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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 398 di venerdì 19 novembre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 9,10.

GIANPIERO BOCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bocchino, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Bucchino, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Centemero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Di Biagio, Donadi, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giro, Jannone, Lo Monte, Lombardo, Lorenzin, Lusetti, Mantovano, Martini, Meloni, Migliavacca, Mura, Mussolini, Narducci, Nucara, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Paolo Russo, Sardelli, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 9,12).

PAOLO CORSINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, anzitutto intendo rivolgerle le mie rimostranze per quanto è avvenuto ieri sera: non mi è stata data la parola nonostante l'avessi chiesta con ore di anticipo. Non ho capito se questo sia dovuto alla colpevole negligenza del funzionario - e se è così va sanzionata - o alla insensibilità del Presidente di turno.
Detto questo, e sperando che non si ripeta - e credo di parlare a nome di tutti colleghi perché tutti vanno rispettati nella loro dignità di parlamentari - intervengo con un po' di pudore e di ritrosia per richiamare all'Assemblea la straordinaria figura di una donna eccezionale, Adriana Zarri, scomparsa l'altra notte a Crotte di Strambino all'età di 91 anni.
Figlia di un mugnaio, prima bracciante, credo che costei possa essere letta come l'espressione di quell'Italia umile e povera, che si riscatta attraverso l'acquisizione della cultura della parola. Dirigente di Azione cattolica, giornalista, scrittrice e soprattutto teologa, Adriana Zarri, dopo anni di vita eremitale, ha lasciato una straordinaria eredità di opere di pensiero, di scritti come: «Il Dio che viene», «Erba della mia erba. Resoconto di vita», «Nostro Signore del deserto. Teologia e antropologia della preghiera», «Il figlio perduto. La parola che viene dal silenzio», «Quaestio 98. Nudi senza vergogna», «Vita e morte senza miracoli di Celestino VI», che costituiscono uno straordinario documento di una disposizione alla scrittura, di una padronanza letteraria e soprattutto della profondità di un pensiero teologico che si misura con le contraddizioni stridenti del nostro tempo. Si tratta di una teologia Pag. 2dell'incarnazione, scritta in una sorta di svolta antropologica, che è all'origine e caratterizza le acquisizioni del Concilio Vaticano II. Quindi, dobbiamo essere riconoscenti ad Adriana Zarri, che è stata testimone di una fede inquieta e scomoda, che è stata segno di contraddizione, che ha vissuto con straordinaria coerenza gli impegni di una vita contemplativa e attiva, per utilizzare la formula di una grande filosofa scomparsa del Novecento. Queste sono le ragioni per le quali mi sono sentito di renderle questa testimonianza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Corsini. Nel chiederle scusa per quello che è accaduto ieri sera le posso soltanto confermare e garantire che non c'è stata né insensibilità da parte del Presidente, né cattiva volontà da parte dei funzionari, ma solamente - nella concitazione della conclusione di una lunga e proficua giornata di lavoro - una dimenticanza, nel senso che avevo già chiuso la seduta quando mi sono ricordato che lei aveva chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) (A.C. 3778-A) (ore 9,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011).
Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti agli stessi riferiti.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3778-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3778-A).
L'onorevole Iannuzzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778/142.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, auguro anche a lei e a tutti i colleghi una buona giornata. Con il mio ordine del giorno n. 9/3778-A/142 richiamo l'attenzione su una situazione di estrema gravità che si è determinata in tante aree della provincia di Salerno, a causa dell'eccezionale, violentissima e devastante ondata di maltempo che nella settimana scorsa si è abbattuta su questo territorio. Un'ondata di maltempo caratterizzata da piogge e da precipitazioni intensissime ed estremamente violente, trombe d'aria, esondazione di fiumi, di corsi d'acqua e di canali, in particolare un'esondazione rovinosa dei fiumi Sele, Sarno e Tanagro.
Ne sono derivati danni pesantissimi ad intere zone del salernitano, la Piana del Sele, il Vallo di Diano, l'area del Tanagro, il Cilento, l'Agro Sarnese-Nocerino, la stessa città capoluogo di provincia Salerno, con tanti e ingenti danni alle coltivazioni, alle aziende agricole e zootecniche, danni e conseguenze economiche negative per molteplici imprenditori che operano in diversi settori. Vi sono stati danni ingenti alle strade, al complesso delle infrastrutture, alle scuole e agli edifici pubblici, e poi la drammatica rottura per circa tre chilometri delle condotte dell'acquedotto del Basso Sele.
Ne deriva una vera e propria condizione di emergenza idrica, con il blocco e la paralisi dell'erogazione dell'acqua potabile in diversi comuni, per un bacino territoriale esteso che abbraccia più di 350 mila abitanti.
Ne derivano difficoltà pesantissime nell'approvvigionamento idrico e nell'erogazione dell'acqua potabile, che è in queste zone assolutamente ridotto e minimale. Si fa ricorso per un numero limitatissimo, un paio di ore al giorno, anche ad autobotti per assicurare almeno la fornitura del livello minimo di erogazione dell'acqua potabile.
Sono stati previsti lavori urgenti per il ripristino delle condotte dell'acquedotto Pag. 3del Basso Sele, lavori che vanno eseguiti con la massima celerità anche prevedendo turni di lavoro degli addetti dell'impresa che sarà incaricata praticamente durante l'arco dell'intera giornata, proprio per consentire la riparazione dell'acquedotto con la massima rapidità possibile, operazione che dovrebbe essere completata nell'imminenza delle festività natalizie.
Ne deriva naturalmente un complesso enorme di disagi per la popolazione e per gli abitanti, di rallentamento se non di paralisi di tutta una serie di attività, con riverberi negativi sullo svolgimento delle attività scolastiche, nonché conseguenze economiche pesantissime per tantissime attività economiche e imprenditoriali.
Ieri il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza, lo stato di calamità naturale per il salernitano. È ora necessario, ed è per questo che presento questo ordine del giorno, richiamando l'attenzione del sottosegretario Giorgetti - del quale in questi anni abbiamo imparato ad apprezzare la sensibilità e l'attenzione ai problemi concreti delle persone e delle comunità del territorio - che alla dichiarazione dello stato d'emergenza seguano atti concreti, l'assegnazione delle risorse finanziarie adeguate, naturalmente con un censimento approfondito, scrupoloso e rigoroso dei danni e dei pregiudizi che si sono verificati, e bisogna prevedere l'erogazione di questi fondi, sia attingendo alle risorse già a disposizione della Protezione civile, sia con riferimento al provvedimento «milleproroghe».
Naturalmente occorrono risorse finanziarie adeguate per tutti gli interventi di ripristino e di recupero delle infrastrutture, delle opere pubbliche, degli edifici pubblici, delle condutture dell'acquedotto e misure economiche di sostegno agli imprenditori, a cominciare da quelli del settore agricolo e zootecnico - così duramente colpiti - anche prevedendo misure di sostegno fiscale alle attività economiche, anche lavorando sul rallentamento dei vincoli del Patto di stabilità per i comuni interessati rispetto alle spese che saranno necessarie per sostenere quest'opera di ricostruzione e ripristino di tutti i danni così pesanti che sono derivati da questa eccezionale ondata di maltempo, con queste precipitazioni così violente, reiterate e devastanti.
La dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Governo è un atto importante, che noi giudichiamo in maniera significativa. Naturalmente, questa dichiarazione ora deve essere seguita dai provvedimenti conseguenti, dall'assegnazione delle risorse finanziarie necessarie. Da questo punto di vista, riteniamo che rispetto a questi eventi l'Italia è e dimostra di essere un grande Paese unito se adotta la stessa attenzione e la stessa solidarietà rispetto a tutti i territori.

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/88.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, prendo la parola per illustrare brevemente quest'ordine del giorno, perché pone una questione estremamente significativa, quella del servizio civile. Noi abbiamo una preoccupazione che evidenziamo anche in quest'ordine del giorno: il taglio di 57,2 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2010 del fondo occorrente per gli interventi del Servizio civile nazionale. Quest'aspetto è estremamente preoccupante non soltanto per questa parte politica, ma anche per le altre realtà presenti in questo Parlamento.
Come si ricorderà, con la sentenza n. 164 del 24 maggio 1985, la Corte costituzionale affermò e garantì pari dignità al servizio militare e al servizio sostitutivo civile. La Corte costituzionale affermava che ciò che prevaleva era il convergente impegno per quanto riguardava sia il servizio civile sia il servizio militare, ossia quello della difesa della patria. Perciò, i fondi destinati al servizio civile andavano in questa direzione e in questa prospettiva, che era ovviamente quella della sicurezza. Il servizio civile, che, come si ricorderà, per un certo periodo di tempo fu attribuito e vide impegnati gli obiettori di coscienza, ha dato certamente frutti estremamente Pag. 4positivi, tant'è vero che il Governo ha avuto sempre una particolare attenzione, fino a prevederne un potenziamento anche rispetto alle strutture della Presidenza del Consiglio e del Governo.
Questo è un dato importante e fondamentale, sia per quanto riguarda gli obiettivi che ci si prefigurava, sia per quanto riguarda i compiti precipui che le Forze armate sono sempre state chiamate ad assolvere sul piano istituzionale: la difesa della patria, la sicurezza e gli interventi in presenza di calamità naturali. Credo che questi siano dati e riferimenti storici noti a gran parte dell'Aula. Questo taglio di 57,2 milioni di euro per quanto riguarda il servizio civile fa rivedere quanto meno la politica che fino ad oggi andava in questa direzione. Noi ci saremmo attesi un potenziamento di questo settore e siamo stupiti di ciò che accade, perché al servizio civile abbiamo anche destinato un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che non ha il rango di Ministro, ma è comunque un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Avremmo immaginato che il Governo non avrebbe messo questo fermo e questo freno in tale particolare momento.

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la prego di concludere.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Pertanto, noi nel nostro ordine del giorno chiediamo al Governo di monitorare l'attuazione delle disposizioni del disegno di legge in materia, valutando l'opportunità di assumere le iniziative conseguenziali. Noi chiediamo ovviamente la definizione di una politica per quanto riguarda il servizio civile. Stiamo dando un contributo e speriamo di richiamare l'attenzione del Governo.

PRESIDENTE. Ricordo, per l'andamento dei lavori della giornata, che ieri tra tutti i gruppi e la Presidenza - lo abbiamo poi comunicato formalmente - è intervenuto un accordo per darci un ritmo, che grazie alla vostra collaborazione è stato rispettato anche nella giornata di ieri, per permettere la sospensione alle ore 11,30, dopo il voto finale sul disegno di legge di stabilità e per consentire la riunione del Consiglio dei ministri per l'approvazione della nota di variazioni.
Per dare la possibilità a tutti i colleghi che sono iscritti di intervenire, la Presidenza, ovviamente nel massimo rispetto, farà rispettare i tempi in modo da garantire l'accordo raggiunto. L'onorevole Di Stanislao ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/40.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare una necessità nell'ambito del comparto della difesa in ordine al tema degli alloggi. Il mio ordine del giorno impegna il Governo a garantire agli utenti che non superano la soglia di reddito familiare annuo lordo stabilita annualmente dal Ministro della difesa con il decreto emanato ai sensi dell'articolo 9, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, l'applicazione del canone così come definito con l'articolo 43 della legge 23 dicembre 1994, n. 724, mirando, in questo caso, a contemperare le esigenze dell'amministrazione con le condizioni sociali degli utenti e la continuazione della conduzione dell'alloggio per i soggetti richiamati nel citato decreto ministeriale alle condizioni ivi previste.
Si impegna inoltre il Ministero a predisporre l'elenco degli alloggi di servizio da alienare e procedere all'attuazione del programma di alienazione immobiliare, nel rispetto dei criteri del regolamento sopra richiamato, con particolare riferimento al riconoscimento del diritto di prelazione per gli attuali conduttori, con l'applicazione dei criteri agevolativi previsti per i conduttori appartenenti alla fascia di reddito indicata in premessa.
In questo caso, evidentemente, sono tanti i nuclei familiari interessati e un atto di disponibilità da parte del Governo sicuramente sarebbe socialmente significativo e darebbe una risposta a tanti che sono in ambasce rispetto ad un problema che si fa sempre più avanti e che, in questo momento, non trova risposta e Pag. 5soluzione. Mi attendo dal Governo un atto di responsabilità.

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, grazie anche della sintesi. L'onorevole Barbi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/34.

MARIO BARBI. Signor Presidente, l'ordine del giorno che presentiamo è volto ad impegnare il Governo a destinare le risorse necessarie a finanziare il Fondo globale per l'Aids per il 2009, anno per il quale siamo morosi. Esso segnala, quindi, all'attenzione del Governo e del Parlamento un problema che riguarda il nostro Paese e che ha effetti piuttosto negativi sulla sua immagine nel mondo e sulla sua credibilità.
Al riguardo, ci dispiace che ieri sia stato respinto un emendamento che proponeva di introdurre un finanziamento regolare del Fondo globale per l'Aids; non solo per il 2009, anno per il quale, ripeto, siamo morosi, ma anche per gli anni successivi: per il 2010, l'anno in corso, per il 2011, per il 2012 e per il 2013.
Con il respingimento di quell'emendamento, ieri, vi è stata l'assunzione da parte di questa maggioranza, ormai «tecnica», diciamo così, di una responsabilità politica grave; essa è disattenta rispetto agli impegni che il nostro Paese ha assunto nel mondo e verso i quali risulta morosa e inadempiente rispetto al mantenimento di quanto promesso.
Quello che chiediamo con questo ordine del giorno è un impegno limitato ma simbolico rispetto alla tendenza generale della riduzione delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo, tendenza che per noi, per l'Italia, comporta la difficoltà di presentarci nelle sedi internazionali con le carte in regola e che ci consente di dire che, se facciamo delle promesse, agiamo in campo internazionale rispettandole.
Meritiamo, quindi, rispetto, in virtù della nostra autorevolezza.
Accettate questo ordine del giorno, almeno per dare un segnale in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Di Giuseppe ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/44.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, signor sottosegretario, ancora una volta torniamo a parlare del settore bieticolo-saccarifero. Mi verrebbe da dire «purtroppo», però è meglio parlarne che accantonare l'argomento.
Il suddetto settore rischia di essere definitivamente cancellato, così come tutte le aziende e le industrie che ruotano e che operano nel settore stesso, perché gli 86 milioni di euro per interventi già previsti, anche con un accordo comunitario, non sono ancora stati erogati.
Quello bieticolo-saccarifero è un settore che ha ormai grandissime difficoltà, anche a causa della riforma dell'Organizzazione comune di mercato dello zucchero. Gli aiuti nazionali e comunitari sono stati autorizzati fino al 2010, proprio per consentire l'adattamento del settore a queste nuove condizioni. Ma la mancata assegnazione di questi fondi, ossia degli 86 milioni di euro previsti, in effetti ha messo in ginocchio il settore.
Questa è una storia infinita, che conoscete benissimo, che anche il Governo conosce bene, eppure sia nella manovra finanziaria 2010 (varata a luglio), sia nella legge di stabilità non vi è alcuna traccia di questi 86 milioni di euro. Il fatto è che, in seguito agli impegni che lo Stato aveva assunto, le stesse imprese agricole hanno effettuato degli investimenti e ora si trovano, a causa della mancata erogazione dei fondi previsti, in cattive acque.
C'è da dire che sia il precedente Ministro delle politiche agricole Zaia, sia l'attuale Ministro Galan, hanno ritenuto e confermato più volte l'impegno a stanziare questi 86 milioni di euro per gli anni 2009 e 2010, però, purtroppo, non sono seguiti i fatti alle parole.
Il gruppo Italia dei Valori, in questa XVI legislatura, ha presentato diversi ordini del giorno ed emendamenti che poi sono stati accolti, ma i fatti non sono arrivati neanche dopo tale accoglimento. Pag. 6
Abbiamo presentato un emendamento anche in occasione del disegno di legge...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANITA DI GIUSEPPE. ...recante disposizioni per il rafforzamento della competitività agroalimentare, che si è ridotto poi all'etichettatura dei prodotti. Purtroppo, non si è visto nulla.
Ancora una volta, oggi il gruppo Italia dei Valori vuole impegnare il Governo ad adottare tutte le iniziative possibili in modo tale che si possa reperire la somma necessaria ad aiutare le imprese agricole che operano nel settore e, quindi, procedere all'erogazione della stessa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Pedoto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/135.

LUCIANA PEDOTO. Signor Presidente, un anno fa il Parlamento ha approvato come raccomandazione un ordine del giorno sulle malattie rare, eppure in questo anno non è stato fatto molto, anzi, direi che non è stato fatto niente su questo tema.
In questi giorni stiamo combattendo contro tagli indifferenziati e mancati rifinanziamenti. Penso all'Istituto superiore di sanità, a cui sono stati decurtati 5 milioni di euro, penso al finanziamento non sufficiente, per il quale abbiamo combattuto tanto, per i danneggiati da trasfusioni da sangue infetto e da emoderivati, penso alle decurtazioni che subisce l'Agenzia italiana del farmaco e ai danni e ai disagi che si stanno creando per la mancata emanazione del decreto sui livelli essenziali di assistenza, il che significa, come tutti sappiamo, che siamo senza nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili e senza l'elenco aggiornato delle malattie rare.
In tema di malattie rare, il mancato aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza significa che vi sono almeno 2 milioni di persone nel nostro Paese che sono costrette a far da sole, a curarsi da sole.

PRESIDENTE. Chiedo scusa ai colleghi, un po' di silenzio!

LUCIANA PEDOTO. Sappiamo molto bene che anche l'Unione europea considera le malattie rare come una priorità nel campo delle politiche sanitarie nel nostro Paese; e sappiamo cos'è necessario: prendere in carico tali malati di serie «B». Ciò significa curarli, significa assisterli, significa sostenerli insieme alle loro famiglie; significa autorizzare temporaneamente l'utilizzo dei farmaci innovativi, significa che i farmaci cosiddetti orfani dovrebbero essere erogati a cura del sistema sanitario nazionale con una gestione trasparente.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LUCIANA PEDOTO. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Siamo ancora senza legge: lo Stato in questa fase è incapace di sopperire alle esigenze dei cittadini. Certo, se questa legge fosse vigente sarebbero meno gravosi l'utilizzo dei farmaci ed il decorso delle terapie, se fosse previsto il fondo per la ricerca sarebbe meglio; se vi fosse questa legge probabilmente si potrebbero effettuare gli screening neonatali. In assenza di essa, approviamo almeno un ordine giorno che ci impegni in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Di Biagio).

PRESIDENTE. L'onorevole Evangelisti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/47.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, la situazione economico-finanziaria del nostro Paese è particolarmente preoccupante; è preoccupante anche la stessa situazione per quanto riguarda altre realtà europee: penso alla Grecia, penso alla Spagna, al Portogallo, all'Irlanda, che pure sembrava una realtà estremamente dinamica.
Tuttavia, se la crisi economica a livello globale incide particolarmente sui Paesi sviluppati, proviamo a pensare che cosa succede nei Paesi in via di sviluppo e in Pag. 7quelli del Terzo mondo: le conseguenze che essi patiscono sono di gran lunga superiori a quelle subite dalle società occidentali.
Da tempo, quindi, nei consessi internazionali si riflette su cosa sia possibile fare. Un primo passo nella direzione di un cambiamento era stato evocato già una quarantina di anni fa (era il 1972) dal Premio Nobel per l'economia James Tobin. La sua idea era basata sull'istituzione di un'imposta sulle transazioni valutarie, la cosiddetta «Tobin tax»: un'idea che ha colto crescenti consensi di gruppi, movimenti politici, Parlamenti; da ultimo, in uno dei vertici internazionali, persino la Cancelliera Angela Merkel ha fatto un riferimento analogo.
Si tratta insomma di immaginare una tassa sulle transazioni valutarie e finanziarie, che oltre a contribuire alla riduzione dell'instabilità dei mercati finanziari, potrebbe simbolicamente rappresentare un'inversione di tendenza rispetto alle scelte di regolamentazione dell'ultimo ventennio: uno strumento, quindi, al tempo stesso semplice ed utile per il perseguimento di molti obiettivi complessi, sia operativi che politici, quale ad esempio quello di contribuire a destinare risorse verso i Paesi in via di sviluppo. L'introduzione di un'imposta sulle transazioni finanziarie, finalizzata alle politiche di sostegno alla cooperazione allo sviluppo in collaborazione con le istituzioni internazionali, potrebbe dunque essere una delle possibili soluzioni della crisi.
Per questo abbiamo presentato insieme all'onorevole Leoluca Orlando l'ordine del giorno in esame, che impegna il Governo a sostenere con forza, in sede europea ed internazionale, la praticabilità di un'intesa sulla tassazione delle transazioni finanziarie; essa permetterebbe sia di raccogliere fondi sufficienti per la lotta alla povertà e all'ingiustizia, soprattutto nel sud del mondo, sia di finanziare politiche sociali nei Paesi del nord. Sappiamo, invece, che soprattutto il Ministro Tremonti, ma non soltanto lui, è stato tiepido nei consessi internazionali a sostegno di tale idea.
In questo impegno che proponiamo al Governo (spero che l'Aula tutta vorrà sostenerlo, votando a favore del nostro ordine del giorno) indichiamo anche di destinare, nelle more di un accordo unitario in tal senso - mi riferisco alla Tobin tax -, una significativa percentuale di tale tassazione per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio, che vede proprio il nostro Paese essere in grave ritardo rispetto alle scadenze prefissate: lo 0,51 per cento entro il 2010, già disatteso, e lo 0,7 per cento entro il 2015 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole De Biasi ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Amici n. 9/3778-A/102, di cui è cofirmataria.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, le deputate del Partito Democratico hanno presentato insieme questo ordine del giorno, che molto semplicemente chiede la finalizzazione dei 15 milioni che sono stati affidati al Ministero per le pari opportunità.
Chiediamo questo per un motivo di carattere istituzionale, in quanto davvero riteniamo un po' incredibile che di questo Ministero non si sappia assolutamente nulla e che l'informazione su quanto succede nel campo delle pari opportunità con questo Governo sia del tutto derubricata dal dibattito pubblico.
Il secondo elemento, che forse è il più importante e che ci ha portato a presentare tale ordine del giorno, è la condizione delle donne nel nostro Paese, che è assai preoccupante e sottoposta peraltro oramai ad un silenzio assordante, nell'opinione pubblica, nelle istituzioni e - mi dispiace doverlo dire - anche nella politica.
È una situazione evidente, il dato è recente: il 51 per cento delle donne italiane non ha un lavoro o rinuncia a chiederlo. Non ci rendiamo conto di cosa significhi una situazione del genere. In un momento di crisi, le donne ancora una volta saranno il soggetto che più di altri ne paga gli effetti.
Il 51 per cento di donne che resta a casa, per la prima volta dal dopoguerra ad Pag. 8oggi, significa molto semplicemente che il welfare di questo Paese cambierà completamente e in profondità, perché già oggi, se le donne decidessero di restare a casa un giorno e di non lavorare, il Paese si fermerebbe.
Inoltre, con il 51 per cento di donne che stanno a casa, ci sarà un'ottima occasione per chiuderle definitivamente in casa e togliere loro la libertà e l'autonomia del progetto di vita. Le donne infatti si troveranno a supplire, come succedeva anticamente, ad un welfare mancante, a servizi sociali che non esistono, ad una vita quotidiana pesante, di cui la società non si fa carico, alla maternità, che non è considerata un valore della nostra società.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Ho ancora cinque minuti, signor Presidente. Credo allora che vi sia un secondo punto: il 25 novembre è la giornata contro la violenza alle donne, ma nulla succede in questo Parlamento, nulla è stato annunciato da questo Governo, a fronte di un femminicidio quotidiano che avviene nel nostro Paese nel silenzio più totale.

PRESIDENTE. Onorevole De Biasi, deve concludere.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Ieri abbiamo parlato tanto di famiglia: se qualche volta aprissimo la porta a un soggetto che più di altri tiene in piedi la famiglia, ovvero le donne, faremmo un passo in avanti di civiltà, perché ricordiamoci - sto per concludere, signor Presidente - che la famiglia è una gran bella cosa, ma la famiglia certe volte diventa un inferno, come dimostra il 92 per cento di violenze, che si consuma in famiglia. Sarà bene che tutti ce lo ricordiamo: la condizione delle donne è la misura della civiltà di un Paese, ma evidentemente anche su questo il Governo latita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Codurelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/31.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, intervengo solo per illustrare l'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/3778-A/31. Vorrei infatti porre una sottolineatura e chiedere al Governo che venga letto. Questo ordine del giorno chiede di rispettare e dar seguito all'impegno assunto nella risoluzione unitaria, approvata nel luglio scorso, per un'infrastruttura di vitale importanza, quale la strada statale n. 38 della Valtellina. Parlando di economia e di collegamenti, crediamo che questa sia un'infrastruttura che non può assolutamente essere ignorata.
Ricordo brevemente che già nel dicembre 2001 il CIPE aveva approvato, ai sensi della legge n. 443 del 2001, gli interventi di accessibilità e successivamente, con deliberazione del 2 dicembre 2005, n. 151, il progetto definitivo per l'appalto integrato. Con successiva deliberazione del 29 marzo 2006, n. 75 il CIPE ha assegnato la copertura finanziaria residua di 140 milioni di euro alla strada statale n. 38. Sempre nel 2006 il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Lombardia e l'ANAS, tra gli altri, hanno sottoscritto un accordo con cui si dava la priorità a quest'opera. Il Governo precedente aveva impegnato ulteriori risorse. Chiediamo dunque, alla luce della risoluzione unitaria che il Governo si è impegnato a onorare, che le risorse già destinate all'infrastruttura in oggetto siano messe a disposizione. Ecco perché ho sottolineato l'importanza dell'ordine del giorno in oggetto e chiedo che venga approvato per dare seguito agli impegni assunti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Cambursano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/52.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, come pure è stato ricordato prima, ieri abbiamo dedicato lunga parte del nostro dibattito ad emendamenti che non sono stati accolti e che riguardavano la famiglia. Si trattava di una serie di proposte che andavano tutte nella direzione Pag. 9di sostenere positivamente i carichi familiari soprattutto per i redditi più bassi, attraverso detrazioni di imposte. Peccato, però, che la risposta del Governo sia stata negativa.
Con l'ordine del giorno in oggetto chiediamo al Governo di adottare, con un prossimo provvedimento che potrebbe già essere il milleproroghe, una serie di misure fiscali in favore della famiglia: aumento delle detrazioni per carichi familiari, un'imposta positiva per i capifamiglia incapienti, un alleggerimento del carico IRPEF sui redditi bassi e medi da lavoro dipendente e sulle pensioni.
Ciò perché, signor Presidente, è stato ampiamente dimostrato, sia dalla Banca d'Italia che dall'ISTAT, che il carico fiscale grava principalmente sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e che la pressione fiscale, ridistribuita su tutta la popolazione italiana, oggi è al 43 per cento, ma se la fotografassimo in modo da quantificare esattamente il carico fiscale per coloro che le imposte e le tasse le pagano, evidentemente andremmo ben oltre il 50 per cento. Abbiamo già verificato che, nel corso dell'esercizio 2009 (ma le cose non cambiano per l'esercizio 2010), l'incremento delle entrate dello Stato è stato determinato per lo più dalle imposte dirette. Sono invece diminuite quelle indirette, così come sono aumentati i contributi sociali, che sono cresciuti addirittura del 46,6 per cento. Chi paga questi contributi sociali? Per lo più coloro che tra virgolette sono obbligati a farlo, se vogliamo, ma che di fatto li pagano.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO. Il calo invece delle imposte indirette lo si deve principalmente al calo dell'IVA e, quindi, all'evasione fiscale. Ecco perché chiediamo, attraverso l'ordine del giorno in esame, che le entrate destinate a ridurre il carico fiscale per le famiglie vengano prelevate per lo più da coloro che non pagano le tasse e le imposte, perché il vero scandalo di questo Paese è l'evasione fiscale e, purtroppo, voi avete approvato norme che la agevolano (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. L'onorevole Ghizzoni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/107.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, in Italia ci sono istituzioni molto note che rappresentano la cultura e la storia del nostro Paese. Si tratta di istituzioni varie che si occupano di molti ambiti. Potrei ricordare Italia Nostra, il FAI, la Fondazione Rossini, la Fondazione Festival Pucciniano, il Museo storico della liberazione di via Tasso qui a Roma, la Fondazione Basso, l'Istituto Sturzo, l'Accademia nazionale di Santa Cecilia, l'Istituto storico italiano per il Medioevo, la Società italiana geografica.
Nei confronti di queste istituzioni, signor Presidente, si potrebbe dire che il Governo in carica (o almeno fino a quando lo sarà) si è accanito con metodo scientifico. Ci sono le prove, perché dall'inizio della legislatura, con le diverse finanziarie, i fondi destinati a queste istituzioni sono stati dimezzati sistematicamente. Ora siamo al capolinea, poiché con le risorse previste dalla legge di stabilità, che voi vi accingete ad approvare, queste istituzioni sono destinate certamente a contrarre la loro attività, a ridurla fortemente, se non addirittura a chiudere i battenti (come ad esempio ha annunciato il Museo di via Tasso). Ora, evidentemente, questo è l'obiettivo del Governo, cioè chiudere quei luoghi di ricerca e di studio, di approfondimento libero e autonomo, ritenuti evidentemente inutili zavorre oppure improduttivi. Credo che questa sia una politica assolutamente miope e irresponsabile, ma è altresì la manifestazione plastica di un Governo che non è in grado - perché non ne ha la volontà - di tutelare il patrimonio culturale, di promuovere la cultura, e in questo modo di incrementare il grado di civiltà e di progresso civile del nostro Paese.

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Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,55).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3778-A)

PRESIDENTE. L'onorevole Razzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/61.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, per quanto attiene alle risorse a sostegno delle comunità italiane all'estero che fanno capo, sotto il profilo contabile al Programma 4.8 «Italiani nel mondo e politiche migratorie» si registrano stanziamenti complessivi pari a 59.216 milioni di euro per l'anno 2011, con un decremento di 14 milioni rispetto alla legge di bilancio per il 2010. Viene confermata in tal modo la tendenza ad una forte contrazione degli stanziamenti proprio nel momento in cui l'italianità all'estero non andrebbe considerata una merce, né qualcosa da cui si può prescindere, e parimenti occorrerebbero interventi legislativi per salvaguardare la lingua e la cultura italiana nel mondo, ivi comprese l'informazione e la stampa italiana all'estero. La forte riduzione delle risorse destinate alle comunità italiane all'estero rappresenta certamente una scelta miope, in quanto potrebbe comportare il venir meno di un investimento per il futuro e, con uno sguardo in prospettiva, anche una perdita economica per l'Italia. Contestualmente non vengono, peraltro, eliminati gli sprechi ma si colpiscono i soggetti deboli, già provati dall'attuale crisi economica internazionale, come accade, per esempio, ai cittadini italiani residenti in Svizzera, per garantirsi il mantenimento dei corsi di lingua italiana. Contrariamente a quanto affermato in occasione della conversione in legge del decreto-legge n. 78 del 2010, laddove il Governo aveva assunto impegni in ordine anche ad un incremento a favore delle comunità degli italiani all'estero, non risulta ben chiara la ratio sottesa ai tagli apportati al mancato mantenimento degli impegni assunti. Si chiede, pertanto, l'impegno del Governo a sostenere convintamente le comunità degli italiani all'estero e le loro istanze, nonché a valorizzare il patrimonio umano, culturale ed economico che i nostri connazionali rappresentano all'estero, assicurando loro adeguati e costanti finanziamenti senza ulteriori tagli ai già ridimensionati fondi ad hoc.

PRESIDENTE. L'onorevole Tempestini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3778-A/35.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, intervengo rapidamente, considerati i tempi richiesti dall'Assemblea. Con questo ordine del giorno abbiamo riproposto, con qualche formalismo ma in termini politicamente molto chiari, la seguente questione: la continua, e con quest'ultima finanziaria quasi definitiva, espulsione dal panorama delle politiche del Governo italiano della politica della cooperazione allo sviluppo è tale che certamente non bastano a farvi fronte gli emendamenti, tanto meno gli ordini del giorno.
In questo caso, quindi, più che reclamare una qualche coerenza o invitare quest'Aula ad un certo voto, vogliamo manifestare l'espressione di dolore politico e morale nei confronti del comportamento con il quale noi, come Paese - perché alla fine rischiamo di esserne tutti responsabili -, abbiamo condannato migliaia di volontari impegnati nelle organizzazioni non governative in tutto il mondo alla morte del rapporto con la cooperazione italiana. Questo davvero è inaccettabile e lo vogliamo testimoniare con il presente ordine del giorno.

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PRESIDENTE. È così esaurita l'illustrazione degli ordini del giorno.
Chiedo un po' di silenzio da parte dei colleghi. Invito il rappresentante del Governo, il sottosegretario Luigi Casero, ad esprimere i pareri sugli ordini del giorno presentati. Scusate, onorevoli colleghi, credo sia interesse di tutti conoscere il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati, quanto meno interessa alla Presidenza, la quale deve poter ascoltare. Prego, onorevole Casero.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, per cercare di rispettare i tempi chiedo di svolgere prima una premessa metodologica, nel senso che molti ordini del giorno prevedono un intervento di spesa abbastanza consistente. Su tutti questi ordini del giorno vi è, comunque, un parere favorevole del Governo, nel contesto di una compatibilità complessiva del quadro di finanza pubblica, che rappresenta l'obiettivo che ci siamo prefissati con questa manovra.
Detto ciò, per quanto riguarda l'ordine del giorno Nicco n. 9/3778-A/37, il Governo lo accetta, a condizione che ne venga riformulato il dispositivo nel modo seguente: «ad interpretare il comma 132 nel senso di evitare la duplicazione nell'entità dei concorsi agli obiettivi di finanza pubblica da parte delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, che finanziano direttamente i bilanci dei propri comuni, provvedendo a quantificare in maniera corretta l'entità del concorso agli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2011-2013 dei comuni finanziati direttamente dai bilanci delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, nonché dallo Stato, sottraendo dai bilanci degli stessi comuni il finanziamento di provenienza provinciale o regionale».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Mazzuca n. 9/3778-A/1 e Garagnani n. 9/3778-A/2, mentre accetta l'ordine del giorno Scandroglio n. 9/3778-A/3, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta gli ordini del giorno Nastri n. 9/3778-A/4, Di Biagio n. 9/3778-A/5, Angeli n. 9/3778-A/6, Cazzola n. 9/3778-A/7, Zacchera n. 9/3778-A/8, Nizzi n. 9/3778-A/9, Barani n. 9/3778-A/10, Duilio n. 9/3778-A/11, Angela Napoli n. 9/3778-A/12.

PRESIDENTE. Scusi, sottosegretario Casero, chiedo ai colleghi la possibilità, almeno qui davanti, di stare in silenzio e di togliersi, grazie. Prego, onorevole Casero.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, Il Governo accetta gli ordini del giorno D'Anna n. 9/3778-A/13, Cesario n. 9/3778-A/14, Paglia n. 9/3778-A/15, Bucchino n. 9/3778-A/16, Rugghia n. 9/3778-A/17, Garavini n. 9/3778-A/18, Porta n. 9/3778-A/19, Madia n. 9/3778-A/20, Lenzi n. 9/3778-A/21. Il Governo accetta gli ordini del giorno Gnecchi n. 9/3778-A/22 e Damiano n. 9/3778-A/23, mentre accetta l'ordine del giorno Gatti n. 9/3778-A/24 purché sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bellanova n. 9/3778-A/25, mentre accetta l'ordine del giorno Schirru n. 9/3778-A/26, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta gli ordini del giorno Mattesini n. 9/3778-A/27, Bobba n. 9/3778-A/28, Tenaglia n. 9/3778-A/29, Rossa n. 9/3778-A/30, Codurelli n. 9/3778-A/31, Maran n. 9/3778-A/32, Narducci n. 9/3778-A/33, Barbi n. 9/3778-A/34, Tempestini n. 9/3778-A/35, Zampa n. 9/3778-A/36.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Nicco n. 9/3778-A/37, purché sia riformulato come specificato in precedenza. Il Governo accetta gli ordini del giorno Brugger n. 9/3778-A/38 e Caparini n. 9/3778-A/39. Pag. 12
Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3778-A/40, purché riformulato, sostituendo le parole: «a garantire» con le seguenti: «a valutare le modalità per garantire».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Paladini n. 9/3778-A/41, mentre accetta l'ordine del giorno Mura n. 9/3778-A/42, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di»; il Governo accetta gli ordini del giorno Rota n. 9/3778-A/43, Di Giuseppe n. 9/3778-A/44, Zazzera n. 9/3778-A/45, Di Pietro n. 9/3778-A/46. Il Governo accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/3778-A/47, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Piffari n. 9/3778-A/48, Palagiano n. 9/3778-A/49, Monai n. 9/3778-A/50; il Governo accetta l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/3778-A/51, purché il dispositivo sia riformulato, mantenendone invariata la prima parte: «a sostenere concretamente le categorie sociali più esposte alla crisi economica attraverso idonee ed efficaci politiche sociali» e sopprimendo le parole da «adottando» a «disagio abitativo». Il Governo accetta l'ordine del giorno Cambursano n. 9/3778-A/52, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di sopprimere, nel primo capoverso, le parole da: «recuperando le risorse necessarie» fino alla fine dell'ordine del giorno; il Governo accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/3778-A/53, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di sopprimere le parole da «ripristinando» a «Stato».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Porcino n. 9/3778-A/54; il Governo accetta gli ordini del giorno Favia n. 9/3778-A/55 e Palomba n. 9/3778-A/56.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Barbato n. 9/3778-A/57, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di»; il Governo accetta l'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/3778-A/58, mentre accetta gli ordini del giorno Messina n. 9/3778-A/59 e Donadi n. 9/3778-A/60, purché i dispositivi siano riformulati, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Razzi n. 9/3778-A/61; Leoluca Orlando n. 9/3778-A/62; Mario Pepe (PdL) n. 9/3778-A/63; Marinello n. 9/3778-A/64; Osvaldo Napoli n. 9/3778-A/65; Zeller n. 9/3778-A/66; De Poli n. 9/3778-A/67; Galletti n. 9/3778-A/68.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/3778-A/69, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di»; il Governo accetta l'ordine del giorno Pezzotta n. 9/3778-A/70; Nunzio Francesco Testa n. 9/3778-A/71; Ria n. 9/3778-A/72; Mondello n. 9/3778-A/73; Ricardo Antonio Merlo n. 9/3778-A/74; Compagnon n. 9/3778-A/75; Mantini n. 9/3778-A/76; Anna Teresa Formisano n. 9/3778-A/77; Cera n. 9/3778-A/78; Naro n. 9/3778-A/79; Ciccanti n. 9/3778-A/80; Binetti n. 9/3778-A/81; il Governo accetta l'ordine del giorno Delfino n. 9/3778-A/82 purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Ruggeri n. 9/3778-A/83; Occhiuto n. 9/3778-A/84; Poli n. 9/3778-A/85; Rao n. 9/3778-A/86; Libè n. 9/3778-A/87; Tassone n. 9/3778-A/88; Mereu n. 9/3778-A/89; Bitonci n. 9/3778-A/90; Comaroli n. 9/3778-A/91; Fugatti n. 9/3778-A/92; il Governo accetta l'ordine del giorno Forcolin n. 9/3778-A/93, purché il dispositivo sia riformulato inserendo l'espressione «in un quadro di compatibilità comunitaria». Il Governo accetta l'ordine del giorno Montagnoli n. 9/3778-A/94; Polledri n. 9/3778-A/95; Bragantini n. 9/3778-A/96; Goisis n. 9/3778-A/97; Fedriga n. 9/3778-A/98; Follegot n. 9/3778-A/99.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Gidoni n. 9/3778-A/100, Lanzarin n. 9/3778-A/101, Amici n. 9/3778-A/102 e Sereni Pag. 13n. 9/3778-A/103. Il Governo accetta l'ordine del giorno Rivolta n. 9/3778-A/104, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Lolli n. 9/3778-A/105, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di» e di sostituire le parole: «al 1o gennaio 2012» con le seguenti: «al 30 giugno 2011». Il Governo accetta gli ordini del giorno Argentin n. 9/3778-A/106 e Ghizzoni n. 9/3778-A/107. Il Governo accetta l'ordine del giorno Siragusa n. 9/3778-A/108, purché il dispositivo sia riformulato nel senso di impegnare il Governo: «ad individuare, in sede di approvazione del suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, le opportune risorse finanziarie da destinare ai lavoratori socialmente utili, Co.Co.Co ed ex LSU in cooperativa».
Il Governo accetta gli ordini del giorno De Biasi n. 9/3778-A/109 e De Pasquale n. 9/3778-A/110, mentre accetta l'ordine del giorno Bocci n. 9/3778-A/111, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta, altresì, l'ordine del giorno Viola n. 9/3778-A/112, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Morassut n. 9/3778-A/113. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mariani n. 9/3778-A/114 purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Braga n. 9/3778-A/115.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Margiotta n. 9/3778-A/116, purché il dispositivo sia riformulato, sopprimendo, nel secondo capoverso, le parole: «i gravissimi».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Meta n. 9/3778-A/117 e Lovelli n. 9/3778-A/118.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Trappolino n. 9/3778-A/119, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta gli ordini del giorno Zucchi n. 9/3778-A/120, Fiorio n. 9/3778-A/121, Servodio n. 9/3778-A/122, Brandolini n. 9/3778-A/123, Agostini n. 9/3778-A/124, Cenni n. 9/3778-A/125 e Marco Carra n. 9/3778-A/126. Il Governo accetta l'ordine del giorno Murer n. 9/3778-A/127, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Miotto n. 9/3778-A/128, mentre non accetta l'ordine del giorno Sarubbi n. 9/3778-A/129. Il Governo accetta l'ordine del giorno Bossa n. 9/3778-A/130, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Livia Turco n. 9/3778-A/131, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta l'ordine del giorno Sbrollini n. 9/3778-A/132. Il Governo accetta l'ordine del giorno Grassi n. 9/3778-A/133, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta gli ordini del giorno Farina Coscioni n. 9/3778-A/134, nel testo corretto e Pedoto n. 9/3778-A/135. Il Governo accetta l'ordine del giorno D'Incecco n. 9/3778-A/136, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta gli ordini del giorno Burtone n. 9/3778-A/137, Quartiani n. 9/3778-A/138, Di Virgilio n. 9/3778-A/139 e Fucci n. 9/3778-A/140. Pag. 14
Il Governo accetta l'ordine del giorno Bordo n. 9/3778-A/141, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta gli ordini del giorno Iannuzzi n. 9/3778-A/142, Losacco n. 9/3778-A/143, Laganà Fortugno n. 9/3778-A/144 e Buonanno n. 9/3778-A/145.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Beltrandi n. 9/3778-A/146, purché il dispositivo sia riformulato, nel senso di aggiungere dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a valutare l'opportunità di». Il Governo accetta gli ordini del giorno Scanderebech n. 9/3778-A/147, Realacci n. 9/3778-A/148, Patarino n. 9/3778-A/149 e Lo Presti n. 9/3778-A/150.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sperando di riuscirci, per cercare di rendere più scorrevole e comprensibile il nostro lavoro, saremmo orientati - ovviamente salva la libertà di ciascun deputato - ad accettare le considerazioni riguardanti il riferimento alle compatibilità di finanza pubblica. Quindi, quegli ordini del giorno, per quanto ci riguarda, li consideriamo accolti e non insisteremo per la votazione. La pregherei invece di verificare direttamente, quando vi è la proposta di riformulazione nel senso di aggiungere le parole: «a valutare l'opportunità di», semplicemente se si accetta o meno la riformulazione; ove la riformulazione non venga accettata oppure ove vi sia parere contrario da parte del Governo, vi sarà l'intervento e la richiesta di voto.

PRESIDENTE. La ringrazio, perché ovviamente aiuta i lavori dell'Assemblea anche a mantenere gli orari. Ricordo che alle 10,30 avevamo previsto l'inizio delle dichiarazione di voto.
Se ho ben capito, a questo punto, prendo atto che i presentatori dei rispettivi ordini del giorno accettano le riformulazioni proposte dal Governo.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, credo che, di solito, i gruppi, rispetto ad una proposta così com'è stata formulata dal collega, debbano valutare se condividerla, oppure no. Non si può parlare a nome di tutti: per quanto ci riguarda, condividiamo tale proposta, tuttavia, è bene dirlo.

PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Cambursano, mi sembra un'osservazione corretta e anche simpatica e garbata verso la Presidenza.
Prendo, dunque, atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mazzuca n. 9/3778-A/1 e Garagnani n. 9/3778-A/2, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scandroglio n. 9/3778-A/3, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Nastri n. 9/3778-A/4, Di Biagio n. 9/3778-A/5, Angeli n. 9/3778-A/6, Cazzola n. 9/3778-A/7, Zacchera n. 9/3778-A/8, Nizzi n. 9/3778-A/9, Barani n. 9/3778-A/10, Duilio n. 9/3778-A/11, Angela Napoli n. 9/3778-A/12, D'Anna n. 9/3778-A/13, Cesario n. 9/3778-A/14, Paglia n. 9/3778-A/15, Bucchino n. 9/3778-A/16, Rugghia n. 9/3778-A/17, Garavini n. 9/3778-A/18, Porta n. 9/3778-A/19, Madia n. 9/3778-A/20, Lenzi n. 9/3778-A/21, Gnecchi n. 9/3778-A/22 e Damiano n. 9/3778-A/23, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gatti n. 9/3778-A/24, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bellanova n. 9/3778-A/25, accettato dal Governo. Pag. 15
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Schirru n. 9/3778-A/26, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mattesini n. 9/3778-A/27, accettato dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno Bobba n. 9/3778-A/28, accettato dal Governo.

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare l'importanza di questo ordine del giorno, sperando che il Governo ripristini al più presto gli stanziamenti.
Vi sono, infatti, diverse istituzioni scientifiche e di ricerca nel settore della sanità e dell'assistenza, che meritano maggiore attenzione. Vorrei citare, in particolare, il caso del Centro di ricerca oncologica (CRO) di Aviano, presieduto, tra l'altro, da un già parlamentare, l'onorevole Agrusti, a titolo gratuito, che è sottoposto ad una riduzione pesante in ordine all'intervento di risorse, proprio a causa del calo degli stanziamenti. Quindi, ci auguriamo che il Governo tenga fede a questo impegno.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, l'ordine del giorno in oggetto tocca un tema importante, cioè quello del 5 per mille.
Con il disegno di legge di stabilità in esame, il Governo ha previsto che una parte delle risorse verranno destinate al 5 per mille, in un quadro di compatibilità delle risorse stesse. L'impegno è quello di integrare tali risorse a favore di uno strumento che consideriamo utile e fondamentale per lo sviluppo del Paese e per il convivere sociale.

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, vorrei chiedere di sottoscrivere, insieme al collega Antonione, l'ordine del giorno Nicco n. 9/3778-A/37.

PRESIDENTE. Colleghi, direi che le richieste di sottoscrizione relative anche ai successivi ordini del giorno si intendono accolte.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Bobba n. 9/3778-A/28, richiamato dal collega Strizzolo.

PRESIDENTE. Colleghi, lo ripeto: le richieste di sottoscrizione relative anche ai successivi ordini del giorno si intendono accolte. Pertanto, potete recarvi presso gli uffici competenti.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Bobba n. 9/3778-A/28, Tenaglia n. 9/3778-A/29, Rossa n. 9/3778-A/30, Codurelli n. 9/3778-A/31, Maran n. 9/3778-A/32, Narducci n. 9/3778-A/33, Barbi n. 9/3778-A/34, Tempestini n. 9/3778-A/35, Zampa n. 9/3778-A/36, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Nicco n. 9/3778-A/37, accettato dal Governo, purché riformulato.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che accogliamo la riformulazione e ringraziamo il sottosegretario Casero per la positiva conclusione della lunga trattativa.

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PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Brugger n. 9/3778-A/38 e Caparini n. 9/3778-A/39, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3778-A/40, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che l'onorevole Paladini non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3778-A/41, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Mura accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3778-A/42, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Rota n. 9/3778-A/43, Di Giuseppe n. 9/3778-A/44, Zazzera n. 9/3778-A/45 e Di Pietro n. 9/3778-A/46, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/3778-A/47, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Piffari n. 9/3778-A/48, Palagiano n. 9/3778-A/49 e Monai n. 9/3778-A/50, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Scilipoti n. 9/3778-A/51, Cambursano n. 9/3778-A/52 e Borghesi n. 9/3778-A/53, accettati dal Governo, purché riformulati.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Porcino n. 9/3778-A/54, non accettato dal Governo.

RENATO CAMBURSANO. Sì, signor Presidente, insistiamo per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, una breve dichiarazione di voto. Intanto, annuncio anche che per l'ordine del giorno n. 9/3778-A/57 a prima firma Barbato che il sottoscrittore non conviene sulla riformulazione, ma lo dirà poi lui. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Porcino n. 9/3778-A/54, io davvero invito il sottosegretario Casero a spiegare il perché della riformulazione legata all'inserimento della classica espressione «a valutare l'opportunità di». A valutare che cosa? «Le disposizioni varate durante il Governo Prodi»? Vogliamo togliere «il Governo Prodi»? Vi dà fastidio? Allora togliamolo! «In materia di credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo», così come «valutare l'opportunità... volta a riavviare gli interventi di liberalizzazione dei mercati». Ce lo chiedono gli imprenditori, ce lo chiede l'Unione industriali, e ce lo chiede l'Unione europea, e le ci dice di no. Sentiamo i voti. Insisto per la votazione.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, ho sbagliato nella lettura veloce della riformulazione. Il Governo accetta l'ordine del giorno Porcino n. 9/3778-A/54 se riformulato come di seguito: al primo capoverso togliamo «varate durante il Governo Prodi» e mettiamo «continuare» al posto di «riavviare».

PRESIDENTE. Onorevole Cambursano, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno Porcino n. 9/3778-A/54, accettato dal Governo, purché riformulato?

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, accetto la riformulazione. Come volevasi dimostrare, dà proprio fastidio il nome Romano Prodi. Complimenti.

Pag. 17

PRESIDENTE. Va bene, mi sembra un'osservazione puntuale. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Favia n. 9/3778-A/55 e Palomba n. 9/3778-A/56, accettati dal Governo.
Onorevole Barbato, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3778-A/57, non accettato dal Governo?

FRANCESCO BARBATO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, signori deputati sui giochi l'Italia dei valori intende incalzare questa maggioranza, soprattutto per avviare un'inversione di tendenza. Ieri si è previsto di dare 100 milioni per la SLA, togliendoli dalle disponibilità per l'attenzione ad altre questioni di interesse sociale; ora su questa maxioperazione truffaldina ed oscura dei giochi, attraverso cui lo Stato dovrebbe guadagnare 98 miliardi di euro, fate orecchie da mercante. È qui che bisognava mettere le mani e prendere i soldi veri: sui giochi, sui concessionari di giochi, su queste attività immorali e antisociali, che hanno arrecato un grosso danno al nostro Stato (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, ho cinque minuti.

PRESIDENTE. No, onorevole Barbato. Ha un minuto, perché c'è un accordo intercorso tra i gruppi.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, lasci stare l'accordo.

PRESIDENTE. No. Allora lei può intervenire a titolo personale e ha un minuto a sua disposizione. Come la gira la gira ha sempre un minuto per intervenire. Quindi lei chiede la votazione del suo ordine del giorno, è corretto?

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, la chiedo per una motivazione molto semplice. Al di là del danno allo Stato derivante dal fenomeno in questione sono le implicazioni sociali dello stesso che stanno arrecando problemi a questo Paese; infatti, i ludopatici conclamati in Italia sono già 100 mila, si stanno facendo danni ai giovani minori di ventuno anni, alle donne che hanno triplicato «le quote rosa» concernenti i giochi on line. Insomma, questo è il vero tumore che state ampliando in questo Paese e su cui l'Italia dei valori non ve la manderà buona. Dobbiamo evitare danni al Paese ed alla società.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbato n. 9/3778-A/57, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Baldelli, Ruben, Albonetti, Sposetti, Ravetto, Vannucci, ancora l'onorevole Baldelli, Vassallo, Granata, Cosentino, Lussana.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 500
Astenuti 8
Maggioranza 251
Hanno votato
237
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Portas ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 18
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/3778-A/58, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Messina n. 9/3778-A/59 e Donadi n. 9/3778-A/60, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Razzi n. 9/3778-A/61, Leoluca Orlando n. 9/3778-A/62, Mario Pepe (PdL) n. 9/3778-A/63, Marinello n. 9/3778-A/64, Osvaldo Napoli n. 9/3778-A/65, Zeller n. 9/3778-A/66, De Poli n. 9/3778-A/67 e Galletti n. 9/3778-A/68, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/3778-A/69, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Pezzotta n. 9/3778-A/70, Nunzio Francesco Testa n. 9/3778-A/71, Ria n. 9/3778-A/72, Mondello n. 9/3778-A/73, Ricardo Antonio Merlo n. 9/3778-A/74, Compagnon n. 9/3778-A/75, Mantini n. 9/3778-A/76, Anna Teresa Formisano n. 9/3778-A/77, Cera n. 9/3778-A/78, Naro n. 9/3778-A/79, Ciccanti n. 9/3778-A/80 e Binetti n. 9/3778-A/81, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Delfino n. 9/3778-A/82, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Ruggeri n. 9/3778-A/83, Occhiuto n. 9/3778-A/84, Poli n. 9/3778-A/85, Rao n. 9/3778-A/86, Libè n. 9/3778-A/87, Tassone n. 9/3778-A/88, Mereu n. 9/3778-A/89, Bitonci n. 9/3778-A/90, Comaroli n. 9/3778-A/91 e Fugatti n. 9/3778-A/92, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Forcolin n. 9/3778-A/93, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Montagnoli n. 9/3778-A/94, Polledri n. 9/3778-A/95, Bragantini n. 9/3778-A/96, Goisis n. 9/3778-A/97, Fedriga n. 9/3778-A/98, Follegot n. 9/3778-A/99, Gidoni n. 9/3778-A/100, Lanzarin n. 9/3778-A/101, Amici n. 9/3778-A/102 e Sereni n. 9/3778-A/103.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rivolta n. 9/3778-A/104, accettato dal Governo, purché riformulato.

MARCELLO DE ANGELIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per trenta secondi, dopodiché daremo la parola all'onorevole Lolli. Prego, onorevole De Angelis.

MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, intervengo brevemente anche a nome degli altri colleghi abruzzesi del Popolo della Libertà.
Ovviamente, in linea di principio, siamo assolutamente d'accordo con quanto enunciato in questo ordine del giorno, ma si tratta di materia estremamente importante ed è una cosa che vorrei dire anche al sottosegretario Casero. Di conseguenza, occorre effettivamente sottolinearne l'importanza, poiché si tratta di un intervento non solo atteso dagli aquilani, ma che effettivamente ha un grande significato politico.
Noi apporremo senz'altro la nostra firma a questo ordine del giorno, chiedendo tuttavia un'ulteriore riformulazione, signor sottosegretario Casero, e in tal senso mi rivolgo anche all'onorevole Lolli. Occorre affrontare la questione con un certo senso di responsabilità: nelle premesse si lascia intendere che alcune cose sono state ottenute fino ad ora, o possono essere ottenute dal Governo, attraverso l'agitazione di piazza.

Pag. 19

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARCELLO DE ANGELIS. Questa è una cosa che assolutamente il Governo non può consentire, anche perché non è assolutamente vera. In secondo luogo, poiché in questo caso si tratta di dare delle speranze molto, molto serie ai cittadini dell'Abruzzo, anche nella risposta, nell'accettazione del Governo, vorremmo avere una puntualizzazione: non si tratta, infatti, semplicemente di dire che l'ordine del giorno viene accettato o non accettato, come nel caso di tanti altri...

PRESIDENTE. Onorevole De Angelis, la invito a concludere.

MARCELLO DE ANGELIS. ...ma vorremmo capire effettivamente se il Governo ha contezza della situazione e la sua accettazione può essere consequenziale. Infatti, se sentiamo dire ai cittadini aquilani che veramente concederemo questa proroga, noi che siamo nella maggioranza non possiamo semplicemente enunciare le cose e poi tradire le speranze dei nostri elettori.

PRESIDENTE. Prima di ascoltare il Governo, aspettiamo di ascoltare il presentatore dell'ordine del giorno, perché l'accoglimento della riformulazione eventualmente spetta a lui, non a chi interviene.
Chiedo, dunque, ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Lolli n. 9/3778-A/105, accettato dal Governo, purché riformulato.

GIOVANNI LOLLI. Sì, signor Presidente, a me la riformulazione proposta dal Governo va bene.

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha qualcosa da aggiungere ?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo propone di accettare solo il dispositivo, ossia la parte relativa all'impegno...

PRESIDENTE. Dunque, cambia il parere?

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi limito a sottolineare che stiamo parlando di un argomento abbastanza delicato. Occorre un po' di serietà parlamentare: il Governo esprime un parere su un ordine del giorno che prevede una riformulazione, il presentatore la accetta, poi si alza un deputato della maggioranza perché non gli piace una parola e il Governo cambia il parere? Non siamo mica al circo, signor Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Per consuetudine discutiamo solo il dispositivo, cioè l'impegno. L'intervento è stato sulla premessa. Il Governo sulla parte del dispositivo mantiene il parere espresso, mentre della premessa non abbiamo mai discusso, né l'abbiamo contestata e non l'abbiamo neanche valutata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Stanislao. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, volevo ricordare che noi abbiamo preso l'impegno di ritirare gli emendamenti a fronte dell'impegno di una assunzione di responsabilità del Governo che fa capo ad una mozione votata all'unanimità dal Parlamento che richiedeva questi impegni che voi avete preso solennemente. Non potete tornare indietro su questo punto. Dovete accettare, così come si è fatto, questa riformulazione, come si è detto. Io sono cofirmatario dell'ordine del giorno e non è serio l'atteggiamento che voi state prendendo. Non è un atteggiamento Pag. 20serio. La responsabilità impone di essere conseguenti rispetto a quella mozione e alle cose che ci siamo detti ieri in Aula insieme al collega Lolli. Questa è serietà e responsabilità di Governo. Non si cambia secondo le opportunità e gli interventi di alcuni colleghi che non si rendono conto dei fatti che sono avvenuti all'Aquila e che sono sotto gli occhi di tutti. Quelli sono fatti, non è la premessa. Sono fatti inoppugnabili.

PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo abbia ribadito che il dispositivo è con la formula «impegna» senza nessuna modifica e, quindi non con «a valutare», ma con «impegna» ...

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, è con la formulazione «a valutare».

PRESIDENTE. Quindi con la formula «a valutare», prima delle parole «a concretizzare, nel primo provvedimento (...)» del dispositivo mentre per quanto riguarda la premessa dove ci sono valutazioni ovviamente dei presentatori il Governo ritiene di essere contrario.

ROBERTO GIACHETTI. Mi può spiegare?

PRESIDENTE. Allora la riformulazione del Governo è: togliere la premessa e accogliere l'impegno.
Se il presentatore decide che non gli va bene questa riformulazione può chiedere che sia messo ai voti (Commenti). Ho capito che era la premessa ma deve essere il presentatore a ritenere che la sua premessa sia parte accessoria o parte integrante. Lo deve decidere il presentatore.

GIOVANNI LOLLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LOLLI. Signor Presidente, di cosa stiamo parlando qui? Stiamo parlando del fatto che e leggo testualmente: «nel mese di luglio 2010 dopo due consistenti manifestazione di cittadini»... Queste due consistenti manifestazioni di cittadini sono state due manifestazioni condotte dalla provincia dell'Aquila di centrodestra e dal comune dell'Aquila di centrosinistra. Sono state due manifestazioni unitarie, da parte di tutti.

PRESIDENTE. Alla Presidenza sono chiare le sue argomentazioni e sono chiare anche le argomentazioni del Governo. Si tratta di decidere se lei accetta la riformulazione oppure, ritenendo fondamentali le sue premesse, chiede di votare integralmente il suo ordine del giorno.

GIOVANNI LOLLI. Accetto la riformulazione del Governo sulla parte del dispositivo. Per il resto va bene come avevo scritto io.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Va bene ho fatto io la proposta, quindi va bene.

PRESIDENTE. Quindi il Governo riconferma il giudizio iniziale, come detto dall'onorevole Lolli.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Argentin n.9/3778-A/106, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ghizzoni n.9/3778-A/107, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Siragusa n. 9/3778-A/108, accettato dal Governo, purché riformulato.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, chiedo scusa a lei e ai colleghi però io probabilmente pur essendo stata attenta non ho ben compreso la riformulazione che mi sembra non essere usuale valutare l'opportunità di, ma se posso chiedere al sottosegretario una conferma mi sembra di capire che si voglia togliere la parola «stabilizzazione».

Pag. 21

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì è giusto. il Governo propone di togliere la parola «stabilizzazione» e risolvere il problema con «destinando questi fondi».

PRESIDENTE. Onorevole Siracusa, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3778/108?

ALESSANDRA SIRAGUSA. Non posso accettare la riformulazione e chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
In questo capitolo, in questa voce: «interventi di carattere sociale», è stato già affermato dal Governo in sede pubblica e anche alla stampa che ci sarebbero i soldi per i lavoratori socialmente utili della scuola e quindi, posto anche il fatto che questo problema è stato già sollevato...

PRESIDENTE. Mi scusi, proviamo a sentire il Governo nuovamente. È ovvio che sono tanti gli ordini del giorno e mi sembra anche puntuale la sua osservazione.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Mi sembra di capire che la riformulazione del testo originale con «a valutare l'opportunità di» viene accettata. Pertanto, va bene questa riformulazione.

PRESIDENTE. Pertanto, nel testo, rimane la parola «stabilizzazione» ma viene inserita la locuzione «a valutare l'opportunità di». Prendo atto che tale riformulazione viene accettata dai presentatori che pertanto non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno De Biasi n. 9/3778-A/109 e De Pasquale n. 9/3778-A/110 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bocci n. 9/3778-A/111 e Viola n. 9/3778-A/112 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Morassut n. 9/3778-A/113, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/3778-A/114, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/3778-A/115, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Margiotta n. 9/3778-A/116, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Meta n. 9/3778-A/117 e Lovelli n. 9/3778-A/118 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Trappolino n. 9/3778-A/119, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Zucchi n. 9/3778-A/120, Fiorio n. 9/3778-A/121, Servodio n. 9/3778-A/122, Brandolini n. 9/3778-A/123, Agostini n. 9/3778-A/124, Cenni n. 9/3778-A/125 e Marco Carra n. 9/3778-A/126 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Murer n. 9/3778-A/127, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Miotto n. 9/3778-A/128, accettato dal Governo.
Onorevole Sarubbi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3778-A/129, non accettato dal Governo?

Pag. 22

ANDREA SARUBBI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, ringrazio il Governo del privilegio di essere uno dei pochi rispetto ai quali è stato espresso parere contrario sul proprio ordine del giorno. Signor sottosegretario la prego di ascoltare perché volevo fare un breve resoconto di quello che è accaduto in questa settimana. Prima in Commissione affari sociali - signor Presidente, mi rivolgo a lei affinché anche il sottosegretario...

PRESIDENTE. La invito alla sintesi, onorevole Sarubbi. La piccola storia rischia di essere lunga. Prego, vada avanti.

ANDREA SARUBBI. Partiamo dalla settimana scorsa: in Commissione affari sociali, in un emendamento proposto dal Partito Democratico chiediamo di non diminuire i fondi destinati al servizio civile e di garantire 60 milioni di euro.
Segue una votazione all'unanimità, con la quale il nostro emendamento viene approvato. Poi purtroppo al quarto piano, alla Commissione affari sociali si «perde» qualcosa, si arriva alla Commissione bilancio e la maggioranza cambia parere. Quindi, al nostro emendamento viene dato parere contrario. Si arriva in Aula: ieri il nostro emendamento è stato bocciato. Ci siamo ridotti oggi a un ordine del giorno su un tema sul quale in Commissione affari sociali, sia i deputati di opposizione che quelli di maggioranza sono d'accordo.
Chiediamo due cose allora al Governo con questo ordine del giorno. La prima è quella di non sottrarre fondi al servizio civile perché siamo già oltre il fondo del barile, c'è un buco nel fondo del barile. La seconda cosa è di rivedere il progetto della mini-naia perché per i ragazzi che volessero sperimentare per un periodo limitato cosa significa servire lo Stato da militare, esiste già la possibilità della ferma breve di un anno. Siccome la mini-naia costa 20 milioni di euro, ma con tre settimane nella vita al massimo si fa un reality show, almeno si trovi la pubblicità per pagare i reality show e non li si paghi con la le tasse dei contribuenti.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sarubbi, anche per la sintesi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sarubbi n. 9/3778-A/129, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Mondello, Saltamartini, Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 517
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato
242
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Portas hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Bossa n. 9/3778-A/130 e Livia Turco n. 9/3778-A/131 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sbrollini n. 9/3778-A/132, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grassi n. 9/3778-A/133, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi Pag. 23ordini del giorno Farina Coscioni n. 9/3778-A/134, nel testo corretto, e Pedoto n. 9/3778-A/135, accettati dal Governo.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno D'Incecco n. 9/3778-A/136, accettato dal Governo, purché riformulato.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, signor sottosegretario la ringrazio per aver accettato, se riformulato, il mio ordine del giorno, ma la prego di riflettere sulla formulazione a « valutare l'opportunità di», in fondo non è stato chiesto altro che adottare una politica di sostegno dei redditi più bassi non solo attraverso incentivi economici ma implementando le politiche socio-sanitarie attraverso una maggiore e più efficace integrazione. E come se lei volesse mettersi tranquillo e togliersi da ogni responsabilità come fa qualche medico quando scrive un certificato e dice « il paziente riferisce...».

PRESIDENTE. Sottosegretario Casero?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Va bene, l'ordine del giorno D'Incecco n. 9/3778-A/136 è accettato.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Burtone n. 9/3778-A/137, Quartiani n. 9/3778-A/138, Di Virgilio n. 9/3778-A/139 e Fucci n. 9/3778-A/140, non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bordo n. 9/3778-A/141, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Iannuzzi n. 9/3778-A/142, Losacco n. 9/3778-A/143, Laganà Fortugno n. 9/3778-A/144, Buonanno n. 9/3778-A/145 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Beltrandi n. 9/3778-A/146, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Scanderebech n. 9/3778-A/147, Realacci n. 9/3778-A/148, Patarino n. 9/3778-A/149 e Lo Presti n. 9/3778-A/150 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3778-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller al quale ricordo che ha a disposizione due minuti. Ne ha facoltà. Ricordo che il voto finale avverrà intorno alle 11,30 come stabilito.

KARL ZELLER. Signor Presidente, come rappresentanti delle autonomie speciali abbiamo posto due questioni fondamentali volte ad impedire una grave lesione al nostro statuto di autonomia ed in particolare, per Trento e Bolzano, l'Accordo di Milano in merito al Patto di stabilità.
Con la correzione delle tabelle effettuata già in sede di Commissione Bilancio abbiamo risolto questo primo aspetto. Abbiamo trovato anche una soluzione per la questione della duplicazione della contribuzione degli enti locali, in quanto le regioni a statuto speciale hanno competenza esclusiva in materia di finanza locale.
Con la riformulazione del nostro ordine del giorno Zeller n. 9/3778-A/66, accolto dal Governo, si è ottenuta un'intesa che riteniamo accettabile.
Altra questione fondamentale era la proroga al 2011 della detrazione fiscale del 55 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica, anche in questo caso abbiamo trovato una soluzione soddisfacente. Pag. 24
La manovra finanziaria ha una sua premessa nella stabilità dei conti pubblici ed è un obiettivo da noi condiviso. A nostro parere manca invece una politica che affronti la crisi di crescita dell'economia e la crisi sociale, in particolare una politica a favore delle famiglie, dove l'Italia purtroppo è classificata agli ultimi posti in Europa.
I deputati della Südtiroler Volkspartei esprimeranno pertanto un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, la sollecitazione e il monito del Capo dello Stato di approvare senza intoppi la legge di stabilità e quella di bilancio e alcuni buoni risultati anche ottenuti in Parlamento consigliano a noi del Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud di esprimere un voto non negativo, nonostante le criticità che vogliamo comunque segnalare.
Queste criticità comporteranno in un prossimo futuro necessariamente altri interventi, anche di rilievo, sia nella dimensione della manovra che nella sua composizione. In essa infatti non vi sono misure di carattere strutturale per poter risanare i conti pubblici.
Questa legge di stabilità non contiene indicazioni sulla strategia che tenda al recupero di competitività nello scenario internazionale.
Essa risponde soprattutto a una logica emergenziale, dettata dalla necessità di rispondere alla crisi che ha investito i debiti degli Stati periferici dell'Unione Europea.
Per fortuna il lavoro in Commissione Bilancio ha portato alcuni risultati positivi, avendo indotto anche il Ministro dell'economia e delle finanze a proporre il maxiemendamento sullo sviluppo, dopo il voto negativo del Governo sull'emendamento a firma di esponenti della componente politica Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud e dell'UdC, prevedendo un miliardo per gli ammortizzatori sociali, risorse per l'autotrasporto, risorse ai comuni per compensare l'ICI, un miliardo per l'università, 100 milioni per l'editoria, 45 milioni per le televisioni e riduzione dei tagli alle politiche sociali.
Sono successi del Parlamento, in particolare dei gruppi parlamentari che si uniscono al Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud e a Futuro e Libertà per l'Italia, che con il loro voto possono indurre il Governo a rivedere alcune posizioni inizialmente - secondo noi - errate.
Tutto questo giustifica il nostro sostegno alla legge di stabilità, ma non ci esime dal far notare che nonostante le buone intenzioni del Governo, l'insieme della manovra estiva e della legge che stiamo per approvare, non ottengono l'obiettivo di coniugare il rigore e la ripresa economica. Certo il rigore c'è, eccome, per i tagli che sono stati fatti, anche lineari.
Comunque, riteniamo che, approvata questa manovra, dovendo poi rimetterci le mani, si possa anche attraverso un piano per il sud coniugare il rigore con lo sviluppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà, per tre minuti.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole della componente politica Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, i Popolari di Italia Domani. Il disegno di legge di stabilità per il 2011 poggia sostanzialmente su quattro pilastri: il primo, mettere in sicurezza i costi pubblici rispetto alle pressioni speculative e agli effetti della crisi economica; il secondo, salvaguardare le funzioni fondamentali dello Stato sociale; il terzo, orientare lo sviluppo dell'economia nazionale; il quarto, non aumentare la spesa pubblica. Eppure, in una situazione di grave crisi economica internazionale, di cui anche in queste ore abbiamo notizie, a testimonianza delle difficoltà in cui si stanno muovendo molti Paesi europei, da Pag. 25parte del Governo si è fatto uno sforzo economico teso al rilancio più generale dell'economia e di settori fondamentali, come quello dell'istruzione, dell'università, della ricerca, dell'industria e dell'agricoltura.
In definitiva, siamo di fronte ad una manovra che affronta con le risorse disponibili molti fenomeni economici e sociali rispetto alle crisi finanziaria in atto, non aumentando la spesa pubblica, ed è questo un obiettivo fondamentale in questa fase così difficile e complessa. Sono state previste misure di sostegno alla crescita economica e di tutela delle categorie maggiormente esposte alla crisi in atto, oltre a norme concernenti la finanza pubblica. Vorrei soffermarmi su alcune questioni di fondo, dal mio punto di vista. Finalmente, relativamente ai fondi FAS si è fatta molta chiarezza, perché rimane ferma la ripartizione dell'85 per cento delle risorse per le regioni del Mezzogiorno e del restante 15 per cento per le regioni del nord.
Con questo provvedimento finalmente si torna all'utilizzo previsto per tali fondi, che sostanzialmente debbono rideterminare un riequilibrio in termini di sviluppo tra le aree del nord e quelle del sud. È stato fatto qualcosa, ma occorre fare di più per la scuola e l'università, che sono in grande sofferenza. La possibilità di richiamare molti docenti all'insegnamento nel periodo quinquennale 2011-2016 è una boccata di ossigeno per questo comparto. Vorrei anche soffermarmi sull'apertura che è avvenuta con questo disegno di legge per le politiche di stabilizzazione dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili, per dire che siamo davvero al paradosso. Ritengo che il Governo debba fare ancora di più per questa particolare categoria di persone, che ormai - alcuni da ventidue anni - sono sempre soggetti precari, che non riescono a trovare allocazione.

PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo, la prego di concludere.

GIUSEPPE RUVOLO. Da qui poniamo anche una questione molto forte al Governo - la presenza del Ministro Tremonti ci può anche confortare in questo senso - cioè quella di prevedere la possibilità di concedere una deroga al Patto di stabilità per queste situazioni, che ormai sono incancrenite nel Paese e hanno bisogno di una risposta forte ed immediata, e rendere soprattutto più flessibili le norme in materia di assunzione nella pubblica amministrazione. Per quanto attiene al comparto agricolo...

PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo, deve concludere.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Ruvolo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, annunzio da subito il voto contrario del gruppo dell'Italia dei Valori al disegno di legge al nostro esame. Intanto, l'augurio che ci facciamo, ma lo facciamo soprattutto al Paese, è che questo sia un bilancio di fine stagione, che sia l'ultimo atto di una tragicomica commedia all'italiana.
È comica per il contesto fatto di nani e ballerine, di figuracce del nostro, vostro, Presidente del Consiglio in giro per il mondo, nonostante egli vada dicendo che ha salvato il mondo dal disastro finanziario, che lo ha salvato dal terzo conflitto mondiale. Evidentemente, ha qualche problema! Siamo in presenza di una maggioranza «superblindata», che, però, dopo due anni, mostra tutta la sua debolezza e si sfalda.
È una commedia tragica, però, soprattutto, perché consegnate un Paese sfinito, demoralizzato, perché lasciate un cumulo di macerie e di rifiuti, quelli materiali e, Pag. 26soprattutto, quelli morali, quelli figurati. Per quel che riguarda le macerie morali, ci lasciate un Paese dove i «valori» sono la furbizia, la corruzione, lo spreco, la raccomandazione, il familismo, anche allargato, fatto di amanti e di escort. Ci lasciate un Paese fatto di conflitti di interessi diffusi, con le mafie che hanno occupato l'intero Paese.
Basta leggere il rapporto della DIA, che ho qui nelle mie mani, che è stato consegnato al Ministero dell'interno, e avrete la conferma di quello che sto dicendo. L'evasione fiscale è crescente, nonostante voi continuiate a dire che fate una lotta serrata all'evasione fiscale. Essa sta crescendo e ha superato ormai i 120 miliardi di euro.
Per quanto guarda il lavoro nero, esso sottrae, di suo, 100 miliardi al fisco. Truffe a tutti i livelli: basta leggere Milano Finanza di ieri, quanto viene detto dalla bozza di relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere: a oggi - spiega il documento - risulterebbe un danno erariale di mancato prelievo, solo sui giochi, di 500 miliardi di euro. Questa è l'Italia che ci consegnate: un Paese dove le figure di riferimento sono le veline, i Corona, i Lele Mora, dove i nostri giovani vengono attratti dall'Isola dei Famosi e dal Grande Fratello, dai giochi online, dai quali, invece, bisogna difenderli, e non soltanto loro.
Ma, soprattutto, vi è una crisi economica: altro che conti pubblici messi in sicurezza, signor Ministro dell'economia! Altro che rientro dal deficit e dal debito! Il debito è al 120 per cento, il deficit ormai veleggia più verso il 6 per cento che non verso il 5 per cento.
Signor Ministro, mi permetto, visto che c'è, di leggerle le prime righe di un capitolo di un libro di Jacques Attali, «Come finirà?». Esso dice: come reagirebbe un investitore privato al quale si domandasse di investire in un'impresa in cui il debito rappresenta quasi cinque anni di fatturato e le cui perdite attuali sono pari ad un quinto del fatturato? Fuggirebbe! Ecco, è esattamente quello che sta capitando: gli investitori stanno fuggendo dal nostro Paese.
La spesa pubblica continua a crescere, nonostante i numerosi tagli alla sanità, alla scuola, alla sicurezza e alla giustizia. Voi fate vanto, giustamente, degli arresti clamorosi che sono stati fatti, ma la mafia sta dilagando ulteriormente nelle nostre città.
Anche qui, basta vedere qualche articolo di giornale, non di parte, che parla di crescita del debito così come non è mai accaduto negli ultimi anni, non a causa della crisi internazionale, ma delle vostre spese facili e degli sprechi. Viene anche detto, in un altro articolo, che «Silvio è il re della spesa pubblica»; sì, della spesa pubblica, non per investimenti, ma soprattutto della spesa corrente. Questo è il risultato che ci lasciate!
Signor Ministro, l'avanzo primario, che è lo strumento che dovrebbe garantire gli investitori stranieri, è azzerato. La pressione fiscale - lo abbiamo scritto in un ordine del giorno prima - è così alta da far sì che gravi esclusivamente sui lavoratori dipendenti, sui pensionati e su quei lavoratori autonomi che hanno ancora un po' di coscienza civica.
Per produttività l'Italia è ultima in classifica fra i Paesi sviluppati, e non soltanto: lo è in termini di competitività, di investimenti in ricerca e innovazione, di infrastrutture materiali e immateriali. Lo avrà letto, signor Ministro, il giornale di oggi.
L'OCSE dice che le imprese italiane pagano il 68,6 per cento di tasse e di contributi, contro la media del 44,2 per cento; siamo al penultimo posto nella graduatoria dei Paesi del mondo. Un Paese in declino quindi, altro che «nuovo miracolo italiano»!
È sempre l'OCSE ad affermare che il Paese è colpito da una delle recessioni più gravi dell'area OCSE, e voi non ve ne rendete neanche conto. Nel 2000 - governava il centrosinistra - il tasso di crescita dell'Italia era inferiore di appena lo 0,07 per cento rispetto alla media europea. Sa Pag. 27dove l'ha portato, signor Ministro, prima della crisi? Tra lo 0,8 e lo 0,9 per cento, e ora è ad oltre il 2,5 per cento!
Manca una vera politica industriale, e a dirlo non è l'Italia dei Valori, ma un liberale vero, Mario Deaglio oggi su La Stampa di Torino, la invito a leggere l'articolo.
Che dire dell'agricoltura, che ormai sta morendo, grazie ai suoi tagli. Ad affermare questo, ancora una volta, è un suo collega di Governo, il ministro Galan, per i tagli che avete fatto! Ma, soprattutto, lasciate macerie sociali: la forbice tra ricchi e poveri è in crescita, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri stanno aumentando sia in termini di povertà assoluta, sia in cifra assoluta. Oltre 8 milioni di famiglie non ce la fanno più! I consumi sono abbattuti sia in termini di quantità sia di qualità, si comprano prodotti sempre meno di qualità perché mancano i quattrini. Cresce il debito delle famiglie e diminuisce il risparmio. Non come affermava ieri una collega del Popolo della Libertà, della destra, secondo cui il risparmio è la nostra forza; se rimanete ancora al Governo di questo Paese il risparmio non ci sarà più a breve!
A confermare questi dati è la Banca d'Italia nel report che ha presentato nel mese di ottobre, dove affermava, tra l'altro, che la disoccupazione è all'11 per cento perché vengono, giustamente, conteggiati quei lavoratori in mobilità che non rientreranno mai e quelli che un'occupazione non la cercano più perché sono demoralizzati. E voi che fate? Tagliate le già scarse risorse per il welfare! A dirlo, come già sottolineato nel dibattito sugli emendamenti, è il quotidiano Avvenire. Le ONLUS, secondo i giornali di oggi, sono in rivolta per il taglio del 75 per cento del 5 per mille. Questa è purtroppo la fotografia dell'Italia di oggi.
Tutto ciò ci addolora, non ci soddisfa, ci stimola però ancora di più a cacciarvi al più presto, perché se rimanete farete danni ancora peggiori.
Cosa fate voi con questo ultimo atto, con questa legge non di stabilità e senza crescita (altro che legge di stabilità e di crescita)?

PRESIDENTE. La invito a concludere.

RENATO CAMBURSANO. Mettete un po' di soldi per l'imminente campagna elettorale e non avete accolto nessuno degli emendamenti che andavano nella direzione di raccogliere risorse finanziarie da coloro che devono pagarle per destinarle alla crescita delle imprese, alle famiglie più povere, ai lavoratori dipendenti e alla ricerca, visto che siamo l'ultimo Paese nella graduatoria europea. Quindi, andatevene al più presto, per il bene di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario dell'Unione di Centro su questa legge di stabilità che è senza ambizione, priva di scelte strategiche, che non affronta affatto i temi della crisi e delle difficoltà delle imprese nel nostro Paese e che non contiene alcun intervento sulle famiglie italiane.
In sostanza, ci pare una legge di stabilità che traduce nei suoi commi in maniera esatta le contraddizioni e le insufficienze del Governo. Ci sembra una finanziaria lunare, aliena rispetto alla fase che sta attraversando l'economia del nostro Paese, che è un Paese che non cresce più, come confermano i dati dell'OCSE di ieri secondo cui l'Italia cresce solo dell'1 per cento, mentre la Germania del 3,4 per cento, persino la Polonia del 4 per cento.
Ci pare una legge di stabilità con la quale il Governo contraddice e dimentica persino gli impegni, che solo qualche settimana fa ha assunto chiedendo al Parlamento, e agli italiani attraverso il Parlamento, la fiducia. Voi pensate alla fiducia del mese prossimo; noi vi ricordiamo invece Pag. 28la fiducia del mese passato, quando vi siete presentati in Aula con cinque punti programmatici. Tre di questi punti avreste potuto cominciare ad affrontarli nel disegno di legge di stabilità in esame.
Mi riferisco, per esempio, al fisco. Avete chiesto solo un mese fa la fiducia, promettendo che avreste fatto la riforma fiscale, cominciando dalla graduale introduzione del quoziente familiare; ed invece, nella legge di stabilità avete respinto tutti i nostri emendamenti sugli sgravi fiscali per le famiglie, anche quelli meno onerosi, quelli che potevate accogliere finanziandoli, così come avevamo proposto, con la tassazione sulle rendite delle speculazioni finanziarie.
In questo modo avete celebrato la vostra ipocrisia sul tema della famiglia, che affrontate nei convegni, che affrontate nei programmi elettorali, ma che poi dimenticate quotidianamente nell'azione di Governo.
Un mese fa vi siete presentati in Parlamento, lo ripeto, chiedendo la fiducia su cinque punti. Un altro di questi punti era il federalismo fiscale. Chiedo alla maggioranza, chiedo ai colleghi della Lega: il provvedimento in esame vi sembra la legge di stabilità di un Governo che vuole realizzare il federalismo fiscale? Ma con quali risorse dovrà essere realizzato il federalismo fiscale, quali saranno le risorse a disposizione delle regioni per realizzare il federalismo?
Avete promesso che avreste diminuito i tagli alle regioni: vi vorrei ricordare 4,3 miliardi nel 2011, 4 miliardi e mezzo nel 2012. Invece, nel disegno di legge di stabilità li avete confermati, li avete lasciati intatti, ponendo una seria ipoteca sulla realizzazione del federalismo fiscale. Lo dicono le regioni, non lo diciamo noi, e lo hanno affermato parlando con i presidenti dei gruppi rappresentati in Parlamento qualche giorno fa: non è applicabile il federalismo fiscale se le risorse che dovrebbero esserne oggetto non vi sono più, in quanto le avete tagliate confermando questi tagli nella legge di stabilità.
Avete tagliato l'80 per cento dei fondi per il trasporto pubblico, per l'edilizia sanitaria, per i servizi sociali; in sostanza, per tutti quei servizi che le regioni non potranno più erogare compiutamente a partire dal gennaio 2011.
Un altro punto sul quale avete chiesto la fiducia, e che avreste potuto cominciare ad affrontare nella legge di stabilità in esame, era il sud. Avete annunciato qualche settimana fa un formidabile piano per Mezzogiorno; ma in questo disegno di legge di stabilità non è previsto nulla per il Meridione. Questa volta non ci sono neanche gli annunci (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)! Anzi, questa volta con gli annunci avete preso in giro il Veneto ed il nord, perché avreste potuto prevedere nella legge sgravi fiscali per le imprese duramente colpite dalla catastrofe dell'alluvione, e non lo avete fatto.
D'altra parte, questa è la legge di stabilità di un Governo distratto da altre questioni, e che però ripete gli errori di sempre. Come sulle coperture: avete confermato gli odiosi tagli lineari che non fanno distinguere fra la spesa pubblica cattiva, quella degli sprechi, quella improduttiva, e la spesa pubblica buona, che serve per la crescita, per lo sviluppo del Paese, per erogare servizi ai cittadini senza spreco alcuno.
Si tratta di una legge di stabilità, poi, in cui avete persino superato tale modo di individuare le coperture, trovandone una che è... Come potremmo definirla? Potremmo definirla «eterea», perché è una copertura che avete trovato sulle frequenze del digitale terrestre. Un atteggiamento grave, perché si tratta di una copertura una tantum per spese correnti: è come se noi, nella nostra famiglia, volendo vendere un bene, ci impegnassimo da oggi per spendere ogni anno il valore di quel bene, che però venderemo tra un anno soltanto.
E avete fatto di più! Avete previsto di ricavare 2,4 miliardi dall'asta per le frequenze televisive, che ancora non sono disponibili, da un'asta, quindi, che ancora non avete espletato, che nessuno dice riuscirete ad espletare entro il 2011 (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Pag. 29Centro) e che, soprattutto, nessuno garantisce procurerà per le casse dello Stato i 2,4 miliardi che avete previsto.
È un modo troppo disinvolto di procedere, mentre l'Europa ci guarda e mentre ci guardano, purtroppo, anche i protagonisti e gli attori della speculazione finanziaria sui debiti sovrani.
Per tale ragione - sto per concludere, signor Presidente - abbiamo scelto in quest'occasione, come sempre abbiamo fatto in passato e come faremo in futuro, di avere un atteggiamento responsabile.
Pur essendo contrari nel merito a questo disegno di legge di stabilità, al pari degli altri gruppi, non abbiamo fatto ostruzionismo, abbiamo limitato le nostre proposte emendative a poche questioni e ci siamo confrontati in Commissione e in Aula, cercando di migliorare il testo della legge di stabilità. Alcune volte ci siamo riusciti, come nel caso dei 100 milioni che abbiamo cercato di far garantire al Governo, ottenendo questo impegno per i malati di SLA (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro) o anche - mi riferisco all'emendamento che abbiamo proposto in Commissione, dove è andato sotto il Governo - impedendo che si dequalificasse la spesa, utilizzando, per la spesa corrente, risorse invece destinate alle infrastrutture o del FAS.
Abbiamo provato a correggere questa manovra finanziaria e alcune volte ci siamo riusciti, altre volte no, come nel caso del 5 per mille, da voi trascurato nella legge di stabilità, prevedendo il limite di soli 100 milioni, a fronte di tante richieste che vengono dal mondo delle organizzazioni di promozione sociale e anche a fronte degli impegni che avete già assunto con i contribuenti, i quali, firmando sulla loro dichiarazione dei redditi, hanno pensato che quelle risorse andassero alle organizzazioni di promozione sociale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO OCCHIUTO. Non siamo riusciti a intervenire, quando abbiamo proposto i nostri emendamenti per rallentare il Patto di stabilità, per stabilire il credito di imposta sulla ricerca e sull'innovazione. Tuttavia, abbiamo utilizzato comunque le categorie della responsabilità, perché riteniamo siano richieste alla politica in ogni circostanza, ma soprattutto riteniamo che oggi siano richieste a ciascuno, a noi che siamo all'opposizione ma - consentiteci - soprattutto a voi che governate un Paese, che non può più consentirsi di rimanere immobile, senza una politica che decide e che abbia il coraggio di scelte coraggiose.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO OCCHIUTO. La vostra legge di stabilità - e concludo - dimostra che non avete più forza per decidere né coraggio per le riforme che occorrono al Paese. Per queste ragioni, dichiariamo il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la legge di stabilità che oggi ci accingiamo a votare, rappresenta non soltanto la base della futura politica economica e finanziaria del Governo e della maggioranza: essa rappresenta un vero e proprio punto di svolta della concezione stessa delle finalità e dell'articolazione di questo importante strumento finanziario, anche se tale svolta purtroppo oggi coincide con quello che sembra essere il crepuscolo di questo Governo.
La legge di stabilità, così come modificata dal maxiemendamento elaborato e approvato in Commissione bilancio, dimostra infatti essenzialmente tre cose. In primo luogo, dimostra che la legge finanziaria non è un totem intangibile e che infondati, signor Ministro, erano i timori secondo i quali, modificandola, la spesa potesse andare fuori controllo ed il Paese allo sfascio; in secondo luogo, mostra che è possibile aprire un confronto leale sulla manovra finanziaria, tra Governo e maggioranza, Pag. 30tra Governo e Parlamento, per raggiungere obiettivi comuni di miglioramento, non solo dei tagli di spesa, ma anche delle finalizzazioni delle risorse disponibili per lo sviluppo; infine, dimostra una discontinuità con il recente passato, che ha visto sistematicamente escluso il Parlamento dalla partecipazione al processo di formazione di tale legge.
Oggi, grazie al ruolo svolto da Futuro e Libertà per l'Italia, il Parlamento ha recuperato un ruolo centrale nelle scelte economiche fondamentali per lo sviluppo del Paese e si è potuto dimostrare che i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione, alla Camera, non sono strumenti di destabilizzazione ma organismi responsabili di elevata competenza economica e politica, in grado di concorrere con il Governo e aiutarlo nelle scelte fondamentali di politica economica e finanziaria.
Alla legge di stabilità, dunque, non potrà mancare il consenso di Futuro e Libertà per l'Italia in sede di voto finale, per senso di responsabilità, certamente, ma anche per convinzione politica che si basa su un giudizio positivo, avendo peraltro noi stessi come forza politica avuto il merito di modificarla, inducendo - mi passi il termine, signor Ministro - con la nostra intransigenza proprio lei ad accogliere alcune proposte significative.
Se il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia non avesse deciso di non rispettare il vincolo di maggioranza che, per una prassi incomprensibile seguita negli ultimi anni, prevedeva che la finanziaria non si potesse toccare, pena chissà quali disastri, oggi non avremmo una legge di stabilità che, oltre a contenere la spesa, prevede anche numerose misure per lo sviluppo quali, ad esempio, i crediti di imposta per gli investimenti su ricerca e innovazione, gli interventi in favore delle università, dei precari, delle popolazioni colpite dall'alluvione, della piccola emittenza radiotelevisiva, le maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali e, in ultimo, gli ecoincentivi sulle ristrutturazioni che, solo grazie alla determinazione del nostro gruppo, sono stati prorogati nonostante le resistenze di qualcuno. Non avremmo, oggi, inoltre, risorse per il sud, poche per la verità, ma galeotto fu proprio l'emendamento, approvato con il voto favorevole dei gruppi di Futuro e Libertà per l'Italia e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud, che ha svegliato il Ministro Tremonti che ringraziamo, unitamente al relatore, l'onorevole Milanese, per aver poi costruito in Parlamento e in sede di Commissione, con i gruppi parlamentari e con Futuro e Libertà per l'Italia soprattutto, quel sistema di relazioni parlamentari che è da troppo tempo dimenticato e che è il fulcro della nostra democrazia.
Mi chiedo se questo rapporto tra il Parlamento e l'Esecutivo non lo si potesse recuperare ancora prima. Perché fino ad oggi, onorevole Ministro, non si è voluto fidare del confronto parlamentare? È stato un eccesso di prudenza, il suo, nel bloccare le misure di sostegno all'economia del Paese, per controllare i conti pubblici, che ha mortificato il ruolo della politica e del Parlamento che, oggi, finalmente, recupera la sua credibilità.
Non siamo irresponsabili che danno l'assalto alla diligenza, come nella Prima Repubblica. Noi abbiamo lavorato per dare all'Italia risposte concrete in un momento di difficoltà economica che ancora non è stato superato.
Certamente, su ambiente, cultura, forze dell'ordine e associazionismo dobbiamo tornare a discutere al più presto, tuttavia, oggi, abbiamo l'orgoglio e la presunzione di dire che questa è la nostra finanziaria: una legge di stabilità che si appresta a chiudere le porte alla crisi e che, speriamo, in futuro, venga accompagnata da altre misure anticrisi, per esempio in favore dei lavoratori della conoscenza che, oggi, sono gli unici in Italia a non beneficiare di alcun sostegno.
Abbiamo forse perduto tempo prezioso, ma intendiamo recuperarlo per dare alle imprese e ai ceti produttivi gli strumenti idonei per superare la crisi. Di ciò parleremo ancora nei prossimi giorni se ce ne sarà data l'occasione.
Futuro e Libertà per l'Italia, in conclusione, voterà a favore della legge di stabilità Pag. 31perché ha contribuito in modo determinante a costruirla ma, sia chiaro, non è più disposta a dare al buio la fiducia a questo Esecutivo che si rifiuta di comprendere che occorre un cambio di passo per recuperare credibilità internazionale e che è necessario svolgere finalmente azioni concrete per lo sviluppo e per rafforzare la fiducia, la credibilità e il consenso da parte di un elettorato di centrodestra e di quegli italiani che vogliono essere governati (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti del Liceo scientifico di Rossano (CS) e del Centro Studi San Giuseppe di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Siamo, come vi avranno spiegato gli assistenti parlamentari, in fase di dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge di stabilità
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzitutto voglio ringraziare il presidente Giorgetti, l'ex Viceministro Vegas, neopresidente della Consob cui vanno i nostri auguri di buon lavoro, i relatori Marsilio e Milanese, nonché i colleghi della V Commissione per il lavoro svolto nelle scorse settimane. Da quest'anno, la legge di stabilità sostituisce la vecchia legge finanziaria. Con questo nuovo strumento si tende ad assicurare gli impegni assunti con il Patto di stabilità europeo. La situazione economica degli Stati membri ce lo impone, sopratutto in questo momento particolare anche per la nostra economia. Tutti - sottolineo tutti - i Paesi europei all'inizio del 2010 hanno subìto un'avversa situazione economica, attenuata dai recenti segnali positivi in termini di aumento del PIL, ed è per questo che in sede europea è stato adottato un piano comune per fornire gli indirizzi necessari e uniformi per contrastare gli effetti della crisi. Il percorso di rientro che questo Governo ha concordato prevede un piano a tappe secondo una tempistica non eludibile. Ricordo come il semestre europeo di verifica dei progetti di bilancio inizierà tra pochi mesi nel 2011, e i tradizionali canoni di valutazione sono rimasti il rapporto deficit/PIL pari al massimo del 3 per cento e la previsione di un piano di rientro del debito in un modo che questo non superi il 60 per cento del PIL. Tuttavia, saranno valutati anche alcuni elementi innovativi, quali il debito privato ed il sostegno dell'economia. Resta comunque confermata l'esigenza di una rigorosa azione di contenimento della spesa pubblica, azione già avviata con il decreto n. 78 del 2010. Il decreto contiene norme con effetti sul bilancio per il triennio 2011-2013 che ha anticipato la manovra, che - come ricordo - ha messo in sicurezza i conti pubblici per non incorrere nei recenti default di Irlanda, Spagna e Portogallo, senza dimenticare la disastrosa situazione della Grecia. Il nostro Paese non farà la fine di questi ultimi. Il nostro Paese non ha seguito le chimere delle politiche di aumento della spesa che ci propinano di continuo i nostri leader di sinistra. Solo così, con una rigida manovra di contenimento della spesa pubblica, potremo rispettare gli obiettivi indicati dall'Unione europea visto il pesante debito pubblico, ereditato da una scellerata politica degli anni passati, che ha raggiunto il 118 per cento del prodotto interno lordo.
Stabilità e rigore nei conti pubblici: per questo abbiamo lavorato, per mettere in sicurezza il sistema bancario e finanziario, senza aumentare la pressione fiscale, ma sostegno alle famiglie e aziende con la cassa integrazione e gli ammortizzatore sociali, non con la politica che vorrebbe la sinistra, politica economica con manovre in deficit, con aumento del debito pubblico, oppure finanziata con aumento della pressione fiscale e la tassazione dei BOT delle famiglie. Questo ci avrebbe portato ad una situazione analoga a quella della Grecia. Lotta all'evasione, lotta ai falsi invalidi, e a breve la riforma fiscale, che il Ministero sta affrontando, riforma che punterà sulla semplificazione, Pag. 32equità e trasparenza, una progressiva riduzione della pressione fiscale sulle imprese e un regime agevolato per le nostre famiglie. La legge di stabilità ha ricompreso anche una serie di interventi fondamentali, richiesti dal gruppo della Lega Nord Padania. Messa in sicurezza dei conti pubblici e contenimento del disavanzo: questa è la parola d'ordine. Tutto ciò nonostante i gravi eventi calamitosi che hanno colpito la nostra terra. Prima il terremoto in Abruzzo, poi l'alluvione in Veneto che ha messo in ginocchio intere aree del nostro Paese. Ci ha fatto molto male, cari fratelli veneti, sentire in questi giorni tutta questa speculazione politica (e ne abbiamo avuto dimostrazione anche ieri in Aula) sulla grave alluvione in Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). I nostri fratelli veneti, il popolo veneto ha dato, da solo, un grande segno di dignità e solidarietà, non ha atteso seduto gli aiuti e contributi pubblici ma si è rimboccato le maniche e ha cominciato subito (lo ripeto, da solo) a ripulire, a ricostruire gli argini, a svuotare i magazzini allagati, per far ripartire le nostre aziende artigiane colpite che tanto hanno dato alla crescita della nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Un grazie va alla Protezione civile, ai vigili del fuoco, ai migliaia di volontari, ai sindaci ed amministratori locali, al governatore Zaia che ora è il commissario per l'alluvione. I contributi sono arrivati (300 milioni subito e, poi, il resto) e il blocco dei pagamenti per le imprese danneggiate pure. Saremo tutti qui a vigilare con attenzione. Quanta demagogia nei vostri interventi di prima, e anche di queste ultime settimane, al disegno di legge di stabilità! Speculate su tutto questo. Un popolo vero, politici compresi, per potersi dire tale, deve sempre dimostrare, nei momenti di grave difficoltà, di essere unito e solidale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Si tratta di eventi non prevedibili, a cui vanno aggiunti quelli prevedibili e presunti, come quello dello scandalo mondiale dei rifiuti di Napoli che è costato al Paese più di 1 miliardo di euro, 20 euro per ogni italiano, compresi i bambini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Un'emergenza della quale si occupano il Governo (anche ieri, con un apposito decreto, sono stati stanziati 150 milioni a carico dei FAS) e, in testa, il comune di Napoli con il vostro sindaco di sinistra, Jervolino, sindaco incapace che non ha avuto neppure la decenza di chiedere scusa e dimettersi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ma quanto dobbiamo ancora sopportare questo scempio prima che lo mandiate a casa? Quanto ancora dobbiamo spendere? Cari colleghi di sinistra, prima di criticare l'azione del Governo, guardate i disastri dei vostri amministratori, imparate a guardare a casa vostra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il disegno di legge di stabilità ha confermato la manovra d'estate di 25 miliardi con una serie di rifinanziamenti per ulteriori 6 per quei settori che necessitano di urgente sostegno e nuove risorse (4 miliardi da maggiori entrate, le frequenze tv e giochi, e 2 da minori spese). Nonostante le scarse risorse finanziarie, è stato finanziato il Fondo ordinario per l'università con un'importante novità: l'istituzione di un credito d'imposta per la ricerca. Ora, le imprese che investiranno in ricerca nell'università potranno detrarre l'investimento e pagare meno tasse.
Ieri la notizia della cattura del latitante Iovine ha permesso di capire a tutti, Saviano compreso, quanto questo Governo ha fatto con il Ministro Maroni nel combattere la criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti del deputato Colombo). Siamo orgogliosi che sia un Ministro della Lega Nord Padania colui che sta sconfiggendo la mafia nel sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti del deputato Colombo).
Cari colleghi di sinistra, i tagli alle Forze armate li avete fatti voi nel 2007; vostri i tagli di Prodi (meno 1 miliardo nel 2007, meno 800 milioni nel 2008), contro i 24,9 miliardi del Governo Berlusconi più 2,5 nel 2009 e ben 28,6 nel 2010, per Pag. 33l'intero comparto della sicurezza. Il Governo, in poco più di due anni, ha battuto tutti i record nel contrasto alle mafie: sottratti 18 miliardi, più 500,3 per cento rispetto al Governo Prodi, cancellando dalla lista ventinove dei trenta superlatitanti. Nel maxiemendamento del Governo, di importanza strategica è l'incremento del Fondo sociale per l'occupazione, per la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali e, poi, la detassazione dei contratti di produttività, il sostegno delle scuole cattoliche, il sostegno dell'editoria e delle tv locali, il rifinanziamento dell'eco-bonus del 55 per cento. Per quanto riguarda gli enti locali, ai comuni verranno restituiti i 344 milioni dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa nel 2008 e, in tema di Patto di stabilità, la Lega Nord Padania ha fatto approvare una propria proposta che finanzia un fondo per 60 milioni che servirà al pagamento degli interessi passivi maturati per il ritardato pagamento degli enti locali virtuosi.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Bitonci.

MASSIMO BITONCI. Ma l'Italia, come ha ricordato il Ministro Tremonti in sede Ecofin, non ha bisogno di tagli così drastici come questo, grazie al minor deficit (l'Irlanda ha raggiunto il 32 per cento del PIL e riceverà aiuti per 100 miliardi), al maggiore risparmio privato delle nostre famiglie, alla solidità del sistema bancario e alle nostre piccole e medie imprese che hanno sempre sostenuto l'economia. Diventa, quindi, fondamentale approvare questa manovra rigorosa che salvaguarda il nostro Paese dai rischi che l'Europa intera sta correndo. Il nostro sarà un voto favorevole e, soprattutto, responsabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico preannunzio il nostro voto contrario sulla legge di stabilità. La vostra crisi politica, la crisi politica della maggioranza - ricordiamo che una componente della maggioranza si è ritirata dal Governo, sembra che ve lo siete scordati - non è il frutto di dissidi e personalismi, è il frutto di una crisi economica, sociale e morale pesante che non siete in grado di affrontare. In questa situazione si addensano sull'Europa nubi consistenti, in qualche caso piove. Proprio per questa ragione l'opposizione, il Partito Democratico, ha consentito che questa legge venisse approvata in tempi brevi per dare sicurezza ai mercati, ai nostri conti, per dare sicurezza al nostro Paese in Europa. Noi siamo i veri responsabili di questo Parlamento in questo Paese. Noi siamo italiani che amano l'Italia e fanno gli interessi dell'Italia: infatti quando siamo di fronte a situazioni come quelle che stiamo attraversando, non ci sono problemi di parte. Ricordo il richiamo forte del Capo dello Stato che noi in questa circostanza ringraziamo per l'intervento, la puntualità, la capacità di richiamare tutti al senso comune e al benessere comune. Anche voi dovreste ringraziarlo ma purtroppo non lo fate, anzi lo fate solo quando vi conviene. Noi invece lo facciamo sempre perché il grande valore della democrazia è riconoscersi nelle proprie istituzioni. Noi abbiamo consentito in tempi brevi, attraverso una procedura veloce, l'approvazione di questa legge di stabilità che non condividiamo. È stranissimo che voi, che siete sempre stati quelli dei tempi brevi, scoprite tempi più lunghi al Senato. Volete una maggiore possibilità di approfondimento. Avete bisogno di un mese al Senato per valutare questa legge sbagliata in tutti i suoi dettagli. È veramente strano. C'è da chiedersi che cosa vi succede. Forse vi succede qualcosa. Dover rinviare la sfiducia al 14 dicembre vi ha portato a cambiare tutte le vostre abitudini, compresa quello di fare decreti e fiducia in tre giorni. In questa occasione ve lo siete scordati. Ora proprio per questa situazione, proprio perché l'interesse del Paese viene prima dell'interesse di ciascuno di noi dobbiamo farvi riflettere, Pag. 34dobbiamo far riflettere il Paese. Veniamo da due anni di decrescita, superiore al 6 per cento. Quest'anno, se ci va bene, cresceremo dell'1 per cento. Ora lo sappiamo tutti, lo sa il Ministro Tremonti, lo sa chiunque si occupa di questi problemi, lo sanno tutti gli italiani: senza crescita, senza una crescita consistente non solo non si può risanare il debito pubblico italiano ma non si può distribuire, non si può fare giustizia sociale. Senza crescita le distanze aumenteranno, senza crescita questo Paese è condannato ad una minorità. Dunque bisogna concentrarsi sulla crescita, bisogna fare in modo che questo Paese riprenda il suo cammino, crei ricchezza, la distribuisca, metta in moto un processo positivo. Invece in questi due anni e mezzo è accaduto l'esatto contrario. Si dice: ma c'è la crisi mondiale. Sì, la crisi c'è per tutti ma noi quest'anno cresceremo dell'1 per cento mentre la Germania crescerà del 3,5 per cento. Si dice: ma quelli sono tedeschi. Come se l'essere tedeschi rappresentasse una superiorità.
No: loro fanno la politica economica giusta, quella che bisogna fare, quella che punta alla crescita e alla domanda interna, quella che punta a mettere in moto processi di investimento pubblici e privati, esattamente quello che in questi due anni e mezzo non avete fatto voi. In questi due anni e mezzo, le poche risorse che avevate le avete distribuite male, perché le avete date a chi aveva le avete date ai forti di questo Paese, a partire dall'abolizione dell'ICI sulle case di lusso. Non aumentando di niente i consumi, avete sbagliato politica economica. Avete continuato con l'eliminazione della tracciabilità nella lotta all'evasione fiscale. Poi vi siete pentiti di questo errore clamoroso che avete fatto e avete calcolato che, reintroducendo la tracciabilità, è possibile recuperare 10 miliardi in due anni. E nei due anni passati? Questi 10 miliardi li abbiamo perduti, li abbiamo regalati all'evasione. Questo è quello che dovreste ammettere e non fate, perché questo ha portato poi all'altro errore, quello di fare uno scudo fiscale, cioè un condono tombale sul rientro di capitali di tutte le nature, anonimo e a basso prezzo. Io vorrei chiedere qui al Ministro Tremonti quanti di questi capitali anonimi rientrati a basso prezzo sono in Italia e servono alla produzione, allo sviluppo, agli investimenti e quanti sono rimasti dove erano. Sarebbe una bella risposta per capire quali errori avete fatto in questi due anni e mezzo nella conduzione della politica economica e sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ma vi è di più: avete continuato e avete abbandonato le zone deboli, i ceti deboli. Avete trasferito ogni risorsa dovunque vi fosse necessità, senza preoccuparvi di ripartire da lì. Diciamolo una volta per tutte: la Germania in vent'anni ha integrato 20 milioni di tedeschi dell'est e oggi ha una forza di domanda interna, oltre all'esportazione, che l'Italia non può avere, perché negli ultimi sette anni che governate (su nove anni) avete abbandonato un'intera parte del popolo italiano, convinti che così avreste salvato quelli più forti. È l'esatto contrario: se crescono le zone deboli, anche le zone forti hanno futuro, se le zone deboli restano bloccate anche le zone forti si fermano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma non volete capire che è una questione essenziale? Il sud importa 80 milioni di merce ogni anno dal nord: se non ha altri soldi per consumare, questi 80 miliardi dove vanno? Diventeranno disoccupazione al nord come sono disoccupazione al sud. Ma vi rendete conto che se amiamo l'Italia, l'Italia deve crescere, da Milano a Palermo, da Bari a Torino, altrimenti non vi è speranza per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Questo è quello che vi deve entrare in testa e che non capite. Invece continuate così, come ieri ha fatto il CIPE: 21 miliardi di stanziamenti, al sud 60 milioni. Bella impresa! E poi dite: ma vi sarà il piano. E quando vi sarà il piano? È da un anno e mezzo che aspettiamo questo piano. Ci sarà quando vi dovrete dimettere, esattamente quando non servirà più questa propaganda Pag. 35incredibile, che prende in giro gli italiani e i meridionali in particolare.
Allora, ripartiamo da lì, ripartiamo dal lavoro, ripartiamo dalle cose essenziali. Un pericoloso sovversivo catastrofista e di sinistra, cioè il governatore della Banca d'Italia Draghi, vi ha detto che la disoccupazione italiana è all'11 per cento. Da due anni ci dite che siamo sotto la media europea. Ma quale sotto? Siamo sopra abbondantemente e siamo in una fase nella quale questo dato è destinato a crescere. E voi vi baloccate. Abbiamo un tasso di occupazione del 56 per cento, con una media del 40 per cento al sud e del 60 per cento al centro-nord. L'Europa ci dice che dobbiamo arrivare al 75 per cento. In questa crisi chi paga il prezzo sono i giovani e le donne.

PRESIDENTE. La prego di concludere onorevole.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, ho dieci minuti!

PRESIDENTE. Però ha già parlato 9 minuti e 40 secondi, non è colpa mia, quindi fra 20 secondi le tolgo la parola.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Ma proprio per questa ragione voi avete definito quei dati esoterici e ansiogeni. Io credo che un po' esoterici ed ansiogeni siate voi, un giorno dite...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. ... che i conti sono a posto e l'indomani dite che invece siamo a rischio Grecia.
Mettetevi d'accordo, una volta per tutte, se i conti sono a posto o se siamo a rischio come la Grecia. Soprattutto, però, siamo a rischio di non crescere, perché la vostra crisi ha prodotto nel Paese una crisi consistente e forte. Per questa ragione, non solo voteremo «no», ma vi indichiamo anche che non c'è strada... (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Antoni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, innanzitutto, mi consenta di dire che non a tutti - e se ne è avuta dimostrazione anche in molti degli interventi che si sono succeduti questa mattina in sede di dichiarazione di voto - è chiaro che questo Parlamento, e non altri, ha approvato nel corso dell'anno passato una radicale riforma della manovra di bilancio e della normativa di settore, che ci porta oggi a votare un provvedimento che non è più chiamato «legge finanziaria», ma «legge di stabilità».
In altri termini, si tratta di una norma non più ordinamentale, che non può più diventare oggetto della richiesta di inserimento di questo o di quell'interesse particolare, ma, viceversa, si tratta di una norma con cui si destina alla formulazione numerica delle tabelle l'applicazione di provvedimenti che questo Parlamento ha già adottato e ha già approvato nei mesi passati.
Di questo si è trattato, quando il Governo ha sottoposto all'attenzione del Parlamento il testo del disegno di legge di stabilità in oggetto. Si è trattato, cioè, di lavorare, affinché venisse velocemente valutata e approvata, ed entrasse in esecuzione, una norma che prendeva spunto esattamente da quella manovra finanziaria che ci era stata chiesta, nel corso dell'estate scorsa, dalla Comunità europea. Mi riferisco, per intenderci, alla manovra di 24 miliardi di euro per l'intervento di messa in sicurezza della spesa pubblica, che, con l'applicazione della legge di stabilità, dovrà entrare in vigore a partire dal prossimo 2011.
Si è cercato, invece, di trovare, una volta di più, la scorciatoia della demagogia e di provare a reclamare al Governo un'attenzione rispetto ad argomenti e a capacità di spesa che, già nei pronunciamenti del Governo, era inteso che avrebbero trovato udienza in provvedimenti successivi. Questo è accaduto, e non altro. Pag. 36Ciò nel momento in cui il Governo e, in particolare, il Ministro Tremonti in persona, partecipando ai lavori della Commissione, ha deciso di anticipare, nella formulazione del disegno di legge di stabilità in oggetto, alcuni importanti provvedimenti che questo Governo aveva già previsto dovessero far parte di un intervento legislativo da sottoporre alle Camere nelle prossime settimane. Tutto questo in misura assai superiore rispetto a quanto era stato richiesto, un po' capziosamente all'interno della Commissione, nel dibattito parlamentare che aveva avuto avvio sul disegno di legge di stabilità, così come era stato presentato dal Governo.
Come, altrimenti, considerare una richiesta a titolo esemplificativo, prodotta in sede di Commissione sul disegno di legge di stabilità, al fine di dotare l'università di fondi ulteriori nella misura di 280 milioni di euro; il Governo, invece, si era già impegnato a mettere a disposizione del comparto dell'università 800 milioni di euro, che oggi sono stati inseriti - per la volontà di questo Governo e del Ministro Tremonti - all'interno del disegno di legge di stabilità in esame.
Dico questo per confermare, una volta di più, che il nostro precipuo intervento sulla moralizzazione del sistema di scolarizzazione e dell'università ci porterà davvero a centralizzare il merito come obiettivo fondamentale e a trasformare il modello esistente.
Quest'ultimo, infatti, non dovrà più essere una tipografia di diplomi da consegnare a chiunque non abbia avuto nemmeno l'impegno di dedicarsi alla lettura di qualche pagina o di qualche libro di studio; e non dovrà più essere nemmeno un ammortizzatore sociale, tale per cui, in Italia, nel comparto della scuola, vi è un numero di dipendenti, spesso non docenti, assai superiore, per esempio, a quello dei carabinieri. Di conseguenza, quindi, i nostri presidi devono cercare, al di fuori dei plessi scolastici, agenzie e aziende che vengano a fare le pulizie, perché non si trova nessuno, all'interno della scuola, che voglia passare la scopa sotto i banchi nelle nostre aule.
Signor Presidente, a questo si sono aggiunti molti interventi, dal credito di imposta per le imprese che affidano le ricerche alle università o agli enti pubblici al Fondo integrativo alle regioni per i prestiti d'onore e le borse di studio, agli interventi sul Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, alla proroga della detassazione dei contratti di produttività, all'ulteriore allargamento degli interventi degli ammortizzatori sociali, che in nessuna parte in Europa, come in Italia, hanno potuto tenere in piedi e salda la possibilità di questo sistema economico, che partiva da condizioni di sfavore e di competizione negativa nei confronti degli altri Paesi, di poter tenere botta a una crisi che, prima in Italia che altrove, comincia a vedere una luce in fondo al tunnel.
Siamo alle solite, Ministro Tremonti: lei produce dei provvedimenti legislativi che vengono guardati con sospetto, che soprattutto in Italia da parte delle opposizioni vengono accompagnati da qualche ironia; poi qualcuno comincia a leggerli, poi vengono capiti, poi vengano adottati pari pari in tutti i Paesi occidentali, perché si capisce che l'Italia ha segnato la strada di uscita dalla crisi economica internazionale.
Così come gli interventi di dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali; gli interventi per le agevolazioni per la piccola proprietà contadina; gli interventi di integrazione del finanziamento del Servizio sanitario nazionale (350 milioni di euro). Interventi innovativi che cominciano a consentire qualche deroga al patto di stabilità ai nostri enti locali, argomento sul quale - lo sa per primo il Ministro Tremonti - abbiamo una intenzione precipua di dovere e di volere intervenire ulteriormente.
Interventi questi a cui si sono aggiunti i lavori della Commissione bilancio. Voglio ringraziare il relatore Milanese, il relatore Marsilio, il presidente Giorgetti per l'importante lavoro che è stato svolto e che ha consentito di rinnovare alcuni interventi fondamentali: il 5 per mille, la gratuità sui libri di testo, il finanziamento per i lavoratori Pag. 37socialmente utili, il ripristino della detrazione del 55 per cento per le ristrutturazioni, i 100 milioni di euro allocati dall'Aula ieri per i malati di SLA.
Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Ieri l'onorevole Fini, non inteso come il Presidente di questo ramo del Parlamento, ma come leader di una nuova formazione politica, in un messaggio diffuso via etere ha esortato, cito testualmente le sue parole, il Governo a continuare di buona lena. Ebbene, voglio dire al Presidente Fini, ma voglio dirlo anche a tutti gli italiani di stare tranquilli. Questo Governo non ha mai smesso un secondo di lavorare e di produrre non solo per il contenimento degli effetti negativi della crisi economica e finanziaria, ma anche per il rilancio di riforme e di modernità combattendo anche le piaghe sociali che da troppo tempo hanno afflitto la quotidianità del nostro Paese, a partire dai successi che ancora ieri hanno continuato ad aggiungersi al lavoro che questo Governo e che questa maggioranza hanno fatto sulla sicurezza (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Altro che le chiacchiere che vengono combinate per fare qualche facile strumentale demagogia! Il risultato è sotto gli occhi degli italiani. Quando governiamo noi, tutti i delinquenti sono associati alle patrie galere e i loro fondi vengono sequestrati. Quando governa la sinistra viene cancellato il 41-bis (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Se poi, e concludo, logiche di palazzo, agli italiani totalmente incomprensibili, vorranno rivedere questo stato di cose certamente non siamo spaventati noi, certamente la nostra volontà sarà quella di rivolgerci agli italiani, certamente non sarà una manovra di palazzo e di segreteria a interrompere quel feeling che gli italiani hanno voluto affidare al Popolo della Libertà e alla Lega Nord Padania perché questo Governo possa assumere - e uso ancora, in conclusione, un termine evocato dal Presidente della Camera nel suo messaggio di ieri - quel senso di responsabilità che, per chi ha condiviso una storia, vale soprattutto l'assunzione dell'impegno assunto con gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, la politica economica italiana ha tre problemi davanti: il deficit pubblico, il debito pubblico, la crescita.
Di questi tre problemi, il disegno di legge al nostro esame ne affronta uno, ossia il contenimento del deficit. Come tale, non posso che votare a favore, ma rimangono aperti i due problemi per i quali ho espresso ed esprimerò la sfiducia al Governo, ossia il debito pubblico, che ci metterà in gravi problemi nei prossimi mesi, e la crescita che non c'è.
Pertanto, esprimiamo oggi un voto favorevole a questo disegno di legge, domani un «no» alla fiducia a questo Governo.

PRESIDENTE. Onorevole La Malfa, la ringrazio per essersi attenuto perfettamente ai tempi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, con codesta legge di stabilità avete regalato il condono ai concessionari dei giochi: questo pozzo nero che ha piegato e pagato una certa politica! Questo pozzo nero dei giochi che ha pagato finanche la famosa casa di Montecarlo! Questo pozzo nero che ha dato soldi a tanti parlamentari! C'è una traccia di 50 mila euro anche qui a Montecitorio! È questa forse la responsabilità che chiedono oggi? La massima Pag. 38responsabilità che si chiede (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)?
No, l'Italia dei Valori non vuole questo tipo di responsabilità! L'Italia dei Valori continuerà a difendere coloro che oggi vengono «sfasciati», le famiglie, dai giochi, le persone che oggi vengono distrutte dai giochi! L'Italia dei Valori si continuerà a battere e non finisce qui la partita sui giochi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) per riportare in Italia un'economia pulita!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma - A.C. 3778-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, il relatore, onorevole Milanese.
Ne ha facoltà.

MARCO MARIO MILANESE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, propongo la seguente correzione di forma: al comma 91, sostituire le parole: «il saldo determinato», con le seguenti parole: «l'obiettivo di saldo determinato».

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la correzione di forma proposta dal relatore si intende approvata.
(Così rimane stabilito).

Avverto che è in distribuzione la versione, corrispondente al testo presentato, dell'ordine del giorno Farina Coscioni n. 9/3778-A/134, che, per un errore materiale, figura nel fascicolo degli ordini del giorno in versione differente. Ovviamente, il parere favorevole espresso dal rappresentante del Governo è stato riferito alla versione corretta di tale ordine del giorno.

(Coordinamento formale - A.C. 3778-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3778-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3778-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calvisi... onorevole Barani... onorevole Traversa... chi deve votare? Onorevole Marrocu ha votato? Onorevole Testoni ha votato? Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011 » (3778-A):

Presenti 555
Votanti 553
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato 303
Hanno votato no 250
(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Futuro e Libertà per l'Italia - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata Bernardini ha segnalato che non è riuscita a votare, che il deputato Romano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole Pag. 39e che il deputato Portas ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Come è noto, dopo l'approvazione del disegno di legge di stabilità, il Governo deve presentare una o più note di variazioni al disegno di legge di bilancio che sono successivamente votate dalla Camera, previo esame da parte della Commissione bilancio. Per consentire la formale trasmissione di tali note da parte del Governo ed il loro esame da parte della Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 120, comma 7, del Regolamento, sospenderemo brevemente la seduta, che riprenderà, una volta conclusi tali adempimenti, così come concordato, alle ore 12,30.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta e strumenti del sindacato ispettivo (ore 11,50).

SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, colleghi, colleghe, sono lieta che siano presenti anche rappresentanti del Governo. Oggi celebriamo - e tra l'altro, in questa sede, al piano superiore, è in corso una piccola cerimonia - la giornata nazionale dei diritti dell'infanzia: una giornata che rinnova gli impegni che gli Stati hanno assunto al momento della sigla della Convenzione di New York del 20 novembre 1989.
L'attualità ci consegna un bilancio di cose fatte ma soprattutto un grande piano di lavoro. Voglio ripetere in quest'Aula le parole che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto pervenire alla presidenza della Commissione parlamentare per l'infanzia là dove ci richiama alla necessità di assicurare alla scuola e alla società civile le risorse economiche e culturali adeguate. Occorre uno sforzo necessario, ci ricorda Napolitano, al quale l'intera collettività è chiamata a concorrere offrendo al mondo dell'adolescenza, ancora fragile e impegnato in un delicatissimo cammino formativo, modelli positivi e non effimeri che si riaffermino con chiarezza e riaffermino il primato dello studio, dell'impegno e del sacrificio. Queste sono le parole del Presidente della Repubblica. Alla politica, in primo luogo, il compito di darvi attuazione, a noi e alle nostre coscienze l'impegno a misurare la distanza che ci separa da quell'esempio positivo che il Presidente Napolitano ci ha indicato come l'obiettivo per crescere i nostri figli. Siamo un esempio positivo per i minorenni e per i bambini? Mi sembra che troppe volte non lo siamo e questa politica fa davvero tutto quello che può per attuare quelle parole? La manovra di finanza pubblica che la maggioranza in quest'Aula si accinge ad approvare, ci dice che no, non stiamo facendo tutto quello che potremmo e che dovremmo. I tagli che sono stati apportati alla famiglia, al fondo sociale e allo stesso fondo per l'adolescenza ci richiamano alla necessità che senza risorse lasciamo famiglie, comuni e istituzioni nell'incapacità di provvedere. Voglio chiudere ricordando solo una cosa: il Paese delle parole non ne può più e i bambini non dimenticano le promesse mancate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Zampa anche per aver ricordato che oggi, tra l'altro, era previsto proprio alla Camera dei Deputati, questa mattina, un momento fondamentale per sottolineare l'importanza della giornata dedicata all'infanzia.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, nei giorni scorsi, insieme ai colleghi Barani, Bergamini, Gatti, Mariani e Rigoni, ho presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro per i beni e le attività culturali per avere informazioni, e soprattutto per sapere che cosa intende fare, per quanto riguarda la costruzione di una Pag. 40scala mobile che dovrebbe portare dal centro della città di Massa al castello Malaspina che sorge sulla rocca che incombe sulla città. Siccome questa scala mobile va ad incidere pesantemente rispetto a quelli che sono i vincoli paesaggistici fin dal 1959, abbiamo interessato per questo il Ministro e vorremmo una risposta dalla sovrintendenza di Lucca che ha competenza in materia. Per cui, signor Presidente la pregherei di sollecitare una risposta all'Atto Camera 4/08990.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, ovviamente la Presidenza si attiverà nel senso da lei richiesto.

ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, vorrei segnalare degli inconvenienti che avvengono sistematicamente e quasi quotidianamente sui treni che vanno verso il sud, verso Lecce. Chi ci sale, prima di salire fa il segno della croce, perché sa di partire ma non sa se effettivamente si arriverà a destinazione.
Sono quasi convinto che una diligenza trainata da cavalli sarebbe molto più puntuale dei treni che Trenitalia ha messo a disposizione per il nostro sud. Non può succedere che in un mese un treno si fermi a 50 chilometri da Roma, una settimana dopo si fermi a Montecalvo, un'altra settimana dopo arrivi con un'ora e mezza di ritardo per una tratta di 300 chilometri.
Tanti cittadini debbono ringraziare il Padreterno perché a volte su questi treni viaggiano dei parlamentari, com'è successo con il collega Bordo, quando ci siamo attivati perché i pullman più veloci arrivassero dopo due ore. Il problema consiste nel fatto che Montecalvo dista esattamente 400 chilometri da Lecce, per cui i cittadini più «fortunati» sono arrivati con sei ore di ritardo.
Mi chiedo se è possibile ancora sopportare questa disattenzione di Trenitalia nei confronti del nostro Mezzogiorno. Questa è una delle cose che rendono odioso questo Governo, completamente disattento su questo tipo di problematica.

PIERFELICE ZAZZERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, vorrei sollecitarla affinché possa farsi portavoce con il Governo e con il Ministero dello sviluppo economico perché a Taranto il gruppo Riva, entrato nella cordata per salvare Alitalia, non ha rinnovato il contratto di lavoro a 700 precari, detti somministrati, dell'Ilva, la più grande acciaieria di Europa.
Da alcuni giorni i precari dell'Ilva, 700 famiglie, sono in sciopero della fame e noi dell'Italia dei Valori invitiamo il Presidente della Camera a farsi portavoce con il Governo per sensibilizzare l'apertura di un tavolo di confronto tra Governo, sindacati e proprietà dell'Ilva, perché si trovi una soluzione.
Lo stesso Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, chiede la stabilizzazione di chi oggi è l'ultimo degli ultimi, il precario, un lavoratore di fatto ricattato, privo di ogni dignità.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, mi scuso, sono andata a farmi dare copia del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica in occasione della Giornata nazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. L'ho richiesto perché, come l'onorevole Zampa ha ricordato, mi sembra giusto anche in quest'Aula dire alcune cose che riguardano questa giornata.
Non è stato possibile parteciparvi perché, ripeto, eravamo impegnati nelle votazioni. In ogni caso, come membro della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, mi sento innanzitutto in Pag. 41dovere di ringraziare il Presidente della Repubblica per le sue parole chiarissime, trasparenti, indicative di un cammino che tutti dovremmo intraprendere.
Il Presidente della Repubblica dice che ha avuto modo in più occasioni di richiamare la necessità di un'azione da parte dello Stato e degli enti territoriali.
Credo che sia un appello a chi governa lo Stato e gli enti territoriali. Oggi c'è una maggioranza di un certo tipo, domani ce ne sarà magari un'altra, però chi si assume la responsabilità di governare deve rispondere poi alle famiglie e all'infanzia di quello che fa o che non fa. Credo che occorra un impegno, come richiamato dal Presidente della Repubblica, per un sostegno alle famiglie nel percorso educativo, alle scuole e alla società civile, con risorse economiche e culturali adeguate.
Credo che stiamo giocando a rimpiattino, perché poco fa abbiamo approvato un disegno di legge di stabilità che non prevede praticamente nulla su questo fronte. Nella stessa giornata il Presidente della Repubblica richiama lo Stato e gli enti territoriali ad assumersi le loro responsabilità. Sembra che il Presidente della Repubblica e il Parlamento siano due istituzioni che non si parlano. Intanto, l'infanzia non ha prospettive e il Piano nazionale per l'infanzia, varato dal Governo due settimane fa, non ha nessuna copertura economica e non prevede nessuna spesa. Nel provvedimento varato oggi dalla maggioranza non è previsto un euro per l'infanzia e per l'adolescenza. Questa denuncia andava fatta per dovere morale, per onestà intellettuale e per il rigore che deve caratterizzare chi si occupa di infanzia.

ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo brevemente perché immagino che anche lei voglia alzarsi un attimo.

PRESIDENTE. Onorevole Argentin, grazie per l'attenzione.

ILEANA ARGENTIN. Le volevo dire una cosa che ritengo importante: oggi è la giornata dell'adolescenza e non potevo tacere rispetto ai bimbi che hanno difficoltà fisiche, mentali o sensoriali, ai ragazzini che hanno un deficit. Dopo aver votato questo disegno di legge di stabilità è ovvio che non avranno nessun tipo di aiuto né alcun tipo di sostegno. Proprio in una giornata come questa credo che vada segnalata, invece, la necessità di un intervento maggiore. La prevenzione ha senso proprio in quell'età, proprio quando si è bambini, perché un giorno potranno essere adulti e, quindi, persone che, invece di prendere la pensione di invalidità e quindi costare alla società, potrebbero - perché no? - essere inseriti in un contesto lavorativo o in un mondo, anche sanitariamente meno costoso, in base ai loro bisogni. Credo che essere bambino debba significare libertà. Così come è un po' per tutti, deve essere anche per i bimbi disabili. Affinché ciò avvenga - non mi piace fare questa divisione tra bambini cosiddetti normali e bambini handicappati - credo che sia necessario ricordarsi che, per garantire pari opportunità, bisogna partire dagli stessi presupposti, dare a tutti la possibilità di esprimersi al meglio e di essere bambino fino in fondo.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, approfitto di questo brevissimo intermezzo in attesa delle 12,30, per sollecitare una serie di interrogazioni, specialmente al Ministro dell'economia e delle finanze, che, come ho notato dalle mie tabelle, è il Ministro che risponde meno. Poiché ce ne sono in giacenza da parte mia alcune decine, rappresentanti oltre la metà delle interrogazioni presentate, visto che sono quasi terminati i lavori d'Aula Pag. 42relativamente al disegno di legge di stabilità, un sollecito da parte della Presidenza sarebbe opportuno.

PRESIDENTE. Sarà assolutamente fatto nella direzione da lei richiesta.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 12,30.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (A.C. 3779-A); Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013; Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.Ricordo che nella seduta del 18 novembre si è concluso l'esame degli articoli del disegno di legge di bilancio.
Avverto che in data odierna il Governo ha trasmesso una Nota di variazioni al bilancio, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge di stabilità, che è stata esaminata dalla Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 120, comma 7, del Regolamento (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-bis-A).
Avverto, altresì, che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi alla Nota di variazioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
Passiamo all'esame della Nota di variazioni.
Ha facoltà di parlare il relatore per la maggioranza, onorevole Marsilio.

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il Governo ha trasmesso la Nota di variazioni, che modifica le previsioni di entrata e le autorizzazioni di spesa del bilancio dello Stato in modo da tenere conto degli effetti delle variazioni al disegno di legge di stabilità, nonché delle variazioni al progetto di bilancio approvate nel corso dell'esame parlamentare dalla Camera dei deputati.
La Nota di variazioni reca, quindi, modifiche al quadro riassuntivo generale del bilancio dello Stato, allo stato di previsione dell'entrata e a tutti gli stati di previsione della spesa.
La Nota, in conseguenza delle modifiche apportate alle previsioni di bilancio, modifica altresì gli articoli 2 e 15 del disegno di legge di bilancio, aggiornando le dotazioni del Fondo di riserva per le spese obbligatorie e del Fondo di riserva per le spese impreviste, nonché modificando il totale generale della spesa.
È inoltre riportata la modifica, già inserita dalla Commissione, con l'introduzione del comma 30 dell'articolo 2, relativa alla destinazione al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato delle residue risorse del Fondo per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio.
Gli emendamenti approvati da questo ramo del Parlamento hanno determinato un aumento sia sul versante delle entrate, sia su quello della spesa.
In termini di competenza, per quanto riguarda le entrate, gli emendamenti hanno determinato un incremento delle previsioni iniziali di circa 3,25 miliardi di euro per l'anno 2011, dei quali circa 3,18 sono riferibili ad un incremento delle entrate extratributarie, mentre circa 71 milioni sono riferibili alle entrate tributarie.
Per quanto riguarda gli anni successivi del triennio, l'incremento delle entrate è invece pari a 858 milioni di euro per l'anno 2012 e a 785 milioni di euro per l'anno 2013. In entrambi i casi l'incremento è riferibile essenzialmente alla crescita delle entrate extratributarie.
Sempre in termini di competenza, per quanto riguarda le spese finali, gli emendamenti approvati determinano nell'anno Pag. 432011 un incremento del volume della spesa di 3,23 miliardi di euro, dei quali 1,82 miliardi di euro sono riferibili alle spese di parte corrente e 1,41 miliardi di euro sono invece da attribuirsi alle spese in conto capitale.
Negli anni successivi le spese finali si incrementano di 666 milioni di euro nell'anno 2012 e di 595 milioni di euro nell'anno 2013, essenzialmente per effetto dell'incremento delle spese di parte corrente.
Tenendo conto anche degli effetti del disegno di legge di stabilità presentato dal Governo, l'effetto complessivo della manovra è quello di un incremento delle spese finali di 4,24 miliardi di euro nel 2011, di 2,99 miliardi di euro nel 2012 e di 10 miliardi di euro nel 2013, dei quali 2,42 miliardi di euro nel 2011, 3 miliardi di euro nel 2012 e 9,5 miliardi di euro nel 2013 sono riferibili a spese in parte capitale.
Per quanto attiene ai risultati differenziali, le modifiche introdotte determinano un miglioramento del risparmio pubblico pari a 1,13 miliardi di euro nell'anno 2011, 200 milioni di euro nell'anno 2012 e 191 milioni di euro nell'anno 2013.
Per effetto delle modifiche il risparmio pubblico acquisisce, quindi, anche nel 2011 un risultato positivo.
Per quanto riguarda il saldo netto da finanziare, le modifiche introdotte nel corso dell'esame parlamentare non modificano sostanzialmente gli effetti della manovra iniziale che determinava il peggioramento di un miliardo di euro nell'anno 2011, 2,9 miliardi di euro nell'anno 2012 e 9,49 miliardi di euro nell'anno 2013, da riferire essenzialmente alle rimodulazioni e ai rifinanziamenti delle spese in conto capitale previste dalla tabella E.
Analoghe considerazioni valgono anche per il ricorso al mercato, che resta sostanzialmente stabilito nella misura derivante dalla manovra finanziaria presentata in Parlamento, evidenziando un aumento del ricorso al mercato pari a 987 milioni nel 2011, 2,804 miliardi nel 2012 e 9,305 miliardi nel 2013.
Nel complesso, le modifiche apportate dalla Camera determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato pari in termini di competenza a 23 milioni di euro nel 2011, 191 milioni nel 2012 e 190 milioni nel 2013.
In termini di cassa, gli emendamenti approvati in Commissione bilancio e in Assemblea determinano invece un peggioramento di entrambi i saldi, pari a 347 milioni di euro nel 2011, 179 milioni nel 2012 e 180 milioni nel 2013. La differenza rispetto ai valori indicati per la competenza è ascrivibile, secondo la Nota di variazioni, ad un diverso profilo delle entrate fra accertamenti e incassi.
Per quanto riguarda il prospetto di copertura degli oneri correnti del disegno di legge di stabilità, rilevata la congruità dei saldi complessivi ivi indicati, osservo che il dato riferito ai risparmi di spesa corrente derivante dall'articolato comprende anche la riduzione lineare di 40 milioni di euro delle autorizzazioni di spesa di parte corrente della tabella C.
A seguito della modifica di carattere formale comunicata all'Assemblea nella seduta di ieri, che ha riportato le riduzioni di cui al comma 164 nell'ambito delle singole voci della tabella C, tuttavia, tale riduzione di spesa deve invece essere più correttamente riferita alla medesima tabella.
Pertanto, invito il Governo a confermare tale rilievo, riformulando conseguentemente il prospetto di copertura, sostituendo, alla voce «Riduzione spese correnti», sottovoce «Articolato», la cifra «2.709» con la seguente: «2.669»; e alla medesima voce, sottovoce «Tabella C», sostituendo la cifra «20» con la cifra «60».

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con la relazione Pag. 44del relatore per la maggioranza, ed accetta quindi la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere il voto contrario del nostro gruppo. Il voto era contrario sul bilancio di previsione; adesso stiamo caricando sul bilancio di previsione, su cui abbiamo espresso voto contrario, la legge di stabilità e gli emendamenti, rispetto ai quali abbiamo addirittura svolto una battaglia politica. È chiaro, quindi, che il nostro voto è contrario.

(Votazione della Nota di variazioni - A.C. 3779-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (3779-bis).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Migliori e Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 519
Votanti 517
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato 281
Hanno votato no 236
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo ato che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Nola, Cesario e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Qual è il parere del Governo?

LUIGI CASERO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/3779-A/1, non accetta l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/3779-A/2, mentre accetta gli ordini del giorno Peluffo n. 9/3779-A/3, Marinello n. 9/3779-A/4 e Nannicini n. 9/3779-A/5.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/3779-A/1, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/3779-A/2, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/3779-A/2, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 349
Astenuti 161
Maggioranza 175
Hanno votato
28
Hanno votato
no 321).

Prendo atto che i deputati Saltamartini, Castiello, Margiotta, Sereni, Froner, Lucà, Castagnetti, Causi, Merloni, D'Incecco, Marco Carra, Boccuzzi, Gasbarra, Misiani, Berretta, Veltroni, Pionati, Calvisi, Baretta, Pag. 45De Micheli, Andrea Orlando e Vassallo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario; che i deputati Realacci e Paladini hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Peluffo n. 9/3779-A/3, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/3779-A/4, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nannicini n. 9/3779-A/5, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Se rimaniamo in Aula, onorevoli colleghi, possiamo concludere velocemente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo oggi qui ad esprimere il nostro voto contrario all'approvazione della legge di bilancio e all'intera manovra economica e lo facciamo all'indomani della divulgazione da parte dell'OCSE dei dati pochi confortanti relativi alla crescita nostro Paese. L'Italia, infatti, si prevede crescerà nel 2011 solo dell'1,3 per cento, ossia di circa mezzo punto in meno rispetto alla media europea.
Ebbene, questo dato, a fronte di quelli contenuti nella legge de qua, unitamente alla crisi economica in cui versiamo e al confronto con le analoghe leggi degli altri Paesi europei, ci porta a considerare che tale legge sia in definitiva solo una tabella di contenimento di costi, non orientata neanche in minima parte alla crescita del nostro Paese.
Tale contenimento dei costi sappiamo quanto graverà sulla qualità dei servizi (ad esempio istruzione e sicurezza) e sugli stipendi, quindi sulla qualità della vita di tanti lavoratori (ad esempio i pubblici dipendenti).
Considerato l'elevato debito pubblico, la pesante spesa corrente e la notevole pressione fiscale che ci affliggono, in che maniera il Governo intende affrontare la situazione? Si dice sempre che l'Italia sia un Paese ad alto potenziale - un potenziale inespresso, evidentemente - un potenziale fatto innanzitutto di risorse umane. Ma i dati OCSE ci dicono che la nostra spesa per la ricerca, l'innovazione e la tecnologia non arriva neanche alla metà rispetto a quanto previsto come obiettivo dalla Strategia di Lisbona.
È un potenziale, quello italiano, costituito dal patrimonio culturale e ambientale più ricco del mondo, ma anche tra i meno preservati e valorizzati. È inutile ricordare tristi avvenimenti recenti, da Pompei all'alluvione in Veneto: sono solo la punta dell'iceberg di questo atteggiamento masochistico.
Non concordiamo con chi dice che la cultura non si mangia, poiché pensiamo che possa dare da mangiare e, quindi, che il nostro patrimonio culturale e paesaggistico, oltre ad essere valorizzato, debba essere utilizzato come fonte di reddito, di entrate per lo Stato, di occupazione, in definitiva di volano dell'economia, ad esempio mettendo in contatto la cultura con le imprese.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DANIELA MELCHIORRE. Per tali motivi confermiamo il nostro voto contrario sulla legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

Pag. 46

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, la proposta sottoposta a votazione per il bilancio dello Stato è una proposta che rappresenta praticamente la situazione e le condizioni reali del nostro Paese.
Sono previsti numerosi e forti tagli e riduzioni di risorse per la famiglia, i servizi scolastici e sociali. Tuttavia, così com'è avvenuto per la legge di stabilità, il bilancio costituisce uno strumento indispensabile per non aggravare la nostra situazione.
Quindi, il senso di responsabilità istituzionale deve prevalere in questo campo e non possiamo che comportarci - come Movimento per le Autonomie - allo stesso modo in cui ci siamo comportati per la legge di stabilità. Pertanto, per questo senso di responsabilità ed anche per il fatto che il Governo e il Parlamento sono stati protagonisti della discussione e delle correzioni della manovra, riteniamo che questo progetto di bilancio - purtroppo - vada approvato così com'è stato presentato dal Ministro dell'economia e delle finanze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, visto che oggi in tanti si sono richiamati al senso di responsabilità che le forze politiche devono avere nei confronti del Paese in un momento così difficile in termini economici e finanziari, non solo a livello europeo, ma anche a livello internazionale, credo che proprio questo senso di responsabilità ci porta a dire, ancora una volta, che siamo contrari alla legge di bilancio in esame e all'intera manovra finanziaria 2011-2013, perché questa recherà soltanto danni incredibili, sia rispetto alla tenuta dei conti, sia rispetto alla crescita di questo Paese che verrà ancora ulteriormente affossata. Pertanto, l'Italia dei Valori vota convintamente contro la legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, anche il gruppo Unione di Centro voterà contro la legge di bilancio in esame. Le ragioni sono state ricordate dal mio collega Occhiuto e anche in tutti gli interventi che sono stati fatti nel corso dell'esame degli emendamenti. Voglio fare questa considerazione molto breve. Molte volte abbiamo individuato nel Ministro Tremonti il responsabile della politica economica di questo Governo. In realtà, abbiamo anche notato nel corso del dibattito come il Ministro Tremonti sia stato soltanto toccato per la parte relativa alla tenuta del bilancio in termini ragionieristici, e di questo dobbiamo parlare, perché è mancata una politica di riforme da parte del Governo. La tenuta dei conti è stata fatta soltanto in termini ragionieristici. Il Ministro Tremonti non può far altro che registrare, in rapporto agli impegni presi a livello di Ecofin, lo stato dei conti, punto e basta, ma, se poi la flessibilità, che ha chiesto per il bilancio con la rimodulazione tra programmi e le missioni per l'allocazione delle risorse non determina da parte dei Ministri competenti riforme di settore che possano in qualche modo essere strutturali e valere anche per gli anni futuri, è chiaro che la colpa non può essere del Ministro dell'economia e delle finanze ma di tutti quei Ministri che non hanno fatto le riforme di settore. Voglio ricordare che, per quanto riguarda la vicenda che ci ha visti protagonisti come Unione di Centro, la riforma delle autonomie locali e segnatamente la riduzione delle province, ci siamo trovati di fronte ad un Governo che ha voluto in qualche modo ostacolare il dimezzamento delle province. La proposta dell'Unione di Centro, ma anche di tutta l'opposizione, era quello di fare una riforma strutturale, però abbiamo trovato una maggioranza che, nonostante avesse promesso agli italiani che avrebbe azzerato le province, per ragioni elettorali ha fatto «fronte unico». Potrei proseguire per quanto riguarda la Pag. 47riforma delle procedure per gli appalti dei lavori pubblici, che avrebbe comportato una maggiore speditezza degli appalti e quindi della spesa allocata per le infrastrutture.
Potrei dire del Ministero dell'interno che lascia la polizia senza benzina, senza strumenti, e le forze dell'ordine senza l'applicazione del contratto e degli impegni assunti dal Governo e senza che questo Ministero faccia la riforma del decentramento degli uffici, delle questure e dei commissariati. Potrei proseguire ancora per lungo tempo, ma vi sono ragioni che ci fanno ritenere che la responsabilità non sia soltanto del Ministro Tremonti ma si registra l'inanità, l'incapacità, dell'intero Governo e anche dell'intera maggioranza a fare riforme. Ecco perché vi è una questione politica oltre che meramente di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ciccanti, aveva anche l'onore di avere a fianco il Ministro Tremonti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, già l'onorevole Lo Presti, questa mattina, ha dato testimonianza del fatto che, come si usa dire per senso di responsabilità, Futuro e Libertà per l'Italia ha assicurato, per quel che le competeva, un cammino senza scossoni di questo disegno di legge di stabilità per assicurare, cosa che stiamo facendo, il bilancio alla Repubblica italiana. È un dato positivo. Sappiamo tutti che la discussione non finirà qui, a gennaio si inaugura la stagione dei semestri europei e, quindi, sui conti pubblici torneremo. Questo bilancio testimonia la forza del Ministro dell'economia e delle finanze Giulio Tremonti; grazie alla sua capacità e alla sua tenuta, i saldi sono quelli giusti, ma se si testimonia, con il presente bilancio, la forza del Ministro - un tempo avremmo detto del tesoro e delle finanze, oltre che del bilancio -, si testimonia anche la debolezza, anzi l'assenza, del Governo e del Presidente del Consiglio. Nella logica dei saldi scompare qualsiasi logica di priorità. Questo bilancio consegna un Paese che non ha priorità, non c'è la capacità e la forza di scegliere.
La logica dei tagli lineari, autorevolmente contestata dalle istituzioni di questa Repubblica e, da altre parti, invece, difesa, significa la debolezza di un Governo che, a differenza degli altri Governi europei, che pure vivono nelle stesse intemperie finanziarie ed economiche internazionali, è incapace di definire delle priorità. Questo è il segno meno pesante di questo bilancio e dell'attuale Governo che - ripeto - la presente crisi politica non ha consentito di fatto di modificare. Vi è solo un punto che voglio sottolineare: in questo bilancio, a differenza di tante altre voci, si taglia pesantemente il 5 per mille; ci si riempie la bocca della sussidiarietà, della grande società, magari mutuando le parole d'ordine di altri Governi, di altre situazioni, e, poi, si dà un colpo decisivo al volontariato, a chi fa ricerca, si taglia pesantemente un sistema, tra l'altro meritoriamente introdotto dalle maggioranze di centrodestra, di finanziamento senza intermediazione politica del volontariato. Questo è un piccolo segno. Nell'incapacità di definire la priorità poi, alla fine, pagano più di tutti gli altri i più deboli. Assicuriamo, quindi, il bilancio alla Repubblica italiana, era doveroso, necessario, in questo momento, ma l'insoddisfazione per la forza di un Ministro, la debolezza di un Governo, l'assenza del Presidente del Consiglio rimane tutta (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, intanto le chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole D'Amico, la Presidenza lo consente, sulla base dei Pag. 48criteri costantemente seguiti. Prosegua, onorevole D'Amico.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, l'approvazione del bilancio di previsione potrebbe essere considerato quasi un atto formale, in quanto le decisioni politiche sono state fatte con la legge di stabilità approvata questa mattina.
Ed ora siamo qui per approvare un documento che riporta tecnicamente quelle norme. In realtà, però non è così. Questo atto è da considerare un documento fondamentale per noi, in quanto è il documento che ci dice quello che faremo il prossimo anno. È un documento che la maggioranza parlamentare, votandolo, sottoscrive e quindi la dovrebbe vincolare alla sua realizzazione. È il documento che ci delinea la strada che seguiremo nel 2011, una strada che è la continuazione di quella via intrapresa due anni e mezzo fa su indicazione di milioni e milioni di elettori.
Cari colleghi, il 28 agosto 1963, in un discorso tenuto a Washington, Martin Luther King pronunciò una frase che rimase nella storia: I have a dream, ho un sogno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Era un sogno di libertà. Voglio ricordare quella frase perché anche noi abbiamo un sogno, un sogno di libertà che, grazie alla lungimiranza politica, all'abnegazione, alla grande forza di volontà di un uomo come Umberto Bossi, stiamo realizzando (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Il sogno di cambiare finalmente questo Paese, portando a compimento la riforma federale, partendo dal federalismo fiscale per poi arrivare a quello istituzionale per far sì che le tante realtà che compongono questo Paese possano avere la possibilità di svilupparsi secondo le proprie peculiarità. Per questo, colleghi, non possiamo fermarci, non possiamo interrompere questo percorso virtuoso che ha caratterizzato questa prima metà di legislatura. Dobbiamo continuare insieme, tutti noi che oggi votiamo questo provvedimento, nel percorso intrapreso nella realizzazione del nostro sogno. Non fermiamoci anche nell'opera di sburocratizzazione e semplificazione che stiamo attuando grazie al concreto e deciso lavoro del Ministro Calderoli che ha portato al primo rogo decine di migliaia di vecchie leggi che causavano soltanto problemi ai nostri cittadini e alle nostre imprese. Non fermiamo neanche la grande opera di contrasto alla mafia e all'immigrazione clandestina che con abnegazione il Ministro Maroni ha messo in atto. Per questi motivi dobbiamo approvare questo bilancio preventivo per il 2011 e per questi motivi preannunzio il deciso e convinto voto a favore della Lega Nord Padania. Ma permettetemi, in conclusione, riferendomi ai nostri alleati, eletti con noi con lo stesso programma elettorale, di ricordare ancora due affermazione tratte da quel discorso del 1963 che ritengo possano essere importanti anche per tutti noi. We cannot walk alone (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), non possiamo camminare soli e we cannot turn back, ormai non si può più tornare indietro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole D'Amico. Certo che da parte sua usare la lingua inglese è ottimo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, rigore, sviluppo, crescita e solidarietà sono tre parole attorno alle quali va costruita una politica per il nostro Paese. Una politica di rigore perché i conti pubblici sono in dissesto, in difficoltà e le ricette dei tagli lineari si sono dimostrate fallimentari. Crescita e sviluppo perché se non si accelera rapidamente l'uscita dal tunnel della crisi non solo le nostre famiglie, la nostra economia, le nostre industrie, i nostri giovani non vedranno un futuro ma nemmeno il risanamento dei bilanci pubblici sarà possibile. Solidarietà perché un Paese che deve adottare politiche di rigore, ma deve anche crescere, non può reggere la sua coesione sociale se non mantiene un forte tessuto solidale. Mi chiedo se vi sia traccia di queste tre parole Pag. 49in questa manovra e in questo bilancio. Mi chiedo se c'è una vera traccia di una politica di risanamento dei conti che vada oltre l'accozzaglia di tagli che sono stati fatti.
Mi chiedo se vi sia una reale politica di sviluppo e se penso che in questi giorni abbiamo dovuto battagliare per ottenere il reinserimento del 55 per cento! Mi chiedo se vi sia una politica di solidarietà quando i tagli alla famiglia, all'infanzia e alla solidarietà sono quelli registrati nel bilancio dello Stato, non opinabili. La cosa è talmente vera, questo quadro di riferimento è così reale che il collega della Lega ha dovuto, per giustificare il proprio appoggio a questa manovra, parlare d'altro: ha parlato degli importanti e positivi risultati contro la mafia, ha parlato del federalismo e ha evocato, in maniera francamente sproporzionata, il sogno di Martin Luther King. Credo che ci voglia anche più sobrietà nell'affrontare una discussione come stiamo facendo in questa fase. Noi confermiamo il nostro voto negativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Baretta, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà. Le motivazioni del voto favorevole stanno tutte nella nostra convinzione di aver operato bene, nel segno del rigore, della stabilità, della coesione sociale e della solidarietà, proprio motivazioni opposte rispetto a quelle avanzate e proposte nell'intervento del collega Baretta.
Ringrazio tutti i colleghi della Commissione, in particolare i colleghi della maggioranza e in particolare quelli del Popolo della Libertà, che hanno lavorato bene, resistendo anche rispetto ad atteggiamenti bambineschi e talvolta provocatori. È proprio per queste motivazioni che ribadisco il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Marinello, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3779-A, e relativa nota di variazioni, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ministro Tremonti? Onorevole Scilipoti? Onorevole Casini? Onorevole Migliori? Onorevole Martinelli? Onorevole Di Virgilio? Onorevole Barbi? Onorevole Garagnani?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 50
Comunico il risultato della votazione:
«Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (3779-A)»

Presenti 509
Votanti 507
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato 282
Hanno votato no 225

Prendo atto che i deputati Mancini, Colaninno e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
(La Camera approva - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Vedi votazionia ).

Sull'ordine dei lavori (ore 13,30).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo solo per precisare una questione che, per puro errore materiale, si è verificata nel corso della votazione sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/3779-A/2, relativo al bilancio. Mentre stavamo per fornire le indicazioni di voto del gruppo, che era contrario all'ordine del giorno, nella concitazione dei nostri lavori purtroppo si è chiusa la votazione e molti colleghi non hanno potuto recepire l'indicazione contraria del gruppo. La prego di considerare che l'orientamento del gruppo sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/3779-A/2 era da intendersi materialmente come indicazione di voto contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'indicazione di voto del gruppo del Partito Democratico sull'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/3779-A/2 era contraria.

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, vorrei intervenire sullo stesso tema, per chiarire che l'ordine del giorno in oggetto non era formulato sulla base di una mia considerazione o di una mia convinzione privata.
Avevo semplicemente citato quelli che erano più che auspici da parte di un editorialista dell'Avvenire - che è il quotidiano della Conferenza episcopale italiana e che, per via della legge sull'8 per mille, riceve i soldi destinati alla Chiesa cattolica -, il quale ha sostenuto che tale finanziamento pubblico, così come previsto attualmente, è irragionevole e potrebbe raggiungere la soglia dell'incostituzionalità.
Il Governo e il Partito Democratico hanno oggi stabilito che, di fronte all'incostituzionalità decisa da chi percepisce questo denaro, va bene lo stesso. Evidentemente, non è questa la sede per porre problemi di legalità. Ricorreremo nelle altre sedi, perché siamo davvero arrivati ad un punto limite: ormai - e vale per diversi di noi - vi sono delle preclusioni ad personam. Basta vedere chi ha sottoscritto un ordine del giorno, senza leggerlo, per poter dire che quell'ordine del giorno non va bene. Questa è l'ennesima volta che si verifica un fatto del genere: anche su questo, non ci fermeremo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, quando si va un po' sopra le righe, è anche sgradevole. L'onorevole Maurizio Turco parli per sé: ciascuno - almeno per quanto mi riguarda, ma credo che questo possa valere per tutti i colleghi che fanno parte del gruppo - quando vota, legge...

Pag. 51

MAURIZIO TURCO. Vi eravate sbagliati tutti!

ROBERTO GIACHETTI. Fino a prova contraria...

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, si rivolga alla Presidenza.

ROBERTO GIACHETTI. Fino a prova contraria... onorevole Maurizio Turco, dia le lezioni a qualcun altro: quando i colleghi votano, lo fanno avendo letto il testo.

MAURIZIO TURCO. Avevate letto male!

PRESIDENTE. Onorevole Maurizio Turco, per cortesia, lei è intervenuto, ora lasci la possibilità all'onorevole Giachetti di intervenire.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo semplicemente dire che, in quest'Aula, per quanto ci riguarda, votiamo sapendo bene cosa. Poi, che nell'esercizio (Commenti del deputato Maurizio Turco)... l'onorevole Maurizio Turco è un po' agitato...

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, vada avanti.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, stavo dicendo che, esattamente come ha spiegato l'onorevole Quartiani, il fatto che, nella concitazione della seduta, lei abbia proceduto alla chiusura del voto rapidamente non ha consentito di seguire un'indicazione del gruppo. Tutto qui: è stato un fatto tecnico. Se l'onorevole Maurizio Turco è abituato a votare senza leggere le cose, questo non riguarda i deputati del Partito Democratico (Commenti del deputato Maurizio Turco).

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, oggi, si apre il vertice della NATO a Lisbona, in cui si dovrebbe discutere anche della presenza e dello spostamento di testate nucleari in Europa. Si tratta di un tema molto delicato e molto importante, sul quale abbiamo presentato un atto di sindacato ispettivo al Governo che, ad oggi, non ha ancora risposto.
Troviamo molto grave che il vertice si apra senza che il Governo abbia chiarito al Parlamento se siano vere le notizie che sono state di diffuse dalla stampa internazionale, secondo cui in occasione del vertice NATO del 14 ottobre i Governi italiano e turco, tacendo, avrebbero acconsentito ad un eventuale aumento della presenza delle testate nucleari nelle basi di Aviano in Italia e di Incirlik in Turchia, nel momento in cui Germania, Belgio e Olanda, invece, si sono opposte ad un eventuale spostamento.
Signor Presidente, credo che sia di grandissima urgenza che il Governo riferisca in Parlamento sulla posizione che ha tenuto, sulla posizione che terrà al vertice oggi e domani e su cosa intenda fare rispetto ad un eventuale spostamento delle testate nucleari in atto nel suolo europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Gozi, ci attiveremo nel senso da lei richiesto ed eventualmente, considerati il tema e l'argomento, potrebbe anche essere valutata un'audizione in sede di Commissione.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 22 novembre 2010, alle 10,30:

1. - Discussione del disegno di legge:
S. 1905 - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega Pag. 52al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (Approvato dal Senato) (C. 3687-A).

e delle abbinate proposte di legge: TASSONE ed altri; GHIZZONI ed altri; BARBIERI; GRIMOLDI ed altri; BARBIERI; MARIO PEPE (PdL); NARDUCCI ed altri; GRASSI ed altri; PICIERNO; FUCCI ed altri; GARAGNANI ed altri; GARAVINI ed altri; FIORONI ed altri; GOISIS; CARLUCCI; LA LOGGIA ed altri; LORENZIN ed altri; ANNA TERESA FORMISANO (C. 591-1143-1154-1276-1397-1578-1828-1841-2218-2220-2250-2330-2458-2460-2726-2748-2841-3408).
Relatore: Frassinetti, per la maggioranza; Nicolais, di minoranza.

2. - Discussione della proposta di legge:
ANTONINO FOTI ed altri: Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito (C. 2424-A).

e dell'abbinata proposta di legge: JANNONE (C. 3089).
Relatore: Antonino Foti.

3. - Discussione delle mozioni Bocchino ed altri n. 1-00436, Giulietti, Zaccaria, Tabacci, Evangelisti, Nicco ed altri n. 1-00441 e Sardelli ed altri n. 1-00496 concernenti iniziative per la tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo, con particolare riferimento al contratto di servizio.

4. - Discussione delle mozioni Bersani ed altri n. 1-00471 e Borghesi ed altri n. 1-00497 concernenti iniziative in materia di riforma del sistema fiscale.

5. - Discussione della mozione Di Pietro ed altri n. 1-00475 concernente revoca di deleghe al Ministro per la semplificazione normativa, senatore Calderoli.

La seduta termina alle 13,35.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIUSEPPE RUVOLO SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3778-A

GIUSEPPE RUVOLO. Il disegno di legge di stabilità per il 2011 poggia su quattro pilastri: mettere in sicurezza i costi pubblici rispetto alle pressioni speculative ed agli effetti della crisi economica; salvaguardare le funzioni fondamentali dello stato sociale; orientare lo sviluppo dell'economia nazionale; no all'aumento della spesa.
Pure in una situazione di grave crisi economica internazionale, di cui anche in queste ore abbiamo notizie a testimonianza delle difficoltà in cui stanno muovendo molti paesi europei, si è fatto, da parte del Governo uno sforzo economico teso al rilancio più generale dell'economia di settori fondamentali come quello dell'istruzione, dell'università, della ricerca
In definitiva siamo di fronte ad una manovra che affronta, con le risorse disponibili, molti fenomeni economici e sociali rispetto alla crisi finanziaria in atto, non aumentando la spesa pubblica ed è questo obiettivo fondamentale in questa fase così difficile.
Sono state previste misure di sostegno alla crescita economica e di tutela delle categorie maggiormente esposte alla crisi in atto, oltre a norme concernenti la finanza locale.
Per quanto riguarda i fondi FAS, finalmente si fa chiarezza, fatto salva la ripartizione dell'85 per cento delle risorse alle regioni del Mezzogiorno e del restante 15 per cento alle regioni del nord. Con tale provvedimento finalmente si torna all'utilizzo previsto per tali fondi che debbono rideterminare un equilibrio in termini di sviluppo tra le aree del nord e del sud.
Per quanto riguarda la scuola, l'università e la situazione di sofferenza: vengono aumentate le dotazioni per il finanziamento ordinario per l'anno 2011, di 800 milioni di euro, nonché di 500 milioni di euro annui a decorrere dal 2012; con tali risorse viene previsto un piano straordinario per la chiamata di professori di seconda fascia per ciascuno degli anni 2011-2016. Pag. 53
Credito d'imposta e fondo prestiti d'onore: vi è la concessione di un credito di imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca, con un fondo di 100 milioni di euro per l'anno 2011. Altri 100 milioni di euro, vanno a finanziare la proroga fino a giugno 2011 del Fondo integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e delle borse di studio da ripartire tra le regioni.
Sono stati previsti ulteriori 375 milioni di euro, che spetterà alla Presidenza del Consiglio ripartire; vengono destinati a varie voci, come ad esempio la «gratuità parziale» dei libri scolastici e le politiche per la stabilizzazione dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili. Si è intervenuti, inoltre, per incrementare il fondo sociale per l'occupazione, e con le agevolazioni a favore delle imprese agricole.
Di importanza strategica, risulta inoltre l'incremento del finanziamento del Fondo sociale per l'occupazione e formazione, al fine di assicurare la concessione per l'anno 2011 di trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione speciale, anche senza soluzione di continuità, e con riferimento a settori produttivi ed aree regionali.
Sempre in quest'ambito, ricordo la misura che disciplina la facoltà di prolungare l'intervento di tutela del reddito per il periodo di tempo necessario al raggiungimento della decorrenza del trattamento pensionistico, nei limiti del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, nonché la previsione volta a consentire l'applicazione, nel limite di 10 mila unità della normativa previgente in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici per una serie di lavoratori che maturino i requisiti per l'accesso al pensionamento a decorrere dal 1o gennaio 2011. Particolarmente significativo, anche perché volto a rafforzare la capacità di risposta degli enti locali ai riflessi sociali della crisi economica, appare l'incremento, per un importo di 200 milioni, del Fondo nazionale per le politiche sociali.
In materia di politiche per la salute, in attuazione dell'impegno contratto con le regioni a garantire risorse aggiuntive, si è provveduto ad integrare il finanziamento del Servizio sanitario nazionale per un importo pari a 348 milioni, che rappresenta quota parte dell'importo complessivo di 834 milioni che dovrà essere erogato entro il 2011. Sono state inoltre introdotte misure per le regioni in disavanzo sanitario, riconducibili al cosiddetto Patto per la salute.
Vi è poi la detrazione del 55 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica sugli edifici, che ha contribuito in maniera importante alla tenuta di un settore produttivo e che allo stesso tempo ha agevolato l'introduzione di sistemi di risparmio energetico.
È stato previsto il sostegno alle scuole non statali e la proroga del 5 per mille. Per quanto riguarda il comparto agricolo, vanno segnalati gli interventi finalizzati a rendere permanenti le agevolazioni in favore della piccola proprietà contadina e la rideterminazione delle agevolazioni contributive per i datori di lavoro agricoli in zone svantaggiate. Ma non basta!
Appare evidente che le misure previste nel provvedimento tendono a tamponare le situazioni più delicate e i settori sociali più colpiti dalla crisi, ma allo stesso tempo si cominciano a delineare alcune linee guida sulle quali è necessario lavorare; nel Sud in particolare è necessario lanciare un Piano per il Sud, passando dalle grandi volontà alle grandi concretezze. Incentivare le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno rappresenta, come in più di un'occasione hanno sollecitato esperti economici e studi di settore, l'unica concreta opportunità di progresso economico per l'intero Paese non solo perché possiede le maggiori opportunità di crescita produttiva, le risorse materiali e immateriali, ma soprattutto perché ha le potenzialità per far crescere il livello di competitività complessiva di tutto il Paese.
Il divario di sviluppo tra le varie aree del Paese che continua a permanere a totale svantaggio del Sud è un campanello d'allarme che non possiamo ignorare il gap infrastrutturale è l'elemento centrale che impedisce alle popolazioni del Mezzogiorno di esprimere in pieno le proprie potenzialità e che, contemporaneamente, produce Pag. 54una congiuntura economica più sfavorevole con tutte le ricadute note in termini di maggiore disoccupazione e aumento crescente di famiglie costrette a vivere, o meglio a sopravvivere, con redditi inferiori al tasso medio di povertà.
In questo provvedimento vi sono segnali importanti e in questo senso dobbiamo continuare a lavorare affinché questo enorme potenziale possa esprimersi a favore sia delle popolazioni del sud sia a favore dell'intero del Paese.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI CLAUDIO D'AMICO, PIER PAOLO BARETTA E FRANCESCO MARIA MARINELLO SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3779-A

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, l'approvazione del bilancio di previsione potrebbe essere considerato quasi un atto formale in quanto le decisioni politiche sono state fatte con la legge di stabilità approvata questa mattina.
Ed ora siamo qui per approvare un documento che riporta tecnicamente quelle norme. In realtà, però non è così. Questo atto è da considerare un documento fondamentale per noi, in quanto è il documento che ci dice quello che faremo il prossimo anno. È un documento che la maggioranza parlamentare, votandolo, sottoscrive e quindi la dovrebbe vincolare alla sua realizzazione. È il documento che ci delinea la strada che seguiremo nel 2011, una strada che è la continuazione di quella via intrapresa due anni e mezzo fa su indicazione di milioni e milioni di elettori.
Cari colleghi, il 28 agosto 1963, in un discorso tenuto a Washington, Martin Luther King pronunciò una frase che rimase nella storia: I have a dream, ho un sogno. Era un sogno di libertà. Voglio ricordare quella frase perché anche noi abbiamo un sogno, un sogno di libertà che, grazie alla lungimiranza politica, all'abnegazione, alla grande forza di volontà di un uomo come Umberto Bossi, stiamo realizzando.
Il sogno di cambiare finalmente questo Paese, portando a compimento la riforma federale, partendo dal federalismo fiscale per poi arrivare a quello istituzionale per far sì che le tante realtà che compongono questo Paese possano avere la possibilità di svilupparsi secondo le proprie peculiarità.
Per superare definitivamente quel sistema della vecchia politica che venne metaforicamente ben rappresentato da quel nostro storico manifesto che rappresentava il nord come una gallina che produceva uova d'oro che venivano sistematicamente mangiate da una vorace matrona romana, metafora dell'ingordigia del vecchio stato centralista che drenava risorse senza però garantire nessun reale sviluppo alle aree più bisognose.
Per questo, colleghi, noi non possiamo fermarci, non possiamo interrompere questo percorso virtuoso, che ha caratterizzato questa prima metà della legislatura, dobbiamo continuare insieme, tutti noi che oggi votiamo questo provvedimento, nel percorso intrapreso, nella realizzazione del nostro sogno.
Nel 2011 si celebrerà il centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, colleghi, questo Paese sarà davvero unito solo con il federalismo, tutti i grandi Stati mondiali sono federali e quindi non fermiamoci!
Non fermiamoci neanche nell'opera di deburocratizzazione e semplificazione che stiamo attuando grazie al concreto e deciso lavoro del Ministro Calderoli che ha portato al primo rogo di decine di migliaia di vecchie leggi che causavano soltanto problemi ai nostri cittadini e alle nostre imprese. Non fermiamo neanche la grande opera di contrasto alla mafia e all'immigrazione clandestina che con abnegazione il Ministro Maroni ha messo in atto. Per questi motivi dobbiamo approvare questo bilancio preventivo per il 2011 e per questi motivi annunzio il deciso e convinto voto a favore della Lega Nord Padania. Ma permettetemi, in conclusione, riferendomi ai nostri alleati, eletti con noi con lo stesso programma elettorale, di ricordare ancora due affermazione tratte da quel discorso del 1963 che ritengo possano essere importanti anche per tutti noi. We cannot walk alone, non Pag. 55possiamo camminare soli e we cannot turn back, ormai non si può più tornare indietro.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il bilancio di previsione di questo anno merita particolare attenzione perché in esso si vedono chiaramente le conseguenze delle scelte economiche e di finanza pubblica fatte dal Governo con tutti i numerosi e disorganici provvedimenti economici precedenti.
Dopo più di due anni di tentativi falliti da parte del Governo di risanare i conti pubblici, di far ripartire il PIL e la competitività pubblica e privata, di creare occupazione e di ridurre il peso fiscale appare evidente che l'Esecutivo non è in grado o non vuole affrontare l'effettiva situazione del Paese indicando la via indispensabile della ripresa e dello sviluppo.
Il risultato di questi anni di Governo, pertanto, ci possono far affermare che nessuno degli obiettivi è stato raggiunto: i conti pubblici si sono deteriorati e della crescita non c'è traccia.
La recente decisione di finanza pubblica stima il Pil del 2011 pari all'1,3 per cento ma si tratta di una previsione ottimistica (secondo il FMI il PIL sarà pari all'1 per cento), considerato che nel terzo trimestre del 2010 il PIL è aumentato dello 0,2 per cento in termini congiunturali e dell'1,0 per cento in termini tendenziali, a fronte di aumenti in termini congiunturali dello 0,8 per cento nel Regno Unito e dello 0,5 per cento negli Stati Uniti. In termini tendenziali, il PIL è aumentato del 3,1 per cento negli Stati Uniti e del 2,8 per cento nel Regno Unito.
La domanda interna è debole e continuerà ad esserlo, circostanza che fa sembrare altrettanto ottimistica la previsione di un tasso di crescita del 2 per cento nel biennio 2012-2013, anche tenuto conto che esso è pressoché doppio di quello stimabile per il prodotto potenziale dell'Italia alla vigilia della crisi.
Occorrerebbe, invece, rafforzare il potenziale di crescita dell'economia anche perché una ripresa dell'economia meno intensa renderebbe impossibile conseguire gli obiettivi di finanza pubblica.
È necessario, quindi, perseguire congiuntamente rigore e sviluppo, perché sono due variabili che si influenzano reciprocamente.
Eppure, di tutto ciò non c'è traccia nei provvedimenti degli ultimi mesi: non nel decreto legge n. 78, né nel disegno di legge di stabilità, né nel disegno di legge di bilancio.
Il disegno di legge di bilancio è solamente un lungo elenco dei tagli effettuati principalmente dal decreto-legge n. 112 del 2008 e dal decreto-legge n. 78 del 2010, tagli che ammontano, per il solo anno 2011, a oltre 17 miliardi di euro. E non è vero che questi tagli sono lotta agli sprechi, questi tagli incidono pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini e sull'economia, tanto che il Governo ha dovuto presentare nel corso dell'esame in Commissione degli emendamenti per restituire risorse all'autotrasporto e ai comuni per il mancato gettito ICI.
Non si sta parlando di rigore, si sta parlando di funzionalità della pubblica amministrazione. Si pensi, ad esempio, al Programma Prevenzione del rischio e soccorso pubblico del Ministero dell'interno che registra un decremento di 80 milioni di euro, per il quale il centro di responsabilità amministrativa competente segnala la sostanziale impossibilità di espletare le proprie funzioni, tanto da far suonare come una beffa la prevista assunzione nel 2011 di 1000 vigili del fuoco che non avrebbero i mezzi per svolgere il servizio. Analoga segnalazione giunge dal sistema nazionale di difesa civile e da parte delle prefetture.
In tema di giustizia, al di là della perennemente annunciata riforma, il programma Giustizia civile e penale registra un taglio di 119 milioni di euro ai compensi per lavoro straordinario, che intervenendo in una situazione di carenza quasi strutturale di personale rispetto all'organico fissato, rischia di provocare il definitivo collasso del sistema giudiziario italiano.
Ma tagli rilevantissimi si registrano anche su settori delicati e strategici come scuola, università e ricerca: il Ministero dell'istruzione, Pag. 56dell'università e della ricerca registra una riduzione di 2,8 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i trasporti e le infrastrutture, va segnalata la riduzione del 15 per cento del budget destinato al trasporto pubblico locale, penalizzando in particolare il trasporto ferroviario regionale con un taglio pari a circa 1,2 miliardi di euro; si riducono drasticamente così servizi essenziali per i cittadini, e contestualmente si aumenta il costo della mobilità sia con l'incremento delle tariffe autostradali sia con l'introduzione di nuovi pedaggi.
Il Governo ha, inoltre, confermato la decurtazione di tutti i principali Fondi relativi alla spesa sociale, primo fra tutti, il Fondo nazionale per le politiche sociali che vede per il 2011 uno stanziamento da ripartire per le regioni pari solo a 75 milioni di euro, integrato solo con un emendamento di ulteriori 200 milioni, a fronte dei 435 milioni per il 2010. Inoltre, si tolgono risorse al Fondo per le politiche della famiglia che passa dai 280.000 del 2008 agli attuali 52.466 e viene totalmente azzerato il Fondo per la non autosufficienza, non finanziato per il 2011.
Nel complesso, si prevede una riduzione di circa 11 miliardi di euro di spese, per la maggior parte imputabile ad un sensibile decremento delle spese in conto capitale, che registrano una riduzione di 7 miliardi di euro rispetto al bilancio assestato 2010. Il Governo sceglie, ancora una volta, di ridurre la spesa più produttiva anziché riorganizzare selettivamente quella corrente che registra, infatti, una riduzione più contenuta pari a circa 4 miliardi.
Sulla spesa corrente, va segnalato che quella al netto degli interessi registra una variazione in diminuzione particolarmente significativa, di circa 14,6 miliardi di euro, un obiettivo particolarmente ambizioso, soprattutto considerato che la sua dinamica nell'ultimo decennio è stata ampiamente superiore a quella del prodotto e che gran parte della prevista riduzione della spesa deriva da tagli lineari e blocchi temporanei, la cui efficacia è spesso deludente, come ha ricordato la Corte dei conti nel corso dell'Audizione sulla decisione di finanza pubblica, risolvendosi per lo più o in meri slittamenti nel tempo di pagamenti (ciò che ha creato difficoltà alle aziende fornitrici dell'Amministrazione) o nell'adozione di atti di riconoscimento di debito, che possono essere espressione di debiti sommersi e, comunque, elementi di turbativa del bilancio.
Al contrario, il programma oneri per il servizio del debito registra quasi 4,5 miliardi di euro in più rispetto al bilancio di previsione 2010 e oltre 10 miliardi di euro rispetto al dato assestato per il 2010. Sembrerebbe, pertanto, ripetersi quanto accaduto lo scorso anno, nel quale il Governo ha rivisto in diminuzione il dato relativo alla spesa per interessi di circa 5,5 miliardi di euro nei soli sei mesi intercorsi fra il bilancio di previsione e il dato assestato; una sovrastima funzionale alla creazione di margini di maggiore discrezionalità nella spesa.
Ai tagli vanno aggiunte le misure restrittive sugli enti territoriali, sui quali ricadrà oltre un terzo della manovra di luglio e il 60 per cento dei tagli previsti per la spesa. La riduzione dei trasferimenti, se non compensata da altra fonte di finanziamento, potrebbe comportare, già nel 2011, un taglio delle spese non sanitarie di circa l'11 per cento, con una forte concentrazione sulle spese in conto capitale, che potrebbero, pertanto, risultare ulteriormente sacrificate. In alternativa, un ricorso a maggiore indebitamento, renderebbe inefficace la misura, ripercuotendosi negativamente sull'andamento del debito pubblico.
Sulla realizzabilità dei risparmi attesi e sulla sostenibilità delle misure per le amministrazioni locali si riflette l'inadeguatezza di meccanismo, come quello del Patto di stabilità interno, che non è in grado, nell'impianto rivisto con il disegno di legge di stabilità, di tener conto delle differenti caratteristiche di un universo di riferimento molto ampio (oltre 2.200 enti) e con caratteristiche gestionali e strutturali molto differenziate. Un impianto indifferenziato e non selettivo che potrebbe tradursi un rallentamento della spesa in conto capitale, nella riduzione dei servizi ai cittadini, in rilevanti aumenti tariffari che rischiano di Pag. 57incidere sul potere d'acquisto delle famiglie, e soprattutto di quelle che hanno maggiori oneri di cura per i figli e per gli anziani non autosufficienti. I vincoli alla spesa, inoltre, rischiano di tradursi in un ulteriore aumento dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche verso il settore privato.
Riguardo alle entrate finali, l'aumento di 3,5 miliardi di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2010 risulta determinato dall'andamento crescente delle entrate tributarie. Un dato difficilmente spiegabile, considerato che, nei primi nove mesi dell'anno, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono diminuite dell'1,8 per cento (-5 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2009, un dato che desta preoccupazione soprattutto tenendo conto che la correzione effettuata prima dell'estate contava sulla possibilità di recuperare quasi 26 miliardi di euro dalle maggiori entrate, di cui quasi 20 miliardi dall'evasione fiscale da qui al 2013, una stima estremamente ottimistica.
È da osservare, inoltre, che alla sostanziale invarianza del livello assoluto del gettito si accompagna una ricomposizione fra imposte dirette e imposte indirette. Un risultato «asimmetrico» che non sembra trovare giustificazione.
In conclusione, è chiaro a tutti che l'obiettivo prioritario per l'Italia è quello di agevolare il più possibile la ripresa economica e migliorare i conti pubblici nazionali. Ma è ormai altrettanto chiaro che i due obiettivi sono un tutt'uno: senza crescita non ci sarà risanamento dei conti pubblici; senza politiche espansive non ci sarà crescita. La separazione tra questi due cardini non consente di costruire il futuro. Ma è esattamente questo il punto debole della politica economica del Governo.
Il nostro non è, come si ostina a dire, ormai inascoltato, il Presidente del Consiglio, catastrofismo.
Non lo è, innanzi tutto, perché abbiamo ben presente ed abbiamo rispetto per i grandi sforzi che il Paese reale sta facendo per uscire dall'angolo d'ombra della crisi. Tuttavia i segnali di ripresa, che pure qua e là si intravedono, sono ancora deboli, fragili e contraddittori e, comprensibilmente, la fatica quotidiana degli italiani è pervasa da un alternarsi di ottimismo e di pessimismo, ma è pur sempre retta da una ferma e straordinaria volontà di riuscirci. Il punto è che il Paese questo sforzo lo sta facendo da solo. Ed è del tutto intollerabile che, proprio quando bisognerebbe intensificare l'indirizzo e il sostegno, sia proprio il Governo ad abbandonare il Paese al suo destino.
Il Governo ha lasciato da soli i produttori e i lavoratori di fronte alle sfide dei mercati globali, della modernizzazione del lavoro, della ricerca di maggiore produttività e competitività e al tempo stesso dei diritti e delle tutele estese a tutti i soggetti a cominciare dai più esposti alle intemperie della crisi.
Insomma, sarebbe stato necessario, come più volte richiesto non solo da noi, ma dagli operatori economici, dalle istituzioni culturali, dalle parti sociali, cambiare passo. Ma, non è stato fatto.
Questa manovra di bilancio non fa il bene di questo paese. Ecco le ragioni del nostro no.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Onorevoli colleghi! Nell'approssimarsi del voto finale sulla manovra di bilancio per il 2011, desidero rispondere alle reiterate ed insistenti argomentazioni che, sia la sinistra, sia taluni settori della maggioranza, hanno insistentemente portato avanti in questi giorni di discussione, e cioè che la legge non contenesse disposizioni in favore delle sviluppo e del welfare.
È opportuno ricordare che l'opera del Ministro Tremonti in questi anni si è prevalentemente incentrata sulla tenuta dei conti e sullo sforzo di evitare che la crisi internazionale, generatasi con la crisi dei subprime si schiantasse con forza devastante sul nostro Paese che è afflitto, non per colpa di questo Governo, da uno dei debiti pubblici, in rapporto al PIL, più alti del mondo.
A tutt'oggi i mercati segnalano che la crisi del settore immobiliare americano è tutt'altro che finita; segnalano un prezzo in costante crescita del petrolio e tensioni sul mercato delle materie prime; segnalano l'accrescersi del rischio Paese per l'Irlanda Pag. 58ed il Portogallo. Peraltro occorre ricordare che dall'anno prossimo il nostro Paese dovrà affrontare un piano di rientro concordato in sede comunitaria, che obbligatoriamente porterà a manovre nelle quali sarà necessario realizzare cospicui avanzi primari.
Le azioni del Ministro Tremonti, al quale si imputa di frenare lo sviluppo, hanno impedito che gli italiani con mutui variabili perdessero le proprie case, che le nostre banche entrassero in crisi, che l'afflusso di prestiti del sistema bancario alle imprese si prosciugasse del tutto, che il Paese si avviasse ad una deriva finanziaria sul modello della Grecia. Enormi risorse sono confluite nel 2010 nel sostegno dei redditi da lavoro, quasi altrettante ne saranno utilizzate nel 2011, frenando così il disagio di coloro che, non per colpa del Governo, quanto piuttosto del ciclo economico, si sono trovati in cassa integrazione o licenziati.
Si è imputato a Tremonti di non aver abbassato le tasse e di aver bloccato il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Andrebbe invece ascritto a suo grande merito di non aver alzato le tasse e di non aver toccato gli stipendi dei dipendenti pubblici, al contrario di altri Paesi comunitari. E certamente non può essere imputata a Tremonti la crescita dei differenziali tra i tassi di interesse dei titoli pubblici tra Italia e Germania, che tutti gli Osservatorii internazionali imputano invece alla litigiosità della maggioranza, anche se tutti noi sappiamo a quale settore della maggioranza tale litigiosità va imputata.
Maggioranza con la quale si era stabilito, con il voto al decreto di luglio, che la legge di stabilità altro non avrebbe fatto che confermare la stretta sui bilancio pubblici.
Viceversa si è irritualmente stabilito, che la legge di stabilità contenesse le norme di sviluppo e di sostegno del reddito. Peraltro osservo che il decreto sviluppo, già preventivato per la fine di novembre, sarebbe entrato immediatamente in vigore, mentre la legge di Stabilità entra in vigore il 1o gennaio 2011. Quindi nella «interessata» fretta di alcuni schieramenti politici ad anticipare, si è finiti col posticipare le disposizioni per lo sviluppo.
Dunque il Governo ha messo sul piatto 5,7 miliardi vincolandoli alle esigenze più pressanti e di questa sensibilità gli diamo atto. Nella bagarre di dichiarazioni al vetriolo che quotidianamente vengono poste all'attenzione della pubblica opinione, in pochi spendono una parola per dire che i conti sono in sicurezza, il Federalismo precede spedito e le questioni più importanti sono finanziate.
Abbiamo destinato 1,5 miliardi in due anni alle università, un ulteriore miliardo agli ammortizzatori sociali. Il bonus energetico è stato prorogato, ma con la accorta modifica di spalmarlo in 10 anni, di modo che da fonte di maggiori spese esso può diventare causa di maggiori entrate, se si considera il massiccio volume di affari, di iniziative imprenditoriali, di lavoro e di economia verde che l'efficienza energetica alimenta.
E ancora: le missioni internazionali, l'esenzione sanitaria per la specialistica, il finanziamento delle scuole paritarie, il Fondo per i malati di SLA, l'autotrasporto, il salario di produttività, le risorse per l'ambiente, il piano di controllo sul settore dei giochi, la maggiore elasticità del Patto di stabilità.
Il nostro voto favorevole a questa Manovra è convinto e in esso è compreso l'apprezzamento per l'operato del Governo.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 6)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3778-A - odg n. 9/57 508 500 8 251 237 263 39 Resp.
2 Nom. odg 9/3778-A/129 519 517 2 259 242 275 35 Resp.
3 Nom. Ddl 3778-A - voto finale 555 553 2 277 303 250 23 Appr.
4 Nom. Ddl 3779-A - nota di variazioni 519 517 2 259 281 236 22 Appr.
5 Nom. odg 9/3779-A/2 510 349 161 175 28 321 22 Resp.
6 Nom. Ddl 3779-A - voto finale 509 507 2 254 282 225 20 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.