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PDL 4882

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 4882



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

OLIVERI, LO MONTE, LOMBARDO, BINETTI, ANTONIONE, BARANI, BUTTIGLIONE, CAMBURSANO, DE PASQUALE, DI VIRGILIO, FABBRI, FRASSINETTI, GRASSI, MANNINO, MARMO, MOSELLA, PAGANO, PEDOTO, PELINO, TERRANOVA, TOCCAFONDI, TOUADI, VOLONTÈ

Istituzione della Festa nazionale della famiglia

Presentata il 12 gennaio 2012


      

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Onorevoli Colleghi! — Se si dovesse definire con un'etichetta l'epoca in cui viviamo, essa andrebbe indubbiamente archiviata con l'appellativo di «epoca della dissacrazione». Numerosi sono infatti i valori, come ad esempio la patria, la religione e la morigeratezza, nei quali i nostri nonni e forse ancora i nostri padri credevano, oggi contestati e messi definitivamente in crisi.
      Nell'ambito di questa contestazione generale va inquadrata, sicuramente, anche la crisi della famiglia. Sorta per volere del Creatore, secondo la Bibbia, e tenuta in onore nell'ebraismo e nel cristianesimo, l'istituzione familiare ha subìto nel corso dei secoli una notevole evoluzione.
      Il declino del matrimonio, da una parte, e la diffusione di una molteplicità di altre tipologie familiari, dall'altra, sono due incontestabili indicatori del cambiamento nel modo di concepire la famiglia originale.
      A partire dalla metà degli anni sessanta si è andata infatti manifestando una crescente disaffezione nei confronti della famiglia originale, fondata sul matrimonio, su una discendenza numerosa e su una distinzione dei ruoli: all'uomo il ruolo di leader strumentale (mantenere la famiglia, assicurare le relazioni con l'esterno, far rispettare regole e norme all'interno del gruppo) e alla donna quello di leader espressivo (è responsabile della coesione affettiva, promuove il sentimento di solidarietà familiare e si occupa della casa).
      Inoltre, sembra non esserci più coincidenza tra la famiglia intesa come l'insieme delle relazioni affettive più strette e la famiglia intesa come residenza condivisa, il tetto sotto il quale si vive in comune.
 

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      In realtà, anche nel passato esisteva una pluralità di forme di famiglia. Soprattutto nel nostro Paese, eventi come la morte precoce di uno dei coniugi e l'emigrazione avevano dato origine a un gran numero di famiglie con un solo genitore, o formate da una sola persona, e di famiglie ricostituite. Tuttavia, anche se la famiglia del passato era molto più instabile di quella attuale, l'instabilità e la molteplicità di forme a cui dava luogo traevano origine da eventi ineluttabili o involontari, che non mettevano in discussione il matrimonio come istituzione. Nella società contemporanea, invece, l'instabilità e la pluralità delle famiglie sembrano derivare da una scelta volontaria dei soggetti coinvolti ed esprimono, purtroppo, un rifiuto crescente del matrimonio.
      Sicuramente i motivi di tale involuzione sono intimamente legati fra loro: fine della società contadina e sgretolamento della famiglia patriarcale, contestazioni femministe, sviluppo di un'educazione consumista, insubordinazione dei figli, disinteresse dello Stato.
      Usando un'espressione gergale della politica, riteniamo che la crisi della famiglia sia dunque imputabile essenzialmente a un mutato «rapporto di forze». Ma come ogni crisi rappresenta anche un'opportunità, pure la crisi della famiglia rappresenta, entro certi limiti, un fatto positivo, nella misura in cui mette in discussione rapporti sbagliati e ingiusti, sedimentatisi nel corso del tempo per cause diverse (tradimenti, ripetute violenze, alcolismo eccetera).
      Eppure se la famiglia muta, se i ruoli al suo interno vanno ripensati e reinventati, essa rimane un'istituzione di origine divina che va sostanzialmente sostenuta, soprattutto e anche in funzione di un nuovo welfare, riconoscendole il ruolo primario fino ad oggi ricoperto nel processo di inclusione sociale e di vero e proprio sistema di protezione dei propri componenti nei passaggi cruciali della vita, come la crescita della prole o l'assistenza al congiunto disabile.
      Anche nel disagio giovanile leggiamo una forte nostalgia di famiglia. Senza un legame stabile di un padre e di una madre, senza un'esperienza di rapporti fraterni, crescono le difficoltà di elaborare un'identità personale e di maturare un progetto di vita aperto alla solidarietà e all'attenzione verso i più deboli e gli anziani. Occorre pertanto aiutare i giovani a «fare famiglia».
      A partire da queste premesse antropologiche e sociali, siamo certi che la difesa della famiglia fondata sul matrimonio sia compito primario per la politica e per i legislatori, come previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, che qui ben si accorda con la Rivelazione divina.
      In tale ottica occorre favorire e sostenere tutte le iniziative di carattere politico, sociale, culturale e istituzionale volte a evidenziare la centralità dell'istituto familiare e il suo ruolo essenziale e insostituibile per la vita e per lo sviluppo delle persone e della collettività.
      Questo anche perché occorre riconoscere che il benessere della famiglia è il presupposto per garantire una sana convivenza civile.
      Diventa dunque necessario riscoprire la dimensione pubblica della famiglia, già riconosciuta e affermata dall'articolo 29 della Costituzione.
      Un passo fondamentale in questa direzione può essere rappresentato dall'istituzione della Festa nazionale della famiglia, quale evento finalizzato ad evidenziare l'importanza della famiglia come struttura primaria della società, che si muoverebbe nel solco già tracciato dalla risoluzione n. 47/237 del 20 settembre 1993, con la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato per il 15 maggio di ogni anno la «Giornata internazionale della famiglia», una celebrazione che riflette l'importanza che la comunità internazionale attribuisce alla famiglia, intesa come unità fondamentale della società, e alla sua condizione nel mondo.
      La Festa nazionale vuole rappresentare un momento di riflessione sui valori fondanti la famiglia e, al contempo, essere un'opportunità per stare insieme con i propri cari con rinnovata gioia.
 

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      Tale Festa deve essere inoltre l'occasione per coinvolgere le regioni, le province e i comuni in un momento di riflessione al fine di rivedere e di migliorare le politiche familiari in base alle esigenze che si riscontrano nel territorio.
      Inoltre, al fine di sensibilizzare i cittadini in merito a questa nuova Festa e al suo preciso significato, si prevede una campagna di comunicazione su tutti i principali media, da svolgere nella settimana precedente, la cui gestione è affidata alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
      Per le suddette ragioni con la presente proposta di legge si intende sensibilizzare il Parlamento a valorizzare l'istituzione della famiglia originale.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Al fine di promuovere una migliore comprensione delle funzioni, dei problemi, e dei bisogni legati alla famiglia così come definita dall'articolo 29, primo comma, della Costituzione, nonché dei suoi valori fondanti, e di riflettere sulle tematiche e sugli interventi in favore del nucleo familiare, in particolare nel sostegno della genitorialità, in conformità alla risoluzione n. 47/237, del 20 settembre 1993, dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sulla Giornata internazionale della famiglia, è istituita la Festa nazionale della famiglia, di seguito denominata «Festa», da celebrare l'8 giugno di ogni anno.
      2. La Festa è considerata solennità civile ai sensi dell'articolo 3 della legge 27 maggio 1949, n. 260, e non determina riduzione dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, qualora cada nei giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado ai sensi degli articoli 2 e 3 della legge 5 marzo 1977, n. 54.
      3. Il Governo, anche in coordinamento con le associazioni e con gli organismi operanti nel settore, determina le modalità di svolgimento della Festa senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.
      4. Gli enti territoriali, in occasione della Festa, possono organizzare convegni, seminari, forum e gruppi di lavoro volti a esaminare le politiche sulla famiglia e a individuare i percorsi e le strategie per rafforzare l'istituto familiare, allestire mostre speciali sulla storia e sulla condizione della famiglia nel mondo, nonché promuovere incontri, iniziative e manifestazioni che coinvolgono docenti, studenti e genitori presso le scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare i giovani sul carattere educativo e formativo della ricorrenza. Le stesse amministrazioni possono stipulare apposite convenzioni con le aziende o con le istituzioni culturali partecipate

 

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al fine di attribuire alle famiglie benefìci o vantaggi di cui fruire nel corso della Festa.
      5. La Presidenza del Consiglio dei ministri, nella settimana antecedente la Festa, promuove una campagna di comunicazione sui principali mezzi di informazione nazionali al fine di diffondere i valori a fondamento della Festa.


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