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PDL 5475

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 5475



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

BRANDOLINI, FLUVI, OLIVERIO, ZUCCHI, AGOSTINI, MARCO CARRA, CENNI, CUOMO, DAL MORO, FIORIO, MARROCU, MARIO PEPE (PD), SANI, SERVODIO, TRAPPOLINO

Sospensione delle azioni di recupero dei crediti fiscali, contributivi e per sanzioni nonché delle procedure esecutive relative a crediti bancari nei riguardi delle imprese agricole per la promozione di accordi di ristrutturazione del debito con le banche

Presentata il 27 settembre 2012


      

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Onorevoli Colleghi! — Nell'attuale situazione di crisi e di calo dei consumi, il settore primario si trova ad affrontare un momento difficile che interessa in particolar modo il sistema agroalimentare italiano.
      Secondo i dati dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) diffusi lo scorso novembre 2011 riguardanti i risultati economici delle aziende agricole nel 2009 (prossima diffusione novembre 2012), le aziende agricole italiane sono circa 1,6 milioni e occupano 1,2 milioni di unità lavoro (principalmente a carattere stagionale), realizzando una produzione di 37,8 miliardi di euro.
      Rispetto al 2008 si registra una diminuzione decisa dei livelli di produzione e, analogamente, si è ridotta anche l'occupazione: in particolare la produzione è diminuita del 7,5 per cento, il valore aggiunto del 10,1 per cento e l'occupazione del 3,5 per cento.
      Il 72,8 per cento delle aziende agricole ha meno di un'unità lavoro; stiamo parlando di un mondo costituito per il 97,3 per cento da aziende individuali e a conduzione diretta.
      Le aziende agricole con un fatturato inferiore a 10.000 euro rappresentano il 67,1 per cento del totale e il 57,2 per cento
 

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di esse realizza il 33,3 per cento della produzione nazionale nel Mezzogiorno.
      Dal 2000 al 2009 le aziende agricole e zootecniche attive in Italia sono diminuite del 32,4 per cento; la crisi degli ultimi anni ha provocato l'espulsione di circa un milione di imprese (per lo più di media e piccola dimensione, inferiore ai 30 ettari) e un forte indebitamento delle aziende sopravvissute.
      Le tendenze dei prezzi dei prodotti acquistati e dei prodotti venduti dagli agricoltori nel corso del 2011 hanno compresso i margini di guadagno. Nel secondo trimestre 2012 (dati dell'ISTAT di settembre 2012) l'indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori è aumentato dell'1,1 per cento rispetto al trimestre precedente e del 2,9 per cento rispetto all'anno precedente; al contrario, l'indice dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori è diminuito del 1,1 per cento rispetto al primo trimestre ed è aumentato solo dello 0,5 per cento rispetto all'anno precedente. Dal 2000 al 2009, i costi di produzione sono aumentati dell'8,4 per cento, mentre le quotazioni dei prodotti sono scese del 15,2 per cento.
      Il crollo dei prezzi delle vendite ha determinato l'impossibilità per molte aziende di onorare le scadenze fiscali e contributive. La situazione di forte indebitamento delle imprese causata dalla scarsa liquidità rischia di creare un'emergenza di dimensione nazionale. A causa dei debiti erariali e contributivi spesso si arriva al blocco dei finanziamenti della Politica agricola comune (PAC) e alla messa in liquidazione; migliaia di aziende si trovano ad avere fermi amministrativi e pignoramenti.
      L'analisi trimestrale dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) sul credito in agricoltura evidenzia un calo del 35 per cento delle erogazioni finanziarie verso il settore primario.
      La situazione debitoria delle imprese agricole è stata complicata dalla cosiddetta «cartolarizzazione», attraverso la quale l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) ha ceduto tutti i crediti contributivi a una società appositamente costituita (la società di cartolarizzazione dei crediti INPS – SCCI), che ha rimborsato allo Stato il 10 per cento del valore della cartolarizzazione stessa.
      Secondo i conti economici trimestrali dell'ISTAT, l'agricoltura è l'unico settore produttivo che cresce nel 2012 e fa segnare un aumento del prodotto interno lordo (PIL) (0,9 per cento) sul piano tendenziale per il secondo trimestre consecutivo, mentre diminuisce dell'1,9 per cento in termini congiunturali. L'incremento del valore aggiunto dimostra che, nonostante le tante difficoltà, il settore agricolo è ancora vitale.
      Alcune associazioni maggiormente rappresentative del mondo agroalimentare e zootecnico ritengono che il dato positivo non deve tuttavia trarre in inganno; le imprese infatti continuano a essere in grande affanno, sempre più strette da pesanti costi produttivi e da gravosi oneri contributivi e burocratici e obbligate a fare i conti con il caro-gasolio e con gli ulteriori oneri richiesti al settore per il risanamento del bilancio pubblico imposti dall'imposta municipale propria (IMU) sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli.
      Risulta dunque indispensabile adottare una nuova politica agraria nazionale tesa a valorizzare e a sviluppare l'attività imprenditoriale agricola, oltre alle misure urgenti per alleggerire il carico dei costi sostenuti dalle imprese, soprattutto in vista della riforma della PAC per il periodo 2014-2020.
      Il 31 luglio scorso la Commissione agricoltura, nell'ambito della procedura che consente alla Camera dei deputati di partecipare alla formazione delle politiche europee, ha approvato un documento finale sul pacchetto di proposte relative alla riforma della PAC 2014-2020, presentato dalla Commissione europea il 12 ottobre 2011.
      Diventa quindi indispensabile promuovere ogni utile iniziativa legislativa, compatibile con gli orientamenti dell'Unione europea, per avviare un processo di consolidamento della situazione debitoria delle imprese agricole e cooperative nei confronti del fisco e del sistema contributivo.
 

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      È importante assicurare un sostegno a un settore che rappresenta un potenziale di crescita per l'intera economia nazionale e promuovere ogni iniziativa utile che dia respiro alle aziende agricole e alle comunità rurali perché l'Italia può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse.
      L'articolo 1 della presente proposta di legge prevede la sospensione dei debiti per le aziende agricole in difficoltà nei confronti dell'erario, dell'INPS e dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA).
      L'articolo 2, in considerazione dell'allarmante situazione di sofferenza delle imprese agricole nei confronti delle banche, con continue richieste di rientro del credito e con una stretta creditizia, prevede la sospensione di una serie di procedure.
      L'articolo 3, al fine di reperire la copertura finanziaria degli articoli 1 e 2, demanda a uno o più decreti dirigenziali del Ministro dell'economia e delle finanze – Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, in materia di giochi pubblici, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, la modifica della misura del prelievo erariale unico, nonché la determinazione della percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita, in modo da assicurare maggiori entrate in misura non inferiore a 200 milioni di euro per l'anno 2013.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Al fine di garantire un adeguato sostegno alle imprese agricole a fronte della crisi economica e di mercato e di limitarne le conseguenze economiche, finanziarie e sociali è sospesa, per un anno a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, previo riconoscimento del debito, ogni azione di recupero per mancati versamenti dei contributi dovuti all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), nonché dei pagamenti di imposte, di tasse e di sanzioni dovuti, allo Stato, alle regioni e agli enti locali e all'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA) da parte di aziende agricole e di imprenditori agricoli.
      2. Trascorso il termine di cui al comma 1, i debiti di cui al medesimo comma 1 possono essere pagati, su istanza del debitore da presentare all'ente interessato che ne valuta la congruità sulla base di specifici criteri individuati con proprio atto direttoriale, con una rateizzazione fino a un massimo di settantadue mesi al tasso legale e senza supporto di garanzia ipotecaria per l'intero importo dovuto e non oggetto di formale contestazione.

Art. 2.

      1. È sospesa, per un anno a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, ogni procedura esecutiva per espropriazione immobiliare promossa nei confronti di aziende agricole e di imprenditori agricoli il cui titolo esecutivo è fondato su rapporti bancari oggetto di opposizione da parte del debitore.
      2. Fino alla data di cui al comma 1 del presente articolo è, altresì, sospeso il procedimento per la dichiarazione di fallimento di cui all'articolo 15 del regio

 

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decreto 16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni. La disposizione si applica nel caso in cui il diritto del creditore istante sia fondato su rapporti bancari e sia oggetto di apposizione da parte dell'imprenditore agricolo.
      3. Le disposizioni dei commi 1 e 2 si applicano a tutte le procedure pendenti, comprese quelle instaurate prima della data di entrata in vigore della presente legge, per le quali non è stato ancora emesso dal giudice il decreto di trasferimento all'aggiudicatario.

Art. 3.

      1. Ai fini della copertura finanziaria delle disposizioni degli articoli 1 e 2, il Ministero dell'economia e delle finanze – Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, con propri decreti dirigenziali in materia di giochi pubblici, adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, provvede a modificare la misura del prelievo erariale unico, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita, allo scopo di assicurare maggiori entrate in misura non inferiore a 200 milioni di euro per l'anno 2013.


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