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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 378 di martedì 5 ottobre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,40.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 30 settembre 2010.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Brugger, Cirielli, Renato Farina, Lamorte, La Russa, Lo Monte, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Menia, Migliori, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Rigoni, Sardelli e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di una interrogazione (ore 10,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di una interrogazione.

(Iniziative nei confronti del Governo iraniano in merito alla vicenda dei medici Arash e Kamiar Alaei, impegnati nella lotta contro il virus dell'HIV - nn. 2-00239 e 3-00331)

PRESIDENTE. Avverto che l'interpellanza Zamparutti n. 2-00239 e l'interrogazione Della Vedova n. 3-00331, concernenti iniziative nei confronti del Governo iraniano in merito alla vicenda dei medici Arash e Kamiar Alaei, impegnati nella lotta contro il virus dell'HIV, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanza ed interrogazione).
L'onorevole Zamparutti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00239.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, questa interpellanza pone all'attenzione del Governo la vicenda che ha coinvolto due fratelli e medici iraniani, Arash e Kamiar Alaei, da anni impegnati in Iran nella lotta contro l'Aids, fornendo assistenza in particolare ai tossicodipendenti.
Per questa loro attività sono stati, o risulterebbero per tale attività, arrestati in Iran due anni fa. La vicenda riguarda dunque questi due medici, con i quali negli anni come Radicali abbiamo avuto modo di collaborare durante le riunioni della Commissione sulle droghe delle Nazioni Unite. È una collaborazione iniziata nel 2004, quando un servizio della BBC diede modo ai due medici intervistati di mostrare fuori dai confini dell'Iran la situazione della diffusione dell'Aids in un Paese che negli ultimi anni ha visto il numero dei tossicodipendenti aumentare fino a Pag. 2raggiungere la cifra di due milioni di persone.
Questo è avvenuto nonostante l'impostazione di una politica fortemente proibizionista, che si traduce in leggi molto severe in Iran, con una architettura che possiamo definire, poi, non molto dissimile dalla nostra, e che è stata descritta dai due medici, Arash e Kamiar, e documentata anche da varie organizzazioni internazionali (tra le quali la Croce rossa internazionale e la Physicians for human rights). È emerso che in Iran un numero elevatissimo di persone fa uso di droghe pesanti, che arrivano dal vicino Afghanistan, e che delle persone spesso ricorrano anche al sesso a pagamento, anche omosessuale, per procurarsi stupefacenti.
Le imputazioni a carico dei due fratelli medici non sono del tutto chiare. Si parla di accuse rivolte a queste due persone per aver diffuso informazioni sulle condizioni dei malati e sullo stato anche del servizio nazionale iraniano, nonché di aver acceso i riflettori su comportamenti legati al sesso e all'uso di sostanze stupefacenti non in linea con la politica della Repubblica islamica. Altre fonti parlano invece di un'incarcerazione dovuta alla ricerca da parte di queste due persone di rapporti politici con Paesi esteri in funzione anti regime.
Su questa vicenda era intervenuta con autorevolezza, nel dicembre del 2009, la Presidenza di turno dell'Unione europea per chiedere alle autorità iraniane un'immediata scarcerazione di queste due persone. Quindi con l'interpellanza in esame noi chiediamo quali iniziative siano state adottate dal nostro Governo in merito a questa vicenda che riguarda - ripeto - due persone che mi risultano ancora detenute.
Kamiar Alaei dovrà scontare la sua pena che terminerà nel 2011, Arash Alaei, invece, terminerà di scontarla nel 2014.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, rispondo congiuntamente all'interpellanza n. 2-00239 dell'onorevole Zamparutti e all'interrogazione n. 3-00331 dell'onorevole Della Vedova.
Nel giugno del 2008 i fratelli Arash e Kamiar Alaei, entrambi medici specializzati nella prevenzione e nella cura dell'HIV, sono stati arrestati mentre stavano partendo per una conferenza sull'Aids in Messico. Quel fermo, come anche riportato da alcuni blog specializzati in diritti umani, era stato determinato dai legami dei medici con organizzazioni della società civile statunitense e dalle loro critiche alla politica di Teheran in materia di programmi contro l'HIV. Venivano, infatti, ritenute insufficienti le misure concrete adottate dal Governo iraniano per affrontare il problema. Durante la fase pre-processuale, i fratelli Alaei sono stati sottoposti a stato detentivo senza la possibilità di accedere ad un avvocato.
Al termine di un processo iniquo, in cui sarebbero state prodotte prove mantenute segrete, nel gennaio 2009 sono stati condannati rispettivamente a 6 e a 3 anni di prigione. La motivazione utilizzata per la condanna dei due medici, ai sensi dell'articolo 508 del codice penale iraniano, menziona la collaborazione con un Governo nemico e azioni sovversive contro la Repubblica islamica.
Nonostante il cauto ottimismo manifestato dall'avvocato difensore, Massud Shafie, presentando l'istanza di appello nel febbraio 2010, i fratelli Alaei rimangono ancora in carcere. Il caso è seguito dai Governi occidentali e dalle più importanti ONG del settore, da Amnesty International a «Medici per i diritti umani», che hanno attivato campagne mediatiche per la liberazione dei fratelli Alaei.
Sul piano bilaterale abbiamo sottolineato alla controparte iraniana, in ogni occasione di incontro, la nostra preoccupazione in merito alla situazione dei diritti umani nel Paese, da ultimo nel colloquio che il Ministro Frattini ha avuto con il suo omologo iraniano, Manoucher Mottaki, a margine dell'Assemblea generale ONU a New York lo scorso 21 settembre. Pag. 3
Va osservato che, sui casi individuali, è risultata spesso efficace l'azione condotta sul piano multilaterale. La nostra ambasciata a Teheran ha, quindi, più volte sollevato la questione dei fratelli Alaei in occasione delle regolari riunioni tra ambasciate di Paesi like-minded sui diritti umani e ha promosso sollecitazioni a livello europeo. Anche a seguito di tali azioni, l'Unione europea, sia sotto la Presidenza francese che con la successiva Presidenza ceca, ha chiesto il rilascio dei due medici attraverso diversi passi effettuati nei confronti delle autorità iraniane; in particolare, la Presidenza francese ha sollevato il caso con una specifica Dichiarazione, mentre la Presidenza ceca ha convocato a Praga l'incaricato d'affari iraniano al fine di richiedere la scarcerazione dei due medici. Purtroppo, tale forte sensibilizzazione non ha finora prodotto i risultati auspicati. Il Governo italiano continua, quindi, a seguire il caso con grande attenzione. La nostra ambasciata a Teheran mantiene uno stretto contatto con le altre rappresentanze dell'Unione europea e dei Paesi like-minded e intende valutare, con i principali partner, l'opportunità di effettuare ulteriori passi congiunti in favore dei due medici.

PRESIDENTE. L'onorevole Zamparutti ha facoltà di replicare.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatta. Sono indubbiamente state intraprese delle iniziative e comprendo anche la difficoltà di affrontare e portare a giusta e buona soluzione questo caso rispetto ad un Paese, l'Iran, che è una teocrazia, una delle più dure e buie dittature del nostro pianeta.
Apprezzo in particolare le dichiarazioni del sottosegretario contenute nella risposta rispetto all'importanza di un approccio a questo caso riguardante sostanzialmente la tutela dei diritti umani, dei diritti civili riferita a due persone, in una prospettiva multilaterale che è quella che anche il nostro Governo ha perseguito alle Nazioni Unite.
Ritengo che per cercare di imprimere un cambiamento rispetto alla dittatura iraniana serva indubbiamente un approccio multilaterale, serva un impegno su tutto il fronte che riguarda i diritti umani. Quindi, voglio anche ricordare e fare presente che da questo punto di vista vi sarebbe la possibilità - anche in settimana rispetto all'imminente scadenza del 10 ottobre, giornata mondiale contro la pena di morte - che, anche per sostenere l'impegno del Governo in ambito multilaterale rispetto agli impegni sui diritti umani, in particolare rispetto alla pena di morte che è un tema che vede l'Iran tristemente primeggiare in quest'ambito con esecuzioni inflitte nei confronti dei minorenni, con la pratica ancora in uso della lapidazione, quest'Aula ne discutesse attraverso lo strumento di una mozione parlamentare che mi auguro possa essere calendarizzata e possa trovare il sostegno di tutti i gruppi in modo da rafforzare ulteriormente l'impegno per il rispetto dei diritti umani e dei diritti civili anche da parte di Paesi come l'Iran.

PRESIDENTE. L'onorevole Della Vedova ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00331.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, sono soddisfatto delle parole del sottosegretario Pizza riguardo agli impegni che sono stati ottemperati sino ad oggi dall'Italia soprattutto nello spingere l'Unione europea a intervenire su questa problematica. Se oggi fosse stato presente in Aula un membro del Governo del Dicastero degli affari esteri mi sarei permesso di aggiungere altre brevissime considerazioni; lo faccio egualmente oberando semmai il collega Pizza del compito di riferirle ai suoi colleghi del Ministero degli affari esteri, dal momento che abbiamo atteso per avere questa risposta.
Teniamo presente che soprattutto nel confronti dell'Iran (è una questione che riguarda l'Italia e la sua diplomazia, non riguarda maggioranza e opposizione, destra e sinistra) si è sempre tenuto un atteggiamento, per mille ragioni che non Pag. 4sto a richiamare, a rischio di correità anche quando la leadership era diversa e presunta riformatrice in Iran. Questi non sono episodi marginali o periferici: questi episodi segnalano l'elemento costitutivo del regime iraniano e per tale ragione da parte nostra, in questo caso insieme ai colleghi radicali ma sempre da parte di questo Parlamento, c'è molta sensibilità su questi casi.
Si tratta infatti di casi simbolici, che magari da parte del regime o di qualcuno che eccede in ottimismo sulle sorti del regime iraniano già da oltre dieci anni vengono considerati sintomi marginali o fenomeni che sono in via di estinzione. Purtroppo come abbiamo visto anche su altre questioni questo è il dato essenziale. Ritengo che gli impegni ribaditi su questi temi sia in sede italiana sia in sede europea siano fondamentali perché rappresentano le cartine di tornasole, le poche occasioni in cui affiora lo stato del regime iraniano.
Credo che noi dobbiamo essere sempre attenti a stare dalla parte dei medici e di chi rischia la lapidazione in modo ancor più netto di quanto non sia stato fatto in passato (non è il caso di questa vicenda, che, come ha già spiegato il sottosegretario, è stata affrontata).
L'unica cosa che possiamo dire è che, siccome queste persone sono ancora in galera, l'impegno non deve venire meno.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e dell'interrogazione all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 15,40.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Boniver, Caparini, Gianfranco Conte, Dozzo, Gregorio Fontana, Lusetti e Migliavacca sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (A.C. 2260-A/R) e delle abbinate proposte di legge: Cosenza ed altri; d'iniziativa dei senatori: Scarpa Bonazza Buora ed altri (Approvata dal Senato); Jannone e Carlucci (A.C. 2646-2743-2833).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare e delle abbinate proposte di legge di iniziativa dei deputati Cosenza ed altri; di iniziativa dei senatori Scarpa Bonazza Buora ed altri, già approvata dal Senato; Jannone e Carlucci.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
Ricordo che nella seduta del 9 novembre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che, da ultimo, nella seduta dell'11 febbraio 2010, il provvedimento è stato rinviato in Commissione.
Ricordo, altresì, che, come costantemente affermato dalla Presidenza, per un principio di continuità del procedimento, l'esame del provvedimento in Assemblea - dopo il rinvio in Commissione - riprende dal punto in cui esso si era interrotto con il rinvio e, quindi, dall'articolo 1-bis, essendo stati già approvati l'articolo 1 e due articoli aggiuntivi, che hanno assunto la numerazione 1.1 e 1.1.1.

Pag. 5

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli articoli del disegno di legge, nel nuovo testo della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R).
Avverto che prima dell'inizio della seduta gli articoli aggiuntivi Fiorio 2.0800, Oliverio 2.04, Servodio 3-ter.058, 3-ter.020 e 3-ter.021, Zucchi 7.059 e Fiorio 7.0702 sono stati ritirati dai presentatori.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,42).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,43).

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, intervengo in merito al gravissimo episodio di minacce indirizzate al procuratore Pignatone, che si è verificato oggi: questa mattina, infatti, vi è stato il ritrovamento di un bazooka, segnalato al 113 di Reggio Calabria.
Si tratta di un gravissimo, ennesimo, episodio di minacce nei confronti di un magistrato di Reggio Calabria, impegnato, come tutta la magistratura di quella città, in una lunga e difficile lotta alla 'ndrangheta. È l'ennesimo episodio, dopo i numerosi avvertimenti mafiosi rivolti al procuratore generale Salvatore di Landro.
Vorrei, innanzitutto, che giungessero da questa sede al giudice Pignatone, al procuratore generale Di Landro e agli altri magistrati impegnati in questa lotta, il nostro pensiero e la nostra vicinanza per il difficile lavoro che svolgono e per le minacce continue che ricevono.
Signor Presidente, a questo proposito, a nome del gruppo del Partito Democratico, chiediamo che il Governo venga in Aula a riferire sulla situazione della lotta contro la criminalità organizzata in Calabria in ordine a questi gravi episodi, per far sentire a questi giudici la vicinanza del Parlamento e del Governo e per indicare quali provvedimenti il Governo intenda assumere con riferimento a questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, anche noi ci associamo alla richiesta appena avanzata dal collega Fiano, segnalando all'Assemblea che quest'ultimo episodio, ormai, non appartiene più al campo delle intimidazioni, in ordine alle quali è sufficiente esprimere una mera solidarietà, anche convinta ed espressa con grande decisione.
Qui il problema è la Calabria, una regione che pare, ormai, in preda alla criminalità organizzata.
L'ultimo episodio, quello di stamattina, è gravissimo: infatti, è stato ritrovato un bazooka carico, pronto ad essere utilizzato per un attentato al procuratore Pignatone che, in questi ultimi anni, ha svolto a Reggio Calabria, insieme a buona parte della magistratura calabrese, un'opera meritoria nell'attività di repressione della criminalità organizzata.
Anche noi chiediamo che sia il Governo ad intervenire in Aula per riferire su quello che intende fare per restituire normalità ad una regione che, a causa della 'ndrangheta, normale non è più. Abbiamo chiesto al Ministro Maroni, nelle scorse settimane, che il Governo predisponga un piano straordinario per il contrasto alla criminalità organizzata in Calabria. Pag. 6
Vorremmo che il Ministro Maroni, ma non solo lui, anche altri ministri che debbono pure impegnarsi per diffondere la cultura della legalità, per consolidare tale cultura in Calabria, ci venissero a dire, qui in Parlamento, quello che il Governo intende fare perché, lo ripeto, non si tratta dell'ennesima intimidazione a un magistrato.
Vorrei segnalare che intimidazioni del genere sono state rivolte anche nei confronti di diversi personaggi delle istituzioni, di tanti giornalisti; c'è un'emergenza nazionale che va affrontata con una decisione che finora il Governo non ha avuto modo di mostrare (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, a nome del gruppo Italia dei Valori, esprimo preoccupazione ed anche rabbia per il comportamento del Governo nei confronti della magistratura. Il Presidente del «cattivo» Consiglio, tutti i giorni, insulta i magistrati che sono i tutori della legalità, sono coloro ai quali la Costituzione affida il compito di ius dicere, cioè di applicare le leggi e di affermare la verità processuale.
Invece, il Presidente del «cattivo» Consiglio non fa altro che insultare quotidianamente un organo costituzionale nel suo complesso e i singoli magistrati, l'ultima volta dicendo che sono un'associazione per delinquere. Vorremmo, allora, sapere se chi applica le leggi è un'associazione per delinquere, vorremmo sapere da coloro i quali contestano ai servitori dello Stato di essere tali che cosa sono loro, se non sono peggio di un'associazione per delinquere. Il clima di odio che il Presidente del Consiglio sta scatenando contro la magistratura, è il brodo di coltura nel quale si insinuano menti criminali, le quali vogliono abbattere il controllo di legalità. In Calabria il Governo non sta facendo niente di fronte all'escalation di fatti gravissimi contro i magistrati inquirenti: prima contro la procura, poi contro la procura generale, adesso di nuovo contro il procuratore.
Che cosa sta facendo questo Governo che si gloria di risultati contro la criminalità organizzata che sono invece ottenuti proprio dalla magistratura e dalle forze dell'ordine e non certo dal Ministro Maroni? Che cosa sta facendo il Ministro Maroni per combattere efficacemente la criminalità organizzata in Calabria? Vorremmo sapere dal Ministro Maroni se quegli allarmi che lui lancia in generale per il rischio di attentati non siano fortemente aggravati per quanto riguarda i magistrati, dal comportamento indegno, indecente ed eversivo che mantiene il Presidente del «cattivo» Consiglio. L'ho detto tre volte perché non sfugga né ai presenti in Aula né a chi ci sta ascoltando.
Presidente, la situazione è molto grave, noi chiediamo che il Governo venga in Aula per riferire sul comportamento del Governo stesso, del Presidente del Consiglio, del Ministro dell'interno nei confronti dei tutori della legalità e dei servitori dello Stato che sono i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIOVANNI DIMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, voglio brevemente ricordare - anche a nome dei colleghi del Popolo della Libertà, e, in modo più specifico, dei colleghi calabresi del Popolo della Libertà - che siamo preoccupati rispetto alla questione sollevata anche da parte dei colleghi dell'opposizione.
Tuttavia, diciamo ciò con la consapevolezza che il Governo è dalla parte del giusto nell'azione forte di repressione delle forze della delinquenza e della criminalità organizzata. In tale direzione vi sono fatti oggettivi che nessuno può mettere in discussione e noi lo ribadiamo con orgoglio e con forza. Mai come con questo Governo, in Italia, vi è stata un'azione forte per la repressione della criminalità. Pag. 7
Certo, la Calabria vive una sua condizione particolare: lo abbiamo sempre detto e lo abbiamo anche sottolineato in questa sede, in altre occasioni. Dunque, per noi non è un fatto straordinario, anzi invitiamo il Governo - in modo particolare il Ministro Maroni - a venire in Aula per dire con chiarezza qual è l'azione, da parte del Governo nazionale, rispetto ai temi che affliggono la Calabria in ordine alla criminalità organizzata.
Desidero inoltre sottolineare, signor Presidente, che non è un fatto secondario: in Calabria vi è una giunta regionale, eletta da pochi mesi, che sta iniziando un forte lavoro di rinnovamento delle istituzioni e delle politiche in quella regione, ad iniziare dal tema della sanità. Lo dico con chiarezza, con forza e anche con un pizzico di orgoglio.
Pertanto, anche in questo caso, Presidente Lupi, ritengo che dobbiamo respingere i tentativi di strumentalizzare - così come ha fatto qualche collega dell'opposizione - questo particolare momento, perché evidentemente c'è ancora qualcuno che cerca di immaginare la politica del «tanto peggio, tanto meglio». Noi, invece, esaltiamo l'azione del Governo nazionale nella lotta alla criminalità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorsi i termini previsti dal Regolamento per lo svolgimento delle votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,05.

Annunzio della nomina di un Ministro.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 4 ottobre 2010, la seguente lettera: «Onorevole Presidente, la informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha nominato Ministro dello sviluppo economico l'onorevole Paolo Romani, il quale cessa contestualmente dalla carica di sottosegretario di Stato al medesimo Dicastero. Cordialmente, firmato Silvio Berlusconi» (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano).

Sull'ordine dei lavori (ore 16,07).

FRANCESCO BOCCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, come lei e i colleghi sapete, all'ordine del giorno dei nostri lavori ci sarebbe stata, a questo punto, la mozione di sfiducia per il Ministro dello sviluppo economico ad interim. Però, ieri sera, finalmente, dopo cinque mesi - e dopo una serie di dichiarazioni svolte in sede di illustrazione della nostra mozione con le quali lo abbiamo ricordato all'Assemblea, così come avevamo fatto già altre tre volte attraverso interrogazioni e interpellanze urgenti - la promessa di nominare il Ministro entro sera è stata mantenuta.
Peccato, però, che in questi cinque mesi il Ministero dello sviluppo economico - così come abbiamo dimostrato nella discussione svoltasi ieri - è stato oggetto di una serie di politiche che nulla hanno a che fare con le strategie industriali del nostro Paese. Mi riferisco, soprattutto, alla condizione di quelle imprese che hanno, in qualche modo, prodotto oltre 60 mila posti di lavoro a rischio, alle risorse sottratte allo stesso Ministero tra quelle dirottate al Dipartimento per il turismo - che non sappiamo ancora cosa farà con gli 800 milioni di euro sottratti - per non parlare poi dello spostamento delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate.
Signor Presidente, inevitabilmente, a questo punto, come immagino faranno gli altri gruppi, ritiriamo la mozione, che non è più attuale, ma resta sullo sfondo - lo dico soprattutto ai colleghi di maggioranza - la condizione oggettivamente surreale nella quale ci siamo ritrovati. Pag. 8
Di nuovo, infatti, abbiamo dovuto ricorrere al «metodo Brancher» per ottenere la nomina del Ministro dello sviluppo economico. Ancora una volta abbiamo dovuto presentare, illustrare e sottoporre al voto dell'Assemblea una mozione che all'ultimo momento ha prodotto la nomina del Ministro (in altri casi, come per Brancher e Cosentino, si erano ottenute le dimissioni, nel caso di Bossi le scuse quasi a reti unificate ai romani e al Paese).
Vediamo che questo è l'unico metodo efficace che vi consente, in qualche modo, di darci risposte e per tale motivo - considerato che oggi il Ministro dell'economia durante l'audizione non ha risposto su quando intendete o se mai intendete nominare il presidente della Consob - vi annunciamo che molto presto, anche per la Consob, utilizzeremo il «metodo Brancher» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, l'Italia dei Valori aveva presentato una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro dello sviluppo economico ad interim, Berlusconi, perché lo ritenevamo - e lo riteniamo ancora oggi, come Presidente del Consiglio - in grave conflitto di interessi su alcune decisioni specifiche che deve prendere come Presidente del Consiglio e che lo riguardano come persona e come imprenditore.
Vi è un conflitto di interessi che noi vediamo emergere ogni giorno rimarcato - nei tre giorni successivi alla fiducia ottenuta - ancora una volta in tre argomenti diversi.
L'altro ieri, subito dopo aver ottenuto la fiducia, ha rilanciato al primo posto del suo programma la necessità di inserire un altro Lodo Alfano per garantire in qualche modo la sua impunità. Ieri ha detto che bisogna istituire una Commissione parlamentare per indagare sui magistrati che lo stanno processando, trasformando esso stesso da imputato in giudice dei propri giudici. Oggi ci dice che nomina come Ministro dello sviluppo economico l'onorevole Romani. Allora è bene che si sappia che il conflitto di interesse in cui per tanti mesi è vissuto Berlusconi in quanto Ministro dello sviluppo economico ad interim, lo si ritrova allo stesso modo anche con riferimento al Ministro Romani.
Chi è Romani? Innanzitutto ricordiamo di cosa si occupa il Ministero dello sviluppo economico: di tante cose indubbiamente, ma certamente di un settore nevralgico, che è quello delle telecomunicazioni. Nell'ambito di questo settore deve sovraintendere al mercato televisivo e, in tale contesto, innanzitutto, a quel mercato televisivo che riguarda sia la RAI sia Mediaset, e ricordo che occorre rinnovare anche il contratto con la RAI.
Ebbene, Berlusconi in questi cinque mesi da Ministro dello sviluppo economico, e quindi da responsabile diretto delle telecomunicazioni, ha rilasciato un'autorizzazione con proprio decreto a Mediaset per trasmettere sul digitale terrestre anche una quinta frequenza, quindi ha rilasciato a se stesso quel che serviva alla sua azienda. Credo che un conflitto di interesse così grave non ci sia in nessun altro Paese al mondo che si possa dire democratico (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Dico questo perché poi si arrabbiano con noi quando diciamo che il Presidente del Consiglio violenta la democrazia.
Allora rimarchiamo qui, anche nei confronti del Ministro Romani, non le nostre riserve, ma la nostra totale contrarietà perché anch'egli è personaggio che si trova in una situazione di grave conflitto di interessi. Innanzitutto, Romani è un uomo di televisione, nasce professionalmente con la televisione, con Telelivorno, Rete A, Telelombardia, Lombardia 7. Non solo nasce con la televisione, ma commette anche una serie di atti per cui è sottoposto all'attività di indagine della magistratura, con Lombardia 7 che finisce in bancarotta fallimentare per 12 miliardi di vecchie lire. Poi ritroviamo lo stesso Romani ancora una volta indagato, poi imputato in un'imputazione Pag. 9coatta da parte del GIP, per falso fallimentare. Qualcuno mi dirà: sì, ma è stato prosciolto; per forza, perché sul falso e su queste leggi di falso in bilancio si è fatta una legge per non farsi processare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Ecco il motivo per cui noi parliamo di un conflitto di interesse in sé, perché riguarda non solo il Presente del Consiglio, ma tutta la cricca che gli sta vicino.
A proposito di cricca, chi è Romani? Romani ultimamente si è dato ancora molto da fare al comune di Monza come assessore per permettere una variante, che si chiama appunto «variante Romani» e non una variante qualsiasi, che realizza ben 420 mila metri cubi - lo ripeto: 420 - di fabbricato a favore di imprese del gruppo Berlusconi.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Dunque con questo voglio dire che Romani è una persona né più né meno fedelissima di Berlusconi, attaccata a lui, che esegue esattamente le indicazioni di quest'ultimo che gli servono a fini personali, imprenditoriali, piuttosto che per tutelare gli interessi dell'opinione pubblica, dei cittadini.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, deve concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Allora, a noi sia permesso di esprimere la nostra contrarietà rispetto a questo atto di indirizzo che noi consideriamo ancora da dover verificare in questo Parlamento, perché in questo Parlamento abbiamo ancora di fronte non solo il Presidente del Consiglio, ma anche una serie di Ministri che da suoi dipendenti, da suoi collaboratori, da suoi fedelissimi, dopo che si sono macchiati anche di comportamenti poco trasparenti nel suo interesse, oggi si trovano a governare la cosa pubblica e non sappiamo se lo fanno per loro o per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MAURO LIBÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, stiamo parlando di una mozione che verrà ritirata: ne abbiamo discusso ieri per un giorno ma, purtroppo, nel Paese ne abbiamo discusso per cinque mesi, perdendo cinque mesi di tempo utile. Ciò è avvenuto in un'Europa che sta riprendendo la propria rincorsa economica e che fornisce dati particolari che sembra che nessuno guardi.
Ieri ho ricordato che viaggiamo a un tasso di crescita dell'1,1-1,2 per cento. Non è solo la Germania che viaggia al 3,4 per cento, ma ieri abbiamo scoperto che anche la Polonia viaggia al 3,4 per cento. Dunque, il rischio è che le nostre imprese possano delocalizzare non solo nei mercati cinesi o indiani o in altri mercati dei Paesi emergenti, ma che possano delocalizzare anche in casa nostra, perché l'Europa a casa nostra è un problema reale e vero.
Per cinque mesi, non abbiamo avuto il Ministro per lo sviluppo economico. Non cito tutte le cose rimaste in sospeso, dal nucleare al sostegno alle piccole e medie imprese, dal sostegno alle aree depresse alle liberalizzazioni. Tutte le riforme annunciate e non fatte sono ormai oggetto di discussione continua tra un Governo che cerca di trasformarle in spot e la nuda realtà di chi lavora tutti i giorni: non si tratta solo degli imprenditori, ma anche di tutto quel popolo di operai, di impiegati e di lavoratori dipendenti che hanno la preoccupazione giornaliera della perdita del lavoro.
Gli indicatori riportati anche dalla presidente Marcegaglia, che è sempre stata molto oggettiva verso il vostro Governo, ci hanno dimostrato che se la crescita non raggiunge il 2 per cento, non riusciremo a riassorbire nessuno di quei lavoratori che purtroppo in questi mesi abbiamo perso per strada.
Voi, in tutto questo, avete cincischiato sulle opere da fare o da non fare e sugli spot non realizzati e avete raccontato che Pag. 10con l'interim si potevano risolvere i problemi. Purtroppo, molta della politica continua ad essere rinchiusa all'interno dei palazzi e non parla con chi i problemi li vive.
Dopo cinque mesi di sollecitazioni - e, nel nostro piccolo, ci auguriamo anche dopo la presentazione di queste brevi mozioni, che fotografavano soltanto la realtà -, siete arrivati a far nominare un Ministro, che almeno doveva essere una persona che desse un rilievo e un'apertura all'esterno. Vi siete rinchiusi invece al vostro interno: una scelta minimale che non dà sicuramente un segnale di novità e di positività allo sviluppo di questo Paese.
La realtà, guardate, è una sola: l'economia continua ad avere difficoltà. Le grandi realizzazioni, raccontate anche la settimana scorsa dal Presidente del Consiglio, stentano a vedersi, anzi non si vedono: il ponte sullo Stretto rischia di diventare il suo monumento, perché non si costruiscono le opere infrastrutturali di collegamento, mentre, con riferimento al nucleare, forse nel 2013 si potrà posare la prima pietra, ma sarà un mattone che rimarrà lì per tutta la nostra vita.
Non abbiamo scelto niente, ma deve essere chiara una cosa: non è stata colpa dell'opposizione. Come avete fatto ieri, continuate oggi e domani a cincischiare sul voto anticipato. Avete una grande maggioranza: ciò che non è stato fatto è stato demerito vostro. Sicuramente questa vicenda del Ministero ha dimostrato solo una cosa: è l'epilogo ineludibile - ripeto quanto ho già affermato - che dimostra solo la vostra incapacità di governare gli eventi e i cambiamenti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Libè, se la Presidenza ha ben capito, alla luce del suo intervento, la mozione Casini ed altri n. 1-00446 si intende ritirata?

MAURO LIBÈ. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la mozione Franceschini ed altri n. 1-00438 il ritiro è stato annunciato esplicitamente, mentre avverto che anche la mozione Di Pietro ed altri n. 1-00435 si intende ritirata.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, questo intervento è necessario per porre una domanda ai colleghi dell'opposizione. Delle due l'una: o sono soddisfatti perché finalmente il Ministero dello sviluppo economico ha il Ministro, o sono insoddisfatti e preferivano la condizione precedente, ossia l'interim di Berlusconi. L'interim del Presidente del Consiglio, peraltro, non era una vacatio. Non bisogna dimenticare gli importanti rapporti di politica estera e di politica industriale che in questi mesi il Presidente del Consiglio ha portato avanti sia con i Paesi del nord Africa, la Libia ma non solo, sia con i Paesi dell'est europeo. Basti pensare al consolidamento di alcune grandi aziende italiane anche di proprietà del Ministero dell'economia delle finanze nei Paesi dell'est, alle politiche verso la Russia, alle politiche di collegamento con i grandi gasdotti per assicurare l'approvvigionamento al Paese. Mi pare che Berlusconi in questi mesi abbia coordinato al meglio una politica delle attività produttive concepita come una politica di sviluppo e di apertura ai mercati internazionali. Quindi, non vi è nessuna remora. C'è stato un ottimo lavoro confortato dal fatto che né le associazioni sindacali né le associazioni confindustriali degli imprenditori hanno mai criticato questa situazione, riconoscendo al Presidente del Consiglio una capacità straordinaria di Governo di queste politiche. Per quanto riguarda la nomina del Ministro Romani, che noi apprezziamo particolarmente e al quale vanno i nostri auguri, voglio ricordare a chi mi ha preceduto, all'onorevole Di Pietro in particolare, che è giusto che un Presidente del Consiglio nomini ministri di sua fiducia. Mi pare che egli abbia fatto la stessa cosa nel nominare i gestori di alcune cosiddette Pag. 11associazioni o enti morali, che poi si occupano del patrimonio del partito. Quindi, con altro spirito il Presidente del Consiglio ha nominato il Ministro Romani, che ha ben fatto come Viceministro delle attività produttive, che ha una lunga esperienza parlamentare e che in questi anni non ha mai dato adito a nessun segnale di incapacità o addirittura di disponibilità verso gli interessi di qualcuno. Quindi, a Romani auguriamo buon lavoro e al Presidente del Consiglio esprimiamo anche la nostra stima (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano).

PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, svolgo solo brevi considerazioni. In primo luogo, noi di Alleanza per l'Italia, ma credo di poter parlare anche a nome di altri colleghi del gruppo misto, abbiamo qualche difficoltà ad unirci alla ola cui abbiamo assistito non appena il Presidente della Camera ha dato annuncio finalmente dell'avvenuta nomina e dell'avvenuto giuramento del nuovo Ministro per lo sviluppo economico. Abbiamo qualche difficoltà perché - qui mi si consentiranno due brevissime considerazioni - credo che siano passati centonovanta giorni e sono tanti. Siamo ancora pieni di domande sul perché tutto questo tempo sia trascorso. Perché? Cosa avrebbe impedito la nomina al Primo Ministro, visto che peraltro il nome del collega Romani non mi pare fosse così nuovo o che fosse una escogitazione ricercata all'interno di una rosa di premi Nobel. Perché centonovanta giorni?
Le considerazioni sono essenzialmente due. La prima: è evidente che le mozioni presentate dall'opposizione un qualche effetto l'hanno avuto, quindi prendiamone nota. In questa sgangherata e anomala dialettica parlamentare ancora accade che un'iniziativa dell'opposizione riesca a mettere in moto un processo e quindi, in qualche misura, le mozioni hanno prodotto il loro effetto.
Tuttavia - e capisco anche il gelo, riferito da qualche giornale, del Presidente della Repubblica nel conferimento di questo incarico e nel giuramento accettato - è avvenuto che per tutto questo tempo, per cinque mesi e più, si è ragionato intorno ad un'ipotesi di Ministro. Vi era un annuncio quasi settimanale, il Presidente del Consiglio non faceva mistero delle sue intenzioni di procedere alla nomina settimana dopo settimana in quest'ultimo tempo. Si immaginava che il nuovo Ministro fosse da ricercare in una dimensione del tutto lontana da quella che poteva ingenerare una qualche forma di conflitto di interessi.
Non mi pare che così sia stato: la scelta è stata, ancora una volta, compiuta all'interno di un recinto, di uno spazio che offre oggi in termini di ceto dirigente il Popolo della Libertà. E pensare che questo Parlamento, care colleghe e cari colleghi, aveva sin dal 1994, dal passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, registrato un primato straordinario, che i politologi hanno avuto modo di sottolineare. Infatti, a partire dal 1994, il 2,4 per cento dei membri del Parlamento proveniva direttamente dalle file di Fininvest, all'epoca si chiamava così. Adesso non è probabilmente più così, per quanto riguarda l'identificazione della società e dell'indotto televisivo, tuttavia siamo sempre in quel recinto.
Pertanto - e concludo - a noi piacerebbe solo che qualcuno ci spiegasse una cosa: se bisognava andare a cercare un pur dignitosissimo collega parlamentare che già svolgeva quella funzione all'interno del Ministero, perché 190 giorni di attesa? (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

LUCIANO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, semplicemente per augurare buon lavoro al nuovo Ministro, l'onorevole Romani, che dovrà occuparsi di sviluppo dell'economia, Pag. 12che in questo periodo, come sappiamo, è uno degli aspetti più rilevanti dell'azione politica del Governo del Paese.
Ovviamente ci auguriamo che il nuovo Ministro sia consapevole - e soprattutto in grado - di portare dei messaggi chiari nell'Unione europea per determinare delle nuove situazioni che possano tirarci fuori da questa empasse che sta creando milioni di disoccupati in tutto il vecchio continente.
Un messaggio che continuiamo a mandare anche noi, che comunque siamo sentinelle del nostro territorio e ci accorgiamo del perché l'economia non funziona più, è quello di indicare agli altri partner europei che il mondo economico e il mondo della finanza che si conoscevano fino a quattro o cinque anni fa non esistono più e difficilmente si riproporranno. Quindi c'è bisogno di qualche iniziativa nuova.
Pensare che il vecchio continente possa recuperare qualche milione di posti di lavoro incentivando la produzione di scarpe, camicie o automobili vuole dire non capire assolutamente nulla, perché abbiamo già i magazzini pieni e non riusciamo ad essere competitivi con Paesi che rimuovono qualsiasi costo sociale.
Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo: se tutti i Paesi fossero d'accordo, qualcosa di nuovo si potrebbe organizzare mettendosi d'accordo e cominciando a mettere mano a tutte le infrastrutture che da anni hanno la necessità di essere riprese per mano, vale a dire un secondo piano Marshall, se vogliamo.
In Italia avremmo da lavorare almeno per il prossimo mezzo secolo: strade, ponti, scuole. Abbiamo la possibilità di rimettere in moto l'economia. È ovvio che non può essere un Paese solo ad iniziare questo percorso, perché, se non ci si mette d'accordo tutti insieme sul fatto che questi sono investimenti che vanno sotto la voce di attività per migliorare la qualità dei nostri cittadini, anziché metterli tra le passività, vuole dire che non si vuole uscire da questo problema.
Questo è l'augurio che noi rivolgiamo al nuovo Ministro dello sviluppo economico, perché sappia farsi portavoce nell'Unione europea di questi problemi. Dopodiché l'opposizione fa il proprio lavoro: contesta la composizione del Governo. Siamo arrivati, addirittura, ai processi ancora prima delle azioni: si parla di conflitto di interessi, ma è la solita minestra riscaldata. Con il conflitto di interessi il Presidente del Consiglio è stato rieletto dai cittadini italiani per la terza volta; quindi, probabilmente, il loro augurio è vederlo confermato per la quarta volta.
Dopodiché vi è tutta una serie di authority, la magistratura contabile, la Corte dei conti, la Corte costituzionale stessa, che fanno da garanti affinché il conflitto di interesse non possa esserci. È ovvio che sentire prediche a tale riguardo da chi, nel proprio territorio - mi viene in mente il Partito Democratico nel territorio dell'Emilia Romagna - ha terreno di caccia, per quanto riguarda il conflitto di interessi, nell'attribuzione di competenze, servizi ed altro, lascia il tempo che trova.
All'onorevole Di Pietro, da buon catastrofista qual è, mi permetto di suggerire che, prima di fare i processi in casa di altri, è meglio che pensi a fare i processi in casa propria e lasci lavorare questo Governo, perché i tempi sono stretti e le esigenze dei cittadini sono quelle di rivedere un Governo propositivo, che, sotto l'aspetto del rilancio dell'economia, non si perda nel rispondere a chi vive di catastrofismi, ma riesca a formulare quegli indirizzi a cui facevo riferimento prima, unici, probabilmente, per dare un respiro all'economia di tutto il vecchio continente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, ho ascoltato gli interventi dei colleghi dell'opposizione, che hanno annunciato il ritiro delle mozioni che impegnavano il Governo a nominare il Ministro dello sviluppo economico, anche perché queste mozioni, ovviamente, sono state superate Pag. 13dai fatti, e cioè dalla circostanza che il Ministro Romani abbia giurato ieri nelle mani del Capo dello Stato.
Signor Presidente, mi permetta, però, qualche considerazione a margine in ordine a queste mozioni: esse contenevano una premessa sostanzialmente molto sbagliata, cioè quella secondo la quale il Ministero dello sviluppo economico, dal 5 maggio scorso, ovvero dalle dimissioni del Ministro Scajola, sarebbe stato lasciato abbandonato e chiuso, senza che nessuno all'interno del Ministero abbia più portato avanti alcun genere di lavoro e di dossier. Questo è profondamente sbagliato, da un lato perché non riconosce il lavoro costante, attento, meticoloso e proficuo svolto dal sottosegretario Saglia e dai due Viceministri dello sviluppo economico, l'onorevole Romani e l'onorevole Urso, dall'altro, perché non riconosce neanche il lavoro importante svolto dal Presidente del Consiglio durante il suo interim.
Per chi volesse avere qualche dettaglio in più credo sia opportuno richiamarsi all'intervento svolto ieri nel corso della discussione sulle linee generali delle suddette mozioni dall'onorevole Vignali e anche alla replica del sottosegretario Saglia, che ha assistito con attenzione al dibattito che si è svolto in quest'Aula proprio nel pomeriggio di ieri, nella fase precedente al giuramento del Ministro Romani. Con queste premesse sbagliate, non si è riconosciuto il lavoro che il Presidente del Consiglio in primis, come titolare del Ministero ad interim, ha svolto nei settori dell'energia, nei settori dei tavoli tecnici delle diverse crisi aziendali - in questo momento ce ne sono circa 170 aperte - e nell'ambito delle missioni all'estero che sono state realizzate per portare gli imprenditori italiani a contatto con nuove realtà e nuovi mercati, e nel campo della comunicazione.
Tante altre considerazioni pretestuose e in molti casi non vere sono state fatte in ordine alla figura del Ministro Romani. Costui, tanto per cominciare, non è mai stato un dipendente né di Fininvest né di Mediaset, come qualcuno ha provato a raccontare in giro, è un deputato di lungo corso alla sua quinta legislatura, è stato vice capogruppo di Forza Italia e ha seguito da sempre il settore delle comunicazioni, non da oggi. È stato presidente della Commissione trasporti di questo ramo del Parlamento, è stato sottosegretario alle comunicazioni nel corso del precedente Governo Berlusconi, è stato sottosegretario con la stessa delega alle comunicazioni in questo Governo ed è stato poi nominato Viceministro, mantenendo sempre la stessa delega. Il fatto che un Viceministro diventi Ministro non si vede quale motivo di scandalo possa suscitare, né quale conflitto di interessi ci possa essere, avendo l'onorevole Romani dismesso la sua attività di editore - televisivo e non - nel 1995 e quindi svolgendo il proprio incarico di deputato in questo ramo del Parlamento ininterrottamente dal 1994. Credo, quindi, sia opportuno misurare i toni e anche essere un po' più onesti intellettualmente.
Approfitto del tempo a mia disposizione, signor Presidente - dovrei intervenire come ha fatto ieri l'onorevole Giachetti per un richiamo al Regolamento, tuttavia credo di poter approfittare dell'intervento che svolgo in questa sede -, per una piccola precisazione in ordine a quanto detto dall'onorevole Giachetti nella chiusura della seduta di ieri. L'onorevole Giachetti ha sostenuto in quest'Aula che l'interim non ha consentito a nessun parlamentare, né della maggioranza né dell'opposizione, di poter predisporre dei quesiti ed avere una risposta del Governo sulle tematiche relative al Ministero guidato dall'ex Ministro Scajola. Questa affermazione dell'onorevole Giachetti si riferiva al sindacato ispettivo e in particolar modo al question-time che, come è noto, vede coinvolto in prima persona il Ministro competente.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. Volevo semplicemente far notare all'onorevole Giachetti che questa affermazione non è vera o è inesatta e lasciare agli atti di quest'Aula un dato, vale a dire che nei tre mesi e Pag. 14mezzo di attività parlamentare che hanno contraddistinto l'interim - che è durato cinque mesi...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. ...calcolando il mese di agosto, in cui c'è stata un'attività assolutamente esigua a livello parlamentare, e metà del mese di settembre - signor Presidente sto per concludere...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. ...il Ministero dello sviluppo economico ha risposto a sei question time, di cui uno svolto proprio dal gruppo del PD.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. È evidente che, avendo il gruppo del PD svolto sette question-time complessivamente sulla materia dello sviluppo economico, a due soltanto dei quali è stata data risposta dal Ministro Scajola mentre agli altri cinque ha risposto il Ministro Vito, non avrebbe dovuto suscitare alcun problema il fatto che, nel corso dell'interim, il ministro Vito stesso abbia risposto...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baldelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Moroni. Ne ha facoltà.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è evidente che il ritiro delle mozioni è conseguente alla nomina del Ministro che pertanto le fa apparire superate.
È una nomina che arriva - lo diciamo con franchezza - estremamente tardiva, dopo un interim irragionevolmente lungo rispetto al fatto che ci troviamo in una contingenza economica molto delicata, in cui il Ministro dello sviluppo economico ha un ruolo strategico, di coordinamento delle politiche di sviluppo del settore produttivo di questo Paese.
È evidente che alla crisi finanziaria ha fatto seguito una crisi economica che ha messo in difficoltà moltissime delle nostre aziende. Noi abbiamo un tessuto produttivo costituito di piccole e medie imprese, che hanno fatto grande questo Paese, ma che chiaramente, nella globalizzazione e ancor di più nel salto di paradigma che ha fatto seguito alla crisi finanziaria, incontrano enormi difficoltà a confrontarsi con imprese molto più grandi, così come ha anche detto stamattina in audizione il Ministro Tremonti.
È chiaro che il Ministero dello sviluppo economico ha un ruolo strategico di coordinamento degli incentivi e delle politiche di sviluppo, che sono strategiche in un Paese il quale, come è evidente a tutti, ha un serio problema infrastrutturale e di contesto dell'intero sistema Paese anche dal punto di vista normativo, burocratico, regolamentare, di ogni genere e tipo di inefficienza, a partire dal costo dell'energia, che le imprese incontrano nel nostro Paese: le imprese italiane e le grandi imprese multinazionali straniere, soprattutto quelle che lavorano e operano nei mercati regolamentati, subiscono la variazione legislativa in modo pesantissimo e abbandonano questo Paese.
La nostra preoccupazione era anche legata al fatto che durante questo interim ci è parso che il Ministero dello sviluppo economico sia stato depauperato di competenze, come è naturale che sia, in un interim di un Ministero così importante, così strategico ed anche così impegnativo. Laddove manca il Ministro, un Ministro con una forte autorevolezza politica e programmatica, altri Ministeri in qualche modo ne risucchiano le competenze. Faccio riferimento per esempio a partire da quelle sulla politica energetica, che rappresenta un settore strategico in questo Paese, in cui le aziende pagano un prezzo altissimo per l'energia. Noi riteniamo che il Ministero dello sviluppo economico debba svolgere un ruolo fondamentale nella promozione degli incentivi delle nostre imprese e del tessuto produttivo e affinché queste possano competere in maniera adeguata sul piano internazionale. Pag. 15
Sono state avanzate da più parti delle perplessità sulla nomina del Ministro Romani, anche di tipo personale, per così dire relative al curriculum. Noi siamo abituati a valutare le persone e a maggior ragione in questo caso i Ministri, che svolgono un'azione politica sulla base degli atti che compiranno. Ovviamente vigileremo quindi sulla politica e sugli atti del Ministro Romani, soprattutto perché questi siano incisivi in un momento di politica economica molto delicato. Ci auguriamo che si possa partire, come dire, dalla riappropriazione delle competenze del Ministero dello sviluppo economico, che sono state cedute manifestamente in questo periodo di interim ad altri Ministeri, e che il Ministero dello sviluppo economico faccia un piano strategico degli incentivi dello sviluppo del tessuto produttivo di questo Paese.
Vigileremo con attenzione e, laddove dovessero presentarsi conflitti di interesse, questi saranno denunciati. Certamente una persona, e a maggior ragione il personale politico, va valutata sulla base degli atti che compie e soprattutto va valutata e andrà valutata dagli elettori sulla base dei risultati che produrrà. Gli allarmi di Confindustria e dei settori produttivi del Paese sono quotidiani e il gruppo di Futuro e Libertà contribuirà dal punto di vista dei contenuti a dare delle risposte serie ed incisive per lo sviluppo del Paese.

PRESIDENTE. Solo per una doverosa precisazione di natura formale - ma tutti noi sappiamo che in Parlamento le questioni di forma sono anche sostanza - desidero far presente ai numerosi colleghi intervenuti che, fermo restando il loro valore politico, le mozioni all'ordine del giorno non possono qualificarsi tecnicamente come mozioni di sfiducia nei confronti di un singolo Ministro.
Per tali tipologie di mozioni infatti il Regolamento prescrive alcune specifiche condizioni, che non sussistono nel caso di specie. Prendo atto, comunque, del ritiro di tutte le mozioni all'ordine del giorno.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo anche per un richiamo al Regolamento. In conclusione del proprio intervento, il collega Baldelli ha fatto riferimento a quanto sostenuto ieri dal collega Giachetti - che peraltro condivido - relativamente all'assenza al question time da parte del Presidente del Consiglio dall'inizio della legislatura. Mi riferisco altresì al fatto che il Presidente del Consiglio non ha utilizzato l'interim per venire a rispondere su una delle tante questioni che presso quel Ministero giacciono - e che sono state anche oggetto di question time - e che riguardano il fatto che vi siano 200 crisi aziendali in corso. Il Presidente del Consiglio, dall'inizio della legislatura, sta sottoponendo a un superlavoro il Ministro per i rapporti con il Parlamento, il collega Vito, che ovviamente ringraziamo, ma il collega Vito non può supplire a quanto previsto dall'articolo 135-bis, comma 1, che recita in maniera chiara che alle sedute dedicate allo svolgimento del question time, nell'ambito di ciascun calendario dei lavori, per due volte deve intervenire il Presidente o il Vicepresidente del Consiglio, (ove la compagine governativa si sia data questa funzione), e per una volta il Ministro o i Ministri competenti per materia.
Vede signor Presidente, la questione posta dal collega Giachetti è una questione che noi, anche come gruppo, abbiamo più volte sollevato. Questo è l'unico Parlamento nel quale il Presidente del Consiglio si assume la responsabilità di non venire mai a rispondere al question time, sia quando lo deve fare in veste di Presidente del Consiglio, sia quando lo poteva fare in veste di Ministro ad interim in sostituzione di uno dei Ministri mancanti - uno dei più importanti in una fase di crisi - come quello dello sviluppo economico. Quindi, signor Presidente, se del caso, siamo di nuovo a sottoporre alla sua attenzione e a quella della Presidenza della Camera il fatto che la norma del Regolamento relativa al question time non viene applicata. Le chiedo pertanto di intervenire presso il Pag. 16Presidente del Consiglio perché osservi quanto previsto dall'articolo 135-bis, comma 1, del nostro Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ovviamente sarà mio compito fare presente al Presidente della Camera quanto da lei affermato nel suo intervento. D'altra parte, più volte anche il Ministro Vito è stato chiamato a rispondere in quest'Aula su queste questioni.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, eviterei un dialogo a due. Mi sembra che ognuno di voi abbia esposto le questioni negli interventi sull'ordine del lavori. Se non c'è nient'altro procediamo con l'ordine del giorno. La ringrazio per la clemenza.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, nei giorni scorsi nell'Aula del Senato si sono sentite parole inaccettabili nei confronti di una storia e di una tradizione, che sono la storia e la tradizione della comunità ebraica italiana (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Oggi abbiamo qui con noi l'onorevole Ricardo Franco Levi che indossa la kippah, segno della storia e della tradizione della comunità ebraica italiana. Vogliamo esprimergli tutta la nostra solidarietà per frasi che non dovevano essere pronunciate e che giustamente sono state redarguite dal Presidente del Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori, Futuro e Libertà per l'Italia e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano, e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

RICARDO FRANCO LEVI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che il presidente Casini ha interpretato con grande sensibilità il significato del mio gesto di indossare oggi la kippah. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori, Futuro e Libertà per l'Italia e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia-Partito Liberale Italiano, e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2260 A/R (ore 16,50).

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato le proposte emendative 6.0500 e 7.500, che sono in distribuzione e che l'emendamento Callegari 6.208 è stato ritirato dal presentatore.
Ha chiesto di intervenire, ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento la relatrice, onorevole Beccalossi. Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per dire che la Commissione propone lo stralcio degli articoli 1-bis, 2-bis, 2-ter, 3-bis, 3-ter, 4, 5, 7-bis, 7-ter, 7-quinquies, 7-sexies e relativo allegato, 7-septies, 7-octies, 7-novies, 7-decies e 7-undecies. Questo stralcio, signor Presidente e colleghi deputati, è già stato votato dalla Commissione XIII per una ragione molto semplice: è lungo l'iter di questo provvedimento in quanto quest'ultimo è stato in discussione in Commissione e in Assemblea per diversi mesi e, di conseguenza, il suo contenuto è di fatto risultato superato in alcuni suoi aspetti. Infatti, alcuni degli argomenti trattati sono già stati affrontati dalla recente finanziaria, Pag. 17altri, invece, saranno, come ha già avuto modo di annunciare il Ministro Galan, che, nel frattempo, ha sostituito il Ministro Zaia a questo Dicastero, affrontati con provvedimenti ad hoc. Il Ministro Galan ha già preso l'impegno in tal senso.
Di conseguenza, la Commissione ha deciso a maggioranza di concentrare questo provvedimento solo sul tema dell'etichettatura dei prodotti agroalimentari, così come richiesto da molti consumatori, anche alla luce, come sappiamo, delle emergenze agroalimentari che ci sono state nel corso degli ultimi anni, alcune vere, altre presunte, ma che di fatto hanno portato il mondo dei consumatori ad avere una maggiore sensibilità nei confronti di ciò che portano sulla tavola. Per questa ragione, quindi, la Commissione XIII ha deciso di concentrare - ripeto - la sua attenzione in questo provvedimento solo su quegli articoli che riguardano le etichettature. Perciò, chiede lo stralcio degli altri articoli.

GIUSEPPINA SERVODIO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, non condividiamo le motivazioni della relatrice e, quindi, chiediamo che la votazione sullo stralcio avvenga per parti separate, cioè articolo per articolo.

PRESIDENTE. È stata richiesta la votazione per parti separate della proposta testè avanzata dalla relatrice, nel senso di votare separatamente lo stralcio di ciascun articolo oggetto della proposta medesima. La Presidenza accede a tale richiesta poiché ciascuna delle disposizioni di cui si propone lo stralcio ha, come previsto dall'articolo 87, comma 4, del Regolamento una propria autonomia normativa. Resta pertanto inteso che ciascuna votazione avrà luogo al momento di passare all'articolo da stralciare, con priorità rispetto a quelle sugli emendamenti.

(Stralcio dell'articolo 1-bis - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Dobbiamo passare ora all'articolo 1-bis di cui la Commissione propone lo stralcio. Su tale proposta darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento ad un deputato contro ed uno a favore.
Ha chiesto di parlare contro la proposta di stralcio l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, il Partito Democratico è contrario alla proposta di stralcio perché ritiene che all'agricoltura italiana urgono misure strutturali per affrontare una crisi che morde fortemente l'intero comparto e i cui effetti ricadono sull'economia nazionale, sui consumatori e sui redditi degli agricoltori che, purtroppo, sono già ridotti all'osso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore della proposta di stralcio l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di entrare nel merito degli emendamenti e della nostra posizione favorevole allo stralcio, ritengo necessaria una breve premessa per meglio apprezzare l'effettiva rilevanza del provvedimento sul quale oggi siamo chiamati ad esprimerci. Si tratta di una premessa necessaria in quanto la presente proposta di legge è stata presentata nel marzo dello scorso anno ed è la terza volta che giunge all'esame dell'Assemblea. Ciò potrebbe indurre qualcuno, specie tra i colleghi che normalmente non si occupano di agricoltura, a pensare che questo provvedimento abbia qualcosa che non va. In effetti qualcosa che non andava in questo provvedimento c'era o meglio vi era cresciuto dentro rischiando di snaturarne le caratteristiche e, quindi, di ridurne fortemente la portata. Pag. 18
Giova infatti ricordare che nella sua versione originaria il testo fu pensato e presentato dall'allora Ministro Zaia come un insieme coordinato di poche e semplici norme fortemente finalizzate e strettamente coerenti con l'obiettivo dichiarato di favorire il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare. Si tratta, infatti, di un testo decisamente snello con disposizioni rivolte a quelle che erano giustamente ritenute le aree maggiormente suscettive rispetto ad un intervento finalizzato al rafforzamento della competitività e che aveva il suo elemento caratterizzante nella valorizzazione dell'origine dei prodotti agroalimentari. Tant'è vero che il presente provvedimento sebbene intervenisse su più materie è stato sin da subito definito come legge sull'etichettatura, una definizione che certo non ne sminuisce i contenuti, ma anzi ne evidenzia la natura di testo pensato non per compiacere tutti o qualcuno in particolare ma per sostenere scelte precise e ponderate frutto di una seria politica di programmazione finalizzata alla tutela dell'interesse collettivo. La politica insomma cui nel settore agricolo c'eravamo ben abituati grazie al Ministro Zaia e che speriamo di ritrovare oggi grazie all'approvazione di questo provvedimento che - dicevamo - era nato sotto i giusti auspici della concretezza e della finalizzazione ma che ha conosciuto qualche problema nel corso di un iter parlamentare decisamente troppo prolungato.
Non possiamo infatti tacere che nel corso dei diversi passaggi cui è stato sottoposto, il provvedimento era stato decisamente snaturato, tanto che stava seriamente rischiando di affondare per l'eccessivo gravame normativo del quale era stato caricato. Da qui la nostra posizione nettamente favorevole allo stralcio. Teniamo ad evidenziarlo per dare risalto al grande lavoro che grazie alla collaborazione ed alla sensibilità di tutti è stato fatto per riportare il testo il più vicino possibile alla sua forma originaria, depurandolo dei contenuti di cui impropriamente era stato caricato e, quindi, restituendogli quella finalizzazione che certamente consentirà di intervenire nel modo mirato a sostegno della competitività del nostro sistema agroalimentare.
In questo senso diviene ancora più importante e significativo che il presente provvedimento continui ad essere identificato come legge sull'etichettatura. L'istituzione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle materie prime dei prodotti agroalimentari non è infatti solo uno straordinario strumento di tutela e di valorizzazione della fase produttiva agricola, ma è anche un fatto di assoluta rilevanza per l'intera società. L'indicazione sull'etichetta di prodotti alimentari del luogo di origine delle materie prime agricole è infatti un indispensabile strumento per assicurare la tutela di alcuni diritti fondamentali: importanza non soltanto per gli agricoltori ma anche e soprattutto per i cittadini ossia per ciascuno di noi.
Avere la possibilità di conoscere la provenienza di prodotti che decidiamo di destinare alla nostra alimentazione non è infatti solo un indispensabile strumento per orientare le nostre scelte di acquisto e, quindi, per garantire il tanto evocato diritto di scelta del consumatore, ma è anche un importante fondamento a tutela della nostra sovranità alimentare ossia della nostra libertà di scegliere cosa mangiare che, al pari del diritto all'alimentazione, è giustamente considerato un diritto inalienabile.
La tutela dei diritti non è notoriamente semplice da garantire, in quanto la necessità stessa di assicurare una tutela costituisce la prova dell'esistenza di interessi contrapposti, la cui mediazione non può che essere compito della politica, intesa naturalmente nella sua accezione più alta. Forse anche per questo riuscire a portare all'approvazione un provvedimento che reca in sé delle norme come quelle dell'etichettatura è stato così difficile e ha richiesto così tanto tempo.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

CORRADO CALLEGARI. Concludo, signor Presidente: il fatto di esservi comunque Pag. 19riusciti dimostra ancora una volta che la capacità di mediare tra interessi contrapposti, assicurando soluzioni coerenti con l'interesse comune è il terreno su cui la politica misura non solo l'efficacia della propria azione, ma anche la vicinanza con la società e quindi con i cittadini che è chiamata a rappresentare.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

CORRADO CALLEGARI. Oggi, grazie al provvedimento in esame e grazie al Ministro leghista Luca Zaia che lo ha pensato... (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Mi dispiace onorevole, devo toglierle la parola.

CHIARA MORONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA MORONI. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 45 del Regolamento, data l'importanza della questione che stiamo esaminando e del fatto che lo stralcio in qualche modo può essere assimilato ad un emendamento soppressivo, le chiederei di poter estendere la discussione ad un oratore per gruppo, in modo che tutti i gruppi abbiano la possibilità di esprimersi sul tema (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, guardando i banchi della maggioranza, in particolare quelli della collega Moroni, è facile capire la ragione per la quale adesso si arriva a chiedere che vi sia l'allargamento della discussione. Vorrei sommessamente dire che la discussione sullo stralcio è stata quella iniziale: se fare lo stralcio complessivo o lo stralcio su ogni singolo punto che andremo ad esaminare. Si poteva però magari avere l'intuizione di chiedere lì l'allargamento della discussione sullo stralcio, perché se si ritiene che lo stralcio di un articolo sia una discussione così importante per cui intervengono tutti i gruppi, io le dico da subito, signor Presidente, e lo comunico anche al Ministro, che a questo punto noi chiediamo che su ogni stralcio che andiamo a fare vi sia una simpatica «tornata» di tutti quanti. Mi sembra del tutto evidente che sia strumentale. Capisco che stiamo sperimentando prima di mercoledì i grandi accordi di maggioranza, ma la maggioranza non è in Aula: verifichiamolo direttamente e non troviamo cavilli assolutamente ridicoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, una precisazione: ovviamente, siccome è stata chiesta la votazione per parti separate della proposta di stralcio articolo per articolo, su ogni articolo si dovrà indire una votazione, con una dichiarazione di un oratore a favore ed uno contro. Questa è la procedura che noi seguiremo nel momento in cui arriveremo agli articoli oggetto di discussione. Quello di cui stiamo discutendo è se in questo momento la Presidenza - perché è facoltà della Presidenza - debba accogliere la richiesta fatta dall'onorevole Moroni di allargare non più solo ad un oratore a favore e ad uno contro, ma, considerata l'importanza, ad un rappresentante per gruppo. In quel caso avrebbe ragione lei sul fatto che su tutte le altre richieste di stralcio si dovrà addivenire non ad un intervento con un oratore a favore e uno contro, ma allargare ad un intervento per gruppo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi rimetto alla sua decisione e forse, anzi sicuramente non mi sono spiegato. Stavo dicendo che lei ha già introdotto questo argomento, annunciando che Pag. 20avremmo discusso di questo e ha detto che avrebbe dato la parola ad un oratore a favore e ad uno contro. Probabilmente sarebbe stato utile che chi voleva parlare parlasse prima del momento in cui lei ha dato la parola ad un oratore a favore e ad uno contro.

PRESIDENTE. Ci siamo capiti, ho compreso quello che voleva dire.

ROBERTO GIACHETTI. ...quindi adesso dovremmo passare semplicemente alla votazione e non, diciamo così, allargare il giro, perché chi voleva poteva chiederlo prima. Non si può fare che prima si procede con un intervento a favore ed uno contro e poi si allarga il giro, perché è il giochetto delle tre carte, al quale il Presidente dovrebbe evitare di prestarsi.

PRESIDENTE. Lei ha ragione, ma non si può neanche fare il processo alle intenzioni. Adesso abbiamo la richiesta di un gruppo di intervenire nel merito della richiesta di stralcio. Volevo solo comprendere se è l'esigenza di un solo gruppo o se vi è l'esigenza anche di altri gruppi dell'Aula su questo tema e su questa richiesta.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che l'onorevole Moroni abbia posto la questione perché, oltre al gruppo della Lega Nord, che è già intervenuto, ha avuto la percezione che vi fossero altre richieste di intervento. Anche noi avremmo la volontà di svolgere un intervento, fermo restando che, se la Presidenza acconsentirà a quanto richiesto dall'onorevole Moroni, svolgeremo un intervento; se, al contrario, la Presidenza non acconsentirà, ci sembra un po' più difficoltoso farlo.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, mi sembra evidente: se la Presidenza non acconsente, lei o qualche rappresentante del suo gruppo non potrà intervenire. Io non ho nulla da obiettare se vi sono interventi su questo, tuttavia, rimane chiaro che tale procedura si seguirà per tutte le altre richieste di stralcio.

LUCA BELLOTTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo, oggi, a trattare in quest'Aula un provvedimento dall'iter travagliato. In molti - io personalmente - avevamo riposto molte speranze nel provvedimento in esame dal titolo roboante, se non per il contenuto, almeno per le materie trattate originalmente. Esse, infatti, avrebbero dato la possibilità di avviare, in questa sede, un dibattito ampio e articolato sul settore agricolo, tema scomparso dal dibattito parlamentare da tempo immemore.
Il settore primario - mi si permetta di dirlo, soprattutto, di fronte al rappresentante del Governo - rappresenta una delle «pecore nere» della politica italiana: infatti, se dobbiamo enumerare le disposizioni normative che lo hanno riguardato in questa legislatura, ebbene, si potrebbero contare sulle dita di una mano. Mi si scuserà, quindi, se colgo questa occasione, più unica che rara, per fare un brevissimo punto sulla situazione della nostra agricoltura.
L'agricoltura italiana sta attraversando un momento di crisi che ha portato moltissime imprese a chiudere, con un grave danno per l'occupazione, per la cura del territorio, per l'ambiente e per lo stesso made in Italy. Il momento drammatico che vive il settore primario non è dovuto soltanto allo stato di sofferenza che da alcuni anni attraversa l'economia globale, ma si somma anche ad una situazione preesistente in cui l'agricoltore ha visto stagnare, se non addirittura arretrare, il proprio reddito. L'agricoltore si trova a combattere con redditi prossimi alla povertà: infatti, è evidente che quasi mai l'andamento dei prezzi al consumo ha rispecchiato di pari passo quello dei ricavi degli imprenditori agricoli. Pag. 21
La tutela del made in Italy, oltre ad essere una vera priorità irrinunciabile, oggi, rappresenta una vera e propria necessità per la tutela del nostro mercato e per rendere competitive le nostre produzioni. Questo ragionamento vale, a maggior ragione, per l'agricoltura che, in tanta parte, contribuisce a caratterizzare l'immagine stessa del nostro Paese all'estero. Se l'Italia nell'immaginario collettivo continua ad essere identificata con «pasta» e «pizza», un motivo vi sarà. È per questo, che continuiamo a ripetere - non solo, per la verità - che l'unico modo per sostenere il nostro Paese e le sue produzioni passi, inevitabilmente, per il rilancio del settore primario. Non possiamo avere un made in Italy brillante associato ad un'agricoltura in rovina.
Come si sostiene, allora, l'agricoltura italiana? Partiamo dall'esame del provvedimento in esame che, a mio avviso, rappresenta un passaggio triste della filosofia che ispira la nostra classe politica quando si parla di agroalimentare. Innanzitutto, è desolante che la montagna, ancora una volta, abbia partorito il topolino. La storia di questo provvedimento parte nel marzo 2009. Da allora, subisce diversi rimaneggiamenti, sempre per la mancanza di copertura finanziaria, per poi approdare in Aula. A seguito della presentazione della manovra finanziaria, che si appropria di alcune tematiche che prima lo stesso disegno di legge ricomprendeva, esso viene rinviato in Commissione. Al suo ritorno all'esame dell'Assemblea, tuttavia, la maggioranza «va sotto» per ben due volte. In tale occasione, vengono introdotte misure che - mi spiace dirlo - costituiscono e costituiranno, almeno dal punto di vista economico, alcune delle misure più significative della futura legge che ne scaturirà.
Dopo il nuovo esame in Commissione ci accingiamo, e speriamo in via definitiva, a riesaminare il provvedimento in esame. Devo dire, con una certa sofferenza, che del progetto originario è rimasto ben poco, per cui si rende necessario completare comunque questo iter, tenendo ben presente che la storia dell'etichettatura non rappresenta da sola, se non associata ad altri provvedimenti, la risposta al settore agroalimentare italiano. Teniamo presente, ad esempio, che, nell'ambito europeo, il nostro Paese è primo per quanto riguarda le denominazioni di origine dei nostri prodotti, dei marchi, ma non per questo comunque è primo per quanto riguarda la vendita di questi prodotti, e non per questo è primo nell'incremento delle vendite degli stessi in Europa. Per questa ragione, signor Presidente, riteniamo che questo disegno di legge vada votato e, comunque, accompagnato da altre misure, da altri provvedimenti per tornare in quest'Aula con delle misure di sostegno all'agricoltura italiana che tutto il mondo agricolo ci chiede.

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo del Popolo della Libertà sostiene convintamente lo stralcio proposto che ha la finalità di riportare il provvedimento all'origine senza ritardare ulteriormente il tentativo di garantire ai consumatori e ai produttori italiani elementi di valorizzazione del proprio prodotto, anche in termini di onestà e capacità di investire sulla qualità e sulla trasparenza, nonché il diritto del consumatore, di fronte ad un'etichetta, ad individuare gli elementi di valutazione che ritiene più idonei.
Questo provvedimento era nato con questo scopo, alla luce dei tantissimi problemi che l'agricoltura italiana si trova ad affrontare, soprattutto con lo scoppio della crisi. È normale che prima al Senato, poi alla Camera si sia cercato, con questo provvedimento, di giungere alla soluzione di tanti problemi. Bene ha fatto il Ministro Galan, con molto realismo e determinazione - di questo gli va dato atto -, a consegnare questo provvedimento il più velocemente possibile alle richieste provenienti dal mondo produttivo e dalla società civile, dai consumatori, cercando di dare a questo provvedimento il più ampio con Pag. 22senso possibile. Devo sottolineare la pazienza e la determinazione con cui il Ministro Galan e il Governo, insieme ai gruppi parlamentari, hanno cercato di trovare su ogni punto la mediazione ed è stata una mediazione qualitativa. Va sottolineato il dato della certificazione non solo del prodotto, ma anche della filiera: una cosa complicata perché, da un lato, avevamo come riferimento la produzione agricola ma avevamo anche l'industria agroalimentare e la necessità di non compromettere la competitività del sistema agroalimentare. Si sono trovati dei punti di sintesi; certo è normale che l'opposizione ci ricordi, e fa bene, che vi sono tanti problemi dell'agricoltura che vanno affrontati con tempestività. Il Ministro Galan, con il Governo, ha assunto in Commissione l'impegno ad affrontare tali problemi; non sto qui a ricordarli, lo hanno già fatto altri colleghi, è chiaro che le aree svantaggiate hanno assolutamente bisogno della proroga dei contributi perché sono in un momento di grande difficoltà. L'agricoltura è in difficoltà e soprattutto le aree svantaggiate hanno bisogno di provvedimenti di aiuto, di sostegno. Vi sono altre questioni che attendono da tempo. Sappiamo della volontà del Governo di ricercare, anche nell'ambito del bilancio, quelle risorse che possono servire ad esempio al mondo bieticolo e ad altre questioni per risolvere dei problemi con dei provvedimenti che il Governo intende, successivamente a questo, presentare all'attenzione delle Camere.
Credo, pertanto, che lo stralcio sia un modo corretto di affrontare tale questione, di riportarla alla sua origine, di consentire al Parlamento di concentrarsi su questo provvedimento e di consegnare alla società, che lo attende, un documento di grande importanza: quello dell'etichettatura.
Altra partita è con l'Unione europea: sappiamo che da tempo l'Italia, su questo, ha aperto con l'Unione europea un confronto molto serrato circa l'esigenza non di chiudersi rispetto ad un mercato europeo, comune, ma di dare la possibilità al nostro prodotto di essere identificato nella sua origine e nella sua tracciabilità.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ISIDORO GOTTARDO. Quindi, accompagneremo anche lo sforzo che il Governo sta facendo in continuità con il lavoro svolto dal Ministro Zaia, che aveva bene lavorato su questo punto e, dunque, accompagneremo tale sforzo come gruppo Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo,dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 1-bis.

(È approvata).

La Camera approva per 24 voti di differenza.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Fiorio 2.200, al quale - va sottolineato - aggiungono la firma tutti i componenti della XIII Commissione (Agricoltura).
La Commissione esprime, invece, parere contrario sugli articoli aggiuntivi Sani 2.046 e Fiorio 2.049, sui quali, peraltro, anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Il parere è, altresì, contrario sugli articoli aggiuntivi Delfino 2.01, Di Giuseppe 2.02 e Fiorio 2.0800.

Pag. 23

PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo aggiuntivo Fiorio 2.0800 è stato ritirato.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. La Commissione esprime, inoltre, parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Oliverio 2.04 e Delfino 2.040.

PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo aggiuntivo Oliverio 2.04 è stato ritirato.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. La Commissione esprime, infine, parere contrario sull'articolo aggiuntivo Delfino 2.021, sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO GALAN, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fiorio 2.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, questo emendamento chiede la soppressione dei commi 1-bis e 1-ter dell'articolo 2, laddove si intende riportare al termine origine non soltanto il significato di provenienza prima, ma anche quello di trasformazione e confezionamento del prodotto.
Più precisamente, per quanto riguarda il codice penale, negli articoli 515 e 517 - che riguardano la frode nell'esercizio del commercio - il termine origine avrà - secondo la formulazione di questo articolo - un ampliamento semantico tale da stravolgerne il significato e da far significare a tale termine altra cosa da quel significato usuale che ha nella lingua italiana.
A parte una formulazione non propriamente chiara, è apprezzabile lo sforzo per arrivare a fornire al consumatore tutto ciò che è giusto che sappia riguardo a un prodotto che intende consumare; tuttavia, la soluzione proposta nei commi 1-bis e 1-ter rischia di ingenerare molte problematiche.
Di fatto, nella formulazione vengono esclusi i prodotti vitivinicoli perché i regimi delle denominazioni uscirebbero stravolti da questa soluzione. Proprio per questo, ci appare utile una riflessione ulteriore, altrimenti avremo un codice penale che, quando parla di frodi commerciali, utilizza termini che non può usare per le frodi nel settore vitivinicolo. C'è di più che inviterebbe ad un approfondimento: la giurisprudenza, a proposito dei citati articoli, intende l'origine e la provenienza della merce non già da un determinato luogo, bensì da un determinato produttore, cioè da un imprenditore che ha responsabilità giuridica, economica e tecnica del processo di produzione.
La garanzia che la legge intende assicurare al consumatore riguarda l'origine e la provenienza del prodotto, non già da un determinato luogo, ma da un determinato produttore. Il provvedimento in esame oggi affronta un tema importante: quello del rapporto produttore-consumatore, nella prospettiva e sulla questione dell'informazione, che sia corretto e il più completo possibile, ma non possiamo tacere il travaglio che ha avuto questo provvedimento.
La ragione, signor Ministro, è che questo tema e gli strumenti individuati su questo fronte non sono assolutamente esaustivi delle problematiche agricole di questo Paese.
Non vorremmo che qualcuno pensasse che con questo provvedimento abbiamo risolto i problemi dell'agricoltura del nostro Paese: ne affrontiamo una parte, sapendo che avremo poi una serie di problematiche con la Comunità europea. D'altra parte, non possiamo permetterci di complicare le attività di chi è già in difficoltà e chiediamo chiarezza negli strumenti da adoperare e certezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 24
Avverto che è stata chiesta la votazione elettronica mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 2.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bressa, Ravetto, De Luca, Ferranti, Casini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato
506).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, intervengo in dichiarazione di voto sull'articolo 2 ma, in premessa - siccome ho ascoltato dichiarazioni che con grande enfasi rivendicavano il ruolo del Ministro Zaia sulla approvazione di questo provvedimento - voglio ricordare che questo provvedimento arriverà in fondo grazie all'impegno e al ruolo che tutte le forze politiche, con grande senso di collaborazione e spirito costruttivo, hanno dimostrato.
Ma voglio anche ricordare che, in realtà, in Italia una legge sull'etichettatura esiste dal 2004: vuol dire che ci aveva già pensato qualcun altro, non solo l'ex Ministro Zaia, e quella legge del 2004 è rimasta «appesa» e non ha trovato applicazione perché ce lo impediva l'Europa, dal momento che in qualche modo ci vietava di emanare i decreti attuativi minacciando di aprire procedure d'infrazione. Naturalmente il dibattito in Europa nel frattempo è cambiato; confidiamo sul fatto che ci sia maggiore attenzione anche su tali questioni e forse questo disegno di legge può servire ad aprire un negoziato e rendere più forte chi andrà a negoziare su questi temi in Europa. Credo che questa fosse una precisazione necessaria.
Voglio anche ricordare che il tema dell'etichettatura, purtroppo, non dà risposta ai problemi dell'agricoltura, altrimenti tutte quelle filiere che già etichettano (ad esempio, la filiera agricola, bovina, la filiera dell'ortofrutta fresca, del pesce) non dovrebbero avere problemi. In realtà anche loro sono in forte sofferenza e quindi l'agricoltura ha bisogno di ben altro.
Per quanto riguarda l'articolo 2, con la seguente dichiarazione di voto, preannunzio che voteremo a favore perché si istituisce il Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, che è un modo di fare agricoltura che tende a ridurre al minimo l'uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione. Non stiamo parlando naturalmente di agricoltura biologica, però è un modo più attento all'ambiente di fare agricoltura. Esistono già esperienze in diverse regioni; con l'istituzione del sistema, di cui all'articolo 2, vengono dettate le linee di principio e si consentirà anche a quegli agricoltori che vorranno fare sistema integrato di fregiarsi di un marchio, in qualche modo coordinando le diverse attività che sui territori in alcune regioni già esistono. Per questa ragione voteremo a favore dell'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, la rubrica dell'articolo 2 recita: «Rafforzamento della tutela e della competitività dei prodotti a denominazione protetta e istituzione del Sistema di qualità nazionale di produzione integrata». Noi sappiamo che, su tale questione, si registra un lungo cammino svolto dal nostro Paese, dalle organizzazioni dei produttori e delle attività agroalimentari; sappiamo che c'è la necessità, al di là della capacità risolutiva o meno della questione reddituale delle Pag. 25nostre imprese, di garantire, da un lato, il consumatore e, dall'altro, la riconoscibilità del prodotto locale nazionale rispetto anche a quei grandi fenomeni che vanno sotto il termine di «agropirateria» che purtroppo sottraggono molto alla nostra agricoltura di qualità.
Pertanto noi, avendo votato ovviamente a favore della soppressione dei commi 1-bis e 1-ter che portavano una confusione nel codice civile nella definizione della tutela dell'origine e, soprattutto per quanto riguarda anche le etichettature, certamente siamo favorevoli sul complesso di questo articolo 2 perché riteniamo che sia comunque un passo avanti importante per far sì che i consumatori e i produttori abbiano la possibilità di riconoscere i nostri prodotti di qualità. Pertanto il nostro voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Pietro, Pianetta, Lo Monte, Pagano, Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 507
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato
502
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Sani 2.046, non accettato dalla Commissione e dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sani. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, con il mio articolo aggiuntivo 2.046 si propone di reperire risorse per finanziare i contratti di filiera e di distretto del settore cerealicolo. Ciò avviene, come è stato affermato, nell'ambito di un provvedimento che ha seguito un iter controverso, in merito al quale ci si riduce oggi ad affrontare, seppure positivamente, il tema dell'etichettatura: di ben altro, però, ha bisogno l'agricoltura italiana.
Lo affermo chiaramente (non prendiamo in giro gli agricoltori e i cittadini italiani consumatori): lo stralcio avviene non per recuperare l'impianto originario del provvedimento, ma perché non vi sono risorse utili per l'agricoltura. Si compie una scelta ben precisa e si rischia il paradosso: approvare norme utili all'etichettatura e non avere, poi, prodotti da etichettare, perché la crisi sta mordendo fortemente, anche nel settore primario.
Crediamo, quindi, di finanziare la filiera dei cereali perché anche questo, in un certo modo, costituisce una tutela dei consumatori, forse al pari dell'etichettatura.
L'Italia è un Paese importatore di cereali per circa il 60 per cento del proprio fabbisogno: stiamo parlando di milioni di tonnellate, perché il fabbisogno complessivo ammonta a 6 milioni di tonnellate, di cui il 60 per cento è di importazione. Spesso si tratta di frumento proveniente da Paesi con riferimento ai quali non è possibile stabilire bene la qualità del frumento stesso: più volte si sono registrati casi in cui si sono riscontrate sostanze nocive nelle farine o nella pasta.
Quindi, investire sulla filiera significa garantire anche la sicurezza alimentare, ma, in un Paese come il nostro, significa anche tutelare anche le produzioni. In questi anni abbiamo assistito al crollo del prezzo, in particolare del grano, sia quello duro sia quello tenero, e ad un crollo conseguente delle produzioni, con il rischio di snaturare davvero, in questo caso, il made in Italy relativo alla produzione Pag. 26di pasta, di pane e dell'industria dolciaria.
Assistiamo ad un paradosso: mentre importiamo grano dall'estero ad un prezzo stracciato, il grano italiano, molto spesso, va al servizio della zootecnia. È proprio sul grano che il margine di filiera è più ampio, ossia dove vi è la distanza maggiore fra il prezzo all'origine e il prezzo al consumo (basta prendere a riferimento quanto sta succedendo con riferimento al pane).
Pertanto, occorrono politiche volte a mettere in rapporto stretto gli agricoltori, i molini, i panifici (magari incentivando le cosiddette DOP del pane), i pastifici, accorciando quel margine di filiera e garantendo la qualità della materia prima.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,30)

LUCA SANI. Per questo motivo, abbiamo presentato l'articolo aggiuntivo in esame, in quanto pensiamo che la qualità e il complesso delle produzioni agroalimentari nel nostro Paese possano essere rilanciati, oltre che con l'etichettatura, anche attraverso politiche di sostegno concrete: tali politiche fino ad oggi sono mancate e, purtroppo, attraverso il provvedimento in esame, ancora una volta, prendono il largo, a seguito dello stralcio che è stato effettuato. Continuano a mancare le risposte.
Il settore cerealicolo, in questi anni, è quello che ha sofferto di più. Per questo motivo, chiediamo un ripensamento al Governo e alla maggioranza e chiediamo l'accoglimento del mio articolo aggiuntivo 2.046 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Sani 2.046, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Parisi, Strizzolo e Lupi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 502
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato
233
Hanno votato
no 269).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Fiorio 2.049.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, si è deciso di procedere stralciando qualsiasi intervento di spesa, ma stralciare le questioni che pesano economicamente non significa risolverle e toglierle dall'orizzonte delle ansie dei nostri produttori. Lo dico per esempio per il settore e per la questione forestale che era affrontata dalla legge n. 296 del 2006. Al fine di armonizzare l'attuazione delle disposizioni sovranazionali in materia forestale, in aderenza al piano d'azione per le foreste dell'Unione europea e nel rispetto delle competenze istituzionali, il Ministero ha proposto alla Conferenza Stato-regioni un programma quadro per il settore forestale, finalizzato a favorire la gestione forestale sostenibile e a valorizzare la multifunzionalità degli ecosistemi.
Lo scopo, attraverso intese di filiera e contratto quadro, era l'integrazione della filiera forestale con quella agroenergetica, la valorizzazione della produzione, della distribuzione e della trasformazione di biomasse derivanti da attività forestale, nonché lo sviluppo della filiera del legno.
La finanziaria successiva ha disposto poi l'istituzione presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di un Fondo per la forestazione o riforestazione di aree incolte, destinate a ridurre le emissioni di CO2, per la realizzazione Pag. 27di aree verdi in zone urbane e periurbane, destinate a migliorare la qualità dell'aria nei comuni a maggiore crisi ambientale, e per tutelare la biodiversità. La disposizione aveva attribuito 50 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Il tema affrontato in questa proposta emendativa è la necessità di avere un sistema di relazione fra bosco, quale risorsa naturale da gestire, bosco come sistema produttivo e bosco come risorsa territoriale soggetto a tutela. L'argomento necessita di un approccio sistemico e delle risorse necessarie. Per questo chiediamo la disponibilità di queste risorse in un settore che in questi anni è stato ampiamente non considerato e che ha bisogno di strumenti per procedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fiorio 2.049, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Parisi, Agostini, Biasotti, Lo Monte, Melandri, Cesario, Soro e Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 509
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato
242
Hanno votato
no 267).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Delfino 2.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, chiedo all'onorevole Delfino di sottoscrivere, assieme ai colleghi del gruppo, l'articolo aggiuntivo relativo alle misure a sostegno del settore agrumicolo.
La crisi economica internazionale e, in particolare, la grave crisi di settore che sta vivendo da qualche anno il comparto agrumicolo in Sicilia e in Calabria, causata sia da una sovrapproduzione che dall'immissione sul mercato italiano di una quantità di agrumi che vengono da Paesi dell'Unione europea e dalle nazioni delle coste africane, impongono l'opportunità di valutare positivamente che il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, d'intesa con le regioni interessate, metta in campo un'azione efficace di promozione delle nostre produzioni e di reale sostegno al reddito degli agricoltori.
La suddetta campagna dovrà anche favorire tra i cittadini la conoscenza delle proprietà nutrizionali, organolettiche e salutistiche degli agrumi, la cui commercializzazione, per le modalità di maturazione e di raccolta, si rende difficile. Favorire il consumo di un prodotto così salutare per i cittadini ad un costo particolarmente accessibile deve essere un obiettivo prioritario della promozione. Per questo sottoscrivo l'articolo aggiuntivo e dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, da anni il settore agrumicolo nazionale affronta periodiche e cicliche crisi, soprattutto sul piano della commercializzazione. Pertanto, nell'ambito di un provvedimento che vuole portare a conoscenza e garantire ai consumatori una maggior capacità di comprensione delle qualità dei nostri prodotti, un articolo aggiuntivo come questo, che peraltro ha un modesto impatto finanziario, dovrebbe trovare accoglimento da parte del Governo e della maggioranza.
Noi - come Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali - abbiamo portato avanti diverse iniziative di promozione di prodotti nazionali. Pag. 28
Sicuramente il settore agrumicolo è un settore di grande qualità e specificità e un'iniziativa in questo senso si pone con urgenza. Pertanto, abbiamo presentato questo articolo aggiuntivo nella convinzione che, anche se non decisivo rispetto alle soluzioni del settore, tuttavia può costituire un salto di qualità in ordine alla conoscenza da parte dei consumatori della validità degli agrumi italiani. Per questo dichiariamo il voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Delfino 2.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Centemero, Mattesini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 504
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
248
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Commercio, Coscia e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Giuseppe 2.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, Ministro, da parte dell'Italia dei Valori occorre sicuramente un atto di coraggio per votare questo provvedimento perché non avete soltanto chiesto lo stralcio di articoli che sono molto importanti, ma addirittura avete respinto quasi tutti gli emendamenti.
Questa è una proposta emendativa che prevede nella preparazione dei prodotti agroalimentari nazionali, garantiti da marchi di qualità, che sia vietato l'impiego di materie prime agricole, di mangimi animali e di additivi contenenti OGM. L'obiettivo è quello di salvaguardare gli interessi sia dei produttori sia dei consumatori.
Per questo abbiamo presentato questo articolo aggiuntivo. I consumatori sono contrari all'acquisto, ma soprattutto al consumo di questo tipo di prodotto. Insomma, gli italiani non vogliono gli OGM non solo a tavola, ma neanche nel piatto. Lei in Commissione ha replicato che la nuova legge europea sul biologico, entrata in vigore nel 2009, prevede che un alimento possa chiamarsi biologico ed essere considerato e venduto come tale pur in presenza di una contaminazione fino allo 0,9 per cento di OGM, perché è questo che dice l'Europa.
Ad ogni buon conto e secondo il parere del gruppo dell'Italia dei Valori, una delle regole di base più importanti per il biologico è che sia esente da organismi geneticamente modificati. Questa è una qualità e una dote che l'universo del biologico vuole e deve conservare, per noi dell'Italia dei Valori, intatta.
Con questo articolo aggiuntivo vogliamo evitare la promiscuità, perché riteniamo che un'agricoltura di qualità, come quella per la quale stiamo chiedendo l'etichettatura, non abbia nulla a che vedere con questi organismi. Non è detto che quello che non fa male, poi faccia automaticamente bene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, intervengo per esprimere la condivisione circa i contenuti di questo articolo aggiuntivo da parte del gruppo del Partito Democratico. Voglio ricordare, come hanno fatto altri colleghi, che purtroppo questo Pag. 29provvedimento è stato spogliato di tanti contenuti e di tante proposte importanti. Se ridurremo questo provvedimento al tema dell'etichettatura, quanto meno, su tutti quei passaggi che danno informazioni serie ai consumatori, credo che dobbiamo fare un'operazione consistente, corrispondente al vero.
Su questo articolo aggiuntivo voglio anche ricordare che un orientamento come quello che è stato illustrato dalla collega precedentemente è stato assunto anche in sede comunitaria dalla rete delle regioni delle politiche di qualità, la cosiddetta AREPO, che, proprio in relazione a tutti i marchi di qualità, sta assumendo un orientamento teso a garantire la non presenza di organismi geneticamente modificati.
Il Partito Democratico, quindi, sosterrà questo articolo aggiuntivo e chiediamo all'Assemblea di approvarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Giuseppe 2.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Ippolito Vitale, Rossi, Agostini, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 502
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato
238
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che le deputate Zampa e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Oliverio 2.04 e Delfino 2.040.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo Oliverio 2.04 è stato ritirato all'inizio dei lavori dell'Aula.

PRESIDENTE. Dunque sono stati ritirati gli identici articoli aggiuntivi Oliverio 2.04 e Delfino 2.040.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Delfino 2.021, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Petrenga, onorevole Agostini, onorevole Trappolino, onorevole Porcino, onorevole Concia. L'onorevole Mondello ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
241
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.

(Stralcio dell'articolo 2-bis - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2-bis di cui la Commissione propone lo stralcio.
Su tale proposta darò la parola, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento ad un deputato per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.

Pag. 30

LUCIANO AGOSTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO AGOSTINI. Signor Presidente, si propone anche qui lo stralcio dell'articolo 2-bis. È stata annunciata, come abbiamo ascoltato, da parte della maggioranza, una lunga serie di stralci che di fatto modifica nella sostanza il provvedimento. Mi chiedo allora, signor Presidente, ha senso denominare questo provvedimento «Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare»? Penso di no. Dopo due anni e mezzo di latitanza sui problemi dell'agricoltura la Commissione aveva lavorato su un testo che, quantunque insufficiente, almeno affrontava alcuni dei molteplici problemi del settore. Oggi la maggioranza, così com'è avvenuto in sede di Commissione, ci propone lo stralcio dei passaggi più significativi del provvedimento, riducendolo di fatto alla pur necessaria etichettatura. Voi della maggioranza volete cioè togliere di mezzo tutto ciò che risulta essere spesa, tutto ciò che significa sostegno reale alle imprese agricole. Per questo non possiamo non dare un giudizio negativo sul comportamento che è stato adottato dalla maggioranza, comportamento di completa latitanza nel confronti di tutto il settore agricolo. Dopo molteplici tentativi che abbiamo fatto per reinserire in maniera organica il Fondo di solidarietà, anche l'articolo 2-bis viene stralciato. Esso teneva conto dell'esigenza di reintrodurre il Fondo di solidarietà e oggi voi ne proponete l'ennesimo annullamento, con una superficialità impressionante di chi sembra che nemmeno si renda conto di quanto importante sia questo fondo per le imprese agricole. Questo Fondo è ormai l'unico strumento rimasto a disposizione delle imprese per avere qualche certezza in caso di calamità e sappiamo bene in che situazione versino tali imprese. Voi lo togliete e nel fare questo vi assumete una grossa responsabilità proponendo solo tagli alla spesa. Si taglia tutto purché si arrivi ad un pareggio di carattere finanziario. Il vostro motto, tagliare, vi ha fatto perdere, di fatto, anche il senso oggettivo delle cose e per questo noi voteremo contro lo stralcio dell'articolo 2-bis (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, noi saremmo contrari a questo stralcio, perché sul Fondo di solidarietà ci vorrebbe la capacità di fare un balzo in avanti, non un passo indietro.
Prima in quest'Aula qualche collega lamentava scarsità di dibattiti sui problemi e sulle tematiche agricole. Voglio allora solo ricordare che proprio sul tema del Fondo di solidarietà vi è stata, negli ultimi tempi, negli ultimi anni, una grande richiesta di mettere a regime i fondi e di renderli tali da garantire tranquillità e serenità alle aziende agricole.
Quando la Commissione, dopo lunga discussione, aveva approvato un testo nel corso del 2009 che, sul tema del Fondo di solidarietà per le calamità naturali, dava la possibilità di esprimere in termini concreti una posizione nuova e capace di rispondere ai problemi delle aziende agricole, noi vediamo che, anche se il provvedimento mantiene intatto il titolo di provvedimento per rafforzare la competitività del nostro sistema di imprese agricole, alla fine anche su questo tema si fanno tre passi indietro.
È quindi con grande disappunto che constatiamo questo e naturalmente ci opponiamo con forza allo stralcio di questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 2-bis.
(È approvata).

La Camera approva per 22 voti di differenza. Pag. 31
Si intendono pertanto decadute tutte le proposte emendative riferite all'articolo testé stralciato, fatti salvi gli articoli aggiuntivi.

(Esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 2-bis - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo Brandolini 2-bis.040, (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R). Prendo atto che la Commissione ed il Governo esprimono parere contrario.
Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Brandolini 2-bis.040, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Luciano Rossi, Di Virgilio, Latteri, De Siano, D'Anna.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 506
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato
243
Hanno votato
no 263).

(Stralcio dell'articolo 2-ter - A.C. 2260 - A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 2-ter, di cui la Commissione propone lo stralcio. Su tale proposta darò la parola, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento, ad un deputato per ciascuno dei gruppi che ne facciano richiesta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, noi ovviamente siamo contrari allo stralcio di questo articolo, perché a nostro parere si tratta di una disposizione importante. Questo articolo e gli emendamenti che seguono propongono, infatti, l'istituzione di un Fondo di rotazione per alleggerire l'esposizione finanziaria delle aziende agricole. Vorrei precisare che questa proposta è frutto di un confronto abbastanza approfondito con il mondo agricolo. Non mi riferisco, richiamando le difficoltà del mondo agricolo, solo alle microimprese, quelle a rischio competitività e quelle obsolete, ma a tante imprese agricole strutturate nel nostro Paese che - come ben sappiamo - vivono comunque pesantemente - più in questa fase che negli anni passati - gli effetti della stagionalità, del clima e dall'andamento del mercato. Con la posticipazione dei pagamenti di alcune scadenze su mutui ed esposizione finanziaria potrebbero affrontare con un altro respiro e con minore difficoltà la fase che stiamo vivendo. Del resto, voglio anche ricordare che un Fondo di rotazione richiede un impegno finanziario nella fase di costituzione, di nascita e di dotazione iniziale, ma successivamente si autoalimenta, quindi non si tratterebbe nemmeno di un impegno finanziario eccessivo. Vi chiediamo pertanto di valutare attentamente questo articolo, di rivedere la vostra posizione, e quindi di non procedere allo stralcio stesso.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 2-ter.
(È approvata).

La Camera approva per 31 voti di differenza.
Si intendono pertanto decadute tutte le proposte emendative riferite all'articolo testé stralciato, fatti salvi gli articoli aggiuntivi.

Pag. 32

(Esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 2-ter - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 2-ter (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R). Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, l'emendamento Cenni 2-ter.42 rimane?

PRESIDENTE. Onorevole Beccalossi, è meglio che le dia prima lettura delle proposte emendative che sono state ritirate: Oliverio 2-ter.044, Dal Moro 2-ter.046, Servodio 3-ter.019, Di Giuseppe 3-ter.047, 3-ter.048, 3-ter.049, Servodio 2-ter.057, Cenni 4.0100, Oliverio 7-ter.43, 7-septies.40 e 7-novies.40, e Brandolini 7-undecies.0721. Tutti questi emendamenti sono stati ritirati.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, per quanto riguarda l'articolo 2-ter ritiriamo gli articoli aggiuntivi Brandolini 2-ter.011, Marco Carra 2-ter.701, Oliverio 2-ter.044, Dal Moro 2-ter.046.

PRESIDENTE. Sta bene. Rimane soltanto l'articolo aggiuntivo Di Giuseppe 2-ter.0700 e su questo chiediamo il parere della Commissione e del Governo. Prego, onorevole relatrice.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Di Giuseppe 2-ter.0700 è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO GALAN, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è analogo a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Giuseppe 2-ter.0700.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, è chiaro che questo articolo aggiuntivo non sarebbe stato accolto perché prevedo proprio la costituzione di un Fondo - chiaramente presso il Ministero dell'economia e delle finanze - con risorse che dovrebbero essere destinate a perseguire delle finalità importanti e che gli agricoltori, ai quali queste risorse sono state promesse, aspettano da tanto tempo. Infatti, una parte di questo Fondo dovrebbe essere destinato alla razionalizzazione e alla riconversione della produzione del settore bieticolo-saccarifero, perché lei sa, signor Ministro, quante audizioni sono state fatte, quante volte sono stati promessi questi fondi. Il settore bieticolo-saccarifero sta ancora aspettando gli 86 milioni di euro relativi agli anni 2009 e 2010. Inoltre, una parte di questo Fondo dovrebbe essere destinato all'adozione di misure volte ad ammortizzare l'elevato innalzamento dei costi di produzioni e la volatilità dei prezzi delle materie prime che sono utilizzate dagli agricoltori. Purtroppo, ogni volta che una proposta emendativa prevede delle risorse, sia la Commissione sia il Governo votano contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Giuseppe 2-ter.0700, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 33

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Bernardo... onorevole Villecco Calipari... onorevole Scilipoti... onorevole Palagiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato
236
Hanno votato
no 266).

(Stralcio dell'articolo 3-bis - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo ora all'articolo 3-bis, di cui la Commissione propone lo stralcio. Su tale proposta darò la parola, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento ad un deputato per ciascuno dei gruppi che ne faccia richiesta.

GIUSEPPINA SERVODIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, si tratta della materia, molto delicata, sulla quale la Commissione è stata d'accordo prima di avere la richiesta di stralcio da parte della maggioranza. Vorrei richiamare l'attenzione del Ministro: lei si è sempre dichiarato favorevole alla tracciabilità e alla rintracciabilità delle filiere di produzione e di commercializzazione di energia di bio-combustibili. È emersa una circolare che riguarda solo gli oli vegetali.
Chiediamo con questo conferma del fatto che a tutte le biomasse siano applicate la tracciabilità e la rintracciabilità. Questo per due ragioni: non solo per garantire il mondo agricolo ma per garantire soprattutto i cittadini. Quindi chiediamo al Ministro e alla maggioranza di riconsiderare la richiesta di stralcio anche perché su questa parte la Commissione è stata unanime.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 3-bis.
(È approvata).

La Camera approva per 33 voti di differenza.
Si intendono pertanto decadute tutte le proposte emendative riferite all'articolo di cui è stato testé approvato lo stralcio fatti salvi gli articoli aggiuntivi.

(Esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 3-bis - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 3-bis (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, queste due proposte emendative, gli articoli aggiuntivi Di Biagio 3-bis.0200 e 3-bis.0201, entrambi a firma degli onorevoli Di Biagio e Raisi, sono assolutamente condivisibili nel merito ma la linea che abbiamo assunto in Commissione è stata di escludere argomenti che non attengono all'etichettatura da questo provvedimento. Non è un parere contrario di merito ma è un parere contrario di forma, proprio perché si è deciso di non inserire altri argomenti oltre l'etichettatura. Quindi, invito i colleghi Di Biagio e Raisi a ritirare i due articoli aggiuntivi.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO GALAN, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, per gli stessi motivi esposti dalla relatrice, il Governo esprime un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi perché sarebbe sbagliato inserirli in questo momento quando abbiamo stralciato tutto ciò che non riguarda l'etichettatura vera e propria e inserire qualcosa, sul cui merito si può anche convenire, in una sede non Pag. 34adatta ci costringerebbe ad un comportamento che francamente sarebbe meglio evitare. Per tali ragioni il Governo esprime un invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Di Biagio 3-bis.0200 e Di Biagio 3-bis.0201.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro degli articoli aggiuntivi Di Biagio 3-bis.0200 e 3-bis.0201 formulato dal relatore.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, con grande senso di responsabilità ritiriamo gli articoli aggiuntivi Di Biagio 3-bis.0200 e Di Biagio 3-bis.0201.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siamo contrari allo stralcio dei vari articoli e quindi facciamo propri gli articoli aggiuntivi e chiediamo che siano votati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Biagio 3-bis.0200, fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Mazzuca... onorevole Esposito... onorevole Calderisi... onorevole Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 490
Astenuti 5
Maggioranza 246
Hanno votato
231
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che i deputati Pionati e Di Virgilio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'articolo aggiuntivo Di Biagio 3-bis.0201, fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti? Onorevole Mondello? Onorevole Reguzzoni? Onorevole D'Anna? Onorevole Cosentino? Onorevole De Micheli? Onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 493
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
233
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Pionati e Versace hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

(Stralcio dell'articolo 3-ter - A.C.2260 A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 3-ter, di cui la Commissione propone lo stralcio.
Come al solito darò la parola su tale proposta, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento, ad un deputato per ciascuno dei gruppi che ne faccia richiesta.

GIUSEPPINA SERVODIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 35

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, noi non siamo d'accordo sullo stralcio e vorrei dire al Ministro, che è intervenuto qualche minuto fa, che avete stralciato tantissimi argomenti, misure e norme che qualche mese fa la Commissione aveva accettato all'unanimità. Non capisco per quale motivo si sia voluta scegliere la strada di lasciare solo l'argomento dell'etichettatura. Non sono motivazioni politiche, sono motivazioni strumentali, pertanto noi siamo contro lo stralcio di questa parte dell'articolo, che riguarda soprattutto le imprese che producono biogas e che dovevano essere soddisfatte per i servizi che stanno rendendo sul territorio. Anzi, questa parte del provvedimento era un elemento proprio della maggioranza, che l'opposizione ha accettato ed è diventato unanime della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 3-ter.
(È approvata).

La Camera approva con 32 voti di differenza.

(Esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 3-ter - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 3-ter (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R).
Ricordo che sono già stati ritirati gli articoli aggiuntivi Servodio 3-ter.019, Di Giuseppe 3-ter.047, 3-ter.048 e 3-ter.049 e Servodio 3-ter.057.

GIUSEPPINA SERVODIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, per agevolare i nostri lavori, ricordo che sono stati ritirati anche gli articoli aggiuntivi a mia prima firma 3-ter.058 e 3-ter.021.

PRESIDENTE. Sta bene. Questo è stato detto all'inizio della seduta ma, comunque, è opportuno ripeterlo adesso.
Invito, dunque, il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Servodio 3-ter.017 e Di Giuseppe 3-ter.050, Di Giuseppe 3-ter.053, Dal Moro 3-ter.051 e Servodio 3-ter.055, mentre formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Di Biagio 3-ter.0200 per le motivazioni che sono state espresse in precedenza al collega Di Biagio.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO GALAN, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Con riferimento all'articolo aggiuntivo Di Biagio 3-ter.0200, credo che la soluzione più intelligente sia ritirarlo e, eventualmente - se posso permettermi di dare un suggerimento -, trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. Infatti, ritengo che il Governo debba intervenire presto sulla materia.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Servodio 3-ter.017 e Di Giuseppe 3-ter.050.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, più che parlare dell'articolo aggiuntivo in esame, che definisce i distretti agroenergetici, vorrei ricordare all'Assemblea l'iter del provvedimento in oggetto, perché, forse, è stato dimenticato.
Il provvedimento è giunto in Commissione agricoltura ed è stato ampiamente modificato; successivamente, dopo il parere Pag. 36della Commissione bilancio, il 5 novembre 2009, è tornato in Commissione. Poi è arrivato all'esame dell'Assemblea ed è stato nuovamente rinviato in Commissione, in concomitanza con l'esame della manovra finanziaria. Il 10 febbraio 2010 si è svolto il secondo esame, tuttavia, dopo un dibattito piuttosto acceso, il provvedimento è tornato in Commissione agricoltura. Oggi, il provvedimento atto Camera 2260-A/R, concernente il rafforzamento della competitività agroalimentare è, di nuovo, all'esame dell'Assemblea.
Di cosa stiamo parlando? Non vi sono risorse. E cosa vogliamo, in effetti, rafforzare?
Avete stralciato gli articoli più importanti e certo è tipico del Ministro Tremonti tagliare, come in tutti gli altri settori sono state poi tagliate le risorse. Questo, secondo noi, è troppo facile perché, Ministro, il gruppo dell'Italia dei Valori è sicuramente d'accordo sull'etichettatura, sulla tracciabilità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole, anche perché nove italiani su dieci chiedono l'etichettatura per sapere che cosa si mangia, però le difficoltà del mondo agricolo sono pesanti, i costi di produzione sono sempre più alti, i prezzi di vendita imposti dai produttori a volte sono tanto bassi da risultare inferiori a quelli di produzione, come ad esempio quelli del pomodoro.
Stiamo procedendo, in questi giorni, alle audizioni delle associazioni di categoria, delle associazioni sindacali che ci fanno presenti le difficoltà anche in questo settore. A pesare sono i prezzi dei mangimi, dei concimi, delle sementi, degli antiparassitari; a pesare sono gli oneri contributivi e burocratici; a pesare sono i redditi che ormai sono diventati bassissimi. Il Governo si faccia, una volta per tutte, carico di questi problemi perché le promesse sono state fatte, non sono state mai mantenute; la situazione diventa sempre più grave perché pare che l'agricoltura debba sempre, soprattutto in questi ultimi anni, governarsi da sola.
È un'ingiustizia e forse lei, signor Ministro, dovrebbe far presente al Governo e ai ministri che esiste anche l'agricoltura, che esistono anche gli agricoltori, che le difficoltà sono tante e non si può girare il volto dall'altra parte. Riteniamo che occorrano soprattutto politiche mirate a dare respiro a questo settore dell'economia italiana e lei, Ministro, non può nascondersi dietro futuri provvedimenti, proprio perché di promesse ne sono state fatte tante e a questo punto nessuno ci crede più. Quali sono i futuri provvedimenti? Veramente vogliamo atti legislativi che risolvano i problemi degli agricoltori, dell'agricoltura. Questo stralcio, a nostro avviso, e per questo ho preferito parlarne ancora una volta sebbene il tempo a mia disposizione sia pochissimo, sembra veramente fuori luogo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Servodio 3-ter.017 e Di Giuseppe 3-ter.050 non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zamparutti, onorevole Trappolino, onorevole Saltamartini, onorevole Stradella, onorevole Vaccaro, onorevole Colaninno, onorevole Fogliardi, onorevole Ventura.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
229
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mosella ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 37Di Giuseppe 3-ter.053, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesario, onorevole Capodicasa, onorevole Cesare Marini, onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
229
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Dal Moro 3-ter.051.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sani. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, con questo articolo aggiuntivo si cerca di dare risposta alle attese di un settore che, in questi mesi, ha risentito anch'esso della crisi. Mi riferisco a tutte le coltivazioni sotto serra e alle difficoltà pervenute rispetto all'applicazione delle accise sul gasolio.
Oltre al tema delle agevolazioni sulle accise del gasolio, con questo articolo aggiuntivo si intende estendere tali agevolazioni anche ad altri utilizzi di combustibile vegetale; in più, nelle realtà non metanizzate, le agevolazioni si estendono anche al cosiddetto impiego GPL.
Sostanzialmente si tratta di dare una risposta ad un settore che ha sollecitato il Parlamento - e ciò è stato oggetto anche di interrogazione in Commissione - affinché si affrontasse il tema delle accise (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dal Moro 3-ter.051, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Vincenzo Antonio Fontana... onorevole Ghiglia... onorevole Palagiano... l'onorevole Cesare Marini ancora non ha votato... onorevole Nannicini... onorevole Casini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
227
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Dionisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Servodio 3-ter.055.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, signor Ministro, è stato predisposto un documento sul Piano d'azione nazionale sulle energie rinnovabili. So che questo documento è stato già inviato a Bruxelles e ci meraviglia molto che in tale documento, in tale Piano nazionale, vi sia un piccolissimo capitolo, molto generico, sulle agroenergie.
Signor Ministro, ci dobbiamo mettere d'accordo e credo che, sino alla fine, tenteremo di trattare questa materia in maniera omogenea. Dobbiamo fare un Piano agroenergetico nazionale, in quanto, se non lo facciamo, e la Comunità europea ci invita a farlo, non eviteremo la frantumazione e la frammentazione delle esperienze che sul territorio si vanno sviluppando Pag. 38e, soprattutto, signor Ministro, non eviteremo quelle speculazioni che stanno avvenendo in questo settore.
Pertanto, questo è un articolo aggiuntivo molto importante, che avrebbe dovuto essere accolto dal Governo e dalla maggioranza. Siamo, infatti, convinti che anche il Governo sia convinto, ma, per una presa di posizione, ritiene che in questo provvedimento, su questa materia, non si debba dire nulla. Ma quando arriverà questa materia in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Servodio 3-ter. 055, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Rampi, Frassinetti, Trappolino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
231
Hanno votato
no 248).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Biagio 3-ter. 0200 per il quale vi è un invito al ritiro formulato dalla Commissione.
Chiedo all'onorevole Di Biagio se acceda all'invito al ritiro.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, come gruppo del Partito Democratico facciamo proprio l'articolo aggiuntivo Di Biagio 3-ter. 0200 e chiedo di poter parlare per dichiarazione di voto a titolo personale. Le chiedo, pertanto, di computare il tempo a mia disposizione a tale fine.
Vorrei semplicemente svolgere una breve dichiarazione per dire ai colleghi del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia che ho seguito attentamente il dibattito che vi è stato nei giorni scorsi, ho ascoltato bene le parole dell'onorevole Bocchino e sto cercando di seguire anche meglio per capire cosa accade, ma non avevo ascoltato tra i cinque punti del Presidente del Consiglio il provvedimento sull'agroalimentare.
Mi era sembrato di capire, invece, che da parte dei colleghi che si sono staccati dal PdL vi sarebbe stato un attento esame su tutto ciò che non riguardava quei cinque punti. Se l'attento esame comporta che addirittura si arrivi a votare contro gli emendamenti presentati da se stessi, credo che per il vertice di domani non vi saranno problemi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Biagio 3-ter.0200, fatto proprio dal gruppo del Partito Democratico, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Sposetti, Tortoli, Patarino, Rampelli, La Loggia...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 488
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
233
Hanno votato
no 255).

Pag. 39

(Stralcio dell'articolo 4 - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 4.
Anche per questo articolo la Commissione ne propone lo stralcio. Su tale proposta darò la parola, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento ad un deputato per ciascun gruppo che ne faccia richiesta.

SUSANNA CENNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, purtroppo, come abbiamo già detto in altre occasioni la scelta di stralciare gran parte di questo provvedimento ne sta impoverendo i contenuti stessi. Voglio ricordare che l'articolo 4 è relativo alla disciplina dell'attività selvicolturale.
Non dimentichiamo che dentro questo contesto abbiamo tante ottime esperienze legate all'economia del bosco in buona parte d'Italia. Mi riferisco alla capacità che si è manifestata, in tante realtà del nostro Paese, di valorizzare la filiera del legno, di dar vita alla certificazione di qualità, di aver dato vita alla gestione di piccoli impianti a biomasse, di tutela della bio-diversità, di riproduzione della fauna selvatica ed ancora di tanta attività economica attorno al bosco e alla selvicoltura.
Aggiungo un ultimo aspetto che non va sottovalutato: in queste piccole economie abbiamo tante imprese agricole e piccole cooperative forestali che hanno dato vita a buone pratiche anche nella gestione del lavoro forestale. Penso, per esempio, al vincolo dell'albo delle imprese che nel contesto dell'attività forestale evita che si ripetano tante Rosarno nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, manifestiamo la nostra contrarietà a questa proposta di stralcio perché vogliamo che in quest'Aula venga ribadita pubblicamente la grande necessità di una disciplina delle attività selvicolturali che, signor Ministro, al di là delle competenze nazionali, regionali, rappresentano comunque una risorsa fondamentale; anche con riferimento alle attività agroenergetiche delle biomasse che sono dentro i nostri boschi, proprio nell'ambito delle finalità della legge di orientamento per le attività agricole multifunzionali, vi è bisogno di una programmazione forestale concordata, condivisa, nonché di una sollecitazione che provenga dal Governo nazionale per una definizione congiunta con le regioni. Pertanto, ritenevamo che in questo provvedimento vi fossero degli elementi positivi in questa direzione ed è per questa ragione che ci opponiamo allo stralcio.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 4.
(È approvata).

La Camera approva per trentacinque voti di differenza.
Si intende pertanto decaduto l'emendamento Di Giuseppe 4.704, mentre l'articolo aggiuntivo Cenni 4.0100 è stato ritirato.

(Stralcio dell'articolo 5 - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo ora all'articolo 5 di cui la Commissione propone lo stralcio. Su tale proposta darò la parola, ai sensi degli articoli 41, comma 1, e 45 del Regolamento ad un deputato per ciascun Gruppo che ne faccia richiesta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, siamo contrari allo stralcio di questo articolo per le motivazioni che lo stesso Ministro, invece, ha addotto a sostegno Pag. 40della soppressione. Sostanzialmente il Ministro dice, e la maggioranza con lui, che vengono stralciati tutti gli articoli che non hanno a che fare con l'etichettatura.
L'articolo 5, invece, ha molto a che fare con l'etichettatura e, in generale, con tutta l'attività di controllo che deve essere svolta, per quanto riguarda sia la qualità dei prodotti, sia il pagamento degli aiuti dell'Unione europea, attraverso l'esame della pratica da parte di AGEA e, in particolare, i controlli da parte di Agecontrol, una società pubblica di proprietà di AGEA.
Peraltro, tali controlli, che sono di una quantità, oltre che di una qualità, molto consistente, producono spesso ritardi che, da un lato, non consentono un corretto controllo sulla qualità dei prodotti e, dall'altro, molte volte, fanno rinviare il pagamento degli aiuti, accoppiati o non accoppiati, ai produttori agricoli.
In questo caso, quindi, vi è diretta attinenza non solo con l'etichettatura, ossia con la qualità dei prodotti, ma anche con un provvedimento, di cui si è già avviata la discussione in Commissione (anche se i tempi sono ristretti) e che è stato anche oggetto, a più riprese, del dibattito in merito all'utilizzo dei fondi europei (penso al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale): rischiamo di perdere alcune risorse, perché spesso AGEA non riesce ad effettuare i controlli e, quindi, ad approvare le pratiche nei tempi necessari.
Per tutte queste ragioni, riteniamo che l'articolo in esame non debba essere soppresso, ma mantenuto e votato: esso, peraltro, non comporta costi, ma mette semplicemente in relazione il Ministero con le sue società, al fine di effettuare al meglio i controlli e, quindi, controllare al meglio la qualità e l'etichettatura, che poi approveremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo dunque in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta della Commissione di stralciare l'articolo 5.
(È approvata).

La Camera approva per 38 voti di differenza.
Sono pertanto decaduti gli emendamenti 5.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) e 5.301 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
Avverto che, per un malfunzionamento di natura meramente tecnica, al quale sarebbe sbagliato dare qualunque significato politico, non è possibile riportare i risultati delle votazioni sul tabellone elettronico di sinistra. Come punto di riferimento per i colleghi rimane solo il tabellone alla mia destra.

(Esame dell'articolo 5-bis - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame dell'articolo 5-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferranti 5-bis.41.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO GALAN, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 5-bis.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bossa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 41
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
230
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 5-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, la tutela dei prodotti agroalimentari tipici e di qualità costituisce per l'Italia un'esigenza fondamentale, in quanto tali prodotti sono dei punti di forza per l'immagine del made in Italy e la difesa della loro identità e del loro legame con il territorio da cui nascono va quindi a beneficio di tutte le produzioni italiane di qualità, anche quelle che non rientrano nel comparto agroalimentare. Nel quadro di una salvaguardia autentica dei prodotti italiani di qualità, il tema della lotta non solo alla contraffazione, ma di tutte quelle pratiche che in modo fraudolento ostacolano tale percorso, deve essere ancora più perseguito.
Per questo motivo, l'ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi potrà svolgere la propria attività di analisi su richiesta delle pubbliche amministrazioni, come di enti privati e pubblici. Vengono adeguati all'euro e rivalutati gli importi delle sanzioni amministrative per le violazioni alle norme che disciplinano l'attività sementiera, in particolare viene sottolineata l'ipotesi di grave infrazione e di recidiva.
Vengono riviste le sanzioni poste a tutela delle caratteristiche degli oli di oliva e della loro denominazione, compreso il divieto della esterificazione degli oli. Questo strumento si inserisce nel percorso che ha visto un anno fa l'Unione europea intervenire affinché si desse il via all'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine degli oli extravergini e vergini di oliva. Tale risultato deve appunto confermarsi attraverso un adeguato sistema di controlli, che tuttavia non dovrà tradursi in un costo aggiuntivo per i produttori. L'articolo in questione si pone in continuità con quel notevole passo in avanti per il riconoscimento e la tutela di una delle produzioni più significative del made in Italy, come l'olio di oliva, simbolo del nostro agroalimentare. Abbiamo salutato con soddisfazione il lavoro e il risultato raggiunto in un quadro comunitario, ma abbiamo detto da subito che non doveva rimanere fine a se stesso. Da questo punto di vista c'è un passo in avanti: insomma non si potrà più transigere sui controlli, che dovranno essere effettuati da professionisti qualificati e competenti, con l'obiettivo di garantire la massima sicurezza alimentare per i consumatori e tutelare l'immagine delle imprese e delle produzioni italiane. Per tale motivo, il Partito Democratico voterà a favore dell'articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesario, Bocciardo, Giulietti e Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
491).

Pag. 42

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2260-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, l'articolo 6 - lo ricordo - è l'articolo cuore di questo provvedimento, infatti è intitolato «etichettatura dei prodotti alimentari».
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Trappolino 6.2, nonché sull'emendamento Delfino 6.41.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Brugger 6.200, 6.201 e Brandolini 6.801.
La Commissione ha interamente sostituito l'emendamento Callegari 6.208 con l'articolo aggiuntivo 6.0500 della Commissione

PRESIDENTE. L'emendamento Callegari 6.208 è stato, comunque, ritirato.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Callegari 6.209 a condizione che sia accolta la seguente modifica nel senso di aggiungere alla fine del comma 3 le parole: «in sede di prima applicazione il procedimento di cui al presente comma è attivato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge». Con questa modifica il parere è favorevole.
Sull'emendamento Zucchi 6.205 la Commissione esprime parere favorevole con una piccola riformulazione dal seguente tenore: al comma 3 dopo le parole « trasformazione agroalimentare», sopprimendo quindi dalla parola «decreto» fino alla parola «modificazioni», aggiungere le parole: «acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari».
La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Brandolini 6.7 e Delfino 6.17.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Brandolini 6.802.
Esprime, invece, parere favorevole sugli identici emendamenti Delfino 6.42 e Cuomo 6.43.
La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento Callegari 6.212. Il parere è, invece, contrario sugli identici emendamenti Di Giuseppe 6.204 e Ferranti 6.213. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Rota 6.11, Di Giuseppe 6.13 e Delfino 6.14, 6.15 e 6.16.

PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 6.0500 della Commissione il parere è ovviamente favorevole?

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Sì, signor Presidente trattandosi di una proposta emendativa della Commissione.

PRESIDENTE. Sugli identici articoli aggiuntivi Bordo 6.040 e Delfino 6.041 dovrebbe esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Il parere è contrario, signor Presidente.
Visto che ho la parola, vorrei fare una precisazione che desidero rimanga agli atti.
Sugli identici emendamenti Brandolini 6.7 e Delfino 6.17 avevo chiesto una modifica più di forma che di sostanza, nel senso di sostituire le parole: «del territorio» con le seguenti: «dal territorio».

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

GIANCARLO GALAN, Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, è un po' complicato questa volta, ma il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Trappolino 6.2. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Agostini. Ne ha facoltà.

Pag. 43

LUCIANO AGOSTINI. Signor Presidente, l'articolo 6 è l'unico articolo che rimane di questo provvedimento. Il Partito Democratico si è battuto affinché questo provvedimento contenesse anche altre misure per un settore fortemente in crisi come quello agricolo.
Comunque, l'etichettatura è uno strumento importante a disposizione dei consumatori, che può creare valore aggiunto al produttore. Per questo siamo comunque interessati a migliorare questo articolo e per questo proponiamo alcuni emendamenti, che, se approvati, renderanno questo strumento veramente efficace. L'emendamento Trappolino 6.2 rende più stringenti le informazioni che dovranno essere messe nelle etichette del prodotto.
Due sono le questioni che rendono l'etichettatura efficace: l'origine e la provenienza. È su questo che il consumatore assume consapevolezza del prodotto che acquista; per questo riteniamo indispensabile che le informazioni siano le più dettagliate possibili.
Senza alcune importanti modifiche, così com'è stato proposto, le norme circa l'istituzione dell'obbligatorietà dell'etichettatura sui prodotti alimentari risulterebbero essere solo uno dei tanti spot di questo Governo. Per questo proponiamo alcune modifiche, come quella contenuta nell'emendamento Trappolino 6.2 o quelle successive sulla tracciabilità e l'estensione a tutte le filiere.
Signor Presidente, solo con queste modifiche il Partito Democratico ritiene che l'etichettatura obbligatoria possa essere approvata, perché solo se completa di queste parti risulterebbe essere veramente efficace per i consumatori e per i produttori agricoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Trappolino 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Barbaro, Anna Teresa Formisano, Cesare Marini, Iannarilli, La Loggia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato
231
Hanno votato
no 257).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 6.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Fogliardi, Madia, Parisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
228
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 6.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gava, onorevole Abelli, onorevole Nannicini, onorevole Minardo, onorevole Granata. Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
231
Hanno votato
no 258). Pag. 44

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brugger 6.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, Buonfiglio, Centemero, Granata, Concia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
232
Hanno votato
no 256).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Brandolini 6.801.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, molto rapidamente volevo semplicemente sottolineare che questo emendamento, secondo noi, è estremamente importante per l'origine dei prodotti di cui parliamo perché quando si parla di carne animale come di prodotti vegetali il luogo di origine in alcuni casi è fondamentale. Voglio ricordare che nel settore agricolo, nel quale l'Italia è uno dei maggiori produttori se non il maggiore d'Europa, la vita di un pollo è di cinquanta giorni. Omettere dall'etichettatura la nascita significa che quel pollo potrebbe essere stato allevato in Italia solo per uno o due giorni sui cinquanta di vita prima di essere macellato e quindi lavorato. Per questa ragione era importante che questo emendamento garantisse la peculiarità oltre che la biodiversità per i prodotti vegetali e per quelli di origine animale. Assicurare che l'origine sia in Italia è normalmente distintivo; ciò non toglie che in alcuni settori possa essere non italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, non vorrei contraddire l'amico Brandolini ma non so se ci rendiamo conto che stiamo introducendo lo ius soli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brandolini 6.801, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti, onorevole Veltroni, onorevoli Marco Carra, Mondello, onorevole Villecco Calipari. Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 482
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
230
Hanno votato
no 252).

Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'emendamento Callegari 6.209.

SEBASTIANO FOGLIATO. Sì, signor Presidente, accettiamo la riformulazione dell'emendamento Callegari 6.209.

PRESIDENTE. Avverto che a seguito della riformulazione dell'emendamento Callegari 6.209, proposta dal relatore e accolta dai presentatori, tale proposta emendativa verrà posta in votazione dopo gli identici emendamenti Brandolini 6.7 e Delfino 6.17.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'emendamento Zucchi 6.205.

Pag. 45

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione proposta dal relatore. Intervengo poi per dire che questo emendamento concerne il comma 3, che prevede che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, attraverso propri decreti, stabilisce quali sono le modalità per l'indicazione di origine dei prodotti, intendendo per modalità anche l'individuazione di ogni prodotto e anche il requisito della materia agricola prevalente utilizzata nei prodotti trasformati, ovvero quale sia la materia agricola prevalente all'interno di un prodotto trasformato e quale la quantità necessaria per definirla prevalente.
È evidentemente un comma cruciale per l'etichettatura. Con il nostro emendamento imponiamo al Ministero di individuare i prodotti e decidere per ogni singolo prodotto la materia prevalente che deve vedere riportata l'origine in etichetta. Non è una questione di poco conto.
Nella versione originaria del comma si prevedeva di proporre e votare di intesa con le regioni e di ascoltare tutto l'intero mondo produttivo (produzione, trasformazione e commercializzazione). Noi abbiamo giustamente chiesto che questo lavoro, affinché venga un poco sottratto alle pressioni delle grandi industrie, venisse anche discusso e confrontato nelle Commissioni permanenti e che si acquisisse anche il parere delle Commissioni.
Mi pare doveroso ringraziare il Ministro e il relatore per aver accolto l'emendamento e avere ridato al Parlamento parte della sua centralità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, mi scusi, torno indietro sull'emendamento Callegari 6.209: ho fatto una proposta di modifica che è stata accolta dai proponenti, ma non ho chiaro se l'emendamento sia stato poi posto in votazione.

PRESIDENTE. No, onorevole Beccalossi. L'emendamento Callegari 6.209 verrà messo ai voti dopo gli identici emendamenti Brandolini 6.7 e Delfino 6.17.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Vi è anche l'articolo aggiuntivo 6.0500 della Commissione da porre ancora ai voti.

PRESIDENTE. Onorevole Beccalossi, successivamente verrà votata anche questa proposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zucchi 6.205, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bossa, De Micheli, Sposetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
485
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Brandolini 6.7 e Delfino 6.17.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Brandolini 6.7 se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione del nostro emendamento proposta dalla relatrice, perché in effetti sono prodotti «del» territorio ma, in dipendenza del termine provenienza, in italiano si dice «dal» territorio. Sta bene quindi la riformulazione proposta.
Voglio inoltre ringraziare sia la relatrice che il Ministro per l'accoglimento di Pag. 46questo emendamento che secondo noi è fondamentale, perché senza tracciabilità è difficile definire l'origine di un prodotto e soprattutto verificarla e controllarla.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'emendamento Delfino 6.17 se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, voglio soltanto sottolineare che con questo emendamento - così come con i successivi identici emendamenti Delfino 6.42 e Cuomo 6.43 - si determina una modifica vera al provvedimento in esame, un rafforzamento che consente effettivamente il raggiungimento degli obiettivi dell'articolo in esame, che appunto è riferito all'etichettatura dei prodotti alimentari. Siamo convinti che l'aver accolto - e ne diamo atto al relatore, al presidente della Commissione e al Ministro - questi due emendamenti significa aver migliorato con il lavoro svolto in Commissione e qui in Aula il provvedimento, conferendogli un elemento di chiarezza. Si tratta soprattutto dell'estensione a tutte le filiere della tutela dell'etichettatura, che servirà certamente a consentire una maggiore riconoscibilità dei prodotti da parte dei consumatori.

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che anche i presentatori dell'emendamento Delfino 6.17 accettano la riformulazione proposta dal relatore.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, vorrei tornare sugli identici emendamenti Brandolini 6.7 e Delfino 6.17, in quanto vorrei riportarli alla formulazione originaria. Dunque rimarrebbe l'espressione «del territorio» (e non «dal territorio»). Infatti da una rilettura più attenta - al di là di quello che dicono gli uffici - suonano meglio nel modo in cui erano stati scritti inizialmente dalla Commissione. Quindi, non me ne vogliano gli uffici, ma lascerei l'espressione «del territorio» e relativo alla «tracciabilità dei prodotti agricoli » e non «agroalimentari di origine o di provenienza».

PRESIDENTE. Quindi, a questo punto, non vi è più alcuna riformulazione? Rimane il testo originario?

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Si, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Brandolini 6.7 e Delfino 6.17, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gava, onorevole Fallica, onorevole Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Callegari 6.209, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio, onorevole Castellani, onorevole De Siano, onorevole Veltroni, onorevole Barbareschi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 47
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
479
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Barani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brandolini 6.802, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Cesare Marini, onorevole De Siano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
234
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Delfino 6.42 e Cuomo 6.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cuomo. Ne ha facoltà.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, noi del Partito Democratico siamo particolarmente soddisfatti del parere favorevole della relatrice e del Governo perché riteniamo che questo emendamento, che sicuramente, come diceva il collega Delfino, migliora l'impianto dell'intero articolo e che prevede l'estensione a tutte le filiere e, quindi, a ciascuna filiera degli obblighi dell'indicazione di cui al comma 1, nonché il requisito principale della prevalenza della materia agricola utilizzata, sia ispirato dalla forte volontà di tutelare il consumatore mediante una corretta informazione riportata in etichetta sull'origine del prodotto e anche in merito alla presenza dell'eventuale utilizzazione di organismi geneticamente modificati. L'emendamento, quindi, si pone l'obiettivo di garantire il consumatore, come è ovvio, ma anche di promuovere il made in Italy, facendo definitivamente chiarezza sulla reale origine dei prodotti alimentari. Ovviamente, la tutela del consumatore non può che essere vista favorevolmente anche da tutti i produttori ed allevatori agricoli i quali hanno contribuito, pur tra mille difficoltà, ad accrescere l'immagine di qualità del prodotto italiano nel mondo. Ecco perché penso - alla pari di tanti altri colleghi - che l'articolo 6, quello sull'etichettatura dei prodotti alimentari, sia diventato di fatto l'articolo portante di questo provvedimento che, come dicevo prima, ha e avrà il compito di rilanciare il settore agricolo nel nostro Paese. Per questo motivo, diamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Delfino 6.42 e Cuomo 6.43, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giulietti... onorevole Romano... onorevole Pugliese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 476
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato
476).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 48
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Callegari 6.212, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Scilipoti... onorevole Nannicini... onorevole Cesare Marini... onorevole Cesario... onorevole Santagata... onorevole Di Biagio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
480).

Prendo atto che il deputato Enzo Carra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Di Giuseppe 6.204 e Ferranti 6.213.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, noi chiediamo la soppressione del comma 7-bis perché interviene soprattutto sul ruolo del Corpo forestale. Esso prevede che anche il personale del Corpo forestale dello Stato possa svolgere servizi di protezione e di vigilanza come previsto dal decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2002, n. 133. Ambedue i provvedimenti definiscono quelli che sono il ruolo che devono svolgere le forze dell'ordine e sono relativi alla tutela e alla protezione delle alte personalità istituzionali nazionali ed estere nonché delle persone soggette a pericoli o minacce di natura terroristica, oltre che al traffico di stupefacenti, di armi anche nucleari, di materiale radioattivo e di aggressivi chimici e biologici correlati ad altre attività.
Oggi la normativa prevede che questi servizi che ho elencato vengano svolti da un personale specifico che sia formato ed addestrato a svolgere questi ruoli come quello dell'unità della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri. Ne chiediamo la soppressione proprio perché non ci sembra giusto affidare anche al Corpo forestale dello Stato questi compiti e questo ruolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questa disposizione è fuori di ogni contesto all'interno del provvedimento legislativo che stiamo esaminando. Tant'è vero che viene da un emendamento introdotto al Senato all'ultima ora e non solo si ampliano le sezioni di polizia giudiziaria ma addirittura si danno compiti che sono al di fuori della preparazione e della professionalità del Corpo forestale. Ritengo che per valutare e dare evidenza a questo Corpo per le importantissime funzioni che svolge non c'è bisogno di equipararlo nelle funzioni di sicurezza alle alte personalità delle forze dell'ordine. Credo che ogni Corpo debba essere valorizzato per le funzioni che svolge e su quel punto il legislatore deve intervenire anziché promettere situazioni che ritengo siano vergognose. Noi l'abbiamo stigmatizzato anche in Commissione giustizia.
Ritengo che questo emendamento dovesse avere il parere favorevole da parte del relatore e del Governo. Ci vuole un po' di serietà anche quando si cerca di valorizzare qualcosa a cui si tiene, è necessaria la serietà di tener presente quali sono le specificità di ciascuna funzione che in questo caso invece vengono del tutto snaturate e viene data una medaglietta che non serve a nulla.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Giuseppe 6.204 e Ferranti 6.213, non accettati dalla Commissione né dal Governo. Pag. 49
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... onorevole Giammanco... onorevole Reguzzoni... onorevole Antonio Pepe... onorevole Codurelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 476
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato
219
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rota 6.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Grassi... onorevole Pionati... onorevole Baretta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
217
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 6.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Negro?
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato
218
Hanno votato
no 260).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 6.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente: sono solo tre emendamenti rispetto al comma 10, con il quale si cerca di consentire ai produttori l'esaurimento dell'utilizzo delle scorte oppure di dare un periodo di tempo più ampio per smaltire i prodotti, anche se viene sanzionata la mancanza degli obblighi, così come stabiliti dai commi precedenti. Pertanto noi riteniamo, essendo comunque questi prodotti rispondenti nella loro qualità ad una possibilità di essere consumati, che vi sia un affievolimento di questa norma per non danneggiare i produttori ed il commercio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 6.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Biasotti?
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato
211
Hanno votato
no 255).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 6.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Pag. 50
Onorevole Mazzuca? Onorevole Tommaso Foti? Onorevole Iannarilli?
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
210
Hanno votato
no 255).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 6.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Mazzuca? Onorevole Giammanco? Onorevole Giulietti? Onorevole Pionati? Onorevole Consiglio?
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
208
Hanno votato
no 257).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, come ricordavano già i colleghi negli interventi precedenti, dopo gli stralci già effettuati e quelli che, molto probabilmente, saranno fatti subito dopo l'approvazione dell'articolo in oggetto, l'articolo 6, concernente l'etichettatura, diventa il cuore e, quindi, l'aspetto fondamentale del provvedimento al nostro esame. Ad arricchirlo - vorrei sottolinearlo - vi sono, in particolare, le proposte emendative che hanno modificato l'articolo 1, che affrontano in modo particolare alcune questioni fondamentali - anzi, le uniche - per il mondo agricolo. Penso all'imprenditoria giovanile e al sostegno alle concentrazioni delle imprese cooperative, che sono fondamentali per accrescere il potere dei produttori e, quindi, per poter competere a livello internazionale. Pertanto, l'etichettatura diventa il vero elemento in base a cui giudicare questo provvedimento.
Dobbiamo dire che avevamo considerato il provvedimento - che è stato, peraltro, approvato all'unanimità al Senato - un punto di partenza che richiedeva modifiche, se si voleva che esso avesse efficacia e, quindi, fosse utile effettivamente a sostenere e a qualificare sui mercati le nostre produzioni.
Il percorso della discussione presso la Commissione non è stato lineare: infatti, l'articolo in oggetto aveva subìto un insieme di modifiche che, addirittura, peggioravano il testo del Senato, e che ci avevano portato ad esprimere un giudizio negativo in ordine al provvedimento che si discuteva.
Con un dibattito che abbiamo svolto tutti insieme presso la Commissione agricoltura, e anche con il sostegno del Ministro Galan, che ringraziamo, siamo riusciti a migliorare il provvedimento in oggetto, in particolare, attraverso le tre proposte emendative che ci hanno visto protagonisti. Mi riferisco al problema della tracciabilità, che prima non era previsto, mentre ora è stata inserita grazie ad un nostro emendamento; mi riferisco al fatto che l'etichettatura dovesse riguardare tutte le filiere produttive, e non solo, evidentemente, una parte di esse (saranno, poi, i decreti a definire quali prodotti all'interno di ogni singola filiera); infine, mi riferisco al fatto che, in tutto questo percorso - come ricordava il collega Zucchi nel suo intervento - le Commissioni parlamentari fossero protagoniste, cioè fossero chiamate a dare il proprio contributo nell'approvazione dei decreti attraverso l'espressione di un parere.
L'insieme dei miglioramenti che sono stati apportati, penso di poter dire grazie anche, se non soprattutto, al nostro contributo, ci portano ad esprimere una posizione favorevole sull'articolo in oggetto, Pag. 51concernente l'etichettatura. Si tratta di un provvedimento che accoglie gli interessi e che è, comunque, molto atteso da tutte le categorie e da tutte le associazioni del mondo agricolo. Ritengo che se sarà definitivamente approvato al Senato darà un contributo per affrontare la difficile situazione del mondo agricolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Iannaccone, onorevole Frassinetti, onorevole Granata, onorevole Speciale, onorevole Sammarco, onorevole Maria Rosaria Rossi, onorevole Castellani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
457
Hanno votato
no 5).

Passiamo agli articoli aggiuntivi all'articolo 6.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Bordo 6. 040 e Delfino 6.041. Come relatore e a nome della maggioranza non possiamo che esprimere apprezzamento sul merito degli articoli aggiuntivi stessi ma, così come è avvenuto per quanto riguarda altre materie come le agroenergie, piuttosto che il settore bieticolo e saccarifero, si è deciso, come Commissione, di stralciare tutti quegli argomenti che non sono relativi all'etichettatura. Quindi il nostro parere di contrarietà non è sul merito ma è esclusivamente una questione di metodo dal momento che questo è un provvedimento che riguarda l'etichettatura. Vi erano pronte altre proposte emendative da parte di autorevolissimi esponenti della maggioranza che hanno evitato di presentarle proprio per le ragioni di cui sopra.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO GALAN. Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, la relatrice ha esposto più che bene i motivi della posizione contraria per cui il Governo concorda con il parere espresso dal relatore ed accetta l'articolo aggiuntivo 6.0500 della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 6.0500 della Commissione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Cesario, onorevole Borghesi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
454
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Marantelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Pag. 52
Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Bordo 6.040 e Delfino 6.041.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO. Signor Presidente, come dicevo, ci siamo stancati di essere presi in giro sul tema dell'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare con sede a Foggia, anche perché, tra l'altro, su questo argomento, fu presentata una proposta emendativa simile - che adesso non vedo più nel fascicolo, semmai fosse stata ritirata - dai deputati della maggioranza, Pepe e Leone.
Con questo articolo aggiuntivo si chiede, molto semplicemente, di dare attuazione ad una legge dello Stato, una legge approvata da questo Parlamento a gennaio del 2008 e per la cui attuazione mancavano i decreti attuativi che avrebbe dovuto firmare il Presidente del Consiglio dei ministri, ma che, nel 2008, non fu possibile firmare poiché vi fu lo scioglimento anticipato delle Camere.
Su questo tema noi dobbiamo sciogliere i nodi e capire fino in fondo qual è la volontà del Governo. O meglio: noi sappiamo qual è la volontà del Governo, ma è giusto che venga affermata con molta chiarezza e non con il giro di parole a cui si faceva riferimento attraverso l'intervento della relatrice, poi ribadito dal Governo.
Capisco che su questo Governo e su questa maggioranza vi sia la golden share della Lega Nord, la quale impedisce che si possa fare il decreto attuativo, tra l'altro negando che su questo tema vi sia stato più volte un voto favorevole di questo Parlamento, con una larga maggioranza.
Ora voglio capire dai parlamentari della maggioranza, del centrodestra, ma non solo del centrodestra, anche di Futuro e Libertà per l'Italia, i quali sono pugliesi, meridionali, come si spiega il fatto che vi sia una legge dello Stato alla quale non viene dato seguito. Dite molto più semplicemente che non volete più fare l'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, perché ci vuole chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Vi dovete assumere fino in fondo le responsabilità. È per questa ragione che chiedo - come già accaduto in un'altra circostanza, esattamente il 18 dicembre, quando, attraverso un voto trasversale di maggioranza e opposizione, fu approvato un ordine del giorno che aveva un contenuto uguale a quello contenuto in questo articolo aggiuntivo - che quel voto si ripeta.
Infatti, non è possibile che si continui a prendere in giro - è vergognoso - la Capitanata e gli enti locali che si sono molto spesi affinché a Foggia vi fosse l'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere tutti e due gli identici articoli aggiuntivi, sia quello di Bordo, 6.040, sia quello dell'amico Delfino, 6.041.
Qualche giorno fa, signor Ministro, abbiamo sentito il Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, parlare di come poter rilanciare il Mezzogiorno e far recuperare a questa maggioranza un concetto che è sparito da tanto tempo, da quando questa maggioranza è succube della Lega Nord.
In questa occasione, basterebbe poco - un decreto attuativo - per dimostrare un po' di interesse nei confronti del nostro Mezzogiorno (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)! È una cosa vergognosa! Abbiamo votato leggi, ordini del giorno ripetuti in quest'Aula, abbiamo insistito nel prevedere, fino a qualche giorno fa, anche degli incontri con il sottosegretario Letta, che ha fornito rassicurazioni. Per quello che ho saputo, c'è anche una proposta emendativa del Vicepresidente Leone, rispetto a questa questione. Pag. 53
Dico agli uomini del sud di questo Governo e di questa maggioranza: ma di che pasta siete fatti? Un po' di dignità! E venite a parlare di Mezzogiorno, vergognatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Futuro e Libertà per l'Italia)!

LUCIANA PEDOTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANA PEDOTO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Bordo 6.040.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Bordo 6.040 e Delfino 6.041, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, D'Ippolito Vitale, Fogliardi, Petrenga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 440
Votanti 434
Astenuti 6
Maggioranza 218
Hanno votato
190
Hanno votato
no 244).

Avverto che sono stati ritirati dai presentatori gli articoli aggiuntivi Di Giuseppe 7.022, 7.02, 7.03 e 7.05.
Secondo le intese intercorse il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale il deputato Antonello Soro, in sostituzione del deputato Dario Franceschini, dimissionario.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di un disegno di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, del seguente disegno di legge, del quale la sottoindicata Commissione, cui era stato assegnato in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla III Commissione (Affari esteri):
«Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 9 marzo 1948, n. 812, recante nuove norme relative all'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana» (3624) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Sull'ordine dei lavori (ore 19,55).

MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, vorrei segnalare a lei e all'Aula un fatto piuttosto grave. Abbiamo già denunciato come, in un momento di crisi così pesante, la Decisione di finanza pubblica sia arrivata con due settimane di ritardo; ma non finisce qui, perché la Decisione di finanza pubblica è arrivata, non solo in ritardo, ma mancante dell'allegato più importante, quello infrastrutture. Non so se nel frattempo, in queste ore, sia arrivato, non ne abbiamo notizia ufficiale. Pag. 54
Tuttavia, signor Presidente, la gravità sta nel fatto che i contenuti dell'allegato infrastrutture - prima che venisse trasmesso alla Camera - sono stati pubblicati oggi dai giornali, credo anche con dovizia di particolari, e che le notizie pubblicate corrispondono al testo dell'allegato infrastrutture.
Dal giornale si legge che il Governo sceglie 28 priorità: 28 opere di serie A. Con grande sorpresa scopriamo che, fra le 28 priorità - perché l'allegato infrastrutture quest'anno assume una veste nuova, con priorità più incisive, sembra, ma poi vedremo nel concreto -, manca un'opera strategica importante, un'opera europea che ha visto, nei giorni scorsi, l'attenzione di tutti i grandi media.
Mi riferisco alla strada dei due mari, la Fano-Grosseto, che è una vergogna dell'Italia, signor Presidente: non è la vergogna né del centrodestra, né del centrosinistra, è una vergogna dell'Italia perché è un'opera iniziata negli anni Settanta, ritenuta strategica come asse europeo, ed ha ancora tratti realizzati e non usufruibili.
Credo francamente che la priorità vada riconosciuta ai completamenti; in questo elenco, invece, si leggono opere ancora da progettare o appena progettate, mentre in questo caso abbiamo una strada di 270 chilometri realizzata per il 70 per cento (ne mancano 80 chilometri) con tratti non usufruibili. Credo che il Governo, presentando questo allegato infrastrutture con tale carenza, non sia nemmeno coerente con gli impegni che ha assunto da ultimo con rappresentanti molto importanti dell'Esecutivo, né con quel che ha fatto. Sono state definite, infatti, le progettazioni, sono stati definiti i percorsi, ora si può procedere a stralci, magari finanziandoli uno all'anno, ma lei comprende, signor Presidente, che la precondizione è che quest'opera sia compresa fra quelle prioritarie e non si capisce come sia scomparsa dall'elenco.
Quindi, mi appello a lei perché si attivi rispetto al Governo per fare chiarezza su questo aspetto, ma soprattutto perché venga trasmesso l'allegato infrastrutture, e per far sì che, quando si devono esaminare atti così importanti per il Parlamento, questi non vengano anticipati ai giornali, ma la discussione venga avviata nella sede propria, che è questa.
Se saranno confermate le notizie circa l'assenza di tale opera, mi auguro che i parlamentari marchigiani, toscani, umbri, ma in generale tutti i parlamentari, tutti gli onorevoli che rappresentano questo Paese indichino al Governo la necessità di una variazione, anche perché questo elenco mi sembra un po' squilibrato: non si occupa del centro Italia che invece può essere la cerniera di questo Paese, soprattutto nel momento in cui ci apprestiamo a celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia.

PRESIDENTE. Onorevole Vannucci, prendiamo atto delle sue osservazioni che provvederemo a sottoporre all'attenzione del Ministro competente. Tuttavia, devo informare l'Assemblea che il programma delle infrastrutture strategiche, da allegare alla Decisione di finanza pubblica, in base all'articolo 1, comma 1, della legge n. 443 del 2001 e all'articolo 10, comma 9, della legge n. 196 del 2009, è stato trasmesso dal Governo nel pomeriggio di oggi, proprio poco fa, ed immediatamente assegnato alla V Commissione (Bilancio) e alle altre Commissioni competenti. Il relativo stampato sarà disponibile domani mattina.

ANDREA LULLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, intervengo per mettere al corrente lei, e tramite lei il Governo, degli eventi meteorologici eccezionali che sono accaduti nella città di Prato e provincia nelle prime ore di questa giornata che hanno arrecato diversi allagamenti e, purtroppo, causato anche la morte di tre cittadini di origine cinese, che rappresenta un grave lutto per la nostra città.
Mi permetto di evidenziare che già in seguito agli eventi del dicembre 2009 non è stata fornita alcuna risposta in merito agli interventi del Governo per la messa in sicurezza da questi eventi: vorrei quindi Pag. 55sollecitare sommessamente il Ministero dell'ambiente e la Protezione civile non solo ad occuparsi degli eventi del dicembre 2009, ma anche ad intervenire nelle gravi vicende verificatesi la scorsa notte.

DAVID FAVIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, mi associo anch'io alle parole del collega Vannucci, in quanto l'eventuale assenza, tra le opere pubbliche previste dal Governo come prioritarie, della Fano-Grosseto, sarebbe cosa estremamente grave, sia per la particolarità e l'importanza dell'opera che collega l'Adriatico al Tirreno nel centro Italia - un asse strategico centrale per la nostra nazione, per i commerci, per la viabilità e gli sviluppi -, sia perché significherebbe continuare a gettare al vento le risorse che già sono state abbondantemente investite sull'opera.
Ci auguriamo, quindi, che il Governo possa eventualmente ripensare a questo gravissimo errore e ripristinare gli stanziamenti che erano stati a più riprese promessi per quest'opera fondamentale che interessa le Marche, la Toscana e le regioni centrali.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 6 ottobre 2010, alle 9:

1. - Informativa urgente del Governo sui recenti tragici incidenti sul lavoro e sulle iniziative di competenza per contrastare tale fenomeno.

(ore 10 e ore 16)

2. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa del disegno di legge C. 3624.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (C. 2260-A/R).
e delle abbinate proposte di legge: COSENZA ed altri; D'iniziativa dei senatori: SCARPA BONAZZA BUORA ed altri (Approvata dal Senato); JANNONE e CARLUCCI (C. 2646-2743-2833).
- Relatore: Beccalossi.

(ore 15)

4. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

DISEGNO DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla III Commissione (Affari esteri):
«Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 9 marzo 1948, n. 812, recante nuove norme relative all'Ordine della Stella della Solidarietà italiana» (C. 3624).
(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

La seduta termina alle 20.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2260-A/R ed abb. - em. 2.200 506 506 254 506 62 Appr.
2 Nom. articolo 2 508 507 1 254 502 5 61 Appr.
3 Nom. articolo agg. 2.046 505 502 3 252 233 269 60 Resp.
4 Nom. articolo agg. 2.049 511 509 2 255 242 267 61 Resp.
5 Nom. articolo agg. 2.01 506 504 2 253 248 256 61 Resp.
6 Nom. articolo agg. 2.02 505 502 3 252 238 264 61 Resp.
7 Nom. articolo agg. 2.021 505 505 253 241 264 61 Resp.
8 Nom. articolo agg. 2-bis.040 507 506 1 254 243 263 60 Resp.
9 Nom. articolo agg. 2-ter.0700 502 502 252 236 266 61 Resp.
10 Nom. articolo agg. 3-bis.0200 495 490 5 246 231 259 61 Resp.
11 Nom. articolo agg. 3-bis.0201 497 493 4 247 233 260 61 Resp.
12 Nom. articolo agg. 3-ter.017, 050 487 487 244 229 258 61 Resp.
13 Nom. articolo agg. 3-ter.053 484 484 243 229 255 61 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo agg. 3-ter.051 480 479 1 240 227 252 61 Resp.
15 Nom. articolo agg. 3-ter.055 479 479 240 231 248 60 Resp.
16 Nom. articolo agg. 3-ter.0200 493 488 5 245 233 255 60 Resp.
17 Nom. em. 5-bis.41 487 486 1 244 230 256 60 Resp.
18 Nom. articolo 5-bis 494 491 3 246 491 60 Appr.
19 Nom. em. 6.2 488 488 245 231 257 60 Resp.
20 Nom. em. 6.41 485 485 243 228 257 60 Resp.
21 Nom. em. 6.200 489 489 245 231 258 60 Resp.
22 Nom. em. 6.201 489 488 1 245 232 256 60 Resp.
23 Nom. em. 6.801 483 482 1 242 230 252 60 Resp.
24 Nom. em. 6.205 rif. 487 486 1 244 485 1 60 Appr.
25 Nom. em. 6.7, 6.17 485 484 1 243 484 60 Appr.
26 Nom. em. 6.209 rif. 482 481 1 241 479 2 59 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 38)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6.802 489 489 245 234 255 59 Resp.
28 Nom. em. 6.42, 6.43 479 476 3 239 476 60 Appr.
29 Nom. em. 6.212 481 480 1 241 480 60 Appr.
30 Nom. em. 6.204, 6.213 478 476 2 239 219 257 59 Resp.
31 Nom. em. 6.11 477 477 239 217 260 59 Resp.
32 Nom. em. 6.13 478 478 240 218 260 59 Resp.
33 Nom. em. 6.14 466 466 234 211 255 59 Resp.
34 Nom. em. 6.15 465 465 233 210 255 59 Resp.
35 Nom. em. 6.16 465 465 233 208 257 59 Resp.
36 Nom. articolo 6 463 462 1 232 457 5 59 Appr.
37 Nom. articolo agg. 6.0500 457 456 1 229 454 2 59 Appr.
38 Nom. articolo agg. 6.040, 6.041 440 434 6 218 190 244 59 Resp.