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CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 2541 |
PREVISIONI
Le previsioni iniziali, stabilite con la legge 24 dicembre 2012, n. 229, per effetto delle variazioni intervenute nel corso della gestione sono venute a modificarsi, dando luogo a previsioni definitive di entrata e di spesa, rispettivamente, per 798.487 milioni e 799.535 milioni di euro in termini di competenza e per 817.876 milioni e 818.805 milioni di euro in termini di cassa.
Per le entrate, le previsioni definitive di competenza rispetto a quelle iniziali sono aumentate nell'anno 2013 complessivamente del 4,3 per cento, rispetto a un aumento del 3,1 per cento, registrato nel 2012. L'ammontare delle previsioni definitive rappresenta nell'anno 2013 il 51,2 per cento del prodotto interno lordo (PIL) (1.560.024 milioni a prezzi di mercato: dato diffuso dall'ISTAT il 3 marzo 2014) contro il 51,3 per cento del 2012 (1.565.916 milioni a prezzi di mercato: dato diffuso dall'ISTAT il 1o marzo 2013). Le entrate per operazioni finali (costituite dal complesso dei primi tre titoli delle entrate di bilancio, ossia entrate tributarie, extratributarie e per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti) sono risultate pari a 548.855 milioni di euro in termini di competenza e a 495.891 milioni di euro in termini di cassa, con una variazione positiva, rispetto alle previsioni iniziali, pari a 214 milioni di euro in termini di competenza e a 212 milioni di euro in termini di cassa, mentre l'accensione di prestiti ammonta a 249.632 milioni di euro in conto competenza e a 321.986 milioni di euro in conto cassa. Le entrate tributarie ed extratributarie (titoli I e II) ammontano a 545.070 milioni di euro in conto competenza e a 492.106 milioni di euro in conto cassa. Di queste, le entrate tributarie hanno fatto registrare variazioni in diminuzione pari a 11.213 milioni di euro in conto competenza e in conto cassa (pari rispettivamente al 2,3 e al 2,5 per cento), mentre le entrate extratributarie riportano aumenti, rispettivamente, per 8.960 e 8.958 milioni di euro (13,6 e 19,2 per cento); anche le entrate per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti hanno fatto registrare un incremento pari a 2.468 milioni di euro in entrambe le gestioni (187,4 per cento).
In particolare, nell'ambito delle entrate tributarie, le variazioni in diminuzione, sia per la competenza sia per la cassa, hanno riguardato le tasse e imposte sugli affari, per 14.322 milioni di euro, e le imposte sulla produzione sui consumi e dogane, per 3.906 milioni di euro, parzialmente compensate dall'aumento delle imposte sul patrimonio e sul reddito per 7.818 milioni di euro.
Per quanto concerne le entrate extratributarie, le variazioni incrementative rispetto alle previsioni iniziali, registrate sia per la competenza che per la cassa, hanno riguardato principalmente i proventi dei servizi pubblici minori, per 4.524 milioni di euro, i recuperi, rimborsi e contributi, per 4.069 milioni di euro, e i prodotti netti di aziende autonome e utili di gestione, per 304 milioni di euro. Presenta invece una riduzione, per 485 milioni di euro, la categoria delle partite che si compensano nella spesa.
Rispetto alle previsioni iniziali, le principali variazioni delle entrate per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti (titolo III) sono connesse al rimborso di anticipazioni e di crediti vari del Tesoro per 1.445 milioni di euro in conto competenza e 1.160 milioni di euro in conto cassa.
Infine, le entrate per accensione di prestiti (titolo IV) hanno registrato un aumento pari a 32.660 milioni di euro in conto competenza (+15,1 per cento) e a 37.496 milioni in conto cassa (+13,2 per cento).
Le previsioni definitive, in termini di competenza, delle spese complessive dello Stato – rappresentate dalla somma delle spese finali (titoli I e II delle uscite) e delle spese per il rimborso di prestiti (titolo III delle uscite) – sono aumentate, rispetto a quelle iniziali, del 4,4 per cento, contro un aumento del 3,2 per cento manifestatosi nel precedente esercizio, confermando l'incidenza sul PIL pari al 51,3 per cento, registrata anche nel 2012.
provvedimenti amministrativi (39.820 milioni di euro in conto competenza e cassa);
provvedimenti legislativi (-6.946 milioni di euro in conto competenza e -2.112 milioni in conto cassa);
per le spese, invece, possono essere individuati nelle seguenti tipologie di provvedimenti:
assestamento di bilancio – legge 4 ottobre 2013, n. 117 (-15.633 milioni di euro in conto competenza e -10.799 in conto cassa);
riassegnazione di quote di entrate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1999, n. 469 (+24.883 milioni di euro in conto competenza e +24.881 milioni in conto cassa);
provvedimenti con copertura a carico dell'entrata (+25 milioni di euro sia in conto competenza sia in conto cassa);
modifiche in dipendenza di altre norme (+24.647 milioni di euro in conto competenza e +24.529 milioni in conto cassa).
Per quanto riguarda i saldi, rispetto alle previsioni iniziali, va rilevato che il risparmio pubblico (saldo tra le entrate correnti, tributarie ed extra-tributarie, e le spese correnti) ha evidenziato un peggioramento, in termini di competenza, di 13.686 milioni di euro, attestandosi a 16.307 milioni di euro, e, in termini di cassa, di 17.405 milioni di euro, ragguagliandosi a -51.710 milioni di euro. Rispetto all'esercizio passato (25.896 milioni di euro), lo stesso presenta una riduzione pari a 9.589 milioni di euro (-37 per cento). Anche in termini di cassa si registra un peggioramento, pari al 42,9 per cento. Al netto delle regolazioni contabili, il dato è pari a +24.418 milioni di euro per la competenza e a -43.600 milioni di euro per la cassa.
Dal raffronto delle operazioni finali risulta un saldo netto da finanziare (dato, per l'appunto, dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali) pari a -51.188 milioni di euro in termini di competenza e a -122.872 milioni di euro in termini di cassa, con un peggioramento, rispetto alle previsioni iniziali, di 38.773 milioni di euro in conto competenza (312,3 per cento) e di 42.950 milioni di euro in conto cassa (53,7 per cento). Rispetto al 2012, tale saldo evidenzia un peggioramento di 32.697 milioni di euro in termini di competenza (176,8 per cento) e di 33.677 milioni di euro in termini di cassa (37,8 per cento). Al netto delle regolazioni contabili, il saldo netto da finanziare per competenza e cassa ammonta, rispettivamente, a -44.320 e a -116.003 milioni di euro.
Depurato delle operazioni finanziarie per -25.519 milioni di euro in conto competenza e -25.902 milioni in conto cassa, risulta un indebitamento netto (saldo tra le entrate finali e le spese finali al netto delle operazioni finanziarie) di -25.669 milioni di euro in termini di competenza e di -96.970 milioni di euro in termini di cassa, con un peggioramento, rispetto alle previsioni iniziali, di 15.308 milioni (147,7 per cento) in conto competenza e di 19.257 milioni di euro (24,8 per cento) in conto cassa. Tale saldo, rispetto allo scorso esercizio, presenta una diminuzione di 13.773 milioni di euro in termini di competenza (115,8 per cento) e di 14.842 milioni in termini di cassa (18,1 per cento).
Infine, il ricorso al mercato (dato dalla differenza tra le entrate finali – cioè le entrate complessive al netto dell'accensione di prestiti – e tutte le spese), stabilito inizialmente dalla legge di stabilità 24 dicembre 2012, n. 228, in 240.000 milioni di euro come limite massimo operativo
GESTIONE
Nel corso della gestione, la situazione delineata nella fase della previsione si è modificata generando complessivamente accertamenti di entrata e incassi, rispettivamente, per 818.839 milioni e per 748.512 milioni di euro e impegni di spesa e pagamenti, rispettivamente, per 752.983 milioni e per 731.701 milioni di euro.
Per le entrate, dal confronto con i dati dell'esercizio precedente (rispettivamente pari a 785.575 milioni e a 711.462 milioni di euro) si rileva un'evoluzione positiva dell'andamento degli accertamenti di entrate, con un incremento pari a 33.264 milioni di euro (4,2 per cento), e degli incassi, pari a 37.050 milioni di euro (5,2 per cento). Gli aumenti registrati rispetto all'esercizio 2012 traggono origine dalla dinamica dell'accensione di prestiti. In rapporto al PIL l'incidenza è pari al 52,5 per cento per gli accertamenti e al 48 per cento per gli incassi complessivi.
Per quanto riguarda le spese, rispetto ai risultati dello scorso esercizio (749.337 milioni e 744.376 milioni di euro), la gestione presenta un incremento di 3.645 milioni di euro per gli impegni (+0,5 per cento) e una diminuzione di 12.676 milioni di euro per i pagamenti (-1,7 per cento).
Il peso della spesa complessiva rispetto al PIL è passato dal 47,9 per cento del 2012 al 48,3 per cento del 2013 per gli impegni e dal 47,5 per cento al 46,9 per cento per i pagamenti.
a) Gestione di competenza
La gestione di competenza presenta accertamenti di entrata complessivi pari a 818.839 milioni di euro, che, posti a raffronto con la previsione definitiva, denotano un aumento di 20.352 milioni di euro (+2,5 per cento).
In particolare, per quanto riguarda le entrate correnti, si evidenziano accertamenti nelle entrate extratributarie per 85.665 milioni di euro, con un aumento di 10.620 milioni di euro (+14,2 per cento) rispetto alle previsioni definitive e con un incremento del 15,6 per cento rispetto ai 74.076 milioni del 2012. Invece, nel settore tributario, i cui accertamenti ammontano a 464.884 milioni di euro, rispetto alle previsione definitive, si è registrata una diminuzione pari a 5.141 milioni di euro (-1,1 per cento), seguita da una diminuzione di 343 milioni di euro (-9,1 per cento) delle entrate provenienti dall'alienazione e dall'ammortamento di beni patrimoniali e dalla riscossione di crediti, i cui accertamenti ammontano a 3.442 milioni di euro.
Per le entrate tributarie sono da segnalare le imposte sul patrimonio e sul reddito, che manifestano una riduzione di 6.734 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive, raggiungendo accertamenti pari a 252.634 milioni di euro (+1,6 per cento rispetto ai 248.635 milioni del 2012), seguite dalle entrate derivanti dalla categoria
la missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali» ha registrato impegni per 123.736 milioni di euro (16,4 per cento del totale della spesa complessiva), destinati principalmente al finanziamento dei programmi concernenti il federalismo, per 55.770 milioni, e le regolazioni contabili e altri trasferimenti alle regioni a statuto speciale, per 26.010 milioni;
la missione «L'Italia in Europa e nel mondo» ha fatto registrare impegni per 28.071 milioni di euro (3,7 per cento del totale della spesa complessiva) relativi principalmente al programma della partecipazione italiana alle politiche di bilancio nell'ambito dell'Unione europea, per 23.383 milioni, e al programma riguardante
la missione «Difesa e sicurezza del territorio», con impegni pari a 21.865 milioni di euro (2,9 per cento), è destinata principalmente ai programmi concernenti l'approntamento e impiego dei carabinieri per la difesa e sicurezza (5.864 milioni) e la pianificazione generale delle forze armate e approvvigionamenti militari (5.424 milioni di euro);
la missione «Ordine pubblico e sicurezza», con impegni per 10.743 milioni di euro (1,4 per cento), è stata destinata principalmente al finanziamento dei programmi riguardanti il contrasto del crimine, la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, per 5.997 milioni, e la pianificazione e il coordinamento delle forze di polizia, per 1.641 milioni;
la missione «Diritto alla mobilità» ha evidenziato impegni per 13.890 milioni di euro (1,8 per cento) destinati principalmente ai programmi sostegno allo sviluppo del trasporto, per 6.143 milioni, e sviluppo e sicurezza della mobilità locale, per 5.801 milioni;
la missione «Istruzione scolastica» ha registrato impegni per 42.456 milioni di euro (5,6 per cento), destinati principalmente al finanziamento dei programmi concernenti l'istruzione secondaria di secondo grado, per 14.315 milioni, e quella primaria, per 13.156 milioni;
la missione «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia» ha evidenziato impegni per 32.214 milioni di euro (4,3 per cento), destinati per lo più al finanziamento dei programmi: trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, promozione e programmazione politiche sociali, monitoraggio e valutazione interventi, per 26.727 milioni, e protezione sociale per particolari categorie, per 4.511 milioni;
la missione «Politiche previdenziali» ha fatto registrare impegni per 88.185 milioni di euro (11,7 per cento), destinati per la maggior parte al finanziamento del programma previdenza obbligatoria e complementare, assicurazioni sociali (75.622 milioni);
la missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio» ha registrato impegni per 71.237 milioni di euro (9,5 per cento), destinati principalmente al finanziamento del programma concernente le regolazioni contabili, le restituzioni e i rimborsi di imposte, per 38.359 milioni;
infine, la missione «Debito pubblico» ha fatto registrare impegni per 253.084 milioni di euro (33,6 per cento), destinati al finanziamento dei programmi riguardanti i rimborsi del debito statale, per 170.754 milioni, e gli oneri per il servizio del debito statale, per 82.331 milioni.
I complessivi accertamenti di entrata, per 818.839 milioni di euro, e gli impegni di spesa, per 752.983 milioni di euro, manifestano rispettivamente un aumento e una diminuzione in relazione alle corrispondenti previsioni definitive, dando luogo ad un saldo complessivo di 65.856 milioni di euro.
Il saldo delle operazioni correnti – risparmio pubblico è risultato di +39.715 milioni di euro (2,5 per cento del PIL), denotando un miglioramento di 23.407 milioni rispetto alle corrispondenti previsioni e un peggioramento di 8.779 milioni rispetto al 2012. Tale risultato, al netto delle regolazioni contabili, ammonta a +45.069 milioni di euro, con un miglioramento di 20.651 milioni rispetto alle corrispondenti previsioni.
Il saldo netto da finanziare (differenza tra le operazioni finali, rappresentate da tutte le entrate e le spese, escluse le operazioni di accensione e rimborso di prestiti), invece, si attesta su un ammontare di -28.018 milioni di euro (1,8 per cento del PIL), con un miglioramento di 23.170 milioni (45,3 per cento) rispetto alle previsioni definitive e un peggioramento di 38.806 milioni rispetto al 2012. Esso rispetta il limite massimo di -39.600 milioni di euro, al netto delle regolazioni debitorie
b) Residui
Prima di passare all'analisi dei residui è necessario premettere che, a seguito dell'attuazione dell'articolo 23-quater, commi 1 e 3, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che ha previsto la soppressione dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e la sua incorporazione nell'Agenzia delle dogane, sono confluiti nel bilancio dello Stato, tra i residui accertati al 1o gennaio 2014, i residui attivi relativi alla gestione dei giochi e tutti i residui passivi risultanti dal bilancio dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, quali risultanti dal Rendiconto dell'Amministrazione dello Stato per l'anno 2012, approvato con legge 4 ottobre 2013, n. 116, accertati al 31 dicembre 2012 e ammontanti rispettivamente a 1.074 milioni di euro (di cui 842 milioni relativi alla gestione dei giochi) e a 2.287 milioni di euro.
Conseguentemente, i residui attivi iniziali presi in considerazione nella presente trattazione ammontano a 244.119 milioni di euro (+ 842 milioni rispetto ai 243.278 milioni rendicontati al 31 dicembre 2012) e quelli passivi iniziali si attestano a 76.316 milioni di euro (+2.287 milioni rispetto ai 74.029 rendicontati al 31 dicembre 2012).
Il conto dei residui provenienti dagli esercizi 2012 e precedenti presentava al 1o gennaio 2013 residui attivi per 244.119 milioni di euro e residui passivi per 76.316 milioni di euro, con un'eccedenza attiva di 167.803 milioni di euro.
Nel corso dell'esercizio la situazione delineata si è modificata dando luogo ad accertamenti di residui attivi per 190.797 milioni di euro (dei quali 25.148 milioni incassati e 165.649 milioni rimasti da riscuotere e da versare) e di residui passivi per 62.934 milioni di euro (dei quali 37.231 milioni pagati e 25.703 milioni di euro rimasti da pagare).
c) Cassa
La gestione di competenza e quella dei residui, in precedenza delineate, concorrono entrambe a determinare i risultati della gestione di cassa, che ha dato luogo complessivamente ad incassi per 748.512 milioni di euro e a pagamenti per 731.701 milioni di euro, a fronte di una previsione definitiva rispettivamente di 817.876 milioni e di 818.805 milioni, quindi pari al 91,5 e 89,4 per cento delle previsioni stesse.
Rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2012 (rispettivamente 711.462 milioni di euro di incassi e 744.376 milioni di pagamenti), si registrano un aumento degli incassi del 5,2 per cento e una diminuzione dei pagamenti dell'1,7 per cento. In rapporto al PIL l'incidenza è pari al 48 per cento per gli incassi e al 46,9 per cento per i pagamenti.
Gli incassi si riferiscono per 483.665 milioni di euro a operazioni finali e per 264.847 milioni ad operazioni di accensione di prestiti.
missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», con 115.162 milioni di euro di pagamenti effettuati, pari al 15,7 per cento del totale dei pagamenti, ascrivibili principalmente ai programmi: «Federalismo», per 52.931 milioni, e «Regolazioni contabili ed altri trasferimenti alle Regioni a statuto speciale», per 26.045 milioni;
missione «L'Italia in Europa e nel mondo» per 27.988 milioni di euro, pari al 3,8 per cento del totale, riguardanti principalmente il programma «Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE», per 23.426 milioni;
missione «Difesa e sicurezza del territorio» per 21.853 milioni di euro, pari al 3 per cento, riferibili principalmente ai programmi «Approntamento e impiego Carabinieri per la difesa e la sicurezza», per 5.916 milioni, e «Pianificazione generale delle Forze armate e approvvigionamenti militari», per 5.406 milioni;
missione «Ordine Pubblico e sicurezza» per 10.900 milioni di euro, pari all'1,5 per cento, riferibili principalmente al programma «Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e la sicurezza pubblica», per 6.143 milioni;
missione «Diritto alla Mobilità» per 12.685 milioni di euro, pari all'1,7 per cento, destinati principalmente ai programmi «Sviluppo e sicurezza della mobilità locale», per 5.815 milioni, e «Sostegno allo sviluppo del trasporto», per 5.076 milioni;
missione «Istruzione scolastica» per 42.229 milioni di euro, pari al 5,8 per cento, con riferimento, in prevalenza, ai programmi «Istruzione secondaria di secondo grado», per 14.337 milioni, e «Istruzione primaria», per 13.208 milioni;
missione «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia» per complessivi 32.263 milioni di euro, pari al 4,4 per cento del totale, ascrivibili prevalentemente al programma «Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, promozione e programmazione politiche sociali, monitoraggio e valutazione interventi», per 26.586 milioni;
missione «Politiche previdenziali» con pagamenti per 86.768 milioni di euro, pari all'11,9 per cento, riferibili prevalentemente al programma «Previdenza obbligatoria e complementare, assicurazioni sociali», per 74.257 milioni;
missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio» per 69.543 milioni di euro, pari al 9,5 per cento, ascrivibili principalmente ai programmi «Regolazioni contabili, restituzioni e rimborso d'imposte», per 38.543 milioni, e «Regolazione giurisdizione e coordinamento del sistema della fiscalità», per 19.413 milioni;
infine, la missione «Debito pubblico» ha fatto registrare pagamenti per 253.230 milioni di euro, pari al 34,6 per cento del totale, suddivisi tra il programma «Oneri per il servizio del debito statale», per 82.342 milioni, e il programma «Rimborsi del debito statale», per 170.887 milioni.
Da ultimo per quanto riguarda i saldi della gestione di cassa, il risparmio pubblico, saldo delle operazioni correnti, misura -19.492 milioni di euro, con un miglioramento di 32.218 milioni rispetto all'importo delle previsioni definitive. Esso indica, essendo negativo (disavanzo), la quota di spese correnti non coperta con entrate tributarie ed extratributarie (laddove, invece, in caso di avanzo, rappresenta una misura, come è noto, della quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale).
Il saldo netto da finanziare, quale saldo delle operazioni finali di bilancio, è risultato pari a -76.947 milioni di euro, pari al 4,9 per cento del PIL (-73.209 milioni al netto delle regolazioni contabili), con un miglioramento di 45.925 milioni di euro rispetto alle previsioni definitive (-122.872 milioni, pari al 7,9 per cento del PIL), mentre è peggiorato rispetto a quello dell'esercizio 2012 (-58.764 milioni). Il saldo netto da finanziare è determinato da pagamenti per 560.612 milioni di euro (523.890 milioni in conto competenza e 36.722 milioni in conto residui) e da incassi per 483.665 milioni di euro (458.517 milioni in conto competenza e 25.148 milioni in conto residui). Pertanto lo stesso è da attribuire per -65.373 milioni di euro alla gestione di competenza e per -11.574 milioni di euro a quella dei residui.
Depurato delle operazioni finanziarie per -23.648 milioni, tale saldo esprime l'indebitamento netto riferibile all'attività di stretta pertinenza dello Stato, che raggiunge alla fine del 2013 il risultato di -53.299 milioni di euro.
GESTIONE DEL PATRIMONIO
Il Conto generale del patrimonio per l'esercizio 2013 evidenzia un peggioramento patrimoniale di 28.242 milioni di euro, tale da portare l'eccedenza complessiva delle passività, al termine dell'esercizio, a 1.561.993 milioni di euro.
Il peggioramento patrimoniale trae origine da un aumento delle attività per 19.292 milioni di euro e da un aumento delle passività pari a 47.534 milioni di euro.
Le attività finanziarie presentano un aumento complessivo di 10.366 milioni di euro, passando da 694.086 milioni di euro a 704.453 milioni di euro, mentre le passività finanziarie hanno visto aumentare la loro consistenza di 47.534 milioni di euro, passando da 2.513.467 milioni di euro a 2.561.001 milioni di euro.
In dettaglio, si rileva una diminuzione delle attività finanziarie di breve termine (-11.875 milioni di euro) dovuta sia agli aumenti registrati nei «residui attivi per denaro da riscuotere» (+14.694 milioni), sia nei «residui attivi per denaro presso gli agenti della riscossione» (+3.153 milioni), sia nei «crediti di tesoreria» (-29.722 milioni).
Quanto alle attività finanziarie di medio e lungo termine, si rileva un aumento (+22.242 milioni di euro) dovuto alle «azioni ed altre partecipazioni» (+5.666 milioni), ai «titoli diversi dalle azioni» (+1.471 milioni) e alle «anticipazioni attive» (+15.246 milioni), mentre si è registrata una diminuzione negli «altri conti attivi» (-142 milioni).
Per le «azioni ed altre partecipazioni», le diminuzioni hanno riguardato le «altre partecipazioni» (-237 milioni) dovuti essenzialmente alla rivalutazione delle partecipazioni detenute negli «Organismi internazionali» ai tassi di cambio registrati al 31 dicembre 2013, mentre gli aumenti hanno riguardato le «azioni non quotate» (+4.310 milioni) e le «azioni quotate» (+1.592 milioni).
Tra le anticipazioni attive assumono rilevanza gli aumenti relativi ai «crediti concessi ad enti pubblici e ad istituti di credito» (+15.479 milioni) e ai «fondi scorta» (+10 milioni), nonché ai «crediti concessi ad aziende ed enti privati» (+3 milioni), mentre si sono registrate diminuzioni nei «fondi di garanzia» (-16 milioni), nei «fondi di rotazione» (-20 milioni) e negli «altri crediti non classificabili» (-210 milioni); inoltre tra gli «altri conti attivi» sono da registrarsi aumenti nel «valore commerciale dei metalli monetati» (+9 milioni) e diminuzioni nel «fondo ammortamento titoli» (-150 milioni).
Nelle attività non finanziarie «prodotte», che comprendono beni materiali e immateriali prodotti, beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi, si è registrato un incremento (+8.711 milioni di euro), così come nelle attività non finanziarie «non prodotte», che comprendono beni materiali (terreni, giacimenti e risorse biologiche non coltivate), si è registrato un aumento di 215 milioni di euro.
Le passività finanziarie, che comprendono debiti a breve termine (debiti di tesoreria e residui passivi di bilancio), debiti a medio e lungo termine (debito pubblico, con esclusione del debito fluttuante riportato tra i debiti di tesoreria, debiti diversi come monete in circolazione e residui passivi perenti) e anticipazioni passive, risultano complessivamente aumentate (+47.534 milioni di euro): nello specifico delle singole voci patrimoniali va fatto osservare che, per i debiti a breve termine, nei residui passivi di bilancio si riscontra un aumento di 10.187 milioni di euro, mentre nei debiti di tesoreria si rileva una diminuzione di 46.533 milioni,
Riguardo, infine, alle amministrazioni autonome di cui si dà conto nel presente disegno di legge, va osservato che, a norma dell'articolo 23-quater, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, a decorrere dal 1o dicembre 2012, è stata incorporata nell'Agenzia delle dogane, e che la gestione del bilancio degli Archivi notarili ha presentato, infine, un saldo attivo di 25 milioni di euro.
Per maggiori elementi di dettaglio si rinvia alle tabelle allegate nonché alla «Relazione illustrativa al Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013».
RENDICONTO ECONOMICO
La legge 31 dicembre 2009, n. 196 (legge di riforma della contabilità e finanza pubblica), ha rafforzato il ruolo della rendicontazione economica prescrivendo, all'articolo 36, comma 5, che «In apposito allegato conoscitivo al Rendiconto generale dello Stato sono illustrate le risultanze economiche per ciascun Ministero. I costi sostenuti sono rappresentati secondo le voci del piano dei conti, distinti per Programma e per centri di costo. La rilevazione dei costi sostenuti dall'amministrazione include il prospetto di riconciliazione che collega le risultanze economiche con quelle della gestione finanziaria delle spese contenute nel conto del bilancio».
Le rilevazioni di contabilità economica consentono di accrescere la conoscenza dei fenomeni amministrativi e la verifica dei risultati ottenuti (accountability) da parte della dirigenza, favorendo l'orientamento dell'azione amministrativa verso un percorso indirizzi → obiettivi → risorse → risultati.
La contabilità economica analitica applica, infatti, il criterio della competenza economica e misura i costi, intesi come valore monetario delle risorse umane e strumentali (beni e servizi) acquisite e utilizzate a titolo oneroso in un arco temporale, in genere corrispondente all'anno, in base alla loro natura (piano dei conti), alla responsabilità organizzativa (centri di costo = direzioni generali) e alla destinazione (missioni e programmi).
La contabilità finanziaria e quella economica, oltre ad impiegare differenti criteri di rilevazione – di competenza giuridica la prima e di competenza economica la seconda –, differiscono anche per i
costi propri delle amministrazioni centrali: sono i costi di funzionamento, ossia il valore delle risorse umane e strumentali (beni e servizi) direttamente impiegate nell'anno per lo svolgimento dei compiti istituzionali, rilevati con il criterio della competenza economica;
costi dislocati (trasferimenti): sono i pagamenti per trasferimenti di risorse finanziarie che lo Stato, attraverso i Ministeri, ha effettuato nell'anno a favore di altre amministrazioni pubbliche (enti pubblici, enti territoriali), o di organismi internazionali, delle famiglie o di istituzioni private ed ai quali non corrisponde, per i Ministeri eroganti, alcuna controprestazione; gli importi esposti nel Rendiconto economico, in questo caso, coincidono con i pagamenti in conto competenza del Conto del bilancio del Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato;
oneri finanziari: sono i pagamenti per interessi sul debito che lo Stato ha effettuato nell'anno.
Dall'esame dei dati emergono i seguenti tratti salienti:
la rilevanza dei costi dislocati (trasferimenti), pari al 60 per cento circa del totale generale, essendo quasi il 55 per cento costituito solo dai trasferimenti correnti;
il peso degli interessi sul debito statale, pari al 18,3 per cento del totale generale, che è di poco inferiore ai costi propri (personale, beni e servizi) di tutte le amministrazioni centrali, a loro volta pari al 19 per cento circa del totale generale;
l'elevata incidenza del costo del personale, pari a circa l'87 per cento dei costi propri, determinata dai processi di erogazione e produzione dei servizi delle amministrazioni centrali dello Stato basati prevalentemente sull'impiego del fattore lavoro;
i costi di gestione (beni e servizi direttamente impiegati dai Ministeri per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali), che rappresentano il 10,1 per cento dei costi propri e solo poco meno del 2 per cento del totale generale.
L'elevata incidenza complessiva dei costi dislocati dipende, in primo luogo, dal fatto che una quota rilevante di compiti e funzioni pubbliche svolte da amministrazioni diverse dai Ministeri sono largamente finanziate con le entrate della fiscalità generale attraverso il bilancio dello Stato, con trasferimenti correnti e in conto capitale a favore degli organi costituzionali o di rilevanza costituzionale, degli enti pubblici previdenziali e assistenziali, delle università pubbliche, delle agenzie e autorità, di altri enti centrali e di tutte le amministrazioni territoriali (regioni, province, comuni).
Il resto dei trasferimenti è destinato alle famiglie e alle imprese, per interventi diretti di politica sociale o di sostegno al settore produttivo, o all'estero, in particolare per la partecipazione italiana all'Unione europea, agli organismi internazionali e, in misura residuale, per interventi di cooperazione allo sviluppo.
Ponendo l'analisi sulle missioni, in merito al rapporto fra costi propri e costi dislocati si possono distinguere:
missioni perseguite prevalentemente mediante l'utilizzo di costi dislocati, le più
missioni perseguite prevalentemente mediante l'impiego diretto di risorse umane e strumentali da parte dei ministeri, con una prevalenza dei costi propri rispetto ai costi dislocati (missioni 5 – Difesa e sicurezza del territorio; 6 – Ordine pubblico e sicurezza; 7 – Giustizia; 22 – Istruzione scolastica);
missioni che presentano quote consistenti sia di costi propri delle amministrazioni centrali sia di trasferimenti di risorse ad altri enti od organismi (missioni 29 – Politiche economico-finanziarie e di bilancio; 18 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente).
Con riferimento alle variazioni intervenute tra 2012 e 2013 per missione e programma e tenendo conto delle indicazioni del comma 2 dell'articolo 21 della legge n. 196 del 2009, che stabilisce il legame fra programmi e centri di responsabilità, si segnala che nel 2013 sono stati istituiti tre nuovi programmi:
Giustizia tributaria, istituito a seguito del passaggio delle commissioni tributarie, transitate, all'interno del Ministero dell'economia e delle finanze, in base al decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, dal Dipartimento delle finanze al Dipartimento dell'amministrazione generale, del personale e dei Servizi e, successivamente in base alla legge 24 dicembre 2012, n. 228 (legge di stabilità 2013), ritornate nuovamente nell'ambito del Dipartimento delle finanze;
Supporto all'azione di controllo, vigilanza e amministrazione generale della Ragioneria generale dello Stato sul territorio, istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per comprendere le nuove attività transitate alle Ragionerie territoriali dal Dipartimento dell'amministrazione generale del personale e dei servizi;
Gestione dell'Albo dei segretari comunali e provinciali, istituito a seguito della soppressione dell'Agenzia autonoma per la gestione dell'Albo dei segretari comunali e provinciali e del passaggio delle relative competenze e personale al Ministero dell'interno.
Risulta invece soppresso il programma Sviluppo delle filiere agroalimentari, tutela e valorizzazione delle produzioni di qualità e tipiche, a seguito della riorganizzazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (decreto del Presidente della Repubblica n. 41 del 2012), per il quale si è proceduto anche alla puntuale revisione delle attività sottostanti ai programmi della missione «Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca», di pertinenza del medesimo Ministero.
Confrontando i dati di consuntivo 2013 con quelli dell'esercizio 2012 e del budget rivisto 2013, per quanto riguarda i soli costi propri (personale, beni di consumo, servizi e ammortamenti) sostenuti dai Ministeri, nel 2013, con riferimento alle voci del primo livello del piano dei conti, risulta:
una contenuta contrazione delle retribuzioni tra 2012 e 2013, per effetto dei
una contrazione dei costi di gestione pari al 5,5 per cento e, in valore assoluto, a 505 milioni di euro circa, dovuta in gran parte alle seguenti variazioni:
riduzione di 98 milioni di euro, nel 2013, dei costi per i beni di consumo del Ministero della difesa, imputabile principalmente all'Aeronautica militare, con riferimento a minori spese per carburanti, combustibili e lubrificanti e materiale tecnico-specialistico; tale variazione conferma la tendenza negativa riscontrabile per questa tipologia di costi sull'intera amministrazione;
una riduzione di 66 milioni di euro dei costi per i beni di consumo riferiti in particolare a carta, cancelleria, stampati e materiali e accessori, che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha messo in atto per l'anno 2013 in coerenza con la razionalizzazione delle spese;
una riduzione di circa 284 milioni di euro dei costi per acquisto di servizi e utilizzo di beni di terzi sempre da parte del Ministero della difesa, imputabile alle tre Forze armate sulle voci di costo relative alla manutenzione ordinaria e alla manutenzione di armi, armamenti e mezzi per la difesa;
un incremento di circa 24 milioni di euro dei costi per acquisto di servizi e utilizzo di beni di terzi da parte del Ministero degli affari esteri, con particolare riferimento alla voce «Servizi per trasferte per la proroga delle missioni internazionali previste nel decreto-legge n. 227 del 2012 e nel decreto-legge n. 114 del 2013» e alla voce «Prestazioni professionali non consulenziali relative a contratti stipulati con consulenti informatici»;
per la stessa amministrazione si rileva un incremento di circa 16 milioni di euro nella voce «Altri costi» e in particolare relativamente alla voce «Oneri postali e telegrafici riferiti ai costi sostenuti per le consultazioni elettorali all'estero».
ECORENDICONTO
Con il Rendiconto generale dello Stato relativo all'esercizio finanziario 2013, per il quarto anno consecutivo si dà attuazione all'articolo 36, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, di riforma della contabilità e finanza pubblica. La norma dispone che le risultanze delle spese ambientali siano illustrate in allegato al Rendiconto generale dello Stato, sulla base di dati forniti dalle amministrazioni secondo schemi contabili e modalità di rappresentazione stabilite con determinazione del Ragioniere generale dello Stato n. 39816 del 2011. Secondo la metodologia indicata nella citata determinazione, le spese ambientali sono state individuate e quantificate sulla base delle definizioni e classificazioni adottate per il Sistema europeo per la raccolta dell'informazione economica sull'ambiente SERIEE (Système européen de rassemblement de l'information économique sur l'environnement). In coerenza con tale sistema sono individuate due tipologie di spese ambientali, le spese per la «protezione dell'ambiente» e le spese per «uso e gestione delle risorse naturali», alle quali corrispondono apposite classificazioni, denominate rispettivamente
REGOLAZIONI CONTABILI E DEBITORIE
Regolazioni contabili
Con il termine di «regolazione contabile» si vuole generalmente intendere un'operazione volta a sistemare contabilmente partite di entrata o di spesa che altrimenti non troverebbero una rappresentazione in bilancio. Il «regolare» o «sistemare», dunque, è inteso nel senso di operare in modo tale che il bilancio possa dare contezza di tutti i fenomeni gestionali, nel rispetto di taluni princìpi cui tale documento si deve uniformare (chiarezza e integrità).
In tal senso, la regolazione contabile è lo strumento per ricondurre in bilancio un'operazione gestionale che ha già manifestato il suo impatto sull'economia. Nasce, talvolta implicitamente, da norme volte a semplificare, rendere più agevole, snello e funzionale un rapporto finanziario tra lo Stato e altre pubbliche amministrazioni o altri soggetti (banche, concessionari, intermediari della riscossione eccetera).
La regolazione contabile può esplicare i suoi effetti unicamente sul bilancio dello Stato ed esaurirsi in tale ambito, ovvero può coinvolgere anche la tesoreria.
La regolazione contabile di bilancio investe l'entrata e la spesa, aumentando il livello dell'una e dell'altra di uno stesso ammontare, risultando perciò neutrale sui saldi di competenza del bilancio statale soltanto se coincide l'imputazione tra spesa ed entrata, cioè quando un pagamento in conto competenza a carico del bilancio dello Stato si concreta in un versamento in conto competenza a favore dello Stato (come nel caso dei rimborsi dell'IVA).
La regolazione può, in talune circostanze, riguardare la sistemazione di rapporti tra bilancio e tesoreria. È il caso in cui il bilancio dello Stato trasferisce fondi ad enti pubblici (ad esempio enti previdenziali o enti decentrati di spesa). L'esigenza di trasferire fondi di ammontare superiore a quelli stanziati può essere momentaneamente superata con un'anticipazione da parte della tesoreria (se legislativamente autorizzata): si crea in tal modo un debito del bilancio nei confronti della tesoreria, che deve essere «regolato» con risorse da appostare successivamente (normalmente in anni seguenti) in bilancio per restituirle alla tesoreria a chiusura dell'anticipazione effettuata. Quest'operazione viene considerata tra le regolazioni contabili in senso lato. Il rapporto dal quale scaturisce questo tipo di regolazione non è solo meramente contabile ma debitorio. Esso ha un impatto sul fabbisogno e sull'indebitamento netto del conto delle
Regolazioni debitorie
Oltre alle «regolazioni contabili di tesoreria» del tipo sopra descritto, vi possono essere «regolazioni debitorie in senso stretto» (ad esempio ripiano di disavanzi delle aziende sanitarie locali, restituzione di tributi dichiarati costituzionalmente illegittimi, come la tassa sulle concessioni governative, accantonamenti del fondo globale per provvedere ad estinguere debiti pregressi, ammassi agricoli eccetera).
Tale tipologia di regolazioni richiede un esame per singola partita in quanto non necessariamente hanno un trattamento contabile univoco.
Nel conto della pubblica amministrazione una partita debitoria incide nel momento in cui nasce l'obbligazione (criterio della competenza) e la stessa è quantificata nell'esatto ammontare, anche se la restituzione delle somme avviene ratealmente (ad esempio nel caso della sentenza della Corte costituzionale sulla doppia integrazione al minimo delle pensioni). Talvolta viene sancito l'obbligo giuridico di restituire quanto indebitamente o illegittimamente percepito da altri soggetti, ma non si conosce in modo esatto l'ammontare del debito. In tale circostanza viene utilizzato il criterio della cassa, vale a dire si fa partecipare alla determinazione dell'indebitamento netto del conto della pubblica amministrazione quanto annualmente pagato a titolo di restituzione (ad esempio nel caso della tassa di concessione governativa).
Nel conto del settore statale e nel bilancio statale, in entrambe le ipotesi delineate, incide nell'anno in cui si effettua il pagamento.
Rimborsi di imposte pregressi
Sono somme che vengono iscritte in bilancio per essere destinate al rimborso di imposte che il contribuente ha richiesto in anni precedenti. Tali somme, secondo i criteri di contabilità nazionale, vengono registrate nel conto economico delle pubbliche amministrazioni secondo il principio della competenza economica e quindi contabilizzate nell'anno in cui è stato chiesto il rimborso.
In osservanza di tali criteri le predette somme, per convenzione, non vengono considerate nei saldi di bilancio dell'anno in cui sono iscritte per provvedere al pagamento.
1. Le entrate tributarie, extratributarie, per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti, nonché per accensione di prestiti, accertate nell'esercizio finanziario 2013 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 818.838.846.049,76.
2. I residui attivi delle Amministrazioni centrali dello Stato, determinati alla chiusura dell'esercizio 2012 in euro 243.277.629.531,76, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2013. In attuazione dei commi 1 e 3 dell'articolo 23-quater del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che ha previsto la soppressione dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e la sua incorporazione nell'Agenzia delle dogane, il Ministro dell'economia e delle finanze, con decreto dell'8 novembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 277 del 27 novembre 2012, ha disposto, tra l'altro, il trasferimento delle risorse finanziarie dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato all'Agenzia delle dogane, mentre i residui attivi, determinati alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012 in euro 1.074.769.809,59, sono confluiti per euro 841.616.414,48 nello stato di previsione dell'entrata. Pertanto, al 1o gennaio 2013, i residui attivi risultano essere pari ad euro 244.119.245.946,24.
3. I residui attivi al 31 dicembre 2013 ammontano complessivamente a euro 261.123.721.979,74, così risultanti:
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(in euro) | ||||
Accertamenti | 723.363.878.627,99 | 23.330.818.432,31 | 72.144.148.989,46 | 818.838.846.049,76 |
Residui attivi dell'esercizio 2012 | 25.148.144.684,28 | 16.010.058.286,11 | 149.638.696.271,86 | 190.796.899.242,25 |
261.123.721.979,74 |
1. Le spese correnti, in conto capitale e per rimborso di passività finanziarie, impegnate nell'esercizio finanziario 2013 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 752.982.586.127,96.
2. I residui passivi delle Amministrazioni centrali dello Stato, determinati alla chiusura dell'esercizio 2012 in euro 74.029.413.773,65, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2013. I residui passivi dell'ex Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, determinati alla chiusura dell'esercizio finanziario 2012 in euro 2.286.988.475,47, sono confluiti nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Pertanto, al 1o gennaio 2013, i residui passivi risultano essere pari ad euro 76.316.402.249,12.
3. I residui passivi al 31 dicembre 2013 ammontano complessivamente a euro 84.216.341.324,65, così risultanti:
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(in euro) | |||
Impegni | 694.469.402.725,15 | 58.513.183.402,81 | 752.982.586.127,96 |
Residui passivi dell'esercizio 2012 | 37.231.135.186,65 | 25.703.157.921,84 | 62.934.293.108,49 |
84.216.341.324,65 |
1. L'avanzo della gestione di competenza dell'esercizio finanziario 2013, di euro 65.856.259.921,80, risulta stabilito come segue:
Entrate tributarie | 464.884.401.447,03 | |
Entrate extratributarie | 85.665.455.237,90 | |
Entrate provenienti dall'alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e dalla riscossione di crediti | 3.441.990.459,47 | |
Accensione di prestiti | 264.846.998.905,36 | |
Totale entrate | 818.838.846.049,76 | |
Spese correnti | 510.835.177.830,70 | |
Spese in conto capitale | 71.174.831.876,52 | |
Rimborso di passività finanziarie | 170.972.576.420,74 | |
Totale spese | 752.982.586.127,96 | |
Avanzo della gestione di competenza | 65.856.259.921,80 |
1. Il disavanzo finanziario del conto del Tesoro alla fine dell'esercizio 2013, di euro 175.825.267.663,90, risulta stabilito come segue:
(in euro)
Avanzo della gestione di competenza | 65.856.259.921,80 | ||
Disavanzo finanziario del conto del Tesoro dell'esercizio 2012 | 213.824.280.524,71 | ||
Diminuzione nei residui attivi lasciati dall'esercizio 2012: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2013 | 244.119.245.946,24 | ||
al 31 dicembre 2013 | 165.648.754.557,97 | ||
78.470.491.388,27 | |||
Diminuzione nei residui passivi lasciati dall'esercizio 2012: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2013 | 76.316.402.249,12 | ||
al 31 dicembre 2013 | 25.703.157.921,84 | ||
50.613.244.327,28 | |||
Disavanzo al 31 dicembre 2012 | 241.681.527.585,70 | ||
Disavanzo finanziario al 31 dicembre 2013 | 175.825.267.663,90 |
1. Sono approvati l'Allegato n. 1, annesso alla presente legge, previsto dall'articolo 28, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché l'Allegato n. 2 relativo alle eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo per l'esercizio 2013 rispettivamente sul conto della competenza, sul conto dei residui e sul conto della cassa, relative alle unità di voto degli stati di previsione della spesa dei Ministeri.
1. La situazione patrimoniale dell'Amministrazione dello Stato, al 31 dicembre 2013, resta stabilita come segue:
Attività | |||
Attività finanziarie | 704.452.678.296,15 | ||
Attività non finanziarie prodotte | 290.355.561.701,75 | ||
Attività non finanziarie non prodotte | 4.200.272.964,61 | ||
999.008.512.962,51 | |||
Passività | |||
Passività finanziarie | 2.561.001.110.152,78 | ||
2.561.001.110.152,78 | |||
Eccedenza passiva al 31 dicembre 2013 | 1.561.992.597.190,27 |
1. Le entrate correnti del bilancio dell'Istituto agronomico per l'Oltremare, accertate nell'esercizio finanziario 2013 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite dal conto consuntivo dell'Istituto stesso, allegato al conto consuntivo del Ministero degli affari esteri, in euro 3.695.195,50.
2. I residui attivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2012 in euro 124.713, per effetto di modifiche intervenute nel corso della gestione 2013 per euro 23.418, risultano stabiliti in euro 148.131.
Somme versate | Somme rimaste da riscuotere | Totale | |
(in euro) | |||
Accertamenti | 3.695.195,50 | -- | 3.695.195,50 |
Residui attivi dell'esercizio 2012 | 60.406,00 | 87.725,00 | 148.131,00 |
87.725,00 |
4. Le spese correnti e in conto capitale del bilancio dell'Istituto agronomico per l'Oltremare, impegnate nell'esercizio finanziario 2013 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 3.695.195,50.
5. I residui passivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2012 in euro 5.619.089,76, per effetto di modifiche intervenute nel corso della gestione 2013 per euro 23.418, risultano stabiliti in euro 5.642.507,76.
6. I residui passivi al 31 dicembre 2013 ammontano complessivamente a euro 5.090.126,32, così risultanti:
Somme pagate | Somme rimaste da pagare | Totale | |
(in euro) | |||
Impegni | 1.942.262,70 | 1.752.932,80 | 3.695.195,50 |
Residui passivi dell'esercizio 2012 | 2.305.314,24 | 3.337.193,52 | 5.642.507,76 |
5.090.126,32 |
1. L'avanzo della gestione del bilancio degli Archivi notarili, per l'esercizio finanziario 2013, risulta stabilito come segue:
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Entrate | 310.430.030,89 |
Spese | 285.190.499,15 |
Avanzo di gestione | 25.239.531,74 |
1. Le entrate correnti e in conto capitale del bilancio del Fondo edifici di culto, accertate nell'esercizio finanziario 2013 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite dal conto consuntivo del Fondo stesso, allegato al conto consuntivo del Ministero dell'interno, in euro 12.479.991,39.
2. I residui attivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2012 in euro 2.322.034,83, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2013.
3. I residui attivi al 31 dicembre 2013 ammontano complessivamente a euro 2.992.000,89, così risultanti:
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(in euro) | ||||
Accertamenti | 10.319.147,23 | 0 | 2.160.844,16 | 12.479.991,39 |
Residui attivi dell'esercizio 2012 | 1.827.253,65 | 0 | 831.156,73 | 2.658.410,38 |
2.992.000,89 |
4. Le spese correnti e in conto capitale del Fondo edifici di culto, impegnate nell'esercizio 2013 per la competenza propria dell'esercizio, risultano stabilite in euro 12.176.035,32.
5. I residui passivi, determinati alla chiusura dell'esercizio 2012 in euro 9.258.848,50, non hanno subìto modifiche nel corso della gestione 2013.
6. I residui passivi al 31 dicembre 2013 ammontano complessivamente a euro 8.711.613,84, così risultanti:
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(in euro) | |||
Impegni | 6.397.854,92 | 5.778.180,40 | 12.176.035,32 |
Residui passivi dell'esercizio 2012 | 6.018.878,53 | 2.933.433,44 | 8.952.311,97 |
8.711.613,84 |
7. La situazione finanziaria dell'amministrazione del Fondo edifici di culto, alla fine dell'esercizio 2013, risulta come appresso:
(in euro) | |||
Entrate dell'esercizio 2013 | 12.479.991,39 | ||
Spese dell'esercizio 2013 | 12.176.035,32 | ||
Saldo attivo della gestione di competenza | 303.956,07 | ||
Saldo attivo dell'esercizio 2012 | 6.356.682,52 | ||
Aumento nei residui attivi lasciati dall'esercizio 2012: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2013 | 2.322.034,83 | ||
al 31 dicembre 2013 | 2.658.410,38 | ||
336.375,55 | |||
Diminuzione nei residui passivi lasciati dall'esercizio 2012: | |||
Accertati: | |||
al 1o gennaio 2013 | 9.258.848,50 | ||
al 31 dicembre 2013 | 8.952.311,97 | ||
306.536,53 | |||
Saldo effettivo dell'esercizio 2012 | 6.999.594,60 | ||
Saldo attivo al 31 dicembre 2013 | 7.303.550,67 |
1. Il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato e i rendiconti delle Amministrazioni e delle Aziende autonome per l'esercizio 2013 sono approvati nelle risultanze di cui ai precedenti articoli.
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