Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 236 di mercoledì 21 ottobre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,10.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Brancher, Brugger, Brunetta, Carfagna, Casero, Cirielli, Colucci, Cota, Crimi, Donadi, Duilio, Gelmini, Lamorte, Martini, Melchiorre, Menia, Migliavacca, Milanato, Leoluca Orlando, Palumbo, Pecorella, Paolo Russo, Soro, Stucchi, Valducci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010 (A.C. 2724-A) (ore 10,12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010.
Ricordo che nella seduta del 20 ottobre 2009 sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Delfino 1.2, Borghesi 1.3 e Madia 1.4.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2724-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 2724-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 2724-A).
Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 2724-A).
Avverto che, con lettera in data odierna, il presidente della Commissione lavoro ha sottoposto alla valutazione della Presidenza la possibilità di ammettere - in via eccezionale - all'esame e alla votazione dell'Assemblea quattro proposte emendative presentate dal Governo che presentano profili problematici in relazione alla loro ammissibilità in considerazione della materia trattata, sulle quali il Presidente medesimo ha verificato il consenso unanime dei presidenti dei gruppi parlamentari.
Si tratta, in particolare, delle seguenti proposte emendative: l'articolo aggiuntivo 1.0700 in materia di razionalizzazione e utilizzo delle risorse finanziarie inutilizzate da parte degli istituti scolastici; l'articolo Pag. 2aggiuntivo 1.0701 relativo al contenimento delle spese per i libri di testo; l'articolo aggiuntivo 1.0702 in materia di anagrafe studenti; l'articolo aggiuntivo 1.0703 contenente disposizioni sugli esami preliminari agli esami di Stato.
Nella medesima lettera, il presidente della XI Commissione ha avanzato alla Presidenza, sempre avendo verificato il consenso unanime dei presidenti dei gruppi parlamentari, la richiesta di rivedere la propria valutazione di inammissibilità relativa a due proposte emendative presentate per l'esame in Assemblea.
Si tratta, in particolare, degli identici emendamenti Fallica 1.308 e Naro 1.310 concernenti gli effetti di provvedimenti giurisdizionali di annullamento di procedure concorsuali per dirigente scolastico, nonché dell'emendamento Cazzola 1.303 volto a modificare il decreto-legge n. 185 del 2008 in materia di banche dati relative agli ammortizzatori sociali, nonché il decreto legislativo n. 276 del 2003, relativamente alla borsa continua nazionale del lavoro.
La Presidenza, esclusivamente in considerazione del fatto che su tali proposte emendative è stato verificato dalla presidente della Commissione - come risulta dalla lettera di cui ho testé dato conto - il consenso di tutti i presidenti dei gruppi parlamentari e tenendo conto delle materie trattate, anche sulla scorta di analoghi precedenti, ritiene di ammetterle alla discussione ed alla votazione, accedendo in tal modo alla richiesta avanzata dal presidente Moffa.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, (Vedi l'allegato A - A.C. 2724-A).
Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Pelino. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO, Relatore. Signor Presidente, poiché la Commissione bilancio sta ancora esprimendo i pareri sulle nuove proposte emendative, chiediamo almeno mezz'ora di tempo.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 11 con immediate votazioni.

La seduta, sospesa alle 10,15 è ripresa alle 11,10.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2724-A)

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione, con riferimento all'emendamento 1.602 della Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 2724-A).
La Commissione bilancio ha formulato una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
La Commissione di merito ha presentato il subemendamento 0.1.602.1 volto a recepire, con ulteriori modifiche di carattere meramente formale, la predetta condizione.
Avverto che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Berretta 1.316, Rampi 1.315, Bellanova 1.317, Lo Monte 1.14, nonché Delfino 1.312 e 1.311.
Ha chiesto di parlare il vicepresidente della Commissione bilancio, onorevole Marinello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO, Vicepresidente della V Commissione. Signor Presidente, la Commissione Pag. 3bilancio avrebbe bisogno di tempo ulteriore per completare l'esame delle proposte emendative, poiché dovremmo esprimere il parere su una serie di subemendamenti che sono stati presentati.
Tra l'altro, sono stati riammessi emendamenti dichiarati ieri inammissibili, gli identici emendamenti Fallica 1.308 e Naro 1.310 e a tal fine sottopongo alla sua attenzione la nostra richiesta. Ritengo che 15 o 20 minuti potrebbero essere sufficienti.

PRESIDENTE. Vi sono obiezioni al riguardo?

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, nessuna obiezione e neanche il desiderio di essere pedante. Vorrei dire, però, che mi affido a lei, al vicepresidente Buttiglione e, se verrà un altro personaggio internazionale, anche al Presidente Fini affinché questo andazzo abbia un termine. Ieri siamo andati così per sei ore; oggi l'Assemblea era convocata per le ore 10 e siamo ancora in questa situazione. Un minimo di contegno e di rispetto per i colleghi ci vuole da parte di tutti.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni e per evitare l'ennesimo rinvio, sospendo la seduta, che riprenderà alle 11,45.

La seduta, sospesa alle 11,15, è ripresa alle 11,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 2724).
Con riferimento agli emendamenti Fallica 1.308 e Naro 1.310, la Commissione bilancio ha formulato una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 quarto comma della Costituzione. Al fine di recepire tale condizione la Commissione ha presentato il subemendamento 0.1.308.600.
Ha chiesto di intervenire la relatrice, onorevole Pelino. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO, Relatore. Signor Presidente, il Comitato dei nove, riunitosi ieri sera e stamattina, ha adottato le seguenti determinazioni per il seguito della discussione del provvedimento in Assemblea.
In primo luogo sono confermati i pareri già resi nella seduta di ieri, con la sola precisazione che, in relazione all'emendamento Goisis 1.302 il parere è favorevole purché riformulato, nel senso che, al comma 4-novies, le parole «possono richiedere» sono sostituite dalla parola «richiedono» e le parole «sulla base della minore distanza dal luogo di residenza del soggetto» sono soppresse.
La Commissione raccomanda poi l'approvazione del suo nuovo emendamento 1.602 presentato ieri sera per risolvere le questioni sorte in ordine al comma 1 del provvedimento con l'intesa che i gruppi ritirino tutte le proposte emendative riferite al citato comma 1.
Il parere è favorevole subordinatamente all'accoglimento del relativo subemendamento, appena depositato dalla Commissione in recepimento del parere della V Commissione (Bilancio).
Resta inteso che l'eventuale approvazione dell'emendamento della Commissione, come subemendato, consentirebbe di considerare assorbiti anche gli identici emendamenti Borghesi 1.17 e Maurizio Turco 1.18 sui quali ieri era stato espresso un parere favorevole.
Inoltre la Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Evangelisti 0.1.600.1 riferito all'emendamento 1.600 della Commissione.
Infine la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cazzola 1.303 e sugli identici emendamenti Fallica 1.308 e Naro 1.310 mentre raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.308.600. appena depositato. Il parere è altresì favorevole sugli articoli aggiuntivi Pag. 4del Governo 1.0700, 1.0701, 1.0702 e 1.0703 restando inteso che il parere è contrario su tutti i subemendamenti ad essi riferiti.
La Commissione invita al ritiro dei restanti emendamenti altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Maurizio Turco 1.307.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, aderisco certamente alla richiesta che ha formulato la relatrice, l'onorevole Pelino, di ritirare tutti gli emendamenti innanzi tutto perché ritengo che la nuova formulazione - direi molto ragionevole, dal mio punto di vista naturalmente - evita a questo Parlamento di dover pianificare la violazione delle direttive comunitarie. In caso contrario, a mio avviso si sarebbe verificato un fatto molto grave, che soprattutto il Comitato dei nove e il presidente Moffa sono riusciti ad evitare. Tuttavia, nel ritirare anche gli altri emendamenti non posso tacere che il sottosegretario Pizza, durante i lavori della Commissione di merito, ha detto il falso. Non voglio sostenere che sia stato costretto a dire il falso, ma sicuramente è stato indotto dall'ufficio legislativo del Ministero della pubblica istruzione a dire il falso.
Il sottosegretario Pizza ha testualmente affermato - e la lettera, intestata all'ufficio legislativo del Ministero della pubblica istruzione, è stata distribuita - che l'articolo 53 della legge n. 312 del 1980 è da ritenersi abrogato. Questo è giuridicamente falso. È giuridicamente falso perché l'articolo 146 della normativa vigente del contratto collettivo nazionale del comparto scuola prevede che l'articolo 53 della legge n. 312 del 1980 continua a trovare applicazione. È falso ed è stato accertato da tre tribunali del lavoro della Repubblica italiana. La sentenza del luglio 2008 è passata in giudicato. Il Ministero non ha presentato ricorso, non voleva pagare quanto era stato condannato a pagare. Abbiamo effettuato il pignoramento presso la Banca d'Italia ed il Ministero è stato costretto a pagare. L'ufficio legislativo del Ministero della pubblica istruzione ha dichiarato il falso alla Commissione europea nell'ambito di un procedimento contro la Repubblica italiana.
Pertanto, chiediamo due cose, signor Ministro. La prima è che si apra un'inchiesta rispetto alle attività dell'ufficio legislativo del Ministero della pubblica istruzione. Vogliamo sapere se il Governo condivide quanto affermato dal sottosegretario Pizza (indotto dall'ufficio legislativo) o se, invece, queste iniziative dell'ufficio legislativo debbano trovare un riscontro in un'azione disciplinare da parte del Ministro. Aggiungo che se non volete ritrovarvi, di qui a poche settimane, con decine di migliaia di ricorsi da parte di precari che hanno diritto, fin dal 1980, in base alla legislazione in vigore, a scatti biennali del 2,5 per cento - lo Stato ha violato una propria legge grazie anche all'ufficio legislativo del Ministero della pubblica istruzione - vi proponiamo semplicemente, per evitare appunto che vi sia un'inondazione di ricorsi presso il tribunale del lavoro, di aprire un tavolo per arrivare a una conciliazione. Il futuro di tutto questo è nelle vostre mani ed è vostra responsabilità quello che potrà o non potrà accadere nelle prossime settimane (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo, dunque, atto che l'emendamento Maurizio Turco 1.307 è ritirato.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 5

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, mi aggancio a quanto diceva l'onorevole Maurizio Turco eventualmente per scusarmi di alcune inesattezze in sede di Commissione.
Più volte ho detto, sia in quest'Aula che al Senato, che questo Ministero è estremamente complesso, soffre della decisione del precedente Governo di limitare il numero dei sottosegretari ed ha, inoltre, una sfera di competenze assolutamente eterogenee che partono dalla scuola di infanzia per finire al lancio dei satelliti.
Il discorso sull'articolo 53 della legge n. 312 del 1980 è estremamente complesso. Vorrei ricordare all'onorevole Maurizio Turco che, al momento, non ci sono stati da parte della giustizia amministrativa dei giudizi di merito. Comunque c'è l'impegno del Governo di trovare delle possibilità conciliative nell'interesse di quelli che da quest'articolo sono toccati.
Quindi vi è l'impegno da parte del Governo di trovare delle soluzioni che risolvano la vexata quaestio dell'articolo 53. Mi auguro anche che questa collaborazione tra maggioranza e opposizione che si è avuta in Commissione lavoro, presieduta magistralmente dal presidente Moffa, e proseguita nel Comitato dei nove, possa avere un seguito nell'interesse della scuola e del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.1.602.1 della Commissione.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.602.1 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Damiano, onorevole Verdini, onorevole Traversa, onorevole Migliori, onorevole Galletti, onorevole Pionati, onorevole Codurelli, onorevole Sposetti, onorevole Benamati, onorevole De Micheli, onorevole Nannicini, onorevole Naccarato, onorevole Concia... Ci siamo tutti? Inizio difficile...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 544
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato
544).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.602 della Commissione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, questo emendamento - che è sostanzialmente la sostituzione del comma 1 dell'articolo 1 votato ieri - restituisce al Parlamento e a quest'Aula un sussulto di dignità dopo che ieri, con professionale furbizia, gli era stata tolta. Il Parlamento (questo comma lo dimostra) - le rare volte che è posto in grado di discutere, il Comitato dei nove e la Commissione di lavorare, i parlamentari di maggioranza e di opposizione di chiarire le reciproche posizioni - è in grado di modificare e di migliorare anche gli errori gravi di quei decreti-legge che troppo spesso in quest'Aula il Governo cerca di imporre con la logica della mera e supina ratifica.
Questa norma riformulata lascia intatto il diritto dei precari immessi nelle graduatorie ad esaurimento (ex graduatorie permanenti) a non veder pregiudizialmente oscurata la loro possibilità di essere immessi in ruolo nell'ambito del turnover che deve essere rispettato in ossequio alle leggi dello Stato. Il tentativo che ieri, con il comma approvato in quest'Aula, era stato fatto di mettere una pietra tombale sulle graduatorie ad esaurimento trasformando i sacrifici e i lavori di una vita in Pag. 6punteggi, genericamente ripresentabili all'interno di un nuovo reclutamento, è stato sventato e questo riconferma il lavoro che un Parlamento può fare quando è libero di decidere. In pratica lo scippo dei diritti dei precari è stato evitato.
Restano una prospettiva e una speranza, ovvero che 270.000 docenti e non docenti della nostra scuola, che hanno lavorato educando decine di generazioni di nostri figli, abbiano l'opportunità di essere immessi in ruolo in base alla loro professionalità, alla loro capacità e alla loro esperienza.
Noi speriamo che questo Governo sappia far tesoro di quel Quaderno bianco sulla scuola che scandiva le tappe di come chiudere la vicenda del precariato in cinque anni portando anche ad un processo di razionalizzazione ma dando certezze e sicurezze a coloro che, operando con i nostri figli, non possono certamente essere considerati come dei precari abusivi frutto più di clientele che di rispetto delle leggi.
Forte però in noi, signor Presidente, è la convinzione che chi ha detto che l'apologia del precario gli faceva schifo e che la scuola è un ammortizzatore sociale per fannulloni non intenda comunque smettere con un accanimento terapeutico nei confronti dei precari e dei docenti e dell'intera scuola pubblica italiana. Infatti, dietro quel «possono essere trasformati» e quel «solo nel caso di immissione in ruolo», che sono ovviamente perfettamente legittimi inseriti in questo comma, si cela però la pregiudiziale mannaia dei tagli della legge finanziaria di Tremonti approvata lo scorso anno in quest'aula e quel rallentamento del turnover che ha visto congelare e non assumere i 25 mila del 2008 e sostanzialmente i 50 mila del 2009. Diciamoci la verità: questo comma segna comunque un primo punto di speranza per impedire lo smantellamento della nostra scuola pubblica italiana e va valorizzato per proseguire la battaglia in difesa della nostra scuola.
Poco fa in quest'aula abbiamo approvato il subemendamento condizionante della V Commissione che non prevede nessun onere a carico dello Stato, quindi non prevede nessuna copertura finanziaria. Questo di per sé lancia un'altra ombra inquietante, perché anche per le immissioni in ruolo erano stati previsti finanziamenti da quest'aula nel 2006, almeno per le prime 150 mila. Soprattutto resta un alone sinistro sull'applicazione del contratto nazionale di lavoro che non può prevedere in questa materia diritti non esigibili e non certi per i lavoratori a seguito del contratto nazionale che oggi è vigente.
Quindi, quando si scrive che questa norma non prevede oneri a carico dello Stato, sappiamo bene che quegli oneri dovranno esser trovati nella prossima legge finanziaria per essere certi che le immissioni in ruolo da turnover avverranno e non saranno bloccate o congelate in attesa di un cambio di nuovo reclutamento. Allo stesso modo, le maturazioni ai fini previdenziali e retributivi delle supplenze dovranno essere trovate, perché questo lo prevede il contratto nazionale di lavoro.
Nonostante tutto ciò, noi voteremo a favore di questo comma 1, perché riteniamo che Parlamento oggi sancisca la prima battuta d'arresto di un modo di fare riforme sulla scuola contro la scuola, contro i docenti e contro i precari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, noi diamo atto in questa occasione, proprio su questo emendamento, di un rapporto diverso che abbiamo potuto constatare nel lavoro svolto in Commissione e qui in Assemblea su un tema che aveva visto la forte contrarietà da parte del gruppo dell'Unione di Centro quando avevamo esaminato la questione dei tagli lineari alla scuola. Tuttavia, oggi noi condividiamo - e per questo esprimeremo il voto favorevole su questo emendamento - una soluzione che certamente consente un approccio più realistico ai diritti dei precari. Pag. 7Noi non abbiamo mai messo nel nostro approccio ai temi della scuola solo l'indicazione e l'attenzione ai temi del personale, ma non si può prescindere dal personale se vogliamo conseguire risultati di qualificazione, crescita, risposta e istruzione per i nostri studenti e per i nostri giovani.
La soluzione che è stata trovata supera quindi un'impostazione meramente ragionieristica, avvia un processo di recupero delle professionalità maturate anche nel percorso del precariato, consente il superamento di tutto il contenzioso che sarebbe stato inevitabile per la carriera dei precari al momento dell'immissione in ruolo. Quindi, in questo senso, la soluzione che è stata trovata, con la disponibilità del Governo, non può non essere sottolineata positivamente.
Rimangono certamente intatte le questioni che noi porremo nel corso dell'esame di questo provvedimento e che nascono dal taglio di 7-8 miliardi di euro, che certamente condiziona pesantemente la crescita della scuola nella prospettiva che noi sempre abbiamo sostenuto. Tuttavia, oggi registriamo una battuta d'arresto in una prospettiva meramente negativa, prendiamo atto di un dialogo che si fa carico in modo nuovo dei diritti dei precari. Lavoreremo in Parlamento perché nella legge finanziaria siano trovate le soluzioni, anche di carattere economico, che possano dare una risposta che, senza ledere il fondamentale obiettivo - questo lo voglio dire - di una scuola che è prima di tutto per gli studenti, sappia far crescere la qualificazione, la professionalità e dia il giusto riconoscimento agli insegnanti, ai dirigenti e a tutto il personale ATA della scuola. Per questo, annuncio il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche il mio gruppo su questo emendamento voterà a favore e ne articolerò le ragioni. Diamo atto su questo tema dell'apertura che c'è stata verso i diritti dei precari; devo dare atto anche che in questi giorni si è lavorato molto, sia nel Comitato dei nove sia in Commissione, per cercare di sventare un colpo di mano, per dare una speranza ai precari e per risolvere, almeno in parte, la problematica delle graduatorie in esaurimento. È chiaro che abbiamo dato una dignità a questi lavoratori, abbiamo migliorato, con questo emendamento, il testo e abbiamo evitato di commettere ulteriori errori che sono frutto, per alcuni aspetti, di questo provvedimento per via dei tagli previsti.
È chiaro che non si può arrivare ad una scuola migliore se si tagliano i fondi di 8 miliardi di euro. All'inizio si era detto che nessuno veniva licenziato, invece queste problematiche ci saranno e le risorse aggiuntive non ci sono state. Con questo emendamento, tuttavia, si è avviato un processo di recupero della professionalità e si è evitato il contenzioso. Anche se rimangono intatte, per il nostro gruppo, le questioni legate ai tagli, motiviamo con queste ragioni il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, voterò a favore di questo emendamento concordato dalla Commissione ma deve consentirmi di sollevare un quesito che rivolgo alla Presidenza e alla maggioranza per i suoi aspetti politici. Ieri il Parlamento ha votato un testo, dopo una battaglia molto aspra, su richiesta della maggioranza e del Governo, che diceva che i contratti a tempo determinato non possono in nessun caso divenire contratti a tempo indeterminato. Questo testo è stato votato ieri. Avrei preferito che fosse fatto ieri, ma chiedo se sia ammissibile, signor Presidente, che oggi il Comitato dei nove, il Governo stesso, la maggioranza, dicano: sapete, è sbagliato quello che abbiamo Pag. 8votato ieri e vi diciamo che possiamo trasformare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato? Il Parlamento fa bene a farlo, quelli che ieri hanno votato in tal senso avevano ragione di farlo, ma questa maggioranza che ieri si è presentata militarmente a chiedere che si voti contro un principio, come può l'indomani, con la stessa faccia, dire queste cose (Applausi di deputati del gruppo Unione di Centro)? Se fossi il relatore del provvedimento, con tutto il rispetto per la collega, mi sarei dimesso perché ieri sulla prima votazione il Governo ha chiesto di assumere una posizione e l'indomani ha cambiato idea.
Le domande, allora, sono due, e una la rivolgo alla Presidenza: ci sono molti precedenti di questo modo di legiferare? Io non ricordo in tanti anni che si sia mai tornati su una materia votata la sera prima, modificandola integralmente; non so se ci sia un precedente in tal senso. In secondo luogo, mi domando con quale faccia una maggioranza, su una materia come quella della scuola, possa allegramente affermare una cosa e l'indomani mattina dirne una totalmente opposta (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole La Malfa. Il Governo risponderà come riterrà opportuno; dal punto di vista formale, la Presidenza osserva che ieri si è proceduto alla votazione di emendamenti soppressivi e questo non crea una contraddizione diretta (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Se poi ci sia una contraddizione politica, è questione che ovviamente la Presidenza deve lasciare al Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, la ringrazio di averci anticipato. Vorrei semplicemente dire all'onorevole La Malfa, e francamente vorrei anche rimarcarlo, che tante volte rivendichiamo il ruolo del Parlamento, l'esigenza che ci sia anche una capacità di dialogo e che tale dialogo porti a qualche risultato. Ieri, come lei ha sottolineato, signor Presidente, sono stati respinti tre identici emendamenti che chiedevano la soppressione del comma 1 in discussione, ma basta che l'onorevole La Malfa guardi il fascicolo degli emendamenti per osservare che a quel comma erano stati presentati una pluralità di emendamenti che chiedevano una sua modifica. Esattamente come la Commissione, in un lavoro che, al di là di quelle che saranno le valutazioni finali su questo provvedimento, ha dato sicuramente ruolo e dignità all'operato del Parlamento, ha prodotto una modifica, che è ovviamente di un certo tipo, ma che ha pari dignità e legittimità rispetto a tutte le modifiche che sono ancora riferite a quel comma. Tale comma, infatti, non è stato soppresso e l'unica cosa che si è decisa ieri in quest'Aula è che quel comma rimaneva in vita, salvo tutta la legittimità del lavoro dell'Assemblea nel senso di modificare quel comma come lo si ritiene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, avrei voluto chiosare l'intervento dell'onorevole La Malfa, esprimendo comprensione per le cose che ha detto perché ieri siamo stati trascinati in una discussione molto contrastata attorno al voto tra maggioranza e opposizione, e stamattina non c'è stata neppure una parola per dire che si era cambiata linea, posizione. Ora Giachetti dà una spiegazione in positivo, non c'è dubbio, però se i lavori parlamentari si svolgessero in un clima di maggiore comprensione è probabile che noi non saremmo chiamati a dei contrasti muscolari, come è accaduto ieri, e poi constatare che quel che è stato fatto ieri era profondamente sbagliato, tant'è che viene modificato. Il relatore e la maggioranza avrebbero dovuto spiegarlo e sarebbe stato sicuramente un contributo positivo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

Pag. 9

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico ....

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, avevo chiesto la parola prima!

PRESIDENTE. Onorevole Santagata, l'abbiamo vista solo adesso. Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, intervengo solo per dire che il lavoro che abbiamo svolto ci ha portato ad un punto. Se potessimo dare un titolo ai commi, direi che questo è il comma «Io speriamo che me la cavo», nel senso che noi abbiamo riaperto uno spiraglio che il comma precedente chiudeva, abbiamo rimesso in collegamento la vita lavorativa e di studio di decine, centinaia di migliaia di precari, con uno sbocco finale che è l'insegnamento.
Non sono in grado di dire se questo spiraglio è sufficiente, anzi potrei già dire di no. Inoltre, la politica complessiva che il Ministro Gelmini sta portando avanti, anzi il Ministro Tremonti, visto anche la fatica di queste ore, mi porta a dire che sarà difficile che molti passino per quel pertugio. Rivendico, però, al lavoro di questo Parlamento l'idea che un provvedimento è stato migliorato e che un abuso è stato evitato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.602 della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Golfo, Vignali, Graziano, De Micheli, Bressa, Nannicini, Naccarato, Trappolino, Traversa, Vico, Strizzolo, Oliviero, Rampi, Bressa, Galletti, Zaccaria, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 549
Votanti 548
Astenuti 1
Maggioranza 275
Hanno votato
548).

Essendo preclusi tutti i precedenti emendamenti, passiamo all'emendamento Bobba 1.318.

MARIA ANNA MADIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA. Signor Presidente, a nome dei presentatori ritiro i seguenti emendamenti: Bobba 1.318, Schirru 1.319 e La Forgia 1.359. Inoltre, ritiro le seguenti proposte emendative: dall'emendamento Lucà 1.75 all'emendamento Genovese 1.109; l'emendamento Marantelli 1.504 e dall'emendamento Cardinale 1.515 all'emendamento Sarubbi 1.519 (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene. Ricordo che l'emendamento Maurizio Turco 1.304 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Delfino 1.43.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Delfino 1.43 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 1.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 10

Onorevoli Cristaldi, Traversa, Landolfi, Girlanda, Scilipoti, De Micheli, Naccarato, Nannicini, Sardelli, Miglioli, Andrea Orlando, Sposetti, Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 548
Votanti 546
Astenuti 2
Maggioranza 274
Hanno votato
264
Hanno votato
no 282).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Boccuzzi 1.363.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, illustro contestualmente gli emendamenti Boccuzzi 1.363 e Coscia 1.364, con i quali chiediamo che la possibilità di avere assegnate le supplenze per assenza temporanea dei titolari venga estesa anche a tutto il personale docente inserito nelle graduatorie ad esaurimento, a tutto il personale ATA inserito nelle graduatorie permanenti ed anche al personale inserito nella terza fascia delle graduatorie di istituto.
Chiediamo, quindi, che la platea del personale precario, che ha prestato servizio - lo diciamo subito dopo - per un periodo non inferiore a centottanta giorni, non solo nell'anno scolastico 2008-2009, ma anche in quello 2007-2008, venga ampliata, in modo da dare la possibilità a tutti quelli che hanno prestato servizio in questi anni scolastici per almeno centottanta giorni di concorrere ed essere chiamati per le supplenze temporanee. Ci sembra un atto dovuto e di rispetto per persone che, pur non essendo inserite nelle graduatorie ad esaurimento - sto parlando dei docenti di terza fascia - ma in quelle di istituto, e hanno prestato un servizio allo Stato con il loro lavoro, possono continuare a farlo anche per quanto riguarda le supplenze temporanee.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccuzzi 1.363, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Tassone, Formichella, Martinelli, Zazzera, Boffa, Naccarato, Strizzolo, Sardelli, Ministro La Russa... onorevoli Pizzolante e Lunardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 544
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato
225
Hanno votato
no 319).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Coscia 1.364, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Migliori, Mariarosaria Rossi, Speciale, Traversa, Damiano, Lunardi, Conte, Naccarato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 538
Astenuti 4
Maggioranza 270
Hanno votato
224
Hanno votato
no 314).

Prendo atto che i deputati Bellotti e Vincenzo Antonio Fontana hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Pag. 11
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Evangelisti 0.1.600.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Migliori, Scilipoti, Naccarato, Mosca, Ascierto, Coscia, Damiano, De Micheli, Strizzolo, Tempestini, Bratti, Lunardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 547
Votanti 544
Astenuti 3
Maggioranza 273
Hanno votato
260
Hanno votato
no 284).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Di Virgilio... onorevole Naccarato... onorevole Damiano... onorevole Traversa... onorevole Sardelli... onorevole Calearo Ciman... onorevole De Micheli... onorevole Lunardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 544
Maggioranza 273
Hanno votato
543
Hanno votato
no 1).

Avverto che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.600 della Commissione risultano preclusi i successivi emendamenti La Forgia 1.359, Borghesi 1.350 e Borghesi 1.351. L'emendamento Borghesi 1.350 potrà, tuttavia, essere posto in votazione limitatamente alla modifica riferita alla parte di testo su cui l'emendamento della Commissione non incide. Esso verrà quindi posto in votazione dopo l'emendamento Rossa 1.53.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rossa 1.53. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossa. Ne ha facoltà.

SABINA ROSSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame, all'articolo 1, comma 2, pone un nuovo principio nel reclutamento del personale docente e nella gestione delle graduatorie ad esaurimento, praticando una disparità di trattamento contraria al principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione.
Nello specifico, il comma 2 prevede un meccanismo di tutela nei confronti di una sola parte di precari ed esclude tutti coloro che da anni insegnano con supplenze temporanee e non sono inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Il provvedimento, anche se poi modificato da un emendamento che ha esteso la platea dei beneficiari anche a coloro che hanno prestato nell'anno scolastico 2008-2009 almeno 180 giorni di servizio, viene a creare una pesante discriminazione tra i lavoratori precari. I tagli fatti dal Governo hanno portato, di fatto, a una pesante riduzione degli organici e hanno escluso la possibilità di conferire contratti annuali ai docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
Si ripara consentendo ai docenti esclusi dai contratti annuali di accedere prioritariamente alle supplenze brevi, che invece spetterebbero ad altri docenti. Si introduce, di fatto, una nuova procedura, che comporta uno stravolgimento delle attuali regole, dove si annullano le graduatorie di istituto, andando a generare evidenti problemi in sede di giustizia del lavoro e amministrativa.
Con questo emendamento si vuole estendere la platea dei docenti aventi diritto alle supplenze anche ai docenti inseriti nelle graduatorie di istituto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 12Rossa 1.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mariarosaria Rossi? Onorevole Strizzolo? Onorevole Tassone? Onorevole Cicchitto? Bravo, onorevole Cicchitto! Onorevole Dima? Onorevole De Micheli? Ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 541
Astenuti 4
Maggioranza 271
Hanno votato
258
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che i deputati Mattesini e Volontè hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.350, limitatamente alla parte non preclusa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.350 limitatamente alla parte non preclusa, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi? Onorevole Barani? Onorevole Migliori? Onorevole Moles? Onorevole Girlanda? Onorevole Lo Monte? Onorevole Traversa? Onorevole Causi? Onorevole Strizzolo? Onorevole De Micheli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 540
Astenuti 3
Maggioranza 271
Hanno votato
257
Hanno votato
no 283).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 1.57.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, si tratta di un emendamento a cui teniamo molto, che ci sembra estremamente importante. È una battaglia che abbiamo condotto con convinzione, perché questa normativa doveva in qualche modo trovare una soluzione ed allargare la platea di coloro che avevano diritto, aprendola proprio a coloro che avevano svolto centottanta giorni di servizio nell'anno scolastico 2008-2009. Si poteva certamente fare di più, e di questo siamo tutti consapevoli: non è sufficiente quanto è stato fatto, e l'abbiamo detto anche in sede di discussione sulle linee generali. Comunque, il fatto di inserire anche coloro che avevano svolto un servizio «a livello di istituti» di centottanta giorni ci sembra un discorso estremamente importante, che comunque è stato anche recepito. Siamo quindi contenti di questo discorso, che è stato portato avanti insieme all'opposizione e alla maggioranza, siamo lieti che tale principio sia stato accolto. Si tratta di una rivendicazione che noi tenevamo a fare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 1.57, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova? Onorevole Girlanda? Onorevole Moles? Onorevole Miglioli? Onorevole Damiano? Onorevole Tassone? Onorevole Nannicini? Onorevole Consiglio? Onorevole De Micheli? Vedo agitazione nei banchi della Lega, ma si è risolto tutto bene. Onorevole Strizzolo? Ancora l'onorevole Damiano non riesce a votare. C'è l'onorevole Damiano?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 13
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 540
Astenuti 3
Maggioranza 271
Hanno votato
258
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che il deputato Piffari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mosca 1.362.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo la possibilità di avere risorse aggiuntive proprio per contrastare la piaga del precariato e quindi pensare ad una seria politica che consenta ai docenti di poter svolgere il proprio lavoro con serenità. Ricordo che il Governo, contrariamente a quanto oggi chiediamo con l'emendamento in esame, oltre ai tagli previsti dalla legge n. 133 del 2008 e nella finanziaria, anche con l'assestamento per il 2009 ha deliberato un taglio complessivo sulle spese riguardanti gli incarichi a tempo determinato di 577 milioni 64 mila euro, quindi quasi 578 milioni di euro. Con tale riduzione, che risulta aggiuntiva rispetto alla riduzione di 456 milioni operata nella legge di previsione in attuazione dell'articolo 64, non solo si colpiscono le spese per i precari che vengono licenziati - il Governo preferisce dire «espulsi» - dal mondo del lavoro a settembre ma, di fatto, sarà impossibile garantire, per i primi quattro mesi del nuovo anno scolastico, la regolare retribuzione di quanti, comunque, riceveranno un incarico annuale. Le medie nazionali delle riduzioni di spesa per gli incarichi annuali avranno effetti devastanti, nella scuola materna meno 38,61 per cento, nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado rispettivamente meno 3 per cento e meno 29,7 per cento.
Noi, invece, con questo emendamento, chiediamo venga costituito un fondo di almeno 800 milioni di euro l'anno proprio a tal fine, anche perché riteniamo che il provvedimento che ci accingiamo adesso a votare in sostanza non stanzi nemmeno un euro per contrastare il precariato e introduca soltanto una nuova graduatoria da utilizzare prioritariamente rispetto a quelle di istituto per tutti i contratti stipulati dalle scuole in sostituzione del personale assente. Quindi non stanzia nessuna risorsa aggiuntiva ma semplicemente prevede una diversa modalità di conferimento delle supplenze brevi che le scuole avrebbero comunque dovuto assegnare ai docenti inseriti nella graduatoria di istituto e che ora rimarranno totalmente esclusi.
Con questo decreto-legge il Governo non mette in campo ulteriori risorse per garantire il sostegno al reddito dei precari espulsi dal mondo del lavoro e non prevede di investire neanche un euro in più. Il tutto avviene a costo zero. Non c'è, di fatto, in questo provvedimento, una reale politica lungimirante che vada a regolare il precariato nella scuola, contrariamente a quanto era stato compiuto dal Governo Prodi.
Infatti, il provvedimento in esame - che, comunque, è una conseguenza reale delle scelte politiche sbagliate assunte dall'attuale Governo - risulta inadeguato mentre il Governo Prodi aveva previsto, approvando la legge finanziaria per l'anno 2007, un ampio e avveduto progetto di riforma del sistema scolastico, mediante la trasformazione delle graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento e l'avvio di un piano straordinario di immissione in ruolo di 150 mila docenti e di 20 mila unità di personale tecnico, ausiliario e amministrativo nel triennio 2007-2009.
Inoltre, con la successiva legge n. 244 del 2007 il Governo Prodi aveva previsto la stabilizzazione di circa 17 mila insegnanti di sostegno e di ulteriori 10 mila unità di personale tecnico, ausiliario e amministrativo per il triennio 2008-2010.

Pag. 14

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, deve concludere.

ROSA DE PASQUALE. È una politica che ha fatto scelte diametralmente opposte a quelle operate dall'attuale Governo: prediligere la stabilità e non la precarietà, investire in professionalità, sviluppo ed evoluzione del sistema di istruzione del Paese. Solo una significativa inversione di rotta sul fronte delle politiche scolastiche potrebbe ora rappresentare un rimedio davvero efficace ad una situazione segnata da rischi di dequalificazione del servizio e marcato disagio sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, assistiamo in questi giorni ad un grande dibattito promosso dal Ministro Tremonti sul valore del posto fisso e vediamo che il Presidente del Consiglio ha subito speso la sua parola in questa direzione. Sappiamo qual è la diversità di opinione rispetto ad un tema sul quale riteniamo essenziale che vi sia una capacità da parte di chi governa il Paese di dare una risposta, perché avere la stabilità del posto significa garantire ai nostri giovani la possibilità di costruire con serietà il loro futuro dignitoso.
In base a questa enunciazione riteniamo che proprio su questo emendamento, che noi condividiamo e che va nella direzione di recuperare una parte, signor Ministro, di quelle cospicue risorse che sono state tagliate alla scuola nonché di offrire una opportunità (ricordo anche l'altra frase per cui «nessuno sarà lasciato indietro»), il Governo e la maggioranza potrebbero concretamente compiere un passo in avanti e dare ai nostri giovani precari quelle risposte che andrebbero certamente nella direzione auspicata dalle autorevoli personalità del Ministro Tremonti e del Presidente Berlusconi. Per tali motivi, esprimeremo un voto favorevole sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mosca 1.362, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova... onorevole Damiano... onorevole Trappolino... onorevole Nannicini... onorevole Codurelli... onorevole De Micheli... onorevole Traversa... onorevole Strizzolo... onorevole Tassone... onorevole Compagnon...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 542
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato
258
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.361.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con questo nostro emendamento si va a modificare l'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2009, che nell'ambito del contenimento della spesa per il pubblico impiego prevede disposizioni in materia di organizzazione scolastica che si traducono in tagli e riduzioni delle dotazioni organiche.
Signor Presidente, con questo emendamento cerchiamo di recuperare una parte delle risorse che sono state tagliate alla scuola, anche perché se fino ad oggi, come si dice, tutti vogliamo una scuola migliore sarà difficile averla con un taglio delle risorse così cospicuo. Pag. 15
Di fatto non ci saranno risorse aggiuntive, ma se noi crediamo nella scuola come motore sociale dobbiamo far caso a questo tipo di intervento, anche perché si era detto che nessuno veniva licenziato e poi invece i tagli ci saranno, i licenziamenti pure e saranno pesantissimi e nessuna risorsa aggiuntiva è stata inserita. Quindi il Parlamento, approvando il provvedimento in esame, recherà un danno irreparabile ai lavoratori.
Inoltre, si è parlato fino ad oggi, anche esaminando i precedenti articoli, delle problematiche che rimarranno, cioè la maturazione ai fini dell'anzianità nel preruolo, le graduatorie ad esaurimento, la modalità di reclutamento, la formazione, i percorsi per essere inseriti nel ruolo (ovvero portarsi dietro l'anzianità quando si entra in ruolo), il problema delle supplenze. Sono tutte tematiche che riteniamo fondamentali e che devono essere assolutamente viste.
In quest'aula ho sentito molte volte nei vari interventi parlare di insegnanti responsabili. Ma come possono essere responsabili con questo «sistema modello»? Certo che è meglio la norma «salva asini» per alcuni aspetti oppure, come abbiamo visto, più alunni per classe e meno ore di insegnamento. Credo nelle intelligenze e nelle capacità migliori, ma il provvedimento riguarderà solo il 10 per cento: avrebbe dovuto avere un impegno completamente diverso di spesa per portare avanti certi temi che abbiamo evidenziato oggi, sia in Commissione sia in Assemblea, cercando di salvaguardare i diritti dei precari ed i diritti della gente che lavora da anni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.361, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Damiano? Onorevole Coscia? Onorevole De Micheli? Onorevole Gava? Onorevole Berardi? Onorevole Causi? Onorevole Trappolino? Onorevole D'Ippolito Vitale? Onorevole Cossiga? Onorevole D'Incecco? Onorevole Lo Monte?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 538
Votanti 534
Astenuti 4
Maggioranza 268
Hanno votato
256
Hanno votato
no 278).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Delfino 1.62. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, nei lavori della Commissione e poi nel parere della relatrice e del Governo è stato rivolto un invito al ritiro. Noi teniamo molto a questa tematica, però non ci appassiona il fatto di avere a tutti i costi una norma aggiuntiva. Nei lavori in Commissione è stato rilevato che questa norma sarebbe ripetitiva di altre già presenti nel nostro sistema normativo scolastico, pertanto accogliamo l'invito al ritiro e presentiamo, come è stato proposto dalla relatrice, un ordine del giorno nel quale però sottolineiamo fin d'ora al Ministro l'esigenza di avere un monitoraggio rispetto alle istituzioni scolastiche, perché - torno a dirlo qui - numerose sono le segnalazioni sul fatto che, malgrado gli aumenti dell'organico di diritto, malgrado l'attenzione e la normativa vigente, non vi sarebbe quella copertura almeno al livello degli anni precedenti.
Spero che il monitoraggio fatto dal Ministero smentisca realmente queste situazioni, però davanti ad una segnalazione ripetuta avevamo l'obbligo di portare l'attenzione su questo tema, su cui vi è una sensibilità, credo, di tutto il Parlamento. Speriamo, con gli impegni che il Governo Pag. 16assumerà sull'ordine del giorno in quest'aula, che si possa effettivamente applicare la normativa già esistente. Pertanto, l'emendamento è ritirato.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'emendamento Delfino 1.62 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento De Pasquale 1.360. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Pasquale.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, accolgo l'invito al ritiro di questo emendamento, il cui contenuto verrà trasfuso in un ordine del giorno che - ricordo, al contempo - il Governo si è impegnato ad accogliere. Ritiro, pertanto, l'emendamento De Pasquale 1.360.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lo Monte 1.64 e Antonino Russo 1.65. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la nostra posizione sul comma 3 è fortemente critica per più di un motivo e per questo ne chiediamo la soppressione.
Innanzitutto, ci sembra assai singolare che, nel momento in cui si parla di federalismo (ove anche parte del Governo vi punta fortemente), un comma inizi declamando che «l'amministrazione scolastica può promuovere, in collaborazione con le regioni» progetti che, però, sono fatti «a valere su risorse finanziarie messe a disposizione dalle regioni medesime». Si tratta, dunque, di progetti promossi dall'amministrazione scolastica e sostanzialmente pagati dalle regioni, che, però, mantengono un protagonismo di seconda fascia, di bassissimo profilo. È chiaro che in una situazione del genere sarebbe necessario - e noi lo chiediamo - un accordo preventivo della Conferenza Stato-regioni, che preveda alcune caratteristiche quadro di tali accordi che, poi, possano essere realizzati a livello locale.
L'altro motivo è il seguente: si parla di «adempimento dell'obbligo di istruzione». Noi siamo convinti che l'adempimento dell'obbligo di istruzione debba essere realizzato nelle scuole, ma ci chiediamo che cosa intendiamo: in Italia abbiamo alcune regioni che hanno risorse europee in quanto sono inserite nell'obiettivo 1 - e, quindi, possono investire sulla lotta alla dispersione scolastica, su progetti per il successo formativo - e altre regioni che non rientrano nell'obiettivo 1, le quali rischiano di interpretare tale frase - adempimento dell'obbligo di istruzione -, poiché così il Governo ha stabilito, con l'utilizzare il personale precario della scuola per insegnare nei corsi di formazione professionale.
Un altro motivo riguarda il fatto che per tali progetti - si dice - dovrebbero essere utilizzati «prioritariamente» - e, quindi, non esclusivamente - lavoratori precari, «percettori dell'indennità di disoccupazione, cui» - dice il comma - «può essere corrisposta una indennità di partecipazione a carico delle risorse messe a disposizione delle regioni». Ora, innanzitutto, il personale di cui al comma 2 in questo momento è più ampio rispetto al personale che percepisce l'indennità di disoccupazione: infatti, mentre si è ampliata lievemente la platea del comma 2 (poiché è stato inserito il personale che ha effettuato centottanta giorni di servizio nello scorso anno scolastico e che, quindi, può svolgere supplenze temporanee), qui invece si restringe ulteriormente al personale che ha effettuato soltanto le cinquantadue settimane. Ma, a parte questo, si parla di un'indennità: noi crediamo che il personale precario abbia titolo e diritto di essere trattato secondo quanto previsto dai contratti nazionali della scuola e, quindi, se viene utilizzato per progetti che riguardano le attività scolastiche e l'adempimento dell'obbligo scolastico, deve essere retribuito come prevede il contratto nazionale della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Pag. 17

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, anch'io desidero intervenire sugli identici emendamenti al nostro esame. Noi chiediamo che il personale docente inserito nelle graduatorie ad esaurimento, nonché il personale ATA inserito nelle graduatorie permanenti - di cui all'articolo 554 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado - e anche nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, venga naturalmente impiegato in progetti finalizzati alla qualificazione dei piani dell'offerta formativa, specialmente quelli prioritariamente riferiti all'innovazione didattica, all'aggiornamento e alla formazione degli insegnanti, e che vi sia assolutamente un efficace rapporto tra i docenti e gli alunni, che tenga conto delle garanzie per gli alunni diversamente abili.
Questo per noi è un tema molto importante, specialmente per gli alunni diversamente abili, perché in questo settore si è fatto poco e noi pensavamo assolutamente di poter riuscire, almeno su questo tema, a trovare un accordo molto importante specialmente per quello che riguarda l'incremento del tempo nella scuola individuale e soprattutto a dedicarsi di più a questa categoria che presenta problematiche gravissime.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, siamo contrari alla soppressione del comma 3, mentre svilupperemo negli emendamenti successivi i miglioramenti che riteniamo fondamentali per rendere più incisivo e più adeguato il comma di cui discutiamo. Ad ogni modo siamo contrari agli emendamenti Lo Monte 1.64 e Antonino Russo 1.65 totalmente soppressivi del comma 3.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lo Monte 1.64 e Antonino Russo 1.65, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Trappolino... onorevole Damiano...onorevole Negro ... onorevole Fassino... ancora l'onorevole Damiano non vota... onorevole Miglioli...Gli onorevoli Miglioli e Damiano hanno votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 538
Votanti 534
Astenuti 4
Maggioranza 268
Hanno votato
221
Hanno votato
no 313).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gnecchi 1.400.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questi emendamenti provano a modificare il comma 3 del provvedimento per i motivi che ho illustrato in precedenza a proposito dell'emendamento soppressivo. Essi provano, cioè, a dare un senso a questo comma, in particolare individuando i progetti sui quali impegnare il personale precario.
Si tratterebbe, secondo il nostro emendamento, di progetti finalizzati alla qualificazione dei piani dell'offerta formativa riferiti a innovazione didattica, all'aggiornamento e formazione degli insegnanti, all'efficace rapporto tra docenti e alunni, nonché alla corretta attuazione dell'accordo concordatario di avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione Pag. 18cattolica, prevedendo attività didattiche e formative alternative a detto insegnamento.
Per fare questo chiediamo che non siano impegnate solo risorse delle regioni, ma anche risorse dello Stato per 400 milioni di euro, stanziati dal Ministero della pubblica istruzione. Sottolineiamo anche l'importanza che tutto ciò accada previo accordo quadro con la Conferenza Stato-regioni.
Ci sembra fondamentale - e lo diciamo nell'emendamento successivo, l'emendamento Picierno 1.401 - che, soprattutto laddove si parla di adempimento dell'obbligo scolastico, siano coinvolte le istituzioni scolastiche, singolarmente o in rete, che le risorse messe a disposizione possano essere gestite dagli uffici scolastici regionali e, di conseguenza, dagli uffici scolastici provinciali che li renderanno disponibili alle reti di scuole e alle istituzioni scolastiche e che il personale utilizzato venga pagato secondo quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro e venga chiamato secondo graduatoria.
Ci sembra, quindi, necessario che, vista la bocciatura dell'emendamento soppressivo, al comma 3 del provvedimento si dia una fisionomia che renda questa idea applicabile nei contesti territoriali diversificati del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gnecchi 1.400, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Damiano... onorevole Naccarato... onorevole Volpi... onorevole Tassone... onorevole Miglioli... onorevole Traversa... ci siamo? Onorevole Brigandì, proprio lei! No, sta votando l'onorevole Brigandì.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 529
Astenuti 1
Maggioranza 265
Hanno votato
219
Hanno votato
no 310).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Argentin e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Picierno 1.401.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, come ricordava già la collega Siragusa il nostro giudizio su questo comma 3 è nettamente negativo perché tale comma mette in campo una misura assolutamente inadeguata e insufficiente per cercare di dare una risposta alle decine di migliaia di lavoratori precari ai quali non è stato rinnovato il contratto di lavoro a tempo determinato.
Cerchiamo di dare un minimo di sostanza a questo comma visto che sono stati respinti i nostri emendamenti volti a sopprimerlo. In modo particolare cerchiamo di individuare dei progetti che abbiano un senso e cioè quelli mirati al successo formativo, alla prevenzione e alla risoluzione di situazioni di svantaggio e di dispersione scolastica.
A questo proposito voglio ricordare che il nostro Paese ha purtroppo un primato negativo: circa il 25 per cento dei ragazzi non concludono l'istruzione superiore. Insieme a questo poniamo però un'altra questione fondamentale in quanto non si può semplicemente dire alle regioni di fare dei progetti utilizzando i propri fondi, peraltro in modo molto fumoso, ma occorrerebbe prevedere dei fondi da parte dello Stato mettendoli a disposizione degli uffici scolastici provinciali e regionali. Pag. 19
L'altra questione fondamentale è quella di non andare in ordine sparso, ma di fare in modo che ci sia un accordo coerente con la Conferenza unificata Stato-regioni in modo che ci siano dei criteri uniformi su tutto il territorio senza continuare con una modalità di intese che privilegino alcune regioni piuttosto che altre ovviamente con gravi discriminazioni per quanto riguarda sia i ragazzi che gli insegnanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, in un intervento precedente avevamo affermato che eravamo disponibili ad affrontare un miglioramento del testo del comma 3 in discussione.
Eravamo contrari all'emendamento Gnecchi 1.400 perché si andava a toccare, pur se questa è una materia che andrebbe ulteriormente definita, la questione dell'accordo concordatario dell'insegnamento della religione cattolica.
L'emendamento Picierno 1.401 al nostro esame invece, credo potrebbe rappresentare una risposta in grado di garantire una migliore armonizzazione tra il Ministero, l'amministrazione scolastica e la Conferenza unificata Stato-regioni. A tale proposito abbiamo presentato un emendamento con il quale chiediamo questo tipo di inserimento e speriamo che il Governo trovi il modo di recuperare questo nostro successivo emendamento.
Tuttavia si tratta di un emendamento con il quale si danno delle ulteriori possibilità utilizzando risorse statali e regionali in un quadro di rispetto anche dei diritti dei precari. Per tale motivo questo accordo quadro previsto dall'emendamento al nostro esame, a nostro avviso, si adatterebbe meglio a quella risposta anche in termini di «ammortizzatori sociali» come hanno affermato alcuni colleghi della maggioranza cui questo comma 3 risponde.
Per questo motivo il gruppo Unione di Centro voterà a favore dell' emendamento Picierno 1.401.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, vorrei solamente ricordare che quanto sta avvenendo alle spalle delle regioni assomiglia molto ad una nuova edizione della stagione dei lavoratori socialmente utili.
Se il piano del Governo non cambia - e non vedo segnali di cambiamento - ci troveremo a scaricare su questo meccanismo circa 25 o 30 mila unità di lavoro all'anno e, in capo a tre anni, le regioni si troveranno 90 mila lavoratori che arrivano a questi lavori, non meglio identificati, senza il loro accordo. L'esigenza di collegare almeno in maniera stretta e con il loro accordo questi lavoratori ai cicli di formazione mi sembra inderogabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Picierno 1.401, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Nannicini... onorevole Naccarato... onorevole Romele... Ci siamo tutti? Onorevole Centemero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 534
Astenuti 2
Maggioranza 268
Hanno votato
251
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 20
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Levi 1.402, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Naccarato... onorevole Patarino... onorevole Misiani... onorevole Nannicini... onorevole Traversa... onorevole Girlanda... onorevole Miglioli... onorevole Simeoni... onorevole Garavini... onorevole Porta... onorevole De Micheli... onorevole Strizzolo... onorevole Vico... l'onorevole Porta è ancora in difficoltà... onorevole Rosso... onorevole Garavini... onorevole Nizzi... mi pare che abbiano votato tutti... onorevole Tassone, proprio lei mi viene meno... onorevole Cesare Marini...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 539
Votanti 536
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
254
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che il deputato Maran ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti De Biasi 1.72, Delfino 1.403 e Borghesi 1.404.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pes. Ne ha facoltà.

CATERINA PES. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il comma 3 tra le altre cose prevede la facoltà per l'amministrazione scolastica di utilizzare, in collaborazione con le regioni, risorse finanziarie che sono regionali (delle regioni, appunto) relativamente a progetti inerenti alla lotta contro la dispersione scolastica e all'ampliamento della qualità dell'offerta formativa. In buona sostanza, sono progetti che hanno il valore e il carattere di interventi straordinari.
Siamo convinti che in questo momento un accordo con le regioni in funzione del miglioramento dell'offerta formativa sia fondamentale, auspicabile e utile. Tuttavia, riteniamo che ciò che non è presente in questo comma sia la considerazione di un previo accordo quadro con la Conferenza unificata Stato-regioni.
Questo perché ultimamente si sono verificati casi in cui il Ministero ha preso accordi con singole regioni (tra cui anche la regione Lombardia, la regione Sardegna ed alcune altre). Nel caso della regione Sardegna ciò è avvenuto senza che questa in realtà avesse messo a disposizione e concordato questo accordo con i singoli attori regionali.
Quello che chiediamo è che ci sia un accordo Stato-regioni, fondamentale perché non vengano stabilite forme di finanziamento - che sono probabilmente in tal caso anche condizioni esclusive dello Stato - differenti da regione a regione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, nonostante gli sforzi di ieri e di questa mattina per cercare quanto meno di dare una minima risposta ai lavoratori della scuola con la rinuncia di fatto al comma 1 dell'articolo 1, questo provvedimento comunque agisce come una mannaia sull'ambito lavorativo della scuola.
Se fossimo in un Paese normale di fronte ai tagli del personale e a questa soluzione che altro non è che un pannicello caldo il Ministro Gelmini si sarebbe dovuto dimettere (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e capisco anche in Commissione cultura l'imbarazzo del sottosegretario Pizza di fronte alle vostre scelte.
Esse sono talmente vostre che anche nel comma 3, dove individuate progetti e Pag. 21risorse da finanziare per trovare quell'indennità di disoccupazione - che non è una novità perché è prevista dall'INPS per quegli insegnanti in disoccupazione da otto mesi (per 12 mesi per quelli sopra i cinquant'anni) - prima vi fate belli e poi dite alle regioni di mettere i soldi perché non ce ne sono.
Dite alle regioni che devono essere loro ad aiutare i lavoratori del mondo della scuola e a risolvere i vostri problemi. Bella responsabilità, bel modo di rispondere a un mondo del lavoro che invece chiede risposte. Con questo emendamento chiediamo di sostituire al comma 3 le parole «in collaborazione con le regioni». Che significa in collaborazione con le regioni? Almeno si rispettino gli istituti, ossia l'accordo con la Conferenza unificata Stato-regioni. Pertanto, vi invito a rivedere il comma 3 e almeno ad inserire il parere vincolante della Conferenza unificata Stato-regioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, ci permettiamo di insistere sulla questione dell'accordo quadro con la Conferenza unificata Stato-regioni perché ci sembra di avere ragione. Come ha già detto il collega non abbiamo voluto cancellare il comma 3 perché non ci sembrava corretto. Bene o male è uno strumento in più per trovare il modo di utilizzare lavori precari ed ampliare in qualche modo l'offerta formativa, quindi ci sembrava una strada da percorrere.
È altrettanto vero, però, che non si può ignorare il fatto che ci sia una Conferenza unificata Stato-regioni che deve esprimere un parere. Siamo d'accordo che il Governo stipula degli accordi con le regioni singolarmente prese e che tali accordi sono legittimi, però avere anche un accordo nella Conferenza unificata Stato-regioni non fa che rinforzare e dare un ulteriore avallo ai progetti e agli accordi che si possono fare.
Allora si potrebbe anche riformulare il testo e, siccome qualcuno dice che la Conferenza unificata Stato-regioni è bloccata e quindi non si riesce ad andare avanti perché non riesce ad esprimere né accordi né pareri, si potrebbe immaginare di dare un termine per la stesura di un accordo.
Quindi, «previo accordo quadro» potrebbe essere anche seguito da una indicazione temporale per cui, se entro quel termine non c'è, si procede d'ufficio.
È secondo me importante, andando verso il federalismo che in quest'aula la maggioranza ha fortemente voluto, andare proprio verso le regioni. Tuttavia, anche mantenere una cerniera tra le regioni e lo Stato mi sembrerebbe uno strumento in più per migliorare quello che stiamo discutendo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti De Biasi 1.72, Delfino 1.403 e Borghesi 1.404, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli... Onorevole Naccarato... Onorevole Coscia... Onorevole Nannicini... Onorevole Iannuzzi... Onorevole De Micheli... Onorevole Cesario... Onorevole Vico... Onorevole Andrea Orlando... Onorevole Gava... Onorevole Damiano... Onorevole Traversa... Onorevole Tassone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 532
Astenuti 1
Maggioranza 267
Hanno votato
248
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Preavviso l'Assemblea che la seduta sarà sospesa intorno alle ore 13,30, per riprendere alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Pag. 22
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 1.405.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, l'emendamento Borghesi 1.73 è stato votato?

PRESIDENTE. L'emendamento Borghesi 1.73 non è stato segnalato dal gruppo e, quindi, non è stato posto in votazione.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, il nostro emendamento tende a recuperare un ruolo più attivo e concreto (più fatti) nel testo normativo in esame rispetto alle impostazioni che il comma 3 ha. Infatti, come è già stato rilevato, in Commissione lo abbiamo fatto noi e anche altri colleghi dell'opposizione, è facile creare delle opportunità scaricando gli oneri su altri enti, siano le regioni o gli enti locali.
Con questo emendamento vogliamo richiamare l'attenzione dell'Assemblea sul fatto che queste attività formative, queste iniziative di utilizzo del personale precario della scuola non possono non vedere la partecipazione finanziaria dello Stato. Quindi, noi sottoponendo all'esame dell'Assemblea questo emendamento riteniamo di richiamare un concetto di cooperazione, anche istituzionale, su un tema fondamentale, ovvero quello dello Stato e delle regioni.
Sono state bocciate anche le richieste di un previo accordo quadro con la Conferenza unificata Stato-regioni. Oggi prenderemo atto, se non c'è un diverso atteggiamento o impegno della maggioranza su questo tema, che il Governo e la maggioranza predicano bene rispetto al fatto di creare delle opportunità, ma poi danno la responsabilità in ordine alle risorse soltanto agli enti locali e alle regioni. Su questo noi ovviamente non siamo d'accordo. Per questo annunciamo il nostro voto favorevole e chiediamo il voto favorevole dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 1.405, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rivolta... onorevole Tassone... onorevole Beccalossi... onorevole Rosso... onorevole Vignali... onorevole Santelli... onorevole Damiano... onorevole Andrea Orlando... onorevole Fassino...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 520
Astenuti 3
Maggioranza 261
Hanno votato
244
Hanno votato
no 276).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Come preannunciato, sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15,05.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Orientamenti in merito alla riforma del sistema previdenziale, con particolare riferimento al tema dell'innalzamento dell'età pensionabile - n. 3-00716)

PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di illustrare Pag. 23l'interrogazione Vietti n. 3-00716, concernente orientamenti in merito alla riforma del sistema previdenziale, con particolare riferimento al tema dell'innalzamento dell'età pensionabile, che ha testé sottoscritto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, illustro brevemente l'interrogazione perché sappiamo che il tempo che abbiamo a disposizione è poco. Vorrei ricordare al Ministro che più volte il Governatore della Banca d'Italia, Draghi, ha sollecitato la riforma previdenziale. Più volte Bini Smaghi, membro del board della Banca centrale europea, ha sollecitato l'Italia, dicendo che più tardi si farà la riforma delle pensioni peggio sarà. Il rapporto sulla sostenibilità dei conti pubblici dei ventisette Paesi membri dell'Unione europea chiede di alzare l'età pensionabile rispetto all'aumento dell'aspettativa di vita.
Numerosi Paesi stanno valutando l'ipotesi di seguire questo tipo di percorso, autorevoli esponenti della maggioranza ritengono che sia necessaria la riforma delle pensioni, una settimana fa il Presidente del Consiglio, in una conferenza stampa a margine dell'incontro con il Premier Borisov, ha detto la stessa cosa, l'unico che a me pare non sia d'accordo è il Ministro Sacconi. Vorremmo capire cosa succederà nel nostro Paese in ordine a questo problema.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, vorrei ricordare all'onorevole interrogante che proprio il Governo Berlusconi realizzò un'importante riforma del sistema previdenziale elevando l'età obbligatoria di pensione, la cosiddetta riforma Maroni, alla quale ho avuto la possibilità di partecipare direttamente. Successivamente, colpevolmente, il Governo Prodi ha varato un provvedimento che potremmo definire di controriforma, nel senso che esso si è orientato nella direzione opposta a quella nella quale si muovono tutti i Paesi europei per dare maggiore sostenibilità ai loro sistemi previdenziali, i cui oneri sono stimati in circa 10 miliardi di euro.
Nel corso di questa legislatura noi abbiamo preso due fondamentali impegni. Da una parte, vi è l'impegno di applicare a valere dal prossimo anno, come le leggi Dini e Prodi hanno disposto, i cosiddetti coefficienti di trasformazione che neutralizzano l'entità della prestazione in rapporto all'aspettativa di vita, dall'altra parte, una riforma varata proprio due mesi fa attraverso il decreto-legge cosiddetto anticrisi la quale prevede che, a partire dal prossimo anno, per cinque anni si calcoli l'innalzamento dell'aspettativa di vita e, conseguentemente, si elevi obbligatoriamente l'età minima di pensione: per tre mesi la prima volta nel 2015, e successivamente senza limite, ma con un compiuto collegamento, come ho detto, con l'innalzamento dell'aspettativa di vita.
Quindi, coefficienti di trasformazione, da un lato, e innalzamento dell'età obbligatoria di pensione in relazione all'innalzamento dell'aspettativa di vita, dall'altro, costituiscono due misure importanti. Questa seconda deve essere attuata e vorrei ricordare che, proprio il professor Draghi, il Governatore della Banca d'Italia al quale l'interrogante ha fatto riferimento nel suo testo, ha detto che il previsto collegamento dell'età di pensionamento all'aspettativa di vita rappresenta un passo rilevante, così come ha detto che la recente revisione del meccanismo di aggiornamento dei coefficienti di trasformazione va in questa direzione. Potrei aggiungere, infine, che, in ottemperanza a una sentenza della Corte di giustizia europea, abbiamo elevato l'età di pensione delle donne, equiparandola a quella degli uomini, nel pubblico impiego, là ove la certezza del rapporto di lavoro rende sostanzialmente accettabile questo tipo di misura.

PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di replicare.

Pag. 24

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, la domanda che avevamo posto nell'interrogazione era se il Ministro non ritenga opportuno valutare più attentamente le sollecitazioni provenienti da autorevoli istituzioni, da esponenti della stessa maggioranza e dallo stesso Presidente del Consiglio in tema di riforma delle pensioni, ritenuta fondamentale per il rilancio e lo sviluppo del Paese. Nulla quaestio sul passato, signor Ministro, però noi oggi ci occupiamo del presente e possibilmente ci dovremmo occupare anche del futuro. Quindi, agli italiani non interessa cosa si è fatto prima, bensì cosa si farà da oggi in poi.
Lei, da una parte, sostiene che è d'accordo perché l'innalzamento dell'età e delle aspettative di vita ovviamente è strettamente legato al discorso delle pensioni; dall'altra parte - sono sue dichiarazioni e non mie - rispondendo ad un'interrogazione ha detto che le pensioni non sono nelle attività prossime del Governo anche perché (e lo ha ribadito questo pomeriggio) noi abbiamo fatto la riforma solo due mesi fa e, quindi, pensiamo intanto ad applicarla (sono sue parole). Sottopongo, dunque, alla sua attenzione che, da una parte, lei dice che la riforma non è tra le urgenze dell'agenda del Governo; dall'altra, però, dice che questi sono tutti fattori per i quali dall'anno prossimo noi dovremmo porre l'attenzione su questo fenomeno perché oggettivamente ciò va fatto. Quindi, noi sollecitiamo che questa problematica rientri tra le priorità dell'agenda del Governo.

(Iniziative a favore dei lavoratori interessati dal piano di riorganizzazione dell'azienda Tenaris Dalmine - n. 3-00717)

PRESIDENTE. L'onorevole Misiani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00717, concernente iniziative a favore dei lavoratori interessati dal piano di riorganizzazione dell'azienda Tenaris Dalmine (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, signor Ministro, mentre nel Paese autorevoli Ministri sono impegnati in un dibattito un po' surreale sulla bontà del posto fisso, il gruppo siderurgico Tenaris Dalmine ha annunciato un piano di riorganizzazione che prevede la chiusura dello stabilimento di Piombino e il forte ridimensionamento di quelli di Dalmine, Costa Volpino e Arcore. I lavoratori in esubero, secondo il piano, sono oltre mille, ovvero più di un terzo di tutta la forza lavoro del gruppo in Italia. Credo che siamo di fronte ad una delle più gravi crisi aziendali nel nostro Paese in questa drammatica fase di crisi economica.
Il Ministro Calderoli ha incontrato i vertici di Tenaris, ma non si è espresso sul piano industriale e si è limitato ad accennare ad un piano di ricollocamento all'esterno dei lavoratori. Secondo noi le priorità sono altre e al Governo chiediamo di lavorare per cambiare il piano industriale perché non va bene, evitando la chiusura degli insediamenti produttivi, difendendo la realtà aziendale della Tenaris in Italia e riducendo al minimo l'impatto occupazionale della ristrutturazione, tutelando il più possibile i lavoratori interessati. Sono questi, signor Ministro, gli impegni e i fatti concreti che noi le chiediamo e che i lavoratori si aspettano dal Governo.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, desidero assicurare l'interrogante che al Governo è ben presente la problematica indotta dal piano di riposizionamento strategico presentato dal gruppo Tenaris Dalmine. In stretto raccordo con la regione Lombardia, che ha già svolto alcuni incontri, noi intendiamo favorire quanto più possibile un confronto tra le parti rispetto al quale le istituzioni, a partire dal Governo, non sono indifferenti. È un confronto che deve avere, a nostro avviso, come obiettivo quello di modificare quel piano industriale e le sue ricadute occupazionali. È in gioco non Pag. 25soltanto il lavoro, ma anche un pezzo importante del patrimonio produttivo del nostro Paese e di quei territori in modo particolare, posto che i siti sono numerosi. Il prossimo 28 ottobre, si svolgerà presso il Ministero dello sviluppo economico un incontro formale tra le parti al quale parteciperà anche il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Ciò perché il Governo nella sua collegialità, come ho detto, intende sollecitare il confronto più aperto, non soltanto per la doverosa protezione del reddito dei lavoratori che fossero costretti ulteriormente all'inattività, ma soprattutto per definire un piano che renda compatibili gli obiettivi di crescita del gruppo nella dimensione globale con quelli del suo radicamento nel territorio nazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Velo, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

SILVIA VELO. Signor Presidente, signor Ministro, possiamo esprimere soddisfazione per l'attivazione di questo percorso annunciato dal Ministro, ma è l'unica soddisfazione. Per il resto, possiamo parlare di disastro delle politiche industriali del Governo, di disastro delle politiche del Governo nell'affrontare la crisi economica in atto. Più di noi, parlano di disastro soprattutto le imprese e i tanti lavoratori che in Italia stanno affrontando questo difficile momento. Cito alcuni esempi. Il funzionamento degli ammortizzatori sociali, più volte ricordato dal Governo, non è un merito vostro: sono norme preesistenti e risorse messe in campo dalle regioni. Le norme anticrisi non stanno funzionando: gli incentivi per l'auto sono arrivati tardivamente e non sono condizionati al mantenimento delle produzioni in Italia, il piano casa non sta funzionando, le opere pubbliche non partono, perché gli enti locali sono oppressi dalle rigidità che il Governo ha imposto sui loro bilanci.
Tutto questo pesa sull'industria italiana e si rischia che l'Italia esca dalla crisi con un sistema manifatturiero fortemente ridimensionato. Tutto questo pesa sulle vicende di cui parliamo oggi, sul futuro della Tenaris Dalmine. Qui, però, c'è una vostra più grave responsabilità, una gravissima responsabilità, cui lei non ha fatto cenno: i tagli ai fondi per le bonifiche che aveva stanziato il Governo Prodi, indispensabili alla prosecuzione dell'attività di questa azienda, di cui non c'è traccia. Mi auguro che il tavolo di cui lei ha parlato si occupi anche di questo, perché questo è un problema serio. Mi auguro che finalmente il Governo scelga di difendere le industrie italiane, perché la crisi c'è ed è globale, ma in Italia si paga un prezzo più alto, il prezzo dovuto ad un Governo che di fatto si dimostra poco attento a questi problemi, più impegnato in altre vicende, che continua a dire che stiamo uscendo dalla crisi. Ma di questo non si accorgono i lavoratori e le imprese. Soprattutto, non si accorgono ancora di nessun effetto positivo rispetto alle misure che dite di aver preso, ma che di fatto non hanno salvaguardato il futuro dei lavoratori in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Orientamenti in merito all'eventualità di ampliare l'applicazione dell'istituto delle prestazioni di lavoro accessorio, con particolare riferimento alle cooperative sociali che erogano servizi di assistenza domiciliare ed ospedaliera - n. 3-00718)

PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00718, concernente orientamenti in merito all'eventualità di ampliare l'applicazione dell'istituto delle prestazioni di lavoro accessorio, con particolare riferimento alle cooperative sociali che erogano servizi di assistenza domiciliare ed ospedaliera (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'interrogazione nasce dalle istanze a noi giunte dalle cooperative sociali piemontesi che operano nel settore dell'assistenza domiciliare ed ospedaliera, in merito alla tipologia di rapporti di lavoro che le stesse Pag. 26possono utilizzare con i propri operatori soci. Tali cooperative sociali forniscono servizi a soggetti in stato di bisogno e le richieste variano per tipologia e durata, pertanto è per loro impossibile organizzare e quantificare in anticipo le prestazione di lavoro. Necessitano, dunque, di tipologie contrattuali flessibili o comunque di forme di lavoro autonomo. Lei stesso, signor Ministro, con la direttiva del settembre 2008 ha fissato le linee guida cui devono attenersi gli ispettori del lavoro, rivedendo alcuni orientamenti della precedente direttiva n. 4 del 2008. Ciò nonostante, risulta che il personale di vigilanza dell'INPS persista nell'applicare sanzioni alle cooperative e nella riqualificazione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro subordinato. Signor Ministro, le chiediamo un intervento chiarificatore, considerato che l'entità delle sanzioni applicate è tale da costringere in alcuni casi le cooperative a cessare l'attività.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, l'interrogante pone un'esigenza assolutamente condivisibile, quella di un comportamento uniforme delle attività ispettive su tutto il territorio nazionale.
Per parte nostra, come lei ha ricordato, correggendo anche qualche atto interpretativo del passato che ci pareva in contrasto con la disposizione di legge, abbiamo indicato come debbano comportarsi le funzioni ispettive, soprattutto di fronte alle cosiddette collaborazioni coordinate e continuative o collaborazioni a progetto.
In particolare, non può esistere una sorta di presunzione di subordinazione per determinate tipologie di attività. In ogni caso, è necessario verificare se prevalga il carattere indipendente della prestazione o, invece, il suo carattere subordinato, per dare a quella prestazione la corretta qualificazione. Comunque, recepisco la preoccupazione di comportamenti differenziati delle attività ispettive, che non posso escludere in via di principio, per accentuare la sollecitazione a comportamenti omogenei e conformi.
Onorevole Allasia, nell'interrogazione lei opportunamente segnala inoltre l'impiego del buoni prepagati, dei voucher, anche per questo tipo di prestazioni. Penso che il buono prepagato possa essere un modo con il quale dare regolarità semplice a molte prestazioni, soprattutto di carattere accessorio, rivolte a famiglie e alle persone. Tuttavia, l'orientamento attuale è di utilizzare i voucher in relazione alla prestazione diretta dell'opera nei confronti del soggetto beneficiario, senza, quindi, l'intermediazione di soggetti quali una cooperativa. Comunque la cooperativa può svolgere una funzione di servizio per più prestatori, i quali non si configurerebbero in questo caso come suoi dipendenti, ma come prestatori d'opera diretti nei confronti dell'utilizzatore o della famiglia utilizzatrice di questo servizio a domicilio. La cooperativa si configurerebbe come un'entità di servizio, di promozione; in questo senso vi sono già esperienze nel Paese e ci auguriamo che altre possano crescere, favorendo anche l'utilizzazione dei buoni prepagati da parte delle famiglie nei confronti di questi prestatori d'opera.

PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di replicare.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la chiarezza, la precisione e per i fatti, e non le parole, che ci ha appena esposto nella sua risposta, già menzionata nella direttiva dello scorso anno.
Le rimarco come queste agenzie abbiano un particolare ruolo sociale poiché si occupano di soggetti in stato di bisogno come gli anziani totalmente o parzialmente non autosufficienti o lungodegenti. Risulta, pertanto, urgente proporre loro un intervento chiarificatore per una soluzione rapida e soprattutto certa della questione. La nostra non è solo retorica, ma vediamo sempre l'attore principale delle vicende sanitarie piemontesi totalmente Pag. 27assente, pur conoscendo la natura del problema, ma non intervenendo mai in alcun modo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Iniziative di competenza in relazione al rispetto del piano di rientro dal deficit sanitario della regione Lazio, al fine del riequilibrio finanziario e della riqualificazione dell'assistenza sanitaria - n. 3-00719)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Virgilio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00719, concernente iniziative di competenza in relazione al rispetto del piano di rientro dal deficit sanitario della regione Lazio, al fine del riequilibrio finanziario e della riqualificazione dell'assistenza sanitaria (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Ministro, la storia della sanità nel Lazio sta diventando ridicola e turba profondamente le coscienze dei cittadini e degli operatori sanitari.
Questo piano di rientro non ha mai fine: il maggior costo della regione Lazio per la sanità, a distanza di quasi due anni dal commissariamento voluto dal Governo Prodi, che nominò il presidente Marrazzo commissario della sanità, è di 1,3 miliardi di euro, nonostante l'imposizione fiscale notevole riguardante l'IRPEF e l'IRAP, che fanno entrare nelle casse della regione Lazio 900 milioni di euro, nonché gli aiuti concreti del nostro Governo.
Invece di pensare alla razionalizzazione delle strutture, il presidente Marrazzo e il vicepresidente, che non ha nulla a che fare con l'ufficio di commissariamento, girano il Lazio promettendo anche la costruzione di nuove strutture ospedaliere.
Tutto ciò indica pesanti responsabilità del commissario. Per evitare una pesante crisi finanziaria, con gravi ricadute sui cittadini, chiediamo cosa il Governo abbia in mente di fare, per ottemperare a così dolorose evenienze.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, la regione Lazio si trova in una condizione di gestione commissariale per quanto riguarda il suo servizio sociosanitario, e ciò per una procedura avviata già dal Governo Prodi e realizzata dal presente Governo. Nel 2008, e limitandoci a quest'anno (la condizione negli anni precedenti era meno grave), si è registrato un disavanzo rispetto alle risorse del Fondo sanitario nazionale di oltre un miliardo e mezzo. Tali risorse sono state solo in parte coperte da risorse del bilancio regionale per 264 milioni di euro, da un aumento dell'IRPEF e dell'IRAP, che incidono peraltro sulla condizione della popolazione e sulla condizione delle imprese, per 903 milioni di euro, e poi da un fondo transitorio di accompagnamento, cioè risorse aggiuntive, che sono date in relazione al piano di rientro, al piano virtuoso se c'è, per 321 milioni di euro.
E ancora, nel 2009 si stima, oltre ad un residuo di 75 milioni non coperti nel 2008, un fabbisogno di 332 milioni di euro al netto di quelle risorse provenienti, come ho detto, da aumento di imposte, da un fondo aggiuntivo straordinario e da un po' di risorse regionali.
D'altronde la qualità del servizio sociosanitario nella regione non è delle migliori, come varie analisi hanno dimostrato: mi limito soltanto a ricordare che la caratteristica di questo servizio, tutto concentrato sulla funzione ospedaliera, vede una debolissima presenza di servizi di carattere territoriale, tra i quali segnalo quelli di carattere domiciliare rivolti alle persone non autosufficienti, che appaiono al di sotto della media nazionale e lontani (per l'esattezza del 2,9 per cento nel Lazio) dal 5,6 per cento di una delle regioni virtuose come il Veneto. Quindi si spende di più, ma si dà di meno.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Il Governo ha richiamato il commissario, Pag. 28dottor Marrazzo, in una recente audizione presso il Consiglio dei ministri a varare il piano sanitario, nell'ambito del quale vi dev'essere un piano di razionalizzazione della rete ospedaliera. Il piano era stato presentato in un primo momento, poi è stato ritirato. Ora si parla di un altro piano; certo è che nei prossimi giorni il tavolo tecnico Stato-regioni (e sottolineo regioni) dovrà esaminare questa nuova proposta, e se non sarà ancora una volta condivisa dal tavolo tecnico Stato-regioni verranno purtroppo bloccate alcune delle risorse che sono collegate al percorso virtuoso del piano, con il pericolo di un collasso finanziario della sanità laziale.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Virgilio ha facoltà di replicare.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, signor Ministro, sono soddisfatto della sua risposta. come a dire che il presidente Marrazzo spende molto e offre poco ai cittadini del Lazio; e ciò mi preoccupa molto, a proposito dello stato di salute dei cittadini e della situazione economica della regione Lazio, proprio anche per quanto lei ha detto del gran numero di non autosufficienti e degli scarsi servizi al reddito reale.
Invito il Governo a richiedere di non procrastinare i tempi di tale risanamento, perché i cittadini del Lazio non sono secondi a nessuno ed hanno diritto ad essere trattati come gli altri cittadini delle regioni virtuose (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Intendimenti del Governo in merito alla disciplina del conflitto di interessi - n. 3-00720)

PRESIDENTE. L'onorevole Cambursano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Donadi n. 3-00720, concernente intendimenti del Governo in merito alla disciplina del conflitto di interessi (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, signor Ministro, sabato 3 ottobre il giudice Mesiano pronuncia la sentenza civile di condanna di Fininvest, di proprietà del Presidente del consiglio, a risarcire CIR per 750 milioni, in seguito al lodo Mondadori.
Il 4 ottobre, il Presidente del Consiglio critica pesantemente la sentenza e il giudice. L'11 ottobre da Benevento dichiara: «Presto ne sentirete delle belle sul giudice». Il Giornale, di proprietà del fratello del Presidente del Consiglio, pubblica un racconto anonimo sul conto dello stesso giudice. Il 15 ottobre, il giudice Mesiano è oggetto di un servizio di Mattino 5...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO. ...in onda su una rete Mediaset di proprietà del Presidente del Consiglio, in cui si raccontano fatti privati del giudice medesimo, naturalmente denigrandolo e mettendone in discussione anche la serietà professionale ed umana. Se questo non è conflitto di interesse, che cosa è?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, intendo innanzitutto rispondere al quesito formale posto a conclusione dell'interrogazione presentata dal gruppo dell'Italia dei Valori, precisando che il Governo non ha in preparazione alcuna iniziativa legislativa in tema di conflitto di interessi. Come è noto, infatti, la materia è già puntualmente disciplinata dalla legge 20 luglio 2004, n. 215. Tuttavia, se è legittimo evidentemente chiedere di tornare a discutere della regolamentazione dei conflitti di interesse, è assolutamente pretestuoso e infondato farlo sulla base delle premesse dell'interrogazione e anche delle affermazioni poco fa rese dall'onorevole Cambursano. In esse, infatti, si insinua che sarebbe stato ordito una sorta di complotto mediatico per colpire la dignità personale e professionale del dottor Mesiano.

Pag. 29

FRANCESCO BARBATO. Il lettone di Putin!

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, sono evidentemente costretto a respingere nella maniera più completa tali insinuazioni. Su questo punto intendo essere ancora più specificamente e nettamente chiaro nell'affermare che il Presidente del Consiglio Berlusconi era ovviamente del tutto all'oscuro delle iniziative giornalistiche che sono state citate nell'interrogazione. D'altra parte, onorevole Cambursano, il Governo non ha né potrebbe avere alcuna competenza sulle linee e sui contenuti editoriali delle imprese sia del settore radiotelevisivo che della carta stampata, tanto più se riferiti a soggetti diversi dal servizio radiotelevisivo pubblico.
Quanto poi alla lamentata violazione della privacy del magistrato, gli interroganti non possono dimenticare che la materia è di competenza di un'apposita autorità indipendente. Il Garante ha precisato, in un apposito comunicato stampa, che sta valutando la segnalazione presentata dall'Associazione nazionale magistrati. Inoltre, presso la procura della Repubblica del tribunale di Milano, non risultano a tutt'oggi iscritti procedimenti nati da denunce presentate dal dottor Mesiano o da terze persone il cui contenuto abbia ad oggetto i fatti posti a base dell'interrogazione.
Signor Presidente, onorevole Cambursano, onorevoli colleghi, il Governo auspica - colgo quest'occasione - che la tutela di valori importanti come la dignità personale e la privacy di chi è oggetto di servizi giornalistici possa costituire una preoccupazione sempre e nei confronti di tutti e non certo, onorevole Cambursano, a senso unico, quindi anche quando tali violazioni riguardano la figura e la vita personale del Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. L'onorevole Cambursano ha facoltà di replicare.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, onorevole Ministro, la sua risposta non solo non mi soddisfa ma mi indigna come uomo, ancora prima che come parlamentare, e la ritengo offensiva della dignità delle due istituzioni che lei ed io qui rappresentiamo, il Governo e il Parlamento. Lei ha negato l'evidenza dei fatti ed ha difeso d'ufficio il suo datore di incarico; lei ha sorvolato totalmente sul nodo del problema, ossia sulla libertà di informazione fortemente compromessa e mortificata dal pesante conflitto di interessi in cui si trova il Presidente del Consiglio, soprattutto in un settore delicato come quello dell'informazione.
Quello messo in campo da Mediaset e da il Giornale è stato un vero e proprio linciaggio politico delegittimante dello Stato di diritto, una violazione inaudita della privacy che ha insinuato una presunta devianza dello stesso Mesiano. È stata una campagna denigratoria e di aggressione nei confronti del giudice, una clava mediatica, un vero e proprio pestaggio informativo di stampo fascista (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori); è stata la conferma di un uso intimidatorio dei mezzi di informazione, di un uso criminoso della televisione.

PRESIDENTE. Onorevole Cambursano, deve concludere.

RENATO CAMBURSANO. Stiamo vivendo in uno dei momenti più bui di questa democrazia, con un Presidente del Consiglio contro il Presidente della Repubblica, contro la magistratura, contro la Corte costituzionale, contro i singoli magistrati! Siamo davvero alla fine di questa democrazia: o lo fermiamo in tempo con i mezzi democratici o, altrimenti, sarà davvero troppo tardi!
Chi le parla, signor Ministro, non può essere tacciato di non aver voluto una legge seria sul conflitto di interessi: bastava inserire la ineleggibilità di chi ha le concessioni, ad esempio, dell'etere oltre a quelle autostradali, ma voi non l'avete voluta, anche con la complicità di parte della sinistra. Noi vogliamo allora una seria legge sul conflitto di interessi, perché solo così si può risolvere davvero il problema Pag. 30della democrazia in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

FRANCESCO BARBATO. Conflitto di interessi! Conflitto di interessi!

PRESIDENTE. Lungi da me intervenire in questo delicatissimo tema però, onorevole Cambursano, la Corte costituzionale ha affermato che i Ministri sono parti di un organo in cui il Presidente è il primus inter pares: il primus inter pares non è un «datore di incarico» e il Ministro esercita una propria responsabilità politica.

RENATO CAMBURSANO. Mi assumo tutta la paternità dell'affermazione «datore di incarico».

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bonaiuti, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cota, Craxi, Crimi, Donadi, Fava, Fitto, Gelmini, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Leo, Lo Monte, Lusetti, Martini, Meloni, Migliavacca, Milanato, Molgora, Palumbo, Pecorella, Pescante, Roccella, Romani, Soro, Urso, Valducci e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 2724-A)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Delfino 1.405.
Ricordo, altresì, che sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti da Lucà 1.75 a Genovese 1.109.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.406.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, tra le molteplici attività che fanno capo al nostro Stato ve ne è una per la quale noi parlamentari dell'Italia dei Valori siamo particolarmente sensibili e vigili ed è l'attività dello Stato nella qualità di datore di lavoro. Avere uno Stato come datore di lavoro significa che esistono dei dipendenti, dei cittadini che lavorano da dipendenti per lo Stato, insomma vi sono dei cittadini che hanno i loro diritti. Noi dell'Italia dei Valori vogliamo uno Stato di diritti dei cittadini, specialmente in questo momento in cui vi è un Governo centrodestra che viola ogni giorno i diritti dei cittadini. Vi è un Governo di centrodestra che calpesta e mortifica ogni giorno i diritti dei cittadini (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Non dimentichiamo che, non più tardi di due settimane fa, sono stati violati i diritti dei cittadini onesti. Questo Parlamento, con lo scudo fiscale, ha mortificato tutti i cittadini onesti di questo Paese, perché con lo scudo la fiscale si sono aiutati i mafiosi e i delinquenti (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), perché è mafioso non solo chi...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, per favore, stia al tema. Onorevoli colleghi lasciate parlare l'onorevole Barbato.

Pag. 31

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, è mafioso non solo chi spara e chi uccide, ma è mafioso anche chi mette la pistola in mano a chi spara e a chi uccide. Ecco perché noi dell'Italia dei Valori abbiamo detto in merito al provvedimento dello scudo fiscale che c'è un Governo mafioso e criminogeno (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Oggi abbiamo una performance diversa.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato la richiamo per la seconda volta a stare al tema che non è lo scudo fiscale, ma è il provvedimento sulla scuola.

FRANCESCO BARBATO. Oggi abbiamo un Governo irresponsabile e buffone.

UGO LISI. Basta! Vergognati!

ANTONINO LO PRESTI. Buffone sarai tu!

FRANCESCO BARBATO. Irresponsabile e buffone! Irresponsabile perché crea tensioni sociali. Questo è un Governo che crea lacerazioni sociali. Il Governo Berlusconi ha creato il più grande licenziamento di massa nella storia repubblicana (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Ci sono 42.368 precari della scuola che non avranno più un futuro, né un posto fisso. Nella mia sola Campania vi sono 5.465 precari della scuola che non avranno una cattedra, né un lavoro.
Allora il nostro Premier oggi non è riuscito a fare il piazzista, perché mentre dice che bisogna valorizzare il posto fisso, il posto di lavoro, che è l'unica certezza e l'unico futuro per i lavoratori, dimentica che il 25 settembre del 2009 ha «prodotto» il provvedimento di cui scorgo qui la copertina, sulla quale vedo questa coppia di fatto tra il Presidente Berlusconi ed il Ministro Gelmini; e con tale provvedimento hanno per l'ennesima volta preso in giro e insultato i precari della scuola (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Infatti con questo provvedimento non hanno affatto aiutato la scuola, anzi l'hanno sfasciata! Hanno tolto 8 miliardi di euro alla scuola e ai precari!
Il Governo Berlusconi toglie alla scuola otto miliardi e (La deputata Mussolini si avvicina al banco dell'onorevole Barbato) dà cinque miliardi a Gheddafi! Perché adesso è salito di nuovo sul predellino Berlusconi, e deve costruire un nuovo club, il club dei dittatori (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), perciò ha dato cinque miliardi a Gheddafi, ai libici, ai dittatori...

PIERFELICE ZAZZERA. Presidente, guardi: l'onorevole Mussolini vuol spegnere il microfono all'onorevole Barbato!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la invito per la terza volta a stare sul tema e invito l'Aula a rispettare il diritto dell'onorevole Barbato di esprimersi. Colgo l'occasione per invitare l'onorevole Mussolini a tornare al proprio posto. Prego, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, stavo parlando dei precari della scuola: questo Governo Berlusconi, il Governo di centrodestra (e qui si vede il discrimine e la differenza tra un Governo di centrodestra e un Governo di centrosinistra) sta fregando e tartassando soprattutto i lavoratori, i precari della scuola.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Ecco perché noi dell'Italia dei Valori teniamo la schiena dritta e difendiamo i precari della scuola, difendiamo i lavoratori (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Noi siamo l'opposizione che non abbassa la testa e che resiste rispetto a questo Governo dittatoriale di don Silvio da Corleone (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

Pag. 32

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo solo per rappresentare a lei e ai ragazzi, che sono ospiti del Parlamento italiano e che vorrei tranquillizzare, che quello che è accaduto in questo momento... quello che è accaduto in questo momento (Scambio di apostrofi tra i deputati Barbato e Mussolini)...

PRESIDENTE. Scusate, che sta succedendo lì in mezzo all'Aula (Commenti)?
Invito i colleghi a tenere un atteggiamento consono alla dignità dell'Aula. Onorevole Vico, il saluto alle scolaresche in visita è una prerogativa della Presidenza. Allora, prosegua.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, grazie, so benissimo della sua prerogativa. Voglio cogliere solo l'occasione, se i colleghi possono porre un attimo di attenzione, per rappresentare ai ragazzi e agli ospiti del Parlamento che questa vicenda appena avvenuta non fa parte della storia del nostro Parlamento (Applausi), perché il nostro Parlamento, con tutti i problemi che ha, sempre e comunque è una cosa seria, è l'istituzione italiana più alta e più importante (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, le parole del collega Vico e l'applauso che è seguito mi sembra interpretassero chiaramente l'umore dell'Aula su questa vicenda.
Vorrei tornare al merito del provvedimento in modo tale da ritornare anche sul contenuto, dal momento che i nostri lavori, signor Presidente, si sono svolti questa mattina con alcune sospensioni per il Comitato dei nove che, tuttavia, non sono state certo infruttuose: infatti, le stesse sospensioni volute dal Comitato dei nove e le riunioni della Commissione bilancio che sono seguite hanno permesso l'affinamento di un'intesa su alcuni punti importanti.
L'emendamento Borghesi 1.164 prevede la soppressione di alcune parole del comma 3 dell'articolo 1. Il comma 3 riguarda i cosiddetti contratti di disponibilità e recita: «L'amministrazione scolastica può promuovere, in collaborazione con le regioni e a valere su risorse finanziarie messe a disposizione dalle regioni medesime, progetti della durata di tre mesi, prorogabili ad otto, che prevedano attività di carattere straordinario, anche ai fini dell'adempimento dell'obbligo dell'istruzione, da realizzarsi prioritariamente mediante l'utilizzo dei lavoratori precari della scuola di cui al comma 2, percettori dell'indennità di disoccupazione, cui può essere corrisposta un'indennità di partecipazione a carico delle risorse messe a disposizione dalle regioni».
È evidente che le attività di carattere straordinario contraddistinguono questo comma: infatti, se non si trattasse di attività di carattere straordinario, la presenza di questo comma non avrebbe chiaramente senso.
Mi sembra dunque evidente che il parere contrario espresso dalla Commissione sull'emendamento in oggetto debba essere sostenuto, proprio per coerenza con lo stesso testo legislativo.
Dunque, signor Presidente, annuncio il voto del PdL conforme al parere che hanno espresso il relatore e il Governo.
Anche in forza del fatto che il clima dell'Aula mi sembra essersi rasserenato, termino qui il mio intervento.

PRESIDENTE. Tengo a riaffermare che questa Presidenza ritiene suo dovere consentire l'espressione delle opinioni dei parlamentari con la massima ampiezza possibile purché non si superi il limite dell'aggressione verbale individuale. I comportamenti di ciascuno si giudicano da soli e vengono giudicati dai colleghi.
Vorrei invitare a proseguire in un clima sereno sostituendo per quanto possibile l'argomentazione all'invettiva.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 33

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per apprezzare le sue parole, così come ho potuto apprezzare quelle del collega Vico e lo sforzo messo in campo dall'onorevole Baldelli.
Tuttavia, come lei giustamente ha detto, prima non c'è stata nessuna espressione verbale ad personam, ma vi sono state soltanto espressioni e valutazioni di carattere politico che si possono più o meno condividere, vi è stato l'intervento di un parlamentare nel pieno esercizio delle sue funzioni sul merito del provvedimento che stiamo affrontando in quest'Aula.
Altri sono stati i comportamenti scorretti: quelli di chi è venuto verso questi banchi con fare minaccioso e soprattutto provocatorio.
Vorrei, signor Presidente, che lei avesse uno sguardo grandangolare e non soltanto un teleobiettivo zoomato sul banco dell'onorevole Barbato.

PRESIDENTE. Caro onorevole Evangelisti, ritengo di avere dimostrato molta longanimità e il rispetto dei diritti dell'onorevole Barbato - qualcuno pensa persino troppo - e non credo comunque che una gentile signora, anche se un po' alterata, possa essere considerata come una minaccia all'incolumità fisica dell'onorevole Barbato o di qualunque altro componente dell'Assemblea.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, ritengo che i pochi o tanti cittadini italiani che hanno la pazienza di seguire i nostri lavori attraverso il circuito televisivo della Camera si staranno rendendo conto di chi fa opposizione per portare a casa qualche risultato positivo e chi, invece, aiuta la maggioranza, anche quando non ha i voti, perdendo il tempo in maniera inutile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ringrazio gli intervenuti per le sagge parole che hanno detto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.406, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Ippolito Vitale? Onorevole Rosso? Onorevole Porcino? Onorevole Coscia? Onorevole Naccarato? Onorevole Aprea? Onorevole Causi? Ministro Carfagna? Onorevole Traversa? Onorevole De Micheli? Aspettiamo l'onorevole Meloni, il suo è peraltro più un caso di ritardo che non di malfunzionamento della macchina... Onorevole Zinzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
231
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzarella 1.170.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, con l'emendamento in esame chiediamo che dal terzo comma dell'articolo 1 venga espunta l'espressione «anche ai fini dell'adempimento dell'obbligo dell'istruzione». In altre parole, essa si riferisce a quello che è stato detto prima, praticamente al fatto che le regioni possano con loro risorse organizzare progetti della durata di tre mesi prorogabili fino ad otto e che possano prevedere attività di carattere straordinario, anche ai fini dell'adempimento Pag. 34dell'obbligo di istruzione. Noi vogliamo che questa espressione venga espunta dal comma in esame.
Vorrei ricordare che il Governo Prodi ha introdotto l'obbligo di istruzione per due ulteriori anni rispetto a quelli che erano già previsti nella legge n. 296 del 2006, portando l'obbligo di istruzione a 16 anni. Questa secondo noi è stata una grande conquista del nostro Paese e dell'istruzione in questo Paese: innalzare l'obbligo di istruzione.
Tuttavia, riteniamo che l'obbligo di istruzione, proprio per la valenza e l'importanza che ha, debba essere svolto all'interno della scuola, all'interno del circuito scolastico e non possa essere assolto solamente tramite corsi non ben identificati di tre-otto mesi con personale che non si comprende bene quale sia (qui si dice che deve essere prevalentemente quello assunto dalle graduatorie dei supplenti che non hanno avuto l'incarico, ma non si comprende bene quale altro personale possa eventualmente essere).
Riteniamo inoltre che sia necessario - e questo però nel provvedimento in esame è assente - un intervento volto a prevedere l'utilizzo straordinario e provvisorio del personale che ha perduto l'incarico o la supplenza annuale non tanto per l'assorbimento in corsi non ben identificati per l'obbligo di istruzione, che come ripeto deve essere assolto all'interno di un ciclo scolastico ben precisato. Riteniamo che l'utilizzo di questi supplenti annuali debba essere finalizzato alla qualificazione dei piani dell'offerta formativa, prioritariamente riferiti all'innovazione didattica per esempio, all'aggiornamento, alla formazione degli insegnanti, ad un efficace rapporto docenti-alunni, che tenga conto delle garanzie per gli alunni diversamente abili e dell'incremento del tempo scuola individuale, ad un arricchimento dell'offerta formativa, ad una corretta attuazione dell'accordo concordatario di avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica, prevedendo attività didattiche e formative alternative al detto insegnamento, a prevenire con interventi specifici le situazioni di disagio sociale e a contrastare l'abbandono scolastico.
Infatti, colleghi e signor Presidente, anche il comma 3 non prevede da parte dello Stato lo stanziamento di alcuna risorsa aggiuntiva, scaricando di fatto sulle regioni e le autonomie locali l'onere di finanziare eventuali progetti dal contenuto non ben definito, in cui utilizzare con contratti di disponibilità i lavoratori precari.
In sintesi, la previsione del comma citato scarica sulle regioni e le scuole le conseguenze delle scelte sbagliate del Governo sull'occupazione, senza tra l'altro prevedere un accordo quadro con la Conferenza unificata Stato-regioni, al fine di regolare le procedure e le modalità di intervento e di garantire l'omogeneità degli accordi regionali.
Tutto ciò premesso non riusciamo, comunque, a comprendere perché le regioni e le autonomie locali debbano farsi, ancora una volta, carico di questa emergenza, determinata da una dissennata scelta governativa che depriva le scuole di risorse.
Già numerose, colleghi, sono le regioni che hanno dovuto intervenire pagando, come ad esempio la Toscana, tutto quello che lo Stato, pur di sua competenza, non ha erogato, quali gli organici necessari per aprire nuove classi di materne e così non lasciare fuori dalla scuola centinaia di bambini o per consentire il funzionamento di classi in piccoli comuni e per non far morire delle comunità.
In conclusione, faccio presente che le risorse a disposizione delle regioni non sono infinite e, quindi, dovendo intervenire in materia non di propria competenza, dovranno ridurre o tralasciare investimenti in servizi quali la sanità o il welfare, ambiti, invece, di propria competenza.
Questo non ci sembra né costituzionalmente corretto né giusto per i cittadini che devono poter usufruire pienamente di tutti i servizi che si pagano mediante il versamento delle proprie tasse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 35

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, il tema che viene affrontato da questo inciso, vale a dire le modalità dell'adempimento dell'obbligo scolastico e dell'obbligo dell'istruzione, è una questione lungamente discussa e dibattuta, ed è chiaro che l'approccio che abbiamo sempre portato avanti da parte nostra non ha mai escluso la possibilità che l'assolvimento dell'obbligo scolastico avvenisse anche attraverso l'integrazione, la formazione professionale e l'istruzione.
Per questa ragione, senza richiamare qui per brevità tutte le ragioni che ci portano a sostenere in un quadro di politica scolastica, di formazione e di educazione questa linea, evidentemente non siamo favorevoli alla soppressione di questo inciso, tenuto conto che il comma 3 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame è una disposizione che certamente va ancora definita poi con gli strumenti regolamentari e con gli accordi tra l'amministrazione scolastica e le regioni.
Certamente, vediamo nella soppressione di questo inciso la possibilità di negare una linea di politica di assolvimento dell'obbligo che veda integrate la formazione professionale e l'istruzione. Per questa ragione voteremo contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 1.170, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Della Vedova... onorevole Mario Pepe (PdL)... onorevole De Micheli... onorevole Cesario... onorevole Traversa, naturalmente. Chiedo scusa, onorevole Traversa, ma avrei dovuto dirlo a priori e sin dall'inizio... onorevole Nannicini... onorevole Sposetti... onorevole Zinzi...
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 496
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
205
Hanno votato
no 291).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lo Monte 1.172, Letta 1.173 e Delfino 1.174.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pes. Ne ha facoltà.

CATERINA PES. Signor Presidente, anche qui il discorso si collega a quello che abbiamo fatto precedentemente relativo all'articolo 1, secondo comma, del decreto-legge in esame. In buona sostanza, l'amministrazione scolastica, secondo il comma 3, può promuovere, in collaborazione con le regioni, interventi di carattere straordinario da realizzarsi prioritariamente mediante l'utilizzo dei lavoratori precari di cui al comma precedente.
Chiediamo di ripensare questo testo o almeno di sopprimere la parola «prioritariamente» perché ci troviamo di nuovo a chiedere la modifica di una norma che stabilisce, per l'ennesima volta, una guerra tra poveri e che legittima questa guerra a scuola, di fatto, ormai iniziata. Perché esprimere in altre parole, signor Presidente, che i progetti di sostegno al precariato devono avere come referenti prioritariamente coloro che sono inseriti nelle graduatorie a tempo determinato di cui al comma 2?
Crediamo che in questo momento, togliendo la parola «prioritariamente», si ampli la possibilità di coloro che possono godere di questo sostegno per gli interventi realizzati mediante la collaborazione con le regioni e che, in questi interventi, possano rientrare coloro che hanno goduto nel precedente anno scolastico anche di Pag. 36supplenze di carattere temporaneo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lo Monte 1.172, Letta 1.173 e Delfino 1.174, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Naccarato, onorevole Damiano, onorevole Motta, onorevole Sardelli, onorevole Cesario, onorevole Di Virgilio, onorevole Andrea Orlando, onorevole Maran, onorevole Briguglio, onorevole Nannicini, onorevole Zinzi, onorevole Sposetti, ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
250
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Laratta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.176.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con riferimento agli emendamenti in esame anche a nostro avviso occorre sopprimere la parola «prioritariamente». Soprattutto per quanto riguarda i progetti di sostegno per coloro che sono inseriti nelle graduatorie abbiamo chiesto se era possibile inserire l'espressione «con precedenza assoluta mediante l'utilizzo dei lavoratori (...)» - perché si tratta di lavoratori precari della scuola - «di cui al comma 2», che sono percettori dell'indennità di disoccupazione.
È chiaro che a questi sarà corrisposta un'indennità aggiuntiva che, sommata all'indennità di disoccupazione, corrisponde al trattamento economico fondamentale del comparto scuola secondo il vigente contratto collettivo nazionale di lavoro.
Signor Presidente, credo che in questo procedimento - per le risorse che devono essere messe a disposizione dallo Stato alle regioni, ma soprattutto in termini generali fra Stato e regioni - vi sia una diversa applicazione tra le regioni che sono state lasciate da sole a risolvere il problema dei precari della scuola e non solo.
Volete collaborare con le regioni, ma i soldi li devono mettere loro. È un fatto veramente grave e quindi di quali accordi e di quali problematiche parliamo se poi le regioni autonomamente dovranno fare gli accordi con una diversità da regione a regione? Si cerca il miglioramento di certo, ma non si può dire così e soprattutto pensare che le regioni agiscano in maniera autonoma senza dare loro neanche una lira; quindi si fanno le nozze con i fichi secchi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.176, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Naccarato... Onorevole Migliori... Onorevole Armosino... Onorevole De Micheli... Onorevole Lussana... Onorevole Nannicini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 511
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato
247
Hanno votato
no 264). Pag. 37

Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.177.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, riguardo alla riformulazione del comma 3, che disciplina la collaborazione con le regioni, il nostro emendamento vuole specificare che, nella realizzazione di questi progetti, si debba ricorrere ai lavoratori precari della scuola non prioritariamente, ma con precedenza assoluta. La previsione di corrispondere un'indennità di partecipazione per le prestazioni nelle attività progettuali è modificata dal nostro emendamento, nel senso di indicare che ai lavoratori precari coinvolti in questi progetti in collaborazione con la regione viene corrisposto un trattamento economico in base al contratto collettivo nazionale di lavoro.
Quindi, precedenza assoluta ai lavoratori precari che percepiranno l'indennità di disoccupazione, ma anche un'indennità aggiuntiva, che, sommata a quella di disoccupazione, corrisponderà proprio al trattamento economico fondamentale del comparto scuola secondo il vigente contratto collettivo. Inoltre, tale indennità aggiuntiva è a carico delle risorse messe a disposizione dalle regioni stesse.
Noi puntualizziamo - lo abbiamo fatto anche in occasione della discussione sulle linee generali, signor sottosegretario Pizza - che si debba operare secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro, perché in fondo la contrattazione è quello strumento attraverso il quale il sindacato difende i diritti dei lavoratori ed è lo strumento attraverso il quale poi il sindacato opera. Anche la concertazione è un momento di confronto, ma si arriva anche ad un compromesso. Però quando poi la politica non vuole il confronto e il dialogo, non si parla più di democrazia, si potrebbe anche parlare di regime e, quindi, è importante che il sindacato entri nei contratti dei lavoratori pubblici (i docenti, infatti, sono dei lavoratori del pubblico impiego).
Certamente il sindacato organizza e rappresenta gli interessi dei lavoratori e alle volte sono molto specifici, però il sindacato compie anche una sintesi e va anche oltre gli interessi dei lavoratori per sostenere poi una visione sociale ed economica che sposa gli interessi di tutti, gli interessi generali. Per questo è importante la concertazione. Si trattano argomenti come questo, come il trattamento economico, e quindi bisogna assolutamente trattare con i sindacati stessi.
Siamo convinti che, quando c'è confronto, dialogo, come è successo a tutti gli effetti in quest'Assemblea per questo decreto-legge, i risultati poi sono sempre positivi.
Quindi, signor sottosegretario Pizza - che è stato tanto attento anche in discussione sulle linee generali (ma oggi la vedo leggermente meno attento) - vorrei raccomandarle di confrontarsi anche con i sindacati tutti, non solo quelli che dicono sempre di «sì» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.177, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Landolfi... onorevole Vignali... onorevole Gava... onorevole De Micheli... onorevole Lo Monte... onorevole Rondini...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 516 Pag. 38
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
247
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.407.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, prima di cominciare l'intervento voglio dire che siamo tutti qui per discutere di argomenti che interessano il Paese e credo che sia giusto dare lezioni a chi viene in quest'Aula a seguire i lavori come gli studenti, ma agli studenti dovremo dare degli esempi migliori: cioè che un Presidente del Consiglio non faccia leggi per sé stesso; è un Presidente del Consiglio che non si vuole far giudicare dai magistrati, un Presidente del Consiglio che accusa i magistrati (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera, la invito ad attenersi al tema.

PIERFELICE ZAZZERA. Presidente...!

PRESIDENTE. Non stiamo votando la fiducia al Presidente del Consiglio, ma un provvedimento sulla scuola. Invito gli altri colleghi a lasciar parlare serenamente l'onorevole Zazzera. Prego onorevole.

PIERFELICE ZAZZERA. Lei deve farmi parlare dato che il suo ruolo è quello di mantenere l'ordine in quest'Aula e come un vigile di dirigere il traffico: avrebbe dovuto certamente rimproverare tutti, compresa la signora Mussolini che è venuta in questo emiciclo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Zazzera, prima che lei prosegua, esponendosi eventualmente a conseguenze non volute, vorrei leggerle il comma 3 dell'articolo 39 del Regolamento: «Il Presidente può, a suo insindacabile giudizio, interdire la parola ad un oratore che, richiamato due volte alla questione, seguiti a discostarsene». Nel caso recente dell'onorevole Barbato, gli ho dato una terza possibilità, non è detto che lo farei un'altra volta. Prego, onorevole Zazzera (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PIERFELICE ZAZZERA. La ringrazio, spero di poter continuare e terminare il mio intervento senza essere più interrotto. Mi sembrava giusto fare questa precisazione perché poi arriviamo a discutere del provvedimento in esame. Avremmo avuto piacere che la Ministra fosse qui con noi, ecco vedo che è appena arrivata e la salutiamo. Evidentemente, a lei va addebitata la responsabilità di un disegno sulla scuola che tende a smantellare pezzo per pezzo, legge per legge, con il decreto-legge n. 134, il decreto-legge n. 112, attraverso la riforma della scuola, il sistema pubblico e a ridurre gli insegnanti e gli studenti a dei sudditi che devono chiedere con il cappello in mano qualcosa.
Gli studenti devono chiedere con il cappello in mano che gli venga impartito l'insegnamento, che gli vengano dati degli insegnanti preparati. Gli insegnanti invece con il cappello in mano chiedono il lavoro, perché state lentamente creando una massa di precari e la state istituzionalizzando, senza alcuna possibilità di avanzamento di carriera, senza alcuna possibilità di riconoscimenti e di meriti.
Parlate tanto di merito, ma come pensate di poter conferire merito ad insegnanti che sanno che saranno precari a vita? Certo, avere dei precari nella scuola è comodo, perché apre la strada alla chiamata diretta dei dirigenti scolastici, di quelli che devono decidere magari se assumere una persona che è più o meno velina di un'altra e poi decidono di assumere magari se qualcuno nella mia regione del Mezzogiorno si rivolge a qualche Pag. 39dirigente scolastico collegato con la criminalità organizzata, e magari in Campania si dovrà rivolgere al sottosegretario Cosentino per farsi raccomandare dai casalesi ed entrare nelle scuole (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera, non è consentita l'invettiva contro un membro di questa Camera. Prosegua, prego.

PIERFELICE ZAZZERA. Questo è un modello di scuola che crea sudditi, non crea invece cervelli liberi, non crea informazione, perché voi non volete cittadini liberi ed informati, volete cittadini dipendenti, cittadini sudditi, cittadini che devono subire, quello che un tempo era l'olio di ricino, ed oggi sono i servizi di Brachino a Canale 5.
Allora noi, rispetto a tutto questo, vi chiediamo di ripensare a questo provvedimento perché esso tenta maldestramente anche di aggirare le sentenze del TAR, e di riconoscere i diritti a quegli insegnanti che hanno presentato ricorso. Con l'emendamento in discussione vi chiediamo di eliminare dal comma in esame la parola «prioritariamente» riferita ai precari, perché dobbiamo dare invece un'opportunità a tutti.
Questo disegno di legge è una porcheria, ma almeno eliminiamo il «prioritariamente» per dare a tutti la possibilità di insegnare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, lei, all'inizio dell'intervento del collega Zazzera, ha fatto un richiamo, invitando il collega ad attenersi all'argomento. Ora il Regolamento certamente prevede che vi sia un'attinenza all'argomento, ma quello che è certo è che il ragionamento logico-deduttivo attraverso il quale ciascuno di noi in quest'Aula arriva all'argomento e ad intervenire sullo stesso è assolutamente ampio. Inoltre, è evidente che, per prassi, altrimenti credo che migliaia di interventi avrebbero dovuto essere interrotti dopo due parole, si è sempre data una larga applicazione alla disposizione, proprio perché, se così non fosse, si andrebbe a colpire il diritto di ciascuno deputato che è quello di esprimere liberamente il proprio pensiero.
Allora, Presidente, io la pregherei e la inviterei, perché altrimenti le garantisco che avremmo quotidianamente mille situazioni esattamente identiche, ad evitare possibilmente di intervenire perché, diversamente, avrebbe uno scopo che apparirebbe intimidatorio. D'altro lato, se uno di noi dice che l'onorevole Cosentino è stato indicato da pentiti di mafia come un membro strutturale ad un determinato clan, sta dicendo semplicemente una cosa notoria e vera e questa non può essere considerata un'invettiva nei confronti di un collega (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Pertanto, Presidente, la pregherei, certo di far rispettare il Regolamento, ma tenendo conto che prioritariamente qui dentro, come rappresentanti del popolo, abbiamo il diritto di svolgere qualunque ragionamento logico-deduttivo in chiave politica.

PRESIDENTE. La ringrazio dell'intervento, onorevole Borghesi, che mi offre l'occasione di chiarire ulteriormente il mio pensiero. Dire che l'onorevole Cosentino è stato indicato da pentiti di mafia come favoreggiatore della mafia è dire una cosa vera; dire che l'onorevole Cosentino è un mafioso, è cosa affatto diversa, perché fa dell'accusa di alcuni pentiti di mafia, accusa assai dubbia, non valutata dalla magistratura, una verità assoluta sulla quale si può giurare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Sono due cose molto diverse: la prima è corretta, la seconda è scorretta.
Proprio per la difficoltà di valutare adeguatamente la pertinenza dell'intervento, il Regolamento, assai saggiamente, al comma 3 dell'articolo 39, stabilisce che il Presidente può farlo a suo insindacabile giudizio. Dunque, io non le consento - Pag. 40come non lo consento a nessuno, per la verità - di sindacare il mio giudizio.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, volevo esprimere la solidarietà del mio gruppo a lei, perché secondo me è molto chiaro il limite che ci deve essere in quest'Aula anche per rispetto degli argomenti che stiamo discutendo. Stiamo parlando, infatti, della scuola italiana con tutti i suoi problemi.
L'ostruzionismo è, certamente, una forma di lotta politica, che può essere valutata come tale e può essere anche accettata. Tuttavia, il Presidente della Camera, davanti a reiterate pronunce che abbiano questo fine, ha anche il diritto di tutelare gli altri parlamentari che vogliono discutere di un tema che è posto all'ordine giorno. Ciò non significa affatto vulnerare la sfera del libero arbitrio dell'onorevole collega dell'Italia dei Valori o di altri: ciò significa porre un limite, anche di carattere di «buona procedura», al funzionamento dell'Aula.
Credo che noi, essendo un gruppo di opposizione e avendo partecipato ieri, con gli altri gruppi di opposizione, ad una votazione che per soli due voti ha visto prevalere la maggioranza, possiamo ben esprimere il seguente giudizio: quando i gruppi di opposizione abusano anche del legittimo diritto di critica nei confronti della maggioranza, non fanno, a mio avviso, gli interessi di una saggia opposizione, che deve incalzare il Governo nel merito dei provvedimenti e non con un continuo stillicidio di polemiche che nulla hanno a che fare con i problemi della scuola italiana. Rimaniamo, dunque, al tema onorevoli colleghi. Lei, Presidente Buttiglione, ha tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, innanzitutto desideriamo ringraziarla per la condotta nella Presidenza dell'Assemblea perché credo che sia molto importante il richiamo che lei ha fatto ad attenersi all'argomento all'ordine del giorno. È evidente che da parte di un gruppo dell'opposizione c'è la volontà, magari, di dar vita ad una forte discussione (se non ad una rissa parlamentare), utilizzando argomenti che nulla hanno a che vedere con il tema che oggi è iscritto all'ordine del giorno. Ci stiamo infatti occupando dei problemi della scuola, vogliamo andare avanti con il decreto-legge all'ordine del giorno e, quindi, la ringraziamo e la invitiamo ad applicare in modo addirittura più stringente la previsione regolamentare circa l'obbligo, da parte nostra, di attenersi all'argomento su cui si sta discutendo.
Ritengo, inoltre, molto grave, Presidente, sia perché non previsto dal Regolamento, sia per i rapporti che dovrebbero esserci di colleganza all'intero di quest'Aula, che si arrivi ad accusare un collega che non ha mai neanche ricevuto un avviso di garanzia che, comunque, sarebbe a sua tutela. Non è possibile che chi fa le leggi non rispetti la Costituzione e le leggi stesse, le quali prevedono ben altro nei confronti di chi non è stato sfiorato da alcun atto della magistratura.
Tra l'altro, se qualcuno davvero si vuole occupare dei rapporti tra politica e camorra in questi giorni, avrebbe ben altro da fare, molto da studiare e da lavorare, visto che c'è qualche posto della Campania dove un consigliere comunale della sinistra è stato ucciso e tra gli arrestati c'era un iscritto dello stesso partito (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Quindi, attenzione a non aprire dibattiti che sono dannosi per la dignità del Parlamento e irrispettosi nei confronti dei colleghi. Atteniamoci all'ordine del giorno, parliamo di scuola ed evitate provocazioni che hanno il solo obiettivo di non far Pag. 41lavorare il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, non faccio riferimento all'ultimo intervento, quello dell'onorevole Bocchino, che, lamentandosi della mancanza di rispetto verso un collega, ha finito per mancare di rispetto nei confronti di tutti i colleghi. Infatti, non c'è dubbio che egli si intenda di avvisi di garanzia, ma nel Popolo della Libertà c'è un dibattito aperto che riguarda l'onorevole Cosentino e la sua candidatura alla presidenza della regione Campania (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! È questione di stringente attualità politica ed è giusto e doveroso da parte di un gruppo come l'Italia dei valori farvi riferimento ogni qualvolta lo ritenga opportuno.
Ho chiesto, però, la parola per agganciarmi all'intervento del presidente Casini, del quale devo dire apprezzo sempre il contributo, soprattutto quando si parla di Regolamento e di organizzazione dei nostri lavori. Quest'oggi non sono stato in grado di apprezzarne la portata, perché ha diviso il suo intervento in due momenti: un primo momento attinente all'ordine dei lavori, in cui ha parlato di una forma di ostruzionismo. Ebbene, se c'è stata in queste ore una forma di ostruzionismo, questa è stata quella della maggioranza, che fra ieri e stamattina ha impedito che ci si potesse confrontare nel merito di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Quanto alle sue considerazioni di carattere politico sul modo di fare opposizione, che ovviamente sono del tutto legittime, noi le rispettiamo, ma lasci a noi la possibilità di fare considerazioni diverse e di condurre l'opposizione nel modo in cui forse siamo capaci soltanto noi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per ricordare l'esperienza che abbiamo fatto proprio insieme a lei al Senato nei due anni del Governo Prodi, in cui eravamo maggioranza di uno.
In quel Senato, lei ed io abbiamo ascoltato definire la senatrice Rita Levi Montalcini una ladra, perché, facendo ricerca scientifica, votava per la ricerca scientifica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Abbiamo sentito definire assassino il Presidente Oscar Luigi Scalfaro (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Abbiamo visto interrotta, fra lazzi e sollazzi, una seduta presieduta, come senior member in quel momento, come persona più anziana, dal Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Abbiamo ascoltato insulti incredibili, che continuavano dalle 9 del mattino alle 9 di sera.
Vorrei ricordarlo all'onorevole Bocchino: se la sua intenzione è di portare - a volte lo fa - un po' più di ragionevolezza e di dialogo in quest'Aula, mi chiedo come faccia ad insultare un intero partito per difendere una sua sola persona, che per giunta è discussa in tutti i giornali-radio, onorevole Bocchino, e in tutti i telegiornali, tranne il Tg1, ma quella è un'anomalia dell'informazione, non dell'onorevole Cosentino (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!
Quindi, non giova il dire: zitti voi, che siete ladri e assassini, per non dire che voi siete ladri e assassini. È un modo di argomentare assolutamente dannoso e fuori posto, non giova al suo prestigio, che non è inesistente, e non giova al tentativo di portare avanti la discussione in quest'Aula. Si è reso conto che con il suo guizzo e la sua trovata ha inteso insultare un intero partito, tanto per mettere pace e dire che non si deve andare fuori dal seminato durante la discussione politica?
A lei, signor Presidente, che apprezzo molto e lei lo sa, vorrei dire però di fare Pag. 42attenzione, perché le libertà in questo Paese sono molto contenute. Sono contenute in poche gocce di informazione pubblica e in poche occasioni di discorso in quest'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Per favore, non ce le restringa, persino quando sono discutibili nel gusto o nel modo in cui sono formulate.
I suoi tre punti del Regolamento sono un'interpretazione molto stretta sulla libertà dei parlamentari. Una volta, vorrei invitarla a venire con me a sedersi in galleria al Senato americano e sentire come il collega A definisce il collega B quando intende stroncare la sua azione e far prevalere quella del suo partito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! La ringrazio.

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, tengo a rassicurarla sul fatto che qualche volta mi sono seduto sulla balaustrata del Senato degli Stati Uniti e anche su quella della Camera dei rappresentanti. Vorrei farle notare che non ho interpretato un bel nulla: ho letto, non interpretato, il comma 3 dell'articolo 39 del Regolamento.
A questo punto siamo in difficoltà, perché ha parlato un rappresentante per ogni gruppo, come si usa fare in queste circostanze. L'onorevole Bressa e l'onorevole Santagata e avevano però chiesto di parlare e darei un minuto ciascuno.
Prego onorevole Bressa, ha facoltà di parlare per un minuto.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, vorrei che riflettessimo tutti su una cosa: una volta tanto questo Parlamento sta esercitando fino in fondo la propria funzione di legislatore. Non vi è una questione di fiducia che incombe e stiamo discutendo seriamente di come modificare un provvedimento che riguarda gli interessi di decine di migliaia di persone.
Noi non siamo disponibili a cedere alle provocazioni né dell'Italia dei Valori né, tanto meno, alle sue, onorevole Bocchino. Siamo qui per discutere e per fare una legge migliore di quella che ci avete presentato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. L'ultimo intervento su questo tema è quello dell'onorevole Santagata, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, intervengo quasi per fatto personale. Le voglio dire che sono qui perché sento il vincolo nei confronti dei miei elettori e un vincolo di lealtà nei confronti del mio gruppo, che mi chiede di restare in Aula a votare. Ma siccome trovo del tutto insopportabile questa modalità di funzionamento del Parlamento, non volendo mancare di rispetto a quest'Aula, le chiedo di espellermi, gentilmente, trovando lei la forma per farlo.

PRESIDENTE. Onorevole Santagata, ci penserò, ma non sono sicuro che sia possibile trovare la possibilità di fare ciò che lei mi chiede nel Regolamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.407, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, onorevole Zinzi, onorevole Misiani, onorevole De Micheli, onorevole Verini. Anche l'onorevole Leone, è grave! Onorevole Porta, onorevole Rosso... Ci siamo tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 522
Astenuti 2
Maggioranza 262
Hanno votato
212
Hanno votato
no 310).

Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Ascierto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 43
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 1.179.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo già segnalato più volte gli elementi di criticità contenuti in questo comma del decreto-legge.
Con questo emendamento soppressivo intendiamo rilevare due questioni fondamentali: la prima è che il Governo prevede con questo comma che i progetti che saranno finanziati dalle regioni siano effettuati attraverso l'utilizzo, in via prioritaria, dei lavoratori della scuola percettori dell'indennità di disoccupazione.
Abbiamo già visto che al comma 2 abbiamo reso possibile - e di questo siamo profondamente contenti - le supplenze brevi e temporanee anche a quei lavoratori precari che hanno fatto 180 giorni di lavoro nell'anno scolastico precedente a questo.
In questo caso, si prevede un ulteriore limite: in questi progetti, di cui, peraltro, non siamo convinti e abbiamo spiegato il motivo, saranno utilizzati quelli che già percepiscono l'indennità di disoccupazione, quindi un piccolo segmento rispetto alla platea dei precari della scuola.
E a loro in più verrà corrisposta - si dice - un'indennità. Cosa vuol dire un'indennità di partecipazione? Chi deciderà cosa è? In Lombardia sarà in un modo e in Puglia in un altro modo, in Sardegna sarà di un tipo e in Abruzzo di un altro tipo! Un'indennità, scritta così, in maniera assolutamente vaga, sa tanto di elemosina, data peraltro ad una platea piccola che già percepisce l'indennità di disoccupazione!
Noi abbiamo chiesto - e continuiamo a ritenere che sia giusto (per questo chiediamo di sopprimere dalle parole «, percettori di indennità» fino alla fine del comma) - che questi soggetti siano trattati come persone e come lavoratori e pagati secondo quanto previsto dal contratto nazionale della scuola. Sarebbe un bel segnale da parte del Parlamento, approvando l'emendamento in esame, quello di dare una garanzia, un'assicurazione di attenzione a questi lavoratori, che li tratti esattamente come tutti gli altri. Ciò peraltro viene detto anche nelle premesse del decreto-legge, laddove è spiegato che il comma 1, diversamente da come poi lo abbiamo approvato, sarebbe stato scritto così proprio in virtù delle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, la quale ha stabilito che non vi debbono essere differenze tra lavoratori a tempo indeterminato e lavoratori a tempo determinato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti della classe IV G del Liceo Scientifico Francesco Redi di Arezzo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 1.179, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Tassone, onorevole Porcino. L'onorevole Traversa ha tentato a lungo, ma poi si è arreso ed ha alzato la mano. Onorevole Traversa, onorevole Lo Monte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 519
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato
246
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 1.409, non accettato dalla Pag. 44Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Traversa, onorevole Porcino, onorevole Simeone, onorevole Misiani. Onorevole Consolo, lei ha votato! Il Ministro Brunetta. Ha votato anche il Ministro Brunetta. L'onorevole Simeone ha votato? L'onorevole Vignali? Fate qualcosa. Ci siamo? Manca ancora l'onorevole Simeoni. Bene, anche l'onorevole Simeoni ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 518
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato
246
Hanno votato
no 272).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.183.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, nell'emendamento in esame vorremmo sostituire l'espressione «a carico delle risorse messe a disposizione dalle regioni», affidando anche allo Stato il carico delle risorse necessarie.
La quantificazione da parte nostra è stata calcolata facendo una media rispetto a quanto stanziato dalle regioni che hanno già sottoscritto le convenzioni con le amministrazioni scolastiche.
L'emendamento in esame prevede che il contributo dello Stato all'indennità di cui al comma 3 sia complessivamente pari a 700 milioni di euro; la ripartizione, invece, del contributo statale tra le regioni è disposta in maniera proporzionale al numero dei precari di cui al comma 2 di ogni singola regione. Di fatto, le regioni, come abbiamo sostenuto anche in sede di esame degli emendamenti precedenti, sono lasciate praticamente da sole a combattere all'interno del sistema economico, e lo Stato naturalmente non le supporta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.183, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Avverto gli uffici che un collega più o meno della mia età mi ha detto che fa fatica a vedere il tabellone, se poteste lasciarlo aperto qualche secondo in più in modo che riesca a vedere meglio.
Onorevole Porcino, onorevole Coscia, onorevole Casini, onorevole Torrisi, onorevole Andrea Orlando, onorevole Costa, onorevole Nannicini, onorevole Luciano Rossi... l'onorevole Porcino è sempre in difficoltà, disattivate il terminale dell'onorevole Porcino...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 518
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato
247
Hanno votato
no 271).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarubbi 1.411.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosca. Ne ha facoltà.

ALESSIA MARIA MOSCA. Signor Presidente, in questo emendamento chiediamo che al personale della scuola che ha preso servizio per l'anno scolastico 2008-2009 per un periodo di tempo non inferiore a 180 giorni con un contratto a tempo determinato sia garantita l'indennità Pag. 45di disoccupazione secondo quanto stabilito dalle norme fissate dalla legge 24 dicembre 2007, n. 247. Chiediamo altresì che, per coprire queste indennità di disoccupazione, vengano reindirizzate le risorse che sono state stanziate per il Fondo strategico per il Paese a sostegno dell'economia reale e che venga istituito il Fondo per la stabilizzazione del personale scolastico e l'incremento dell'offerta formativa. In sintesi, con questo emendamento, chiediamo che vengano ridotti i requisiti minimi per poter ottenere l'indennità di disoccupazione, che ad oggi sono stabiliti in 52 settimane: noi chiediamo che vengano ridotti a 180 giorni.
Proponiamo ciò per una valutazione di oggettività, perché sappiamo bene che i lavoratori e il personale della scuola a tempo determinato lavorano più o meno per un periodo di tempo che si aggira tra ottobre e giugno per ogni anno scolastico. Questo significa che molto difficilmente si riescono a raggiungere le 52 settimane che sono richieste per ottenere questo indennizzo. Perciò, con questo emendamento, che riteniamo sia importante venga approvato, chiediamo venga allargata la platea di chi ha diritto ad ottenere questa indennità. È importante, perché questo sarebbe un piccolo passo non solo per quei lavoratori che sono beneficiari di questo singolo emendamento, ma perché va nella direzione di ribilanciare uno squilibrio generalizzato che chiediamo da tempo sia ribilanciato attraverso una più complessiva riforma degli ammortizzatori sociali che tenga conto delle condizioni reali dell'economia e dei lavoratori.
È una richiesta che facciamo - ma non solo noi - da tempo: essa è stata avanzata anche dal Governatore della Banca d'Italia e dalle parti sociali (da Confindustria fino ai sindacati), e viene chiaramente proposta da tutti quei lavoratori che lavorano per periodi di tempo discontinui, pagano i contributi e magari per pochi giorni o poche settimane non hanno diritto, rispetto ai loro colleghi, a ricevere questo sostegno al lavoro che crediamo sia invece indispensabile offrire, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarubbi 1.411, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Traversa... onorevole Pes... onorevole Migliori... onorevole Murer... onorevole Di Caterina... onorevole Lo Monte... onorevole Andrea Orlando...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato
245
Hanno votato
no 268).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.189.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, mi sono dispiaciuti gli interventi dei colleghi del PD che hanno accusato l'Italia dei Valori di fare provocazioni. In verità, noi cerchiamo di fare cose che una volta si chiamavano «di sinistra» (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Cari colleghi, vi invito a rispettare il diritto dell'onorevole Barbato di parlare e di esprimere il proprio parere. Il diritto è sempre il diritto degli altri e di chi la pensa in modo diverso, o anche irritante per noi. Prego, onorevole Barbato.

Pag. 46

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, questo è un buon sintomo, perché mi sembra una gomma che si sta sgonfiando e quindi pare che al centrodestra comincino a sgonfiarsi le gomme, così tra poco resterà a terra. Dunque questo sibilo sinistro, anzi destro, che sentiamo provenire da quella parte (infatti sembra che provenga proprio da quella parte) è un buon sintomo.
In verità, ci dispiacevano le accuse di provocazione che abbiamo ricevuto, perché queste che diciamo - come fare la lotta insieme ai lavoratori, stare nei territori, essere al fianco dei problemi veri della gente - a noi sembrano cose «di sinistra»: pensavamo infatti che la politica che l'Italia dei Valori vuol fare e fa, ossia una politica del fare e del fare bene, rappresentasse una cosa abbastanza normale. Certo, se l'onorevole Santagata vuole andarsene può anche dimettersi, perché probabilmente entrerà qualche deputato che sarà più in contatto con la gente, parlerà con i territori e ascolterà i cittadini (quindi può scegliere anche quest'altra modalità).
Ciò detto, stiamo parlando dei precari, un tema che a noi sta molto a cuore: dei precari della scuola che vengono mortificati e massacrati, secondo una modalità che il Governo Berlusconi sta mettendo in pratica da un bel po' di tempo. Mentre per la scuola non dà neanche un futuro da precari ai precari e li cancella addirittura, abbiamo visto come invece altrove valorizza i precari, come ad esempio è accaduto con il giudice Mesiano, sul quale Canale 5 ha realizzato un servizio. Ma chi lo ha fatto? Lo ha fatto un giornalista precario!
Al TG5, a Mediaset, invece, vogliono valorizzare la figura del precario, perché il precario è più debole, più ricattabile, più condizionabile. Ecco perché si riesce a fare anche un servizio come quello del giornalista di Mediaset: perché si tratta di un giornalista precario, di un giornalista che abbassa la testa più facilmente rispetto al padrone. Questo è il tipo di società che vuole creare il berlusconismo. Noi veniamo accusati di essere antiberlusconiani, sicuramente non vogliamo fare i berlusconiani. Noi, con la schiena dritta ed in modo efficace, cerchiamo di difendere gli interessi dei precari. Non vogliamo che si precarizzi l'Italia. Si sta rendendo precaria la scuola, si sta precarizzando la sicurezza pubblica, la libertà, la dignità, si sta precarizzando un Paese.
Rispetto a tutto ciò, come Italia dei Valori, dobbiamo ribellarci ed opporci. Dobbiamo essere una forza che contrasta questo modello oppure dobbiamo «inciuciare»? Noi non vogliamo prendere neanche un caffè con questo tipo di maggioranza e di Governo. Ecco perché sui precari, sui lavoratori, sul lavoro, sui diritti di cittadini, sulle fasce più deboli, vogliamo essere presenti in Parlamento e in piazza, come abbiamo fatto al Palasport di Benevento dove, alla presenza dell'onorevole Berlusconi, abbiamo sfilato con un corteo di precari che era più numeroso dei cittadini che erano andati ad ascoltare Berlusconi. Con quei precari abbiamo detto «no» a Berlusconi, perché non vogliamo quel modello di società: abbiamo assediato Berlusconi, così come assedieremo le altre istituzioni, come il Ministero dell'istruzione del Ministro Gelmini.
Cominceremo ad andare con i cittadini a sostenere la rivolta dei buoni, la rivolta degli onesti (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), e lo faremo nel Parlamento e nel Paese. Occorre dare voce ai cittadini, e noi vogliamo essere la voce dei cittadini liberi ed onesti, soprattutto dei cittadini che non vogliono un Governo piduista e mafioso (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, a nessuno è consentito in quest'Aula di dare del mafioso al Governo, come non è consentito di dare del mafioso ad alcuno dei membri di quest'Aula, salvo che vi siano sentenze definitive passate in giudicato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.189, non accettato dalla Pag. 47Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Angeli... onorevole Murer... onorevole Tassone... onorevole Zinzi... onorevole Fogliardi... onorevole Misiani... onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 511
Astenuti 3
Maggioranza 256
Hanno votato
209
Hanno votato
no 302).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cazzola 1.194
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, esprimeremo voto contrario a questo emendamento, perché riteniamo che sia un emendamento che nuoce alla scuola.
Infatti, con questo emendamento si chiede (anche se solo per l'anno scolastico 2010-2011, e faccio presente che in Commissione era stato presentato un emendamento del relatore con cui la proposta era permanente, ma noi del Partito Democratico siamo riusciti a stopparla, appunto intervenendo in Commissione ed aprendo una discussione su questo tema) che le operazioni di avvio dell'anno scolastico 2010-2011 vengano prorogate di un mese. In altre parole, invece che essere prevista al 31 luglio la conclusione è prevista al 31 agosto. Noi riteniamo che questo crei notevole disagio alla scuola, perché di fatto non consente l'inizio regolare dell'anno scolastico con tutte le nomine dei docenti dal 1o settembre (in questo caso dell'anno scolastico 2010-2011).
Per questo noi riteniamo che, non essendoci una ragione ed essendo anzi stata introdotta nel 2001 proprio dal precedente Governo Berlusconi la previsione secondo la quale le operazioni d'avvio dell'anno scolastico debbono terminare entro il 31 luglio, tutto ciò sia anche in contraddizione con la linea seguita dal Governo Berlusconi precedente. Noi voteremo contro, però rivendicando lo stop che abbiamo dato in Commissione alla proposta secondo la quale addirittura per tutti gli anni scolastici le operazioni di avvio avrebbero dovuto avere come termine il 31 agosto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cazzola 1.194, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio, onorevole Simeoni, onorevole Damiano, onorevole Zinzi, onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 514
Astenuti 3
Maggioranza 258
Hanno votato
301
Hanno votato
no 213).

Prendo atto che il deputato Mannino ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 1.500.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

Pag. 48

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, proseguiamo nella discussione di questo disegno di legge che altro non è che la prosecuzione dei tagli e dello smantellamento della scuola. Un disegno di legge definito «salva precari» ma che in realtà non salva un bel niente, se è vero che oggi lo studio della CGIA ci dice che i precari sono tre milioni e mezzo, che il 58,7 per cento sono donne, che il precariato è soprattutto al sud (in Calabria il 23 per cento, in Sicilia il 22, in Puglia il 19), che il precariato è più presente nei settori dei servizi pubblici (il 28 per cento), che i precari per il 15 per cento sono laureati.
Credo che dobbiamo dare risposte a questi numeri e, attraverso i provvedimenti di legge, non preservare il minimo indispensabile di un risultato minimo che non modifica l'impianto di questo disegno di legge. È vero che il comma 1 dell'articolo 1 di fatto è stato cassato, anche per le difficoltà del centrodestra, ma è anche vero che questo articolo conserva l'impianto del comma 4, cioè quell'impianto strutturato dalla Ministra Gelmini per aggirare le sentenze del TAR, per aggirare l'imposizione che il TAR del Lazio ha dato commissariando il Ministero dell'istruzione perché inserisca in graduatoria a pettine, per merito, gli insegnanti. Invece, come al solito, fate giochetti sulla pelle degli insegnanti, fate provvedimenti incostituzionali che apriranno inevitabili contenziosi dopo l'approvazione di questa legge.
Quindi con questo provvedimento non c'è alcuna vittoria del Paese, il Paese non ha ottenuto niente, e invece potrebbe ottenere qualcosa se ascoltaste non un sindacato vicino a noi dell'Italia dei Valori, ma un sindacato come Gilda che vi chiede di dare una risposta al precariato non salvando quindicimila precari dal licenziamento di duecentomila insegnanti, ma trovando immediatamente, con il prepensionamento di quegli insegnanti che possono andare subito in pensione, la possibilità di liberare subito ventimila posti di lavoro e, quindi, offrendo una prospettiva certa alle persone che oggi vivono il dramma di andare a dormire con un posto di lavoro e di alzarsi la mattina senza avere la possibilità di portare a casa lo stipendio e di sfamare una famiglia.
Vi invitiamo a sopprimere il comma 4 con tutte le sue derivazioni, il 4-bis, il 4-ter e il 4-quater, perché in essi è contenuto il cuore dell'impostazione di questo disegno di legge; è con questo comma e non con il comma 1 che vengono uccisi - materialmente uccisi - da questo Governo i precari della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.500, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... onorevole Girlanda... onorevole Tassone... onorevole Di Virgilio... onorevole Zinzi... onorevole Garavini... onorevole Oliverio... onorevole Garofani... ci siamo tutti?
L'onorevole Tanoni ha votato anche per il collega: mi pare un episodio assai grave che riferirò all'Ufficio di Presidenza invitandolo a prendere gli opportuni provvedimenti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 504
Astenuti 6
Maggioranza 253
Hanno votato
25
Hanno votato
no 479).

Prendo atto che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 1.502 e Pes 1.503.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

Pag. 49

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, ovviamente abbiamo detto e proseguiamo nel dire che questo decreto-legge va respinto, che questo provvedimento di legge evidentemente non serve a risolvere il problema del precariato, non dà risposte e non trova soluzioni definitive al problema della scuola.
Oggi il senatore Rusconi del Partito Democratico ha affermato che si aprono nuovi licenziamenti nella scuola e nuovi se ne apriranno con nuovi drammi.
Con l'emendamento in esame noi chiediamo di sopprimere il comma 4-bis dell'articolo in oggetto, un comma che viene costruito esclusivamente per aggirare quello che i magistrati hanno detto in maniera definitiva, nonostante le prese di posizione anche illegittime del Ministero, che ha fatto girare circolari interne invitando ad un'interpretazione soggettiva della sentenza del TAR e quindi invitando a non applicarla.
Credo che abrogare il comma 4-bis sia assolutamente necessario, come del resto sarebbe necessario abrogare l'intero impianto del provvedimento in esame, che appunto è un provvedimento «salva precari», ma non salva assolutamente il precariato e queste persone, che elemosineranno 880 euro, che questo Governo con sfregio getterà, non dando invece risposte vere ad un modello della scuola che noi invece vogliamo pubblico, efficiente, fondato sulla qualità, sul merito e sui controlli che funzionano.
A me doleva il cuore l'altra sera - sicuramente qualcuno l'avrà visto nella trasmissione Report, una delle ultime trasmissioni libere nel nostro Paese - assistere all'inspiegabile abbattimento a Catania dell'unica scuola con i requisiti antisismici e l'unica scuola nuova, mentre si tengono in piedi scuole disastrate e che crollano a pezzi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Russo. Ne ha facoltà.

ANTONINO RUSSO. Signor Presidente, intervengo sia sull'emendamento Pes 1.503 sia sull'emendamento 1.601 della Commissione, così facciamo un intervento unico. Noi siamo contrari al fatto che venga approvato il comma 4-bis dell'articolo, innanzitutto perché non faceva parte originariamente del provvedimento ed è stato inserito in corso d'opera per tentare di salvare la faccia del Ministero, non soltanto la faccia politica ma anche quella amministrativa.
Tale articolo sostanzialmente ha intenzione di aggirare numerose ordinanze del TAR Lazio, pari a diciotto, alcune sentenze del TAR Lazio, un giudizio di ottemperanza che perfino commissaria il Ministero ad inserire a pettine nelle graduatorie i docenti ricorrenti ed anche una sentenza della Corte costituzionale, per la precisione la n. 168 del 2004.
Pensare di predisporre un articolo di interpretazione autentica e comunque tradirne profondamente il senso significa fare una falsa interpretazione dell'articolo. Infatti con questo articolo nulla di nuovo si aggiunge e nulla di nuovo si specifica rispetto a quanto bocciato come illegittimo da parte del TAR Lazio.
Noi non possiamo essere d'accordo quando vi sono 7.500 ricorrenti che riescono ad ottenere giustizia - perché di questo si tratta - ed il Governo vuole eludere in questo modo un'ordinanza e poi una sentenza e poi ancora un giudizio di ottemperanza.
Vi è stata una regia cosciente di tutto quello che poteva accadere, che ha voluto andare avanti nonostante le nostre osservazioni e le nostre raccomandazioni. Avevamo detto in tempo che bisognava rispondere all'ordinanza e poi alla sentenza del TAR, invece il Ministero ha utilizzato tutti i 60 giorni per poter ricorrere, addirittura prendendosi anche il tempo della pausa estiva.
Tutto questo perché si sperava di fare le graduatorie, così come è avvenuto, di immettere in ruolo le persone, di assegnare le supplenze e, quindi, mettere una pistola alla tempia dei giudici che avrebbero dovuto poi pronunciarsi sul ricorso.
Questo è quello che è accaduto, ma i giudici non si sono fatti condizionare e Pag. 50hanno detto quello che andava fatto, ossia effettuare degli inserimenti a pettine e non in coda anche perché - e tutta la giurisprudenza dei tribunali è concorde ma comincio a pensare che una parte della maggioranza ritiene che abbiamo ragione - sostanzialmente si dice che non è il criterio territoriale che può valere nella definizione delle graduatorie ad esaurimento, ma quello meritocratico.
Pertanto, con questo atteggiamento e con questa disposizione si violano gli articoli 3, 51, primo comma, e 97 della Costituzione. Abbiamo raccomandato più volte in Commissione di tenerne conto e di fermarsi, anche perché è del tutto evidente che i ricorrenti si rivolgeranno alla Corte costituzionale.
Inoltre, ho chiesto al Ministro di capire chi si assume questa responsabilità perché, per quanto mi riguarda, è chiaro quello che ha detto ieri l'onorevole Maurizio Turco, cioè che bisogna accertare le responsabilità di chi espone amministrativamente lo Stato.
Dunque, siamo contrari e vogliamo votare contro questo emendamento perché eluderebbe e aggirerebbe delle sentenze e comporterebbe un danno enorme per tante persone che, nonostante tutto, continuano a credere nella giustizia.
Nella seconda parte del mio intervento - ricordo che il mio intervento è congiunto - faccio notare che abbiamo talmente ragione al punto che vi è un paradosso che dovreste spiegarci. La Commissione riformula l'emendamento e dice che nel 2007-2008 e nel 2008-2009 vale l'inserimento a pettine, nel 2011-2012 vale l'inserimento a pettine (così come l'anno successivo), ma per il 2008-2009 e per il 2009-2010 non è possibile inserirli a pettine. È una contraddizione! Nella seconda parte ci date regione. Ma perché non li inseriamo a pettine da subito come dicono le sentenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 1.502 e Pes 1.503, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Di Caterina... onorevole Paolo Russo... onorevole Tassone... onorevole Lo Monte... onorevole Traversa... onorevole Golfo... onorevole Tempestini... onorevole Murer... ci siamo? L'onorevole Murer ancora non ha votato... e anche l'onorevole Lo Monte... l'onorevole Lo Monte ha votato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 500
Astenuti 10
Maggioranza 251
Hanno votato
203
Hanno votato
no 297).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi, che la deputata Braga ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole, che la deputata Villecco Calipari ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Gnecchi ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17,40)

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.601 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Calearo Ciman... onorevole Oliverio... onorevole Cesario... onorevole Trappolino... onorevole Traversa... onorevole Bressa... l'onorevole Oliverio ancora non ha votato... onorevole Trappolino... onorevole Oliverio... ha votato? Hanno votato tutti.
(Segue la votazione).

Pag. 51

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 502
Astenuti 5
Maggioranza 252
Hanno votato
298
Hanno votato
no 204).

Prendo atto che la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Goisis 1.302.

PAOLA PELINO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO, Relatore. Signor Presidente, propongo una riformulazione dell'emendamento Goisis 1.302, nel senso che al comma 4-septies dell'articolo 1 le parole «decreto di cui al comma 4-novies» sono sostituite dalle seguenti: «regolamento di cui al comma 4-decies».
Al comma 4-novies le parole «possono richiedere» sono sostituite dalle seguenti: «richiedono» e le parole «sulla base della minore distanza dal luogo di residenza del soggetto» sono soppresse.
Infine, al comma 4-decies le parole «ai commi 4-octies, 4-novies e 4-decies» sono sostituite dalle seguenti: «ai commi 4-septies, 4-octies e 4-novies».

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, il Governo concorda sulla riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Goisis 1.302 formulata dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, onorevoli colleghi, penso che le modifiche apportate in questo momento all'emendamento Goisis 1.302 non cambino la sostanza della gravità del contenuto di questo emendamento con cui si chiede, in poche parole, la ripresentazione della documentazione sanitaria (i certificati medici) per tutto il personale della scuola che usufruisce dei permessi per la legge n. 104 del 1992 o che comunque è invalido e ha diritto al collocamento obbligatorio in base alla legge n. 68 del 1999.
Il secondo punto, tra l'altro, prevede che, oltre al controllo a campione della certificazione medica, si debbano richiedere ulteriori accertamenti di carattere sanitario sulla persona di cui è stato dichiarato lo stato di handicap addirittura nella provincia, diversa da quella di residenza della persona portatrice di handicap, dove il lavoratore ha chiesto di lavorare.
Oltre all'assurdità di tutta questa procedura, chi ha presentato questo emendamento dimostra che non conosce le norme né della legge n. 104 del 1992, né della legge n. 68 del 1999, e nemmeno di quella che riconosce l'invalidità civile. Sono tutte norme e situazioni che presentano diverse modalità di intervento e concedono anche differenti diritti o differenti prestazioni.
Sono soggette a procedure diverse, come dicevo, che coinvolgono collegi medici e operatori sociali sia delle aziende sanitarie locali, sia dell'INPS, sia degli stessi comuni.
È vero che in base alla legge n. 104 del 1992 ci sono lavoratori che, poiché hanno un familiare disabile, usufruiscono di tre giorni di permesso al mese, ma sono finalizzati, così come prevede la legge n. 53 del 2000, ad assicurare l'assistenza in via continuativa alla persona che è stata riconosciuta essere in uno stato di gravità. Pag. 52
In queste situazioni, tra l'altro non basta un quadro clinico che può fare il collegio medico: entrano in merito anche condizioni di carattere sociale, economico, culturale e familiare.
Quindi, l'assurdità è che bisogna entrare nello specifico dell'emendamento. Si dovrebbe prima di tutto distinguere in sostanza se lo stato di handicap riguarda il lavoratore oppure i familiari a carico. In questo caso, sembra molto assurda la proposta con la quale si sostiene che il personale, prima di essere inserito nella graduatoria di altra provincia, debba essere sottoposto a verifica. Quindi, pensiamo per assurdo ad un anziano, costretto a letto e residente nella provincia di Cagliari, che deve essere trasportato nella provincia di Sassari per poter essere sottoposto a visita.

PRESIDENTE. Onorevole Schirru, la prego di concludere.

AMALIA SCHIRRU. Mi chiedo: chi paga i costi di queste operazioni? Chi sostiene i costi dei controlli ulteriori da parte delle commissioni mediche? La regione oppure la stessa amministrazione scolastica che richiede la visita di controllo? Nel caso in cui lo stato di handicap riguardasse lo stesso lavoratore, intanto non si può mettere in discussione tale stato da parte di un altro soggetto, né si può chiedere di essere sottoposti a verifica, neppure con la stessa certificazione...

PRESIDENTE. Onorevole Schirru, dovrebbe concludere.

AMALIA SCHIRRU. Mi scusi, signor Presidente. Infatti, tale certificazione ha valore in tutto il territorio nazionale e la certificazione medica è tutelata dal diritto alla riservatezza.

PRESIDENTE. Onorevole Schirru, deve chiudere.

AMALIA SCHIRRU. Quello che voglio dire è: ritiriamo questo emendamento, smettiamola di andare ancora verso la solita caccia alle streghe (una volta gli stranieri, oggi gli invalidi e i dipendenti pubblici) e soprattutto di pensare che gli abusi ci siano solo nelle regioni meridionali. Ecco, anche per questo motivo chiediamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Schirru...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI.Signor Presidente, mi associo con convinzione a quanto ha affermato adesso l'onorevole Schirru e ritengo che questo emendamento sia sbagliato non solo tecnicamente, ma anche culturalmente. Non è in discussione che debbano usufruire di benefici coloro che ne hanno diritto, tanto è vero che successivamente esamineremo una nostra proposta emendativa analoga in cui si richiama proprio il testo della legge n. 104 del 1992.
In questo caso, la questione è molto più grave: vi è un certo accanimento contro coloro che presentano delle disabilità, con la scusa - perché è una scusa - di ottenere un maggiore rigore e di evitare gli abusi. Siamo tutti d'accordo che coloro che abusano dei vantaggi della legge n. 104 del 1992 arrecano un danno alle stesse persone che hanno disabilità e siamo tutti d'accordo a combattere gli abusi. Su tale aspetto non c'è discussione! Ma vi sono strumenti di legge, esistono tutte le possibilità previste per cercare di scovare coloro che abusano, di punirli e di prendere i necessari provvedimenti.
Non c'è bisogno di un ulteriore accanimento, soprattutto quando si prevede al comma 4-novies che, qualora sussistano motivate ragioni (non si sa quali siano, perché è una dizione assolutamente generica, che apre lo spazio a qualsiasi tipo di abuso), si fanno degli accertamenti con metodi a campione. Ma questa è una assurdità, quando si tratta di disabili e di persone che hanno grossissime difficoltà e che - lo ripeto - debbono essere controllate Pag. 53con i metodi già esistenti affinché non abusino.
Per cui è una sorta di tentativo di controllo a campione quando veramente siamo nelle condizioni di verificare in ben altra maniera: c'è una profonda sfiducia nei confronti dell'organizzazione scolastica.
Io credo davvero che sia importante ritirare questo emendamento perché siamo assolutamente convinti di voler impedire gli abusi, ma non è questo il modo di accanirsi, ripeto, con delle categorie di persone che non dovrebbero avere la sfiducia di quest'Aula e delle leggi, mettendo in discussione in maniera così generica e inappropriata la loro disabilità. Insomma, concludo, si va da un prefigurato abuso dei disabili ad un possibile abuso di coloro che decidono di fare dei controlli con generiche e immotivate ragioni. Noi voteremo contro, ma riteniamo che sarebbe il caso di ritirare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laganà Fortugno. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente, innanzitutto condivido le perplessità delle colleghe che mi hanno preceduto, ma nel leggere questo emendamento mi è sorto un dubbio, ovvero se con questo decreto-legge sulla scuola si possa fare una modifica alla legge n. 104 che è una legge facente parte di tutt'altro settore. Chiederei quindi molto brevemente, perché le colleghe che mi hanno preceduto hanno illustrato bene la situazione, che venga ritirato questo emendamento perché porterebbe grande nocumento. Chiedo inoltre che non venga inserito in questo decreto sulla scuola, perché è una modifica alla legge n. 104 che riguarda la sanità e non ha nulla a che fare con la scuola.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ancora sottolineare e cercare di farvi capire quello che state facendo con questo emendamento, perché a mio giudizio non ve ne siete ancora resi conto. Intanto ancora non si capisce se la persona sottoposta a questo accertamento è colui che presenta la certificazione, cioè il lavoratore, oppure il portatore di handicap, perché qui si tratta di una provincia diversa. Voi volete trasportare la persona portatrice di handicap per sottoporla ad accertamenti in una provincia diversa da quella di origine! State attenti a quello che fate, è un fatto di una gravità inaudita e incredibile. Vi pregherei di rivedere questa norma, non è una cosa fatta tanto per fare.
Attenzione a quello che fate! State facendo una cosa gravissima. Un conto è il rigore, sul quale siamo d'accordo, un conto è cercare di colpire i falsi invalidi, un conto è colpire gli abusi, un conto è la legalità, ma un altro conto è colpire le persone che usufruiscono della legge n. 104 addirittura sottoponendoli ad una revisione di secondo grado, cosa che per legge non è prevista, perché chi riconosce il diritto di usufruire della legge n. 104 è la commissione provinciale; non è previsto portare le persone handicappate che beneficiano della legge n. 104 in una provincia diversa da quella di origine, con dei costi per le famiglie, per i lavoratori, per i precari e per le persone che sono sottoposte a questa legge.
Ma vi rendete conto di quello che state facendo? A mio avviso «no», perché oltretutto c'è una disparità di trattamento: questa norma è tecnicamente e culturalmente sbagliata, per gli ulteriori accertamenti che volete fare, non di carattere sanitario ma anche di altra natura, accertamenti che riguardano non si sa se il lavoratore o la persona che ha bisogno di assistenza che devono essere sottoposti alla commissione del luogo e che riguardano non solo il secondo grado ma anche l'aspetto sociale, economico e personale.
Attenzione naturalmente, perché questo è un tema importante; con questa norma voi volete assolutamente far sì che Pag. 54coloro che sono solo nell'ambito della provincia non siano sottoposti a queste regole, e invece, incredibilmente, e con un aggravio di costi, quindi anche riguardo a questo dovete valutarlo ...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Paladini, non le voglio togliere la parola, ma non è possibile quello che sta accadendo alla mia destra. Colleghi, se c'è una discussione potete evidentemente farla in un altro luogo. Prego, onorevole Paladini, prosegua.

GIOVANNI PALADINI. Scusate l'enfasi, ma credo che, al di là dei precari e delle altre questioni, credo che questo sia l'emendamento tecnicamente più sbagliato di tutto questo articolato, è veramente grave!
Signor Ministro, la prego di valutarlo adeguatamente, di considerarlo e di modificarlo con la vostra coscienza. È un fatto veramente grave che si sottopongano delle persone che hanno già dei problemi personali ad ulteriori controlli, e voglio anche vedere come lo farete, come riuscirete ad attuare questa cosa che è veramente sbagliata tecnicamente, ma anche culturalmente. Come potete pensare di portare delle persone da una provincia, da una regione all'altra o addirittura da più regioni? Poniamo che un lavoratore che è inserito in una graduatoria risieda in Campania e debba andare a lavorare a Milano: cosa facciamo, sottoponiamo il suo parente o altra persona ad accertamenti, e quindi lo mandiamo in un'altra regione per effettuare le verifiche come è scritto nella norma?
In questo emendamento sono scritte cose gravissime e a mio parere chi lo ha presentato non ha ben tecnicamente capito neanche quello che scriveva. Scusatemi, ma come si può prevedere che «all'atto della richiesta di inserimento nella graduatoria di una provincia diversa da quella di residenza» - quindi con un costo, con degli aggravi superiori - i soggetti interessati «trasmettono alle autorità scolastiche della provincia» - quindi se ne dovrebbero preoccupare le autorità scolastiche, neanche le commissioni provinciali, le ASL, coloro che sono deputati a questa titolazione - «la certificazione medica originale comprovante le condizioni personali o familiari che danno diritto a fruire dei benefici medesimi». È come se la fruizione del beneficio della legge n. 104, che è già statuito per norma, lo dovesse stabilire la politica o qualcun altro, ma vi rendete conto di quello che state facendo? Vi pregherei di svolgere una valutazione importante su questo emendamento perché si tratta di persone che hanno già seriamente dei problemi e non credo che questo Parlamento li debba ulteriormente aggravare (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ho già fatto un richiamo ai colleghi alla destra della Presidenza... Onorevole Russo, presidente Palumbo, dobbiamo evitare capannelli, se ci sono discussioni potete accomodarvi ovviamente fuori dall'Assemblea e portarla avanti. Presidente Palumbo... presidente Palumbo...! Per cortesia!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gatti... Presidente Palumbo e presidente Russo... Prego, onorevole Gatti, ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo per sostenere la richiesta avanzata da diversi colleghi di ritiro di questo emendamento. A me sembra veramente importante sottolineare che la legge n. 104 del 1992 in questo Paese è stata una legge di civiltà; evitiamo il decadere della civiltà di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non è possibile scrivere in un testo: «quando sussistano motivate ragioni»; siccome c'è questa vulgata per cui quelli che si avvalgono della legge n. 104 sono tutti del sud, quali sono le «motivate ragioni», Presidente? Quelle di venire dalla Sicilia, dalla Calabria o dalla Puglia? È questo un elemento? Questa si chiama discriminazione ed è un problema di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Pag. 55

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà, per un minuto.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, chiedo soltanto che questo emendamento venga ritirato prima di subito perché è indegno ed è assolutamente fuori dall'uso e dai costumi di un Paese civile. Mi fermo qui perché non c'è null'altro da aggiungere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, intervengo perché anche io, leggendo l'emendamento soprattutto dopo la seconda stesura, sono stato per certi versi preoccupato e allarmato da alcune delle motivazioni sollevate in quest'Aula. Tuttavia, di fronte ad una questione relativa ad un supplemento di controllo e di trasparenza - parlo come siciliano da un punto di vista antropologico, ma anche da un punto di vista contingente come invalido (questa è una battuta che mi fa il mio vicino di posto) - si tratta di un sistema di controlli che serve a fugare in un solo colpo due questioni. La prima è quella di tutelare gli invalidi che realmente hanno bisogno della normativa di tutela e, quindi, si tratta di un grande elemento di trasparenza (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). La seconda è quella di eliminare una volta per tutte questa vulgata secondo la quale dal Sud arrivano i falsi invalidi. Infatti, se ci sono i falsi invalidi, questi vanno eliminati dalla normativa vigente (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Quindi, credo che l'emendamento Goisis 1.302, anche alla luce del quarto capoverso in cui è sottoposta al regolamento del Ministero la parametrazione dell'unica questione che sarebbe realmente gravissima (ovvero la necessità dell'invalido di spostarsi dal Sud al Nord per farsi andare a visitare), è un meccanismo di controllo che fa giustizia di luoghi comuni che sono, a mio avviso, nello spirito e nella intera volontà di civiltà di questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, io, invece, chiedo ai colleghi della maggioranza, soprattutto a quelli che vedo agitarsi su questo emendamento, di avere un po' di coraggio in più perché l'interpretazione autentica di questo emendamento non è quella che ha dato il collega Granata. La verità è che dietro questo emendamento c'è un pregiudizio radicatissimo nei confronti di una parte del Paese. Questo Parlamento, ancora una volta, legifera stabilendo che ci sono diritti di serie A in una parte del Paese e diritti di serie B in un'altra parte del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Se ci sono i falsi invalidi, li si puniscano, si radiino i medici che producono false attestazioni, ma non si costruisca un Paese pieno di pregiudizi, soprattutto non lo si faccia nell'Aula del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Camillis. Ne ha facoltà.

SABRINA DE CAMILLIS. Signor Presidente, su questo emendamento, su cui abbiamo ragionato molto anche in Commissione, ritengo che forse bisognerebbe riflettere ancora nonostante ci abbiamo riflettuto molto. C'è, infatti, una questione di merito relativa ad un sistema di controlli messi in atto da livelli istituzionali uguali. Quindi, un cittadino che ottiene l'applicazione della legge n. 104 del 1992 in una ASL, deve essere controllato da Pag. 56un'altra ASL. Già sul piano tecnico questo mi sembra qualcosa di non proprio corretto.
Tra l'altro, condividendo le cose dette dal collega Granata e ora dal collega dell'UdC, se ci sono i falsi invalidi, questi vanno assolutamente combattuti, ma la legge n. 104 serve al sistema. Dunque, farei una proposta: siccome c'è in itinere la norma proposta dal Ministro Brunetta, chiedo se sia possibile stralciare in questa sede tale problematica per affrontarla in seguito (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, ho apprezzato molto l'intervento dell'onorevole Granata e anche il fatto che si sia voluta leggere bene la norma, invece di fare facile strumentalizzazione. Quindi, ringrazio il collega perché ha sviluppato degli argomenti giusti. La lotta ai falsi invalidi è una battaglia di civiltà che dovrebbe essere fatta dappertutto, al Nord come al Sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È una battaglia di civiltà fatta, prima di tutto, a tutela degli invalidi veri, che hanno diritto di essere garantiti e di avere giustamente un determinato trattamento di favore (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, mi unisco alle parole della collega del Popolo della Libertà, che chiedeva lo stralcio di questa norma. Al Senato, in questo momento, è in discussione la proposta del Ministro Brunetta. Faccio riferimento anche a quanto il Presidente Napolitano ci ha più volte detto, ossia di non continuare a fare decreti-legge omnibus, quindi, se vogliamo ragionare sulla legge n. 104 del 1992, che rimane una legge di eccellenza e di straordinaria civiltà, credo che sia doveroso mettere in condizione il Parlamento di affrontare questo tema in modo serio, rigoroso e con i tempi opportuni. Quindi, chiedo lo stralcio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottolineare all'onorevole Cota che, se vuole fare la lotta ai falsi invalidi, su cui siamo tutti d'accordo, gli ricordo che è al Governo ed il Governo può fare una lotta spietata a tutti i falsi invalidi. Non vi inventate norme assurde, che creano solo problemi ai cittadini, a quelli più deboli. Mi meraviglia come l'onorevole Granata, che conosco come persona di grande sensibilità, possa accettare che si complichi la vita alle persone più deboli di questo Paese. Voi che siete il Governo della semplificazione: per i forti non per i deboli! E smettetela (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, intervengo per venti secondi per fare una domanda (a parte il fatto che la norma mi sembra pleonastica, perché la legge si rispetta e non si dice che bisogna rispettarla): se l'ASL meridionale dice che un soggetto è invalido, mentre la ASL del nord dice che non lo è, il contenzioso sarà sciolto da una ASL del centro?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del Popolo della Libertà su questo Pag. 57emendamento ed anche per chiarire nel merito come non ci sia nulla di cui scandalizzarsi.
Noi sappiamo che, purtroppo, a danno di persone che hanno dei diritti, a volte qualcuno ha scavalcato tali diritti con una forzatura della normativa che tutela i familiari delle persone che hanno problemi di salute o problemi familiari, per quanto riguarda la legge n. 104 del 1992. Dobbiamo colpire questi abusi, che non riguardano né il nord né il sud. Chi abusa di una norma a tutela dei più deboli commette un atto gravissimo.
Pertanto la norma prevista dall'emendamento è molto chiara, per cui è sbagliato dire che mette in difficoltà. Essa dice semplicemente che si allega la documentazione della ASL di residenza e che, qualora sussistano le condizioni per dare vita...

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, la prego di concludere.

ITALO BOCCHINO. Scusi, signor Presidente, sto facendo una dichiarazione di voto per il mio gruppo...

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, è già intervenuto un rappresentante del gruppo, l'onorevole Granata, quindi lei può intervenire per dichiarazione di voto a titolo personale come tutti gli altri colleghi. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcu. Ne ha facoltà.

CARMELO PORCU. Signor Presidente, voterò serenamente a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Lo faccio perché chi non è ipocrita sa che il fenomeno dell'abuso della legge n. 104 del 1992 è molto diffuso, soprattutto nel mondo della scuola (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Il mio appello è rivolto al Ministro, affinché, nell'ambito delle procedure che seguiranno per il decreto contenente le norme di attuazione di questa norma, siano particolarmente garantite le condizioni dei disabili gravi e veri, che non dovrebbero essere sottoposti, però, a un trasporto coatto dal sud al nord. Questa è una cosa che senz'altro verrà risolta in sede di attuazione, quindi penso che noi possiamo serenamente votare a favore di questa norma di civiltà contro i falsi invalidi, che è una vergogna per la nostra Nazione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Congratulazioni)!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, chiedo alla Presidenza una verifica supplementare sull'opportunità che su un emendamento di questo tipo e di questo tenore, che richiama la norma costituzionale relativa ai diritti della persona cui si riferisce il Regolamento della Camera, che lo regolamenta, si proceda alla votazione mediante scrutinio segreto.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la Presidenza valuterà la sua richiesta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, voglio riallacciarmi a quanto detto dai colleghi che hanno parlato prima di me: credo che sulla necessità di rimettere ordine alla legge n. 104 del 1992 siamo tutti d'accordo, perché tale legge, nata per tutelare coloro che hanno oggettivamente necessità - lo sappiamo -, è stata tirata un po' da tutte le parti e spesso stravolta nel suo principio fondamentale, nel suo senso stretto, per diventare, molte volte, la favola metropolitana «ma io ho la 104». Lo sappiamo tutti, però da qui a dire che nel decreto-legge che riguarda la scuola dobbiamo inserire una modifica della legge n. 104 del 1992 - di tutta la Pag. 58normativa che riguarda tale legge -, perché vi sono i falsi invalidi, significa affermare qualcosa che non ha i piedi in terra.
Se bisogna apportare una modifica e operare una revisione dei criteri della legge n. 104, facciamolo nel decreto che il Ministro Brunetta sta preparando e che analizzerà tutti i settori. Lì siamo disponibili tutti, ma fare ciò in questo momento, in questo decreto-legge, significa punire soprattutto i più deboli. Su questo non siamo assolutamente d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Innanzitutto, va precisato che da diversi interventi è venuta la richiesta di un possibile stralcio. In questo caso dovrebbe trattarsi non di stralcio, ma di un accantonamento o eventualmente del ritiro, perché non siamo nella fattispecie dello stralcio.
Per quanto riguarda, invece, la richiesta da parte dell'onorevole Quartiani di votare mediante scrutinio segreto su questo emendamento, la Presidenza, in tempo reale, ritiene che non sussistano gli estremi per l'ammissibilità dello scrutinio segreto, in quanto la norma non incide su nessuno dei principi e dei diritti previsti dall'articolo 49 del Regolamento. La norma, infatti, prevede una serie di misure di carattere amministrativo ed organizzativo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo sulle due questioni. Per quanto riguarda la prima, la pregherei, esattamente come è accaduto nella giornata di ieri, essendoci una proposta di accantonamento, che essa venga messa ai voti, come è assolutamente evidente e previsto. Infatti lei ha giustamente detto che non è in campo (Commenti)... Posso aspettare, siccome è difficile parlare in modo poliedrico...

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi stanno facendo giustamente osservare che fino ad ora non è arrivata una richiesta di accantonamento.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sono sempre molto attento a quello che lei dice. Lei ha sostenuto che in questa fase non è possibile procedere allo stralcio perché è possibile soltanto l'accantonamento.

PRESIDENTE. Oppure il ritiro.

ROBERTO GIACHETTI. Siamo in una fase nella quale è stata fatta una proposta di stralcio, che, nel momento in cui non è praticabile, si traduce in una proposta di accantonamento, mi pare di capire.
Detto questo, per quanto riguarda il voto segreto, signor Presidente, capisco e mi rendo perfettamente conto che gli uffici sono costretti a lavorare in una condizione di «last minute». Mi limito però a riporre nella sua responsabilità e nella sua sensibilità il fatto che, leggendo la norma che abbiamo sotto agli occhi, la decisione di negare il voto segreto con le motivazioni addotte è di una certa consistenza, perché rischia anche di diventare un precedente. Infatti, siamo in una condizione nella quale non vi è, a mio avviso, una discrezionalità rispetto all'applicazione del Regolamento in ragione degli articoli della Costituzione, se essi rispondono a regolamenti. Stiamo parlando della libertà delle persone.
La pregherei quindi, se fosse possibile, di valutare fino in fondo l'argomento, che non è specioso, bensì di grande delicatezza, perché a mio avviso può rappresentare un precedente inedito e pericoloso rispetto ad una materia così delicata.

PRESIDENTE. Abbiamo, quindi, due questioni: la prima riguarda una possibile richiesta di accantonamento. Qual è il parere del relatore sulla richiesta di accantonamento?

PAOLA PELINO, Relatore. Il parere è contrario, signor Presidente.

Pag. 59

PRESIDENTE. Quindi, onorevole Giachetti, il relatore non accetta la richiesta di accantonamento. Chiede che la richiesta sia votata dall'Aula?

ROBERTO GIACHETTI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Darò allora la parola ad un deputato a favore ed uno contro sulla richiesta di accantonamento.

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. La richiesta di accantonamento deve essere avanzata dal relatore o dal presentatore dell'emendamento. Non possono essere altri, non firmatari, a chiedere il ritiro o lo stralcio dell'emendamento, perché ciò è nella disponibilità del presentatore.

PRESIDENTE. Mi permetta, onorevole Cota: siccome si tratta di una proposta inerente l'ordine dei lavori, in base all'articolo 41 del Regolamento è possibile che chiunque possa fare una proposta inerente l'ordine dei lavori; pertanto, laddove non vi sia un accordo, si addiviene ad una votazione dell'Assemblea per decidere. Ovviamente nel caso può anche decidere il Presidente, ma visto che non c'è un accordo mi sembra che l'Assemblea possa e si debba pronunciare in questa direzione.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Intervengo certamente contro la proposta di accantonamento: chiediamo di votare l'emendamento assolutamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Forse c'è un equivoco, e le chiedo scusa se sono io che l'ho creato. Io non avanzo una proposta di accantonamento, noi siamo contrari ad una proposta di accantonamento. Ho avuto la sensazione che, dall'altra parte, l'onorevole De Camillis fosse intervenuta in questo senso, mi pare.

PRESIDENTE. Se non c'è nessuno che avanza la richiesta di accantonamento...

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. La avanzo io, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento Goisis 1.302, nel testo riformulato.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Trappolino, onorevole Cesareo, onorevole Pionati, onorevole Vignali, onorevole Nicolucci, onorevole Traversa. Hanno votato tutti? Onorevole De Micheli.
Dichiaro chiusa la votazione.
(La Camera respinge).

Per quanto riguarda la richiesta di voto segreto, la Presidenza conferma quanto espresso prima.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Goisis 1.302, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 60

Onorevole Calearo Ciman, onorevole Benamati, onorevole Gatti, onorevole Trappolino, onorevole De Micheli, onorevole Cesario, onorevole Sardelli, onorevole Vella, onorevole Traversa, onorevole Migliori. L'onorevole Traversa e l'onorevole Migliori hanno votato. Bene, hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 522
Astenuti 4
Maggioranza 262
Hanno votato
270
Hanno votato
no 252).

L'emendamento Delfino 1.523 risulta pertanto assorbito dall'approvazione dell'emendamento Goisis 1.302, nel testo riformulato.

PAOLA PELINO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO, Relatore. Signor Presidente, c'è una riformulazione tecnica dell'emendamento Cazzola 1.303, riferita al comma 4-septies di tale emendamento, di cui procedo a dare lettura. "4-septies. Al fine di favorire l'occupazione e la formazione, nonché la ricollocazione dei soggetti titolari dei contratti di cui al comma 14-bis dell'articolo 4 della legge 3 maggio 1999, n. 124, introdotto dal comma 1 del presente articolo, e dei soggetti di cui al comma 2, all'articolo 19, comma 4, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, dopo le parole: «banca dati», sono aggiunte le seguenti: «nella quale confluiscono tutti i dati disponibili relativi ai percettori di trattamenti di sostegno al reddito e ogni altra informazione utile per la gestione dei relativi trattamenti e»; dopo le parole: «e successive modificazioni,» sono aggiunte le seguenti: «le regioni, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Italia Lavoro Spa e l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori» e le parole: «, e provvede» sono sostituite dalle seguenti: «. L'INPS provvede altresì al monitoraggio»".

PRESIDENTE. Onorevole Pelino, lei ha quindi letto l'intero emendamento.
Il Governo concorda con la riformulazione?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Governo concorda con il relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Cazzola accetta la riformulazione proposta dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, a me non pare si possa parlare semplicemente di una modifica di natura tecnica: mi pare si tratti di una modifica ampia, che quantomeno richiede il parere del Comitato dei nove prima di essere votata.
Quindi le chiedo, a termini di Regolamento, una breve sospensione della seduta perché il Comitato dei nove si possa esprimere su una riformulazione che non è meramente tecnica.

PRESIDENTE. Rispetto alla richiesta dell'onorevole Borghesi, tengo a precisare - e per questo l'ho sottolineato - che la rilettura da parte del relatore di tutto il testo dell'emendamento può aver condotto in errore non solo la Presidenza, ma anche i colleghi che l'hanno ascoltata. La riformulazione dell'emendamento presentato è riferita solo a questa parte: «titolari dei contratti di cui al comma 14-bis dell'articolo 4 della legge 3 maggio 1999, n. 124, introdotto dal comma 1 del presente articolo» ed è stata già oggetto, come mi riferiscono gli uffici, della discussione del Comitato dei nove. Può confermarlo, onorevole Moffa?

Pag. 61

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, lo confermo.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Volevo solo dire che, considerata la spiegazione che lei ha dato, forse il relatore nel presentarla l'ha fatta apparire...

PRESIDENTE. Concordiamo con lei. Prendo atto che il deputato Cazzola accetta la riformulazione dell'emendamento. Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cazzola 1.303, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Giro... onorevole De Micheli... onorevole Cuomo... l'onorevole Traversa adesso ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 507
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato
300
Hanno votato
no 207).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.308.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico...onorevole Tassone...onorevole Giro...onorevole Coscia...onorevole Trappolino...onorevole De Micheli...onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 506
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato
303
Hanno votato
no 203).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fallica 1.308 e Naro 1.310, come subemendati, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico...onorevole Coscia...onorevole Trappolino...onorevole Veltroni...onorevole Garofani...onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 503
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato
301
Hanno votato
no 202).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 1.195

PAOLA PELINO, Relatore Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma la invito a leggere solo la proposta di modifica.

PAOLA PELINO, Relatore. Signor Presidente, quanto all'emendamento Zeller 1.195 segnalo, per un chiarimento di ordine Pag. 62tecnico, che la parola: «previsto» deve intendersi sostituita dalla parola: «previsti».

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo e l'onorevole Zeller concordano sulla proposta di correzione. Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 1.195, nel testo corretto, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico...onorevole Trappolino...onorevole De Micheli...onorevole Tassone...onorevole Della Vedova...onorevole Benamati...onorevole Bonaiuti, sollevi il polpastrello...onorevole Franceschini...onorevole Paolo Russo...onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 495
Astenuti 12
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicolais 1.520, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Trappolino... onorevole De Micheli... onorevole Tassone... onorevole Romele... onorevole Iapicca... onorevole Franceschini... onorevole Scandroglio... onorevole Trappolino... onorevole Traversa... onorevole Angeli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato
241
Hanno votato
no 268).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Torre 1.521, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Franceschini... onorevole Soro... onorevole Coscia... onorevole De Micheli... onorevole Frassinetti... onorevole Andrea Orlando... onorevole Conte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato
242
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Siragusa 1.522, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Girlanda... onorevole Golfo... onorevole Dima... onorevole De Micheli... onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 63

(Presenti 511
Votanti 509
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato
242
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Tempestini ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santagata 1.199, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Girlanda... onorevole Pescante... onorevole Sardelli... onorevole Zinzi... onorevole Lo Monte... onorevole De Micheli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 510
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato
242
Hanno votato
no 268).

Passiamo all'emendamento Giammanco 1.200.

GABRIELLA GIAMMANCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA GIAMMANCO. Signor Presidente, accolgo l'invito al ritiro del mio emendamento che, però, trasfonderò in un ordine del giorno, in quanto l'argomento trattato è di fondamentale importanza, e riguarda la posizione delicata del personale ex LSU con funzioni ATA. Si tratta di personale che ormai da vent'anni vive in una situazione lavorativa di particolare incertezza e la questione prospettata coinvolge circa mille lavoratori, 500 dei quali solo in Sicilia.
Quindi ritengo sia necessario intraprendere tempestive iniziative che possano condurre alla stabilizzazione di questi precari, e mi auguro che venga prorogato il loro contratto di lavoro.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Giammanco, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Giammanco 1.200 lo ritira.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 1.524, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Trappolino, onorevole Tassone, onorevole Lo Monte, onorevole Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 496
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
234
Hanno votato
no 262).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1000, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 64

L'onorevole Vico non riesce a votare...onorevole Scilipoti... l'onorevole De Micheli ha votato? L'onorevole Pionati ha votato?... onorevole Vella... l'onorevole Iannarilli ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 511
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato
269
Hanno votato
no 242).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Miglioli 1.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Russo. Ne ha facoltà.

ANTONINO RUSSO. Signor Presidente, intervengo soltanto perché questa proposta emendativa mira a risolvere un problema che da troppo tempo ci portiamo dietro: accoglie una richiesta presentata in Commissione dai docenti di educazione musicale e di strumento musicale delle accademie ed è corredata da 6.500 firme. Ci auguriamo la stessa sensibilità mostrata in Commissione da tutti i gruppi.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, la prego di dire che è chiusa la votazione quando è effettivamente chiusa, perché ho perso la votazione semplicemente perché non vi è stata corrispondenza tra il momento in cui lei ha detto che è chiusa e quello in cui effettivamente è stata chiusa.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Miglioli 1.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ricordo di lasciare il tasto quando appare la scritta «votazione chiusa», altrimenti possono succedere degli inconvenienti. Onorevole Vico, onorevole Tassone, tutti hanno votato? Chi è che manca?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 509
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato
241
Hanno votato
no 268).

Prima di passare alla votazione del subemendamento Ghizzoni 0.1.0700.1 devo avvertire che, per un mero errore tipografico, il secondo periodo del comma 1 dell'articolo aggiuntivo 1.0700 del Governo riporta le parole «assegnate o» che devono intendersi pertanto soppresse.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ghizzoni 0.1.0700.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Coscia, onorevole Traversa, onorevole Tassone, onorevole De Micheli, onorevole Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 509
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato
241
Hanno votato
no 268).

Pag. 65

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0700 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Torre. Ne ha facoltà.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Signor Presidente, il 25 settembre il Presidente della Repubblica ha posto la sua firma al decreto-legge n. 134, composto da un articolo, e tra pochi giorni con l'approvazione della legge di conversione sarà composto non da uno ma da cinque articoli, se tengo giusto il conto. Crede forse questo Parlamento che sia un modo normale di legiferare? Siamo stati fermi per 17 ore sul comma 1 la cui fine si può intitolare «molto rumore per nulla» e sino alle 12, oggi, quest'Aula ha atteso senza fare nulla perché noi, in pochi, lavoravamo freneticamente sui nuovi articoli, quelli che né il Consiglio dei ministri né Napolitano hanno visto e che abbiamo in mano da poche ore e che pretendono di cambiare, prorogare, indirizzare questioni di rilievo per la vita delle scuole italiane. Pare a noi del Parlamento che sia un modo corretto di legiferare?
Veniamo a questo articolo aggiuntivo. Nei commi 1, 2 e 3 si tratta dei fondi della legge 18 dicembre 1997, n. 440, che è una legge di finanziamento dell'autonomia scolastica, fondi fermi presso qualche scuola dove sono stati depositati da qualche ufficio scolastico regionale che, invece di usarli per far crescere le scuole con progetti reali e fattibili, li ha accantonati per più di tre anni, e quindi dai tempi del precedente Governo Berlusconi. C'è da chiedersi perché siano stati distribuiti alle regioni in modo non appropriato e perché non siano arrivati alle scuole, magari senza vincolo di destinazione, come voleva originariamente la legge n. 440.
Certo, non va bene lasciare somme giacenti, ma non va bene nemmeno distrarle dalle finalità di crescita dell'autonomia del sistema scolastico e destinarle alla spesa corrente di scuole che questo Governo ha impoverito. Una nota importante: pare assolutamente non opportuno che il dispositivo si applichi alle somme che ancora devono essere riscosse sino alla fine dell'anno. Infatti, se non vi è la certezza di avere questi soldi, come ci si poteva fidare di spenderli visto l'enorme credito delle istituzioni scolastiche verso il Ministero?
Inoltre, il comma 4, nel quale si prevede di distogliere i fondi dalla legge finanziaria 2006 destinati a temi quali obbligo scolastico, edilizia scolastica, comprese barriere architettoniche e interventi di sicurezza, apertura pomeridiana delle scuole, sezioni primavera, comodato dei libri di testo, alta formazione professionale, per destinarli a merito e riforma della scuola superiore, per cui questo Governo non ha previsto neppure un euro, mentre si sa che il precedente Governo aveva destinato rilevanti fondi, ad esempio soli 300 milioni, per la riqualificazione dei docenti di lettere, matematica e inglese. Si sa che riformare l'istruzione secondaria superiore ha dei costi elevati, se fatto seriamente. Ci pare alquanto difficile mettere in atto tale riforma facendo la questua tra fondi che hanno altre destinazioni.
Sempre al comma 4, va bene prorogare l'impegno di spesa per le nuove tecnologie che la legge finanziaria 2006 prevedeva sino al 2009, e saremmo soddisfatti se con essi - ricordiamo che vi sono anche i 30 milioni della legge n. 440 - si aprissero anche tanti laboratori e si prevedessero fondi per farli funzionare, e non solo lavagne interattive che ho visto molte volte inutilizzate nelle scuole. Ancora al comma 4, si dice nella relazione che il fondo in oggetto è l'unico spazio di flessibilità. A dire il vero però nel 2008 la legge finanziaria destinava già il 15 per cento dei 220 milioni in discussione alle spese giudicate prioritarie dal Ministero. Perché il Governo vuole ulteriore discrezionalità? E ancora, nei 220 milioni dal 2009 sono compresi anche i 31 milioni per detassare le erogazioni liberali a favore delle scuole, e dato che in questi due primi anni difficilmente queste erogazioni raggiungeranno i 160 milioni, il Ministero dell'economia e delle finanze restituirà - lo speriamo - quanto Pag. 66non utilizzato. Anche su questa somma sarebbe utile sapere come il Governo intenda usarla.
Al comma 5 si parla del merito destinando somme per l'eccellenza, prendendole da qui e anche dai 220 milioni della legge finanziaria 2006: sembra troppo prenderli da due parti per il merito.
Ed infine il comma 6: bene rimettere in circolo i fondi non spesi della legge n. 440 del 1997, ma anche questo comma conferma l'urgenza di utilizzare meglio le leggi, di monitorarle e di raffrontare finalità ed esiti raggiunti. È questo il motivo per cui la scorsa settimana il Partito Democratico ha depositato una risoluzione presso la VII Commissione che chiede di valutare e reindirizzare la legge n. 440 a 12 anni dalla sua promulgazione.
L'articolo aggiuntivo in esame suona da campanello d'allarme per tutte le leggi che vanno vigilate nella loro attuazione fin dall'inizio e ciò pare che valga anche per questi 220 milioni del 2006.
Per questi motivi il nostro voto sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, esprimiamo un voto contrario sull'articolo aggiuntivo in esame per una questione di metodo e di merito. Procedendo rapidamente: il problema del metodo ci ha trovato francamente in difficoltà. Siamo stati spiazzati dal fatto che queste proposte emendative sono state presentate ieri sera tardi, e sono in votazione a poche ore dalla presentazione.
Abbiamo cercato di approfondirle con onestà e con attenzione, non le abbiamo prese sotto gamba, certamente meritavano un approfondimento che però è stato quello che è stato.
È un sistema effettivamente un po' bizzarro quello di far diventare questi nostri provvedimenti dei provvedimenti omnibus, in cui entra un po' di tutto, anche questioni che non hanno nulla a che fare con il problema del precariato e che riguardano in maniera completamente diversa temi che attengono alla scuola, ma non al precariato. Questo è il problema di metodo.
Riguardo al merito, se possiamo essere d'accordo nel mobilitare le risorse giacenti nelle scuole, non possiamo essere d'accordo sul fatto di distrarre cifre ingenti dall'obbligo scolastico, dall'edilizia e via dicendo, cioè da tutto quello che poteva essere un ampliamento dell'offerta formativa, dando in realtà una delega in bianco al Ministro e affidandogli in realtà una sorta di decisione, senza poter in alcun modo intervenire sia per quel che riguarda le leggi finanziarie del 2006 e del 2007 e anche i fondi dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica.
Ci sembra effettivamente eccessivo, sarebbe stato meglio approfondire la questione e pertanto esprimiamo il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, sarò breve ma voglio motivare da parte del mio gruppo il «no» sull'articolo aggiuntivo in esame. È chiaro che al fine di garantire il corretto svolgimento dell'anno scolastico attraverso la razionalizzazione e l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse finanziarie, cioè le somme che devono essere trasferite alle scuole statali per la realizzazione di alcuni progetti per la formazione e lo sviluppo dell'autonomia scolastica, noi dobbiamo dire che non solo nell'articolo aggiuntivo in esame non si mette una lira, ma si spostano solamente i soldi, soldi che devono essere assolutamente rimodulati per via amministrativa, e si sottraggono praticamente risorse destinate all'edilizia scolastica, alla formazione professionale e all'innovazione, naturalmente incidendo anche sui percorsi triennali che vengono tolti alla regioni.
Per questo non condividiamo l'articolo aggiuntivo in esame e voteremo convintamente contro.

Pag. 67

PRESIDENTE. Ricordo che in ordine all'articolo aggiuntivo 1.0700 del Governo vale la precisazione letta dalla Presidenza in sede di esame del subemendamento ad esso riferito.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0700 del Governo nel testo corretto, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Vico... onorevole Coscia... onorevole Traversa... onorevole Ceccacci... onorevole De Micheli... onorevole Luciano Rossi... se potete sedervi così posso capire se qualche collega non è in grado di votare... onorevole Golfo... non ho nessun altra indicazione di colleghi che non riescono a votare ...
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
263
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0701 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, vorrei dire con molta sincerità che in un provvedimento di questa natura inserire disposizioni sui libri di testo e i criteri con cui i libri di testo dovranno scomparire dal formato cartaceo e passarlo sotto la rubrica «Contenimento spese per le famiglie» mi sembra un'operazione molto discutibile, ai limiti della disonestà intellettuale. Ciò, in primo luogo, perché è un provvedimento che parla di altro.
Quindi, questa notte avete deciso di infilare anche questo perché tanto questo Parlamento altro non fa che approvare leggi in cui si infila la prima cosa che capita, così ci sbrighiamo anche di più! Non se ne è mai discusso in Commissione, sebbene vi fossero stati degli impegni e, segnatamente, vorrei sapere che fine ha fatto...

PRESIDENTE. Onorevole Ministro, per cortesia, onorevole Milanese! La prego di continuare, onorevole De Biasi. Lei ha ragione!

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Vorrei sapere che fine ha fatto l'impegno che è stato preso in Commissione in ordine alla relazione sullo stato del tavolo con gli editori; vorrei sapere che fine hanno fatto le considerazioni che l'Autorità antitrust ha rivolto alla Commissione cultura proprio sui libri di testo; vorrei sapere che fine ha fatto il concetto tanto caro, signor Presidente, anche a lei e a molti in quest'Aula, della libertà educativa di cui questo emendamento fa strame; infine, vorrei sapere che fine ha fatto il progetto per l'innovazione tecnologica di cui sappiamo a malapena da fonti ministeriali, perché in Commissione non abbiamo mai avuto il piacere di avere il progetto e sappiamo che vi è una circolare.
Il tema è di straordinaria delicatezza perché il passaggio dal libro cartaceo al cosiddetto e-book, cioè il libro informatico, non è indolore e richiede il rispetto dell'articolo 3 della Carta fondamentale, cioè dell'uguaglianza dei cittadini contenuto nella nostra Costituzione perché solo il 40 per cento delle famiglie possiede un computer.
Vorrei capire - e ancora non mi è stata data risposta da più di un anno - chi pagherà la stampa on-line. Saranno le famiglie? Saranno le scuole? Se saranno queste ultime con quali fondi dell'autonomia?
Non abbiamo il piacere di sapere nulla, però qui dentro si infila questo provvedimento che, per di più, restringe il campo della possibilità di cambiamento del libro Pag. 68di testo solo a due condizioni (si tratta di un'innovazione rispetto al 132), ossia la modifica degli ordinamenti - e quindi deve cambiare tutto perché si possa cambiare un libro di testo - o la scelta dei testi scolastici in formato misto o totalmente online, quindi vincolato ad un processo di informatizzazione che nelle nostre scuole non esiste.
Vorremmo sapere a che punto siamo sulle lavagne digitali, ma non lo sappiamo e ciononostante venite qui e con mancanza di serietà infilate il vostro volantino di propaganda (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). ..

PRESIDENTE. Onorevole Mario Pepe (PdL), per cortesia!

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Devo terminare?

PRESIDENTE. No stavo richiamando ...

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Capisco che il libro interessi poco tanto è vero che è stato chiuso anche il centro del libro da questo Governo. Andiamo avanti così, andiamo avanti con l'analfabetismo di ritorno. Le persone non penseranno più e la scuola finalmente sarà di chi in casa ha il computer e i libri, cioè una quota pari a meno della metà delle famiglie italiane. Meno della metà!
È questa la scuola che vi piace, è questa la scuola che volete. Mostrate il vostro pugno di ferro e lei, Ministro, lo mostra sempre con i più deboli. È veramente patetico perché parliamo della scuola pubblica della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, ministro Gelmini, a noi dell'Italia dei Valori interessa questo argomento non solo per la parte riguardante i precari della scuola (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà )...

PRESIDENTE. Scusate colleghi, non riesco a capire... per cortesia!

FRANCESCO BARBATO. Buca sempre di più il centrodestra, tra poco rimarrà con le ruote a terra...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, si rivolga al Presidente. Prego. Per cortesia... Non vada avanti, onorevole Barbato. Allora... Grazie. Prego, onorevole Barbato... No, non ci siamo capiti. Se andiamo avanti così sospendo la seduta, va bene? Permettete all'onorevole Barbato di fare il suo intervento. Prego, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Onorevole Ministro Gelmini, ribadisco che a noi dell'Italia dei Valori sta a cuore la vicenda dei precari della scuola per l'impatto sociale e le ripercussioni che si hanno dal punto di vista lavorativo per tante persone, ma interessa ancora di più l'impostazione dell'organizzazione scuola.
L'organizzazione scuola, purtroppo, sta avendo dei colpi letali. Infatti, non riesco a capire, signor Ministro, perché ha tagliato il 21 per cento dei fondi destinati all'ampliamento formativo. Si tratta di quelle risorse che servivano per finanziare anche i corsi per la legalità. Siamo convinti che occorra una rivoluzione in questo Paese, soprattutto una rivoluzione culturale, ossia una cultura della legalità.
Per la verità siamo preoccupati perché questo accade in un momento in cui avviene qualche altra cosa di diabolicamente speculare. Infatti, dalle procure di Firenze e di Palermo i pentiti Giovanni Brusca e Gaspare (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà )...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Barbato, lei sta intervenendo per dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo 1.0701 del Governo che, le ricordo, attiene alla modifica degli ordinamenti scolastici e alla scelta dei testi in formato misto o Pag. 69scaricabili da Internet. Come prescrive il Regolamento, si attenga per cortesia all'oggetto della proposta emendativa.

FRANCESCO BARBATO. Contemporaneamente avviene nel nostro Paese che, ad esempio, don Luigi Merola, un prete anticamorra, viene messo fuori dal Ministero dell'istruzione; eppure lui faceva il consulente gratuitamente a Napoli, con i giovani e con gli studenti si impegnava per portare avanti la cultura della legalità.
Allora, ho l'impressione che ci sia, parallelamente, un'attività con cui si sta smontando il processo di legalità. Ecco perché contemporaneamente, mentre le procure di Firenze e di Palermo dicono che nella metà degli anni Novanta la mafia ha agganciato come referente politico Forza Italia e Silvio Berlusconi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti del deputato Mussolini )...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato. Onorevole Mussolini, se ha qualcosa da dire la dica al microfono.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, esprimeremo un voto di astensione su questo provvedimento perché - mi ripeto e mi scusino i colleghi - ne facciamo un problema di merito e di metodo.
Il metodo effettivamente rimane discutibile perché ieri sera alle 22 ci sono state presentate queste proposte emendative con la necessità di dare assolutamente delle risposte. Ne abbiamo discusso anche con il Ministro, però in effetti non mi pare di potere aderire ad un sistema che infila nel provvedimento sui precari argomenti come i libri di testo o l'anagrafe scolastica.
Quindi, siamo veramente fuori dal contesto della discussione sui precari.
Il problema dei libri di testo - entro nel merito - è grosso e preoccupa le famiglie. Adesso andiamo verso la riforma dei licei e, quindi, ci sarà una riforma degli ordinamenti scolastici. Presumo che ci saranno necessariamente dei cambiamenti nei libri di testo. Non si può dare per scontato che ci siano libri di testo on line e libri cartacei senza sapere le regole del gioco e senza sapere esattamente quello che avverrà, come avverrà ed effettivamente se saranno poco usufruibili i libri di testo, dal momento che né in tutte le case, né in tutte le scuole ci sono dei computer.
Credo che si debba ragionare seriamente su questi argomenti, che dovevano essere oggetto di un decreto, se il Ministro aveva così urgenza di emanare questo provvedimento. E avremmo avuto modo di discuterne con calma e non infilarlo - lo ripeto - alle dieci di sera, cercando di far passare l'idea che ormai è acquisito il discorso dei libri on line o del cambiamento o meno dei libri scolastici. Quindi, esprimendo molte perplessità, ma non volendo votare contro, ci esprimiamo con l'astensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0701 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... Onorevole Coscia... Onorevole De Micheli... Onorevole Trappolino... Onorevole Tassone... Onorevole Traversa... Onorevole Leone... Onorevole Ravetto... Onorevole Aprea... Onorevole La Malfa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 434
Astenuti 59
Maggioranza 218
Hanno votato
264
Hanno votato
no 170).

Prendo atto che la deputata Aprea ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Pag. 70
Passiamo alla votazione del subemendamento Di Giuseppe 0.1.0702.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, sarò breve. Il primo periodo del comma 3 dell'articolo 2 della legge che viene citata dalla proposta emendativa 1.0703 del Governo (si tratta esattamente della legge 10 dicembre 1997, n. 425, per la riforma degli esami di Stato di istruzione secondaria superiore) prevede che possano essere ammessi all'esame di maturità candidati esterni che non siano in possesso della promozione all'ultima classe o ad anni precedenti, purché sostengano un esame preliminare che dimostri la loro preparazione sulle materie previste dai piani di studio degli anni che non hanno frequentato.
Il periodo aggiuntivo al comma 3 dell'articolo 2 di questa legge (previsto, invece, dalla proposta emendativa 1.0703 del Governo) consente l'ammissione degli esami di Stato anche degli studenti che siano «in possesso di idoneità o di promozione all'ultimo anno», quindi anche se non lo hanno frequentato. Costoro debbono sostenere l'esame preliminare sulle materie previste sempre dal piano di studi dell'ultimo anno.
Tuttavia, l'articolo aggiuntivo del Governo prevede nell'ultimo periodo l'inserimento delle seguenti parole: «ovvero che non hanno comunque titolo per essere scrutinati per l'ammissione all'esame». Il nostro subemendamento propone di eliminare quest'ultimo periodo «ovvero che non hanno comunque titolo per essere scrutinati per l'ammissione all'esame». Infatti, introduce una fattispecie del tutto generica che potrebbe permettere l'ammissione all'esame di Stato di chiunque non abbia titolo per essere scrutinato. Potrebbe trattarsi di persone che non hanno mai frequentato una scuola superiore. È una fase troppo generica che potrebbe veramente indurre ad equivoci.
La qualità della scuola passa anche attraverso un titolo di studio qualificato di scuola secondaria superiore. Si parla tanto di merito e che sia allora un titolo ottenuto con merito (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Di Giuseppe 0.1.0702.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico ... onorevole Coscia... onorevole Golfo... onorevole Speciale... onorevole Cesa... onorevole Ravetto... onorevole Luciano Rossi... onorevole Lo Monte... onorevole Traversa... Ministro Gelmini... onorevole Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 494
Astenuti 7
Maggioranza 248
Hanno votato
194
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione del subemendamento Paladini 0.1.0702.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, sarò veloce, questo subemendamento nasce dalla necessità di garantire il trattamento dei dati personali, specialmente quelli che riguardano l'aspetto giudiziario, nel momento in cui si acquisiscono dalle istituzioni scolastiche e paritarie i dati personali, sensibili e giudiziari degli studenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 71
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Paladini 0.1.0702.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico ... onorevole Coscia ...onorevole Tassone... onorevole Traversa... onorevole Ippolito Vitale... onorevole Pionati... onorevole Vignali ... onorevole Bernardini ... onorevole Sposetti... onorevole Trappolino... onorevole Livia Turco... onorevole Ascierto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 501
Astenuti 4
Maggioranza 251
Hanno votato
197
Hanno votato
no 304).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Di Giuseppe 0.1.0702.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico ... onorevole Coscia... onorevole Sposetti... onorevole Tassone... onorevole Negro... onorevole Ravetto... onorevole Lo Monte... onorevole Galletti... onorevole Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 500
Astenuti 4
Maggioranza 251
Hanno votato
197
Hanno votato
no 303).

Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0702 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, sarò brevissima. Anche questa è una proposta emendativa di quelle presentate ieri sera tardi e che non ha nulla a che fare con la materia del presente decreto-legge e il precariato nella scuola. Adesso si parla, invece, di anagrafe nazionale degli studenti, che è prevista dal decreto legislativo n. 76 del 2005 e che è relativa ai dati sui percorsi scolastici, formativi e in apprendimento dei singoli studenti, a partire dal primo anno della scuola primaria, avvalendosi della dotazione umana e strumentale del medesimo Ministero.
Con questo articolo aggiuntivo, invece, si richiede di introdurre l'acquisizione da parte del Ministero e delle scuole anche dei «dati personali, sensibili e giudiziari degli studenti e altri dati utili alla prevenzione e al contrasto della dispersione scolastica». Noi riteniamo che questo articolo aggiuntivo sia in contrasto, anzi è in contrasto, con il decreto-legislativo n. 196 del 2003 sulla privacy, che è citato nel comma 1, dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 76 del 2005, che ho letto prima.
I dati richiesti non sono necessari per la valutazione scolastica e non sono pertinenti con l'istruzione; sono dati più utili al Ministero della giustizia, da conservare in un tribunale. Infatti, ogni amministrazione può conservare i dati di propria competenza e di proprio interesse e sempre con determinate regole ai sensi appunto del decreto legislativo n. 196 del 2003.
Vogliamo prendere anche le impronte digitali ai nostri studenti? Invece, chiedo al Ministro perché non ha portato a termine l'anagrafe delle scuole paritarie, iniziata dal precedente Governo, per meglio ordinare le scuole paritarie stesse e l'effettiva esistenza dei requisiti richiesti, e così, soprattutto, per consentire di liquidare i fondi direttamente alle scuole che ne Pag. 72hanno diritto senza ritardi, senza disguidi, senza che i fondi transitassero dagli uffici scolastici regionali. Per questo motivo noi voteremo contro questo articolo aggiuntivo del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere al Governo se può ripensare l'inserimento delle parole «i dati giudiziari» perché è un dato che dice tutto e dice nulla ed è davvero pericoloso. Mi domando, infatti, cosa si debba inserire dentro questo dato: se uno fuma lo spinello, se uno è vittima, se è indagato, se è imputato, se è condannato? Cosa si deve inserire in questo dato? Davvero diventa pericoloso. Mi fermo qui e vi chiedo di ripensare questa scelta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0702 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Coscia, onorevole Trappolino, onorevole Tassone, onorevole Golfo, onorevole Traversa, onorevole Garofani... Hanno votato tutti? Onorevole Andrea Orlando, onorevole Traversa, onorevole Vernetti ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 467
Astenuti 37
Maggioranza 234
Hanno votato
266
Hanno votato
no 201).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Zazzera 0.1.0703.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Trappolino, Garofani, Andrea Orlando, Vernetti, Veltroni, Franceschini, Galletti, Di Pietro, Pelino...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
21
Hanno votato
no 480).

Prendo atto che il deputato Giulio Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.0703 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dell'UdC a dimostrazione che noi cerchiamo di andare sul merito delle questioni e non facciamo un'opposizione pregiudiziale. Quindi, cerchiamo di capire il significato del testo e questa è una norma di rigore che non possiamo non condividere contro i diplomifici e chi cerca di evitare le scappatoie per non sostenere gli esami a cui dovrebbe essere sottoposto. Da questo punto di vista, quindi, noi siamo d'accordo e voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei rassicurare l'onorevole Capitanio Santolini che noi, invece, che abbiamo fatto palesemente un'opposizione pregiudiziale su tutto, casualmente in questa Pag. 73occasione voteremo allo stesso modo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA. Signor Presidente, visto che si tratta del voto sull'ultima proposta emendativa, vorrei far presente che la Commissione cultura, pur non essendo stata chiamata ad esaminare questo testo in congiunta con la Commissione lavoro, comunque si è spesa generosamente come avete visto da tutti gli interventi dei deputati della Commissione cultura. Noi crediamo, infatti, che l'intero Parlamento debba sostenere il Ministro Gelmini e il Governo in questo momento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...nel rispetto delle proprie posizioni. Tuttavia, noi abbiamo raggiunto degli accordi e credo che abbiamo il dovere, anche fuori da quest'Aula, di far valere il peso degli accordi che sono stati importanti. Quindi, affidiamo al Ministro Gelmini e al Senato questo testo che ha visto due Commissioni e tanti colleghi impegnarsi per risolvere, comunque e nel modo migliore, i problemi che abbiamo ereditato, ma che abbiamo la responsabilità di affrontare. Auguri al Ministro Gelmini e al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0703 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Vernetti, Coscia, Veltroni, Andrea Orlando..
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 474
Astenuti 28
Maggioranza 238
Hanno votato
474).

Prendo atto che il deputato Rugghia ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Beccalossi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2724-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2724-A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'ordine del giorno Catanoso n. 9/2724-A/1, concernente l'immissione in ruolo di ricercatori confermati e di professori universitari aggregati, laddove il testo del provvedimento riguarda il personale precario della scuola.
Prendo atto che i deputati che avevano chiesto di illustrare gli ordini del giorno vi rinunziano.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2724-A/2...

PRESIDENTE. Scusate, non riesco a seguire il rappresentante del Governo, per cortesia. Ricordo che procederemo alle votazioni sugli ordini del giorno, poi alla votazione finale e, infine, voteremo anche le Pag. 74mozioni. Quindi, se siamo in Aula e ci ascoltiamo, possiamo concludere proficuamente i nostri lavori.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Caparini n. 9/2724-A/3 e De Girolamo n. 9/2724-A/4; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/2724-A/5; esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Reguzzoni n. 9/2724-A/6 e Centemero n. 9/2724-A/7; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Castellani n. 9/2724-A/8; esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Frassinetti n. 9/2724-A/9, Di Biagio n. 9/2724-A/10 e Paladini n. 9/2724-A/11; non accetta gli ordini del giorno Borghesi n. 9/2724-A/12, Zazzera n. 9/2724-A/13, Barbato 9/2724-A/14 e Di Giuseppe n. 9/2724-A/15; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Garagnani n. 9/2724-A/16; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Iannaccone n. 9/2724-A/17, purché riformulato nel senso di sostituire le parole «a» del primo capoverso e «ad» del secondo capoverso del dispositivo con le seguenti: «a valutare l'opportunità di»; esprime, altresì, parere favorevole sugli ordini del giorno Giammanco n. 9/2724-A/18, Ciccanti n. 9/2724-A/19, Tassone n. 9/2724-A/20, Delfino n. 9/2724-A/21, Anna Teresa Formisano n. 9/2724-A/22, Compagnon n. 9/2724-A/23 e Nunzio Francesco Testa n. 9/2724-A/24.
Il Governo esprimere parere favorevole sugli ordini del giorno Volontè n. 9/2724-A/25 e Capitanio Santolini n. 9/2724-A/26, mentre non accetta l'ordine del giorno Sani n. 9/2724-A/27. Il Governo esprimere parere favorevole sull'ordine del giorno Goisis n. 9/2724-A/28, mentre non accetta l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/2724-A/29.
Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Moffa n. 9/2724-A/30, Montagnoli n. 9/2724-A/31, Vannucci n. 9/2724-A/32, Codurelli n. 9/2724-A/33 e Dima n. 9/2724-A/34, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/2724-A/35.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2724-A/2, accolto dal Governo come raccomandazione, Caparini n. 9/2724-A/3 e De Girolamo n. 9/2724-A/4, accettati dal Governo, Ceccacci Rubino n. 9/2724-A/5, accolto dal Governo come raccomandazione, Reguzzoni n. 9/2724-A/6 e Centemero n. 9/2724-A/7, accettati dal Governo, Castellani n. 9/2724-A/8, accolto dal Governo come raccomandazione, Frassinetti n. 9/2724-A/9, Di Biagio n. 9/2724-A/10 e Paladini n. 9/2724-A/11, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2724-A/12, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2724-A/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Franceschini, Coscia, Trappolino, Traversa, Palmieri, Calabria, Abrignani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato
217
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Zorzato e Antonione hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/2724-A/13, non accettato dal Governo. Pag. 75
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/2724-A/13, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Franceschini, Veltroni, Tassone, Bonaiuti... Gli onorevoli Veltroni e Bonaiuti non riescono a votare. L'onorevole Bonaiuti ha votato. Onorevoli Garofani, Bernini, Graziano, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 478
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato
217
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che i deputati Zorzato e Antonione hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/2724-A/14, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbato n. 9/2724-A/14, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Se stiamo seduti ai posti, facciamo velocemente le votazioni. Onorevole Vico, ci mancava! Onorevoli Andrea Orlando, Scilipoti, Tassone, Buonanno, Pionati, Traversa, Vella, D'Ippolito Vitale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 407
Astenuti 74
Maggioranza 204
Hanno votato
138
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che i deputati Di Cagno Abbrescia e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Anna Teresa Formisano e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2724-A/15, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2724-A/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Evangelisti, onorevole Trappolino. L'onorevole Coscia ha votato. L'onorevole Traversa ha votato. L'onorevole Santelli ha votato. Onorevole Dima, onorevole Lo Monte, provi che così chiudiamo la votazione. Ha votato? Bene!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
222
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/2724-A/16, accolto dal Governo come raccomandazione, e che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Iannaccone n. 9/2724-A/17, accettato dal Governo, purché riformulato. Pag. 76
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Giammanco n. 9/2724-A/18, Ciccanti n. 9/2724-A/19, Tassone n. 9/2724-A/20, Delfino n. 9/2724-A/21, Anna Teresa Formisano n. 9/2724-A/22, Compagnon n. 9/2724-A/23, Nunzio Francesco Testa n. 9/2724-A/24, Volontè n. 9/2724-A/25 e Capitanio Santolini n. 9/272-A/26, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Sani n. 9/2724-A/27, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sani n. 9/2724-A/27, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Bonaiuti, onorevole Murer, onorevole Coscia, onorevole Trappolino. L'onorevole Lo Monte ha votato? Bene. L'onorevole Franceschini non ce la fa (Commenti)... a votare, volevo dire. Scusate, ci mancherebbe altro che la Presidenza fosse di parte.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 459
Astenuti 35
Maggioranza 230
Hanno votato
193
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Goisis n. 9/2724-A/28, accettato dal Governo.
Onorevole Maurizio Turco, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2724-A/29, non accettato dal Governo?

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, prendo la parola brevemente. L'ordine del giorno ha cercato di raccogliere l'impegno manifestato dal sottosegretario Pizza durante il dibattito. Se il problema è dovuto all'impegno temporale, la invito ad eliminare il riferimento temporale; però non può oggettivamente non riconoscere nell'ordine del giorno l'impegno da lei preso. Vi è solo l'impegno temporale in più, oltre al suo impegno politico manifestato.

PRESIDENTE. Onorevole Turco, proviamo a sentire il Governo. Vi è una proposta: signor sottosegretario, il parere rimane contrario?

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere diventa favorevole se viene tolto il limite temporale.

PRESIDENTE. Prendo atto dunque che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 29/2724-A/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Moffa n. 29/2724-A/30, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Montagnoli n. n. 29/2724-A/31, Vannucci n. 29/2724-A/32, Codurelli n. 29/2724-A/33, Dima n. 29/2724-A/34, accettati dal Governo, e Paolo Russo n. 29/2724-A/35, accolto dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2724-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Pag. 77
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, intendo fare un intervento breve, però ci tengo a sviluppare due considerazioni. La prima è che il Movimento per l'autonomia-Alleati per il Sud, signor Ministro, quando sono emersi i problemi relativi all'impiego dei precari nella scuola, le ha chiesto di venire in Parlamento a fornire una sua valutazione. Quindi abbiamo apprezzato che il Governo abbia proposto, attraverso il decreto-legge in esame, alcune misure che, in parte, risolveranno il problema occupazionale dei precari.
Abbiamo altrettanto apprezzato l'accordo che è stato raggiunto tra le forze di maggioranza e di opposizione sulla riformulazione del comma 1 dell'articolo 1, ritenendolo un passo in avanti importante che, dal nostro punto di vista, coniuga la necessaria opera di cambiamento portata avanti da questo Governo, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti acquisiti dei tanti lavoratori che vivono, purtroppo, il dramma del precariato.
Ci consenta però, signor Ministro, anche in questa occasione, di sottoporle la situazione in cui versa la scuola del sud. Quando lei ha portato in quest'Aula altri provvedimenti, abbiamo evidenziato e sottolineato che gli effetti sarebbero stati negativi soprattutto per la scuola del sud. Voglio ricordarle solo questo dato: lo Svimez ha delineato un sud in cui figli dei disoccupati non possono studiare. Per il 66 per cento di loro diplomarsi e laurearsi sono obiettivi irraggiungibili. Soltanto il 34 per cento dei figli di disoccupati riesce a continuare gli studi, con forti dislivelli da regione a regione. In Campania la percentuale scende ben al di sotto del 30 per cento: soltanto il 19 per cento dei figli continua gli studi oltre le scuole medie quando il capofamiglia disoccupato è egli stesso privo di titolo di studio.
Inoltre, nelle regioni meridionali, le percentuali di edifici impropriamente impiegati ad uso scolastico e di scuole con infrastrutture e impianti igienico-sanitari scadenti sono superiori a quelle del centro-nord.
Quindi il Governo deve, a parere del Movimento per l'autonomia-Alleati per il Sud impegnarsi in modo particolare per superare questo divario. Sosteniamo e apprezziamo lo sforzo riformatore di questo Governo, perché riteniamo che l'investimento che rende di più ad un Paese sia quello che garantisce la formazione dei giovani per renderli competitivi rispetto a quelli degli altri Paesi. È nella scuola che si costruisce il futuro delle nuove generazioni e del Paese.
Riteniamo, in conclusione, che questo provvedimento dia una risposta significativa e importante alle questioni da noi sollevate e, quindi, il Movimento per l'Autonomia-Alleati per il Sud voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, sarò velocissimo, ma questo è un provvedimento talmente importante - capisco l'ora e capisco il fatto che molti parlamentari debbano andare via - che ha naturalmente una forte valenza per noi, ma soprattutto per il mondo del precariato, per la gente che ci ha ascoltato fino ad oggi e che ha seguito naturalmente la fase parlamentare e l'iter della Commissione.
Voi avete detto che nessuno sarebbe stato licenziato, che volevate una scuola migliore, che c'erano risorse aggiuntive e che la scuola è un motore sociale. Il provvedimento in esame è stato cambiato - e di questo devo ringraziare il presidente della XI Commissione - in almeno due Pag. 78aspetti importanti, ovvero il termine di centottanta giorni e il comma 1 circa la problematica delle graduatorie. Si tratta di una vittoria molto importante da parte dell'opposizione, che ha visto almeno su questi due temi un'univocità di intenti.
Rimangono però aperti i problemi della maturazione ai fini dell'anzianità nel pre-ruolo, delle graduatorie ad esaurimento, delle modalità di reclutamento, della formazione, dei percorsi per essere inseriti nel ruolo (ovvero quello relativo alla modalità, dopo l'inserimento in ruolo, di portarsi dietro l'anzianità) e rimane aperto il problema delle supplenze. In qualsiasi lingua si parli, si è di fronte ad una sola considerazione: tagli, licenziamenti e non c'è nessuna risorsa aggiuntiva.
Il Parlamento, approvando questo provvedimento, crea un danno irreparabile ai lavoratori, ma soprattutto saranno poi gli insegnanti, quelli che voi chiamate insegnanti irresponsabili o responsabili, a capire davvero di che pasta è fatto questo Governo, quali sono le tematiche e come sono state da voi interpretate.
Dopo aver provveduto a formulare la norma «salva asini» (perché abbiamo visto che, in questo momento, vi sono più alunni per classe e meno ore di insegnamento), ci apprestiamo naturalmente a dire che vogliamo una scuola nella quale vi saranno le intelligenze e le capacità migliori: ma di che cosa stiamo parlando? Il provvedimento riguarderà solo ed esclusivamente il 10 per cento di tutto il mondo del precariato; è anche un provvedimento che cerca di aggirare le sentenze. Basta considerare il decreto interministeriale relativo agli organici per l'anno scolastico 2009-2010, e che riguarda praticamente i tagli, che ammontano complessivamente a 42-43 mila unità per il personale docente e 15 mila unità per il personale ATA.
La norma «salva precari» era inserita nel decreto-legge Ronchi sulle infrazioni UE, ma il Governo, per superare le perplessità espresse dai tecnici del Quirinale, è stato costretto ad adottare una norma autonoma, un distinto decreto-legge, il n. 134 del 2009, oggi all'esame di questa Assemblea. Sottolineo che la pubblicazione del decreto-legge è avvenuta ad anno scolastico già iniziato, aggiungendo quindi confusione su confusione.
La considerazione di ridurre l'organico del personale ATA e dei precari ha fatto sì che le migliaia di docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e in quelle permanenti non vedessero giustificata la portata limitata e derogatoria delle norme del decreto-legge (che è limitata, appunto, all'anno scolastico in corso).
Noi riteniamo che naturalmente il decreto-legge, anche per le disposizioni di carattere generale, non sia in connessione logica e funzionale con le altre disposizioni, che hanno visto in pratica l'inserimento di queste graduatorie, mentre si comprende la parte relativa al divieto di trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Grazie naturalmente anche al lavoro che abbiamo svolto nelle Commissioni, questa problematica è stata ridotta: abbiamo ridotto e limitato il rischio, altrimenti si sarebbe verificato un danno grave ed irreparabile. Comunque questo per noi rappresentava un aspetto fondamentale, come quello relativo ai 180 giorni.
Secondo quanto riportato nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento al nostro esame, abbiamo visto la sentenza della Corte di giustizia europea del 13 settembre 2007 e tutte le altre sentenze dei TAR che hanno riguardato questo provvedimento e che voi naturalmente avete cercato come sempre di aggirare, senza tenere conto delle disposizioni normative che vedevano i lavoratori vincenti e l'amministrazione soccombente.
Credo che invece si dovesse tener conto di questa realtà e di queste problematiche; ma voi non avete tenuto e non tenete conto della disparità di trattamento che andrete a determinare con questo provvedimento tra i lavoratori a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato, né giustificato il ricorso alle supplenze nel sistema scolastico italiano, anche se è fisiologico non solo per garantire un servizio pubblico essenziale ma pure per Pag. 79effetto della scelta di lasciare vacante un numero rilevante di posti rispetto all'organico di diritto.
Per tutti questi motivi, il mio gruppo naturalmente esprimerà un voto contrario, anche al di là degli interventi legislativi con i quali ci si intromette impropriamente nel trattamento economico dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche (in questo caso, dei dipendenti del comparto scuola), dimenticando che la definizione del trattamento economico è materia di contrattazione collettiva di lavoro (e lo abbiamo visto oggi nel corso dell'esame dei vari emendamenti).
Oggi peraltro è passato anche un provvedimento che riguarda alcuni precari e alcuni professori che hanno fatto praticamente i loro concorsi e che abbiamo dovuto ancora una volta disciplinare per via politica, non seguendo le disposizioni amministrative dei vari TAR e le sentenze amministrative.
Per queste ragioni, riteniamo il provvedimento al nostro esame molto da lontano dalle esigenze dei precari e degli studenti, perché il mondo della scuola non è composto solo dai precari ma anche dai genitori, dagli studenti e dai lavoratori.
Quindi, siamo molto distanti da quello che doveva essere un provvedimento vicino al mondo della scuola. Oggi, questo provvedimento, invece, ci allontana da quella che doveva essere una misura reale, vera, concreta, in grado di porre fine alle logiche delle graduatorie e di risolvere gli aspetti previdenziali. Per questo noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor Ministro, abbiamo seguito, in Commissione ed in Aula, con grande intensità e partecipazione, il confronto parlamentare su questo provvedimento. Si tratta di un provvedimento che tocca una questione fondamentale per il Paese: quella della scuola. Non è questo un provvedimento solo sulla scuola, è soprattutto un provvedimento per i lavoratori del mondo della scuola. Non possiamo, signor Ministro, non richiamare qui l'ultimo rapporto dell'OCSE che qualche settimana fa sottolineava come la preparazione e l'adeguata formazione sono, e saranno, la leva principale per uscire dalla crisi e come in Italia ci sia ancora molto da fare. Nel rapporto, in particolare, si rimarca come da noi si passi troppo tempo a scuola, e con scarsi risultati, come il corpo insegnante sia sottopagato e poco stimolato, come resti alta la percentuale di dispersione scolastica, di abbandono, mentre il nostro investimento nella scuola rispetto al PIL è decisamente sotto la media europea. La nostra scuola è connotata - lo sappiamo - da una situazione che viene da lontano, da una spesa corrente ormai insostenibile, e da una sempre più scarsa qualità.
Non è inutile ricordare qual è stata la scelta operata dal Governo per aggredire questo fondamentale problema: agire solo sulla riduzione dei costi, agire con tagli lineari indiscriminati, operare con molta più attenzione alla questione ragionieristica, piuttosto che affrontare con attenzione chirurgica quelle che sono le grandi questioni del nostro mondo della scuola, ovvero la politica di formazione del personale, la politica di reclutamento del personale scolastico, la questione dell'autonomia, dell'efficienza e dell'efficacia, che corrispondano soprattutto alla capacità, al merito e alla professionalità. Sono questioni che sono stato affrontate in modo sporadico, senza una visione profonda, significativa, organica, capace di rilanciare l'attenzione del Governo e del Parlamento per una riforma complessiva del sistema scolastico di tutta la scuola italiana.
Il nostro gruppo, rispetto ai provvedimenti adottati dal Governo in tema di scuola, in questo anno e mezzo, ha sempre opposto un atteggiamento vorrei dire laico, attento, stigmatizzando, però, fortemente questa politica dei tagli lineari delle risorse, del blocco del precariato, condividendo, invece, la possibilità di rilanciare la qualità, il merito, il superamento del bullismo Pag. 80e di tutti quei fenomeni negativi che sono dentro il nostro mondo scolastico (Commenti di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Lasciate intervenire il collega Delfino, che ha ancora cinque minuti a disposizione: chi non lo vuole ascoltare può, ovviamente, uscire dall'Aula. Prego, onorevole Delfino.

TERESIO DELFINO. Il provvedimento in esame affronta un aspetto di questa complessa e insoluta realtà del precariato della scuola. Si tratta di un problema che viene da lontano e che nessun Governo ha voluto affrontare negli anni passati. Abbiamo fatto delle sanatorie, ma mai definito un nuovo sistema di reclutamento capace di corrispondere a questo nuovo sistema scolastico che noi vogliamo portare avanti.
Vogliamo dare atto - questo lo dico con molta tranquillità - del fatto che la maggioranza e il Governo non si sono sottratti in questa occasione ad un serio confronto con le opposizioni, però diciamo con altrettanta serietà e decisione che si doveva e si poteva fare di più. Noi oggi abbiamo un provvedimento per il lavoro precario che va a correggere - questo è un altro elemento - una linea che noi avevamo profondamente contestato, quella dei tagli indiscriminati, e che va a correggere in termini di possibilità e di apertura, recuperando in un sistema più organico tutti i precari, tutte quelle risorse del corpo docente, del corpo dirigente e del personale ATA che si erano affermate negli anni. Però, certamente, rispetto a queste aperture realizzate nel comma 1, realizzate con l'apertura a chi ha svolto 180 giorni di servizio, realizzate con la disponibilità ad un approccio come ammortizzatore sociale che rendesse meno penalizzante quel taglio e quell'impostazione che aveva previsto il Governo con i suoi provvedimenti precedenti, noi diciamo che questo miglioramento rappresenta un passo in avanti e può essere - come qualcuno l'ha definito - un'elegante «pezza di recupero», ma certamente non corrisponde a quello che noi vogliamo, ovvero una scuola che sia veramente quel bene comune da tutelare, da realizzare con una grande riforma.
Rispetto - concludo con questa osservazione - alle dichiarazioni che il Ministro Tremonti e che il Presidente del Consiglio hanno fatto sul tema del valore del posto fisso (che tanto clamore hanno suscitato), ritengo che questo argomento non sia così nuovo. Noi che leggiamo l'enciclica Caritas in veritate ricordiamo come il Pontefice ha sottolineato la necessità di garantire a tutti l'accesso al lavoro, anzi a un lavoro decente, di combattere la precarizzazione, di dare dignità del lavoro, perché non vengano limitate le possibilità dei giovani di pensare al loro futuro, e di garantire la loro dignità.
Questo provvedimento - concludo veramente - ci vede favorevoli per alcuni aspetti, ma rispetto ad altri presenta ombre che non possiamo condividere; tuttavia, riconoscendo il passo in avanti e lo sforzo fatto, annuncio a nome del gruppo Unione di Centro l'astensione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Goisis. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, intervengo brevemente, per dire che la Lega Nord è il movimento dei fatti, non delle parole (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). A voi dispiace ma è così. Ci troviamo di fronte ad un problema e di solito noi del Nord i problemi li risolviamo. Di fronte alla realtà della scuola e del mondo dei precari, che è una problematica non creata da questo Governo, noi sicuramente vogliamo risolvere il problema, quindi voteremo in modo convinto a favore di questa legge. Signor Presidente, per non far perdere tempo ai colleghi, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Pag. 81

PRESIDENTE. Onorevole Goisis, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Sono qua davanti a lei, signor Presidente, e non ho alcuna intenzione di consegnare il mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, signora Ministro, signor sottosegretario, un fatto nuovo va registrato: per la prima volta dall'inizio della legislatura l'Aula ha potuto affrontare tutte le fasi dell'esame di un provvedimento che riguarda la scuola italiana - per la prima volta - e ciò è avvenuto alla presenza del Ministro. Non vi sarebbe nulla di strano, se non fosse che diversa sorte è toccata, invece, alla manovra estiva, il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, che è il padre di tutti i tagli della scuola, al decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, che ha introdotto il maestro unico, e così è accaduto anche al decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, sull'università.
Di tutti questi provvedimenti di urgenza che ho enumerato, fu interrotto l'esame con l'ingiunzione della questione di fiducia. Per la conversione in legge di questo decreto-legge si è finalmente scelta una strada diversa: la strada giusta, quella del dibattito parlamentare, del costituzionale confronto tra opposizione e maggioranza.
Già in Commissione - ne va dato atto ai presidenti delle Commissioni, Aprea e Moffa, e alla relatrice Pelino - si è creata una condizione per quell'auspicabile clima di dialogo che andrebbe sempre garantito quando all'attenzione del legislatore - lo dico soprattutto a chi sta rumoreggiando alle mie spalle - vi sono scelte strategiche per il Paese, come quelle che attengono all'educazione e all'istruzione. A tale dialogo il Partito Democratico non si è mai sottratto e ha sempre garantito il proprio apporto di idee e di proposte. Qualche frutto di quella che ci auguriamo essere una stagione non effimera si è potuto cogliere già dall'esame in Commissione, dove è stata ampliata la platea dei beneficiari del comma 2 dell'articolo includendo i docenti che nell'anno passato hanno svolto una supplenza temporanea di centottanta giorni.
Ma tra i risultati conseguiti riteniamo molto significativa la nuova formulazione del comma 1 dell'articolo 1, per intenderci quella che nel testo originario invece sanciva una doppia illegittima discriminazione per tutti i precari della scuola perché, da una parte, impediva la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato e, dall'altra, non consentiva la maturazione degli scatti stipendiali prima dell'immissione in ruolo. Si trattava di una disposizione in contrasto con la normativa europea in materia di divieto di discriminazione dei precari, che noi italiani abbiamo recepito, e lesiva dei principi di eguaglianza e di ragionevolezza. La norma originaria in me ha evocato il «fine pena: mai» stampigliato sui registri di matricola del carcere per i condannati all'ergastolo. Ecco il comma 1 originario pareva scritto per imporre ai docenti a tempo determinato l'ergastolo della precarietà, senza poter nemmeno contare sugli incrementi stipendiali legati all'anzianità di servizio. Insomma per noi non era una disposizione «salva precari» ma una norma «ammazza precari».
Grazie all'impegno del Partito Democratico, di cui abbiamo dato prova tangibile ieri in Aula, è stato quindi sventato un colpo di mano contro i diritti dei precari della scuola. Quella norma è stata profondamente modificata e ora sancisce la possibilità di trasformare i contratti a tempo determinato in indeterminato mediante l'immissione in ruolo, mentre gli scatti stipendiali restano normati dal vigente articolo 53 della legge n. 312 del 1980.
Dunque, tutto bene? Credo proprio di no. Tralascio il problema che il provvedimento si è trasformato in itinere in un piccolo omnibus che trasporta qualche passeggero indesiderato come, ad esempio, la presunzione di colpevolezza per coloro Pag. 82che si avvalgono della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o della legge 12 marzo 1999, n. 68.
Tuttavia vado oltre e passo ad alcune questioni più importanti di merito: ad esempio sulla vexata quaestio dell'inserimento in coda o a pettine nell'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, restano inalterate le nostre critiche circa l'illegittimità e la contrarietà ai principi costituzionali della norma interpretativa proposta del relatore e approvata dalla maggioranza.
L'articolo aggiuntivo che abbiamo votato su questo tema oggi pomeriggio va invece nella direzione giusta, ma noi stigmatizziamo il fatto che lo si preveda soltanto a partire dal prossimo biennio.
Sulle cosiddette graduatorie prioritarie previste dal comma 2 e sui contratti di disponibilità del comma 3, rinvio al dibattito che abbiamo svolto in aula nel corso della giornata. Voglio però sottolineare che il rifiuto opposto dal Governo a qualsiasi modifica non fa che rafforzare le nostre critiche a questi due interventi, che sono destinati ad avere un'efficacia insufficiente rispetto al bisogno, perché non sono state messe in campo risorse aggiuntive, perché non è stato previsto l'accordo quadro con la Conferenza unificata Stato-regioni e perché il meccanismo delle graduatorie penalizzerà pesantemente i docenti e gli altri ATA di terza fascia.
Costoro - lo ricordo - si troveranno a zero ore e zero euro e nei loro confronti non vi è alcun ammortizzatore sociale. Ma vi è dell'altro, molto altro: vi è la politica scolastica di questo Governo, che si regge sui tagli.
Signor Presidente, il decreto-legge in esame è stato definito nel dibattito pubblico in modo rassicurante: salvaprecari. Ma allora forse sarebbe bene chiedersi da che cosa devono essere salvati i precari, da cosa li stiamo salvando. Allora facciamo un po' di chiarezza e basta farlo richiamando... però Presidente, mi scusi, in questo modo non si può proseguire, mi dispiace...

PRESIDENTE. Credo che abbia ragione. Invito i colleghi che stanno rientrando in Aula a prendere posto, in modo da poter far concludere l'intervento dell'onorevole Ghizzoni, e di togliersi dal banco del Governo.
Prego, onorevole Ghizzoni.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, non pretendo che mi ascoltino ma pretenderei un po' di silenzio.

PRESIDENTE. Questo mi sembra corretto, non è una pretesa. Prego.

MANUELA GHIZZONI. Dicevo che basta avere la memoria sufficiente per risalire al luglio 2008 e quindi al decreto-legge n. 112, che ha imposto al sistema dell'istruzione un taglio di più di 7 miliardi e mezzo di euro, una cura dimagrante così severa imposta solo alla scuola (infatti per salvare l'Alitalia o per sgravare i redditi medio-alti dall'ICI il Governo non ha avuto difficoltà a recuperare risorse), 7 miliardi e mezzo che tradotti in posti di lavoro fanno 130 mila, una cifra impressionante, con costi sociali altissimi. e che per l'anno scolastico appena iniziato ha significato un taglio di 42 mila posti di personale docente e 15 mila di personale ATA. Questo è il vero e solo motivo per cui migliaia di docenti e di ATA precari quest'anno non si sono visti confermare la supplenza ed è nei loro confronti che il Governo si è inventato i contratti di disponibilità.
La maggioranza si rifiuta di definirli «licenziati», perché non sono mai stati assunti a tempo indeterminato. Ma possiamo allora almeno definirli lavoratori espulsi dalla scuola, dopo avervi lavorato per anni? Pensate che questo possa sollevarvi dalla responsabilità di aver fatto mancare loro la terra sotto i piedi e di avere portato la scuola al rischio di implosione? Infatti, badate che questi tagli incidono sulle strutture portanti della scuola pubblica, sul numero delle classi e degli alunni per classe, sulle esperienze didattiche di qualità come il tempo pieno Pag. 83ed il tempo prolungato alle medie, sulle spese di funzionamento e sul personale.
Voglio ricordare ai colleghi che i docenti che hanno pagato il prezzo più alto sull'altare dei tagli sono stati quelli di italiano alle scuole medie, nonostante le agenzie internazionali - lo avete ricordato anche voi - ci dicano che proprio nella lettura e nella comprensione dei testi i nostri ragazzi segnano il passo. Ma si sentiva davvero il bisogno di questo risparmio? Si è trattato di tagli improvvisi ed improvvisati, che non derivano da un progetto organico di riordino degli ordinamenti, né derivano dalla sperimentazione di nuovi modelli didattici né dalla riorganizzazione dei sistemi scolastici territoriali. È avvenuto esattamente il contrario: prima avete cucito l'abito con la minor metratura possibile di stoffa e senza prendere le misure, poi l'avete fatto indossare e ora pretendete anche che cada bene. Così non è possibile. Poi ci venite a raccontare (Commenti)...

PRESIDENTE. Concluda, non riesco a capire questi commenti, lei vada avanti.

MANUELA GHIZZONI. Io vado avanti, e voglio anche recuperare quel tempo che stiamo perdendo a richiamare all'ordine l'Aula. Non è possibile: stiamo parlando del futuro di lavoratori, ma soprattutto stiamo parlando della scuola pubblica italiana e credo che ciò meriti tutta l'attenzione da parte di tutta l'Aula! Non è possibile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Ghizzoni.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, tutto ciò a cui ho fatto riferimento sono le ragioni vere che hanno indotto il Governo ad approvare il decreto-legge in esame. Nella discussione generale i colleghi hanno preferito parlare d'altro: hanno parlato dell'emergenza dei 260 mila precari della scuola irresponsabilmente illusi negli anni di potere entrare in ruolo, hanno parlato della scuola come ammortizzatore sociale; la Ministra stessa ha ricordato e ribadito il concetto di pianta organica allargata a dismisura (anche se a me resta il dubbio di capire, negli anni 1994-1996 e 2001-2006 a guida Berlusconi quali siano state le norme dispiegate per affrontare questi fenomeni riprovevoli). Noi non ci siamo mai sottratti a dare una risposta a questo problema, non abbiamo nascosto i precari sotto il tappeto, come si fa con la polvere e come avete fatto voi.
Al contrario, li abbiamo fatti emergere con la legge finanziaria 2007, che immetteva in ruolo 150 mila docenti precari e 30 mila ATA.
Mi avvio a concludere l'intervento, ma devo dire che spiace, pertanto, che gli illustri colleghi della maggioranza, intervenuti durante la discussione, non abbiano avuto l'onestà intellettuale di ricordare quell'impegnativo investimento a favore della stabilizzazione del lavoro nella scuola, della qualità formativa e della continuità didattica, perché è facile comprendere che il lavoro buono rende buona anche la scuola. È per questo motivo che esprimeremo voto contrario sul provvedimento in esame, che precarizza il lavoro e impoverisce la scuola pubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cazzola. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, le chiedo scusa e chiedo scusa ai colleghi, ma credo che il gruppo parlamentare della Camera che ha la maggioranza relativa in quest'Aula quattro parole le debba dire per dichiarare il suo voto favorevole a questo provvedimento. I colleghi abbiano pazienza. Ho ridotto il mio intervento e dirò poche cose, ma credo che vadano dette.
Il lavoro che abbiamo svolto, quindi, ci impone di fare una dichiarazione con un senso compiuto e voglio affermare, con chiarezza, che la maggioranza non ha cambiato linea di condotta nel volgere di una notte. Dopo che la Camera, ieri pomeriggio, Pag. 84era percorsa da una fase di accesa polemica sotto gli occhi del Re di Giordania, sembrava perduto il lavoro che le Commissioni (lavoro e cultura) avevano svolto sotto la direzione del presidente Moffa, al quale tutti hanno riconosciuto una funzione di equilibrio e di moderazione, con il contributo del relatore e l'impegno del Governo, nella persona del sottosegretario Pizza, che ha sempre seguito i nostri lavori.
È stato possibile ritessere il filo del dialogo poco dopo, con la sospensione dei lavori e la convocazione del Comitato dei nove. In quella riunione risolutiva - è bene che si sappia e che risulti dagli atti - erano presenti il Ministro Gelmini, il sottosegretario Pizza e lo staff del Ministero. Con il loro fattivo contributo è stato possibile perfezionare quelle intese che erano già impostate nel lavoro delle Commissioni. Ho detto «perfezionare», non ho detto «chiarire», né detto «rinunciare» né, tanto meno, «ripensare».
È bene allora che in quest'Aula sia chiaro che la maggioranza avrà tanti difetti, ma è la maggioranza e porta, in prima persona, la responsabilità di quanto la Camera approva nella sua attività legislativa. La maggioranza ha la volontà e la capacità di dialogare e di confrontarsi con l'opposizione quando l'opposizione è, anch'essa, disponibile a misurarsi sui problemi.
Pertanto, signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, i cambiamenti intervenuti nel testo sottoposto a conversione non ci sono stati imposti. Crediamo che siano giusti e opportuni ed è per questo motivo che li abbiamo assunti e condivisi ed è per tale ragione che voteremo a favore del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, non si tratta di un intervento ma soltanto l'occasione per ringraziare gli uffici, la Commissione lavoro e la Commissione cultura, nonché per ringraziare - consentitemi di dirlo - anche l'opposizione, per l'apporto che ha dato in una fase complessa e difficile. Credo che oggi si possa dire, senza retorica, che questo è un risultato importante della Camera. Ha vinto il Governo e ha vinto il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

(Coordinamento formale - A.C. 2724-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2724-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2724-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Coscia, onorevole Murer, onorevole Livia Turco, onorevole Maran, onorevole Concia, onorevole Sposetti, onorevole Franceschini, onorevole Quartiani, onorevole Farina, onorevole Zinzi, l'onorevole Maran non ha ancora votato... se possiamo far votare l'onorevole Maran... forse ha inserito la tessera in maniera errata...aspettiamo il tecnico... provi ora, se non funziona lo registriamo...non funziona (Commenti)? Scusate, ma è diritto dell'onorevole Maran votare, perdonatemi. Pag. 85Vorrei sapere dai tecnici se c'è un problema. Chiedo scusa, ma dobbiamo aspettare. Scusate, non può cambiare postazione? Chiedo per un giorno di venire a votare ai banchi del Governo: saranno contenti i suoi colleghi...si fermi accanto al sottosegretario Giro, così votiamo. Prego...ha votato? Chiedo ai colleghi di votare per sé...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010» (2427-A):

Presenti 492
Votanti 459
Astenuti 33
Maggioranza 230
Hanno votato 263
Hanno votato no 196
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Seguito della discussione delle mozioni Quartiani, Volontè, Evangelisti ed altri n. 1-00253, Boniver, Stefani, Iannaccone ed altri n. 1-00254 concernenti iniziative in materia di cooperazione allo sviluppo (ore 20,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Quartiani, Volontè, Evangelisti ed altri n. 1-00253 e Boniver, Stefani, Iannaccone ed altri n. 1-00254 concernenti iniziative in materia di cooperazione allo sviluppo (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta del 19 ottobre 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è intervenuto il rappresentante del Governo.
Avverto che è stata presentata una nuova formulazione della mozione Quartiani, Volontè, Evangelisti ed altri n. 1-00253. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A - Mozioni).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole su entrambe le mozioni presentate.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sarò breve, soprattutto se lei mi autorizza a consegnare il testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Pezzotta, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maran. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, dico due cose rapide, ma le dico. In Pag. 86un momento di crisi economica e al termine della giornata, parlare di aiuto allo sviluppo non è così semplice, né per nulla scontato. In fondo, anziché occuparsi dei Paesi più poveri e degli ultimi della Terra è più naturale pensare ad altro, a cominciare dal rilancio delle nostre economie.
Tuttavia, l'impatto dell'attuale crisi finanziaria in molti Paesi ha conseguenze drammatiche, in molti Paesi a basso reddito - soprattutto nell'Africa subsahariana - si muore di fame, e noi non possiamo e non dobbiamo distogliere lo sguardo o girare la testa. Fin dall'inizio ci siamo augurati che questa nostra iniziativa parlamentare potesse allargarsi anche alle forze che compongono la maggioranza di Governo, non per una generica preferenza bipartisan, ma per la convinzione che il tema che abbiamo trattato e l'obiettivo che abbiamo indicato nel nostro atto di indirizzo debbano essere patrimonio comune e condiviso dal più ampio schieramento di forze possibili.
Infatti, la cooperazione internazionale non è patrimonio esclusivo di una parte, ma deve essere responsabilità e patrimonio comune di tutti. L'augurio è che si giunga, come si sta per giungere, ad una approvazione condivisa dei testi delle mozioni in discussione (Commenti dei deputati del gruppo del Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Onorevole Maran, mi scusi. Vorrei dire ai colleghi che questa è la modalità per andare ancora oltre nel tempo. Inoltre, è irrispettoso continuare a urlare in questo modo chiedendo di chiudere ad un collega che ha tutto il diritto e tutto il tempo per fare la sua dichiarazione di voto. Quindi, questi colleghi che urlano «chiudi» possono tranquillamente uscire dall'Aula. Se vogliono votare, bene, altrimenti se ne stiano fuori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e di deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Prego, onorevole Maran...

ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, stavo dicendo che il nostro augurio era che si giungesse ad un'approvazione condivisa dei testi delle mozioni in discussione. Questo cercheremo di fare, perché questo può consentire al nostro Paese di giocare un ruolo propositivo a livello internazionale, schierandosi concretamente e senza esitazioni a favore di quanti - e purtroppo sono ancora tanti - vivono in uno stato di povertà estrema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Siccome il Governo ha espresso un parere favorevole alle due mozioni, annuncio che il gruppo del Popolo della Libertà voterà a favore di entrambe le mozioni, perché il Parlamento su questo tema così importante e fondamentale per l'equilibrio del mondo deve assumere una posizione di controllo, di verifica e di sprone per fare in modo che gli esecutivi possano assumersi tutte le loro responsabilità per raggiungere gli obiettivi del millennio entro il 2015. Si tratta di un obiettivo che si sta allontanando in ragione della crisi internazionale, ma con l'apporto nostro e della comunità internazionale dobbiamo cercare di raggiungere assolutamente questi grandi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Pianetta, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, solo per annunciare il nostro voto favorevole sulle due mozioni. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

Pag. 87

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Quartiani, Volontè, Evangelisti ed altri n. 1-00253 (Nuova formulazione), accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Sposetti, onorevole Murer, onorevole Castagnetti, onorevole Tassone.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 409
Votanti 405
Astenuti 4
Maggioranza 203
Hanno votato
405).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Boniver, Stefani, Iannaccone ed altri n. 1-00254, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Sposetti, onorevole Murer, onorevole Coscia, onorevole Tassone, onorevole Trappolino, onorevole Oliverio, onorevole Renato Farina.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 409
Maggioranza 205
Hanno votato
406
Hanno votato
no 3).

Sull'ordine dei lavori (ore 20,25).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in ordine alle considerazioni fatte oggi in Aula dall'onorevole Barbato, oltre ad esprimere il senso di disagio da deputato di quest'Aula - cosa che giustamente è stata sottolineata anche da un collega dell'opposizione del Partito Democratico, l'onorevole Vico -, rispetto alla figura che queste dichiarazioni ci hanno fatto fare con i ragazzi che erano presenti nelle tribune di quest'Aula e con coloro che ascoltano i lavori di quest'Aula da Radio Radicale, da Sky e con tutti gli altri sistemi, non ultimo Internet, che permettono la pubblicità dei nostri lavori, ritengo che il comportamento del Presidente Buttiglione sia stato attinente al Regolamento nell'avere richiamato alla questione l'onorevole Barbato non per due, ma per tre volte.
Ritengo di sottolineare alla Presidenza il fatto che le dichiarazioni dell'onorevole Barbato, nel loro contenuto offensivo nei confronti del Presidente del Consiglio e del Governo, non si sono molto discostate dalle dichiarazioni svolte dallo stesso onorevole Barbato nella giornata di venerdì 2 ottobre 2009. Per quelle dichiarazione l'Ufficio di Presidenza ha sanzionato l'onorevole Barbato con cinque giorni di sospensione dall'attività di questa Assemblea.
Ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento, signor Presidente, chiedo se l'Ufficio di Presidenza non intenda verificare il contenuto delle dichiarazioni dell'onorevole Barbato ed eventualmente, ove lo ritenesse, di adottare analoghi provvedimenti.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, riferirò al Presidente quanto da lei detto.

GIOVANNI DIMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 88

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, intervengo brevemente per sollecitare la Presidenza su una questione che lamentano molti parlamentari: la risposta alle interrogazioni. Ci sono molte interrogazioni a risposta scritta che risalgono addirittura ad inizio legislatura. Ho raccolto le lamentele di moltissimi colleghi parlamentari sia di maggioranza che di opposizione. Sarebbe auspicabile una sollecitazione ai vari Ministeri (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Dima, non solo ci sarà una sollecitazione in merito, ma il sindacato ispettivo, come lei sa, è uno dei compiti più importanti svolti dai deputati di quest'Assemblea. Pertanto sarà compito della Presidenza sollecitare il Governo perché puntualmente possa rispondere al sindacato ispettivo svolto dai singoli parlamentari.

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo non perché debba giustificare l'atteggiamento di qualcuno, ma solo per ribadire in quest'Aula che quanto è stato detto precedentemente dal collega che rappresenta il Popolo della Libertà nei confronti del collega Barbato, effettivamente non corrisponde integralmente alla verità, anche perché l'onorevole Barbato all'interno dell'Aula ha fatto delle dichiarazioni sotto il profilo politico, non voleva offendere nessuno. Credo che le valutazioni sotto il profilo politico siano legittime e che sia un fatto democratico nella dialettica della politica affrontare le varie questioni forse qualche volta con spirito più caldo, con un atteggiamento più forte, ma tutto sommato sempre all'interno delle regole del bon ton e della democrazia.

PRESIDENTE. Onorevole Scilipoti, ovviamente anche il contenuto del suo intervento sarà, insieme a quello dell'onorevole Baldelli, riportato al Presidente.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire la mia segnalazione circa l'impossibilità di votare in ordine alla votazione n. 57; purtroppo, il funzionamento del meccanismo elettronico è stato insufficiente e lei aveva anche segnalato la mia difficoltà. Intervengo, dunque, solo per chiedere se è possibile la registrazione di quel voto.

PRESIDENTE. Onorevole D'Ippolito Vitale, la Presidenza ne ha preso atto.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 22 ottobre 2009, alle 9,30:

1. - Informativa urgente del Governo sulle iniziative relative alla presenza di navi con carichi di rifiuti tossici affondate in prossimità delle coste calabresi.

2. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,30.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO GABRIELLA GIAMMANCO SUL SUO EMENDAMENTO 1.200 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2724-A

GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie Presidente, io accolgo l'invito al ritiro dell'emendamento da me presentato, ma l'ho già rielaborato in un ordine del giorno, in quanto l'argomento trattato, a Pag. 89mio parere, è di fondamentale importanza, riguardando la posizione delicata del personale ex LSU con funzioni ATA - personale che, ormai, da venti anni vive una situazione lavorativa di particolare incertezza. La questione prospettata coinvolge circa mille lavoratori, di età compresa tra i quaranta e i cinquanta anni, ben cinquecento dei quali solo nella regione Sicilia.
Ritengo, quindi, che sia necessario intraprendere tempestivamente iniziative che possano condurre alla definitiva stabilizzazione del sopracitato personale, che in tutti questi anni ha acquisito grande professionalità e competenza, e nell'attesa mi auguro che si possa almeno prevedere una nuova proroga dei contratti di lavoro del personale ex LSU impegnato in attività riconducibili alle funzioni di assistente amministrativo o tecnico nelle istituzioni scolastiche statali.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ARTURO IANNACCONE E PAOLA GOISIS SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 2724-A

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Movimento per le Autonomie voterà a favore della conversione in legge del decreto n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010.
L'accordo raggiunto tra le forze di maggioranza e di opposizione sulla riformulazione del comma 1 dell'articolo 1 costituisce un passo in avanti importante, che dal nostro punto di vista coniuga la necessaria opera di cambiamento portata avanti dal Ministro Gelmini, garantendo rispetto dei diritti acquisiti dai tanti lavoratori che vivono, purtroppo, il dramma del precariato.
Abbiamo apprezzato un'intesa che di fatto salvaguarda gli scatti stipendiali dei precari e la possibilità che i contratti a tempo determinato possano valere per i contratti a tempo indeterminato, in ossequio alle norme vigenti.
Precariato. Il decreto-legge oggi in esame e le modifiche apportate, come detto all'inizio di questo intervento, trovano il nostro consenso. Il problema del precariato non è sorto da poco, ha origini lontane ed è la diretta conseguenza di leggi che hanno determinato un costante ampliamento delle graduatorie.
Condividiamo la posizione più volta esposta dai nostri alleati quando denunciano le politiche del passato che si sono basate sul concetto di scuola come ammortizzatore sociale. Tuttavia, abbiamo l'obbligo non solo giuridico ma anche morale, di rispettare i diritti acquisiti nel tempo dai tanti precari della scuola, coniugandoli con l'esigenza di garantire il cambiamento e, soprattutto, la qualità del nostro sistema educativo.
Oggi, in quest'Aula si è compiuto un importante passo in avanti in questa direzione.
Scuola del sud. Onorevoli colleghi, anche nel recente passato il nostro partito ha esternato l'approvazione per la costante opera di riforma del sistema scolastico portata avanti dall'Esecutivo e dal Ministro Gelmini.
Riforma fatta di provvedimenti pienamente condivisibili che puntano a ridare dignità, serietà ed efficacia alla scuola pubblica italiana.
Tuttavia, è innegabile che le riforme apportate hanno avuto delle conseguenze, in particolare sui livelli occupazionali, che hanno aggravato la situazione di sostanziale diseguaglianza che esiste tra la scuola del sud e la scuola del resto del Paese. È intenzione del Movimento per le Autonomie cogliere questa occasione per sottolineare e denunciare nuovamente lo stato nel quale versano gli istituti scolastici del meridione.
Questa situazione di difficoltà, nonostante gli sforzi dell'esecutivo e del Ministro Gelmini, stanno assumendo caratteristiche sempre più marcate, anche a causa della difficile crisi che il Paese sta attraversando e che ha avuto ripercussioni più gravi nel Mezzogiorno del Paese.
In una recente mozione presentata dal Movimento per le Autonomie - Alleati per Pag. 90il Sud e approvata da questa Camera, abbiamo elencato minuziosamente i dati - non le nostre personali valutazioni - che dimostrano questo divario e che riteniamo utile ribadire almeno in parte.
Gli indicatori monitorati dall'Unione Europea per misurare i progressi nell'aumento dell'istruzione della popolazione vedono l'Italia in una posizione di ritardo: nel 2006 il 20,8 per cento degli studenti era fermo alla licenza media senza frequentare alcun corso di formazione, contro una media europea del 15,3 per cento. Tra le regioni con le più evidenti difficoltà ci sono la Campania (28,8 per cento), la Sicilia (26 per cento) e la Puglia (23,9 per cento).
Lo Svimez ha delineato un sud in cui i figli dei disoccupati non possono studiare. Per il 66 per cento di loro, diplomarsi e laurearsi sono obiettivi irraggiungibili. Soltanto il 34 per cento dei figli di disoccupati riesce a continuare gli studi, con forti dislivelli da regione a regione. In Campania la percentuale scende ben al di sotto del 30 per cento. Soltanto il 19 per cento dei figli continua gli studi oltre le scuole medie quando il capofamiglia disoccupato è egli stesso privo di titolo di studio.
Nelle regioni meridionali le percentuali di edifici impropriamente adattati a uso scolastico e di scuole con infrastrutture e impianti igienico-sanitari scadenti sono superiori a quelle del Centro Nord e possono sia influenzare negativamente gli apprendimenti degli studenti sia segnalare una minore attenzione degli enti locali nei confronti del mondo della scuola.
Colleghi, le riforme sono necessarie e noi le sosterremo, ma abbiamo il dovere di confrontarci con dati che sono sconfortanti e che non possono non indurci ad adottare provvedimenti necessari ad invertire la tendenza, evidentemente molto negativa, per il sistema educativo del sud.
Pertanto, ribadiamo al Governo la richiesta di adoperarsi, per quanto di competenza, per far fronte alla odiosa situazione di diseguaglianza che esiste tra la scuola del sud e quella del resto del Paese, dando ai giovani del meridione le medesime opportunità riservate a chi risiede nel nord del Paese.
Il gruppo del Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud continuerà a battersi e ad incalzare il Governo al fine di eliminare questa ed altre diseguaglianze, nell'esclusivo interesse dei giovani e del popolo meridionale.

PAOLA GOISIS. Signor Ministro, ella si trova nella situazione difficile di gestire una crisi. Il problema si è venuto a creare, sia per mancati investimenti nelle strutture e nei salari, sia per un mancato adeguamento del ruolo e dell'importanza di chi insegna nel quadro delle priorità nazionali. Non di meno hanno contribuito alla deriva istituzionale della scuola alcuni decenni di tentativi di riforma che hanno prodotto incertezze, contrasti politici e tensioni sociali, disaffezione da parte delle famiglie e delle forze sociali.
I titoli di studio hanno subito un'incresciosa inflazione e diversi ministeri ne hanno confuso i ruoli e le aspettative. Gli studenti più meritevoli sono stati penalizzati da un sistema che non riconosce più chi è veramente studioso tanto esso è abituato oramai a lasciar passare anche coloro che non hanno né faticato, né investito nel loro avvenire professionale.
Non è una crisi cui si possa porre rimedio con misure provvisorie, migliorie salariali isolate o cambiamenti non coordinati con chi insegna e con chi amministra l'istituzione scolastica o accademica.
In primissimo luogo va reiterato il principio che la professione d'insegnante ha un'importanza cardinale in tutto il sistema dei valori e delle dinamiche sociali. In secondo luogo vanno definiti i ruoli, i compiti e le aspettative del corpo insegnante.
In terzo luogo bisogna visualizzare l'insieme delle strutture ed adottare misure drastiche di privatizzazione o di partenariato per quegli istituti che non rispondono più a criteri educativi o a rapporti ragionevoli tra costi e rendimenti.
In quarto luogo bisogna studiare un nuovo rapporto tra possibilità e disponibilità Pag. 91finanziarie e trattamento di carriera e di salario per il corpo insegnante.
Infine bisogna studiare nuovi criteri di disciplina e di esami di idoneità.
Bisogna poi prendere in considerazione tutta la problematica inerente la popolazione studentesca.
A livello scolastico urge definire fino a che punto la scuola accoglie e tiene entro le sue mura tutti gli studenti a tutti i costi, e fino a che punto la scuola boccia e seleziona, avviando poi ai gradi superiori ed all'università solo i meglio preparati ed i più diligenti.
Questo Governo ha il merito di voler rivalutare il percorso educativo-professionale che consente a tanti giovani di accedere alla crescita culturale e sociale attraverso l'eccellenza tecnico- professionale e l'adeguatezza formativa alle caratteristiche della propria persona; di aver ripensato all'istituto dell'apprendistato, dei tirocinii formativi, della formazione-lavoro, dell'avviamento e dell'accompagnamento al lavoro dopo la scuola.
Abbiamo dato nuovo impulso alle norme educative e di buona condotta, con ampie possibilità per dirigenti scolastici di adottare misure indispensabili per conservare ordine, decoro, prestigio e disciplina.
La scuola non può perdersi, andando alla deriva, oppure consegnare qualifiche e diplomi svuotati di qualsiasi valore e non corrispondenti a preparazioni e a competenze specifiche.
L'opera da compiere dovrà anche riguardare l'adeguamento della scuola ai titoli e ai valori riscontrabili nel resto dell'Europa e del mondo occidentale. Il numero di anni di ogni ciclo e i titoli corrispondenti deve essere calibrato ad equipollenze europee, per evitare ai nostri studenti la perdita di preziosi anni di studio quando si presentano ad istituzioni straniere per i corsi di specializzazione.
In ogni caso si tratta di crisi ed urge porvi rimedio con misure ferme, tempestive, aggiornate e mirate ai decenni a venire.
La Lega Nord non tiene disgiunti questi criteri dal quadro più ampio dei valori societari e familiari in cui crede fermamente.
La società italiana più che al dialogo pare sia abituata alla protesta: interviene con «talks» televisivi quando qualcosa ha raggiunto i livelli dello scandalo o della disfunzionalità. È una società abituata, troppe volte, a denunciare quel che non va, non a prospettare quel che va fatto.
Occorre ritrovare fiducia ed un certo entusiasmo, consentendo ai cittadini di fare valere i propri consigli e le proprie critiche costruttive.
La Lega Nord intende proporre drastici rimedi in tutti i campi, ma principalmente in quello politico e, più specificamente, in quello scolastico-educativo.
La situazione dei precari è stata rappresentata dal mondo sindacale sotto forma di «nuovo sottoproletariato». Tuttavia, a fronte dell'elevato numero di iscritti nelle graduatorie, si sarebbero comunque verificati dei casi di mancato rinnovamento degli incarichi, pur in assenza di tagli. Questi ultimi, disposti dal Governo Prodi, consistono in circa 13.500 unità.
Posto che la scuola non debba più essere considerata l'unico strumento per risolvere i problemi sociali del Paese, l'etica di responsabilità ha portato il Governo a introdurre gli ammortizzatori per circa 10-12mila, in via automatica, concedendo l'indennità di disoccupazione ordinaria (886 euro lordi per 8 mesi o per 12 se il lavoratore è ultracinquantenne). In più, ma limitatamente all'anno scolastico 2009-2010, questi lavoratori avranno una sorta di priorità nell'assegnazione degli incarichi brevi da parte degli istituti scolastici. Incarichi che non potranno, però, rifiutare, pena la perdita dell'ammortizzatore sociale. Solo chi accetterà tutti gli incarichi avrà diritto al punteggio per l'intero anno di servizio nelle graduatorie a esaurimento. Ferma restando la possibilità da parte delle amministrazioni scolastiche di promuovere, in collaborazione con le Regioni, progetti della durata di 3 mesi, prorogabili a 8 mesi, che prevedano Pag. 92attività di carattere straordinario, anche ai fini dell'adempimento dell'obbligo di istruzione.
Ho sentito svariate critiche sollevate da colleghi del PD in merito alla discrezionalità delle regioni, nonché sulla salvezza dei precari con supplenza annuale e «non di quelli che lavorano stabilmente, anche, da 25 anni, ma su cattedre particolari, come educazione fisica o diritto ed economia, che garantiscono solo supplenze attraverso i presidi o spezzoni inferiori alle 18 ore».
Il correttivo - afferma il Partito Democratico - potrebbe essere «estendere il provvedimento a tutti i candidati primi nelle graduatorie senza vincoli». La collega Ghizzoni aveva lamentato il «tentativo di spezzare il fronte dei precari creando una fascia di seria A e una di serie B». La prima beneficerebbe della disoccupazione e della possibilità di insegnare attraverso le supplenze brevi di istituto, la seconda sarebbe costituita dai precari più giovani che fino ad oggi hanno vissuto proprio con le supplenze brevi.
Alcuni vicegovernatori del Sud chiedono come mai le regioni dovrebbero finanziare con soldi propri progetti scolastici per erogare un'indennità finanziaria aggiuntiva, solamente ai lavoratori che, per il fatto di avere lavorato l'intero anno scolastico precedente, possono già beneficiare di un'indennità di disoccupazione Inps. «Dove sta la collaborazione del Governo in tutto ciò? - dice il Vicepresidente della Regione Calabria - E perché mai le Regioni con le proprie risorse dovrebbero accanirsi anch'esse nella discriminazione dei precari e nell'assistenzialismo?».
L'inserimento in quattro Province nelle Graduatorie ad Esaurimento è stata favorevole ai docenti del sud, molti dei quali sono in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge n. 104 del 1992 sulle disabilità, o si avvalgono della legge relativa al riconoscimento dell'invalidità civile. In base alla legge n. 104 del 1992 o alla Legge n. 68 del 1999 chiunque abbia dichiarato di essere in possesso di handicap personale è stato inserito «a pettine» nella graduatoria e ha avuto il privilegio di scegliere il posto anche se nella graduatoria era in coda per mancanza di punteggio negli ultimi anni, ed anche di recente, sui mass media regionali e nazionali sono più volte comparse notizie accertate su casi di truffe al sistema scolastico e sanitario per l'ottenimento di certificati che attestino l'idoneità della persona in causa alla legge 104/92, con lo scopo di trarre vantaggi su punteggi e posizionamenti nelle varie graduatorie scolastiche.
Molti tra docenti e personale ATA veneti si trovano in uno stato di precarietà da molti anni pur avendo punteggi e titoli superiori a personale in possesso dei requisiti della legge n. 104 del 1992.
Anche a Milano - secondo quanto pubblicato da la Repubblica il 24 aprile 2009, ci sarebbero state truffe di massa da parte di docenti per ottenere il trasferimento a casa, o da Milano al Sud tramite certificati medici falsi, medici compiacenti che hanno diagnosticato malattie immaginarie, cartelle che parlano di scoliosi, ansia, depressione, diabete inesistenti.
L'emendamento presentato dalla lega Nord al provvedimento in esame consente alle scuole di attuare una verifica circa delle condizioni personali o familiari che danno diritto a fruire dei benefici delle precitate norme. Verifica che si estende anche ai dirigenti scolastici che conseguono nomina in regione diversa da quella di residenza. Ribadisco le aspettative della Lega Nord. Il nostro auspicio è che questo Governo possa avviare un nuovo meccanismo di reclutamento basato sul merito. Plaudiamo alla decisione di eliminare la possibilità di essere inseriti in più graduatorie ad esaurimento di altre province diversa da quella prescelta. Di aver interpretato correttamente le modalità di integrazione ed aggiornamento delle graduatorie permanenti di cui all'articolo 1 del decreto-legge 7 aprile 2004, n. 97, convertito, con modificazioni, nella legge 4 giugno 2004, n. 143, in base al quale «è consentito ai docenti che ne fanno esplicita richiesta, oltre che la permanenza nella provincia prescelta in occasione dell'aggiornamento delle suddette graduatorie per il biennio 2007-2008 e 2008-2009, di Pag. 93essere inseriti anche nelle graduatorie di altre province ma l'ultima posizione di III fascia nelle graduatorie medesime». La legge 3 maggio 1999, n. 124, apportando modifiche al previgente sistema di reclutamento (articoli 401 e seguenti del testo unico n. 297 del 1994), ha previsto che le graduatorie relative ai concorsi per soli titoli del personale docente della scuola materna, elementare e secondaria, compresi i licei artistici e gli istituti d'arte, fossero trasformate in graduatorie permanenti, da utilizzare per le assunzioni in ruolo. Le graduatorie permanenti sono state periodicamente integrate con l'inserimento dei docenti che hanno superato le prove dell'ultimo concorso regionale per titoli ed esami, per la medesima classe di concorso e il medesimo posto, nonché dei docenti che hanno chiesto il trasferimento dalla corrispondente graduatoria di altra provincia.
Contemporaneamente all'inserimento dei nuovi aspiranti è stato previsto l'aggiornamento delle posizioni di coloro che erano già compresi in graduatoria. Il TAR del Lazio, sezione III-bis, con sentenza 2-3 aprile 2001 n. 2799 ha annullato i decreti ministeriali succitati (n. 123 e n. 146 del 2000), nella parte in cui essi, nell'interpretare l'inciso letterale «salvaguardando comunque le posizioni di coloro che sono già inclusi in graduatoria» (introdotto dalla legge n. 124 del 1999 nel comma 3 dell'articolo 401 del testo unico) e nel tener conto in proposito di un ordine del giorno della sinistra (atto di valore eminentemente «politico» lo scopo di creare «ammortizzatori sociali per il Sud») approvato in Parlamento il 14 aprile 1999, hanno previsto la sub-articolazione delle graduatorie permanenti in quattro distinte «fasce» o «scaglioni» di inserimento degli aspiranti.
Tra gli iscritti alle predette graduatorie permanenti ad esaurimento si trova anche un numero elevato di personale che è già dipendente a tempo indeterminato della scuola, che in virtù di un emendamento inserito in questo provvedimento, non potrà più continuare a far parte delle graduatorie, per cui una volta che si libera un posto di ruolo esso non potrà essere spostato, creando così un altro vuoto e rendendo perpetuo il movimento di insegnanti.
L'eccessiva mobilità è stata soprattutto frutto dell'eccessiva centralizzazione del sistema, che ha consentito di concorrere nelle località dove è più facile l'accesso puntando poi a un progressivo avvicinamento al luogo originario di residenza. Nel complesso delle scuole statali, i trasferimenti di personale (trasferimenti, passaggi di ruolo e di cattedra) effettuati negli ultimi anni scolastici, pur risultando in calo rispetto agli anni precedenti, ammontavano comunque a più di 60.000, pari all'8 per cento del personale di ruolo. Anche escludendo il personale già titolare di un rapporto a tempo indeterminato in attesa di trasferimento ad altra sede, restano circa 330.000 iscritti alle graduatorie (di cui 239.000, il 73 per cento, senza alcun contratto con la scuola o con supplenze brevi). Si tratta di un'imponente massa di persone, con un potere di pressione quindi notevole, che ha tutto l'interesse che il meccanismo permanga così com'è nella speranza di riuscire prima o poi a ottenere un posto stabile.
L'età media degli iscritti alle graduatorie permanenti è molto elevata; prendendo in considerazione solo i nuovi inclusi nelle graduatorie, che dovrebbero comprendere una percentuale minore di personale con contratto a tempo indeterminato e quindi presumibilmente più anziano, ben il 32 per cento ha un'età superiore ai trentaquattro anni. Il ritardo con cui si accede alla professione trova peraltro riscontro nell'età media del personale occupato che per il 76 per cento ha più di quaranta anni. La legge 3 maggio 1999, n. 124, ha tentato di limitare il fenomeno delle richieste di trasferimento, stabilendo che queste possano essere presentate solo dopo un periodo di permanenza minima, due-tre anni scolastici, nel posto di ruolo, ma non sembra aver raggiunto l'obiettivo di ridimensionare in misura accettabile il problema. Oltre all'elevata anzianità anagrafica, emergono altre due connotazioni peculiari dei precari. Il sud e le isole Pag. 94assorbono oltre il 48,93 per cento degli aspiranti inclusi nelle graduatorie permanenti e più del 63 per cento degli iscritti è nato nel sud e nelle isole. Nella scuola, oltre all'assunzione di personale per coprire vacanze di organico, assume una notevole importanza il problema della sostituzione di personale temporaneamente assente, data l'evidente necessità di garantire la continuità dell'insegnamento. Il problema dei precari, con tutti gli aspetti negativi che ad esso si collegano, si trascina da troppo tempo. Il ricorso alle sanatorie, oltre a eludere il problema fondamentale di un serio accertamento dei requisiti professionali, non può che dare risposte parziali, visti l'elevato numero dei precari oramai raggiunto e la necessità di tenere conto di una spesa per studente già elevata. I concorsi, così come attualmente concepiti, inevitabilmente creano nuovi precari. Diventa quindi ineluttabile attuare una «pianificazione» regionale, basata sull'assunzione di personale docente al 100 per cento sui posti effettivamente disponibili, nell'ambito regionale o provinciale. Riteniamo importante abolire il valore legale dei titoli, vogliamo albi regionali, l'accesso ai ruoli del personale docente a livello regionale, in base al 100 per cento dei posti pianificati annualmente. Vogliamo che la scuola sia espressione dei valori culturali universali e valorizzatrice delle specificità regionali e locali. L'Italia - ancora al momento attuale - conta molte lingue regionali, di grande valore ancestrale, etnico e culturale. Lo studio di queste lingue, in un adeguato orario, deve essere favorito e il loro inserimento nel curriculum scolastico accuratamente armonizzato, come già avviene con successo in molte scuole del Piemonte, del Friuli, del Trentino, della Valle d'Aosta. Il Risorgimento stesso deve essere ristudiato su basi anche regionali, entro cui il contributo assai diverso delle varie regioni deve essere debitamente illustrato e valorizzato. Accanto quindi ad esigenze comuni occorre che la scuola sia libera di forgiare nuovi testi di studio, nuovi curricula, nuove iniziative dettate dalle specificità locali e regionali, in primis la competenza linguistica del corpo insegnante non solo davanti a lingue come il tedesco, il francese, lo slavo, l'albanese (tutte facenti parti del nostro ricchissimo e variegato patrimonio linguistico nazionale), ma anche davanti a lingue ancestrali come il provenzale, il walserdeutsch, il piemontese, il lombardo, il veneto, il friulano, il mocheno, il cimbro, eccetera. È indispensabile quindi ridimensionare l'ordinamento e l'amministrazione scolastica decentrandone le competenze e le prerogative per meglio rispondere sia alle esigenze e specificità locali, sia alla visione culturale europea.
Sì alla legge salva precari perché noi siamo il Movimento dei fatti non delle parole. Di fonte ai problemi noi diamo soluzioni e pertanto il nostro voto è convintamente favorevole.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI FABIO EVANGELISTI, SAVINO PEZZOTTA, ENRICO PIANETTA E ARTURO IANNACCONE SULLE MOZIONI NN. 1-00253 E 1-00254

FABIO EVANGELISTI. Colleghi, lo scorso 17 settembre, il direttore del Fondo monetario internazionale, Strauss Khan, ha dichiarato: «La comunità internazionale non può ignorare i bisogni dei Paesi a basso reddito che stanno pagando il prezzo di una crisi che non hanno creato. I Paesi industrializzati devono resistere alla tentazione di tagliare le loro promesse di aiuto. Se questo non accadrà in molti Paesi in via di sviluppo la democrazia sarà in pericolo».
Inizio il mio intervento partendo da questa dichiarazione perché sui livelli di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) i Paesi europei continuano a fornire cifre fuorvianti e a non mantenere le promesse con stanziamenti adeguati. Il rischio più evidente è che di questo passo l'Europa non raggiungerà gli obiettivi preannunciati per 2010. E a denunciarlo sono sempre più associazioni del settore e che fanno parte di quella confederazione che racchiude Pag. 95più di 1600 ONG europee chiamata Concord.
I dati ufficiali - forniti proprio da quest'ultima - ci dicono chiaramente che: «l'Europa ha destinato nel 2008 lo 0,40 per cento del suo PIL in aiuti, ma dei circa 50 miliardi di euro complessivi, 5 miliardi risultano da cancellazioni del debito, 2 miliardi sono stati spesi per ospitare studenti stranieri e circa un altro miliardo per ospitare e rimpatriare rifugiati. Questo significa che l'ammontare reale di fondi giunto ai Paesi in via di sviluppo è solo dello 0,34 per cento del PIL. Ancora molto lontano dallo 0,56 per cento che i paesi europei dovrebbero raggiungere entro il 2010». In questo contesto l'Italia purtroppo è messa ancor peggio con il suo striminzito 0,19 per cento! che le consentirà di essere certamente il fanalino di coda tra i partners europei, ma non di raggiungere il risultato di medio termine, come da stessa ammissione dalla maggioranza e del governo. Ma men che meno, di questo passo e vista anche questa finanziaria di cui parlerò tra breve, di raggiungere realisticamente, a nostro avviso, il risultato dello 0,7 per cento previsto per il 2015.
È da tempo che si susseguono, inascoltati, gli appelli di moltissime associazioni e ONG all'Unione europea affinché mantenga le promesse per la lotta alla povertà, per un impegno concreto a fornire aiuti genuini ai Paesi in via di sviluppo e non a perseverare nel portare avanti politiche comunitarie che hanno effetti negativi sulle economie più deboli.
Sulla lotta alla povertà, come già sottolineato nella nostra mozione, occorre una forte assunzione di responsabilità della politica e dei governi che ormai nei fatti compongono il G20, atteso che recentemente, a L'Aquila, il G8 ha in qualche modo mostrato un certo logoramento, oltre che una sostanziale inefficacia non solo nell'azione comune per raggiungere gli obiettivi di riduzione della povertà nei prossimi anni. Una situazione, tra l'altro, aggravata vieppiù da una delle più devastanti crisi economico-finanziarie mondiali che costringerà molti Paesi in via di sviluppo a pagare un prezzo iniquamente alto, che in moltissimi casi non potranno sostenere, per una situazione che, ripeto, non hanno contribuito a creare.
Infatti, secondo le stime della Banca Mondiale, l'impatto della crisi finanziaria potrebbe mettere in pericolo tutti i progressi fatti verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, spingendo sotto la soglia della povertà oltre 53 milioni di persone in più nel 2009. Le ultime notizie divulgate proprio nel corso della recente presentazione a Roma del rapporto pubblicato dalla Fao e dal Pam (il Programma alimentare mondiale) ci fanno sapere che nel corso dell'ultimo anno si è registrato un incremento del 9 per cento degli affamati, che hanno raggiunto la vetta di 1,02 miliardi, il livello più alto dal 1970.
Per il prossimo vertice mondiale sulla Sicurezza alimentare, che si terrà dal 16 al 18 novembre a Roma, il direttore generale della Fao, Diouf, ha anche lanciato un appello ai leader mondiali perché incrementino gli aiuti allo sviluppo del 17 per cento, il livello che avevano nel 1980, a fronte dell'attuale 5 per cento.
In questo quadro, allora, il ruolo che la Cooperazione internazionale allo sviluppo riveste diventa ancora più essenziale per spezzare il drammatico ciclo dell'impoverimento, gestire le sfide della globalizzazione, arrestare il contagio sociale della crisi e accelerare la ripresa economica su basi più sostenibili; mai come ora, infatti, investire nella lotta alla povertà significa investire nella pace, nella sostenibilità economica e nella sicurezza globale. Al contrario un disinvestimento rischia non solo di privare l'Italia di uno strumento pubblico per una nuova politica estera mirata alla gestione delle sfide globali, ma implica il far mancare l'equo sostegno del nostro Paese all'accelerazione della ripresa dell'economia globale, da cui la stessa economia italiana trarrebbe un vantaggio. Vorrei aggiungere anche una considerazione sulla importanza che le istituzioni, tanto nazionali quanto internazionali, riescano a esprimere una nuova e più efficace politica di cooperazione che ponga Pag. 96finalmente al centro della propria azione politica la persona umana e i suoi diritti fondamentali e la lotta alla povertà. Ed è in questa direzione che muove uno dei dispositivi della mozione nel voler impegnare il nostro governo a riportare stabilmente al centro della propria iniziativa politica e programmatica la questione della povertà globale facendo della solidarietà internazionale un elemento distintivo della propria identità mentre in questo anno e mezzo di governo non se ne sono percepite che le sole buone intenzioni.
Solo una visione miope e senza uno sguardo al futuro, infatti, può far ritenere di secondaria importanza il fatto che la distribuzione iniqua delle risorse a livello mondiale, la negazione dei diritti fondamentali, lo sfruttamento dissennato delle risorse naturali rischiano di costituire una grave minaccia per ciascuno di noi rispetto alla quale è necessario e urgente un profondo cambiamento di strategia.
Ma il mutato contesto geopolitico impone anche un ripensamento dell'idea stessa di cooperazione internazionale allo sviluppo affinché possa, «rappresentare un insostituibile strumento di sicurezza, giustizia, stabilità e pace, un motore di integrazione e di prevenzione delle anomalie migratorie, capace di promuovere una vera cultura della convivenza fra í popoli fondata sulla reciproca responsabilità, sull'equità e l'uguaglianza di opportunità», come è stato recentemente affermato dal Coordinamento che raggruppa ONG come Action Aid, Amref Italia, Save the Children, Wwf, Volontariato internazionale per lo sviluppo. A tal proposito, occorre ricordare che sebbene la legge 49 del 1987 sulla cooperazione allo sviluppo rimanga sostanzialmente una buona legge, mostra però chiaramente i segni del tempo e necessita appunto di essere aggiornata, processo che era già stato avviato, nel corso della scorsa legislatura, con un disegno di legge di iniziativa governativa, cui si sono poi aggiunte altre proposte di legge concorrenti, che, con apprezzabili risultati e confronti costruttivi tra i diversi gruppi parlamentari, aveva prodotto un testo unificato dal quale poter avviare tale necessaria e urgente riforma; purtroppo, la chiusura anticipata della legislatura non ha poi consentito di concludere sia il previsto ciclo di audizioni sia il confronto dialettico tra i gruppi parlamentari e l'associazionismo diffuso sul territorio, i cui rappresentanti però non è stato possibile audire.
Ecco, perché non ripartire da qui, come chiediamo nella mozione, per completare un percorso ritenuto da tutti positivo, magari integrandolo con i contributi, ancorché critici, delle Ong su alcuni punti contenuti in questo testo predisposto dall'allora relatore Tonini.
E veniamo alla finanziaria e alle sue deludenti prospettive su questo punto. Alla vigilia del G8, il nostro Premier aveva riconosciuto il ritardo dell'Italia nei pagamenti e affermato di essere tanto dispiaciuto per aver dovuto ridurre gli aiuti all'Africa. Le ragioni? L'alto indebitamento, i vincoli europei, la crisi internazionale - come se questi riguardassero solo il nostro Paese - con la previsione che nel triennio 2011-2013 l'Italia possa riallinearsi a livello degli altri donatori.
Con quali soldi, Tremonti concedendo? Magari con parte di ciò che arriverà dall'indecente scudo fiscale appena approvato?
In questo caso sarebbe molto facile, ancorché avventato, ragionare su cifre che forse ci saranno, a fronte di bisogni reali (aiuti ai Paesi in via di sviluppo) e obblighi europei e internazionali (lo ricordo ancora una volta: lo 0,51 per cento del PIL entro l'anno prossimo! e lo 0,7 per cento entro il 2015).
Tant'è che, nonostante le rassicurazioni, la finanziaria 2010 non ha realizzato alcuna inversione di tendenza. La nuova manovra finanziaria, infatti, temo vada nella direzione di un progressivo azzeramento della Cooperazione allo sviluppo: i previsti 326 milioni di euro sono in termini reali il valore più basso da 13 anni a questa parte. Di questi, 123 milioni risultano già impegnati per pagare iniziative già deliberate (per esempio: il Programma di sviluppo sostenibile per l'Amazzonia o quello per lo sviluppo dell'agricoltura Pag. 97biologica e per lo sviluppo sostenibile in Bosnia) e 30 milioni saranno necessari per le spese di funzionamento. Quindi, si potrà disporre di soli 173 milioni per nuove iniziative nel 2010 contro i 193 dello scorso anno.
In effetti, troppo poco per attribuire al Ministero degli esteri le competenze di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo. D'altra parte, già l'ultimo DPEF non aveva dato alcun segnale incoraggiante per l'incremento dell'aiuto.
La manovra 2010 ha dunque riconfermato il taglio drastico del 2009 (-56%) alle risorse per la cooperazione allo sviluppo del Ministero affari esteri. Più grave ancora, a causa della negligenza italiana, è il fatto che l'Europa mancherà l'obiettivo collettivo dello 0,56 per cento, nonostante la generosità di Paesi che sono andati già oltre l'obiettivo (Belgio, Danimarca, Olanda, Spagna e Regno Unito).
Nel secondo dispositivo della nostra mozione chiediamo che vengano garantiti, invece, non meno di 500 milioni di euro, in ogni caso già di per sé inferiore a quanto occorrerebbe per avvicinarsi almeno un po' agli obiettivi fissati con l'accordo G8 di Gleneagles, nel 2005.
L'unico elemento di «novità» in questa finanziaria è dato dal fatto che il Trattato con la Libia comincia a fare sentire i suoi effetti sul bilancio dello Stato: nel 2010, è previsto lo stanziamento dei primi (e per venti anni, è bene ricordarlo!) 240 milioni di euro.
Un'ultima considerazione la vorrei dedicare a un fatto non meno significativo e in qualche modo collegato a ciò di cui stiamo discutendo e cioè che è addirittura sparito, dalla finanziaria, lo strumento del 5 per mille mentre le associazioni lamentano di non aver avuto alcun segnale circa l'erogazione di questi stessi fondi destinati dai contribuenti nel 2007 mentre quelli del 2006 sono stati erogati solo nel 2008; per non parlare dell'azzeramento sostanziale dei fondi per i processi di integrazione e per le politiche migratorie. Tagliare o destinare fondi insufficienti significa vanificare il ruolo di informazione e divulgazione che le ONG, in quanto testimoni diretti delle ingiustizie sofferte dalle popolazioni in molte aree del mondo, aiutando anche a comprendere le radici delle migrazioni, a superare atteggiamenti demagogici e xenofobi e a facilitare percorsi di integrazione.

SAVINO PEZZOTTA. Da diverso tempo si stanno moltiplicando dichiarazioni e richiami alla dimensione etica della politica. Forse sarebbe meglio parlarne un poco meno e praticare comportamenti coerenti tra il «dire» e il «fare».
Seguo con grande interesse le esternazioni del Ministro Tremonti e lo seguo con attenzione sul terreno del posto fisso e della partecipazione, ma anche quando avanza critiche alla globalizzazione.
Vorrei solo che alla critica e all'analisi, seguissero comportamenti e azioni coerenti, soprattutto sul come si contengono e si superano gli effetti distorsivi che la crisi economica sta producendo sui paesi poveri e impoveriti.
La morsa delle fame e la crescita delle disuguaglianze sono oggi rafforzate dalle ricadute della crisi finanziaria. Una crisi che colpisce gli abitanti più poveri dei paesi in via di sviluppo, svelando le fragilità di un sistema economico mondiale che abbisognerebbe di profonde riforme .
La combinazione tra crisi economica e aumento dei prezzi del cibo, ha creato un numero record di affamati, che secondo la Fao supererebbero il miliardo. 642 milioni in Asia e nel Pacifico; 265 milioni nell'area Subsahariana; 53 milioni in America del Sud e nei Caraibi; 42 milioni in Medio oriente e Nord Africa.
La fame è dunque in costante crescita e la crisi economica l'ha accentuata.
Innanzi alla crisi i paesi industrializzati hanno reagito mettendo in campo miliardi e miliardi di dollari. La stessa determinazione e risorse non sono state messa in campo per contrastare la povertà e la fame. Ma agendo in questo modo non si perverrà mai a un nuovo ordine mondiale.
Ci si riempie la bocca e i programmi elettorali sul valore della famiglia, ma ci dimentichiamo che nei paesi poveri moltissime famiglie stanno combattendo per la Pag. 98sopravvivenza, che la mortalità infantile è in aumento, che si continua a morire di parto.
Molti paesi hanno visto diminuire il flussi monetari della finanza, del commercio, crollare le esportazioni, gli investimenti e le rimesse degli immigrati . Dare lavoro agli immigrati, integrarli significa anche aiutare i loro paesi.
Inoltre teniamo presente che i piccoli agricoltori hanno bisogno di acquistare sementi, fertilizzanti, macchinari per poter produrre e contribuire ad abbassare i prezzi degli alimentari.
La crisi economica sta ormai trascinando circa 100 persone al minuto nella povertà.
Nel mondo c'è un treno che ogni giorno deporta milioni di persone verso la morte e l'indigenza, è il treno del sottosviluppo.
L'Italia e l'Europa non sono state in grado di fermare i treni che portavano verso la morte nei campi di sterminio. Oggi non possono stare a vedere o chiudersi nei loro piccoli o grandi egoismi.
Nonostante le ammissioni e le rassicurazioni fatte dal Presidente del Consiglio a fare fronte agli impegni internazionali, dobbiamo rilevare che secondo le previsioni avanzate dal Ministro dell'economia, la prossima legge Finanziaria ridurrà drasticamente gli stanziamenti per la cooperazione e la lotta alla povertà. L'Italia si presenterà nella scena internazionale con uno stanziamento simbolico pari all'incirca al 10%, nonostante i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni si erano impegnati ad arrivare allo 0,51% del Pil entro il 2010 e allo 0, 70 entro il 2015.
Tutto questo dopo i tanti proclami e gli annunci ai summit mondiali (1% del Pil, lotta alle epidemie, alle malattie, sviluppo dell'agricoltura), gli impegni bilaterali, multilaterali, fino alla sicurezza alimentare contenuta nel programma dell'Expox.
Avverto un certo disinteresse politico e una sorta di sottovalutazione dell'interesse vitale dell'Italia di rimanere protagonista su questi temi.
È necessario un cambio urgente di strategia, una nuova consapevolezza e una visione capace di futuro. Queste politiche non devono essere considerate marginali, ma centrali per un Paese come il nostro. Non possiamo essere al tredicesimo posto tra i Paesi dell'Unione Europea, ne va della nostra dignità. Non possiamo stare a questo punto in classifica quando siamo terzi per l'invio del numero di militari impegnati nel mondo, quando spendiamo fior di miliardi in armamenti. Nel quadriennio 2006/2009 i fondi dedicati all'invio di militari sono cresciuti, mentre quelli per la cooperazione sono scesi. Un maggior equilibrio sarebbe utile, necessario e moralmente corretto.
Inoltre si ravvisa un consistente spazio dato alla «cooperazione» gestita direttamente dai contingenti militari all'estero che per sua natura risponde più alla strategia militare che a quella prioritariamente umanitaria ed economica.
Convinti della dimensione strategica della cooperazione per il nostro Paese, per contrastare il terrorismo, la guerra e la violenza e creare le condizioni per un mondo umanamente ordinato. Per queste ragioni voteremo a favore della mozione, sottolineando che nella finanziaria devono esserci risorse finanziarie adeguate a mantenere gli impegni assunti e a valorizzare le intese bilaterali e multilaterali nella cooperazione e per gli Obiettivi del Millennio.

ENRICO PIANETTA. La cooperazione allo sviluppo è parte integrante della nostra politica estera: è mirata a migliorare e consolidare le relazioni dell'Italia con i diversi Paesi e la Comunità internazionale (legge n. 49 del 1987).
Ma la cooperazione allo sviluppo, nelle sue varie forme e con i tanti soggetti che la animano è caratterizzata anche dalla volontà solidaristica: tutelare la vita e la dignità della persona umana per tutti gli abitanti di questa terra.
Un obiettivo forse complesso ma assolutamente non impossibile da raggiungere. Un obiettivo che ha un forte fondamento morale e che spinge tanti a dare tanto e a fare del bene a chi è in grande difficoltà: anche operando in condizioni difficili con impegno e sacrificio. Pag. 99
Penso ai tanti volontari e cooperanti italiani che spendono molto delle proprie fatiche e delle proprie intelligenze e che offrono anni della propria vita per queste cause: non offrono anni della propria vita per queste cause: non offrono briciole ma se stesse negli anni giovanili di maggior vigore. Penso alle parole di Don Verzè: «all'uomo che soffre dobbiamo dare tutto quello che siamo e quello che abbiamo».
Un impegno umano forte di quel mandato evangelico «Andate, insegnate e guarite» che gli ha fatto realizzare opere sanitarie nei paesi in via di sviluppo al meglio delle tecnologie e delle professionalità disponibili.
E sono tanti i progetti e le iniziative di cooperazione che integrano gli aspetti umanitari e le relazioni internazionali in una sintesi virtuosa che ha il marchio dell'Italia, e di cui l'Italia deve essere orgogliosa.
Tanti impegni ma non adeguati al ruolo che l'Italia può e deve svolgere in materia di cooperazione allo sviluppo. Ruolo finalizzato al raggiungimento degli obiettivi del Millennio da parte dell'intera comunità internazionale.
E sappiamo che seguendo l'attuale ritmo degli aiuti, non tutti gli ObM saranno realizzati entro il 2015 nonostante il livello record di 120 miliardi di dollari destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo pari allo 0,3 per cento del PIL mondiale, cifra comunque lontana dallo 0,7 per cento, come ha ricordato Salil Shetty direttore per la campagna degli ObM delle Nazioni Unite.
Anzi l'Ob1 - sradicare la povertà estrema e la fame - ha subito una regressione: mai una crisi economica, per quanto grave, aveva innalzato, in un tempo breve, di oltre cento milioni il numero delle persone che soffrono di fame.
Si è così ritornati a circa 1 miliardo di uomini, donne, bambini che soffrono la fame. È un assurdo raccapricciante: oggi viviamo in un mondo che per la prima volta ha le capacità scientifiche, tecnologiche e finanziarie per eliminare la povertà che è alla concreta portata della nostra generazione.
Nel corso del 2008 la comunità internazionale ha compiuto, peraltro, notevoli sforzi di razionalizzazione e di ripensamento strategico: prima con la Conferenza di Accra sull'efficacia degli aiuti e successivamente con la conferenza di Doha.
Ne è emerso un quadro di maggior concretezza e consapevolezza che impone ai parlamenti di esercitare fino in fondo il proprio ruolo di indirizzo e controllo nei confronti degli esecutivi, sia del nord che del sud del mondo.
La mozione che abbiamo presentato si pone questa funzione con gli impegni richiesti al Governo: quantitativi, gestionali, programmatici.
Per quanto attiene questo ultimo aspetto mi preme evidenziare che gli ObM sono stati largamente trattati nel corso dei lavori della sessantaquattresima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Molti Capi di Stato e di Governo hanno evidenziato l'interdipendenza tra le aree del pianeta e l'interesse morale e pragmatico ad un approccio più ampio sulle questioni dello sviluppo. Il Segretario generale Ban Ki Moon, che ha sottolineato la fragilità dei paesi più poveri in questa difficile congiuntura economica internazionale, ha annunciato per il 2010 un summit speciale a New York sugli ObM in vista della scadenza del 2015.
È pertanto necessario che tutti i paesi preparino un action plan relativo agli ObM e quindi alla cooperazione allo sviluppo fino al 2015, considerata la centralità del livello nazionale per il conseguimento degli obiettivi stessi. Da qui il necessario ed indispensabile piano di riallineamento italiano per garantire prevedibilità e più capacità di coordinamento alla nostra cooperazione. Oltre ai fondamentali aspetti umanitari, incrementare la quantità e l'efficacia degli APS, rappresenta una saggia politica per ridurre diseguaglianze e tensioni sociali e conseguente sviluppo di criminalità organizzata e flussi migratori clandestini che mettono spesso a dura prova la sicurezza dei cittadini. Inoltre promuovono l'immagine e il prestigio del nostro paese a livello internazionale. Pag. 100
È più caro non finanziare che finanziare gli ObM. È questo lo slogan del convegno organizzato a Montecitorio lo scorso luglio dal comitato ObM della Commissione affari esteri dal titolo: «Il ruolo dei Parlamenti per raggiungere gli obiettivi del Millennio» e che ha visto la partecipazione di parlamentari provenienti da quattro continenti e del nostro ministro degli affari esteri Frattini.
Anche da quel dibattito è emerso che i Parlamenti devono esercitare fino in fondo il proprio ruolo di indirizzo e controllo nei confronti degli esecutivi per l'APS e mantenere una costante attenzione politica su questi argomenti.
La Commissione affari esteri della Camera dei deputati italiana ha approvato lo scorso 24 giugno un documento intermedio dei lavori di indagine conoscitiva avviata nel settembre 2008 sugli Obiettivi di sviluppo del millennio.
In questi anni, mentre si sono moltiplicati gli appelli ad agire con rapidità per tenere fede alle promesse fatte nella «Dichiarazione del Millennio» del settembre 2000, non tutti i paesi donatori hanno saputo rispondere adeguatamente a queste sollecitazioni. L'Italia, appare in ritardo insieme ad altri paesi nel tradurre in strategia coerente e in azioni concrete gli impegni ufficiali assunti.
L'attuale stagnazione economica e le difficoltà di bilancio sembrano offrire un alibi credibile per rimandare ulteriormente e non affrontare le questioni relative al significato e al peso politico che si vorrebbero dare alla cooperazione allo sviluppo.
L'idea-forza che sta guidando i lavori del nostro Comitato è che proprio i momenti di difficoltà possano facilitare l'assunzione di responsabilità precise e mirate da parte della classe parlamentare, in un quadro di strategie politiche condivise e di partnership sinergiche a livello europeo e internazionale.
I Parlamenti non devono limitare il loro sguardo alle politiche di assistenza, ma devono valutare anche le altre politiche collegate, come quelle del commercio, per verificarne la compatibilità e la coerenza con gli obiettivi di sviluppo del Millennio, in particolare con l'obiettivo n. 8.
È quindi compito dei Paesi più avanzati non soltanto migliorare l'aiuto allo sviluppo, ma modificare le regole del commercio globale per consentire ai Paesi poveri di esportare i loro prodotti verso i nostri mercati.
Oggi è l'esclusione dalla globalizzazione che genera o non permette di superare condizioni di povertà. Questo vale sia all'interno degli Stati più progrediti, sia nel rapporto fra Paesi ricchi e Paesi poveri. La partecipazione all'economia globalizzata di coloro che finora ne sono stati esclusi costituisce quindi uno dei rimedi più efficaci e duraturi contro la povertà.
Sostenere in modo autentico lo sviluppo non significa trasferire passivamente risorse finanziarie dai Paesi ricchi ai Paesi poveri. Significa qualcosa di molto più complesso e difficile. Significa essere disposti a dare a quei Paesi ciò di cui hanno bisogno per costruire da sé l'insieme delle condizioni non solo economiche, ma anche istituzionali, giuridiche e culturali per innalzare progressivamente il livello di vita dei propri cittadini.
Al pari degli altri Paesi, l'Italia ha fatto propri gli Obiettivi del Millennio quali linee guida della propria politica di cooperazione allo sviluppo, distinguendosi in particolare nel settore sanitario nell'ambito del sesto Obiettivo, destinando importanti risorse al Fondo Globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria. L'Italia riserva altresì un'attenzione particolare al settore dell'educazione e alle tematiche di genere, soprattutto nei contesti di fragilità e post-conflitto.
L'Italia può fare molto per contribuire a uscire dalla recessione globale, innanzitutto rispettando gli impegni presi e in secondo luogo considerando i diritti umani come punto di partenza, ma anche con uno sguardo più ampio, poiché a sessant'anni dalla Dichiarazione universale, i diritti umani comprendono diritti economici, sociali, culturali e ambientali prima non considerati. Pag. 101
È giunto il momento in cui il nostro Paese deve farsi carico di un forte impegno per il reperimento di risorse da impiegare a questo scopo.
L'indagine conoscitiva ci ha permesso di acquisire piena consapevolezza del fatto che per conseguire questo obiettivo, l'Italia deve innanzitutto razionalizzare e gestire meglio quanto sta facendo. Deve agire come sistema paese, impiegando in modo coordinato e coerente - valorizzandole e rendendole più efficaci - le molteplici risorse pubbliche, nazionali, regionali e locali, impiegate in modo multiforme a questo scopo.
È necessario anche rendere consapevole l'opinione pubblica - e qui è centrale il ruolo delle Istituzioni parlamentari - delle proprie strategie e priorità politiche, dell'interesse per l'Italia, oltre che del preciso dovere, di essere protagonista nella lotta alla povertà e nella cooperazione, quindi della necessità di dedicarvi adeguate risorse e attenzione politica.
Infine è anche necessaria una riflessione, nelle sedi parlamentari appropriate, sulla riforma complessiva degli strumenti legislativi in materia di cooperazione allo sviluppo.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, entro la fine del 2010 nel mondo potrebbero esserci 90 milioni di nuovi poveri«. È questo l'allarme lanciato poche settimane fa dalla Banca Mondiale nel corso della riunione del Development Committee, l'assemblea annuale dell'Istituto che si è tenuta a Istanbul nei primi giorni del mese di ottobre.
Nel rapporto elaborato dalla Banca Mondiale, presentato al G20 di Pittsburgh, «la ripresa mondiale appena cominciata e il miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari devono ancora fornire lo slancio di cui c'è bisogno per risollevare i Paesi più deboli dalla crisi profonda in cui sono precipitati».
È evidente che, nonostante l'economia mondiale mostri qualche iniziale segno di ripresa, i paesi poveri stanno ancora subendo gli effetti della recessione globale, in particolare i 43 paesi a più basso reddito fra quelli in via di sviluppo.
La Cooperazione è senz'altro lo strumento maggiormente adatto per rispondere alla richiesta di solidarietà proveniente dai Paesi poveri, al fine di assicurare a tutti gli abitanti del pianeta il minimo necessario per garantire loro un livello di vita accettabile, degno di un essere umano.
Onorevoli colleghi, i dati parlano chiaro: nel 2008 gli aiuti italiani sono stati pari allo 0,22 per cento del prodotto interno lordo, con un incremento di 850 milioni di dollari rispetto all'anno 2007. Per quanto ci riguarda, nonostante la grave crisi economica internazionale che ha duramente colpito anche il nostro Paese, l'obiettivo resta quello di raggiungere lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo entro l'anno 2015. Il nostro Paese, inoltre, è terzo in Europa per il numero dei militari impegnati nelle missioni all'estero.
L'Italia si distingue per la generosità con la quale offre i suoi uomini particolarmente richiesti perché bene addestrati e con altissimi livelli di professionalità; uomini che troppo spesso rischiano la vita per partecipare a quelle missioni internazionali volte esclusivamente ad assicurare operazioni di peace keeping e indispensabili per portare sostegno e sollievo alle popolazioni martoriate dal terrorismo e dai tanti conflitti civili che ci sono nel mondo.
Ciononostante, siamo convinti che le risorse da destinare alla cooperazione debbano gradualmente aumentare ma è nostra intenzione ribadire con la mozione Boniver ed altri, la necessità di creare le condizioni per mobilitare con efficacia tutti quei fattori che contribuiscono allo sviluppo sostenibile dei Paesi poveri. Occorre, pertanto, ricercare un'azione simultanea tra pubblico e privato al fine di aumentare la capacità del «sistema aiuti»; si devono esportare buoni modelli produttivi, come quello dell'impresa italiana, senza per questo - lo abbiamo scritto chiaramente - voler imporre nulla a culture Pag. 102diverse dalle nostre, ma soltanto offrire modelli efficaci di sviluppo privato.
Riteniamo fondamentale, inoltre, operare una maggiore responsabilizzazione dei donatori e dei Paesi beneficiari degli aiuti.
Consideriamo pertanto valido un modello di sviluppo che dovrebbe occuparsi più di chi è il beneficiario delle risorse e del loro impiego piuttosto che concentrarsi unicamente sulla semplice elargizione delle risorse e del solo fatto che giungano a destinazione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, pochi giorni prima del G8 che si è tenuto a L'Aquila, il Sommo Pontefice, in una lettera indirizzata al nostro Premier, invitò i capi di Stato delle potenze maggiormente industrializzate a creare posti di lavoro per tutti e a «riformare l'architettura finanziaria del mondo affinché la ricchezza arrivi anche ai Paesi poveri».
Nella sua «agenda di speranza», il Papa sottolineò che i provvedimenti contro la crisi economica saranno efficaci solo «se avranno una valenza etica», auspicando che i leader dei Paesi più ricchi impieghino «ogni energia per assolvere gli impegni assunti dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico durante il vertice delle Nazioni Unite, sull'eliminazione della povertà estrema entro il 2015».
Con la mozione 1-00254, Boniver ed altri, che il Movimento per l'Autonomia si accinge a votare, chiediamo che il Governo si impegni a non interrompere il processo di graduale incremento degli aiuti alla cooperazione, registratosi nel 2008 e a dare continuità a questo percorso anche nel triennio 2010-2012, verificando, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la fattibilità di un piano di riallineamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo che porti gradualmente l'Italia verso il raggiungimento degli obiettivi internazionalmente fissati.
Sempre nell'ambito di tale piano di riallineamento, con la nostra mozione impegniamo l'Esecutivo a far fronte agli impegni assunti nei confronti del fondo globale, che nel 2010 chiamerà i donatori ad impegnarsi per il suo rifinanziamento nel triennio 2011-2013.
Quindi, il centrodestra italiano e il Governo guidato da Silvio Berlusconi riaffermano in questa sede la loro intenzione di continuare a percorrere il sentiero del sostegno alla cooperazione, perseguendo una maggiore responsabilità nell'utilizzo delle risorse che il nostro Paese continuerà a trasferire per ottenere, in breve tempo, una drastica riduzione della povertà nel pianeta.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2724 - A - subem. 0.1.602.1 546 544 2 273 544 44 Appr.
2 Nom. em. 1.602 549 548 1 275 548 43 Appr.
3 Nom. em. 1.43 548 546 2 274 264 282 43 Resp.
4 Nom. em. 1.363 546 544 2 273 225 319 42 Resp.
5 Nom. em. 1.364 542 538 4 270 224 314 42 Resp.
6 Nom. subem. 0.1.600.1 547 544 3 273 260 284 42 Resp.
7 Nom. em. 1.600 544 544 273 543 1 42 Appr.
8 Nom. em. 1.53 545 541 4 271 258 283 41 Resp.
9 Nom. em. 1.350 543 540 3 271 257 283 41 Resp.
10 Nom. em. 1.57 543 540 3 271 258 282 41 Resp.
11 Nom. em. 1.362 545 542 3 272 258 284 41 Resp.
12 Nom. em. 1.361 538 534 4 268 256 278 41 Resp.
13 Nom. em. 1.64, 1.65 538 534 4 268 221 313 41 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.400 530 529 1 265 219 310 41 Resp.
15 Nom. em. 1.401 536 534 2 268 251 283 41 Resp.
16 Nom. em. 1.402 539 536 3 269 254 282 42 Resp.
17 Nom. em. 1.72, 1.403, 1.404 533 532 1 267 248 284 41 Resp.
18 Nom. em. 1.405 523 520 3 261 244 276 41 Resp.
19 Nom. em. 1.406 485 483 2 242 231 252 62 Resp.
20 Nom. em. 1.170 501 496 5 249 205 291 59 Resp.
21 Nom. em. 1.172, 1.173, 1.174 505 505 253 250 255 59 Resp.
22 Nom. em. 1.176 512 511 1 256 247 264 59 Resp.
23 Nom. em. 1.177 519 516 3 259 247 269 56 Resp.
24 Nom. em. 1.407 524 522 2 262 212 310 49 Resp.
25 Nom. em. 1.179 521 519 2 260 246 273 49 Resp.
26 Nom. em. 1.409 520 518 2 260 246 272 49 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.183 520 518 2 260 247 271 48 Resp.
28 Nom. em. 1.411 514 513 1 257 245 268 48 Resp.
29 Nom. em. 1.189 514 511 3 256 209 302 48 Resp.
30 Nom. em. 1.194 517 514 3 258 301 213 48 Appr.
31 Nom. em. 1.500 510 504 6 253 25 479 47 Resp.
32 Nom. em. 1.502, 1.503 510 500 10 251 203 297 47 Resp.
33 Nom. em. 1.601 507 502 5 252 298 204 47 Appr.
34 Nom. em. 1.302 rif. 526 522 4 262 270 252 47 Appr.
35 Nom. em. 1.303 rif. 509 507 2 254 300 207 48 Appr.
36 Nom. subem. 0.1.308.600 508 506 2 254 303 203 48 Appr.
37 Nom. em. 1.308, 1.310 505 503 2 252 301 202 48 Appr.
38 Nom. em. 1.195 507 495 12 248 495 48 Appr.
39 Nom. em. 1.520 510 509 1 255 241 268 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.521 510 510 256 242 268 48 Resp.
41 Nom. em. 1.522 511 509 2 255 242 267 48 Resp.
42 Nom. em. 1.199 512 510 2 256 242 268 48 Resp.
43 Nom. em. 1.524 498 496 2 249 234 262 48 Resp.
44 Nom. em. 1.1000 513 511 2 256 269 242 48 Appr.
45 Nom. articolo agg. 1.01 511 509 2 255 241 268 48 Resp.
46 Nom. subem. 0.1.700.1 511 509 2 255 241 268 48 Resp.
47 Nom. articolo agg. 1.0700 497 496 1 249 263 233 47 Appr.
48 Nom. articolo agg. 1.0701 493 434 59 218 264 170 46 Appr.
49 Nom. subem. 0.1.0702.1 501 494 7 248 194 300 46 Resp.
50 Nom. subem. 0.1.0702.2 505 501 4 251 197 304 46 Resp.
51 Nom. subem. 0.1.0702.3 504 500 4 251 197 303 46 Resp.
52 Nom. articolo agg. 1.0702 504 467 37 234 266 201 46 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 62)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. subem. 0.1.0703.1 503 501 2 251 21 480 46 Resp.
54 Nom. articolo agg. 1.0703 502 474 28 238 474 46 Appr.
55 Nom. odg 9/2724-A/12 474 474 238 217 257 46 Resp.
56 Nom. odg 9/2724-A/13 481 478 3 240 217 261 46 Resp.
57 Nom. odg 9/2724-A/14 481 407 74 204 138 269 46 Resp.
58 Nom. odg 9/2724-A/15 487 487 244 222 265 46 Resp.
59 Nom. odg 9/2724-A/27 494 459 35 230 193 266 45 Resp.
60 Nom. Ddl 2724-A - voto finale 492 459 33 230 263 196 44 Appr.
61 Nom. Moz. Quartiani e a. n. 1-253 409 405 4 203 405 44 Appr.
62 Nom. Moz. Boniver e a. n. 1-254 409 409 205 406 3 44 Appr.