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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 253 di giovedì 26 novembre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 10,05.

ANGELO SALVATORE LOMBARDO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Pecorella e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Misure per sostenere la produzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme - n. 2-00545)

PRESIDENTE. L'onorevole Palomba ha facoltà di illustrare l'interpellanza Donadi n. 2-00545, concernente misure per sostenere la produzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, signor sottosegretario, siamo qui a verificare quali condizioni ci sono per poter scongiurare l'ennesimo dramma sociale che si sta abbattendo sulla nostra economia. Parliamo dell'Alcoa, una società multinazionale americana con sede a Pittsburgh presente in 42 Paesi e che in Italia è presente a Fusina e Portovesme in maniera maggioritaria.
L'Alcoa è una azienda florida e competitiva, che ha un solo handicap, ossia quello di dover pagare l'energia a costi esorbitanti consumandone molta, per cui il costo dell'energia grava per il 40 per cento sui costi complessivi di produzione. Per questa ragione si era pensato ad una norma che, defiscalizzando in parte i costi dell'energia, li abbattesse in modo da consentire all'Alcoa e alle altre aziende energivore di essere competitive sul mercato.
È stata avviata una procedura di infrazione da parte dell'Unione europea la quale ha ritenuto, come sappiamo, che si trattava di aiuti di Stato. Il Governo aveva negoziato con l'Unione europea una misura alternativa rappresentata essenzialmente dal VPP (virtual power plants) come Pag. 2mezzo per risolvere la procedura di infrazione. Nel periodo intermedio aveva anche negoziato il mantenimento della riduzione tariffaria con la prestazione di garanzie (prima patrimoniali e poi fideiussorie) da parte della Alcoa stessa, in accordo con l'Autorità per l'energia elettrica e il gas.
Ora c'è il rischio che l'Alcoa non possa continuare a mantenere la produzione. Ciò rappresenterebbe una catastrofe sociale in un territorio, come quello del Sulcis Iglesiente, che fonda il proprio prodotto interno lordo per il 13 per cento sulla produzione dell'energia e dell'alluminio e che ha visto chiudere tutte le altre imprese che lavorano intorno all'alluminio con penosissime conseguenze e ricadute sull'occupazione.
L'Alcoa è l'ultima rimasta aperta. Se anche questa dovesse crollare ci sarebbe davvero una ricaduta economica terribile su quel territorio e non solo: questo rappresenterebbe, ne siamo sicuri, anche un grave danno per l'economia italiana ed europea. L'Europa si priverebbe di una produzione strategica che, verosimilmente, verrebbe delocalizzata in Paesi extraeuropei con una perdita drammatica per la stessa Unione europea.
Pertanto, vorremmo raccapezzarci in questa miriade di attori istituzionali e anche privati che giocano in questa vicenda. La prima questione riguarda l'Unione europea.
Signor sottosegretario, noi ci domandiamo: è mai possibile che l'Unione europea si consegni ancora una volta ad interpretazioni esclusivamente burocratiche e sostanzialmente disparitarie nel momento in cui non solo accetta, ma sollecita, aiuti di Stato per determinati settori, come le banche, la finanza, l'automobile, e se la prende poi con un'attività produttiva in cui non si tratta di un aiuto di Stato, ma soltanto di un adeguamento dei costi di produzione al mercato?
Ma davvero il Governo italiano può in questo caso accettare che l'Unione europea agisca soltanto con criteri meramente burocratici per cui una commissaria si deve mettere il lustrino del maggior numero possibile di sanzioni per dimostrare di avere lavorato? Se venissero applicate sanzioni, penalità, obblighi di restituzione per Fusina e sopratutto per l'Alcoa di Portovesme (come ci sembra di aver capito, ma lei ci dirà se l'Unione europea ha notificato al Governo italiano le conseguenze della procedura di infrazione di cui non siamo ancora a conoscenza), sarebbe veramente qualcosa di drammatico. Infatti, questa azienda ha beneficiato di sconti tariffari per 420 milioni: se li dovesse pagare tutti o anche tre quarti o due terzi o la metà, si troverebbe veramente in ginocchio.
Quindi, nell'ipotesi in cui ciò non fosse avvenuto, noi chiediamo al Governo di mettere in campo ogni azione per scongiurare un provvedimento di questo tipo, che peraltro ha trovato contrarie anche altre commissioni dell'Unione europea. Se invece ciò fosse accaduto, ci vorrebbe una protesta vibratissima. Non è possibile che l'Unione europea applichi due pesi e due misure: ad alcuni settori concede aiuti di Stato o addirittura sollecita i Governi ad applicarli e, invece, in questo caso, in cui ci sono aziende che producono, che hanno bisogno non di aiuti, ma di essere messe in condizioni di produrre (tra l'altro, si tratta di una produzione strategica per la stessa Europa), fa di tutto per mettere in ginocchio questo produzione.
Questo è il primo nodo sul quale vogliamo appuntare la nostra attenzione. Non è possibile: noi abbiamo creduto e crediamo nell'Unione europea, che deve però essere intelligente e deve saper distinguere esattamente le situazioni e applicare le sanzioni quando debbono essere applicate e, invece, sostenere le iniziative produttive quando devono essere sostenute.
Il secondo punto riguarda l'applicazione degli effetti dell'articolo 30, comma 9, della legge n. 99 del 2009. Con un ordine del giorno, noi dell'Italia dei Valori avevamo chiesto al Governo che anticipasse possibilmente tutte le iniziative volte ad accelerare i tempi che si sarebbero resi Pag. 3necessari per l'attuazione di questo articolo, anche in collegamento con l'Autorità per l'energia elettrica e il gas.
I tempi si sono accavallati, anche perché i tempi parlamentari sono stati eccessivamente lunghi, ma l'Autorità dell'energia ha recentemente emanato una delibera con la quale ha stabilito che il regime tariffario agevolato dura fino al 31 dicembre 2009, per cui c'è tempo fino a quel periodo per applicare anche tutte le conseguenze derivanti dall'articolo 30 della legge n. 99 del 2009.
Vogliamo sapere a che punto è la situazione. Vogliamo sapere sopratutto se il Governo, come noi abbiamo appreso, ha effettivamente elaborato un accordo con l'azienda perché, attraverso l'applicazione del VPP e dell'interconnessione, ci sia una consistente riduzione dei costi (si è parlato di 38 euro sul costo dell'energia, cosa che la abbatterebbe ad un costo accettabile, che è quello di 30 euro).
Vogliamo sapere se questo è vero e se l'azienda è d'accordo. Vogliamo avere rassicurazioni che il Governo, essendosi adoperato con l'azienda, abbia avuto da essa assicurazioni che non chiuderà la propria produzione.
Qui entra in campo l'ENEL, che è un soggetto privato ma a partecipazione pubblica, nel senso che il pacchetto è detenuto dal Ministero dell'economia. È possibile che l'ENEL utilizzi le proprie strutture ed i propri strumenti soltanto per fare utili con le tariffe nei confronti dei consumatori e invece quando c'è da applicare un intervento di carattere sociale come questo con l'Alcoa, con un accordo bilaterale tra società private che consenta di abbattere i costi, poi si tiri indietro?
Noi chiediamo al Governo che non eserciti soltanto una funzione notarile, ma che eserciti una pressione fortissima nei confronti dell'ENEL perché finalmente, rapidamente e subito si adegui ad un procedimento di riduzione tariffaria nei confronti delle aziende energivore dell'Alcoa che le consenta di lavorare. Sappiamo che l'Autorità dell'energia ha fatto il suo dovere, ha emanato questa deliberazione.
Insomma, sottosegretario, oggi c'è una manifestazione di centinaia e centinaia di lavoratori che sono venuti qui a Roma, preoccupati per il loro futuro, per quello delle famiglie e dell'intera economia del territorio. Sono venuti qui a chiedere al Governo rassicurazioni: è il Governo che deve fare la sintesi. Noi l'abbiamo sostenuto perché ne abbiamo visto la disponibilità e la buona volontà nel venire incontro a questa vertenza, però oggi siamo ad una svolta drammatica in cui dobbiamo avere rassicurazioni e risposte certe. Le risposte sicure sono le seguenti: che l'Alcoa continuerà a lavorare e continuerà la produzione di questa azienda essenziale; che il Governo avrà fatto tutto il necessario facendo pressioni su ENEL affinché addivenga ad un incontro su una tariffa accettabile per l'Alcoa.
Signor sottosegretario, noi oggi le chiediamo la rassicurazione che l'Alcoa non chiuderà e continuerà la propria produzione e che i lavoratori potranno tornare a casa sicuri che questa azienda non chiuderà.
Il Governo ha un ruolo di sintesi tra tutti questi attori: faccia in modo di dare rassicurazioni a noi e tra poco anche ai lavoratori dell'Alcoa, rassicurazioni precise che questo stabilimento non chiuderà e sarà trattato dall'Unione europea quanto meno alla pari di altri settori cui ha consentito gli aiuti di Stato come, lo ripeto, quelli delle banche e delle automobili.
Signor sottosegretario noi e i lavoratori fuori di qui attendiamo una voce sicura e rassicurante del Governo. Se il Governo farà tutte queste azioni ci troverà al suo fianco; se il Governo non riuscirà a fare sintesi, non alzerà la voce nei confronti dell'Unione europea, non adotterà anche tutti gli strumenti di impugnazione consentiti nei confronti degli attuali provvedimenti negativi e deleteri per l'azienda, allora ci troverà dall'altra parte.
Confidiamo che della sua risposta potremo poi dichiararci soddisfatti, nel senso che un'industria con grandissime capacità di produzione e sostanzialmente sana non Pag. 4abbandonerà il Sulcis e l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, onorevole Palomba, siamo di fronte ad un problema molto complesso che oggi sfocerà anche in una manifestazione e nei giorni scorsi abbiamo visto che vi è stata qualche iniziativa di protesta che sicuramente ha destato anche preoccupazione dal punto di vista dell'ordine pubblico.
È chiaro che i lavoratori hanno ragione a protestare, ovviamente quando utilizzano metodi leciti e legittimi, però dobbiamo anche sottolineare che quella dell'Alcoa è una vicenda veramente di lungo corso per il Governo, per tutti i Governi che si sono succeduti. Credo che gli uffici del Ministero dello sviluppo economico abbiano da molti anni tenuto sotto controllo questa situazione perché c'è una contraddizione di fondo in questa vicenda, vale a dire che l'Alcoa è un'azienda che produce alluminio primario e ha bisogno di energia ad un costo molto inferiore rispetto al costo di mercato - questo, tuttavia, non è solo un problema italiano, è un problema di questo tipo di produzioni - e per tale ragione, a suo tempo, vennero individuati gli strumenti delle tariffe speciali.
Alcoa, come è noto, lavora nel campo della metallurgia non ferrosa, è un fornitore strategico per molta parte dell'industria soprattutto nel campo della trasformazione dell'alluminio. È presente in cinque regioni italiane: Sardegna, Veneto, Lazio, Trentino-Alto Adige ed Emilia Romagna.
Il settore metallurgico, così come quello siderurgico, in questi anni ha subito molte trasformazioni: fusioni, incorporazioni, chiusure, anche perché la capacità di produzione globale si è ridistribuita in diverse zone del mondo e ovviamente nelle zone laddove il costo della manodopera è superiore, in particolare in Europa, si è verificata una riduzione di organici e una riduzione della presenza delle aziende che realizzano questo tipo di prodotto.
Credo che questo Governo, più di altri, e anche in misura maggiore rispetto alla stagione precedente, abbia lavorato intensamente sul settore delle imprese energivore, e in particolar modo in Sardegna. Infatti, non solo con riferimento alla vicenda dell'Alcoa, ma in generale a tutta la Sardegna, attraverso la legge n. 99 del 2009, recante disposizioni per lo sviluppo come diceva anche l'onorevole interpellante, abbiamo approvato un sistema per riuscire a riconoscere regimi tariffari agevolati nonché, per la prima volta, un sistema che sia ritenuto idoneo anche da parte della Commissione europea.
Queste misure, che sono state costruite a condizioni di concorrenzialità, prevedono appunto l'individuazione di un meccanismo di mercato che consenta l'acquisizione e la cessione di capacità produttiva virtuale (ossia il Virtual power plant) sino alla completa realizzazione delle infrastrutture energetiche di integrazione con la rete nazionale.
Prevedere questo strumento che noi abbiamo inserito nella legge n. 99 del 2009, che è uno strumento innovativo sul quale la Commissione europea ha espresso un parere positivo, significa dare ad un'azienda come Alcoa una prospettiva, quindi dare la possibilità in futuro di non rimanere sotto la spada di Damocle di eventuali procedure di infrazione per tariffe agevolate o tariffe speciali, ma di poter accedere con uno strumento di mercato all'energia a più basso costo.
Qui però si evoca anche un tema che purtroppo non ho visto neanche nelle cronache giornalistiche di questi giorni: questa è un'azienda - non sto a distinguere tra questo o quel Governo - che andava sicuramente indotta a realizzare degli investimenti sotto il profilo della produzione energetica. Qui non si tratta di imputare la responsabilità a Tizio o a Caio (purtroppo, quando passa il tempo le responsabilità sono di tanti, del Governo, degli enti locali, della regione), però Pag. 5un'azienda di questo tipo, che ha un impatto energy intensive così forte, deve essere indotta a fare un investimento sull'autoproduzione di energia, perché altrimenti difficilmente potrà andare avanti a produrre con i costi che rendono Alcoa non competitiva non solo in Italia, ma anche rispetto ai costi francesi, perché ha un gap molto forte sul consumo di energia.
Allora, queste procedure tecniche applicative, i VPP, che abbiamo concluso, hanno tenuto conto delle indicazioni fornite dalla Commissione europea, in merito ai principali parametri, quali potenza e durata dei relativi contratti, modalità operative e individuazione dei soggetti partecipanti. L'applicazione dei VPP, pur essendo stata indicata come condizione necessaria dalla Commissione europea, tuttavia, non è stata individuata dalla stessa come soluzione sufficiente per la chiusura positiva della procedura di infrazione.
Quindi, secondo la decisione dell'esecutivo comunitario, i benefici erogati ad Alcoa sotto forma di tariffe elettriche agevolate violerebbero la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato e, pertanto, il Governo italiano dovrà recuperare gli aiuti concessi ad Alcoa per gli stabilimenti in Veneto e in Sardegna: in Veneto per il periodo dal 1o gennaio 2006 al 31 dicembre 2009; in Sardegna per il periodo dal 1o gennaio 2006 al 18 gennaio 2007. Si evidenzia, inoltre, che le problematiche di natura occupazionale relative agli stabilimenti operanti in Italia sono attentamente seguite dal Ministero per lo sviluppo economico che, insieme alle parti sociali, è attivamente impegnato nella ricerca di una soluzione idonea. Nella riunione tenutasi il 20 novembre, il Ministero per lo sviluppo economico e i vertici di Alcoa hanno ribadito che non vi è alcuna intenzione di voler chiudere definitivamente gli impianti di produzione di alluminio in Italia e che proseguirà il processo di consultazione con le parti sociali. Proprio oggi è in corso un altro incontro presso il Ministero con i vertici della società e le organizzazioni sindacali per cercare di concordare un percorso che, in tempi brevi, dia all'azienda certezza sul futuro costo dell'energia nell'ambito delle dinamiche di mercato, condizione per la continuità dell'attività produttiva. Nel medesimo incontro verrà anche affrontato il tema della cassa integrazione che l'azienda ha richiesto e il timing delle scadenze utili per le soluzioni al problema energia. Queste soluzioni sono in fase di implementazione come attuazione della citata legge n. 99 del 2009, prevista per le attività ad alto consumo energetico presenti in Italia. Ciò al fine anche di consentire all'azienda, così come ad altre imprese, condizioni di fornitura che ne garantiscano la concorrenzialità.
Noi, quindi, stiamo anche decidendo insieme all'azienda quali possano essere le conseguenze di eventuali procedure che, però, ad oggi non sono ancora state formalizzate. Per il futuro, quindi, lo strumento deve essere il VPP ed è chiaro che ciò non basta, perché mentre si beneficia di questa eventualità è necessario realizzare infrastrutture energetiche che consentano di migliorare la bolletta energetica della Sardegna e dell'Alcoa. Probabilmente era più utile mettere in campo questo strumento anche in passato.
Rispetto alla Commissione europea, noi continuiamo a premere e vi è stata un'iniziativa anche del Presidente Berlusconi nei confronti del Presidente Barroso nei mesi scorsi, proprio in previsione di questa situazione che in qualche modo stava esplodendo. Quindi, l'impegno del Governo è massimo e certamente su situazioni come queste c'è bisogno di una sintonia e di un'armonia anche con i colleghi dell'opposizione. Mi fa piacere che l'onorevole Palomba offra la possibilità di un sostegno, naturalmente condizionato alle richieste da lui fatte, e sicuramente noi valutiamo ciò positivamente. La cosa importante è riuscire a tenere in questo momento una relazione con la Commissione che sia il più possibile consapevole della crisi produttiva che stiamo attraversando. A titolo personale, credo che un'eventualità come questa dimostri come sarebbe necessaria una sorta di moratoria per tutte le sanzioni decise in questi anni. Non si capisce come mai la Commissione, Pag. 6proprio al termine del suo mandato, abbia rimesso in circolo e rese esecutive una serie di sanzioni che sicuramente rischiano di deprimere l'economia.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per le indicazioni che ci ha dato e vogliamo ribadire, innanzitutto, al Governo che l'Italia dei Valori, forza di opposizione determinata all'azione politica di questo Governo, non lo è a prescindere, come in questa occasione vuole ribadire. L'Italia dei Valori sa bene che la problematica relativa a questa particolare materia, la produzione di metallurgia non ferrosa, coinvolge il sistema imprenditoriale non solo in Italia, ma in Europa e, in generale, nel mondo. L'Italia dei Valori, inoltre, sa bene che la soluzione deve essere presa all'interno dell'Unione europea innanzitutto, proprio per fronteggiare una sleale concorrenza che proviene da altre parti del mondo dove non ci sono i costi aggiuntivi che i diritti civili impongono alle imprese.
L'Italia dei Valori sa bene anche che quel che è successo oggi non può essere addebitato solo a questo Governo, o, meglio ancora, non è un problema di mala gestione di un Governo.
È un problema che attiene all'evoluzione di questo mercato, per quanto riguarda le fusioni delle grandi società a livello internazionale e, quindi, le ragioni per cui esse vanno altrove, dove la produzione costa meno.
Però, proprio per questa ragione, la prego, signor sottosegretario, di riferire al Governo la nostra parziale soddisfazione, non perché vogliamo criticare, ma perché vorremmo partecipare anche noi e dare il nostro contributo per trovare la soluzione. Infatti, la soluzione, come abbiamo sentito da lei oggi stesso, non ci è stata data. Ci è stato detto che dobbiamo trovare una soluzione, ma non quale essa sia. Oggi ai lavoratori di Alcoa che sono qui fuori non riusciamo a dare una soluzione. Non riusciamo a darla perché l'Unione europea ci ha detto che non bastano i VPP, ma è necessario trovare un sistema di autoproduzione di energia - così ha detto lei - su cui io concordo.
Credo sia l'unico strumento possibile, ma ciò che noi chiediamo a questo Governo - non me ne voglia, non è una critica distruttiva, ma costruttiva - è di non inserire misure all'interno di questa finanziaria, che stiamo discutendo in questi giorni, che sia il maxiemendamento in Commissione o in Aula non interessa sotto questo aspetto, ma di approvare dei provvedimenti che mettano in condizione il sistema dell'impresa di trovare conveniente investire attraverso il sistema della rottamazione, un sistema di diversi incentivi, un sistema di produzione di energia in sede locale, che metta in condizione l'impresa di trovare nuova energia e ai lavoratori di mantenere il loro posto di lavoro.
Ciò che noi chiediamo - non vogliamo essere noi coloro che mettono il bastone tra le ruote - è che il Governo a questo punto ci dia una proposta di soluzione insieme alla società.
Infatti, dire che l'Unione europea ha ritenuto non sufficienti i VPP, dire che è necessario lavorare nei confronti dell'Unione europea per convincerla ad agire diversamente e di fare anche in questo settore quel che ha fatto per le auto, piuttosto che per le banche e quant'altro, non basta se non diciamo poi in concreto cosa facciamo, come fanno a campare da domani mattina i lavoratori di Alcoa e qual è il piano industriale per potersi mantenere e per poter mantenere l'attività imprenditoriale qui in Italia.
Ciò che manca in questa risposta e che probabilmente mancherà anche nella risposta ai lavoratori di Alcoa è come finisce questa partita. Infatti, al morto ammazzato non importa molto se è morto perché gli è caduta una tegola in testa o perché è stato investito da qualcuno. Al lavoratore che è rimasto senza lavoro non interessa poi tanto se la colpa è dell'Unione europea, del Governo italiano, del passato Pag. 7Governo o dei passati Governi, il suo problema è che da domani non ha più un lavoro.
Ecco perché quello su cui ci permettiamo di dissentire è la mancanza di una proposta di soluzione da parte del Governo sia in questa finanziaria, sia in concreto nella proposta che si intende fare ai lavoratori di Alcoa. Si ha come un sentimento di resa, non si può fare nulla perché l'ha detto l'Unione europea. Su questo forse dobbiamo rivedere un po' tante cose nei confronti dell'Unione europea, per quanto riguarda i due pesi e due misure. Si chiede ai Paesi dell'Unione europea di aprire al mercato globale, senza che l'Unione europea faccia squadra comune nei confronti del resto del mondo per il mantenimento dei livelli minimi di sicurezza nel lavoro, di paghe per i lavoratori, di garanzia per il tempo di lavoro, cioè di quei diritti fondamentali minimi che lo statuto dei lavoratori in Italia e negli altri Paesi d'Europa ha assicurato.
Come vedete, quindi, non è una critica al Governo italiano, semmai è una critica che dobbiamo fare tutti quanti noi, cittadini europei, rispetto a questo modello d'Europa, che vediamo sempre più essere un modello passivo.
Subiamo rispetto alla concorrenza mondiale senza riuscire a fare squadra comune rispetto alla concorrenza mondiale stessa e all'imprenditoria mondiale, e rispetto, soprattutto, alla globalizzazione mondiale che si è tradotta in un sistema di monopoli e oligopoli privati per cui grandi industrie che controllano alcuni specifici mercati a livello mondiale fanno il buono e il cattivo tempo e stabiliscono loro come si deve vivere e come si deve morire, anche di lavoro.
Per questo vorremmo - e chiediamo - che il Governo faccia sentire la propria voce a livello europeo specialmente nella nuova Commissione europea, che non possiamo più vedere sempre e solo come un'Unione europea dei doveri e non dei diritti.
Ribadiamo il nostro punto di vista per quanto riguarda lo specifico della Alcoa, cioè che quelle che il Governo ha fatto sono promesse generiche; e credo che generiche siano state anche le promesse fatte dai Governi precedenti (di destra, di sinistra o di quant'altro) perché è ovvio che, fino a quando non si formula una proposta concreta ma si dice soltanto che dobbiamo risolvere il problema, ci si muore aspettando.
Mi permetta poi di aggiungere una considerazione, sottosegretario, che riguarda più in generale il problema della situazione imprenditoriale italiana (e non è solo il caso Alcoa, di questo me ne vorrà dare atto): oggi, solo oggi, a Roma sono previste almeno dieci manifestazioni di altrettante imprese italiane, da Eutelia a Omega fino addirittura ai vigili del fuoco.
Oggi abbiamo cioè il sistema della piccola e media impresa che si aspettava una riduzione dell'IRAP e il sistema dei lavoratori che si aspettavano una riduzione dell'IRPEF, una detassazione della tredicesima almeno ed un intervento concreto in questo disegno di legge finanziaria; ma mentre stiamo discutendo in questo Parlamento vuoto, stiamo decidendo sulla legge finanziaria per l'anno prossimo che non stanzia un euro per rilanciare il sistema imprenditoriale italiano!

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, deve concludere.

ANTONIO DI PIETRO. In queste ore, mentre noi stiamo parlando, ci sono persone disperate sui tetti che non sono individui senza un lavoro specifico, ma sono addirittura ingegneri e dirigenti dell'ISPRA; vi sono cioè in Italia tanti e tanti lavoratori, tante e tante imprese che stanno andando alla malora perché in questo disegno di legge finanziaria manca un'azione governativa nel campo imprenditoriale e del lavoro per rilanciare e risolvere non solo i problemi di Alcoa ma, in generale, quelli dell'imprenditoria, dell'occupazione e del lavoro in Italia.
Per tali motivi - e concludo - l'Italia dei Valori prende atto del fatto che questo Governo ha capito il problema di Alcoa ma che non ha una soluzione per venire incontro ad Alcoa, aspetta che questa Pag. 8soluzione venga al più presto e, fino a quando non verrà, sosterrà le ragioni di Alcoa, di Eutelia e di tutte le altre società e di tutti gli altri lavoratori che in queste ore e in questi giorni sono in mezzo ad una strada per colpa dell'assenza di una politica governativa in materia di occupazione e lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Situazione e prospettive dello stabilimento Videocon di Anagni (Frosinone) - n. 2-00554)

PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00554, concernente situazione e prospettive dello stabilimento Videocon di Anagni (Frosinone) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, illustrerò brevemente il tema per poi ritornarci su dopo la risposta del sottosegretario Saglia, che ringrazio per la sua presenza in Aula.
Questo è il mio ennesimo atto di sindacato ispettivo (interrogazione, interpellanza, mozione, interrogazione a risposta immediata, ne abbiamo fatte di tutte) su un problema che per me e per noi del territorio e della provincia di Frosinone rappresenta un problema grave (ed uso questa parola con la consapevolezza del significato che essa ha).
Stiamo parlando di una delle aziende più grandi della provincia di Frosinone, della Videocon (ex Videocolor), che come addetti conta 1.300 unità (ma solo dirette) per non parlare poi delle aziende dell'indotto legate a questa grande azienda per la provincia di Frosinone, che sta ormai da mesi dibattendo con il Ministero per lo sviluppo economico sul futuro - che noi e gli addetti non vediamo ancora roseo - di questo grande stabilimento della provincia di Frosinone.
Sottolineerò soltanto alcuni aspetti per descrivere qual è la nostra preoccupazione e per avere dal sottosegretario Saglia, in rappresentanza del Governo questa mattina in Aula, una speranza e - mi auguro - un impegno. Abbiamo notizia che sono stati presentati una decina di progetti per rilevare l'azienda Videocon che oggi è nelle mani di un gruppo indiano. Sembra che ad oggi siano stati visionati soltanto tre progetti. Sono contenta che questa mattina vi sia questa possibilità di interloquire con il sottosegretario Saglia perché so che oggi pomeriggio alle 15, presso il Ministero per lo sviluppo economico, vi sarà proprio un incontro sulla problematica della Videocon.
Voglio ribadire i tre criteri che sono stati presi in considerazione per il rilancio del sito di Anagni e che sono stati dettati non solo dalle forze sindacali, ma dallo stesso Ministero: la credibilità e la fattibilità del progetto presentato; la solidità economica e finanziaria del proponente; la tutela dei livelli occupazionali.
Questa mattina vorrei sapere dal sottosegretario Saglia se questi tre criteri, imprescindibili per il futuro di questa azienda e del territorio sono confermati, perché in un momento di crisi occupazionale come quello che stiamo vivendo (in provincia di Frosinone in particolare), la chiusura, da qui a poco, di un'azienda delle dimensioni della Videocon sarebbe una catastrofe. Chiedo al sottosegretario se questi tre criteri sono ancora i criteri validi che guideranno il Ministero per la chiusura di questa vertenza Videocon - mi auguro - in tempi brevi.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere.

STEFANO SAGLIA. Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, onorevole Formisano questi criteri che lei ha evocato sono certamente i criteri che saranno seguiti per la scelta di queste manifestazioni di interesse che dovranno concretizzarsi nella presentazione di un piano industriale; ovviamente è meglio avere molteplici proposte che meno. Non vi è una linea preferenziale ad alcuna soluzione, ma vi sono alcune condizioni alle quali dovranno rispondere coloro Pag. 9che intendono rilevare questo importante stabilimento. Come sapete si tratta di un'azienda che produce TV color, LCD, plasma, impianti di condizionamento, e che è l'unica unità produttiva italiana interamente controllata da capitale indiano. I dipendenti che a vario titolo lavorano in questa azienda, e che ovviamente sono in cassa integrazione, ci risultano essere circa 1.500.
In data 17 novembre si è tenuto presso il Ministero per lo sviluppo economico un tavolo tecnico, dove erano presenti i rappresentanti del Ministero, della regione, delle organizzazioni sindacali di categoria nazionale, e territoriali, e dell'azienda. Nell'ambito di questo tavolo il rappresentante della società ha riferito che, al momento attuale, sono pervenute diverse manifestazioni di interessamento ed ha comunicato i termini delle stesse. A fronte di tali manifestazioni di interesse per la reindustrializzazione, il Ministero ha posto il problema del mantenimento della produzione delle televisioni nel periodo della transizione, tematica peraltro ritenuta fondamentale dal Ministero, in quanto, in passato, la Videocon si era resa disponibile a gestire la fase di passaggio ad un soggetto subentrante; tale possibilità, tuttavia, non sembra essere più certa. Le organizzazioni sindacali hanno, comunque, dichiarato la propria disponibilità a valutare le proposte, allorquando i soggetti interessati presenteranno un piano industriale. Le stesse organizzazioni sindacali hanno chiesto, altresì, che i tempi di valutazione siano accelerati, ed hanno richiesto alla proprietà di escludere le proposte non ritenute valide e fattibili dal punto di vista industriale ed occupazionale. L'iter di valutazione delle proposte, così come abbiamo stabilito con le parti, dovrà essere concluso entro la fine dell'anno.
Quindi, sicuramente il mio impegno personale, e di tutto il Ministero, sarà quello di verificare con grande puntualità quale sarà la proposta più adeguata, visto e considerato che affidiamo a questo nuovo soggetto il destino occupazionale di centinaia di persone.
Durante quella riunione sono state illustrate le proposte, e nell'ambito dell'incontro di oggi pomeriggio saranno ulteriormente vagliati gli altri progetti, quindi tutti i progetti saranno valutati con la medesima attenzione. Nello stesso modo, il Ministero - con il supporto della regione Lazio e delle istituzioni coinvolte nella vertenza e delle associazioni degli industriali - continuerà a seguire attentamente questa delicata vicenda, tenendo conto anche dell'eventuale possibilità di individuare provvidenze per sostenere un'importante produzione che potrebbe avere anche degli sbocchi interessanti dal punto di vista tecnologico.

PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di replicare.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, dichiararmi soddisfatta o insoddisfatta è come vincere il «sei» al Superenalotto. Vorrei evidenziare un aspetto, approfittando di questa occasione. Intanto il sottosegretario Saglia sa che, da parte nostra e da parte mia, che ho partecipato insieme al sottosegretario stesso agli incontri relativi al problema Videocon (non da oggi, ma dalla primavera scorsa, quando la tensione morale era veramente alta nella nostra provincia e continua ad esserci), vi è un contributo il più possibile concreto alla risoluzione di questa vertenza. Però vorrei evidenziare alcuni aspetti che mi preoccupano, e lo voglio dire in questa Aula, considerando la solennità di quest'Aula. Lo voglio dire al sottosegretario Saglia, conoscendo la sua sensibilità e la sua competenza in materia. Voglio approfittare di questa occasione per ringraziare il sottosegretario Saglia per come ha concluso un'altra vertenza che riguardava il mio territorio (e anche il suo e altri territori del nostro Paese). Sto parlando della vertenza sulla Ideal Standard che ieri sera si è chiusa brillantemente, e voglio ringraziare pubblicamente il sottosegretario Saglia, perché l'Unione di Centro e la sottoscritta, quando si tratta di problemi di carattere generale, non guardano al ruolo dei banchi, se sono di Pag. 10maggioranza o opposizione, ma - come è nostro costume - alla soluzione del problema.
Allora io so - perché lo abbiamo detto anche in quelle riunioni - che il 12 giugno sarebbe la data per la selezione dei progetti finali, e che il 19 giugno sarebbe la data ultima per l'affidamento - ci auguriamo - al nuovo soggetto imprenditoriale. Ma sappiamo tutti (in particolare, lo so io e lo sa il sottosegretario Saglia) che la cassa integrazione coprirà soltanto i primi due mesi del 2010; da febbraio a giugno mancano diversi mesi. Allora, dobbiamo, in questi giorni e in queste ore, caro sottosegretario, guardare a tutte queste cose. A mio avviso, abbiamo perso del tempo, e non dico «avete». Si è perso del tempo, per esempio, nel considerare con troppa enfasi un consorzio che voleva dirottare la produzione precipua della Videocon nel settore della pelletteria. Si è perso troppo tempo. Ho detto: vogliamo fare le calzature elettroniche? Infatti, non riuscivo a capire qual era l'obiettivo di quella trattativa e alla fine ho avuto ragione: era tempo perso.
Nello stesso modo qualcuno si è meravigliato quando la disperazione degli addetti e delle famiglie ha portato all'occupazione dell'Autostrada del sole e a bloccare l'Italia (perché se si blocca l'Autostrada del sole all'altezza di Anagni si blocca l'Italia). Ebbene, io non mi sono meravigliata, perché chi vi parla è di quel territorio, conosce la disperazione di quelle famiglie, famiglie che non sanno neppure se supereranno il mese di febbraio con la cassa integrazione.
E di fronte a famiglie, in cui i genitori, ormai vicini alla soglia della pensione, non sanno che cosa raccontare magari a figli che sono all'università o alle scuole superiori, capite qual è la disperazione. Non mi meraviglio di quelle azioni eclatanti. Voglio sottolineare, mettendo in guardia il sottosegretario, che, se non vi sarà una risposta più che concreta, non ci meraviglieremo delle azioni eclatanti che in quel territorio, che non ce la fa più, si porranno in essere. Stiamo parlando di mesi di rimpallo di competenze. Così come con tutta onestà e con tutta franchezza - lo voglio dire in quest'Aula perché rimanga agli atti - ci sono i rumours che serpeggiano nella provincia di Frosinone e questi rumours dicono che sarebbe già tutto deciso, che sarebbe già stato deciso dal Ministero a chi assegnare l'azienda Videocon e su questa ipotetica decisione non ci sarebbe da stare tranquilli. Dunque, voglio riportare al sottosegretario Saglia questa preoccupazione, raccomandandogli di attenzionare con la sua sensibilità e con la sua competenza l'azienda migliore per l'offerta economica, l'azienda migliore per il futuro occupazionale di questa provincia, della mia provincia, l'azienda che dia più garanzie per ottenere quelle risorse di cui anche il sottosegretario parlava e che il Ministero è pronto ad investire in una trasformazione anche magari tecnologicamente più moderna e più al passo con i tempi. Lì, caro onorevole Saglia e caro Presidente, non vi sono soltanto operai e ma c'è anche un gruppo di ricerca che ha fatto invidia al nostro Paese, un gruppo di tecnici specializzati - sto parlando di ingegneri - che mi hanno inviato delle e-mail - vi assicuro - disperate perché non vedono il loro futuro. Dunque, richiamando la conclusione della prima parte dell'esposizione, vorrei ricordare al sottosegretario di tener ben presente quei criteri che abbiamo detto all'inizio: affidabilità dal punto di vista economico del progetto imprenditoriale, serietà e salvaguardia occupazionale. Vorrei anche sommessamente - passatemi la battuta - dire al sottosegretario di verificare che gli indiani non facciano gli indiani perché nel nostro Paese si dice: ma fai l'indiano? Qui, come lei ha detto all'inizio, abbiamo un'azienda completamente sotto l'azionariato indiano. Siccome abbiamo avuto modo di incontrarli in questi mesi, mi affido a lei, onorevole Saglia, e da parte mia sarò disponibile quando lei vorrà a dare il mio contributo nelle riunioni tecniche, quali quelle che abbiamo già fatto, perché conosco anche la parte sindacale di quell'azienda e le preoccupazioni che sta vivendo. Che gli indiani non facciano gli indiani! Vorrei concludere, chiedendo al Pag. 11sottosegretario Saglia di mettere nella vertenza Videocon lo stesso impegno che ha messo nella vertenza Ideal Standard.

PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli allievi dell'Istituto tecnico per il turismo «Livia Bottardi» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Intendimenti del Governo in merito alla prosecuzione dell'attività del commissario straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali - n. 2-00549)

PRESIDENTE. L'onorevole Garavini ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00549 concernente intendimenti del Governo in merito alla prosecuzione dell'attività del commissario straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Saglia, illustro l'interpellanza urgente che abbiamo presentato come gruppo del Partito Democratico per sollecitare anche in quest'Aula la proroga dell'ufficio istituito il 6 novembre 2007 con decreto del Presidente della Repubblica per il commissario straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali.
Con questo decreto, quindi, è stato istituito l'ufficio del commissario straordinario, dotato di una serie di funzioni: in primis, quella di coordinare la gestione e la destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, ed inoltre, quella di promuovere tutta una serie di provvedimenti amministrativi e di intese con le diverse autorità interessate, proprio per far sì che si arrivi ad una gestione e, quindi, ad una destinazione, di tali beni, che rappresentano uno degli strumenti principali, se non proprio quello prioritario, nella lotta alle criminalità organizzate.
Nel corso degli anni, l'ufficio del commissario straordinario per la gestione e la destinazione dei beni ha conseguito ottimi risultati, come si può ricavare sia dalla sintesi della relazione annuale (cioè, quella di quest'anno), sia dal sito Internet recentemente istituito dallo stesso commissario. Nei diciotto mesi di attività sono stati destinati, addirittura, 1.438 beni, a fronte dei 3.969 provvedimenti relativi ai dodici anni precedenti, con un incremento, quindi, del 284 per cento (considerato annualmente, si tratta di un incremento del 42 per cento).
Interpretando questi dati in termini economici, ciò corrisponde a 230 milioni di euro di beni, il cui valore è stato destinato, rispetto ai 500 milioni di euro che si era riusciti ad utilizzare nei dodici anni precedenti, quindi, con risultati estremamente positivi.
Tali risultati hanno dato origine anche a tutta una serie di apprezzamenti che sono arrivati da diverse rappresentanze istituzionali, primo fra tutti, dallo stesso Governo che, addirittura, ha recepito nella legge n. 94 del 2009 (il cosiddetto pacchetto sicurezza) la proposta dello stesso ufficio del commissario straordinario per la gestione e la destinazione dei beni in ordine, per esempio, alla necessità di rendere stabile la figura del commissario, alla luce dei risultati conseguiti ed anche in vista dell'istituzione di un'agenzia specializzata proposta dallo stesso Ministro Maroni. Contemporaneamente, anche al Senato, l'importanza della funzione del commissario è stata ribadita, proprio adesso in sede di approvazione della legge finanziaria, laddove si è previsto il parere obbligatorio del commissario per la vendita del bene confiscato da parte dell'Agenzia del demanio. Lo stesso sottosegretario Mantovano, in alcune note di agenzia emesse nei giorni scorsi, ha, di nuovo, fatto riferimento al commissario anche per rispondere all'opportunità, o meno, di mettere in vendita i beni confiscati, proposta al Senato la settimana scorsa.
Alla luce dei risultati conseguiti da questo ufficio e alla luce del fatto che, per il momento, non è ancora stata istituita Pag. 12un'agenzia nazionale che si occupi della destinazione dei beni confiscati, chiedo al sottosegretario se il Governo intenda rinnovare l'ufficio in materia.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario per lo sviluppo economico. Signor Presidente, onorevole Garavini, l'ufficio del commissario straordinario, come lei ha evidenziato, si occupa della gestione e della destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, e, quindi, è un utente della banca dati dei beni sequestrati o confiscati, istituita con legge n. 109 del 1996.
L'accesso al sistema informatico per la consultazione della predetta banca ha trovato la propria formalizzazione con il protocollo di collaborazione, siglato il 17 settembre 2009 dal Dipartimento degli affari di giustizia dello stesso Ministero della giustizia e dall'ufficio del commissario straordinario.
Con tale protocollo, è stata prevista l'attivazione di un'utenza che ha consentito all'ufficio del commissario straordinario di accedere al sistema informatico e di consultare i dati.
Inoltre, dall'anno 2008, il Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi - direzione generale per i sistemi informativi automatizzati - ha interessato il commissario straordinario in merito ad un suo possibile ruolo di aggregatore di collaborazioni tra i soggetti istituzionali coinvolti nella gestione dei beni confiscati.
La prospettiva perseguita è stata ed è quella di accrescere il patrimonio dati della stessa banca mediante accordi di scambio di informazioni, con conseguente e correlata richiesta di investimento finanziario per il raggiungimento del predetto obiettivo.
In tal senso, la predetta direzione generale per i sistemi informativi automatizzati ha già provveduto a formulare una proposta progettuale inviata al programma operativo nazionale di sicurezza per l'approvazione del relativo piano finanziario.
Per quanto riguarda l'agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), questa, in data 12 giugno 2009, ha stipulato con il commissario straordinario di Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali, il protocollo di intesa.
Dalla sottoscrizione di detto protocollo è sorto l'obbligo convenzionale, da parte dell'AGEA, di mettere a disposizione del commissario, nella sua funzione di responsabile dell'obiettivo operativo 2.5 del programma nazionale 2007-2013, tutte le banche dati alfanumeriche e grafiche del sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), con particolare riferimento ai dati contenuti nel fascicolo aziendale, ai dati grafici del GIS (Gruppo Intervento Speciale) e ai dati dei pagamenti ai singoli soggetti, sia in via generale che su richiesta specifica del commissario.
Il commissario, mediante la sottoscrizione del predetto accordo, si è impegnato a rendere disponibili, su richiesta di AGEA e nel rispetto della riservatezza e della sicurezza ravvisate concretamente, l'accesso alle informazioni elaborate circa i terreni oggetto di confisca.
La collaborazione instaurata tra il commissario di Governo e l'AGEA ha costituito una risorsa per il proficuo recupero dei beni confiscati e per la prevenzione di eventuali frodi connesse all'improprio utilizzo dei fondi comunitari. Inoltre, ha consentito al commissario straordinario di accedere alle informazioni contenute nelle banche dati del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, al fine di assolvere alle sue funzioni di gestione e destinazione dei beni confiscati, permettendo ad AGEA di acquisire tempestivamente notizie in merito ai terreni confiscati alle organizzazioni criminali e provvedere per quanto di competenza.
Oltre a quanto su argomentato, poiché l'organo commissariale, nominato con decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 2007 e prorogato, da ultimo con decreto del Presidente della Repubblica 20 gennaio 2009, è effettivamente scaduto in Pag. 13data 5 novembre 2009, posso informarla che, in considerazione dell'importanza delle attività poste in essere dal commissario straordinario, è intenzione del Governo assicurare continuità all'organismo medesimo.
In tal senso, a breve termine, al Consiglio dei Ministri, sarà sottoposta la nomina del commissario straordinario, cui saranno conferiti l'incarico e le funzioni nella modalità di coordinamento prevista dall'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400.

PRESIDENTE. L'onorevole Garavini ha facoltà di replicare.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario: la notizia del rinnovo e, quindi, della riconferma dell'ufficio per il commissario straordinario ci tranquillizza, soprattutto alla luce del fatto che, viceversa, siamo molto preoccupati per le intenzioni espresse dal Governo in materia di previsione della messa in vendita dei beni confiscati, introdotta con un emendamento nella legge finanziaria al Senato venerdì scorso.
Approfitto della sua presenza per informarla del fatto che, come esponenti del gruppo Partito Democratico, stiamo rendendoci artefici di una proposta bipartisan soppressiva di questo emendamento; ci terrei ad approfittare della sua presenza per sensibilizzare il Governo a tornare sulla decisione presa ed a compiere delle serie valutazioni; noi stiamo incontrando tanta disponibilità anche proprio tra esponenti della maggioranza, non necessariamente legati alle tematiche dell'antimafia, ma siamo completamente consapevoli del fatto che, prevedendo potenzialmente la vendita di beni confiscati, si rischia di andare a fare un vero regalo alle criminalità organizzate.
Infatti, in tutti quei terreni, in tutti quei territori nei quali le mafie, purtroppo, imperano, si corre il rischio di fare sì che i normali cittadini non abbiano il coraggio di andare ad acquistare questi beni che potenzialmente potrebbero venire messi all'asta.
Si rischia da un lato di non conseguire l'obiettivo che il Governo probabilmente persegue, cioè quello di raccogliere risorse e finanziamenti, e, viceversa, si corre il rischio di regalare questi beni alla criminalità organizzata a prezzi scontatissimi.
Per queste ragioni, signor Viceministro, apprezzando l'impegno che lei ha espresso nel suo intervento di riconferma dell'ufficio del commissario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati, ancora una volta desidero sensibilizzarla, in quanto esponente del Governo, a farsi promotore all'interno dello stesso Governo affinché l'articolo introdotto dal Senato la scorsa settimana venga cassato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze all'ordine del giorno.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 11,05).

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta a una mia interrogazione, la n. 3-00136, presentata il 16 settembre 2008, relativa alla richiesta di chiarimenti e informazioni sull'operazione denominata «salvataggio di Alitalia».
Con tale interrogazione sottolineavo, insieme anche ad altri colleghi, le difficoltà che si sarebbero manifestate con quel tipo di operazione circa la diminuzione della concorrenza, ponendosi quell'operazione l'obiettivo della fusione di AirOne con Alitalia, così come circa la diminuzione dei collegamenti aerei.
Ricordo ancora una volta che, tra l'altro, sono stati cancellati collegamenti aerei tra la mia regione e città come Milano e il servizio complessivo di questa nuova compagnia che si è sostituita ad Alitalia certamente continua a presentare delle Pag. 14gravi carenze, con ritardi e cancellazioni di voli, così creando grosse difficoltà ai cittadini ed agli utenti, ma anche alle attività imprenditoriali e personali.
Per queste ragioni, signor Presidente, la prego di rivolgere la mia richiesta di sollecito al Governo per ottenere una risposta.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà per comunicare l'esito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 13,25.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di dicembre 2009 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito, per quanto riguarda l'organizzazione della sessione di bilancio, che la V Commissione concluda i propri lavori nella mattinata di sabato 5 dicembre; il termine per la presentazione degli emendamenti in Assemblea è fissato per le ore 12 di mercoledì 9 dicembre.
Per quanto riguarda l'organizzazione dei lavori parlamentari per il mese di dicembre, nella settimana 30 novembre-5 dicembre si riuniranno le Commissioni. La V Commissione, in particolare, procederà nell'esame dei disegni di legge finanziaria e di bilancio.
Per le settimane successive, il calendario dei lavori dell'Assemblea, predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, è il seguente:

Mercoledì 9 dicembre (ore 9,30 e pomeridiana, con prosecuzione notturna):

Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 2936 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010) e n. 2937 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Approvati dal Senato) (con la relativa nota di variazioni).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2624 ed abbinate - Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri.

Giovedì 10 dicembre (antimeridiana, con votazioni a partire dalle ore 9,30):

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2624 ed abbinate - Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri.

Esame del doc. IV, n. 5 - Domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Cosentino.

Esame di un decreto-legge in materia di personale direttivo della scuola, preannunciato dal Governo (ove presentato alla Camera e concluso dalla Commissione).

Giovedì 10 dicembre (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni):

Esame delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00282, Franceschini ed altri n. 1-00283 e Casini ed altri n. 1-00287 concernenti iniziative volte alla presentazione delle dimissioni da parte del sottosegretario di Stato Nicola Cosentino.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2937 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Approvato dal Senato) (con la relativa nota di variazioni).

Venerdì 11 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di sabato 12 dicembre), martedì 15, mercoledì 16 e giovedì 17 Pag. 15dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e, ove necessario, nei giorni successivi, sino a martedì 22 dicembre) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 2936 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010) (Approvato dal Senato);
n. 2937 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Approvato dal Senato) (con la relativa nota di variazioni).

Esame dei disegni di legge:
S. 1850 - Conversione in legge del decreto-legge 4 novembre 2009, n. 152, recante disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 3 gennaio 2010);
n. 2975 - Conversione in legge del decreto-legge 23 novembre 2009, n. 168, recante disposizioni urgenti in materia di acconti di imposta, nonché di trasferimenti erariali ai comuni (da inviare al Senato - scadenza: 23 gennaio 2010).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 457 ed abbinate - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.

Durante la sessione di bilancio in Aula, non avrà luogo, come da prassi, lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time).

Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo compatibilmente con l'andamento dell'esame in Aula dei documenti di bilancio.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Per quanto riguarda la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 457 ed abbinate, l'organizzazione dei tempi sarà stabilita successivamente, sulla base del testo che verrà licenziato dalla Commissione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,30).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ho seguito il consiglio che lei mi ha dato martedì scorso ed ho predisposto un atto di sindacato ispettivo che presenterò nelle prossime ore riguardante il tema delle manifestazioni di razzismo presenti negli stadi.
Mi consenta però di tornare a sollevare in Aula una questione che ovviamente è agganciata a quel tema, ma che non può non vedermi stigmatizzare di nuovo quanto è accaduto ieri. Premetto, signor Presidente - ma lei questo lo comprende perfettamente, come penso tutti - che non stiamo parlando di una questione sportiva, bensì di una questione di ordine pubblico e...

PRESIDENTE. E di civiltà!

Pag. 16

ROBERTO GIACHETTI. ...di civiltà del nostro Paese, la ringrazio anche per il suggerimento. Come ho denunciato lunedì, anzi martedì, è accaduto che durante una partita di pallone, Juventus-Udinese di domenica scorsa, vi sono stati dei cori razzisti nei confronti di un giocatore dell'Inter, Balotelli, che recitavano tra l'altro: «Se saltelli, muore Balotelli» (e ne proseguivano degli altri).
Qualcuno si è anche spinto a cercare di dire che questi non erano cori razzisti, ma cori imbecilli che vengono fatti negli stadi normalmente. In risposta a questa considerazione, questi, che non possono essere considerati dei tifosi, ma soltanto delle persone sulle quali bisogna porre grande attenzione, hanno certificato chiaramente nel corso della partita di ieri Bordeaux-Juventus (di Champions League), peraltro svoltasi non in Italia, ma all'estero, che, invece, sono cori razzisti, perché a quello si è aggiunto un coro che dice: un negro non può essere italiano.
Signor Presidente, purtroppo è accaduto che il mio auspicio che ci fossero interventi un po' più «hard» su questo tipo di manifestazioni sono caduti nel vuoto. La giustizia sportiva che deve fare il suo corso si è limitata ad una multa, mentre sappiamo che invece ha la possibilità di comminare una serie di pene graduali rispetto alla gravità di quello che viene percepito come un comportamento scorretto da parte della tifoseria. Succederà, e purtroppo lo verificheremo - ne sono sicuro - che la UEFA, che è la giustizia sportiva internazionale, per questi cori, probabilmente darà delle sanzioni più gravi alla società e ai tifosi della società da cui sono partiti questi cori.
Il problema, però, signor Presidente, non è della giustizia sportiva: siccome tra meno di 15 giorni, in uno stadio italiano, nello stadio della squadra dove si sono manifestati questi cori (e va detto che, purtroppo questi cori accompagnano, e perseguitano questo giocatore in tutta Italia, non soltanto a Torino con i tifosi della Juventus) si svolgerà una partita (Juventus-Inter) dove questo ragazzo si troverà a giocare in un contesto così macchiato da fenomeni di razzismo. È vero che la società bianconera ieri ha dichiarato a Sky, per l'ennesima volta, che è contraria ad ogni forma di razzismo. È una considerazione che ci fa molto piacere, probabilmente sarebbe da capire quali sono le iniziative che la società intende adottare, per parte sua, per isolare ed evitare che si ripetano fenomeni di questi tipo che riguardano la società della Juventus come qualunque altra società nella quale i tifosi si macchiano di comportamenti così gravi.
Vorrei sapere - ed è il motivo per cui ho presentato un atto di sindacato ispettivo - qual è l'iniziativa che il Governo attraverso i questori e, quindi, attraverso i funzionari presenti negli stadi, intende adottare affinché siano utilizzate tutte le norme, anche le più pesanti che esistono sulla base delle leggi italiane, varate anche qualche anno fa, per far sì che non vi sia la possibilità che si svolgano manifestazioni razziste dentro gli stadi; norme che arrivano - lo sappiamo - anche fino alla sospensione della partita che si sta svolgendo. Affermo questo preventivamente perché credo che tutti dovremmo essere preoccupati. Ciò non c'entra nulla con lo sport, con le tifoserie, e via dicendo, ma riguarda quello che potrebbe accadere, o già domenica prossima in qualche altro stadio, o magari il 5 dicembre quando si svolgerà la partita Juventus-Inter.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la ringrazio nuovamente per aver sollevato il problema. Mi auguro che l'atto di sindacato ispettivo abbia un corso più accelerato rispetto a quello che normalmente si ha per i nostri atti. Ritengo che la sua denunzia, anche se svolta in un'Aula vuota, possa servire ad alimentare altre ipotesi che non siano solo quelle della giustizia sportiva e che vi sia una presa d'atto anche da parte di chi deve, in alcuni casi, agire nel momento in cui vengono ravvisati estremi di altre situazioni legate non solo e soltanto allo sport, ma anche a profili che attengono al nostro codice penale.

Pag. 17

Affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 25 novembre 2009, il vicepresidente vicario del gruppo parlamentare Unione di Centro ha fatto presente che l'esercizio dei poteri attribuiti al presidente in caso di sua assenza o impedimento, come previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento, è stato affidato al deputato Angelo Compagnon, in sostituzione del deputato Luca Volontè.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 9 dicembre 2009, alle 9,30:

1. - Discussione congiunta dei disegni di legge:
S. 1790 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010) (Approvato dal Senato) (2936).
S. 1791 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Approvato dal Senato) (2937).
Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (2937-bis).

2. - Discussione della proposta di legge (per la discussione sulle linee generali):
REGUZZONI ed altri: Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri (2624-A).
e delle abbinate proposte di legge: MAZZOCCHI ed altri; BELLOTTI; CONTENTO; ANNA TERESA FORMISANO e NUNZIO FRANCESCO TESTA; LULLI ed altri; COTA e SIMONETTI; COSENZA (219-340-426-477-896-1593-2760).
- Relatore: Raisi.

La seduta termina alle 13,35.

Pag. 18

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl n. 2936 - Legge finanziaria
e Ddl n. 2937 - Bilancio di previsione dello Stato

Discussione congiunta sulle linee generali: 12 ore.

Relatori per la maggioranza 50 minuti (complessivamente)
Relatori di minoranza 25 minuti (complessivamente)
Governo 50 minuti
Richiami al Regolamento 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 50 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 50 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 23 minuti
Partito Democratico 2 ore e 28 minuti
Lega Nord Padania 55 minuti
Unione di Centro 50 minuti
Italia dei Valori 44 minuti
Misto: 30 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti

Ddl n. 2937 - Bilancio di previsione dello Stato

Seguito dell'esame: 15 ore.

Relatore per la maggioranza 50 minuti
Relatori di minoranza 30 minuti (complessivamente)
Governo 50 minuti
Richiami al Regolamento 15 minuti
Tempi tecnici 3 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 47 minuti (con il limite massimo di 17 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 48 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 8 minuti
Partito Democratico 2 ore e 12 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 6 minuti
Unione di Centro 56 minuti
Italia dei Valori 51 minuti
Misto: 35 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 17 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 6 minuti
Pag. 19

Ddl n. 2936 - Legge finanziaria

Seguito dell'esame: 35 ore.

Relatore per la maggioranza 1 ora e 30 minuti
Relatori di minoranza 1 ora (complessivamente)
Governo 1 ora e 30 minuti
Richiami al Regolamento 30 minuti
Tempi tecnici 5 ore
Interventi a titolo personale 4 ore e 47 minuti (con il limite massimo di 47 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 20 ore e 43 minuti
Popolo della Libertà 5 ore e 41 minuti
Partito Democratico 5 ore e 51 minuti
Lega Nord Padania 2 ore e 56 minuti
Unione di Centro 2 ore e 27 minuti
Italia dei Valori 2 ore e 13 minuti
Misto: 1 ora e 35 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 44 minuti
Liberal Democratici - MAIE 17 minuti
Minoranze linguistiche 17 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 17 minuti
Pag. 20

Nota di variazioni

Tempo complessivo: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 23 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 42 minuti
Popolo della Libertà 27 minuti
Partito Democratico 29 minuti
Lega Nord Padania 14 minuti
Unione di Centro 12 minuti
Italia dei Valori 10 minuti
Misto: 10 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

Pdl n. 2624 e abb. - Commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri

Tempo complessivo 10 ore, di cui:

  • discussione generale: 5 ore;
  • seguito dell'esame: 5 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   25 minuti
Interventi a titolo personale 45 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 44 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 35 minuti 3 ore e 11 minuti
Popolo della Libertà 46 minuti 57 minuti
Partito Democratico 42 minuti 48 minuti
Lega Nord Padania 34 minuti 27 minuti
Unione di Centro 32 minuti 23 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 21 minuti
Misto: 30 minuti 15 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti 3 minuti
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Doc. IV, n. 5 - Domanda di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Cosentino

Tempo complessivo: 3 ore (*).

Relatore per la maggioranza 15 minuti
Relatori di minoranza 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 28 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora 57 minuti
Popolo della Libertà 35 minuti
Partito Democratico 30 minuti
Lega Nord Padania 16 minuti
Unione di Centro 14 minuti
Italia dei Valori 13 minuti
Misto: 9 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 3 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.

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Mozione n. 1-00282 e abb. - Iniziative volte alla presentazione di dimissioni da parte del sottosegretario Nicola Cosentino

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 18 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 6 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.