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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 411 di martedì 21 dicembre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11,05.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 dicembre 2010.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bocchino, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 11,10).

GREGORIO FONTANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA. Signor Presidente, è scomparso ieri, improvvisamente, a 63 anni, Maurizio Marchesi, direttore responsabile dell'agenzia di stampa il Velino, serio professionista che è stato per anni giornalista parlamentare.
Marchesi, nato a Brescia nel 1947, è stato capo della redazione romana del quotidiano della sua città, Bresciaoggi, capo del servizio politico del settimanale Epoca ed ha collaborato a L'espresso negli anni della direzione di Livio Zanetti. L'indipendente, diretto da Vittorio Feltri, e poi il Giornale, diretto da Maurizio Belpietro, hanno ospitato i suoi commenti puntuali, acuti e brillanti, spesso fuori dal coro.
L'amore e l'entusiasmo per il suo lavoro lo hanno portato a determinare in maniera decisiva l'affermazione e il successo dell'agenzia di stampa il Velino, nata da un'idea di Lino Jannuzzi alla fine degli anni Novanta come «foglio» e nota politica di commento che veniva spedito via fax.
Il Velino è oggi un'autorevole agenzia di stampa nazionale che pubblica centinaia di «lanci» quotidiani, con redazioni locali, e che riserva un'attenzione e una vera e propria specializzazione ai lavori parlamentari e alla cronaca e ai commenti politici.
Questa importante realtà editoriale - lo sottolineo ancora - oggi non sarebbe stata tale senza la tenacia e l'instancabile lavoro di Maurizio Marchesi. A nome del gruppo del Popolo della Libertà, e mio personale, Pag. 2desidero esprimere alla famiglia, alla redazione de il Velino e all'Associazione stampa parlamentare sentimenti di cordoglio e vicinanza, nel ricordo dell'amico direttore Maurizio Marchesi, straordinario e appassionato giornalista politico (Applausi).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, credo che le parole del collega Fontana abbiano perfettamente e sufficientemente spiegato qual è stata la storia e il lavoro del direttore de il Velino, Maurizio Marchesi, e, per quanto ci riguarda, volevo solo aggiungere il nostro cordoglio per la famiglia, la relazione de il Velino e l'Associazione stampa parlamentare.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che il Governo si associa ai sentimenti di cordoglio espressi dall'onorevole Fontana e dai colleghi per la morte del giornalista, alla famiglia e alla redazione de il Velino.

PRESIDENTE. Naturalmente anche la Presidenza si associa alle parole di cordoglio espresse.

Discussione della mozione Zamparutti ed altri n. 1-00508 concernente iniziative volte a garantire la produzione e la vendita all'estero di sodio tiopentale esclusivamente per scopi medici (ore 11,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Zamparutti ed altri n. 1-00508 (Nuova formulazione) concernente iniziative volte a garantire la produzione e la vendita all'estero di sodio tiopentale esclusivamente per scopi medici (Vedi l'allegato A - Mozione).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione della mozione è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 16 dicembre 2010.
Avverto che è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione Zamparutti ed altri n. 1-00508. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A - Mozione).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali della mozione.
È iscritta a parlare l'onorevole Villecco Calipari, che illustrerà anche la mozione n. 1-00508 (Ulteriore nuova formulazione), di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, con questa mozione, a prima firma dell'onorevole Zamparutti e sottoscritta appunto anche da me, abbiamo voluto porre all'attenzione del Parlamento e del Governo quanto sta per avvenire in merito a uno scambio commerciale tra il nostro Paese e gli Stati Uniti.
Purtroppo non si tratta di import-export tra due Paesi alleati, ma del commercio di un farmaco letale che la Hospira Spa, multinazionale americana, confeziona nello stabilimento italiano con sede a Liscate in provincia di Milano. Il Pentothal, che è appunto il farmaco di cui stiamo parlando, è finalizzato al mercato USA. Viene lì somministrato ai condannati a morte in due modi: nei protocolli con tre farmaci costituisce il primo passaggio, mentre nei nuovi protocolli adottati da alcuni Stati americani che si basano su un unico farmaco è proprio quello previsto per l'iniezione letale. Pag. 3
È il caso, per esempio, dello Stato dell'Ohio, dove il 13 novembre 2009, a causa della fallita esecuzione di Romell Broom, è stato adottato un nuovo protocollo che prevede una singola massiccia iniezione di estetico: appunto il sodio tiopentale. Lo stesso è avvenuto nello Stato di Washington, dove già nello scorso settembre è stata eseguita la condanna a morte in questa maniera di Cal Coburn Brown.
La scarsità di Pentothal negli USA ha indotto molti Stati americani a sospendere o rinviare esecuzioni a partire dal 2009, per cui si è ricorso all'approvvigionamento da fornitori esteri. Dopo un tentativo di procurarsi Pentothal da un'azienda farmaceutica in Gran Bretagna, fallito grazie all'intervento di Reprieve, un'organizzazione umanitaria britannica che si batte contro la pena di morte e la tortura in tutto il mondo, il 16 novembre scorso la Repubblica dà la notizia che Hospira Spa Italia era stata incaricata di produrre il Pentothal e che, a partire da gennaio 2011, avrebbe iniziato ad esportare la sostanza negli Stati Uniti.
Un comunicato della società con sede a Liscate ha sottolineato che il medicinale non ha alcuna indicazione di impiego nella pena capitale e Hospira non supporta il suo uso in questa procedura. Per Giuseppe Riva, amministratore delegato della società milanese, è un problema tutto americano che non riguarda gli stabilimenti della società. Il sodium thiopental, sostiene sempre l'amministratore delegato, viene prodotto per gli interventi chirurgici e comunque non riguarda l'esecuzione, ma la fase della preparazione del condannato. È usato come anestetico - continua - e, se loro smettessero di fornirlo, lo farebbero altri.
Si tratta del solito ipocrita realismo che spesso in questo Paese si utilizza come realismo. Chi produce coltelli da cucina è responsabile: se poi qualcuno li utilizza per uccidere (dice ancora Riva)? Non coglie, quindi, la differenza tra un accoltellamento in una disputa privata e la morte somministrata per mano dello Stato. Un autentico atteggiamento da Ponzio Pilato, che fornisce lo strumento di morte, ma non si assume la responsabilità o la colpa di ciò che uccide.
Sul caso ho presentato, il 18 novembre, una interrogazione al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro della salute, chiedendo se il Ministero competente - che è appunto quello dello sviluppo economico - avesse effettuato i dovuti controlli e le necessarie verifiche per accertare che l'autorizzazione all'esportazione del farmaco Pentothal, prodotto per l'appunto dalla Hospira Spa Italia, non sia in violazione del Regolamento comunitario n. 1326 del 2005 e, di conseguenza, quando, con quale atto e su quali basi sia stata concessa l'autorizzazione alla vendita del suddetto farmaco sul mercato statunitense.
Ricordo all'Assemblea che il Regolamento comunitario a cui ho fatto riferimento definisce illegale l'esportazione di prodotti utilizzabili per la pena capitale, la tortura o altri trattamenti crudeli e inumani. In relazione a questo Regolamento è stato adottato un decreto legislativo, n. 11 del 2007, che disciplina a livello nazionale le sanzioni da comminare in merito alle violazioni e indica appunto il Ministero dello sviluppo economico come autorità competente per le funzioni di vigilanza e di controllo.
Pesanti sono le sanzioni previste: arresto da uno a tre anni e ammenda da 15 mila a 50 mila euro. Forse sulle ammende ci sarebbe da fare una piccola riflessione, visto che - lo vorrei dire a quest'Aula - quattro dosi costano 18 mila dollari, ossia 4.500 dollari per ogni dose di Pentothal. Sempre l'amministratore delegato di Hospira dichiara che, laddove vi fossero delle norme europee vincolanti, l'azienda le rispetterebbe, poiché rientra nel suo codice etico.
Allora sembra strano che la Hospira, multinazionale statunitense operante in un Paese comunitario, quasi monopolista per la produzione di Pentothal, non conosca regole considerate, come recita la stessa normativa europea, strumentali alla protezione del rispetto della vita umana e di fondamentali diritti umani. L'esportazione Pag. 4di merci che non hanno nessun utilizzo pratico se non quello per la pena capitale - sempre secondo il citato regolamento del 2005 - è proibita, indipendentemente dall'origine della merce. Si tratta quindi di norme che non lasciano spazio ad equivoci o fraintendimenti. Norme che, se rispettate integralmente non permetterebbero ad un Paese abolizionista, quale è l'Italia, di collaborare alla pratica della pena di morte negli Stati Uniti.
Per evitare il concorso da parte dello Stato italiano all'esecuzione della pena capitale negli USA è giusto quindi pretendere un impegno da parte del Governo italiano, così come appunto chiede questa mozione, ad assumere ogni iniziativa volta a garantire che, nel pieno rispetto delle leggi interne e delle norme europee, la produzione e la vendita all'estero di sodio tiopentale da parte dell'azienda farmaceutica Hospira, con sede a Liscate, siano autorizzate esclusivamente per scopi medici. A tal fine, si prevede che nell'autorizzazione alla immissione in commercio sia precisato che l'utilizzo del prodotto è consentito solo in strutture ospedaliere e nei contratti di compravendita sia chiaramente specificato che Hospira non consente la distribuzione del prodotto per la pratica dell'iniezione letale.
Dopo, appunto, la decisione del Governo britannico di porre al bando le esportazioni di Pentothal, Hospira - lo ribadisco - è la fonte più importante, se non l'unica, del farmaco per i penitenziari americani. Sarebbe paradossale e grave che proprio l'Italia, mentre è impegnata all'ONU per la moratoria universale delle esecuzioni capitali, si rendesse complice della pena di morte negli Stati Uniti, dove la carenza di questo farmaco per le iniezioni letali sta determinando una moratoria di fatto delle esecuzioni capitali. L'indifferenza e il silenzio con i quali il Governo potrebbe trattare o decidere di chiudere tutta la questione del Pentothal prodotto in Italia fa correre al Paese un rischio molto reale, quello di essere tutti complici dall'altra parte del mondo di decine e decine di esecuzione di morte.
Mi auguro che oggi questa mozione, firmata da esponenti di varie forze politiche, possa impedire che tutto ciò ricada sulle nostre coscienze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, sottosegretario, se oggi dovessimo ribadire il nostro «no», senza se e senza ma, alla pena di morte, ci troveremmo tutti uniti. Si tratta di un «no», senza se e senza ma, che viene da lontano. Voglio ricordare che in questo Paese il Granducato di Toscana fu forse il primo, il 30 novembre del 1786, ad abolire la pena di morte. Ci ha ripensato nel 1790, reinserendola ma solo per reati gravissimi, per poi abolirla definitivamente. Di fatto, ancora oggi è festa in Toscana e ciò rappresenta una cosa positiva. Il Paese più antico come abolizionista di fatto è la Repubblica di San Marino, l'ultima esecuzione risale al 1468 e per legge la pena di morte fu abolita nel 1865.
Se dobbiamo declinare anche il percorso che vi è stato con le risoluzioni, ricordo che abbiamo applaudito i colleghi radicali che hanno portato avanti una battaglia importante con una moratoria all'ONU contro la pena di morte, con le risoluzioni nn. 62149 e 63168. Il dibattito è ovviamente se si tratta di questioni di giustizia penale e non di questioni di diritti umani. Noi pensiamo che tali questioni non si possano dividere, che i diritti non possano essere separati dall'applicazione della pena, e che quindi si debba tenere presente la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, e mentre l'uso della pena di morte non è espressamente proibito, l'articolo 6, comma 6, invece afferma che nulla di questo articolo potrà essere evocato per ritardare o impedire (...).
La pena deve essere commisurata al reato, umana. L'unica giustificazione teorica della morte - del male minore quindi Pag. 5- è quando da questa ne può derivare la salvezza per altri. In linea teorica, questo potrebbe essere accettato, oggi fortunatamente esistono misure di contenzione, misure farmacologiche e quant'altro, per cui la reiterazione della pena non è più un motivo per poter intervenire.
Quindi, se oggi discutiamo di pena di morte e di moratoria, l'Italia ha un patrimonio di civiltà giuridica, certo poi nell'esecuzione, sappiamo tutti in quale situazione versano alcune carceri, non entriamo nel merito delle cause, quindi questo non attiene alla civiltà della pena.
Ci sono però altri rilievi da fare, come la coincidenza sul mezzo. Questo è un farmaco - credo che sia lecito e giusto dover ribadire una nostra astensione e non correità nell'esecuzione - un qualcosa che attiene ad altri Stati, gli Stati Uniti. Certo, ci sono altre pene di morte, molto più subdole, che vengono eseguite con altri strumenti sicuramente più inumani, ma se il tema del dibattito è una correità, una partecipazione dell'Italia a questo, è evidente che il dibattito politico non può che dire di «no».
Si può poi discutere sul farmaco. Ho avuto due operazioni con il Pentothal, purtroppo i medici un po' «anziani», come me, all'epoca utilizzavano questo farmaco. Credo che sarà semplicemente «bypassato», invece di utilizzare un barbiturico, non è l'unico strumento, signor Presidente. Il problema è la pena di morte non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri 59 Paesi, più tutta una serie di Paesi che la applicano senza neanche un minimo di giustizia, come le varie shari'a, che sono sparse in tutto il mondo e che non sempre in questo emiciclo trovano censori e fieri oppositori dai toni così stentorei come possiamo usare nei confronti degli Stati Uniti, per carità.
È ovvio che non ci sarà più Pentothal, ma esiste una serie di altri farmaci similari, un centinaio, da medico posso citarne altri trenta. È uno strumento, come il cianuro - non è che adesso non facciamo più cianuro, il cianuro si utilizza - e come lo stesso cloruro di sodio - un'ampia dose di cloruro di sodio ed è finito tutto.
Quindi, il dibattito dovrebbe rimanere sulla pena di morte, questo è un qualcosa che ci gira attorno, d'accordo, ma credo che molte volte le cose siano fatte anche, signor Presidente, non per aiutare il nostro prossimo, ma per aiutare quello molto lontano, perché è molto bello tutti assieme farci belli. Scriveranno nel «bugiardino» del Pentothal che non si può utilizzare per le pene capitali, questo è quello che faranno, alla fine. Per carità, abbiamo fatto un'opera buona, negli Stati Uniti non lo potranno vendere, benissimo. Ho sentito parlare di moratoria perché non c'è il Pentothal, ma cambieranno la virgola, invece del Pentothal faranno il Fenopentothal o il Diclorumpentothal, non è che cambi più di tanto.
Parlavo del prossimo, perché è molto bello parlare di cose lontane e sentirsi tutti buoni ed individuare il cattivo, che più è lontano e meglio è. Ricordo - quindi da parte nostra, per carità, ripeto, una battaglia che ha per obiettivo la pena di morte, perfetto - che anche questa è una guerra di civiltà, allora andiamo ad imporne giustamente anche ad altri, ma mi sembrava che la guerra di civiltà non attenesse più magari agli schemi concettuali ed ideologici di una certa sinistra.
Signor Presidente, ho però così voluto ricordare qualcosa altro, un altro farmaco, signor Presidente, perché ci sono mozioni che giustamente vengono discusse, questa mozione è sottoscritta da una trentina di colleghi.
C'è un'altra mozione, presentata da più di cento deputati, depositata il 18 dicembre 2008, che non ha avuto la fortuna di essere discussa in questa Camera. Anche in questa mozione, signor Presidente, si parlava di un farmaco - il nome commerciale lo diremo dopo - annunciato nel 1980 da un ricercatore francese, subito preso da un colosso tedesco - che ovviamente nessuno ha mai voluto citare - sperimentato, il cui brevetto è stato concesso gratuitamente alla fondazione umanitaria Rockefeller. Si tratta di una fondazione umanitaria, pertanto questo farmaco viene definito umanitario. Pag. 6
È stata poi creata una multinazionale, non americana, coreana o quant'altro, ma la Danco, quindi una multinazionale farmaceutica francese, che lo ha prodotto con un'altra civiltà, per un altro Paese, sempre accusato giustamente di essere contro i diritti umani - ma in questo caso invece andava benissimo - con una casa farmaceutica cinese, la Huan Lian pharmaceutical Co., che già produceva questo farmaco con il beneplacito ed era utilizzato sicuramente dal punto di vista umano.
Qui c'è stata una fretta incredibile ad utilizzare questo farmaco. Quando ancora in Europa non c'era e non era ancora autorizzato, qui c'è stato uno scapicollarsi di quelli che oggi sottoscrivono questa bellissima mozione, che potrà «togliere» il Pentothal. Ma a quanti casi? Quanti saranno? Per ognuno di loro vale il mondo, per la salvezza di uno vale il mondo, ma è un concetto che attiene a San Tommaso e non tanto a Pannella o a Marx.
Come dicevo, per quanto riguarda il Pentothal, che noi giustamente blocchiamo, basterebbe un caso per dare validità alla cosa. Nell'altro caso, invece, i firmatari si sono scapicollati ed abbiamo avviato una bella sperimentazione, che nel 2005 - il nome del farmaco è Mifeprex, la RU486 - senza processo, senza nessuna dichiarazione e senza nessuna tutela da parte di nessun tribunale, ha lasciato in mano al medico e ovviamente alla madre la possibilità di utilizzarlo, non in una sala asettica o in un altro luogo e sotto assistenza - perché noi avevamo chiesto che venisse utilizzato sotto assistenza - ma nel bellissimo, partecipato, incredibilmente all'avanguardia e progressista bagno di casa. Quindi, nel 2005 nel bagno di casa 1.500 donne hanno utilizzato questo farmaco su 1.500 bambini, anzi non li chiamiamo bambini. Come li chiamiamo, feti? Su questo c'è un ampio dibattito, perché, a seconda di quando viene deciso lo spartiacque, prima c'è niente e dopo magicamente nasce qualcosa. In sei regioni c'è stato uno scapicollarsi ad adottare quel farmaco, nonostante ci fosse una legge, la n. 194 del 1978, che diceva che le donne devono essere assistite. Ma cosa vuoi assistere? Vai a casa... Poi sappiamo tutti cosa è successo.
Sappiamo che in altri Paesi il farmaco non è stato adottato, perché ci sono controindicazioni. Ci sono stati casi di morte e casi dolorosi. Nel 30 per cento dei casi le donne devono essere sottoposte a intervento chirurgico, per cui, in qualche modo, c'è quasi un accanimento ideologico sulla donna. Il Canada non l'ha adottato. Altri Paesi, signor Presidente, non l'hanno adottato, ma purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di discuterne, perché è a noi prossimo, stiamo parlando di cose vicine.
È molto bello parlare di una cosa lontanissima, di questa cattivissima fabbrica che produce sei o sette farmaci, che poi si fa anche pagare tantissimo. Per cui, scagliamoci tutti insieme, gioiosamente, contro questo farmaco, per carità, dimenticandoci altre pastiglie che uccidono, magari, persone non colpevoli, ma sulle quali da questo Parlamento non si ergono che poche voci contrarie (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Malgieri. Ne ha facoltà.

GENNARO MALGIERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, sono, da un lato, particolarmente lieto e, dall'altro, affranto nel dover partecipare a questo dibattito. Sono lieto perché, finalmente, viene in evidenza un tema che dovrebbe tenere in apprensione tutto il mondo civile e libero, il mondo che combatte per la salvaguardia e la tutela dei diritti umani.
Sono affranto perché, nell'albeggiare ormai del ventunesimo secolo, può ancora accadere che vi siano industrie farmaceutiche che vendono un farmaco che serve, per esempio, in oncologia, come il dottore, non soltanto onorevole, Polledri ci ha ricordato qualche istante fa, come altri farmaci, che naturalmente possono essere fatti oggetto anche di un uso improprio, come indicato nella mozione che richiama alla nostra attenzione l'uso del Pentothal, Pag. 7prodotto in Italia a Liscate, in provincia di Milano, dall'azienda multinazionale Hospira, che viene impiegato negli Stati Uniti d'America per comporre un cocktail che, se non vado errato, è formato da tre prodotti letali, uno dei quali è il Pentothal, per eseguire la pena di morte con iniezione letale.
Qualcuno, per giustificare o, forse, per diminuire la portata criminale di questo modo di utilizzare farmaci - è evidente che, se mi iniettassi o iniettassi a qualcuno una dose eccessiva di aspirina, sarebbe letale ugualmente, anche se l'aspirina fa bene nelle dosi che devono essere somministrate, evidentemente - ha detto che, tutto sommato, il Pentothal serve soltanto per addormentare.
Certo, qualcuno di noi che avuto la disgrazia di dover essere addormentato per subire un intervento chirurgico sa bene che del Pentothal o di qualcosa di analogo non si può fare a meno, ma il Pentothal, associato ad altre due componenti, sulle quali non mi voglio diffondere perché non è il mio mestiere, né di medico né di farmacologo, produce non un addormentamento soltanto, ma, da quello che risulta dagli scienziati e dagli studi, associato ad altri farmaci, produce un'immobilizzazione dell'individuo, cioè la percezione della morte che arriva, e quindi l'impossibilità di controllare psicologicamente il dolore, che credo sia la precondizione dell'inumanità della pena di morte in quanto tale. Se fosse una schioppettata, farebbe evidentemente molto meno male!
Dovremmo porci da questo punto di vista nel giudicare gli effetti di un farmaco utilizzato in maniera impropria, che afferisce all'inumanità non soltanto della pena di morte, sulla quale siamo evidentemente tutti quanti d'accordo, ma anche del modo in cui la pena di morte viene eseguita in alcuni Paesi a democrazia matura (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
È qui che io, signor Presidente, vorrei fare una sottolineatura, che molto spesso nei Parlamenti occidentali, e segnatamente in quelli europei, non viene fatta.
Non stiamo parlando dell'Iran, della Cina, dell'Arabia Saudita, ossia di Paesi dove la pena di morte viene eseguita su scala industriale come viene ricordato ogni anno dall'azione meritoria dell'associazione Nessuno tocchi Caino, che con il suo straordinario rapporto ci mette a confronto con una realtà che dovrebbe farci riflettere, al di là della sfera del politicismo nella quale siamo impegnati pressoché quotidianamente, dalla mattina alla sera, e puntare finalmente a dirimere o comunque ad affrontare in maniera seria dei problemi nodali che attengono all'esistenza dell'uomo e, quindi, al suo diritto alla vita.
Stiamo parlando di un Paese a democrazia matura, come gli Stati Uniti d'America, dove la pena di morte, in molti Stati, viene costantemente comminata con il mezzo dell'iniezione letale. Sono proprio quegli Stati che chiedono ad un'industria multinazionale che ha però base in Italia, in provincia di Milano, nell'impossibilità di procacciarselo all'interno dei loro confini, di produrre quel Pentothal di cui sono incapaci di rifornirsi.
Rilevo da notizie pubblicate sui giornali, sulle agenzie di stampa nelle settimane e nei mesi scorsi, che molte esecuzioni negli Stati Uniti sono state rinviate, negli ultimi tempi, per mancanza di una delle tre sostanze che vengono iniettate in vena ai condannati a morte; sono trentacinque gli Stati americani che utilizzano questo metodo per eseguire la pena capitale. Negli ultimi tempi, come dicevo, è stato per loro difficile reperire il sodium thiopental, un particolare anestetico che, insieme ad altri due componenti, forma questo micidiale cocktail a cui ho fatto riferimento.
L'azienda farmaceutica che produce questo farmaco, la Hospira Spa, non ha mai chiarito la ragione per cui non riesce a far fronte alle commesse, parlando in modo generico di «Difficoltà nel reperimento dei principi attivi che servono alla produzione di questo anestetico. L'unica cosa certa - dice la Hospira Spa - è che le nuove confezioni di sodium thiopental non saranno disponibili prima di gennaio Pag. 8prossimo». Guarda caso, da gennaio prossimo, la casa produttrice di Liscate dovrebbe cominciare l'invio della produzione - immagino già in corso da tempo - verso questi felici Stati degli Stati Uniti d'America.
Va detto anche che alcuni esperti di pena di morte sono però scettici rispetto alle motivazioni espresse dall'azienda farmaceutica Hospira Spa. Secondo loro si tratta solo di scuse e la verità è che l'azienda è fondamentalmente contraria al fatto che un suo prodotto venga utilizzato per uccidere esseri umani e stia, sostanzialmente, prendendo tempo.
Come stanno le cose, ossia chi ha ragione rispetto all'industria produttrice, credo che non riguardi questo Parlamento, saranno altri i soggetti che dovranno appurare quale sia la verità. Dico però che, dal punto di vista - permettetemi - umano, civile e culturale, prima che politico, un Parlamento libero come il nostro non possa che unanimemente approvare una mozione - un atto di estrema importanza dal punto di vista della vita parlamentare -, che impegna il Governo a far sì che non accada quello che è stato qui rappresentato dai colleghi, in particolare dalla collega Villecco Calipari che mi ha preceduto.
Inoltre, l'impegno dell'Italia contro la pena di morte è di primissimo piano. Quello che abbiamo fatto, i successi ottenuti all'ONU - ascriviamoli una volta tanto al nostro Paese! - non possono essere cancellati da una brutta pagina come questa, se dovesse essere portata a compimento, ossia se dovesse essere portata fino in fondo, fino alle estreme conseguenze. In questo caso, non si può che ribadire ancora una volta la contrarietà del nostro Paese, per motivi che non starò qui naturalmente a ricordare, a tutte le forme di oppressione dei diritti umani, a cominciare dalla pena di morte, ossia dalla non garanzia della vita, che non è nella disponibilità di nessun essere umano ma, per chi crede, di altre entità o comunque, per chi non crede, della natura in senso ellenico e romano.
I condannati alla pena capitale negli Stati Uniti molto spesso, come abbiamo visto in tanti film, preferiscono l'iniezione letale, forse perché immaginano esiti diversi per quegli attimi, minuti, secondi che precedono la morte e che questa sia, in qualche maniera, più dolce.
Non lo sapremo mai.
Scientificamente possiamo soltanto misurare l'entità del dolore che precede la morte, perché è un dato scientificamente provato, in qualsiasi modo la morte venga data. È questo il dolore, di cui noi dovremmo cercare di spossessare il mondo e di bonificarlo. La morte e il dolore vanno insieme ed hanno delle motivazioni psicologiche profonde, che le rendono quasi simili, addirittura fino a preferire, da parte di qualcuno, la morte al dolore, come avviene nei casi umanissimi di eutanasia, ancorché non accettati, ma rispettati profondamente, da parte di chi vi parla.
È assurdo, in conclusione, signor Presidente, che in spregio ad una norma europea, sommariamente citata qualche istante fa, in base alla quale «l'esportazione di merci che non hanno nessun utilizzo pratico se non quello per la pena capitale, la tortura o altri trattamenti crudeli e inumani (...) è proibita, indipendentemente dall'origine della merce», se ne faccia qui in qualche maniera commercio. È qualcosa che deve indurci anche a riflettere sullo stato della scienza e dell'utilizzo della farmacologia nel tempo della modernità, in cui tutto sembra comunque possibile. Ridare la vita, attraverso la scienza e attraverso farmaci, e dare la morte, attraverso la scienza e attraverso farmaci, è un dilemma che ci porteremo a lungo appresso e chissà mai se sarà risolto.
Reputo comunque con favore che questo Parlamento, grazie alla mozione promossa dall'onorevole Zamparutti, abbia avuto contezza e sia stato unanimemente sensibile nell'approcciarsi al tema con i toni - credo - giusti. Ringrazio anche il Governo per la sensibilità mostrata ancora una volta su un tema di questo genere. Pag. 9
È di qualche giorno fa o di qualche settimana fa - mi pare - la presa di posizione molto dura del Ministro Frattini, che ha assicurato di voler risolvere la questione in tempi brevi e a tal fine ha comunicato che è sua intenzione convocare nei prossimi giorni alla Farnesina i vertici dell'azienda farmaceutica Hospira Spa, incaricata dalla casa madre americana di produrre il farmaco, che da gennaio dovrebbe iniziare a spedire negli Stati Uniti.
Il Ministro degli affari esteri ha infine annunciato di voler sollevare la questione in sede europea, perché anche altri Paesi si facciano carico di questo problema, come già è accaduto, se non vado errato, da parte della Gran Bretagna.
In conclusione, signor Presidente, onorevoli colleghi, di fronte alla morte, comunque essa venga data, credo che non si possa restare indifferenti: l'indifferenza equivale in qualche modo ad essere complici (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi permetta, prima di tutto, di dire al collega Malgieri che, pur apprezzando le conclusione del suo intervento, sento di dover sottolineare che i condannati a morte, negli Stati Uniti così come in ogni altro angolo del pianeta, vorrebbero la vita, non la «dolce morte». Il tema è infatti proprio quello della pena di morte, o meglio della condanna alla pena di morte, che - ricordiamolo - è una vendetta dello Stato e non è mai, né può mai essere, giustizia.
Detto ciò, come è già stato ricordato dalla collega Villecco Calipari, la vicenda di cui ci occupiamo oggi in questa nostra mozione è stata resa pubblica il 16 novembre scorso, sul sito di la Repubblica. Secondo questo sito, l'azienda farmaceutica Hospira Spa, nella sua filiale in provincia di Milano, produce sodio tiopentale (Pentothal) per essere utilizzato per le iniezioni letali ai condannati a morte in ben trentacinque Stati americani.
A fronte di ciò il Governo italiano ha mostrato, finora almeno, un'incapacità - voglio sperare che non si tratti di non volontà - a gestire la vicenda e a prendere una qualche iniziativa in grado di impedire l'esportazione di questo farmaco per finalità di morte.
Peraltro, la Hospira Spa risulterebbe essere l'unica azienda che ha l'autorizzazione ufficiale della Food and Drug Administration a fabbricare e a vendere il sodio tiopentale negli Stati Uniti e un carteggio tra l'ufficio del Governatore del Kentucky e una dirigente della compagnia ci informa che ci sono addirittura preoccupazioni e lamentele da parte del Governatore per i mancati arrivi di Pentothal a fronte delle molte esecuzioni in programma, cui la dirigente replica assicurando che le forniture necessarie arriveranno nel gennaio-marzo 2011, quindi fra pochi giorni.
È così che entra in gioco lo stabilimento di Liscate (Mi) che fino al 2010 era solo una delle tre parti della filiera produttiva del Pentothal, precisamente quella dove il prodotto veniva etichettato e testato per il mercato europeo.
Il cambio di rotta si è avuto dopo che un controllo di qualità ha evidenziato l'inadeguatezza dell'impianto americano di Rocky Mountain Plant. Di qui la decisione dell'azienda di spostare il processo di incapsulamento all'interno del più moderno stabilimento italiano da cui spedire le fiale anche negli Stati Uniti, con la conseguente necessità di cambiare anche il fornitore dell'ingrediente principale che adesso si trova in Germania. Tutte modifiche che dovrebbero entrare a pieno regime dal 1o gennaio 2011.
Quello della morte è un mercato molto conveniente a quanto pare, visto che la Hospira, a fronte degli ingenti costi di adeguamento, aveva anche pensato di sospendere la produzione del farmaco, e sarebbe stata proprio l'insistenza delle autorità federali preoccupate per le esecuzioni in sospeso, unita ovviamente ai lauti guadagni di un mercato di fatto monopolistico, a far continuare la produzione. Pag. 10
Come molti di noi ricordano, il Pentothal è un anestetico (che i più conoscono grazie alla fumettistica come «siero della verità») che, divenuto obsoleto per il mercato ospedaliero, è stato ricollocato - riciclato si potrebbe dire - nel mercato delle iniezioni letali per i condannati alla pena di morte.
Dopo la decisione del Governo inglese di bloccare l'esportazione di sodio tiopentale, l'Italia è dunque rimasta l'unica e più importante fornitrice del farmaco utilizzato per le esecuzioni negli Stati Uniti.
Più volte negli ultimi anni il gruppo farmaceutico ha ribadito la propria posizione di contrarietà alla pena di morte precisando, tuttavia, l'impossibilità di fermare la produzione di un farmaco indispensabile per usi medici specifici.
In queste settimane spesso e giustamente l'attenzione si è concentrata sulle responsabilità della società farmaceutica, responsabilità certamente morali ma che hanno forse anche rilievi penali, quali ad esempio il concorso in omicidio. Tanto che il manager responsabile della società, Daniel Rosenberg, era arrivato a dichiarare nei giorni scorsi che l'utilizzo di prodotti farmaceutici nella pena capitale è chiaramente contrario all'uso indicato nel foglietto illustrativo dei medicinali, il cosidetto «bugiardino», proprio con l'evidente intenzione di abbozzare uno scarico di responsabilità non certo morali quanto appunto penali.
Voglio ricordare, in proposito, che nei giorni scorsi il segretario di Nessuno Tocchi Caino, Sergio D'Elia, ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Milano, sottolineando tra l'altro che, se i vertici della società Hospira avessero avuto la consapevolezza che il farmaco inviato o da inviare negli Stati Uniti veniva utilizzato per uccidere persone, avrebbero dovuto rispondere del reato di concorso in omicidio.
È evidente, però, che il punto vero non è tanto quello delle responsabilità, peraltro evidenti, almeno quelle etiche, della multinazionale e della sua filiale lombarda, quanto soprattutto della negligenza del Governo italiano in questa vicenda, un Governo che finora non ha perso occasione - lo abbiamo sentito riecheggiare anche qui in quest'Aula - di dichiararsi pro vita senza «se» e senza «ma», intervenendo pesantemente anche sui temi etici del «fine vita» com'è successo, per esempio, nella triste vicenda di Eluana Englaro e di suo padre Peppino e così come precedentemente nel caso di Piergiorgio Welby. Così come si è fin dal primo momento schierato, in questo caso positivamente, a favore della moratoria universale della pena di morte, e poi invece, al contrario, ha mostrato una sostanziale latitanza e mancanza di iniziativa.
Voglio ricordare, appunto, come invece altrove (oltre confine) la Reprieve, la ONG umanitaria britannica che si batte nel mondo contro la pena di morte, sia riuscita a fermare l'esportazione dal suo Paese di questo farmaco. Con un'azione legale gli inglesi hanno, infatti, evitato che il farmaco fosse venduto all'estero; dopo lo stop della Gran Bretagna - lo ripeto - l'Italia è rimasta di fatto l'unica fonte di approvvigionamento.
Per ogni giorno che passa, dunque, in cui il Governo decide di non decidere o di non prendere una posizione netta, inevitabilmente si rende di fatto complice di questa macchina della morte (come è stato giustamente sottolineato).
Insomma, non fare nulla significa rendersi corresponsabili, seppure in forma indiretta, della pratica della pena capitale, e ciò per noi è assolutamente inaccettabile.
Oltre ad un discorso etico e morale esiste ovviamente anche un vincolo di carattere costituzionale che impone al Governo di agire tempestivamente. Fra l'altro, voglio anche ricordare la sentenza della Corte costituzionale n. 54 del 1979, che è stata riportata nella premessa della mozione, che ha ribadito (quasi ve ne fosse bisogno) quanto sia lesivo il concorso da parte dello Stato italiano all'esecuzione di pene che in nessuna ipotesi e per nessun tipo di reato potrebbero essere inflitte in Italia in tempo di pace.
È del tutto evidente, dunque, che questa vicenda si trovi esattamente dentro questo ambito. Qualcosa, tuttavia, fortunatamente Pag. 11sembra muoversi nella giusta direzione. Abbiamo letto e leggiamo che il Ministro Frattini ha convocato i dirigenti della Hospira Spa di Liscate: bene. L'obiettivo del Governo italiano è quello di convincere la società produttrice del farmaco ad accettare il controllo dell'esportazione di pentothal? Bene, è un passo in avanti, ma ovviamente non è risolutivo perché quello che chiede la Camera dei deputati con questa mozione è qualcosa di ben più stringente e vincolante, ossia di trovare una soluzione al fine di vietare la vendita all'estero del sodio tiopentale che non sia unicamente per scopi medici.
Il collega Polledri - mi dispiace sia uscito dall'Aula, e mi riferisco alle sue vergognose (non trovo altra definizione) elucubrazioni in cui addirittura ha chiamato in causa la legge n. 194 del 1978 - dice che questa mozione di fatto è inutile perché, comunque, si troverà un altro farmaco. Può darsi, ma non per questo - stia tranquillo - finirà la nostra battaglia politica e culturale contro la pena di morte, compresa la battaglia contro il commercio delle armi.
Capisco che non possiamo pretendere dagli amici della Lega che comprendano questa che non è proprio una sottile disquisizione, ma noi insisteremo. Il punto, su cui chiudo, è che il Governo non può continuare a fare finta di nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare, e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali della mozione.

(Intervento del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, onorevole Craxi.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, l'Italia è tradizionalmente impegnata in prima linea nella campagna internazionale contro la pena di morte. Siamo, infatti, convinti che l'abolizione della pena capitale, un obiettivo a cui attribuiamo la massima priorità, sia un contributo fondamentale al rafforzamento dei diritti umani. Sottolineiamo infatti che la pena di morte non apporta alcun valore aggiunto in termini di sicurezza ai cittadini o di dissuasione del crimine, ma rende eventualmente ogni errore giudiziario drammaticamente irreversibile.
L'11 novembre scorso la III Commissione dell'Assemblea generale ONU ha approvato (con 107 voti favorevoli e 38 contrari) la terza risoluzione sulla moratoria della pena capitale, presentata da un'ampia alleanza transregionale di Paesi. Proprio oggi, 21 dicembre, è previsto che la plenaria dell'Assemblea generale confermi l'adozione di questo testo. I numeri indicano una tendenza positiva. È anche aumentato quest'anno il numero di co-sponsor rispetto al 2008. Ciò conferma, una volta di più, il graduale consolidarsi di un orientamento internazionale favorevole all'abolizione della pena capitale.
L'Italia ha contribuito in maniera determinante a questo risultato. A tale riguardo vorrei anche ringraziare l'associazione Nessuno tocchi Caino per il sostegno che ha dato e darà alla campagna contro la pena di morte. In questo caso la stretta collaborazione tra Governo, Parlamento e società civile rappresenta un autentico valore aggiunto per la credibilità e il prestigio internazionale del nostro Paese su questo dossier.
In questa cornice va inquadrato il caso sollevato dall'onorevole Zamparutti con la mozione oggi in esame. Anche in questo caso il Governo non ha fatto finta di niente. La mozione riguarda la possibile esportazione di Pentothal verso gli Stati Uniti da parte della filiale italiana, operante a Liscate, della multinazionale americana Hospira Spa. La preoccupazione sorge dal possibile utilizzo di tale anestetico anche nei protocolli per le esecuzioni capitali tramite iniezione letale.
Il Ministro degli affari esteri Frattini, che nei giorni scorsi ha incontrato il Pag. 12segretario generale di Nessuno tocchi Caino, l'onorevole D'Elia, l'onorevole Zamparutti e il portavoce della Comunità di Sant'Egidio Marazziti, ha prontamente coinvolto i Ministri della salute e dello sviluppo economico e ieri è stato, quindi, organizzato un incontro, presso la Farnesina, con i rappresentanti dell'azienda Hospira Spa, al fine di concordare, con l'azienda medesima, una strategia mirata ad escludere ogni responsabilità dell'Italia nell'utilizzo del farmaco in esame nelle iniezioni letali negli Stati Uniti d'America e in altri Paesi che praticano la pena di morte.
L'azienda ha mostrato piena disponibilità a collaborare ed ha accettato che la produzione e la vendita all'estero di sodio tiopentale sia autorizzata esclusivamente per scopi medici. In particolare, è stato concordato che l'autorizzazione per l'immissione in commercio del Pentothal menzioni l'obbligo all'utilizzo esclusivo del prodotto nelle strutture ospedaliere.
Infine, Hospira Spa si è impegnata a non vendere sodio tiopentale direttamente agli istituti di pena statunitensi e a modificare tutti i suoi contratti commerciali con terzi distributori, informandoli che l'azienda produttrice non consente che il prodotto sia distribuito per essere usato in procedure relative alla pena di morte e che, in caso contrario, sospenderà la fornitura del sodio tiopentale.
Naturalmente, con le amministrazioni competenti continuiamo a verificare tutti i risvolti giuridici ed eventuali altre possibili opzioni relative alla questione. Stiamo ad esempio esplorando, con le istituzioni europee e comunitarie, la possibilità, sulla base del regolamento CE 1236/2005, che definisce illegale l'esportazione di prodotti utilizzabili esclusivamente per la pena capitale, di estendere, a livello europeo, il controllo sull'esportazione del farmaco. Sembrerebbe tuttavia difficile che la Commissione europea possa inserire il farmaco nell'Allegato III al regolamento CE 1236/2005 che lista le merci, il cui uso è di dubbia finalità, per le quali sussiste un regime autorizzatorio.
Il Ministero dello sviluppo economico assicurerà, in ogni caso, la massima vigilanza per ciò che riguarda l'esportazione del prodotto, per assicurare che l'uso del sodio tiopentale di produzione nazionale possa essere riservato esclusivamente a scopi medici. L'impegno assunto dall'azienda Hospira Spa - impegno che ha già avuto conferme formali in tempi molto ristretti - appare già come un risultato particolarmente significativo che rispecchia quanto previsto nel dispositivo della mozione in esame, sulla quale il Governo esprime parere pienamente favorevole.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni in materia di rifiuti nella regione Campania.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Caparini, Cirielli, Jannone, Lombardo, Lupi e Mura sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

Pag. 13

LORENA MILANATO, Segretario, legge:
ROSANNA OCCHIODORO, da Ancona, chiede nuove norme a tutela dei figli nati fuori dal matrimonio (1109) - alla II Commissione (Giustizia);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
norme volte a evitare gli illeciti nelle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici (1110) - alla VIII Commissione (Ambiente);
misure a tutela degli utenti in caso di disservizi nell'accesso alla rete Internet (1111) - alla IX Commissione (Trasporti);
nuove norme in materia di attività forense (1112) - alla II Commissione (Giustizia);
MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede:
l'innalzamento a 10.000 euro del limite di reddito previsto per essere considerati fiscalmente a carico ai fini dell'IRPEF (1113) - alla VI Commissione (Finanze);
misure per favorire la concessione alle associazioni di ex combattenti di locali a titolo gratuito da parte dei comuni (1114) - alla IV Commissione (Difesa);
CARMELO LENTINO, da Trento, chiede l'istituzione di un'Agenzia nazionale per la sicurezza stradale (1115) - alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e IX (Trasporti);
JODI FEDERICO PROIETTI, da Milano, e altri cittadini chiedono:
interventi per garantire la certezza della pena e l'effettiva applicazione delle norme in materia di recidiva, nonché l'inasprimento per i reati di violenza sessuale (1116) - alla II Commissione (Giustizia);
la riduzione del numero dei parlamentari, l'ineleggibilità in caso di condanna definitiva per i reati più gravi e il divieto di ricoprire l'incarico di parlamentare per più di due legislature (1117) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
ALESSANDRO POMPEI, da Martinsicuro (Teramo), chiede l'adozione di nuove norme in materia di commercio all'ingrosso (1118) - alla X Commissione (Attività produttive).

Sull'ordine dei lavori (ore 16,12).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per segnalare ed informare i colleghi e chiedere ad ella di riferire alla Presidenza del Consiglio quanto segue.
Noi tutti ci battiamo per le proroghe della cassa integrazione, e il Governo, con il decreto n. 78, opera tagli sul personale che deve erogarla. Mi riferisco ai 1.750 lavoratori in somministrazione su tutto il territorio nazionale presso l'INPS ora in scadenza di contratto. Per 700 di loro, il limite ultimo è fissato al 31 dicembre, per i restanti al 31 marzo. Questi lavoratori consentono all'Istituto, insieme agli organici ridotti, di erogare pensioni, trattamenti di disoccupazione, cassa integrazione e mobilità, e di svolgere le attività di tutti giorni.
L'asse portante che desidero evidenziare in tutta la sua emergenza è appunto l'equazione tra pianta organica e percentuale di lavoratori cosiddetti atipici. L'organico dell'INPS a livello provinciale è sottodimensionato da tempo, particolarmente in Puglia. Il rischio, da gennaio, è il blocco delle attività e delle erogazioni per i cassintegrati, per i disoccupati e per i pensionati. Ieri ed oggi, questi lavoratori, con i loro sindacati confederali, stanno svolgendo iniziative per sensibilizzare le istituzioni e il Governo.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ora si tratta di derogare fino a marzo i contratti in scadenza al 31 dicembre: nel prossimo provvedimento - il cosiddetto milleproroghe - il Governo e il Parlamento assicurino coerentemente quei contratti indispensabili per l'erogazione delle Pag. 14prestazioni ai lavoratori, ai pensionati e ai disoccupati italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vico, naturalmente quanto da lei detto sarà riferito, tuttavia, le ricordo che ha a disposizione gli strumenti di sindacato ispettivo.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, poche ore fa è stato ritrovato un ordigno, su un vagone della linea B della metropolitana romana; ordigno che, per fortuna, nonostante alcune improvvide - secondo la mia opinione - dichiarazioni del sindaco di Roma, non poteva esplodere. Pur tuttavia, essendo comunque un gesto inquietante, anche se di tipo dimostrativo, a nome del Partito Democratico chiedo che il Governo riferisca all'Aula circa gli elementi di cui è in possesso sulla natura dell'ordigno e sulle indagini che sono in corso per far luce sui particolari dell'episodio, che comunque si inserisce in un clima di tensione.
Credo che ognuno di noi, che svolge funzioni pubbliche, debba contribuire a svelenire tale clima e a riportare serenità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, come molti colleghi avranno già sentito o letto, è scomparso nelle prime ore di oggi Enzo Bearzot, una figura mitica, leggendaria del nostro calcio; una persona che, prima di essere un grande professionista e un grande allenatore, era una persona di grande umanità e di grande sensibilità. Io desidero, anche come parlamentare del Friuli così come lo sono altri colleghi in quest'Aula, ricordarlo come persona che ha dato molto in termini di esempio, di serietà, modestia e coerenza, nei progetti professionali e sportivi in cui credeva.
Inviterei la Presidenza a valutare l'opportunità, in futuro, magari, di promuovere qualche iniziativa per ricordare questa grande figura di uomo, prima ancora che di personalità dello sport (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, ci associamo al ricordo di Enzo Bearzot e volevo dare notizia e commemorare anche la scomparsa di un illustre bustese avvenuta negli scorsi giorni, Bruno Tosi, cittadino benemerito dal 1999, fondatore di numerose iniziative anche di carattere nazionale: è stato presidente della Croce rossa, fondatore dell'università «Carlo Cattaneo - Liuc», dell'associazione culturale Famiglia Bustocca, della casa di cura Mater Domini, dell'asilo «Bellotti Pensa» e dell'associazione «Mario Ravera», oltre che dell'Anffas di Busto Arsizio.
Era una persona che ha sempre coniugato i valori della famiglia, del lavoro e dell'impresa con quelli dell'agire con sentimento e con grande dedizione senza mai mostrare il volto. Quando fu nominato cittadino benemerito, a chi lo ringraziava disse: non ho fatto niente di più che mettere qualche firma. Ma queste firme sono andate a favore di centinaia di famiglie che hanno un ragazzo con qualche problema di handicap, sono andate a favore di un'istituzione universitaria, della Croce rossa, insomma di tante iniziative che nel corso dei suoi 87 anni Bruno Tosi ha sostenuto con forza e con grande dignità. E sono la dignità, l'alto profilo morale e la semplicità che Bruno Tosi lascia come grande lezione di vita a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Unione di Centro).

MANUELA DI CENTA. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA DI CENTA. Signor Presidente, anche noi ci uniamo a questo ricordo, unico e grandioso, di Enzo Bearzot, uomo e sportivo del Friuli Venezia Giulia; grande azzurro, ma soprattutto grande uomo che ha trasmesso i valori della vita attraverso lo sport; e non solo ha saputo unirci in una festa infinita nel momento particolare di grande vittoria dell'Italia nel mondiale di calcio del 1982, ma ha soprattutto unito attraverso lo sport tutti gli italiani e tutta la nostra nazione.
Io mi permetto di chiedere a quest'Aula un abbraccio per un grande uomo e un grande sportivo attraverso un grande applauso (Applausi).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, desidero portare all'attenzione dell'Aula il fatto che, nella giornata di ieri, vi sono stati ancora tre morti sul lavoro. Si tratta di tre quarantenni: un leccese è deceduto in un cantiere edile; un altro, Nicola Maranò, è morto a Milano - anch'egli in un cantiere - dopo essere caduto nella tromba dell'ascensore; ed infine un altro è deceduto ad Arezzo, si presume a causa delle esalazioni di un silos contenente trucioli.
Ricordo, poi, in aggiunta a questi di ieri e a tutti gli altri, il dramma che si è avvenuto a novembre a Paderno Dugnano, con altri due morti e feriti molto gravi.
Il report del 2010 ci consegna un dato che non può lasciare assolutamente indifferente nessuno: 567 morti, ai quali si aggiungono tutti quelli che muoiono sulle strade per recarsi al lavoro. La «maglia nera» - come sappiamo - ancora una volta spetta all'edilizia: soprattutto, muoiono coloro che lavorano nei cantieri, in subappalto e dove c'è il lavoro nero che continua a proliferare. Anche l'industria - come sappiamo - ha avuto un aumento del 30 per cento rispetto all'anno scorso, nonostante la crisi che anche quest'anno è stata molto forte.
A fronte di tale dramma, il Governo non ha avuto di meglio da fare che commissionare una pubblicità con spot inutili, che costano alle nostre tasche ben 9 milioni di euro: si tratta di una pubblicità offensiva nei confronti di coloro - come ho citato poc'anzi - che lavorano in subappalti e in situazioni di irregolarità continua, lavoro nero e lavoro precario, che offrono ben poche possibilità al lavoratore di ribellarsi a tali condizioni.
Si colpevolizza sottilmente il lavoratore stesso, non assolutamente il committente. Si omette che la sicurezza sul lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione, ispiratrice di tutta la normativa legata alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Ricordo che questo Governo e questa maggioranza, dopo aver frammentato il decreto legislativo n. 81 del 2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di intervenire con un altro decreto correttivo, dimezzando le sanzioni, sia nei confronti dei datori di lavoro, che dei dirigenti.
Per questo motivo, chiedo al Presidente di farsi portavoce verso il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, affinché venga a rispondere con urgenza alla nostra interrogazione, presentata il 27 ottobre scorso dall'onorevole Boccuzzi, proprio in relazione alla campagna per la salute e la sicurezza sul lavoro da lui promossa.
Vorremmo, altresì, sapere anche cosa ha da dire il Ministro, oggi, alle 567 famiglie di coloro che quest'anno sono morti per guadagnarsi un pezzo di pane: se è colpa loro o se non hanno avuto cura per il proprio bene.
Quest'Aula non può rimanere assolutamente indifferente: siamo alla fine dell'anno e il dato è drammatico. Nonostante questa crisi, peggiorano sempre di più le condizioni di lavoro.
Per questo motivo chiediamo che il Ministro venga a rispondere urgentemente e chiediamo che questa pubblicità e questi denari vengano spesi in condizioni migliori, ma proprio per la sicurezza e non per una pubblicità che è offensiva nei confronti dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 16

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo anche da parte del gruppo dell'Unione di centro, per associarci al ricordo in ordine alla scomparsa di un grande italiano qual è stato Enzo Bearzot.
Per chi lo ha conosciuto e lo ha frequentato, come il sottoscritto, è giusto ricordare non solo quello che tutti hanno ricordato e che tutti conoscono - ossia, la grande capacità sportiva, le sue imprese, il nome dell'Italia in alto nel mondo - ma è giusto ricordare anche la persona, soprattutto in momenti come questi, dove le tensioni sono sempre più alte, ancorché, all'apice del successo, è sempre stata una persona umile, semplice, sempre e molto equilibrata.
Credo che a questo grande personaggio sia dovuto un riconoscimento che va oltre le imprese sportive, perché ha saputo sempre dare segnali buoni, importanti e significativi a tutta la società italiana. È in questo modo che noi, oggi, vogliamo ricordarlo e ringraziarlo per quello che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, e come friulano, non posso che concordare con gli interventi che mi hanno preceduto dell'onorevole Strizzolo, dell'onorevole Di Centa e, adesso, dell'onorevole Compagnon, per un saluto friulano, tipico che contraddistingue il nostro popolo e che usava anche Enzo Bearzot che da ormai quasi 28 anni è diventato un'epopea italiana grazie ai successi del mondiale di Spagna del 1982. Me lo ricordo ancora come fosse ora e penso che questa immagine ritorni alla mente di tutti noi quando, al rientro dalla finale vittoriosa, giocava a carte con un'altro amante della pipa, il nostro Presidente Sandro Pertini. Uno dei saluti che lo contraddistingueva e che contraddistingue anche la nostra lingua è il «mandi», saluto che ha un'etimologia un po' dubbia: o mane diu, cioè rimani bene a lungo, oppure in manibus dei. Un «mandi», penso che possa essere un saluto molto pertinente a questa figura di uomo e di sportivo; egli è stato e a lungo un grande uomo e speriamo che adesso possa godere di popolarità anche nell'alto dei cieli (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, recante disposizioni relative al subentro della amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti (A.C. 3909-A) (ore 16,24).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 26 novembre, n. 196, recante disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Ricordo che nella seduta del 16 dicembre 2010 si è concluso l'esame degli emendamenti.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3909-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3909-A).
L'onorevole Mario Pepe (PD) ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/1. Pag. 17
Le ricordo che ha un minuto a sua disposizione. Mi correggo, 5 minuti.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, posso anche rientrare in tempi più sintetici avendo riassunto nell'ordine del giorno la «storicizzazione» dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e in modo particolare nell'area metropolitana comprensiva della città di Napoli.
Sono convinto, ma mi pare che questo sia emerso dagli interventi di tutti i relatori, che il decreto-legge di cui stiamo parlando, per convertirlo e per adeguarlo alla situazione drammatica della Campania e della città di Napoli, non corrisponda del tutto alle esigenze e agli obiettivi che sono stati posti in essere. Questo è anche una verifica concreta di quello che non è stato fatto, obiettivamente. Molte volte è stato declamato in maniera solenne, vorrei dire erga omnes, che il problema dei rifiuti in Campania sarebbe stato risolto. Ci siamo resi conto, con la riproposizione del decreto-legge che, anche con il dibattito abbastanza significativo che si è svolto in questi giorni, il tema è tutto lì, e che i rifiuti indubbiamente insistono ancora sul territorio, compromettendo l'immagine e la istituzionalità degli enti preposti o coinvolti a livello territoriale.
Qui tocchiamo con mano la difficoltà degli enti ad essere coerenti con la loro storia, con la loro concezione e con la funzione che essi devono esercitare. Non credo, signor Presidente, alla moltiplicazione dei commissari ad acta, con una fattispecie giuridico istituzionale oltremodo paradossale che evoca la titolarità dell'affidamento del commissariamento al presidente della giunta regionale. Mi sarei aspettato qualunque soluzione, però su un argomento significativo, dove indubbiamente ci sono state delle difficoltà delle precedenti amministrazioni, anche di centrosinistra, un presidente coraggioso, vincitore di una partita elettorale significativa, doveva affrontare la vexata materia con grande brio, con grande fantasia e con grande capacità.
Quindi, quando ieri abbiamo criminalizzato il responsabile della vita istituzionale, dobbiamo per onestà e per una comparazione storica obiettiva riconoscere che, mentre taluni presidenti agivano assumendosi delle responsabilità, anche a livello omissivo, adesso abbiamo la latitanza del presidente, e «il gettare lo scudo oltre la siepe» per non affrontare la questione della Campania e della città di Napoli, al di là delle responsabilità che si vogliono attribuire al sindaco di Napoli, che è ben lungi da questa partita.
Tuttavia, andando al dunque dell'ordine del giorno - perché certo non vorrei con questo ordine del giorno assumere un atteggiamento iugulatorio verso il Governo e il Ministro dell'ambiente, né vorrei ora esprimere un'azione di rampogna per le difficoltà che il Governo ha registrato in questa partita - vorrei solo ricordare alla Presidenza e ai colleghi intervenuti che con questo decreto-legge vi è il rischio di scompaginare il territorio della regione Campania tra l'area di Napoli e la città di Napoli e la compagine territoriale.
In sintesi, chiedo un'attenzione da parte del Ministro affinché si adottino progetti di bonifica per i territori che hanno già dato - e molto - con le discariche per lo smaltimento dei rifiuti, e che si assumano atteggiamenti compensativi per quei comuni e quei territori che hanno pagato moltissimo in termini di smaltimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Lovelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/3.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, credo sia opportuno rilevare che, nell'ambito della discussione di questo decreto-legge, che riguarda l'emergenza dei rifiuti in Campania, alcuni ordini del giorno hanno sollevato un problema di carattere più generale riguardante la gestione dei siti contaminati esistenti sul territorio nazionale. Ciò rientra infatti nell'ambito di una questione di carattere più generale, certamente di carattere europeo, se è vero che studi recenti mostrano come la contaminazione del suolo derivante da attività Pag. 18industriali, stoccaggio dei rifiuti e attività minerarie, perdite da serbatoi e linee di trasporto degli idrocarburi, rappresenta una delle più importanti minacce.
La presenza di sostanze potenzialmente pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee può portare ad effetti negativi sulla salute dell'uomo e degli eco-sistemi. La gestione di tali procedimenti, che è di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è particolarmente complessa. Esistono oggi 57 aree di interesse nazionale individuate, che ricadono in proprietà di diversi soggetti, pubblici e privati, e le attività hanno ricadute socio-economiche e politiche molto rilevanti, che spesso ostacolano l'avvio degli interventi di bonifica.
La Confindustria, in quest'ottica, nel presentare il «rapporto bonifica» del 2009, ha rilevato che per nessun sito di interesse nazionale - inteso come intera area perimetrata - si è arrivati alla certificazione di avvenuta bonifica e, quindi, al risanamento definitivo delle aree, e alla conseguente possibilità di riutilizzo delle stesse.
Secondo il rapporto di Federambiente, presentato nei giorni scorsi, in Italia ci sono oltre 12.600 siti inquinati, più di 1.350 comuni coinvolti e una media di quasi 300 euro per ogni metro quadrato di superficie da bonificare. Se questo è il dato che è sotto i nostri occhi e alla nostra attenzione, penso sia giusto riproporlo all'attenzione dell'Assemblea e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Ed è in questo quadro che intendo sottoporre alla sua attenzione, signor Presidente, e all'attenzione del Ministro la situazione specifica del sito di interesse nazionale ex Ecolibarna di Serravalle Scrivia, nel quale, a partire dal 2003 e, precisamente, con l'ordinanza di Protezione civile del 30 luglio di quell'anno, è stato nominato un commissario per l'attuazione degli interventi di bonifica che, successivamente, è stato confermato nel suo ruolo e, infine, con ordinanza del 24 maggio 2007 è stato individuato per questo compito il prefetto di Alessandria, al quale è affidata la gestione commissariale degli interventi sull'area prorogata al 31 luglio 2011 con l'ultimo decreto.
Quindi, questa è la situazione di tale sito, nel quale le azioni commissariali sono state svolte, individuando le priorità più urgenti, ma rispetto al quale è stato individuato un piano di interventi il cui onere complessivo ammonta a circa 14 milioni di euro e la cui copertura finanziaria non è stata completamente garantita, mentre una bonifica integrale richiederebbe un fabbisogno stimato di circa 40 milioni di euro.
A questo scopo - concludo il mio intervento - si sono svolte sul territorio molte iniziative nel corso dell'ultimo anno, anche grazie alla specifica iniziativa di un comitato per la bonifica del sito che si è costituito ed ultimamente si è realizzato un coordinamento degli enti locali presieduto dalla provincia di Alessandria che sarà, da oggi in avanti, il punto di riferimento per gli interventi che il Ministero dell'ambiente vorrà programmare.
Quindi, pongo all'attenzione dell'Aula il problema e chiedo l'impegno del Governo, che già si è espresso anche in passato, affinché si metta in corso un piano...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO LOVELLI. ...pluriennale di finanziamento per rendere possibile la messa in sicurezza e il finanziamento complessivo dell'intervento.

PRESIDENTE. L'onorevole Picierno ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/4.

PINA PICIERNO. Signor Presidente, con questo ordine del giorno si intende porre l'attenzione del Governo e di quest'Aula sulle vicende di Camigliano e del suo sindaco Vincenzo Cenname, vicende che sono state già riportate ampiamente dalla stampa locale e nazionale e che sono state già ricordate in quest'Aula da interventi precedenti di vari colleghi. Pag. 19
Però voglio qui ricordare brevemente la vicenda di Cenname. Egli è stato rimosso dal suo ruolo di sindaco in soli dieci giorni, una velocità record - voglio ricordarlo - che non viene riservata nemmeno alle amministrazioni che sono infiltrate dalla criminalità organizzata. E cosa avrà fatto questo sindaco per meritare questo tipo di trattamento?
Si è nel frattempo rotto anche il microfono. Chiedo scusa, Signor Presidente, ma ho un problema con il microfono.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Picierno...

PINA PICIERNO. Signor Presidente, si è rotto il microfono, cerchi di prestare un po' di attenzione agli interventi.

PRESIDENTE. Lo so, ma lo dovrebbe dire anche ai suoi colleghi.

PINA PICIERNO. Ho capito, ma mi si rompe il microfono e lei mi toglie la parola, mi sembra un po' troppo.

PRESIDENTE. Non lo avrei mai fatto, lo sa.

PINA PICIERNO. Dunque, provando a riprendere il filo del discorso, dicevo che Cenname è stato rimosso dal suo incarico in soli dieci giorni con una velocità record che non viene riservata nemmeno alle amministrazioni che sono inquinate dalla criminalità organizzata, e quindi cosa avrà fatto questo sindaco per meritare un simile tipo di trattamento?
Camigliano per caso era invasa dai rifiuti? Non era invasa dai rifiuti. Ricordo in quest'Aula che a Camigliano c'è una raccolta differenziata che è pari al 65 per cento. Era per caso Camigliano un'amministrazione inefficiente, inefficace? Nemmeno questo è vero, perché per le tante iniziative sui progetti di salvaguardia ambientale, Camigliano entra addirittura nell'elenco dei comuni virtuosi.
Il sindaco viene rimosso - lo voglio ricordare - perché si rifiuta di inviare alla prefettura i dati relativi ai versamenti della TARSU e della TIA, la cui riscossione era, secondo la legge n. 26 del 2010, affidata alle province. Si tratta ovviamente di un gesto simbolico per porre l'attenzione sul malfunzionamento in generale del sistema in Campania e sulla richiesta che fossero i comuni e non le province a gestire la raccolta e la riscossione dei tributi del servizio di igiene urbana. Le modifiche che sono state introdotte con questo decreto-legge vanno esattamente in questa direzione. È del tutto evidente - almeno lo è a me - che vengono a cadere le ragioni che giustificano la rimozione del sindaco e per questa ragione chiediamo, con questo ordine del giorno, di valutare la possibilità, nel nuovo contesto normativo che si sta determinando, di revocare il decreto di rimozione del sindaco di Camigliano e di restituire ai cittadini di tale comune il sindaco che ha fatto di quella città una città pulita e una città migliore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Cuomo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/12.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, colgo l'occasione di questo ordine del giorno anche per fare una piccola riflessione in merito alla vicenda dei rifiuti e dell'emergenza rifiuti nella regione Campania. Cari colleghi, ho l'impressione che il caso dei rifiuti nella nostra regione sia diventato un momento emblematico dell'incapacità del Governo di affrontare i problemi concreti del nostro territorio e del nostro Paese. Dico questo perché in tre anni di Governo Berlusconi - perché ormai siamo quasi alla fine del terzo anno del Governo Berlusconi - stiamo per approvare il sesto decreto-legge che riguarda l'emergenza di una materia, di un momento particolare di un territorio, in modo particolare della regione Campania. Ebbene, mi pongo il problema perché tre anni sono tanti.
Il ciclo dei rifiuti, nella sua logica definizione, viene compreso dalle altre regioni del nostro Paese, così come lo Pag. 20hanno risolto nel corso degli anni, attraverso una dimensione a breve, medio e lungo termine. Ogni volta che approviamo un decreto-legge partiamo e ci fermiamo esclusivamente alla prima tappa, al primo elemento, cioè all'emergenza, al breve periodo, dopodiché restiamo fermi. Pertanto, suggerirei al Ministro, al Governo, ai colleghi - anche perché questo decreto-legge resta inadempiente ed incomprensibile, oltre che inefficace come gli altri - che tale provvedimento riguardi solo la paventata soluzione dell'emergenza rifiuti. Infatti, il metodo che si è trovato per individuare le discariche e per arrivare alla realizzazione dei termovalorizzatori presenta manchevolezze nella struttura portante di come arrivarci.
Credo che anche questo decreto-legge sia pieno di incomprensioni. Quindi, penso che faremo anche questa volta il solito buco nell'acqua, cioè non riusciremo a determinare la soluzione di un problema che ormai appartiene al territorio campano, ed è un fatto gravissimo per un Paese come il nostro nel 2010 non riuscire a risolvere questo problema. Mi affaccio al problema che propongo nell'ordine del giorno, al senso dell'ordine del giorno che voglio illustrare. Nei due momenti fondamentali per la soluzione del problema dei rifiuti, uno è l'aspetto strutturale, l'altro, quasi pedagogico e culturale, è quello della raccolta differenziata.
Quindi, proporrei con questo ordine del giorno al Ministro e al Governo di immaginare per un momento di stanziare nel prossimo decreto-legge «mille proroghe» un fondo speciale per poter promuovere all'interno delle scuole dell'obbligo una forma di educazione pedagogica e di insegnamento della raccolta differenziata.
Infatti, si dovrebbe partire dai bambini e dai ragazzi in età scolastica. Potremmo così produrre un doppio effetto positivo. Intanto, insegniamo ai ragazzi ad abituarsi culturalmente rispetto al futuro del proprio territorio, alle emergenze e alla priorità dell'ambiente per il futuro. Inoltre, occorre anche segnalare che i bambini all'interno della famiglia riescono ad incidere in maniera più convincente nei confronti dei genitori. Infatti, l'altro obiettivo fondamentale è fare in modo che anche nella regione Campania vi sia una cultura capace di alimentare la formazione e promuovere e sviluppare percentuali elevate di raccolta differenziata.

PRESIDENTE. Onorevole Cuomo, la prego di concludere.

ANTONIO CUOMO. Concludo, signor Presidente. Spero che il Governo, rispetto a questo semplice ordine del giorno, possa avere un minimo di attenzione. Infatti, promuovere tale iniziativa all'interno del corpo scolastico e delle scuole dell'obbligo del nostro Paese e, in modo particolare, della Campania potrebbe servire a migliorare quell'aspetto culturale necessario a risolvere anche l'aspetto dei rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 3909-A)

PRESIDENTE. L'onorevole Braga ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/14.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, con questo ordine del giorno vogliamo provare a portare l'attenzione dell'Assemblea ora distratta - ma che però nella scorsa settimana ha discusso a lungo di un ennesimo decreto-legge finalizzato a risolvere Pag. 21la situazione problematica della gestione del ciclo dei rifiuti in Campania - su un tema che riguarda sicuramente la Campania, ma più in generale diverse realtà e regioni del nostro Paese che vivono in una situazione di difficoltà e, in un certo senso, di emergenza.
Nel corso della discussione del decreto-legge al nostro esame, abbiamo contestato fortemente il fatto che, dopo aver affrontato il tema dell'emergenza dei rifiuti in Campania con una serie di decretazioni d'urgenza e definizioni dello stato d'emergenza, il Governo abbia preferito per una ragione evidentemente ed esclusivamente di opportunità politica non dichiarare lo stato di emergenza in questo caso. Nel nostro ordine del giorno ricostruiamo una serie di passaggi che vanno dal primo decreto-legge n. 90 del 2008, che ha introdotto un nuovo modello gestionale per l'organizzazione delle strutture commissariali e per l'individuazione di un apposito sottosegretario di Stato, ad un altro decreto-legge del 2008, che ha introdotto una serie di deroghe alle disposizioni in materia ambientale, igienico-sanitaria e urbanistica per la realizzazione di termovalorizzatori e discariche.
Abbiamo messo in evidenza come in molti casi la decretazione d'urgenza e queste misure straordinarie non hanno comunque garantito il raggiungimento degli obiettivi minimi di organizzazione ed efficacia del servizio. Lo scorso anno con il decreto-legge n. 195 il Governo ha ritenuto che fossero in qualche modo superate le condizioni necessarie per decretare la definizione dello stato di emergenza in Campania, che quindi è stato dichiarato cessato e risolto, predisponendo le misure per il passaggio ad una situazione di normalità. Ci troviamo oggi a dover gestire una situazione molto lontana dall'essere risolta e anche dal poter essere affrontata in un'ottica di gestione ordinaria. Nonostante siano stati esercitati per oltre due anni e mezzo poteri straordinari, ancora oggi non abbiamo garanzie sul funzionamento del termovalorizzatore di Acerra, sulla gestione delle discariche, sulla realizzazione degli altri impianti di trattamento e gestione dei rifiuti e su un efficace sistema di raccolta dei rifiuti.
Peraltro, in questo caso abbiamo visto come anche questo decreto-legge non ha risolto, in maniera definitiva e almeno per quanto avremmo voluto, il tema del conflitto di competenze tra comuni e province, lasciando aperta la possibilità di una gestione in qualche modo particolare per la Campania e diversa rispetto a tutte le altre situazioni del Paese.
Abbiamo più volte evidenziato come non esistono allo stato attuale - ed è un dato oggettivo - gli elementi per poter dichiarare completamente risolta e superata la situazione critica e di emergenza che sussiste in Campania. Si tratta, comunque, di un segnale di un fallimento dell'azione di questo Governo su uno dei temi sui quali ha costruito gran parte della propria retorica e dell'efficacia dell'azione amministrativa e di governo.
Con questo ordine del giorno, però, vorremmo anche portare l'attenzione del Governo su altre situazioni che, dicevo, sono di difficoltà e di criticità e che riguardano altre regioni del Paese, quali la Sicilia, la Calabria e il Lazio. I colleghi della Commissione ambiente, che sono intervenuti nel corso della discussione sulle linee generali, hanno più volte evidenziato come anche in queste realtà vi siano delle situazioni di difficoltà. Finora abbiamo visto che la modalità di intervento che è stata attuata e prevista per la Campania non ha, appunto, portato ad una gestione corretta ed efficace dell'emergenza. Pertanto, impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di mettere in atto un'azione di coordinamento e - diciamo così - di organizzazione anche condivisa con le altre regioni, espletando in maniera piena il ruolo di coordinamento che è proprio e che è previsto dal decreto-legge n. 152 del 2006 e che è probabilmente l'unico modo e l'unica possibilità per prevenire l'esplodere di situazioni di emergenza e di criticità come quelle della Campania. Chiediamo che il Governo accetti il nostro ordine del giorno e svolga appieno questo ruolo di coordinamento che finora non ha fatto.

Pag. 22

PRESIDENTE. Saluto gli studenti del liceo scientifico di Lungro in provincia di Cosenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
L'onorevole Bonavitacola ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/15.

FULVIO BONAVITACOLA. Signor Presidente, devo illustrare per la verità un ordine del giorno recante una serie di misure ovvie in tutta Italia ma che in Campania diventano conquiste rivoluzionarie. Si tratta delle competenze dei comuni in tema di gestione del ciclo dei rifiuti. Ebbene, nel nostro ordinamento avevamo capito pacificamente che le regioni dovevano esercitare una potestà legislativa concorrente, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione. Le province fin quando non verranno sciolte - visto che tutti parlano dello scioglimento e il Partito Democratico ha assunto una posizione equilibrata e chiara su questo punto - e finché continueranno a sopravvivere è abbastanza pacifico che dovranno occuparsi di pianificazione e di programmazione del territorio, in particolare con riferimento ai piani urbanistici di livello provinciale, al piano dei trasporti e ad alcuni controlli in materia ambientale.
I comuni si dovrebbero occupare di ciò che chiamiamo volgarmente gestione, cioè delle attività tipicamente operative che sono espressione di un principio costituzionale che è il principio di sussidiarietà. Non devo spiegare a quest'Aula che cosa sia il principio di sussidiarietà. Questo principio garantisce che la regola fondamentale è partire dall'istituzione più vicina al cittadino ed allontanarsene, attraverso i livelli superiori, quando la gestione del servizio richiede una competenza superiore.
Ebbene, noi stiamo parlando, signor Presidente, di chi deve spazzare i marciapiedi e non di chi deve realizzare le centrali nucleari e di cui dovremo parlare forse non solo a livello europeo ma a livello mondiale. Stiamo parlando di chi deve spazzare i marciapiedi e se i comuni non possono organizzare il servizio di spazzatura dei marciapiedi, signor Presidente, allora sciogliamoli.
In Campania dobbiamo avere la coerenza morale e il coraggio di dire: «Noi proponiamo lo scioglimento dei comuni» perché se non possono fare questo cosa devono fare? Avete proposto che questa così tanto impegnativa attività debba essere demandata niente poco di meno che alle amministrazioni provinciali con una conversione abbastanza sospetta perché, guarda caso, avete riscoperto questa visione panprovincialista in coincidenza con l'avvento del centrodestra nella maggioranza delle province della Campania. Così all'improvviso vi siete innamorati delle province, è sbocciato questo sentimento irrefrenabile. Tuttavia, abbiamo visto che la scelta di caricare sulle province la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania è una scelta folle perché non tenete conto che in Campania ci sono province come quella di Napoli, ma anche come Salerno e Caserta che hanno un'estensione geografica enorme e una popolazione di svariati milioni di abitanti: quindi, pensare che un unico carrozzone provinciale possa garantire lo spazzamento, la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti dalla Baia Domizia nel caso di Napoli e da Positano a Sapri nel caso di Salerno è una pazzia. I fatti dimostrano che questa scelta non solo è sbagliata, ma aggrava l'emergenza, pertanto faccio un appello: abbiamo approvato due emendamenti ragionevoli, che salvano le competenze comunali almeno per il 2011 - infatti, i comuni della Campania non riescono a fare neanche i bilanci perché non sanno oggi se la TARSU è ancora parte delle loro entrate -, vi chiedo quindi di prevedere questi emendamenti nel decreto milleproroghe. Fate almeno un atto di etica e di morale nei confronti degli amministratori locali della regione Campania.

PRESIDENTE. L'onorevole Margiotta ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/17.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, siamo al quinto o sesto decreto-legge Pag. 23di questa legislatura in materia di rifiuti in Campania e i rifiuti sono ancora sulle strade Napoli, anche in queste ore. Segnalo inoltre la problematicità del tema anche sotto l'aspetto della criminalità organizzata. Il rapporto Legambiente su ecomafie del 2010 mostra che il fatturato della criminalità organizzata attraverso crimini ambientali arriva a 20,5 miliardi annui, il 45,5 per cento del quale naturalmente è concentrato nelle quattro regioni a tradizionali infiltrazioni mafiose e malavitose: Puglia, Calabria, Sicilia e Campania.
L'altro dato molto impressionante riguarda le spese che da 15 anni di emergenza in Campania in materia di rifiuti lo Stato, quindi la collettività, ha sostenuto: mediamente si tratta di 780 milioni di euro all'anno. I nomi che si incontrano nelle cronache e negli atti giudiziari sono Alfieri, Bidognetti, Casalesi, Grimaldi, Galasso, La Torre, Marfella, Mocci, Mazzoni; di questo parliamo quando affrontiamo il tema dell'emergenza rifiuti in Campania.
Il decreto-legge dà una risposta molto debole, molto spesso inutile e per certi versi dannosa. Voteremo contro il decreto-legge, come avrà modo di dire in dichiarazione di voto finale il collega Iannuzzi. Esso è stato in parte migliorato essendo stato accolto, ad esempio - di questo diamo atto al Ministro Prestigiacomo che al riguardo ha espresso parere favorevole -, l'emendamento che sostituisce la dizione «può procedere» con la dizione «procede»; in tal modo, si rende inevitabile la nomina di commissari per la gestione degli appalti dei termovalorizzatori e ciò a nostro avviso è un aspetto positivo. Tuttavia, il provvedimento è stato anche peggiorato attraverso un emendamento della Commissione, contro cui noi del PD abbiamo fortemente combattuto, che pone in testa ai commissari nominati dal presidente della regione persino la scelta dei siti ove realizzare le discariche.
L'esperienza di questi quindici anni è che i commissari, che non hanno né l'autorevolezza né l'autorità per fare queste scelte, ci condanneranno all'immobilismo. Avevamo ben chiesto che fosse il presidente della regione a scegliere i siti dove realizzare le discariche e quindi a fare il suo mestiere di programmatore, lasciando ai commissari il mestiere che giustamente un commissario deve svolgere, che è quello di gestore della fase attuativa di idee e proposte del presidente della regione. Purtroppo ciò peggiora notevolmente l'impianto normativo del decreto-legge, già per noi del tutto insufficiente.
Con questo ordine del giorno chiediamo una cosa semplicissima, l'avevamo chiesta anche quando tutta la materia era posta in capo al sottosegretario Bertolaso, e cioè che almeno il Parlamento venga informato costantemente dalla regione o dal presidente della regione di quanto accadrà nei prossimi mesi sullo stato di gestione dei rifiuti, sull'attuazione delle misure previste in questo e in precedenti decreti e sulle misure adottate in maniera particolare per la riduzione dei rifiuti e per la raccolta differenziata. È il minimo che il Parlamento possa chiedere e quindi auspichiamo che il Governo voglia accogliere senza esitazione questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Bratti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/18.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, prima di entrare nel dettaglio dell'ordine del giorno, vorrei riprendere alcune considerazioni fatte da altri colleghi relativamente a un grande tema, purtroppo ancora irrisolto nel nostro Paese, che è quello delle bonifiche dei siti inquinati, con particolare riferimento alle bonifiche dei siti di interesse nazionale.
Stiamo parlando, com'è stato ricordato, di oltre cinquantatré siti - alcuni sono stati aggiunti di recente - che rientrano in questa normativa e che, nonostante alcuni provvedimenti messi a punto dal Ministro e da questo Governo, uno per tutti la possibilità delle transazioni per danno ambientale, in realtà, come veniva citato prima dal collega Lovelli, non hanno fatto un passo avanti. Pag. 24
Sono impietose le considerazioni sullo stato dell'arte delle bonifiche, sia per quel che riguarda Confindustria ma veniva citato anche uno studio recente di Federambiente. Siamo in realtà in una situazione complessa e complicata, sono stati spesi moltissimi soldi pubblici ed anche privati per studi e approfondimenti, molti a scopo di contenzioso giuridico, ma in realtà per la legge attualmente in vigore nessuno di questi siti è stato restituito alla sua collocazione naturale. Quindi, un grande problema è quello delle bonifiche; noi abbiamo presentato una mozione e speriamo di arrivare in Aula a discuterla al più presto perché il tema è complesso e mette in gioco delle aree strategiche per il nostro Paese, anche dal punto di vista della possibilità economica di poter applicare tecnologie innovative e di creare quindi occupazione. Riteniamo che il tema delle bonifiche non sia solo un tema ambientale ma una grande opportunità di sviluppo per le nostre imprese. Su questo chiederemo un impegno al Governo, molto ma molto più forte di quello che ad oggi è stato messo in carico.
Veniamo al tema del decreto che riguarda anche, in parte, il tema delle bonifiche e che questo ordine del giorno riprende. Noi, come abbiamo avuto occasione di dire anche durante la discussione sulle linee generali, abbiamo sostenuto che questo decreto, in realtà, sarà poco efficace e rimanderà temporalmente i problemi ad altri periodi; esso sancisce il fallimento delle politiche che erano state impostate all'inizio di questa legislatura dal sottosegretario Bertolaso.
Ricordo che, tra le tante cose promesse nel decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, oltre alla previsione dell'apertura di queste tre discariche - poi eliminate - e ai cinque impianti di incenerimento - di cui è partito solo uno -, c'era un'altra grande ed importante questione: gli oltre 520 milioni di euro che il Governo si era impegnato, insieme alla regione Campania, a mettere a disposizione per le opere di bonifica e di compensazione ambientale.
Ora di questi soldi non è stato previsto nemmeno un euro e nel decreto-legge oggi si rimedia inserendo delle poste che non sono così importanti come quelle pensate all'origine, ma che in parte tendono ad andare incontro a queste esigenze delle popolazioni, soprattutto del parco del Vesuvio. Voglio ricordare che uno dei motivi scatenanti delle manifestazioni di quell'area e del fatto che poi la nuova discarica non si sarebbe potuta fare nasce dal fatto che il Governo nei confronti di quella popolazione non ha mantenuto le promesse che aveva garantito in sede istituzionale, cosa che noi riteniamo molto grave, perché pensiamo che la credibilità delle istituzioni nasca proprio dagli accordi che queste prendono con i cittadini. Detto questo, noi quindi in questo ordine del giorno di fatto proponiamo che contestualmente, o insomma insieme ad un eventuale identificazione di altre aree come sversatoi dei rifiuti, sia prevista innanzitutto l'opera di bonifica o la messa in sicurezza di questi luoghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Rubinato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/21.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, chiederei anche l'attenzione, se è possibile, del Ministro Prestigiacomo.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

SIMONETTA RUBINATO. Con il mio ordine del giorno vorrei sottoporre al Governo in modo particolare, oltre che all'Aula, il modo errato attraverso cui stiamo trattando due situazioni molto diverse riguardo alle sanzioni che vengono previste. Il comma 6 dell'articolo 1 del decreto-legge che stiamo esaminando introduce misure sanzionatorie per i comuni che non conseguano gli obiettivi minimi di raccolta differenziata. La sanzione in questo caso è quella della nomina di un commissario ad acta quando Pag. 25il comune non si mette in regola con il sistema della raccolta differenziata nel termine di sei mesi assegnato dal prefetto. In questo caso quindi quando..., Presidente mi scusi...

PRESIDENTE. Colleghi per cortesia. Prego, onorevole Rubinato.

SIMONETTA RUBINATO. In Italia abbiamo non solo il problema della legalità ma anche della cattiva produzione delle leggi, che creano un drammatico circolo vizioso, per cui regole fatte male incentivano le illegalità. Con questo decreto-legge in tema di emergenza rifiuti facciamo esattamente questo. Vedo che al Ministro Prestigiacomo non interessa. Peccato, Ministro, perché potrebbe essere un contributo al suo lavoro. La ringrazio dell'attenzione. Siccome sono un amministratore locale e, anche se del nord, penso che occorra incentivare i comportamenti virtuosi nel sud del Paese, vorrei ricordare che con questo decreto-legge che oggi viene approvato dalla Camera si stabilisce che, nel caso in cui un sindaco non raggiunga gli obiettivi minimi di raccolta differenziata, vi sia la semplice nomina di un commissario ad acta per svolgere la funzione che il sindaco dovrebbe svolgere, ma il sindaco rimane al suo posto. Invece, sempre con questo decreto-legge, che conferma quanto già deciso con il decreto-legge n. 195 del 2009, se un sindaco raggiunge i livelli di eccellenza nella raccolta differenziata, ma semplicemente non ha inviato..., è incredibile...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, possiamo far parlare la collega. Evitiamo i bivacchi, per favore.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, non è che la collega vuole solo parlare, vorrebbe anche essere ascoltata almeno per due minuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché posso anche parlare da sola guardandomi allo specchio. Siccome il mio intervento vuole essere un contributo, pazienza.
Un sindaco che invece raggiunge livelli di eccellenza nella raccolta differenziata, per il semplice fatto che non manda alla provincia i dati relativi alla raccolta differenziata eccellente che egli svolge nel suo comune e i dati relativi alla TARSU e alla TIA viene rimosso, mandato a casa e il consiglio comunale viene sciolto. Chiedo alla maggioranza, in particolare alla Lega, se possa essere equo e possibile, se possa incentivare la legalità e il rispetto delle regole, anche in regioni impegnate ormai da anni e anni nell'emergenza rifiuti, sanzionare in modo così iniquo fattispecie che francamente sono evidentemente così diverse. Gli emendamenti che avevo presentato al riguardo sono stati uno dichiarato inammissibile e l'altro bocciato.
Mi permetto di chiedere al Governo, soprattutto in un momento in cui si parla di federalismo e - io sono d'accordo - di sanzioni per quegli amministratori, dal presidente della regione al sindaco, che non riescono a svolgere bene le loro funzioni (si parla di fallimento degli amministratori), se sia possibile rimuovere un sindaco eletto dai cittadini, che ha portato la raccolta differenziata nel suo comune dal 7 al 70 per cento, solo perché non ha rispettato il termine per la trasmissione alla provincia dei dati relativi alla raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Questo è già accaduto il 3 agosto di quest'anno per il sindaco di Camigliano, come ha ricordato l'onorevole Picierno, e continuerà ad accadere anche da qui in avanti. Chiedo al Governo di intervenire con urgenza, con prossime urgenti iniziative normative, già nel «decreto milleproroghe», per evitare che questa iniquità si perpetui e per premiare i comportamenti finalmente virtuosi, l'unica premessa perché l'Italia possa sperare di risolvere le situazioni tragiche dell'emergenza rifiuti in quella parte del Paese che ne è insieme vittima e autore. Chiedo anche al Governo di revocare, in sede di autotutela...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

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SIMONETTA RUBINATO. .... per ragioni di interesse pubblico, il decreto già emanato il 3 agosto scorso a carico del sindaco di Camigliano, il quale è stato mandato a casa - alla faccia del federalismo e dell'autonomia delle comunità virtuose - e il cui consiglio comunale è stato sciolto.
Chiedo che il Governo, come ha emanato...

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, il Ministro non può mettersi anche a telefonare. Questa è un'offesa (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

MARIO PEPE (PdL). Stai calmo!

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, la prego, non faccia così! Prego, onorevole Rubinato, concluda.

SIMONETTA RUBINATO. Concludo, signor Presidente. Ovviamente, il Governo e gran parte dell'Assemblea, soprattutto la maggioranza, che è quella che dispone dei voti per migliorare le cose, non mi hanno ascoltato.

PRESIDENTE. No, onorevole Rubinato. È stato così dappertutto, abbia pazienza.

SIMONETTA RUBINATO. Ringrazio la Presidenza di avermi ascoltata. Spero di poter parlare: spero che nei prossimi provvedimenti normativi si possa porre rimedio a questa iniquità. Non vi sono problemi di copertura finanziaria, non vi è alcun tipo di problema, se non quello che questo Parlamento cominci a prevedere delle regole di buonsenso, logiche ed eque, il che ancora non accade.
Vuole dire che, probabilmente, la speranza di vedere risolto il tema drammatico dell'emergenza rifiuti in questo Paese, anche quando si parla di federalismo e ci si riempie la bocca del merito in questo Paese, francamente, è ancora lontana da venire.

PRESIDENTE. L'onorevole Zacchera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3909-A/6.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo perché, nell'ordine del giorno che ho presentato, sottolineo alcune situazioni. Innanzitutto, parlo anche come sindaco di una città, Verbania, che è ai vertici nazionali dal punto di vista della raccolta differenziata, avvicinandosi ormai al 75 per cento, ed è difficile fare di più.
Però, vi sono obiettivamente due difficoltà: la prima è che non vi è alcun premio, non in termini economici, ma anche solo sotto forma di facilitazioni, per quelle amministrazioni comunali, anche di una certa importanza, che spendono notevoli somme finanziarie per cercare di portare al meglio, in assoluto, la raccolta differenziata. Questo, obiettivamente, non è giusto. Secondo me, da parte ministeriale, si dovevano prevedere degli obiettivi e, al raggiungimento di essi, avere, in qualche maniera, una politica premiante nei confronti delle amministrazioni comunali che si comportano bene.
In secondo luogo, secondo me, sarebbe importante avviare in tutta Italia una campagna nazionale per favorire la raccolta differenziata. La gente non capisce molto spesso come deve comportarsi: i colori vanno uniformati in tutta Italia e vanno utilizzati gli stessi metodi, per quanto possibile. Dal punto di vista dell'etica sociale, è estremamente importante che i cittadini siano influenzati nei loro atteggiamenti.
Pensiamo soltanto a questi giorni prenatalizi: perché non si è fatta una campagna pubblicitaria - almeno facciamola per l'anno venturo - per invitare a ridurre il consumo degli imballaggi, che di solito sono assolutamente inutili, ma che portano milioni di tonnellate di rifiuti, che in qualche maniera devono essere smaltiti? In questo senso, mi auguro che, indipendentemente dalla formulazione, il Ministro voglia accettare il mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 27

In ricordo del professore Tommaso Padoa Schioppa (ore 17,15).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo).
Onorevoli colleghi, prima di passare ai pareri sugli ordini del giorno e, quindi, al voto vi prego di prestare un attimo di attenzione.
Come è noto, lo scorso 19 dicembre è deceduto all'età di 70 anni il professore Tommaso Padoa Schioppa, illustre economista che ha prestato la sua opera al servizio delle istituzioni italiane e comunitarie ricoprendo anche l'incarico di Ministro dell'economia e delle finanze.
Nato a Belluno il 23 luglio 1940, laureato in economia presso l'università Bocconi di Milano nel 1966, ha ottenuto un master in economia presso il MIT di Boston nel 1970. È iniziata così la sua carriera professionale in Banca d'Italia nel 1968, giungendo ad essere nominato nel 1984 Vicedirettore generale, incarico che ricoprirà sino al 1997.
Dal 1979 al 1983 è stato Direttore generale per l'economia e la finanza della Commissione europea. In quella sede ha iniziato un'intensa e proficua collaborazione con Jacques Delors, futuro Presidente della Commissione stessa, divenendo nel 1989 membro del Comitato incaricato di redigere il progetto di Unione monetaria europea che porterà alla nascita dell'euro.
Tra il 1997 ed il 1998 ha assunto l'incarico di Presidente della Consob e dal 1998 al 2006 ha fatto parte del Comitato esecutivo della Banca centrale europea. Dal 17 maggio 2006 ha ricoperto, nell'ultimo Governo presieduto da Romano Prodi, l'incarico di Ministro dell'economia e delle finanze.
La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore che desidero ora rinnovare anche in nome dell'Assemblea che invito, pertanto, ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).

Si riprende la discussione (17,20).

(Ripresa esame degli ordini del giorno A.C. 3909-A)

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il Governo accetta gli ordini del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/3909-A/1, Stradella n. 9/3909-A/2 e Lovelli n. 9/3909-A/3, non accetta l'ordine del giorno Picierno n. 9/3909-A/4 e invita al ritiro dell'ordine del giorno Fava n. 9/3909-A/5.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zacchera n. 9/3909-A/6 a condizione che venga accolta la seguente riformulazione: nell'ultimo capoverso sostituire le parole «a predisporre» con le seguenti «a valutare l'opportunità di predisporre».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Piffari n. 9/3909-A/7 e Di Stanislao n. 9/3909-A/8 e propone la seguente riformulazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/3909-A/9: eliminare il secondo capoverso del dispositivo. In tal caso l'ordine del giorno viene accettato.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Dussin n. 9/3909-A/10, purché riformulato, e l'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/3909-A/11 se riformulato nel modo seguente: sostituire nel dispositivo le parole «adottando in ogni caso le opportune iniziative» con «valutando l'opportunità di adottare iniziative».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Cuomo n. 9/3909-A/12, accetta gli ordini del giorno Iannuzzi n. 9/3909-A/13 e Braga n. 9/3909-A/14, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bonavitacola n. 9/3909-A/15 e accetta l'ordine del giorno Mariani n. 9/3909-A/16.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Margiotta n. 9/3909-A/17, se riformulato nel modo seguente: nel primo capoverso del dispositivo l'espressione: «ad attivarsi affinché la regione Campania informi il Pag. 28Parlamento» venga sostituita con le seguenti parole: «a valutare la possibilità di informare il Parlamento».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bratti n. 9/3909-A/18, se riformulato sostituendo nel primo capoverso del dispositivo le parole: «ad avviare», con le seguenti: «a valutare l'opportunità di avviare».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/3909-A/19, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Oliverio n. 9/3909-A/20.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Rubinato n. 9/3909-A/21, mentre accetta gli ordini del giorno Dionisi n. 9/3909-A/22 e Libè n. 9/3909-A/23.

PRESIDENTE. Ministro, chiedo scusa: il Governo ha accettato l'ordine del giorno Guido Dussin n. 9/3909-A/10, purché riformulato. Dovremmo però sapere qual è la riformulazione.

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Si tratta di una riformulazione che corrisponde ad una pagina intera, che al momento non ho sotto mano.

PRESIDENTE. Purtroppo va letta, Ministro. Comunque potrà leggerla quando arriveremo all'esame dell'ordine del giorno Guido Dussin n. 9/3909-A/10.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei propri ordini del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/3909-A/1, Stradella n. 9/3909-A/2 e Lovelli n. 9/3909-A/3, accettati dal Governo.
Onorevole Picierno, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3909-A/4, non accettato dal Governo?

PINA PICIERNO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINA PICIERNO. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiedere al Ministro ed al Governo una rivalutazione del parere sull'ordine del giorno in esame; e mi permetto anche di segnalare che l'ordinamento consente di valutare l'opportunità di un atto amministrativo, quando sono sopraggiunte ragioni di pubblico interesse. Ci troviamo di fronte alla rimozione di un sindaco che ha reso la sua città una città più pulita, una città migliore, che è un simbolo di buongoverno nella regione Campania e in provincia di Caserta: mi permetto di ribadire la necessità di ripensarci.
In caso contrario prendiamo atto di una volontà precisa del Governo, che va nella direzione di rimuovere i sindaci perbene, le persone che contribuiscono al buongoverno nell'amministrazione pubblica in provincia di Caserta e nella regione Campania (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere, come Italia dei Valori, l'ordine del giorno in esame. Signor Ministro, mi perdoni, capisco non approvare il nostro emendamento, e rendere quindi già subito operabile la revoca del provvedimento, ma credo che impegnarsi a valutare l'eventuale possibilità, nel nuovo contesto normativo, di ripristinare una misura che probabilmente in questo momento diventa punitiva nei confronti di un sindaco che ha fatto il proprio dovere a proposito della raccolta differenziata, mi sembra esagerato. È vero, non aveva ottemperato ad una serie di indicazioni, che non sono oggi però più necessarie per tutto il resto dei sindaci. Credo che valutare questa possibilità non sia un male per nessuno: Ministro, insistiamo su ciò.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, prendo la parola per Pag. 29aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fava n. 9/3909-A/5, e chiedere al Ministro di valutare l'opportunità di accoglierlo come raccomandazione. Esso è infatti inteso proprio nel senso che l'ordinamento...

PRESIDENTE. Guardi che stiamo esaminando l'ordine del giorno Picierno n. 9/3909-A/4.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Avevo chiesto di parlare sull'ordine del giorno Fava n. 9/3909-A/5. Interverrò successivamente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Viola. Ne ha facoltà.

RODOLFO GIULIANO VIOLA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno della collega Picierno n. 9/3909-A/4 e per far riflettere un solo attimo l'Aula, in modo particolare i tanti parlamentari qui dentro che sono anche sindaci. Vi è un altro ordine del giorno, più avanti, a firma della collega Rubinato n. 9/3909-A/21, che affronta lo stesso tema.
Penso che sia fondamentale che si inneschi un moto di indignazione rispetto a quanto è successo e mi pare giusto quello che sosteneva l'onorevole Piffari. Non stiamo dicendo tal quale di prendere il provvedimento e rovesciarlo: stiamo chiedendo al Governo di trovare la maniera di fare in modo che un bravo sindaco, che ha fatto bene il suo mestiere e che ha riavvicinato i suoi cittadini alle istituzioni, possa tornare a fare il sindaco. Non capisco come mai, in troppa disattenzione qui in Aula, stiamo facendo passare questa misura.
È veramente un invito a riflettere, un invito che rivolgo agli amici della Lega, che sono tanti e, in tanti, colleghi amministratori e sindaci. Guardate, è stato fatto un atto di ingiustizia e il Parlamento può rimediare. Riflettiamoci.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, non so se in maniera del tutto impropria, vorrei solo ricordare all'Aula, per completezza di informazione, che questo sindaco si era rifiutato di fornire al prefetto sia i dati ufficiali sulla raccolta differenziata, sia i dati per commisurare la TARSU.
È un elementare rispetto delle regole, per cui c'è stata la nomina di un commissario ad acta. Non credo che sia uno scandalo: credo che sia stato un atto doveroso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire che abbiamo apprezzato l'operato di questo sindaco, ma le regole sono regole e valgono per tutti. Se infatti apriamo una finestra e permettiamo ad un sindaco di derogare, di sua iniziativa, alle regole stabilite per legge, rischiamo di aprire una finestra anche a tutti quei sindaci, che in mala fede non si comportano in modo egregio, ma in un modo sicuramente difettoso.
Cosa ci troveremmo a fare? Dovremmo sanare anche la posizione di tutti quei sindaci che, non facendo la raccolta differenziata e non comunicando i dati, non rispetterebbero le regole e si troverebbero nella stessa situazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, si è aperta una discussione che raccoglie un poco più di attenzione. Il tema non è rispettare o non rispettare le regole, ma stabilire in Parlamento delle sanzioni equilibrate per fattispecie diverse.
Con questo decreto-legge, che stiamo convertendo in legge - per cortesia, guardate ed esaminate le norme, che immagino abbiate già letto -, si prevede che per un Pag. 30sindaco, che non provvede alla raccolta differenziata e non raggiunge il minimo degli obiettivi assegnati, l'unica sanzione è la nomina di un commissario ad acta; per il sindaco - anche se ha raggiunto l'80 per cento della raccolta differenziata - che si limita a non inviare i dati alla provincia, entro trenta giorni dall'approvazione del decreto-legge n. 195 del 2009, non si nomina solo un commissario ad acta. Davvero - scusate - qui basta il commissario: si prendono i registri e si portano in provincia. Non si fa così! In questo caso si nomina il commissario, si dichiara la procedura ex articolo 142 del Testo unico sugli enti locali, rimuovendo il sindaco e sciogliendo il consiglio comunale, come avviene per gli organi degli enti che vengono sciolti per mafia.
Questo è il punto! Oggi si introduce questa iniquità: chi non fa la raccolta differenziata, neanche nei minimi obiettivi, rimane al suo posto con i commissari ad acta, chi invece la «straraggiunge», raggiunge livelli di eccellenza, ma non manda i registri, lo mandiamo a casa e sciogliamo il consiglio comunale.
Poi parliamo di merito e di federalismo! Non è credibile un Parlamento che approva norme di questo tipo. Lo ripeto: il Governo può introdurre ordine e giustizia in questa situazione, per il futuro prima di tutto, equilibrando le sanzioni. Per esempio per chi non manda i registri si metterà - viva Dio - un commissario ad acta; se si raggiungono gli obiettivi della raccolta differenziata non si possono mandare a casa un sindaco e una siffatta amministrazione, in siffatti territori. Non premiare il merito, infatti, significa incentivare il demerito. Pertanto, signor Ministro si faccia davvero carico di qualcosa che non ha costi ed è solo in linea con la logica e con il buonsenso, prima ancora che con l'equilibrio delle norme giuridiche.
Questa è la prima cosa da fare: correggere questa stortura e questa iniquità; la seconda, è correggerle retroattivamente con un procedimento di revoca del citato decreto, che già ha mandato a casa il sindaco Cenname e il consiglio comunale. Ciò per un semplice motivo.
Con il decreto-legge che oggi si converte in legge, si è disposta una proroga: all'articolo 11, si è prorogato tutto fino al 2011, in regime transitorio. L'unico termine che non è stato prorogato è quello contenuto nell'ultimo periodo del comma 3 dell'articolo 11 in oggetto, cioè i 30 giorni previsti dalla pubblicazione del decreto-legge n. 195 del 2009 per trasmettere i dati. Ebbene, anche questo termine va aggiornato e, a mio avviso, per ragioni di interesse pubblico, va revocato il decreto che il 3 agosto ha rimosso questo sindaco. Mi sembra che ciò sia davvero nella portata del Governo e di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,28)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in oggetto e, per quanto possibile, rivolgere un appello a tutte le forze del Parlamento, anche a quelle di maggioranza, e al signor Ministro.
L'onorevole Rubinato ha dimostrato - mi sembra senza dubbio alcuno - il carattere sproporzionato della sanzione rispetto alla mancanza di comunicazione dei dati fatta dal sindaco. Non siamo di fronte alla nomina di un commissario ad acta per l'attuazione di un provvedimento, ma siamo di fronte allo scioglimento di un consiglio comunale eletto democraticamente perché non vengono comunicati alcuni dati nei tempi previsti.
Credo che il Parlamento ragionevolmente possa concordare con quanto sostenuto dall'onorevole Rubinato e che il Ministro possa cambiare il parere sull'ordine del giorno in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

Pag. 31

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, capisco le argomentazioni del collega Libè perché le leggi vanno rispettate, tuttavia, vorrei che tutti i colleghi avessero ben chiaro quanto segue.
Ci troviamo di fronte ad un comune che è stato sciolto perché, nella polemica nata fra i comuni che facevano bene la raccolta differenziata e non volevano essere espropriati dalle province e la norma che era stata varata, resisteva all'idea di veder «saltare» il proprio sistema - che funzionava, che funziona e che aveva raggiunto dei buoni livelli - facendo un atto che, è vero, era contro lo spirito della legge. Tuttavia, parliamoci chiaro: in Campania, ben altri sono i comuni che andrebbero sanzionati per non aver fatto ciò che era necessario fare nell'interesse dei cittadini, dell'ambiente, dello Stato e delle istituzioni.
Poiché gli ordini del giorno sono ordini del giorno e il Ministro viene invitato a valutare l'opportunità di rivedere una decisione, prego il Ministro stesso di tenersi lo spazio per un supplemento di istruttoria, perché la vicenda, francamente, è incomprensibile per i cittadini e controproducente per quella regione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro Prestigiacomo conferma il parere contrario?

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, dunque, ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Picierno n. 9/3909-A/4, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante... onorevole Boniver... onorevole Cesaro... onorevole Lo Monte... onorevole Calderisi... onorevole Goisis... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 548
Votanti 545
Astenuti 3
Maggioranza 273
Hanno votato
216
Hanno votato
no 329).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Fava n. 9/3909-A/5 formulato dal Governo.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, io volevo rivolgere un appello al Ministro affinché prenda in esame la proposta del capogruppo Reguzzoni, che - e lo ringrazio di questo - oltre ad avere sottoscritto questo ordine del giorno, le ha chiesto di rivedere il parere.
Io ritengo che questa sia una questione dirimente e molto importante. Noi stiamo facendo un ricorso massiccio all'esportazione di rifiuti verso l'estero, molto spesso in modo immotivato. Il fatto che questo avvenga in assenza totale di dichiarazioni di emergenza è irrituale, quantomeno, e soprattutto viola la Convenzione di Basilea che abbiamo sottoscritto in epoca molto lontana. Stiamo violando tale Convenzione sistematicamente ed abbiamo creato un sistema che si ripete nel tempo in modo normale, anche se sappiamo benissimo che dovrebbe essere un sistema straordinario. Quindi le chiedo, per cortesia, se fosse possibile rivedere il parere.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Pag. 32Presidente, prendo atto dell'appello rivolto dall'onorevole Fava. Il Governo, modificando il parere prima espresso, lo accoglie come raccomandazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/3909-A/5, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/3909-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, va bene, accetto la riformulazione del Ministro e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/3909-A/7, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3909-A/8, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/3909-A/9, accettato dal Governo, purché riformulato.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, se il collega accetta la riformulazione, va bene, sottoscrivo questo ordine del giorno.
Tuttavia non ho capito perché il secondo capoverso del dispositivo non andava bene. Invitava solo a rendere pubblici i dati dei monitoraggi. Mi sembra un atto dovuto.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Guido Dussin n. 9/3909-A/10, accettato dal Governo, purché riformulato. Prego, Ministro, ha facoltà di illustrare la riformulazione.

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Guido Dussin n. 9/3909-A/10, purché riformulato nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «il Governo si impegna in sede di attuazione del comma 7 dell'articolo 1 a tenere conto della situazione critica in materia di rifiuti della regione Veneto a seguito degli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito il territorio regionale nei giorni dal 31 ottobre al 2 novembre 2010». Se accolta la riformulazione, il Governo accetta l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Guido Dussin n. 9/3909-A/10, accettato dal Governo, purché riformulato.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, solo una richiesta di delucidazioni al Ministro. Per quanto riguarda la riformulazione - di cui non si disponeva del testo che ha il Ministro, e quindi io posso averla compresa in maniera diversa da come è scritta - mi pare di capire che si tratta di un invito al Governo, un impegno ad accogliere in termini di valutazione di eccezionalità degli eventi del Veneto una condizione particolare che potrebbe, a questo punto, rientrare nella stessa fattispecie dell'ordine del giorno n. 9/3909-A/5 del collega Fava, che poco fa la Ministra Prestigiacomo ha accolto come raccomandazione.
Peraltro, la formulazione, così come era determinata, va incontro anche a delle probabili osservazioni negative dell'Unione europea. Infatti, i rifiuti sono una merce e Pag. 33quando si scrive che non possono essere esportati all'estero, si afferma che non possono circolare liberamente in Europa, sostanzialmente. Tuttavia, si fa un caso eccezionale con l'ordine del giorno Fava n. 9/3909-A/5. Nel momento in cui si dichiara lo stato di emergenza, i rifiuti possono circolare ed essere portati all'estero. Chiederei al Ministro di riconsiderare, se possibile attentamente, sia la valutazione, che so che è già stata fatta, dell'ordine del giorno Fava n. 9/3909-A/5 e anche dell'ordine giorno Guido Dussin n. 9/3909-A/10: quest'ultimo, da solo, potrebbe funzionare. Nulla quaestio relativamente all'emergenza che può essere dichiarata per le zone alluvionate del Veneto.
Tuttavia, scrivere in un ordine del giorno che non si possono esportare rifiuti all'estero e che l'Italia e i comuni lo possono fare solamente in caso di dichiarazione dello stato di emergenza, a me sembra veramente una rottura dei vincoli della Comunità europea.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/3909-A/11, accettato dal Governo, purché riformulato.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, si tratta di un ordine del giorno che è nato come emendamento e per il quale il Ministro ha sollecitato il proponente a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Di cosa si tratta? In ossequio ad una direttiva europea, abbiamo votato l'obbligo, per tutte le aziende pubbliche che svolgono servizi in house, di porre sul mercato il 40 per cento della proprietà entro la fine dell'anno. In altre parole, ciò significa vendere il 40 per cento della propria partecipazione societaria, mettendolo sul mercato.
In Campania questa norma, per quelle aziende pubbliche che trattano il ciclo integrato dei rifiuti, di fatto rischia di rendere permeabile proprio quelle aziende pubbliche più virtuose che si sono sottratte a questo gioco.
I sindaci, di fronte a questa norma, avranno due possibilità: o quella di dismettere le aziende pubbliche e, quindi, svolgere questi servizi di raccolta e spazzamento attraverso aziende private (le aziende private campane sono, per larga parte, nella black list), o, piuttosto, far entrare nella proprietà societaria delle aziende pubbliche esattamente ciò che si era voluto far uscire dalla porta. La concorrenza ed il mercato sono il migliore deterrente contro la criminalità organizzata, se vi sono, però, mercato e concorrenza. È evidente che questa condizione, rispetto alla specificità della materia, in questa regione non vi è.
Per questo motivo, mi risulta difficile accogliere la riformulazione del Ministro. Se il Ministro me lo consente, per venire incontro alla sua sollecitazione, proporrei la seguente riformulazione: nel dispositivo, sostituire le parole: «adottando in ogni caso le opportune iniziative normative», con le parole: «valutando in ogni caso l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative».

PRESIDENTE. Il Ministro fa proprio questo suggerimento e lo propone come riformulazione?

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno nella riformulazione suggerita dall'onorevole Paolo Russo.

PRESIDENTE. Sta bene.

ALESSANDRO BRATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, noi siamo d'accordo con le considerazioni svolte dall'onorevole Paolo Russo. Il problema, signor Ministro, è che queste considerazioni non valgono, purtroppo, solo per la Campania. Abbiamo avuto tutta una serie di audizioni in Commissione Pag. 34bicamerale, compresa quella della presidente della regione Lazio, Polverini, la quale ci ha manifestato gli stessi problemi.
Dunque, noi eravamo disponibili a votare l'ordine del giorno - adesso lei, ovviamente, ha accettato la riformulazione - perché sempre ci siamo schierati per la possibilità che l'in house - dal momento che è consentito a livello europeo - fosse una delle forme che potessero essere adottate. In questo caso, crediamo che adottarlo solo per la Campania sia una cosa assolutamente poco ragionevole.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, non ho capito bene la riformulazione, ma è chiaro, colleghi e signor Ministro, che si tratta di materia delicata.
Noi predisponiamo sempre regole severe, di rigore, in termini di bilancio, per tutti i comuni e poi, quando si arriva in Campania, il rigore non esiste più, alla luce del fatto che, probabilmente, c'è più criminalità nel privato che nel pubblico. Non credo: la criminalità se ne deve stare fuori e bisogna controllarla, nel pubblico e nel privato, e non trovare queste scappatoie per dire: ma lì, forse, si può derogare ancora per un anno.
Credo che il rigore sia la prima regola, proprio per il motivo per cui prima si richiamava quel sindaco che, dopo otto richiami, non ha fornito i dati sulla quantità di rifiuti raccolti. Ed è un motivo in più per il rigore da adottare in termini di costi economici della gestione dei rifiuti.

PRESIDENTE. Onorevole Piffari e onorevole Bratti, vi ho dato la parola perché la materia presenta le sue complessità ma come loro ben sanno, una volta che il Governo abbia accettato un ordine del giorno, sia pure riformulato, e il presentatore abbia accettato la riformulazione, l'ordine del giorno si dà per accolto e come tale non è più oggetto di discussione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cuomo n. 9/3909-A/12, non accettato dal Governo.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, insisto per la votazione, ma prima vorrei solo aggiungere che il Governo ha perso un'altra piccola occasione per tentare di migliorare il provvedimento. Ciò dimostra, ancora una volta, come questo Governo viva e si nutra soltanto di populismo, di propaganda e di demagogia. Dimostra ancora di più l'insensibilità ad accettare piccoli suggerimenti da parte della minoranza per tentare, comunque, di migliorare concretamente quelli che sono i problemi che riguardano i cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cuomo n. 9/3909-A/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rampi, onorevole Scilipoti, onorevole Giulietti, onorevole Golfo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 548
Votanti 490
Astenuti 58
Maggioranza 246
Hanno votato
216
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che i deputati Marantelli e Recchia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Iannuzzi n. 9/3909-A/13 e Braga 9/3909-A/14, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bonavitacola n. 9/3909-A/15, accolto dal Governo come raccomandazione. Pag. 35
Prendo, altresì, atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/3909-A/16, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Margiotta n. 9/3909-A/17, e Bratti n. 9/3909-A/18 accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/3909-A/19, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/3909-A/20, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/3909-A/21, non accettato dal Governo.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, sarò brevissima perché sono già intervenuta sull'ordine del giorno dell'onorevole Picierno. Credo però sia nostro dovere, visto che siamo qui per lavorare e siamo pagati per fare delle leggi e delle regole decenti, fino all'ultimo, spendere un filo di voce per chiedere al Governo e alla maggioranza di ripensare all'iniquità, a questa ennesima, piccola, grande iniquità che oggi celebriamo nel licenziare un provvedimento di legge.
L'ordine del giorno della collega Picierno si riferiva ad un caso specifico, il mio si riferisce sia a quel caso specifico per il passato, ma si riferiva soprattutto ad un'iniziativa normativa necessaria a dare senso ed equilibrio alle sanzioni in caso di fattispecie diverse, anche per il futuro. Aver detto di «no» a questo ordine del giorno, anche come raccomandazione, perché ricordo che gli ordini del giorno non cambiano l'ordinamento del Paese, conferma una cattiva volontà o una pigrizia del Governo e della maggioranza ad approfondire meglio i temi e a far uscire dal Parlamento delle regole un po' più eque e un po' più giuste. Lo ripeto, non costava nulla dire di «sì», non costa nulla dire: ci rileggiamo queste norme e vediamo se davvero sono scritte un po' male almeno sotto questo profilo. Se è così, le correggiamo.
Questo si chiedeva; evidentemente è una fatica troppo grande per questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, mi permetto di insistere ancora: è stato detto dall'onorevole Libè e dall'onorevole Ghiglia che dobbiamo rispettare le regole. È chiaro che tutti siamo d'accordo su questo, ma vi è un particolare: noi siamo quelli che le fanno le regole, noi le scriviamo le regole, in quest'Aula non possiamo semplicemente cavarcela dicendo che bisogna rispettarle, nel momento che discutiamo nel merito, quelle regole. Può anche capitare di sbagliare. Vi stiamo dicendo che stabilire lo scioglimento di un comune, perché non ha trasmesso dei dati, esattamente come di fronte alle infiltrazioni mafiose, a noi sembra eccessivo, stante anche il fatto che un comune che non fa la raccolta differenziata viene sottoposto a conseguenze più lievi.
Correggiamo questo errore, e prendiamo l'impegno, oggi, in quest'Aula, accogliendo l'ordine del giorno, magari riformulandolo o accettandolo come raccomandazione, a modificare una norma sbagliata, che ha avuto conseguenze gravi sul territorio e sull'opinione pubblica.
Infatti, si è detto: a cosa serve comportarsi bene, se poi le conseguenze sono mandare a casa il sindaco? Quindi, oltre a sottoscrivere l'ordine del giorno Rubinato n. 9/3909-A/21, rinnovo l'invito ad approvarlo nel suo significato più profondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

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ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, mi sembra davvero che vi sia una sorta di accanimento terapeutico, perché, se si tratta di trasmissione di dati, considerato che le relazioni di Bertolaso riportavano che il 50 per cento dei comuni in Campania non aveva trasmesso i dati, il 50 per cento dei comuni sarebbe da sciogliere. Chiedo un'altra cosa: ad un certo momento di tutta questa vicenda molto grave della Campania, di fronte ad un provvedimento, Bertolaso aveva presentato una relazione, chiedendo lo scioglimento di undici comuni, e tra questi vi era anche il comune di Afragola; perché di quegli undici comuni il Ministro Maroni non ne ha sciolti undici, ma ha provveduto solo per due comuni?
E qui ci si continua ad accanire nei confronti di un comune che non ha trasmesso dei dati e che, per tale motivo, dovrebbe essere sciolto; ciò mi sembra davvero una sproporzione enorme tra quello che sta capitando e quello che voi non volete accogliere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rubinato n. 9/3909-A/21, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tocci, Giammanco, Lo Monte, Nirenstein, Boniver, Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 544
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato
212
Hanno votato
no 332).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Dionisi n. 9/3909-A/22 e Libè n. 9/3909-A/23, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3909-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, nel corso di questo dibattito è emerso con estrema chiarezza, e senza infingimenti, che il problema dei rifiuti a Napoli e in Campania è un problema mai risolto, dall'inizio degli anni Novanta, un lungo periodo nel quale si sono intrecciati ritardi, inadeguatezze, malaffare, cattiva amministrazione e camorra.
L'emergenza continua: a poco sono serviti la decretazione d'urgenza, la Protezione civile, l'esercito, le deroghe alle disposizioni in materia ambientale e igienico-sanitaria, le deroghe alla prevenzione incendi, alla sicurezza sul lavoro, all'urbanistica, e finanche ai beni culturali e al paesaggio.
Perfino la disciplina dei termovalorizzatori è stata modificata per porre fine a questa tragedia. Sono state introdotte forme di vigilanza nei confronti degli enti locali; è stata prevista una disciplina sanzionatoria più incisiva per i comuni inadempienti. Tutto questo non è bastato e non è servito a liberare Napoli e la sua provincia da un'emergenza che ne offende la dignità individuale e collettiva.
Sono anni che questo Governo racconta ai napoletani, all'Italia, al mondo intero che ama Napoli, che l'emergenza è finita, sapendo bene che non lo è. Eccoci qui, cari colleghi, alla vigilia del Natale del 2010, a votare un provvedimento che riaccende la speranza; al di là delle posizioni politiche, delle critiche ad un Governo e ad una maggioranza, non può non prevalere il ragionevole dubbio che almeno una di queste disposizioni possa favorire, o almeno alleggerire il peso che questa tragedia ha su Napoli, sui napoletani, sui campani. Pag. 37
Gli ispettori dell'Unione europea intervenuti nel capoluogo della Campania per monitorare la situazione rifiuti, la raccolta e lo smaltimento non hanno mancato di osservare come il problema dell'immondizia sia ben lontano dall'essere risolto. Testualmente hanno detto: dopo due anni la situazione non è molto diversa. Ci sono i rifiuti per strada e non c'è una rete integrata per la gestione della differenziata. Il ciclo virtuoso che chiediamo (dice l'Europa) da tre anni e mezzo ancora non si vede.
D'altra parte, la condanna dell'Italia da parte della Commissione europea per non aver realizzato una rete integrata di trattamento dei rifiuti in Campania e per non aver avviato lo smaltimento del pregresso (le cosiddette ecoballe) era stata chiara in proposito.
Ci è stato detto, in sostanza, che siamo all'anno zero della situazione dei rifiuti e che nulla si è mosso. Presto conosceremo anche le cifre di questa tragedia: la parte economica sarà valutata, ne verremo a conoscenza e capiremo come i napoletani, i campani siano vittime di un sistema spregiudicato e volutamente incapace.
Insomma, ora è l'Unione europea che ci chiede con forza un nuovo piano, e non più solo sulla carta, ma realizzato concretamente e quindi dobbiamo affrontare i nodi strutturali: gli impianti funzionanti e la raccolta differenziata. Detto questo, noi non abbiamo mai risparmiato le nostre critiche e mai, come Alleanza per l'Italia, il nostro dissenso del Governo in quest'Aula.
Oggi ci sentiamo di esprimere il nostro voto favorevole su questo provvedimento, non come voto di fiducia al Governo, ma come voto di speranza per i napoletani, per i campani di buona volontà che almeno possono sperare che qualcosa di questo provvedimento li aiuterà ad uscire fuori da un'emergenza infinita (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà per cinque minuti.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, colleghi, ancora una volta, purtroppo, ci troviamo a discutere in questa sede di un disastro ambientale che riguarda la regione Campania e che periodicamente si ripropone alla cronaca nazionale.
Certo, il problema dei rifiuti è stato sottovalutato nel suo complesso (certamente non solo in Campania) e questo ha determinato che si sono creati degli spazi d'azione dati alla criminalità organizzata che certamente non si è lasciata sfuggire un'occasione tale da fare degli affari d'oro con lo smaltimento illegale.
Si tratta di rifiuti che per anni sono stati sversati nel territorio campano e provenienti da altre zone che, senza fare rumore come una bomba, hanno recato, però, dei danni enormi. Da qualche tempo, purtroppo (e sottolineo la parola «purtroppo») lo Stato si è dovuto sostituire ad un governo regionale che negli ultimi anni si è dimostrato inefficiente e incapace.
Sono mancate scelte determinate ed incisive che hanno subito il condizionamento, da un lato, della criminalità organizzata e, dall'altro, dei veti incrociati di forze politiche che non riescono a stare al passo dei tempi e della tecnologia. Questo decreto-legge prevede la provincializzazione della gestione dei rifiuti. Ci sembra un'iniziativa saggia aver designato un ente che sovrintenda sul corretto ciclo dei rifiuti e che possa organizzare quindi al meglio in un territorio, anche se molto vasto, un'attività che deve essere svolta comunque allo stesso modo in tutti i comuni.
Mi piace citare un esempio: vi ricordate quando, circa un anno fa, il problema dei rifiuti in modo drammatico ha determinato un cumulo di rifiuti in tutte le strade delle città della regione Campania? In quel momento la regione Campania diede la possibilità a tutti i comuni di realizzare in proprio dei siti di stoccaggio. Quante difficoltà hanno avuto i sindaci in quel momento, quanti comuni non sono riusciti a realizzare il proprio sito per motivi economici, territoriali, organizzativi! Allora dico che probabilmente già allora, se Pag. 38fosse stato attribuito questo compito alla provincia, sarebbe stato molto più semplice sia per un problema economico sia per un problema territoriale. Sarebbe stato molto più semplice per una provincia localizzare due o tre siti in cui versare i cumuli di rifiuti. Allo stesso modo riteniamo che ogni provincia debba organizzarsi al meglio per essere indipendente rispetto alle altre, perché si creerebbe chiaramente una condizione di ingiustizia se continuamente province più virtuose dovessero sopperire a province poco accorte. È necessario costruire quanto prima degli impianti di smaltimento ed è giusto che venga delegata un'unica entità che abbia pieni poteri e che si assuma la responsabilità di realizzarli.
Nel passato è mancato quel senso di responsabilità che deve essere insito nelle forze politiche che sono chiamate a degli impegni così importanti nell'interesse della collettività. Allo stesso modo invitiamo però il Governo a tenere alta l'attenzione. Chiediamo che si attivi un'intensa campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini affinché si inizi il primo punto fondamentale del ciclo della raccolta dei rifiuti, cioè la raccolta differenziata. È necessario limitare al minimo la produzione dei rifiuti e, insieme ai cittadini, bisogna mettere sugli attenti anche altri enti. Per esempio, la stessa Confindustria deve fare in modo che i suoi iscritti, le industrie, vengano sensibilizzate affinché le aziende producano e usino dei prodotti con minore scarto possibile. Nel concludere, ci tengo a precisare che si tratta di un problema che ha raggiunto la punta dell'iceberg nella regione Campania, ma che certamente sta toccando anche le altre regioni. Ecco perché è necessario che il Governo tenga alta l'attenzione, con un'opera di sensibilizzazione anche su un problema importante: la bonifica. Il Governo deve essere sensibilizzato e si deve sensibilizzare nel bonificare i territori campani che per anni sono stati deturpati e danneggiati da speculatori e delinquenti. È solo in questo modo che possiamo dare nuovamente fertilità e vitalità ambientale alla nostra regione. Per tutto ciò che ho detto, comunque i deputati della componente del gruppo Misto Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani voteranno a favore della conversione in legge del decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signora deputata Presidente, cittadine e cittadini deputati, intervengo su questo provvedimento legislativo perché da deputato campano vivo da due anni e mezzo la vicenda rifiuti e la vivo da uomo del Sud. Al Sud siamo stati educati a dire con passione ciò che si pensa, ma soprattutto a fare e onorare ciò che si dice. In tal modo si misura il valore o l'onore, se preferite, di un uomo. Ancor più se trattasi di un uomo politico: in questo caso, la parola data e gli impegni contratti sono sacri. Vi ricorderete tutti, colleghi deputati, il contratto stipulato con gli italiani dal nostro Premier negli studi di Bruno Vespa.
Quello era un contratto immateriale, televisivo o meglio una vendita televisiva. Da quel contratto televisivo ne sono discesi altri veri. C'è stato un contratto vero, per iscritto, con contraenti italiani, a Napoli sulla munnezza. Napoli, 1o luglio 2008: garantisco l'attenzione e l'approfondimento da parte mia delle osservazioni qui riportate. Firmato: Silvio Berlusconi. Era il Presidente del Consiglio che firmava a destra in basso in calce a questi impegni che gli prospettava un comitato di cittadini di Giugliano. Dall'altra parte, vi erano le firme di Lucia De Cicco, Carla Ruggiero, Vincenzo Gentile, Brunella Testa, Salvatore Campagnone, Vincenzo Tesoro, Cerqua Bonaventura.
Erano italiani di Giugliano che chiedevano interventi per rimuovere il disastro ambientale nella cosiddetta «terra dei fuochi». Dopo tre giorni interviene puntuale il sottosegretario alla protezione civile dottor Bertolaso («il gatto e la volpe»), che sottoscrive un protocollo di intesa con il Pag. 39comune di Giugliano che prevedeva: in primo luogo, aspetto fondamentale, di liberare il territorio di Giugliano dalla presenza di 6 milioni di tonnellate di balle di rifiuti; in secondo luogo, la realizzazione di un campo fotovoltaico; in terzo luogo, la messa in sicurezza e bonifica dei territori; ma soprattutto, al quarto punto, la definitiva chiusura del sito di Taverna del Re di Giugliano senza ulteriori conferimenti.
Cittadini deputati, da due anni, cinque mesi e 20 giorni trascorsi da quel contratto con i campani, i 6 milioni di balle sono ancora tutti lì. L'impianto fotovoltaico non si è mai visto. La bonifica non è pervenuta, mentre la chiusura definitiva di Taverna del Re si è realizzata nell'ottobre scorso. 10 mila tonnellate di rifiuti sono stati ancora scaricati con un'ordinanza del presidente della provincia di Napoli. Insomma, dopo il contratto tra Berlusconi ed i campani oggi restano ancora due tipi di balle: quelle dei rifiuti e quelle di Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Si può certificare oggi per tabulas il fallimento di Berlusconi sui rifiuti. Ma i campani e i napoletani non perdonano a Berlusconi che questa settimana di Natale Napoli sta soccombendo sotto 2 mila tonnellate di rifiuti e la provincia di Napoli soccombe sotto 10 mila tonnellate di rifiuti. I napoletani ed i campani non perdoneranno mai tutto ciò a questo Governo. Ma i campani non perdonano a Berlusconi soprattutto la «recidività» dei fallimenti sui rifiuti. Infatti, è la sesta volta che fallisce, dal momento che siamo al sesto provvedimento sui rifiuti in Campania. A noi dell'Italia dei Valori basterebbe certificare il fallimento di Berlusconi: uno che ha firmato delle cambiali, ma è un pluriprotestato rispetto agli impegni che ha preso con i campani e con i napoletani (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
A noi non basta tanto, perché abbiamo il ruolo di opposizione, che è quello di controllo e di critica. Tuttavia, da due anni e mezzo sull'emergenza rifiuti in Campania l'Italia dei Valori si è mossa con una serie di proposte, di suggerimenti, di soluzioni alternative, di «sì» che abbiamo detto e proposto. Abbiamo consigliato di evitare una legislazione derogatoria e di rispettare le direttive comunitarie. Non si possono sversare in discarica indifferentemente i rifiuti domestici e i rifiuti tossici, velenosi, pericolosi e industriali. Ecco perché l'Italia dei Valori è un partito ecologista, mentre abbiamo questo rassemblement dei moderati (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Abbiamo visto come e cosa vogliono fare i moderati: avvelenare la terra e le falde acquifere. Ecco perché l'Italia dei Valori non è moderata, perché è ambientalista e vuole difendere e proteggere la terra, le falde acquifere e la salute dei cittadini. Vi abbiamo suggerito delle discariche alternative, in seguito a studi geomorfologici, che scienziati universitari hanno fatto in Campania e hanno consegnato a Bertolaso. Glieli ho consigliati io personalmente nel 2008. Lì avevamo individuato dei siti in Campania con dei terreni argillosi, quindi impermeabili, quindi adatti ad essere utilizzati per delle discariche. Erano terreni anche disabitati, che non hanno coltivazioni di pregio, ma probabilmente costavano e valevano poco. Quindi, non valeva la pena di spendere poco. Quindi, si è cambiato subito posizionamento, si è andata a cercare la discarica di Chiaiano, che è stata presa da una persona anziana, un ottuagenario, il quale probabilmente aveva dietro il clan dei Nuvoletta.
Poi un attimo dopo, ad un prezzo ridicolo, la discarica di Chiaiano è stato venduta alla Fibe per una cifra inverosimile. Insomma, è così che funziona. Poi non fa nulla che la discarica di Chiaiano si trovi a 400 metri dal policlinico di Napoli, non fa nulla se la discarica di Chiaiano si trovi a 600 metri dall'ospedale Monaldi, che tratta le malattie respiratorie. Non fa nulla se avete individuato nel presente decreto-legge n. 196 addirittura la discarica di Mastroianni, in provincia di Caserta, dove si sta realizzando, a poche centinaia di metri, un meraviglioso policlinico, quello di Caserta, e dove dal capitolato Pag. 40di appalti si evince che verrà consegnato nell'estate prossima, l'estate 2011. Ma siete degli scellerati o no se individuate una discarica a 600 metri da dove verrà realizzato il policlinico da qui a poco, perché verrà consegnato nell'estate prossima?
E poi vi abbiamo parlato della raccolta differenziata, a rifiuti zero. È una scelta di civiltà che si compie ormai in tutte le città più avanzate del mondo, da San Francisco a Santa Cruz, dalla California a Canberra in Australia, dalla Nuova Zelanda al Canada, dalla Gran Bretagna al comune di Capannoli in Toscana. Insomma, significa massimizzazione dei rifiuti riciclati e minimizzazione dei rifiuti avviati a digerimento a discarica. Si risparmierebbe in discariche, termovalorizzatori e si guadagnerebbe in civiltà, in salute e in ambiente. Ma non è la vostra logica, perché a voi interessa la politica degli affari. L'unica raccolta differenziata del Governo Berlusconi sapete qual è? È stata la raccolta di rifiuti onorevoli, pure differenziati. Sì, perché avete raccolto un po' di onorevoli differenziati nell'Unione di Centro, un po' di onorevoli di rifiuti differenziati nel Partito Democratico, un po' nel Movimento per le Autonomie e non poteva mancare (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... e non poteva mancare che puliste un po' di munnezza onorevole anche nell'Italia dei Valori. È ovvio (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MARCO ZACCHERA. Presidente, non siamo dei rifiuti!

FRANCESCO BARBATO. Complimenti, comunque, per il completamento dell'onorevole processo...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, onorevole Barbato, la prego di...

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, sto parlando di rifiuti, di munnezza. È il tema del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, appunto per questo se qualcuno desse del rifiuto a lei forse non le farebbe piacere.

FRANCESCO BARBATO. Se mi comporto da rifiuto, sì.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego!

FRANCESCO BARBATO. Complimenti per il completamento dell'onorevole processo dei rifiuti. Li avete pure riciclati, perché non sono più sporchi rifiuti misti del partito d'origine. Ora sono riciclati, sono di nuovo pronti per l'uso e si richiamano partito dei responsabili, Noi Sud, Italia Domani e così ancora (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MARCO ZACCHERA. Presidente, questo non può permetterlo!

FRANCESCO BARBATO. Evviva, evviva, la maggioranza riciclata, evviva... (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.

CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia voterà a favore della conversione in legge del decreto-legge sulla gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Campania. Innanzitutto, perché l'emergenza rifiuti è un male in sé, è un grande problema né di destra né di sinistra e non è nemmeno un problema di una parte del Paese ma di tutto il nostro Paese. Lo è oggi come lo fu ieri con un Governo di segno opposto. È un danno alla salute dei cittadini, all'ambiente e alle aziende, un grave pregiudizio per il turismo, per l'immagine di Napoli e della Campania e per il prestigio dell'Italia nel mondo. Un danno che perdura anche in questi giorni e in queste ore perché ancora i rifiuti a Napoli ci sono e speriamo che nelle prossime ore e nei prossimi giorni la situazione possa migliorare. Pag. 41
Signor Ministro, come lei sa non ci siamo limitati a dare un voto favorevole, superando ogni remora che poteva legittimamente venirci dalle contingenze e dal clima politico e parlamentare surriscaldato - diciamo così - da forti tensioni e contrapposizioni inedite per la loro intensità.
Abbiamo dato anche il nostro contributo per migliorare il testo del decreto-legge, con il fine di orientarlo verso obiettivi di efficienza e di maggiore trasparenza. Questo è il senso di due emendamenti all'articolo 1 che abbiamo presentato e che oggi sono stati recepiti nel testo. Con il primo, abbiamo individuato nelle categorie dei funzionari prefettizi, degli avvocati dello Stato e dei magistrati i soggetti che il presidente della regione può nominare quali commissari straordinari con il compito di sovrintendere alle procedure di aggiudicazione degli appalti di realizzazione dei termovalorizzatori. Si tratta quindi di commissari distanti dalla politica che forniscono, in ragione del loro status, competenze tecnico-amministrative, ma anche garanzie di imparzialità e impermeabilità rispetto a interessi e mire di comitati d'affari e della criminalità organizzata.
Con il secondo, abbiamo introdotto la possibilità di nominare i commissari esclusivamente tra i funzionari della carriera prefettizia, con il compito di individuare altre aree da destinare a discarica; si tratta di una modifica che colma una lacuna la cui portata è intuitiva. Quanto detto riguarda il merito del provvedimento.
Il nostro voto favorevole è quindi un atto di responsabilità e un dovere verso il Paese, verso le sofferenze di milioni di cittadini, verso una condizione di handicap sociali e di degrado della qualità della vita di una delle più grandi aree territoriali del Mezzogiorno e del Paese, che è stata penalizzata da classi dirigenti inadeguate e inefficienti, la cui condotta non può avere né giustificazioni, né sconti, né coperture politiche. Il nostro è un atteggiamento costruttivo che ha voluto scavalcare anche un tipo di comunicazione adottato per molto tempo, cioè la linea negazionista di nascondere e nascondersi la realtà, ossia di negare l'equivalenza sostanziale tra ciò che accadeva ieri e ciò che accade oggi. Non si può negare l'esistenza dei rifiuti per le strade, la pubblicità negativa che i rifiuti hanno trasmesso sui media di tutto il mondo, la difficoltà dell'Esecutivo di farvi fronte in modo risolutivo. Dobbiamo stare attenti a non cadere ancora nel dovere costruire a tutti i costi un'immagine sempre vincente, anche contro le evidenze, rispetto invece alla necessità di concentrarsi su atti di Governo, procedure amministrative, tempi di intervento veritieri e non propagandistici, che purtroppo hanno contribuito a creare disattenzione, polemiche, mancanza di collaborazione tra istituzioni.
Speriamo che questa cultura della performance rispetto alla buona prassi di Governo possa avere fine con la conversione in legge di questo decreto-legge; ci auguriamo sinceramente che possa segnare l'apertura a uno stile di Governo diverso, più concreto, più sobrio, più attento ai risultati che alle apparenze.
Insomma, il Governo governi! Faccia il suo mestiere con efficacia e capacità di dare risposte ai problemi del Paese!
Sul piano politico, signor Presidente, questo è il primo voto che esprimiamo da quando il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia si è collocato all'opposizione, da quando è stato costituito il Polo della Nazione. Può apparire paradossale che il primo voto di un gruppo che ha scelto la strada dell'opposizione sia un voto favorevole al provvedimento del Governo; forse è un paradosso, ma è anche un atto politico che rappresenta una metafora, l'anticipazione e insieme il modello di una linea di condotta, di un comportamento che sarà tanto più responsabile quanto è chiara la nostra posizione di distanza, di differenziazione o anche - quando occorra - di contrasto rispetto all'indirizzo politico di un Governo che non ci rappresenta.
Futuro e libertà per l'Italia, scegliendo di andare all'opposizione, ha rinunciato ai vantaggi di postazioni di Governo, delle Pag. 42poltrone, ma non ha abbandonato - anzi credo che abbia accresciuto - la sua cultura di Governo e le responsabilità verso gli italiani.
L'approccio ai problemi, la visione del nostro ruolo, la condotta parlamentare che mettiamo in campo oggi le replicheremo ogni qual volta riterremo che sia in gioco l'interesse nazionale. Terremo a mente non le gratuite provocazioni che ci vengono scagliate addosso da certa informazione di parte, definirei in alcuni casi «padronale» o «parastatale», ma vogliamo tenere presente ben altro, vogliamo tenere presente l'appello alto del Presidente della Repubblica che appena ieri ci ha invitato tutti a un salto di qualità della politica e a dare un contributo alla tenuta del «sistema Italia».
Per questo, signor Presidente, signor Ministro, con questo nostro voto favorevole crediamo di aver fatto il nostro dovere anche su quel piano, alto e nobile, che ci ha indicato chi rappresenta nel Paese l'unità nazionale, che è un valore nel quale fermamente crediamo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, signor Ministro, ci troviamo ancora oggi a discutere, di una situazione difficile, di una situazione drammatica, la situazione della Campania che, agli occhi di tutti, chiaramente non è migliorata. Da troppo tempo è diventata normalità, un'emergenza che è diventata il vivere di tutti giorni. Abbiamo consumato tante risorse, oggi ci troviamo ancora qui a cercare di dare l'ultima opportunità per risolvere un'emergenza.
Tante leggi per l'emergenza, da ricordare «sotto Governi di tutti», è ora di finirla con lo scambio di accuse che non risolvono il problema del Paese, bisogna insieme trovare le soluzioni per tanti cittadini che, anche al sud, in tanti pagano le tasse e non vedono, dopo il pagamento di quelle tasse, un ritorno reale di servizi. Non riescono molte volte a mandare i bambini a scuola perché le scuole devono essere chiuse, non riescono magari ad andare la domenica a messa perché i rifiuti ostruiscono le strade.
Non si sono avviate, nonostante le regole, le opere che servivano per dare una soluzione non quotidiana, ma strutturale a questo problema. Si è parlato di termovalorizzatore, abbiamo discusso sul numero: tre, quattro, cinque, c'era chi rilanciava. Ad oggi ci troviamo nella situazione che solo la linea di Acerra funziona, la seconda è in manutenzione, la terza è distrutta e va rifatta e gli altri termovalorizzatori non sono stati ancora localizzati.
C'è un'incapacità della politica e manca la fiducia dei cittadini perché la politica può decidere tutto quello che vuole, ma se non ha la capacità di convincere i cittadini che sta facendo la cosa giusta per il loro bene, tutto il lavoro diventa inutile.
Dunque, dicevamo che non c'è certezza, i cittadini si trovano da troppo tempo con delle promesse vane. Si apre una discarica per un dato tempo, per una data capacità, dopo si interviene con delle ordinanze per aumentarne la capacità e il tempo di apertura, e poi cosa succede? Che è ovvio, dopo anni e anni di queste mancate promesse e del mancato rispetto di questi impegni, i cittadini, dico - è sbagliato dirlo ma è la verità - «giustamente», non si fidano più.
Ricordiamoci, si parla di malavita. Quando le istituzioni non intervengono, ovviamente e naturalmente, la malavita impera, la malavita si ampia, la malavita fa affari, e la malavita fa affari che attraversano tutto il Paese. Sappiamo bene quello che succede dalle relazioni della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti quello che succede. Troppe aziende del nord pontificano e poi mandano i rifiuti a prezzi stracciati nelle discariche abusive della Campania. Queste aziende fanno un danno alla Campania, fanno un danno al Paese e fanno un danno anche a Pag. 43tutte quelle aziende del nord che smaltiscono in modo regolare, a prezzi naturalmente molto più elevati.
Dunque, parliamo tanto di concorrenza sleale, di concorrenza dai Paesi esteri e poi la concorrenza la creiamo in casa non rispettando e non facendo rispettare la legalità. Oggi la credibilità politica è al minimo. Noi con questo decreto-legge non risolviamo, ma possiamo dare un segnale importante. L'Unione di Centro, insieme a tutta quell'area che si richiama a questo senso di responsabilità, per questo motivo voterà a favore del vostro provvedimento. Con questo animo ha la volontà di sostenervi anche quando lavorerete per applicare questo provvedimento.
Abbiamo la necessità di tempi brevi, signor Ministro, e vorrei dire un'altra cosa: proprio perché per la prima volta interviene il Ministro dell'ambiente e non più la Protezione civile, abbiamo bisogno di dare un altro segnale ai cittadini. Mi riferisco alle bonifiche, perché nel momento in cui individuiamo i siti per realizzare gli impianti dobbiamo anche avviare immediatamente quelle bonifiche che danno il segnale forte ai cittadini che le istituzioni si preoccupano della loro salute. Se non mettiamo insieme queste due azioni, non riusciremo a creare quel rapporto di fiducia che ci permetterà di realizzare gli impianti.
Dunque, come dicevo, votiamo a favore di questo provvedimento, vi diamo fiducia, sosteniamo gratuitamente il Governo su qualcosa che serve ai cittadini campani e italiani, però vogliamo ricordarvi una cosa. La voglio ricordare a lei, la ricordo al Governo e la voglio ricordare al presidente della regione Caldoro: le regole sono necessarie e sono importanti, le leggi sono il pilastro, il basamento, ma se manca la volontà degli uomini, se non ci sono politici coraggiosi che hanno la voglia di prendersi impegni e di rispettarli, non risolveremo il problema. Noi oggi sosteniamo questa legge di conversione, ma vi chiediamo di essere coraggiosi per risolvere questo problema. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Togni. Ne ha facoltà.

RENATO WALTER TOGNI. Signor Presidente, all'avvio della legislatura il Governo si è impegnato a risolvere l'emergenza rifiuti della regione Campania. È stato nominato sottosegretario di Stato il capo del Dipartimento della protezione civile, Guido Bertolaso, con il compito di porre fine alla gestione commissariale e restituire agli enti locali la competenza sulle gestioni dei rifiuti. Il periodo emergenziale si è concluso il 31 dicembre 2009. Si ricorda che tra le competenze del sottosegretario rientra l'attivazione dei siti da destinare a discariche, cui è attribuita la qualifica di aree di interesse strategico nazionale.
Tra gli altri strumenti che il Governo ha scelto per affrontare l'emergenza, si ricordano il coinvolgimento delle forze di polizia e delle Forze armate, l'attribuzione alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo delle controversie attinenti alla gestione dei rifiuti, l'accelerazione delle procedure per la realizzazione di quattro termovalorizzatori (Acerra, Salerno, Napoli e Santa Maria La Fossa) e l'attribuzione alle province della regione Campania della titolarità degli impianti di selezione e di trattamento dei rifiuti.
Successivamente, con il decreto legge n. 172 del 2008, sono state adottate ulteriori misure per la soluzione dell'emergenza anche prevedendo sanzioni per la violazione della normativa in materia di gestione dei rifiuti e forme di vigilanza nei confronti degli enti locali, finalizzate a garantire l'osservanza della normativa ambientale. Il decreto-legge n. 195 del 2009 ha disciplinato la cessazione dell'emergenza attraverso l'istituzione dell'unità operativa e di una unità stralcio. Ha disposto il trasferimento di proprietà del termovalorizzatore di Acerra entro il 31 dicembre 2011 ed ha attribuito al presidente della provincia le funzioni ed i compiti di programmazione del servizio di Pag. 44gestione integrata dei rifiuti, da organizzarsi anche per ambiti territoriali nel contesto provinciale.
Successivamente, con il decreto legge n. 78 del 2010 è stato consentito alla regione Campania di includere nel piano di stabilizzazione finanziaria l'eventuale acquisto del termovalorizzatore di Acerra, anche mediante l'utilizzo, previa delibera del CIPE, della quota regionale del FAS. Il Governo, quindi, ha fatto tutto quello che si doveva fare. Addossare oggi le colpe all'Esecutivo per una nuova emergenza è perlomeno ingeneroso.
Le colpe, semmai, sono degli enti locali campani, che non sono riusciti a continuare l'opera, a nostro giudizio positiva, del Governo. Quindi, si è reso necessario il decreto-legge n. 196 del 2010 oggi in esame. Esso ha lo scopo di definire misure dirette ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti urbani della regione Campania, anche in considerazione della straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per accelerare la realizzazione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti, incrementare i livelli della raccolta differenziata, drammaticamente bassi, e favorire il subentro delle province nell'attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Possiamo citare alcuni aspetti positivi, per la Lega Nord, presenti nel decreto-legge: per esempio, all'articolo 1 si prevede la possibilità per il presidente della regione Campania, sentite le province e gli enti locali interessati, di nominare commissari straordinari per la realizzazione urgente degli impianti di recupero e di termovalorizzatori, con i poteri di deroga e le funzioni già attribuite al sottosegretario di Stato. I commissari si avvalgono degli uffici della regione e delle province, senza maggiori oneri per lo Stato. Si prevedono accelerazioni per lo svolgimento degli appalti e il dimezzamento dei tempi per le autorizzazioni.
Ai fini della valutazione di impatto ambientale degli impianti si utilizza la procedura già prevista dal decreto-legge n. 90 del 2008, che, con termini rapidissimi di sette giorni, investe direttamente il Consiglio dei ministri in caso di parere ritardato o negativo della conferenza dei servizi.
Si introducono, inoltre, alcune novelle al decreto-legge n. 90 del 2008. In particolare, si consente l'utilizzo della frazione organica stabilizzata, FOS, comunemente chiamata biostabilizzato, prodotta dagli impianti di tritovagliatura e di imballaggio rifiuti, come materiale per la copertura e risagomatura di cave abbandonate o dimesse e di discariche chiuse ed esaurite, ovvero quale materiale di copertura giornaliera delle discariche in esercizio. Inoltre, si autorizza la realizzazione di impianti di digestione anaerobica della frazione organica derivante dai rifiuti, al fine di ridurre il conferimento in discarica.
Il comma 6 integra le misure sanzionatorie previste dal comma 5 dell'articolo 11 del decreto-legge n. 195 del 2009 per i comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi minimi di raccolta differenziata previsti dall'articolo 11, comma 1, del decreto-legge n. 90 del 2008, così come certificati dalla regione Campania. In tali casi, viene previsto che il prefetto diffidi il comune inadempiente a mettersi in regola con il sistema della raccolta differenziata, assegnandogli il termine perentorio di sei mesi. Decorso inutilmente tale termine, il prefetto attiva le procedure di nomina di un commissario ad acta.
Si ricorda che, ai sensi del comma 1 dell'articolo 11 del decreto-legge n. 90 del 2008, ai comuni della regione Campania che non raggiungono l'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 25 per cento nel 2009, al 35 per cento nel 2010 e al 50 per cento nel 2011, fissati dal piano regionale dei rifiuti adottato con ordinanza del commissario delegato, è imposta una maggiorazione sulla tariffa di smaltimento dei rifiuti indifferenziati, pari rispettivamente al 15, 25 e 40 per cento dell'importo stabilito per ogni tonnellata di rifiuto conferita.
All'articolo 2 si prevede la proroga di un anno degli ammortizzatori sociali per il personale dei consorzi campani in esubero rispetto alla definizione delle piante organiche. Si tratta di circa 700 unità, con Pag. 45conseguente onere pari a 30 milioni di euro, attualmente posto a carico del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione. Il Ministro del lavoro ha fornito assicurazioni al Governo circa la capienza del fondo.
L'articolo 3 reca disposizioni finanziarie di sostegno della gestione regionale del ciclo dei rifiuti, nonché misure volte alla copertura finanziaria degli accordi operativi per l'attuazione di misure di compensazione ambientale. Al comma 1, si autorizza la regione Campania a disporre di risorse finanziarie nel limite di 150 milioni di euro a valere sul Fondo per le aree sottoutilizzate per la quota regionale, ai fini della raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti, nonché ai fini dell'incremento della raccolta differenziata attraverso iniziative di carattere strutturale.
Il comma 2 prevede che per gli interventi di compensazione ambientale e di bonifica - di cui all'accordo di programma dell'8 aprile 2009 sottoscritto dai comuni della regione Campania interessati con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - si provvede entro il limite massimo di 282 milioni di euro a carico del Fondo per le aree sottoutilizzate. Tali somme sono reperite a valere sulle risorse del FAS destinate alla programmazione regionale a carico della quota assegnata alla regione Campania dalla delibera CIPE n. 1 del 2009. Complessivamente, la quota FAS regionale destinata alla Campania viene utilizzata per un totale di 432 milioni di euro più 30 milioni di euro a carico del Fondo sociale per l'occupazione e formazione.
In conclusione, la linea generale del decreto-legge in esame è quella di responsabilizzare gli enti locali campani e, quindi, è in piena sintonia con quanto previsto ed auspicato nella riforma dello Stato in senso federale per la cui realizzazione il Ministro Bossi e tutta la Lega Nord si battono da tanti anni e che finalmente sta prendendo forma. L'onere finanziario, giustamente, è a carico della Campania e non graverà su tutti i cittadini italiani e sugli enti locali che, soprattutto al nord, si sono adeguati alle regole pagando fior di bollette per i rifiuti e che, sicuramente, non avrebbero gradito l'ennesimo favore a chi delle regole se ne infischia.
Infine, avevamo chiesto che anche la copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali e del personale dei consorzi in esubero fosse a carico delle risorse del FAS per la quota spettante alla regione Campania.

PRESIDENTE. Onorevole Togni, la prego di concludere.

RENATO WALTER TOGNI. Concludo. Si è scelta invece la via del Fondo sociale per l'occupazione, valutando che sono presenti nel Paese altre situazioni ugualmente gravi. Un esempio per tutti: nel mio territorio il consorzio ASA di Castellamonte è in stato fallimentare e ha cinquecento lavoratori nelle stesse condizioni di quelli campani a cui si dovrà applicare lo stesso trattamento. Anche questo aspetto ci ha convinti e quindi, per i suddetti motivi, la Lega Nord esprimerà il suo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, signor Ministro, è la sesta volta dall'inizio della legislatura che il Governo Berlusconi ricorre allo strumento della decretazione d'urgenza per affrontare la vicenda della gestione dei rifiuti in Campania, una questione che integra una grande tragedia collettiva, non soltanto per le comunità campane, ma per l'intero Paese, per la molteplicità delle conseguenze negative che ne sono derivate su tanti fronti, anche per l'infiltrazione devastante della criminalità organizzata.
In questo campo il Partito Democratico si è sforzato di usare sempre il linguaggio della verità e della franchezza. Abbiamo più volte sottolineato che la crisi dei rifiuti richiama gli errori, le responsabilità ed i limiti dell'intero mondo politico e delle Pag. 46istituzioni senza che nessuna parte politica possa tirarsi indietro. Abbiamo anche detto tante volte, con spirito critico ed autocritico, che le scelte sbagliate ed i ritardi si riconducono, innanzitutto, al Partito Democratico per la responsabilità di guida che ha avuto in tante istituzioni. Tuttavia, è innegabile che, già da tempo, al centro della scena è l'azione delle istituzioni guidate dal centrodestra, che da tre anni è tornato al Governo del Paese, amministra quattro delle cinque province campane e ha riconquistato la guida della regione.
Allora, con lo stesso linguaggio di verità e di franchezza, dobbiamo e dovete riconoscere che è stato un grave errore dichiarare la cessazione e la fine dell'emergenza rifiuti per decreto. Avete ritenuto con un tratto di penna e con un colpo mediatico ad effetto che fosse terminata quell'emergenza che invece non è mai cessata e che è drammaticamente riesplosa, come si evince dalle tonnellate di cumuli di rifiuti che da due mesi giacciono per le strade di Napoli e nelle comunità della provincia partenopea. Ciò è avvenuto per l'assenza di soluzioni stabili, definitive, permanenti ed adeguate.
Ecco perché il decreto-legge in discussione poteva rappresentare una grande occasione, per compiere un deciso passo in avanti e per definire soluzioni più idonee. Noi, come Partito Democratico, abbiamo affrontato questo dibattito in Commissione ed in Aula con responsabilità e serietà, avanzando proposte nel merito delle questioni irrisolte, nel cuore dei problemi: proposte precise, motivate ed articolate.
Innanzitutto, il ruolo dei comuni. Con una scelta legislativa totalmente irragionevole ed arbitraria, che non trova alcun riscontro in nessun'altra zona d'Italia, avete deciso di assegnare alle province, in luogo dei comuni, tutte le competenze legate alla gestione del ciclo dei rifiuti, per le attività di raccolta, di trasporto, di spazzamento dei rifiuti in ciascun territorio comunale, per la raccolta differenziata, perfino per la gestione e la riscossione della TARSU e della TIA. Così facendo, avete creato, nel momento in cui avete affermato che si tornava in Campania al sistema ordinario delle competenze, un regime speciale, assolutamente immotivato, soltanto per quella regione, decapitando il ruolo dei comuni a tutto privilegio della competenza delle province, destinate così a creare società provinciali, che diventeranno sempre più dei carrozzoni burocratici ingestibili, che produrranno soltanto sprechi, inefficienza ed un servizio di pessima qualità.
In questo, non avete ascoltato le voci e le sollecitazioni accorate dell'ANCI, dei sindaci della Campania, sia del centrosinistra che del centrodestra; avete mortificato tante esperienze di eccellenza e qualità, che, ad esempio nel campo della raccolta differenziata, si realizzano in tante realtà comunali in Campania, piccole, medie o medio-grandi. Soltanto grazie al nostro sforzo abbiamo varato almeno una norma transitoria, per conservare le competenze in capo ai comuni per il 2011.
Vi è poi la questione delle discariche. Assurdamente, nel testo varato dal Consiglio dei ministri non vi è alcun riferimento ad esse, che servono e serviranno sicuramente per affrontare la questione dei rifiuti in quel territorio; del resto, sarebbe del tutto irragionevole, e rasenterebbe la follia, ritenere che nei tre anni almeno che occorrono per realizzare i termovalorizzatori, e quindi un ciclo moderno dei rifiuti, si possa fare a meno delle discariche. Giustamente sono stati cancellati i siti, introdotti con tanta superficialità e frettolosità nel decreto-legge n. 90 del 2008, di Cava Vitiello, di Valle della Masseria e di Andretta; noi avevamo però avanzato una proposta precisa, proprio per la rilevanza del tema delle discariche: affidare al presidente della regione poteri straordinari ed eccezionali, per identificare i nuovi siti, gli stessi poteri e le stesse procedure che erano in capo a Bertolaso. E invece avete rifiutato tali proposte; si è così realizzata una grave ed ingiustificata abdicazione del presidente della giunta regionale, che rinuncia senza motivazione ad esercitare una sua competenza fondamentale Pag. 47e prioritaria nel raccordo con i presidenti di provincia, ed in vista del piano regionale dei rifiuti.
E poi, i termovalorizzatori. Ne avevate previsti altri quattro, oltre a quello di Acerra: di quello di Santa Maria La Fossa si è persa ogni traccia; di quello per le ecoballe nel giulianese abbiamo solo un titolo, senza alcun contenuto concreto; faticosamente si è avviato l'iter per il termovalorizzatore di Napoli; i passi in avanti più rilevanti e significativi sono stati effettuati per l'impianto di Salerno, perché, dal Governo Prodi al Governo Berlusconi, erano stati affidati al sindaco di Salerno (una città, è bene ricordarlo, dove si raggiunge ben il 72 per cento di raccolta differenziata) poteri commissariali straordinari, che il sindaco ha esercitato puntualmente, compiendo atti di grande rilevanza: la localizzazione dell'area, la progettazione dello studio di fattibilità ambientale, la viabilità di accesso.
Si è svolta la gara, che nel suo primo svolgimento ha avuto esito negativo: bisognava ripartire da questo punto ed andare avanti. Invece avete iniziato un'assurda guerra contro quel comune, prima con il decreto-legge n. 195 del 2009, affidando i poteri al presidente della provincia, e poi con il decreto-legge in esame, che nella sua formulazione iniziale era un pasticcio autentico, visto che soltanto grazie al nostro emendamento almeno il presidente della regione ha l'obbligo - non la facoltà - di nominare commissari straordinari.
Vi è poi un ritardo gravissimo per l'erogazione in concreto, ancora non avvenuta, dei fondi per le bonifiche e le compensazioni ambientali, ridotti da 526 a 284 milioni.
Per tale ritardo si è incrinato il rapporto di fiducia tra lo Stato e le istituzioni, le comunità e i cittadini, perché gli accordi per erogare tali fondi, intervenuti tra Stato, regioni e comuni interessati, risalgono al 2008 e al 2009. Tanto tempo, trascorso invano, ha leso fortemente la credibilità delle istituzioni, perché lo Stato e il Governo non hanno saputo mantenere gli impegni, né hanno onorato la parola data nei confronti di quelle comunità.
Vi è poi il punto della raccolta differenziata, che in tanti comuni non raggiunge ancora livelli adeguati. Al riguardo, noi abbiamo proposto misure normative stringenti e vincolanti, con la previsione di sanzioni rigorose ed effettive verso i comuni inadempienti. Voi avete introdotto deroghe pesanti alla normativa sugli appalti, con un grave pericolo per il valore primario della trasparenza delle procedure.
Sono tali le ragioni, precise, argomentate e specifiche del nostro «no» ad un decreto-legge, che rappresenta una grande occasione persa. Non avete voluto seguire la via, che avevamo indicato, ovvero quella di un confronto a tutto campo, alla luce del sole, sul merito delle questioni, per costruire soluzioni più avanzate e vere. Avete scelto un'altra strada, quella dei conflitti interminabili e violenti all'interno del PdL, dei faticosi compromessi, estremamente fragili (da ultimo, la norma sulle discariche, che rappresenta un gigantesco e gravissimo passo indietro) e poi continuate nei proclami e negli annunci dei miracoli da parte del Presidente del Consiglio, che non ci sono stati e che non ci saranno, che non serviranno a rimuovere i rifiuti dalle strade né risolveranno i problemi.
È inevitabile che con questo decreto-legge non si risolva alcun problema vero ed effettivo e che la situazione di crisi sia destinata, purtroppo, ad aggravarsi. Tale è la via che voi avete scelto. Noi non vogliamo questa via dello scaricabarile o dei miracoli presunti: continueremo nel nostro impegno, con lo stesso spirito di responsabilità e di serietà, con la nostra proposta organica di legge in materia di rifiuti, che, con significativa scelta politica, reca come prima firma quella del nostro capogruppo, il presidente Franceschini.
Voi, invece, avete scelto una strada diversa e vi assumete, ora, con questo brutto decreto-legge, inadeguato alla gravità del problema che si trascina, una grave responsabilità e vi assumete tale grave responsabilità in quest'Aula rispetto alla Campania e di fronte all'opinione pubblica dell'intero Paese. Basta con l'annuncio Pag. 48di miracoli, che non verranno e che non ci sono stati, smentiti clamorosamente dai fatti! È l'ora per davvero, signor Ministro, di misurarsi con i fatti, che nell'emergenza sono riesplosi drammaticamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei provare a spiegare perché la conversione in legge di questo decreto-legge è necessaria e perché ci troviamo in una situazione non comparabile con quella dell'inverno 2005 e della primavera 2006.
All'epoca non si sapeva cosa fare delle circa 7.500 tonnellate di rifiuti, prodotti quotidianamente dai cittadini campani: non esistevano impianti in grado di trattare i rifiuti, la raccolta differenziata era limitata a poche arie geografiche e l'unica prospettiva, in una logica di fortissima contrapposizione sociale, era il ricorso alla discarica, non in quanto elemento di un processo industriale, ma piuttosto in una prospettiva di buco infinito.
Allora Berlusconi mise subito ordine, ricostruendo un disegno di piano industriale, capace di alimentare la raccolta differenziata e predisporre impianti utili a trattare il rifiuto; si individuarono i siti idonei per l'apertura di discariche - solo Iddio sa quanto fu provvidenziale quella dolorosa scelta, e pure contestata dal solito circo della sinistra dei rifiuti zero - e si provvide inoltre ad accelerare la realizzazione del termovalorizzatore di Acerra.
Allora l'emergenza era sanitaria, prima che industriale, con oltre 200 mila tonnellate di rifiuti per le strade dell'intera Campania. Oggi è un'altra storia: la crisi coinvolge Napoli, con la sua conturbata provincia. Salerno, Caserta, Avellino e Benevento non hanno invece patito straordinariamente difficoltà, disponendo di impianti intermedi e discariche dedicati e fruendo, per quota parte, del termovalorizzatore di Acerra.
Napoli, invece, con le discariche in esaurimento e la raccolta differenziata da prefisso telefonico ha, di fatto, alimentato un'immotivata paura di nuove localizzazioni, determinando la crisi cui abbiamo assistito. Cava Sari a Terzigno e Chiaiano a Napoli, in condizioni ordinarie, avrebbero potuto soddisfare la raccolta ancora per dodici mesi. Certo, se la città di Napoli invece di cincischiare si fosse dedicata anima e corpo, negli ultimi tre anni, ad un'azione sistematica di organizzazione di una raccolta differenziata degna di questo nome, oggi avremmo le discariche capaci di garantire ancora ulteriori dodici mesi di sversamento.
Fanno compagnia, in questa vergognosa black list di incapacità amministrativa e di indolenza gestionale, alcune altre città della provincia, le cui amministrazioni andrebbero poste - queste sì - al pubblico ludibrio.
Accanto alla città di Napoli, ad onor del vero, bisogna ricordare che, a gennaio del 2008, dopo quell'imbarazzante visita a Napoli e Caserta del Presidente Prodi, il Governo di centrosinistra pensò - povero illuso - che, affidando al sindaco di Salerno il ruolo di commissario per la realizzazione dell'agognato termovalorizzatore, si sarebbero recuperati dieci anni di ritardi della gestione Bassolino, trascorsi tra atteggiamenti di sufficienza, liti ed accuse furibonde tutte interne alla sinistra.
Ma presto, il sindaco di Salerno si infila - voglio escludere che lo abbia fatto volutamente - in un ginepraio di esclusioni atipiche e riammissioni di raggruppamenti di imprese, che sono costrette a ricorrere al giudice amministrativo per vedersi riconosciuta un'evidente ragione. Escludo che ciò sia dipeso dalle eventuali simpatie del sindaco-commissario nei confronti delle varie imprese, ma tant'è, dopo un'ulteriore procedura di inviti, un solo raggruppamento presenta l'offerta che, dopo tre mesi di verifiche, si ritiene insoddisfacente. Insomma, quel sindaco nulla ha ottenuto ai fini del risultato, ma solo qualche imbarazzo e dubbi sulla Pag. 49procedura, che lascia ancora sul campo ricorsi e rivalse milionarie. Poveri i soldi dei cittadini di Salerno!
Pare evidente che al cospetto di siffatta storia, la soluzione individuata di affidare alla provincia di Salerno ciò che - diciamo così - non era riuscito al comune sembrava, e sembra logica. In questo senso, in pochi mesi, alcuni dei quali trascorsi inutilmente a tentare di coinvolgere il comune di Salerno in un processo virtuoso, la provincia approva il progetto preliminare, presupposto degli atti di gara e, successivamente, il relativo bando, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea il 2 novembre scorso. Parimenti, la provincia si adopera, costituendosi in giudizio e in via transattiva nelle attività espropriative delle aree necessarie per il costruendo termovalorizzatore. Insomma, quasi tre anni buttati all'aria affidati al comune. Se all'epoca avessimo affidato questa incombenza, questa responsabilità, al presidente della provincia di Salerno, oggi avremmo un secondo termovalorizzatore, funzionante e capace di lenire ulteriormente la crisi di queste ore.
Quindi, non terremoto ed emergenza, non alluvione ed emergenza, ma semplicemente una crisi dovuta al combinato disposto di due amministrazioni - quella di Napoli e quella di Salerno - e, forse, anche qualcuna in più, incapaci e devastanti.
Il provvedimento in oggetto consente di lasciare che i comuni continuino a fare la raccolta, lo spazzamento ed il trasporto e, parimenti, ad incassare la TARSU, come è naturale che sia. Finalmente, vi è una chiara norma che offre l'opportunità di nominare commissari ad acta per quei comuni inadempienti ai fini della raccolta differenziata. Ma, forse, su questo tema, dovremmo assumere un'iniziativa tutta politica e non ricandidare quei sindaci poco inclini a queste pratiche di civiltà.
Il provvedimento in oggetto consente anche di utilizzare 150 milioni di euro di risorse regionali, di risorse regionali campane: nessun dono, nessun obolo, nessun trasferimento di danari dal nord al sud, semmai, responsabilità e federalismo nella capacità di investire e bene.
Rimangono questioni aperte: una è quella dei consorzi con personale in esubero ancora in età di efficienza lavorativa, per i quali non prevedere possibilità di scivolo nelle pubbliche amministrazioni campane, ferme restando le disponibilità nelle piante organiche di enti locali ed agenzie nazionali, è un grave errore che riproporrà fra qualche mese la necessità di un ulteriore intervento normativo.
Anche la necessaria proroga del termine previsto dal decreto «Ronchi» per evitare che le aziende pubbliche campane che operano nel settore dei rifiuti vengano permeate da oblique aziende locali - troppe sono le interdette -, compromettendo anni di lavoro ed un'eroica resistenza alle organizzazioni criminali, significa aver poca conoscenza delle dinamiche di una criminalità sempre più societaria e pervasiva. Torneremo, torneremo su questo tema forse nello stesso provvedimento milleproroghe, per difendere quei tanti amministratori onesti che operano con trasparenza e, talvolta, esposti da sufficienze di plenipotenziari ed onniscienti, anche in quest'Aula, alle traversie di una tutela formale delle istituzioni.
Un provvedimento utile ad individuare strumenti acceleratori per la realizzazione di impianti, anche intermedi, affidati alla individuazione del presidente della regione, che saprà sentire le province e, se necessario, coinvolgere i comuni come è naturale che sia quando collaborativi ed in buona fede, ma che farà sempre salve le procedure in corso. Ciò non per uno sterile principio barocco, non per non perdere tempo. Sì, una politica di tutela ambientale tipicamente di sinistra in quella regione ha lasciato incancrenire i problemi.
Pensate: con i rifiuti per strada la regione Campania di Bassolino e di Pecoraro Scanio, di Rifondazione Comunista e dell'Italia dei Valori, ha approvato una norma che non parla mai di impianti di trattamento finale e soprattutto eleva la Pag. 50politica dei «rifiuti zero» a modello. Come a dire: obiettivo «malattia zero» e quindi chiudiamo gli ospedali!
Sì, cari colleghi, una moderna politica di tutela ambientale ci indica che è possibile ridurre con buonsenso i rifiuti. Pensate solo agli oltre due milioni di tonnellate di prodotti dalla filiera agroalimentare nel nostro Paese che non giungono sulla tavola in tempo e quindi vengono smaltiti in discarica, con un costo di oltre 200 milioni di euro di produzione e 200 milioni di euro di smaltimento.
Sono questi i lavori che vanno fatti nei prossimi mesi, senza ideologie e senza manicheismi. Anche la raccolta differenziata va misurata nei costi, nel bilancio energetico e nella produzione di CO2.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Paolo Russo.

PAOLO RUSSO. E concludo. Guai ad alimentare una raccolta differenziata che costa di più al cittadino, che magari consuma più energia di quanta se ne recuperi dal riuso ed infine produce più. CO2. Basta con i comuni «raccoglioni»! Semmai, passiamo a misurare davvero quanta plastica viene realmente riusata e se conviene, dal punto di vista ambientale, una bottiglia di vetro costruirla o rigenerarla.
In Campania possiamo provare, in chiave federale, a misurare la capacità di coniugare modernità e tutela ambientale, senza ritornare nelle caverne, ma cancellando quelle immagini che offendono la nostra dignità, la nostra voglia di riscatto, la nostra speranza di rivalsa.
Per questa ragione il Popolo della Libertà voterà con convinzione questo provvedimento, un'altra pietra miliare di quella politica «del fare» cui il presidente Berlusconi ci ha abituati (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi radicali votiamo contro questo provvedimento perché persevera nell'errore capitale di non separare gli imballaggi inerti dall'organico, per alimentare così ulteriormente il sistema di discariche e inceneritori. Un delitto che si poteva evitare, disponendo, come abbiamo proposto, l'obbligo a trattenere gli imballaggi e a conferirli in piattaforme ecologiche già disponibili nei 120 ettari di aree della sola provincia di Napoli.
Questo provvedimento, dunque, è solo l'ultimo tassello di quel capolavoro di ingegneria criminale che è stata la gestione rifiuti in Campania, se penso che la prima direttiva europea sulla differenziata risale al 1975 e ci troviamo oggi con quantitativi di rifiuti e costi ineguagliabili nell'intero pianeta. Un provvedimento che aggrava ulteriormente la situazione con il continuo ricorso all'utilizzo dello strumento commissariale in un'assoluta sovrapposizione di competenze tra consorzi, province e comuni, peraltro questi ultimi indeboliti ulteriormente nei propri poteri. E nessuna parola sulla necessità dell'adozione di un piano regionale dei rifiuti come chiede l'Unione europea, che su questa questione ha aperto una procedura di infrazione.
Nessuna rivoluzione, dunque, ma la costante rivelazione del perdurare di una inadeguatezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, intervengo solo per ringraziare il presidente della Commissione e tutta la Commissione per il lavoro intenso e proficuo svolto in queste settimane, nonché gli uffici per l'opera instancabile e dedita che hanno profuso.
Desidero, inoltre, rivolgere un ringraziamento particolare anche al Ministro Prestigiacomo per l'attenzione, la sensibilità Pag. 51e la disponibilità con cui ha seguito questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

SERGIO MICHELE PIFFARI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, mi unisco ai ringraziamenti e cerco di cogliere il lato positivo, signor Ministro: la sua presenza in Commissione, questa volta, c'è stata e mi auguro che la prossima volta sia con meno diffidenza. Con più disponibilità a collaborare, vedrà che riusciremo a fare anche qualcosa di meglio.

(Coordinamento formale - A.C. 3909-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3909-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3909-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante... Presidente Lupi... onorevole Cesaro... onorevole Goisis... i colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, recante disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti.» (3909-A):

Presenti 548
Votanti 547
Astenuti 1
Maggioranza 274
Hanno votato 334
Hanno votato no 213
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,03).

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, desidero sottolineare che in tutto l'anno non mi risulta mai pervenuta una risposta alle interrogazioni parlamentari presentate al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Desidero, pertanto, sapere se è possibile avere, in qualche maniera, risposta a tali interrogazioni.

PRESIDENTE. La Presidenza si farà carico della sua richiesta, onorevole Zacchera.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 22 dicembre 2010, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani ed altri n. 1-00471, Borghesi ed altri n. 1-00497, Cicchitto ed altri n. 1-00499, Galletti ed altri n. 1-00500, Pag. 52Reguzzoni ed altri n. 1-00501, Commercio ed altri n. 1-00502, Sardelli ed altri n. 1-00505, Tabacci ed altri n. 1-00507 e Bocchino ed altri n. 1-00509 concernenti iniziative in materia di riforma del sistema fiscale.

2. - Seguito della discussione della mozione Di Pietro ed altri n. 1-00475 concernente revoca di deleghe al Ministro per la semplificazione normativa, senatore Roberto Calderoli.

3. - Seguito della discussione della proposta di legge:
ANTONINO FOTI ed altri: Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito (C. 2424-A).
e dell'abbinata proposta di legge: JANNONE (C. 3089).
Relatore: Antonino Foti.

4. - Seguito della discussione della mozione Zamparutti ed altri n. 1-00508 concernente iniziative volte a garantire la produzione e la vendita all'estero di Sodio Tiopentale esclusivamente per scopi medici.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Bocchino ed altri n. 1-00436, Giulietti, Zaccaria, Tabacci, Evangelisti, Nicco ed altri n. 1-00441, Sardelli ed altri n. 1-00496, Lo Monte ed altri n. 1-00503 e Cicchitto ed altri n. 1-00504 concernenti iniziative per la tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo, con particolare riferimento al contratto di servizio.

6. - Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
DONADI ed altri: Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province (C. 1990).
e delle abbinate proposte di legge costituzionale: CASINI ed altri; PISICCHIO (C. 1989-2264).
Relatore: Bruno.

7. - Discussione della mozione Ghizzoni, Zazzera ed altri n. 1-00491, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro per i beni e le attività culturali, senatore Sandro Bondi.
(ore 15)

8. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 4)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3909-A - odg 9/3909/4 548 545 3 273 216 329 29 Resp.
2 Nom. odg 9/3909/12 548 490 58 246 216 274 28 Resp.
3 Nom. odg 9/3909/21 546 544 2 273 212 332 27 Resp.
4 Nom. Ddl 3909-A - voto finale 548 547 1 274 334 213 22 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.