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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 329 di giovedì 27 maggio 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10,05.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 10,10).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per una precisazione in ordine al resoconto stenografico e al processo verbale della seduta di ieri. Ieri, in chiusura di seduta ho avuto modo di far presente alla Presidenza che non ritenevo opportuno e non ritenevo giusto e corretto essere accusato dall'onorevole Giachetti di aver detto il falso.
L'onorevole Giachetti mi ha risposto in Aula, leggo la risposta: «Signor Presidente, non replico all'onorevole Baldelli. Le chiedo solo di essere lei a tradurmi, in italiano: affermare che alle 7 meno un quarto si viene a sapere che c'è la riunione del gruppo del Partito della Libertà con il Presidente Berlusconi (...). Non so se questo appartiene ad una stravaganza o chissà cos'altro o a dire cosa non vera. In italiano una cosa non vera è una cosa falsa, tutto qua».
Signor Presidente, tengo a ricordare che cosa ho detto nel corso del mio intervento. Ho detto questo, leggo testualmente: «Signor Presidente, su questo provvedimento, collegato alla manovra finanziaria, composto da vari articoli, ci sono - vado a »spanne« - circa 140 emendamenti ed iniziarlo ad affrontare in questo momento potrebbe risultare disomogeneo rispetto alla prosecuzione dei nostri lavori, anche perché la Presidenza è a conoscenza della convocazione della riunione dei gruppi congiunti del PdL di Camera e Senato, in forza della quale, normalmente, i lavori dell'Aula vengono sospesi».
Signor Presidente, soltanto per ribadire che quanto detto da me ieri è ancora assolutamente valido; gli atti, che tutti possono leggere testimoniano che il sottoscritto non ha detto il falso e credo che tra galantuomini avrei anche diritto a delle scuse; ma questo lo lascio alla discrezione e alla cortesia del collega Giachetti che immagino si sia accalorato in un momento d'Aula. Posso comprendere che in momenti del genere si possa avere non chiara tutta la linearità, né si possa riuscire a cogliere ciò che un collega, dall'altro capo dell'Aula, dice, specie in un momento di confusione.
Tuttavia, per chiarezza ci tengo a rendere questa precisazione, considerato che gli atti sono pubblici, e credo di dover tutelare, in quest'Aula e fuori, la mia onorabilità.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo con riferimento al mio intervento di ieri (terza riga, pagina 73, del resoconto stenografico) per chiarire il mio pensiero in relazione a quanto affermato. Non a caso, ieri, sono intervenuto dopo il collega Baldelli rivolgendomi al Presidente confidando, cito testualmente: «nella sua Pag. 2persona, in quanto testimone non soltanto di ciò che formalmente accade qui dentro, ma anche di ciò che accade informalmente» quando si è seduti sui banchi d'Aula.
Mi riferivo, ovviamente, a quanto informalmente detto dal collega Baldelli quando ci aveva riferito di aver saputo della convocazione della riunione dei gruppi congiunti di Camera e Senato. Alla mia domanda, sul perché questa convocazione dei gruppi non fosse stata fatta prima, mi aveva risposto che ne era venuto a conoscenza in quel momento e aveva ragione perché quello era accaduto informalmente.
Fa bene il collega Baldelli a ribadire e rileggere quanto egli ha detto, ossia: «la Presidenza è a conoscenza della convocazione della riunione dei gruppi congiunti del PdL di Camera e Senato, in forza della quale, normalmente, i lavori dell'Aula vengono sospesi». Erano le 19,15, onorevole Baldelli, è vero, non era una falsità; ma lei la falsità l'ha detta qua dentro per la seconda volta perché ho qui la convocazione del PdL alle 20,30 di ieri sera. Erano le 19,15 e lei ha chiesto la sospensione dell'Aula alle 19,15, con la riunione che doveva iniziare alle 20,30 (peraltro cominciata alle 20,45, come si è visto dalle agenzie). Quindi, la motivazione con la quale lei ha chiesto la sospensione era palesemente basata su una falsità perché i gruppi del PdL, come dalla sua convocazione, erano convocati alle 20,30.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, avendo anche seguito ieri sera questo confronto verbale, volevo soltanto suggerire ai due colleghi, visto che collaboro strettamente con gli onorevoli Giachetti e Baldelli e, direi, anche in maniera serena e proficua, che magari se si telefonano e vanno a bersi un caffè su queste cose risolvono il problema.

PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Brancher, Brugger, Buttiglione, Caparini, Casero, Casini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Dal Lago, Gregorio Fontana, Franceschini, Galati, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, Lupi, Lusetti, Mazzocchi, Milanato, Mura, Nucara, Paniz, Pescante, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Romani, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Urso e Valducci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 26 maggio 2010, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):
S. 2171 - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2010, n. 67, recante disposizioni urgenti per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro. Ordine di esecuzione dell'Accordo denominato «Intercreditor Agreement» e dell'Accordo denominato «Loan Facility Agreement» stipulati in data 8 maggio 2010 (Approvato dal Senato) (3505) - Parere Pag. 3delle Commissioni I, III (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), VI e XIV.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Stefano Caldoro.

PRESIDENTE. Comunico che in data 26 maggio 2010 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dell'onorevole Stefano Caldoro: «Illustre Presidente, facendo seguito alla nota in data 5 maggio 2010 con la quale ho comunicato la mia avvenuta elezione a Presidente della giunta della regione Campania, rassegno le mie dimissioni, con effetto immediato, dalla carica di deputato, invitando la Camera dei deputati a prendere atto dell'avvenuta rimozione della situazione di incompatibilità determinatasi a seguito della suddetta elezione. Firmato: Stefano Caldoro»
Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Caldoro dal mandato parlamentare.

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Stefano Caldoro, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, nella seduta del 19 novembre 2008 - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del Testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 - che il candidato che, nell'ordine progressivo della stessa lista n. 9 il Popolo della Libertà nella medesima XIX circoscrizione Campania 1, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Vincenzo D'Anna.
Il Presidente della Camera dà atto alla Giunta di questo accertamento e proclama deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XIX circoscrizione Campania 1, Vincenzo D'Anna.
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Benvenuto e auguri al nuovo componente della nostra Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Seguito della discussione del disegno di legge: Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia (A.C. 3290-A); e delle abbinate proposte di legge: Vitali e Carlucci; Di Pietro ed altri (A.C. 529-3478) (ore 10,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia; e delle abbinate proposte di legge di iniziativa dei deputati Vitali e Carlucci e Di Pietro ed altri.
Ricordo che nella seduta del 26 maggio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Avverto altresì che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Di Pietro Pag. 415.0302, non previamente presentato in Commissione, che introduce una disciplina organica in materia di ineleggibilità ed incandidabilità alla carica di deputato e senatore, nonché relativo al divieto di ricoprire incarichi di Governo con riferimento ai soggetti che siano stati condannati con sentenza definitiva per un delitto non colposo.
Le disposizioni introdotte dall'articolo aggiuntivo in questione, concernendo tutte le fattispecie di delitto di natura non colposa, non sono pertanto riconducibili alla finalità complessiva del provvedimento, da individuarsi nell'introduzione di misure di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,21).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, intervengo per un piccolo sfogo politico. Credo che l'Aula sia anche un luogo di condivisione. È da un anno che io ed altri colleghi stiamo tentando di introdurre una misura di buonsenso: l'esame di guida pratica per le minicar. Ci sono i nostri figli, i ragazzi, che si schiantano contro i guard-rail perché gli viene concessa la patente dopo solo 12 lezioni di guida teorica ed un esame orale!
È da un anno che lo dico; questa mattina mi sono recata in Commissione trasporti ed il sottosegretario e due funzionari, mi hanno detto, dovendo convincere me, che ormai faccio politica da un po', che si dovrà rimandare ad un presunto recepimento di una normativa europea del 2011. Insomma, a chi ci si deve raccomandare per poter dare subito delle risposte ai cittadini, ai ragazzi, e dare dei segnali?
Intanto si continuano a vendere macchine di plastica che costano fino a 15 mila euro. Allora: non si possono guidare le macchinette se non si introduce anche l'esame di guida pratica! Questa è una cosa che io trovo allucinante. Mi auguro che ci sia la sensibilità di tutti gli altri colleghi per una convergenza su questo punto.
Lunedì ci sarà una prossima riunione. Non mi hanno convinto, perché il politichese lo conosco fin troppo bene: è una misura che deve essere introdotta, non si deve parlare del 2011 o del 2012, «Odissea nello spazio». La ringrazio, signor Presidente, per avermi concesso la parola (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio io, onorevole, Mussolini. Le ricordo che come parlamentare ha a sua disposizione anche gli strumenti del sindacato ispettivo per sollecitare il Governo. Naturalmente la Presidenza si farà carico di sollecitare il Governo come da lei è stato sottolineato.

GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola. Intervengo sullo stesso punto sollevato dall'onorevole Mussolini per rafforzare le sue richieste e quelle di tanti genitori che assistono impotenti a questa strage ormai continua.
Io ho presentato una proposta di legge - la segnalo all'attenzione dei colleghi - che prevede non solo quanto chiesto dall'onorevole Mussolini, ovvero un esame di Pag. 5guida pratica al termine di queste lezioni di guida teorica, ma anche l'elevazione dell'età per ottenere il patentino almeno ai sedici anni. Tutto questo è contenuto in una proposta di legge.
Ho presentato quindi una proposta di legge - che invierò a tutti i colleghi - ed anche una interrogazione, perché, come dice giustamente la Presidente, abbiamo anche degli strumenti che ci permettono di segnalare al Governo questo problema. Si tratta di un problema grave e, come detto dall'onorevole Mussolini, è un anno che si dibatte sul punto.
Nel frattempo i nostri ragazzi muoiono o provocano incidenti gravi, perché investono persone ignare che attraversano la strada. Quindi, si tratta veramente di un problema grave che va segnalato a tutte le forze politiche e, in particolare, al Governo.

LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, mi riferisco a quanto da lei annunciato sulle dimissioni dell'onorevole Caldoro, che è diventato governatore della regione Campania, per dire in un minuto che la Camera dei deputati viene a perdere un grande protagonista serio, capace, umile e sempre disponibile con tutti. Anche la VII Commissione (Cultura) di cui faceva parte ovviamente viene a perdere un deputato di esperienza. Ricordo che è stato Viceministro della Moratti e ha contribuito all'importante riforma del MIUR e da Ministro ha condotto con autorevolezza l'attuazione del programma. Ci conforta, però, il sapere che sarà la Campania ad avere finalmente un po' di fortuna dopo il disastroso decennale di bassoliniana memoria (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico).
Signor Presidente, con il cuore in gola, in un giorno a me caro, a nome mio personale e del gruppo del Popolo della Libertà (composto da riformisti, liberali, cattolici e, soprattutto, da socialisti: ricordo che Caldoro è stato l'ultimo segretario del Nuovo PSI e assieme a Berlusconi, Fini, Rotondi e altri ha dato vita al Popolo della Libertà), saluto l'onorevole Caldoro e gli auguro buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GIANNI FARINA. Smettila!

PRESIDENTE. Onorevole Barani, non credo che lo spazio degli interventi sull'ordine dei lavori possa essere dedicato al contenuto del suo intervento di questa mattina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARIO VALDUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, vorrei esprimere alcune precisazioni sul tema sollevato dalle onorevoli Mussolini e Carlucci, solo per ricordare che il provvedimento in discussione nella IX Commissione (Trasporti), che ho l'onore di presiedere, è nato da ormai quattro anni. Mi auguro che presto diventi legge, ma questo fa parte dei nostri meccanismi del bicameralismo perfetto.
Tale provvedimento già oggi contiene la possibilità, anzi l'obbligo, di sostenere l'esame pratico per chi poi dovrà poi guidare le minicar. Il Senato ha inserito questa norma che vincola l'entrata in vigore dell'esercitazione pratica e dell'esame pratico al recepimento di una direttiva europea. Posso garantire e assicurare alle onorevoli che verrà stabilito un termine di data fissa, quindi non fisseremo un termine legato al recepimento di direttiva europea di cui conosciamo l'esistenza, ma che non sempre viene rispettato. Stabiliremo, dunque, una data certa.
Mi corre l'obbligo però di chiedere a tutti i parlamentari interessati a che questo provvedimento diventi legge quanto prima di contribuire tutti affinché i tempi siano i più rapidi possibili. Quindi, da parte nostra fisseremo sicuramente una data certa perché vengano fatti gli esami pratici.

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ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo anch'io sulla questione sollevata dalle colleghe Mussolini e Carlucci, anche dopo la risposta del presidente della IX Commissione (Trasporti). Questo è un provvedimento che già in quest'Aula fu oggetto di discussione soprattutto per il passaggio alla sede legislativa, prima che il provvedimento stesso poi andasse all'esame del Senato. È evidente che si tratta di un provvedimento che contiene delle norme importantissime ai fini della sicurezza stradale e dei giovani in particolare ed è anche altrettanto vero che gli interventi delle due colleghe segnalano e sottolineano la delicatezza del problema e la necessità di approfondirlo sotto tutti gli aspetti a 360 gradi.
Quindi, voglio dire due cose: sicuramente in Commissione si sta facendo un buon lavoro, ci sono tanti emendamenti migliorativi anche delle modifiche fatte al Senato, ma in primo luogo avevo ragione io quando in quest'Aula fui l'unico a dire di no alla sede legislativa per il semplice motivo che non era una questione di tempi inferiori, ma perché questo argomento non può prescindere da un dibattito aperto e approfondito di tutti i parlamentari. Credo che discutere questo provvedimento in Assemblea significhi dare a tutti i parlamentari la possibilità di portare un contributo vero al miglioramento del testo ai fini della sicurezza.
Ribadisco quindi che mi auguro che questa volta non succeda quanto è successo nel passaggio in prima lettura qui alla Camera con l'assegnazione in sede legislativa. Credo opportuno, anche per le cose dette, che torni in Assemblea.
Ultima cosa: il problema, come sempre, non è nell'opposizione, ma - permettetemi - sta nella maggioranza. Le osservazioni fatte qui oggi sono condivisibili e mi trovano d'accordo, ma purtroppo vengono sempre da parte della maggioranza, per cui mi rivolgo a maggior ragione ad essa affinché non chieda la sede legislativa ma porti questo provvedimento in Assemblea per discuterlo qui tutti assieme, al fine di adottare un provvedimento nell'interesse soprattutto della vita dei giovani.

PRESIDENTE. Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,40 con votazioni.

La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 10,45.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Vincenzo D'Anna, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Popolo della Libertà.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha presentato gli emendamenti 1.600, 1.601 e 1.602 e che la Commissione ha presentato gli emendamenti 3.400 e 6.400. Con riferimento a tali proposte emendative, che sono in distribuzione, avverto che la scadenza per la presentazione dei subemendamenti è fissata alle 11,30.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, Pag. 7sono molto lieto che ieri quest'Assemblea abbia deciso unanimemente la discussione del provvedimento che abbiamo oggi in esame, ritenendo di dare priorità al Piano straordinario contro le mafie.
Ci siamo trovati d'accordo ieri, come immagino saremo tutti quanti d'accordo, nel ritenere che oggi la mafia ha cambiato pelle, perché oggi è nell'economia, anzi, in alcune parti del Paese è l'economia. Oggi la mafia siede al tavolo delle istituzioni e della società civile, si trova nelle società e, troppo spesso, in molte imprese; oggi, insomma, abbiamo una mafia imprenditrice.
Poiché nella società di oggi il sistema economico usa un termine nel quale si riconosce, cioè la globalizzazione - insomma abbiamo un'economia globalizzata -, ne consegue, di per sé, che anche la mafia, oggi, ha seguito di pari passo questo modello sociale ed economico: insomma, abbiamo una mafia globalizzata.
Se così è, se abbiamo una mafia transnazionale, è necessario, per contrastare, porre rimedio e fare dei piani veri di contrasto alla mafia, attivare degli strumenti e mettere in moto dei mezzi di contrasto di uguale dimensione e di pari livello; occorrono, cioè, dei contrasti di tipo internazionale. Quindi, occorre sempre di più muoversi di concerto con il livello europeo in cui si rivede l'Italia e, addirittura, andare anche oltre, in un concerto internazionale di contrasto alle mafie. Però, purtroppo, dobbiamo dire che, pur apprezzando l'iniziativa oggi in corso - noi, come Italia dei Valori, siamo pronti a dare il nostro contributo e il nostro sostegno a un'iniziativa come quella di oggi, che serve per contrastare le mafie -, il Governo Berlusconi ha delle grandi responsabilità se il nostro Paese non è riuscito nella trasposizione di leggi comunitarie e di decisioni quadro europee che dovevano essere recepite nell'ordinamento italiano.
Addirittura, con la legge delega del 2008 il Parlamento delegava il Governo a recepire la normativa comunitaria e a intervenire con provvedimenti di contrasto alla criminalità organizzata; mi riferisco alla legge n. 34 del 25 febbraio 2008, in virtù della quale, entro dodici mesi, il Governo doveva operare, ma non lo ha fatto.
Anche con la delega comunitaria del 2009 non solo non ha provveduto a rinnovare la precedente delega, che era scaduta, ma addirittura neanche a mettere in moto quei provvedimenti che servono proprio per lo scambio di informazioni tra i vari Paesi e di contrasto alla criminalità organizzata.
Insomma, oggi abbiamo un difetto normativo nel nostro ordinamento rispetto al recepimento delle norme comunitarie, che sono utilissime e determinanti. Il nostro Paese è l'unico Paese europeo che non utilizza la cooperazione comunitaria per contrastare la criminalità organizzata.
Ciò è avvenuto addirittura con i cosiddetti JIT (Joint investigation team), le squadre di investigazione comuni, con le quali un Paese può dotarsi a livello europeo di strumenti formati da polizia giudiziaria, da forze dell'ordine, da magistrati, dall'OLAF (che è il braccio operativo della Commissione europea per contrastare le frodi, il braccio operativo dell'antifrode europea). Insomma, l'Italia è l'unico Paese che non si è dotato delle JIT: non dispone delle squadre investigative comuni a livello europeo per interagire con gli altri Paesi comunitari.
Noi siamo l'unico Paese a non avere utilizzato tale strumento comunitario, che è fondamentale per contrastare la criminalità organizzata a livello europeo e transnazionale. Il penultimo Paese che si era dotato di questo strumento, cioè delle squadre investigative comuni, è stato la Grecia: la Grecia si è attrezzata di questo strumento. Dobbiamo allora dire solo una cosa: se la Grecia oggi a livello di economia è il peggiore Paese dell'Unione europea, l'Italia è peggio della Grecia nell'ambito del contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata, perché l'Italia è rimasta l'ultimo e l'unico Paese europeo che non ha utilizzato tale strumento comunitario, le squadre comuni di investigazione. Allora Pag. 8l'Italia è diventata la Grecia in Europa nel contrasto alla criminalità organizzata.
Se dunque si fanno delle norme semplicemente perché dobbiamo fare uno spot, va bene; se invece vogliamo operare davvero per contrastare le mafie, cominci il Governo a muoversi in questa direzione, cominci il Governo ad utilizzare la cooperazione europea per contrastare la criminalità organizzata.
Invece il Governo non lo fa. Non usa questi strumenti, come non usa la decisione-quadro del 2002 che è addirittura successiva alla Convenzione di Bruxelles del 2000, con la quale all'articolo 13 era espressamente prevista la mutua assistenza penale tra i Paesi membri dell'Unione europea; addirittura agli articoli dal 18 al 22 erano previste quelle intercettazioni tanto odiate, perché con esse era consentito ad un poliziotto, ad un carabiniere, da Napoli o da Palermo, di intercettare direttamente un mafioso a Stoccarda o a Berlino, senza dover far uso di rogatorie, senza chiedere permessi agli altri Paesi. Insomma, era un modo più spedito e più efficace per contrastare la criminalità organizzata, ma non si è dato seguito alla Convenzione di Bruxelles del 2000, agli articoli 18 e 22 sulle intercettazioni, che servivano solo per contrastare la criminalità organizzata. Sarebbe stato anche un grande risparmio, perché anziché mandare la polizia giudiziaria a Stoccarda o a Berlino, si risparmiava sulle missioni!
Caro Presidente, onorevoli colleghi, questo Governo non vuole contrastare davvero la criminalità organizzata e quindi occorre urgentemente completare la normativa nazionale che integri e recepisca le direttive comunitarie. Il nostro Paese è l'unico a non rispettare e a non attuare la cooperazione comunitaria per il contrasto alla criminalità organizzata, per non parlare poi, signor Presidente, della politica.
Abbiamo proposto degli emendamenti con i quali volevamo realizzare una totale pulizia dei partiti, i quali devono candidare persone pulite alle elezioni provinciali, comunali e regionali; ma dov'è finita la direttiva che la Commissione antimafia nel febbraio scorso aveva rivolto ai partiti allo scopo di non candidare persone che risultavano condannate, arrestate o colluse con la mafia?
Prima ascoltavo un collega fare gli auguri all'onorevole Caldoro, che è una persona perbene: però sa che l'onorevole Caldoro in Campania ha vinto con due consiglieri regionali che sono stati già sospesi dal Presidente del Consiglio dei ministri perché condannati e camorristi? Sa che vi sono altri tre candidati che erano incandidabili?
Insomma, è vero che egli ha vinto, ma ha vinto e amministra in Campania con camorristi, condannati e arrestati! Il PdL in Campania è stato superato solo dall'Udeur (che è il primo partito a Casal di Principe), è stato superato solo dal partito della criminalità! E la novità quale è stata? Ormai nella politica viene nominato assessore regionale l'avvocato del "clan Mastella": insomma vogliamo cambiare questo tipo di politica, ma dobbiamo cambiarla innanzitutto nel metodo, prima di avere regole scritte occorre legare la politica alla morale e all'etica.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la invito a concludere.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, mi avvio alle conclusioni, ribadendo che è inaccettabile soprattutto ciò che abbiamo letto ieri quando Pisanu - e non l'Italia dei Valori o Di Pietro - ha affermato che un quinto delle prefetture è stato negligente e inadempiente rispetto alle richieste, per cui ci siamo trovati candidati criminali, delinquenti e camorristi.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, deve concludere.

FRANCESCO BARBATO. Allora che aspetta il Ministro Maroni a prendere a calci nel sedere quei prefetti che continuano a consentire questa roba e non collaborano con lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)...

Pag. 9

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Barbato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, richiamo l'attenzione dell'Assemblea e di tutti i miei colleghi su tre emendamenti che abbiamo presentato come delegazione radicale all'interno del gruppo del PD perché esiste una normativa in Italia che nulla ha a che vedere con l'argomento che stiamo trattando oggi, ossia con il disegno di legge riguardante il Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia.
La normativa cui mi riferisco è quella introdotta con il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (che potremmo definire una normativa ad personam), in base al quale, laddove si stabiliscono le cause di incandidabilità alle elezioni regionali, comunali, provinciali e circoscrizionali, vengono inclusi tra gli incandidabili (ovvero tra coloro che dovrebbero decadere in caso di elezione) i condannati per violazione dell'articolo 73 del testo unico n. 309 del 1990 sulle droghe.
Insieme a delitti come l'associazione mafiosa, di cui all'articolo 416-bis del codice penale, o come l'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, in violazione all'articolo 74 della citata legge sulla droga, e insieme a delitti come la concussione, viene inserito anche questo.
Perché parlo di norma ad personam? Perché essa fu introdotta semplicemente per far decadere Marco Pannella dal consiglio comunale di Roma, ma soprattutto per impedire che lo stesso si potesse candidare ad altre elezioni amministrative e regionali (tant'è vero che alle ultime elezioni non ha potuto candidarsi, così come altri dirigenti e militanti radicali).
È da tenere presente che in tale normativa non sono compresi altri delitti molto più gravi: se qualcuno per esempio non ha subito l'interdizione dai pubblici uffici, ma è stato condannato per tentato omicidio, rapina, o altre cose simili, senza ricadere tuttavia in questa norma, una volta scontata la sua pena, costui si può candidare. Mentre lo stesso non è possibile - e lo dico perché in quest'Aula siamo in due a trovarci in tali condizioni - per chi come me e l'onorevole Benedetto Della Vedova ha condotto azioni di disobbedienza civile per contestare la normativa proibizionista sulla droga negli anni 1995, 1997 e 1998 (Benedetto Della Vedova si è fermato nel 1995, c'è stato poi chi ha proseguito).
Ciò che voglio far notare è che per quelle disubbidienze civili in molti casi siamo stati assolti, in altri condannati e talvolta - ed è il caso di Marco Pannella - è stata fatta menzione di un alto valore e morale e sociale dell'atto compiuto. A tutti è stato concesso il «fatto di lieve entità».
A questo punto - tralasciando che in Commissione vi è stato chi voleva estendere questa norma anche alle elezioni politiche nazionali, per cui nel caso io e l'onorevole Benedetto Della Vedova saremmo decaduti dal nostro incarico di parlamentari - richiamo l'attenzione del Parlamento affinché venga cancellata questa disposizione, che rappresenta una vera e propria vergogna nella nostra normativa. Mi chiedo infatti se vi sono ancora persone in quest'Aula che tengono allo Stato di diritto e al suo valore. (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, nella formulazione degli emendamenti ci siamo proposti l'obiettivo di rafforzare gli strumenti di lotta integrata alle organizzazioni mafiose (soprattutto sul fronte patrimoniale), di evitare sovrapposizioni e duplicazioni nell'instaurazione dei procedimenti e di trovare una sintesi tra l'accelerazione del procedimento, la certezza del suo termine e contemporaneamente la tutela dei diritti di difesa.
Non possiamo che guardare con attenzione e interesse a un codice antimafia che porti ad unità e razionalità tutti quegli interventi normativi che si sono stratificati Pag. 10negli anni e che hanno spesso determinato incoerenza nel sistema normativo.
Non possiamo quindi che accogliere questa iniziativa del Governo, anche se noi avremmo preferito trovarci davanti ad un disegno di legge piuttosto che a una delega di così ampie proporzioni sulla materia delle misure di prevenzione. Per quanto riguarda invece la prima delega, la delega per il riordino, per l'armonizzazione, per la ricognizione della normativa antimafia, ci crea qualche inquietudine l'affermazione che troviamo nella relazione illustrativa in ordine al carattere non meramente compilativo del codice - anche il Comitato per la legislazione ha sottolineato questo aspetto - proprio perché riteniamo che questa affermazione contrasti con la mancanza di principi e di criteri direttivi specifici, e quindi possa rappresentare una sorta di delega in bianco.
Abbiamo per questo presentato degli emendamenti in modo da specificare meglio questa delega. C'è poi un altro aspetto abbastanza rilevante che riguarda invece le misure patrimoniali. Non possiamo ignorare che, nell'ottica di un rafforzamento delle misure di contrasto ai patrimoni criminali, è essenziale prendere atto della capacità della criminalità di muovere i propri capitali all'estero, e quindi della necessità di poter raggiungere con le proprie indagini anche i Paesi esteri. Per una lotta, però, coordinata ed integrata di questo tipo è necessario, indispensabile che il legislatore dia finalmente attuazione ad alcuni provvedimenti di cooperazione giudiziaria adottati dall'Unione europea, e che permettono di fare eseguire all'estero indagini e provvedimenti di sequestro indicati dall'autorità giudiziaria italiana. Il riferimento va in particolare ai provvedimenti per la cui attuazione l'Italia ha già maturato ritardi ingiustificabili: in modo più specifico - non l'abbiamo citato nell'emendamento per lasciare maggiore libertà al Governo - segnaliamo la decisione quadro relativa alla confisca dei beni e degli strumenti provenienti da reato (n. 212 del 2005), la decisione quadro relativa al principio del reciproco riconoscimento delle decisione di confisca (n. 783 del 2006), la decisione concernente la cooperazione tra gli uffici degli Stati membri per il recupero dei beni nel settore del reperimento e dell'identificazione dei proventi del reato (n. 845 del 2007), la decisione quadro (n. 978 del 2008) relativa al mandato europeo di ricerca delle prove, che comprende anche i procedimenti di prevenzione.
È del tutto ovvio che il mancato recepimento, la mancata attuazione di questi atti limita molto l'efficacia del contenuto della legge delega. Tra l'altro, questo recepimento consentirebbe la formulazione di attività rogatoriali nella fase delle indagini, per esempio per l'individuazione dei beni da sottoporre a sequestro e confisca.
Abbiamo poi presentato alcuni emendamenti per creare operatori specializzati per le indagini nei confronti dei patrimoni mafiosi. Ad un comportamento sempre più sofisticato della criminalità organizzata non può che corrispondere, da parte dello Stato, una formazione ancora più specializzata per combatterla. Abbiamo, inoltre, ritenuto di dover proporre un emendamento che coordini la disciplina dell'articolo 2-ter della legge n. 575 del 1965, che ha rotto il nesso di interdipendenza tra misure patrimoniali e misure personali, affermando, in modo chiaro, che i due procedimenti - di prevenzione personale e di prevenzione patrimoniale - sono disgiunti. Abbiamo anche proposto la pubblicità dell'udienza, perché la condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo, per la mancanza di pubblicità del procedimento, ripresa, poi, dalla Corte costituzionale, è solo la spia di un più generalizzato problema della tutela della difesa nel procedimento di prevenzione.
Tra le altre cose, aumentare le garanzie del procedimento significa esporsi ad un minor rischio di interventi sanzionatori da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo. Concludo, signor Presidente, con una notazione: è stata richiamata qui, durante la discussione sulle linee generali, la schizofrenia del Governo, che, da una parte, introduce un codice antimafia così impegnativo e, dall'altra, però, svilisce lo Pag. 11strumento più importante, più determinante, della lotta alla mafia, attraverso la nuova disciplina sulle intercettazioni. E, sommessamente, vorrei ricordare ai miei colleghi di maggioranza, che hanno escluso che le norme sulle intercettazioni possano avere influenza sulla lotta alla criminalità mafiosa, quanto ci ha dichiarato in audizione il Procuratore nazionale antimafia ossia che, spesso, non si può procedere direttamente alla scoperta di organizzazioni criminali e mafiose, ma si arriva ai reati di mafia indirettamente, attraverso una serie di reati satelliti che, sicuramente, sono esclusi in questo disegno di legge sulle intercettazioni.
E, quindi, ancora una volta invitiamo il Governo e la Camera dei deputati, che dovrà avere di nuovo in discussione il testo sulle intercettazioni, a riflettere seriamente se non vogliamo che la nostra azione sia quanto meno schizofrenica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.

LUIGI VITALI. Signor Presidente, voglio dire che in Commissione, su questo testo, c'è stata una franca e leale collaborazione. Credo che quanto è stato fatto nell'attuale legislatura, ma anche nella legislatura 2001-2006, da questa maggioranza, può sgombrare ogni dubbio sulla volontà di colpire le attività e le infiltrazioni mafiose e, anche, sui risultati raggiunti. Le statistiche, che non fa il Governo Berlusconi ma che fanno istituti specializzati, dimostrano che i risultati più efficaci, gli arresti più eclatanti, i sequestri e le confische più consistenti, sono stati effettuati in questo scorcio di legislatura grazie, non solo all'impegno delle forze di polizia e della magistratura, ma, soprattutto, agli interventi legislativi che ha messo in atto questo Governo, questa maggioranza, e che sono stati votati, per la verità, dal Parlamento, da tutto il Parlamento. Proprio per questo non capiamo, e non accettiamo, né critiche né lezioni su questo argomento. Possiamo accettare contributi, possiamo accettare confronti ma, sicuramente, non accettiamo né accuse né critiche.
Infatti se, come qualcuno ha detto, noi rappresenteremmo la Grecia nella lotta alla criminalità organizzata, mi viene da dire che, prima di questo Governo, stavamo fermi all'Africa senza nulla voler togliere agli amici africani e senza che questo possa rappresentare un'offesa o un'ingiuria a quelle popolazioni.
C'è dunque un'esigenza effettiva e concreta che è stata affrontata dal Governo, ma che è figlia anche di altre proposte di legge, che deriva anche dal contributo che singoli parlamentari e gruppi politici hanno dato per verificare le condizioni per avere un testo unico sulla normativa antimafia, che fino a qualche anno fa è stata affrontata in maniera estemporanea e sotto la spinta di problemi e situazioni eclatanti che si sono verificate. Noi vogliamo passare dal momento emergenziale ad un momento strutturale, ad un momento organico. Queste sono le finalità che si propone il provvedimento in esame: razionalizzare la normativa, adeguarla, concedere e consentire che le nostre forze di polizia e la magistratura abbiano strumenti efficaci, tempestivi e rapidi per aggredire il fenomeno della criminalità organizzata, ma vogliamo anche evitare, come si è verificato negli anni passati, che con l'antimafia si costruiscano carriere e si possano compiere scalate professionali.
L'antimafia deve essere una lotta senza quartiere, ma non dobbiamo dimenticare che dobbiamo consentire in tutte le fasi di questi procedimenti la salvaguardia del contraddittorio e dobbiamo consentire che si possa arrivare a stabilire connessioni, sentenze e procedimenti con prove certe al di sopra di ogni sospetto. Ed è quello che abbiamo fatto, quello che ha fatto il Governo, cercando di farsi rilasciare dal Parlamento una delega con la quale mettere ordine e mettere mani a tutta la complessa normativa antimafia, quella soprattutto connessa alle attività imprenditoriali degli appalti e dei subappalti che, come noi sappiamo, costituiscono un elemento di grande interesse per la criminalità organizzata, che è uscita dai canoni tradizionali delinquenziali e che oggi ha invaso i mercati leciti, ha invaso l'economia Pag. 12lecita e, quindi, è importante dare strumenti alle forze dell'ordine e alle forze inquirenti per individuare e accertare senza ombra di dubbio tali fenomeni, per poterli colpire e reprimere.
Dunque, non possiamo e non dobbiamo dividerci in quest'Aula con chi è più antimafia dell'altro perché questo non è uno spettacolo che il Parlamento può permettersi e non è questo un segnale che dobbiamo inviare fuori dal Parlamento. Contro la mafia dobbiamo essere, come siamo stati fino a questo momento, tutti uniti, tutti dalla stessa parte e non dobbiamo darci voti riguardo a chi è più antimafioso dell'altro. Infatti ritengo che esista un ruolo che il Parlamento deve svolgere e che appartiene ad ogni singolo parlamentare, ma poi c'è anche un dovere che appartiene alla maggioranza, al Governo e che è stato indicato con voto democratico dagli italiani quali responsabili della gestione del governo di questo Paese.
Non vogliamo, quindi, misurarci con gli altri perché più efficaci e più efficienti nella lotta alla criminalità organizzata, ma nello stesso tempo non accettiamo da nessuno critiche, rimproveri o, peggio ancora, accuse su come si è affrontato e trattato questo tema.
Mi sembra che sia stata presentata una novantina di emendamenti, credo che i colleghi dell'opposizione debbano dare atto al relatore, al Governo e alla maggioranza di aver affrontato, in Commissione, i suggerimenti e di avere affrontato le problematiche che sono state proposte con molta correttezza, con molta disponibilità. Alcuni emendamenti che sono stati accolti sono il frutto delle proposte più serie e più coerenti rispetto al progetto del Governo, proposte che sono provenute anche dall'opposizione. Ritengo che dobbiamo rimanere su questo binario. Dobbiamo contribuire a licenziare un provvedimento che sia il più condiviso e il più efficace possibile e mi auguro che in questo contesto si possa arrivare, anche nella fase successiva a quella che stiamo sostenendo in questo momento, ad una sorta di disponibilità da parte di tutto il Parlamento a ritirare gli emendamenti che non stati accolti in Commissione.
Il mancato accoglimento in Commissione non è stato preconcetto o fatto in maniera pregiudiziale: è stato frutto e figlio di una discussione, a seguito della quale vi sono state delle motivazioni per le quali gli emendamenti non sono stati accolti.
Mi auguro che vi possa essere una disponibilità da parte dei parlamentari a ritirare quegli emendamenti che già sono stati discussi e approfonditi in maniera analitica, compiuta e completa all'interno della Commissione. Ciò non per strozzare un dibattito che comunque è un dibattito che appartiene a tutto il Parlamento e non soltanto ai componenti della Commissione giustizia e delle Commissioni che a vario titolo hanno dato il loro giudizio, ma perché vi possa essere un dibattito rapido e si possa arrivare in maniera veloce all'approvazione, almeno in questo ramo del Parlamento, del provvedimento in esame.
Questa sicuramente sarà una prova di serietà e di compattezza che all'esterno avrà un effetto importante: l'effetto di dimostrare che siamo tutti da una parte, che non vi sono i primi della classe e gli ultimi della classe e che il Parlamento, quando è chiamato a decidere su temi importantissimi come questo, ha le idee chiare su come affrontarli.
Signor Presidente, mi avvio alla conclusione, ma non posso non intervenire, anticipando quella che sarà sicuramente una discussione che avverrà nelle prossime settimane in questo Parlamento, a proposito delle intercettazioni telefoniche. Anche qui, signor Presidente, si sta facendo una strumentalizzazione e una speculazione che non fa bene alla lotta alla criminalità organizzata e che manda segnali fuorvianti, che non appartengono alla verità e alla vera volontà del Parlamento e della maggioranza.
Nel progetto di riforma delle intercettazioni telefoniche che si sta votando in questi giorni al Senato e che è stato già approvato in prima lettura alla Camera, Pag. 13non si tocca assolutamente nulla per quanto riguarda l'utilizzo di questo importantissimo strumento nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, ma non possiamo nemmeno accettare le affermazioni di autorevoli esponenti della magistratura inquirente, che vorrebbero le mani libere per intercettare a loro piacimento dicendo che la criminalità organizzata molte volte viene individuata e accertata partendo da reati cosiddetti satelliti. Infatti questo sarebbe mettere il nostro Paese in uno Stato di polizia.
Noi vogliamo affrontare il problema della lotta alla criminalità organizzata, ma vogliamo anche contemperarlo con i diritti della privacy e con i diritti di libertà e di democrazia che devono esservi in uno Stato democratico e di civiltà giuridica come il nostro. Credo che la formulazione raggiunta al Senato, che leggiamo sulla stampa e in relazione alla quale sappiamo essere stata data la disponibilità dal Ministro guardasigilli per ulteriori modifiche e per interventi che farebbero ritornare il testo alla formulazione iniziale licenziata dalla Camera, sia la misura massima dell'equilibrio consentito e possibile in questo tipo di situazione, che tiene presenti tutti i diritti ugualmente salvaguardabili e ugualmente essenziali che vi sono e che si devono garantire.
Concludo signor Presidente: affrontiamo subito dopo questa discussione il primo emendamento, presentato dall'Italia dei Valori, che è stato già bocciato in Commissione giustizia e che sicuramente avrà il parere negativo del relatore e del Governo. Noi non lo accettiamo, non per una posizione preconcetta nei confronti dell'Italia dei Valori, ma perché quell'emendamento non rappresenta la riforma dell'ordinamento antimafia, ma è la controriforma: è esattamente una proposta completamente alternativa a quella del Governo, che non ha ragione di essere. Infatti la proposta del Governo, così come modificata e uscita dalla Commissione giustizia, con il contributo di tutti i gruppi parlamentari, è la sintesi di quello che è possibile, in maniera logica e in maniera coerente, per il sistema che fino ad oggi abbiamo creato in questa materia nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, cominciamo con i pareri favorevoli: sull'emendamento del Governo 1. 600...

PRESIDENTE. Onorevole relatore, le chiedo scusa, ma affinché i nostri lavori si svolgano in modo più ordinato, è necessario procedere emendamento per emendamento. Inoltre, il sottosegretario Mantovano sta dicendo che si fatica ad ascoltare, pertanto, prego i colleghi di fare un po' di silenzio, perché il relatore ed il rappresentante del Governo stanno esprimendo i pareri sugli emendamenti all'articolo 1. Prego, onorevole relatore.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Di Pietro 1.9 e 1.24, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 1.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Vietti 1.29, Ferranti 1.315 e Di Pietro 1.179, mentre esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ferranti 1.178 e Di Pietro 1.180.
La Commissione, inoltre, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Maurizio Turco 1.300, Di Pietro 1.121, 1.181, 1.182, 1.183 e 1.184, Vietti 1.30, Ferranti 1.307, 1.85 e 1.306, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 1.304, a condizione che sia riformulato.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, penso che sia meglio leggere immediatamente la riformulazione dell'emendamento Ferranti 1.304.

Pag. 14

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, non ho a disposizione la riformulazione, ma è stata concordata anche con il rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Mantovano, legga lei la riformulazione, anche se è un po' irrituale.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, l'emendamento dell'onorevole Ferranti in esame, come altri ad esso collegati, punta a sottolineare un principio che, in realtà, era stato già introdotto nell'ordinamento due anni fa con il decreto-legge n. 92 del 2008. Pertanto, la riformulazione potrebbe essere nei seguenti termini: «che le misure di prevenzione personali e patrimoniali possano essere richieste ed applicate disgiuntamente e, per le misure di prevenzione patrimoniali, indipendentemente dalla pericolosità sociale del soggetto proposto per la loro applicazione al momento della richiesta della misura di prevenzione».
Questa locuzione è esattamente quella introdotta nella legislazione due anni fa, e poiché si tratta di una legge delega e si stanno stabilendo i principi del testo unico, è opportuno riformularla negli stessi termini.

PRESIDENTE. Da quanto ho sentito, si tratta quasi di una totale riformulazione; in ogni caso le motivazioni sono particolarmente articolate.
Onorevole Ferranti, dunque, lei accetta la riformulazione?

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, accetto la riformulazione, in quanto lo spirito del nostro emendamento era proprio questo. Infatti, con il «pacchetto sicurezza» e l'articolo 2-bis, comma 6-bis, della legge n. 575 del 1965 era stato introdotto questo principio. Manca un coordinamento con alcune norme attualmente in vigore della legge citata: poiché qui siamo nell'ambito di un disegno di legge delega, individuiamo il principio della legge delega e anche del coordinamento. Questo era il senso del nostro emendamento e pertanto accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Ferranti. Tuttavia, dal punto di vista formale, io resto della mia idea: la Presidenza si riserva, dunque, di valutare se si tratta di una riformulazione oppure di una riscrittura dell'emendamento, che forse richiederebbe la presentazione di un'ulteriore proposta emendativa da parte della Commissione. Faremo le valutazioni e poi, al momento della votazione, decideremo.
Invito il relatore ad esprimere il parere sull'emendamento Ferranti 1.308.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ferranti 1.308, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 1.305, a condizione che sia accolta la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Torrisi, può leggere la riformulazione?

SALVATORE TORRISI, Relatore. Sì, signor Presidente. L'emendamento dovrebbe essere riformulato nel modo seguente: sostituire le parole: «indizi, per uno dei reati per i quali è consentita» con le seguenti: «di circostanze di fatto che giustificano» e, dopo le parole: «per le sole misure personali,» inserire la seguente: «anche».

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Ferranti accetta la riformulazione proposta.

SALVATORE TORRISI, Relatore. La Commissione formula, poi, un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ferranti 1.74, 1.302, 1.301, Di Pietro 1.22, 1.18, 1.19 e 1.26, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 1.600 del Governo.
La Commissione formula, altresì, un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ferranti 1.303, Di Pietro 1.20, 1.10, 1.151.13 e 1.16, Pag. 15mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 1.601 del Governo e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Di Pietro 1.14 e 1.27, Ferranti 1.309, Di Pietro 1.28, Ferranti 1.104, Di Pietro 1.17, 1.11 e 1.12.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 1.501 (da notare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento) e 1.602 del Governo, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Vietti 1.31.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, con due precisazioni.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Per quanto concerne la riformulazione dell'emendamento Ferranti 1.305, questa riformulazione rende assorbiti gli emendamenti Di Pietro 1.181 e 1.182.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, le chiedo scusa, ma se un emendamento è assorbito da un altro, lo decide la Presidenza e non il Governo.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere è contrario, oppure si tenga conto anche da parte dei proponenti che la riformulazione deve considerare anche gli altri due emendamenti.
Circa gli identici emendamenti Ferranti 1.178 e Di Pietro 1.180, il Governo ne chiede una riformulazione nel senso di escludere le parole «nel settore in esame». Con questa riformulazione, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.9.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, l'emendamento in questione riproduce il testo di un provvedimento che l'Italia dei Valori ha presentato con il quale intendeva - e avrebbe preferito si intendesse - procedere per riordinare la complessa materia. Come ha affermato il collega del Popolo della Libertà, la maggioranza parlamentare ha inteso partire dalla proposta governativa. Il relatore ci ha chiesto di ritirare, responsabilmente, questo emendamento e di discutere la proposta del Governo, poiché tale emendamento, in realtà, rappresenta un'altra proposta.
Fermo restando che riteniamo che la nostra proposta sia convincente per dare al Governo gli strumenti di una delega soddisfacente per combattere la lotta alla mafia, responsabilmente accettiamo di discutere la proposta governativa, così come è uscita dalla maggioranza parlamentare, e ritiriamo l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento Di Pietro 1.9 è stato, pertanto, ritirato dai presentatori.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Laganà... onorevole Simeone... onorevole Bocchino... onorevole Mondello... onorevole Galletti... onorevole Lamorte... onorevole Zinzi... onorevole D'Antoni... onorevole Vassallo... i colleghi hanno votato? Pag. 16
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
481).

Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.24.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, per le ragioni che ho già esposto, prendo atto della proposta del relatore e responsabilmente ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 1.29.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

LORENZO RIA. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, avremmo voluto una maggiore attenzione verso questa proposta emendativa che andava a riempire di contenuti, di criteri e di principi il conferimento della delega che, almeno in parte e in alcuni punti, per noi è eccessivamente generica.
Con questo emendamento avremmo voluto attenuare tale eccessiva genericità, in particolare, con riferimento all'aggiornamento delle pene edittali previste dall'articolo 416-bis, l'associazione di tipo mafioso; ancora, con riferimento all'introduzione, con specifica norma di legge, di una autonoma ipotesi di concorso esterno nell'associazione di tipo mafioso; con la fissazione di regole puntuali e specifiche in materia di contrasto alla mafia, soprattutto per ciò che riguarda la competenza per le indagini, la durata delle stesse, le intercettazioni di conversazioni o di comunicazioni, l'acquisizione di tabulati telefonici, l'applicazione della custodia in carcere ma, soprattutto, con riferimento alla previsione del reato di autoriciclaggio.
Probabilmente, successivamente, ci verrà proposto di trasformare altre proposte emendative specifiche in ordini del giorno, ma voglio sottolineare che il tema del riciclaggio dei proventi delle attività delittuose - oggetto del programma criminoso - andava affrontato, a nostro parere, anche in sede di delega e di individuazione dei principi oggetto di discussione. Ciò perché, come è stato rilevato in sede di discussione sulle linee generali - e negli interventi sul complesso degli emendamenti - è ormai chiaro come i sodalizi mafiosi avessero l'impellente necessità di trasformare il loro plafond finanziario per poterlo immettere nel circuito legale dopo averlo sottoposto ad una ripulitura e, soprattutto, nel settore imprenditoriale; in ciò si sostanzia il riciclaggio.
Per questo motivo riteniamo impellente la necessità di raffinare - adeguandoli alle esigenze dettate dalla nuova realtà che si connette alle continue evoluzioni del crimine organizzato - gli strumenti legislativi che servono a contrastare efficacemente il crimine organizzato nei suoi risvolti economici. In tema di riciclaggio la fattispecie dell'autoriciclaggio diventa sempre più ineludibile; per questo motivo sottoponiamo all'attenzione dell'Assemblea questo emendamento e insistiamo per la sua approvazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, l'emendamento proposto dai colleghi del gruppo dell'Unione di Centro è importante; non è stato presentato dall'Italia dei Valori e può, quindi, non essere visto con preconcetto. Invito, davvero, il Governo e il relatore a riflettere sulle questioni che hanno posto i colleghi del gruppo dell'Unione di Centro.
Non so quale sia la ragione per cui, in una legge di delega, non si voglia inserire Pag. 17due questioni importantissime, riconosciute come tali, più volte, dallo stesso Governo, attraverso i suoi rappresentanti nella Commissione competente: il concorso esterno nelle associazioni di tipo mafioso e l'autoriciclaggio. Inoltre, l'aumento delle pene e specifiche procedure in materia di contrasto alla mafia come ciò che è previsto, nell'emendamento in oggetto, in materia di competenza per le indagini, competenza per giudicare le indagini, limiti e potenzialità delle intercettazioni, obbligo della misura in carcere prevista per i mafiosi.
Noi dell'Italia dei Valori siamo favorevoli a questa proposta e riteniamo che sia necessario inserirla in una legge di delega. Non ho sentito, infatti, una sola voce contraria a che si debba contrastare il concorso in associazione mafiosa né alcuna voce contraria a che si debba punire l'autoriciclaggio, il quale rappresenta la forma più delinquenziale e più esasperata di riciclaggio mafioso: sistemare i propri affari dopo che si sono commessi reati presupposti.
Nel caso il Governo ritenga di non inserirlo in questa specifica delega mi chiedo e chiedo se possiamo almeno inserirlo in un ordine del giorno approvato in modo serio e concreto da tutti affinché il Governo ne tenga conto poi nella stesura del decreto delegato relativo. Riteniamo cioè che questo sia un momento fondamentale nella lotta alla mafia perché finalmente si codifica quella che è la realtà dei fatti. Infatti, vi è chi pur non facendo parte dell'associazione di stampo mafioso di fatto vi concorre, e vi concorre attraverso uno specifico, concreto e consapevole contributo volontario.
Per questi motivi riteniamo che questa norma vada codificata, anche per evitare quelle recriminazioni che troppo spesso sono state fatte in questi anni rispetto all'operato del magistrato, che ha dovuto poi trovare un contenitore per dare voce e spazio a quei comportamenti che, pur non rientrando specificatamente nella partecipazione diretta all'associazione mafiosa, vi concorrevano dall'esterno. Allo stesso modo oggi è antistorico ignorare la realtà dei fatti, ossia l'autoriciclaggio.
In questo senso, a nome dell'Italia dei valori esprimo, faccio propria e chiedo di apporre la nostra firma a questo emendamento, augurandomi che il Governo possa cambiare orientamento. In subordine ci auguriamo che possa far parte di un ordine del giorno approvato da questo Camera.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire quanto già era stato preannunziato in Commissione, cioè la disponibilità ad accettare un ordine del giorno sull'autoriciclaggio. Credo, però, che sia superfluo ricordare che se questo emendamento dovesse essere respinto dall'Assemblea l'ordine del giorno sarebbe precluso.

PRESIDENTE. Non è sempre così, signor sottosegretario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, trovo un pochino sotto tono questa risposta del sottosegretario Mantovano. Mi riferisco, in particolare, all'autoriciclaggio, uno strumento moderno e molto studiato. Mi permetto di ricordare che, come delegazione italiana presso l'OSCE, stiamo per organizzare una sessione in autunno in Italia proprio dedicata al contrasto alla criminalità e il tema dell'autoriciclaggio, come ben sa il presidente Migliori che guida la delegazione italiana, sarà al centro di questa sessione internazionale dell'OSCE e, dunque, non possiamo veramente perdere questa occasione. Se non vi sono le condizioni - e non ne capisco le ragioni - per approvare ora l'emendamento, il Governo dica su questa materia qualcosa di più convincente che non l'invito Pag. 18ad un generico ordine del giorno presuntivamente precluso dall'eventuale bocciatura dell'emendamento.
Insomma, il Governo dica una parola chiara sullo strumento relativo all'introduzione in Italia di normative che puniscano l'autoriciclaggio, che è la forma di riciclaggio di denaro sporco proveniente da associazioni mafiose più diffusa e pericolosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono certo dell'intenzione e della volontà del Governo di attenzionare in modo adeguato, all'interno del proprio percorso e di questo disegno di legge, i temi che sono stati sollevati, con particolare riferimento all'autoriciclaggio.
Ovviamente, per una questione legata al percorso legislativo che ci siamo dati, la richiesta di ritiro da parte del Governo di questo emendamento è legittima; tuttavia, altrettanto legittima è la volontà politica, che in questo senso faccio mia, di presentare un ordine del giorno che sostanzialmente riassorbe i temi seri e importanti che sono riassunti da questo emendamento così come è stato formulato.
Pertanto, pregherei il Governo, comunque, di avere un'apertura, perché sono convinto che nella sostanza della questione il Governo si trova d'accordo nei confronti della volontà precisa ed espressa in Aula di accogliere un ordine del giorno. Ovviamente non voterò l'emendamento, se dovesse essere lasciato al voto dell'Assemblea, ma certamente presenterò comunque l'ordine del giorno.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il mio è più che altro un intervento sull'ordine dei lavori, nel senso che è del tutto evidente e noi sappiamo che la reiezione di un emendamento non consente la riproposizione di un ordine del giorno di identico contenuto (e questo è un tema), però inviterei il sottosegretario, di fronte ad una domanda che arriva da un emendamento e dall'intervento dell'onorevole di Pietro, che è evidentemente tutta politica, a non trincerarsi dietro a una «minaccia regolamentare».
Infatti, l'ordine del giorno può essere tranquillamente presentato con una rimodulazione del contenuto che non entri in contrasto con l'emendamento eventualmente respinto. Ci dica, però, il Governo se il tema dell'autoriciclaggio vuole che sia inserito dentro questo provvedimento, secondo quanto previsto dall'emendamento, oppure no.
Non ci dica quello che potrebbe accadere qualora fosse eventualmente respinto l'emendamento perché questo lo sappiamo, un po' di pratica parlamentare sappiamo utilizzarla anche noi, piuttosto ci dica cosa vuole fare il Governo, che mi sembra una risposta più appropriata al tema che stiamo trattando e al quesito che è stato posto dai colleghi dell'UdC e poi dall'onorevole Di Pietro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Minniti. Ne ha facoltà.

MARCO MINNITI. Signor Presidente, penso che la questione sia molto delicata. Si tratta di una questione assolutamente cruciale nella lotta contro le mafie e penso anche che non possa essere rapidamente accantonata. Mi pare anche che la presentazione di un ordine del giorno - lo dico con grande franchezza anche al collega Granata - non sia una risposta sufficiente.
Allora la proposta che faccio è la seguente: il Governo rifletta sul testo presentato dall'onorevole Di Pietro, ma si lavori anche per avere un provvedimento che sia immediatamente efficace in termini di legge. Ricordo anche che la questione Pag. 19fu posta già in sede di conversione del decreto-legge sulla sicurezza avanzata dal Governo all'inizio della legislatura.
Anche allora si disse che bisognava riflettere. Sono passati due anni da allora, onorevole sottosegretario Mantovano, e penso che la riflessione debba considerarsi conclusa. Per cui, se il Governo vuole riflettere, si può anche provvedere ad accantonare questo emendamento, ma a mio avviso l'idea di sopperire alla questione posta dall'emendamento - che affronta un tema cruciale come la lotta contro le mafie - con un ordine del giorno, mi sembra del tutto distonica rispetto all'impegno che anche qui il Governo ha proclamato in quest'Aula.
Poiché la discussione su questo provvedimento è probabile che non si concluda oggi, se l'onorevole Di Pietro è d'accordo, si può accantonare questo emendamento e consentire al Governo di riflettere, ma a mio avviso la risposta non può essere quella di un intervento diretto in questo provvedimento legislativo. Un ordine del giorno sarebbe, consentitemi di dirlo, un rinvio di cui non si comprenderebbe né il senso, né la volontà politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, l'emendamento in esame, presentato dall'UdC, in realtà contiene diversi punti. Per una parte si ricollega all'emendamento successivo che sarà illustrato dall'onorevole Zaccaria e che riguarda il profilo della ricompilazione del codice penale, ossia del coordinamento delle norme del codice penale. Infatti, in realtà il provvedimento manca dei criteri riguardanti la delega e quindi l'emendamento indica quali sarebbero i principi e i criteri direttivi.
Tra l'altro, rappresento all'Aula che la lettera b) dell'emendamento Vietti 1.29 introduce una questione anche abbastanza pericolosa che non è stata assolutamente discussa in Commissione e che riguarda il problema del concorso esterno nell'associazione di tipo mafioso e che la lettera c), invece, fa leva su quell'ipotesi autonoma di autoriciclaggio.
Quest'ultima verrà ripresa in maniera specifica ed autonoma da una serie di emendamenti tra cui uno del Partito Democratico, dell'Italia dei Valori e dell'UdC sui quali ci riserviamo di intervenire in maniera specifica, trattandosi di un reato come figura autonoma di cui si chiede l'introduzione specifica ed immediata da parte del Governo. Prima, però, bisogna stabilire se questa legge delega ha i principi e i criteri direttivi che riguardano la parte innovativa del codice penale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che in Commissione nel dibattito su questa figura di reato si è registrata una sostanziale convergenza da parte di tutti i gruppi politici. La questione delicata attiene a due profili: il primo è che questo emendamento contempla una serie di principi di delega che, tra l'altro, sono già attualmente in vigore nel nostro ordinamento ed altri verrebbero stravolti sotto il profilo processuale. Per quanto riguarda il secondo aspetto, la delicatezza della disposizione dell'autoriciclaggio merita un approfondimento. Infatti, mentre nell'operazione di riciclaggio effettuata da un terzo non vi è il coinvolgimento diretto nel reato presupposto da cui poi derivano i proventi oggetto di riciclaggio, nell'autoriciclaggio c'è questa corrispondenza.
Quindi, la delicatezza normativa è stabilire il confine tra un'attività che non costituisce riciclaggio, in quanto utilizzo dei proventi del reato commesso, e quella che invece si vuole individuare come operazione di riciclaggio che deve preservare i valori oggetto di questa discussione. Nell'ambito di questa delicatezza e difficoltà, abbiamo quindi convenuto che era meglio impegnare il Governo con un ordine del giorno affinché venisse approfondito questo Pag. 20tema, ferma restando l'esigenza condivisa da tutti in relazione all'introduzione di questa figura delittuosa.
Aggiungo - e concludo - che sotto questo profilo, lo dico al collega del Popolo della Libertà intervenuto in precedenza, il nostro gruppo ha già presentato un ordine del giorno che impegna il Governo in questo senso. Quindi, chi volesse può già sottoscriverlo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto dire all'onorevole Minniti che questo emendamento è dell'Unione di Centro, senza nulla togliere ovviamente all'onorevole Di Pietro, che, anzi, ringraziamo per il sostegno che ha dato al suo contenuto. Vorrei anch'io dire al sottosegretario Mantovano che francamente non mi sembra accettabile la sua risposta a chi pone un problema serio come quello della mancanza dei criteri di delega sull'antiriciclaggio in questo provvedimento (egli infatti ha detto: «Attenzione perché se mantenete l'emendamento non accetto nemmeno l'ordine del giorno»). Non è parimenti accettabile ipotecare la sua eventuale ammissibilità o meno dal momento che, fino a prova contraria, questa è di competenza della Presidenza della Camera.
Se poi anche l'onorevole Contento ci spiega che il tema è serio, delicato e merita un intervento, francamente confinare la risposta ad un ordine del giorno - il cui rilievo e la cui incidenza è nota quanto meno a tutti coloro che fanno parte di questa Camera - ci sembra una presa in giro. Comunque, signor Presidente, siccome dagli interventi mi è parso di cogliere sensibilità e disponibilità diverse sulle materie oggetto di queste individuazioni più puntuali dei criteri di delega, le chiederei di porlo in votazione per parti separate nel senso di votare distintamente le singole lettere a), b), c) e d).

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Vietti.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ho preso atto delle osservazioni del Governo e anche dei colleghi. Allora mi chiedevo e chiedo se non sia il caso di poter accantonare questo emendamento per il momento e rivederlo un attimo in separata sede magari per valutare quel che prima diceva il collega, cioè che potrebbero esserci delle difficoltà ad approvarlo così com'è. A noi quello che preme è individuare le modalità di applicazione del concorso esterno nell'associazione mafiosa e l'istituto del reato di autoriciclaggio. Se davvero il Governo ritiene che una delega legislativa così particolareggiata, come è stata proposta dai colleghi dell'Unione di Centro, non possa essere accolta, ma ritiene che nel contenuto ci siano elementi importanti, potremmo allora accantonare questo emendamento, rivederlo magari in una riunione ristretta e valutare quale di queste parti può andare a finire direttamente nella delega.
Ciò proprio perché sia chiaro un concetto: l'Italia dei Valori ritiene che debba essere previsto e codificato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, perché ritiene che ci siano molti casi in cui persone che, pur non facendo parte dell'associazione mafiosa, danno un contributo effettivo e volontario. Inoltre, ritiene che debbano essere comunque puniti i comportamenti di autoriciclaggio proprio per evitare che vi sia un doppio beneficio da parte di chi commette reati.
Riteniamo altresì che debbano essere date specifiche indicazioni al Governo in materia di competenza a indagare, a giudicare e a svolgere specifiche indagini come quelle per l'autorizzazione delle intercettazioni e dell'acquisizione dei tabulati. Infine, riteniamo che debba valere una regola generale: coloro che sono accusati Pag. 21di questi reati, a meno che non ci siano prove, se ci sono prove in carcere devono stare.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi permetto di chiedere, se possibile, un supplemento di verifica del testo con la possibilità di discuterne all'interno del Comitato dei nove e con il Governo per meditare meglio la nostra decisione, visto che alla fine dovremo votarlo se non viene ritirato per trasformarlo in un ordine del giorno, come era stato richiesto dal Governo.
Penso che, data la delicatezza della materia e per consentire a tutti noi di prendere una decisione ponderata e adeguata alla forza della materia stessa, sia meglio accantonarlo in modo tale da procedere, nei tempi che la Presidenza deciderà, dopo un'ulteriore verifica del testo e delle problematiche poste nella Commissione di merito e con un passaggio ulteriore con il Governo.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, sostanzialmente non credo che siamo di fronte a un emendamento tout court, ma di fronte al tentativo di introdurre temi che non sono affatto stati discussi nella Commissione. Personalmente sono stato proponente di un intervento sul concorso esterno che è stato accantonato in Commissione, perché è stato ritenuto in qualche modo non pertinente al dibattito che si è tenuto nell'ambito della Commissione stessa.
Si tratta di un emendamento che dice troppo e pretende di rivoluzionare un sistema sostanziale e processuale che ha bisogno di ben altri approfondimenti. Allorquando si incide così pesantemente, utilizzando la parola delega con delle specificazioni che, lungi dall'essere soltanto una delega, rappresentano un vincolo nei confronti di chi deve provvedere, si bypassa il dibattito in Commissione e si impedisce in qualche modo al Parlamento di giungere ad una maturazione su temi delicatissimi. Si tratta di questioni che hanno formato chili e chili di giurisprudenza e su cui certamente non si può indulgere con un semplice emendamento che, rivoluzionando un sistema sostanziale e processuale, pretende, anche se votato per parti separate - come ha proposto il collega Vietti - non si sposta il baricentro della questione, di introdurre surrettiziamente con un emendamento un vincolo che non è stato oggetto di dibattito in Commissione.
Mi sembra che da questo punto di vista la scelta del sottosegretario e dei colleghi della maggioranza non possa che essere avallata.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, le ricordo che questo emendamento era stato presentato in Commissione, quindi non siamo di fronte a nessun tentativo di blitz. Non interloquisco poi sul concetto dei criteri di delega.

LAURA GARAVINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma per 30 secondi, dal momento che è intervenuto in precedenza l'onorevole Quartiani.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, non posso che sottoscrivere quanto lei ha appena detto, Presidente, replicando all'onorevole Sisto, perché questo emendamento è stato una delle richieste determinanti dell'opposizione e del Partito Democratico e dunque non è nuovo, anzi.
Rafforzando quanto è stato appena detto dall'onorevole Quartiani, credo anch'io che sarebbe opportuno accantonarlo, dal momento che esiste un elemento di forte richiesta che ha caratterizzato il Partito Democratico: siamo arrivati a dire che è inutile parlare di piano straordinario antimafia se non si inserisce già in questo provvedimento l'autoriciclaggio. Pag. 22
Tra l'altro la stessa maggioranza si è lasciata scappare altre possibilità, come nel piano sicurezza, quando stava per inserirlo.
Credo, quindi, anche io che sia importante e necessario che il Comitato dei nove si riunisca e valuti la possibilità non soltanto...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Garavini.

LAURA GARAVINI. Scusi, signor Presidente, ancora un attimo.

PRESIDENTE. Non ce l'ha, abbia pazienza!

LAURA GARAVINI. ... non soltanto di accettare l'ordine del giorno che abbiamo proposto, ma, alla luce di un consenso che comprende diverse forze, fra le quali anche la maggioranza, di prevedere un impegno molto più netto, anche temporale, così che il Governo si impegni entro sei mesi a normare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Garavini.
Colleghi, prima di tutto dobbiamo decidere sulla richiesta di accantonamento dell'emendamento Vietti 1.29 che è stata avanzata dall'onorevole Di Pietro e dall'onorevole Quartiani. Chiedo al relatore il parere su questo punto.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, in Commissione si è parlato abbondantemente di questo problema e non si è riusciti a trovare un percorso che portasse ad una soluzione di questa vicenda. Quindi, insisterei perché si vada avanti.

PRESIDENTE. Penso che sia corretto, a questo punto, sottoporre al voto dell'Assemblea la richiesta di accantonamento. Il Regolamento prevede un intervento a favore e uno contro, però mi sembra che i gruppi si siano ampiamente espressi; quindi, penso che ci possiamo sollevare da questi ulteriori interventi.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta, avanzata dall'onorevole Di Pietro, di accantonare l'esame dell'emendamento Vietti 1.29.
La Camera respinge per 13 voti di differenza.
Secondo la richiesta formulata dai presentatori dell'emendamento, passiamo alla votazione per parti separate.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera a) dell'emendamento Vietti 1.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Mazzuca, Cesaro, Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato
232
Hanno votato
no 245).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera b) dell'emendamento Vietti 1.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 283
Astenuti 197 Pag. 23
Maggioranza 142
Hanno votato
41
Hanno votato
no 242).

Prima di mettere in votazione la lettera c) dell'emendamento Vietti 1.29, preciso che, ovviamente, a ciascuna lettera deve intendersi premesso l'alinea indicato dal comma 1-bis dello stesso emendamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera c) dell'emendamento Vietti 1.29, non accettata dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 474
Astenuti 5
Maggioranza 238
Hanno votato
229
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla lettera d) dell'emendamento Vietti 1.29, non accettata dalla Commissione né dal Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato
231
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati De Poli e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

LUIGI VITALI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI VITALI. Signor Presidente, appartengo a quella categoria di persone che ritengono che sia arrivato il momento di tipizzare il concorso esterno in associazione mafiosa. Poiché si è creata una strana divisione all'interno dell'Aula, non vorrei che passasse il concetto che quelli che hanno votato contro, siano contrari a tale evenienza.
Siccome vi è una grande considerazione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... No, perché si tratta di un argomento serio, che va approfondito analiticamente, e che non va votato con un colpo di spugna in un provvedimento non c'entra niente! Visto che vi è questa volontà, signor Presidente, penso di invitare il Governo a formulare una proposta complessiva ed a portarla in Parlamento!

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, onorevole Vitali, vorrei sottolineare che normalmente l'intervento sull'ordine dei lavori non si utilizza per commentare il proprio voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.315.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, credo che la discussione che abbiamo svolto su questi primi emendamenti sia significativa. Stiamo deliberando una delega, che ha due oggetti: codice sulla legislazione antimafia e codice per le misure di prevenzione. Pag. 24
Colleghi, noi stiamo praticamente votando una delega che soffre, sulla parte della legislazione antimafia, di una carenza di principi direttivi. Credo che l'aver respinto l'emendamento Vietti sia significativo: noi non siamo contrari a formulare i codici, anche se farlo quando i codici vi sono già, come quello penale o di procedura penale, può essere discutibile; quello che però noi contrastiamo in maniera vivace è il fatto che si possano approvare deleghe senza principi e criteri direttivi.
Vi è una condizione puntuale del Comitato per la legislazione, che afferma che sostanzialmente questa parte è sprovvista di criteri direttivi. Non vorrei che i colleghi sottovalutassero che è in atto un'emergenza relativa alle deleghe.
Vorrei fornire alla Presidenza, ma anche al Governo, che secondo me ha bisogno di controllare questi dati, una semplice indicazione. In due anni di legislatura, il Parlamento ha approvato 272 deleghe: vuol dire che stiamo camminando ad un ritmo di 11 deleghe al mese; contemporaneamente, il Governo ha emanato soltanto 80 decreti legislativi. Ve ne sono quindi tre al mese e che concediamo deleghe e poi non controlliamo che vengano emanati i relativi decreti attuativi.
Tale situazione deve preoccupare un Parlamento, che spesso non lavora: non lavora perché ha delegato la materia ad un altro soggetto, ma non controlla neppure che vi siano i decreti legislativi attuativi. In questo caso, è fortemente sconsigliato (uso un eufemisno) attribuire una delega per la legislazione antimafia (perché di ciò si tratta) sprovvista di criteri direttivi.
Se voi leggete i criteri che sono stati indicati, vedrete che essi riguardano tutti e solo le misure di prevenzione. Non vorrei che facessimo come stiamo facendo con il disegno di legge Brunetta sulla pubblica amministrazione, che sta per giungere all'esame dell'Assemblea, o con il provvedimento sugli enti locali, rispetto ai quali in Parlamento facciamo una sorta di discussione superficiale su talune questioni, ma poi conferiamo la delega al Governo per definire la sostanza del provvedimento, per modificare e coordinare norme sostanziali ed assumere le decisioni.
La proposta fatta in precedenza dal Governo, su altro argomento, di presentare un ordine del giorno è a mio avviso gravissima, perché implica che il Parlamento - con riferimento alle deleghe, che costituiscono materia assolutamente parlamentare - si deve limitare a presentare degli ordini del giorno.
Colleghi, vi ripeto questa cifra: 272 deleghe in due anni (il Governo Prodi ne aveva contate 160 nello stesso periodo). Questo è un fatto gravissimo e proprio qui sta la spoliazione dell'attività parlamentare. Avere respinto l'emendamento precedente - che conteneva dei criteri direttivi e delle deleghe come la Costituzione comanda - è un fatto gravissimo.
Nell'emendamento proponiamo una misura semplice: dividiamo la delega in due parti, definiamo una delega soltanto per le misure di prevenzione, nella quale sono indicati i principi e i criteri direttivi; per quanto riguarda il coordinamento e l'armonizzazione della legislazione antimafia dobbiamo invece chiedere al Governo di ritornare indicandoci i criteri direttivi.
Ho a disposizione una riformulazione con i principi e i criteri direttivi, però credo che sia troppo che io dia questi principi e criteri direttivi: ne avete bocciati tanti, quindi boccereste anche i miei.
Con questo emendamento vi pongo dunque questo problema: dividiamo in due le deleghe, manteniamo quella che rispetta la Costituzione e stralciamo quella parte che non la rispetta. Questo significa anche rispettare il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, prendo la parola per dare lettura - affinché rimanga agli atti della Camera - della condizione che al presente provvedimento ha posto il Comitato per la legislazione, Pag. 25ricordando al Ministro Vito gli impegni che erano stati assunti e dicendo all'Assemblea che anche chi lavora nel Comitato per la legislazione vorrebbe produrre un lavoro proficuo, cosa che invece puntualmente rimane disattesa.
La condizione che è stata posta è la seguente: «all'articolo 1 - che delega il Governo all'adozione del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, includendo dunque due oggetti: la legislazione antimafia e le misure di prevenzione - si proceda ad esplicitare i principi e criteri direttivi relativamente al profilo della ricognizione, armonizzazione e coordinamento della normativa antimafia (anche alla luce di quanto affermato nella relazione illustrativa, in ordine al carattere non meramente compilativo del codice), atteso che i principi e criteri direttivi formulati al comma 3 riguardano esclusivamente le misure di prevenzione».
Non credo di dover aggiungere altro e vorrei capire che cosa il Governo pensa rispetto a tale condizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vorrei lasciare agli atti la contrarietà dell'Italia dei Valori ad affidare al Governo l'emanazione di normative di contrasto alla criminalità (sia chiaro che non sto facendo polemica e non mi riferisco a questo Governo, ma al Governo in quanto istituzione), in quanto ritengo che la responsabilità di emanare la normativa di contrasto alla criminalità debba essere del Parlamento e che noi che siamo stati eletti dal popolo dobbiamo assumerci la responsabilità di indicare la normativa per contrastare la criminalità.
Altra cosa è una ricognizione della vigente normativa in tema di misure di prevenzione per coordinarla e armonizzarla in modo organico: riteniamo che ciò possa avvenire, ma ciò che invece riteniamo non debba essere collegato alla delega è il fatto di affidare in mano esclusiva al Governo la scelta di come contrastare la criminalità. Questa è un'assunzione che deve prendere il Parlamento nel suo insieme e nella propria collegialità.
Riteniamo che sia un errore politico, culturale e istituzionale rinunciare a questo dovere del Parlamento.
Sappiamo bene che la maggioranza parlamentare e il Governo in carica hanno fatto una scelta diversa e noi continueremo con spirito costruttivo a valutare i singoli emendamenti, ma tengo a fare questa dichiarazione preliminare perché, come andremo a vedere nei prossimi emendamenti, vi è una serie di proposte emendative specifiche presentate dall'Italia di Valori, tese appunto a dare concretezza, limiti e contenuti alla delega, perché così com'è formulata è una delega generica e generale che finisce per dare in mano all'Esecutivo la possibilità di fare tutto e il contrario di tutto. Tengo a ripetere che non mi riferisco a questo Esecutivo: ci saremmo posti in questa stessa forma e determinazione nei confronti di qualsiasi Esecutivo.
A tal riguardo, proprio per giustificarmi e in certo qual modo anche per scusarmi con il relatore se nel prosieguo della discussione troverà alcuni emendamenti molto complessi presentati dall'Italia dei Valori in materia di limiti e contenuti della delega, preciso che non possiamo accettare la richiesta della Commissione di ritirare l'emendamento. La nostra non è una forma di arroganza, ma un impegno assunto con noi stessi di cercare di dare un contenuto, evitando di dare al Governo carta bianca, per così dire un foglio in bianco, a deliberare di conseguenza.
Non vorremmo - e lo ripeto - che la nostra proposta, richiesta e presa di posizione venisse letta come un punto di vista preconcetto, perché riteniamo semplicemente che questo sia il dovere del Parlamento.

PRESIDENTE. Rivolgo, anche a nome dell'Assemblea, un saluto ai dodici sacerdoti appena ordinati della diocesi di Bergamo, che sono in visita al Parlamento e stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti. Pag. 26
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.315, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Zamparutti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato
226
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.179. Chiedo all'onorevole Di Pietro se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO DI PIETRO. L'emendamento in questione è stato da noi proposto, semplicemente perché ci sembrava pleonastica l'affermazione di comprendere nella completa ricognizione anche le norme contenute nel codice penale e di procedura penale. Giacché la normativa stessa prevede una completa ricognizione di tutta la normativa, pensavamo e pensiamo che tale ricognizione sia già ricompresa di fatto e di diritto.
Prendiamo tuttavia atto della richiesta del relatore e, tutto sommato, se «nel più è contenuto il meno», evitiamo anche di votare e pertanto ritiro il mio emendamento 1.179.

PRESIDENTE. Passiamo dunque agli identici emendamenti Ferranti 1.178 e Di Pietro 1.180, accettati dalla Commissione e sui quali ricordo che il Governo ha espresso parere favorevole con richiesta di riformulazione, consistente nella soppressione delle parole «nel settore in esame».
Prendo atto che i presentatori accettano rispettivamente la riformulazione proposta degli identici emendamenti Ferranti 1.178 e Di Pietro 1.180 ed insistono per la votazione.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 1.178 e Di Pietro 1.180, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Fava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato
464
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che le deputate Servodio e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 1.300. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, con questo emendamento noi intendiamo proporre l'introduzione della tipizzazione del concorso esterno in associazione mafiosa. A differenza dei colleghi dell'Unione di Centro noi lasciamo al Governo la delega per decidere quale può essere la migliore formulazione. È noto che il concorso esterno è una fattispecie creata dalla giurisprudenza attraverso l'utilizzo degli articoli 110 e 416-bis. Vorrei partire proprio dal 416-bis, lasciando la parola ad un magistrato, il sostituto procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, il dottor Olindo Canali, che nel maxiprocesso d'appello Mare nostrum ha visto un suo memoriale dove lui diceva: mi arresteranno - su questo non ho dubbi - e non so quale sarà l'imputazione; escludo omicidi, droga, rapine, Pag. 27pedofilia, estorsioni, usura, falsi, escludo quasi tutto il codice penale tranne il 416-bis; è in fondo il reato più facile - è un paradosso - da contestare; sarò senza difesa, questo è certo; conosco le regole del gioco, quando ti accusano di qualcosa che non hai fatto, quando i tuoi comportamenti sono letti in una visione che tutti li organizza secondo ipotesi di lettura non puoi difenderti; ho lavorato anch'io da pubblico ministero così, ci lavoriamo tutti così, toccherà anche a me come è toccato a molti, quasi tutti giustamente arrestati, e anche al mio arresto sembrerà giusto, sacrosanto, provato e fondato; non credo neppure ricorrerò mai al tribunale del riesame (a che serve?); se un pubblico ministero chiede ad GIP la concessione di una misura cautelare è il segno che la lettura delle carte è convincente; un tribunale del riesame su certi tipi di indagine può poco o nulla; starò in galera fin quando sarà il tempo per uscire; questo è il rispetto per le regole e per i principi dello Stato di diritto.
Noi crediamo che questo non è il rispetto per le regole e per i principi dello Stato di diritto; questa è la negazione delle regole, la negazione della legalità, la negazione dello Stato di diritto.
E cos'è il concorso esterno? Ce lo dice la Direzione nazionale antimafia che, sulla base di una rilevazione informatica, ha stabilito che su 7.190 casi di indagati per concorso esterno, appena 542 hanno potuto avere e godere del diritto di una sentenza e la maggioranza di questi 542, su 7.190, sono stati assolti. Non potete rinviare l'assunzione di una vostra responsabilità. Tocca al Parlamento legiferare, non alla magistratura (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, ho molto apprezzato gli argomenti che il collega Maurizio Turco ha portato a sostegno di questo suo emendamento, ma, per paradosso, rilevo che è esattamente il contrario di quello che c'è scritto e che chiede. Infatti, l'emendamento in questione chiede, attraverso la richiesta di tipizzazione, di evitare una pericolosa deriva per la quale in un sistema di civil law, di diritto positivo, si introducano elementi di common law che, per via giurisprudenziale, mutino le figure di reato che il Parlamento emana attraverso le sue leggi. E, quindi, ci pone un problema che va oltre la fattispecie del concorso esterno, ma, più in generale, di una deriva della giurisprudenza della magistratura, che tende a scrivere le norme surrogando un ruolo che la nostra Costituzione affida, esclusivamente, al Parlamento.
In questa riflessione, voglio cogliere tutto l'elemento rilevante di natura costituzionale della sua sollecitazione e non posso, in questo senso, invitare il Governo a fare, attraverso quello che l'emendamento richiede, l'opposto, perché, in realtà, il risultato che l'onorevole Maurizio Turco - e anch'io - ci ripromettiamo è quello di poter scrivere in una norma, se ciò fosse possibile, che quel reato non esiste, ma, siccome non possiamo legiferare in negativo, ci dobbiamo porre a un altro livello dell'ordinamento. Su questo credo sia utile una riflessione, sia da parte della Commissione affari costituzionali che della Commissione giustizia, che parta dall'analisi dei dati e dello svolgimento processuale per conoscere e approfondire gli elementi di diritto e la contestualizzazione in cui questo diritto si fa corpo nei tribunali, perché si ponga argine, non solo a una fattispecie, ma ad un pericoloso sovraordinamento della magistratura rispetto al Parlamento, oltre che agli altri poteri costituzionali.
In questo colgo, quindi, una radice, uno sforzo positivo, ma rilancio al collega Maurizio Turco dicendo che questa che lui ha posto è una via breve, ma che il mio voto sarà di astensione sul suo emendamento per porre un problema che è di ordine costituzionale e di sovranità del Parlamento nel legiferare.

Pag. 28

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, intervengo solo per richiamare all'onorevole Vitali, che se ne è lamentato pubblicamente, e agli altri colleghi della maggioranza, che lo hanno fatto privatamente, che questo emendamento, come già la lettera b) del nostro emendamento, dà la delega al Governo a definire, in modo preciso, la fattispecie del concorso esterno. Qui mancano gli elementi puntuali che c'erano, invece, nella nostra proposta di delega, però per evitare che, poi, qualcuno ci dica che non si era accorto di che cosa parlavamo, faccio un richiamo ai colleghi della maggioranza nel senso che con l'emendamento in questione, seppure in maniera generica, si dà la delega al Governo per definire questo contrastato reato (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Franzoso. Ne ha facoltà.

PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, ritengo che l'argomento posto dal collega Maurizio Turco meriti l'attenzione di quest'Assemblea ma dico che merita anche l'attenzione del Governo. Mentre l'emendamento Vietti 1.29 comprendeva una serie di fattispecie e di tipologie, in questo caso, invece, con questo emendamento si tratta di discutere e di approfondire, come mi è parso di capire, ciò che quest'Aula condivide nel suo insieme e che ha espresso attraverso il voto nella votazione fatta per parti separate dell'emendamento Vietti 1.29 nel comma 1-bis, lettera b), cioè la necessità di meglio tipizzare, meglio circoscrivere, meglio indicare la tipologia di associazione esterna di tipo mafioso.
Non c'è migliore occasione di questa: essere favorevoli e guardare con attenzione a questo emendamento anche attraverso quanto è stato espresso in quest'Aula poc'anzi, cioè dare mandato al Governo che in sede di predisposizione della legge-quadro concernente tali argomenti, possa anche tipizzare e meglio definire questo tipo di reato affinché, peraltro, in verità veda la convergenza della stragrande maggioranza di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, l'argomento che affrontiamo è molto complesso. Ritengo che vi sia la necessità di sottoporlo ad attenzione con grande sensibilità, ma anche con parole e con ragionamenti appropriati. Intervengo per esprimere ovviamente un mio parere contrario all'emendamento così com'è stato presentato e, soprattutto, così com'è stato illustrato in Aula, soprattutto perché resti agli atti la motivazione della mia contrarietà. Infatti, prendendo per buona ed approvando l'idea che su alcune questioni debba essere il Parlamento ad esprimere in maniera sovrana la propria indicazione di legislatore, non si può tuttavia derubricare la questione legata ai reati associativi e, in particolar modo, anche a quella grande questione della cosiddetta tipizzazione del concorso esterno in associazione mafiosa in qualcosa che si deve superare semplicemente con un colpo di spugna. Infatti, voglio ricordare che questo argomento è stato il cuore di uno strumento pensato da Pio La Torre, Falcone e Borsellino per aggredire quella zona grigia della borghesia mafiosa e del rapporto tra mafia e politica per cui alcune questioni e successi di fondo della lotta alla mafia - lo ricordo al collega radicale che è intervenuto in precedenza - sono stati possibili grazie ad una sensibilità che qualcuno ha pagato a carissimo prezzo.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, Pag. 29pur avendo scritto in più occasioni che non credo in questo reato, perché ritengo che sia un'invenzione della giurisprudenza che non offre garanzie di verifiche processuali ai cittadini imputati, tuttavia, abbiamo espresso parere contrario per due ordini di ragioni: primo, perché questo emendamento non contiene i principi di delega; secondo aspetto, le ragioni per le quali abbiamo espresso parere contrario anche sull'emendamento Vietti 1.29 è che, come abbiamo detto anche in sede di Comitato per la legislazione, questa delega consente il recepimento delle norme del codice penale e del codice di procedura penale mentre attribuisce un potere di intervento e di modifica sulle norme della prevenzione, non quindi sul codice penale. Questa è la ragione per cui mantengo il parere contrario pur condividendo le necessità di una riscrittura di questo reato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, questo è uno dei temi più delicati di tutta la normativa antimafia. È uno dei temi più delicati perché, come è già stato ricordato, sostanzialmente - mi permetto di dire - è stato creato un obbrobrio giuridico, mettendo insieme partecipazione e reato associativo, disposizione che abbiamo solo in questo Paese, nel diritto codificato.
Questo tema ha necessità di un approfondimento che va ben oltre la dimensione di pochi minuti e mi rivolgo proprio ai colleghi che hanno lottato contro questo tipo di interpretazione della magistratura: non è oggi possibile, in qualche minuto, dare anche una forma di ragione a chi si è inventato un reato. Bisogna discuterne in maniera molto più seria. Stiamo attenti, perché oggi la giurisprudenza della Cassazione è molto più dura nel riconoscere il concorso esterno. Oggi, scrivendo la possibilità della delega al Governo per la definizione di questa fattispecie, rischieremmo per finire di fare «il gioco del re di Francia», cioè esattamente di consegnare la vittoria proprio a chi in questo momento abbiamo contrastato nella sua attività (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Vitali. Ne ha facoltà.

LUIGI VITALI. Signor Presidente, voglio ritornare sull'argomento: siamo assolutamente d'accordo che è necessario tipicizzare il concorso esterno in associazione mafiosa. La posizione precedente era nel senso che non ritenevamo giusto che fosse tipicizzato in quella maniera, così come invitiamo il collega Turco a ritirare l'emendamento in esame e a presentare un ordine del giorno, affinché il Governo presenti una formulazione autonoma all'interno della quale, nel Parlamento, che è il legislatore, si possa tipicizzare il concorso esterno. Ciò non può avvenire, data la delicatezza della materia, con una delega, per quanto ampia o ristretta che sia. Quindi occorre un'azione autonoma del Parlamento promossa dal Governo. Questa è la volontà dell'ordine del giorno che sta preparando il collega Franzoso. Quindi invitiamo il collega Turco a farsi portatore di questa esigenza, ritirando l'emendamento, altrimenti l'ordine del giorno non potrà essere presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, parlo a titolo strettamente personale, quindi il gruppo deciderà autonomamente. Per quanto mi riguarda, signor Presidente, condivido molte delle considerazioni fatte dal collega Turco. Lo dico subito così evitiamo anche imbarazzi: nutro molti dubbi sul 416-bis e sulla sua applicazione e nutro moltissimi dubbi sul reato di concorso esterno.
Detto questo, chiarisco all'onorevole Turco e credo che sarebbe bene che diventasse patrimonio comune, che sarebbe utile che quest'Aula trovasse i modi e i Pag. 30tempi per affrontare questioni così importanti, che incidono così direttamente sul sistema giustizia, anche con provvedimenti legislativi, magari con provvedimenti legislativi, svolgendo un dibattito politico di cui questo Paese e la giustizia hanno bisogno e non attraverso - lo dico all'onorevole Turco - la delega ad un Governo che, per quanto mi riguarda, è il Governo del lodo Alfano, è il Governo del disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche e certo io non gli delego anche la riforma del concorso esterno. Quindi, mi asterrò sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, il problema che introduce l'emendamento a firma Maurizio Turco in realtà credo che sia un problema che in qualche modo deve essere affrontato, ma non certamente con una delega sostanzialmente in bianco, senza criteri. Tra l'altro vorrei rappresentare anche la contraddizione in cui sostanzialmente cade il Governo, in particolare rifacendomi all'indicazione che poco fa ha voluto dare all'Assemblea il sottosegretario Caliendo.
Vorrei che ci riflettessimo tutti, perché, se l'emendamento che ha illustrato l'onorevole Zaccaria non è passato in quanto il Governo ha precisato che siamo in una fase di mera compilazione per le fattispecie di reato di nuova individuazione e se ci viene risposto dal Governo che il cosiddetto reato di autoriciclaggio non viene introdotto e non può essere introdotto laddove non si vanno ad innovare le fattispecie di reato, io credo che tantomeno, se non viene introdotto un reato di autoriciclaggio, si può pensare di affermare l'introduzione della fattispecie del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, di cui non si capisce quali sono gli elementi costitutivi oggettivi e soggettivi. Quindi, con questo annuncio il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, anche noi vogliamo annunciare il nostro voto contrario, ma non so se le finalità che ci muovono sono analoghe. Ho sentito il sottosegretario intervenire, criticando il reato di concorso esterno. Riteniamo, comunque, che il reato vada rivisto in termini seri, per fare in modo che possa essere veramente efficace, non per toglierlo né per annacquarlo. Questo per essere chiari. Così come non si ritiene di introdurre il reato di autoriciclaggio, perché non è possibile in questa sede, a maggior ragione riteniamo che non possa formare oggetto di delega l'introduzione di un reato come il concorso esterno. Annunziamo, quindi, il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, Hans Kelsen diceva che tutte le teorie sono fatte da due parti: la prima - giusta - è quella che critica quella altrui, la seconda - sbagliata - è quella che annuncia la propria. Pertanto, condividendo ovviamente l'intero problema, mi limiterò a svolgere due osservazioni in ordine a quanto è già stato detto.
Prima questione: non credo che il Parlamento sia sottoposto alla magistratura né al metodo interpretativo con cui questa affronta la norma. Ciò non significa che non ne abbia il potere: lo ha, eccome. Tuttavia, nel momento in cui la magistratura si inventa un reato, il Parlamento ha il potere di dire che lo ha inventato attraverso una norma di interpretazione autentica, oppure ha il dovere di dire - come ritengo in questo caso - che la magistratura ha ragione, che esiste un vuoto normativo (o, meglio, un posto dove meglio si possa specificare la fattispecie) e che, quindi, è necessario intervenire.
Credo che la seconda questione sia altrettanto importante. Stiamo parlando di Pag. 31un reato, cioè, di un meccanismo intrinseco, nell'ordinamento, al sistema penalistico. Ebbene, qualcuno di voi riesce a spiegarmi per quale motivo l'iniziativa di questa modifica deve necessariamente nascere dal Governo, che tutti sappiamo essere l'apice del potere esecutivo - quindi, amministrativo - e non certo legislativo?
Pertanto, rivolgo un invito a tutti i colleghi, visto che finalmente siamo d'accordo, una volta tanto, in tutto l'arco parlamentare, su questi problemi. Credo che si potrebbero mettere le gambe sotto ad un tavolo, raccordare le idee e si potrebbe proporre da parte del Parlamento una riforma, la quale, nulla avendo di amministrativo, non può che essere di natura parlamentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, ritengo che oggi, in quest'Aula, si sia finalmente consumato un momento di grande civiltà, su proposta dell'opposizione; del resto, anche il Partito Democratico si è astenuto sulla proposta dell'onorevole Vietti.
Siamo di fronte ad una comune esigenza di intervenire su una barbarie giuridica che fino ad oggi si è consumata con inusitata violenza e continuità: mi riferisco ad una categoria nuova per il nostro sistema, ad un reato di matrice giurisprudenziale, che contravviene al principio di legalità. Se questo è vero, cioè se nel nostro sistema non è possibile che la giurisprudenza crei un reato, dobbiamo intervenire, soprattutto, per evitare un dato che trovo veramente assurdo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Mi riferisco alla possibilità di un concorso esterno di persone non regolato dall'articolo 110 del codice penale, ma di un soggetto con un patto, o con un'associazione, che, dal punto di vista giuridico - signor Presidente, lo voglio dire in quest'Aula - costituisce una situazione inaccettabile.
Che la proposta dell'onorevole Maurizio Turco riferisca di un'esigenza, ma dia un metodo e non un merito è pacifico, ma queste direttive - contravvenzione in senso tecnico del principio di legalità ed impossibilità che un soggetto concorra con un patto - devono costituire il leitmotiv su cui si deve innestare la riforma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi sembra che con la norma del 416-bis del codice penale si sia compiuto un notevole passo indietro sotto il profilo giuridico. Questa norma mi fa ricordare ciò che, millenni or sono, nel diritto romano, era chiamato ius honorarium.
Ricordo a me stesso: est quod praetores introduxerunt adiuvandi vel supplendi, vel corrigendi, iuris civilis gratia. Noi oggi non possiamo lasciare alla magistratura il compito di creare un reato privo di quei requisiti che la nostra Costituzione prevede. Ecco perché, pur votando contro l'emendamento dell'onorevole Turco, credo che questo sia assai importante perché ha posto all'attenzione di questa Camera un problema che va risolto attraverso i principi costituzionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente intervengo solo per fare mie le considerazioni e le intenzioni di voto del collega Giachetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

Pag. 32

LORENZO RIA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per dire che trovo davvero singolare la posizione di quei colleghi che hanno annunciato il voto contrario a questo emendamento perché troppo generico, perché introduce soltanto il reato ma non ne definisce gli elementi costitutivi, sia quelli soggettivi che quelli oggettivi.
Tuttavia questi stessi colleghi che hanno annunciato il voto contrario, mi riferisco in particolare ai colleghi del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori, hanno votato contro - per la verità quelli dell'Italia dei Valori si sono astenuti - il nostro emendamento che invece, rispetto a questa fattispecie criminosa, individuava bene gli elementi costitutivi del reato e quindi era specifico e delineava bene i confini della legge di delega. Per cui è questa una posizione davvero contraddittoria che noi dell'Unione di Centro non possiamo non rilevare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lehner. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, voglio solo annunciare il mio voto favorevole a questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maurizio Turco 1.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Bruno, onorevole Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 430
Astenuti 20
Maggioranza 216
Hanno votato
42
Hanno votato
no 388).

Prendo atto che i deputati Moles e Ascierto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Anna Teresa Formisano e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.121, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Concia, onorevole Gasbarra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 456
Maggioranza 229
Hanno votato
218
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare, che il deputato Paglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.181.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e del Governo.

IGNAZIO MESSINA. Sì, signor Presidente e con l'occasione le annuncio che ritiriamo anche l'emendamento Di Pietro 1.182.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.183.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

IGNAZIO MESSINA. No, signor Presidente, chiediamo che sia messo in votazione.

Pag. 33

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.183, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Sisto... onorevole Romele... onorevole Scandroglio... il Ministro Alfano non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato
222
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che i deputati Razzi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.184.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

IGNAZIO MESSINA. Sì, signor Presidente, annunciamo il ritiro dell'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Vietti 1.30.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo e insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 1.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Granata... onorevole Calderisi... onorevole Vella... onorevole Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 464
Maggioranza 233
Hanno votato
223
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Barbareschi, Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.307.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

SALVATORE PICCOLO. No, signor Presidente, insistiamo per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE PICCOLO. Signor Presidente, la delega al Governo per l'emanazione di un codice della legislazione antimafia e delle misure di prevenzione è una delega che, come è stato sottolineato, presenta una grave anomalia, perché è carente - soprattutto per ciò che concerne la parte della legislazione antimafia - di precisi criteri direttivi. È evidente che la delega è proiettata a realizzare una ricognizione, legittima e giusta, della complessiva normativa per riordinarla e renderla più puntuale, tempestiva ed efficace.
È altrettanto evidente - qui c'è la specificazione più puntuale dei criteri direttivi - che essa è proiettata al coordinamento con la nuova disciplina dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. I criteri così come sono inseriti sono, infatti, specificamente riferiti alla disciplina delle misura di prevenzione.
Su questa materia, complessa e delicata, occorre procedere con grande attenzione. Pag. 34Oggi essa deve essere di importanza essenziale nell'ambito degli strumenti di contrasto alla criminalità mafiosa. Come è noto e come è stato già affermato nei vari interventi, la disciplina è articolata, alquanto frammentata e suddivisa in molteplici e diversi testi normativi, anche se, in sostanza, presenta una sostanziale omogeneità di contenuti.
Nasce da qui l'esigenza imprescindibile, da tempo segnalata, di una risistemazione normativa nella forma di un testo unico che chiarisca definitivamente alcuni limiti dell'attuale disciplina, come, ad esempio, quello fondamentale, che continua in parte a sussistere, circa il nesso di imprescindibilità tra misure personali e patrimoniali, nell'obiettivo di sganciare definitivamente la prevenzione patrimoniale da quella personale o, ancora, come il tema scottante della tutela dei terzi in buona fede.
È evidente, pertanto, che il potenziamento dell'efficacia e dell'incisività del sistema di prevenzione può esser meglio soddisfatto se si predispongono strutture specializzate in grado di agire tempestivamente e colpire omogeneamente, con una disciplina uniforme, i patrimoni illeciti, che oggi rappresentano il vero campo nel quale si misura l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione di contrasto alla criminalità organizzata. Oggi la pericolosità della mafia è direttamente proporzionata alla quantità di risorse economiche di cui essa dispone. Sottrarre beni dal circuito mafioso vuol dire indebolire fortemente l'apparato organizzativo della criminalità organizzata e, nello stesso tempo, significa prosciugare seriamente i canali di alimentazione di ulteriori attività criminose.
È giusto, allora, agire sul piano della strumentazione giuridica per fare un ulteriore salto di qualità sul terreno della prevenzione nell'ambito di una moderna strategia di contrasto per recidere il perverso intreccio tra mafia, mondo delle imprese e sistema economico. È per questi motivi che noi abbiamo proposto di istituire, presso i tribunali aventi sede in capoluoghi di distretto, sezioni specializzate per l'applicazione delle misure di prevenzione.
Vorrei qui ricordare che nei lavori preparatori in Commissione, per la ricognizione e il riordino della normativa di contrasto alla criminalità organizzata, erano state segnalate tre esigenze da soddisfare: accorciare l'efficienza dell'accertamento probatorio; tutelare il procedimento con una rete di garanzia, soprattutto in presenza di situazioni nelle quali si intrecciano e si sovrappongono piani legali e piani illegali; incrementare l'accelerazione dei tempi processuali e favorire la flessibilità del procedimento.
La nostra proposta ha in considerazione la complessità del fenomeno e questa esigenza. Noi insistiamo perché si introducano le suddette strutture specializzate che possono contribuire a meglio affrontare il complesso problema dell'applicazione e a rendere i tempi più celeri e più certi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.307, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Granata, onorevole Paolo Russo, i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato
217
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Argentin e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti Pag. 35a votare, che i deputati Piffari e Cimadoro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.85.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

LUISA BOSSA. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Sta bene.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, se è vero che il senso generale di questa normativa è quello di rendere più celeri e più efficaci le strategie e gli strumenti di lotta alla criminalità, questo emendamento appare quanto mai necessario perché aggiunge uno strumento al tema delle misure di prevenzione: chiediamo che siano istituite delle sezioni investigative interforze specializzate.
L'emendamento nasce dalla considerazione che le misure di prevenzione, così come quelle che attaccano i patrimoni, sono tra gli interventi più efficaci per smantellare la rete di potere criminale sui territori. Perché istituirle? Ce n'è bisogno, può sembrare paradossale ma è così. Lo ripeto, ce n'è bisogno.
Accanto alle norme dobbiamo creare strutture operative altrimenti facciamo enunciazioni di principio che non si calano nella realtà, non diventano strumento, non diventano azione, non producono risultati. Con questa proposta raccogliamo una richiesta che, più volte, è pervenuta dai territori. Infatti, abbiamo fatto, e facciamo ogni giorno, una campagna di ascolto dei soggetti più impegnati e più esposti nella lotta alle mafie. Purtroppo, questo ascolto, in sede di definizione di questo disegno di legge (pomposamente chiamato piano straordinario contro le mafie), non è avvenuto sufficientemente. Certo, ci sono state delle audizioni, sono stati ascoltati i pareri dei magistrati e i soggetti esposti ed impegnati, ma quante delle cose dette sono state poi recepite?
Noi abbiamo chiesto più volte che tutti i soggetti impegnati nella lotta contro la criminalità fossero presi in considerazione sul serio, proprio per poter costruire uno strumentario più efficace tarato sulle necessità vere, che si possono cogliere solo andando a vedere, giorno per giorno, cosa manca e di cosa si ha bisogno per una battaglia, appunto, più efficace. Se avessimo fatto questo ascolto sul serio forse ci saremmo accorti che oltre a nuove norme, oltre a una maggiore razionalità delle norme vigenti per un vero piano contro le mafie vi è bisogno, anche e soprattutto, di stanziamenti aggiuntivi per i comparti sicurezza e giustizia. Insomma, abbiamo bisogno di più risorse, di più uomini e di più mezzi.
Ho visitato spesso a Napoli e in Campania le sedi delle forze di polizia, i tribunali e le procure. Ho trovato gente seria, volenterosa, coraggiosa e impegnata, ma cronicamente priva di mezzi. Mancano gli uffici e perfino la carta per le stampanti e le fotocopiatrici. Inoltre mancano le strutture e la benzina nelle macchine. In queste condizioni puoi anche annunciare, ad uso dei mass media, che hai varato un piano straordinario contro le mafie ma nella realtà delle cose e nella verità dei fatti a questo piano non corrisponde, purtroppo, un impegno e noi abbiamo bisogno di impegno e non di annunci, di risorse e non solo di norme, di fatti e non di parole. Probabilmente, l'ascolto vero dei territori e delle forze impegnate non c'è stato, perché quello che dicono non piace e non lo si vuole sentire. Non si vuole sentire che senza mezzi non bastano le norme, che senza strumenti non bastano gli annunci, che senza un impegno serio le mafie davvero non si battono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 36

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire perché è vero che tra la Commissione e l'Aula vi è sempre tanta differenza di tratto, di capacità di costruire e di demolire. Tuttavia, credo che vi sia un limite a tutto.
La collega parlava della capacità di ascolto. Forse alla capacità di ascolto bisognerebbe affiancare la capacità di leggere, perché il contenuto di questo emendamento è riportato dall'articolo 12 del provvedimento in esame. Basta andare avanti di qualche articolo nello stesso disegno di legge e scoprire che l'articolo 12 parla esattamente di coordinamento interforze provinciali, che hanno per oggetto la costituzione di quei desk che si chiamano interforze perché più investigatori specializzati vengono messi insieme. Questi vengono ora disciplinati, ma già li abbiamo realizzati a Caserta, a Reggio Calabria e a Bari e in ciascuno di questi luoghi sono stati inviati centinaia di uomini in più alle loro dipendenze (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.85, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Granata, Coscia, Gasbarra, Santelli, D'Amico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato
212
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Naro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.306.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

DONATELLA FERRANTI. No, signor Presidente, chiediamo che sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.306, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Santelli, onorevole De Camillis, onorevole Lo Presti, onorevole Corsaro, onorevole Costa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato
217
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che i deputati Argentin e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.400 che corrisponde alla proposta di riformulazione precedentemente avanzata dal Governo e che è in distribuzione. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tale emendamento della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.400.

Pag. 37

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.400 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Marchi, onorevole Veltroni, onorevole Volpi, onorevole Giammanco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato
460
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che gli emendamenti Ferranti 1.304 e 1.308 sono stati ritirati dalla presentatrice dopo la presentazione ed approvazione dell'emendamento della Commissione 1.400.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.305, sul quale è stata proposta una riformulazione da parte del Governo (che ricordo all'Aula) e sulla quale chiedo ovviamente il parere all'onorevole Ferranti, perché a questa riformulazione è collegato il parere favorevole della Commissione, nonché quello del Governo.
Dopo le parole: «e riferiti in particolare all'esistenza», sostituire le parole «di indizi per uno dei reati per i quali è consentita» con le parole «di circostanze di fatto che giustificano». Dopo le parole «l'applicazione delle suddette misure» sostituire la parola «preventive» con le parole «di prevenzione» e dopo «misure personali» aggiungere la parola «anche». Il Governo conferma che ho interpretato bene la proposta di riformulazione. Chiedo all'onorevole Ferranti se la accetti.

DONATELLA FERRANTI. La accetto, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.305, accettato dalla Commissione e dal Governo, nel testo riformulato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella, onorevole Moles, onorevole Veltroni, onorevole Granata, onorevole Iannarilli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
462).

Prendo atto che i deputati Argentin e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.74.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

ANNA ROSSOMANDO. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Sta bene.

ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, questo emendamento mira ad introdurre maggiori garanzie nel procedimento di prevenzione per la persona sottoposta al provvedimento stesso. Richiamerei l'attenzione di tutti i colleghi, ma Pag. 38soprattutto dei colleghi di maggioranza, sul concetto e su quella che è la nostra opinione di garanzia e di garantismo.
Infatti, questo emendamento poggia esattamente su un'idea e su un'impostazione che sono i pilastri del garantismo: il principio del contraddittorio, quello che noi chiamiamo il difendersi provando. Quindi, noi ci aspetteremmo, visto che si discute spesso di garanzie e di garantismo in quest'Aula che la maggioranza votasse insieme a noi questo emendamento.
Colgo l'occasione per rivolgermi anche al collega Contento, che ho sentito citare il provvedimento delle intercettazioni parlando di questo provvedimento di cui stiamo discutendo. Forse la differenza sta esattamente in questo: garanzie e garantismo poggiano sul pilastro del garantire il contraddittorio e dell'obbligo di motivazione. Diverso - e nulla ha a che fare con le garanzie e il garantismo - è limitare i mezzi e i modi di acquisizione delle prove per l'individuazione dei colpevoli e dei responsabili di reato. Se noi davvero accettassimo di misurarci su questo terreno io credo che noi faremo molti passi avanti, altrimenti mi sembra che non ci sia la titolarità di invocare garanzie e garantismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.74 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Cesario... Onorevole Nastri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
223
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e che il deputato Cesario ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo scusa all'onorevole Mario Pepe (PdL), che non avevo visto...
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ferranti 1.302 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.302, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Moles... Onorevole Codurelli... Onorevole Madia... Onorevole Brancher...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 458
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato
220
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 1.301.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.22 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti. Pag. 39
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni... Onorevole Madia... Onorevole Rampelli... Onorevole Zinzi... Onorevole De Luca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
223
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Mecacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.18 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Sardelli... Onorevole Capano... Onorevole Agostini... Onorevole Piccolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
222
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.19.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.19 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Mazzuca, Sardelli, Veltroni, Scilipoti, Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
224
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che i deputati Argentin e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che le deputate Zamparutti e Bernardini hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Mazzuca, Gava, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
463
Hanno votato
no 2).

Pag. 40

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Razzi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.26.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.26 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 465
Maggioranza 233
Hanno votato
227
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che i deputati Argentin e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.303.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ferranti 1.303 formulato dal relatore.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, francamente non riesco a comprendere per quale ragione il Governo si opponga a questo emendamento.
In sostanza, è un emendamento con il quale intendiamo ampliare il campo delle possibilità di confisca, ovviamente come misura preventiva, di quei beni rispetto ai quali sussista una presunzione di fittizietà dei trasferimenti e delle intestazioni, anche a titolo oneroso, nei confronti di ascendenti, discendenti, coniuge o persona stabilmente convivente, nonché parenti entro il sesto grado ed affini entro il quarto grado.
Le ragioni, signor Presidente, onorevoli colleghi, mi paiono assolutamente evidenti: è ormai noto che tra i sistemi di penetrazione nel territorio delle organizzazioni criminali e delle mafie in genere il più diffuso sia soprattutto quello di intestare attività commerciali o proprietà immobiliari a parenti o affini incensurati e puliti di fronte alla giustizia. È il caso delle attività commerciali nei centri storici delle grandi città, come recentemente avvenuto nel centro storico di Roma o in altre città italiane, dove molti proventi derivanti da attività mafiose o criminali in genere vengono reinvestiti in attività normali o in attività immobiliari intestate a parenti o affini.
Quindi non vedo perché il Governo non debba assumere come principio questa nostra proposta, che sicuramente sarebbe un grande contributo alla lotta alla mafia.
Vorrei infine aggiungere, onorevoli colleghi, che questa proposta di legge avrebbe avuto un senso ben diverso e ben altra valenza se il Governo e la maggioranza avessero ascoltato i molti emendamenti presentati dalla minoranza, soprattutto quella parte inerente i finanziamenti alle forze di polizia, che anche in questo caso non sono d'accordo con quanto dice il Governo. Obiettivamente sono stati sottratti 3 miliardi di euro, 40 mila agenti di polizia e soprattutto vi è un minor rafforzamento delle procure più esposte nella lotta contro la mafia e contro le organizzazioni criminali.
Quindi, nonostante il nostro contributo e i miglioramenti che sono stati accettati, di fatto risulta una legge monca, mentre, nel caso in cui si fossero usati più accortezza e più buonsenso, probabilmente avremmo ottenuto quei risultati che tutti avremmo voluto.
Sono ottimista in genere, mi auguro soprattutto che tutto ciò che è stato bocciato e quegli emendamenti ritirati, che saranno trasformati in ordini del giorno, possano trovare in sede di emanazione dei decreti attuativi quel buonsenso a cui ci Pag. 41richiamiamo per determinare veramente un'azione di forte e vero contrasto alla mafia, anziché una legge manifesto, come spesso succede, che serve soltanto ad un uso mediatico, strumentale e - possiamo dire - spregiudicato che a poco serve, se non solo a fare propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, al netto della propaganda, veniva rivolto un quesito sul perché vi è un parere contrario su questo emendamento. Quanto esso prevede è già contenuto nella delega, in particolare al comma 3, lettera b), numero 1): «La confisca può essere disposta in ogni tempo, anche se i beni sono stati trasferiti o intestati fittiziamente ad altri».
«Altri» è qualcosa di molto più generale e onnicomprensivo rispetto ai gradi di parentela che sono individuati nell'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Villecco Calipari, Mosca, Cesario, Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato
221
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Sospendo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle 15.

TESTO AGGIORNATO AL 1 GIUGNO 2010

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito dell'ufficio di presidenza del medesimo gruppo parlamentare.

Testo sostituito con l'errata corrige del 1 GIUGNO 2010 PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il presidente del gruppo parlamentare Lega Nord Padania ha reso noto che è stato nominato vicepresidente vicario del gruppo il deputato Alessandro Montagnoli, in sostituzione della deputata Manuela Dal Lago. Alla suddetta deputata è stato inoltre affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento.
All'onorevole Montagnoli esprimo gli auguri di buon lavoro.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il presidente del gruppo parlamentare Lega Nord Padania ha reso noto che è stato nominato vicepresidente vicario del gruppo il deputato Alessandro Montagnoli, in sostituzione della deputata Manuela Dal Lago. Al suddetto deputato è stato inoltre affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento.
All'onorevole Montagnoli esprimo gli auguri di buon lavoro.

Sull'ordine dei lavori e per fatto personale (ore 13,30).

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che il 18 maggio 1988 moriva Enzo Tortora, arrestato nel giugno del 1983, condannato a 10 anni di carcere sulla base delle parole di alcuni pentiti e assolto tra il 1986 e il 1987.
Oggi il principale dei suoi accusatori, Melluso, dichiara, una volta per tutte, che il presentatore Tortora era innocente e che non c'entrava con la camorra, la droga o qualsiasi forma di malavita organizzata. Dichiara, inoltre, che era stato indotto a fare queste dichiarazioni da due suoi complici nella caserma Pastrengo di Napoli. Pag. 42
È quello che abbiamo inutilmente cercato, ormai da decenni, di far accertare. Tutta la vicenda di Tortora si è sviluppata all'interno della caserma dei carabinieri Pastrengo di Napoli attraverso una gestione di alcuni pentiti.
Speriamo che, dopo le scuse che vengono oggi da uno di questi pentiti, lo Stato, questo Paese e coloro che lottano per lo Stato di diritto, la democrazia e la legalità vogliano fare ammenda anche nel momento di massima responsabilità, che è quello legislativo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente condivido quanto detto dal collega Maurizio Turco. Voglio ricordare ai colleghi in quest'Aula che i giornali di oggi riportano, dopo 17 anni di travaglio e di calvario, la riabilitazione totale dell'onorevole Formica, che ha trascorso 17 anni di agonia: una vera e propria tortura di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Diceva l'onorevole Turco che tutto era nato, per quanto riguarda Tortora, all'interno di certi circoli; noi crediamo che invece i guai dell'onorevole Formica siano nati all'interno dell'allora sezione del Partito Comunista a Foggia, perché il suo accusatore, un tale Alberto Maritati, è diventato deputato e poi senatore del Partito Democratico. Strano che l'accusatore di chi ha trascorso 17 anni, è stato torturato per 17 anni - una vera e propria tortura di Stato - sia stato premiato e si trovi a sedere nei banchi del Senato a legiferare né più né meno di noi!
Non ho nulla da dire: la democrazia è quella in cui tutti possono essere eletti. Però bisognerebbe che i carnefici di certi errori giudiziari non sedessero più su questi banchi, né più né meno dei corrotti, perché si tratta di una vera e propria corruzione di Stato.
Ora, provocatoriamente, se questo pubblico ministero, che lapalissianamente ha sbagliato, si sottoponesse...

PRESIDENTE. Onorevole Barani...

LUCIO BARANI. ...se si sottoponesse... Signor Presidente, già l'altra volta...

PRESIDENTE. Onorevole Barani, le chiedo scusa, quando il Presidente la interrompe lei gentilmente si cheta. Vorrei infatti ricordarle che non è consentito apostrofare o criticare i membri dell'altro ramo del Parlamento, perché sono assenti, non potrebbero intervenire per fatto personale, ed è un buon costume nei rapporti tra le due Camere evitare ciò. Lei è andato veramente oltre! La prego quindi di cambiare tono, di cambiare linguaggio e, se ha ancora da esprimere qualche concetto, lo faccia senza offendere i membri del Senato.

LUCIO BARANI. Credo che l'unica persona offesa si chiami Rino Formica. Veramente è stato offeso (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, non posso non associarmi alle parole di entrambi gli oratori che mi hanno preceduto. Varrebbe però la pena di pensare ad un meccanismo qualunque, che testimoni che a fronte di giustizia vi è giustizia, ma se nella giustizia vi è l'errore, esso deve essere colpito.
Un esempio a caso: la Corte costituzionale, non Pinco Pallino, ha detto che il procuratore Papalia ha commesso reato e non è successo assolutamente nulla! Non solo non è successo assolutamente nulla, egli è diventato procuratore generale! Credo che noi tutti dovremmo rivolgere un pensiero anche al fatto che la stragrande maggioranza dei magistrati è formata da persone perbene, che lavorano e fanno il Pag. 43proprio dovere nell'interpretazione delle norme, ma ve n'è una piccola parte che deve essere espunta dal sistema, perché è la vergogna dell'Italia (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi perdonerà l'onorevole Compagnon se torno su un fatto personale, avendo chiesto su ciò la parola qualche ora fa ed avendomi consigliato la Presidenza di intervenire a fine seduta. Ritengo doveroso farlo per tutelare la mia onorabilità, in ordine a quanto sostenuto ancora una volta dal collega Giachetti, relativamente al quale penso che sbagliare è umano, ma perseverare inizia ad essere, se non diabolico, quanto meno fastidioso.
Il collega Giachetti ha riferito in Aula che, nell'ambito di un colloquio informale, io abbia sostenuto di aver saputo all'ultimo momento della convocazione del gruppo del PdL ieri sera. Ricordo al collega Giachetti ciò che tutti sanno: io sono vicepresidente del gruppo del PdL, oltre che delegato d'Aula; partecipo all'ufficio di presidenza del gruppo e quindi sono a conoscenza delle convocazioni molto prima dei cinque minuti che possono precludere un mio intervento, perché partecipo io stesso alla convocazione del gruppo, insieme al presidente Cicchitto e ad altri vicepresidenti.
Probabilmente l'onorevole Giachetti ha quindi capito altro, cioè che io ho saputo soltanto poco prima della volontà del PD di andare avanti con altri provvedimenti nel corso della seduta.
Peraltro, ho addotto la questione - anche se in misura incidentale - della convocazione dei due gruppi congiunti di Camera e Senato del PdL solo in maniera incidentale, in ordine ad un'argomentazione principale circa il non proseguimento dei lavori nella serata di ieri. Ciò valeva a dire, signor Presidente, che io sostenevo che - essendo il provvedimento iscritto all'ordine del giorno come successivo a quello appena affrontato (il cosiddetto disegno di legge Brunetta) corredato di 140 emendamenti - non poteva essere affrontato in maniera omogenea ed organica nel poco tempo che avremmo avuto di fronte, essendo stati convocati i gruppi congiunti del PdL per la serata stessa.
Peraltro la puntualizzazione sui gruppi, che effettivamente erano convocati per le ore 20,30, è risultata a maggior ragione opportuna proprio in forza del fatto che l'onorevole Giachetti - sia in via informale precedentemente, sia in via ufficiale nel suo intervento in Assemblea - ha fatto presente la volontà del gruppo del PD di proseguire fino alle ore 21 con i lavori dell'Aula. Da qui, a maggior ragione, la puntualizzazione che ho fatto non già informando l'Assemblea, bensì ricordando alla Presidenza, che ne era stata informata, come lo è normalmente in caso di convocazione dei gruppi, il fatto che era stata decisa la convocazione dei gruppi congiunti del PdL per la serata stessa.
Signor Presidente, ritengo quindi di non essere persona che dice il falso (mediamente né qui dentro, né fuori da quest'Aula) e ritengo lesivo della mia onorabilità, del mio prestigio ed anche francamente del tutto disdicevole sul piano dei rapporti personali ed umani il fatto di essere accusato di dire il falso. Rimango della mia opinione e l'onorevole Giachetti avrà facoltà di rimanere della sua, però credo di dovermi tutelare in questa sede e quindi preciso e lascio agli atti quanto ho appena detto.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, intervengo soltanto per riallacciarmi all'intervento che ha svolto il collega della Lega e dire che non posso sottoscriverlo, ma vorrei prenderlo parola per parola ed applicarlo ai parlamentari. Vi è una larga parte che lavora, che rispetta le leggi, e una parte che davvero Pag. 44fa sfigurare la categoria, pertanto - e non voglio espungere nessuno - spero che presto i cittadini sappiano mettere in campo una valutazione politica affinché si possa andare oltre certe rappresentanze.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signora Presidente, volevo comunicare una notizia che immagino vedrete nei prossimi giorni e che riguarda i giovani. Quella attuale è la crisi peggiore del dopoguerra e ha colpito soprattutto i giovani. Vi è un milione e 900 mila ragazzi che vengono chiamati Neet, i quali non studiano e non lavorano. In Italia abbiamo raggiunto il top rispetto all'Europa quanto a questa sgradevole classifica, che ci vede al primo posto.
Si riduce sempre di più la quota di giovani che restano a casa per scelta e quindi vi è una amplissima forchetta di giovani, che si allarga sempre di più, che è merce alla quale può attingere soprattutto la criminalità organizzata di cui stiamo parlando oggi.
Questo ci deve far riflettere molto, perché quando vi dicevo prima che l'Italia è diventata la Grecia in ordine al contrasto alla criminalità organizzata (insomma, che siamo il peggio), ho detto ancora meno, perché dovete sapere che nel 2000 è stata stipulata una Convenzione con l'Albania per contrastare la criminalità organizzata.
Onorevoli colleghi, signor Presidente, questa Convenzione stipulata tra Italia e Albania nel 2000 è stata ratificata dall'Albania mentre il Governo italiano e la maggioranza di centrodestra di questo Parlamento ancora non l'hanno ratificata.
Quando sono intervenuto prima e ho detto che l'Italia è come la Grecia in Europa per quanto riguarda il contrasto alla criminalità organizzata, ho detto ancora poco, perché come al solito al peggio non c'è mai fine.
Siamo riusciti a superare anche l'Albania, perché l'Italia ad oggi non ha ratificato quella convenzione con la stessa Albania che serviva a contrastare le criminalità organizzata e soprattutto a frenare quel flusso di tratta di esseri umani che c'era fra l'Albania e l'Italia. Questo reato, la tratta di esseri umani, è la cosa più grave. Ebbene, l'Italia non ha ratificato quella convenzione con l'Albania. È un fatto gravissimo, un modo con il quale si vede che non si vuole contrastare davvero le mafie e la criminalità organizzata.

GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, confido nella sua sensibilità, perché è la terza volta che parlo di questa mozione, presentata da me in data 28 ottobre 2009. Essa riguarda lo screening mammario. È una mozione che, tra l'altro, è stata firmata anche dai gruppi di opposizione. Sappiamo che ogni anno in Italia 37 mila donne si ammalano di tumore e che questa è la prima causa di morte fra le donne, e la prevenzione secondaria, cioè lo screening mammario, è fondamentale per non ammalarsi.
Nella mozione vengono indicati una serie di indirizzi e situazioni che devono svolgere anche le regioni, le quali sono titolari della prevenzione e dunque in tal senso si devono molto attivare. Peccato che questa mozione non venga portata all'attenzione dell'Assemblea. Mi affido quindi veramente alla sua sensibilità perché si rivolga ai presidenti di gruppo per dire di calendarizzare questa mozione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carlucci. A mia volta, io prego lei di chiedere al suo presidente di gruppo di adoperarsi perché la Conferenza dei presidenti di gruppo calendarizzi la mozione, perché, come lei sa, è questa che decide in proposito. Comunque grazie, naturalmente condivido la sua argomentazione.

ANGELO CERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 45

ANGELO CERA. Signor Presidente, da più parti mi viene segnalata la strana situazione di alcune condizioni di giovani che si trovano in Poste italiane Spa: coloro i quali si sono rivolti alla magistratura del lavoro sono stati reinseriti nei posti di lavoro a tempo indeterminato (tale è la via che in massima parte hanno percorso tanti giovani e precari delle poste); coloro i quali hanno voluto intraprendere la via, per così dire meno «traumatica», di un accordo con Poste italiane Spa, oggi si ritrovano nella condizione che per pochissime ore ragazzi del sud, della Puglia, della Calabria, della Sardegna vengono sbattuti in alta Italia. Dopo avere evidentemente accettato un accordo con Poste italiane Spa, si scoprono messi nelle condizioni di dover rinunciare al proprio posto di lavoro tanto lungamente agognato, dopo magari una attesa estenuante di alcuni anni, attraverso anche la trafila del lavoro fatto sul territorio in zone disagiate.
È possibile che Poste italiane Spa, si comporti così, in questa maniera, disattendendo e soprattutto lavorando contro questi giovani che per tanto tempo e in solitudine hanno lavorato su zone lontane dal nostro territorio per questa stessa azienda? È possibile che Poste italiane Spa possa mandare al nord, a tempo indeterminato, un ragazzo della Puglia, per sole tre ore, lasciando moglie e figli? O forse tutto questo serve a Poste italiane Spa, per alleggerirsi di tanta gente che magari, solo per un rapporto di buon vicinato con l'azienda, non ha preferito rivolgersi alla magistratura del lavoro?
È tanta l'insensibilità di Poste italiane per i giovani del nostro Mezzogiorno? È possibile che il Ministro competente (il Ministro del lavoro e delle politiche sociali) possa veder meglio la condizione di questi giovani, e in qualche maniera incoraggiare Poste italiane ad essere più magnanima nei confronti di chi è stato persona onesta e seria nei confronti di questa azienda?

PRESIDENTE. Onorevole Cera, le ricordo che, come parlamentare, lei ha a sua disposizione gli atti del sindacato ispettivo, e che quindi può chiedere al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - e in questo momento addirittura al Presidente del Consiglio, che ha l'interim per le attività produttive, e quindi anche la vigilanza sulle Poste - di venire a rispondere alla sua interpellanza, perché penso che questo sia lo strumento più adeguato. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Brancher, Caparini, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Dal Lago, Gregorio Fontana, Alberto Giorgetti, Mantovano, Mazzocchi, Milanato, Pescante, Ravetto, Reguzzoni, Romani, Sardelli, Valducci e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta l'Assemblea ha da ultimo respinto l'emendamento Ferranti 1.303.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'emendamento Di Pietro 1.20. Pag. 46
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.20 non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, sento il dovere di intervenire in questo momento, cioè nel corso dell'esame delle proposte emendative su un provvedimento di notevole importanza. Il mio intervento, innanzitutto, è rivolto quale sincero ringraziamento al Governo tutto, perché con il disegno di legge che oggi stiamo esaminando sta mantenendo un impegno forse dimenticato da tutti, ma che l'intero Governo ha assunto durante una riunione straordinaria che si è svolta nella città di Reggio Calabria, in seguito ai numerosi attentati che, in quella città, si erano verificati contro la magistratura.
Si tratta di attentati ed atti intimidatori che, purtroppo, ancora oggi, tornano alla ribalta. Infatti, siamo stati costretti a ricevere la notizia di una lettera minatoria indirizzata al procuratore della Repubblica della DDA di Reggio Calabria, il dottor Giuseppe Pignatone, proprio a causa della costante attività che l'intera procura della Repubblica di Reggio Calabria e la DDA stanno portando in essere contro la pervicacia del cancro mafioso che, purtroppo, invade l'intera Calabria.
Il provvedimento in oggetto - lo ribadisco - è stato assunto come impegno da parte dell'intero Governo. Non si dimentichi, infatti, che in occasione della seduta del Consiglio dei ministri svoltasi nella città di Reggio Calabria, l'intero Consiglio dei ministri aveva assunto l'impegno di varare un piano straordinario contro le mafie, così come aveva assunto l'impegno, già mantenuto, di istituire l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
In questa occasione il provvedimento è stato messo in atto a livello propositivo ed è stata aggiunta al provvedimento stesso la rivisitazione di tutte le norme antimafia e la predisposizione di un testo unificato delle stesse norme. La predisposizione di questo testo unificato si è resa necessaria vista la proliferazione della legislazione sul tema, avvenuta nel corso degli anni, e che, a volte, ha portato alla mancanza di continuità delle stesse leggi ed anche alla non piena efficienza dell'applicazione delle stesse.
È quindi una richiesta che non solo nasce dalla necessità del legislatore, ma è una richiesta che è nata anche dalle stesse Commissioni parlamentari antimafia che si sono susseguite nelle varie legislature.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANGELA NAPOLI. Voglio ribadire che in questo provvedimento, accanto al mantenimento degli impegni assunti dal Governo, c'è davvero qualcosa di nuovo, che trovo estremamente importante. Nel momento in cui andiamo a dire costantemente che la criminalità organizzata si è inserita nell'economia legale del Paese, inserire la tracciabilità dei flussi finanziari è senza dubbio una necessità e quindi - concludo subito, signor Presidente - ribadisco il plauso e il ringraziamento al Governo tutto, e, naturalmente, al Parlamento perché sono convinta che in termini di legislazione antimafia e di volontà di combattere la criminalità organizzata non ci siano schieramenti di appartenenza. È un ringraziamento davvero sentito, che ribadisco nell'interesse dei cittadini onesti del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor presidente, l'emendamento Di Pietro 1.20, di cui ci stiamo occupando fa riferimento a una particolarità, nelle ipotesi di revocazione, che merita sicuramente attenzione tanto non è capace - ad avviso di chi prende la parola - di produrre una novità che in qualche modo possa ritenersi accettabile. Pag. 47
Infatti è molto facile confrontare sinotticamente la proposizione contenuta nella norma che ci accingiamo a votare con la proposta dell'emendamento Di Pietro 1.20, che prevede quale unica novità sostanziale al punto 5 - atteso che il punto 4 in qualche maniera ricalca a grandi linee quella che è la proposta normativa - che la revocazione non possa comunque essere chiesta da chi, potendo o volendo partecipare al procedimento, vi abbia rinunciato, anche non espressamente. Rammenterò che tutta la normativa afferente alla rinuncia alla revocazione è compiutamente contenuta nel codice di procedura civile che viene richiamato dalla parola stessa revocazione, che sottopone questo procedimento a delle regole che sono ovviamente leggibili solo a consultare la normativa che è stata indicata.
Da questo punto di vista invece mi sembra che la formulazione, proposta nel testo della norma che stiamo votando, sia sicuramente più snella e più agile ed in particolare - credo di poter affermare senza eccessivo timore di smentite - si presti più chiaramente a raggiungere gli obiettivi che complessivamente, sinergicamente il testo si propone di raggiungere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Palmieri... onorevole Gottardo... onorevole Porcino... onorevole Costa... onorevole Mistrello Destro... onorevole Barbareschi... onorevole Fucci... onorevole Vernetti... onorevole Mosella... onorevole Simonetti... onorevole Mantovano... onorevole Melis... onorevole Perina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
199
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.10.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Carlucci... onorevole Barbareschi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato
195
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.15.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Cesario... onorevole Ciccanti... onorevole Benamati... Pag. 48
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato
202
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.13.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Veltroni... onorevole Pezzotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
203
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.601 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni, onorevole Marchi, onorevole De Luca, onorevole Simeoni, onorevole Lusetti, ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato
430
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.16. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pugliese, onorevole Zacchera, onorevole Miglioli, ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 424
Astenuti 10
Maggioranza 213
Hanno votato
197
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.14. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
Pag. 49Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti, onorevole Mazzuca, onorevole Reguzzoni, onorevole Torazzi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 430
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato
203
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.27. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio, onorevole Bosi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 437
Votanti 422
Astenuti 15
Maggioranza 212
Hanno votato
194
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.309. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.309, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi Luciano, onorevole Mazzuca, onorevole Gava, onorevole Mazzarella, onorevole Gasbarra, ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 440
Votanti 438
Astenuti 2
Maggioranza 220
Hanno votato
213
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.28. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Buttiglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 439
Votanti 438 Pag. 50
Astenuti 1
Maggioranza 220
Hanno votato
210
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Ferranti 1.104. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciriello. Ne ha facoltà.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, l'esperienza pregressa e la prassi giurisprudenziale dimostrano che evocare il principio di tutela dei terzi in buona fede, senza adeguatamente qualificarlo, non produce risultati efficaci, anzi, per un verso apre, in via applicativa, problemi di possibili eccessi di discrezionalità interpretativa, molto pericolosi in materia di lotta alla criminalità organizzata.
Per altro verso, inoltre, rischia di restringere in modo ingiustificato l'area dei soggetti tutelabili. Di qui l'emendamento, che incrocia, per l'individuazione dei terzi in buona fede, criterio soggettivo e criterio oggettivo. Quest'ultimo, in particolare, chiarisce che il terzo non è in mala fede solo perché consapevole della collusione mafiosa dell'indiziato, ma piuttosto perché consapevolmente contribuisce all'attività illecita attraverso la stipula di un atto ad essa strumentale.
L'emendamento, quindi, mira unicamente alla più incisiva efficacia delle misure che il Governo andrà ad assumere, oltre che ad evitare atteggiamenti di diffusa diffidenza nel mondo degli affari con possibili effetti distorsivi del mercato e della concorrenza. A noi pare che la tutela di questi beni faccia largamente premio sulla salvaguardia di un principio di buona fede consegnato ad una dimensione astratta e quasi metafisica, quindi non vediamo elementi che possano fare da ostacolo al suo accoglimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni, onorevole Pugliese, onorevole Malgieri.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 432
Maggioranza 217
Hanno votato
207
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.17.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.17 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Miglioli, onorevole Tenaglia, onorevole Iapicca, onorevole Mario Pepe (PD).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 436
Maggioranza 219
Hanno votato
209
Hanno votato
no 227).

Pag. 51

Prende atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.11.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.11 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella, onorevole Mazzuca, onorevole Veltroni, onorevole Bernardini, onorevole Damiano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato
210
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 1.12.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 1.12 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 1.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Vella, onorevole Miglioli, onorevole Gava, onorevole Picierno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato
208
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.501 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella, onorevole Mazzuca, onorevole Miglioli, onorevole Fortugno, onorevole Traversa, onorevole Moles, onorevole Armosino, onorevole Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato
441
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.602 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Stradella... Onorevole Giammanco... Onorevole Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato
442
Hanno votato
no 1).

Pag. 52

Prende atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Vietti 1.31.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 1.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Miotto... Onorevole Miglioli... Onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato
211
Hanno votato
no 228).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il gruppo dell'Unione di Centro esprimerà un voto di astensione sull'articolo 1. Non intendiamo contestare le buone intenzioni della delega, però ribadire con questo voto l'insoddisfazione per il mancato accoglimento di alcune nostre proposte molto concrete.
Mi riferisco, come noto, alla ridefinizione dell'articolo 416-bis, all'introduzione di un parametro sul reato dell'autoriciclaggio e, tutto sommato, anche alla proposta emendativa testè respinta che prevedeva il parere della Commissione antimafia sulla delega sul decreto delegato. Crediamo davvero che si sia perduta un'occasione utile e che il contrasto rigoroso delle mafie sia meglio farlo con i fatti e con norme moderne che non con le parole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zinzi... Onorevole Zamparutti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 424
Astenuti 19
Maggioranza 222
Hanno votato
422
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Monai e Giulio Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, intervengo brevemente vista l'economia dei lavori. Noi riteniamo - questo articolo 2 lo rileva in maniera molto chiara - che il contrasto all'attività economica della criminalità organizzata segue la logica dei controlli sulle attività svolte da tutti gli operatori economici e sulle loro relazioni con altri operatori nello svolgimento dell'attività d'impresa e nei rapporti con la pubblica amministrazione con l'obiettivo di evitare così infiltrazioni malavitose nei settori produttivi. Tutto sommato, vorremmo dire che sull'efficacia della validità effettiva della certificazione antimafia per impedire alle imprese inquinate di operare Pag. 53nell'economia nazionale e, non solo quindi, nel Mezzogiorno, molti dubbi si sono sollevati negli ultimi decenni.
L'esorbitante numero di certificazioni rilasciate nel tempo è valso solo ad individuare un numero assolutamente irrisorio di soggetti alla quale la certificazione di non mafiosità è stata negata.
L'analisi dell'attività giudiziaria svolta nell'ultimo decennio dimostra in modo ormai inequivocabile che l'infiltrazione malavitosa più che ai contratti principali, sui quali comunque devono rimanere i controlli e le certificazioni attualmente in essere, riguarda i subcontratti, soprattutto quelli relativi a specifiche attività economiche che sono espressione del controllo del territorio esercitato dalle organizzazioni criminali. Chi opera in questi settori, dai magistrati alle imprese, sicuramente sa di cosa sto parlando.
La previsione di cui all'articolo 2, infatti, indipendentemente dal valore del contratto delle attività che saranno individuate, appare del tutto insufficiente a garantire un reale contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore degli appalti.
Indipendentemente quindi dalle risultanze del citato regolamento attuativo risulta indifferibile l'immediata individuazione di quelle attività economiche nelle quali le infiltrazioni della criminalità organizzata sono già ampiamente dimostrate. Tali attività - ripeto, note a tutti gli operatori del settore, dai magistrati alle forze di polizia - sono le attività di cava, i noli a caldo, la fornitura di calcestruzzo, la fornitura di bitume, lo smaltimento di rifiuti, i lavori in terra e il trasporto a discarica. Molto spesso i soggetti che operano nelle citate attività si trovano ad agire sul territorio in regime di monopolio naturale oppure tramite veri e propri cartelli, rendendo inevitabile il rapporto tra loro e le imprese che operano in quei territori.
Questo quindi è il senso dei nostri emendamenti: per garantire l'efficacia dei controlli proprio in quelle attività imprenditoriali maggiormente esposte al rischio di infiltrazioni malavitose appare assolutamente necessario prevedere la creazione presso ogni prefettura di elenchi cui devono iscriversi i fornitori e i prestatori di servizi per l'esercizio delle attività prima ricordate (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 2 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Vietti 2.13, Ferranti 2.303, Di Pietro 2.10, Ferranti 2.302, Vietti 2.14 e Garavini 2.304. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Paolini 2.300. La Commissione formula, inoltre, un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Paolini 2.301, Rao 2.305, Vietti 2.15 e Vietti 2.16. La Commissione, infine, esprime parere favorevole sull'emendamento 2.500 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore con alcune integrazioni. Il Governo, qualora i presentatori dell'emendamento Vietti 2.13 fossero disponibili a ritirarlo, è disponibile ad accoglierlo come ordine del giorno, c'era già un'intesa di massima in tal senso con l'onorevole Ria; la stessa cosa vale per l'emendamento Di Pietro 2.10.
Inoltre, l'invito al ritiro che viene confermato anche da parte del Governo sull'emendamento Vietti 2.14 si fonda sulla circostanza che nel testo approvato in Commissione sono state aggiunte due lettere, la lettera d) e la lettera e), del comma 1, che vanno sostanzialmente nella direzione dell'emendamento. Vi è infine la disponibilità ad accoglierlo come eventuale Pag. 54ordine del giorno qualora i presentatori dell'emendamento Rao 2.305 accettassero l'invito a ritirarlo formulato dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Vietti 2.13.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Vietti 2.13.

LORENZO RIA. Signor Presidente, lo ritiro avendo già presentato un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ferranti 2.303 accedono all'invito al ritiro.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 2.10.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 2.10 formulato dal relatore.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, lo ritiro e presenterò un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Ferranti 2.302.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ferranti 2.302 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 2.302, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Ghiglia, Bruno, Mannucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 447
Votanti 445
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato
213
Hanno votato
no 232).

Passiamo all'emendamento Vietti 2.14.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Vietti 2.14 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 2.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Esposito, Pugliese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato
210
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che la deputata Carlucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Garavini 2.304.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Garavini 2.304 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini 2.304, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato
211
Hanno votato
no 232).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Paolini 2.300. Pag. 55
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paolini 2.300, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bossa, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato
440
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Paolini 2.301.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Paolini 2.301 accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Rao 2.305.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Rao 2.305 formulato dal relatore.

LORENZO RIA. Sì, signor Presidente, ritiriamo il nostro emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Vietti 2.15.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Vietti 2.15 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 2.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Mazzuca, Misuraca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato
213
Hanno votato
no 232).

Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Moles, Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 441
Maggioranza 221
Hanno votato
433
Hanno votato
no 8).

Passiamo all'emendamento Vietti 2.16.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Vietti 2.16 formulato dal relatore.

MARIO TASSONE. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione su questo emendamento, che poi è analogo all'emendamento Vietti 1.31, che si riferisce all'articolo 1.
Per quanto riguarda la delega al Governo, questo decreto legislativo, a nostro avviso, dovrebbe prevedere, oltre alla valutazione della Commissione di merito, anche quella della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia, visto e considerato che uno dei Pag. 56compiti istituzionali previsti dalla legge che istituisce la Commissione antimafia è proprio l'attività perlustrativa della norma e di impulso ricognitivo della stessa.
Per avere una valutazione complessiva e quindi più stringente ed efficace, a nostro avviso, sarebbe bene che ci fosse anche il parere della Commissione antimafia. Anche perché tutti i temi e i problemi che abbiamo accertato questa mattina, con alcune fattispecie di reato, che sono stati respinti dall'Assemblea, malgrado noi avessimo presentato una serie di emendamenti, sono stati sempre oggetto di valutazione da parte della Commissione antimafia.
Anche molti dei temi, delle proposte e delle indicazioni che sono stati affrontati hanno avuto in termini preventivi una riflessione e soprattutto un'attenzione da parte della Commissione antimafia. Non ho capito perché il Governo abbia espresso un parere contrario su questo nostro emendamento. Qui si tratta di schemi di decreto legislativo estremamente delicati, così come è stato evidenziato anche da una serie di interventi. La delega è molto robusta e delicata, per cui avere più pareri, riflessioni e ricognizioni sarebbe un atto di garanzia, un fatto importante per l'efficacia della norma e per l'adeguamento della stessa alla lotta e al contrasto della criminalità organizzata.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Vietti 2.16 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 2.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Ghiglia, Dal Lago e Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato
213
Hanno votato
no 231).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, la mia dichiarazione di voto su questo articolo è favorevole, in quanto attiene ad un punto fondamentale del disegno di legge, riguardante appunto le nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia.
Questo articolo che ci accingiamo a votare è stato anche il frutto, come si vede dal testo a fronte, di un'attività di rafforzamento dei controlli e dei poteri, anche sostanziali, di garanzia, rispetto all'infiltrazione mafiosa, che è stata effettuata in Commissione. Soltanto a titolo esemplificativo, credo che sia un punto qualificante l'istituzione di una banca dati nazionale unica della documentazione antimafia, con l'immediata efficacia delle informative antimafia negative su tutto il territorio nazionale, con riferimento a tutti i rapporti anche già in essere con la pubblica amministrazione, la possibilità appunto di integrare tale banca dati con dati provenienti dall'estero, secondo modalità di acquisizione da stabilirsi, e la possibilità di accedervi anche da parte del procuratore nazionale antimafia.
Avevamo chiesto che su questo punto ci fosse un ampliamento anche al procuratore distrettuale, ma credo comunque che i principi indicati in questa delega consentano di realizzare e di effettuare un controllo meno formale, meno burocratico e più sostanziale dell'infiltrazione mafiosa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 57

Onorevoli Centemero, Mazzuca, Cesaro, Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato
441
Hanno votato
no 3).

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 2.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli articoli aggiuntivi Di Pietro 2.01, 2.03 e 2.02, Ferranti 2.0300 e Garavini 2.04.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, facendo presente che, per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi Di Pietro 2.01, 2.02, Ferranti 2.0300 e Garavini 2.04 sono stati già presentati ordini del giorno di contenuto analogo e, già in sede di Comitato dei nove, ho espresso parere favorevole ad un eventuale ordine del giorno. Pertanto, formulo un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.01 formulato dal relatore.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.01 e presenteremo un ordine del giorno di analogo contenuto.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.03.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.03 formulato dal relatore.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, con riferimento all'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.03, non accediamo all'invito al ritiro formulato dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, Comaroli, Mattesini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato
212
Hanno votato
no 234).

Passiamo all'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.02.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 2.02 formulato dal relatore.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro formulato dal relatore e presenteremo un ordine del giorno di analogo contenuto.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Ferranti 2.0300.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Ferranti 2.0300 formulato dal relatore.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, accediamo all'invito al ritiro, perché si tratta di diritto sostanziale fuori dalla delega. Tuttavia, presenteremo un ordine Pag. 58del giorno di analogo contenuto, perché riteniamo assolutamente importante un impegno del Governo ad aggiungere all'erogazione di denaro un'altra utilità.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo Garavini 2.04.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Garavini 2.04 formulato dal relatore.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore. Esprimo, tuttavia, ancora una volta il dispiacere per il fatto che in questo provvedimento non si sia trovato uno spazio per inserire il reato di autoriciclaggio.
Chiedo che il Governo si impegni, in seguito al ritiro del nostro articolo aggiuntivo, all'accettazione dell'ordine del giorno e non posso fare altro che invitare il Governo, anche alla luce del dibattito di questa mattina, che ha visto anche altre forze dell'opposizione affiancarsi al Partito Democratico nella richiesta forte che l'autoriciclaggio sia oggetto di legiferazione in tempi brevi, ad assumersi l'impegno a fare ciò entro i prossimi sei mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che l'articolo aggiuntivo Garavini 2.04 è stato ritirato.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 3.305, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al comma 1-bis, sostituire le parole «ed europei» con le parole «anche europei».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 3.306, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: dopo le parole: «anche non in via esclusiva» aggiungere le seguenti: «, fermo quanto previsto dal comma 5». L'emendamento Ferranti 3.304 dovrebbe risultare assorbito dall'approvazione dell'emendamento 3. 306.

PRESIDENTE. Onorevole Torrisi, deve dare lo stesso il parere; poi vediamo se c'è l'assorbimento o meno.

SALVATORE TORRISI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ferranti 3.304, Paolini 3.300, 3.301 e 3.302, Vietti 3.3 e Ferranti 3.303. La Commissione, infine, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.400.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Contento 3.305.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'emendamento Contento 3.305 proposta dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Scusate, il Governo deve ancora dare i pareri. Non è un abuso, ma una dimenticanza!
Qual è il parere del Governo sugli emendamenti all'articolo 3?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Naturalmente, sull'emendamento Contento 3.305 la parte non riformulata è preceduta da un invito al ritiro; quindi, la riformulazione riguarda solo le prime due righe, in cui i finanziamenti pubblici comunitari ed europei diventano finanziamenti pubblici anche Pag. 59europei. Per il resto dell'emendamento si formula un invito al ritiro, mentre sull'emendamento Contento 3.306 ...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, signor sottosegretario, l'emendamento rimane nel suo complesso. Non è che si può ritirare una parte: viene riformulato e rimane con quella riformulazione, se accettato. Oppure bisognerebbe chiedere...

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Sta bene.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, se ho capito bene, sull'emendamento Contento 3.305 il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. È così. Per quanto riguarda l'emendamento Contento 3.306 e i seguenti, in realtà le riformulazioni riguardano tutti gli emendamenti presentati, e quindi non soltanto l'emendamento Contento 3.306, ma anche gli emendamenti seguenti degli onorevoli Ferranti e Paolini, perché si sono messi insieme tutti gli spunti e i suggerimenti che sono venuti fuori.

PRESIDENTE. Sottosegretario Mantovano, non si possono fare riformulazioni vaghe, che possono comprendere anche altri emendamenti. Procediamo emendamento per emendamento: quando si arriva agli altri, se sono stati assorbiti dal precedente, è chiaro che non si votano.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, volevo sottolineare lo spirito di collaborazione che vi è stato...

PRESIDENTE. Lo so, signor sottosegretario, ma sul piano tecnico dobbiamo procedere per forza in questo modo.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. ... e che ha portato a recepire gli spunti dell'opposizione. Neanche quando uno cerca di essere buono!
Vorrei porre un problema, signor Presidente, e mi dirà lei se è il momento di porlo adesso oppure dopo.
Vi è un emendamento, l'emendamento Vietti 6.1, che in realtà, pur «agganciandosi» all'articolo 6, riguarda una materia contemplata dall'articolo 3. Il Governo sul punto intende proporre una riformulazione; non vorrei però che, prospettandola nel corso dell'esame dell'articolo 6, venga poi preclusa dal voto già espresso sull'articolo 3.

PRESIDENTE. Sottosegretario, è chiaro che dovremo risolvere la questione nel momento in cui arriveremo all'articolo 6. Le dico anche perché: tra l'altro la Commissione ha presentato - me lo dicono adesso - l'emendamento 3.400, che si voterà tra breve...

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Vorrei però vedere il testo di questi emendamenti, perché al banco del Governo non sono disponibili.

PRESIDENTE. Tale emendamento, nel testo, richiama l'articolo 6: «Conseguentemente all'articolo 6, comma 1, dopo la parola "inadempiente", sono aggiunte le seguenti: "fatta salva l'applicazione della clausola risolutiva espressa di cui all'articolo 3, comma 8"».

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Va bene.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, giuro che io, purtroppo per i miei limiti, non certo per la scarsa chiarezza, non ho capito praticamente nulla. Se lei quindi potesse aiutarci... Ho capito, infatti, che vi è una riformulazione del relatore, Pag. 60che modifica una parte dell'emendamento Contento 3.305. Bene. È poi intervenuto il sottosegretario, che ha dichiarato che il parere è favorevole soltanto sulla parte riformulata, e sul resto il parere è contrario; il che è abbastanza strano. Poi abbiamo anche capito che vi è una riformulazione, non letta dal relatore, che sarebbe applicata d'emblée a tutti gli emendamenti successivi, se non ho capito male; tra l'altro, le riformulazioni normalmente le propongono i proponenti.

PRESIDENTE. Capisco che vi sia stata un po' di confusione, ma non è proprio così. Sui primi due emendamenti all'articolo 3, gli emendamenti Contento 3.305 e 3.306, è stata proposta una riformulazione da parte del relatore e del Governo. Rimane così: è una riformulazione tout court; se viene accettata dall'onorevole Contento, primo firmatario, si procede sulla base di essa. Che poi la riformulazione, così come approvata, possa avere implicazioni anche rispetto ad emendamenti successivi, quando ci si arriva lo si vede; altrimenti andiamo avanti per «grappoli» di emendamenti, e ciò non è possibile!
Dunque, con riferimento all'emendamento Contento 3.305, vi è stata una proposta di riformulazione, con parere favorevole. Onorevole Contento?

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, sono d'accordo sulla riformulazione che mi è stata proposta, e quindi la accetto.

PRESIDENTE. Facciamo conoscere la riformulazione anche al Governo: il relatore adesso ce la rilegge, così è chiara per tutti.

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, poiché la riformulazione dell'emendamento Contento 3.305 - e se mi consente anche dell'emendamento Contento 3.306 - tiene conto di due parti che riguardano il successivo nostro emendamento Ferranti 3.304, in questo momento ritiro quest'ultimo, e vorrei sottoscrivere con le stesse firme gli emendamenti Contento 3.305 e 3.306. Ciò in quanto sostanzialmente nell'emendamento Contento 3.305 si tiene conto di un'indicazione che era nel nostro emendamento.

PRESIDENTE. Perfetto, il testo è già riprodotto nella riformulazione. Onorevole relatore, ci rilegge la riformulazione?

SALVATORE TORRISI, Relatore. Avevo già esposto la riformulazione sull'emendamento Contento 3.305.

PRESIDENTE. La vuol comunque rileggere, per cortesia?

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, avevo già proposto la riformulazione dell'emendamento Contento in oggetto.

PRESIDENTE. Relatore, se siamo riusciti a comprendere, voi proponete, di fatto, attraverso una riformulazione, un nuovo emendamento che sostituisce tutto l'articolo 3. Se il Comitato dei nove riesce in pochi secondi a dirci se va bene così, altrimenti propongo trenta secondi di sospensione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, il Comitato dei nove riunitosi in tempo reale sostituisce quella proposta di riformulazione con un nuovo emendamento che è stato ora consegnato alla Presidenza.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Comitato dei nove è d'accordo. Sospendo tuttavia brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16.15.

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 3.410Pag. 61che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A) e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentati di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti. Prendo atto che i rappresentanti dei gruppi confermano quanto sopra esposto.
Avverto inoltre che l'emendamento Contento 3.305 è stato ritirato dal presentatore.
Chiedo al relatore e al rappresentante del Governo di esprimere il parere sull'emendamento 3.410 della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.410.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche il Governo esprime parere favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.410 della Commissione, il cui testo risulta del seguente tenore: «all'articolo 3, comma 1, primo periodo, sostituire le parole: finanziamenti pubblici comunitari europei", con le seguenti: "finanziamenti pubblici anche europei", accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sanga, Frassinetti, Cesario, Coscia, Servodio, Nicolais, Gava, Nirenstein, Ascierto, Paladini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
415).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo brevemente per ringraziarla pubblicamente per aver esercitato le funzioni che le demanda l'articolo 8 del Regolamento, che, tra l'altro, dispone che il Presidente è tenuto a chiarire il significato del voto e ad annunciarne l'esito. Devo dire che, grazie al suo intervento, siamo riusciti a capire che cosa votavamo; ciò mi consola perché i miei limiti di prima forse erano in qualche modo condivisi.

PRESIDENTE. I suoi limiti sono anche i miei.
Passiamo all'emendamento Contento 3.306, sul quale vi è una proposta di riformulazione da parte del relatore, la quale, se accettata ed approvata, comprenderebbe parte dell'emendamento Ferranti 3.304. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Contento 3.306 proposta dalla Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 3.306, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni, onorevole Briguglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato
425).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Ferranti 3.304 è stato ritirato. Pag. 62
Passiamo all'emendamento Paolini 3.300.
Chiedo all'onorevole Paolini se acceda all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, le preannunzio che i prossimi tre emendamenti a mia prima firma sono ritirati perché sono sostanzialmente accolti grazie alla riformulazione precedente.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori degli emendamenti Paolini 3.300, 3.301 e 3.302 li ritirano.
Passiamo all'emendamento Vietti 3.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Vietti 3.3 formulato dalla Commissione e dal Governo.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, chiedo l'attenzione del relatore. Onorevole relatore (ne abbiamo discusso per le vie brevi), ho ricontrollato la mia preoccupazione. Al primo comma dell'articolo 3, si dice che tutti i movimenti finanziari di cui si parla, nonché i servizi e le forniture, devono essere registrati sui conti correnti dedicati e, salvo quanto previsto al comma 3, devono essere effettuati esclusivamente tramite il bonifico bancario o postale (e fin qui siamo d'accordo). Peccato che il comma 3 comprenda poi due fattispecie diverse. La seconda parte del comma 3 (quella di cui abbiamo discusso) dispone che le spese giornaliere di importo inferiore a 500 euro possono essere effettuate anche con mezzi di pagamento diversi (e fin qui siamo d'accordo, ovviamente l'importo è modesto) ma, onorevole relatore, la prima parte del comma 3 fa riferimento a pagamenti effettuati in favore di enti previdenziali, assicurativi e istituzionali di gestori e fornitori di pubblici servizi senza alcuna indicazione minima di importo.
Pertanto, mi chiedo perché non introdurre in quel caso il richiamo al divieto del pagamento in contanti, che non c'entra niente con la seconda parte del comma 3 che fa riferimento ai pagamenti inferiori ai 500 euro, su cui siamo d'accordo che possano essere effettuati anche in contanti. Francamente - lo dico anche al Governo - con riferimento alla prima parte del comma 3, ossia i pagamenti in favore di enti previdenziali, assicurativi e istituzionali, dove non è previsto il tetto dei 500 euro, ritengo sia opportuno richiamare il divieto dei pagamenti in contanti. Altrimenti non si capisce perché, a fronte di tutto l'impianto che abbiamo realizzato, debbano essere previste delle deroghe. Se poi è un mio difetto di comprensione qualcuno mi convinca del contrario.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, modificherei il parere reso precedentemente, formulando un parere favorevole.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, mi permetta di svolgere una riflessione molto breve. Ho l'impressione che non sia un caso che l'articolato normativo distingua le modalità di pagamento riferite esclusivamente ai citati soggetti. Il fatto che, all'interno della norma, vi siano anche le questioni relative ai tributi, mi lascia supporre che, poiché possono esservi modalità di versamento anche in compensazione, sia stata precauzionalmente utilizzata questa formula. Non ne ho la certezza, ma la mia preoccupazione è la seguente: qualora modificassimo la disposizione in esame, che è stata specificamente prevista, rischiamo di fare peggio anche rispetto alle intenzioni del presentatore dell'emendamento.
Pertanto, mi permetterei di chiedere al Governo se ci può dare delle assicurazioni in questo senso. Fermo restando, poi, che Pag. 63è evidente - e mi sembra abbastanza singolare - che qualcuno paghi i contributi previdenziali (e così via) senza documentare la spesa. Troverei abbastanza singolare che possa verificarsi questo aspetto, anche ai fini della contabilità dell'azienda, che dovrebbe essere regolare, almeno in via di presunzione.

PRESIDENTE. Prima di procedere oltre, ritengo necessario un ulteriore chiarimento. Il relatore non può cambiare il parere: egli esprime il parere di tutta la Commissione. Pertanto, se la Commissione condivide quanto espresso dall'onorevole Torrisi bene, altrimenti, è necessario sospendere la seduta.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, chiedo un minuto di sospensione dei lavori (Commenti).

MARILENA SAMPERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, credo che non vi sia contrasto né contraddizione all'interno della norma. Infatti, all'articolo 3, comma 3, si prevede che, proprio per la qualità dei soggetti che ricevono le erogazioni (enti previdenziali, enti assicurativi, enti istituzionali), i pagamenti possano essere eseguiti anche con strumenti diversi dal bonifico bancario o postale. Questo non significa che saranno eseguiti in contanti o senza documentazione di spesa.
Pertanto, la specificazione riportata nell'emendamento a prima firma dell'onorevole Vietti è assolutamente coerente con l'impianto del citato comma. Questo è il motivo per il quale la proposta può essere accolta senza disturbare assolutamente l'articolo in oggetto nella sua interezza.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, onorevole Vietti, all'articolo 3, primo comma, si prevede - salvo quanto previsto al comma 3 - che i versamenti debbano essere effettuati esclusivamente tramite lo strumento del bonifico bancario o postale. Quindi, non vi è alcuna possibilità, tranne l'ipotesi prevista...

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, siamo nella fase dell'espressione dei pareri. Pertanto, se intendete aderire alla richiesta di sospensione formulata dal relatore, concederò cinque minuti di tempo. In questo modo, potrete risolvere il problema ed esprimere i relativi pareri.
Sospendo, pertanto, la seduta.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 16,45.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE TORRISI. Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Vietti 3.3 purché sia riformulato nel modo seguente: «Al comma 3, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: «, fermo restando l'obbligo di documentazione della spesa».

PRESIDENTE. Invito il Governo ad esprimere il parere sull'emendamento Vietti 3.3 così riformulato.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetta la riformulazione proposta dal relatore.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

Pag. 64

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, immagino che voi vi capiate ma io ho sempre i limiti di prima. A proposito di questa riformulazione, il relatore ne ha letto tre righe; si può sapere almeno dove vanno collocate queste tre righe in maniera che ciascuno di noi possa essere in grado di votare cosciente di quello che vota?
Le faccio anche presente e chiudo, signor Presidente - e glielo dico senza polemica -, la mia preoccupazione risiede nel fatto che noi stiamo affrontando un provvedimento concernente la delega al Governo per l'emanazione di un codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. È una materia particolarmente delicata, trovo assolutamente indecoroso il modo attraverso il quale stiamo andando avanti perché, se il provvedimento non era maturato bene in Commissione, occorreva ritornare in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ma, questo livello di «Commissione all'aperto» che si sta facendo qua dentro, non solo crea qualche imbarazzo a ciascuno di noi, ma mi preoccupa seriamente per il tema che stiamo affrontando. Stiamo dando la delega al Governo per fare delle misure che poi andranno ad incidere anche sulle libertà personali. Questo è un modo assolutamente singolare, signor Presidente, di andare avanti nei nostri lavori.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, desidero rassicurare il collega Giachetti che l'inserto è coerente e compatibile con l'intervento. Mi permetto anche di aggiungere che questa interlocuzione con il Comitato dei nove, con la Commissione e con il Governo, dal momento che porta a recepire qualche suggerimento da parte dell'opposizione, mi sembra francamente stravagante che venga lamentata da un altro partito dell'opposizione. Ci lamentiamo spesso del fatto che in quest'Aula si assiste a imposizioni da parte della maggioranza e del Governo, se per una volta maggioranza e Governo, anche se su un aspetto di dettaglio, mostrano una disponibilità a recepire un suggerimento dell'opposizione, allora consiglierei che un'altra componente dell'opposizione evitasse di scandalizzarsi.

PRESIDENTE. Prima di andare oltre, soddisfo le esigenze legittime del collega Giachetti. L'emendamento Vietti 3.3 nella sua formulazione originaria così recitava: «al comma 3, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: «, fermo restando il divieto di impiego del contante e l'obbligo di documentazione della spesa». La riformulazione proposta dal relatore è invece la seguente: «al comma 3, primo periodo, aggiungere, in fine, le parole: «, fermo restando l'obbligo di documentazione della spesa». Vengono, quindi, espunte le parole: «il divieto di impiego del contante e».

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, intervengo soltanto per precisare che credo sia, non solo fisiologico, ma addirittura auspicabile che in un'Aula, in cui vi sono più persone rispetto a quelle che compongono la Commissione o che partecipano ai lavori, arrivino dei suggerimenti. Se un suggerimento «addirittura» è indovinato e su di esso si riesce a trovare un accordo, io non sono contenta ma stracontenta. Mi sarei onestamente aspettata un tipo di apprezzamento e di atteggiamento diverso; quindi, siccome in Commissione abbiamo lavorato non bene ma - userei il superlativo - benissimo e siccome c'è stata un'osservazione acuta e intelligente dell'opposizione, Pag. 65cinque minuti persi per migliorare una norma, mi creda, ne valgono la pena.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Io direi di andare avanti, ma prego, ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non vorrei che ci fosse un equivoco anche rispetto a quello che adesso ha detto il presidente Bongiorno, nessuno mette in discussione, anzi ben venga qualunque tipo di correzione.
Il problema è che ciascuno di noi si deve interrogare su come stiamo arrivando a queste correzioni. Infatti, né io, né molti di noi che non hanno fatto parte della Commissione, abbiamo minimamente capito dove andavano inserite quelle modifiche: le ha dovute leggere lei. È fisiologico che si cerchi di capire...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 3.3, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moffa... onorevole Scarpetti... onorevole Marsilio... onorevole Bruno ha votato? Onorevole Sbai... onorevole Simeoni... onorevole Di Stanislao... onorevole Cesario... onorevole Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato
419).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.400 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, volevamo sapere se in questo emendamento del Governo (si tratta di una riformulazione di un emendamento dell'onorevole Ferranti o, comunque, del Partito Democratico), fosse ricompreso anche il nostro emendamento Vietti 6.1, a cui prima faceva riferimento il sottosegretario Mantovano.

PRESIDENTE. Sottosegretario Mantovano?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.400 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marchi... onorevole Castellani... onorevole Nicola Molteni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
421
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'emendamento Ferranti 3.303 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Passiamo ai voti. Pag. 66
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Codurelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 418
Maggioranza 210
Hanno votato
418).

Prendo atto che i deputati Giacomoni e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Codurelli... onorevole Veltroni... onorevole Trappolino... onorevole Volpi... onorevole Cesario... onorevole Volpi ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
423).

Prendo atto che i deputati Rota, Galletti, Giacomoni, D'Incecco e Ciccanti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Trappolino... onorevole Codurelli... onorevole Girlanda... onorevole Ciccanti... onorevole Rampelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
424).

Prendo atto che i deputati Giacomoni, Galletti, D'Incecco e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 3.400 della Commissione, l'emendamento Vietti 6.1 risulta precluso.
Nessun chiedendo di parlare sull'articolo 6 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Vietti 6.2, Ferranti 6.300, Garavini 6.8, Vietti 6.3, Contento 6.302 e Vietti 6.4. La Commissione Pag. 67raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.400 e, infine, invita al ritiro dell'emendamento Ferranti 6.301, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Vietti 6.1 è precluso, pertanto passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 6.2.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moles... onorevole Gava... onorevole Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato
201
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Tocci, Galletti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Ferranti 6.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, rincresce che il Governo non abbia tenuto conto della nostra richiesta: non mi sembra che sia stata recepita, il parere espresso dal relatore è stato contrario...

PRESIDENTE. Certo, il parere del relatore è contrario e quello del Governo è conforme a quello del relatore.

LAURA GARAVINI. Considerate le discussioni che si sono svolte in Commissione, ci aspettavamo che ci fosse proposta una riformulazione da parte del Governo che andasse a recepire il nostro principio. Esso sarebbe davvero determinante, poiché comporterebbe un cambiamento del principio sanzionatorio. In virtù di tale principio non sarebbe prevista una sanzione soltanto a forfait di carattere monetario laddove non si fosse tenuto conto degli obblighi previsti in termini di tracciabilità, ma si introdurrebbe un principio, molto più deterrente, per il quale verrebbe prevista una sanzione amministrativa in misura proporzionale all'accredito. Per queste ragioni, invito il Governo a venirci incontro e a considerare la riformulazione di cui si era parlato in Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Onorevole Garavini, prima del Governo è venuta incontro la Commissione con l'emendamento 6.400 che va nella direzione del suo emendamento e che riassume tutti quelli presentati con la graduazione delle sanzioni. Ovviamente, sull'emendamento della Commissione il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Garavini, chiede comunque che l'emendamento Ferranti 6.300 venga posto ai voti?

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, mi scuso, ma credevo si stesse discutendo dell'emendamento Ferranti 6.301. Se parliamo dell'emendamento Ferranti 6.300, invece, lo ritiriamo e apprezziamo l'attenzione del Governo.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Ferrante 6. 300 è pertanto ritirato dai presentatori. Pag. 68
Passiamo all'emendamento Garavini 6.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MAINO MARCHI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Signor Presidente, anche in questo caso mi sentirei di insistere su questo emendamento, a meno che non sia sostanzialmente recepito, ma mi pare che non sia così.
Oltre ad una sanzione pecuniaria in caso di inadempienza rispetto alla tracciabilità dei flussi finanziari, noi proponiamo un'inibizione a concludere ulteriori contratti con la pubblica amministrazione. Proponiamo, cioè, che alla sanzione pecuniaria - importante, ma non tale da scoraggiare il ripetersi dell'inadempimento - si affianchi un altro tipo di sanzione, vale a dire l'interdizione per le persone fisiche o giuridiche di cui all'articolo 3, comma 1, dalla possibilità di concludere contratti relativi ai lavori, ai servizi e alle forniture pubblici per la durata di un anno.
Ci pare una sanzione commisurata al fatto di non avvalersi di conti correnti dedicati attraverso le banche o Poste Spa e che rafforza l'efficacia di quanto si è introdotto sulla tracciabilità dei flussi finanziari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini 6.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella, onorevole Bosi, onorevole Volpi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
198
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Vietti 6.3.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 6.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Armosino, onorevole Scilipoti, onorevole Portas.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato
202
Hanno votato
no 224).

Passiamo all'emendamento Contento 6.302. Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo all'emendamento Vietti 6.4.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 6.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesario, onorevole Portas, onorevole Veltroni, onorevole Binetti, onorevole Dionisi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 69

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
201
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.400 della Commissione accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pescante, onorevole Moles, onorevole Volpi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 425
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
419
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che l'approvazione dell'emendamento 6.400 della Commissione preclude l'emendamento Ferranti 6.301.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi, onorevole Calderisi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
422
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rampi, onorevole Briguglio, onorevole Gava.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
424).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 8.2 e dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 8.05, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 70

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Aggiungo solamente un dettaglio, nella speranza che possa contribuire ad un'eventuale discussione: è terminato in Commissione giustizia al Senato l'esame degli atti Senato 804 e 841 riguardanti esattamente il recepimento della direttiva europea sulle squadre investigative comuni.
Questa è l'unica ragione che motiva da parte del Governo il parere contrario, se l'articolo aggiuntivo non verrà ritirato. Ovviamente se ci deve essere rispetto pieno per l'Unione europea, ci deve essere rispetto pieno anche per il lavoro dell'altro ramo del Parlamento che è arrivato ad ottimo punto.

IGNAZIO MESSINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, prendo atto di quanto espresso dal sottosegretario e pertanto ritiro l'articolo aggiuntivo Di Pietro 8.05.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 8.2.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 8.2. non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 8.2., non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova, onorevole Miglioli, onorevole Bernardini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 431
Maggioranza 216
Hanno votato
202
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Osvaldo Napoli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
426
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Bernardini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Di Pietro 8.05 è stato ritirato dai presentatori.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi, onorevole Palumbo, onorevole Armosino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 432
Maggioranza 217
Hanno votato
432).

Pag. 71

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Di Pietro 9.08, sul quale invito il relatore ad esprimere il parere.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 9.08.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 9.08 non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 9.08, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ghiglia... onorevole Della Vedova... onorevole Simeoni... onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Gava.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
199
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ferranti 10.300.

PRESIDENTE. Può dare il parere anche sull'articolo aggiuntivo Capodicasa 10.0300?

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Capodicasa 10.0300.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo all'emendamento Ferranti 10.300. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e del Governo.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, in realtà già in Commissione siamo riusciti ad adeguare la pena - innalzandola - riguardante la turbata libertà del procedimento di scelta del contribuente e quindi del reato di turbativa d'asta. Con questo emendamento che era già previsto nel disegno di legge, ed è stato anche frutto del nostro lavoro in Commissione, volevamo adeguare anche la pena riguardante per l'appunto il secondo comma.
Ma in questa sede - per questioni che riguardano anche la delega, ovvero i principi che non sono ben chiari - lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 72

Onorevole Luciano Rossi... Onorevole Simeoni... Onorevole Cesario... Onorevole Rainieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 421
Maggioranza 211
Hanno votato
421).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Capodicasa 10.0300.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Capodicasa 10.0300, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Armosino... Onorevole Capodicasa... Onorevole Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
195
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole e chiederei che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... Onorevole Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato
414
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Libè, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Di Pietro 12.1.

Pag. 73

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 12.1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 12.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... Onorevole Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
195
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Libè, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, l'articolo 12 introduce un'ulteriore norma per rendere efficace la lotta alla criminalità, ma ciò è vero solo in parte per chi legge superficialmente. La verità è che questo articolo è nella sostanza diverso dall'emendamento Ferranti 1.85 sostenuto dal gruppo del Partito Democratico questa mattina e che è stato respinto dalla maggioranza.
In quel caso il Partito Democratico chiedeva di istituzionalizzare le sezioni investigative interforze per applicare le misure di prevenzione, mentre qui il testo prevede che il procuratore nazionale e il Ministro della giustizia stipulino uno o più protocolli di intesa, quindi magari anche cinque, dieci o venti, se si vuole. Nomina consequentia rerum sunt: un protocollo di intesa non si nega a nessuno, tanto più in tema di antimafia. Ciò che chiedevamo era un'altra cosa. Per carità, è sempre meglio di niente, ma per dirla con un adagio antico «un conto è il fumo, un altro è l'arrosto» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 414
Votanti 411
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato
405
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Libè, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Di Pietro 13.2 e Di Pietro 13.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 74

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Di Pietro 13.2 formulato dal relatore.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, ritiriamo gli emendamenti Di Pietro 13.2 e Di Pietro 13.1 per presentare ordini del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... onorevole Gava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato
412
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Libè, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Di Pietro 14.1 e accetta l'emendamento 14.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.500.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Simeoni... onorevole Palagiano... onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato
413).

Prendo atto che i deputati Libè, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Di Pietro 14.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 14.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 75

Onorevole Vella... onorevole Mazzuca... onorevole Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato
196
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Cesa, De Poli, e Libè hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 14.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Agostini... onorevole Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
414
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Cesa, Libè e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Capitanio Santolini, Tocci e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Vietti 15.1 e sugli articoli aggiuntivi Bernardini 15.0300, Bernardini 15.0301 e Bernardini 15.0303.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 15.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 15.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 427
Maggioranza 214
Hanno votato
197
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che i deputati Libè, De Poli e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pelino, Mazzuca, Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 76

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
421
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Cesa, De Poli e Libè hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Di Pietro 15.0302 è inammissibile.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Bernardini 15.0300 formulato dal relatore.

RITA BERNARDINI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro di questo articolo aggiuntivo e degli altri due articoli aggiuntivi 15.0301 e 15.0303, sempre a mia prima firma, perché sull'argomento ho presentato un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che gli articoli aggiuntivi Bernardini 15.0300, 15.0301 e 15.0303 sono stati ritirati.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato
418).

Prendo atto che i deputati Libè, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3290-A).
Qual è il parere del Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Vitali n. 9/3290-A/1 (Nuova formulazione), accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bernardini n. 9/3290-A/2, mentre accetta gli ordini del giorno Contento n. 9/3290-A/3, Fiorio n. 9/3290-A/4 e Andrea Orlando n. 9/3290-A/5.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3290-A/6 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione del dispositivo: dopo le parole «impegna il Governo a» sostituire la parola «avviare», con la seguente: «proseguire».
Il Governo accetta altresì gli ordini del giorno Ria n. 9/3290-A/7, Garavini n. 9/3290-A/8, Ferranti n. 3290-A/9, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Letta n. 9/3290-A/10 perché una parte di questo ordine del giorno è già accolta in un provvedimento.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Zucchi n. 9/3290-A/11 e Lo Presti n. 9/3290-A/12, propone una riformulazione dell'ordine del giorno Granata n. 9/3290-A/13, perché non rientra nell'esercizio della delega nel senso di sostituire il dispositivo con il seguente: «impegna il Governo ad assumere ogni utile iniziativa diretta a prevedere l'inasprimento delle pene edittali per il reato di associazione di tipo mafioso, l'introduzione di un'autonoma ipotesi di concorso esterno nell'associazione di tipo mafioso, l'introduzione nell'ordinamento penale dell'ipotesi di reato di »auto riciclaggio« e la previsione della definizione di regole procedurali specifiche in materia di contrasto alla mafia».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Franzoso n. 9/3290-A/14, Samperi n. 9/3290-A/15 e Marinello n. 9/3290-A/16, accoglie come raccomandazione l'ordine del Pag. 77giorno Romele n. 9/3290-A/17, accetta gli ordini del giorno Torrisi n. 9/3290-A/18, Barbato n. 9/3290-A/19, Favia n. 9/3290-A/20, Monai n. 9/3290-A/21, Di Pietro n. 9/3290-A/22, non accetta l'ordine del giorno Paladini n. 9/3290-A/23, perché qui si parla di possibili procedure di trattativa privata nel piano carceri. Si tratta, infatti, di un piano previsto con le regole che attengono alla secretazione dei piani, quindi con provvedimenti adottati dal Parlamento per il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, come commissario straordinario.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Messina n. 9/3290-A/24 e Rota n. 9/3290-A/25, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Vietti n. 9/3290-A/26 e Mantini n. 9/3290-A/27.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vitali n. 9/3290-A/1 (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/3290-A/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Contento n. 9/3290-A/3, Fiorio n. 9/3290-A/4 e Andrea Orlando n. 9/3290-A/5, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/3290-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ria n. 9/3290-A/7, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Garavini n. 9/3290-A/8 e Ferranti n. 9/3290-A/9, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Letta n. 9/3290-A/10, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Zucchi n. 9/3290-A/11 e Lo Presti n. 9/3290-A/12, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Granata n. 9/3290-A/13, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno, Franzoso n. 9/3290-A/14, Samperi n. 9/3290-A/15 e Marinello n. 9/3290-A/16, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Romele n. 9/3290-A/17, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Torrisi n. 9/3290-A/18, Barbato n. 9/3290-A/19, Favia n. 9/3290-A/20, Monai n. 9/3290-A/21 e Di Pietro n. 9/3290-A/22, accettati dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Paladini n. 9/3290-A/23, non accettato dal Governo.

GIOVANNI PALADINI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto. Sarò velocissimo. Volevo dire che avevo chiesto al Governo di valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa legislativa volta ad escludere il ricorso a procedure a trattativa privata nell'ambito dell'aggiudicazione degli appalti collegati alla realizzazione del piano carceri. Però, se lei ritiene ciò non idoneo, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente intendo parlare per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno in esame. L'ordine del giorno Paladini n. 9/3290-A/23, - come sottolineato dal sottosegretario Caliendo - insiste su un regime piuttosto speciale, concernendo una questione che Pag. 78attiene alle carceri ed essendo stato dato dal Parlamento un mandato speciale al direttore di quella amministrazione. Pertanto, ritengo che sia forse più opportuno (ma questo certamente non è compito di chi parla stabilirlo, posso, in questa fase, esprimere in merito soltanto un auspicio) che l'ordine del giorno non venga posto in votazione (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente ho diritto di fare una dichiarazione di voto. Se mi viene concesso di parlare...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio.

SIMONE BALDELLI. Sarebbe stato forse più opportuno - visto anche il clima con il quale si è proceduto su questo provvedimento che, peraltro, ha visto anche accogliere da parte del Governo, con una certa sensibilità, alcune proposte emendative dell'opposizione - non procedere ad una votazione divisa. Mi perdoni la Presidenza, se mi rivolgo al collega Paladini e non direttamente a lei. Nell'economia generale di un percorso, che sostanzialmente ha visto una condivisione di diversi articoli di questo testo e che credibilmente, di qui a breve, ci condurrà ad una votazione finale anch'essa molto condivisa, probabilmente si poteva evitare un voto su questo specifico ordine del giorno, considerata la grande attenzione e competenza con cui il Governo, nella figura del sottosegretario Caliendo - che ringrazio - e dell'onorevole Mantovano, ha esaminato questo provvedimento. (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). Ci può essere una diversità di opinione sul merito del provvedimento ma non credo vi possa essere divisione sull'attenzione che hanno dedicato sia il sottosegretario Caliendo sia l'onorevole Mantovano al provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Questo applauso testimonia questa grande attenzione. Quindi, a questo punto, ringrazio anche il relatore e la presidente Bongiorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Paladini n. 9/3290-A/23, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Gava...
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 392
Maggioranza 197
Hanno votato
175
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che i deputati Libè, Cesa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Messina n. 9/3290-A/24, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rota n. 9/3290-A/25, accettato dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno Vietti n. 9/3290-A/26

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, prima, nell'espressione del parere, ho detto che l'ordine del giorno Vietti n. 26/3290-A/26 era stato accolto come raccomandazione, ma mi sono sbagliato. Esso è accettato, perché di contenuto identico ad altro ordine del giorno presentato dal gruppo di maggioranza, precedentemente accettato.

PRESIDENTE. Sta bene; prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione. Pag. 79
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantini n. 9/3209-A/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente questo disegno di legge acquista un'importanza fondamentale nella lotta contro le mafie, soprattutto se viene sostenuto da tutti i gruppi di questo Parlamento.
Nel disegno di legge, chiaramente, vi è una parte che va approntata e approvata in quest'Aula e un'altra parte che va delegata al Governo. È chiaro che la delega al Governo deve essere sia relativa alla redazione del codice antimafia sia relativa all'emanazione di nuove disposizioni in materia di documentazione per combattere la mafia in determinati settori di attività nel Paese.
La prima parte, cioè la delega per redigere un nuovo codice antimafia, deve essere una delega che raccolga soprattutto la legislazione esistente, mentre i punti più delicati, come quello relativo al concorso esterno in associazione mafiosa, devono giustamente essere approvati all'interno del Parlamento. Quindi, è giusto che una parte fondamentale della legislazione antimafia debba essere anche presentata in Parlamento e qui approfondita ed approvata.
L'altra parte, che riguarda le normative che tendono a modificare il codice sugli appalti, deve essere raccordata con quanto previsto nel disegno di legge sulla semplificazione. Non è possibile che in questo disegno di legge si stabiliscano delle cose giuste e buone (la tracciabilità dei flussi finanziari nelle procedure relative ai lavori, ai servizi e alle forniture pubbliche, conti correnti dedicati, il controllo degli automezzi adibiti al trasporto di materiale, con la bolla di consegna del materiale in cui si indica il numero di targa e il nominativo del proprietario degli automezzi, l'identificazione degli addetti nei cantieri, le sanzioni amministrative pecuniarie per la violazione degli obblighi in materia di tracciabilità dei flussi finanziari introdotti in questo disegno di legge), e poi, in altri disegni di legge, che si stanno discutendo e che sono già all'attenzione di quest'Assemblea, vi siano proposte che contraddicono queste indicazioni.
Infatti, quando non si ha fiducia nella pubblica amministrazione e si tende ad obbligare le stazioni appaltanti, che dovrebbero anch'esse confluire in un'unica stazione appaltante nelle regioni e nelle province - evidentemente si approvano delle norme in contraddizione tra loro - a passare dalla prima alla seconda, alla terza, alla quarta e alla quinta classificata, si favoriscono la delinquenza, la 'ndrangheta e la mafia.
È necessario stare molto attenti, perché la legislazione sugli appalti è molto delicata. È vero, si prevede anche qui la generalizzazione della SUA, ma vi ricordo questo: la SUA, la stazione unica appaltante, è stata, ad esempio, approvata ed è operativa già da un anno nella regione Calabria.
Queste modalità di identificazione degli addetti nei cantieri, il controllo degli automezzi adibiti al trasporto di materiale e la tracciabilità sono state tutte questioni affrontate e portate avanti dal superprefetto di Reggio Calabria. Nonostante queste pratiche, non credo che nella provincia di Reggio Calabria la 'ndrangheta non abbia potere sui cantieri; anzi, direi che ha un controllo stretto. Questo significa che non basta la normativa cogente, non bastano le sanzioni: è necessario qualcosa di più. È necessario il controllo sul territorio, il contrasto, la protezione delle imprese che rispettano la legge.
È necessaria la protezione da parte delle forze dell'ordine delle stazioni appaltanti, anche della stazione appaltante unificata. Pag. 80
È quindi evidentemente importante che tali aspetti vengano inseriti in un codice, che siano stabiliti erga omnes e dappertutto; ma stiamo attenti che l'opposizione all'attività della mafia, della 'ndrangheta e della camorra si fa sul territorio, con le forze dell'ordine, rafforzandole, avendo cura che queste ultime e la magistratura siano lasciate libere ed abbiano gli organici e i mezzi a disposizione per contrastare la malavita organizzata. È quello il punto su cui dobbiamo raccordare tali norme, che pure credo che l'Assemblea fa bene ad approvare. Noi, come Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud, voteremo a favore del provvedimento, perché lo riteniamo un mezzo per contrastare meglio, da mettere a disposizione delle forze dell'ordine e della magistratura per combattere realmente nel territorio le attività malavitose.
L'Assemblea, quindi, stabilisce oggi un primato, un fatto estremamente positivo; a condizione che il Governo non approfitti della delega, e segua le indicazioni che vengono date dal Parlamento: questa è la condizione fondamentale. Credo che, se questo sarà, sarà stato fatto un passo avanti nella lotta reale contro le organizzazioni mafiose; che non sono soltanto nel territorio meridionale! Attenzione, ché tali questioni, soprattutto nei lavori pubblici e negli appalti, riguardano tutte le stazioni appaltanti, anche quelle che sono nel Piemonte, in Lombardia, in Liguria, in Veneto: le organizzazioni malavitose, le organizzazioni mafiose, anche quelle dei colletti bianchi, le imprese, le turbative d'asta, sono ugualmente presenti in quei territori. Questa è la verità! Perciò credo che dobbiamo oggi tutti quanti approvare il provvedimento in esame, e vigilare come Parlamento che la delega sia rispettata integralmente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Belcastro. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. «Nell'ultimo anno è proseguita con accresciuta incisività la lotta alla criminalità organizzata, che ha consentito la cattura di pericolosi latitanti ai vertici delle organizzazioni mafiose e l'aggressione di consistenti patrimoni».
Signor Presidente, onorevoli colleghi, con queste parole il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato in occasione della festa della Polizia, ha voluto sottolineare la positività dell'operato del Governo sul versante della lotta alla criminalità organizzata. In occasione dell'esame del Piano antimafia, che ci accingiamo a votare, possiamo affermare in Aula che quello presieduto da Silvio Berlusconi è senz'altro uno dei Governi che si è speso maggiormente contro la criminalità organizzata e contro il fenomeno della mafia.
Non si tratta evidentemente del giudizio fazioso di una formazione politica che fa parte della maggioranza, ma di una valutazione che si fonda su una serie di dati incontrovertibili e chiari. Ma guardiamo i dati. Dall'inizio dell'attività del Governo le forze di Polizia hanno arrestato oltre 5.300 mafiosi, in media 8 al giorno; incastrato 360 latitanti, dei quali ben 24 inseriti nell'elenco dei 30 più pericolosi; sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 6.524 milioni di euro, il 71 per cento in più rispetto ai 19 mesi antecedenti all'insediamento del Governo del centrodestra. Non solo: in due anni i reati sono diminuiti di oltre l'11 per cento, con una riduzione ancora maggiore se consideriamo i reati a forte allarme sociale, come furti, rapine e violenza alle persone.
Potremmo continuare ad elencare i dati che il Ministero dell'interno con puntualità pubblica sul suo sito, ma è evidente che è ormai è del tutto corale il riconoscimento dell'operato di un Dicastero splendidamente guidato dal Ministro Maroni; un Ministro che ha dimostrato dedizione ed efficienza. La componente politica del gruppo Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia gli esprime pertanto gratitudine, e lo invita a proseguire sul sentiero intrapreso.
Medesimo apprezzamento vogliamo esprimere nei confronti del Ministro della Pag. 81giustizia Angelino Alfano, che ha dato un contributo fondamentale al raggiungimento dei risultati che sono senza precedenti.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, Noi Sud ovviamente voterà a favore dell'approvazione del disegno di legge n. 3290-A recante il Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia, un Piano sul quale in queste ore anche il procuratore nazionale antimafia Grasso ha voluto esprimere un parere positivo.
Signor Ministro dell'interno, Noi Sud è un partito giovane che nasce dalla volontà di rappresentare al meglio le istanze, le esigenze, le difficoltà, le ansie e i drammi di un popolo meridionale che vive ancora oggi la mortificazione di un'arretratezza economica e sociale che troppo spesso costituisce la ragione principale del rinfoltimento della manovalanza di mafia, camorra e 'ndrangheta.
In misura sempre crescente, onorevoli colleghi, i nostri giovani sono costretti a fare le valigie e ad abbandonare i propri familiari, le proprie abitazioni, la propria terra per cercare un'occupazione che al sud manca e che ora - con l'aggravarsi della crisi economica - manca ancora di più.
In misura sempre crescente, signor Ministro Maroni, vi sono giovani che non possono permettersi neanche di trasferirsi al nord e men che meno all'estero: è da queste fasce di povertà che la criminalità organizzata consegue quella manodopera necessaria a perpetrare i crimini e i soprusi ai quali il Mezzogiorno è tristemente abituato.
Nell'approvare questo Piano - che giudichiamo positivamente - i deputati di Noi Sud colgono l'occasione per ribadire a quest'Assemblea ed al Governo l'esigenza di affiancare alla legislazione antimafia anche il Piano per il sud: il Governo pertanto lo approvi rapidamente nella consapevolezza che anche e soprattutto grazie al riscatto sociale del Mezzogiorno potremo definitivamente colpire a morte la mafia, la camorra, la 'ndrangheta ed ogni altra forma di criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, in Italia si denuncia ancora la mancanza di una seria strategia di lotta alla mafia da un punto di vista patrimoniale, e credo che questo sia l'elemento, il passaggio fondamentale di una vera lotta alla mafia, di un piano straordinario contro le mafie.
Se non si prende in considerazione il lato patrimoniale, ossia l'anello debole - nel senso che vi è particolarmente interessata - della mafia rispetto a quelle che sono le vicende economiche e finanziarie, credo che non si arrivi a nessun risultato utile.
A causa della carenza delle agenzie addette alle indagini e degli scarsi coordinamenti in materia negli ultimi anni si è assistito a tal proposito ad una sensibile diminuzione del numero dei sequestri e delle confische; contrariamente a quanto affermava chi mi ha preceduto, esaltando i risultati straordinari di questo Governo, dobbiamo dire che i risultati sono contraddittori. Sicuramente vi sono state operazioni di polizia che hanno portato ad arresti eccellenti, ma è anche vero che confische e sequestri sono diminuiti a dimostrazione che quindi da un lato si arresta qualcuno, dall'altro lato si lascia però intatto il patrimonio della mafia.
Tutto questo è stato evidenziato nella relazione sullo stato di attuazione della normativa e delle prassi applicative in materia di sequestro, confisca e destinazione dei beni della criminalità organizzata della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare.
Devo dire comunque che il gruppo dell'Italia dei Valori, così come ha fatto nel corso della seduta, voterà a favore di questo provvedimento perché riteniamo che è meglio poco che niente, soprattutto quando si parla di antimafia e di incidere Pag. 82quindi sul sistema della criminalità organizzata.
Tra l'altro, siamo in accordo anche perché - oltre a condividerne la finalità - già nella scorsa legislatura Italia dei Valori aveva presentato una proposta di legge recante misure per il contrasto della criminalità organizzata e delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle misure di prevenzione.
Il testo del Governo, che oggi ci accingiamo ad approvare, in molte parti risulta sostanzialmente simile a quello depositato (per altro è stato anche riportato nel fascicolo sottoposto all'Assemblea), al testo cioè già presentato dall'Italia dei Valori che all'inizio della legislatura ha provveduto a depositare (la nostra proposta di legge è stata presentata il 21 maggio 2008).
Ciò è il segno evidente che l'Italia dei Valori sta a guardare la lotta alla mafia come priorità assoluta per una convivenza civile non solo nel nostro Paese, ma anche a livello internazionale e proprio noi riteniamo che questa materia rappresenti il cardine vero per una difesa della democrazia.
Dobbiamo anche dire - non mi voglio dilungare molto - che questo provvedimento può essere probabilmente un punto di partenza, ma si poteva qualificarlo ulteriormente e devo rilevare che il Governo in tal senso è rimasto sordo.
Lottare contro la mafia significa essere coerenti nella lotta alla mafia e bloccarla con precise iniziative. Che senso ha sostenere la lotta alla mafia e proporre e approvare uno scudo fiscale in base al quale, con una sanzione del 5 per cento, i capitali all'estero possono rientrare; capitali certamente non appartenenti a pensionati, forze dell'ordine o servitori dello Stato, ma sicuramente costituiti in maniera non legittima e che probabilmente finanziano la criminalità organizzata.
Così pure, come si fa a dire di lottare contro la mafia e dall'altra parte consentire che i beni confiscati vengano venduti quando non vengono richiesti i patrimoni residuali? Questa è «lotta» alla mafia? Probabilmente è piuttosto volontà di restituire alla mafia alcuni beni che erano stati sottratti con sequestri e confische. Ho accennato prima a ciò, il dato ritorna: confische e sequestri sono diminuiti. Non si può dire dunque di lottare contro la mafia e poi, quando si comincia a far male alla mafia, fermarsi per evitare di fare troppo danno. Occorre andare in fondo, tagliare e recidere nettamente, non con un bisturi ma con un'accetta, quello che è un male della nostra società.
Così anche, da una parte lottiamo contro la mafia e dall'altra impediamo, con una norma sulle intercettazioni, che i mafiosi parlino tra loro; e per mafiosi non intendo quelli che nella mia Sicilia vengono spesso rappresentati con coppola e lupara a parlare tra loro in siciliano, ma i mafiosi che occupano le alte sfere, i colletti bianchi e la grande finanza, che parlano tra loro. È forse con la legge sulle intercettazioni, che impedisce dopo 75 giorni di proseguire, che si vuole lottare contro la mafia? È come dire che la lotta alla mafia è a termine, a tempo: se il magistrato o l'investigatore ce la fa in 75 giorni sta bene; altrimenti pazienza, abbiamo perso tempo, ne parliamo alla prossima inchiesta di mafia.
Noi dell'Italia dei Valori certamente riteniamo questo un dato di partenza, ma bisogna essere coerenti e andare avanti fino in fondo, avere più coraggio - se di coraggio si tratta - e più coerenza.
Proprio a riguardo di coerenza vi è un elemento che avevamo anche evidenziato, ma che il Governo non ha ritenuto di recepire: ci siamo opposti fermamente alla candidabilità di soggetti condannati per mafia. Bisogna lasciare la mafia fuori dalle istituzioni e per realizzare ciò bisogna evitare che le istituzioni siano permeabili, non consentendo l'accesso all'interno delle stesse istituzioni di soggetti che abbiano subito condanne. Anche su questo aspetto non siamo riusciti ad ottenere ascolto.
Aggiungo anche gli appalti pubblici: la smetta questo Governo di consentire procedure emergenziali; e mi spiace che l'ordine del giorno presentato dal collega Paladini non sia stato accettato. Bisogna smetterla con le procedure emergenziali che hanno consentito nel nostro Paese Pag. 83degli abusi finiti anche male. Mi riferisco a coloro i quali sono andati nelle patrie galere, dove si è svelato un rapporto tremendo tra chi, imprenditore non sano, riesce ad ottenere direttamente appalti e chi, all'interno delle istituzioni, e con il dovere di lottare per affermare la legge, adotta invece soltanto la propria legge, cioè quella del proprio interesse e dei propri guadagni.
Questo è il punto. E dunque se si dovevano costruire le carceri in Italia, lo si faccia con degli appalti pubblici regolari e non con una procedura a trattativa privata. Si deve impedire ciò e anche questo lo abbiamo detto. Fortunatamente si è approvato qualche ordine del giorno, che speriamo non rimanga tale, rimanendo soltanto una mera raccomandazione, risvegliandoci dopo qualche anno per vedere che non è stato preso nemmeno in considerazione, come per la white list, ovvero la possibilità per le imprese sane di essere tutelate rispetto agli appalti.
Avevamo avanzato anche un'altra richiesta e anche su questo abbiamo trovato risposta negativa. Si trattava dell'estensione dell'articolo 416-bis al voto di scambio.
Ecco, anche quello è mafia, perché la mafia incide anche quando elegge i suoi rappresentanti, e il voto di scambio non è soltanto quando qualcuno prende soldi in cambio di voti, ma anche quando prende soldi in cambio di altri vantaggi, che possono essere promesse di appalti, promesse di posti (credo che il nostro Paese non ne sia assolutamente esente). È per queste ragioni che l'Italia dei Valori - concludo - voterà a favore della normativa antimafia, del piano contro le mafie, proprio perché per noi è una grande priorità. Tuttavia, vogliamo che, alle parole, seguano i fatti, che la delega sia riempita di contenuti veri, e che, al contrario, attraverso la delega il Governo non continui a tirare fuori norme che, anziché danneggiare la mafia, finiscano per garantirla.
Per capirci, combattere la mafia, sì, ma combatterla veramente, in maniera tale che non si facciano sconti a nessuno, che non si realizzino provvedimenti che mettono in discussione la lotta alla criminalità mafiosa. C'è gente che rischia ogni giorno nel nostro Paese: forze dell'ordine, magistrati, imprenditori onesti, coloro i quali vogliono combattere veramente la mafia. Noi vogliamo che siano quelli i cittadini da tutelare con la legislazione, con le leggi che questo Parlamento approva, e non, al contrario, che si finiscano per tutelare coloro i quali, dietro alla lotta alla mafia, nascondono una vera e propria connivenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento di cui oggi completiamo l'esame in questa Aula, recante il Piano straordinario contro la mafia, nonché la delega al Governo in materia di normativa antimafia, si inserisce nel quadro di una più generale azione di contrasto alla criminalità organizzata, che è stata portata avanti nel corso degli ultimi dieci anni con buoni risultati, con luci ed ombre. Ma si tratta soprattutto di un'azione che ha visto l'impegno delle forze dell'ordine, della magistratura, e che ha visto crescere nel Paese la consapevolezza che è maturata, nel corso di questi anni, soprattutto in gran parte della società civile.
Tuttavia, la disciplina delle misure di prevenzione antimafia, in particolare, ha subìto nel corso degli anni non poche modificazioni, rendendo non sempre agevole il compito di individuare soluzioni interpretative soddisfacenti. Si è trattato di vari interventi che talora si sono sovrapposti, e sono serviti soprattutto a fronteggiare l'emergenza del momento e a combattere i mezzi sempre più sofisticati con cui l'impresa mafiosa ha eseguito, nel corso di tutti questi anni, i suoi programmi criminosi. Era quindi necessario, oltre che auspicabile, un riordino ed un'armonizzazione della legislazione della materia in direzione di criteri di maggiore Pag. 84efficacia, di semplificazione delle norme, ma soprattutto in direzione di norme tese a contrastare la vocazione imprenditoriale delle mafie e il loro tentativo di infiltrarsi e condizionare il mercato soprattutto nel settore dell'edilizia e degli appalti pubblici, anche con norme più stringenti in materia di antiriciclaggio. Il provvedimento che ci accingiamo ad approvare in questa Aula risulta quindi essere un testo di cui abbiamo condiviso la ratio che esso sottende: rispondere, cioè, in maniera decisa e responsabile ad una esigenza di ripensamento della materia nel senso di razionalizzare e semplificare le vigenti disposizioni in un unico corpus normativo, attualmente farraginoso ed eccessivamente frammentario. Nonostante gli sforzi compiuti dal legislatore e l'adozione di inediti strumenti di concertazione, la normativa vigente è sembrata infatti mostrare numerose e profonde lacune che le organizzazioni criminali hanno imparato a sfruttare ormai da tempo.
Proprio per questa ragione, l'azione di contrasto dello Stato deve dirigersi con priorità sugli assetti economici e patrimoniali delle organizzazioni criminali. Eppure, nonostante avessimo condiviso lo spirito e la ratio del provvedimento in oggetto, il testo presentava - come abbiamo avuto modo di rilevare nel corso della discussione sulle linee generali e dell'esame delle proposte emendative - non poche criticità, che noi dell'Unione di Centro abbiamo evidenziato e cercato di attenuare attraverso la predisposizione di alcuni emendamenti.
A nostro modo di vedere, avrebbe dovuto avere e meritare maggiore attenzione la proposta emendativa da noi formulata in relazione alla delega contenuta nell'articolo 1 del provvedimento in oggetto, la quale, così come è rimasta, poi, complessivamente strutturata, sembra essere caratterizzata da una genericità di fondo e da una carenza di principi e di criteri direttivi, i quali, invece, sono stati previsti - bisogna darne atto - in maniera anche sufficientemente dettagliata in relazione alla delega sulla riforma della disciplina delle misure di prevenzione.
Per noi sarebbe stato importante accogliere almeno quella parte dell'emendamento finalizzata ad introdurre, con una specifica norma di legge, un'ipotesi di concorso esterno nell'associazione di tipo mafioso, ma soprattutto, prevedere il reato di autoriciclaggio. Questo tema - ne abbiamo discusso questa mattina - avrebbe meritato maggiore attenzione, perché è una fattispecie di cui è diventata, ormai, ineludibile la previsione nel nostro codice.
Altri aspetti su cui ci siamo soffermati sono quelli previsti all'articolo 2, ma anche quelli che trattano maggiori ed ulteriori elementi di trasparenza e di controllo, soprattutto, per quanto riguarda la certificazione antimafia, oltre alla creazione e alla registrazione dei numeri di targa degli automezzi adibiti al trasporto di materiali per l'attività dei cantieri. Si tratta di un'attività finalizzata ad un maggior controllo, soprattutto, in ordine alla gestione degli appalti pubblici.
In definitiva, si tratta di un provvedimento sul quale abbiamo lavorato molto bene, soprattutto, in Commissione. Esso costituisce una buona base di partenza rispetto alla delega che dovrà essere attuata e che dovrà prevedere maggiori contenuti. Auspichiamo che si possa convergere su un lavoro successivo, nel tentativo di migliorare e potenziare ulteriormente il provvedimento in oggetto, vista la necessità di affrontare i problemi che lo stesso provvedimento affronta. Ciò, nell'ottica - che per noi è sempre un'ottica responsabile e che deve essere condivisa da tutto il Parlamento - di sconfiggere le mafie, attraverso forme di controllo e di prevenzione, nonché tramite l'accertamento di reati, dando prova che lo Stato è all'altezza del compito che gli è proprio: sconfiggere le organizzazioni criminose nell'interesse esclusivo della legalità e della collettività (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il provvedimento Pag. 85in oggetto si completa ciò che, nei giorni scorsi, ho definito una sorta di «tridente» contro le organizzazioni mafiose: una manovra «a tenaglia» caratterizzata dalla legge anticorruzione, dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e, infine, da questo nuovo provvedimento antimafia. In sintesi, possiamo dire che quest'ultimo provvedimento contiene molta elettronica e poca carta, poca teoria e tanta pratica. Esso, infatti, è frutto di un lavoro collegiale ammirevole, che credo sarà ricordato da tutti noi e dal popolo italiano.
Infatti nel predisporre questo provvedimento vi è stata un'ampia collaborazione tra maggioranza e opposizione, tra Governo e Parlamento, tra il Parlamento e soggetti come il Procuratore nazionale antimafia, dottor Grasso, e tanti altri che abbiamo audito in Commissione e che hanno dato il loro contributo. A nostro parere, come Lega Nord Padania, è venuto fuori un provvedimento equilibrato, completo, che serve esattamente allo scopo per cui viene approvato.
Ricordo termini come la Stazione unica appaltante (SUA), il codice unico di progetto (CUP), che diventeranno ormai comuni, ricordo la tutela garantita dalla tracciabilità dei flussi finanziari, altro grande obiettivo che questo Governo cerca di raggiungere. Abbiamo poi delle innovazioni, ricordo ad esempio il nuovo reato che punisce la turbata libertà di scelta del contraente, in altri termini si previene addirittura la commissione del reato evitando che la mafia od organizzazioni criminali possano farsi confezionare procedimenti amministrativi ad hoc per vincerli anche legalmente.
In altri termini abbiamo una completa revisione ed armonizzazione della normativa antimafia che si colloca in una generale ripresa e rafforzamento dell'attività contro le mafie come dimostrano i numerosi arresti, sequestri e confische di cui ha già parlato poco fa il collega Belcastro. È con questo spirito di piena soddisfazione che la Lega Nord Padania approverà con convinzione questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la lotta alla criminalità organizzata per il Partito Democratico è una vera e propria emergenza nazionale, è una priorità assoluta. La lotta alla criminalità organizzata deve essere fatta ogni giorno, in ogni momento, con una azione sinergica delle istituzioni, della politica, delle forze dell'ordine e della magistratura per sconfiggere la criminalità organizzata in quei territori in cui il controllo, da parte di essa, è forte, e per impedire che essa si infiltri in territori ancora immuni e in zone economiche che ne sono, al momento, non inquinate.
La lotta alla criminalità non è qualcosa di eccezionale, non deve essere qualcosa fatta saltuariamente. La magistratura, le forze di polizia non vanno lasciate sole, non vanno lasciate sole nell'azione di ogni giorno, nell'azione di indagine. La politica e le istituzioni devono essere al loro fianco in questa azione, soprattutto in questo momento storico in cui sono in corso importanti indagini tese a far luce su uno dei momenti più oscuri della nostra storia recente: le stragi di mafia dei primi anni Novanta. La nostra azione deve anche proseguire con la predisposizione di nuovi strumenti investigativi per rafforzare questa lotta e, per questo, il Partito Democratico ha affrontato l'esame di questo provvedimento con grande senso di responsabilità e di collaborazione per migliorare il testo e per fare finalmente una legge che serva al Paese e che serva a sconfiggere le mafie.
Tutto ciò che è utile ad assicurare i criminali alla giustizia ci vedrà d'accordo, tutto ciò che è utile a far sì che la giustizia funzioni ci vedrà d'accordo, ma certamente continueremo ad avversare con decisione, con convinzione, quei provvedimenti che consentono di fuggire dall'accertamento Pag. 86delle responsabilità, dal controllo di legalità e distruggono il contrasto alla criminalità.
Il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche è l'ultimo esempio di un lungo elenco. Mentre il provvedimento che stiamo per approvare è un esempio virtuoso di buona legge, quello all'esame del Senato è un provvedimento dannoso, pericoloso, criminogeno e inemendabile, sia nella versione della Camera, che in quella del Senato. Andrebbe ritirato e basta, altrimenti anche progetti di legge come quello che stiamo esaminando sarebbero solo una bella facciata, un ennesimo fallimento, un'ennesima occasione mancata.
Il nostro voto a favore è stato determinato dalla circostanza che in Commissione tante parti di questo testo sono migliorate e tante parti sono state aggiunte grazie all'accoglimento delle nostre proposte emendative, fondamentali per fare sì che questo provvedimento sia efficace. Certo, non è il miglior provvedimento possibile: come diremo, avremmo voluto che fossero inserite altre cose, ma spesso il meglio è nemico del bene e, quindi, è opportuno approvare ciò su cui ci siamo trovati d'accordo.
Con le nostre proposte emendative abbiamo recepito le direttive europee in tema di contrasto alla mafia, di confisca dei beni e di coordinamento delle attività investigative. Abbiamo specificato che non si tratta di una delega che riguarda la modifica del diritto penale e processuale, ma solo una riforma organica delle misure di prevenzione.
Abbiamo previsto sanzioni proporzionali all'importo della trasgressione per chi non rispetta il principio e le regole sulla tracciabilità. Con le nostre proposte emendative abbiamo fatto sì che nella tracciabilità per le imprese siano ricompresi anche i finanziamenti comunitari.
Abbiamo, inoltre, aggravato le pene per la turbativa d'asta, facendo in modo che anch'essa potesse essere oggetto di intercettazione telefonica, e sappiamo quanto è importante uno strumento investigativo come l'intercettazione telefonica per il contrasto della criminalità che si infiltra nelle istituzioni e truffa attraverso la modifica delle regole sulle aste pubbliche.
Abbiamo, altresì, approvato una revisione organica dei destinatari delle misure di prevenzione e, soprattutto grazie alle proposte emendative del Partito Democratico, le misure patrimoniali prescinderanno dalla valutazione della pericolosità sociale del soggetto titolare del bene sottoposto a misura.
Infine, questo provvedimento vede l'istituzione di una banca dati unica per la documentazione antimafia: strumento fondamentale per l'efficacia delle indagini.
Per quanto riguarda la normativa sulla tracciabilità, finalmente in questo Parlamento, e dalla vostra parte politica, si parla di tracciabilità e ci si trova d'accordo sulla tracciabilità dei pagamenti. Finalmente, si riconosce che la tracciabilità è fondamentale per sconfiggere la criminalità e anche per debellare l'evasione fiscale. Meglio tardi che mai! Se aveste continuato sulla strada tracciata dal Governo Prodi, probabilmente qualcuno dei problemi, che l'Italia ha adesso, non lo avrebbe avuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Mi voglio soffermare su due questioni che mancano in questo provvedimento. Abbiamo insistito perché fossero introdotte, ma purtroppo non siamo andati fino in fondo. Non c'è stato il coraggio, da parte della maggioranza, di andare fino in fondo. Il primo aspetto è quello di stabilire un meccanismo di specializzazione per i magistrati e per le forze dell'ordine in tema di misure di prevenzione.
Questo meccanismo è altrettanto importante quanto lo è nel giudizio sull'indagine e nel processo relativo ai reati di criminalità organizzata. La legge sulle squadre investigative comuni è all'esame del Senato e speriamo che vi sia una rapida approvazione.
Circa l'autoriciclaggio, credo sia un reato fondamentale nella strada verso la sconfitta definitiva delle mafie. Accogliamo con favore l'impegno che il Governo ha assunto con l'ordine del giorno relativo a questo argomento, ma certo non si deve pensare che si tratti di uno dei tanti ordini Pag. 87del giorno o che sia qualcosa da non rispettare: quell'impegno va rispettato e va fatto velocemente. Noi vi staremo alle calcagna affinché l'impegno venga rispettato, o con l'approvazione di una legge specifica, o con la calendarizzazione urgente della nostra proposta di legge (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Se a qualcuno dà fastidio sentir parlare di antiriciclaggio, signor Presidente, me ne dispiace per lui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Tenaglia, la prego di concludere.

LANFRANCO TENAGLIA. Concludo con due considerazioni. Abbiamo sentito parlare di tipizzazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Noi staremo sempre al fianco di chi vuole tipizzare questo reato, ma certamente contrasteremo chi con la tipizzazione vuole arrivare ad eliminare questo reato e a restringere la fattispecie: a questo non ci presteremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Perché ho sentito in quest'Aula, in qualche intervento, voglia di eliminazione di questo reato...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Tenaglia.

LANFRANCO TENAGLIA. Questa legge è un passo avanti fondamentale, speriamo che...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Onorevole Tenaglia, deve concludere.

LANFRANCO TENAGLIA. Concludo velocemente, signor Presidente. Questa legge è un passo fondamentale, ma speriamo non sia seguita da passi indietro quali quello sulle intercettazioni nel processo breve, perché se non verrà soddisfatto il bisogno di legalità, di trasparenza e di giustizia che il Paese ci chiede, la prima a pagarne le conseguenze sarà la politica, che non riacquisterà la fiducia della quale in questo momento ha tanto bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, signori colleghi, la premessa della brevità mi sembra indispensabile.
Nel momento in cui mi accingo a prendere la parola per il Popolo della libertà, non posso che ribadire che il Popolo della Libertà, per i risultati già richiamati che sono riportati nel sito del Ministero dell'interno, è il partito che, con le sue iniziative e le sue propulsioni, è stato capace di combattere le mafie in maniera efficiente ed effettiva (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo intervento, signori, si propone come ulteriore passo di efficienza e di utilità verso il raggiungimento di obiettivi che noi cerchiamo di raggiungere sempre e soltanto con il rispetto delle regole, perché, è ovvio, il garantismo passa attraverso il realismo, ma deve rimanere innanzitutto garantismo.
Detto questo, a me sembra fondamentale ribadire il leit-motiv ineliminabile delle riforme e delle battaglie. Non posso che darne atto a questo provvedimento, che ha visto l'impegno quotidiano non solo del relatore, il collega Torrisi, ma di tutta la Commissione giustizia e soprattutto del Popolo della Libertà, che ha posto in essere degli emendamenti di grande rilevanza. Non dimentico l'incremento di pena alla turbata libertà degli incanti, la nuova fattispecie di reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e una serie di altri provvedimenti sulla mobilità delle terapie nei confronti di un avversario mobile, insidioso e costantemente in movimento come le mafie. Le mafie, infatti, non si combattono con la fissità, ma con la duttilità di terapie sempre pronte a recepirne i cambiamenti e a orientare l'agire della giustizia verso risultati che molto spesso sono di difficile percezione. La mobilità della terapia e la Pag. 88capacità di adeguamento costituiscono una scelta di grande intelligenza che viene dagli emendamenti del Popolo della Libertà e di questo devo dare pubblico riconoscimento alla presidente e ai colleghi della Commissione.
Signori, il dato che debbo segnalare è che finalmente in questo disegno di legge di delega si fa riferimento ad un codice della legislazione antimafia che è uno strumento ineliminabile per un controllo delle norme e di tutte le fattispecie, che consentono all'utente di percepire in maniera unitaria come ci si possa muovere nell'ambito di questi fenomeni.
Se a ciò si aggiunge, senza nessuna remora, la capacità di intervenire in maniera assolutamente precisa su istituti come la certificazione antimafia, su una semplicità di documentazione e su un controllo sul territorio, capite bene che siamo di fronte, non ad un provvedimento vestito di autonomia tout court, ma ad un provvedimento che va letto in una continuità legislativa.
Siamo di fronte ad un altro passo verso la lotta alle mafie che, in qualche maniera, deve essere scandito da un impegno costante e quotidiano. Credo che quest'Aula, oggi, abbia sancito - e nessuno può negarlo - un passaggio di grande e condivisa civiltà: la presa d'atto che il concorso esterno, nel 416-bis, è una «non norma» che deve diventare, finalmente, una norma del nostro codice.
Dobbiamo debellare le categorie di creazione giurisprudenziale e riportare nell'alveo della civiltà giuridica qualsiasi forma di incriminazione, o partecipi dell'associazione o concorrenti, e comunque in modi e termini assai chiari e lineari.
Questo impegno rinnovato nella lotta alle mafie costituisce un leitmotiv e una situazione che ha caratterizzato l'impegno del nostro Governo, e del nostro Parlamento, fin dall'inizio di questa legislatura.
Se ciò è vero, e se ciò è stato lo scopo che ci ha impegnati quotidianamente, anche in sedute lunghe e impegnative (laddove il lavoro svolto in Commissione non è soltanto un lavoro di ricezione, ma di intelligente release di quelli che sono stati gli input dello stesso Governo, cui la maggioranza appartiene) credo che il risultato oggi raggiunto, cioè la condivisione del provvedimento, sia la dimostrazione che quella che noi facciamo è una scelta giusta, non soltanto per il PdL, ma per l'intero Parlamento.
Intendiamo continuare sulla giustizia con scelte che abbiano queste caratteristiche: il rispetto delle regole, il rispetto delle regole, il rispetto delle regole! Il voto sarà ovviamente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, so che i ringraziamenti spesso suonano come vuote formule di stile, mi piacerebbe, quindi, non ripetere frasi che spesso sembrano soltanto una prassi. In realtà, il mio grazie, a tutta la Commissione, è vero e sentito, per il semplice fatto che, nonostante ci sia una serie di provvedimenti che potrebbe essere oggetto, solo esclusivamente di scontro, devo dire che, in virtù di un lavoro svolto in maniera attenta e approfondita in Commissione giustizia, anche su questo provvedimento ho registrato, alla fine, una convergenza che documenta uno sforzo notevole della Commissione e delle parti per trovare una sintesi.
Ringrazio pertanto i funzionari, l'opposizione e tutti i commissari, sia della maggioranza che dell'opposizione, della Commissione giustizia.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, visto che oggi tutti ringraziano tutti, Pag. 89ho il piacere di dirle che la ringrazio molto perché, grazie a lei, oggi, siamo riusciti a svolgere i nostri lavori abbastanza bene.

PRESIDENTE. Grazie, a tutti colleghi che hanno partecipato, bisognerebbe dire.

(Coordinamento formale - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3290-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3290-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Villecco Calipari, onorevole Colucci, onorevole Iannuzzi, onorevole Agostini, onorevole Vassallo, onorevole Lusetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia» (3290-A):
Presenti e votanti 367
Maggioranza 184
Hanno votato 367
(La Camera approva - Vedi votazionia )

Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Sono pertanto assorbite le proposte di legge nn. 529 e 3478.

Rinvio dello svolgimento di interpellanze urgenti (ore 18,20).

(Rinvio delle interpellanze urgenti Boccia n. 2-00726 e Renato Farina n. 2-00729)

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno prevede lo svolgimento di interpellanze urgenti. Avverto in proposito che, a seguito di accordi intercorsi tra i rappresentanti del Governo ed i presentatori, le interpellanze urgenti Boccia n. 2-00726 e Renato Farina n. 2-00729 sono rinviate ad altra seduta.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VIII Commissione (Ambiente):
S. 2144 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 62, recante temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania» (Approvato dal Senato) (3514) - Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di giugno 2010 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei Pag. 90presidenti di gruppo, è stato predisposto il seguente calendario dei lavori per il mese di giugno 2010:

Martedì 1o giugno (ore 11 e pomeridiana):

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3007 ed abbinate - Disposizioni in favore delle famiglie delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio.

Discussione sulle linee generali della mozione Mogherini Rebesani ed altri n. 1-00359 concernente iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare.

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:
n. 3402 ed abbinata - Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Approvato dal Senato);
n. 3447 - Convenzione tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo dello Stato del Qatar per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione fiscale, con Protocollo Aggiuntivo, fatta a Roma il 15 ottobre 2002, e del Protocollo di rettifica del testo in lingua italiana della Convenzione e del suo Protocollo Aggiuntivo, fatto a Doha il 19 marzo 2007 (Approvato dal Senato).

Alle ore 15 avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time).

Giovedì 3 giugno (ore 10,30 e pomeridiana) (con votazioni):

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3007 ed abbinate - Disposizioni in favore delle famiglie delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio.

Seguito dell'esame della mozione Mogherini Rebesani ed altri n. 1-00359 concernente iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare.

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:
n. 3402 ed abbinata - Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Approvato dal Senato);
n. 3447 - Convenzione tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo dello Stato del Qatar per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione fiscale, con Protocollo Aggiuntivo, fatta a Roma il 15 ottobre 2002, e del Protocollo di rettifica del testo in lingua italiana della Convenzione e del suo Protocollo Aggiuntivo, fatto a Doha il 19 marzo 2007 (Approvato dal Senato).

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Lunedì 7 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 799 ed abbinate - Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche.

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
rafforzamento del contrasto all'evasione contributiva nel settore del commercio ambulante (in corso di presentazione);
Boniver ed altri n. 1-00338 e Mecacci ed altri n. 1-00344 concernenti iniziative per la tutela dei diritti umani a Cuba, con particolare riferimento ai dissidenti politici e ai detenuti per reati di opinione.

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Martedì 8, mercoledì 9 e giovedì 10 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 11 giugno) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
disegno di legge n. 3209-bis-A/R - Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (collegato);
proposta di legge n. 799 ed abbinate - Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche.

Seguito dell'esame delle mozioni:
rafforzamento del contrasto all'evasione contributiva nel settore del commercio ambulante (in corso di presentazione);
Boniver ed altri n. 1-00338 e Mecacci ed altri n. 1-00344 concernenti iniziative per la tutela dei diritti umani a Cuba, con particolare riferimento ai dissidenti politici e ai detenuti per reati di opinione.

Nel corso della settimana potrà avere luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 14 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
n. 3514 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 62, recante temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania (Approvato dal Senato - scadenza: 28 giugno 2010);
n. 3505 - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2010, n. 67, recante disposizioni urgenti per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro. Ordine di esecuzione dell'accordo denominato «Intercreditor Agreement» e dell'accordo denominato «Loan Facility Agreement» stipulati in data 8 maggio 2010 (Approvato dal Senato - scadenza: 9 luglio 2010).

Discussione sulle linee generali della mozione Oliverio ed altri n. 1-00366 concernente misure di sostegno per i settori agricolo ed agroalimentare.

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3118 ed abbinate - Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali, razionalizzazione delle Province e degli Uffici territoriali del Governo. Riordino di enti ed organismi decentrati (collegato).

Martedì 15, mercoledì 16 e giovedì 17 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 18 giugno) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 3514 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 62, recante temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania (Approvato dal Senato - scadenza: 28 giugno 2010);
n. 3505 - Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2010, n. 67, recante disposizioni urgenti per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro. Ordine di esecuzione dell'accordo denominato «Intercreditor Agreement» e dell'accordo denominato «Loan Facility Agreement» stipulati in data 8 maggio 2010 (Approvato dal Senato - scadenza: 9 luglio 2010).

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Seguito dell'esame della mozione Oliverio ed altri n. 1-00366 concernente misure di sostegno per i settori agricolo ed agroalimentare.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3118 ed abbinate - Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali, razionalizzazione delle Province e degli Uffici territoriali del Governo. Riordino di enti ed organismi decentrati (collegato).

Nel corso della settimana potrà avere luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 21 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge S. 2150 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 29 giugno 2010);
disegno di legge n. 3496 - Conversione in legge del decreto-legge 20 maggio 2010, n. 72, recante misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l'assegnazione di quote di emissione di CO2 (da inviare al Senato - scadenza: 20 luglio 2010);
proposta di legge n. 209 ed abbinate - Sostegno agli agrumeti caratteristici.

Martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 25 giugno) (con votazioni):

Seguito dell'esame progetti di legge:
disegno di legge S. 2150 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 29 giugno 2010);
disegno di legge n. 3496 - Conversione in legge del decreto-legge 20 maggio 2010, n. 72, recante misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l'assegnazione di quote di emissione di CO2(da inviare al Senato - scadenza: 20 luglio 2010);
disegno di legge n. 2260-A/R ed abbinate - Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare;
proposta di legge n. 209 ed abbinate - Sostegno agli agrumeti caratteristici.

Dopo l'esame del disegno di legge di conversione S. 2150 sarà inserito, ove non concluso, il seguito dell'esame di decreti-legge previsti nella settimana precedente.

Nel corso della settimana potrà altresì avere luogo l'eventuale seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 28 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2505 ed abbinata - Norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili;
proposta di legge n. 2011 ed abbinate - Modifiche al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e al testo Pag. 93unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 1090 - Delega al Governo per la riforma della disciplina delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute, di cui al titolo II del libro primo del codice civile.

Discussione sulle linee generali della mozione Carlucci ed altri n. 1-00261 sulla prevenzione e cura del carcinoma al seno.

Martedì 29, mercoledì 30 giugno e giovedì 1o luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 2 luglio) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 2505 ed abbinata - Norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili;
proposta di legge n. 2011 ed abbinate - Modifiche al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 1090 - Delega al Governo per la riforma della disciplina delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute, di cui al titolo II del libro primo del codice civile.

Seguito dell'esame della mozione Carlucci ed altri n. 1-00261 sulla prevenzione e cura del carcinoma al seno.

Nel corso della settimana potrà avere luogo l'eventuale seguito dell'esame di argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Per quanto riguarda la discussione della proposta di legge n. 2011 l'organizzazione dei tempi sarà valutata, secondo prassi, sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione.

L'organizzazione dei tempi relativi all'esame della mozione sul rafforzamento del contrasto all'evasione contributiva nel settore del commercio ambulante sarà pubblicata successivamente alla sua presentazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi 27 maggio 2010, la XII Commissione permanente (Affari sociali) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge:
S. 392-550-918. - senatori Bassoli ed altri; senatore Costa ed altri; senatori Pag. 94Nessa ed altri: «Misure per il riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche» (2713), approvata, in un testo unificato, dalla 11o Commissione Lavoro del Senato della Repubblica e con l'assorbimento della seguente proposta di legge: Vannucci ed altri: «Norme per il riconoscimento della sordocecità quale disabilità unica» (1335), che pertanto sarà cancellata dall'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,30).

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, intervengo perché ho appreso dal calendario che discuteremo in Assemblea del tema della tratta degli esseri umani, che è un tema piuttosto sensibile e sul quale spero che troveremo un accordo bipartisan al di là delle appartenenze politiche. Purtroppo, però debbo pubblicamente dire in quest'Aula che in questo momento mi sembra difficile trovare un accordo anche su questo tema, in quanto leggo dalle agenzie di stampa e dai giornali che c'è stato uno scontro molto forte tra il nostro Ministro degli affari esteri e un'organizzazione, come Amnesty International, che in cinquant'anni di attività ha vinto il premio Nobel per la pace e il premio dell'ONU per i diritti umani. Tale organizzazione ha pubblicato oggi un rapporto nel quale rivolge novanta osservazioni all'Italia sul mancato rispetto dei diritti umani. In queste novanta raccomandazioni c'è soprattutto un'attenzione particolare sulla sorte di 800 persone respinte in mare e rimandate in Libia senza che si abbia notizia della loro sorte.
In questi momenti, mentre noi parliamo, c'è una delegazione del Parlamento che è in Libia, il nostro Comitato Schengen presieduto dall'onorevole Boniver. Sempre dai giornali e dalle agenzie di stampa si apprende che la stampa non è stata fatta entrare nei centri profughi, cioè nei posti nei quali si dovrebbe vedere se i diritti umani sono rispettati o meno. Alzo le mani di fronte alle esigenze economiche che hanno fatto sì che questo Parlamento approvasse un accordo ventennale con la Libia da 200 milioni di euro l'anno (quattro miliardi di euro: un bel mutuo ventennale per Gheddafi).
Ciò che non riesco a capire è per quale ragione, invece di essere in testa alle classifiche per il rispetto dei diritti umani, noi veniamo rimproverati da un'organizzazione autorevole e, anziché accogliere le loro osservazioni, litighiamo con loro come ha fatto pubblicamente il Ministro Frattini. Quindi, per concludere il mio intervento, signor Presidente intanto la ringrazio davvero per avermi fatto intervenire in questo momento, chiederei, tramite lei, che il Ministro Frattini fosse presente quando si tratterà di discutere della tratta degli esseri umani. In quel momento porremo con forza e serietà tutte le osservazioni che ho posto adesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARCO PUGLIESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO PUGLIESE. Signor Presidente, volevo ricordare a lei e ai colleghi di quest'Assemblea che da circa 3 giorni circa 100 persone, tra cui anche donne, stanno attuando in maniera civile uno sciopero della fame in provincia di Avellino, per l'esattezza a Bisaccia, contro la chiusura dell'ospedale locale. Innanzitutto, vorrei esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza a queste persone. Loro chiedono solo ed esclusivamente un incontro democratico con il nuovo governatore della regione Campania, Stefano Caldoro, per esprimere le loro titubanze e le loro proposte in merito alla salvaguardia di questo ospedale e di tante persone che ci lavorano dentro.

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Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 1o giugno 2010, alle 11:

(ore 11 e ore 16)

1. - Discussione del testo unificato delle proposte di legge:
BERGAMINI; VELO ed altri; POLI ed altri: Disposizioni in favore delle famiglie delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio (C. 3007-3171-3198-A).
- Relatore: Bergamini.

2. - Discussione della mozione Mogherini Rebesani ed altri n. 1-00359 concernente iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare.

3. - Discussione dei disegni di legge:
S. 2043 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Approvato dal Senato) (C. 3402).

e dell'abbinata proposta di legge: MARAN ed altri (C. 1917).
- Relatori: Angela Napoli, per la II Commissione; Maran, per la III Commissione.

S. 2024 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo dello Stato del Qatar per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l'evasione fiscale, con Protocollo Aggiuntivo, fatta a Roma il 15 ottobre 2002 e del Protocollo di rettifica del testo in lingua italiana della Convenzione e del suo Protocollo Aggiuntivo, fatto a Doha il 19 marzo 2007 (Approvato dal Senato) (C. 3447).
- Relatore: Maran.

(ore 15)

4. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 18,35.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO ALESSANDRO BRATTI SULL'ARTICOLO 11 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 3290-A

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, l'attività della malavita organizzata collegata al traffico illecito dei rifiuti è ormai diventata quasi una prassi che caratterizza in negativo il nostro paese, così come più volte denunciato dalle numerose Bicamerali sulle ecomafie.
Ieri il Ministro dell'ambiente ha presentato il primo rapporto sul «Contrasto all'illegalità ambientale in Italia». I dati purtroppo testimoniano l'acuirsi del fenomeno. È quanto meno curioso che il Ministro presenti come un grande successo aver realizzato tale documento. Ci si aspettava in verità qualche proposta di azioni concrete per contrastare l'illegalità collegata alle varie mafie. Così non è stato!
Noi, come Partito Democratico indichiamo alcuni punti importanti a questo riguardo: arrivare in tempi brevi al recepimento della Direttiva europea 99/2008 riguardo alla tutela penale dell'ambiente che prevede anche la responsabilità delle persone giuridiche; attivare un maggior coordinamento fra DDA e Procure ordinarie; usare in maniera coordinata le varie banche dati; rinforzare e attivare dove non presente un coordinamento tra le varie forze di Polizia giudiziaria; introduzione obbligatoria degli ufficiali di Polizia giudiziaria nelle Agenzie ambientali; non indebolire lo strumento delle intercettazioni Pag. 96telefoniche anche per i reati minori, così come viene richiesto dai numerosi magistrati e dai vertici dei carabinieri e degli altri nuclei investigativi; un Piano straordinario nazionale, in collaborazione con le regioni, per risolvere l'emergenza rifiuti; una applicazione corretta del SISTRI (il sistema di tracciabilità dei rifiuti) tra l'altro proposto nella finanziaria del 2007. Noi avremmo preferito un'introduzione più graduale e condivisa con le associazioni delle imprese e non un'attuazione che si è spalmata su tre, quattro provvedimenti legislativi.
In conclusione noi voteremo l'articolo 11 perché lo riteniamo un passo utile per potenziare la lotta alle mafie in campo ambientale.
Saremo poi molto attenti a verificare in futuro le reali intenzioni di questo Governo già dal provvedimento riguardo alle intercettazioni. Non vorremmo ancora una volta trovarci di fronte all'ennesima propaganda senza una vera e propria volontà di sanare una piaga che non solo arreca danni all'ambiente ma costituisce una delle maggiori entrate finanziarie della malavita organizzata.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 3007 e abb. - Disposizioni in favore delle famiglie delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio

Tempo complessivo: 10 ore, di cui:

  • discussione generale: 5 ore;
  • seguito dell'esame: 5 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 46 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 44 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 34 minuti 3 ore e 16 minuti
Popolo della Libertà 45 minuti 57 minuti
Partito Democratico 42 minuti 48 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti 26 minuti
Unione di Centro 32 minuti 23 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 21 minuti
Misto: 31 minuti 21 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 7 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 4 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
3 minuti 2 minuti
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Mozione n. 1-00359 - Iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 23 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 17 minuti
Partito Democratico 1 ora e 4 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 28 minuti
Misto: 28 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 5 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 99

Ddl n. 3402 - Ratifica della Convenzione sulla lotta contro la tratta di esseri umani

Tempo complessivo: 8 ore.

Relatori 20 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 16 minuti (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 39 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 30 minuti
Partito Democratico 1 ora e 32 minuti
Lega Nord Padania 47 minuti
Unione di Centro 40 minuti
Italia dei Valori 35 minuti
Misto: 35 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 4 minuti
Pag. 100

Ddl n. 3447 - Ratifica Italia-Qatar per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito
Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 20 minuti
Partito Democratico 22 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 9 minuti
Italia dei Valori 8 minuti
Misto: 12 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 2 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti
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Pdl n. 799 e abb. - Governo delle attività cliniche

Tempo complessivo: 17 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 10 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 25 minuti
Governo 20 minuti 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 33 minuti (con il limite massimo di 22 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 6 ore e 57 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 13 minuti 2 ore e 1 minuto
Partito Democratico 1 ora e 3 minuti 1 ora e 41 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 56 minuti
Unione di Centro 36 minuti 49 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 45 minuti
Misto: 34 minuti 45 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 14 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 8 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti 8 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 5 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 5 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 5 minuti
Pag. 102

Mozione n. 1-00338 e abb. - Iniziative per la tutela dei diritti umani a Cuba

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 23 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 17 minuti
Partito Democratico 1 ora e 4 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 28 minuti
Misto: 28 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 5 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Ddl n. 3209-bis A/R - Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche (collegato)

Seguito dell'esame: 16 ore (*)

Relatore 40 minuti
Governo 40 minuti
Richiami al Regolamento 15 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 2 ore e 16 minuti (con il limite massimo di 31 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 10 ore e 9 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 42 minuti
Partito Democratico 2 ore e 45 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 24 minuti
Unione di Centro 1 ora e 12 minuti
Italia dei Valori 1 ora e 3 minuti
Misto 1 ora e 3 minuti
Alleanza per l'Italia 20 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 11 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
11 minuti
Liberal Democratici - MAIE 7 minuti
Minoranze linguistiche 7 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 7 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 26 maggio 2010.

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Mozione n. 1-00366 - Misure di sostegno per i settori agricolo ed agroalimentare

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 23 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 17 minuti
Partito Democratico 1 ora e 4 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 28 minuti
Misto: 28 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 5 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Ddl n. 3118 e abb. - Carta delle autonomie locali (collegato)

Tempo complessivo: 24 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 17 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 40 minuti
Governo 20 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 15 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 2 ore e 27 minuti (con il limite massimo di 34 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 10 ore e 58 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 20 minuti 2 ore e 55 minuti
Partito Democratico 1 ora e 14 minuti 2 ore e 58 minuti
Lega Nord Padania 41 minuti 1 ora e 30 minuti
Unione di Centro 38 minuti 1 ora e 17 minuti
Italia dei Valori 35 minuti 1 ora e 9 minuti
Misto 35 minuti 1 ora e 9 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti 21 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 12 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti 12 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 8 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 8 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 8 minuti
Pag. 105

Pdl n. 209 e abb. - Sostegno agli agrumeti caratteristici

Tempo complessivo:13 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 15 minuti 4 ore e 39 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti 1 ora e 21 minuti
Partito Democratico 55 minuti 1 ora e 8 minuti
Lega Nord Padania 37 minuti 37 minuti
Unione di Centro 35 minuti 33 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 30 minuti
Misto: 33 minuti 30 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 3 minuti

Ddl 2260 e abb. - Competitività del settore agroalimentare

Seguito dell'esame: 8 ore (*).

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 20 minuti
Partito Democratico 1 ora e 22 minuti
Lega Nord Padania 41 minuti
Unione di Centro 36 minuti
Italia dei Valori 32 minuti
Misto 32 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 4 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 10 e dell'11 febbraio 2010.

Pag. 106

Ddl n. 2505 e abb. - Riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatori 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 40 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 15 minuti 4 ore e 30 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti 1 ora e 12 minuti
Partito Democratico 55 minuti 1 ora e 13 minuti
Lega Nord Padania 37 minuti 37 minuti
Unione di Centro 35 minuti 32 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 28 minuti
Misto 33 minuti 28 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 5 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 3 minuti
Pag. 107

Pdl n. 1090 - Persone giuridiche e associazioni non riconosciute

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 40 minuti 4 ore e 39 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 13 minuti 1 ora e 21 minuti
Partito Democratico 1 ora e 3 minuti 1 ora e 8 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 37 minuti
Unione di Centro 36 minuti 33 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 30 minuti
Misto: 34 minuti 30 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 6 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
6 minuti 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
4 minuti 3 minuti
Pag. 108

Mozione n. 1-00261 - Prevenzione e cura del carcinoma al seno

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 23 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 17 minuti
Partito Democratico 1 ora e 4 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 28 minuti
Misto: 28 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 5 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3290 - em. 1.500 481 481 241 481 65 Appr.
2 Nom. em. 1.29 I parte 479 477 2 239 232 245 65 Resp.
3 Nom. em. 1.29 II parte 480 283 197 142 41 242 65 Resp.
4 Nom. em. 1.29 III parte 479 474 5 238 229 245 65 Resp.
5 Nom. em. 1.29 IV parte 476 474 2 238 231 243 65 Resp.
6 Nom. em. 1.315 469 469 235 226 243 65 Resp.
7 Nom. em. 1.178, 1.180 466 465 1 233 464 1 65 Appr.
8 Nom. em. 1.300 450 430 20 216 42 388 64 Resp.
9 Nom. em. 1.121 456 456 229 218 238 64 Resp.
10 Nom. em. 1.183 461 461 231 222 239 64 Resp.
11 Nom. em. 1.30 464 464 233 223 241 64 Resp.
12 Nom. em. 1.307 452 452 227 217 235 63 Resp.
13 Nom. em. 1.85 449 449 225 212 237 62 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.306 457 457 229 217 240 62 Resp.
15 Nom. em. 1.400 461 461 231 460 1 62 Appr.
16 Nom. em. 1.305 rif. 463 462 1 232 462 62 Appr.
17 Nom. em. 1.74 462 462 232 223 239 62 Resp.
18 Nom. em. 1.302 460 458 2 230 220 238 62 Resp.
19 Nom. em. 1.22 462 462 232 223 239 62 Resp.
20 Nom. em. 1.18 462 462 232 222 240 62 Resp.
21 Nom. em. 1.19 463 462 1 232 224 238 62 Resp.
22 Nom. em. 1.600 465 465 233 463 2 62 Appr.
23 Nom. em. 1.26 465 465 233 227 238 62 Resp.
24 Nom. em. 1.303 458 458 230 221 237 62 Resp.
25 Nom. em. 1.20 424 424 213 199 225 64 Resp.
26 Nom. em. 1.10 419 419 210 195 224 64 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.15 425 425 213 202 223 64 Resp.
28 Nom. em. 1.13 428 428 215 203 225 64 Resp.
29 Nom. em. 1.601 433 433 217 430 3 64 Appr.
30 Nom. em. 1.16 434 424 10 213 197 227 64 Resp.
31 Nom. em. 1.14 434 430 4 216 203 227 63 Resp.
32 Nom. em. 1.27 437 422 15 212 194 228 63 Resp.
33 Nom. em. 1.309 440 438 2 220 213 225 63 Resp.
34 Nom. em. 1.28 439 438 1 220 210 228 63 Resp.
35 Nom. em. 1.104 432 432 217 207 225 62 Resp.
36 Nom. em. 1.17 436 436 219 209 227 61 Resp.
37 Nom. em. 1.11 438 438 220 210 228 61 Resp.
38 Nom. em. 1.12 438 438 220 208 230 61 Resp.
39 Nom. em. 1.501 444 444 223 441 3 61 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.602 443 443 222 442 1 61 Appr.
41 Nom. em. 1.31 439 439 220 211 228 61 Resp.
42 Nom. articolo 1 443 424 19 213 422 2 61 Appr.
43 Nom. em. 2.302 447 445 2 223 213 232 61 Resp.
44 Nom. em. 2.14 440 440 221 210 230 61 Resp.
45 Nom. em. 2.304 443 443 222 211 232 61 Resp.
46 Nom. em. 2.300 448 446 2 224 440 6 61 Appr.
47 Nom. em. 2.15 445 445 223 213 232 61 Resp.
48 Nom. em. 2.500 441 441 221 433 8 61 Appr.
49 Nom. em. 2.16 444 444 223 213 231 61 Resp.
50 Nom. articolo 2 444 444 223 441 3 61 Appr.
51 Nom. articolo agg. 2.03 446 446 224 212 234 61 Resp.
52 Nom. em. 3.410 415 415 208 415 61 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.306 rif. 425 425 213 425 61 Appr.
54 Nom. em. 3.3 rif. 419 419 210 419 60 Appr.
55 Nom. em. 3.400 422 422 212 421 1 60 Appr.
56 Nom. articolo 3 418 418 210 418 60 Appr.
57 Nom. articolo 4 424 423 1 212 423 60 Appr.
58 Nom. articolo 5 424 424 213 424 60 Appr.
59 Nom. em. 6.2 425 425 213 201 224 60 Resp.
60 Nom. em. 6.8 422 422 212 198 224 60 Resp.
61 Nom. em. 6.3 426 426 214 202 224 60 Resp.
62 Nom. em. 6.4 428 428 215 201 227 60 Resp.
63 Nom. em. 6.400 426 425 1 213 419 6 60 Appr.
64 Nom. articolo 6 423 423 212 422 1 60 Appr.
65 Nom. articolo 7 424 424 213 424 60 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 8.2 431 431 216 202 229 60 Resp.
67 Nom. articolo 8 428 428 215 426 2 60 Appr.
68 Nom. articolo 9 432 432 217 432 60 Appr.
69 Nom. articolo agg. 9.08 427 427 214 199 228 60 Resp.
70 Nom. articolo 10 421 421 211 421 60 Appr.
71 Nom. articolo agg. 10.0300 421 420 1 211 195 225 60 Resp.
72 Nom. articolo 11 417 417 209 414 3 60 Appr.
73 Nom. em. 12.1 422 422 212 195 227 60 Resp.
74 Nom. articolo 12 414 411 3 206 405 6 60 Appr.
75 Nom. articolo 13 413 413 207 412 1 60 Appr.
76 Nom. em. 14.500 413 413 207 413 60 Appr.
77 Nom. em. 14.1 420 420 211 196 224 60 Resp.
78 Nom. articolo 14 416 416 209 414 2 60 Appr.
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 83)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 15.1 427 427 214 197 230 60 Resp.
80 Nom. articolo 15 424 424 213 421 3 60 Appr.
81 Nom. articolo 16 419 418 1 210 418 60 Appr.
82 Nom. odg/3290-A/23 392 392 197 175 217 59 Resp.
83 Nom. Ddl 3290-A - voto finale 367 367 184 367 59 Appr.