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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 241 di giovedì 29 ottobre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,30.

DONATO LAMORTE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Carlucci, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Lo Monte, Mantovano, Martini, Melchiorre, Meloni, Menia, Milanato, Molgora, Pescante, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Tremonti, Urso, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di ieri, mercoledì 28 ottobre 2009, la XI Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: FEDI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri» (A.C. 717).

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative di competenza nei confronti di CAI - Compagnia aerea italiana al fine di rendere il servizio di trasporto aereo più efficiente in termini di sicurezza e operatività - n. 2-00519)

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00519, concernente iniziative di competenza nei confronti di CAI - Compagnia aerea italiana al fine di rendere il servizio di trasporto aereo più efficiente in termini di sicurezza e operatività (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture ed i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Pag. 2Signor Presidente, caro onorevole Compagnon, le problematiche sollevate riguardano la situazione iniziale della nuova Compagnia aerea italiana, che è stata resa particolarmente difficile in ragione della crisi globale che ha investito in modo pesante tutto il comparto dell'aviazione civile. Tuttavia, e nonostante il perdurare della grave congiuntura generale, appare oggi possibile non soltanto intravedere, ma anche verificare un momento di superamento delle difficoltà incontrate.
È notizia di oggi che nell'ultimo trimestre si potrà configurare il pareggio dei conti di Alitalia-CAI portando infine a compimento il risanamento della società. In tale contesto la conferma della ripresa è attestata dalla concretizzazione dell'alleanza non solo con Air France e KLM, ma anche con la Delta Airlines, e permetterà già entro il primo semestre del 2010 un'integrazione della rete in un quadro globale.
Questi risultati confermano la validità della scelta operata dal Governo di puntare sul rilancio della ex compagnia di bandiera e di assegnare tale compito alla nuova CAI. In effetti la concorrenza dei treni ad alta velocità e delle compagnie low cost è sicuramente uno stimolo di sostanziale interesse, anche se è da sottolineare la non completa omogeneità dei segmenti di mercato, che ancora potrà trovare una risposta nella diversità dei prodotti e quindi nella complementarietà, e non solo nella concorrenza tra diverse modalità di trasporto.
Si tratta di una nuova vita di Alitalia, che da martedì ha anche una nuova collocazione nel principale hub aeroportuale di Fiumicino a Roma. Difatti dal 25 ottobre, con l'entrata in vigore dell'orario invernale, Alitalia dispone di un terminal dedicato (Terminal 1), caratterizzato da una nuova segnaletica di forte impatto e riconoscibilità. Al Terminal 1 dell'aeroporto Leonardo da Vinci vengono ora effettuate le operazioni di accettazione per tutti i voli di Alitalia verso le destinazioni nazionali e quelle europee appartenenti all'area Schengen, oltre ai voli per la Francia e l'Olanda effettuati in code share dai partner Air France e KLM. Le operazioni di check-in per voli di Alitalia verso destinazioni al di fuori dell'area Schengen continueranno ad essere effettuate presso il Terminal 3.
Allo stesso tempo è stato avviato anche nuovo servizio dedicato agli utenti della rotta Roma-Milano e Milano-Roma, con banchi check-in e varchi fast-track per i controlli di sicurezza dedicati, gate di imbarco personalizzati, incremento nell'utilizzo dei finger e una flotta dedicata di Airbus A320 di ultima generazione.
In questa prospettiva, anche i provvedimenti attualmente allo studio concernenti i diritti aeroportuali sono rivolti ad un miglioramento delle infrastrutture, favorendo i necessari investimenti, permettendo ulteriori miglioramenti del servizio all'utenza, in ciò integrati da nuove tecnologie funzionali ad una utilizzazione più rapida delle procedure di imbarco.
In buona sostanza, le scelte delineate consentono di migliorare i servizi resi alla clientela favorendo un orientamento più sereno dei passeggeri che, nell'ambito delle proprie facoltà discrezionali di scelta, potranno meglio usufruire dei servizi della Compagnia aerea italiana, orientata decisamente al pieno recupero degli standard europei, anche in termini di regolarità e puntualità dei collegamenti.
Per quanto riguarda i rilievi sulla sicurezza, si evidenzia che l'ENAC, in qualità di Autorità dell'aviazione civile, è incaricata di operare verifiche e controlli sull'intero sistema al fine di garantire la sicurezza dei voli e dei passeggeri, nonché il rispetto da parte dei soggetti coinvolti del complesso normativo e degli standard di qualità del servizio prestato agli utenti.
Ciò premesso, si sottolinea, come peraltro più volte precisato, che i disservizi e le disfunzioni rilevate dall'ente ed ascritti alla responsabilità della compagnia CAI non hanno mai compromesso la sicurezza dei voli e dei passeggeri. Nello specifico, tra i vari malfunzionamenti o anomalie riportate, l'interpellante onorevole Compagnon, fa riferimento anche alla già chiarita vicenda della presunta certificazione di aeronavigabilità scaduta di un Pag. 3aeromobile. Questa notizia, riportata dalla stampa, è stata già confutata in precedenti risposte ad atti ispettivi riportanti medesime questioni.
Nello specifico, si è infatti chiarito che si è trattato di un mero disguido provocato dal sistema informatico che gestisce l'archivio delle registrazioni delle certificazioni e che il rinnovo del certificato di aeronavigabilità del velivolo di cui si parla è avvenuto nel rispetto dei tempi canonici.
Circa le iniziative intraprese per svolgere una più rigorosa ed incisiva azione di sorveglianza nei confronti della CAI, ricordo all'onorevole Compagnon che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha provveduto a trasmettere una direttiva ad ENAC già in data 23 giugno 2009.
Nella suddetta direttiva il Ministro Matteoli, sulla base del contratto di programma Stato-ENAC e dell'atto di indirizzo del Ministro dei Trasporti del 17 giugno 2006, ha invitato l'ENAC ad effettuare specifiche attività ispettive di vigilanza e di controllo negli aeroporti, al fine di venire incontro alle esigenze degli utenti e di mantenere un elevato ed uniforme livello di sicurezza.
L'attività di CAI è pertanto costantemente monitorata dall'ENAC; come è noto, dall'inizio di maggio l'ENAC ha instaurato un tavolo tecnico di monitoraggio della puntualità e regolarità dei voli di Alitalia-AirOne che si riunisce settimanalmente per esaminare i dati su ritardi, cancellazioni e inconvenienti tecnici che procurano disagi ai passeggeri.
Inoltre, in occasione del periodo estivo 2009, lo scorso giugno è stato instaurato un comitato di monitoraggio sui disservizi relativi alla puntualità dei voli, alla loro regolarità e all'attività di assistenza a terra (restituzione bagagli).
A seguito di tali controlli sono state rilevate anomalie per le quali l'ENAC ha puntualmente applicato le disposizioni previste dal nuovo codice della navigazione e dal regolamento CE/261/2004, comminando le relative sanzioni a quegli operatori che hanno mostrato carenze ed inefficienze nell'erogazione del servizio.
In più, si aggiunge che in data 16 settembre 2009, presso la direzione generale dell'ENAC, si sono svolte una serie di riunioni tecniche ed istituzionali in merito ai disservizi verificatisi quest'estate nell'aeroporto di Roma Fiumicino, ed alle misure e strategie da adottare per risolvere le criticità registrate. All'esito di queste riunioni i vertici ENAC hanno indicato la data dell'8 dicembre come il termine entro cui sarà valutata l'efficacia delle azioni poste in essere dagli operatori aeroportuali, con l'intento di riconsiderare gli interventi per minimizzare i disservizi durante il periodo natalizio.
In particolare, si ritiene che l'entrata in vigore del nuovo sistema di lettura ottica dei bagagli (BRS) consentirà di assicurare il monitoraggio e la tracciatura in tempo reale del processo di caricamento e riconsegna bagagli, garantendo una notevole riduzione dei tempi per l'eventuale ricerca del bagaglio da ricongiungere al passeggero.
Con riferimento ai dati di puntualità e regolarità relativi all'intera rete, dal mese di maggio la percentuale dei voli operati si attesta al 99,5 per cento rispetto a quelli programmati, con una puntualità dei voli in arrivo entro i 15 minuti in sensibile miglioramento: si è passati dal 74,1 per cento ad agosto, al 78,2 per cento a settembre, all'80,1 per cento nel periodo dall'1 al 18 ottobre.
Inoltre, voglio rammentare l'impegno che è stato portato avanti per reistituire e riprendere il collegamento Trieste-Milano e, per quanto riguarda la funzionalità presso l'aeroporto di Trieste, così caro all'onorevole interpellante, voglio rammentare che con molta onestà il presidente Colaninno, nell'incontro di martedì scorso all'inaugurazione del Terminal 1 a Fiumicino, ha rilevato che rimane ancora il problema di Trieste, ma che la Compagnia lo sta trattando.
Per quanto ci riguarda, siamo disponibili, se l'onorevole interpellante lo ritiene, ad organizzare un incontro presso il Ministero con CAI e con l'ENAC per quanto riguarda la funzionalità dell'aeroporto di Trieste.

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PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ho rinunciato all'illustrazione, perché evidentemente l'interpellanza urgente in esame si illustra molto bene, con puntualizzazioni frutto di una conoscenza diretta delle motivazioni per le quali ho presentato tale interpellanza urgente insieme agli altri colleghi del mio gruppo.
È vero quello che dice il sottosegretario - che ringrazio per la sua risposta e che tra l'altro conosco molto bene, perché in Commissione trasporti abbiamo modo spesso di confrontarci, e conosco anche la sua disponibilità e la sua conoscenza del settore - cioè il fatto che mi sta a cuore l'aeroporto di Trieste, perché evidentemente è l'aeroporto del quale mi servo, ma la mia interpellanza urgente va oltre. Infatti essa è scaturita dopo una serie di fatti e di situazioni che sono stati ovviamente di mia diretta conoscenza e che mi hanno portato a presentare l'interpellanza urgente in esame.
Evidentemente dalla risposta del sottosegretario si evince un quadro quasi perfetto, che fa il paio anche con le ultime dichiarazioni di questi giorni, però voglio precisare che comunque la mia interpellanza non è frutto di un ragionamento o di un riscontro di fatti che non funzionavano tempo addietro, ma della scorsa settimana. La risposta del sottosegretario fa il paio con quanto si è letto in questi ultimi giorni sui giornali, ad esempio le dichiarazioni del sottosegretario Letta, che afferma che il bilancio è positivo, e ringrazia di cuore chi questa sfida l'ha raccolta ed ha saputo portarla avanti; oppure con le dichiarazioni dello stesso Ministro Matteoli, che il giorno dell'inaugurazione del Terminal 1 ha detto: oggi è un giorno di festa, in questi nove mesi Alitalia ha fatto passi da gigante; oppure le stesse dichiarazioni del presidente Colaninno, secondo il quale ormai il rilancio di Alitalia è una missione compiuta.
Voglio fare una premessa ben precisa (ho avuto modo già di dirlo al presidente Colaninno e all'amministratore delegato Sabelli quando sono venuti in Commissione, e lo dico perché ne sono convinto): in quest'Aula abbiamo fatto una battaglia convinta contro il metodo con il quale siamo arrivati alla CAI, contro i fondi secondo noi buttati via, i 300 milioni che potevano essere spalmati sulle grandi difficoltà del nostro Paese e che sono finiti del nella cloaca della vecchia Alitalia. Abbiamo fatto una battaglia politica contro questa maggioranza e questo Governo perché ritenevamo, nell'interesse del trasporto aereo nazionale, che quella non fosse la strada giusta.
Ferma restando dunque la nostra perplessità su quelle azioni - alla fine, ritornerò anche sulla questione degli azionisti e degli obbligazionisti che sono, comunque, italiani -, abbiamo tutto l'interesse che la CAI funzioni. Siamo qui, io in prima persona, anche come membro della Commissione trasporti, a cercare di fare il massimo affinché si possa dire tutti assieme che veramente CAI funziona, che il servizio del trasporto aereo funziona, che il costo è concorrenziale e che, quindi, il servizio va bene per il Paese.
Voglio che questo si sappia e che rimanga agli atti, perché non si pensi che l'interpellanza urgente in oggetto o che i miei interventi siano soltanto contrari o prevenuti, anzi tutt'altro. Vorrei distinguere anche la diversità di valutazione: una è la valutazione politica rispetto al percorso che ha seguito in quest'Aula il rinnovo della compagnia (al termine di quella precedente), l'altra riguarda le necessità dei privati che hanno investito. Ho già detto in precedenza che non ero molto convinto del modo, ma un privato che investe deve anche ottenere i propri risultati: se le cose vanno meglio per i soci, deve andare meglio anche il servizio. Non devono andare bene solo le cose dei soci e andare male il servizio.
Pertanto, quando sento dire, come ho sentito dire in Commissione, soprattutto, da parte dei due responsabili, che tutto va bene - e volendo ostentare che tutto va bene - mi chiedo di quale compagnia stiamo parlando. Oppure stiamo parlando solo delle due tratte che funzionano Roma-Milano? Pag. 5Certo che alcune cose funzionano, ci mancherebbe altro. Tuttavia vorrei fare un excursus molto veloce dei fatti che sono a mia conoscenza.
Mi fa piacere che la parte finale dell'intervento del sottosegretario abbia ripreso un dato che a me sta a cuore, cioè la possibilità di ripristinare il volo fra Trieste e Milano, che per il nord-est e, in modo particolare, per il Friuli-Venezia Giulia è fondamentale, rappresentando una porta aperta verso l'Europa dell'est. Tuttavia, vorrei anche sottolineare che nelle trattative che si sono svolte, con la pressione anche dei responsabili della regione, la società CAI ha affermato di poter ripristinare tale volo, a condizione che anche la regione intervenga con 3 milioni di euro (sono dati di fatto certi, usciti già sulla stampa). Evidentemente, si parla di restringere i bilanci pubblici, perché vi è una situazione economica di crisi, mentre poi vediamo che si possono compiere alcune scelte nella misura in cui il pubblico continua ad intervenire con i propri fondi. Questo elemento non gioca a favore delle dichiarazioni che possono fare i responsabili della CAI.
Anche la scorsa settimana - credo giovedì - è accaduto un fatto increscioso nel suo complesso, al di là dei ritardi (due ore), che, nello stesso giorno, hanno messo in discussione non solo il volo Roma-Trieste, ma tanti altri voli nazionali ed internazionali, che ora per correttezza e per brevità di tempo non elencherò. Comunque, mi sono documentato e la vicenda è stata riportata anche da tutti i giornali, a dimostrazione che le cose non funzionano.
Mi riferisco, ad esempio, ai rapporti con gli addetti ai lavori, che trattano le persone facendole stare in piedi per un'ora, un'ora e mezza, senza dare una risposta e senza nemmeno considerare che alcuni passeggeri chiedevano la presenza di un responsabile vero che spiegasse le motivazioni di quei ritardi. Infatti, possono verificarsi dei ritardi, possono esservi dei guasti tecnici, ma basta dire le cose come stanno e spiegare, ad esempio, che si sarebbe partiti dopo due ore.
Invece, sono state date delle risposte inconsistenti: si è parlato di un guasto tecnico di mezz'ora o un'ora, poi si è detto di andare su un altro aereo, sul quale, poi, si è verificato un altro guasto tecnico; si è detto che non si viaggiava più con il finger, ma con il bus. Tutte queste notizie frammentarie mettono in ansia evidentemente chi è pronto a partire, perché non funziona niente. Vi è, poi, una «chicca». È stato detto: signori, non sappiamo più cosa dirvi, andate a prendervi uno snack al bar.
Possono sembrare piccolezze, ma sono fatti che, indubbiamente, fanno irritare le persone che devono viaggiare, soprattutto in questo periodo, per il loro lavoro.
Da tutto questo è scaturita una serie di approfondimenti immediati, in giornata, rispetto al funzionamento, e devo dire che non abbiamo riscontrato questa percentuale del 90 per cento di regolarità e di puntualità.
È chiaro che la gestione CAI è una cosa e la politica che ha scelto questa strada è un'altra, ma torniamo anche a tutto quel percorso che ha visto pagare pesantemente di tasca propria gli azionisti di Alitalia, liquidati con solo 0,27 euro di valore nominale, oppure gli obbligazionisti che hanno perso più del 30 per cento dei loro investimenti e vengono risarciti solo con titoli di Stato a scadenza 2012. È evidente che tutto questo passa anche attraverso gli enti di controllo e ci si ricorda di chiedersi cosa questi ne dicano: penso all'ENAC e all'ANACNA, che abbiamo audito recentemente in Commissione.
È vero, non tocchiamo il problema della sicurezza. Il sottosegretario Giachino ha affermato che la sicurezza dei passeggeri non è mai stata compromessa e io spero, anzi, sono convinto che sia così; però, quando si vede che ci sono tantissime cose che non funzionano, qualche dubbio sorge.
Io mi sono permesso soltanto di sottolineare che vorrei verificare se la non funzionalità nella gestione, nella puntualità e in tutto ciò che ho ricordato (e ho raccontato solo una parte dei fatti di mia conoscenza, non riportati da altri) faccia il paio con la sicurezza. Pag. 6
Dopo aver sentito che un aereo ha un guasto tecnico e contemporaneamente anche un secondo, dopo aver ascoltato i piloti precari, che, a loro volta, devono comunque prendere servizio, rileviamo degli aspetti molto delicati che andrebbero rivisti. Io non ho detto che dobbiamo andare in guerra, ma ho affermato che dobbiamo approfondire, vedere e parlare e ho ricevuto delle risposte che non mi sono piaciute.
Senza parlare, poi, dei rapporti che si cerca di costruire in termini positivi e che invece tali non sono. Come dicevo poc'anzi, è di ieri l'altro l'incontro in Commissione trasporti con l'ENAC e l'ANACNA. Soprattutto i rappresentanti della seconda associazione hanno posto qualche dubbio sulla sicurezza. Lo hanno fatto loro, non io; io li ho solo ascoltati, insieme agli altri componenti della Commissione. I rappresentanti dell'ENAC hanno dichiarato che, effettivamente, nel 2008 c'è stato un calo grandissimo di passeggeri e nel 2009 il trend è negativo; forse soltanto a metà del 2010 ci sarà un trend positivo.
Tutti questi dati che passano attraverso l'aumento delle tariffe da un euro a tre euro, che chiaramente aiutano a dare risposte infrastrutturali, ma che alla fine ricadranno sempre sugli utenti, oppure l'ostentazione di slot che vengono mantenuti coperti anche quando si potrebbero aprire ad altre compagnie per creare una concorrenza utile al passeggero e all'utente, sono tutti aspetti che mi preoccupano, al di là di quello che viene scritto sui giornali in questi giorni e di ciò che ha affermato il sottosegretario Giachino, di cui non posso dubitare per la serietà dello stesso sottosegretario.
Però, evidentemente, non posso neanche non ricordare quanto altri soggetti ci comunicano attraverso e-mail, telefonate o incontri; si tratta di azionisti e obbligazionisti, passeggeri, utenti molto arrabbiati, piloti che non possono parlare molto perché la situazione di precariato anche in quel settore è notevole.
È ovvio, pertanto, che alla fine mi chieda in che modo il Governo e questa maggioranza - ma il Governo in modo particolare - possono, una volta per tutte, considerare questo aspetto senza farlo diventare un fiore all'occhiello o una grande vittoria.
È un passaggio che ha creato, secondo me, con la scelta politica, dei danni. Abbiamo buttato via dei soldi, ma adesso che ormai questo è stato fatto e non si può tornare indietro, cerchiamo di dire come stanno le cose, di individuare dove ci sono veramente delle carenze e di capire in che modo e in quali tempi tali carenze possono essere riportate alla normalità.
Voglio leggere a quest'Assemblea, anche se ci sono solo io, ma rimane agli atti, un'agenzia di stampa che è uscita quella sera: «Alitalia vertici, mandato ai legali contro l'onorevole Compagnon. Il presidente dell'Alitalia Roberto Colaninno e l'amministratore delegato Roberto Sabelli hanno dato mandato ai propri legali di tutelare la propria immagine e quella della Compagnia aerea a fronte delle dichiarazioni totalmente infondate e gravemente lesive rilasciate oggi dall'onorevole Compagnon».
Ecco, su questo voglio svolgere due osservazioni. Le mie dichiarazioni forse sono state anche un po' pesanti, signor sottosegretario, ma erano il frutto di una conoscenza diretta in quel momento di una situazione che non era solo quella riferita ad un volo, ma atteneva ad un comportamento nei confronti degli italiani che sono persone pazienti, che sopportano. Credo, infatti, che in altri posti quello che succede ogni tanto, o forse troppo spesso, negli aeroporti italiani non lo sopporterebbero. E la mia è stata una reazione con una dichiarazione a mezzo stampa molto circostanziata.
Allora mi sento di dare un consiglio al presidente e all'amministratore delegato: risparmino i soldi dei legali e li mettano a servizio del miglioramento della società.
Tuttavia, quello che mi dispiace di più è che, a fronte di una dichiarazione, ancorché forte, ma non prevenuta, che denuncia una situazione che è visibile, si abbia una reazione di questo tipo. Tale Pag. 7reazione, secondo me, è pericolosa perché significa che qualcuno ha la coda di paglia.
Voglio ricordare - mi avvio a concludere, signor Presidente - che in un'audizione con i responsabili CAI - prima il sottosegretario ha detto che l'ultima trimestrale dovrebbe portare i conti in pari, e ne sono contento - il presidente ha affermato che l'ultima semestrale è molto negativa, però i soci sono molto contenti di come vanno le cose.
A parte il fatto che non ho mai visto dei soci contenti sulle semestrali negative, ma è un dato del quale prendo atto, il presidente - poiché ovviamente nel dibattito in Commissione si chiedevano informazioni in maniera più diretta, diversamente da quello che accade in Aula - ha anche affermato testualmente: sento un qualcosa nell'ombelico che mi fa sperare bene.
Allora dico al presidente Colaninno che spero che questo qualcosa serva a migliorare la sua posizione, ma anche quella degli utenti: se lui vede la compagnia in una prospettiva funzionante e in grado di guadagnare, cosa che io auspico perché è giusto, deve essere un guadagno, una positività, un risultato utile che vada a beneficio di tutti, utenza compresa, sicurezza compresa, puntualità compresa e quant'altro. Ecco le motivazioni per le quali ho presentato questa interpellanza urgente.
Mi rivolgo, infine, al sottosegretario. La proposta di un incontro al Ministero è una proposta che lei ha dimostrato già più volte essere seria, equilibrata e che può mettere le cose come stanno sul tavolo in via definitiva.
Io sono ben disponibile ad un incontro di questo tipo purché ci si renda conto che dichiarare politicamente una certa situazione, o denunciare politicamente una certa situazione, non è contro qualcuno, come ho detto prima, e le reazioni che ci sono state non sono reazioni di persone che vogliono sedersi ad un tavolo.
Se lei è in grado di fare questo, signor sottosegretario, io accetto ben volentieri un incontro con i responsabili, e non lo faccio per me, né mi preoccupo del fatto che abbiano dato mandato ai legali, lo faccio solo perché sono convinto che solo seriamente e tutti insieme, dicendo le cose come stanno, possiamo anche fare un passo in avanti.
So che non è semplice e non è facile dare risposte. Non era facile partire da un'Alitalia fallimentare; non è facile dare risposte ai cassintegrati rimandati in cassa integrazione; non è facile dare risposte ai precari che sono lì, zitti, pur di avere la possibilità di continuare a lavorare.
Tutto questo va inserito nel contesto di una crisi economica internazionale della quale non si può incolpare questo Governo e ciò a dimostrazione della più ampia valutazione che facciamo su queste cose e che richiede responsabilità. Non si può vendere fumo, non si può dire che le cose vanno bene quando non vanno bene, non si possono fare promesse che non si possono mantenere.
Il mio pensiero va oltre CAI, si rivolge al Governo e proprio agli obbligazionisti e agli azionisti di Alitalia che, come tanti altri, stanno pagando. Le mail che ci arrivano ci dicono di denunciare Berlusconi e il Governo, perché i mittenti lo hanno già fatto. Dunque, noi siamo qui a denunciare politicamente in quest'Aula e ad impegnarci anche fuori affinché una volta per tutte si possano dare risposte serie e vere a tutte quelle persone che, attraverso anche momenti difficili come questo, ci hanno rimesso molto.
Questo è il senso dell'interpellanza urgente presentata e la mia disponibilità a continuare ad impegnarmi fino in fondo affinché si possa arrivare ai risultati che tutti noi auspichiamo.

(Iniziative di competenza del Ministro dello sviluppo economico in ordine alla possibilità di fruire della trasmissione in bassa frequenza di programmi RAI da parte del Presidente del Consiglio dei ministri - n. 2-00516)

PRESIDENTE. L'onorevole Zaccaria ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00516, concernente iniziative di competenza del Ministro dello sviluppo economico Pag. 8in ordine alla possibilità di fruire della trasmissione in bassa frequenza di programmi RAI da parte del Presidente del Consiglio dei ministri (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, utilizzerò poco tempo e nella replica sarò brevissimo, in quanto immagino che ciò sarà consentito dalla risposta del Viceministro Romani.
Parlerò di un fatto che, signor Presidente, l'ha vista involontaria protagonista, quindi tratterò la sua persona con tutto il garbo possibile. Anzi, mi interessa soprattutto osservare, alla luce anche dei fatti intervenuti successivamente, una sorta di prassi. Noi, infatti, eravamo abituati a pensare che il Presidente del Consiglio, ora e in precedenza, intervenisse nei programmi televisivi in via del tutto eccezionale, ed era una cosa consolidata. Nell'epoca più recente, noi assistiamo ad una ripetizione di questi comportamenti sia nelle televisioni private, sia in quelle pubbliche.
Da questo punto di vista, tale elemento mi ha portato anche a riflettere - mi rivolgo al Viceministro Romani che ha una particolare competenza nel settore televisivo anche per le sue precedenti esperienze professionali - su quali siano le regole in questa materia.
Naturalmente la domanda rimane quella che ho rivolto nell'interpellanza; ma proprio per trovare queste regole sono andato a rivedere alcuni istituti che sembravano molto desueti e quasi abbandonati.
Nel Testo unico, come lei sa, c'è una norma che prevede i messaggi di utilità sociale del Governo e ho escluso subito che questi interventi potessero configurarsi come tali. Naturalmente, potevano essere addirittura pensati come comunicati degli organi costituzionali. Lei sa, signor viceministro, che nella legge di riforma del 1975 era prevista, all'articolo 22, proprio questa facoltà di fare comunicati che era configurata come una sorta di diritto d'accesso del Governo alla televisione pubblica. Oggi ciò fa un po' sorridere, ma questa norma c'è ancora nell'attuale Testo unico.
Qui, invece, siamo di fronte ad una tecnica molto diversa. Dico tecnica perché il contenuto dell'interpellanza rivolta al Ministro per lo sviluppo economico non ha per oggetto naturalmente i contenuti - mi guarderò bene dal toccare i temi che riguardano i contenuti e che sono di competenza della Commissione bicamerale - però a volte gli strumenti non sono secondari e indifferenti.
Naturalmente, infatti, tutti percepiscono - almeno noi che in qualche modo abbiamo affrontato questi problemi - che è diverso intervenire in un programma in diretta. Teoricamente lo potrebbe fare qualsiasi cittadino, che interviene in un programma in diretta perché coglie in esso qualcosa che lo tocca particolarmente. È inutile dire che qualsiasi cittadino che volesse intervenire in un programma in diretta sarebbe probabilmente respinto al mittente, perché è un po' difficile. Però, naturalmente, qui parliamo del Presidente del Consiglio, quindi è molto difficile che sia respinto al mittente e mi pare giusto che possa avere spazio, ove decida di intervenire.
Tuttavia, il problema è un altro: quando l'intervento è in diretta, si può capire, c'è una sorta di sorpresa, gli stessi curatori non sanno che questo avviene. Quindi, naturalmente tutto (Commenti del Viceministro dello sviluppo economico Paolo Romani). .. Non cambio la domanda è la stessa ed è motivata. Parlerò molto meno...

PAOLO ROMANI, Viceministro dello sviluppo economico. Non ti posso rispondere, Roberto.

ROBERTO ZACCARIA. Non c'è il problema di rispondere. Voglio spiegare che, se si tratta di un programma registrato, si capisce subito che un cittadino normale non può neanche fare il tentativo di intervenire, perché non sa quando viene registrato. Ai tempi del direttore generale Bernabei, i programmi erano tutti registrati, perché la registrazione consentiva di Pag. 9fare il controllo, quindi prima di mandarlo in onda il programma era in qualche modo visto preventivamente. La mia domanda è quella contenuta nella parte finale dell'interpellanza. L'ho dovuta soltanto arricchire di questi fatti per capire, visto che non è un fatto isolato ma una prassi, come dobbiamo inquadrarla dal punto di vista delle regole costituzionali e delle regole normali.
La mia domanda è questa: in un programma registrato, un soggetto normale non può intervenire, dunque ciò vuol dire che sostanzialmente qui c'è una cosa preparata, ma non solo con l'accordo dei responsabili. Voglio dire che, quando uno interviene, è diverso se interviene al telefono o avendo di fronte un monitor che gli rappresenta quella scena.
Voglio essere tranquillizzato su questo: se il Presidente del Consiglio dispone per i suoi interventi, che diventano sempre più frequenti, di un sistema di bassa frequenza, di cui naturalmente nessun altro cittadino della Repubblica italiana, al di fuori di quelli che lavorano in RAI, può disporre (chi lavora e i produttori possono disporre della bassa frequenza, che una volta si utilizzava per vedere le partite di calcio).
Questa non è secondaria come domanda. Infatti, se la Presidenza del Consiglio o il Presidente del Consiglio avesse, nella sua residenza ufficiale o nelle sue residenze private, un sistema di bassa frequenza, questo vorrebbe dire che il Governo dispone di meccanismi di controllo non solo delle trasmissioni in cui il Presidente interviene, ma potenzialmente di tutte le altre trasmissioni che siano registrate. Ritengo che questo sia in contrasto con lo spirito e con le regole del contratto di servizio. Per questo motivo, ho presentato questa interpellanza urgente.

PRESIDENTE. Il Viceministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ROMANI, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, l'onorevole Zaccaria ha allargato gli argomenti della sua interpellanza. Devo dire che faccio fatica a non rispondere, ma mi pare che il Regolamento della Camera non mi consenta di farlo. Quindi, mi limiterò alla domanda contenuta nella sua interpellanza, che egli ha meglio descritto nella parte finale del suo intervento.
Rispondo, quindi, all'interpellanza sulla base delle informazioni acquisite presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e presso la RAI, rilevando comunque che questa questione non rientra nella specifica competenza del Governo.
In base a tali informazioni, risulta inequivocabilmente che il Presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, non abbia avuto modo di vedere in bassa frequenza e in diretta la puntata della trasmissione Porta a Porta il 7 ottobre 2009, registrata alle ore 20,45 circa e trasmessa in differita in seconda serata, e che non sia intercorso alcun accordo preventivo tra la redazione del programma e l'onorevole Berlusconi per concordare una sua telefonata nel corso della trasmissione.
Quanto all'annuncio dell'intervento telefonico sul rullo in «sottopancia», reiterato più volte durante la trasmissione e citato come elemento atto a configurare la conoscenza in anticipo di un successivo intervento telefonico, appare evidente come, trattandosi di programmi in differita, vi sia stata la possibilità da parte della regia di inserire tale avviso successivamente, nel momento della sua effettiva messa in onda.
Le valutazioni su consuetudini, presenze, affermazioni, reazioni, percezioni facili o difficili riferibili agli ospiti in studio sono frutto di mere considerazioni personali dell'interpellante. In ogni caso, e non è questo il caso, la visione o meno di programmi in bassa frequenza non è comunque materia tale da giustificare un intervento del Ministero ai sensi del contratto di servizio in ordine alla verifica del rispetto degli obblighi di servizio pubblico da parte della RAI.

PRESIDENTE. L'onorevole Zaccaria ha facoltà di replicare.

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ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, voglio precisare al viceministro che ho allargato le motivazioni perché il contesto è cambiato, ma il quesito era quello a cui lei ha risposto e rispetto al quale devo dire - non so se questa sia una forma rituale - che sono contemporaneamente soddisfatto e insoddisfatto.
Sono soddisfatto della considerazione che emerge dalle sue parole sul fatto che non esista la possibilità di vedere programmi a bassa frequenza, a vostra notizia. Sul discorso riduttivo della competenza mi permetto di fare una sola semplice battuta, signor viceministro: è un po' singolare che, dopo la vicenda Annozero, tanto per intenderci, poi ridimensionata, il Ministro convochi i vertici della RAI, rivendicando delle competenze, poi circoscritte successivamente all'applicazione degli obblighi di servizio pubblico, e, di fronte a una questione che riguarda gli strumenti sul delicatissimo rapporto tra televisione e Governo, vi sia un atteggiamento di lavarsi le mani, dicendo: ci siamo informati, come poteva fare anche lei, telefonando alla televisione pubblica.
Credo che chi ha il compito di fare un contratto di servizio debba, da un lato, prevedere alcune ipotesi, obblighi e facoltà, dall'altro, poterle escludere. Lei me le ha, sostanzialmente, indirettamente quasi escluse. Devo dire che il Governo, interpellato su questo punto, afferma che, sostanzialmente, non esiste presso la Presidenza del Consiglio o presso abitazioni private del Presidente del Consiglio - sono numerose, ma diciamo, comunque, presso alcune - un sistema che consenta la visione dei programmi in bassa frequenza.
Però, sono insoddisfatto quando lei mi dice che la registrazione è iniziata alle 20,45 e il Presidente ha telefonato come potrebbe fare un qualsiasi cittadino. Devo dire che qui siamo in presenza di Guglielmo Tell, perché ha beccato proprio il momento miracoloso in cui il suo intervento poteva avere un senso. Se telefonasse, infatti, Roberto Zaccaria, siccome so che spesso Porta a Porta viene registrata alle 18, telefono alle 18 e parlo con usciere. Bisogna intendersi: lui ha telefonato perché qualcuno gli ha detto che in quel momento beccava la trasmissione.
È inutile che lei mi neghi l'accordo con i responsabili, perché questo è evidentissimo: vi è stato l'accordo e, soprattutto, questo accordo non è stato comunicato agli invitati in studio, almeno non a tutti. Questo è un elemento che mi lascia profondamente insoddisfatto, perché vuol dire sostanzialmente che il Presidente del Consiglio è un soggetto molto fortunato, che, sapendo di una registrazione, chiama e, per caso, trova il momento opportuno.
Questo elemento è di profonda insoddisfazione. Non vi sarà la bassa frequenza - devo prendere atto della risposta che il Governo mi dà - ma certamente la risposta non è soddisfacente, perché vuol dire che è ancora inspiegabile, è un mistero, uno dei misteri, piccoli, italiani, come il Presidente possa accedere alla televisione pubblica. Egli vi accede, gli altri soggetti della Repubblica no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative in relazione alla trattativa riguardante la vendita del cosiddetto archivio Vasari - n. 2-00520)

PRESIDENTE. L'onorevole Mattesini ha facoltà di illustrare l'interpellanza Soro n. 2-00520, concernente iniziative in relazione alla trattativa riguardante la vendita del cosiddetto archivio Vasari (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmataria.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, da molti giorni le cronache sia locali che nazionali trattano la vicenda inerente la vendita a privati russi dell'archivio Vasari. Ricordo che tale situazione è esplosa dopo che l'onorevole Giuseppe Fanfani, sindaco di Arezzo, a seguito di una lettera inviata dalla soprintendenza archivistica della Toscana, ha reso pubblica tale vicenda, che tra l'altro è stata immediatamente rilanciata da tutte le agenzie. La lettera è stata inviata dalla soprintendenza archivistica della Toscana oltre che al comune anche alla provincia Pag. 11e alla regione e comunicava che, in data 23 settembre 2009, i signori Giovanni Festari, proprietario dell'archivio Vasari, ed Enrico De Martino, procuratore speciale del primo, avevano provveduto a perfezionare la denuncia di trasferimento a titolo oneroso, per un valore di 150 milioni di euro, della proprietà dell'archivio Vasari. Sempre con la stessa nota si comunicava che il comune di Arezzo avrebbe a disposizione 90 giorni, a far data dal 23 settembre 2009, per formulare al Ministero la proposta di prelazione corredata tra l'altro di delibera dell'ente, con all'interno inserita la voce nel bilancio che garantisca la copertura finanziaria della spesa.
Sottolineo che, così come riportato da quotidiani locali e anche nazionali, la soprintendenza archivistica della Toscana ha riferito che già a luglio, quindi tre mesi prima, era a conoscenza della trattativa in corso per la vendita e che la stessa aveva già dichiarato, in data 9 luglio, non accettabile la documentazione presentata dal proprietario dell'archivio signor Festari, respinta in quanto mancante dei documenti e delle informazioni. Evidenzio pertanto che all'ente interessato, ossia al comune di Arezzo, dal 9 luglio nessuno ha segnalato tale questione.
Evidenzio ancora come la lettera della soprintendenza archivistica della Toscana nella quale si dà conto di quanto sottoscritto nella data del 23 settembre è stata inviata alle istituzioni interessate solo in data 13 ottobre, quindi ben venti giorni dopo, sottovalutando quindi la gravità della situazione e mettendo in atto un atteggiamento espresso solo in termini formali e burocratici come se si trattasse della vendita di un qualsiasi bene sottoposto a tutela, un atteggiamento di totale inadeguatezza. Lo stesso atteggiamento è stato espresso dal Ministero che, in una nota successiva alla conferenza stampa del sindaco Fanfani, ha affermato di essere a conoscenza da mesi di un presunto contratto di compravendita, che tale operazione avrebbe suscitato notevole perplessità e che del presunto contratto di compravendita sarebbe stata informata l'autorità giudiziaria.
Risulta davvero incomprensibile e preoccupante l'atteggiamento che definirei silente da parte delle istituzioni interessate, sia del Ministero che della soprintendenza, ed è ovvio che chiediamo che soprattutto a partire da oggi ci sia un'inversione di comportamento a partire dal Ministero, intendendo con ciò il sostegno alla richiesta di acquisto dell'archivio vasariano da parte del Ministero stesso.
Ricordo che il medesimo archivio è composto da 31 filze, ognuna delle quali con un piccolo scrigno con lettere - conti di casa Vasari, documenti legali, ricordi di famiglia - e che in mezzo a semplici appunti ci sono altresì documenti di inestimabile valore: decine e decine di lettere inviate a Vasari da Cosimo I, altre scritte dal traduttore dell'Eneide di Virgilio e di Aristotele, Annibal Caro, il carteggio tra Michelangelo e Vasari, le lettere di Pio V, ma anche disegni di Michelangelo e dello stesso Vasari nonché sonetti, ad esempio, dedicati dal Buonarroti all'amico e insieme a questo anche altro materiale.
È insomma evidente che l'archivio Vasari è uno dei gioielli del patrimonio artistico culturale italiano, patrimonio che deve essere tutelato in nome dell'identità nazionale, e che la vendita a privati stranieri comporterebbe una perdita gravissima. È altresì evidente che un comune delle dimensioni di Arezzo non è nelle condizioni di esercitare il diritto di prelazione per un valore di 150 milioni di euro.
Ricordo che nel 2011 decorreranno i 500 anni dalla nascita di Vasari e che l'anno vasariano sarà celebrato a livello internazionale. Quindi l'Italia ed Arezzo saranno al centro di festeggiamenti e degli eventi collegati ed è evidente che la vendita dell'archivio a soggetti stranieri costituirebbe, ad avviso degli interpellanti, un elemento contraddittorio e discreditante della capacità del nostro Paese di salvaguardare, tutelare e valorizzare il nostro patrimonio artistico. Tale valorizzazione sarebbe necessaria anche ai fini dell'indispensabile rilancio dello sviluppo economico e turistico dell'Italia. Pag. 12
Nel ribadire la richiesta di acquisto da parte dello Stato ricordo, tra l'altro, che nel precedente centenario del 1911 fu acquistata casa Vasari da parte dello Stato e fu creato il relativo museo.
L'auspicio è che l'attuale centenario non sia quello della vendita ad un privato straniero che, così come si legge nelle carte pubblicate anch'esse da giornali locali e nazionali, risulta essere la moscovita Ross Engineering rappresentata da Vasilj Stepanov, rappresentante legale della stessa.
Proprio ieri è stato pubblicato e tradotto nei giornali locali aretini l'atto integrale dell'acquisto, dal quale proviene conferma dell'importo di 150 milioni di euro quale cifra pattuita. Nell'atto si legge inoltre che qualsiasi disputa relativa alla validità della proposta irrevocabile di acquisto sarà valutata secondo la legge della Federazione russa (più esattamente, dal tribunale di Mosca). Nell'atto si specifica poi che l'acquirente riconosce e dichiara di essere al corrente del fatto che sull'archivio Vasari grava il vincolo pertinenziale che lega l'archivio stesso alla casa Vasari (così come del resto previsto dal decreto dell'allora Ministero dei beni culturali ed ambientali del 1994, trascritto nell'ottobre 1994) e che l'acquisizione dell'archivio, per come è vincolato, è sottoposta al diritto di prelazione in favore della Repubblica italiana.
La città di Arezzo e la comunità tutta si sono interrogate e si interrogano comunque sulle reali intenzioni degli acquirenti stranieri disposti a spendere una cifra così ingente, temendo che possa essere in qualche modo aggirato il vigente vincolo pertinenziale e quindi la permanenza in Italia di tale tesoro culturale.
Con questa interpellanza urgente chiediamo che sia valutato dal Ministero il reale valore dell'archivio, considerato anche il balletto di cifre che è girato e sta girando intorno al valore dell'archivio stesso (si parla infatti dei 150 milioni euro dell'atto di acquisto, così come si è parlato però di due milioni e mezzo, 20, 30 o 50 milioni di euro), poiché riteniamo che questo debba essere il primo impegno da parte del Ministero.
In questi giorni abbiamo letto ripetute prese di posizione di vari esponenti del Governo che sostengono che l'archivio deve rimanere in Italia (mi riferisco al Guardasigilli Alfano, allo stesso Ministro Bondi, al sottosegretario Bonaiuti). Tali voci sono importanti, ma le affermazioni che le carte debbono rimanere in Italia non sono assolutamente sufficienti: non è sufficiente, infatti, che l'archivio rimanga in Italia, ma esso deve essere anche fruito dal pubblico, ed è ovvio che solo l'acquisto da parte del Ministero ed un investimento che possa garantire l'esposizione in sicurezza delle carte conservate al suo interno possono permettere non solo di far rimanere questo patrimonio in Italia, ma anche di renderlo fruibile da parte del pubblico, a partire dal cinquecentenario di Vasari del 2011 (che può e deve rappresentare una grande occasione per rendere fruibile al pubblico tale enorme patrimonio).
In conclusione, chiediamo conto al Ministero delle ragioni per cui si è sottovalutata la situazione e le istituzioni competenti sono state informate con tre mesi di ritardo della trattativa in corso, e se il Ministero intenda avvalersi del diritto di prelazione come elemento fondamentale a difesa del patrimonio vasariano.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO MARIA GIRO, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, mi riferisco all'interpellanza urgente n. 2-00520 con la quale l'onorevole Soro chiede informazioni sulle intenzioni nonché sulle iniziative intraprese dal Ministero per i beni e le attività culturali in relazione alla procedura di vendita dell'archivio Vasari conservato ad Arezzo.
A tal proposito voglio anzitutto premettere che, al di là della ricostruzione dei passaggi più importanti dell'intera vicenda Pag. 13già conosciuti dall'onorevole Soro, il Ministero per i beni e le attività culturali (tramite la locale soprintendenza archivistica per la Toscana) ha formalmente comunicato alla regione ed agli altri enti pubblici territoriali nel cui ambito si trova l'archivio Vasari la denuncia dell'avvenuta vendita di detto archivio, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 62 del codice dei beni culturali, rammentando a detti enti che, ai sensi del comma 4 del predetto articolo 62, hanno a disposizione novanta giorni decorrenti dal 23 settembre 2009 per formulare al Ministero eventuali proposte di prelazione.
Ciò premesso, voglio comunque sottolineare che, al di là dell'emanazione del predetto atto formale di avvio del procedimento di prelazione, il Ministero ha provveduto a ribadire che, seppur l'ordinamento giuridico italiano non permette ad alcuno di impedire la vendita di un bene di proprietà privata, nel caso dell'archivio Vasari vi è comunque un obbligo giuridico di permanenza nel museo di Arezzo del predetto bene mobile culturale.
Infatti, come è noto anche all'onorevole Soro, con il decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e ambientali emesso l'8 marzo 1994 è stato disposto che le carte Vasari siano legate alla casa Vasari con vincolo pertinenziale iure pubblico. Specifico, peraltro, che la legittimità di tale destinazione pertinenziale, a suo tempo impugnata dai proprietari, è stata confermata con sentenza definitiva del TAR della Toscana che ha così determinato la casa Vasari ad Arezzo l'unico luogo in cui l'archivio può essere mantenuto. Mi preme, inoltre, evidenziare che il Ministero ha assunto una serie di ulteriori legittime iniziative per poter meglio chiarire la vicenda, quali la richiesta di intervento della magistratura per gli approfondimenti del caso, nonché l'avvio di una ispezione al fine di verificare l'aggiornamento e la congruità dell'inventario, lo stato di conservazione dei beni e delle carte facenti parte del fondo e il rispetto effettivo del predetto vincolo pertinenziale che ne determina l'inamovibilità dal luogo in cui sono attualmente depositate.
Voglio, peraltro, aggiungere che da notizie di stampa si è appreso che il signor Vasilj Stepanov, presidente del consiglio di amministrazione della Ross Engineering, che ha formulato la proposta di acquisto dell'Archivio Vasari e che ha sottoscritto insieme con il dottor Festari, deceduto il 19 ottobre scorso, la relativa denuncia di vendita per consentire a questa Amministrazione l'esercizio della prelazione, non avrebbe acquistato per sé, ma per conto di un magnate russo nel frattempo deceduto.
Ove mai tale notizia fosse confermata all'esito degli accertamenti in corso da parte delle autorità inquirenti, risulterebbe nulla sia la compravendita stipulata che la relativa denuncia, in quanto il Ministero per i beni e le attività culturali, in difformità da quanto prevede l'articolo 59 del codice, non è stato posto nella condizione di conoscere le effettive generalità, oltre che del venditore, anche dell'acquirente.

PRESIDENTE. L'onorevole Nannicini, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, non sono del tutto soddisfatto, perché il sottosegretario non ha risposto al tema principale: come il Ministero, la regione, la provincia e il comune possano lavorare in sinergia affinché questo patrimonio divenga pubblico. È dal 1911 che anche solo le mura, affrescate e bellissime, della casa Vasari (forse anche piccola), rappresentano un patrimonio importante per la cultura italiana (ricordiamoci della presenza di un manoscritto autografo del Buonarroti, la collega ne ha richiamati altri). Al di là dei ritardi, dei metodi, delle lettere e delle nostre comunicazioni, noi abbiamo posto un problema che sarà centrale anche durante la discussione della legge finanziaria: destinare una cifra (ed è possibile destinare una cifra) che sollevi anche gli enti locali della Toscana (mi Pag. 14riferisco alla grande mostra di Piero, fatta in provincia di Arezzo con la partecipazione del comune di Arezzo, della Regione e del Ministero). Ci domandiamo se l'Italia vuole riscattare un patrimonio di questa importanza. C'è il vincolo de iure, confermato dal TAR, ma questo patrimonio può correre dei rischi rimanendo in mano ai privati.
Quindi, è indubbio che, con l'interpellanza dell'onorevole Soro, illustrata dall'onorevole Mattesini, abbiamo voluto segnalare la forte esigenza che l'Italia si muova nel rispetto della magistratura, con l'attenzione dovuta a tutti i vincoli introdotti storicamente all'interno di quel patrimonio, valutando lo stato di consistenza degli inventari per trovare un modo affinché rimanga in quella terra, per la sua storia, e affinché rimanga quale testimonianza. Forse, noi non saremmo nemmeno gli eredi, perché non possiamo pensare di essere a quei livelli, non meritiamo di chiamarci eredi di patrimoni così universali prodotti dalla nostra terra e dalla Toscana (in questo caso Arezzo). Ci rivolgiamo, dunque, al Ministero e, per questo, siamo parzialmente soddisfatti: lei ha comunicato un iter corretto, al di là delle date o dei tempi, ma non ha risposto circa la possibilità di discutere insieme su come valorizzare e portare questo patrimonio in mano pubblica.
Credo che quella della magistratura sia una valutazione altissima in presenza del vincolo, ma non si può sempre considerare gli altri «stupidi» e forse hanno speranza di farlo «saltare». Si tratta di un patrimonio - pensiamo ai manoscritti autografi del Buonarroti - per avere il quale, in qualche asta, vi sarebbe la ressa. Pertanto, scongiuriamo questo pericolo! Teniamolo in mano pubblica e sforziamoci, con i vari capitoli e con i vari elementi, sia a livello di Ministero, sia con sinergia degli enti locali e della regione Toscana, di portare in mano pubblica questo importante patrimonio della provincia di Arezzo e della Toscana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta che riprenderà alle ore 10,45.

La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 10,45.

(Problematiche inerenti al registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita - n. 2-00521)

PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00521, concernente problematiche inerenti al registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, voglio scusarmi con lei, con il viceministro e con i colleghi per il ritardo, ringraziandovi per la cortesia che mi avete usato.
Questa interpellanza nasce per molti aspetti dal dibattito, che ha appassionato questo Parlamento per una decina di anni, sul far west che esisteva prima dell'introduzione della legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, a seguito del quale (mi riferisco alla legge che ne è scaturita) è stato promosso un referendum che ha interessato milioni di cittadini italiani, i quali hanno scelto allora di recarsi alle urne o deliberatamente di non farlo. Nasce anche da notizie e da sospetti circa l'inattuazione dell'articolo 11 di tale legge. Infatti, chiediamo all'onorevole viceministro qui presente, e a nome suo al Ministero, se sia stata data attuazione all'articolo 11, cioè alla disposizione per la quale è istituito presso l'Istituto superiore di sanità un registro nazionale delle strutture autorizzate all'applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, degli embrioni formati e dei nati a seguito dell'applicazione delle tecniche medesime. Infatti, è sempre più necessario garantire una trasparenza dei metodi e dei risultati di questi centri ai fini di una corretta informazione delle Pag. 15coppie sterili e infertili che vi si rivolgono. A quanto pare vi è una difformità delle procedure nei diversi centri. Anche la relazione portata all'attenzione del Parlamento dimostra che i valori medi variano da zero al 13,3 per cento, quindi si evidenzia una enorme variabilità di procedure e di criteri seguiti dagli operatori.
La mancanza di un registro che sia veramente trasparente non mette nelle condizioni di evitare che il far west prosegua. Lo voglio lasciare agli atti, per chi - come me e l'attuale Presidente che oggi presiede l'Aula - ha discusso questa legge per dieci anni, perché questa mancanza di trasparenza è assolutamente inaccettabile. Non è stata una legge per il guinzaglio dei gatti siamesi quella di cui stiamo discutendo; è stata una legge che ha comportato grandi confronti, grandi scontri, sempre nel grande rispetto tra le parti trasversali presenti in questa Aula, e non possiamo accettare in nessun modo che venga data attuazione a questa legge in maniera superficiale, e nemmeno che possano esistere ombre sugli articoli approvati da questo Parlamento (e confermati attraverso un referendum) in una discussione che - come ho detto - è costata a molti di noi appassionatamente in termini di tempo e di energia.
Detto questo, ed evidentemente chiedendo come sia stata attuata questa previsione dell'articolo 11, senza violare la privacy dei pazienti - perché nessuno chiede al Ministero di dare attuazione a questo articolo in violazione della privacy, ma sappiamo tutti che è possibile dare attuazione a questa disposizione senza violare la sfera della riservatezza - chiediamo in particolare come sia stata data attuazione in particolare al comma 3 dell'articolo 11, nel quale si prevede che l'Istituto superiore di sanità raccoglie e diffonde, in collaborazione con gli osservatori epidemiologici regionali, le informazioni necessarie al fine di consentire la trasparenza e la pubblicità delle tecniche di procreazione medicalmente assistita adottate e dei risultati conseguiti.
Chiediamo altresì quali iniziative questo Governo (lo abbiamo chiesto anche al Governo precedente) intenda intraprendere e abbia intrapreso per dare trasparenza ai dati dei singoli centri, e quali iniziative siano state assunte in collaborazione con le regioni. Chiediamo, inoltre, se se sia vero che, prima della divulgazione dei dati dell'ultima relazione, presso l'Istituto superiore di sanità vi siano state riunioni informali con alcuni rappresentanti di alcuni centri di procreazione medicalmente assistita, e che queste riunioni avessero per oggetto la discussione e la modalità di presentazione dei dati ancora non divulgati.
Intendiamo sapere se i vertici dell'Istituto superiore di sanità ne fossero stati a conoscenza, ed eventualmente, se non si profili l'inadeguatezza dei responsabili del registro e della gestione dello stesso e, infine, come si intenda procedere, dando attuazione alla legge, con trasparenza circa i metodi, i costi e i risultati di ogni singolo centro di procreazione medicalmente assistita.
Infatti, è nostra ferma intenzione e determinata decisione di non chiudere questa parentesi, di andare fino in fondo nell'attuazione della legge e di consentire a coloro che hanno accettato e lavorato per l'attuazione di essa, di vedere soddisfatte le esigenze che, per dieci anni di discussione, hanno fortemente contribuito a far sì che questa legge venisse approvata dal Parlamento e confermata da un referendum. Certamente, non possiamo aspettarci che un'inadeguatezza del responsabile del registro e della gestione dello stesso possa vanificare un aspetto importante rispetto alla trasparenza del lavoro dei centri e alla comunicazione opportuna e franca che ci deve essere nei confronti delle coppie sterili che vogliono adire questa possibilità.

PRESIDENTE. Il Viceministro del lavoro, della salute delle politiche sociali, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Viceministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, onorevole Volontè, con riferimento a quanto richiesto preciso Pag. 16quanto segue. Con decreto ministeriale del 7 ottobre 2005 è stato istituito il registro nazionale, che raccoglie anche i dati sugli embrioni formati e sui nati come previsto al comma 1 dell'articolo 11 della legge n. 40 del 2004. Per realizzare tale obiettivo in modo esaustivo l'Istituto superiore di sanità (ISS) aveva proposto e previsto due modalità di raccolta dei dati, sia aggregata sia «ciclo per ciclo», per consentire di seguire nel dettaglio tutti i trattamenti di procreazione medicalmente assistita, con i relativi esiti ed outcome dei nati.
La raccolta dati «ciclo per ciclo» non è stata autorizzata dal Garante della privacy e le modalità della raccolta dati aggregati sono state definite secondo i pareri del Garante della privacy espressi in data 26 luglio 2005, che si rendono disponibili per gli onorevoli deputati e che deposito presso la Presidenza.
Per dare pubblicità e trasparenza alle tecniche di riproduzione assistita, è stato creato all'interno del portale dell'ISS un apposito sito del registro nazionale della procreazione medicalmente assistita, nel quale sono pubblicati tutti i dati relativi ai centri che applicano le tecniche di procreazione medicalmente assistita secondo la regione di appartenenza, con le caratteristiche di ogni singolo centro, con la specifica del livello di complessità delle tecniche offerte, la scheda di tutte le tecniche offerte, il tipo di servizio prestato, l'anno di inizio di attività e il personale operante presso il centro.
La lista dei centri operanti sul territorio nazionale viene costantemente aggiornata e validata in collaborazione tra gli operatori del registro e i referenti regionali.
Ciascuna regione accede ai dati di propria pertinenza, sia per i dati che riguardano il controllo delle procedure autorizzate sia per l'aggiornamento delle stesse e l'elenco è pubblicato nel sito istituzionale.
Annualmente è pubblicata sia sul sito del Ministero che sul sito del registro nazionale della PMA una relazione dettagliata sull'attività di procreazione medicalmente assistita svolta da tutti i centri che applicano tali tecniche, con una copertura che ha raggiunto il 100 per cento dei dati.
Dopo l'autorizzazione ministeriale i dati sono diffusi anche tramite conferenza stampa.
Il registro nazionale si avvale di un gruppo di esperti della procreazione medicalmente assistita che collaborano con lo staff del registro, per evidenziare di volta in volta tematiche relative alle procedure di PMA che possano essere di rilievo o che meritino attenzione nell'ambito della raccolta dei dati stessi, per potere al meglio implementare eventualmente le schede di raccolta dati del registro.
Il registro nazionale PMA ha come consulente esperto il Professor Karl Gosta Nygren, Professore Associato di Ostetricia e Ginecologia, presso il «Queen Sophia Hospital» di Stoccolma - Chairman ICMART (International Committee Monitoring Assisted Reproduction Technologies). Ogni anno il Professor Nygren si reca presso l'Istituto per coadiuvare gli operatori dello staff del registro e svolgere attività di audit e valutazione.
Recentemente si è svolta una riunione tra Ministero, Istituto superiore di sanità e Garante della privacy per la modifica della raccolta dati del registro nazionale PMA in favore della raccolta dati ciclo per ciclo. Tale procedura consentirebbe valutazioni epidemiologiche più accurate, potendo collegare ogni singola coppia a quel determinato fattore di infertilità, a quella procedura di PMA e a quell'esito, quindi a quello specifico embrione e poi a quel bambino nato.
Inoltre verrà valutata la possibilità di rendere pubblici i dati per singolo centro, per ridurre la perdita di informazione sugli esiti delle gravidanze verificatasi nell'ultima raccolta dati e per migliorare il sistema di sorveglianza del registro stesso, il quale in soli tre anni di attività ha raggiunto livelli di efficienza paragonabili ai Registri di altri Paesi europei, alcuni dei quali operano da più di venticinque anni.
Riguardo alle iniziative da intraprendere per una maggiore trasparenza nella gestione della rete dei centri PMA, il Ministero sta seguendo l'attuazione delle Pag. 17tre direttive europee (23/2004, 17/2006 e 86/2006) su sicurezza, qualità e tracciabilità di cellule e tessuti, che prevedono che le cellule riproduttive siano sottoposte anche alle tutele ed ai controlli attuati per tutti gli altri tipi di cellule e tessuti. I centri PMA assumono pertanto anche la veste di banche dei tessuti e sono soggetti alle norme previste dal decreto legislativo n. 191 del 2007 e a quelle del decreto legislativo che recepirà le direttive 17/2006 e 86/2006.
La conservazione delle cellule, la verifica della qualità e la tracciabilità devono avere le stesse caratteristiche di quelle delle banche dei tessuti, il cui controllo richiede specifiche competenze che la legge affida al Centro nazionale trapianti, struttura cogovernata da regioni e Ministero che ne esercita le funzioni secondo modalità concordate con le regioni.
Per l'attuazione di tali norme è stata istituita una commissione denominata «Osservatorio sull'applicazione del decreto legislativo n. 191 del 2007 alla procreazione medicalmente assistita», prevista da un decreto del Ministro Sacconi, che proprio recentemente ha elaborato un documento di lavoro con cui si affida al Centro nazionale trapianti e alle regioni, con il controllo dello stesso Osservatorio, lo sviluppo di una rete per l'applicazione del decreto legislativo n. 191 del 2007 ai centri PMA operanti sul territorio. Per la prima volta ad una commissione per l'organizzazione e la gestione della PMA sono stati chiamati rappresentanti delle regioni, di alcune società scientifiche interessate, gli operatori degli stessi centri PMA, insieme a tecnici del Ministero e dell'Istituto superiore di sanità, per una gestione quanto più possibile condivisa fra gli esperti del settore. La stesura del documento è avvenuta con la piena collaborazione di tutti i presenti.
Ciò migliorerà la qualità e la sicurezza dei nostri centri PMA, che dovranno adeguarsi a standard europei, dando maggior trasparenza alle procedure seguite anche attraverso un'informazione più consapevole alle coppie che vi si rivolgeranno: uno dei punti qualificanti di tale rete sarà proprio la trasparenza dei dati relativi ad ogni singolo centro PMA.

PRESIDENTE. L'onorevole Volontè ha facoltà di replicare.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, la mia soddisfazione e la mia insoddisfazione sussistono entrambe. Vi è soddisfazione per le iniziative positive che si intravedono dalla risposta del Viceministro Fazio (le azioni positive sulla tracciabilità, per esempio, o altri aspetti che sono stati citati e che sono molto importanti, perché daranno una reale trasparenza e ciò giustificherà una reale valutazione dei centri da parte dei cittadini).
Tuttavia, devo dire che chi ha fornito alcuni passaggi di questa relazione al Viceministro Fazio forse è stato un po' oscuro e quindi una buona parte della mia soddisfazione si trasforma in insoddisfazione per le relazioni fin qui svolte. Infatti, finalmente oggi vi è la disponibilità di dati accorpati e la salutiamo con piacere, perché così potremo approfondire almeno questo tema, visto che la raccolta dei dati ciclo per ciclo diventerà finalmente positiva a partire da una serie di confronti di cui ci ha parlato il sottosegretario Fazio con l'Autorità garante per la privacy.
Tuttavia, non mi sembra che vi sia chiarezza e trasparenza sulle altre questioni che abbiamo posto: per esempio, se vi siano stati o meno incontri con i rappresentanti dei centri, interessati poi alla divulgazione o meno dei dati; se è vero che la dottoressa Scaravelli, come mi sembra che si chiami, abbia tenuto questi incontri prima che i dati siano stati diffusi, perché a questo punto si potrà certamente affermare che lo standard medio del nostro registro è sullo stesso livello degli altri europei, ma certamente vi è una mancanza di trasparenza che sarebbe in qualche modo confermata e non svanisce dalla risposta che ci ha dato il Viceministro Fazio, evidentemente non per colpa sua; soprattutto non vi è nulla su quanto sia stato fatto dei due registri, quello sugli embrioni - pure previsto - e quello sui Pag. 18nati. Anche qui bisognerebbe capire cosa ha impedito non la buona volontà di farlo in futuro, che certamente è positiva, ma che fino a questo momento questi due registri potessero venire introdotti in ottemperanza alla legge n. 40 del 2004.
Certamente, rimangono, purtroppo, alcune ombre. Rimangono molti buoni auspici, che verificheremo, passo dopo passo, con il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Come ho detto nella mia introduzione, non permetteremo che vengano buttati dieci anni di lavoro - di buon lavoro -, profuso dalle Aule parlamentari sul provvedimento in oggetto per impedire il far west e «le nebbie» sui centri di procreazione medicalmente assistita, e che questi possano proseguire grazie ad una certa gestione e - può essere - anche grazie ad una certa sbadataggine di coloro che lavorano all'istituzione dei citati registri.
Ciò non sarà possibile e deve essere chiaro come è stato chiaro al Governo precedente. Colgo l'occasione per assumere la responsabilità - forse non ve n'è bisogno - di renderlo chiaro anche al Viceministro Fazio, come rappresentante del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Non è tollerabile e non sarà possibile proseguire in questa direzione. Gli auspici sono condivisi e verificheremo che vadano a buon fine, che si compiano, cioè, le azioni nella direzione che ci è stata suggerita dalla risposta del Viceministro Fazio.
Non si deve pensare che questo Governo, nei prossimi mesi, sia distratto nel verificare se queste azioni saranno state compiute. Torneremo a chiedere come mai, su alcuni aspetti della risposta data, manchino elementi importanti. Manca ad esempio la verifica se siano avvenuti o meno degli incontri tra i responsabili dei registri in oggetto e alcuni centri e il motivo per cui siano stati fatti questi incontri e per quale scopo; e, dall'altra parte, chiederemo come mai chi gestisce tale registro non abbia dato seguito alla legge concernente l'istituzione dei registri anche degli embrioni e dei nati.
La mia considerazione è, da un lato, di soddisfazione per le intenzioni del Ministero e per le azioni future che il Ministero svolgerà in questa direzione, che certamente vanno nello stesso senso della ragione fondamentale della nostra interpellanza urgente: ossia la richiesta di più trasparenza, più competizione (anche se è brutto parlarne in queste materie) e più capacità di limitare le zone d'ombra dei centri PMA. Dall'altro lato, però, vi è assoluta - non me ne voglia il Viceministro Fazio - assoluta, in alcuni aspetti, assoluta - lo ripeto per la terza volta - insoddisfazione per alcune lacune nelle risposte, che non ci sono assolutamente state.
Quindi, aspetterò con ansia di studiare i dati che ci ha anticipato oggi il dottor Fazio, che sono allegati alla risposta che ha fornito. Non mancheremo e non mancherò di tornare a presentare un ennesimo strumento di sindacato ispettivo (interrogazione o interpellanza), nelle prossime settimane, per verificare insieme al Ministero quale sia il dato di attuazione delle buone azioni che sono state elencate in questa sede, quali sono state - se si sarà riusciti, tra qualche settimana - le zone d'ombra e le loro cause e le difficoltà che hanno impedito di dare attuazione ad alcuni aspetti della legge, che rimangono ancora sotto una cappa di nebbia fitta.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 16,55.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre 2009 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato inoltre predisposto, Pag. 19ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2009:

Lunedì 9 novembre (ore 14, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
proposta di legge n. 2555 ed abbinata - Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato);
disegno di legge n. 2766 - Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato (Approvato dal Senato);
disegni di legge di ratifica:
n. 2836 - Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (ove concluso dalle Commissioni);
n. 2720 - Adesione della Repubblica italiana al Protocollo di modifica della Convenzione del 1976 sulla limitazione della responsabilità in materia di crediti marittimi, adottato a Londra il 2 maggio 1996, nonché delega al Governo per la sua attuazione (Approvato dal Senato);
n. 2723 - Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari (Approvato dal Senato);
n. 2851 - Accordo marittimo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Araba d'Egitto (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
n. 2852 - Protocollo addizionale alla Convenzione di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina del 9 dicembre 1987 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
disegno di legge n. 2260 ed abbinate - Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare;
proposta di legge n. 82 ed abbinate - Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili.

Martedì 10 (votazioni dalle 15,30 alle 20,30), mercoledì 11 (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 12 novembre (votazioni antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 13 novembre):
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2555 ed abbinata - Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato).
Seguito dell'esame delle mozioni Realacci, Granata, Misiti ed altri n. 1-00252 e Ghiglia, Belcastro ed altri n. 1-00258 concernenti iniziative relative alla presenza di navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane.
Seguito dell'esame dei progetti dei legge:
disegno di legge n. 2766 - Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato (Approvato dal Senato);
disegni di legge di ratifica:
n. 2836 - Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (ove concluso dalle Commissioni);
n. 2720 - Adesione della Repubblica italiana al Protocollo di modifica della Convenzione del 1976 sulla limitazione della responsabilità in materia di crediti marittimi, adottato a Londra il 2 maggio 1996, Pag. 20nonché delega al Governo per la sua attuazione (Approvato dal Senato);
n. 2723 - Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari (Approvato dal Senato);
n. 2851 - Accordo marittimo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Araba d'Egitto (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
n. 2852 - Protocollo addizionale alla Convenzione di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina del 9 dicembre 1987 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
disegno di legge n. 2260 ed abbinate - Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare;
proposta di legge n. 82 ed abbinate - Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili.

Venerdì 13 novembre (antimeridiana e pomeridiana):
Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Soro ed altri n. 1-00260 e Di Pietro ed altri n. 1-00230 concernenti iniziative in materia di contrasto dell'immigrazione clandestina e per assicurare il rispetto delle norme costituzionali e internazionali, con particolare riferimento alle operazioni di respingimento;
Ciocchetti ed altri n. 1-00222 concernente iniziative a favore delle associazioni sportive che promuovono le formazioni giovanili e per la tutela dei cosiddetti vivai nazionali;
sulla riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro dipendente e pensione (in corso di presentazione);
sui cambiamenti climatici (in corso di presentazione).

Lunedì 16 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
S. 1784 - Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 24 novembre 2009);
n. 1991 - Nuova disciplina del commercio interno del riso (ove non rechi oneri finanziari aggiuntivi).

Martedì 17, mercoledì 18, giovedì 19, venerdì 20, lunedì 23 e martedì 24 novembre (votazioni antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 25 (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21) e giovedì 26 novembre (votazioni dalle 12,30 alle 18):
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1784 - Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione - scadenza: 24 novembre 2009).
Seguito dell'esame delle mozioni:
Soro ed altri n. 1-00260 e Di Pietro ed altri n. 1-00230 concernenti iniziative in materia di contrasto dell'immigrazione clandestina e per assicurare il rispetto delle norme costituzionali e internazionali, con particolare riferimento alle operazioni di respingimento; Pag. 21
Ciocchetti ed altri n. 1-00222 concernente iniziative a favore delle associazioni sportive che promuovono le formazioni giovanili e per la tutela dei cosiddetti vivai nazionali;
sulla riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro dipendente e pensione (in corso di presentazione);
sui cambiamenti climatici (in corso di presentazione).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1991 - Nuova disciplina del commercio interno del riso (ove non rechi oneri finanziari aggiuntivi).

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
L'organizzazione dei tempi relativi all'esame delle mozioni concernenti rispettivamente la riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro dipendente ed i cambiamenti climatici sarà pubblicata successivamente alla loro presentazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 9 novembre 2009, alle 14:

1. - Discussione della proposta di legge:
S. 1397 - d'iniziativa dei senatori: AZZOLLINI ed altri: Legge di contabilità e finanza pubblica (Approvata dal Senato) (2555-A).
e dell'abbinata proposta di legge: D'ANTONA ed altri (659).
- Relatore: Leone.

2. - Discussione del disegno di legge:
S. 1691 - Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato (Approvato dal Senato) (2766).
- Relatore: Bruno.

3. - Discussione del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (ove concluso dalle Commissioni) (2836).

4. - Discussione dei disegni di legge:
S. 1574 - Adesione della Repubblica italiana al Protocollo di modifica della Convenzione del 1976 sulla limitazione della responsabilità in materia di crediti marittimi, adottato a Londra il 2 maggio 1996, nonché delega al Governo per la sua attuazione (Approvato dal Senato) (2720).
- Relatori: Scelli, per la II Commissione; Fedi, per la III Commissione.
S. 1672 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari, Pag. 22con atto finale, processo verbale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 26 ottobre 2004 (Approvato dal Senato) (2723).
- Relatore: Pianetta.
S. 1769 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo marittimo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba d'Egitto, fatto a Roma il 3 dicembre 2008 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione) (2851).
S. 1770 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica argentina del 9 dicembre 1987, fatto a Roma il 31 marzo 2003 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione) (2852).

5. - Discussione del disegno di legge:
Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (2260).
e delle abbinate proposte di legge: COSENZA ed altri; d'iniziativa dei senatori: SCARPA BONAZZA BUORA ed altri (2646-2743).

6. - Discussione della proposta di legge:
STUCCHI: Benefìci previdenziali in favore di coloro che assistono portatori di handicap (82).
e delle abbinate proposte di legge: BARBIERI ed altri; SCHIRRU ed altri; VOLONTÈ; OSVALDO NAPOLI; PRESTIGIACOMO; CIOCCHETTI; MARINELLO ed altri; GRIMOLDI ed altri; NACCARATO e MIOTTO; CAPARINI ed altri; CAZZOLA ed altri; COMMERCIO e LOMBARDO; PISICCHIO (322-331-380-527-691-870-916-1279-1377-1448-1504-1995-2273).

La seduta termina alle 17.

Pag. 23

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 2555 e abb. - Legge di contabilità e finanza pubblica

Tempo complessivo: 23 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 16 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 2 ore e 25 minuti (con il limite massimo di 23 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 10 ore e 25 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 25 minuti 3 ore e 6 minuti
Partito Democratico 1 ora e 14 minuti 2 ore e 41 minuti
Lega Nord Padania 42 minuti 1 ora e 26 minuti
Unione di Centro 37 minuti 1 ora e 16 minuti
Italia dei Valori 35 minuti 1 ora e 10 minuti
Misto: 30 minuti 46 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti 22 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 8 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 8 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
5 minuti 8 minuti
Pag. 24

Ddl n. 2766 - Istituzione del Ministero della salute

Tempo complessivo: 12 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 59 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 14 minuti 4 ore e 11 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 4 minuti 1 ora e 9 minuti
Partito Democratico 56 minuti 1 ora e 12 minuti
Lega Nord Padania 37 minuti 36 minuti
Unione di Centro 34 minuti 30 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 27 minuti
Misto: 30 minuti 17 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti 8 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
5 minuti 3 minuti
Pag. 25

Ddl di ratifica n. 2836 - Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia

Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 44 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 20 minuti
Lega Nord Padania 41 minuti
Unione di Centro 34 minuti
Italia dei Valori 31 minuti
Misto: 20 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 8 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 4 minuti

Ddl di ratifica nn. 2720, 2723, 2851 e 2852

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatori 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 22 minuti
Partito Democratico 22 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 10 minuti
Italia dei Valori 9 minuti
Misto: 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti
Pag. 26

Ddl n. 2260 e abb. - Competitività del settore agroalimentare

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 8 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 5 ore
Popolo della Libertà 1 ora e 21 minuti 1 ora e 23 minuti
Partito Democratico 1 ora e 16 minuti 1 ora e 24 minuti
Lega Nord Padania 41 minuti 42 minuti
Unione di Centro 38 minuti 36 minuti
Italia dei Valori 36 minuti 33 minuti
Misto: 30 minuti 22 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti 10 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
5 minuti 4 minuti
Pag. 27

Pdl n. 82 e abb. - Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   40 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 39 minuti 4 ore e 52 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 14 minuti 1 ora e 27 minuti
Partito Democratico 1 ora e 5 minuti 1 ora e 15 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 40 minuti
Unione di Centro 36 minuti 35 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 33 minuti
Misto: 30 minuti 22 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti 10 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
5 minuti 4 minuti
Pag. 28

Mozione n. 1-00252 e abb. - Navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste italiane

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 26 e del 27 ottobre 2009.

Pag. 29

Mozione n. 1-00260 e abb. - Operazioni di respingimento

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Mozione n. 1-00222 - Iniziative a favore delle associazioni sportive che promuovono le formazioni giovanili

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 19 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 18 minuti
Partito Democratico 1 ora e 7 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 29 minuti
Misto: 18 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 30

Ddl n. 1991 - Disciplina del commercio interno del riso

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 53 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 14 minuti 3 ore e 47 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 4 minuti 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 56 minuti 1 ora e 5 minuti
Lega Nord Padania 37 minuti 32 minuti
Unione di Centro 34 minuti 27 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 25 minuti
Misto: 30 minuti 16 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti 7 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
5 minuti 3 minuti

L'organizzazione dei tempi relativi all'esame delle mozioni concernenti rispettivamente la riduzione del carico fiscale sui redditi da lavoro dipendente e pensione e sui cambiamenti climatici sarà pubblicata successivamente alla loro presentazione.