibattito dell'Assemblea credo che sia servito anche a dare un ulteriore contributo di miglioramento, che la Giunta ha raccolto. Va dato atto ai due relatori del lavoro svolto anche per cercare, alla fine, un testo condiviso al massimo da quest'Aula. Credo che sia stato un lavoro importante, serio e responsabile, perché assicura intanto un controllo esterno, attraverso una società di revisione individuata attraverso gara ad evidenza pubblica dall'Ufficio di Presidenza. Ma assicura, soprattutto, non solo il rigore e la pubblicità dei bilanci ma anche un'omogeneità di giudizio e di comportamenti che ogni singolo gruppo deve avere.
Quindi, ritengo che quello svolto sia stato un lavoro importante, che va nella direzione giusta per dare una risposta non solo all'interno dell'Aula, ma anche all'opinione pubblica.
A nome dell'UdC, esprimo una valutazione positiva sul testo sottoposto alla nostra attenzione e annuncio il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, ringrazio anch'io i colleghi della Giunta e la Presidenza per il lavoro che è stato svolto nel trovare un equilibrio assolutamente fermo in quelli che saranno i futuri controlli e le verifiche che verranno effettuati sui gruppi parlamentari.
Vorrei però sottolineare un aspetto subito, in modo che non ci siano poi confusioni colpevoli, come ci sono state in questi giorni: l'entrata in vigore di questa modifica del Regolamento è immediata. L'Ufficio di Presidenza della Camera ha il mandato preciso e specifico di muoversi subito per rendere attuativo questo nuovo Regolamento, in modo tale che fuori si capisca bene quello che stiamo facendo. Infatti, mi sembra che, ogni tanto, anche Pag. 21noi attendiamo sollecitazioni, o meglio sollecitazioni negative perché questa Camera è da un po' che ha iniziato il suo percorso di autoriforma. L'abbiamo fatto in questa legislatura, parlando anche del ruolo dei parlamentari, facendo senza preoccupazione già dei tagli importanti e parlando di una nuova situazione riguardante la previdenza dei parlamentari. Non si dica più che i parlamentari prendono le pensioni milionarie perché qua ci siamo messi alla pari degli altri lavoratori.
Ma torno al merito di questa modifica del Regolamento. Innanzitutto, non c'è stato alcun passo indietro della Camera. Lo diciamo con chiarezza, lo diciamo qua e lo diciamo anche alla stampa. Qua c'è stato un miglioramento del testo iniziale proposto, grazie al lavoro di questa Giunta per il Regolamento. Abbiamo, con chiarezza, inserito dei profili innovativi: è sicuramente innovativo, finalmente, dopo tanti anni, inserire nel Regolamento della Camera la definizione di «gruppi parlamentari», dando ad essi un profilo preciso di rapporto con la Camera e con i partiti. Facciamo un lavoro che è innovativo, quando ci immaginiamo che siano essi delle associazione di parlamentari con la chiarezza della volontà politica, senza che si vada ad «orpellare» in modo rococò su altre cose.
Si tratta di associazioni di parlamentari che trovano, all'interno di questa definizione, un profilo di livello europeo. Ogni tanto, bisogna anche avere l'orgoglio di dire che si fanno delle cose ben fatte, non è che per forza quello che fa la Camera dei deputati deve essere necessariamente negativo, anzi, con questa modifica, ci portiamo addirittura dinanzi ad altre situazioni di livello europeo perché inseriamo una serie di controlli che sono puntuali ed attenti. Oltre a quello che la Giunta ha deciso, non facendo un passo indietro, cioè di percorso, di un controllo puntuale interno, aggiungiamo anche la certificazione esterna. Qui non si dica che poi sarà una cosa effimera perché il fatto di aver fortemente voluto che il revisore certificatore fosse uno per tutti i gruppi parlamentari chiarisce che l'omogeneità del controllo è garantita: controlli uguali per tutti.
Noi abbiamo solamente un appunto: avevamo pensato anche noi, anzi avevamo stimolato la Giunta, nell'immaginarci che la Corte dei conti potesse, in qualche modo, intervenire. Ma insistiamo su questo punto: lo lasciamo, anche come mission, se così si può dire, all'Ufficio di Presidenza.
Ebbene, noi riteniamo che l'Ufficio di Presidenza possa usufruire dell'alta consulenza della Corte dei conti per definire un codice dei principi contabili a cui attenerci nel momento in cui facciamo i bilanci, quindi un'unica verifica interna, un unico revisore ed un unico modo per redarre i bilanci. Tutti insieme e tutti uguali.
Certo, fuori magari ci saranno ulteriori sollecitazioni, noi le abbiamo accolte tutte le sollecitazioni esterne. Immaginiamo anche, però, che ci debba essere sul lavoro fatto oggi in Aula, non dalla Giunta ma dal Parlamento, da tutta la Camera dei deputati, la stessa forma di chiarezza che dev'essere fatta quando la Camera dei deputati si esprime in modo trasparente. Basta stupidaggini, non si confonde volutamente il finanziamento dei partiti con la disciplina dei gruppi; è inaccettabile da parte di certa stampa continuare a fare questi giochetti! Non ci stiamo più! Si dica quello che si fa sennò si cambi mestiere.
Con questo e con un ulteriore ringraziamento per il lavoro svolto - mi dispiace che oggi ci siano stati alcuni equivoci, ma credo che siano superati - io penso che diamo una dimostrazione anche ai colleghi - come è stato detto prima - di altre assemblee, ci poniamo con la massima chiarezza davanti ai cittadini che ci hanno eletti e pensiamo che questa sia la strada giusta. Non ci fermiamo. Ho sentito tutti i colleghi della Giunta dire che è un altro ulteriore passo, andiamo avanti a riformarci. Abbiamo bisogno di lavorare ancora, la Giunta per il Regolamento sta svolgendo un lavoro importante ed istruttorio su quella che sarà anche una verifica Pag. 22dei percorsi parlamentari rispetto ad uno snellimento che indubbiamente inciderà, anche riducendo determinate situazioni, sulla riduzione dei costi, quindi per noi oggi si tratta di un voto favorevole a un buon lavoro, un lavoro orgoglioso e che sicuramente potrà essere preso ad esempio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch'io vorrei esprimere un ringraziamento ai relatori e al lavoro compiuto dalla Giunta. Il provvedimento che stiamo per approvare fa compiere un passo avanti su due punti essenziali per ciò che riguarda la vita dei gruppi parlamentari, essi riguardano la trasparenza e la responsabilità.
Noi su questo ci eravamo mossi, avevamo sollecitato - come ha ricordato la collega Sereni ieri nel suo intervento - già nel mese di aprile il presidente del nostro gruppo Franceschini aveva invitato la Presidenza ad attivarsi per arrivare a una diversa regolamentazione della vita interna dei gruppi. Oggi noi licenziamo un provvedimento che sostanzialmente determina, attraverso l'approvazione del bilancio da parte dei gruppi, la certificazione di una società esterna e il fatto che si allegheranno i bilanci dei gruppi al bilancio della Camera, rendendo tutto ciò consultabile online, un quadro di trasparenza che credo debba essere riconosciuto. Quindi, questo è un passo avanti estremamente significativo.
Noi stiamo parlando, colleghi, dei gruppi parlamentari, che sono il raccordo tra la volontà politica dei partiti e il tradursi di questa a livello istituzionale, dove c'è quell'equilibrio che è stato sempre rispettato tra ruolo e funzione del singolo parlamentare e la volontà politica espressa in proposte di carattere legislativo che provengono dall'ispirazione dei partiti a cui si appartiene.
Il gruppo parlamentare cioè ha un rilievo, anche dal punto di vista costituzionale, che non può essere dimenticato né negato. Questo provvedimento segue altri provvedimenti che sono stati adottati dalla Camera. Vorrei ricordare per tutti il dimezzamento del finanziamento, avvenuto solo pochi mesi fa, la revisione iniziata per ciò che riguarda i parlamentari, mi riferisco alla questione dei vitalizi e anche alle questioni cui si è fatto riferimento nel dibattito pochi minuti fa.
Vi sono leggi che consentiranno di definire meglio il quadro più complessivo di riorganizzazione della funzione dei gruppi parlamentari e dei singoli parlamentari. Ma non può sfuggirci, colleghi, che questo provvedimento, come altri, si colloca in un momento che deve indurre tutti ad una riflessione molto attenta: quello che sta accadendo nel mondo della politica e delle istituzioni presenta aspetti devastanti. Mi riferisco alle vicende di questi giorni della regione Lazio, a quello che accade dal punto di vista della perdita del rigore e della sobrietà, che riguardano coloro che sono impegnati in politica. Qui vorrei invitare tutti i gruppi: è una questione che non ha attinenza diretta con quello che stiamo approvando oggi, ma non vi siano più ostacoli e si proceda ad approvare la legge contro la corruzione e si diano dei segnali in cui si faccia intendere che questo mondo politico è impegnato a tornare in un percorso che ci riavvicini a quella parte più sensibile dell'opinione pubblica, che certo oggi è sconcertata.
Vorrei concludere, colleghi, ricordando che i costituenti avevano ben chiara la concezione della politica. Se si rileggono gli interventi di esponenti di vari gruppi all'Assemblea costituente non solo sulla funzione dei partiti, ma del Parlamento, in essi si intuiva come la vita politica coincideva anche con l'essenza della vita morale. Noi siamo molto lontani da quei tempi, ma a noi spetta il compito di dare esempio di sobrietà e rigore, se non vogliamo diventare complici di un'emergenza democratica, che si staglia all'orizzonte sospinta dai venti dei vari populismi. Per Pag. 23quanto ci riguarda, questo sarà un impegno prioritario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leone. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà su questo provvedimento importante e direi epocale. È la prima volta che una Camera si dota di regole scritte rigorose sulla gestione economica e finanziaria dei gruppi e sui relativi controlli e che si impongono misure severe e rigorose.
Non posso però in questo contesto non ricordare ancora una volta quanto certa stampa abbia mistificato il senso del lavoro della Giunta per il Regolamento della Camera, attribuendo ad essa intenzioni e significati inesistenti ed infondati e agitando tempeste in un bicchiere d'acqua per fomentare ancora una volta l'antipolitica e direi la demagogia. Le carte dei lavori preparatori e delle discussioni in Giunta sono chiare e rendono giustizia ad una riforma importante e molto innovativa. Riforma che è partita da un'iniziativa dei colleghi questori, a loro volta mossi da una comune volontà dell'Ufficio di Presidenza. La riforma è stata sostenuta sempre dal Presidente della Camera, che è anche presidente della Giunta, che ha introdotto il dibattito in Giunta e ne ha assicurato convocazioni, direi, «a raffica» per concluderlo rapidamente.
Con il collega Bressa, come relatori, abbiamo registrato e guidato questo processo di costruzione condivisa del testo, che è avvenuta, per così dire, a strati, seduta per seduta, ed oggi possiamo veramente dire di essere soddisfatti del lavoro svolto, a partire dal fatto che la disciplina normativa individuata con questa riforma è la più aderente possibile alla realtà istituzionale dei gruppi come configurata nel nostro ordinamento.
Eravamo e siamo convinti della bontà del sistema prefigurato dalla proposta, confermato in tutte le successive stesure, che attribuisce il fondamentale compito del controllo dei rendiconti ai Questori con l'ausilio delle strutture della Camera, concentrando, dunque, l'attività di controllo in organi ex professo competenti sui bilanci della Camera, qualificando tale attività in modo stringente e rigoroso ed estendendo ai rendiconti dei gruppi le garanzie di conoscibilità e trasparenza già oggi assicurate al conto consuntivo della Camera, pubblicità on-line innanzitutto.
Ciò in coerenza con la particolare configurazione dei gruppi e con le funzioni che essi esercitano, e con l'accordo di tutti. A questo tipo di controllo ne abbiamo, poi, aggiunto un altro, quello della società di revisione esterna, individuata dall'Ufficio di Presidenza con regolare procedura ad evidenza pubblica. Questo abbiamo fatto raccogliendo, anche qui, un'esigenza condivisa unanimemente in Giunta: quella, cioè, di fugare ogni sospetto, di fronte ad una campagna mediatica aspra ed in malafede, evitando di dare alibi a chi la alimenta e cerca di seminare sospetti ingiustificati nell'opinione pubblica, come quello che i gruppi abbiano voluto sottrarsi ad un controllo efficace e rigoroso.
Non era e non è così! Lo dimostra la lettura dei vari passaggi di riscrittura dei testi. Tuttavia, per rassicurare tutti e per sradicare qualunque pretestuosa polemica, siamo intervenuti per prevedere un ulteriore passaggio di controlli, che non ha alterato l'impianto complessivo della riforma, sempre confermato in Giunta, e, anzi, così rafforzato.
L'esame in Assemblea, anche alla luce dell'ulteriore riformulazione odierna del testo, che recepisce alcuni principi emendativi, ha confermato che il lavoro fatto in Giunta è stato buono ed è stato raggiunto un punto di equilibrio saggio, direi.
Il risultato di questo lavoro ci fa guardare con ottimismo anche ai prossimi mesi di lavoro che ci separano dalla fine della legislatura, che potrebbero costituire il momento migliore - faccio, in questo senso, appello ai gruppi e raccolgo anche l'appello fatto dal collega Dionisi - per un confronto in Giunta su ulteriori migliorie da apportare al Regolamento, che, modernizzando Pag. 24alcune procedure, rendendole anche meno dispendiose (ricordo al collega Favia che la spesa per i gruppi parlamentari è stata oggetto di misure di contenimento deliberate dall'Ufficio di Presidenza sin dal 2011: in particolare, è stato ridotto del 10 per cento, in ragione d'anno, dal 2012 al 2015, il contributo per il funzionamento dei gruppi, per un risparmio complessivo di oltre quattro milioni di euro) e restituendo tempestività ed efficienza all'azione della Camera e alle sue decisioni, senza stravolgere l'impianto complessivo delle sue regole, possano, al contempo e finalmente, restituire fiducia agli elettori e credibilità alle nostre istituzioni. Ringrazio lei, signor Presidente, e tutti i colleghi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà per due minuti.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, non credo che ci si possa fermare ai soldi elargiti ai gruppi, quando parliamo di controlli esterni. Già, perché vorrei far presente che lunedì e martedì prossimi discuteremo e voteremo il bilancio interno della Camera dei deputati, in un «dibattito» farsa che si ripete anno dopo anno.
Abbiamo ricevuto oggi, perché è stato pubblicato sul sito della Camera - sapete che cosa? - il bilancio preventivo del 2012! Siamo a settembre: oggi abbiamo in mano il bilancio preventivo del 2012, che saremo chiamati a discutere. E poi, da un anno all'altro, ci ritroviamo con un nuovo regolamento di amministrazione e contabilità, cioè quel regolamento che è stato occultato per decenni e che, grazie al Presidente Fini, che ha raccolto una proposta radicale, è stato disseppellito.
Ma, appena lo abbiamo avuto, è stato subito modificato.
È stata definitivamente abolita la contabilità analitica e il segretario generale ha assunto su di sé, con una modifica (articolo 68, comma 2), le funzioni di indirizzo, vigilanza e controllo di tutte le attività dell'amministrazione. Allora, i controlli esterni ci vogliono.
Abbiamo depositato una proposta di legge che modifica l'autodichia. Mi auguro che i parlamentari deputati presenti in quest'Aula la sottoscrivano e che, prima della chiusura della legislatura, la si discuta e la si voti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor deputato Presidente, intervengo per annunciare il mio voto contrario.
Anche oggi si rinnova la «sagra dell'ipocrisia» perché, con il provvedimento in oggetto, non si dà una risposta seria e soddisfacente ai cittadini che chiedono un cambiamento. L'unica risposta che il Parlamento oggi poteva dare era la seguente: zero euro ai partiti, zero euro ai gruppi parlamentari, perché i partiti hanno rubato già troppo e i gruppi regionali, parlamentari, hanno sprecato già troppo e non devono avere più un euro!

EMERENZIO BARBIERI. Parla per i tuoi!

FRANCESCO BARBATO. Oggi potevamo fare salvi solo i dipendenti, i lavoratori, presso i gruppi parlamentari sino alla scadenza della legislatura, ma per il resto, per fare politica, bisogna ritornare nelle piazze, nelle strade, parlare con i cittadini! Questa è la «democrazia liquida», ossia interagire con i cittadini. Costa ancora meno di quando si praticava negli anni Sessanta, quando bastava un camioncino, si saliva su un cassone, e da lì si facevano i comizi! Oggi, invece, vi è uno straordinario mezzo che è l'informatica. Con un computer in rete ci si mette in contatto con i cittadini. Così si deve agire. Questa è la politica che non costa, il resto è ipocrisia, ruberie che continuano a perpetuarsi. Purtroppo, il Parlamento, anche oggi, non dà una risposta soddisfacente agli italiani. Continua il «magna magna»!

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GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, vorrei la sua attenzione. Visto l'ultimo intervento, vorrei capire quando è all'ordine del giorno la discussione sul provvedimento relativo ai collaboratori parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? È la prossima settimana?

PRESIDENTE. Questa settimana.

GIANPAOLO DOZZO. Questa settimana? Bene, allora occupiamocene subito, signor Presidente, così qualcuno smette di fare il demagogo qui in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, richiamo l'articolo 8 del nostro Regolamento, precisamente il secondo comma, secondo cui il Presidente della Camera ha la responsabilità di aiutarci o comunque, per chi come me probabilmente è «tardo», a chiarire il significato del voto.
Perché dico questo, signor Presidente? Perché all'inizio della ripresa della seduta, in apertura di questo dibattito importante, che cade in un momento altrettanto importante, un collega ha esordito in quest'Aula, accusando tutti noi - non so quanti saremo a votare - di compiere una truffa.
Ora, signor Presidente, almeno da quel poco che so del Regolamento, da quello che ho potuto verificare, credo che noi abbiamo seguito pedissequamente quanto previsto dal Regolamento stesso nell'istruzione, nella redazione e anche nella formazione di una proposta - le pregherei di confermarlo, signor Presidente, se l'italiano non è un'opzione - che è una proposta di modifica al Regolamento. Nella mia scarsa capacità di comprendere gli atti normativi, ho creduto che stessimo votando una riforma del Regolamento che, nel momento in cui viene approvata, diventa cogente e modifica il nostro Regolamento da domani mattina. Probabilmente ho capito male, allora la prego di rassicurarmi perché non vorrei assolutamente commettere una truffa. Altrimenti, devo dire, signor Presidente, che, una volta tanto, bisognerebbe utilizzare a titolo personale venti secondi per chiedere scusa all'Aula e dire che per stanchezza non si è capito di che cosa si stava parlando e che si sono pronunciate delle parole fuori luogo, che hanno un tono assolutamente insopportabile.
Perché qua dentro si fa carico, con posizioni diverse, di cercare di contribuire al miglioramento tanto quanto altri, ma ciascuno di noi cerca di lavorare per migliorare la situazione. Ecco, chi ha esordito dicendo che è stata una truffa - e alla fine di questo dibattito viene dimostrato che non è una truffa, ma un abbaglio - poteva prendere la parola per dire: «scusate, ho preso un abbaglio».

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei ha compreso perfettamente cosa stiamo facendo. Credo che abbia anche memoria per ricordare che la Presidenza ha invitato l'onorevole Maurizio Turco ad usare un linguaggio più rispettoso nei confronti dell'Aula oltre che nei confronti del lavoro della Giunta per il Regolamento.
Prima di procedere alla votazione, ricordo che per approvare le modifiche al Regolamento, è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera, a norma dell'articolo 64, primo comma, della Costituzione e dell'articolo 16, comma 4, del Regolamento.

(Coordinamento formale - Doc. II, n. 24)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato. Pag. 26
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione ed approvazione - Doc. II, n. 24)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Doc. II, n. 24, nel testo riformulato dalla Giunta per il Regolamento nella riunione odierna.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lupi... onorevole Turco... onorevole Casini... onorevole Lupi... onorevole Marini... onorevole Rosato... L'onorevole Lupi ha votato? Onorevole La Russa... L'onorevole Lupi ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 489
Votanti 480
Astenuti 9
Maggioranza assoluta
dei componenti 316
Hanno votato 479
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato Menia ha segnalato di essersi erroneamente astenuto, mentre avrebbe voluto votare a favore.
Avverto che, come precisato dai relatori, le modifiche all'articolo 14 e il nuovo articolo 153-quater del Regolamento entreranno in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Per quanto riguarda il prosieguo dei nostri lavori, i gruppi hanno rappresentato il loro comune avviso di rinviare a domani la trattazione degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno. Se non vi sono obiezioni, procederemo in questo senso.

In morte dell'onorevole Adalberto Minucci.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Adalberto Minucci, già membro della Camera dei deputati dalla IX alla X legislatura. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 18,15).

ANTONIO BOCCUZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 18,15)

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, l'11 gennaio il gruppo PPR ha annunciato un piano di ristrutturazione che entro il 31 dicembre di quest'anno coinvolgerà i punti vendita Fnac presenti sul territorio nazionale: Torino, Milano, Napoli, Roma, Genova, Verona e Firenze e i circa 600 lavoratori che vi operano. Il comunicato così recitava: «in Italia, dove non sussistono più le condizioni per operare in proprio, Fnac sta studiando tutte le opzioni e prenderà una decisione entro la fine dell'esercizio». Dopo questo, solo silenzio, nessuna notizia dalla proprietà francese. Nel pomeriggio, a fronte di questa situazione non più sostenibile, insieme ai colleghi Esposito, Porta e Rossomando, abbiamo deciso di inviare una lettera ai Ministri Passera e Fornero e per conoscenza alla stessa proprietà francese per sollecitare risposte che possano tranquillizzare Pag. 27i 600 lavoratori e le loro famiglie, posti in un'assurda situazione di incertezza. In un passaggio del codice etico della PPR si legge: intendiamo comportarci come impresa socialmente responsabile, ovunque noi lavoriamo. Con le nostre attività partecipiamo allo sviluppo economico e sociale dei Paesi in cui operiamo.
Qui ci sono 600 dipendenti che attendono di essere trattati in modo socialmente responsabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, i maggiori quotidiani nazionali nella giornata di ieri e in parte anche oggi hanno evidenziato il fatto che in Emilia Romagna dopo il terremoto si sono verificati una serie di ritardi, mancata collaborazione tra gli enti interessati ai danni del dopo sisma e soprattutto mancato coordinamento tra l'iniziativa, l'opera del commissario straordinario nominato dal Governo, gli enti locali preposti e i cittadini direttamente interessati ai danni (i cittadini, gli enti, le associazioni, i comuni). Ora, di fronte a questa situazione sulla quale si è soffermata la maggior parte della stampa, ritengo doveroso richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica.
Si parla in modo sufficientemente esaustivo dei fondi stanziati (sono alcuni miliardi, 9 miliardi 600 milioni) per la ricostruzione differenziati a seconda delle esigenze della popolazione colpita. Mi riferisco a: cittadini che hanno visto le proprie case distrutte; imprese che non hanno la possibilità di produrre ancora in quanto oggettivamente impedite nella definizione di alcuni obiettivi che erano stati fissati d'accordo con il Governo e con il commissario nei mesi passati; municipi, enti ecclesiastici che di fatto non riescono a risolvere i problemi immediati concernenti la loro attività istituzionale o religiosa.
Di fronte a questa situazione credo che il Governo debba assumere un'iniziativa perché, a quanto pare, i poteri straordinari (e non voglio fare un problema solo di una persona ma la realtà è questa) dati al presidente della regione Emilia Romagna non bastano per venire incontro alle esigenze drammatiche della popolazione di tre province (Modena, Ferrara e Bologna) che registrano tutta una serie di insufficienze, di lungaggini burocratiche che assolutamente, a mio modo di vedere, non possono essere tollerate. Ho preso la parola proprio per invitare il Governo, e soprattutto anche l'Assemblea, a farsi carico in qualche modo di questo problema che è un problema di una gravità inimmaginabile perché i problemi sembrano tutti già risolti, l'opinione pubblica, la stampa, i telegiornali accennano in modo estremamente limitato a questo problema (ripreso ieri dal Corriere della sera e da altri quotidiani); problema che esiste tuttora, persiste tuttora.
Si sta avvicinando - concludo - l'inverno e noi siamo ancora di fronte ad una serie di vicende non affrontate adeguatamente, con rischio per le popolazioni e gli enti interessati e le aziende evidente a tutti. Per cui invito la Presidenza della Camera a farsi carico anche di questo mio appello, confermato anche dalla realtà quotidiana, dai giornali che ho prima citato, perché è una situazione intollerabile che assolutamente deve essere affrontata con senso di responsabilità dal Governo, dalla giunta regionale, dal commissario straordinario.

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, vorrei segnalare a lei e al Governo l'ennesima drammatica situazione occupazionale che sta maturando in un'area già duramente colpita dalla crisi, un'area tra le più industrializzate del Paese, la provincia di Torino. Stiamo parlando questa volta purtroppo di un'azienda che con due Pag. 28stabilimenti in provincia di Torino, uno ad Avigliana ed uno a Villar Perosa, conta circa mille dipendenti. Parliamo della Tekfor, un'azienda metallurgica importante che lavora per la FIAT attraverso la Powertrain. Questa azienda, che di è proprietà di un fondo tedesco, un fondo partecipato da molte banche, tra cui la Barclays, è in un momento di gravissima crisi.
La casa madre tedesca, che ha portato i libri in tribunale, è quindi commissariata, seppure il sistema di commissariamento tedesco è un pochino diverso da quello italiano, e ha già annunciato che le condizioni di mercato imporranno l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria. Credo che entro la prossima settimana termineranno le ore di cassa ordinaria e si preannuncia, con l'inizio del 2013, il rischio concreto che questa azienda cessi la propria attività o che riduca di moltissimo la stessa. Siccome parliamo di una situazione rilevante, stiamo parlando di mille dipendenti, e poiché non risulta al momento che sia stato aperto alcun tavolo né da parte del Ministero dello sviluppo economico, né tanto meno da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, credo sia necessario che il Governo si occupi direttamente di questa vicenda, vicenda che colpirebbe duramente un tessuto produttivo già duramente colpito.
Ritengo necessario che, prima di trovarsi di fronte a situazioni di esasperazione, non si deleghi soltanto agli enti locali o alla regione la trattazione di questa problematica. E segnalo al Governo che domani il presidente del fondo che è proprietario degli stabilimenti della Tekfor in tutta Europa, sarà a Torino per un colloquio con le RSU. Sarebbe più che mai utile e necessario se il Governo, nelle prossime ore, visto che l'appuntamento è previsto per le ore 16 di domani, verificasse la possibilità di un'interlocuzione diretta con la proprietà. Credo che questo sarebbe un modo per affrontare in maniera preventiva, per quanto si possa parlare di preventivo in una situazione come questa, una vicenda che potrebbe trasformarsi in una situazione drammatica. Lo voglio ribadire: mille dipendenti in provincia di Torino sono un colpo che in questo momento quella realtà non può assorbire.

EMERENZIO BARBIERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, so che lei è sempre attenta, ma la pregherei di essere ancora più attenta adesso. Infatti, le voglio segnalare, Presidente Bindi, una cosa che francamente è imbarazzante, anche per un Governo di tecnici o presunti tali. Ho un'interrogazione a risposta scritta del 13 maggio 2010, la n. 4-07208. Lo dico sperando che qualcuno ovviamente prenda nota. L'ho sollecitata al sottosegretario di Stato per la giustizia, non una, non due, ma tre volte e il sottosegretario mi ha risposto, in modo ineffabile e, per alcuni versi, anche simpatico, che lui l'ha sollecitata al Ministero, ma la Ministra Severino, probabilmente impegnata in cose più serie, ha detto che il Ministero della giustizia non risponde ad interrogazioni o interpellanze presentate durante il Governo Berlusconi.
La Ministra Severino è una Ministra brava, talmente brava che il suo reddito prima che diventasse Ministro lo conferma; tuttavia, sarebbe utile che lei, Presidente Bindi, dicesse alla Ministra Severino che i Governi, prescindendo dal fatto che siano Berlusconi o Monti, hanno il dovere, l'obbligo di rispondere alle interrogazioni. Siccome so con quanta imparzialità lei governa quest'Aula, non ho la minima ombra di dubbio che sarà sua premura segnalare questa questione alla Ministra Severino.

PRESIDENTE. Onorevole Barbieri, sarà sicuramente impegno della Presidenza sollecitare la risposta alla sua interrogazione. Eviterei di farmi carico della motivazione che lei ha portato non essendo, come lei sa, con certezza a conoscenza di quanto qualcuno avrebbe riferito a lei che avrebbe detto il Ministro Severino. Comunque, solleciteremo Pag. 29la risposta sicuramente perché questo è doveroso ed ha ragione da questo punto di vista che la continuità della funzione ispettiva del Parlamento non viene meno nel cambio di Governo.

DANIELE GALLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, io volevo sollecitare al Governo una risposta rispetto ad un'interrogazione, la n. 4-17471. La volevo sollecitare in quanto urgente. Che cosa riguarda questa interrogazione? Riguarda l'atteggiamento rispetto ad alcuni appalti che avvengono sul territorio nazionale di Enel distribuzione Spa, che è compartecipata pesantemente dalla finanza pubblica, quindi dallo Stato. Questa società sta svolgendo degli appalti in cui la predominanza nell'appaltare è il massimo ribasso. Questo concetto di massimo ribasso sta mettendo profondamente in crisi decine e decine di imprese che hanno finora collaborato con Enel Spa. I vincitori di questi appalti sono generalmente ditte estere che giocano su questo massimo ribasso. Non vi è una garanzia, non vi è sicuramente una ricaduta sul nostro PIL, vi è molto probabilmente anche frutto di disservizio.
Che cosa chiedo al Governo? Di intervenire affinché un'azienda come Enel, un'azienda che fa moltissimi utili, un'azienda che gestisce un'energia che è la più cara d'Europa, cerchi di fare degli appalti in cui, oltre al massimo ribasso, si tenga presente anche l'indice di territorialità, anche l'indice di prestazioni pregresse e ponga dei correttivi per cui non si possa mettere in crisi un sistema industriale italiano di collaborazione decennale, che è stato messo profondamente in crisi da questo atteggiamento.
Che cosa succede quando si vince un appalto a meno del 30 per cento rispetto al prezzo corrente? Nessuna ditta italiana è in grado di poterlo affrontare. Succede anche che la ditta estera, le Elecnor spagnola, sta offrendo adesso alle ditte italiane un accordo in cui offre un ulteriore ribasso del 10 per cento per farle lavorare. Questa cosa è semplicemente inaudita. Chiedo al Governo di dare una risposta veloce e concreta su quanto rappresentato.

PRESIDENTE. Grazie onorevole, la Camera solleciterà la risposta anche alla sua interrogazione.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, oggi a Cagliari, nel corso di una manifestazione pacifica di fronte al consiglio regionale, indetta e tenuta dai lavoratori dell'Alcoa, gli stessi sono stati contrastati dalle forze di polizia. Ci sono stati degli scontri, ci sono stati dei feriti, tra questi una donna operaia, la signora Piras. Uno dei rappresentanti della RSU è stato portato in questura e poi fortunatamente rilasciato. Noi chiediamo al Governo che, invece di interessare a queste situazioni il personale della Ministra Cancellieri, sia interessato all'attenzione prioritaria di chi se ne deve occupare e di chi deve risolvere il problema e invece lo sta facendo marcire da molto tempo.
Attenzione: stiamo attenti a non trasformare il conflitto sociale in una questione di polizia. Gli operai dell'Alcoa legittimamente manifestano, perché sono il capofila di una filiera importante dell'alluminio, se crolla la quale tutto il Sulcis ne ha un danno terribile, si dà luogo ad una devastazione sociale che non ci possiamo permettere. Gli operai legittimamente manifestano, non solo per mantenere il posto di lavoro, ma anche nell'interesse dell'economia nazionale ed anche europea, perché si tratta di una produzione strategica.
Allora noi dell'Italia dei Valori, che abbiamo seguito e stiamo seguendo costantemente la situazione, siamo vicini agli operai e manifestiamo loro estrema solidarietà, non vogliamo neanche dare la responsabilità alle forze di polizia, che magari di fronte a qualche situazione possono non valutare bene la situazione, Pag. 30perdere la testa, perdere il controllo, mentre le istituzioni devono essere fredde.
Le istituzioni devono capire la disperazione e la rabbia di questi operai. Quindi, invitiamo a non mettere le forze di polizia nella condizione di fare interventi che non devono fare ed invitiamo invece chi deve intervenire, il Ministro Passera e il Ministro Fornero, ad andare nel Sulcis a spiegare agli operai dell'Alcoa e agli operai della filiera dell'alluminio che cosa stanno facendo e cosa intendono fare. Questo problema era da molto sul tappeto, c'era stato un accordo già nel mese di marzo, ma niente è stato fatto e allora non abbiamo bisogno di un Governo di polizia, abbiamo bisogno di un Governo che affronti e risolva i problemi perché la desertificazione della Sardegna, e di tante parti dell'Italia, sta diventando estremamente preoccupante. Questa è la cosa che bisogna fare, non occuparsi di difendere la finanza.

ALESSANDRO BRATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta ad una mia interpellanza molto datata, risale infatti al 22 dicembre 2009, rivolta all'allora Ministro dell'interno Maroni, che riguarda un caso che ha fatto molto parlare il mondo sportivo e non solo, concernente la morte del calciatore Donato Bergamini, deceduto il 18 novembre 1989 nei pressi di Roseto Capo Spulico.
La risposta a questa interpellanza diventa oggi ancora più importante alla luce dei recenti sviluppi che hanno interessato le indagini. Infatti nel giugno 2011 il caso che, ricordo, era stato archiviato inizialmente come suicidio, è stato riaperto dalla procura di Castrovillari con l'ipotesi di omicidio volontario. Questa è una delle prime verità. Le prove accertate sono chiare, il calciatore ferrarese è stato ucciso, non si è suicidato.
Ora, si apprende dalla stampa nazionale, è recente un articolo apparso un paio di giorni fa su La Gazzetta dello Sport, che le indagini effettuate dai nuclei dei carabinieri sotto la guida della procura di Castrovillari stanno procedendo per individuare i colpevoli attraverso, appunto, indagini più capillari. Proprio alla luce di queste notizie, la risposta a questa interpellanza potrebbe essere ancora più importante proprio per favorire un percorso della giustizia che da venticinque anni i familiari stanno aspettando.

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, la Presidenza solleciterà la risposta del Governo.

MASSIMO MARCHIGNOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARCHIGNOLI. Signor Presidente, con pochissime battute ho voluto intervenire perché ho ascoltato dall'onorevole Garagnani, a proposito dell'operato del presidente dell'Emilia Romagna, commissario straordinario per il terremoto, parole che voglio respingere in radice, considerandole strumentali, collocandole nella categoria della speculazione politica e delle cose false dette per farsi pubblicità. Infatti, l'onorevole Garagnani ha disegnato una realtà completamente diversa da quella che è nei fatti. Il coordinamento dall'inizio della tragedia del terremoto garantito dal presidente Errani, l'efficacia di quel coordinamento, la correttezza di quel coordinamento si può riscontrare non tanto parlando con noi deputati dell'Emilia Romagna ma parlando coi sindaci del cratere del territorio terremotato, parlando con i presidenti delle province, parlando con la Protezione civile, parlando con le tante associazioni di volontariato, con la Croce rossa, con tutti coloro, e sono migliaia e migliaia, che da tutta la regione e con le centinaia di migliaia che da tutta l'Italia stanno collaborando alla ricostruzione in quelle zone.
Per fare un esempio, come sapete, la tragedia del terremoto si è abbattuta sull'Emilia Pag. 31Romagna il 20 e il 29 maggio, distruggendo non solo interi centri storici e migliaia di abitazioni, ma centinaia di scuole. Ebbene, la stragrande maggioranza di quelle scuole, il 17 settembre, ha ripreso la propria attività didattica regolarmente, ed entro la metà di ottobre il 100 per cento dei ragazzi e degli studenti delle zone terremotate ricominceranno ad andare a scuola. Forse Garagnani ha nostalgia di come è stata gestita l'emergenza de L'Aquila, che è esattamente il contrario di come abbiamo gestito l'emergenza in Emilia Romagna, grazie, certamente, al Governo, certamente a tutti coloro che si sono dati da fare, ma grazie anche al coordinamento del presidente Errani. Voglio anche sottolineare che, come parlamentari dell'Emilia Romagna e come gruppo del Partito Democratico, ci siamo dati da fare affinché il Governo accogliesse richieste in merito alla fiscalità, per posticipare adempimenti fiscali che riguardano l'IMU, che riguardano le imprese e che riguardano i lavoratori. Queste scadenze sono state posticipate fino al 30 novembre, ma sosteniamo la richiesta del presidente Errani di arrivare al 30 giugno. Vogliamo segnalare come sia stato importante l'intervento del presidente dell'Emilia Romagna, e l'accordo con il Governo e la Cassa depositi e prestiti, per impegnare 6 miliardi di euro per la ricostruzione, che si aggiungono ad altrettanti dall'Europa, grazie al lavoro di rapporto tra l'Emilia Romagna, il Governo nazionale e i livelli europei. Insomma, esattamente il contrario di quanto successo a L'Aquila, dove è stato fatto uno show dal Governo precedente, uno show televisivo, fondamentalmente, e gli aquilani si ritrovano nelle situazioni in cui erano drammaticamente immersi già tre anni e mezzo fa, all'indomani del terremoto. In Emilia Romagna, con difficoltà, certamente, perché non tutto può esser risolto, ci vorrà ancora tempo, ma la situazione è esattamente all'opposto di quanto ha descritto l'onorevole Garagnani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAOLA GOISIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire per fare un'ulteriore denuncia. Purtroppo, questa mattina, sulla stampa locale, su il Mattino di Padova, vi è un'altra notizia di quelle che non vorremmo mai sentire, ma che purtroppo sono diventate un'abitudine quasi settimanale. Se è vero come è vero, questa mattina, dobbiamo registrare il suicidio di un altro imprenditore, un piccolo imprenditore, un costruttore di Campagna Lupia, in provincia di Venezia, che si chiama Livio Andreato, che purtroppo, di fronte alla crisi, di fronte all'insensibilità di questo Governo e delle banche, che sostengono questo Governo, non ha potuto fare altro che spararsi al cuore con il fucile.
Già altre volte sono intervenuta per fatti di questo tipo e devo dire che anche la settimana scorsa - non avevo fatto in tempo a chiedere la parola -, lunedì, vi era stato un altro suicidio in provincia di Padova, e giovedì un altro suicidio in provincia di Vicenza.
Allora devo registrare, mi dispiace dirlo, una freddezza e una insensibilità anche da parte di quest'Aula, perché nonostante questi continui suicidi - io li avevo chiamati «omicidi di Stato» - non sento assolutamente alcun intervento, non sento alcuna partecipazione, non sento assolutamente, da parte di nessuno, neanche da parte dei nostri deputati del Veneto, un atteggiamento di comprensione o, comunque, un'iniziativa per arrivare ad ottenere, tutti insieme, qualcosa, per fare in modo che non succedano più questi avvenimenti.
Allora è evidente che io mi trovo in difficoltà, mi trovo in imbarazzo quando torno a casa perché di fronte a queste realtà non so come rispondere, non so dare soluzioni. Purtroppo mi trovo qui, ma questo Governo, questa Camera, questo Parlamento, come dicevo prima, continuano a essere sordi e insensibili. Quindi, oltre a denunciare l'inerzia del Governo, voglio denunciare anche l'inerzia, appunto, del Parlamento stesso. Pag. 32
Presidente, io le chiedo di sentire anche il Presidente della Camera per vedere magari domani di osservare un minuto di silenzio in onore di queste persone, che fino a ieri hanno lavorato, si sono date da fare, hanno mantenuto famiglie, hanno mantenuto centinaia di operai e che, in queste difficoltà, non riescono a trovare altra soluzione che non sia, appunto, il suicidio. Mi sento - lo ripeto - in grande difficoltà e vorrei avere, anche da parte sua, un sostegno non per me, ma per i familiari e per tutti quegli operai che ora si troveranno senza posto di lavoro.

PRESIDENTE. Onorevole Goisis, mi unisco alla sua preoccupazione. Riferirò al Presidente la sua richiesta e sarà lui a valutare.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, apprendo adesso dalla collega la notizia che ci è stata riferita e, ovviamente, mi associo al dolore e al problema che è emerso anche come rappresentante di quel collegio di Venezia. Credo che sia giusto che noi, depurata la questione da tutte le valutazioni politiche e i giudizi sui comportamenti e le sensibilità, ci poniamo il problema del fatto che episodi come questi sono all'interno di una drammatica crisi che ha bisogno di essere ricondotta, non solo per le ragioni economiche ma anche per ragioni ideali, in un quadro di convivenza e in un quadro di speranza a tutti. Quindi, mi associo a tutte le iniziative che la Presidenza vorrà prendere.

SIMONETTA RUBINATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo per esprimere, ovviamente con tristezza perché è l'ennesima volta che lo facciamo, la solidarietà e la vicinanza alla famiglia. In questo caso, da quello che ho letto sulle agenzie, questo imprenditore ha subito dapprima il fallimento della sua impresa e, poi, ha perduto la casa per debiti. La vicenda va affrontata senza polemiche strumentali perché sia la legislazione fallimentare che la legislazione relativa alle procedure esecutive per l'espropriazione immobiliare sono regole, come dire, generali, che il Parlamento ha approvato ben prima anche di questa legislatura e portano anche dei nomi e dei cognomi nelle proposte di regolamentazione delle procedure fallimentari ed espropriative immobiliari.
Il tema, quindi, non deve essere, a mio avviso, affrontato parlando di omicidi di Stato. Va piuttosto considerato che una legislazione ordinaria, emanata in tempi ordinari, va probabilmente adeguata ai tempi straordinari. Va, per esempio, considerato che le istituzioni locali - e parlo, in particolare, dei comuni - non hanno oggi strumenti adeguati per far fronte a situazioni di tracollo finanziario rispetto ai diritti fondamentali della casa, del vitto e dell'alloggio.
Questo significa, per esempio, necessità di rifinanziare un piano di alloggi pubblici. Significa, per esempio, prendere in mano qualche proposta che giace - una l'ho firmata anch'io - e che prevede la possibilità dell'intervento degli istituti autonomi case popolari quando una casa, una prima abitazione viene espropriata per debiti verso le banche, con la possibilità di acquisirla al patrimonio pubblico e di tenere all'interno la famiglia che non ha altre alternative.
Quindi, possiamo fare queste cose e possiamo farle con serietà. Possiamo anche stabilire che ci debba essere un supporto a questi percorsi. Con la collega Binetti, prima firmataria, molti di noi hanno sottoscritto di recente una mozione che si interessa in modo molto ampio del fenomeno del suicidio, che riguarda anche questo profilo, cioè del suicidio per cause economiche, ma non solo quello, purtroppo. Io stessa, nel mio comune, ho da Pag. 33poco, la scorsa settimana, assistito al suicidio di un giovane di 24 anni per altre motivazioni.
Credo che dobbiamo attrezzarci come comunità e soprattutto come istituzioni locali, che intervengono in questi casi, per dare supporto.
Credo che a livello di Parlamento si possano prendere dei provvedimenti concreti per correggere anche normative, che - lo ripeto - non sono di questo Parlamento probabilmente, né sono tanto meno di questo Governo, che sosteniamo e che ha salvato il Paese da conseguenze ben più drammatiche per come l'aveva raccolto nell'ottobre dell'anno scorso. Ma occorre davvero lavorare insieme ed evitare che la solidarietà per questi casi drammatici si colori di parole così destabilizzanti, che non portano da nessuna parte e che appartengono solo alla propaganda, come le parole «omicidi di Stato» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 26 settembre 2012, alle 15:

1. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

2. - Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-01123, Veltroni ed altri n. 1-01144 e Cicchitto ed altri n. 1-01145 in ordine alla costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale in corso di svolgimento a Palermo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

3. - Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
LUCIANO DUSSIN: Distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione (C. 1698).
e dell'abbinata proposta di legge costituzionale: BRESSA (C. 455).
- Relatore: Pastore.

4. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 71-355-399-1119-1283 - D'iniziativa dei senatori: LEGNINI ed altri; PASTORE ed altri; MUGNAI; CARRARA ed altri; VALENTINO: Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 4041-A).
e delle abbinate proposte di legge: VITALI; GALATI; TORRISI e SISTO; DUILIO ed altri; MAGGIONI ed altri; GIAMMANCO ed altri (C. 541-2514-2608-3682-4139-4168).
- Relatore: Torrisi.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani ed altri n. 1-01118, Misiti ed altri n. 1-01124, Angela Napoli e Della Vedova n. 1-01125, Nucara ed altri n. 1-01126, Casini ed altri n. 1-01127, Cicchitto ed altri n. 1-01128, Di Pietro ed altri n. 1-01129, Moffa ed altri n. 1-01132, Belcastro ed altri n. 1-01133 e Mosella ed altri n. 1-01142 concernenti iniziative a favore della Calabria.

6. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 601-711-1171-1198 - D'iniziativa dei senatori: GIULIANO; CASSON ed altri; BIANCHI ed altri; MUGNAI: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 3900-A).
e delle abbinate proposte di legge: CONTENTO; PECORELLA; CAVALLARO; CAPANO ed altri; BARBIERI; MANTINI Pag. 34ed altri; FRASSINETTI ed altri; CASSINELLI ed altri; MONAI; RAZZI ed altri; CAVALLARO ed altri (C. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614).
- Relatore: Cassinelli.

7. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
CODURELLI ed altri; CAZZOLA ed altri: Disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori (C. 2438-5382-A).
- Relatore: Moffa.

La seduta termina alle 18,55.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 3)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Doc. II,n. 24 - Proposta n. 1 p.I 476 471 5 236 27 444 49 Resp.
2 Nom. Doc. II,n. 24 - Proposta n. 1 p.II 467 463 4 232 25 438 49 Resp.
3 Nom. Doc. II, n. 24 489 480 9 316 479 1 45 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.