|
CAMERA DEI DEPUTATI
|
N. 3973 |
Il conto consuntivo delle Amministrazioni dello Stato presenta i risultati complessivi indicati nella Tavola 1. Gli stessi risultati, espressi al netto delle regolazioni contabili e debitorie, (riportate in dettaglio più avanti nella Tavola 7), si modificano come evidenziato nella Tavola 2.
Il conto consuntivo presenta, inoltre, le entrate per proventi e la spesa complessiva per le missioni, come evidenziato nelle Tavole 3 e 4.
Nelle Tavole 5 e 6, infine, si forniscono elementi di raccordo tra il Rendiconto generale dello Stato e il conto economico dello Stato elaborato secondo i criteri della Contabilità nazionale previsti dal SEC 2010 (Sistema europeo dei conti nazionali e regionali).
In generale, si precisa che le considerazioni che seguono nella presente relazione si riferiscono, salva diversa indicazione, ai dati considerati al lordo delle regolazioni contabili e debitorie.
Ai fini della lettura delle tabelle, si fa presente che eventuali squadrature derivano dall'arrotondamento dei dati in milioni di euro operato dai sistemi elettronici.
Risultati complessivi
Le previsioni iniziali, stabilite con la legge 23 dicembre 2014, n. 190, per effetto delle variazioni intervenute nel corso della gestione sono venute a modificarsi, dando luogo a previsioni definitive di entrata e di spesa pari, rispettivamente, a 863.809 e 857.771 milioni di euro in termini di competenza e a 874.724 e 893.696 milioni di euro in termini di cassa.
In particolare le previsioni iniziali esponevano entrate e spese complessive per 847.308 milioni in termini di competenza e 858.286 in termini di cassa. In rapporto al prodotto interno lordo (Pil) (1.636.372 milioni a prezzi di mercato: dato diffuso dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) il 1o marzo 2016) tali grandezze rappresentano il 51,8 e il 52,5 per cento, rispettivamente per la competenza e la cassa.
Le previsioni iniziali, approvate con la legge di bilancio prevedendo il pareggio tra entrate complessive e spese complessive, hanno subìto variazioni a seguito dell'adozione di diversi provvedimenti che complessivamente hanno modificato il differenziale fra entrate e spese, portandolo, a livello di previsioni definitive, a 6.038 milioni di euro per la competenza e a –18.972 milioni di euro per la cassa.
Tale risultato è determinato dagli effetti derivanti dall'assunzione di provvedimenti che hanno comportato variazioni al bilancio, i quali, per l'entrata, si possono così suddividere:
provvedimenti amministrativi (19.591 milioni di euro in conto competenza e cassa);
assestamento del bilancio dello Stato: legge 2 ottobre 2015, n. 171 (-3.090 milioni di euro in conto competenza e –3.153 milioni in conto cassa);
per le spese, invece, possono essere raggruppati nel modo seguente:
assestamento del bilancio dello Stato: legge 2 ottobre 2015, n.171 (–11.576 milioni di euro in conto competenza e +13.551 milioni in conto cassa);
riassegnazione di quote di entrate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1999, n. 469 (+16.119 milioni di euro in conto competenza e in conto cassa);
provvedimenti con copertura a carico dell'entrata (447 milioni di euro sia in conto competenza sia in conto cassa);
modifiche in dipendenza di altre norme (5.564 milioni di euro sia in conto competenza sia in conto cassa);
variazioni agli stanziamenti dei fondi di riserva e speciali (13 milioni di euro sia in conto competenza sia in conto cassa, che si compensano per variazioni di pari importo del fondo globale di parte corrente);
provvedimenti amministrativi emanati in applicazione di leggi che utilizzano disponibilità del decorso esercizio finanziario 2014 (1 milione di euro per competenza e cassa);
per ripartizione di fondi per –91 milioni di euro in conto competenza e 270 milioni in conto cassa.
A seguito della gestione di competenza le operazioni complessive di bilancio hanno dato luogo ad accertamenti di entrata per 829.108 milioni di euro e a impegni di spesa per 826.631 milioni di euro, manifestando in entrambi i casi una diminuzione in relazione alle corrispondenti previsioni definitive e dando luogo ad un saldo complessivo di 2.477 milioni di euro.
La gestione di cassa ha dato luogo complessivamente a incassi per 771.529 milioni di euro e a pagamenti per 812.904 milioni di euro, pari all'88,2 e 91 per cento delle previsioni definitive, con un disavanzo complessivo di –41.375 milioni.
Rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2014 (774.279 milioni di euro di incassi e 770.732 milioni di pagamenti), si registra una diminuzione degli incassi (-0,4 per cento) e un aumento dei pagamenti
Risultati differenziali
Il risparmio pubblico (saldo tra le entrate correnti, tributarie ed extra-tributarie, e le spese correnti), rispetto alle previsioni iniziali, ha subito un aumento di 1.110 milioni di euro in termini di competenza, attestandosi a –33.393 milioni di euro, e di 9.733 milioni di euro in termini di cassa, ragguagliandosi a –99.653 milioni di euro.
Il saldo netto da finanziare (dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali) – il cui livello massimo era fissato inizialmente, al netto delle regolazioni contabili, pari a –54.000 milioni di euro dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015) – si attesta in termini di previsioni definitive di competenza a –65.551 milioni di euro e a –149.619 milioni in termini di cassa, con un miglioramento, rispetto alle previsioni iniziali, di 5 milioni di euro in conto competenza (7,1 per cento) e di un peggioramento, rispetto sempre alle previsioni iniziali, di –19.655 milioni di euro in conto cassa (15,1 per cento). Al netto delle regolazioni contabili, il saldo netto da finanziare per competenza e cassa ammonta, rispettivamente, a –55.649 e a –139.717 milioni di euro.
Depurato delle operazioni finanziarie per 468 milioni di euro in conto competenza e –9.840 milioni in conto cassa, risulta un indebitamento netto (saldo tra le entrate finali e le spese finali al netto delle operazioni finanziarie) di – 66.019 milioni di euro in termini di competenza e di –139.778 milioni di euro in termini di cassa, con una riduzione, rispetto alle previsioni iniziali, di 4.063 milioni (5,8 per cento) in conto competenza e un aumento di 10.265 milioni di euro (7,9 per cento) in conto cassa.
Infine, il ricorso al mercato (dato dalla differenza tra le entrate finali – cioè le entrate complessive al netto dell'accensione di prestiti – e tutte le spese) – stabilito inizialmente dalla legge di stabilità 2015 in 323.000 milioni di euro come limite massimo di competenza, comprensivo di 4.000 milioni di euro per indebitamento all'estero – nelle previsioni definitive di competenza si attesta a –298.613 milioni, presentando quindi un miglioramento di 4.538 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali pari a –303.152 milioni. In termini di cassa tale saldo si attesta a –383.056 milioni di euro, con un peggioramento di 20.472 milioni rispetto alla previsione iniziale (-362.584 milioni).
È appena il caso di precisare che gli importi finali raggiunti dai saldi di riferimento (saldo netto da finanziare e ricorso al mercato) espressi in termini di previsioni definitive di competenza rappresentano una mera evidenza contabile, in quanto la misura di riferimento del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato per il conseguente raffronto con l'autorizzazione recata dall'articolo 1 della legge di stabilità, e successive modificazioni, deve essere compiuto sui dati effettivi di gestione. Quanto sopra vale anche per gli altri risultati differenziali presi in considerazione (risparmio pubblico e indebitamento netto) per i quali si procede ad esporre i risultati in termini di accertamenti per l'entrata e impegni per la spesa.
Il risparmio pubblico è risultato di –9.021 milioni di euro (-0,6 per cento del Pil), denotando un miglioramento di 24.373 milioni rispetto alle corrispondenti previsioni e un peggioramento di 9.425 milioni rispetto al 2014 (1,1 per cento del Pil, il quale risultava pari a 1.616.048 milioni di euro a prezzi di mercato in base al dato diffuso dall'ISTAT il 2 marzo 2015). Tale risultato, al netto delle regolazioni contabili, ammonta a +5.839 milioni di euro.
Il saldo netto da finanziare, invece, si attesta su un ammontare di –41.545 milioni di euro (2,5 per cento del Pil), con un miglioramento di 24.006 milioni (36,6 per cento) rispetto alle previsioni definitive e un miglioramento di 11.294 milioni rispetto al 2014. Al netto delle regolazioni contabili, è pari a –31.720 milioni di euro,
Raccordo con il SEC 2010
Con l'introduzione a livello nazionale del nuovo sistema SEC 2010, in coerenza con la sua adozione da parte di tutti gli Stati membri dell'Unione europea, sono stati adottati alcuni cambiamenti in linea con le stime dei conti nazionali. Il SEC 2010, adottato con il regolamento (UE) n. 549/2013 del Parlamento europeo e del
RISORSE FINANZIARIE DISPONIBILI
Come già anticipato, la situazione delle entrate venuta a delinearsi alla fine dell'esercizio deriva dall'adozione di norme e provvedimenti durante la gestione dell'esercizio 2015 che hanno modificato le previsioni iniziali – adottate con la legge 23 dicembre 2014, n. 190 – portandole ai valori definitivi pari a 863.809 milioni di euro per la competenza e a 874.724 milioni di euro per la cassa. L'ammontare delle previsioni definitive di competenza rappresenta nell'anno 2015 il 52,8 per cento del Pil contro il 52,5 per cento del 2014; quelle di cassa costituiscono il 53,5 per cento, contro il 53,6 per cento del 2014.
L'aumento manifestatosi rispetto alle previsioni iniziali di 16.501 milioni per la competenza e di 16.438 milioni per la cassa (+1,9 per cento in entrambi i casi) va scomposto distinguendo le previsioni delle
IMPIEGO DELLE RISORSE DISPONIBILI
Le previsioni definitive, in termini di competenza e cassa, delle spese complessive dello Stato – rappresentate dalla somma delle spese finali (titoli I e II delle uscite) e delle spese per il rimborso di prestiti (titolo III delle uscite) – sono aumentate, rispetto a quelle iniziali, rispettivamente dell'1,2 e del 4,1 per cento, con un'incidenza sul Pil pari al 52,4 e al 54,6 per cento.
In particolare, le previsioni definitive delle spese per operazioni finali ammontano a 624.708 milioni di euro in conto competenza e a 660.259 milioni di euro in conto cassa, con un aumento rispettivamente di 10.021 milioni e di 34.593 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali; mentre le previsioni definitive delle spese per rimborso di passività finanziarie ammontano a 233.063 milioni di euro in conto competenza e a 233.437 milioni di euro in conto cassa, con un aumento, rispettivamente, di 442 milioni e di 817 milioni di euro rispetto alla previsione iniziale.
Delle spese finali, quelle di parte corrente ammontano a 582.392 milioni di euro in conto competenza e a 600.135 milioni di euro in conto cassa, mentre quelle in conto capitale sono pari a 42.316 milioni di euro in conto competenza e a 60.124 milioni di euro in conto cassa.
Rispetto alle previsioni iniziali di competenza, le spese correnti hanno registrato un aumento di 7.934 milioni di euro e quelle in conto capitale di 2.086 milioni di euro; per quanto riguarda la previsione di cassa, si registrano, rispettivamente, un aumento di 16.494 milioni e di 18.099 milioni di euro.
In particolare, l'aumento della previsione definitiva rispetto alla previsione iniziale, registrato per le spese correnti, ha riguardato principalmente le seguenti categorie economiche: consumi intermedi (+2.866 milioni per la competenza e +3.953 milioni per la cassa), poste correttive e compensative (+24.254 milioni per la competenza e +25.030 milioni per la cassa) e trasferimenti correnti ad imprese (+1.236 milioni per la competenza e + 2.450 milioni per la cassa). Tali aumenti sono stati in parte compensati dalla riduzione registrata nella categoria degli interessi passivi e redditi da capitale (-6.552 milioni per la competenza e -6.425 milioni per la cassa)
Nella missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», i cui impegni e pagamenti incidono rispettivamente per il 14 e il 13,4 per cento sul totale delle spese, le risorse sono state destinate principalmente al finanziamento dei programmi «Federalismo» e «Regolazioni contabili ed altri trasferimenti alle Regioni a statuto speciale»;
la missione «Politiche previdenziali» ha fatto registrare impegni per 105.984 milioni di euro e pagamenti per 101.676 milioni (13 per cento degli impegni e 12,5 per cento dei pagamenti complessivi), destinati per la maggior parte al finanziamento del programma «Previdenza obbligatoria e complementare, assicurazioni sociali»;
la missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio» ha registrato impegni per 90.945 milioni di euro e pagamenti per 89.474 milioni (11 per cento degli impegni e dei pagamenti), destinati principalmente al finanziamento del programma concernente le «Regolazioni contabili, le restituzioni e i rimborsi di imposte»;
la missione «Istruzione scolastica» ha registrato impegni per 43.361 milioni di euro e pagamenti per 42.803 milioni (5,2 per cento degli impegni e 5,3 dei pagamenti), destinati principalmente al finanziamento dei programmi concernenti l'istruzione secondaria di secondo grado e quella primaria;
la missione «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia» ha evidenziato impegni per 34.686 milioni di euro e pagamenti per 34.093 milioni (il 4,2 per cento degli impegni e dei pagamenti), destinati per lo più al finanziamento del programma «Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, programmazione, monitoraggio e valutazione politiche sociali e di inclusione attiva»;
la missione «L'Italia in Europa e nel mondo» ha registrato impegni per 24.704 milioni di euro e pagamenti per 24.714 milioni di euro (3 per cento degli impegni e dei pagamenti) destinati per lo più al finanziamento del programma «Partecipazione italiana alle politiche di bilancio nell'ambito dell'Unione europea»;
la missione «Difesa e sicurezza del territorio» (2,5 per cento degli impegni e dei pagamenti) ha destinato le risorse principalmente ai programmi concernenti l'Approntamento e impiego dei carabinieri per la difesa e sicurezza e l'Approntamento e impiego delle forze terrestri;
la missione «Competitività e sviluppo delle imprese» ha registrato impegni per 17.070 milioni di euro e pagamenti per 22.031 milioni di euro (2 per cento degli impegni e 2,7 per cento dei pagamenti) destinati principalmente al programma «Interventi di sostegno tramite il sostegno della fiscalità»;
la missione «Diritto alla mobilità e sviluppo dei sistemi di trasporto» (con impegni e pagamenti pari all'1,4 e all'1,5
la missione «Ordine pubblico e sicurezza» (1,4 per cento degli impegni e dei pagamenti) ha utilizzato le risorse principalmente per il finanziamento dei programmi riguardanti il «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica»;
la missione «Politiche per il lavoro» (1,3 per cento degli impegni e 1,2 per cento dei pagamenti) ha utilizzato le risorse principalmente per il finanziamento del programma «Politiche passive del lavoro e incentivi all'occupazione» (10.095 milioni di euro per gli impegni e 8.988 milioni di euro per i pagamenti);
infine, la missione «Debito pubblico», che da sola incide per il 35 per cento delle somme complessivamente impegnate del bilancio 2015 e per il 35,2 per cento delle somme pagate, ha fatto registrare impegni per 288.645 milioni e pagamenti per 285.809 milioni di euro destinati per il 74 per cento al finanziamento del programma «Rimborsi del debito statale».
RESIDUI
Il conto dei residui provenienti dagli esercizi 2014 e precedenti presentava al 1o gennaio 2015 residui attivi per 209.126 milioni di euro e residui passivi per 113.254 milioni di euro, con un'eccedenza attiva di 95.872 milioni di euro.
Nel corso dell'esercizio la situazione delineata si è modificata: infatti dal lato delle entrate si sono registrate variazioni in diminuzione pari a 58.446 milioni di euro, mentre dal lato delle uscite si è registrata una diminuzione di 13.949 milioni di euro, di cui 10.067 milioni eliminati per perenzione amministrativa.
A seguito di tali variazioni, gli accertamenti di residui attivi provenienti dai precedenti esercizi ammontano a 150.680 milioni di euro (dei quali 37.773 milioni incassati e 112.907 milioni rimasti da riscuotere e da versare), mentre i residui passivi ammontano a 99.304 milioni di euro (dei quali 52.523 milioni pagati e 46.781 milioni di euro rimasti da pagare).
Pertanto il saldo attivo tra i residui attivi e passivi provenienti dagli esercizi 2014 e precedenti, indicato all'inizio dell'esercizio finanziario 2015 in 95.872 milioni di euro, per effetto delle variazioni intervenute, degli incassi e dei pagamenti effettuati nell'anno, si è attestato a 66.126 milioni di euro, con una riduzione di 29.746 milioni di euro.
Con riguardo, poi, ai residui di nuova formazione derivanti dalla gestione di competenza dell'esercizio finanziario 2015, le somme rimaste da riscuotere e da versare ammontano a 95.352 milioni di euro e quelle rimaste da pagare raggiungono 66.250 milioni di euro.
Riassumendo, i residui attivi complessivi sono costituiti per 112.907 milioni di euro da quelli pregressi e per 95.352 milioni di euro da quelli di nuova formazione, evidenziando, rispetto al 2014, un aumento dello 0,3 per cento di quelli pregressi e una diminuzione dell'1,3 per cento dei resti di nuova formazione. I residui passivi invece sono composti per 46.781 milioni di euro di residui di esercizi pregressi e per 66.250 milioni da residui di nuova formazione. A tale riguardo va sottolineato che, rispetto al 2014, si è registrato un peggioramento del processo di smaltimento di quelli pregressi (aumentati del 27,7 per cento rispetto ai 36.662 milioni del 2014) e un decremento del processo di formazione dei nuovi resti (-13,5 per cento rispetto ai 76.591 milioni del 2014). Il decremento di 10.341 milioni di euro dei residui passivi di nuova formazione è correlato al fatto che gli impegni di competenza hanno registrato, rispetto all'esercizio passato, un aumento percentuale (+2 per cento) inferiore a quello registrato dai pagamenti di competenza (+3,6 per cento). Quanto sopra trova
ECCEDENZE ED ECONOMIE
Le previsioni definitive delle spese, siano esse di competenza che di cassa, costituiscono il limite massimo autorizzato dal Parlamento entro cui si può procedere all'assunzione degli impegni e ai pagamenti; tuttavia è da rilevare che nell'esercizio 2015, come nei precedenti, si sono verificate, oltre che economie, eccedenze di spesa rispetto agli importi autorizzati. È inoltre da segnalare che nell'esercizio 2015 si sono registrate in conto competenza, per un importo pari a 27,3 milioni di euro, acquisizioni di disponibilità ai sensi dell'articolo 18, comma 3, della legge n. 196 del 2009. Tale dispositivo prevede lo slittamento e il finanziamento nell'esercizio successivo (2016) degli oneri derivanti da provvedimenti legislativi non ancora perfezionati alla fine dell'esercizio precedente (2015). Per quanto concerne le economie – che nella gestione di competenza, al netto delle disponibilità acquisite di cui sopra, ammontano a 31.549 milioni di euro, in quella di cassa a 80.939 milioni e a 3.882 milioni nella gestione dei residui – è opportuno ricordare che esse derivano, rispettivamente, dalle somme non impegnate o non pagate rispetto alle previsioni definitive o da riaccertamenti di impegno nel caso dei residui e non necessitano di particolari prese d'atto.
Per le eccedenze, invece, che ammontano a 436 milioni per la competenza, a 147 milioni per la cassa e all'esiguo importo di 35 mila euro per i residui, con l'articolo 5 del disegno di legge di approvazione del rendiconto viene richiesta specifica autorizzazione in sanatoria.
Il fenomeno concerne, essenzialmente, spese di natura obbligatoria (stipendi, retribuzioni e altri assegni fissi al personale, compresi oneri sociali e imposta regionale sulle attività produttive) il cui peculiare meccanismo di pagamento decentrato consente di conoscere il volume delle erogazioni solamente ad esercizio concluso, quando sarebbe ormai impossibile un adeguamento delle relative dotazioni di bilancio. L'inderogabilità e l'indifferibilità delle spese stesse comporta, del resto, l'imprescindibilità della loro erogazione e quindi il verificarsi dell'eccedenza. In particolare le eccedenze in conto competenza relative a spese fisse hanno riguardato principalmente il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, rispettivamente per 259 e 176 milioni di euro. È da segnalare che le eccedenze di competenza registrate nel 2015 sono superiori a quelle dell'esercizio 2014 (208 milioni). Le eccedenze registrate nella gestione dei residui hanno interessato il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e, per un importo esiguo, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; quelle registrate nella gestione di cassa hanno interessato quasi esclusivamente il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
REGOLAZIONI CONTABILI E DEBITORIE
Regolazioni contabili
Con il termine «regolazione contabile» si intende un'operazione volta a far emergere contabilmente partite di entrata e/o di spesa che altrimenti non troverebbero rappresentazione in bilancio. Il «regolare», dunque, è inteso nel senso di dare
Regolazioni debitorie
Per regolazione debitoria si intende l'iscrizione in bilancio di una partita contabile di spesa per il pagamento di operazioni che in termini di competenza economica hanno già prodotto i loro effetti in esercizi precedenti a quello in cui viene disposto lo stanziamento in bilancio. È il caso dei ripiani dei disavanzi di aziende sanitarie locali, restituzioni di tributi dichiarati costituzionalmente illegittimi, accantonamenti dei fondi speciali per l'estinzione di debiti pregressi, eccetera. Tale tipologia di regolazioni richiede un esame per singola partita in quanto non necessariamente hanno un trattamento contabile univoco.
In particolare, nel bilancio dello Stato e conto del settore statale la regolazione debitoria incide nell'anno in cui si effettua il pagamento.
Nel conto della pubblica amministrazione una partita debitoria incide nel momento in cui nasce l'obbligazione (secondo il criterio della competenza giuridica) e la stessa è quantificata nell'esatto ammontare, anche se la restituzione delle somme avviene ratealmente. Qualora non sia determinato in modo esatto l'ammontare del debito, l'effetto sull'indebitamento netto del conto della pubblica amministrazione è contabilizzato in relazione a quanto annualmente pagato a titolo di restituzione.
Tra le regolazioni debitorie rientrano i rimborsi di imposte pregresse. Si tratta di somme iscritte in bilancio per essere destinate al rimborso di imposte che il contribuente ha richiesto in anni precedenti. Tali regolazioni determinano effetti sul bilancio dello Stato e sul fabbisogno del settore statale nell'anno in cui le somme sono rispettivamente stanziate e pagate, mentre, secondo i criteri di contabilità nazionale, esse vengono registrate nel conto economico delle pubbliche amministrazioni secondo il principio della competenza economica e quindi contabilizzate nell'anno in cui è stato richiesto il rimborso.
GESTIONE DEL PATRIMONIO
Il Conto generale del patrimonio per l'esercizio 2015 evidenzia un peggioramento patrimoniale di 66.846 milioni di euro, tale da portare l'eccedenza complessiva delle passività, al termine dell'esercizio, a 1.758.421 milioni di euro.
Il peggioramento patrimoniale trae origine da una diminuzione delle attività per 5.956 milioni di euro e da un aumento delle passività pari a 60.890 milioni di euro.
Le attività finanziarie presentano una diminuzione complessiva di 11.941 milioni di euro, passando da 669.041 milioni di euro a 657.100 milioni di euro, mentre le passività finanziarie hanno visto aumentare la loro consistenza di 60.890 milioni di euro, passando da 2.660.141 a 2.721.031 milioni di euro.
In dettaglio, si rileva una diminuzione delle attività finanziarie di breve termine (- 19.825 milioni di euro) dovuta all'aumento registrato nei «residui attivi per denaro da riscuotere» (+ 3.352 milioni), compensato dalla diminuzione registrata nei «residui attivi per denaro presso gli agenti della riscossione» (- 4.219 milioni) e nei «crediti di tesoreria» (- 18.958 milioni).
Quanto alle attività finanziarie di medio e lungo termine, si rileva un aumento (+ 7.885 milioni di euro) dovuto alle «azioni ed altre partecipazioni» (+ 2.657 milioni), alle «anticipazioni attive» (+ 5.777 milioni) e agli «altri conti attivi» (+ 522 milioni), mentre si è registrata una diminuzione nei «titoli diversi dalle azioni» (- 1.071 milioni).
Per le «azioni ed altre partecipazioni», gli aumenti hanno riguardato le «altre partecipazioni» (+ 965 milioni) dovuti essenzialmente alla rivalutazione delle partecipazioni detenute negli «Organismi internazionali» ai tassi di cambio registrati al 31 dicembre 2015 e le «azioni non quotate» (+ 1.900 milioni), mentre le diminuzioni hanno riguardato le «azioni quotate» (- 209 milioni).
Tra le anticipazioni attive assumono rilevanza gli aumenti relativi ai «crediti concessi ad enti pubblici e ad istituti di credito» (+ 3.074 milioni), ai «fondi scorta» (+ 6 milioni), ai «crediti concessi ad aziende ed enti privati» (+ 72 milioni) e agli «altri crediti non classificabili» (+ 2.872), mentre si sono registrate diminuzioni nei «fondi di garanzia» (- 17 milioni), nei «fondi di rotazione» (- 230 milioni); inoltre tra gli «altri conti attivi» sono da registrarsi aumenti nel «valore commerciale dei metalli monetati» (+ 10 milioni) e nel «fondo ammortamento titoli» (+ 512 milioni).
Nelle attività non finanziarie «prodotte» – che comprendono beni materiali e immateriali prodotti, beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi – si è registrato un incremento (+ 6.040 milioni di euro), mentre nelle attività non finanziarie «non prodotte», che comprendono beni materiali (terreni, giacimenti e risorse biologiche non coltivate), si è registrata una diminuzione di 56 milioni di euro.
Le passività finanziarie – che comprendono debiti a breve termine (debiti di tesoreria e residui passivi di bilancio), debiti a medio e lungo termine (debito pubblico, con esclusione del debito fluttuante riportato tra i debiti di tesoreria, debiti diversi come monete in circolazione e residui passivi perenti) e anticipazioni passive – risultano complessivamente aumentate (+ 60.890 milioni di euro): nello specifico delle singole voci patrimoniali va fatto osservare che, per i debiti a breve termine, nei residui passivi di bilancio si riscontra una diminuzione di 222 milioni di euro, mentre nei debiti di tesoreria si rileva un aumento complessivo di 22.359 milioni, di cui diminuzioni per 11.571 milioni nel «debito fluttuante» e negli «incassi da regolare» per milioni 1.865, mentre gli aumenti si sono verificati per 17.767 milioni nelle «altre gestioni» e 18.028 milioni nei «conti correnti». Per i debiti a medio e lungo termine l'aumento complessivo è risultato di 36.453 milioni di euro, di cui 42.386 milioni nei «debiti redimibili», compensati dalla diminuzione di 5.933 milioni nei «debiti diversi». Nel primo caso, l'incremento è dovuto al notevole aumento dei buoni del tesoro poliennali (48.052 milioni di euro), mentre si
OPERAZIONI STRAORDINARIE SULLE PARTITE DEBITORIE DELLO STATO
Il programma straordinario di riaccertamento dei residui passivi (decreto-legge n. 66 del 2014, articolo 49)
Anche nel 2015 si sono manifestati importanti effetti finanziari e patrimoniali derivanti dall'applicazione dell'articolo 49 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, il quale ha disposto un'attività di riaccertamento straordinario dei residui esistenti alla data del 31 dicembre 2013 a cura delle amministrazioni centrali dello Stato e degli uffici centrali del bilancio. La norma prevedeva, in particolare, che il Ministro dell'economia e delle finanze adottasse, con apposito decreto, il programma straordinario di riaccertamento dei residui passivi nonché di riaccertamento della sussistenza delle partite debitorie iscritte nel conto del patrimonio dello Stato in corrispondenza di residui andati in perenzione ed esistenti alla data del 31 dicembre 2013, con la quantificazione, distinta per ciascun Ministero, delle somme da eliminare con riferimento alle tipologie di residui sopracitate.
I principali effetti finanziari e patrimoniali del riaccertamento straordinario si sono colti e manifestati con il consuntivo 2014, a seguito della ricognizione effettuata nello stesso anno 2014 con riferimento ai seguenti quattro distinti ambiti di analisi, disciplinati dalle lettere a), b), c) e d) del comma 2 del citato articolo 49.
La lettera a) si riferiva all'eliminazione dei residui passivi iscritti in bilancio e disponeva che a seguito di tale attività si provvedesse al riversamento delle risorse all'entrata; la lettera b) riguardava la cancellazione di residui passivi perenti dalle scritture contabili del conto del patrimonio dello Stato; la lettera c) era dedicata, sempre nell'ambito dei residui passivi perenti, alle partite contabilizzate in conto sospeso, ossia «crediti» vantati dalla Banca d'Italia quale tesoriere dello Stato, prevedendo che la loro regolarizzazione avvenisse tramite operazioni compensative dei rapporti di debito con la Tesoreria statale. La lettera d), infine, prevedeva che fosse specificamente enucleata l'attività di ricognizione dei residui passivi di bilancio [di cui alla lettera a)] e dei residui passivi perenti [lettera b)], riguardanti in particolare trasferimenti e compartecipazioni statutarie alle regioni, alle province autonome e agli altri enti territoriali.
a) per quanto concerne i residui passivi di bilancio, sono state individuate somme da eliminare, tramite riversamento all'entrata, pari a 1.131 milioni di euro;
b) relativamente ai residui passivi perenti, le economie rilevate ammontano a 9.746 milioni di euro;
c) i sospesi di tesoreria ammontano a 9.716 milioni di euro;
d) le economie relative a residui il cui creditore è un ente territoriale ammontano a un totale di 3.218 milioni di euro (215 milioni di residui di bilancio e 3.003 milioni di residui perenti).
Così come previsto dal citato articolo 49, l'esito dell'attività di ricognizione ha comportato l'istituzione di appositi fondi nel bilancio 2015-2017, iscritti negli stati di previsione delle amministrazioni interessate.
In particolare, per i residui di cui alle lettere a) e b) le somme corrispondenti alla cancellazione dei residui passivi e dei residui perenti potevano essere iscritte, in misura non superiore al 50 per cento dell'importo eliminato, come stanziamento in appositi capitoli di bilancio separatamente per la parte corrente e per il conto capitale; la restante parte poteva essere destinata a finanziare appositi fondi da iscrivere nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, da ripartire a favore di interventi individuati con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
La costituzione di tali fondi è stata proposta con il disegno di legge di bilancio per il triennio 2015-2017. Successivamente, in fase di discussione del disegno di legge di stabilità e dello stesso disegno di legge di bilancio, per lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze le somme iscritte nei fondi da ripartire mediante apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sono state utilizzate per la copertura di alcune disposizioni della stessa legge di stabilità portando così al completo azzeramento dello stanziamento previsto su base pluriennale. Inoltre, anche alcuni dei fondi iscritti negli stati di previsione dei diversi ministeri sono stati parzialmente utilizzati a copertura di norme della legge di stabilità e pertanto gli stanziamenti a legge di bilancio sono risultati inferiori a quelli inizialmente proposti nel disegno di legge.
Per quanto riguarda, in particolare, i residui riaccertati ai sensi della lettera c) del comma 2 dell'articolo 49, con la legge di bilancio 2015-2017 sono stati istituiti fondi vincolati al ripiano degli specifici debiti nei confronti della Tesoreria; a fronte dei pagamenti effettuati nel 2015 a valere su tali fondi sono state realizzate corrispondenti cancellazioni dalle passività patrimoniali rendicontate alla chiusura del consuntivo 2015.
Tale ripiano, dunque, ha prodotto il pagamento e la cancellazione dalle corrispondenti passività patrimoniali utilizzando le apposite risorse stanziate in bilancio. Nello specifico:
4.355 milioni di euro iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, destinati alla sistemazione delle anticipazioni di tesoreria al settore sanitario;
5.360 milioni di euro iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'interno (3.344 milioni per la parte corrente e 2.016 per la parte in conto capitale), relativi a sospesi di tesoreria riguardanti principalmente rapporti finanziari con gli enti territoriali;
4.432 milioni di euro iscritti nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, destinati alla regolazione dei debiti nei confronti dell'INPS e di altri enti previdenziali e casse di
Ulteriori economie patrimoniali per 1,01 miliardi di euro risultano nell'esercizio 2015 per effetto della lettera d) della procedura di riaccertamento straordinario in discorso. Va sottolineato che le eliminazioni dei residui indicati dalle amministrazioni in virtù di questa previsione normativa erano già state effettuate nel 2014. Nel 2015, invece, vengono effettuate le economie patrimoniali relative a partite perente specifiche, al cui pagamento sono stati vincolati i fondi istituiti in bilancio in virtù delle eliminazioni di cui sopra. Si tratta di risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (510 milioni di euro) e del Ministero dell'interno (500 milioni): le prime destinate al pagamento di partite perente riguardanti l'edilizia sanitaria, di cui alla legge n. 448 del 1998 [articolo 50, comma 1, lettera c)]; le seconde utilizzate per il pagamento di partite perenti nei confronti di alcuni enti locali (puntualmente individuate in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali in data 19 febbraio 2015).
Debiti fuori bilancio delle amministrazioni centrali
Con l'esercizio 2015 è proseguito il processo di pagamento dei debiti fuori bilancio nei confronti di terzi rilevati al 31 dicembre 2012 e accertati a seguito del decreto-legge n. 35 del 2013.
A tale riguardo va ricordato che a partire dal 2008 sono stati adottati specifici interventi per l'estinzione dei debiti fuori bilancio, per richiamare all'applicazione delle norme vigenti sul controllo della spesa e per invitare le amministrazioni a intervenire organizzativamente o legislativamente al fine di evitare la formazione di nuovi debiti. Si è fatto ricorso a risorse aggiuntive per la copertura dei debiti contratti dalle amministrazioni centrali dello Stato: a partire dall'esercizio 2009 è stato istituito un fondo, con una dotazione di circa 2 miliardi di euro, per l'estinzione dei debiti pregressi, successivamente rifinanziato nel 2011 per 1,5 miliardi e nel 2012 per 1 miliardo.
Nel 2013 con l'adozione del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64, sono stati stanziati ulteriori 500 milioni di euro ed è stata introdotta la predisposizione di appositi «piani di rientro» da parte delle amministrazioni volti a prendere in carico sul proprio bilancio o tramite apposite misure i debiti rimanenti.
Con l'esercizio 2015 si completa il monitoraggio dei pagamenti relativi ai debiti fuori bilancio nei confronti di terzi rilevati al 31 dicembre 2012 e accertati a seguito del decreto-legge n. 35 del 2013. Tale monitoraggio evidenzia come oltre l'85 per cento delle risorse complessive stanziate risulti pagato alla fine del 2015. Tale percentuale, tuttavia, è inferiore al tasso effettivo di attuazione. Il monitoraggio è infatti basato sull'effettiva ripartizione del fondo ex decreto-legge n. 35 del 2013 e dei piani di rientro, senza tenere conto di successivi aggiornamenti sull'esigibilità effettiva delle fatture che hanno consentito alle amministrazioni di pagare altri debiti inizialmente esclusi dall'iniziativa di ripiano o sul fatto che si sono realizzate economie. La tracciatura di tali fattispecie, per alcuni ministeri, non sempre è stata effettuata in maniera puntuale.
Nel corso del 2015 è stato effettuato il pagamento di 7,1 milioni di euro. Il monitoraggio ha evidenziato come alcuni dei debiti inizialmente inclusi nella rilevazione delle fatture non fossero più interamente dovuti o non fossero da considerare come debiti commerciali poiché riferiti a trasferimenti ad altre amministrazioni pubbliche. Le errate rilevazioni sono spesso avvenute con riferimento al consolidamento di informazioni provenienti da uffici periferici. Al contempo, alcuni dei debiti che inizialmente non erano stati compresi nel piano di rientro sono stati oggetto di pagamento da parte delle amministrazioni e sono stati nel frattempo estinti con altre risorse, nello spirito indicato
RENDICONTO ECONOMICO
La legge 31 dicembre 2009, n. 196, di riforma della contabilità e finanza pubblica, ha rafforzato il ruolo delle rilevazioni economiche prescrivendo, con specifico riferimento al Rendiconto economico, all'articolo 36, comma 5, che «In apposito allegato conoscitivo al Rendiconto generale dello Stato sono illustrate le risultanze economiche per ciascun Ministero. I costi sostenuti sono rappresentati secondo le voci del piano dei conti, distinti per Programma e per centri di costo. La rilevazione dei costi sostenuti dall'amministrazione include il prospetto di riconciliazione che collega le risultanze economiche con quelle della gestione finanziaria delle spese contenute nel conto del bilancio».
Le rilevazioni di contabilità economica consentono di accrescere la conoscenza dei fenomeni amministrativi e la verifica dei risultati ottenuti (accountability) da parte della dirigenza, favorendo l'orientamento dell'azione amministrativa verso un percorso indirizzi → obiettivi → risorse → risultati.
La contabilità economica analitica applica, infatti, il criterio della competenza economica (accrual) e misura i costi, intesi come valore monetario delle risorse umane e strumentali (beni e servizi) acquisite e utilizzate a titolo oneroso in un arco temporale, in genere corrispondente all'anno, in base alla loro natura (secondo le voci del piano dei conti), alla destinazione (secondo la classificazione per Missioni e Programmi) e alla responsabilità organizzativa, ossia in base ai centri di responsabilità amministrativa.
I sistemi di contabilità economica analitica e di contabilità finanziaria delle amministrazioni centrali sono, allo stato attuale, distinti sia nella struttura dei dati, sia nei principi e nelle regole applicate, sia nell'architettura applicativa a supporto; di conseguenza, è necessario procedere all'operazione di riconciliazione.
Con il pieno compimento della riforma di cui alla legge n. 196 del 2009, in particolare attraverso quanto previsto dall'articolo 2 della stessa legge n. 196 e dal decreto legislativo n. 90 del 2016, che attua le deleghe di cui all'articolo 40 della medesima legge n. 196, si dovrà giungere ad una progressiva armonizzazione dei
costi propri delle amministrazioni centrali: sono costituiti dai costi di funzionamento, ossia il valore delle risorse umane e strumentali (beni e servizi) direttamente impiegate nell'anno per lo svolgimento dei compiti istituzionali, rilevati con il criterio della competenza economica. I costi propri si articolano nei seguenti macroaggregati: costi di personale, costi di gestione (beni e servizi), costi straordinari e speciali, ammortamenti;
costi dislocati (trasferimenti): sono costituiti dai pagamenti per trasferimenti di risorse finanziarie che lo Stato, attraverso i ministeri, ha effettuato nell'anno a favore di altre amministrazioni pubbliche (enti pubblici, enti territoriali), o di organismi internazionali, delle famiglie o di istituzioni private ed ai quali non corrisponde, per i ministeri eroganti, alcuna controprestazione; gli importi esposti nel Rendiconto economico, in questo caso, coincidono con i pagamenti in conto competenza del Conto del bilancio del Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato;
oneri finanziari: sono costituiti dai pagamenti per interessi sul debito che lo Stato ha effettuato nell'anno.
Dall'esame dei dati del rendiconto 2015 emerge l'elevata incidenza del costo del personale, pari a circa l'85,5 per cento dei costi propri, determinata dai processi di erogazione e produzione dei servizi delle amministrazioni centrali dello Stato, che sono basati prevalentemente sull'impiego del fattore lavoro, con limitate eccezioni.
I costi di gestione (beni e servizi direttamente impiegati dai ministeri per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali) rappresentano l'8,6 per cento dei costi propri e l'1,6 per cento del totale generale.
Vi è inoltre un'elevata incidenza complessiva dei costi dislocati, pari a circa il 62,6 per cento del totale dei costi (di cui quasi il 57,7 per cento è costituito dai trasferimenti correnti); ciò dipende in primo luogo dal fatto che una quota rilevante di compiti e funzioni pubbliche svolti da amministrazioni diverse dai ministeri è largamente finanziata con le entrate della fiscalità generale attraverso il bilancio dello Stato, con trasferimenti correnti e in conto capitale a favore degli organi costituzionali o a rilevanza costituzionale, degli enti pubblici previdenziali e assistenziali, delle università pubbliche, delle agenzie e autorità, di altri enti centrali e di tutte le amministrazioni territoriali (regioni, province, comuni).
Il resto dei trasferimenti è destinato alle famiglie e alle imprese, per interventi diretti di politica sociale o di sostegno al settore produttivo, o all'estero, in particolare per la partecipazione italiana all'Unione
Missioni perseguite prevalentemente mediante l'utilizzo di costi dislocati, le più rilevanti delle quali sono le seguenti: 3 – Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali (trasferimenti a regioni, province e comuni non vincolati a specifiche destinazioni o effettuati in attuazione del federalismo fiscale); 25 – Politiche previdenziali (trasferimenti a enti previdenziali, sostegno dello Stato alle gestioni previdenziali); 24 – Diritti sociali, politiche sociali e famiglia (trasferimenti di carattere sociale a categorie svantaggiate o a sostegno della famiglia). In alcuni casi la prevalenza finanziaria dei trasferimenti si verifica anche in presenza di Missioni perseguite direttamente dalle amministrazioni centrali come, ad esempio, per la Missione 4 – L'Italia in Europa e nel mondo, che accoglie sia gli oneri delle funzioni svolte dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, sia i trasferimenti a Stati esteri e organismi internazionali in attuazione della politica di cooperazione internazionale e il contributo dell'Italia al bilancio dell'Unione europea;
Missioni perseguite prevalentemente mediante l'impiego diretto di risorse umane e strumentali da parte dei ministeri, con una prevalenza dei costi propri rispetto ai costi dislocati (22 – Istruzione scolastica; 5 – Difesa e sicurezza del territorio; 7 – Ordine pubblico e sicurezza; 6 – Giustizia);
Missioni che presentano quote consistenti sia di costi propri delle amministrazioni centrali sia di trasferimenti di risorse ad altri enti od organismi (29 – Politiche economico-finanziarie e di bilancio; 18 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente).
Con riferimento alle variazioni intervenute tra il 2014 e il 2015, si evidenzia che i programmi di spesa sono passati, complessivamente, da 174 nel 2014 a 181 nel 2015, con individuazione di 16 nuovi programmi a fronte di 9 programmi soppressi e 30 parzialmente modificati nella descrizione e nel contenuto.
Confrontando i dati di consuntivo 2014 con i corrispondenti dati del Budget rivisto 2015 in relazione ai soli costi propri (personale, beni di consumo, servizi e ammortamenti) sostenuti dalle amministrazioni centrali dello Stato nel 2015 per natura di costo (voci di 1o livello del piano dei conti), i principali fatti riguardano:
un contenuto incremento del costo del personale, e in particolare delle retribuzioni, tra il 2014 e il 2015, da attribuire in maniera esclusiva al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in cui si evidenzia un aumento delle retribuzioni derivanti dal maggior numero di anni persona, pari a 22.726, rispetto al Budget rivisto 2015 e a 36.989 rispetto al consuntivo 2014. Tali variazioni sono da ricondursi al comparto scuola e derivano dall'applicazione, per l'anno scolastico 2015/2016, della legge n. 107 del 2015 «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti» (Buona scuola) e dall'adeguamento dell'organico di fatto alle reali esigenze delle istituzioni scolastiche, al fine di garantire il rispetto dei parametri che regolano la formazione delle classi, previsti dalla normativa vigente, e di non risultare quindi soccombente nei giudizi promossi nei confronti del Ministero in relazione al fenomeno delle classi troppo numerose;
una contrazione dei costi di gestione, tra l'anno 2015 e l'anno 2014, pari all'8,13 per cento, in valore assoluto 692 milioni di euro circa. Tale variazione risente in modo determinante della diminuzione di costi sui beni di consumo da parte del Ministero
una riduzione, nel corso del 2015, di costi per circa 14 milioni di euro per beni di consumo riferiti al Ministero della giustizia e relativi alle voci di costo per vestiario e beni alimentari relativamente alle strutture dei provveditorati regionali conseguenti alla diminuzione della popolazione detenuta rispetto all'anno precedente;
un incremento di circa 51 milioni di euro nei costi per beni di consumo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dovuto alle maggiori risorse assegnate in corso d'anno per il funzionamento amministrativo didattico delle istituzioni scolastiche, come conseguenza delle disposizioni contenute nella legge n. 107 del 2015 «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti» (Buona scuola);
sempre relativamente al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, anche a seguito dell'attuazione del decreto-legge n. 154 del 2015 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2015, si osserva un aumento di circa 174 milioni di euro nei costi per manutenzione ordinaria di immobili, da riferirsi al progetto «scuole belle» che comprende interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici;
un incremento, rispetto all'anno precedente, di circa 55 milioni di euro nei costi per acquisto di servizi e utilizzo di beni di terzi relativamente al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con riferimento alle prestazioni professionali e specialistiche non consulenziali e in particolare alla voce residuale «Altre prestazioni professionali e specialistiche». In tale voce di costo, a partire dal Budget rivisto 2015, sono stati considerati fra i costi del Ministero i compensi erogati alle società che gestiscono gli ippodromi, che facevano capo precedentemente alla ex Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI), soppressa dalla legge n. 135 del 2012 e le cui funzioni sono state successivamente trasferite a questa amministrazione;
un incremento, sul Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell'aggregato relativo ad acquisto di servizi e utilizzo di beni per circa 38 milioni di euro, in particolare sulla voce Servizi per trasferte, in cui il Dipartimento per i trasporti terrestri, la navigazione, gli affari generali ed il personale tiene conto, rispetto alle rilevazioni precedenti, dei costi per le missioni cosiddette «in conto privato» effettuate dal personale delle direzioni generali territoriali. Si tratta dei servizi di motorizzazione (esami di patente, revisioni e collaudi) effettuati presso le sedi delle imprese (ad esempio le autoscuole);
un aumento dei costi straordinari e speciali, nel 2015, pari a circa 521 milioni di euro, da attribuire in gran parte al Ministero dell'economia e delle finanze e, in misura minore, al Ministero della giustizia. Nel primo caso si tratta della voce «Altri servizi finanziari» sostenuti in particolare dal Dipartimento delle finanze, che rileva i costi per l'erogazione degli aggi spettanti ai concessionari e ai rivenditori dei giochi, i compensi ai centri di assistenza fiscale e alla società Equitalia Spa, i rimborsi ai concessionari delle spese per le procedure esecutive e le imposte sui beni demaniali e dal Dipartimento del Tesoro che sostiene costi per il deposito delle monete e per il regolamento dei rapporti derivanti da cessione di valuta per il fabbisogno delle amministrazioni dello Stato. Relativamente al Ministero della giustizia, i maggiori costi derivano dall'applicazione della legge n. 89 del 2001 (nota come legge Pinto), che disciplina il
ECORENDICONTO
Con il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato relativo all'esercizio finanziario 2015, per il sesto anno consecutivo, si dà attuazione all'articolo 36, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, di riforma della contabilità e finanza pubblica. La norma dispone che le risultanze delle spese ambientali siano illustrate in allegato al Rendiconto generale dello Stato, sulla base di dati forniti dalle amministrazioni secondo schemi contabili e modalità di rappresentazione stabilite con determinazione del Ragioniere generale dello Stato n. 39816 del 2011.
Secondo la metodologia indicata nella citata determinazione, le spese ambientali sono state individuate e quantificate sulla base delle definizioni e classificazioni adottate per il Sistema europeo per la raccolta dell'informazione economica sull'ambiente SERIEE (Système européen de rassemblement de l'information économique sur l'environnement). In coerenza con tale sistema sono individuate due tipologie di spese ambientali, le spese per la «protezione dell'ambiente» e le spese per «uso e gestione delle risorse naturali», alle quali corrispondono apposite classificazioni, denominate rispettivamente CEPA e CRUMA, che nel complesso individuano a livello aggregato sedici settori ambientali di intervento.
La spesa primaria destinata dallo Stato alla protezione dell'ambiente e all'uso e alla gestione delle risorse naturali – in termini di massa spendibile (somma dei residui passivi accertati provenienti dagli esercizi precedenti e delle risorse definitive stanziate in conto competenza) – ammonta nel 2015 a circa 4,3 miliardi di euro, pari allo 0,7 per cento circa della spesa primaria complessiva del bilancio dello Stato.
Tale spesa si riferisce alle risorse per la protezione dell'ambiente e l'uso e la gestione delle risorse naturali impiegate a beneficio della collettività, escludendo le stesse tipologie di spesa che le amministrazioni dello Stato sostengono a proprio uso e consumo. Rispetto al 2014, la spesa ambientale è cresciuta di circa 535 milioni di euro, ovvero del 14,2 per cento circa.
Il 50,3 per cento della spesa primaria ambientale è costituita da spesa diretta (amministrazioni pubbliche, imprese, famiglie e istituzioni sociali private). La restante parte (49,7 per cento) è costituita da trasferimenti, di cui gran parte è in conto capitale (78,8 per cento), il resto di parte corrente.
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali contribuiscono alla spesa primaria ambientale per il 75 per cento della massa spendibile ambientale. Inoltre, circa un ulteriore quarto delle risorse risulta complessivamente finanziato dal Ministero dell'economia e delle finanze (11,4 per cento), dal Ministero dello sviluppo economico (6,5 per cento), dal Ministero dell'interno (6,3 per cento).
I settori ai quali nel complesso è destinata circa il 56 per cento della spesa primaria ambientale sono quelli della «protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e di superficie» (33,4 per cento), della «protezione della biodiversità e paesaggio» (12,6 per cento), della «gestione dei rifiuti» (10,1 per cento). Un altro 35 per cento circa delle risorse si ripartisce tra la classe «uso e gestione delle acque interne» (9,5 per cento), le «altre attività di protezione dell'ambiente» (7 per cento), la «gestione delle acque reflue» (4,4 per cento), la «protezione
Per maggiori elementi di dettaglio si rinvia alle tabelle allegate nonché alla «Relazione illustrativa al Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015».
1. Le entrate tributarie, extratributarie, per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti, nonché per accensione di prestiti, accertate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 829.108.055.833,10.
2. I residui attivi delle Amministrazioni centrali dello Stato, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 209.126.424.675,26, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
3. I residui attivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 208.259.542.552,38, così risultanti:
|
|
|
| |
(in euro) | ||||
Accertamenti | 733.755.824.097,21 | 27.743.982.883,12 | 67.608.248.852,77 | 829.108.055.833,10 |
Residui attivi dell'esercizio 2014 | 37.773.252.671,72 | 9.545.510.019,14 | 103.361.800.797,35 | 150.680.563.488,21 |
208.259.542.552,38 |
1. Le spese correnti, in conto capitale e per rimborso di passività finanziarie, impegnate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 826.630.806.826,40.
2. I residui passivi delle Amministrazioni centrali dello Stato, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 113.253.536.268,40, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
3. I residui passivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 113.031.097.302,49, così risultanti:
|
|
| |
(in euro) | |||
Impegni | 760.380.449.208,64 | 66.250.357.617,76 | 826.630.806.826,40 |
Residui passivi dell'esercizio 2014 | 52.523.359.218,55 | 46.780.739.684,73 | 99.304.098.903,28 |
113.031.097.302,49 |
1. L'avanzo della gestione di competenza dell'esercizio finanziario 2015, di euro 2.477.249.006,70, risulta stabilito come segue:
Entrate tributarie | 477.177.749.183,15 | |
Entrate extratributarie | 83.602.841.428,16 | |
Entrate provenienti dall'alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e dalla riscossione di crediti | 8.785.048.302,91 | |
Accensione di prestiti | 259.542.416.918,88 | |
Totale entrate | 829.108.055.833,10 | |
Spese correnti | 569.801.098.802,31 | |
Spese in conto capitale | 41.309.733.821,44 | |
Rimborso di passività finanziarie | 215.519.974.202,65 | |
Totale spese | 826.630.806.826,40 | |
Avanzo della gestione di competenza | 2.477.249.006,70 |
1. Il disavanzo finanziario del conto del Tesoro alla fine dell'esercizio 2015, di euro 245.428.089.969,26, risulta stabilito come segue:
Avanzo della gestione di competenza | 2.477.249.006,70 | ||
Disavanzo finanziario del conto del Tesoro dell'esercizio 2014 | 247.260.895.818,99 | ||
Diminuzione nei residui attivi lasciati dall'esercizio 2014: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2015 | 209.126.424.675,26 | ||
al 31 dicembre 2015 | 208.259.542.552,38 | ||
866.882.122,88 | |||
Diminuzione nei residui passivi lasciati dall'esercizio 2014: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2015 | 113.253.536.268,40 | ||
al 31 dicembre 2015 | 113.031.097.302,49 | ||
222.438.965,91 | |||
Disavanzo al 31 dicembre 2014 | 247.905.338.975,96 | ||
Disavanzo finanziario al 31 dicembre 2015 | 245.428.089.969,26 |
1. Sono approvati l'Allegato n. 1, annesso alla presente legge, previsto dall'articolo 28, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché l'Allegato n. 2 relativo alle eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo per l'esercizio 2015
1. La situazione patrimoniale dell'Amministrazione dello Stato, al 31 dicembre 2015, resta stabilita come segue:
Attività | ||
Attività finanziarie | 657.100.317.564,12 | |
Attività non finanziarie prodotte | 301.269.409.470,32 | |
Attività non finanziarie non prodotte | 4.239.692.302,54 | |
962.609.419.336,98 | ||
Passività | ||
Passività finanziarie | 2.721.031.067.721,65 | |
2.721.031.067.721,65 | ||
Eccedenza passiva al 31 dicembre 2015 | 1.758.421.648.384,67 |
1. Le entrate correnti del bilancio dell'Istituto agronomico per l'Oltremare, accertate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite dal conto consuntivo dell'Istituto stesso, allegato al conto consuntivo del Ministero degli affari esteri, in euro 3.768.286,91.
2. I residui attivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 158.113, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
3. I residui attivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 187.527, così risultanti:
|
|
| |
(in euro) | |||
Accertamenti | 3.668.484,91 | 99.802,00 | 3.768.286,91 |
Residui attivi dell'esercizio 2014 | 70.388,00 | 87.725,00 | 158.113,00 |
187.527,00 |
4. Le spese correnti e in conto capitale del bilancio dell'Istituto agronomico per l'Oltremare, impegnate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 3.768.286,91.
5. I residui passivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 6.827.082,01, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
6. I residui passivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 5.764.809,75, così risultanti:
|
|
| |
(in euro) | |||
Impegni | 1.975.016,84 | 1.793.270,07 | 3.768.286,91 |
Residui passivi dell'esercizio 2014 | 2.855.542,33 | 3.971.539,68 | 6.827.082,01 |
5.764.809,75 |
1. L'avanzo della gestione del bilancio degli Archivi notarili, per l'esercizio finanziario 2015, risulta stabilito come segue:
| |
Entrate | 372.683.736,59 |
Spese | 331.103.791,02 |
Avanzo di gestione | 41.579.945,57 |
1. Le entrate correnti e in conto capitale del bilancio del Fondo edifici di culto, accertate nell'esercizio finanziario 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite dal conto consuntivo del Fondo stesso, allegato al conto consuntivo del Ministero dell'interno, in euro 11.036.568,37.
2. I residui attivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 2.318.755,35, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
3. I residui attivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 1.505.589,16, così risultanti:
|
|
|
| |
(in euro) | ||||
Accertamenti | 10.274.123,75 | 0 | 762.444,62 | 11.036.568,37 |
Residui attivi dell'esercizio 2014 | 1.616.379,73 | 0 | 743.144,54 | 2.359.524,27 |
1.505.589,16
4. Le spese correnti e in conto capitale del Fondo edifici di culto, impegnate nell'esercizio 2015 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 17.048.776,16.
5. I residui passivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2014 in euro 7.993.019,05, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2015.
6. I residui passivi al 31 dicembre 2015 ammontano complessivamente a euro 16.515.916,78, così risultanti:
|
|
| |
(in euro) | |||
Impegni | 2.495.461,17 | 14.553.314,99 | 17.048.776,16 |
Residui passivi dell'esercizio 2014 | 5.597.618,60 | 1.962.601,79 | 7.560.220,39 |
16.515.916,78
|
7. La situazione finanziaria dell'amministrazione del Fondo edifici di culto, alla fine dell'esercizio 2015, risulta come appresso:
(in euro) | |||
Entrate dell'esercizio 2015 | 11.036.568,37 | ||
Spese dell'esercizio 2015 | 17.048.776,16 | ||
Saldo passivo della gestione di competenza | 6.012.207,79 | ||
Saldo attivo dell'esercizio 2014 | 9.267.216,74 | ||
Aumento nei residui attivi lasciati dall'esercizio 2014: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2015 | 2.318.755,35 | ||
al 31 dicembre 2015 | 2.359.524,27 | ||
40.768,92 | |||
Diminuzione nei residui passivi lasciati dall'esercizio 2014: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2015 | 7.993.019,05 | ||
al 31 dicembre 2015 | 7.560.220,39 | ||
432.798,66 | |||
Saldo effettivo dell'esercizio 2014 | 9.740.784,32 | ||
Saldo attivo al 31 dicembre 2015 | 3.728.576,53 |
1. Il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato e i rendiconti delle Amministrazioni e delle Aziende autonome per l'esercizio 2015 sono approvati nelle risultanze di cui ai precedenti articoli.
Allegato N. 1
Per l'anno finanziario 2015, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, al programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» (Oneri comuni di parte corrente) di pertinenza del centro di responsabilità «Ragioneria generale dello Stato», è iscritto il capitolo n. 3001, con uno stanziamento iniziale di euro 550.000.000 in conto competenza e in conto cassa.
Nel corso dell'anno finanziario 2015 sono stati disposti, a carico del suddetto fondo, prelevamenti in termini di competenza e di cassa con i seguenti decreti del Ministro dell'economia e delle finanze:
Allegato N. 2
|
![]() |