Risposta. - La questione sollevata nell'interrogazione trae origine dalla trasformazione societaria avvenuta in ACI ITALIA nel 1997, con la conseguente creazione di una società nuova, la ACI 116, oggi ACI GLOBAL, giuridicamente autonoma rispetto alla prima e con una gestione separata del proprio personale.
La proposta di far confluire il personale in esubero nei ruoli della ACI ITALIA venne avanzata già in sede di trattazione della vertenza, ma la suddetta società trovò inapplicabile tale ipotesi, essendo necessario per accedere nei propri ruoli, un concorso pubblico.
Risposta. - Si ricorda, preliminarmente, che in data 20 e 21 novembre 2002, tra la Telecom Italia spa, Telemedia International spa e le organizzazioni sindacali SLC/CGIL, FISTel/CISL, UIL/com/UIL, CISAL e le RSU territorialmente competenti, è stata esperita la procedura prevista dall'articolo 47, della legge 29 dicembre 1990, n. 428, per la cessione alla Telecom Italia Sparkle del ramo d'azienda di Telecom Italia spa, costituito dai Servizi Wholesale Internazionali operanti nelle sedi di Roma, Milano, Rozzano e Palermo e che la Telecom Italia Sparkle è operativa dal 1o gennaio 2003.
sempre nella cosiddetta «zona omogenea» del quartiere Delle Vittorie un altro stabile sito in via E. Pistelli, parallela di via Igea, complesso di palazzine con posto macchina sottostante e in zona servita da mezzi pubblici, con verde pubblico, viene stimato in euro 4,50 al mq, in subfascia inferiore -:
Risposta. - All'interrogazione in argomento, l'ENASARCO ha comunicato quanto segue.
(cassa integrazione guadagni) tutti i 120 dipendenti;
Risposta. - In relazione al presente atto di sindacato ispettivo si riferisce quanto comunicato dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Belluno.
Servizio Ispezione del Lavoro di Piacenza, con il pretesto di reprimere il cosiddetto «lavoro nero» ha disposto una raffica di controlli presso i coltivatori diretti contestando loro di impiegare illegittimamente, nell'attività agricola, parenti entro il secondo grado;
Risposta. - Sulla questione rappresentata nell'atto di sindacato ispettivo in argomento, la direzione provinciale del lavoro di Piacenza ha comunicato quanto segue.
tale legge sta già producendo una considerevole mole di ricorsi nell'ambito dei quali sono già state sollevate varie eccezioni di legittimità costituzionale per violazione degli articoli 3 e 24 della Carta Costituzionale;
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione cui si risponde relativa alla previsione, contenuta nell'articolo 29, comma 1 del decreto-legge n. 244 del 1995, convertito nella legge n. 341 del 1995, che obbliga i datori di lavoro esercenti attività edile ad assolvere l'obbligo di versamento della contribuzione previdenziale, assistenziale ed assicurativa su un imponibile commisurato ad un numero di ore non inferiore all'orario normale di lavoro stabilito da CCNL stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, anche in assenza di effettiva erogazione della prestazione da parte del lavoratore, si fa presente quanto segue.
fronte ad una evidente violazione dei diritti di libertà politica, sindacale e di espressione di pensiero;
Risposta. - Si rappresenta, preliminarmente, che l'Enpam, in data 29 novembre 2002, ha ritenuto necessario convocare il signor Gerardo Gerardi, per chiarire le motivazioni che lo avrebbero indotto a diffondere, ampiamente, la notizia della presentazione di una interrogazione parlamentare sulla gestione del patrimonio immobiliare della Fondazione. L'Istituto riscontrando l'infondatezza della notizia, poiché nessuna interrogazione risultava presentata a quella data e che il dipendente Gerardi non rivestiva, tra l'altro, alcun incarico sindacale, ha ritenuto di comminare al dipendente in questione una sanzione disciplinare, notificatagli il 18 dicembre 2002, ravvedendo nel comportamento non l'espressione di una libera critica, ma l'intento di discreditare l'operato degli organi amministrativi e direttivi della Fondazione.
Ceca al fine di contare su più bassi costi della manodopera (dal 2002 già una parte della bassa gamma è stata trasferita nello stabilimento della Repubblica Ceca);
Risposta. - In relazione al problema occupazionale sorto nello stabilimento di Bergamo, della società Donora Elettrodomestici spa, si espongono di seguito gli esiti degli accertamenti ispettivi effettuati dalla competente direzione provinciale.
e ai lavoratori occupate/i nell'indotto che assommano a 50 persone, è a rischio di chiusura;
Risposta. - Relativamente all'interrogazione in argomento si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del Lavoro di Biella.
Risposta. - La questione occupazionale della società ICM (industrie Ceramiche di Melfi), è stata oggetto di verifica ispettiva da parte della direzione provinciale del lavoro di Potenza.
Risposta. - Si evidenzia che l'attuale disciplina del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali è dettata dalla legge n. 146/1990 e dalla legge n. 83/2000, che ha previsto più stringenti prescrizioni, rafforzando significatamene il potere di intervento della commissione di garanzia.
eventuali ed adeguate sanzioni nei confronti di chi contravviene alle norme.
Risposta. - In ordine all'atto ispettivo cui si risponde, concernente la revoca da parte della sede locale dell'INPDAP di Trieste dei benefici pensionistici per esposizione all'amianto, di cui all'articolo 13, comma 8, della legge n. 257/1992, inizialmente riconosciuti in favore del signor Gandusio, si fa presente quanto lo stesso Istituto ha rappresentato.
In particolare, la Sede INPDAP di Trieste, nella cui competenza rientra il caso esaminato, è stata invitata ad effettuare la revisione amministrativa delle singole fattispecie alla luce delle suindicate considerazioni, espresse dal ministero interrogato.
Risposta. - In ordine al problema occupazionale della società Trenitalia si rappresenta che, in data 21 gennaio 2004, presso l'amministrazione interrogata, è stato sottoscritto un verbale di accordo, in base al quale è stato avviato un processo di riorganizzazione delle attività di «accompagnamento notte» della Divisione Passeggeri ed il riassorbimento dei lavoratori in esubero.
le relative aziende, con indubbie difficoltà di ordine pratico e professionale;
Risposta. - Relativamente alla questione affrontata nell'interrogazione cui si risponde si fa presente che, in data 12 marzo 2003, è stata diramata dal ministero interrogato una circolare con la quale sono stati forniti chiarimenti in merito all'articolo 12, del codice di comportamento degli ispettori del lavoro e più specificatamente sull'esame della documentazione aziendale.
non certo la qualità delle maestranze edili italiane, tra le migliori al mondo, o la mancanza di addetti «regolari» di un settore che occupa 1.100.000 addetti di cui solo il 12 per cento immigrati, mentre la percentuale di essi supera il 60 per cento nell'edilizia «in nero» -:
Risposta. - Il problema della sicurezza sul lavoro è sicuramente una delle priorità del Governo.
è in riferimento all'abrogazione del divieto di interposizione di manodopera (abrogazione della legge n. 1369 del 1960), si rammenta che le sanzioni penali sono state comunque previste per chi utilizza la somministrazione di manodopera al di fuori dei limiti previsti.
Risposta. - In ordine al problema occupazionale della società Trenitalia si rappresenta che, in data 21 gennaio 2004, presso l'amministrazione, è stato sottoscritto un verbale di accordo, in base al
quale è stato avviato un processo di riorganizzazione delle attività di «accompagnamento notte» della Divisione Passeggeri ed il riassorbimento dei lavoratori in esubero.
Risposta. - In ordine al problema occupazionale della società Trenitalia si rappresenta che, in data 21 gennaio 2004, presso l'amministrazione, è stato sottoscritto un verbale di accordo, in base al quale è stato avviato un processo di riorganizzazione delle attività di «accompagnamento notte» della Divisione Passeggeri ed il riassorbimento dei lavoratori in esubero.
servizio alla CICLT, secondo i termini del citato accordo, saranno riassorbiti all'interno della Divisione Passeggeri e di altre Unità Trenitalia.
Risposta. - Relativamente alla questione affrontata dall'interrogazione in argomento, si fa presente quanto riferito dalla Direzione provinciale del Lavoro di Biella.
suddetto trattamento da parte della stessa società. La rotazione del personale in CIGS avverrà, fino al completo trasferimento nella nuova sede, compatibilmente con le esigenze tecniche-organizzative e durante la fruizione del trattamento il personale potrà essere collocato in mobilità, su base volontaria.
Risposta. - Preliminarmente, occorre ricordare che l'assegno «baliatico» venne istituito nel 1927, con regio decreto n. 728, come sostegno economico in favore delle famiglie monoparentali e meno abbienti.
(SEC 95) e il cui onere del personale è posto direttamente a carico del proprio bilancio autonomo e non di quello dello Stato, come precisato nell'ultimo decreto di assunzione (decreto del Presidente della Repubblica del 31 luglio 2003 «autorizzazione alle assunzioni di personale nelle pubbliche amministrazioni»);
Risposta. - La questione sollevata nell'atto parlamentare trae origine dalla trasformazione societaria avvenuta in ACI ITALIA nel 1997, con la conseguente creazione di una società nuova, la ACI 116, oggi ACI GLOBAL, giuridicamente autonoma rispetto alla prima e con una gestione separata del proprio personale.
di filati in Italia ed uno dei maggiori produttori operanti in Europa;
Risposta. - In relazione alla questione affrontata dall'interrogazione in argomento, si riferisce quanto rappresentato dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Belluno.
Risposta. - Con riferimento all'interrogazione cui si risponde, dagli accertamenti effettuati dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Torino è emerso quanto segue.
Inoltre, contrariamente alla previsione di totale chiusura del reparto di assemblaggio, la ditta FAPA spa ha richiamato a rotazione n. 12 lavoratori posti in CIGS, per una o due settimane al mese, a partire dal 1o giugno 2003, per lo svolgimento di parte dei lavori che erano stati affidati a terzi, ma che erano stati eseguiti con un livello di qualità ritenuto insoddisfacente dall'azienda.
Risposta. - La F&D di Occhieppo Superiore (Biella), che si colloca fra le maggiori aziende, a livello mondiale, nella produzione di filati cardati di elevata qualità, sta attraversando una momentanea difficoltà dovuta alla diminuizione del consumo di capi di abbigliamento importanti.
dell'azienda a misurarsi nel merito delle questioni e a utilizzare gli strumenti utili per evitare i licenziamenti», l'azienda non ha offerto nessuna risposta convincente, rifiutandosi di illustrare il piano aziendale, così come prevede la legge, finalizzato a dare credibilità e certezze al futuro dell'impresa e dell'occupazione -:
Risposta. - In relazione alla questione affrontata dall'interrogazione in argomento, si riferisce quanto rappresentato dalla regione Emilia Romagna.
Risposta. - Con riferimento alla questione affrontata dell'interrogazione cui si risponde si comunicano le risultanze degli accertamenti effettuati dal servizio ufficio regionale del lavoro della regione siciliana.
dipartimento della presidenza della regione disponga l'attivazione delle linee telefoniche.
Risposta. - Con riferimento alle questioni affrontate dall'interrogazione in argomento, si comunica quanto riferito dalla direzione provinciale del lavoro di Modena.
in servizio i dipendenti dell'azienda cessante, la «Cooperativa San Matteo 85» di Milano -:
Risposta. - Si comunicano le risultanze degli accertamenti effettuati dal servizio del lavoro della regione autonoma Sardegna.
Risposta. - La Direzione Provinciale del Lavoro de L'Aquila riferisce che presso lo stabilimento di Raiano, della Saba spa vengono prodotte piastrelle in gres porcellanato, seguendo il ciclo completo della produzione, dalla macinazione delle materie prime al confezionamento per la commercializzazione.
con accompagnamento alla pensione e 3 lavoratori con incentivazione), mentre 2 dipendenti saranno in mobilità nel prossimo mese di aprile e, infine, 1 lavoratore sarà posto in mobilità nel prossimo mese di agosto (con incentivazione).
Risposta. - In data 10 dicembre 2003, si è svolta una riunione sulla vertenza della società Matem srl di Montenero Valcocchiara (Isernia), presso la sede dell'assessorato regionale alle attività produttive del Molise, alla presenza delle rappresentanze aziendali e sindacali.
mantenimento dei livelli occupazionali della struttura per anziani «Casa mia» di Ancona, operativa da circa un anno;
Risposta. - La Direzione Provinciale del Lavoro di Ancona ha comunicato quanto segue.
Risposta. - Si comunica quanto riferito dalla direzione provinciale del lavoro di Reggio Calabria.
di gara d'appalto, di gestire nel territorio di Reggio Calabria e provincia, il «Servizio integrato di conduzione, manutenzione, controllo e custodia degli impianti di depurazione e degli impianti di sollevamento delle reti fognarie afferenti agli impianti stessi». In data 30 dicembre 2003 la citata ditta, venendo a cessare il servizio per scadenza dei termini contrattuali, avviava le procedure relative alla restituzione degli impianti e al licenziamento dei propri dipendenti.
Risposta. - Si comunica quanto riferito dalla direzione provinciale del lavoro di Perugia.
retribuzioni dei mesi di ottobre, novembre, dicembre 2003 e di gennaio e febbraio 2004.
Nell'incontro del 1o marzo 2004 le organizzazioni sindacali hanno dichiarato che gli impegni assunti dall'Azienda non erano stati rispettati e la Rasimelli Coletti & Co spa nello stesso incontro, dichiarava altresì di non avere più necessità del finanziamento di Gepafin per il rilancio dell'azienda.
codice di procedura civile alla competente Commissione Provinciale per ottenere il pagamento delle mensilità di ottobre-novembre-dicembre 2003 e gennaio 2004.
Risposta. - Il problema della sicurezza sul lavoro è sicuramente una delle priorità del Governo.
anche, alla riconversione del personale ispettivo. Nell'ultimo anno, tale incremento è valutabile in circa il 10 per cento. Sono state, inoltre, attivate le procedure per l'assunzione di ulteriori 870 ispettori.
che lo stesso ha una struttura preesistente alla gran parte delle abitazioni limitrofe.
la perdita da parte di Aci Italia sin del 1997 della posizione di gestore unico per il soccorso stradale ha comportato per la propria società controllata Aci 116 una riduzione di personale per ben 259 unità, delle quali una parte in prepensionamento e la restante (n. 176) assorbita da Aci Italia per mezzo di selezioni d'idoneità;
l'Aci 116, oggi Aci Global, in data 10 febbraio 2003, ha formalmente comunicato, ex articoli 4 e 24 legge n. 223 del 1991 l'avvio di procedura di un'ulteriore riduzione di personale per n. 171 unità (con la conseguente totale chiusura dei Centri diretti per il soccorso nella viabilità ordinaria ed autostradale), appartenenti a diverse qualifiche professionali;
di dette 171 unità solo 30 lavoratori, al termine del periodo di mobilità, potranno essere collocati in pensione e, di conseguenza, ben 141 lavoratori verrebbero a trovarsi senza lavoro e senza reddito;
questi 141 dipendenti di Aci Global potrebbero essere riassorbiti dall'Aci Italia la cui pianta organica, approvata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in data 6 settembre 1995, prevede nelle varie qualifiche una vacanza di oltre 500 posti;
per detto provvedimento di assunzione l'erario non solo non avrebbe a suo carico alcun onere, vivendo l'Aci Italia dei proventi delle proprie attività istituzionali, ma verrebbe addirittura a conseguire un notevole risparmio per la mancata corresponsione del finanziamento per la mobilità di cui alla legge n. 223 del 1991 -:
se non intenda perseguire la soluzione adottata nel 1998, vale a dire la riassunzione presso l'Aci Italia delle 141 unità lavorative, per evitare, altrimenti, che le spese relative alle indennità di mobilità prevista dalla citata legge n. 223 del 1991 debbano essere sostenute dallo Stato.
(4-08189)
L'ACI GLOBAL, come è noto, nel febbraio 2003 ha avviato una procedura di mobilità relativa a 171 dipendenti in esubero. Procedura che si è conclusa il 16 maggio 2003, presso questo Ministero, con un accordo sottoscritto dalle parti, che prevede la ricollocazione all'interno dell'azienda di 41 lavoratori e la messa in mobilità di 130 dipendenti.
Peraltro, tenuto conto che il precedente inquadramento, nei ruoli dell'Automobil Club d'Italia, di personale analogo a quello in esame avvenne in virtù dell'articolo 46, della legge finanziaria per il 1999 e, allo stato attuale, si ritiene che per procedere secondo l'ipotesi prospettata nell'atto in esame, necessiti, parimenti, una specifica disposizione di legge.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
è noto che la T.M.I. Italia S.p.A. (Telemedia Intemational S.p.A.), controllata al 100 per cento da Telecom Italia, ha accumulato dalla data della sua costituzione (luglio 1997) perdite a bilancio per milioni di euro ed in conseguenza di ciò è stata posta in liquidazione dalla stessa Telecom Italia che ha avviato, da più di un anno, le procedure di chiusura con la migrazione, in parte già avvenuta, di centinaia di lavoratori verso le aziende del gruppo Telecom;
secondo indiscrezioni, Telecom Italia si appresta a far confluire il settore internazionale della stessa (Servizi Wholesale Internazionali), composto da circa 1.000 lavoratori nella società T.M.I., la società T.M.I. confluirà successivamente in una nuova società con capitale misto;
poiché da quanto sopra esposto non sembra che, allo stato attuale, ci siano le premesse per un programma di rivitalizzazione e di rilancio dell'attività internazionale della Telecom Italia, c'è il sospetto che l'operazione di «fusione» in questa nuova società, se vera, nasconda una strategia mirante alla liquidazione dell'attività stessa con l'immissione sul mercato di un'azienda forzatamente deficitaria destinata ad una prossima vendita, con l'obiettivo di fare cassa;
si registrano legittime preoccupazioni ed ansie dei lavoratori delle due aziende per il loro immediato futuro -:
se non ritenga che le operazioni descritte in premessa possano destare preoccupazioni per la salvaguardia dei livelli occupazionali e, in caso affermativo, se non intenda di favorire l'avvio di un tavolo di concertazione tra l'azienda e le organizzazioni sindacali volto a scongiurare la perdita di posti di lavoro.
(4-04457)
Secondo quanto rappresentato dalla società, l'obiettivo di tale operazione è quello di promuovere e valorizzare un'efficace gestione delle attività internazionali del gruppo Telecom Italia, nell'ambito delle direttrici strategiche delineate dal piano industriale. A tal fine, è stato necessario il trasferimento di circa 850 lavoratori, nonché di tutti gli asset materiali dei servizi Wholesale internazionali alla società Telecom Italia Sparkle.
Ad ulteriore precisazione, si riferisce che la stessa società Telecom Italia ha, poi, reso noto che tale scelta è in linea con la tendenza dei principali gestori di telecomunicazioni, di dotare di autonomia societaria la gestione dei servizi internazionali al fine di assicurare flessibilità operativa, skills adeguati e velocità di esecuzione in un mercato caratterizzato da forti cambiamenti.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
a Roma quasi la totalità del patrimonio immobiliare è di proprietà degli enti previdenziali pubblici e privatizzati ai sensi del decreto-legge 509/94-103/96;
il patrimonio immobiliare preesistente offerto in locazione è di per sé assolutamente inadeguato alle richieste ed alle esigenze della città di Roma;
molte proprietà immobiliari, chiedono agli inquilini di rinnovare il contratto di locazione usando il cosiddetto «canale libero», previsto dalla legge n. 431 del 1998;
agli inquilini vengono richiesti aumenti insostenibili che arrivano al 200 per cento e nel caso che questi ultimi non possano accettare gli aumenti richiesti, gli Enti inviano la citazione di convalida per finita locazione, rischiando di aggravare ulteriormente l'emergenza abitativa nella nostra città;
la Fondazione Enasarco ha firmato con le organizzazioni sindacali degli inquilini un accordo nazionale per l'applicazione dell'articolo 2 comma 3 ex legge 431/98 in data 17 dicembre 2001;
per l'area metropolitana di Roma, la stessa Fondazione ha firmato l'accordo territoriale e la stesura dell'accordo integrativo in data 6 novembre 2001 attuando quindi il canale concordato;
le organizzazioni sindacali degli inquilini quali il Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini, ANIA, Feder Casa hanno siglato in data 6 settembre 2002 un accordo con il Coordinamento Proprietari Immobiliari, Anpe-Federproprietà, Asppi, Confappi, Uppi, in base alla convenzione nazionale, che detta i criteri generali per la realizzazione degli accordi, firmati questi stranamente un anno prima della convenzione nazionale, da definire in sede locale per la
stipula dei contratti di locazione agevolati ai sensi dell'articolo 2 comma 3, della legge 9 dicembre 1998, n. 431;
da una attenta lettura dell'accordo integrativo si evince che la quantificazione dei canoni non segue alcun criterio, non si è tenuto alcun conto del punto 4 dell'articolo 1 del decreto ministeriale del ministro dei lavori pubblici del 5 marzo 1999 che specifica: «il canone di locazione di ogni singola unità immobiliare è determinato dalle parti all'interno della fascia di oscillazione di cui all'allegato A e sulla base degli elementi oggettivi di cui all'allegato F», né dai commi 4 e 5 dell'articolo 1 della Convenzione nazionale;
nel quartiere «Delle Vittorie» della città di Roma è ubicato uno stabile sito in zona semiperiferica, Via Ottavio Ragni 12, di tipologia economica popolare, recentemente oggetto di un economico restauro della facciata, abitato da sfrattati, operai, impiegati monoreddito e anziani pensionati che vivono nello stabile da oltre 45 anni, lo stabile dispone di appartamenti di due tipologie, da 60 mq. e da 90 mq., senza posto auto, lontano da servizi pubblici e viene stimato in euro 7,75 al mq., pari ad un aumento del canone del 120 per cento;
la strada è sottostante a via del Foro Italico (tangenziale est - lato stadio Olimpico), strada ad alto scorrimento e rumorosità sia di giorno che di notte;
nella zona ci sono prevalentemente stabili fatiscenti dell'Istituto nazionale case popolari, della Banca di Roma e di enti previdenziali come l'INPDAI, ora Inps, che ristrutturati da qualche anno sono stati venduti recentemente a meno di euro 1.000,00/mq;
questo stabile viene equiparato ad altri stabili di tipologia superiore esistenti nella zona alta del quartiere Delle Vittorie (piazza dei Giochi Delifici), con appartamenti da oltre 120 mq., parquet, doppi ingressi, porta blindata ed altri elementi di pregio;
come sia stato possibile equiparare la tipologia dello stabile di via Ottavio Ragni agli altri stabili dello stesso quartiere;
come sia stato possibile equiparare lo stabile di via Ottavio Ragni (euro 7,75/mq) a stabili di pregio siti in zone centrali signorili come via della Panetteria (quartiere Trevi) o via Civinini (quartiere Parioli) o via Reno (quartiere Trieste);
il criterio seguito per arrivare alla valutazione di via Pistelli (quartiere delle Vittorie) a euro 4,50/mq;
come sia possibile che stabili siti in zone periferiche altamente popolari, come ad esempio San Basilio, vengono stimati a euro 4,50/mq, mentre nel quartiere Trieste a Via Fezzan il canone è pari a euro 3,87/mq e così in molti altri casi;
se non si ritenga necessario ed urgente adoperarsi per far ristabilire il giusto criterio di valutazione come dettato dalla legge 9 dicembre 1998, n. 431 e dal decreto del Ministro dei lavori pubblici 5 marzo 1999;
se non si ritenga necessario ed urgente adoperarsi affinché venga stabilita l'equità necessaria per un accordo giusto fra la fondazione Enasarco, i suoi inquilini e le organizzazioni sindacali.
(4-05853)
La legge n. 431 del 9 dicembre 1998, dava facoltà, in tema di canone di locazione, ai proprietari di fabbricati di optare o per il canone libero stipulando contratti della durata minima di 4 anni più 4 ovvero o per il canone agevolato, da concordarsi con le organizzazioni sindacali dell'inquilinato, stipulando contratti della durata minima di tre anni più due.
La Fondazione ha scelto la seconda opzione iniziando una lunga trattativa, durata undici mesi, con tutte le organizzazioni sindacali compresa la Assocasa, non citata nell'interrogazione in esame.
Al termine della trattativa sono stati sottoscritti due accordi: il primo a valenza nazionale firmato il 16 novembre 2001; il secondo a valenza territoriale (area metropolitana di Roma) firmato il 17 dicembre 2001.
Nell'accordo territoriale è allegata una tabella nella quale, edificio per edificio, viene indicato, a metro quadro, il canone concordato.
Quest'ultimo, determinato sulla base di criteri soggettivi e nel rispetto della autonomia e del potere contrattuale delle parti, rappresenta, sostanzialmente, l'integrale accoglimento delle richieste delle organizzazioni sindacali rappresentanti l'inquilinato, le quali hanno preso, come punto di riferimento, gli accordi territoriali, per il comune di Roma, datati 5 e 6 agosto 1999.
L'ENASARCO ha evidenziato che l'edificio di via Ottavio Ragni 12 (zona Ponte Milvio) è tutt'altro che economico e popolare ed, oltre ad essere collocato in zona di pregio, è stato di recente restaurato.
Il confronto con edifici di altri enti ubicati nella zona, ma non nella stessa strada, appare privo di fondamento; parimenti immotivato è il raffronto con l'immobile di Via Pistelli che ha caratteristiche ben diverse e versa in stato di modesta conservazione e manutenzione.
La Fondazione ha riferito, inoltre, di aver tenuto conto, nella determinazione dei canoni per edificio, non solo della zona di ubicazione, ma anche dello stato generale di conservazione dell'immobile.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
lo stabilimento di Olcese spa di Fortogna di Longarone ha da tempo in CIG
una manifestazione indetta in modo unitario dai sindacati di categoria, venerdì 7 marzo 2003, ha voluto porre all'attenzione il profondo stato di disagio delle maestranze che non ottengono dalla proprietà notizie certe su come si prospetti l'evolversi della situazione -:
se non ritenga pertanto opportuno interessarsi della situazione, attivando un tavolo e avviando un dialogo con la proprietà per dare le assicurazioni a salvaguardia dell'occupazione e della ripresa produttiva dello stabilimento di Fortogna;
se non ritenga altresì fondamentale la salvaguardia di un tale sito produttivo, sorto nel 1969 con i benefici della legge Vajont, avente un'importante presenza nell'economia occupazionale del longaronese.
(4-05803)
Il Gruppo Olcese spa, si connota come un produttore italiano di rilievo nel settore dei filati, dispone di n. 5 stabilimenti, ubicati in Longarone (Belluno), Conegliano (Treviso), Trieste, Cogno (Brescia) e Sondrio, ma nel corso del 2002, anche a causa della difficile congiuntura dell'intero comparto tessile, il suddetto Gruppo si è trovato esposto ad un forte indebitamento.
In particolare, per quanto attiene allo stabilimento di Longarone si rileva che la tecnologia e soprattutto il tipo di produzione non qualificano il sito come leader del Gruppo. Inoltre, va precisato che l'età mediamente elevata dei 120 dipendenti (45/50 anni) non consente una agevole ricollocazione degli stessi. Appare, del resto, opportuno evidenziare che tutte le aziende tessili della provincia attraversano situazioni di difficoltà. A ciò va aggiunto che la particolarità della produzione del settore tessile con le relative professionalità tecniche rendono problematica la «conversione» delle suddette qualifiche in altri settori di attività.
In data 26 novembre 2003, la commissione provinciale di Belluno ha respinto la richiesta di ammissione al trattamento di integrazione salariale ordinaria per la mancanza di una effettiva ripresa produttiva e per la insussistenza di elementi certi in ordine ad una data presunta di ripresa.
Infine, si riferisce che con decreto ministeriale del 14 novembre 2003, n. 33104, è stato approvato il programma di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, e con decreto direttoriale del 14 novembre 2003, n. 33128, è stata autorizzata la corresponsione del predetto beneficio, a decorrere dal 20 ottobre 2003 e fino al 19 ottobre 2004, per un massimo di 110 lavoratori.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
l'articolo 45 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, al comma 1, prevede che in sede di sperimentazione, per l'anno 2003, anche i coltivatori diretti iscritti negli elenchi provinciali, ai fini della raccolta di prodotti agricoli, possano avvalersi, in deroga alla normativa previdenziale vigente, di collaborazioni occasionali di parenti entro il secondo grado aventi anche il titolo di studente per un periodo complessivo, nel corso dell'anno, non superiore a 90 giorni;
detta disposizione legislativa prevede, altresì, l'obbligo dell'iscrizione all'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali;
il comma 2 di detto articolo prevede che entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, vengano definite le modalità di attuazione delle disposizioni di cui al comma 1 sopracitato;
risulta all'interrogante che pur non risultando emesso il predetto decreto il
pare addirittura che sarebbe imminente la notifica di numerose sanzioni amministrative, di importo massimo pari a 1.500 euro, ai coltivatori diretti che si siano avvalsi di quanto disposto dall'articolo 45, comma 1 della legge n. 289/2002, con il pretesto che non risulta emanato il decreto attuativo -:
se non ritenga di dover impartire immediate disposizioni affinché nessuna sanzione sia elevata nel caso in cui i coltivatori diretti si siano avvalsi delle disposizioni di cui all'articolo 45, comma 1 della legge n. 289 del 2002 e se non ritenga doveroso emanare nei tempi più brevi il decreto previsto.
(4-07297)
Il servizio ispezione, come di consueto, durante la raccolta dei prodotti agricoli dispone un servizio di vigilanza nelle aziende interessate. La cosa risulta ormai nota sia alle associazioni di categoria che agli stessi agricoltori e tali verifiche hanno contribuito ad accrescere il rispetto della normativa vigente.
Per ciò che concerne il ricorso alla collaborazione occasionale di familiari, recentemente, l'articolo 74, del decreto legislativo n. 276/2003, attuativo della legge n. 30 del 2003 (legge Biagi), ha stabilito che le prestazioni svolte da parenti e dagli affini fino al terzo grado non costituiscono rapporto di lavoro autonomo o subordinato se svolte in modo occasionale o ricorrente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori.
Al riguardo, la direzione provinciale del lavoro in questione ha affermato che, nell'attesa dell'entrata in vigore del predetto decreto attuativo della «legge Biagi», ha ritenuto di non procedere in ordine alla casistica ascrivibile a tali disposizioni e nessuna azienda ha avuto le sanzioni amministrative paventate, ferma rimanendo, ovviamente, la comunicazione all'autorità giudiziaria per le violazioni della legge n. 977/1967 e successive modifiche, nel caso di impiego di minori.
Tale comunicazione, specifica la stessa direzione, nell'ambito della vigilanza svolta in agricoltura durante la scorsa estate, è stata fatta in un solo caso.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
l'articolo 29, comma 1 del decreto-legge n. 244 del 1995, convertito nella legge n. 341 del 1995, obbliga i datori di lavoro esercenti attività edile di qualunque natura ad assolvere l'obbligo del versamento della contribuzione previdenziale, assistenziale ed assicurativa su di un imponibile commisurato ad un numero di ore non inferiore all'orario normale di lavoro (40 ore settimanali) stabilito dai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative anche la prestazione di lavoro non è stata effettuata per la stessa durata e quindi la retribuzione non è stata erogata;
i servizi ispettivi recuperano la differenza in ore senza rilevare le assenze riconosciute e confermate dal lavoratore, così come avviene in tutti gli altri settori e calcolano su questa la cosiddetta «contribuzione virtuale»;
tale legge equipara la grande industria alla media e piccola, ed il singolo artigiano al proprietario che privatamente realizza la propria casa in economia;
l'accordo di rinnovo del contratto Edili Confindustria del 29 gennaio 2002 al capo VII lettera a) prevede l'estensione degli obblighi di contribuzione nei confronti delle Casse Edili con meccanismi analoghi a quelli previsti dall'articolo 29 della legge n. 341 del 1995 con maggiori oneri economici a carico delle imprese e ciò è motivato dall'obiettivo di «evitare le forme di evasione contributiva connesse alla mancata denuncia di ore lavorate» -:
se intenda adottare le opportune iniziative normative al fine di eliminare quanto di ingiusto e, addirittura illegittimo ad avviso dell'interrogante esista in quella legge che peraltro va a colpire l'occupazione nel settore dell'edilizia che è poi quello più in crisi nell'economia nazionale specie nel Sud del nostro Paese.
(4-06308)
La legge, come correttamente rappresentato nell'interrogazione, dispone per il settore edile la non frazionabilità del minimale contributivo da cui deriva l'obbligo, per il datore di lavoro, di versare una contribuzione minima anche in assenza della effettiva erogazione della prestazione.
Tuttavia sembra utile sottolineare che l'articolo in questione prevede, oltre alla suddetta disposizione, l'esclusione dal computo di una serie di assenze che va dalla malattia allo sciopero, alla sospensione e riduzione dell'attività lavorativa, alla aspettativa per servizio militare eccetera, e che, per il settore edile, fino al 31 dicembre 2006 è prevista una riduzione contributiva (anche se per i soli operai occupati a tempo pieno e denunciati alla Cassa edile - articolo 29 decreto-legge n. 244 del 1995) secondo quanto disposto dalla legge n. 266 del 2002 che ha convertito il decreto-legge n. 210 del 2002 recante «disposizioni urgenti in materia di emersione del lavoro sommerso» (articolo 3, comma 2).
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
in data 19 febbraio 2003, il signor Gerardo Gerardi, delegato sindacale delle Rappresentanze di Base presso l'Enpam, inviava per e mail ai componenti del Consiglio Nazionale del citato ente, il testo delle interrogazioni parlamentari n. 4-05113 e n. 4-05311, allo scopo di richiamare l'attenzione del citato organo sulle problematiche relative alle politiche di cartolarizzazione e privatizzazione degli immobili, sia per gli iscritti alle Casse, a causa dello sviamento delle gestioni patrimoniali dalla missione istituzionale (la tutela previdenziale); sia per i lavoratori a causa delle inevitabili ricadute in termini di possibile crisi strutturale;
a seguito dell'invio del testo delle citate interrogazioni parlamentari ai componenti del Consiglio Nazionale dell'Enpam, il Direttore Generale dell'ente dapprima contestava e poi irrogava, in data 8 luglio 2003, un provvedimento disciplinare nei confronti del delegato sindacale signor Gerardo Gerardi;
qualora il provvedimento disciplinare derivasse dall'invio delle interrogazioni parlamentari ai componenti del Consiglio Nazionale dell'Enpam, ci troveremmo di
le interrogazioni parlamentari per loro natura sono atti destinati alla più ampia conoscenza possibile da parte della pubblica opinione in ragione stessa del mandato parlamentare -:
se i fatti citati in premessa corrispondano al vero, e in caso affermativo, quali atti intenda intraprendere nei confronti dell'Enpam per garantire la libertà sindacale, il diritto di espressione del pensiero e i diritti politici dei cittadini, in particolare quando questi siano delegati sindacali.
(4-07006)
A ciò è seguita la richiesta, da parte del dipendente, della costituzione del Collegio di conciliazione e arbitrato, demandando, pertanto, allo stesso la verifica della legittimità del comportamento assunto dalla Fondazione.
Il predetto Collegio, in data 20 ottobre 2003, ha deciso di confermare l'applicazione della suddetta sanzione.
L'Enpam, inoltre, riferisce che lo stesso comportamento è stato successivamente ripetuto dal Sig. Gerardi, questa volta nella funzione di delegato sindacale, acquisita il 30 gennaio 2003, in ordine all'effettiva esistenza di alcune interrogazioni parlamentari.
Tale fatto è stato interpretato dalla Fondazione come una reiterazione del precedente comportamento, che ha, quindi, comminato al signor Gerardi la sanzione disciplinare del rimprovero scritto.
Le rappresentanze sindacali di base, di cui il signor Gerardi è delegato, hanno proposto ricorso al tribunale del lavoro di Roma, per comportamento antisindacale e per l'attribuzione, non adeguata, sia dello straordinario che del premio di produttività.
Il tribunale del lavoro di Roma, con decreto del 6 novembre 2003, ha accolto solo parzialmente il ricorso, ossia limitatamente alla sanzione disciplinare del «rimprovero scritto».
Con provvedimento dell'11 novembre 2003, quindi, l'Enpam ha dato esecuzione alla decisione del giudice del lavoro ed ha annullato la sanzione.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
la ditta Donora di Cortenuova (Bergamo), appartenente al gruppo Candy, produce frigoriferi, impiega attualmente circa 535 lavoratori e lavoratrici ed è una delle principali aziende del territorio;
la proprietà, nelle settimane scorse, ha presentato un piano industriale che prevede ben 95 lavoratori e lavoratrici «in esubero» (per i quali è già stata avviata la procedura di mobilità) con il rischio quindi di una drastica diminuzione occupazionale in questa importante realtà produttiva;
tale decisione è stata presa non per motivi di difficoltà economica ma in quanto la azienda intende trasferire parte della produzione, anche di alta tecnologia, nella stabilimento Konta in Repubblica
evidentemente, come dichiarato giustamente dai sindacati metalmeccanici, il rischio, vista la motivazione (il trasferimento di parte della produzione in Repubblica Ceca), è che i 95 esuberi siano solo il primo passo verso un ridimensionamento, se non una chiusura, dell'intera azienda Donora di Cortenuova;
già tre anni fa la Candy ha chiuso lo stabilimento della Zerowatt di Nese di Alzano Lombardo trasferendone la produzione negli stabilimenti in provincia di Lecco e di Milano, non per motivi di difficoltà economica (la Zerowatt era in attivo) ma per riduzione dei costi;
tale politica di delocalizzazione delle produzioni non solo colpisce l'occupazione nella nostra realtà ma è anche assolutamente sbagliata in quanto al posto di competere sul piano della qualità del prodotto, si basa sulla mera riduzione dei costi a scapito dei lavoratori e delle lavoratrici;
anche in provincia di Bergamo la situazione occupazionale inizia a farsi problematica vista la chiusura o la riduzione del personale in questi anni di importanti unità produttive specialmente metalmeccaniche ma non solo (Zerowatt, Cock, Cima, Linificio di Fara d'Adda, Shneider, Bradi, Rete Gamma. Cms, Dil) -:
se non intenda mettere in campo da subito le necessarie iniziative istituzionali affinché la Candy ritiri il suo piano industriale, i 95 esuberi e la procedura di mobilità e rilanci l'azienda Donora di Cortenuova;
se non ritenga necessario sviluppare una iniziativa tesa a salvaguardare l'occupazione di importanti unità produttive della provincia di Bergamo.
(4-08300)
La suddetta società ha la propria sede legale in Monza, via Cernuschi 6, e una unità operativa in Cortenuova (Bergamo), con un organico complessivo di 519 dipendenti.
Nell'ultimo triennio lo stabilimento di Bergamo ha subito un significativo rallentamento della produzione e ciò ha indotto la società a considerare un riassetto produttivo, con il conseguente esubero di 95 lavoratori.
Per quanto detto, in data 17 dicembre 2003, presso l'Associazione Industriali di Monza e Brianza, è stato sottoscritto dalla Donora Elettrodomestici spa e dalla Rappresentanza Unitaria Aziendale, un verbale di accordo nel quale si è stabilito che l'esubero di 30 dipendenti sarà riconsiderato alla fine del 2004 (con un incontro già previsto per settembre 2004 per definire un nuovo accordo), mentre undici lavoratori ricorreranno al pensionamento di anzianità o di vecchiaia e diciassette lavoratori ricorreranno all'esodo volontario. Inoltre, quattro dipendenti utilizzeranno la mobilità ai sensi della legge 223 del 1991, quattro lavoratori saranno ricollocati nel Gruppo Aziendale e, infine, per i rimanenti ventinove dipendenti si ricorrerà ai contratti di solidarietà.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il sistema industriale del Biellese sta attraversando da più di due anni una grave situazione; si è verificata la chiusura di aziende tessili (Bocchietto e Blotto Baldo) e altre hanno ridotto l'organico nel settore metalmeccanico (Octir e For);
oggi lo stabilimento tessile di Fila S.p.a., che occupa nel territorio biellese circa 350 dipendenti, oltre alle lavoratrici
attualmente la Fila S.p.a. è in corso di trattative per la cessione della propria azienda ad una società finanziaria (La Stampa 1 ottobre 2002) (Il Biellese 4 ottobre 2002);
i lavoratori e le organizzazioni sindacali hanno espresso una forte preoccupazione in merito ai livelli occupazionali -:
quali iniziative di propria competenza intenda assumere perché siano salvaguardati i posti di lavoro, sia mantenuto l'attuale livello occupazionale e sia evitata la chiusura della azienda Fila.
(4-07470)
Dopo alterne vicende la Fila Holding, messa in vendita dal mese di giugno 2001 dalla HdP, che deteneva il 54 per cento delle azioni FILA, ha trovato un acquirente nella Sport Brands International LLC, una società controllata del Fondo privato investimenti americano Cerberus. Il contratto di vendita ha avuto esecuzione il 10 luglio 2003.
La vicenda Fila si inserisce in una situazione di grave crisi del settore tessile-abbigliamento dell'intera zona del biellese ed un chiaro indicatore di tale crisi si può evincere dal forte ricorso all'istituto della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
Si ricorda che, nel mese di settembre 2003, la società in esame aveva presentato un piano di risanamento e di riorganizzazione che prevedeva la chiusura della sede storica di Biella, il trasferimento dell'attività a Milano, la messa in mobilità di 200 lavoratori ed il trasferimento dei restanti cento lavoratori a Milano.
La questione è stata oggetto di specifici incontri e tentativi di mediazione, finalizzati al sostegno dei livelli occupazionali, promossi sia dalla Regione, che dalla Prefettura, nonché dal dicastero interrogato.
Infine, la vicenda si è conclusa con la sottoscrizione di un accordo, siglato dalle parti interessate il 18 dicembre 2003 presso l'amministrazione interrogata, in cui è stata concordata la richiesta dell'intervento di CIGS per dodici mesi, a far tempo dal 1o gennaio 2004, nei confronti dello stabilimento di Biella, destinato alla chiusura, con l'anticipazione dei primi tre mesi del suddetto trattamento da parte della stessa società. La rotazione del personale in CIGS avverrà, fino al completo trasferimento nella nuova sede, compatibilmente con le esigenze tecniche-organizzative e durante la fruizione del trattamento il personale potrà essere collocato in mobilità, su base volontaria.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la società ICM (Industrie Ceramiche Melfi), a causa della critica situazione in cui versa ha licenziato 58 lavoratori, ad avviso dell'interrogante, senza rispettare il disposto ed i criteri di cui alla legge n. 223 del 1991. Per i restanti lavoratori il contratto di solidarietà sarebbe limitato a pochi mesi;
il 9 settembre 2003 fu firmato presso l'Associazione Industriali di Potenza un accordo con una sola organizzazione sindacale, il che ad avviso dell'interrogante è sintomatico della positività delle relazioni sindacali tra l'azienda suddetta ed il complesso delle organizzazioni sindacali, tanto che la Regione Basilicata ha valutato assai negativamente la messa in mobilità e l'accordo suddetto. Sembra che anche le spettanze (TFR, stipendi arretrati, eccetera) ai 58 lavoratori licenziati vengano «condizionate» -:
quali iniziative intenda adottare rispetto a quanto detto in premessa e se non ritenga di dover intraprendere ogni possibile azione per il rilancio produttivo dell'azienda, affinché sia salvaguardato il livello occupazionale.
(4-08041)
Dall'esito degli accertamenti è emerso che la ditta ICM, già nell'anno 1999, ha subito una contrazione di mercato che ha causato delle ripercussioni sull'attività produttiva dello stabilimento.
Il perdurare della crisi ha indotto l'azienda a ricorrere alla cassa integrazione guadagni ordinaria, per il periodo febbraio-luglio 2002, interessando 160 unità a rotazione.
A seguito di un accordo raggiunto presso la regione Basilicata e, poi, presso questa Amministrazione è stata avviata la procedura di Cassa integrazione guadagni straordinaria per n. 60 lavoratori, per il periodo dal 26 agosto 2002 al 25 agosto 2003.
Al termine del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria, l'azienda, sempre a seguito della crisi di mercato e della conseguente diminuzione dei volumi produttivi, ha ritenuto di porre in mobilità n. 58 lavoratori. L'accordo è stato sottoscritto, il 28 agosto 2003, presso l'associazione industriali di Potenza, dalla UIL e dalla CISL. Quest'ultima in un secondo momento ha ritirato la propria firma.
La commissione permanente per l'impiego ha, comunque, deliberato l'iscrizione dei lavoratori nelle liste di mobilità e l'azienda ha proceduto all'individuazione del personale, in funzione della riorganizzazione aziendale, che prevedeva la soppressione di alcuni reparti.
Infatti, sono stati posti in mobilità prima i dipendenti addetti ai reparti soppressi e, poi, gli altri lavoratori fino al raggiungimento delle 58 unità concordate.
Sempre dagli accertamenti è emerso che precedentemente all'attivazione della procedura di mobilità, l'azienda non ha operato spostamenti di personale verso i reparti in fase di eliminazione.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
i cittadini sono sempre più spesso chiamati a subire le conseguenze negative conseguenti ai frequenti scioperi nei servizi pubblici;
appare utile, ad avviso dell'interrogante, avere il coraggio di determinare il divieto di sciopero almeno in alcuni settori quali ad esempio il trasporto pubblico (aereo, ferroviario, marittimo, su gomma), gli ospedali, il servizio di nettezza urbana e la raccolta rifiuti -:
quali opportune iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare affinché sia data un'adeguata risposta alla problematica dedotta in premessa.
(4-08469)
Alcuni episodi di scioperi nei servizi di pubblica utilità hanno creato la necessità di riflettere sulla adeguatezza delle regole. Ad ogni modo, taluni fatti sono da considerare una grave violazione della legislazione, che si profila giustamente garantista, poiché deve contemperare e garantire il corretto equilibro tra il diritto ai servizi per i cittadini e il diritto di sciopero dei lavoratori.
Tuttavia, detti comportamenti non possono essere incoraggiati, ma è compito della magistratura ordinaria, come pure della commissione di garanzia, autorità indipendente, individuare le responsabilità penali e comminare le adeguate pene e sanzioni.
Il Governo ha aperto, com'è noto, una riflessione sull'adeguatezza della legislazione e degli strumenti esistenti, poiché l'obiettivo primario è quello di dare maggiori certezze ai cittadini, nonché di prevedere
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il signor Ernesto Gandusio, ex dipendente dell'Ente Azienda Comunale Elettricità Gas e Acqua di Trieste, in pensione INPDAP dal 1 gennaio 1998, ha presentato il 12 dicembre 2002 un ricorso avverso la determinazione n. 284 del 14 novembre 2002 per il mancato riconoscimento dei benefici pensionistici per i lavoratori esposti all'amianto di cui all'articolo 13, comma 8 della legge n. 257 del 1992 e del decreto-legge 5 giugno 1993 n. 169 convertito, con modificazioni, in legge 4 agosto 1993 n. 271;
la Direzione Centrale Prestazioni Previdenziali dell'INPDAP Ufficio Contenzioso in data 22 luglio 2003 comunicava al signor Gandusio Ernesto la delibera n. 464 del 27 maggio 2003 con la quale il Comitato di Vigilanza dell'Ente aveva accolto il ricorso in quanto titolare del diritto di «rivendicare giustamente i benefici pensionistici in questione trovandosi legittimamente in possesso dei requisiti previsti dalla legge»;
la delibera del Direttore generale n. 96 del 16 luglio 2003 sospendeva sorprendentemente l'esecuzione delle decisioni di accoglimento del Comitato di Vigilanza per le pensioni ai dipendenti degli enti locali, di cui agli articoli 46, comma 9, e 48 della legge 9 marzo 1989 n. 88;
è paradossale che organi del medesimo Ente (Commissione di Vigilanza e Direttore generale) diano interpretazione diametralmente difformi accogliendo da una parte il ricorso del signor Gandusio e dall'altra sospendendone l'esecuzione -:
se il Ministro intenda chiarire con urgenza la situazione recando il parere di cui lo stesso direttore generale si dice in attesa e consentire, così, il superamento di una condizione di discriminazione alla quale si vedono oggi costretti lavoratori ai quali è stato riconosciuto di essere stati esposti all'amianto.
(4-07476)
La motivazione sottostante alla citata revoca trova fondamento nella necessità, che la presentazione della domanda diretta al conseguimento di trattamenti pensionistici di qualsiasi natura avviene necessariamente in un tempo precedente alla cessazione dell'attività di servizio. Tuttavia, il fatto che per usufruire dell'attribuzione del benefico pensionistico occorre che sia prodotta, all'ente di previdenza, la certificazione INAIL, attestante il rischio espositivo qualificato, ha comportato un allungamento dei tempi tale da far raggiungere al signor Gandusio la maturazione dei requisiti per il collocamento a riposo.
Pertanto, la considerazione che lo stesso lavoratore aveva da tempo, ben prima del pensionamento, manifestato la volontà di beneficiare della normativa di favore in materia di amianto ha indotto l'amministrazione interrogata ad invitare L'INPDAP, con nota n. 1281/VII PP/AG del 3 settembre 2003, a riconoscere i benefici derivanti da esposizioni alle polveri di amianto, fermo restando la validità delle ordinarie procedure poste in essere dall'Istituto in via generale.
Al riguardo, l'INPDAP ha comunicato di aver impartito disposizioni che consentono l'applicabilità dei suddetti benefici, qualora l'istanza di riconoscimento sia presentata da un iscritto che, quantunque già cessato dal servizio, alleghi una certificazione INAIL per il cui rilascio sia stata presentata domanda prima del collocamento a riposo.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
nell'ambito della nuova ridefinizione degli orari ferroviari, in vigore dal 15 dicembre 2003, società FS (Trenitalia) ha previsto la dismissione di 57 vetture letto; ciò ha comportato la soppressione nel nuovo orario di oltre 20 servizi e la riduzione ulteriore di circa 1.500 corse;
complessivamente la perdita totale è di circa 13.000 corse rispetto le 45.000 previste lo scorso anno sul territorio nazionale;
tale operazione provocherà un esubero di oltre 168 dipendenti della società Wagon Lits; attualmente non sussistono condizioni per l'attivazione di alcun ammortizzatore sociale;
la soppressione dei suddetti servizi comporterà conseguenze occupazionali anche nei comparti di manutenzione e pulizia dei treni;
in tale contesto sorprende la soppressione della vettura Venezia Siracusa che, anche dal punto di vista commerciale, ha sempre dato positivi riscontri;
forti sono dunque i rischi per l'occupazione oltre i gravi disagi che si verranno a determinare per l'utenza ferroviaria -:
quali siano le ragioni ditale scelta effettuata dalla società FS (Trenitalia);
quali iniziative si intenda assumere per far fronte all'emergenza occupazionale che interesserà oltre 168 lavoratori dipendenti;
quali iniziative si intendano intraprendere per ridurre i disagi ed attenuare l'impatto sociale per i lavoratori.
(4-07945)
In particolare, si riferisce che l'attività di «accompagnamento notte», espletata con carrozze T4, a far data dal 22 gennaio 2004, è stata affidata alla Compagnia Internazionale delle Carrozze Letto e del Turismo (CICLT).
I lavoratori che verranno a trovarsi in esubero, per effetto dell'affidamento del predetto servizio alla CICLT, secondo i termini del citato accordo, saranno riassorbiti all'interno della Divisione Passeggeri e di altre Unità Trenitalia.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
l'articolo 12 della circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 70 del 2001 afferma che l'esame della documentazione inerente la gestione aziendale «deve avvenire in azienda e non presso gli studi professionali dei consulenti del lavoro»;
l'applicazione di tale circolare comporta, per la categoria dei consulenti, la tenuta di tutta la documentazione presso
contrariamente alle indicazioni della predetta nota ministeriale, l'articolo 5 della legge n. 12 del 1979 recita testualmente che «i documenti dei datori di lavoro possono essere tenuti presso lo studio dei consulenti del lavoro»;
la richiamata circolare, ad avviso dell'interrogante, certo lede gravemente l'immagine professionale dei consulenti del lavoro, oggettivamente impediti a svolgere la propria attività con modalità e procedure efficaci e corrette-:
quali iniziative intenda intraprendere al fine di impedire che i dettami della sopra citata circolare, di fatto, ostacolino il corretto e proficuo esercizio dell'attività professionale dei consulenti del lavoro, in ordine alla tenuta delle documentazioni relative alle imprese.
(4-04610)
In tale ambito, è stato chiarito che, in una logica di semplificazione delle procedure di vigilanza, i rapporti tra il personale ispettivo ed i professionisti abilitati alla consulenza del lavoro, già improntati ad una logica di massima collaborazione, saranno maggiormente caratterizzati da relazioni non necessariamente vincolate ad un rigido iter procedimentale.
Di conseguenza l'esame della documentazione nonché l'acquisizione di eventuali atti o documenti può avvenire oltre che presso la sede aziendale, anche presso la direzione provinciale del lavoro, ovvero presso gli studi professionali dei consulenti abilitati.
Il compito di disciplinare le concrete modalità da adottare per uniformare l'azione del personale ispettivo, sentiti i consigli provinciali dei consulenti del lavoro, è stata rimessa ai dirigenti delle direzioni provinciali del lavoro.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il crollo a Genova di un edificio con la conseguente morte di un operaio albanese riporta con forza all'attenzione della opinione pubblica il problema della sicurezza nei cantieri edili; secondo la Fillea-Cgil sono 23, compreso il muratore morto a Genova, gli extracomunitari che hanno perso la vita nei cantieri edili nel 2003, di cui 10 sono albanesi, mentre il numero degli italiani è di 163;
ma ripropone anche con forza la questione del lavoro nero, con eventuali risvolti penali ove si dimostri l'utilizzo di extracomunitari clandestini, accresciutosi nell'ambito dei lavori pubblici dopo le recenti riforme che hanno spalancato le porte al subappalto;
il crollo infatti è avvenuto in edificio di proprietà comunale sul quale la società Porto Antico partecipata al 51 per cento dal comune di Genova, stava facendo eseguire, secondo regolare subappalto, dei lavori di ristrutturazione in vista di Genova 2004, da un'impresa terza;
pur nel sincero dolore che ci accomuna per la morte dello sfortunato giovane, nel ricordare che questi era pagato in nero 6 euro l'ora, appaiono sotto diversa luce le parole espresse il 28 luglio 2003 dal Presidente di Infrastrutture spa Monorchio, secondo il quale «..senza gli immigrati non si possono neppure aprire i cantieri delle grandi opere pubbliche ... perché non ci sono gli operai per farlo...»;
i problemi delle grandi opere, a parte la loro effettiva utilità, sono la mancanza di risorse e le difficoltà burocratico-progettuali,
se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ritenga fondato il timore che l'esecuzione delle grandi opere possa risolversi in subappalto sfrenato e lavoro extracomunitario sottopagato e sotto tutelato, come sembrano adombrare la normativa ed i fatti;
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga opportuno chiedere ad Infrastrutture spa l'elaborazione di un Piano di controllo per l'attuazione delle normative sulla sicurezza e sul lavoro, nell'ambito dei cantieri da essa affidati;
se, più in generale, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, intenda emanare direttive per un maggior controllo sui cantieri pubblici.
(4-09118)
Il ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito delle sue competenze ha incrementato l'azione di vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro utilizzando tutte le risorse attualmente disponibili ricorrendo anche alla riconversione del personale ispettivo nell'ultimo anno, tale incremento è valutabile in circa il 10 per cento.
Sono state, inoltre, attivate le procedure per l'assunzione di ulteriori 870 ispettori.
Sembra importante ricordare che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto attuativo di cui all'articolo 8, della legge Biagi che prevede il riordino e la razionalizzazione dei servizi ispettivi di tutti gli organi di vigilanza, con attribuzione della direzione e del coordinamento operativo alle direzioni regionali e provinciali del lavoro, che si attiveranno sulla base delle direttive adottate dalla direzione generale appositamente costituita e la legge di semplificazione 2001 ha, inoltre, previsto all'articolo 3 una delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori.
Per quanto riguarda uno dei settori più a rischio quale, appunto quello edile, nella 1a e 2a settimana del mese di giugno, e nella 2a e 3a settimana del mese di settembre dello scorso anno è stata avviata la campagna europea sulla sicurezza nel settore delle costruzioni, decisa per attuare una serie di iniziative, di natura ispettiva e promozionale, in sinergia con gli organi di vigilanza a livello territoriale e delle parti sociali.
Nei due periodi di riferimento sono stati ispezionati circa 5500 cantieri da parte delle direzioni provinciali del lavoro e contestate circa 12.000 violazioni inerenti la sicurezza sul lavoro.
A seguito del tragico evento di Genova si è tenuto presso il ministero del lavoro e delle politiche sociali, un incontro cui hanno partecipato le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali, firmatarie del contratto nazionale nel settore edile, ed i responsabili dei servizi ispettivi dell'Inail, dell'Inps e del ministero.
Dall'incontro è scaturito un avviso comune che pone le basi per un rinnovato impegno nei controlli sia della sicurezza sia del sommerso firmato in data 16 dicembre 2003.
Il punto saliente dell'avviso comune consisterà nella definizione del cosiddetto «DURC» ovvero il Documento Unico per la Regolarità Contributiva che consentirà la certificazione incrociata delle pratiche INAIL INPS e casse edili, accertando così eventuali differenze e consentendo di escludere dalle attività lavorative le imprese che non risultano in regola.
Sul tema della sicurezza nel settore dell'edilizia è, inoltre, intenzione del Ministro indire una Conferenza Nazionale.
In relazione, poi, alla questione del lavoro nero, il ministero interrogato non ritiene che il fenomeno sia «... accresciutosi nell'ambito dei lavori pubblici dopo le recenti riforme che hanno spalancato le porte al subappalto» in quanto, se quanto asserito
Per quanto concerne i quesiti riguardanti la competenza primaria del ministero delle infrastrutture e dei trasporti si riferisce che riguardo l'elaborazione di un piano di controllo per l'attuazione delle normative sulla sicurezza e sul lavoro il citato ministero ritiene, per il momento, sufficiente intensificare l'azione già capillare dei controlli.
Per quanto riguarda, poi eventuali direttive per un maggior controllo sui cantieri pubblici il ministero delle Infrastrutture ha assicurato che vi sono varie proposte tese a migliorare i procedimenti vigenti e ad assicurare la migliore riuscita dei lavori nei tempi prefissati.
Inoltre si precisa che dal 1998 data di revisione delle convenzioni in atto con le organizzazioni sindacali dei pensionati, la revoca della delega ha efficacia dal terzo mese successivo alla sua presentazione.
A tal fine è sufficiente una semplice comunicazione scritta indicante i soli dati identificativi dell'interessato.
Per quanto riguarda le prestazioni ai superstiti, la delega cessa di aver efficacia con la morte del de cuius.
Si fa presente, infine che le organizzazioni sindacali che l'Istituto convenziona, previa autorizzazione del ministero interrogato, rimborsano all'INPS i costi dell'esazione delle quote sindacali che, periodicamente, il consiglio di amministrazione del medesimo istituto delibera ed aggiorna con appositi atti.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
si è avuta notizia che la direzione della Wagon Lits Italia ha comunicato le decisioni in merito al servizio di vagoni letto, con decorrenza 15 dicembre 2003, attribuendole, a quanto risulta all'interrogante, alla responsabilità di Ferrovie dello Stato. Tali decisioni riguardano: la radiazione di 57 vetture letto vecchio modello e la soppressione di 21 servizi e la limitazione di altri 5, con la conseguente riduzione delle corse da 45.000/anno a circa 32.000/anno;
ulteriori difficoltà potrebbero derivare dalle decisioni di Artesia sui servizi internazionali, attese per il mese di ottobre 2003;
tutto ciò comporta la concreta riduzione di almeno 150 posti di lavoro, per lavoratori che non hanno alcuna alternativa occupazionale, né possibilità di ricorso ad ammortizzatori sociali (anche per il mancato rispetto di un impegno assunto a maggio 2000 dalla società Wagon Lits);
si tratta di decisioni gravi che incidono negativamente sulla funzionalità del servizio e soprattutto sull'occupazione, in un momento nel quale il Governo è invece impegnato con successo al rilancio della occupazione attraverso le incisive riforme in materia economica e del mercato del lavoro -:
quale sia il reale stato della questione;
quali siano stati gli interventi posti in atto e quelli da intraprendere affinché Wagon Lits possa ritornare sulle sue decisioni;
quali misure si intendano adottare per la salvaguardia dei posti di lavoro;
se non sia il caso di intervenire proponendo misure volte al rilancio del settore così salvaguardando e migliorando il servizio nonché salvando i posti di lavoro.
(4-07648)
In particolare, si riferisce l'attività di «accompagnamento notte», espletata con carrozze T4, a far data dal 22 gennaio 2004, è stata affidata alla Compagnia Internazionale delle Carrozze Letto e del Turismo (CICLT).
I lavoratori che verranno a trovarsi in esubero, per effetto dell'affidamento del predetto servizio alla CICLT, secondo i termini del citato accordo, saranno riassorbiti all'interno della Divisione Passeggeri e di altre Unità Trenitalia.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
Trenitalia S.p.A., società del Gruppo FS ha deciso la dismissione di 57 vagoni letto di vecchia generazione senza prevederne la sostituzione. Per come risulta dal nuovo orario definito il 12 settembre 2003 ed in vigore dal 15 dicembre 2003 - con conseguenti perdite di 13.000 corse, soppressione di 21 servizi e limitazione di altri 5;
l'operazione determinerà, relativamente ai dipendenti della «Compagnie des Wagon Lits», società appaltatrice a livello nazionale dei servizi vagoni letto di proprietà FS, un esubero strutturale di circa 150 lavoratori;
per questi ultimi, oggettivamente non collocabili, attualmente non sussistono le condizioni per l'attivazione degli ammortizzatori sociali;
la grave decisione di Trenitalia S.p.A. avrà negative ripercussioni sulla situazione occupazionale anche in altri settori di appalti ferroviari, in particolare manutenzione e pulizia, nei quali già da tempo si registrano continue fibrillazioni sociali dovute alla precarietà dei singoli rapporti di lavoro;
la descritta situazione di concreto danno occupazionale sarebbe, poi, ulteriormente aggravata dai temuti tagli relativi ai servizi Artesia (Italia/Francia);
nel contempo, le aziende del Gruppo FS, nello stesso bacino di utenza dell'accompagnamento notte Wagon Lits, espletano servizi similari a quelli oggetto di dismissione, come la scorta sulle vetture cuccette, con l'impiego di personale stagionale e, comunque, a tempo determinato, con evidente ed inaccettabile anomalia: da un lato, società appaltanti con esubero di personale non ricollocabile e senza possibilità di utilizzare ammortizzatori sociali e dall'altro il Gruppo FS che, per sopperire a carenza di organico, assume personale stagionale e temporaneo che potrebbe essere diversamente collocato -:
se i ministri interrogati siano a conoscenza di tale grave situazione, e se intendano adoperarsi per l'adozione di ogni idonea misura di tutela dei lavoratori a rischio, non ultima quella di proporre a Trenitalia spa la possibile utilizzazione del personale in esubero della «Compagnie des Wagon Lits» per i servizi di scorta sulle vetture cuccette di FS.
(4-07752)
In particolare, si riferisce che l'attività di accompagnamento Notte, espletata con carrozze T4, a far data dal 22 gennaio 2004, è stata affidata alla Compagnia Internazionale delle Carrozze Letto e del Turismo (CICLT).
I lavoratori che verranno a trovarsi in esubero, per effetto dell'affidamento del predetto
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
nel biellese la forte flessione dei livelli occupazionali strettamente legata alla situazione congiunturale negativa che contraddistingue il settore tessile ha assunto oramai dimensioni allarmanti;
anche il primo semestre del 2003 ha confermato, per l'industria tessile biellese il trend negativo che si era registrato nel corso di tutto il 2002, con una flessione dell'export pari all'11 per cento e della produttività tra il 10 per cento ed il 15 per cento;
negli ultimi mesi la crisi del settore ha inevitabilmente spinto le aziende tessili a ricorrere agli ammortizzatori sociali («cassa integrazione guadagni», mobilità, eccetera), quale unica forma di dilazione degli effetti di una crisi travolgente, ricorso che però ha assunto i connotati di un fenomeno recessivo ed oramai in fase di cronicizzazione;
la Sinterama di Sandigliano Spa (Biella) che occupa 500 dipendenti ha adottato un piano di ristrutturazione aziendale che prevede entro pochi mesi il licenziamento di circa 140 addetti dichiarati in esubero;
la crisi generalizzata del settore tessile biellese ha invece rappresentato un alibi per la FILA s.p.a. che già da mesi applica la mobilità al suo personale dipendente per coprire scelte strutturali rivelatesi sbagliate ed investimenti ingiustificati -:
se non ritiene che la grave crisi occupazionale che interessa l'intera provincia di Biella legata al trend economico negativo del settore tessile debba essere affrontata con misure economico-finanziarie urgenti da parte del Governo italiano, le sole capaci di poter concretamente rilanciare una prospettiva per i lavoratori interessati, al fine di rilanciare la domanda interna di prodotti tessili e contrastare l'aggressività e la competitività delle imprese straniere.
(4-07420)
Dopo alterne vicende la Fila Holding, messa in vendita dal mese di giugno 2001 dalla HdP, che deteneva il 54 per cento delle azioni FILA, ha trovato un acquirente nella Sport Brands International LLC, una società controllata del Fondo privato investimenti americano Cerberus. Il contratto di vendita ha avuto esecuzione il 10 luglio 2003.
La vicenda Fila si inserisce in una situazione di grave crisi del settore tessile-abbigliamento dell'intera zona del biellese ed un chiaro indicatore di tale crisi si può evincere dal forte ricorso all'istituto della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
Si ricorda che, nel mese di settembre 2003, la società in esame aveva presentato un piano di risanamento e di riorganizzazione che prevedeva la chiusura della sede storica di Biella, il trasferimento dell'attività a Milano, la messa in mobilità di 200 lavoratori ed il trasferimento dei restanti 100 lavoratori a Milano.
La questione è stata oggetto di specifici incontri e tentativi di mediazione, finalizzati al sostegno dei livelli occupazionali, promossi sia dalla regione, che dalla prefettura, nonché dal dicastero interrogato.
Infine, la vicenda si è conclusa con la sottoscrizione di un accordo siglato dalle parti interessate il 18 dicembre 2003 presso l'amministrazione interrogata, in cui è stata concordata la richiesta dell'intervento di CIGS per dodici mesi, a far tempo dal 1o gennaio 2004, nei confronti dello stabilimento di Biella, destinato alla chiusura, con l'anticipazione dei primi tre mesi del
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
se il Governo non ritenga di dover adeguare in modo congruo l'importo dell'assegno baliatico che è attualmente di euro 5,50 al giorno, in quanto del tutto insufficiente a far fronte alle necessità più essenziali della crescita di un bambino, determinando così una situazione di vera e propria povertà che nella sola provincia di Lecce riguarda circa 500 famiglie;
se non ritenga di dover ripensare complessivamente la propria politica di sostegno e di tutela della maternità e dell'infanzia per consentire alle madri donne singole, prive di un reddito adeguato che hanno avuto o che avranno dei bambini una vita serena e dignitosa a loro ed ai loro figlioli;
se non ritenga di dover denominare diversamente detto assegno, in quanto l'attuale terminologia risulta inappropriata trattandosi non di rapporti di balia-bambino, ma di rapporto familiare.
(4-08110)
Questo assegno, inizialmente, veniva erogato dalle province mentre oggi rientra nel novero degli aiuti concessi dai comuni, a sostegno della famiglia e per la maternità.
Appare opportuno, pertanto, ricordarne alcuni, come l'assegno di maternità, previsto dalla legge n. 448/1998, che è concesso alle madri casalinghe, italiane, comunitarie o extracomunitarie con carta di soggiorno, per le nascite, le adozioni e gli affidamenti preadottivi, per i nuclei familiari il cui Indicatore della situazione economica (cosiddetta ISE), sia pari per l'anno 2003, a euro 20.382,05; oppure l'assegno di maternità concesso ed erogato dall'INPS previsto dall'articolo 49, del collegato alla legge finanziaria per il 1999 (legge n. 488 del 1998), per le madri italiane, comunitarie ed extracomunitarie con carta di soggiorno, che possono vantare periodi di contribuzione recenti, per i parti, le adozioni e gli affidamenti preadottivi.
Si ricorda, inoltre, l'assegno per il nucleo familiare, di cui all'articolo 65, della legge n. 448/1998, per le famiglie con almeno tre figli minori ed un reddito familiare con un indicatore della situazione economica per l'anno 2003, pari a euro 28.308,42.
Da ultimo, si menziona l'assegno di euro 1000, previsto dal decreto legge n. 269/2003, convertito con la legge n. 326/2003, a favore delle madri italiane e comunitarie per il secondo figlio, nato tra il 1o dicembre 2003 e 1o dicembre 2004 e per ogni figlio adottato nel medesimo periodo.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Roberto Maroni.
circa 40 cittadini vincitori di concorso pubblico dall'11 dicembre 2002 (giorno dell'approvazione della graduatoria di merito da parte del Comitato Esecutivo dell'ente) presso l'ACI sono ancora in attesa di assunzione;
l'ACI è un istituto non rientrante nell'elenco degli enti facenti parte dell'aggregato amministrazioni pubbliche definito secondo i criteri di contabilità nazionale
con l'ultimo decreto di autorizzazione l'ente ha provveduto a far entrare le prime 45 unità prendendo come criterio di ingresso la data del concorso. Per completare le assunzioni l'ente ha ancora in lista di attesa poco meno di 40 persone. Alla luce della sua autonomia di bilancio e della forte necessità di assumere le persone vincitrici di concorso in attesa, l'ufficio concorsi avrebbe comunicato, ai vincitori del concorso in attesa di assunzione che lì si erano rivolti per informazioni, che l'ente avrebbe presentato richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per aumentare il numero delle unità autorizzate all'ingresso con l'ultimo decreto di autorizzazione fino all'esaurimento delle unità vincitrici di concorso ancora in attesa (circa 40), non ci sarebbe stata alcuna risposta da parte della Presidenza del Consiglio a questa richiesta;
la legge finanziaria 2004 proroga di un anno il blocco delle assunzioni, l'ACI pagherebbe una situazione di stallo che la confonde con tutte le altre Pubbliche Amministrazioni e la costringerebbe come esse ad attendere la deroga al blocco (forse prevista come lo scorso anno per fine luglio 2004) stabilita dalla legge finanziaria nel limite di 70 milioni di euro per il 2004 e per una spesa annua lorda complessiva a regime a partire dal 2005 per 280 milioni di euro -:
quali siano i motivi per cui la recente manovra finanziaria abbia bloccato le assunzioni presso l'ACI;
se non si ritenga di dover intervenire urgentemente al fine di autorizzare le assunzioni, in armonia con il decreto del Presidente della Repubblica del 31 luglio 2003, dei vincitori del concorso pubblico del 2002.
(4-08821)
L'ACI GLOBAL, come è noto, nel febbraio 2003 ha avviato una procedura di mobilità relativa a 171 dipendenti in esubero. Procedura che si è conclusa il 16 maggio 2003, presso il ministero interrogato, con un accordo sottoscritto dalle parti, che prevede la ricollocazione all'interno dell'azienda di 41 lavoratori e la messa in mobilità di 130 dipendenti.
La proposta di far confluire il personale in esubero nei ruoli della ACI ITALIA venne avanzata già in sede di trattazione della vertenza, ma la suddetta società trovò inapplicabile tale ipotesi, essendo necessario per accedere nei propri ruoli, un concorso pubblico.
Peraltro, tenuto conto che il precedente inquadramento, nei ruoli dell'Automobil Club d'Italia, di personale analogo a quello in esame avvenne in virtù dell'articolo 46, della legge finanziaria per il 1999 e, allo stato attuale, si ritiene che per procedere secondo l'ipotesi prospettata nell'atto in esame occorra una specifica disposizione di legge.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
i 120 lavoratori dello stabilimento Olcese di Fortogna di Longarone, sorto nel 1969 con i benefici della «legge Vajont», e che è una presenza importante nell'economia occupazionale del longaronese, si trovano da tempo in Cig (Cassa integrazione guadagni);
il gruppo Olcese è attivo ormai da quasi un secolo e leader nella produzione
nel 1998 inizia la revisione completa dell'intero gruppo Olcese e nel 1999 viene varato un piano industriale che comporta la chiusura di due stabilimenti (Novara e Fiume Veneto), la riduzione del personale mediante Cigs e mobilità e significativi investimenti per adeguare e potenziare i siti produttivi per un valore di 40 miliardi di lire;
gli investimenti per Fortogna, fatti nel 2001, benché esigui (condizionamento dell'aria in filatura), hanno consentito allo stabilimento di mantenere una sua già soddisfacente tecnologia rimanendo altamente produttivo per filato di media qualità;
nel 2001 e nel primo semestre 2002 il gruppo subisce pesanti perdite che superano un terzo del capitale sociale, si interviene nella ricapitalizzazione portando nella società una prima tranche di denaro liquido pari a 10 milioni di euro e ciò ne prolunga l'attività fino a dopo la metà di dicembre 2002 ma poi la situazione diventa insostenibile con amministratori delegati che se ne vanno a ripetizione, ingiunzioni di pagamento di grande entità e mancanza di un piano industriale;
venerdì 7 marzo 2003 i sindacati di categoria hanno organizzato una manifestazione unitaria sollecitando così anche l'amministrazione provinciale e ponendo alla loro attenzione il fatto che dall'ottobre dell'anno scorso i lavoratori dello stabilimento Olcese di Fortogna non hanno avuto nessuna notizia sull'eventuale evolversi della situazione -:
se il Ministro non ritenga necessario attivarsi affinché sia convocato presso il ministero un incontro tra tutte le parti interessate che potrebbe dare le risposte sul futuro dello stabilimento di Fortogna e ottenere che la proprietà faccia la sua parte per la salvaguardia dell'occupazione e della ripresa produttiva.
(4-05872)
Il Gruppo Olcese spa, si connota come produttore italiano di rilievo nel settore dei filati, dispone di n. 5 stabilimenti, ubicati in Longarone (Belluno), Conegliano (Treviso), Trieste, Cogno (Brescia) e Sondrio, ma nel corso del 2002, anche a causa della difficile congiuntura dell'intero comparto tessile, il suddetto Gruppo si è trovato esposto ad un forte indebitamento.
In particolare, per quanto attiene allo stabilimento di Longarone si rileva che la tecnologia e soprattutto il tipo di produzione non qualificano il sito come leader del Gruppo. Inoltre, va precisato che l'età mediamente elevata dei 120 dipendenti (45/50 anni) non consente una agevole ricollocazione degli stessi. Appare, del resto, opportuno evidenziare che tutte le aziende tessili della provincia attraversano situazioni di difficoltà. A ciò va aggiunto che la particolarità della produzione del settore tessile con le relative professionalità tecniche rendono problematica la «conversione» delle suddette qualifiche in altri settori di attività.
In data 26 novembre 2003, la commissione provinciale di Belluno ha respinto la richiesta di ammissione al trattamento di integrazione salariale ordinaria per la mancanza di una effettiva ripresa produttiva e per la insussistenza di elementi certi in ordine ad una data presunta di ripresa.
Infine, si riferisce che con decreto ministeriale, del 14 novembre 2003, n. 33104, è stato approvato il programma di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, e con decreto direttoriale del 14 novembre 2003, n. 33128, è stata autorizzata la corresponsione del predetto beneficio, a decorrere dal 20 ottobre 2003 e fino al 19 ottobre 2004, per un massimo di 110 lavoratori.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 22 gennaio 2003, i lavoratori della «Fapa» di Beinasco (Torino) e della «Sat» (Gruppo Stola) hanno scioperato contro la decisone dei vertici della «Fapa» di chiudere il reparto di assemblaggio e licenziare tutti i 22 dipendenti nonché contro il rischio di chiusura dello stabilimento della «Sat»;
la «Fapa» avrebbe addotto, come motivazioni per la chiusura, la «troppa anzianità» dei dipendenti, tutti con 20 anni di lavoro, e quindi particolarmente «costosi»;
i vertici della «Sat», che è stata posta in liquidazione, da canto loro, in un incontro svolto tempo fa con le organizzazioni sindacali di categoria, avevano invece garantito la prosecuzione dell'attività produttiva;
a tutt'oggi, le commesse che erano state acquisite dalla «Sat» sono ormai ultimate ed ora, dopo tale decisione, la società non può acquisire nuove commesse, né si vede all'orizzonte alcun intervento di nuovi soci che sembravano dietro l'angolo -:
se non ritenga opportuno adoperarsi, con tutti gli strumenti in suo possesso, al fine di convocare un tavolo di trattativa con le parti interessate, capace di individuare soluzioni alternative alle decisioni già purtroppo assunte dai vertici delle aziende suddette e, altresì, capace di salvaguardare i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti, scongiurando i tagli occupazionali annunciati e prevedendo un serio e diverso piano di rilancio produttivo.
(4-05145)
La Ditta S.A.T. spa di Beinasco svolge attività di costruzione stampi e linee di saldatura per l'industria automobilistica.
L'azienda è stata posta in liquidazione dal 19 novembre 2002 a seguito del decesso del proprietario e maggior azionista della stessa, nella prospettiva del subentro di nuovi acquirenti al fine di mantenere la continuità dell'attività lavorativa.
La crisi del settore auto, che coinvolge la FIAT spa, principale cliente italiano della ditta, unitamente alle vicende societarie di cui sopra, ha reso impossibile al momento il reperimento di ordini remunerativi.
Allo scopo di superare questo momento di crisi, in data 24 febbraio 2003, presso la regione Piemonte al fine di consentire la salvaguardia del maggior numero di posti di lavoro, l'azienda ha avviato la procedura di mobilità che ha interessato n. 22 lavoratori che avevano i requisiti soggettivi utili per accedere al trattamento pensionistico.
In data 19 giugno 2003 è stata attuata, con accordo sindacale, la cessione del ramo d'azienda, relativo alla costruzione stampi alla Ditta TECNO.A. srl, che ha interessato n. 72 lavoratori, mentre in data 26 giugno 2003, con altro accordo sindacale, è avvenuta la cessione del ramo d'azienda denominato «ingegneria processo e lastratura», alla Ditta STOLA spa, che ha interessato n. 17 lavoratori.
Le predette cessioni hanno avuto effetto dal 1o luglio 2003 ed i rapporti di lavoro sono proseguiti, senza soluzione di continuità, con il mantenimento dei livelli retributivi acquisiti.
Inoltre n. 96 lavoratori hanno cessato il proprio rapporto di lavoro perché dimissionari o perché hanno ottenuto il trattamento pensionistico.
Per quanto concerne, poi, la Ditta FAPA spa, si fa presente che in attuazione dell'accordo siglato presso la regione Piemonte, in data 6 marzo 2003, la società in parola ha effettuato tentativi di ricollocazione dei lavoratori presso altre aziende del settore, fornendo alle stesse l'elenco nominativo dei lavoratori interessati dalla CIGS.
Al momento n. 4 lavoratrici hanno trovato un'altra occupazione, seppure a tempo determinato, e n. 1 lavoratore sta usufruendo del trattamento pensionistico dal 31 maggio 2003.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la F&D di Occhieppo Superiore (Biella), che si occupa della produzione di filati cardati di elevata qualità, che, a detta della direzione, sta attraversando una momentanea difficoltà, dovuta alla diminuzione del consumo di capi di abbigliamento unito a una politica di riduzione delle scorte da parte della clientela più importante, ha annunciato che dal 10 marzo 2003, per la durata di un anno, metterà in cassa integrazione straordinaria circa 20 dei 39 propri dipendenti, prevedendo, sin d'ora, che alla fine del periodo di cassa integrazione il personale eccedente sarà di circa cinque lavoratori;
sempre secondo quanto riferito dai vertici aziendali, pare che la F&D abbia già avviato alcune iniziative commerciali per invertire il trend negativo che, unitamente ad altre di tipo produttivo, dovrebbero consentire di recuperare margini di redditività -:
se non ritenga opportuno adoperarsi al fine di conoscere la reale situazione aziendale, nell'intento di scongiurare futuri e preoccupanti tagli occupazionali e rilanciare il sistema produttivo dell'azienda, tutelando la dignità, i diritti e le professionalità dei lavoratori, in un'area geografica già particolarmente interessata da altre vertenze economico-occupazionali.
(4-05639)
L'Azienda, tuttavia, ha già avviato alcune iniziative di tipo commerciale per invertire il trend negativo e per consentire il recupero di margini di redditività.
Il giorno 4 marzo 2003, presso l'assessorato al lavoro della regione Piemonte, si è tenuto un incontro per l'esame congiunto della domanda di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per crisi aziendale della F&D.
Successivamente, con decreto ministeriale 26 giugno 2003, n. 32546 è stato approvato il programma di CIGS, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 223 del 1991, con decorrenza 10 marzo 2003 e, con decreto direttoriale 26 giugno 2003, n. 32567, è stata autorizzata, relativamente al periodo 10 marzo 2003-9 marzo 2004, la corresponsione del predetto beneficio ai lavoratori dipendenti dalla società in parola.
Al termine del programma, la F&D ha previsto un esubero di 5 unità lavorative, per le quali ha presentato un piano di gestione che prevede il pensionamento per una unità, il blocco del turn-over e la mobilità finalizzata alla ricollocazione presso altre aziende del territorio.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
dal 21 maggio 2003 11 lavoratori della Medisystem Europe di Bomporto (MO) sono stati licenziati e collocati in mobilità;
da notizie provenienti dalla Filcea Cgil, che non ha sottoscritto l'accordo perché a suo dire «manca la disponibilità
se non ritenga opportuno adoperarsi presso l'azienda in oggetto al fine di ottenere il rispetto di quanto previsto per legge, vale a dire l'illustrazione del piano aziendale, e intervenire nell'intento di garantire un futuro occupazionale ai lavoratori coinvolti dai licenziamenti, tutelandone la dignità, i diritti e le professionalità acquisite in anni di lavoro.
(4-06507)
L'azienda Medisystems Europe spa, operante a Sorbara di Bomporto (Modena), si configura come una unità produttiva periferica della Medisystems Corporation (gruppo industriale statunitense che opera nel settore biomedicale), per il quale produce in esclusiva.
La casa madre ha ridotto strutturalmente le commesse affidate alla Medisystems Europe e, a questa scelta, ha fatto seguito, come diretta conseguenza, la decisione della impresa modenese di procedere al licenziamento e collocamento in mobilità dei lavoratori risultati eccedenti.
Il verbale di accordo, che ha preceduto l'apertura delle procedure previste dalla legge n. 223 del 1991, (siglato dalla sola Femca-CISL), precisa che detta soluzione è stata adottata in ragione del «notevole e non temporaneo ridimensionamento dei volumi commerciali dell'Azienda in relazione al mercato in cui la medesima opera».
Ad ogni modo, secondo quanto rappresentato dalla regione Emilia Romagna, la mancata presentazione (denunciata anche dalla Filcea-CGIL) di un piano industriale più dettagliato e argomentato da parte dell'azienda, pur non costituendo un espresso vincolo della legge, come richiamato dall'interrogazione, ha rappresentato un'importante opportunità non colta, complicando ulteriormente il confronto sindacale.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti dalla Cgil di Catania, tutti i licenziati catanesi in mobilità, compresi quelli del settore edile, aspettano da oltre sei mesi il primo mensile di mobilità;
a quanto risulta all'interrogante, i suddetti lavoratori in mobilità, inoltre, sarebbero impossibilitati a chiedere notizie agli uffici regionali competenti, siti a Palermo, perché il centralino dell'ufficio in questione non risulterebbe attivo, non riuscendo quindi a comunicare con i responsabili dell'importante servizio -:
se non ritenga opportuno attivarsi, presso gli organi competenti, al fine di sbloccare la grave situazione in cui si trovano i suddetti lavoratori, che da tanto tempo non ricevono nessuna provvidenza economica, e se non ritenga, altresì, necessario adoperarsi affinché l'ufficio regionale competente possa funzionare con regolarità, dando ai lavoratori in questione le necessarie e opportune informazioni.
(4-06702)
Le pratiche di mobilità sono state tutte definite e i lavoratori licenziati, interessati al pagamento dell'indennità, hanno percepito le mensilità spettanti.
Per quanto riguarda il disservizio lamentato relativo all'inattività del centralino dell'ufficio regionale, competente a fornire notizie sulle pratiche di mobilità, l'ufficio ha reso noto di essere in attesa che il
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti dalle organizzazioni sindacali di categoria Femca-Cisl e Filtea-Cgil, unitamente alle Rsu aziendali, il maglificio «Sima Fashion» di Soliera (Modena) ha annunciato settanta esuberi;
le stesse organizzazioni sindacali esprimono grande preoccupazione per questo annuncio, comunicato dalla direzione aziendale nei giorni scorsi durante una riunione tenutasi presso l'Unione industriali di Modena;
la decisione rientra nel progetto industriale che sta alla base della fusione tra la «Sima Fashion» e la «Fuzzi» di Cattolica (Forlì) e che prevede una separazione delle attività aziendali nei diversi stabilimenti, con la conseguente riduzione di organici sia a Soliera (Modena) che a Cattolica (Forlì);
gli stessi sindacati precisano che la vertenza scaturita da tale decisione aziendale procederà in stretto collegamento con i lavoratori, al fine di garantire la corretta applicazione delle norme e delle tutele di legge previste in questi casi allo scopo di ridurre al minimo sia il numero che l'impatto dei licenziamenti;
una riduzione di personale alla «Sima Fashion» era già stata annunciata dalla vecchia proprietà, ma era stata respinta dai sindacati che la giudicavano non supportata da un piano di rilancio credibile -:
se non ritengano opportuno, ciascuno per i propri ambiti di competenza, adoperarsi, presso le parti, al fine di scongiurare la decisione aziendale, a difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori, e continuare a garantire un futuro produttivo qualificato per la suddetta azienda.
(4-06870)
In data 22 luglio 2003, nell'ambito del processo di ristrutturazione produttiva che ha interessato la SIMA FASHION di Soliera (Modena) e che ha comportato una significativa riduzione e ricollocazione del personale, è stato siglato un accordo sindacale, pienamente condiviso dall'Assemblea dei lavoratori indetta da RSU e organizzazioni sindacali.
Sulla base di detto accordo è stata avviata la procedura di mobilità prevista dalla legge n. 223 del 1991 che ha interessato 63 lavoratori.
Tale scelta è stata determinata dalla difficile situazione economica e produttiva del settore che ha costretto la SIMA FASHION ad un ridimensionamento dei volumi commerciali e alla necessità di procedere al riassetto della struttura occupazionale, con la chiusura di alcune linee di lavorazione in perdita.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 4 agosto 2003 si è svolto un presidio di protesta davanti alla Caserma Villasanta di Cagliari da parte di sei lavoratori che dal 1 agosto sono senza lavoro perché non sono stati assunti dall'azienda che ha vinto l'appalto per i servizi di pulizia nella caserma;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che la perdita del lavoro è stata determinata dal fatto che l'azienda subentrante nell'appalto, «il Nuovo Formichiere», non ha voluto assumere
se non ritenga opportuno adoperarsi presso i soggetti interessati al fine di sbloccare positivamente la situazione a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori, in un'area già purtroppo interessata da altre e gravi vertenze occupazionali.
(4-07233)
La questione evidenziata nell'atto ispettivo è stata risolta in quanto tutte le unità dell'impresa «Cooperativa San Matteo 85» sono state assunte.
L'assorbimento totale è avvenuto in virtù di accordi con l'impresa subentrante «Il Nuovo Formichiere».
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
i lavoratori della «Saba» di Raiano (L'Aquila), l'azienda che produce piastrelle in gres per rivestimenti, hanno proclamato per il 18 novembre 2003 due ore di sciopero, per ogni turno lavorativo, per protestare contro la decisione dell'azienda di mettere in mobilità 28 operai;
da notizie provenienti da ambienti sindacali si apprende che la comunicazione di voler procedere ad una drastica riduzione del personale (circa il 30 per cento) è stata fatta dalla «Saba», nei giorni scorsi, all'Unione provinciale degli industriali dell'Aquila e sarebbe motivata dal perdurare della crisi di mercato e dalla mancata competitività del costo del lavoro rispetto al costo sostenuto dai concorrenti per le medesime lavorazioni -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per i propri ambiti di competenza, presso i soggetti interessati, al fine di scongiurare la decisione comunicata dall'azienda, tutelando i diritti e la dignità dei lavoratori, e individuando, insieme alle parti in causa, soluzioni alternative a quelle annunciate, capaci di garantire gli attuali livelli occupazionali e utili a rilanciare l'attività e la produzione dell'azienda stessa, in un'area già purtroppo interessata da altre e gravi crisi occupazionali.
(4-08078)
La maggioranza del pacchetto azionario della società appartiene al Gruppo Ceramiche Gresmalt spa, con sede legale in Sassuolo (Modena) che determina il tipo e la quantità di produzione da realizzare presso lo stabilimento in esame e provvede alla commercializzazione del prodotto finito. L'organico dell'unità produttiva risulta costituito da 9 impiegati (4 uomini e 5 donne), 85 operai (20 donne e 65 uomini).
Gli operai addetti ai reparti di cottura e manutenzione operano a ciclo continuo su sette giorni, mentre gli addetti agli altri reparti prestano attività a ciclo semicontinuo, con interruzione dalle ore 6,00 della domenica alle ore 6,00 del lunedì.
Negli ultimi due anni è stato richiesto l'intervento della Cassa integrazione guadagni ordinaria, per circa due mesi ogni anno, a causa di una rilevante diminuzione delle commesse.
Nello scorso mese di novembre l'azienda, a causa della crescente crisi del settore e degli elevati costi di produzione, ha deciso di porre in mobilità n. 28 operai. A ciò è seguita una leggera ripresa delle commesse, in virtù della quale è stato ridotto il numero dei dipendenti da porre in mobilità. Risulta, infatti, che 4 lavoratori sono posti in mobilità dal 26 gennaio 2004 (1 lavoratore
La piccola ripresa del mercato attualmente in atto, determinata soprattutto dalla qualità del prodotto e gli interventi strutturali sugli impianti, volti a diminuire i costi di produzione, dovrebbero consentire, secondo i responsabili dello stabilimento, di mantenere invariato l'attuale organico. Non è prevista nessuna diversificazione della produzione.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
da notizie provenienti dalla Cgil del Molise si apprende che l'azienda tessile «Matem», di Montenero Valcocchiara, in provincia di Isernia, ha annunciato l'apertura delle procedure di mobilità per 25 opera, su un totale di 300 dipendenti;
sempre da notizie provenienti dai suddetti ambienti sindacali si apprende che la «Matem» - che lavora esclusivamente per il cotonificio di Bottanuco, piccolo centro in provincia di Bergamo - si troverebbe in difficoltà a causa della crisi internazionale del settore che ha spinto il cotonificio a tagliare le commesse all'azienda molisana -:
se non ritengano urgente e opportuno attivarsi, ciascuno per i propri ambiti di competenza, presso i soggetti interessati al fine di scongiurare l'apertura della suddetta procedura di mobilità, tutelando i diritti e la dignità dei lavoratori dell'azienda tessile, e salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, in un'area già purtroppo colpita da altre e gravi crisi occupazionali.
(4-08093)
Dalla suddetta riunione sono emerse, chiaramente, le cause della crisi, che la società in esame sta attraversando, sia in relazione alla più generale flessione del mercato tessile, sia alla contingente riduzione delle commesse da parte di un cotonificio di Bottanuco. Tuttavia, si precisa che l'azienda ha smentito le voci riportate sulla stampa locale relative ad una imminente chiusura dello stabilimento ed ha escluso l'ipotesi di una riconversione sul mercato tessile. L'azienda è, peraltro, impegnata attivamente nella ricerca di ulteriori commesse e risulta, anche da notizie riferite dalla Finmolise, che a seguito di un mutuo percepito dalla finanziaria regionale (ai sensi della legge regionale n. 13 del 1987), la suddetta società mostra un buon equilibrio nella gestione finanziaria.
Recentemente, la Matem srl, ha manifestato alle organizzazioni sindacali l'intenzione di non dare avvio alla procedura di mobilità ma di ricorrere, a breve, all'intervento della cassa integrazione guadagni ordinaria.
Al riguardo, la direzione provinciale del lavoro di Isernia ha riferito che non è stata ancora interessata da alcuna richiesta di accertamento per la concessione della suddetta CIGO. È stato, comunque, accertato dall'INPS, che nel biennio 2002/2003 sono state concesse n. 19.236 ore di integrazione, pari a n. 32 settimane, per un totale di 582 lavoratori, sempre a causa della «riduzione di commesse».
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
la Fp-Cgil e Fisascat-Cisl di Ancona esprimono forti preoccupazioni per il
da notizie provenienti dai suddetti sindacati, si apprende che la struttura, dove operano circa 57 addetti tra medici, infermieri, assistenti tutelari e ausiliari, ad oggi ospita circa 96 anziani;
sempre da notizie provenienti dai su citati sindacati la preoccupazione nasce dal fatto che la società che gestisce il tutto, «Qualisanità srl» - società italiana controllata al 90 per cento dalla francese «Orpea France» - è intenzionata a razionalizzare il personale perché, a suo dire, sono eccessive le spese di gestione e da mesi rifiuta di incontrarsi con il sindacato per discutere del futuro della struttura;
attualmente il servizio socio-sanitario e alberghiero di «Casa mia» è affidato, tramite convenzione, ad un cooperativa esterna, «Asscop», che in tutto conta su circa 40 addetti, fornendo, dunque, buona parte del personale della struttura;
tale convenzione scade il 31 dicembre 2003 e, ad oggi, non è dato sapere che sorte avrà la cooperativa rispetto alla struttura -:
se non ritengano opportuno intervenire, ciascuno per gli ambiti di propria competenza, presso i soggetti interessati, insieme alle parti sindacali, al fine di conoscere il reale stato delle cose, per dare risposte certe e sicure ai lavoratori coinvolti, garantendo un'adeguata efficienza del servizio e tutelando la struttura nel suo complesso, che è una delle poche ad Ancona dotata di un piano per malati di Alzheimer.
(4-08209)
La convenzione tra la Qualisanità srl e la cooperativa Ass. Coop. di Ancona per la gestione del servizio socio sanitario presso la struttura per anziani «Casa mia» scaduta il 31 dicembre 2003 è stata prorogata fino al 31 marzo 2004. La cooperativa Ass. Coop. impiega in tale servizio circa 40 addetti, socio lavoratori della cooperativa stessa, gran parte dei quali ha partecipato recentemente ad un corso di qualificazione autorizzato dalla provincia di Ancona.
Non risulta che attualmente siano in corso controversie di lavoro né che siano state attivate procedure di mobilità.
Risulta, inoltre, che la vicenda in questione sia seguita costantemente dall'assessorato alle politiche del lavoro della regione Marche in stretto raccordo con le organizzazioni sindacali e l'azienda.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 4 febbraio scorso, i 45 dipendenti della società «Smeco», che ha in gestione 56 impianti di depurazione delle acquereflue dislocati in vari comuni della provincia di Reggio Calabria, si sono incatenati davanti all'amministrazione provinciale;
i lavoratori hanno protestato per chiedere il pagamento arretrato degli stipendi, che non ricevono da sette mesi, e per sollecitare la prosecuzione della loro attività -:
se non ritenga opportuno attivarsi, presso i soggetti interessati, al fine di sbloccare positivamente la situazione, a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori, garantendo loro il pagamento degli stipendi arretrati e salvaguardare il loro futuro occupazionale, in un'area già purtroppo interessata da altre e gravi crisi di lavoro.
(4-08785)
La ditta A.T.I. SMECO spa, con ordinanza n. 997 del 12 aprile 2000, del commissario delegato per l'emergenza ambientale, è stata incaricata, a seguito di aggiudicazione
Ciò provocava la reazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che, richiamandosi agli articoli 3 e 4 del vigente CCNL di settore, che fra l'altro, prevedono il passaggio dei dipendenti dell'impresa cessante al soggetto subentrante, rivendicavano il diritto al mantenimento del posto di lavoro.
Lo stato di agitazione dei suddetti dipendenti, culminato con l'incatenamento davanti alla sede dell'Amministrazione Provinciale, si protraeva fino al 20 febbraio 2004, quando giungeva notizia che il Commissario Delegato, con apposita ordinanza aveva disposto la proroga del Servizio appaltato alla SMECO spa fino al 31 dicembre 2004.
Il provvedimento di revoca dei licenziamenti, aveva posto termine allo stato di agitazione dei lavoratori, ma non erano state risolte le problematiche connesse al mancato pagamento delle retribuzioni per il periodo da luglio 2003 a gennaio 2004 e della indennità chilometrica relativa a spostamenti nel territorio per motivi di lavoro.
Infatti, per detti crediti i lavoratori si rivolgevano alla direzione provinciale del lavoro affinché fosse esperito il tentativo obbligatorio di conciliazione di cui all'articolo 410 codice procedura civile e nella apposita riunione del 4 marzo 2004 dinanzi alla Sottocommissione di Conciliazione, i rappresentanti della SMECO spa, si sono impegnati a corrispondere ai lavoratori il saldo delle retribuzioni relative ai mesi di luglio, agosto e settembre 2003, ed a predisporre, per le restanti somme, un piano di pagamenti basato sui finanziamenti ottenuti dal commissario per l'emergenza ambientale.
I lavoratori in argomento hanno giudicato insoddisfacenti le proposte e pertanto, hanno dichiarato di volere intraprendere nuove azioni a tutela dei propri interessi.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
il 6 febbraio 2004 i quindici dipendenti della filiale della città di Catania della «Rasimelli e Coletti» di Perugia, azienda di trasporto e logistica merci, che non percepiscono lo stipendio da quattro mesi e che temono il licenziamento, hanno indetto una giornata di sciopero per sensibilizzare le istituzioni locali e nazionali -:
se non ritenga opportuno intervenire, presso i soggetti interessati, al fine di tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti, e adoperarsi affinché ai lavoratori in questione vengano corrisposti i salari arretrati e vengano altresì date opportune e certe garanzie sul loro futuro occupazionale, in un'area già purtroppo interessata da altre e gravi crisi.
(4-08820)
Il 4 marzo 2004, presso la citata direzione provinciale l'organizzazione sindacale FILT-CGIL regionale e la RSA da un lato e la proprietà, per mezzo del suo responsabile dell'ufficio personale dall'altro hanno delineato la situazione attuale della Rasimelli Coletti & Co spa evidenziando in via preliminare che la denominazione «Rasimelli e Coletti» riguarda la vecchia società oggi in liquidazione, mentre dal 1o dicembre 2002 a seguito di trasferimento di un ramo di azienda si è costituita la Rasimelli Coletti & Co spa.
In particolare l'organizzazione sindacale FILT-CGIL e la RSA hanno dichiarato che i dipendenti attendono il pagamento delle
Anche la situazione dei fornitori (padroncini, cooperative di facchinaggio, eccetera) è piuttosto critica in quanto attendono il pagamento di fatture dal settembre 2003 per una ingente somma di denaro.
Questo stato di cose porta l'azienda ad una totale paralisi aggravata dal fatto che in data 1o marzo 2004 gli ufficiali giudiziari hanno pignorato all'azienda computers e altro materiale informatico.
I clienti, di particolare rilevanza nel mercato italiano quali Averna, Pernigotti, Motta, Stock, Luisa Spagnoli, Illy Caffè, Icon eccetera, hanno lasciato l'Azienda anche perché la Rasimelli Coletti & Co spa trattiene somme rilevanti del servizio «contrassegni» di molte aziende clienti.
La FILT-CGIL e la RSA hanno riferito, inoltre, che dopo varie riunioni presso la regione dell'Umbria in data 28 gennaio 2004 e 23 febbraio 2004, l'azienda si è impegnata con gli assessorati regionali al commercio e al turismo, a:
versare il minimo di ricapitalizzazione sociale;
fornire ulteriori documenti a Gepafin (finanziaria locale della Regione) insieme al Piano Industriale, per consentire il finanziamento a sostegno del rilancio dell'azienda;
versare ai lavoratori almeno il 50 per cento degli stipendi maturati.
Da quanto riferito dalla FILT-CGIL e dalla RSA non sembrerebbero emergere da parte dei lavoratori elementi di fiducia circa una ripresa dell'Azienda.
Nel suddetto incontro del 4 marzo 2004 presso la DPL, il responsabile dell'Ufficio Personale della proprietà, ha riferito che la situazione attuale dell'Azienda è di totale impegno per il superamento del momento di crisi economica e congiunturale.
Nonostante la gravissima situazione ereditata dalla precedente proprietà, sotto la nuova gestione non si è fatto ricorso ad alcuna riduzione del personale, per licenziamento e/o mobilità ed, inoltre, c'è stato un costante confronto fra la proprietà, le organizzazioni sindacali e le Istituzioni locali per portare a compimento il processo di riorganizzazione dell'Azienda.
Attualmente è in corso di perfezionamento il piano di rilancio della Rasimelli Coletti & Co spa su tutto il territorio nazionale che sarà attivato di concerto con le istituzioni locali (regione) centrali (ministero del lavoro e delle politiche sociali) e le organizzazioni sindacali.
In riferimento alla problematica delle mensilità arretrate, che sarà anch'essa oggetto di discussione nel predetto piano, è stato comunicato che si è già provveduto come da accordi precedentemente presi, all'erogazione delle mensilità di ottobre di tutti i dipendenti della sede di Perugia e delle filiali (compreso Catania) e che sono stati già erogati importi a titolo di acconto, di elevato ammontare, per le restanti mensilità ivi compresa la filiale di Catania (per quest'ultima circa 15.000 euro).
L'azienda si è impegnata e si sta impegnando a confrontarsi con le varie realtà locali.
In tale ottica si procederà ad erogare, d'intesa con le associazioni di categoria, ulteriori emolumenti a titolo di acconto sia per il personale in forza presso la sede di Perugia che per i dipendenti delle varie filiali che non hanno voluto beneficiare immediatamente degli emolumenti dovuti, spinti da spirito di solidarietà nei confronti dei colleghi.
Le prospettive future sono di sicuro interesse per un rilancio dell'intera attività sul territorio nazionale tale da mantenere alto il nome dell'azienda perugina da sempre leader nel settore.
Si evidenzia, inoltre, che n. 43 lavoratori della sede di Perugia hanno presentato in data 18 febbraio 2004 richiesta di tentativo obbligatorio di conciliazione ex articolo 410
A seguito poi di richieste di intervento al Servizio Ispettivo della DPL da parte della FILT-CGIL di Perugia e di Arezzo, è stato disposto un accertamento ispettivo al termine del quale è emerso che n. 44 lavoratori delle sedi di Perugia e di Arezzo non hanno percepito le mensilità di cui sopra; per tale motivo l'azienda è stata sanzionata per la violazione dell'articolo 1 della legge 14 luglio 1959, n. 741. Nel corso dell'accertamento è emerso inoltre che la ditta non versa i contributi previdenziali ad eccezione delle quote a carico dei lavoratori, contributi a carico dell'azienda quantificabili ad oggi a oltre euro 1.800.000,00.
Si precisa, ancora, che i lavoratori addetti alle sedi di Perugia e di Arezzo hanno presentato alla citata DPL, che ha già provveduto, richiesta di accesso ai documenti amministrativi ai sensi della legge n. 241 del 1990 al fine di ottenere copia delle buste paga relative ai mesi sopracitati al fine di agire in giudizio.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.
in data 4 marzo 2003 a Terlizzi (Bari) un operaio extracomunitario moriva vittima di un infortunio sul lavoro;
l'operaio in questione aveva 41 anni e si chiamava Bardhul Latifi ed era di nazionalità albanese;
l'operaio rimaneva schiacciato dall'impianto di confezionamento dei laterizi, all'interno della fabbrica denominata «Laterificio Pugliese»;
il dramma si consumava mentre il signor Bardhul Latifi si apprestava a rimuovere dei mattoni da un nastro trasportatore e veniva colpito da una pinza adoperata per sollevare i laterizi;
l'operaio presentava dei traumi diffusi su tutto il corpo e lesioni multiple soprattutto all'addome;
i carabinieri di Terlizzi successivamente ponevano sotto sequestro l'impianto di confezionamento del «Laterificio Pugliese»;
il Laterificio Pugliese, così come risulta all'interrogante, è ubicato in un quartiere densamente popolato della città di Terlizzi e solleva da tempo, per il suo straordinario impatto ambientale, le proteste e le denunce di molti cittadini;
risulta all'interrogante che sul corpo dell'operaio non sia stata effettuata l'autopsia e che il corpo sia stato sepolto in territorio albanese;
le ragioni della mancata autopsia risultano incomprensibili all'interrogante -:
quali azioni il Ministro del lavoro e delle politiche sociali intenda porre in essere per garantire il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro all'interno del «Laterificio Pugliese»;
se il Ministro della salute non ritenga opportuno avviare una indagine sul territorio terlizzese e limitrofo, affinché si possa conoscere l'effettivo livello di inquinamento prodotto dalle ciminiere della fabbrica;
se il cittadino albanese fosse in possesso di tutti i requisiti stabiliti dalla normativa italiana per svolgere il lavoro dipendente: iscrizione nelle liste di collocamento, contribuzione INPS e relativa busta paga.
(4-05690)
Il ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito delle sue competenze, ha incrementato l'azione di vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro, utilizzando tutte le risorse attualmente disponibili ricorrendo,
Sembra opportuno ricordare che è stato recentemente approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, il decreto attuativo di cui all'articolo 8, della legge 14 febbraio 2003, n. 30 (legge Biagi), che prevede il riordino e la razionalizzazione dei servizi ispettivi di tutti gli organi di vigilanza, con attribuzione della direzione e del coordinamento operativo alle direzioni regionali e provinciali del lavoro, che si attiveranno sulla base delle direttive, adottate dalla direzione generale appositamente costituita.
Inoltre, la legge di semplificazione 2001 ha previsto, all'articolo 3, una delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori: delega che tra breve sarà esercitata.
Sul tragico incidente avvenuto il 3 marzo 2003, che ha causato la morte del signor Latifi Pardhul, si fa presente che lo stesso era stato regolarmente assunto dalla società «Laterificio Pugliese», in data 13 agosto 1999, con la qualifica di pressatore in laterizi ed era in possesso di tutti i requisiti stabiliti dalla normativa italiana, per svolgere il lavoro dipendente, nonché regolarmente inquadrato sia ai fini contrattuali che a quelli assicurativi-previdenziali.
Poi, secondo quanto riferito dall'ufficio territoriale del Governo di Bari, l'incidente si è verificato durante un intervento manuale, effettuato dall'operaio all'interno di un macchinario per l'imballaggio dei laterizi. È risultato che l'operaio Latifi Pardhul era entrato, infatti, all'interno del suddetto macchinario, nell'intento di rimuovere due mattoni che ostacolavano il meccanismo e che nel corso dell'operazione si sia riattivato il ciclo automatico dell'impianto con la relativa pinza pneumatica per il prelevamento finale del pacco, che ha causato lo schiacciamento subito dall'infortunato.
Il signor Latifi veniva tempestivamente soccorso e portato con l'autombulanza all'ospedale di Terlizzi, dove veniva diagnosticato uno «Stato preagonico in politraumatizzato con grave trauma chiuso dell'addome e con lesioni endoviscerali e vascolari multiple». Dopo vari accertamenti clinici e diagnostici, compresa la TAC, l'infortunato veniva sottoposto ad intervento chirurgico d'urgenza ed in seguito, permanendo lo stato di shock, veniva trasportato all'ospedale di Trani, nel reparto di rianimazione, dove, alle ore 21 circa, decedeva per «collasso cardiocircolatorio in conseguenza del grave stato di shock emorragico da trauma addominale, con rottura epatica».
L'autorità giudiziaria, informata del decesso, non ritenendo, evidentemente, necessario il ricorso all'esame necroscopico, disponeva il nulla-osta per le esequie, ai sensi dell'articolo 116, comma 1, del decreto legislativo n. 271/1989.
Per quanto concerne l'accertamento di responsabilità penali, eventualmente, ravvisabili nella dinamica dell'infortunio, la procura della Repubblica, presso il tribunale di Trani, ha affidato la relativa inchiesta al competente dipartimento di prevenzione della A.S.L. BA/1, che espleta le indagini attraverso l'organo di vigilanza del Servizio di medicina del lavoro. L'esito degli accertamenti, conclusi nel mese di giugno 2003, sono stati riferiti alla citata Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani.
Per quanto attiene, poi, all'ubicazione dell'opificio si precisa che la società in esame, presso la quale lavorano, al momento, 101 dipendenti, di cui 77 operai e 24 impiegati, non è molto distante dal centro abitato ma era, comunque, in una posizione sicuramente periferica all'epoca dell'insediamento, risalente al 1932.
Risulta, altresì, che ci sono state diverse istanze ed indagini in merito ai temuti inquinamenti ambientali, dovuti alle emissioni dei camini ed alla rumorosità degli impianti.
Della suddetta questione si è occupata di recente la già citata Procura che dopo le opportune indagini, concluse il 21 gennaio 2002, ha archiviato il procedimento penale, non ravvisando elementi sufficienti per sostenere l'accusa, tenendo conto che le immissioni provenienti dall'opificio non superano le soglie di normale tollerabilità e
Ad ulteriore precisazione, si riferisce che l'attività dello stabilimento è assoggettata all'autorizzazione dell'assessorato della regione Puglia, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, ai controlli disposti dalla stessa regione Puglia, oltre che dal settore ambiente ed ecologia del comune di Terlizzi, al quale la ditta in esame invia trimestralmente l'esito delle verifiche sulla rumorosità e delle analisi delle immissioni in atmosfera.
Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e per le politiche sociali: Maurizio Sacconi.