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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 232 di mercoledì 14 ottobre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 11,10.

GIANPIERO BOCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bonaiuti, Bongiorno, Brancher, Brugger, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Lusetti, Martini, Migliavacca, Milanato, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pescante, Razzi, Rotondi, Soro, Stefani, Stucchi, Urso, Valducci, Vito, Volontè e Zeller sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

GIANPIERO BOCCI, Segretario, legge:
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
l'abolizione delle norme in materia di conflitti di interessi (745) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
provvedimenti volti a garantire la presenza di farmacisti e medici non obiettori in tutte le farmacie e le strutture sanitarie pubbliche (746) - alla XII Commissione (Affari sociali);
l'inasprimento delle pene per gli autori di scritte ingiuriose nei confronti degli appartenenti alle Forze armate (747) - alla II Commissione (Giustizia);
l'introduzione di sanzioni pecuniarie per il risarcimento del danno recato al Paese dalle dichiarazioni che ne ledono l'immagine (748) - alla II Commissione (Giustizia);
la privatizzazione della RAI e la creazione di un nuovo canale radiotelevisivo pubblico, finanziato senza ricorrere alla pubblicità né al canone di abbonamento (749) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e IX (Trasporti);
GIORGIO INNOCENZI e MICHELANGELO FOURNIER, da Roma, chiedono nuove norme in materia di anticipazione delle spese legali ai rappresentanti delle forze dell'ordine indagati per reati commessi in servizio (750) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
la riduzione del numero degli assessori nei comuni con meno di 100.000 abitanti e l'abolizione delle province con meno di 500.000 abitanti (751) - alla I Commissione (Affari costituzionali); Pag. 2
l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle navi affondate nel Mediterraneo contenenti rifiuti tossici o radioattivi (752) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
DANIELA LONARDI, da Minerbe (Verona), chiede interventi per lo sviluppo del sistema di trasporto ferroviario delle merci tra il nord-est del Paese e l'Europa centro-orientale (753) - alla IX Commissione (Trasporti);
ENRICO ANDREONI, da Pesaro, e altri cittadini, chiedono:
la reintroduzione del voto di preferenza per l'elezione del Parlamento (754) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'equiparazione del vitalizio dei parlamentari al trattamento pensionistico dei comuni cittadini (755) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'abolizione delle province (756) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede:
la possibilità per i cittadini di iscriversi nelle liste elettorali del comune di nascita in alternativa a quelle del comune di residenza (757) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'istituzione della Giornata del ricordo dei caduti in missioni di pace all'estero (758) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
che le maggiorazioni dei trattamenti pensionistici per gli ex combattenti, previste dalle leggi n. 140 del 1985 e n. 544 del 1998, siano comunque applicate a decorrere dal momento del pensionamento (759) - alla XI Commissione (Lavoro);
che i benefici previsti dall'articolo 6 della legge n. 140 del 1985 e dall'articolo 6 della legge n. 544 del 1998 siano estesi agli orfani di guerra privi di copertura previdenziale (760) - alla XI Commissione (Lavoro).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,20).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Per un richiamo al Regolamento e sull'ordine dei lavori.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo non solo sull'ordine dei lavori, ma per un richiamo all'articolo 131 comma 1, del Regolamento, che recita: «Il Governo può dichiarare di non poter rispondere alle interrogazioni indicandone il motivo. Se dichiara di dover differire la risposta, precisa in quale giorno, entro il termine di un mese, è disposto a rispondere».
Sto ponendo una questione che riguarda le interrogazioni urgenti in X Commissione (Attività produttive), dove reiteratamente si è verificata la condizione per cui nella prevista seduta di interrogazioni urgenti il Governo comunica, nella stessa giornata, la propria indisponibilità a rispondere, in particolare l'indisponibilità del Ministero per lo sviluppo economico a rispondere su importanti interrogazioni urgenti in Commissione che riguardano crisi aziendali di grande rilievo e che confermano il comportamento di multinazionali estere, benché europee. Mi riferisco ad esempio a quella che per conto del PD ho presentato relativamente alla crisi e alla chiusura di un azienda - l'AkzoNobel, una multinazionale di origine olandese operante nel nostro Paese nel settore chimico - e che riguarda la chiusura dello stabilimento ed il licenziamento di 200 Pag. 3dipendenti, che precede una ristrutturazione complessiva della stessa multinazionale sul territorio italiano e sul territorio lombardo. Ma non è il caso specifico che interessa a me qui fare presente.
Mi interessa fare presente il fatto che il Governo nella scorsa seduta, dichiarando la propria indisponibilità per non poter essere presente il rappresentante del Governo medesimo, aveva dato la propria disponibilità a rispondere nella seduta odierna. Siccome non è possibile che il Governo, sia in aula sia nelle Commissioni - infatti questo è un comportamento reiterato in numerose Commissioni, non solo nella Commissione X e da parte di numerosi Ministri - si comporti in modo tale che prima vengono gli appuntamenti di calendario che riguardano i singoli Ministeri ed i sottosegretari e poi, per ultimo, se rimane del tempo, il rapporto con il Parlamento, credo che a questo punto, signor Presidente, debba essere direttamente il Presidente della Camera ad intervenire, affinché il Governo mantenga fede alle proprie responsabilità e faccia di questo Parlamento un punto di interlocuzione non dico sulla legislazione, ma almeno sulle questioni che riguardano il controllo dell'iniziativa del Governo e l'indirizzo del Governo nel sindacato ispettivo. Infatti signor Presidente, se viene meno anche questo punto dovremo prendere atto che siamo in una fase di decadimento totale e di assoluta arroganza nelle modalità con le quali il Governo intende rapportarsi con questo Parlamento.
Ringrazio il presidente della X Commissione, Gibelli, perché ha deciso ugualmente di mantenere la seduta anche in assenza del Governo.
La pregherei quindi, signor Presidente, di chiedere al Presidente della Camera, anche attraverso gli strumenti di moral suasion che sono a sua disposizione, di fare in modo che il Governo oggi venga a rispondere in X Commissione e si ponga fine a questo atteggiamento dell'Esecutivo, che è assolutamente riprovevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANDREA GIBELLI, Presidente della X Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA GIBELLI, Presidente della X Commissione. Signor Presidente, sul medesimo punto posto dall'onorevole Quartiani vorrei ricordare a lei e al collega che, come è stato anticipato dal collega Quartiani, oggi in Commissione attività produttive era prevista, come accade da un po' di tempo, una seduta di question time. In realtà inviterei l'onorevole Quartiani a ricordare che comunque la presidenza della Commissione prevede una serie di occasioni di confronto con il Governo, prevedendo interrogazioni nelle forme che il nostro Regolamento contempla e in forma sufficientemente cadenzata il Governo ha sempre avuto l'opportunità di intervenire.
In quest'occasione, anche in ragione di una reiterata necessità del Governo, ci è stata, comunque, comunicata tempestivamente l'impossibilità da parte del Governo a partecipare ai nostri lavori.
Le argomentazioni che oggi avremmo dovuto affrontare sono assolutamente necessarie, in termini di temporalità, rispetto alle questioni che lei ha posto, onorevole Quartiani, ma nella sede opportuna, vedrà che anche la Commissione attività produttive e il suo Ufficio di presidenza muoveranno dei rilievi al Governo rispetto all'impossibilità a partecipare ai nostri lavori. Comunque, vorrei dirle, per onore di verità, che il Governo ha agito in un lasso di tempo sufficientemente indicativo della sua grande disponibilità a partecipare ai nostri lavori. Ciò anche in ragione di un altro argomento. Onorevole Quartiani, lei sa che la nostra Commissione affronta il tema della riforma della disciplina delle grandi imprese in crisi: anche in quell'occasione, potremmo avere argomentazioni sufficienti per affrontare un tema di strettissima attualità.
Confermo alla Presidenza l'impegno che oggi assumerò, anche nei suoi confronti della Presidenza stessa, rispetto alla necessità che i momenti di confronto che si svolgono attraverso l'istituto del sindacato Pag. 4ispettivo - nella specie, del question time - vengano, comunque, garantiti, proprio per dare quel necessario rapporto di temporalità che le argomentazioni poste richiedono.
Signor Presidente, vorrei segnalarle che, comunque, il Governo si è sempre reso disponibile ad intervenire e potrà notare, comunicandolo alla Presidenza, che il numero di interrogazioni e di sedute che vengono previste per l'occasione sono, comunque, molto articolate, e sono previste quasi ogni settimana.
Quindi, è stato corretto sollevare il caso di oggi - e, come Commissione, agiremo - tuttavia, è altrettanto vero che, negli ultimi mesi, il rapporto con il Governo è sempre stato di massima correttezza istituzionale. Anche in questo caso, mi aspetto che, a breve, il Governo ci comunichi la sua disponibilità per una seduta di question time che, comunque, come presidente della X Commissione, riproporrò anche per la prossima settimana.

PRESIDENTE. In un sistema parlamentare, il Parlamento è l'organo che esercita la sovranità popolare e il Governo è responsabile verso il Parlamento. Anche in sistemi non parlamentari, peraltro, l'attività di controllo parlamentare è penetrante ed è l'elemento fondamentale del sistema istituzionale.
Onorevole Quartiani, riferirò al Presidente della Camera il suo intervento, insieme alle osservazioni del presidente della X Commissione, secondo cui si tratta di un fenomeno isolato e non di una pratica continua. In ogni caso, sono sicuro che il Presidente della Camera eserciterà tutta la sua persuasione morale per garantire che questa fondamentale prerogativa della Camera venga osservata.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica (ore 11,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 2696-A, 2411-B e 2721.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi di tali disegni di legge, è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 13 ottobre 2009.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova per l'assistenza giudiziaria e per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile, fatto a Roma il 7 dicembre 2006 (A.C. 2696-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova per l'assistenza giudiziaria e per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile, fatto a Roma il 7 dicembre 2006.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2696-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
La relatrice, onorevole Biancofiore, ha facoltà di svolgere la relazione.

MICHAELA BIANCOFIORE, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo con la Moldova ha lo scopo di disciplinare l'assistenza giudiziaria, il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile tra i due Paesi, e si è reso necessario per il rilevante sviluppo dei rapporti bilaterali in campo economico, commerciale e sociale, che ha recentemente portato all'istituzione di un'ambasciata nella capitale moldova, Chisinau.
Ricordo che l'iter parlamentare di un provvedimento di contenuto analogo a quello attualmente al nostro esame, presentato dal Governo nel corso della XV legislatura (Atto Camera n. 3095), giunto Pag. 5all'esame dell'Assemblea, non si è concluso per lo scioglimento anticipato delle Camere.
La presenza di una consistente comunità moldova nel nostro Paese, così come il crescente interesse delle aziende italiane per le opportunità di investimento in Moldova, rendono, pertanto, necessaria l'adozione di un quadro normativo certo e coerente, che regoli le delicate problematiche relative all'assistenza giudiziaria, nonché il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze emesse dalle autorità giudiziarie di entrambi i Paesi.
Mi preme, altresì, sottolineare il vivo interesse, soprattutto nel contesto dell'Europa comunitaria, per la nuova stagione politica moldava, apertasi con le elezioni del luglio scorso, le quali hanno segnato l'affermazione delle forze liberal-democratiche e consolidatasi il 25 settembre scorso con la creazione di un nuovo Governo guidato dal giovane giurista Vlad Filat e sostenuto da una nuova maggioranza - l'Alleanza per l'integrazione europea - che si richiama programmaticamente ad una piena integrazione nell'Unione europea.
L'accordo, siglato a Roma il 7 dicembre 2006, si compone di 25 articoli raggruppati in quattro titoli e riprende in linea di massima la tipologia degli accordi bilaterali stipulati dal nostro Paese in questo settore. Signor Presidente, le chiedo gentilmente se può richiamare l'Aula perché non si riesce neanche a parlare...

PRESIDENTE. Lei ha ragione, onorevole relatrice. Per favore, stiamo parlando di un importante accordo con un Paese che sta costruendo la sua democrazia anche con l'aiuto italiano. Vi prego, pertanto, di sciogliere questo brusio: chi ha urgenza di parlare con un collega, può farlo fuori dall'aula. Prego, onorevole.

MICHAELA BIANCOFIORE, Relatore. La ringrazio, signor Presidente.
L'intesa prevede, al titolo I, recante le disposizioni a carattere generale, che i cittadini di entrambe le parti godano di uguale tutela giudiziaria e di libero accesso alle autorità giudiziarie (articolo 2). Ai cittadini delle due parti contraenti non si può richiedere il pagamento di una specifica cauzione, con riferimento alle spese processuali, in ragione della loro cittadinanza (articolo 3). Del pari, i cittadini delle due parti contraenti godono del medesimo diritto al gratuito patrocinio e alle esenzioni da spese giudiziarie, in ragione delle loro condizioni finanziarie (articolo 4).
Il titolo II (artt. 7-16) concerne propriamente la cooperazione giudiziaria, la quale comprende la notifica degli atti, l'esame delle parti, dei testimoni e dei periti, la presentazione di documenti e perizie, lo scambio di informazioni normative e di documenti sullo stato civile. Le parti individuano nei rispettivi Ministeri della giustizia le autorità centrali cui fanno capo le comunicazioni ai sensi del presente accordo. Appare rilevante quanto previsto dall'articolo 8, in base al quale la parte richiesta può rifiutare l'adempimento della cooperazione qualora ciò minacci la propria sovranità, la sicurezza o l'ordine pubblico. Per quanto concerne la collaborazione internazionale per l'assunzione di prove penali da parte delle autorità giudiziarie dei due Stati contraenti, essa si esplica mediante l'istituto della rogatoria (articolo 12).
Il titolo III (artt. 17-22) riguarda il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze: ognuna delle parti dovrà riconoscere e consentire l'esecuzione, sul proprio territorio, delle sentenze emesse dall'autorità giudiziaria dell'altra parte contraente. La previsione concerne le sentenze in materia civile e le sentenze penali limitatamente al risarcimento del danno o alla restituzione di beni.
Il titolo IV contiene disposizioni finali, in base alle quali eventuali controversie sull'interpretazione o l'applicazione dell'accordo verranno risolte per via diplomatica. L'accordo è concluso per un periodo illimitato: con denuncia scritta, una delle parti potrà porvi termine, con effetto a partire da sei mesi dopo la notifica all'altra parte contraente.
Il disegno di legge consta di quattro articoli recanti: l'autorizzazione alla Pag. 6ratifica dell'accordo (articolo 1), l'ordine di esecuzione (articolo 2) e l'entrata in vigore della legge, fissata per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (articolo 4). L'articolo 3, che abbiamo provveduto ad emendare in Commissione, provvede a quantificare gli oneri derivanti dall'applicazione dell'accordo, valutati in 11.510 euro annui. A seguito del parere reso dalla Commissione bilancio, l'anno di decorrenza di tale impegno finanziario è stato posposto al 2010 (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, come si evince dall'ambito materiale di applicazione delle regole specifiche adottate, la ratifica e l'esecuzione di questo strumento pattizio sarà utilissima a fornire un quadro giuridico certo a beneficio dell'ampia comunità moldava presente in Italia, così come per le aziende italiane interessate ad investire in Moldova. Segnalo, a questo proposito, che i nostri rapporti bilaterali negli ultimi anni si sono sempre più e meglio incrementati contribuendo, peraltro, alla realizzazione di un ulteriore tassello nel contesto dei già eccellenti rapporti di cooperazione fra i due Paesi.
Il Governo italiano è interessato a rafforzare il proprio ruolo tra i principali partner europei tra cui la Moldova e, quindi, anche estendendo l'ambito di collaborazione in materia giudiziaria.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il mio intervento sarà davvero breve e, in qualche modo, anticipa e rappresenta anche la dichiarazione di voto finale sul provvedimento oggi alla nostra attenzione. Si tratta di una dichiarazione di voto, alla fine, favorevole su questa ratifica perché l'Accordo consolida, come è stato appena ricordato, i rapporti fra il nostro Paese e la Repubblica di Moldova, con lo scopo precipuo di disciplinare l'assistenza giudiziaria nonché il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile tra i due Paesi, sulla falsariga di quanto già stipulato dall'Italia attraverso accordi bilaterali nel settore della cooperazione giudiziaria.
Questa piccola Repubblica, incastonata tra la Romania e l'Ucraina, è una delle nazioni più povere d'Europa, con un PIL ed un indice di sviluppo umano tra i più bassi del Continente e, attualmente, sta attraversando una gravissima crisi economica che sta portando molti cittadini moldavi ad emigrare altrove. Si calcola che su una popolazione di circa 4 milioni 300 mila abitanti più di un milione siano ormai i moldavi che risiedono all'estero e, come sappiamo, una forte comunità moldava è presente anche nel nostro Paese. Comunque, al momento questo Paese sta vivendo una nuova fase politica che si caratterizza per una sempre maggiore apertura verso l'Europa e le istituzioni comunitarie e, come è stato ricordato dalla relatrice in Commissione e qui in Aula, dopo le elezioni del luglio scorso, che hanno visto prevalere le formazioni liberaldemocratiche, che si richiamano a un programma fortemente orientato verso una piena integrazione nell'Unione europea, la Moldova sta intraprendendo una fase nuova e anche un crescente interesse delle aziende italiane per le opportunità di investimento in quel Paese. Ciò comporta, inevitabilmente, la necessità di adottare un quadro normativo certo e coerente in settori che vanno, appunto, dall'assistenza giudiziaria, come quello di cui stiamo discutendo, a quello sulla cooperazione nel campo della difesa, la cui ratifica è attualmente all'esame della Commissione e che, però, presto giungerà all'attenzione dell'Assemblea. Proprio per il rilevante sviluppo dei rapporti economici, commerciali e sociali, che ha favorito e determinato anche la recente istituzione dell'ambasciata italiana nella capitale moldava, Chisinau, il 7 dicembre 2006 è stato stipulato Pag. 7questo accordo che oggi speriamo possa concludere al più presto il suo iter parlamentare.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, intendo svolgere due brevissime considerazioni in relazione a questo provvedimento, anche perché la relazione della collega Biancofiore è stata convincente ed esauriente. Mi limiterò a sottolineare l'importanza della ratifica e dell'esecuzione dell'Accordo con la Repubblica di Moldova innanzitutto in ragione del fatto che il nostro Paese intrattiene, da tempo ormai, rapporti di carattere commerciale ed economico al punto tale che si è ritenuto opportuno e urgente istituire un'ambasciata nella capitale, appunto, di questo Paese. Molteplici sono le aziende italiane che ricercano opportunità di investimento in Moldova e, quindi, è indubbia l'urgenza dell'adozione di un quadro normativo certo e coerente, che regoli le problematiche relative all'assistenza giudiziaria nonché al riconoscimento e all'esecuzione di sentenze emesse dalle autorità di entrambi i Paesi.
Tuttavia, al di là della specificità di questa motivazione, resta il quadro più generale di natura politica che depone per una intensificazione dei rapporti tra i nostri rispettivi Paesi, in quanto la Moldova presenta problemi estremamente gravosi e rilevanti nel quadro più generale di un processo, che tutti noi intendiamo sostenere e favorire, di integrazione europea.
Si tratta di problemi in ordine alla stabilità politica - già la collega Biancofiore richiamava la costituzione di un nuovo Governo che richiama nel proprio programma come scopo prioritario l'inserimento nella prospettiva europea - di problemi di natura sociale in ragione della povertà e dell'indigenza che caratterizza la composizione della comunità locale e problemi di natura territoriale che evocano la questione della Transnistria ed i rapporti con la Russia di Putin.
Quindi, credo che approfondire il processo che favorisce una più ampia prospettiva di integrazione europea costituisca un'azione meritoria del nostro Paese e peraltro lascia assolutamente tranquilli l'articolo 8 in base al quale la Parte richiesta può rifiutare l'adempimento della cooperazione qualora ciò minacci la sovranità, la sicurezza e l'ordine pubblico.
Il fatto che sia prevista questa norma di garanzia costituisce un fattore di assicurazione che ulteriormente comprova la nostra disposizione ad esprimere una valutazione positiva e dico questo anche come anticipazione della dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 2696-A)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2696-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 2696-A).
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2696-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Pag. 8
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Barani, onorevole Cristaldi, onorevole Tassone, onorevole Mondello, onorevole Traversa, onorevole Moroni, onorevole Speciale, onorevole Barbaro, onorevole Paladini, onorevole Follegot, questa prima votazione è un disastro.. Onorevole Meta, onorevole Oliverio, anche l'onorevole Colucci, il questore che ha introdotto il sistema, è stato tradito dal sistema... ci siamo tutti? Attendiamo... stiamo aspettando perché qualcuno ancora non ha potuto votare. L'onorevole Colucci adesso ha la tessera nuova...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti472
Maggioranza 237
Hanno votato
472).

Prendo atto che i deputati Luciano Rossi, Di Cagno Abbrescia, Ferranti e Scalia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2696-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tassone... Onorevole Coscia... Onorevole Barani... Onorevole Traversa... Onorevole Girlanda... Onorevole Cristaldi... Onorevole Speciale... Onorevole Sardelli... Onorevole Fioroni... Onorevole Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti476
Maggioranza 239
Hanno votato
476).

Prendo atto che i deputati Cambursano, Ferranti e Scalia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Luciano Rossi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2696-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Traversa... Onorevole Barani... Onorevole Cristaldi... Onorevole Miglioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti475
Maggioranza 238
Hanno votato
475).

Prendo atto che i deputati De Torre e Scalia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2696-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Girlanda... Onorevole Traversa... Onorevole Andrea Orlando... Onorevole Tassone... Onorevole Pionati... Onorevole Mariarosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti480
Maggioranza 241
Hanno votato
480).

Pag. 9

Prendo atto che i deputati Ferranti, Testoni, De Torre, Scalia e Carlucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2696-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2696-A).
Qual è il parere del Governo?

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Mecacci n. 9/2696-A/1, anche se non è specificato con quali azioni si impegnerebbe il Governo a «sostenere e rafforzare l'attività».

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,50).

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Mecacci se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2696-A/1, accettato dal Governo.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, colgo naturalmente con favore il parere favorevole espresso dal Governo. Tuttavia, siccome il testo dell'ordine del giorno parla di sostenere e rafforzare le attività dell'OSCE, dell'ufficio per i diritti umani e dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE, che non svolgono attività clandestine, ma che sono sostenute dal Governo italiano, anche con contributi finanziari, «sostenere e rafforzare» significa sostenere e rafforzare questo tipo di attività che naturalmente poi il Governo, non trattandosi in questo caso di un emendamento ma di un ordine del giorno, valuterà in quali forme effettuare.
Comunque mi sembra positivo che il Governo accolga questo ordine del giorno perché il lavoro svolto da queste organizzazioni, in particolare nel corso delle ultime elezioni che ci sono state lo scorso luglio in Moldavia, dove c'era anche una rappresentanza del Parlamento italiano con la delegazione OSCE che ha partecipato al monitoraggio elettorale, grazie anche al contributo delle nostre istituzioni, è qualcosa che ha contribuito ad un'evoluzione nella direzione dell'integrazione europea della Moldavia. Quindi, credo che rafforzare questo tipo di attività sia qualcosa che tutto il Parlamento, con il sostegno del Governo, potrà continuare a portare avanti (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2696-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, avevo già preannunciato nel mio intervento la dichiarazione di voto a favore di questa ratifica rinunciando, di conseguenza, ad intervenire ora. La ringrazio, comunque.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo ora molto brevemente, avendo rinunciato all'intervento nella discussione sulle linee generali, per ricordare che questo è un Accordo sicuramente di collaborazione e di integrazione che muove nella direzione giusta perché va a normare, con questa nuova Repubblica, la Pag. 10Moldova, tutti i rapporti di interesse comune in materia civile, lo sviluppo dei rapporti bilaterali.
Ricordo che nella passata legislatura era già stato avviato un iter che poi si è interrotto, come è già stato ricordato, per lo scioglimento anticipato delle Camere. Comunque, una sempre più consistente comunità moldava in Italia e il crescente interesse delle aziende italiane evidentemente richiedeva un'iniziativa di questo tipo. Salutiamo anche con favore, approfittando di questa occasione, il nuovo giovane Governo di questa giurista, Filat, che, diciamo, comprende un'alleanza, l'alleanza per l'integrazione europea, che si richiama programmaticamente ad una piena integrazione del Paese nell'Unione europea.
Questa è un'intesa che noi riteniamo molto utile, anche perché nella parte finale del provvedimento è anche previsto il riconoscimento dell'esecuzione delle sentenze, vale a dire che ognuna delle parti dovrà riconoscere e consentire l'esecuzione sul proprio territorio delle sentenze emesse dalle autorità giudiziarie dell'altra parte contraente. Le disposizioni finali, inoltre, stabiliscono che eventuali controversie, perché queste possono sorgere sia per quanto attiene ai rapporti civili, ma anche a quelli economici, relative all'applicazione di tale Accordo verranno risolte per via diplomatica. Un ulteriore passo avanti di collaborazione e di integrazione del quale abbiamo bisogno, ed è questo il motivo per il quale voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, nel preannunciare il voto favorevole della Lega Nord, devo svolgere alcune considerazioni. La prima è che in questo caso ci troviamo di fronte ad un Accordo che riconosce le sentenze civili. Era importante portare avanti questo Accordo perché è necessario dare delle certezze anche ai nostri imprenditori, ai nostri cittadini che si trovano a lavorare in quel Paese.
Dobbiamo, però, considerare una cosa importante: questo deve essere visto come l'inizio di un processo che deve portare a qualcosa di più perché è vero che la Repubblica di Moldova si è mossa, in tanti settori, e che si è avvicinata anche all'Unione europea cercando di risolvere i problemi che si sono creati, ma non basta arrivare al riconoscimento solamente delle sentenze in materia civile. Ciò che noi chiediamo è che si arrivi ad un riconoscimento anche delle sentenze in materia penale perché ci sono casi conclamati di azioni criminali commesse da cittadini moldavi nel nostro Paese, e quindi chiediamo che si arrivi ad un riconoscimento reciproco delle sentenze penali in modo poi da poter far scontare nel loro Paese di origine la pena ai detenuti stranieri presenti sul nostro territorio.
Questa nostra richiesta è in linea con la risoluzione sulla cooperazione per l'esecuzione delle condanne penali che, su nostra proposta, è stata approvata all'assemblea annuale dell'OSCE di Vilnius nel luglio scorso, che invita gli Stati membri, quindi sia l'Italia che la Repubblica di Moldova, al riconoscimento nei propri Paesi delle sentenze di condanna dei propri cittadini, in modo da poter trasferire e far scontare la pena ai condannati nel Paese di origine.
Questo è un punto di arrivo: spero che la ratifica di questo Accordo sulle sentenze civili sia un buon viatico per arrivare a quella sulle sentenze penali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire le motivazioni che ho già espresso nel preannunciare il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto favorevole del Popolo della Libertà su Pag. 11questo disegno di legge, ma, nello stesso tempo, come abbiamo già avuto modo di osservare questa mattina in Commissione Affari esteri, quando abbiamo esaminato un altro disegno di legge sulla Moldova, che verrà in discussione, credo, la prossima settimana, anche per sottolineare alcune ambiguità presenti dietro questo Accordo.
Vi è, infatti, una parte del territorio della Moldova che non è sotto il controllo del Governo di Chisinau, perché, in pratica, in Transnizia comanda la mafia, diciamocelo molto francamente, e non sempre il Governo centrale è in grado di imporre il rispetto dei diritti umani, oltre che un controllo serio sul commercio delle armi.
Quindi, va bene questo Accordo, che è sicuramente da sottoscrivere, ma occorre vi sia anche un impegno morale dell'Italia a fare sempre più pressioni e ad aiutare sempre di più questa giovane Repubblica, che sta dimostrando in questi anni di cambiare profondamente, anche dal punto di vista politico, perché le leggi siano applicate in tutto il territorio della Repubblica di Moldova e non solo in una sua parte.
Condivido pienamente anche lo spirito dell'ordine del giorno del collega Mecacci. Penso che l'Italia, che è uno dei principali partner europei della Moldova, possa e debba fare molto su questo piano. Mi auguro che l'approvazione di oggi sia un passo in questo senso.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2696-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2696-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2696-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... onorevole Barani... onorevole Bocchino... onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova per l'assistenza giudiziaria e per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile, fatto a Roma il 7 dicembre 2006 (2696-A)».

Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato 492
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, con Allegato, adottata a Parigi il 2 novembre 2001, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2411-B) (ore 12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, con Allegato, adottata a Parigi il 2 novembre 2001, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno.

Pag. 12

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2411-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che le Commissioni III (Affari esteri) e VII (Cultura) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
La relatrice per la Commissione Affari esteri, onorevole Biancofiore, ha facoltà di svolgere la relazione.

MICHAELA BIANCOFIORE, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, lo scorso 29 luglio la Camera ha approvato il disegno di legge recante l'autorizzazione alla ratifica della Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo adottata a Parigi il 2 novembre 2001 dagli Stati membri dell'UNESCO.
Segnalo che l'ulteriore passaggio parlamentare si è reso necessario a seguito di una modifica apportata dall'altro ramo del Parlamento relativa alla clausola di copertura finanziaria. L'articolo 11 del disegno di legge è stato infatti emendato, esplicitando il riferimento al fondo speciale di parte corrente, al fine di specificare come l'intervento di riduzione riguardi appunto risorse di parte corrente e non di parte capitale.
Nel rinviare alla relazione svolta in prima lettura per il contenuto della Convenzione e per il testo del provvedimento, per tutti gli altri aspetti rimasto inalterato, sollecito la più rapida approvazione del disegno di legge all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, la Convenzione UNESCO rappresenta sostanzialmente l'unico modo per impedire il saccheggio del patrimonio culturale sottomarino situato oltre le 24 miglia nautiche dalla costa italiana. Il Governo auspica quindi di arrivare in tempi rapidi ad una ratifica della Convenzione e al conseguente deposito dello strumento di ratifica presso l'UNESCO, in vista della prossima riunione dell'Assemblea delle Parti prevista per i primi di dicembre 2009. La Convenzione in oggetto è l'unico tra gli accordi stipulati in ambito UNESCO nel settore culturale a non essere ancora stato ratificato dal nostro Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, il mio intervento ovviamente preannuncia il voto favorevole dell'Italia dei Valori riguardo alla ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione del patrimonio subacqueo, adottata a Parigi il 2 novembre 2001, con le norme di adeguamento. Questa Convenzione è stata fortemente voluta dal nostro Paese, ma come solito ci arriviamo per ultimi e con un imbarazzante ritardo.
Il provvedimento all'esame può definirsi una summa di diritti e doveri in capo agli Stati aderenti in materia di difesa del patrimonio archeologico subacqueo. È un passo importante per il nostro Paese, perché con questa Convenzione si contribuisce a regolare a livello internazionale la gestione di una risorsa preziosa come quella del patrimonio archeologico, considerato che l'Italia è particolarmente ricca di testimonianze culturali e storiche presenti non soltanto sulla terra emersa ma anche nei fondali: vantiamo un patrimonio subacqueo enorme, vi sono all'incirca 3 milioni di relitti nei fondali dell'oceano che ancora devono essere scoperti. Su questo fronte servirebbe quindi il buonsenso dei Governi, ma soprattutto la certezza della pena rispetto ad un problema che riguarda appunto il saccheggio dei beni archeologici in oggetto: annunciare pene severe che poi si devono applicare ai trafficanti di reperti significa terminare di tollerare una pratica abbietta.
È necessario intervenire in tale regolamento, e quindi è bene questa Convenzione: vanno ricordati alcuni casi significativi, come quello dell'americano Ballard Pag. 13negli anni Novanta, che recuperò nel triangolo fra Cagliari, Tunisi e Trapani 7 relitti di epoche diverse, rivendicandone la proprietà. Questi eventi hanno confermato la necessità di un provvedimento internazionale volto alla protezione e alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione; alla base, la collaborazione tra Stati pertanto diventa indispensabile.
Noi riteniamo che vi sono due elementi su cui bisognerà soprattutto porre particolare attenzione: è uno strumento, quello della Convenzione di Parigi e della ratifica oggi del nostro Governo, che stimola anche a preservare quel patrimonio nei fondali, esattamente come avviene in Egitto con i percorsi archeologici subacquei, evitando la loro emersione e quindi favorendo il turismo archeologico subacqueo. Infine, resta la speranza che alla presenza di un apprezzabile passo avanti con questa ratifica, corrisponda il rispetto dell'impianto normativo in discussione, ovvero la riduzione dei tempi burocratici nel corso dei ritrovamenti, e soprattutto l'azione punitiva e sanzionatoria, la cui certezza sia da esempio per chi ritiene di poterla fare franca di fronte ad un reato abietto, rubare la storia del nostro Paese per mercificarla (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, svolgo anche in questo caso un brevissimo intervento, perché si tratta di un atto sostanzialmente dovuto oltre che opportuno: in sostanza, l'esplicitazione del riferimento al Fondo speciale di parte corrente, che è stata peraltro esaminata ampiamente nella discussione in Commissione.
Le ragioni che depongono per una valutazione positiva di questo provvedimento sono molteplici. Ne richiamerò soltanto due. Innanzitutto la condivisione dei principi generali dettati della Convenzione e cioè l'obbligo per le parti di preservare il patrimonio culturale subacqueo nell'interesse dell'umanità e di adottare misure conseguenti. Ancora, la conservazione in situ del patrimonio culturale come opzione prioritaria prima di autorizzare o intraprendere qualsiasi intervento. In terzo luogo, il divieto dello sfruttamento del patrimonio a fini di natura commerciale. Accanto alla condivisione di queste regole generali - qui la sottolineatura mi sembra opportuna - l'importanza delle regole che costituiscono l'allegato alla Convenzione, regole che sono costituite da disposizioni pratiche estremamente dettagliate, che riguardano le attività dirette alla tutela del patrimonio culturale subacqueo. Si tratta di regole ormai largamente riconosciute ed applicate che negli anni hanno costituito un punto di riferimento nel campo degli scavi e dell'archeologia subacquea. Per queste ragioni e per il significato eminentemente culturale del provvedimento preannuncio il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo - A.C. 2411-B)

PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori e il Governo rinunciano alla replica.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,10).

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, chiedo un attimo di attenzione all'Aula. Con profonda commozione ed emozione do notizia di aver appreso, in questo momento, la scomparsa di Maria Angiolillo, un nome - per chi è di Roma e per chi ha seguito la storia dell'ultimo secolo d'Italia - legato a quello del marito Pag. 14Renato Angiolillo, fondatore de Il Tempo, persona la cui casa è stata sempre frequentata, indipendentemente dal colore politico, da opposizione e maggioranza. È con profonda commozione, quindi, che do questa notizia all'Aula e credo - pur essendo un fatto inusuale e le sono grato, signor Presidente, di avermi dato la parola - di poter domandare all'Aula un momento di silenzio.

PRESIDENTE. L'Aula si associa al cordoglio espresso dal collega Consolo.

Si riprende la discussione.

(Esame degli articoli - A.C. 2411-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Avverto che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento porrò in votazione soltanto l'articolo 11 del provvedimento che è stato modificato dal Senato.
Passiamo dunque all'esame dell'articolo 11, al quale non sono riferite proposte emendative (Vedi l'allegato A - A.C. 2411-B).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Fioroni... onorevole Saltamartini... onorevole De Micheli... onorevole Berardi. Abbiamo votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
491).

Prendo atto che i deputati D'Antona e Sarubbi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2411-B)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, come già anticipato in sede di discussione sulle linee generali, dichiaro il voto favorevole dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dell'Unione di Centro. Questa Convenzione, estremamente importante, è tornata alla Camera dopo essere stata modificata al Senato.
Gli stessi principi generali - ossia l'obbligo per le Parti di preservare il patrimonio culturale subacqueo nell'interesse dell'umanità, la conservazione in situ del patrimonio culturale, il divieto di sfruttamento del patrimonio culturale subacqueo a fini commerciali - fanno di questa Convenzione un atto sicuramente importante. Prima di concludere, intendo soprattutto ricordare il fatto che questa Convenzione crea e dà la possibilità di formare persone con competenze specifiche e metodologie atte alla conservazione dei siti. Come dicevo, la Convenzione va incontro ad un settore delicato, quale è quello del patrimonio culturale subacqueo, che certamente da questo momento, grazie alla Convenzione, si potrà definire più tutelato. Pertanto, preannunzio il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Amico. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, per un Paese circondato per i due terzi dal mare è importante ratificare e dare esecuzione Pag. 15alla Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo. Pertanto, il gruppo della Lega Nord ritiene che si tratti di un provvedimento da approvare e preannunzia il proprio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2411-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2411-B, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Barani... onorevole Saltamartini... onorevole Traversa....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, con Allegato, adottata a Parigi il 2 novembre 2001, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (2411-B):

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Prendo atto che i deputati Bossa, Speciale e Ascierto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Discussione del disegno di legge: S. 1694 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra la Comunità europea e gli Stati membri, da una parte, e gli Stati Uniti d'America, dall'altra, con allegati, fatto a Bruxelles il 25 aprile 2007 e a Washington il 30 aprile 2007 (Approvato dal Senato) (A.C. 2721) (ore 12,16).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra la Comunità europea e gli Stati membri, da una parte, e gli Stati Uniti d'America, dall'altra, con allegati, fatto a Bruxelles il 25 aprile 2007 e a Washington il 30 aprile 2007.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2721)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, presidente della Commissione affari esteri, onorevole Stefani, ha facoltà di svolgere la relazione.

STEFANO STEFANI, Relatore. Signor Presidente, l'Accordo sul trasporto aereo tra la Comunità europea e gli Stati Uniti d'America costituisce un significativo superamento della precedente - e tuttora vigente - dimensione bilaterale nel campo degli accordi sui servizi aerei.
Infatti, non solo esso apre gradualmente i rispettivi mercati del trasporto aereo stesso, realizzando in prospettiva un mercato unico transatlantico del trasporto (pari al 60 per cento del traffico mondiale), ma prevede anche l'allineamento delle relazioni tra gli Stati Uniti e i vari Pag. 16Stati membri della Comunità ad alcuni elementi di base della legislazione comunitaria, come la sicurezza dei voli, la tutela della concorrenza, la gestione del traffico aereo, la tutela dei consumatori e dell'ambiente.
Segnalo che l'articolo 25 ne ha previsto l'applicazione in via provvisoria dalla data del 30 marzo 2008, mentre una seconda fase negoziale di liberalizzazione e convergenza normativa ha avuto avvio nel maggio 2008.
L'Accordo consentirà a ciascuna compagnia aerea dei Paesi dell'Unione europea e degli Stati Uniti: di volare da ogni città dell'Unione europea verso ogni città negli Stati Uniti e viceversa; di operare senza restrizioni sul numero dei voli, aeromobili usati, o rotte scelte, includendo diritti illimitati di volare oltre il territorio degli Stati Uniti e della Unione europea verso punti in Paesi terzi; di definire liberamente le tariffe applicabili; infine, di entrare in accordi di collaborazione tra compagnie, inclusi gli accordi di condivisione del volo e di noleggio con equipaggio.
Passando propriamente al contenuto dell'Accordo, esso si compone di un preambolo, di 26 articoli e 5 allegati. Mi limiterò a sintetizzare le norme più salienti.
In primo luogo, l'Accordo fissa una clausola di portata generale, all'articolo 2, in base alla quale le parti assicureranno alle compagnie aeree europee e statunitensi «eque e pari opportunità di competere» nell'ambito dei trasporti aerei disciplinati nell'Accordo in esame. Per garantire tali opportunità, le autorità competenti di una parte contraente rilasciano celermente al vettore aereo dell'altra parte che ne abbia fatto richiesta le autorizzazioni previste, subordinatamente a una serie di condizioni. Gli articoli 3 e 4 rispettivamente definiscono i diritti di sorvolo, scalo tecnico, nonché altri diritti commerciali previsti nell'Accordo necessari alla concreta operatività ed all'esercizio delle rotte. Gli articoli 8 e 9 attengono all'ambito del rispetto degli standard della sicurezza degli aeromobili, degli equipaggi e delle strutture. Il capitolo delle opportunità commerciali è affrontato nell'articolo 10, in base al quale i vettori di ciascuna delle parti hanno il diritto di istituire uffici nel territorio dell'altra parte per promuovere e vendere servizi di trasporto aereo e ogni attività collegata. Assai rilevante è quanto previsto dall'articolo 14 in materia di sovvenzioni e aiuti pubblici, che in linea generale, vanno escluse in quanto distorsive della concorrenza e dannose per l'obiettivo della liberalizzazione dello spazio aereo comune.
Il disegno di legge che stiamo esaminando, approvato il 30 settembre scorso dal Senato, si compone di tre articoli, con le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e di esecuzione dell'Accordo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti.
In conclusione, tale Accordo sarà sempre, e senz'altro, a beneficio dell'utenza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, vorrei segnalare che questo Accordo pone le premesse per creare una maggiore concorrenza, nuova opportunità per le compagnie aeree e per i passeggeri, e risponde ad esigenze di carattere giuridico, poiché la Corte di giustizia delle Comunità europee ha statuito l'incompatibilità con il diritto comunitario di numerosi accordi bilaterali in materia di trasporto aereo (infatti questo Accordo li sostituirebbe tutti).
Inoltre, sempre per auspicare una rapida approvazione, vorrei segnalare che, oltre all'Italia, solo sei altri membri dell'Unione europea non hanno ancora ratificato l'Accordo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo brevemente per rappresentare Pag. 17il parere favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori sul provvedimento di ratifica al nostro esame. Si tratta di un Accordo che permetterà di superare il contrasto di fatto esistente tra il diritto comunitario, o meglio, tra le sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee e il diritto internazionale che discende dagli accordi bilaterali sottoscritti dai singoli Stati membri dell'Unione europea con gli Stati Uniti d'America. Un particolare favore da parte del nostro gruppo va evidenziato riguardo alla procedura con la quale si è arrivati a questo Accordo (non solo, quindi, circa il contenuto dell'Accordo stesso che indubbiamente migliorerà tutta una serie di servizi).
Questo Accordo, infatti, rappresenta il primo esempio di mandato verticale nel settore aeronautico ovvero si tratta di un testo negoziato dalla Commissione europea su mandato specifico ricevuto dal Consiglio europeo dei trasporti, negoziato e poi siglato dai rappresentanti degli Stati membri con la controparte statunitense.
Come ho già anticipato il gruppo dell'Italia dei Valori è particolarmente favorevole al fatto che procedure di questo tipo vengano messe in atto perché portano o possono portare a risultati importanti. Inoltre noi dell'Italia dei Valori speriamo fortemente e ci batteremo anche nelle sedi del Parlamento europeo affinché questo tipo di procedura sia sempre più utilizzato e ancor più velocizzato, perché occorre ricordare che questo Trattato - che oggi è alla nostra attenzione - ha una procedura che va avanti da ben sei anni. Quindi quando riusciremo, ovviamente in assenza di contrasti da parte degli Stati membri, a redigere accordi, sottoscriverli e poterli attuare in un tempo più breve, questo sarà un altro grande risultato di «sburocratizzazione» di un'Europa che auspichiamo possa sempre più mostrarsi vicina ai cittadini.
Venendo al contenuto dell'Accordo voglio particolarmente sottolineare l'importanza della collaborazione sulla sicurezza degli spazi aerei e quindi dei voli, della collaborazione per la difesa dell'ambiente, e della creazione - noi speriamo celere - di uno spazio aereo unico e libero fra Europa e Stati Uniti d'America.
Questi sono i motivi, signor Presidente e cari colleghi, che ci portano ad esprimere il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori su questo provvedimento, e quindi fin da ora posso annunciare che rinunzieremo alla dichiarazione di voto finale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, anche su questo provvedimento c'è stata una valutazione largamente condivisa nell'ambito dei lavori in Commissione perché è comune l'interesse per la prospettiva dell'affermazione di un mercato unico del trasporto aereo. Del resto questo provvedimento non soltanto consente un'apertura graduale dei rispettivi mercati del trasporto aereo, realizzando in prospettiva un mercato unico transatlantico, ma prevede pure l'allineamento delle relazioni tra gli Stati Uniti e i vari Stati membri dell'Unione europea ad alcuni elementi di base della legislazione comunitaria. Penso in modo particolare alla sicurezza dei voli, alla tutela della concorrenza, alla gestione del traffico aereo, e - con particolare riguardo - alla tutela dei consumatori e dell'ambiente che sono temi tutto affatto secondari o di non scarsa importanza.
Mi preme, per motivare le ragioni del voto favorevole che il nostro gruppo attribuirà a questo provvedimento, richiamare ancora tre aspetti che mi sembrano di particolare rilievo. Innanzitutto l'attenzione che viene posta al rispetto degli standard della sicurezza degli aeromobili, degli equipaggi e delle loro strutture, che è un tema - credo - nel nostro tempo particolarmente rilevante e rispetto al quale siamo tutti assolutamente sensibili. In secondo luogo, pure significativo è il tema, per così dire, delle opportunità commerciali che consente - nel modo in cui viene definito - ai vettori di ciascuna parte il diritto di istituire uffici sul territorio Pag. 18dell'altra parte per promuovere e mettere sul mercato servizi di trasporto aereo nonché le attività collegate. Infine - questo è un tema di valenza più generale che attiene alle modalità con le quali pensiamo ai necessari processi di liberalizzazione - assai rilevante è quanto previsto in materia di sovvenzione e di aiuti pubblici che in linea generale vanno esclusi in quanto sono distorsivi del mercato e della concorrenza e dannosi per l'obiettivo della liberalizzazione dello spazio aereo comune.
Credo che questi temi siano sufficienti per render conto e per motivare il voto favorevole che ci apprestiamo ad esprimere su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 2721)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2721)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2721), al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Leo... onorevole Traversa... onorevole Armosino... onorevole Barani... onorevole Paladini... onorevole Antonino Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2721), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Coscia... onorevole Iannarilli... onorevole Girlanda... onorevole Caldaro... onorevole Vico... onorevole Briguglio... onorevole Turco Livia... onorevole Corsaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
496).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2721), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova... onorevole Barani... onorevole Reguzzoni... onorevole Traversa... onorevole Sardelli... onorevole Leo... onorevole Girlanda... onorevole Vignali... onorevole Barani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
496). Pag. 19

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2721)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, l'Accordo sul trasporto aereo tra la Comunità europea e gli Stati membri, da una parte, e gli Stati Uniti d'America, dall'altra, concluso il 30 aprile 2007, riveste un significato molto importante, oltre ad aprire gradualmente i rispettivi mercati del trasporto aereo realizzando in prospettiva il mercato unico tanto auspicato. L'Accordo prevede l'allineamento delle relazioni tra gli Usa e i vari Stati membri soprattutto rispetto ad alcuni elementi di base della legislazione comunitaria, come ad esempio la sicurezza dei voli - elemento sicuramente prioritario - la tutela della concorrenza, la gestione del traffico aereo e la tutela degli utenti e dell'ambiente.
Va sottolineato come anche l'Accordo potrà favorire la cooperazione tra le autorità competenti dell'Unione europea e quelle degli Stati Uniti soprattutto - come dicevo - nel settore della sicurezza aerea. L'Accordo consentirà anche alle compagnie aeree europee e statunitensi di volare da ogni città dell'Unione europea agli Stati Uniti e viceversa; soprattutto di operare senza restrizioni sul numero di voli, sugli aeromobili usati o sulle rotte scelte, includendo diritti illimitati di sorvolo dal territorio degli Usa e della UE verso punti in Paesi terzi; di definire liberamente le tariffe applicabili e di rientrare in accordi di collaborazione tra compagnie, inclusi gli accordi di condivisione del volo e di noleggio con equipaggio.
Come già detto però, l'aspetto più importante o uno degli aspetti più importanti dell'Accordo politico ed economico è quello finalizzato alla realizzazione di un mercato unico del trasporto aereo.
Nel dichiarare il voto favorevole a nome dell'Unione di Centro, auspico e mi auguro che anche l'Accordo in esame possa aiutare in qualche modo a migliorare la situazione dei trasporti aerei interni nazionali, che vengono fatti quasi totalmente attraverso la nostra compagnia di bandiera o quasi di bandiera che, come sappiamo tutti perché lo vediamo sulla nostra pelle ogni giorno, funzionano sempre meno e sempre peggio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, non servono molte parole per dire che l'Accordo in esame è non soltanto storico, ma importantissimo, uno dei più importanti per la vita del nostro Paese sia in termini economici sia per i singoli cittadini. Non è solo un Accordo che sancisce la nascita del mercato unico transatlantico, ma è soprattutto l'Accordo che sancisce la nascita del libero mercato a livello mondiale. Infatti, gli attori sono i due principali soggetti del trasporto aereo mondiale: l'Unione europea e gli Stati Uniti. Basti pensare che l'Accordo in esame abroga oltre 20 accordi bilaterali tuttora esistenti ed operanti.
Ma non è soltanto questo: è anche la pietra tombale su tanti anni di politiche condotte nel nostro Paese e basate sui finanziamenti delle compagnie di bandiera. Ad esempio, l'articolo 14 del Trattato afferma che non sono più possibili sovvenzioni e aiuti pubblici e si dice che non sono assolutamente possibili «le iniezioni di capitale, le sovvenzioni incrociate, i contributi, le garanzie, l'assetto azionario, gli sgravi o le esenzioni fiscali effettuate da qualsiasi soggetto statale». In altre parole, una volta approvato il Trattato in esame non sarà più possibile combinare i disastri che in passato sono stati fatti utilizzando i soldi dei cittadini, perché saremo vincolati, oltre che dal diritto comunitario, anche da un preciso Accordo con gli Stati Uniti d'America.
Quello in esame è un Trattato che sancisce e parla di diritti di compagnie, di diritti degli Stati, però in realtà è un Pag. 20Trattato che va a favore innanzitutto dei diritti dei passeggeri, dei diritti delle imprese, dei diritti anche dei lavoratori di queste imprese, che avranno a disposizione la maggiore offerta possibile e poi anche dei diritti degli aeroporti - e quando parlo di aeroporti mi riferisco a tutti gli aeroporti del nostro Paese - ad operare tutti i voli che sono consentiti dal mercato. Tutti i voli che il mercato richiederà potranno essere operati da tutti gli aeroporti, siano quello di Malpensa, siano quelli del Veneto, siano quelli del Piemonte, siano quelli di tutte le regioni d'Italia. Quindi, è finalmente un Trattato che va a favore di tutto il territorio del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsini. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, confermo nuovamente il nostro voto favorevole al provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2721)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2721, già approvato dal Senato, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi? Onorevole Della Vedova? Onorevole Fontana Vincenzo? Onorevole Vella? Onorevole Orlando Andrea? Onorevole Sardelli? Onorevole Vico? Onorevole Paladini? Onorevole Lo Monte? Onorevole Perina? Onorevole Barani? È un colore nuovo quello dell'onorevole Barani?
Dichiaro chiusa la votazione.
S. 1694 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra la Comunità europea e gli Stati membri, da una parte, e gli Stati Uniti d'America, dall'altra, con allegati, fatto a Bruxelles il 25 aprile 2007 e a Washington il 30 aprile 2007 (Approvato dal Senato) (2721):
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato 486
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Luciano Rossi ha segnalato che non è riuscito a votare.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,40).

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, di qui a poco, dopo il voto sul documento di insindacabilità che riguarda il collega Ronchi, termineremo le votazioni in Aula. Voglio esprimere alla Presidenza la preoccupazione del nostro gruppo. Siamo molto preoccupati, perché la fase politica è delicata e lo scontro istituzionale che si è avuto in questi giorni ne è la prova, ma all'ordine del giorno vi è - lo comprendiamo tutti - il tema delle riforme costituzionali.
In questo momento, non mi interessa spiegare le mie idee, né sindacare quelle degli uni, piuttosto che quelle degli altri. So solo che siamo in un momento decisivo per la credibilità del Parlamento e delle istituzioni e che, probabilmente, vi è chi, in modo legittimo, anche attraverso una Pag. 21modifica costituzionale, ritiene che diverso debba essere il ruolo del Parlamento in un sistema democratico come il nostro. Tutto questo fa parte del dibattito politico e non mi permetto di sindacarlo, perché la sede non è questa, non è quella di un dibattito improprio in questo momento.
Onorevole Presidente, la preoccupazione che esprimo a nome del mio gruppo deriva dal fatto che questa legislatura è iniziata con il Presidente della Camera che, giustamente, ha spiegato che dovevamo lavorare di più, e lavorare in Aula. Sappiamo che il Parlamento lavora anche in Commissione e non possiamo accettare il qualunquismo di chi ritiene che si lavori solo in Aula (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Sappiamo che il ruolo del parlamentare è molto più complicato e che vi è un lavoro molto serio all'interno delle Commissioni, tuttavia, il Presidente della Camera, giustamente - aggiungo io - ha detto che dobbiamo elevare la produttività del Parlamento.
Con il conforto di tutti i gruppi, il Presidente della Camera ha pensato non solo di inserire meritoriamente il tema delle impronte digitali - su cui è stato assai bravo e risoluto, e vediamo che il sistema funziona - ma ha posto anche la questione di votare, almeno, per quattro giorni e mezzo. Non è un caso che ciò che sta capitando oggi, purtroppo, si sta ripetendo settimana dopo settimana. Se ieri i gruppi parlamentari non avessero dato il via libera ad inserire all'ordine del giorno, questa mattina, la ratifica dei Trattati internazionali, questa settimana avremmo lavorato in Aula - lo ripeto, in Aula - dalle 15,30, 16 di ieri, alle 17,30.
Ieri vi sono stati dei colleghi - che posso capire, perché l'emotività di certi dibattiti porta anche ad affermazioni un po' fuori misura - che hanno spiegato, in base al merito di un voto - e tutti i voti andrebbero rispettati, non solo quelli di chi si ritiene politicamente corretto, ma anche quelli degli altri - che si vergognavano del Parlamento. Ebbene, cari colleghi, voglio dirvi di stare attenti, di qui a poco, a non doverci vergognare noi collettivamente rispetto ad un'opinione pubblica che difficilmente può capire, se non gliele spieghiamo, le ragioni di un voto di mezza giornata o di una giornata di un Parlamento in una settimana.
Dunque, perché non si arriva al voto? Occorre spiegare perché il meccanismo è inceppato! Il Presidente della Camera questa mattina (gli ho telefonato) giustamente mi ha detto che solleciterà, presso l'Ufficio di Presidenza, le Commissioni ad immettere dei provvedimenti in Aula. Vorrei far notare ai colleghi, molto sommessamente, che se l'opposizione è opposizione, e se il Ministro dell'economia e delle finanze esprime parere contrario su tutti i provvedimenti (o quasi) che l'opposizione porta all'ordine del giorno, tali provvedimenti non arriveranno mai al voto dell'Aula e, giustamente, le Commissioni li filtreranno prima! Pertanto, si pone una questione politica: il Parlamento procede (brusii)... Scusate, ma sto facendo un ragionamento...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Casini.

PIER FERDINANDO CASINI. Il Parlamento procede con voti di fiducia, maxiemendamenti, apposizioni di procedure abbreviate che finiscono per annullare, assimilare e assorbire tutto il dibattito del nostro Parlamento, e noi ci troviamo a non avere provvedimenti da calendarizzare! Pertanto, o anche la maggioranza, assieme a noi, recupera una sua terzietà rispetto al Governo ed evita di identificarsi unicamente nei provvedimenti governativi, o questo Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... Guardate sono del tutto indifferente, perché chi non capisce che la tematica...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

PIER FERDINANDO CASINI. La tematica che solleviamo è un po' delicata per tutti, in particolare per chi è alla maggioranza, più che per chi è all'opposizione. Se non lo capite, mi dispiace! Pag. 22
Io ritengo - e concludo - che questa sia una questione decisiva, perché la credibilità del Parlamento viene meno anche per un lavoro di un giorno alla settimana: ciò è inconcepibile rispetto alla tradizione, alla storia e alla dignità del Parlamento che noi difendiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei valori già questa mattina ha espresso in una manifestazione pubblica fuori dal Parlamento con tutti i propri deputati, la profonda amarezza per quello che riteniamo essere un grave e inaccettabile atto di abdicazione ai propri doveri da parte della maggioranza parlamentare: dalla ripresa dei lavori d'Aula a settembre, in un mese il Parlamento italiano ha - in questo ramo del Parlamento - convertito in legge solo un provvedimento. Abbiamo avuto tre progetti di legge di iniziativa parlamentare che sono arrivati in quest'Aula e nessuno dei tre è giunto al voto finale: uno è stato sospeso, uno è stato dichiarato oggetto di una questione pregiudiziale di costituzionalità ed uno è stato rinviato in Commissione.
La realtà è - come dicevo prima - che vi è una maggioranza che ormai ha accettato supinamente che le leggi non siano più fatte dal Parlamento, ma che siano di esclusiva iniziativa del Governo; una maggioranza che non dà più alcun impulso alle migliaia di progetti di legge, non pretendo dell'opposizione, ma nemmeno ai propri, che giacciono inerti e ormai impolverati nelle Commissioni parlamentari e attende esclusivamente l'iniziativa che viene da palazzo Chigi.
Noi riteniamo che questo sia un grave atto di lesione non solo dei diritti e dei doveri di questo Parlamento, ma delle aspettative del Paese. Vorremmo, dato che il Governo non lo fa, che fosse la maggioranza parlamentare - sicuramente trovando un'opposizione disponibile al confronto - a farsi carico dei gravi temi che nel Paese oggi gravano. Ci piacerebbe vedere affrontato in questo Parlamento il tema di portare da cinquantadue a centoquattro le settimane di cassa integrazione per le centinaia di migliaia di lavoratori rimasti senza lavoro e che se le sono già pagate, queste ore, con i miliardi di euro che l'INPS ha nelle sue casse e che sarebbe ora che oggi, che i lavoratori ne hanno bisogno, mettesse a disposizione (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Ci piacerebbe poter stare qui a parlare di una riduzione dell'IRAP, che oggi è una tassa che incide pesantemente sulla capacità delle imprese di dare lavoro, di creare nuove occasioni nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ha il diritto di parlare!

MASSIMO DONADI. Invece siamo qui, sempre e soltanto, a difendere gli interessi privati del Premier e di una «cricca» di evasori fiscali con i quali, evidentemente, solidarizza (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

ANTONIO MARTINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, le sono grato per avermi dato la possibilità di parlare e le prometto che non abuserò di questa sua cortesia, ma mi vedo costretto ad esprimere il mio dissenso dal presidente Casini della cui amicizia mi onoro e che spero sia ricambiata.
Presidente Casini, lei ha espresso una preoccupazione assolutamente fondata sotto il profilo dell'immagine e con essa ella intendeva difendere la dignità del Parlamento. In realtà, credo che sia vero il contrario. Per troppo tempo i presidenti dei due rami del Parlamento hanno snocciolato Pag. 23i numeri dei provvedimenti di legge approvati dalla loro Camera, quasi che questo fosse un calzaturificio che quante più scarpe produce tanto è migliore (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Siamo tutti d'accordo che è necessario legiferare. Ma chi fa le leggi? Il Parlamento. Pertanto, invocare un maggior numero di voti significa offendere la dignità del Parlamento. Il Parlamento è diventato un inutile meccanismo di ratifica di decisioni prese da altri. Vorrei ricordare al presidente Casini, che giustamente è nostalgico dei bei tempi andati, che nei bei tempi andati esisteva il pastone. Il pastone era un articolo, in genere in prima pagina, nel quale si dava conto delle opinioni espresse dai vari deputati. Il deputato Casini ha detto questo, il deputato Martino gli ha risposto quest'altro. Era il modo essenziale di collegare l'attività dei parlamentari all'opinione pubblica. I deputati non dovevano essere costretti a venire in Aula, ma avevano un fortissimo incentivo a venire in Aula perché così facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) i loro elettori sapevano cosa sostenevano e quali argomentazioni usavano. Insomma, si facevano conoscere (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

FURIO COLOMBO. È la vostra legge!

PRESIDENTE. Colleghi!

ANTONIO MARTINO. Il pastone è finito perché è finito il Parlamento. Vorrei che rifletteste su due dati. In primo luogo, ricordo che durante il dibattito in Assemblea costituente per la ratifica del Trattato di pace Vittorio Emanuele Orlando pronunciò un discorso memorabile e che merita, ancora oggi, di essere riletto. Ad un certo punto il presidente Terracini lo interruppe e gli disse: «Onorevole Orlando, un'ora e 45 minuti or sono ella aveva promesso che sarebbe stato breve». Un'ora e 45 minuti! Neanche un intero gruppo parlamentare, in un'intera legislatura, parla per un'ora e 45 minuti. Siamo passati da un Parlamento come luogo di dibattito, in cui si discutevano e si analizzavano le proposte e solo a conclusione del dibattito si votava. I voti erano sporadici. Oggi, invece, non si fa altro che votare. Ricordo che il presidente Violante per interventi in dissenso dei colleghi della Lega aveva concesso 30 secondi. Siamo passati da un'ora e 45 minuti a 30 secondi. È questo il Parlamento la cui dignità, onorevole Casini, lei vuole difendere?
Dobbiamo ritornare al vero Parlamento, come luogo di discussione, di confronto e di competizione di idee e che vota soltanto alla fine (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Dobbiamo delegare la maggior parte dei voti alle Commissioni, che infatti lavorano in questo senso. L'Aula deve servire come luogo di dibattito. Credo che questa sia la posizione giusta per difendere il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania e di deputati del Partito Democratico).

GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, dopo l'intervento dell'onorevole Martino ero quasi tentato di non parlare, perché una sferzata così acuta e forte da parte di un componente della maggioranza, alla sua stessa maggioranza, non si sentiva da tempo in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
Onorevole Martino, lei ha ragione. Il Parlamento non è un calzaturificio e non si contano i numeri dei voti ma si contano le leggi che questo Parlamento approva. Siamo ridotti, dalla volontà di questo Governo, a ratificare solo le decisioni che questo Governo assume attraverso i decreti-legge (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori). È questa la cosa che non funziona, è questa l'anomalia che fa della Pag. 24nostra Costituzione qualcosa di cui ci siamo dimenticati. Il potere legislativo siede in quest'Aula, ma la dittatura del Governo - che non è la dittatura della maggioranza che ricordava Tocqueville - è imposta soprattutto a voi, perché siete voi che siete silenti.
Qualche settimana fa il presidente del mio gruppo, l'onorevole Soro, rivolgendosi al Presidente Fini, gli ricordava il numero delle proposte di legge che i componenti della minoranza hanno depositato presso le Commissioni e chiedono che vengano discusse.
Vorrei farvi notare che, se in questa settimana non fossero stati portati in Aula provvedimenti richiesti dalle opposizioni, quest'Aula non si sarebbe nemmeno riunita, non ci sarebbe stato un provvedimento che aveva la vostra firma ed il vostro sostegno. Questa è l'anomalia del nostro Paese, questa è l'anomalia della Repubblica italiana ed è questo che deve essere stigmatizzato.
Le parole dell'onorevole Martino sono giuste, ma vanno rivolte alla maggioranza e al Governo che hanno reso quest'Aula, non un'Aula sorda e grigia, ma un'Aula silenziosa ed inutile e noi a questo non ci staremo mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, vorrei evidenziare due aspetti. Il primo è che ieri in questa Camera - anche in questa settimana in cui oggi si finiscono le votazioni - si sono svolte due discussioni politiche importanti: la discussione politica sulle province e la discussione politica sulla legge cosiddetta sull'omofobia.
In questa sede il Parlamento ha preso una posizione ed ha discusso argomenti importanti e quindi, la valenza politica della Camera non può essere ricordata soltanto quando fa piacere e non ricordata invece quando non fa piacere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il secondo è che la capacità della maggioranza, del Governo, ma anche del Parlamento, di dare delle risposte ai cittadini si misura non nel Palazzo, ma fuori; si misura quando ci sono le elezioni e nelle ultime elezioni se questa maggioranza e se alcuni gruppi hanno ottenuto un consenso ancora più importante è perché evidentemente qui si lavora e si danno delle risposte (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Volgo una terza considerazione. Visto lo spirito che vi è - vi do il beneficio della buona fede - vorrei leggere i dati delle presenze dei diversi gruppi parlamentari che ho qui. Totale presenze gruppo dell'Italia dei Valori: 75 per cento; gruppo del Partito Democratico: 81 per cento; gruppo del Popolo della Libertà: 86 per cento; gruppo della Lega Nord Padania: 92 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania ); gruppo dell'Unione di Centro (UdC): 73 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Prima di passare al punto successivo, intendo dire qualche parola, a parte le questioni politiche sulle quali naturalmente la Presidenza non entra. Il problema che ha posto il presidente Casini, che poi è emerso anche da altri interventi, è un problema reale di cui la Presidenza ha sicuramente perfettamente coscienza.
Proprio per questo, il Presidente della Camera ha convocato di recente la Conferenza dei presidenti delle Commissioni permanenti al fine di porre all'attenzione di tutti i soggetti responsabili dell'organizzazione dello svolgimento dei lavori parlamentari la necessità di assicurare un effettivo coordinamento tra Commissioni e Assemblea al fine di rendere effettive le decisioni assunte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo in sede di programmazione dei lavori, ciò evidentemente anche in riferimento ai provvedimenti richiesti dalle opposizioni.
È altresì intenzione - lo posso assicurare all'Assemblea - del Presidente Fini di porre in maniera specifica il problema in Pag. 25sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, con la presenza del Governo, al fine di un esame approfondito di tutti gli aspetti della questione e della individuazione delle opportune ed eventuali soluzioni. Detto questo, va fatta una precisazione.
Il riferimento fatto dal presidente Casini nasce proprio da questa settimana; il calendario dei lavori dell'Assemblea prevedeva, per questa settimana, l'esame di tre importanti argomenti: la proposta di legge in materia di omofobia, il disegno di legge in materia di competitività nel settore agroalimentare e la proposta di legge costituzionale sulla soppressione delle province, cui si è aggiunto il seguito dell'esame della mozione sull'Abruzzo.
Quanto al disegno di legge in materia di competitività nel settore agroalimentare, il presidente della XIII Commissione (Agricoltura) ha rappresentato la richiesta unanime dei gruppi in quella sede, motivata da ragioni procedurali e di merito, di un differimento dell'esame del provvedimento al mese di novembre. L'esame delle mozioni sul sisma in Abruzzo si è concluso nella giornata di ieri.
Per quanto riguarda gli altri due provvedimenti in materia di omofobia e di soppressione delle province, si è svolta la discussione sulle linee generali e, come previsto dal calendario, si è proceduto ieri al seguito dell'esame con l'approvazione di strumenti incidentali e di merito (una questione pregiudiziale di costituzionalità sul testo unificato delle proposte di legge in materia di omofobia, avanzata proprio dal gruppo dell'Unione di Centro, e una questione sospensiva per il progetto di legge costituzionale sulla soppressione delle province), rimanendo così definito il relativo iter in Assemblea attraverso l'attivazione di strumenti previsti dal Regolamento nell'ambito della discussione dei provvedimenti.
Il calendario era pieno. L'iter procedurale, anche in ossequio al Regolamento e alle proposte degli stessi gruppi, ha fatto sì che si esaurisse in maniera così veloce e netta un calendario che era, a onor del vero, piuttosto nutrito.
A seguito delle deliberazioni di ieri, la Presidenza, avvalendosi della riserva posta in sede di calendario, come accade in tutte le settimane, ha inserito la discussione dei tre disegni di legge di ratifica che abbiamo approvato questa mattina e di un documento in materia di insindacabilità.
Il problema sollevato è comunque all'attenzione della Presidenza e vi ringrazio per averlo posto.

Discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione (ore 12,58).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento: Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta relativa all'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Ronchi (Doc. IV-quater, n. 13).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Ronchi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Ricordo che a ciascun gruppo, per l'esame del documento, è assegnato un tempo di cinque minuti (dieci minuti per il gruppo di appartenenza dell'onorevole Ronchi). A questo tempo si aggiungono cinque minuti per il relatore, cinque minuti per richiami al Regolamento e dieci minuti per interventi a titolo personale.

(Esame - Doc. IV-quater, n. 13)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore, onorevole Lo Presti.

ANTONINO LO PRESTI. Relatore. Signor Presidente, la questione che oggi sottoponiamo all'Assemblea riguarda una domanda di insindacabilità attinente ad Pag. 26alcune dichiarazioni che il deputato Ronchi ha reso attraverso alcuni mezzi di comunicazione e sono relative ad un procedimento civile intentato dall'UCOII (Unione delle comunità islamiche in Italia), innanzi al tribunale di Milano.
L'atto di citazione (il cui contenuto è allegato agli atti parlamentari) fa riferimento ad una serie di dichiarazioni che l'onorevole Ronchi ha reso in alcuni lanci d'agenzia del 16 settembre 2008 e del 22 gennaio 2009, nonché a tre articoli di stampa apparsi su il Giornale, rispettivamente il 7 dicembre 2008, del 13 gennaio e del 3 febbraio 2009. L'UCOII ha lamentato, in particolare, che alcune affermazioni del collega non sarebbero rispondenti al vero e, in particolare, quelle secondo le quali l'organizzazione UCOII non riconoscerebbe lo Stato di Israele e avrebbe rifiutato di firmare la Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione, in genere definita «Carta dei valori».
Si tratta di un documento approvato durante il Ministero dell'onorevole Amato, che ha lo scopo di fissare, sia pure in modo non vincolante...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia... Onorevole Mario Pepe (PDL), per cortesia... [Commenti dell'onorevole Mario Pepe (PDL)]...

ANTONINO LO PRESTI, Relatore. Lo scopo della «Carta dei valori» è di fissare, sia pure in modo non vincolante, una serie di principi e valori per tutti coloro che desiderano risiedere stabilmente in Italia, «nella prospettiva dell'integrazione e della coesione sociale» (queste sono le parole specifiche del decreto). La necessità di questo documento fu particolarmente avvertita, anche a seguito di una polemica molto vivace su una pagina fatta pubblicare a pagamento dall'UCOII sul Quotidiano Nazionale del 19 agosto 2006, in cui si assimilava il comportamento bellico dello Stato di Israele a quello del nazismo e fascismo durante la seconda guerra mondiale.
Tale pagina è stata richiamata dal deputato Ronchi nelle dichiarazioni rese il 16 settembre 2008 riguardo alle quali riferisco, rimandando, però, i colleghi alla lettura delle dichiarazioni riportate nella relazione agli atti. Nell'intervista del 7 dicembre 2008 il Ministro Ronchi ha affermato: Non possiamo più dare visibilità e valore di rappresentanza a un'organizzazione troppo vicina al fondamentalismo islamico come l'UCOII. Questo prima di tutto per rispetto di tutti gli islamici moderati che non vogliono avere nulla a che fare con l'UCOII.
La Giunta ha esaminato il caso in ben due sedute, ha ascoltato anche il collega Ronchi. Dall'esame di questa vicenda è emersa evidente la prossimità temporale e tematica del caso che riguarda il Ministro Ronchi con quello della collega Souad Sbai che è stato recentemente esaminato dalla Giunta e dall'Assemblea ed esitato favorevolmente. Già in quell'occasione la Giunta aveva constatato l'ambiguità dell'UCOII e della politica da essa sviluppata nel nostro Paese. Tale ambiguità e la mancanza di una condanna esplicita dell'integralismo religioso sono a fondamento delle affermazioni del Ministro Ronchi, ribadite, in sostanza, nell'audizione presso la Giunta.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, a questo punto è importante ricordare come l'equivoco e controverso indirizzo politico e culturale dell'UCOII abbia formato oggetto di una specifica censura contenuta in un documento che riporta un'analisi molto approfondita del Ministero dell'interno sulle relazioni che riguardano il mondo islamico in Italia. In questo documento si dice chiaramente che: «l'UCOII è al centro di polemiche discussione dentro e fuori l'area islamica». In questo documento se ne contesta la rappresentatività e si dipinge appunto l'UCOII come organizzazione ambigua per i suoi orientamenti su problemi centrali nei rapporti tra Islam, Stato e società civile (Applausi della deputata Souad Sbai). Quindi, il documento a cui abbiamo fatto riferimento è significativo sul punto e conferma sostanzialmente quelli che sono stati poi gli assunti che l'onorevole Ronchi ha espresso attraverso gli organi di informazione. Pag. 27
La Giunta ha approvato una proposta, che evidentemente sottoponiamo all'Assemblea, che formalizza la richiesta di non concessione dell'autorizzazione, la quale sostanzialmente conferma la congruità delle dichiarazioni rese dal Ministro Ronchi, e propone all'Assemblea di decidere nel senso che i fatti oggetto del procedimento sono tutelati dall'articolo 68, primo comma, della Costituzione. In questo senso rimetto all'Aula la valutazione sulla delibera della Giunta (Applausi della deputata Souad Sbai).

PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, la relazione dell'onorevole Lo Presti si fonda sul merito del fatto, ma quello che noi oggi qui dobbiamo affrontare non è il merito di quanto accaduto, perché il nostro compito è soltanto quello di accertare l'effettiva sussistenza dei presupposti per l'applicazione dell'articolo 68 della Costituzione.
In varie pronunce sul conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, la Corte costituzionale ha ripetutamente ribadito la necessità dell'esistenza del nesso funzionale tra le opinioni espresse e l'esercizio di funzioni parlamentari. Le dichiarazioni, dice la Corte in varie sentenze, anche recentissime, del 2006 e del 2007, devono essere rese in sede parlamentare o costituire una forma di divulgazione di opinioni espresse dal deputato nell'ambito di atti parlamentari tipici.
Sono principi ripetutamente ribaditi e anche affermati di recente. Il parlamentare può esprimere opinioni extra moenia ed essere coperto dall'insindacabilità prevista dall'articolo 68 della Costituzione, purché ci sia una corrispondenza con un atto parlamentare tipico. Anche la sentenza n. 331 del 2006 ribadisce questo e, inoltre aggiunge: né nella delibera di insindacabilità, né nella relazione della Giunta per le autorizzazioni a procedere è fatta menzione di atti tipici compiuti dal deputato rispetto ai quali si sarebbe potuto operare una verifica. L'inesistenza di atti tipici porta la Corte ad annullare regolarmente le delibere e il voto dell'Assemblea.
A questo punto, noi abbiamo cercato di verificare e abbiamo chiesto anche al Ministro Ronchi se durante la XVI legislatura lui avesse prodotto atti tipici. Non abbiamo trovato niente perché l'onorevole Ronchi era Ministro e si è giustificato, così come nella relazione del relatore, col fatto che il Ministro non può produrre gli atti tipici di un deputato. Tuttavia, anche un Ministro produce atti tipici, in quanto avrebbe potuto sottoscrivere, ad esempio, disegni di legge d'iniziativa governativa sullo stesso argomento, o rispondere quando il Governo è chiamato a farlo all'interno dell'Assemblea. Inoltre, avrebbe potuto manifestare, comunque, attraverso la sua funzione di Ministro, le opinioni che poi ha espresso extra moenia. Anche nella XV legislatura il Ministro Ronchi era allora deputato e ho fatto una ricerca per cercare se nella sua vasta attività ci fosse qualche atto ricollegabile ad una vicenda che potesse riguardare l'integralismo. Tuttavia, non ho trovato niente né nelle interrogazioni, né nelle risoluzioni, né nelle proposte di legge di cui lui era primo firmatario o cofirmatario. Né si può portare l'analogia con il caso Sbai che è ben diverso in quanto l'insindacabilità che l'Assemblea ha votato per l'onorevole Sbai...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARILENA SAMPERI. ...era tale in quanto l'onorevole Sbai aveva prodotto moltissimi atti tipici: proposte di legge, interventi in Aula, interrogazioni che riguardavano l'integralismo islamico. C'era, quindi, una corrispondenza e il presupposto per l'applicazione dell'articolo 68. Adesso, invece, ci troviamo di fronte ad una libera espressione del pensiero che poi sarà giudicata da un tribunale ordinario; non spetta a noi giudicare la consistenza o la rilevanza o meno di questa dichiarazione. Pag. 28Compito nostro è solo accertare se vi sono i presupposti. Purtroppo, in questo caso i presupposti non ci sono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, noi dell'Italia dei Valori voteremo contro la proposta di insindacabilità formulata dalla maggioranza della Giunta che coincide esattamente con l'attuale e, speriamo, momentanea e pro tempore maggioranza politica di Governo. Siamo contrari perché noi vogliamo rifarci sempre e costantemente al rispetto delle regole e dell'etica nella politica. Troppo spesso ci troviamo a dover fronteggiare decisioni nelle quali vengono stravolti i principi di un corretto rapporto istituzionale tra poteri dello Stato.
È ridicolo parlare, infatti, di un'invasione della giustizia nel campo della politica; al contrario, la Giunta e il Parlamento sono il luogo dove troppo spesso si ha un'invasione della politica all'interno della giustizia.
Troppo spesso il Parlamento pretende di sostituirsi ai giudici nel fare i processi ed è per questo che le dichiarazioni di insindacabilità, sempre più spesso, in sede di risoluzione dei conflitti di attribuzione tra giustizia e Parlamento, vengono risolti a favore della giustizia.
Riteniamo che il Parlamento non possa esercitare sempre un'autodifesa «castale». Riteniamo che i parlamentari, come tutti cittadini, al di fuori della stretta applicazione dell'articolo 68 della Costituzione, primo comma, non debbano difendersi dai processi, ma nei processi; devono rispettare il corretto funzionamento della giustizia e dei rapporti tra i poteri dello Stato.
D'altra parte, signor Presidente, abbiamo un esempio in famiglia: il deputato Barbato è stato denunciato e non ha chiesto l'applicazione dell'articolo 68 della Costituzione. Egli andrà di fronte al giudice e affronterà serenamente le valutazioni che il giudice farà. Sotto questo profilo, vogliamo rappresentare anche una dimensione etica di questo aspetto, che consiste nel fatto di interpretare rigorosamente il primo comma dell'articolo 68 della Costituzione, nel senso che i parlamentari sono come gli altri cittadini e non devono sfuggire al giudizio cui tutti gli altri cittadini sono sottoposti.
Andando al caso concreto, noi non agiamo mai per antipatia o per simpatia. Vogliamo osservare che potremmo anche condividere astrattamente molte delle affermazioni che il Ministro Ronchi ha fatto: potremmo fare nostre le preoccupazioni che vi sono sui rapporti turbolenti o anche torbidi all'interno al mondo islamico e potremmo anche sollecitare una posizione molto più chiara e molto più netta dell'UCOII nel modo di porre la questione islamica nel nostro Paese, ma qui non stiamo parlando di valutazioni.
Il tema dell'odierna discussione è quello di vedere se sia applicabile o meno l'articolo 68 della Costituzione. Signor Presidente, dalle regole non si può sfuggire, il Parlamento non può sfuggire, altrimenti la credibilità della politica e dell'istituzione parlamentare di fronte ai cittadini sarà sempre più ridotta.
L'articolo 68 della Costituzione prevede che i parlamentari non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni qui nel Parlamento; funzioni che il parlamentare esercita, come tale, qui nel Parlamento.
Le dichiarazioni che rilascia all'esterno possono essere considerate come rientranti all'interno del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione solamente nel caso in cui abbiano riferimento con atti tipici della funzione parlamentare.
Signor Presidente, in questo caso siamo assolutamente al di fuori di questo e preannuncio che tutte le volte in cui vi sarà una pronuncia difforme da questa regola, difforme dal corretto rapporto tra poteri dello Stato, noi dell'Italia dei Valori presenteremo sempre una relazione di minoranza per contrastare questo malvezzo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zinzi. Ne ha facoltà.

DOMENICO ZINZI. Signor Presidente, il documento al nostro esame fa riferimento ad una serie di dichiarazioni dell'onorevole Ronchi riportate in lanci di agenzia del 16 settembre 2008 e del 22 gennaio 2009, nonché a tre articoli di stampa apparsi su il Giornale nei confronti dell'Unione delle comunità islamiche in Italia rispettivamente del 7 dicembre 2008 e del 13 gennaio e del 3 febbraio 2009.
L'UCOII si duole, in particolare, delle affermazioni dell'onorevole Ronchi secondo cui tale organizzazione non riconoscerebbe lo Stato di Israele e avrebbe rifiutato di firmare la Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione, in genere definita «Carta dei valori».
L'oggetto del documento è temporalmente vicino a un caso analogo che ha visto coinvolta l'onorevole Sbai, recentemente esaminato dalla Giunta per le autorizzazioni e dall'Assemblea. Già in quell'occasione la Giunta aveva constatato l'ambiguità dell'UCOII e della politica che da essa è sviluppata nel nostro Paese.
Tale ambiguità e la mancanza di una condanna esplicita dell'integralismo religioso sono a fondamento delle affermazioni del Ministro Ronchi, ribadite in sostanza nell'audizione presso la Giunta.
Giova, a questo punto, ricordare che il carattere equivoco e molto controverso dell'indirizzo politico-culturale dell'UCOII ha già formato oggetto di un'attenta analisi del Ministro dell'interno in un recente documento dell'aprile 2008 intitolato Relazione sull'Islam in Italia. Come rimarcato dalla relazione, il deputato Ronchi si è limitato a prendere atto di tale informazione, esprimendo la sua opinione in proposito come è diritto di ogni cittadino ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione; ed il fatto che tali dichiarazioni siano state fatte da un Ministro non può inibire la tutela offerta dall'articolo 68, primo comma, della Costituzione, e costituirebbe addirittura una limitazione all'esercizio dei diritti fondamentali, come l'espressione del libero pensiero e il diritto di critica, pur in presenza della contestuale carica di parlamentare.
Per tali ragioni, il gruppo UdC voterà a favore dell'applicabilità dell'articolo 68 della Costituzione nell'ambito del procedimento civile nei confronti del deputato Ronchi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, il principio è che amicus sum magistris, sed magis vera amica est veritas: il maestro è la Corte costituzionale, ma la verità è la norma.
Si parla di opinioni espresse e voti dati, punto. Vi è una posizione differenziata nel fatto che la Corte costituzionale afferma che vi dev'essere un meccanismo diretto, cui faceva cenno in precedenza la collega, connesso con l'attività parlamentare. Questo Parlamento, nella scorsa legislatura, ha all'unanimità proposto un criterio al quale la Giunta deve attenersi, che è addirittura stato proposto dall'onorevole Vacca, deputato di Rifondazione, il quale diceva che non è necessario, se uno dice una certa cosa, che venga ripetuta da tutto il suo gruppo e da tutta la sua parte politica, perché perderemmo tempo. Uno afferma «Berlusconi è», e tutti e 40 i deputati del suo gruppo dovrebbero dire la stessa cosa, per essere immuni e per poter commentare il fatto alla sera. È evidente che le attività di cui il relatore ha riferito è inseribile nell'attività di parlamentare, anche se non è dovuta alla stessa questione.
Infine - e concludo - visto che tutto quello che diciamo noi viene sostanzialmente rigettato, perché su 110 pronunce la Corte costituzionale ne ha rigettate 100, forse faremmo meglio a pensare di togliere ogni garanzia al Parlamento e ai parlamentari, e di toglierla a tutti, perché ricordo a tutti che la Corte costituzionale ha l'immunità, i giudici della Corte costituzionale hanno l'immunità, e decidono se è o non è attività sindacabile da loro stessi; Pag. 30o quanto meno dovremmo pensare che questa Camera ha l'autorevolezza di poter decidere di avere la competenza nel definire quale sia l'attività di parlamentare. Per questo motivo voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, colleghi, parliamoci chiaro: qui c'è un discorso molto semplice da fare, senza girare tanto intorno con argomentazioni di carattere poco tecnico e poco giuridico. Il Ministro Ronchi si è espresso nei confronti dell'organizzazione che ha fatto l'atto di citazione in termini offensivi o no? La risposta è assolutamente sicura: non si è espresso in termini offensivi; e in questo senso il suo caso è totalmente diverso rispetto a quello invocato dall'onorevole Palomba a proposito dell'onorevole Barbato, il quale invece aveva fatto uso di parole che, nell'accezione normale, erano totalmente offensive.
Detto questo, non conta il fatto che ci siano o non ci siano atti tipici, atti sviluppati in quest'Aula parlamentare. In primo luogo, perché il Ministro, proprio per la sua funzione, non può proporre atti di sindacato: sarebbe davvero assurdo che un Ministro facesse un atto di sindacato ispettivo nei confronti di se stesso; o vogliamo scendere nel ridicolo nel sostenerlo?
In secondo luogo, il Ministro, così come qualsiasi parlamentare, è parlamentare 24 ore al giorno, in quest'Aula e fuori, lo è quando esprime le proprie opinioni, qui e in qualsiasi altra sede (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). La cosa importante da decidere è se e quando si esprime lo faccia in termini offensivi o meno. In questo caso il Ministro Ronchi si è espresso con assoluta civiltà, senza alcun termine offensivo ed infamante. Questo chiude il discorso. Egli ha diritto, in quanto parlamentare, alla protezione dell'articolo 68, fintanto che quell'articolo non lo abrogheremo. È nella nostra Costituzione, abbiamo il diritto di rispettarla anche dai confronti di un Ministro, Ronchi nel caso specifico. Il gruppo del PdL vota convinto la conclusione dell'onorevole Lo Presti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, intervengo brevemente per ribadire quanto ha già detto la collega Samperi. Possiamo condividere le affermazioni del Ministro Ronchi, ma in questa sede non stiamo a giudicare il merito di quelle affermazioni ma dobbiamo sempre valutare la procedura e quindi applicare le regole che ci siamo dati, all'unanimità, all'interno della Giunta per le autorizzazioni. È questa la strada da percorrere, purtroppo, anche in questo caso.

(Votazione - Doc. IV-quater, n. 13)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Documento IV-quater n. 13, concernono opinioni espresse dal deputato Ronchi nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, onorevole Sardelli, onorevole Ravetto, onorevole Traversa, onorevole Vico, onorevole Calvisi, onorevole Corsini, onorevole Biancofiore, onorevole Andrea Orlando, onorevole Corsini ancora. Un momento, con calma... l'onorevole Corsini aveva votato con la carta di credito, evidentemente... onorevole Biancofiore... abbiamo votato tutti? Onorevole Biancofiore... un attimo di pazienza, vale per tutti. Ci siamo? Va bene? Pag. 31
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti 457
Votanti 414
Astenuti 43
Maggioranza 208
Hanno votato 272
Hanno votato no 142).

Prendo atto che il deputato Luciano Rossi ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Biancofiore e Mazzuca hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 13,30).

ANNA PAOLA CONCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, volevo anzitutto dire all'onorevole Casini, che sicuramente si riferiva a me, ed ai colleghi che stanno andando via - cui mi rivolgo con calma - che ieri questa Camera ha bocciato - grazie al voto del PdL, dell'UdC e della Lega - una proposta di legge che riguardava i diritti umani e la dignità di cittadini e cittadine italiane, un qualche cosa, quindi, che ha a che vedere con l'articolo 3 della Costituzione: me ne sono vergognata, perché credo che di questo ci si debba vergognare!
In secondo luogo, oggi la Ministra Carfagna sui giornali ha detto che ripresenterà un testo identico a quello che era stato approvato ed era giunto all'esame dell'Assemblea, e probabilmente il PdL, che ieri ha bocciato quel testo, lo approverà perché la maggioranza approva solo ed esclusivamente i decreti-legge della sua maggioranza. Credo che anche questa sia una cosa di cui bisogna vergognarsi: ieri in venti minuti abbiamo liquidato una legge che riguarda la dignità e il rispetto dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, chiedo di parlare!

PRESIDENTE. Colleghi, c'è un ordine e quindi è inutile che vi prenotate dieci volte: c'è un ordine e quando arriverà il vostro turno avrete la parola. Ha chiesto ora di parlare l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, vorrei ricordare - come è tradizione del Parlamento e come succede da diversi anni - che venerdì prossimo sarà il 16 ottobre e che sessantasei anni fa, il 16 ottobre del 1943, in questa città, nel ghetto di Roma, a qualche centinaia di metri dall'Aula di Montecitorio, vennero prese 1.022 persone (uomini, donne, bambini e anziani), rapite dalle loro case, trasferite su camion e condotte su vagoni-bestiame ad Auschwitz.
Si tratta del più grande episodio di deportazione di ebrei italiani nella storia della Shoah italiana: tornarono in diciassette! Credo che ogni anno questa Assemblea debba ricordare questa data. Lo dico perché sono convinto che la memoria è un buon esercizio contro la menzogna, l'affabulazione e l'oblio. Quando un popolo, asfissiato dalla propaganda di Goebbels e trascinato da un leader invasato, perde il senso di se stesso accade quel che accadde nel 1943 e il regime fascista non fece nulla per impedirlo, anzi scelse la strada scellerata delle leggi razziali.
Dobbiamo ricordare anche per ricordare i tanti italiani che nascosero gli ebrei nelle cantine e nelle soffitte delle loro case e i tanti religiosi che li nascosero nei conventi e nelle chiese per salvarli dalla sterminio, dalla morte e dalla tortura. Dobbiamo farlo anche per ricordare che vi furono molti italiani non ebrei - antifascisti, antinazisti, resistenti, renitenti alla leva - che solo in nome del fatto di essersi opposti al regime fascista o nazista furono deportati, torturati o uccisi. Pag. 32
E dobbiamo ricordarlo perché bisogna estirpare dai nostri cuori ogni forma di odio, di intolleranza e di razzismo, e mai però estirpare dalla nostra mente la memoria e il ricordo di ciò che è successo nel ghetto di Roma il 16 ottobre del 1943: 1.022 ebrei furono deportati e solo diciassette ritornarono vivi. Potrebbe succedere ancora a qualcun altro quello che successe in quegli anni, e vi è un'unica medicina perché non succeda mai più in nessun angolo, anche il più recondito della terra: questa medicina è non dimenticare mai (Applausi).

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, vista la portata degli argomenti dei miei colleghi intervenuti sull'ordine dei lavori chiedo venia se sarò molto più superficiale, ma quello che vorrei rivolgere a lei in primo luogo, signor Presidente, e a tutta l'Aula è un invito. Per la prima volta credo nella storia di quest'Aula infatti, oggi al ristorante dei deputati ha luogo un'iniziativa particolare, un pranzo vegetariano organizzato dalla lega antivivisezione - con me è l'onorevole Giammanco, insieme agli uffici della Camera - che vuole essere un tentativo di sensibilizzare tutti sull'alimentazione vegetariana.
Volevo invitare i miei colleghi rimasti - molti vedo che sono già andati via - ad approfittare di questa possibilità e a darmi una mano nell'approvazione di una proposta di legge assegnata alla Commissione affari sociali, che non ha colore politico, e che necessiterà dei pareri di varie altre Commissioni.

FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, voglio rendere edotta l'Assemblea su un fatto significativo: ieri la Corte di cassazione ha reso noto le motivazioni con le quali ha assolto un consigliere comunale di Bologna del PdL, rinviato a giudizio a seguito di una denuncia del sindaco Cofferati, motivando l'assoluzione con il fatto che non vi sono carte segrete per l'opposizione. L'anomalia del fatto è duplice. Da un lato, un sindaco e una maggioranza di sinistra, che ricorrono all'autorità giudiziaria perché un consigliere comunale ha svelato determinate situazioni anomale - ed uso un eufemismo - per quanto riguarda un ricovero per immigrati extracomunitari; si tratta di reati penali veri e propri, commessi nella noncuranza di tutti.
In secondo luogo, desidero denunciare l'atteggiamento della procura della Repubblica di Bologna che non per la prima volta è succube delle esigenze e degli interessi del sindaco, della giunta di Bologna e della maggioranza di sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Al riguardo, ho formulato un lungo al elenco di doglianze al Ministro Alfano. Questa procura della Repubblica, venendo meno ad un fair play istituzionale, dopo una prima assoluzione del consigliere comunale del tribunale di Bologna, ha creduto bene di ricorrere in appello contro una sentenza che stabiliva la legittimità per un consigliere di minoranza - in questo senso il problema ha una valenza generale - di esercitare il proprio ruolo svelando tutto ciò che concerne l'attività comunale, poiché non vi sono segreti d'ufficio. La stessa procura della Repubblica di Bologna, però, si è ben guardata dall'indagare i fatti denunciati dal consigliere comunale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), sui quali la Corte di cassazione ha stabilito la piena legittimità.
È un atteggiamento politico eversivo, che non fa onore a quel tipo di giustizia - non a tutta, vi sono magistrati validi - che si dimostra sempre più succube di interessi politici e non attenta alle esigenze dell'amministrazione della giustizia. È chiaro che di fronte a questo, ci aspetteremmo da parte dell'attuale sindaco di Bologna e della giunta, una netta presa di distanza rispetto agli atteggiamenti del Pag. 33predecessore, perché sono in ballo i diritti fondamentali di uguaglianza, di libertà e di rispetto del ruolo dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, vorrei invocare l'attenzione e la tutela della Presidenza della Camera su due fatti. Riguardo il voto di ieri sul provvedimento cosiddetto dell'omofobia, abbiamo avuto una serie di comunicati stampa da parte di parlamentari ed ex parlamentari che accomunavano il libero voto, espresso con responsabilità, ad un atto eversivo. Ieri è stato detto in una trasmissione che chi ha votato contro il provvedimento è in qualche modo il mandante, corresponsabile, complice, di pestaggi e di atti contro le persone, come se la libera espressione di un voto del Parlamento fosse criminalizzato. Signor Presidente, ieri sera gli autori di questa equiparazione si sono anche esibiti ulteriormente e hanno ribadito il concetto come l'onorevole Concia, e l'ex parlamentare Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, di cui ricordiamo le grandi discriminazione patite - uno stipendio da parlamentare della Repubblica per qualche anno - e le grandissime battaglie di civiltà per decidere dove dovesse andare a mingere (se dagli uomini o dalle donne). Di questo ci siamo occupati e, quindi, ricordiamo questa grande battaglia di civiltà.
Devo ricordare che nella settimana scorsa abbiamo avuto un discussione importante su un'altra trasmissione in cui il Premier, interrotto dal Presidente Bindi in modo sicuramente non educato, ottenne una risposta - dobbiamo dirlo - maleducata.
Ricordiamo anche a latere che alcuni epiteti detti al Premier come «Hitler», o espressioni come «sta facendo un Governo fascista», e quant'altro, non sono stati oggetto di alcuna comunicazione. Tuttavia si è trattato di comportamento e reazioni poco educati e giustamente una parte di amiche e di amici dell'onorevole Bindi in qualche modo è intervenuta.
Ieri, abbiamo sentito commenti sempre dalla persona citata, che è «esclusa» anche dal centrodestra, tant'è vero che un direttore apparentemente in quota alla Lega l'ha ammessa in un famoso reality, che in modo discriminatorio ha vinto un sacco di soldi (sempre per invocare questa grande discriminazione). Hanno attaccato, in modo secondo me ingiusto (e non mi riferisco alle dinamiche interne al gruppo su cui assolutamente non voglio intervenire), anche la collega Binetti parlando contro la libertà di coscienza ed intervenendo in modo pesante.
Immagino che il doppiopesismo possa valere, ma aspetto altro. Ricordo che questo è un problema di tutti, che la coscienza della Binetti è un bene da preservare in quanto attiene alla libertà di opinione tutelata dall'articolo 21 della Costituzione, attiene alla libertà prevista dell'articolo 67 della Costituzione, considerato che qualche volta questo Parlamento - lo dico anche per quanto riguarda la parte nostra - vede non gregari ma anche persone con una propria dignità.
Concludo dicendo che l'equazione avanzata da molte associazioni (che magari fanno capo ad alcune lobby gay) secondo la quale chi non la pensa così è omofono, quindi malato (oppure se non la pensi così sei un delinquente, e quello sarebbe stato il frutto della legge) era l'equazione dei soviet sovietici, per cui chi non era d'accordo andava in galera o veniva punito. Non vorrei che dalla rivoluzione proletaria alla rivoluzione sessuale - come sta facendo il Partito Democratico - il passo fosse breve ma alla fine il risultato fosse lo stesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Colleghi, ho ancora la richiesta di sette interventi. Potremmo anche rimandare alla ripresa delle 16, dato che è prevista.

CARMEN MOTTA. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, sarò celere perché devo solo sollecitare la risposta a delle interrogazioni...

PRESIDENTE. Scusi onorevole Motta, sono otto gli interventi, anche l'onorevole Mazzarella ha chiesto di intervenire. Prego onorevole Motta.

CARMEN MOTTA. Sarò brevissima perché sollecito soltanto la risposta a interrogazioni che ho presentato in Commissione. Sollecito la risposta all'interrogazione presentata in I Commissione Affari costituzionali n. 5-01168 presentata in data 19 marzo 2009 alla quale non è stato ancora risposto. Sempre in I Commissione ho presentato altre interrogazioni: la prima sui vigili del fuoco, la seconda sulla questura di Parma; mi riferisco all'interrogazione n. 5-01373 presentata in data 3 aprile 2009.
L'ultimo sollecito che chiedo, signor Presidente, riguarda un'interrogazione che ho presentato nei confronti del Ministro dello sviluppo economico. Si tratta di un'azienda di Parma, la SPX, a capo della quale vi è una multinazionale, la SPX Corporation con sede in America, che minacciato 47 licenziamenti su 150 dipendenti e che sta per trasferire la propria produzione sia in Francia sia in Germania. In realtà è una ditta non decotta, che produce utili, e che purtroppo si vede costretta a chiudere - speriamo di no - per trasferimento di attività. Mi riferisco all'interrogazione n. 5-01871 del 2 febbraio 2009 al Ministro Scajola. Chiedo che mi si dia una risposta urgente perché i problemi stanno precipitando e i lavoratori attendono da parte del Governo una risposta che possa aiutare a mantenere non solo il lavoro ma anche una ricchezza per il territorio.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sarò rapidissimo. Mi dispiace che non sia presente in aula il collega Polledri ma a lui avrei detto che, se si fosse limitato alla prima parte del suo intervento, io non avrei potuto che sottoscriverlo, nel senso che ogni volta che l'Assemblea di Montecitorio come quella di Palazzo Madama decide e vota democraticamente ritengo sia difficile mettere in discussione l'esercizio democratico che, peraltro, è la ragione per cui siamo qui. Francamente non posso condividere le parole successive dell'onorevole Polledri circa l'onorevole Luxuria e il fatto che avrebbe avuto il privilegio di stare in questa sede perché è una persona transessuale o addirittura che per questo motivo abbia avuto il privilegio di partecipare ad un reality show: no, è stata eletta qui come qualunque di noi e ha partecipato a un reality come qualunque altra persona e, quindi, nelle parole dell'onorevole Polledri c'è un retropensiero che francamente è un po' vittima e figlio di ciò che denuncia.
Detto questo, signor Presidente, le ho chiesto la parola perché non ho voluto infrangere il Regolamento e abusare della disponibilità che ha dimostrato ad alcuni miei colleghi. Vorrei che rimanesse agli atti, per quello che può valere, che sono stato eletto, meglio nominato nelle liste del Partito Democratico e solo ed esclusivamente in funzione di questo ho votato rispetto all'autorizzazione a procedere nei confronti del collega Ronchi seguendo le indicazioni del gruppo. Infatti, non ritengo che in occasioni come queste e come quelle di ieri vi sia la possibilità di esercitare un diritto di coscienza. Siamo eletti sotto il simbolo di un partito e se un partito, in seguito al lavoro svolto dai membri delle Commissioni, adotta una linea, a meno che questa non sia incidente effettivamente sulla coscienza di ciascuno, abbiamo anche il dovere, non per disciplina ma per il rispetto del lavoro altrui, di essere conseguenti con le decisioni del partito. Per quanto mi riguarda - rimanga agli atti - questa è l'unica motivazione per la quale io ho votato secondo le indicazioni che ha dato il gruppo.

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GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, molto brevemente vorrei affidare all'Aula una riflessione. Proprio oggi, su tutti i giornali italiani ma anche sulla stampa estera, è uscita la notizia del grosso scontro in atto tra la Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti d'America, e un gruppo televisivo, in particolare contro il gruppo Fox News. Nulla quaestio su questa problematica, ma essa per certi versi è speculare a quanto avviene in Italia da diversi mesi o, talvolta, da diversi anni: il duro scontro tra alcuni mezzi di informazione, alcuni canali televisivi, alcuni conduttori e alcuni giornali, da una parte, e il Presidente del Consiglio Berlusconi e la maggioranza che attualmente lo sostiene dall'altra.
Tutto questo, signor Presidente, rientra ovviamente nell'ampia possibilità prevista dalla democrazia e mi interessa poco quanto sta avvenendo in Italia e quanto era avvenuto e avviene negli Stati Uniti d'America, tuttavia voglio qui sottolineare ancora una volta il doppiopesismo e la malafede, se non addirittura i momenti dissociativi dal punto di vista psicologico, che animano una parte della politica italiana e in particolare alcuni esponenti del centrosinistra, i corifei del mondo sindacale e alcuni gruppi giornalistici, alcuni gruppi editoriali e alcuni gruppi televisivi che gridano allo scandalo allorquando il Presidente del Consiglio Berlusconi e gli esponenti del Popolo della Libertà prendono determinate posizioni. Chiediamo alla politica italiana e quindi agli amici del centrosinistra di riflettere su queste vicende e, quindi, quanto meno di dimostrare un minimo di coerenza e lealtà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, anch'io sarò breve ma sono stata sollecitata a questo intervento dalle parole dell'onorevole Concia alla quale mi sento di dover rispondere qualcosa, come all'onorevole Giachetti che è intervenuto prima di me.
Ritengo che riferendosi al voto di ieri non sia possibile dire che ci si vergogna del Parlamento semplicemente perché, forse, la votazione non è andata come si pensava che andasse. Ritengo che sia gravissimo vergognarsi di un Parlamento che ha espresso liberamente, autorevolmente e responsabilmente il proprio parere e il proprio voto e non ci si può vergognare di un Parlamento - insisto - soltanto perché, a correnti alternate, si giudica che quella deliberazione vada bene o male secondo le proprie opinioni.
A questo proposito rispondo all'onorevole Giachetti che trovo molto grave quello che egli ha affermato poco fa in aula: mi riferisco anch'io alla vicenda Binetti e secondo me non si può mai - e ne sono profondamente convinta - invocare la disciplina di partito di fronte alla propria coscienza. Prima viene la propria coscienza, prima vengono le proprie convinzioni, l'autonomia di cui siamo dotati e che è tutelata addirittura dalla Costituzione, poi viene la disciplina di partito. La ragion di Stato non deve mai prevalere sulla libertà individuale e sulla possibilità di fare appello alla propria coscienza. Il caso di ieri, il fatto che Paola Binetti sia linciata perché semplicemente ha dato retta alla propria coscienza e non alla disciplina di partito, lo ritengo un attentato alla libertà delle persone. Credo che dovremmo tutti ritornare a ragionare in termini molto seri.
Riguardo al fatto che il Ministro Carfagna ripresenterà un progetto di legge che verrà poi discusso in aula ed il Parlamento deciderà, sapere cosa succederà o non succederà non ci compete, però l'onorevole Concia sa benissimo che eravamo tutti d'accordo nel rimandare il testo in Commissione, sa benissimo che il PD poi, per ragioni assolutamente legittime, ha deciso di cambiare idea e, quindi, ha creato una sorta di reazione a catena per Pag. 36cui siamo arrivati al fatto che è stata approvata la pregiudiziale di costituzionalità.
Cerchiamo di ragionare non in termini di scomuniche, non in termini di vergogna, non in termini relativi al fatto che, a seconda che ci piaccia o no, il Parlamento sia degno di nota o meno e cerchiamo di ragionare sul merito, rispettando la libertà di coscienza dei parlamentari che sono in quest'aula (Applausi del deputato Renato Farina).

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, ho ricevuto questa lettera del direttore de l'Opinione, dottor Diaconale, e da Dimitri Buffa, un giornalista del medesimo giornale. Si parla tanto di querele e di libertà di stampa, con esclusivo riferimento a due o tre cause civili che vedono per protagonista una vera e propria jihad delle querele, penali e civili, fatte in Italia da membri dell'UCOII e dall'estero da quelli della Fratellanza musulmana contro i giornali che criticano le loro conclamate posizioni ideologiche di apologia della lotta armata e del terrorismo islamico, in Iraq, come in Afghanistan, in Israele come in Europa. Si tratta di un ulteriore fronte aperto da qualche mese a questa parte, sempre contro i giornali di area moderata, da parte degli estremisti islamici italiani e stranieri, in taluni casi anche da gente condannata a pene gravi nel proprio Paese, per presunta partecipazione ad atti di terrorismo. Non possono neanche entrare nel loro Paese perché vengono arrestati appena arrivano o addirittura alcuni vengono rispediti dall'aeroporto perché non sono graditi nel loro Paese.
Il risultato pratico di tutto ciò però è che può capitare, a giornali piccoli come l'Opinione, di vedersi bloccato il conto in banca per rifondere personaggi considerati alla stregua di terroristi nei Paesi loro ma come eroici paladini di non si sa bene che cosa qui da noi. «Sono sicuramente aiutati da alcuni personaggi importantissimi qui in Italia, però vogliamo anche sapere chi sono, nomi e cognomi» queste sono le parole di Dimitri Buffa. Magari può capitare non solo che ritardino gli stipendi, quindi il primo foraggio alla libertà di stampa dei cronisti, a causa di questa jihad a mezzo querela, ma anche di diventare inevitabilmente, paradossalmente e involontariamente, i quotidiani moderati i principali finanziatori dell'estremismo islamico di Fratellanza musulmana qui in Italia, se non del terrorismo vero e proprio.
Vorrei citare altri giornali e giornalisti de Il Foglio, Libero, l'Occidentale, il Giornale e l'Opinione che, da mesi, sono sotto l'attacco di una vera e propria jihad a mezzo querela o citazione civile per danni. Purtroppo, in alcune città, soprattutto a Monza, dove vengono incardinati (in certi casi, inspiegabilmente) quasi tutti questi procedimenti, i suddetti giornali non godono, in primo grado, di una giurisprudenza molto favorevole, e spesso arrivano bastonate sotto forma di provvisionali e di condanne di prima istanza, provvisoriamente esecutive anche di 30, 40, 50 e, perfino, 100 mila euro.

PRESIDENTE. Deve concludere.

SOUAD SBAI. Spero che il signor Ministro della giustizia venga a rispondere anche a tutte queste domande, soprattutto, per capire come mai questi processi vengono svolti solo nei tribunali di Monza.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, molti parlamentari restano alla fine della seduta, perché vorrebbero tranquillamente parlare di tante cose. Questa, forse, è anche una risposta a quanto ha detto in precedenza il collega Casini, perché, ormai, siamo tutti talmente irreggimentati negli schieramenti che quando, poi, si vuole interloquire su argomenti interessanti, è difficile farlo. Pag. 37
Credo anch'io che oggi vada ricordata la data tremenda della deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma, ma ho chiesto alla Presidenza di intervenire per una questione molto più minuta. Signor Presidente, ho avanzato la seguente questione già un paio di volte, ma non vi è stato un minimo riscontro, pertanto, la prego di prestare un po' di attenzione.
È una sciocchezza: da un po' di tempo, votiamo attraverso il sistema delle impronte digitali, ormai è una cosa acquisita. Tuttavia, una volta che abbiamo stabilito che siamo presenti, mi scusi, signor Presidente, mettendo il dito della mano sul meccanismo apposito e, quindi, siamo identificati, che bisogno vi è, una volta che si è espresso il voto, di dover tenere premuto il meccanismo, magari per tre minuti? Al Consiglio d'Europa e al Parlamento europeo si preme e il voto rimane stabilito (poi, all'ultimo istante, si può anche cambiare, se lo si ritiene opportuno).
Come è possibile che non si possa eliminare la necessità di tenere il dito premuto? Infatti, può succedere - come è accaduto oggi al mio collega, che siede accanto a me - che, dopo aver premuto per tre minuti, per aver tolto il dito per una frazione di secondo, il suo voto è stato cancellato.
Possibile che dal punto di vista tecnico non si possa intervenire per risolvere questo problema? Mi sembra una banalità, che potrebbe essere risolta già da parecchio tempo, a vantaggio della velocità stessa dei lavori dell'Assemblea. In questo modo, se già si è espresso il proprio voto, non è necessario tenere premuto il dito per tutto il tempo della votazione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zacchera, la questione verrà sottoposta all'Ufficio di Presidenza.

EUGENIO MAZZARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, mi scusi se intervengo solo adesso, ma, forse, intervenire prima, quando il tema è stato posto, poteva sembrare, da parte di un neofita, un elemento di protagonismo personale. Tuttavia, vorrei dire qualcosa rispetto al tema che hanno discusso l'onorevole Casini, l'onorevole Martino e l'onorevole Bressa.
Lo stop alla produttività dei lavori parlamentari in queste ultime settimane - in cui si votano pochi provvedimenti, spesso marginali, e poco si discute di misure essenziali per il Paese - danneggia certamente l'immagine della Camera agli occhi dei cittadini. Non credo, però, che la risposta possa essere l'enfasi dell'onorevole Casini sulla necessità di incrementare il «votificio» parlamentare purché sia, o la risposta dell'onorevole Martino nel senso di ritornare alle prassi «discussorie» della prima Repubblica non governate dai Regolamenti.
Le istituzioni parlamentari non si tutelano con la democrazia «votatoria» suggerita dall'onorevole Casini, ispirata ai sondaggisti, né con una democrazia «discussoria», che riporti nelle prassi parlamentari la clasa discutadora su cui ironizzava con sprezzo Donoso Cortes.
Come ha sostenuto il collega Bressa del Partito Democratico, l'improduttività delle Aule parlamentari in queste settimane è figlia dell'incapacità di proposta legislativa del Governo, a causa delle sue difficoltà (con il ricorso a decreti-legge quando ci riesce) e della maggioranza, che non solo non la porta in Aula, ma impedisce la discussione delle proposte dell'opposizione.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché è invalso l'uso per cui stiamo utilizzando il tempo precedente alla sospensione della seduta non solo per interventi sull'ordine dei lavori, ma per intervenire su alcune questioni che rischiano, però, di riproporre discussioni che erano già all'ordine del giorno, forse Pag. 38per onore di verità ben oggettiva è bene ristabilire alcune informazioni che valgono per noi, al nostro interno, e per chi è attento ai lavori all'esterno del Parlamento.
La prima questione che volevo rappresentarle, signor Presidente, è la seguente: il gruppo del Partito Democratico ieri ha votato contro il rinvio in Commissione del provvedimento che prevedeva iniziative contro l'omofobia, semplicemente per una vicenda molto esplicita e chiara; il gruppo del Partito Democratico ha votato contro il rinvio poiché non vi era un impegno della maggioranza di centrodestra a garantire che la norma, rivista e corretta, fosse riportata in Aula entro novembre, cioè in tempi brevi, con il rischio che essa andasse alle «calende greche». Un rinvio giusto, chiesto dal Ministro Carfagna, rischiava infatti di diventare, nella prassi e nei tempi, una decelerazione del provvedimento, se non un insabbiamento. Questa è la motivazione per cui il gruppo del Partito Democratico ha votato contro il rinvio in Commissione.
La seconda questione, per ristabilire un elemento di verità, signor Presidente, è la seguente: nessuno - io per primo - mette in discussione che il voto espresso da ogni collega - indipendentemente dall'appartenenza politica - sia un voto che non può essere ricompreso in un vincolo di mandato. Nessun parlamentare ha un vincolo di mandato, ma risponde esattamente a se stesso e ai cittadini quando torneranno a votare.
Indubbiamente, però, signor Presidente, non tutto può essere ricondotto a questioni di coscienza. Pertanto, è del tutto evidente che i gruppi parlamentari hanno la responsabilità di rappresentare e di proporre al Paese proposte (anche relativamente alle normative e alle leggi da presentare in quest'aula) che, rispetto ai singoli problemi, anche quando questi ultimi sono riconducibili a questioni eticamente sensibili, hanno un'importante ripercussione su quelli che sono i «credo» di ciascuno di noi, di carattere filosofico, religioso ed etico.
È del tutto evidente che, anche in questi casi, ciascun parlamentare esprime in coscienza il proprio voto, ma un gruppo e i membri di un gruppo hanno il dovere di avere e di esprimere un orientamento comune e di farlo valere all'interno dell'Aula con il voto e, quindi, con un voto che sia possibilmente espressione della stragrande maggioranza di tutti coloro che si riconoscono nell'orientamento assunto dal gruppo stesso.
Infine, signor Presidente, mi rivolgo all'onorevole Marinello, il quale nelle ultime ore è diventato «obamiano», visto che ieri è stato «colpito sulla via di Damasco» e che, fuor di battuta, ha ricordato che il Presidente Obama ha presentato ai cittadini americani una situazione per la quale vi è un attacco continuo alla Presidenza degli Stati Uniti e alle posizioni che essa assume da parte di una televisione privata che si chiama Fox. Ebbene, vorrei far presente all'onorevole Marinello che il Presidente Obama ha semplicemente deciso di non rilasciare più interviste alla televisione di Murdock. Suggerirei, quindi, anche al Presidente Berlusconi di tenere lo stesso atteggiamento del Presidente Obama: ossia, di non rilasciare più interviste alla RAI e a nessun canale della RAI-TV che, notoriamente, lo priva di una giusta ed equa presenza nelle trasmissioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Briguglio, Brugger, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cota, Craxi, Donadi, Fiano, Gregorio Fontana, Lo Monte, Migliavacca, Milanato, Mura, Pag. 39Leoluca Orlando, Pescante, Rosato, Soro e Stefani sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

(Effetti conseguenti alla recente approvazione del decreto legislativo di attuazione della legge 4 marzo 2009 n. 15, in materia di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni - n. 3-00706)

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-00706, concernente effetti conseguenti alla recente approvazione del decreto legislativo di attuazione della legge 4 marzo 2009 n. 15, in materia di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), che ha testé sottoscritto.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, onorevole Ministro, con il collega Baldelli abbiamo presentato un'interrogazione a risposta immediata in merito alla decisione del Consiglio dei ministri che ha approvato, in via definitiva, il decreto legislativo di attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in tema di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza nella pubblica amministrazione.
Come lei sa, questo argomento è stato oggetto di un ampio dibattito in seno alle Commissioni e debbo darle atto di aver riportato nel testo che è stato appena varato dal Governo di aver considerato positivamente le valutazioni che sono emerse dai lavori della Commissione. Credo che con questa riforma lei abbia raggiunto un importante obiettivo strategico per il nostro Paese nel suo complesso, perché si introducono elementi di premialità e di efficientamento nella macchina amministrativa dello Stato che presentava - e presenta ancora - molte lacune. Pur tuttavia, sarebbe interessante conoscere da lei anche in ragione di quello che è stato l'impegno, di cui le do volentieri atto, espresso alla fine dei lavori della Commissione, che ho avuto l'onore di presiedere insieme al presidente Bruno (la Commissione affari costituzionali)...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SILVANO MOFFA. ...a riferire costantemente in Parlamento anche sugli effetti che questa riforma potrà produrre nell'immediato e in futuro, soprattutto in vista di quel meccanismo premiale che lei ha introdotto per la valutazione delle performance.

PRESIDENTE. Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, ringrazio il presidente Moffa per il suo quesito. In poco più di 15 mesi abbiamo approvato un decreto legislativo di oltre 74 articoli. Le grandi novità sono l'aver messo al centro di questa riforma, per la prima volta probabilmente, il cittadino, ossia 60 milioni di clienti. A questi abbiamo aperto la pubblica amministrazione. Si è trattato di una total disclosure, vale a dire la totale accessibilità degli atti dei procedimenti e la totale trasparenza, in maniera tale che i cittadini possano vedere, controllare, valutare e anche arrabbiarsi, fornendo ai cittadini, Pag. 40appunto, anche gli strumenti per incanalare il loro consenso e il loro dissenso.
Pertanto, abbiamo messo al centro i cittadini e abbiamo introdotto più trasparenza. Ma per realizzare tutto questo abbiamo messo al centro dell'organizzazione del lavoro pubblico il merito, come chiave fondamentale per incentivare il lavoro dei tre milioni 650 mila dipendenti pubblici. Merito vuol dire premialità, valutazione, obiettivi e misurabilità delle performance dei 3 milioni 650 mila dipendenti pubblici. Ma merito vuol dire anche sanzioni e, quindi, premi per i più bravi e sanzioni per chi non compie il proprio dovere. Questo non solo per i dipendenti pubblici ma anche per chi collabora con la pubblica amministrazione e tra questi pensiamo, per esempio, alla meritoria classe medica che, però, in taluni casi, nella storia di questo Paese, è stata connivente con le parti peggiori della pubblica amministrazione.
Pensiamo, inoltre, alla disdicevole prassi dell'assenteismo e alla disdicevole prassi della connivenza di alcuni, minoritari, medici per quanto riguarda la giustificazione delle assenze o finte assenze per malattia.
Quindi merito, premialità, trasparenza, lotta alla corruzione, ruolo dei dirigenti. I dirigenti diventano centrali, fondamentali, per questa riforma nel senso che i dirigenti che si assumono la responsabilità del raggiungimento degli obiettivi, della trasparenza e saranno essi stessi valutati dalla grande novità di questa legge, ossia la Commissione di valutazione, trasparenza e individuazione delle performance, che terrà tutto insieme.
Ebbene, tutto questo però a nulla servirebbe se non ci fosse la collaborazione dei 3 milioni 650 mila dipendenti e di altri datori di lavoro che, al pari dello Stato, ne garantiscono la funzionalità, vale a dire regioni, province e comuni. Vi è stato un buonissimo rapporto con la Conferenza unificata, stiamo definendo convenzioni con regioni, province e comuni per l'implementazione.

PRESIDENTE. Deve concludere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Infine, mi scusi Presidente, mi sono impegnato - se sarò ovviamente convocato - a dar conto semestralmente dello stato di implementazione della legge al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti del deputato Evangelisti).

PRESIDENTE. L'onorevole Moffa ha facoltà di replicare, per due minuti.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la risposta all'interrogazione. Vede, Ministro, lei ha avuto ed ha il merito come ebbe a dire il collega Baldelli a chiusura dei lavori in merito a questo decreto attuativo, di fare una riforma popolare in un Paese difficile e complesso dove spesso è difficile fare delle riforme importanti nella pubblica amministrazione.
Le sono grato anche del fatto che lei si è assunto questo impegno sostanziale rispetto al Parlamento per un monitoraggio costante degli effetti di questa riforma. So che alcuni tentativi di prova già sono stati avviati, soprattutto con gli enti locali e questo è un dato positivo. Credo che dovremmo arrivare, ovviamente in una fase successiva, anche ad una valutazione che riguarda la cosiddetta customer satisfaction, mettere cioè il cittadino in condizione di essere dialogante con la pubblica amministrazione e quindi dare anche il suo grado di giudizio rispetto alla qualità dei servizi prestati.
Questo implica una maggiore responsabilizzazione soprattutto da parte dei dipendenti e dei dirigenti ed anche la capacità, questa sì moderna, di concertare anche le risorse necessarie per raggiungere determinati obiettivi, perché una volta che questo è stato stabilito e concordato non ci sono più alibi di sorta: l'obiettivo deve essere raggiunto. Grazie Ministro e auguri per questo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

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(Recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in ordine a possibili rischi per la propria incolumità - n. 3-00707)

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00707, concernente recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in ordine a possibili rischi per la propria incolumità (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, signori Ministri, mentre l'Italia è occupata e milioni di italiani sono preoccupati per le loro condizioni sociali, perché la disoccupazione si diffonde, perché molte imprese devono chiudere, mentre aumenta l'incertezza per il futuro, mentre purtroppo per la prima volta il nostro Paese è stato oggetto nelle scorse ore di un vero e proprio attentato di matrice islamica, fatto gravissimo, che desta molta preoccupazione, abbiamo letto negli stessi giorni su organi di stampa che il Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, avrebbe affermato di essere stato messo in guardia dai nostri servizi di sicurezza circa la possibilità di essere oggetto di un attentato.
Ovviamente la notizia così riportata tra virgolette desta grande preoccupazione. Sarebbe ovviamente un fatto pericolosissimo e gravissimo se non solo l'onorevole Berlusconi in quanto persona, ma l'istituzione della Presidenza del Consiglio fosse in questo momento sottoposta ad un tale pericolo.

PRESIDENTE. Deve concludere.

EMANUELE FIANO. Chiediamo quindi di conoscere con esattezza e nel dettaglio di quale pericolo si tratti e se la notizia corrisponda al vero.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, l'onorevole Fiano chiede di conoscere la consistenza, il tipo e l'origine della minaccia della quale il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, sarebbe stato allertato dai nostri servizi di sicurezza.
Al riguardo, la Segreteria generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza ci ha reso noto che il Presidente del Consiglio è stato informato della possibilità che, in ragione della sua esposizione mediatica, possa essere oggetto di contestazioni in occasione di eventi pubblici, non escludendosi al riguardo, come peraltro già avvenuto in passato, anche gesti violenti di mitomani isolati difficilmente individuabili in sede di azione preventiva.
In ragione di ciò, pur in assenza allo stato di specifici riscontri informativi, il Presidente del Consiglio dei ministri è stato sensibilizzato sulla necessità di evitare contatti ravvicinati con il pubblico, soprattutto in circostanze occasionali e non pianificate che, per la loro natura, non consentono una puntuale e preventiva predisposizione di adeguati servizi di tutela.
Il Governo, evidentemente signor Presidente mi rivolgo in questa sede formalmente, esprime comunque l'auspicio che la materia della sicurezza delle più alte cariche istituzionali sia - nell'interesse delle istituzioni e, più in generale, del Paese - comunque sottratta, onorevole Fiano, alla polemica politica.

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, signor Ministro, noi abbiamo per l'appunto voluto sottrarre questo tipo di notizia a qualsiasi polemica politica perché, come lei riscontrava nel testo che ha appena letto della nostra interrogazione a risposta immediata, non vi è nulla di polemico. Vi è la necessità doverosa di informare gli italiani se siano vere le notizie circa un pericolo imminente e reale per la sicurezza Pag. 42di una istituzione così importante come quella della Presidenza del Consiglio.
Mi compiaccio che ella abbia potuto ammettere in questa sede che vi è - cito le sue parole testuali - una totale «assenza di riscontri informativi» circa tale pericolo. Pertanto, stiamo parlando di una generica presa d'atto che un personaggio pubblico - di importanza tale quale è quella dell'onorevole Berlusconi - debba adottare alcune sicurezze nel suo esporsi di fronte al pubblico, ma che non vi è in questo momento nessuna traccia nel nostro apparato di sicurezza e di informazione di notizie reali o di riscontri informativi, come ella ha giustamente detto, circa una imminenza di un pericolo reale per la sua persona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Misure per la salvaguardia ambientale, per la tutela della salute e per il sostegno all'occupazione ed alle attività produttive, in relazione alla presenza nei fondali marini in prossimità delle coste calabresi di navi con rifiuti tossici - n. 3-00708)

PRESIDENTE. L'onorevole Belcastro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00708, concernente misure per la salvaguardia ambientale, per la tutela della salute e per il sostegno all'occupazione ed alle attività produttive, in relazione alla presenza nei fondali marini in prossimità delle coste calabresi di navi con rifiuti tossici (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, signor Ministro, illustrerò la mia interrogazione molto brevemente, anche perché i giornali hanno parlato - anche molto - del dramma ulteriore che sta vivendo il sud e, in questo caso, la nostra Calabria. Parlo di dramma «ulteriore» perché la nostra economia era già a rotoli, poiché la situazione ambientale era già precaria. Tuttavia, ciò che è accaduto e di cui siamo venuti a conoscenza a distanza di vent'anni, ovvero l'esistenza delle famose navi dei veleni intorno alle nostre coste, ha determinato una gravissima preoccupazione - peraltro ben fondata con riferimento alla salute della gente di Calabria - e una gravissima crisi nel settore ittico, che si aggiunge - lo ripeto - alle altre crisi che stiamo vivendo, proprio perché la gente ha paura che all'interno di quei bidoni dentro quella nave individuata vi siano scorie radioattive.

PRESIDENTE. Onorevole Belcastro, deve concludere.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Penso che non ci sia tempo più di tergiversare e ci aspettiamo da questo Governo risposte immediate e risolutive.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Belcastro, il Governo condivide e comprende pienamente le preoccupazioni sue, dell'opinione pubblica e di altre forze politiche, già espresse in Parlamento. In questa sede, mi limiterò pertanto a illustrare gli elementi di aggiornamento che posso fornire al Parlamento rispetto a quelli che sono già stati dati la scorsa settimana in un altro atto di sindacato ispettivo.
Naturalmente, va ricordato preliminarmente che sono in corso indagini a cura della Direzione distrettuale antimafia e che in questa fase il Governo e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare devono svolgere le attività di supporto alla stessa e solo di concerto con la magistratura si potranno effettuare le relative operazioni.
La task force impiegata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha già effettuato quattro incontri operativi ai quali hanno partecipato anche le altre amministrazioni istituzionalmente coinvolte dove sono state concordate le operazioni da condurre sia in mare che a terra. Per quanto riguarda le operazioni di mare si sta procedendo all'individuazione Pag. 43dei soggetti idonei, altamente specializzati, viste le difficoltà operative proprie dell'intervento in quanto si deve operare ad una profondità di circa 500 metri. Sulla terraferma, invece, per procedere alle attività di bonifica relative al suolo e al sottosuolo nelle aree ricadenti dei comuni interessati è operativa una convenzione tra il Ministero dell'ambiente e l'ISPRA in base alla quale quest'ultimo ha già predisposto, con la collaborazione dell'ARPA della regione Calabria, il cosiddetto piano di caratterizzazione per la completa analisi dei terreni e per qualificare esattamente il tipo di inquinamento. Il suddetto piano, prima della sua stesura definitiva, è stato inviato al procuratore della Repubblica di Paola.
Anche la grave situazione economica, alla quale fa cenno la sua interrogazione, che ha colpito i pescatori della zona interessata dal disastro è sotto l'attenzione del Governo. Proprio oggi una delegazione di lavoratori è stata ricevuta al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare al fine di affrontare le problematiche relative a questo settore.
Si segnala, inoltre, che il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali si è già adoperato, con esito positivo, per l'estensione anche al settore della pesca degli ammortizzatori sociali, ai fini della cassa integrazione guadagni, in deroga. In considerazione poi della gravità della situazione anche sotto il profilo sociale ed economico, si ritiene che ricorrano le condizioni per effettuare gli interventi previsti dal Fondo di solidarietà per la pesca. A tal fine è allo studio un apposito provvedimento che sarà sottoposto a breve scadenza per il parere alla commissione centrale consultiva per la pesca e l'acquacoltura. Infine, in collaborazione con la regione Calabria, su intervento del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali si è resa possibile la mobilitazione di risorse comunitarie.
In conclusione, onorevole Belcastro, voglio ribadire in questa sede l'impegno costante profuso in tale attività in questa fase dal Governo e da tutti gli enti istituzionali che sono coinvolti per addivenire in tempi brevi alla completa bonifica dei siti contaminati e corrispondere positivamente, quindi, alle legittime preoccupazioni della popolazione residente.

PRESIDENTE. L'onorevole Belcastro ha facoltà di replicare.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Ministro, la ringrazio per la sua chiarezza e ringrazio il Governo per tutto quello che si sta facendo; tuttavia, non vi arrabbierete senz'altro se noi continueremo ad essere martellanti su un dramma che sta vivendo la nostra gente. Il popolo calabrese è stato sempre solidale con quelle zone d'Italia che, in altri momenti, hanno subito vicende drammatiche, ma forse non così drammatiche come quella che stiamo vivendo noi. Se fosse vero ciò che si ipotizza, penso davvero che la terra di Calabria sarà soggetta a situazioni che costringeranno anche i calabresi ad allontanarsi per il bene dei propri figli.
Allora, vorremmo che questa attenzione estrema che noi abbiamo fosse anche l'attenzione estrema del Governo e che tutti i mezzi possibili venissero utilizzati, come una dichiarazione eventuale di uno stato di emergenza nazionale che riguardi proprio le nostre coste e quei territori che sono stati oggetto di discarica di materiali radioattivi in altri tempi, quando uomini infami della mia terra si sono prestati ad altre mafie che provenivano da altri territori del nord Italia e del nord Europa. Ritengo che questo non possa non essere un momento particolare proprio della nostra Italia, che vive questo dramma che noi stiamo vivendo al sud come un dramma proprio.
Per questo motivo la ringrazio, ma continueremo a vigilare e, se necessario, ad essere anche petulanti perché questo è un problema che deve riguardare tutti gli italiani e tutta l'Europa.
So che ci sono alcune associazioni che stanno coinvolgendo l'Europa intera, tutti gli Stati europei e del Mediterraneo su questa vicenda. Ritengo che l'Italia, proprio perché è la vittima più vicina a queste vicende, sotto questo profilo debba avere un ruolo importante anche in Europa.

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(Iniziative per accelerare la realizzazione della linea Tav Torino-Lione, con particolare riferimento all'assegnazione dei fondi statali previsti per il nodo di Torino - n. 3-00709)

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti n. 3-00709, concernente iniziative per accelerare la realizzazione della linea Tav Torino-Lione, con particolare riferimento all'assegnazione dei fondi statali previsti per il nodo di Torino (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, la nostra interrogazione esprime un'intensa sollecitazione al Governo per superare i gravi ritardi nella realizzazione della linea Tav Torino-Lione. In adesione alle presenti preoccupazioni della comunità piemontese, in particolare del mondo imprenditoriale, le maggiori forze politiche hanno siglato un documento comune per dare forza a questa sollecitazione. Vorremmo che le priorità indicate in quel documento e che sono richiamate, signor Ministro, nel testo della nostra interrogazione, trovassero puntuale e immediato avvio nella loro applicazione.
In particolare, il dibattito su questa fondamentale infrastruttura è sempre più vivo e noi aspettiamo che il Governo dia una risposta concreta e inequivocabile in ordine, come diciamo nell'interrogazione, all'erogazione dei 200 milioni di euro a carico dello Stato promessi al fine di avviare la soluzione della prima di queste priorità segnalate, ovvero il nodo ferroviario torinese.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, voglio confermare in questa sede che la definizione del tracciato della Torino-Lione e la realizzazione del relativo sistema intermodale rappresenta una priorità per il Governo, come è testimoniato dall'inserimento di quest'opera nell'allegato infrastruttura al DPEF per gli anni 2010-2013. Non v'è dubbio, onorevole Delfino, che vi è stato un lungo periodo di approfondimento e di confronto con le realtà locali. Tuttavia, concluso questo periodo, si sta ora procedendo all'identificazione di un tracciato e all'avvio del processo progettuale che potrebbe portare, si ritiene nell'arco di un anno, alla definizione di un progetto di massima. In tale quadro è stata attribuita importanza strategica, come lei giustamente richiede, agli interventi relativi al nodo di Torino e alla realizzazione della linea 1 della metropolitana automatica di Torino.
Relativamente alle notizie che lei chiede per il finanziamento di questa specifica parte dell'opera, le posso comunicare che il CIPE ha già approvato nella seduta del 26 giugno scorso il progetto definitivo della metropolitana di Torino per un valore di 193,55 milioni di euro, coperti per 106 milioni di euro da fondi della legge obiettivo. A queste somme già stanziate, saranno a breve aggiunte altre a valere sul Fondo infrastrutture per circa 20-30 milioni di euro. Il quadro dei finanziamenti è dunque, onorevole Delfino, già definito e sarà possibile, a conclusione di questa fase, erogare le risorse previste presumibilmente entro la fine del 2010.
Per quanto riguarda la realizzazione della linea dell'alta velocità Torino-Lione, non si registrano ritardi nella sua realizzazione; piuttosto si sta operando nel rispetto del cronoprogramma contenuto nel dossier europeo dell'Accordo internazionale tra Italia e Francia. In particolare, si sta operando per procedere entro la fine dell'anno all'avvio dei sondaggi programmati e all'approvazione del progetto definitivo della galleria della Maddalena. Entro il 1o semestre del 2010 si approverà, inoltre, il nuovo progetto preliminare in condivisione con il territorio. Procedono, infine, i negoziati con la Francia per la definizione del nuovo accordo intergovernativo che riguarderà la fase realizzativa dell'opera. Pag. 45
A ulteriore testimonianza, onorevole Delfino, della costante attenzione del Governo su questo importante progetto vi è la recente sottoscrizione, proprio il 9 ottobre scorso, dell'accordo italo francese sull'autostrada ferroviaria alpina che consentirà di trasferire centomila TIR all'anno dalla strada alla ferrovia e che rappresenta un primo fondamentale passaggio verso quel trasferimento modale che troverà il suo compimento proprio nella realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di replicare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per queste assicurazioni, per queste documentazioni e per le affermazioni che lei ha fatto rispetto alla puntuale applicazione del cronoprogramma a suo tempo definito. Noi registriamo - lo vogliamo ribadire qui con forza - che c'è una grande preoccupazione rispetto alla definizione complessiva del progetto preliminare che noi, come previsto dal cronoprogramma, richiediamo e ribadiamo debba essere fatto entro il 2010, anche per evitare che slittamenti di tempi possano portare a mettere in discussione quell'importante contributo che noi, come Paese, abbiamo dall'Unione europea, per quanto riguarda la realizzazione della Tav Torino-Lione.
Il secondo problema che vogliamo sottolineare è che queste preoccupazioni troveranno un ulteriore momento di confronto lunedì 19 ottobre, in una riunione di tutti i sindaci dei comuni torinesi interessati a questa grande e fondamentale infrastruttura. Noi vorremmo che in quell'occasione ci fosse veramente una riaffermazione totale e piena che le difficoltà che ci sono davanti - oggi non possiamo entrare nel dettaglio, ma che attengono a quei punti cui lei ha dato una risposta - siano effettivamente affrontate come segno di concretezza dell'avvio di questo lavoro con le risorse che sono già disponibili.
Signor Ministro, se i 200 milioni per il nodo torinese, per questa prima priorità nella criticità espressa su questa linea, sono già disponibili, non vediamo perché non ci possa essere un'immediata messa a disposizione di queste risorse, affinché si possano avviare tutte le procedure e passare, come si aspetta la nostra gente, all'ora del fare, perché crediamo che l'ora della programmazione, dei confronti e delle discussioni, che sono state interminabili, sia scaduta e si debba procedere con maggiore concretezza agli adempimenti e all'attuazione di quest'opera fondamentale per il Piemonte (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative del Governo a favore del settore siderurgico, con particolare riguardo al rilancio del settore navalmeccanico e al sostegno del reddito dei lavoratori per i quali la cassa integrazione ordinaria è in scadenza - n. 3-00710)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00710, concernente iniziative del Governo a favore del settore siderurgico, con particolare riguardo al rilancio del settore navalmeccanico e al sostegno del reddito dei lavoratori per i quali la cassa integrazione ordinaria è in scadenza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, la nostra richiesta è chiara e semplice e vorremmo una risposta chiara e semplice. Vi è crisi di mercato, per cui la capacità produttiva di molte aziende si è ridotta, per cui centinaia di migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione ordinaria. Siccome la cassa integrazione ordinaria è di cinquantadue settimane, per circa 400 mila lavoratori questa sta per scadere. Allora, poiché non è crisi aziendale, ma di mercato, e poiché le aziende vogliono mantenere le loro maestranze, perché appena finisce la crisi di mercato vogliono riprendere il lavoro, vogliamo dare o non vogliamo dare loro un aumento dei tempi di cassa integrazione da cinquantadue a centoquattro settimane, come da tempo tutte le parti sociali, imprese e lavoratori chiedono? Questa è la prima domanda.

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PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, la prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. La seconda domanda è più semplice: per quanto riguarda il settore della cantieristica, di costruzione e di riparazione navale, poiché questa comporta il lavoro di migliaia e migliaia di persone, è possibile che la legge sulla rottamazione delle auto si estenda a tutta la cantieristica navale? Sono due domande alle quali vogliamo due risposte immediate.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, rispetto ai due quesiti posti dall'onorevole Di Pietro, voglio innanzitutto rassicurarlo, anche grazie alla presenza del Ministro Sacconi, che la cassa integrazione è prevista ed è operante per i lavoratori del settore siderurgico navale, al quale ha fatto riferimento, della zona di Piombino e che, dopo la cassa integrazione ordinaria, è possibile attivare la cassa integrazione speciale. Questo per quanto riguarda il primo aspetto della sua domanda.
Per quanto riguarda la questione più generale della situazione dell'industria siderurgica del nostro Paese, è evidente che il Governo la considera essere uno dei principali motori della nostra economia.
Essa, infatti, si colloca al secondo posto in Europa, presenta un fatturato annuo di circa 50 miliardi di euro e occupa più di 100 mila addetti, producendo ogni anno più di 32 milioni di tonnellate di prodotto.
Onorevole Di Pietro, presso il Ministero dello sviluppo economico è stato attivato un apposito tavolo per la cantieristica, che ha visto, proprio oggi, una proficua e lunga riunione, con la partecipazione delle maggiori associazioni del settore unitamente alle organizzazioni sindacali nazionali e di comparto. Naturalmente, in altre sedi competenti, il Governo potrà riferire puntualmente e specificamente sugli esiti di tale confronto, che proseguirà nelle prossime settimane.
Per quanto riguarda, poi, gli impegni che sono stati presi per la società Fincantieri, alla quale fa riferimento l'interrogazione da lei depositata, le posso assicurare che sono stati assunti i seguenti impegni: monitorare i problemi del settore, affrontare il problema del riallineamento degli strumenti finanziari a quelli europei, accelerare con le regioni interessate l'iter per la realizzazione delle infrastrutture, avviare un tavolo per discutere degli ammortizzatori sociali, con particolare riferimento a quelli dell'indotto, e sollecitare al più presto un'intesa tra i Paesi dell'Unione europea al fine di elaborare una posizione condivisa sulla cosiddetta questione della rottamazione delle navi.
Si evidenzia, inoltre, che lo scorso luglio, come l'onorevole Di Pietro saprà, si è già riunito anche il tavolo per la siderurgia, destinato a costituire un'ulteriore opportunità di confronto ad alto livello fra tutte le rappresentanze industriali.
Per quanto riguarda, come detto, la cassa integrazione, ci sono le rassicurazioni che ho dato all'inizio e, in conclusione, voglio dire che, per salvaguardare la base produttiva e occupazionale del settore, sono state concentrate risorse ordinarie e straordinarie volte a finanziare nel triennio per 32 miliardi di euro, dati aggiornati allo scorso giugno, contratti di solidarietà e interventi di cassa integrazione guadagni.
Naturalmente, il Governo continuerà a porre attenzione a questo particolare settore della nostra economia e alle risultanze dei confronti che sono stati posti in essere, che, come dicevo, hanno visto una loro importante riunione proprio oggi, e, se sarà necessario intervenire con nuovi strumenti di carattere normativo e amministrativo per il rilancio del settore, il Governo naturalmente si attiverà per adempiere in questa direzione.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Ministro, noi avevamo posto e poniamo ancora due questioni specifiche: volete o non volete Pag. 47aumentare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane? Volete o non volete prevedere gli incentivi sulla rottamazione anche per i cantieri navali?
Se vado a rileggere tutto quello che lei ha detto in questo momento, vedo che lei non ha risposto. Lei ci ha detto che monitorerà, che avvierà il tavolo, che solleciterà, che aprirà il confronto. Sono chiacchiere politiche!
Io ho parlato con migliaia di persone, sia lavoratori sia imprenditori. Vogliono al più presto una risposta sulla cassa integrazione ordinaria, perché questa consente loro di continuare il lavoro, non di chiuderlo, come accadrebbe con la cassa integrazione speciale.
Oggi, mentre stiamo parlando, il presidente Buzzetti dell'ANCE ha ribadito che i fondi per gli investimenti sono stati ridotti quest'anno e anche l'anno scorso. Ieri il presidente della Confindustria ha detto che è tempo di passare dalle parole ai fatti e ancora oggi ci parlate di parole e non di fatti. Gli operai della Fincantieri hanno bisogno di sapere se possono continuare a lavorare o meno, soprattutto quelli dell'indotto della Fincantieri, sia al nord sia al sud. E quelli di Piombino hanno bisogno di sapere, compreso il direttore generale con cui ho parlato ieri, se possono avere la possibilità, attraverso gli incentivi, di ricominciare la loro lavorazione oppure no.
Non è vero che i soldi non ci sono, lo mettiamo agli atti: i soldi ci sono semplicemente perché l'INPS, quale ente erogatore, ha dichiarato un attivo per il 2008 di 6 miliardi e per il 2009 di 10 miliardi. Si prendano questi soldi dell'INPS, che è in attivo, e li si diano per l'aumento dei tempi di cassa integrazione ordinaria e per poter ampliare la rottamazione non solo al «signor FIAT», che prende i soldi italiani e va a delocalizzare all'estero, che prende i soldi italiani e compra le finanziarie che sta comprando in questo momento.
Volete capire o no che i soldi degli italiani devono essere usati per fare gli interessi degli italiani e non delle finanziarie? Lei non ci ha risposto: ancora una volta, invece dei fatti, fate parole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per garantire che l'assegno sociale sia percepito dai soli cittadini extracomunitari effettivamente residenti nel territorio italiano - n. 3-00684)

PRESIDENTE. L'onorevole Dal Lago ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00684, concernente iniziative per garantire che l'assegno sociale sia percepito dai soli cittadini extracomunitari effettivamente residenti nel territorio italiano (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, signor Ministro, da un articolo apparso su Libero ancora il 24 settembre scorso abbiamo appreso che la guardia di finanza di Verona ha scoperto una truffa da 173 mila euro, relativa alla riscossione dell'assegno sociale da parte di trentotto cittadini extracomunitari non dimoranti effettivamente in Italia, anzi, in qualche caso addirittura deceduti. Sempre dalla guardia di finanza, abbiamo appreso che ciò è la spia probabilmente di un problema molto più ampio, a fronte del fatto che ogni mese ben 13.800 immigrati percepiscono dall'INPS assegni sociali per un importo annuo pari a più di 6 milioni di euro.
Da quanto si evince dall'articolo, l'assenza di controlli incrociati tra INPS e anagrafi comunali suscita il sospetto che vi sia un numero elevato di cittadini extracomunitari, ultrasessantacinquenni, privi di reddito, eccetera, che usufruiscono dell'assegno sociale senza in realtà dimorare in Italia.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MANUELA DAL LAGO. Chiedo, signor Ministro, quali iniziative intenda assumere al fine di evitare il ripetersi di simili truffe, Pag. 48come quelle denunciate da Libero e avvenute a Verona.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, dirò all'onorevole Dal Lago quello che il Governo ha fatto e sta facendo, nella convinzione che l'assegno sociale sia una provvidenza straordinaria che dev'essere concessa ed erogata soltanto a cittadini che sono soggiornanti a lungo e stabilmente nel nostro Paese, che hanno più di 65 anni e che si trovano in condizioni di oggettiva indigenza. Proprio una norma varata con questo Governo dal 1o gennaio 2009 prevede che poi siano dieci gli anni di soggiorno legale continuativo nel nostro Paese, e una disposizione del giugno 2008 da parte nostra dice che basta poco più di un mese non vissuto nel nostro Paese, salvo gravi motivi di salute come lei ricorda, per sospendere quel trattamento. Quindi, anche l'iniziativa che lei ha ricordato in quel di Verona è stata condotta dalla guardia di finanza, ma in sinergia con la locale sede dell'INPS, con lo scopo di individuare coloro che, al di là del titolo formale per poter avere l'assegno sociale, poi magari effettivamente non si trovano nel nostro Paese, mentre invece la ragione di questa provvidenza è proprio di garantire una vita dignitosa a chi sta nel nostro Paese.
Così per esempio abbiamo cercato di individuare le possibili patologie, guardando alle nazionalità dei soggetti, ai pagamenti a mezzo di delegati oppure su conti correnti, e abbiamo condotto quell'operazione che ha dato luogo, su 38 soggetti controllati, a 17 di essi segnalati all'autorità giudiziaria con l'individuazione dei 173 mila euro indebitamente erogati. Più in generale, tra luglio 2008 e agosto 2009 abbiamo svolto ben 50 mila accertamenti, e questi accertamenti hanno dato luogo alla sospensione di 1073 prestazioni, e 687 sono state addirittura erogate. Stiamo rafforzando soprattutto la strumentazione informatica, per incrociare quanto più possibile le informazioni in modo da essere assolutamente efficaci, perché è evidente che una corretta erogazione dell'assegno sociale è a suo modo anch'essa fonte di coesione sociale e di coesione nazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Dal Lago ha facoltà di replicare.

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la chiarezza, la precisione e per i fatti, e non le parole, che ci ha appena esposto nella sua risposta.
Devo dire quindi che, come gruppo della Lega, siamo soddisfatti della risposta, in quanto abbiamo visto che state lavorando e che state facendo. L'invito che però mi permetto di rivolgere è di continuare a lavorare e a fare sempre di più perché, come lei ben saprà, siamo certamente favorevoli - all'interno dei diritti e della legalità - ad assegnare assegni sociali a chi ne ha bisogno, ma sappiamo come in questo Paese tanti nostri cittadini vivano al di sotto della possibilità di sussistenza. Riteniamo quindi che non debba essere sprecato neppure un euro e che tutto ciò che può essere correttamente recuperato a favore dell'INPS debba essere poi riassegnato ai cittadini italiani che a questo Paese hanno sempre dato - e hanno dato tanto - e certamente, in particolar modo, ai cittadini che si sono sempre comportati correttamente.
Nel ringraziarla ancora per la precisione della risposta, la invito quindi a proseguire nella strada degli accertamenti e a fare in modo che sempre più attraverso l'informatizzazione si possano incrociare i dati dei comuni e quelli dell'INPS, in modo da verificare immediatamente le permanenze fasulle o meno in Italia dei cittadini extracomunitari al fine, ripeto, di utilizzare al meglio le risorse.
Come abbiamo ascoltato poco fa, ammontano infatti a circa un miliardo le risorse dell'INPS disponibili, che devono essere utilizzate a favore dei lavoratori, ma in modo che siano collegate alle pensioni e, in particolar modo, ai nostri Pag. 49cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 15 ottobre 2009, alle 10:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 15,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 12)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2696-A - articolo 1 472 472 237 472 67 Appr.
2 Nom. articolo 2 476 476 239 476 67 Appr.
3 Nom. articolo 3 475 475 238 475 67 Appr.
4 Nom. articolo 4 480 480 241 480 67 Appr.
5 Nom. Ddl 2696-A - voto finale 492 492 247 492 67 Appr.
6 Nom. Ddl 2411-B - articolo 11 491 491 246 491 66 Appr.
7 Nom. Ddl 2411-B - voto finale 489 489 245 489 66 Appr.
8 Nom. Ddl 2721 - articolo 1 495 495 248 495 65 Appr.
9 Nom. articolo 2 496 496 249 496 65 Appr.
10 Nom. articolo 3 496 496 249 496 65 Appr.
11 Nom. Ddl 2721 - voto finale 487 486 1 244 486 65 Appr.
12 Nom. Doc. IV-quater, n. 13 457 414 43 208 272 142 64 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.