Back

Seduta del 17/6/2003


Pag. 16


...
Audizione del dottor Adolfo Izzo, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola, e del dottor Federico Bisceglie, sostituto procuratore presso il tribunale di Nola.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Adolfo Izzo, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola e del dottor Federico Bisceglie, sostituto procuratore presso il tribunale di Nola. Tale audizione costituirà l'occasione per acquisire elementi informativi in ordine ai profili di attività del loro ufficio concernenti le materie oggetto dell'inchiesta, tra cui rileva lo svolgimento di indagini atte a far luce sul ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni illecite che lo gestiscono, sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, con particolare riferimento alle associazioni criminali di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale.
La Commissione intende acquisire specifici dati ed elementi informativi, per quanto di competenza, sugli sviluppi delle indagini inerenti in particolare le recenti vicende di smaltimento illecito dei rifiuti nel territorio del comune di Nola.


Pag. 17


Nel rivolgere un saluto ed un ringraziamento per la disponibilità manifestata, do la parola al dottor Adolfo Izzo, riservando eventuali domande dei colleghi della Commissione al termine del suo intervento.

ADOLFO IZZO, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola. Ringrazio il presidente Russo e mi dichiaro onoratissimo di essere stato ritenuto degno di informare la Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, che in questo momento storico ha un compito difficile e, al contempo, molto importante. Mi auguro, nei miei limiti, assai modesti, di poter illuminare la Commissione e, attraverso questa, il Parlamento, che dovrà eventualmente integrare l'ordinamento che attualmente disciplina la tutela delle territorio sotto i diversi aspetti - personalmente, ho competenza soltanto in quello relativo ai rifiuti -, considerando che i danni al territorio sono irreparabili o quasi. Mentre per altri aspetti, quale può essere un particolare momento di aggressione da parte della delinquenza contro il patrimonio, contro l'economia, eccetera, ci si può risollevare se si riesce a contenere questo attacco ed a riportarci a misure accettabili (perché certo nessuno può aspettarsi di risolvere i problemi al 100 per cento), diverso è per quanto riguarda il territorio; territorio che - lo dico, se me lo consentite, anche nella mia posizione di cittadino - dobbiamo meritare per quello che ha espresso in passato. Non so se sono i miei sessant'anni a portarmi a visioni nostalgiche, poiché quando uno è giovane è distratto anche da altre bellezze, mentre a questa età si è portati a ripercorrere i tesori che, prima di tutto, ci ha lasciato madre natura - per chi è credente, il Padreterno - e poi i tesori che ci hanno lasciato, a tutti livelli, coloro che ci hanno preceduto e che hanno saputo, forse molto meglio di noi, interpretare queste esigenze di tutela.
È stata, questa, una mia preoccupazione sin dal 1994, cioè da quando sono stato chiamato, molto affrettatamente, da parte del Consiglio superiore, ad occupare la responsabilità di procuratore della Repubblica di Nola, ufficio nuovo che, opportunamente, si è costituito in Campania - insieme ad altri due uffici in territori altrettanto difficili, cioè quelli di Torre Annunziata e di Nocera Inferiore - e che appartiene alla corte d'appello di Salerno. In questa area, che molte volte, per comodità, definiamo area vesuviana, c'è un grosso comprensorio, che è diventato parco naturale e fortunatamente è ancora rimasto per buona parte integro, per cui, nonostante vi siano state alcune situazioni di abusivismo edilizio, dal punto di vista dell'inquinamento si possano rilevare dati più confortanti.
Tuttavia, esiste una vastissima area - non dico cose nuove e credo che la Commissione lo sappia meglio di me - in cui vi è una situazione di scempio, di vero e proprio disastro ambientale. Noi ci occupiamo anche di un'indagine che è stata promossa su denuncia degli amministratori del comune di Acerra e già alcuni anni fa scoprimmo nel territorio di Acerra una vastissima area, la cui dimensione reale non siamo, però, riusciti a verificare, in cui erano presenti rifiuti industriali, rifiuti speciali; tant'è che qualcuno faceva la battuta che i broccoli che si coltivavano in superficie fossero particolarmente tenaci, al ferro, quasi radioattivi. Dunque, già nei primi anni in cui si è acquisita la procura ci trovammo a scoprire queste aree, che pare fossero conosciute soltanto informalmente; mentre formalmente non se ne conosceva l'esistenza. Aree nelle quali ancora oggi continua quel fenomeno di sfruttamento del territorio da parte di sciagurate ditte e di sciagurati trasportatori, i quali - non so con quale tornaconto a livello patrimoniale, ma è facile immaginarlo - accettano di scavare, riempire e coprire, in modo che nessuno abbia a rilevare, disponendo soltanto di mezzi comuni quali la vista e l'olfatto, a meno che non vi siano prodotti che emettono miasmi particolari.
Già da qualche anno io vado dicendo che il problema della bonifica, ammesso che si voglia finalmente cominciare a parlare concretamente di questa esigenza,


Pag. 18

deve partire anche da una osservazione aerea, che avrebbe lo scopo di compiere rilevazioni con gli strumenti tecnici che oggi esistono, ma di cui la procura non può disporre, vista la modestia, che potete immaginare, dei suoi mezzi finanziari. Questo è un discorso di pretto carattere amministrativo, più che giudiziario; perché dal punto di vista giudiziario io posso andare a verificare la situazione che è conseguenza dell'azione del singolo, ma non un fenomeno dalla portata così vasta quale quello che affligge il territorio nolano e, credo di poterlo dire, tutta la Campania. Io sono nato nel Cilento, che è parco naturale, e posso dire che anche nel Cilento vi sono, purtroppo, ormai esempi di questa sciagurata utilizzazione del territorio.
Voglio ricordare questo particolare: pochi giorni fa, il prefetto di Napoli, cogliendo un'iniziativa consorziale di molti comuni, ha promosso una riunione al fine di coordinare un intervento più efficiente di tutela del territorio in senso lato, coinvolgendo, dunque, le forze dei comuni e coordinandole con gli organi dello Stato; parlo di forze dell'ordine e di autorità giudiziaria, il che spiega l'invito che io ho ricevuto a partecipare a tale riunione, alla quale ha fatto seguito un incontro maggiormente a livello operativo, con il questore ed il comandante provinciale dei Carabinieri. Questo per dare inizio ad una attività di maggiore controllo sul territorio, per verificare dove vi sia possibilità di migliorare l'efficienza dei vari organismi, di migliorare la professionalità dei vigili urbani. Nola, per esempio, come ufficio giudiziario è impegnata a costituire una squadra di vigili urbani, che dovrebbero, naturalmente, essere conferiti alla procura dai comuni - soprattutto quelli che hanno maggiore importanza, cioè che possono di più, ma si potrebbe anche prevedere una rotazione - in modo tale che questi vigili urbani acquisiscano, alle dipendenze funzionali della procura, in base alla legge che prevede la costituzione di nuclei speciali di polizia giudiziaria, non solo una maggiore professionalità, ma soprattutto una competenza estesa a tutto il territorio dei vari comuni consorziati e, direi, a tutto il circondario.
Una volta costituita, una squadra di questo genere potrebbe dare uno grosso aiuto al modesto nucleo di polizia giudiziaria che già è alle mie dipendenze e lavora molto bene, essendosi integrato da qualche anno. Devo ringraziare il Ministero per le politiche agricole che, attraverso il Corpo forestale, ha avuto particolare sensibilità nel costituire queste forze, con le quali, dunque, noi lavoriamo già; ma abbiamo necessità di organizzare un più efficace intervento sia contro l'abusivismo edilizio, sia contro il fenomeno delle discariche, soprattutto quelle ad opera dei privati.
Peraltro, pur apprezzando la sensibilità di vari organismi, sia a livello di amministrazione locale, sia regionale, devo dire che vi è qualche riserva da parte mia, che non so se mi compete manifestare in qualità di cittadino o di procuratore della Repubblica. Infatti, come procura della Repubblica, abbiamo dovuto interessarci anche delle cosiddette aree di stoccaggio provvisorie, che ci sono sembrate e poi, in effetti, abbiamo riscontrato essere, delle vere e proprie discariche; discariche che provenivano non dalla azione maldestra, se non criminale, di privati, ma che, purtroppo, derivavano da scelte della pubblica amministrazione, che si dice siano state motivate da una situazione d'emergenza: consentitemi di dire che da nove anni ancora mi sto interrogando su questo. Già quando ho conosciuto il prefetto Catalani, che molto bene resse la responsabilità di prefetto di Napoli, nell'anno 1994-95, ci ponevamo il problema di dover operare d'urgenza. Ricordo che il prefetto Catalani destinò a discarica un'area che era stata oggetto di sequestro giudiziario, in quanto si era verificato lì un grosso danno al patrimonio archeologico. Purtroppo, il danno si era già verificato, appurammo che la destinazione a discarica non ne avrebbe procurati altri (appunto perché lo scempio era già stato compiuto), quindi dissequestrammo quell'area affinché diventasse


Pag. 19

uno strumento per rimediare all'emergenza - si noti: anno 1994 - e per poter pensare al futuro.
Ancora oggi abbiamo dovuto constatare e siamo intervenuti per soluzioni motivate dall'emergenza. Certamente noi non stiamo a sindacare, né potremmo farlo, le scelte discrezionali della pubblica amministrazione; però, a volte esse ci sembrano (e lo sono) in contrasto con la normativa generale che tutela l'ambiente, e quindi la salute pubblica, attraverso la configurazione di determinate caratteristiche e, innanzitutto, attraverso la proibizione assoluta di creare ulteriori discariche, proiettandosi, invece, verso soluzioni moderne, già recepite altrove, e avviando anche nel nostro territorio la produzione delle così dette balle di CDR. Noi abbiamo sequestrato un'area di Terzigno, nel parco del Vesuvio, che con molta disinvoltura era stata destinata ad ennesima area di stoccaggio provvisorio di (in questo caso si diceva) balle di CDR. Abbiamo in corso un accertamento di carattere giudiziario per verificare se veramente abbiamo a che fare con CDR o se si tratti di rifiuti urbani o, addirittura, di rifiuti speciali camuffati da CDR. Questo è compito dell'autorità giudiziaria perché, se fossero fondate le riserve di alcuni, avremmo il dovere di riportare la destinazione dei rifiuti nell'alveo delle leggi vigenti.
Ci auguriamo che questo sia stato l'ultimo nostro intervento, perché questa emergenza, che ormai dura da troppi anni, sembra tanto dovuta alla necessità di risolvere certi problemi a livello di competenza. Parlo di emergenza perché sappiamo che in base al quantitativo di rifiuti che produciamo, come è stato fatto anche l'anno passato, quando si è ripreso lo sfruttamento di quell'area lontana, individuata nel 1994, possiamo prevedere quando si arriverà all'esaurimento di certe situazioni; quindi, se prendiamo le decisioni quando ormai le aree sono già arrivate al massimo della loro possibilità di recepire rifiuti, è chiaro che ci troviamo in una ennesima situazione di emergenza. E, di emergenza in emergenza, visto che stiamo facendo degli impianti e stiamo producendo del CDR, mi domando, come cittadino, perché, tranne che in alcuni comuni dell'area nolana e dell'area salernitana, ancora non vi sia alcuna iniziativa concreta perché si proceda alla cosiddetta raccolta differenziata, che è un patrimonio di cultura, di sensibilità dell'intero territorio nazionale. L'ho osservato pochi giorni fa a Firenze, lo verifico tutti giorni quando vengo a Roma, accade in altre città del nord: la raccolta differenziata è un patrimonio di sensibilità, perché di sensibilità si tratta, e non credo che i cittadini, nella stragrande maggioranza, si sottrarrebbero a questa pratica. Ci saranno anche gli «irriducibili», come in altri settori, ma noi ci auguriamo che gli altri aderiscano, come accade anche a Nola, dove dallo scorso anno esiste la raccolta differenziata.
Dico questo perché non vorremmo poi trovarci nell'imbarazzo di dover fronteggiare con il ricorso all'obbligo di legge certe scelte che contraddicono la legislazione vigente: io, come procuratore della Repubblica, ho il dovere di tutelare gli interessi generali e, soprattutto, la salute dei cittadini; non credo che tale scopo si persegua con strumenti di repressione ad oltranza, mentre ci auguriamo che esso richiami l'attenzione di chi ha il dovere di operare delle scelte, in ossequio alla legge, perché esso è per noi motivo di ulteriore fatica, oltreché di delusione come cittadini.
Aggiungo soltanto un'ultima considerazione. Come accennavo all'inizio, è stata importante in Campania la scelta della costituzione di quei nuovi uffici giudiziari, in quanto ciò ha decongestionato, o dovrebbe decongestionare, il grande lavoro che prima gravava sulla elefantiaca struttura giudiziaria napoletana ed anche perché è positivo che vi sia sul territorio provinciale una attenzione più diretta da parte dei vari organismi preposti alla tutela dell'interesse generale, compreso quello giudiziario. Purtroppo, a questo riguardo devo dire che ancora continua la nostra battaglia: affinché essa sia efficace e raggiunga buoni risultati, dobbiamo auspicare che al più presto sia gli organi amministrativi sia quelli giudiziari arrivino


Pag. 20

a livelli di efficienza tali da poter rappresentare per il cittadino motivo di riflessione, poiché la prevenzione è legata all'efficienza di chi dovrebbe far rispettare la legge. Se manca il custode, se manca il controllore sull'autobus, molti cittadini sono tentati di salire senza pagare il biglietto; se, invece, vi è un controllore che richiama l'attenzione sull'opportunità di pagare il biglietto, si può allora realizzare quel discorso di prevenzione, che credo sia l'unica via da seguire. Visto l'attuale diffuso fenomeno di illegalità, sarebbe assolutamente assurdo pensare solo alla repressione; ma avere la possibilità di dimostrare che l'autorità amministrativa e l'autorità giudiziaria sono vigili nell'opera di tutela degli interessi fondamentali dei cittadini credo sia un risultato che il Parlamento, attraverso anche l'impulso di questa Commissione, può aiutare a conseguire.
Concludo questa mia esposizione, che è stata, forse, un po' lunga - cosa della quale chiedo scusa -, ricordando che siamo consapevoli di essere titolari di una responsabilità a livello giudiziario assai maggiore delle nostre capacità fisiche, poiché siamo pochi, nonostante tutto, per un territorio di 600 mila persone. Siamo la procura che ha il maggior carico di lavoro tra le procure non distrettuali (distrettuali sono quelle costituite presso i capoluoghi di distretto: Napoli, Firenze, Roma, Milano, Brescia, Venezia; tutte le altre sono procure analoga a quella di cui io sono procuratore), e badate che affermando che tutte le altre procure non distrettuali hanno un carico di lavoro inferiore a quello della procura di Nola non mi riferisco alla pendenza del lavoro arretrato, che potrebbe dipendere anche dalla nostra inefficienza, ma soltanto alle notizie di reato che noi iscriviamo ogni anno. Ogni notizia di reato è una domanda del cittadino onesto perché si verifichi l'accertamento di un illecito e questo è un obiettivo che io spero di poter realizzare anche senza oneri di spesa, perché quando in Italia si propone una rivisitazione degli strumenti, sia materiali sia a livello di persone, non credo che questo procuri una spesa maggiore di quella di dover pagare dei consulenti; ma ci si potrebbe anche basare su modeste commissioni in grado di rivedere queste situazioni di sperequazione. Vi ringrazio.

PRESIDENTE. Vi è ancora un profilo che ci potrebbe interessare; peraltro, giovedì prossimo la Commissione procederà all'audizione dell'assessore alle politiche territoriali e all'ambiente e dell'assessore alla sanità della Campania sulla questione diossine. Le chiedo se vi siano procedimenti in corso, se vi siano iniziative che la sua procura ha messo in campo. Inoltre, pur nei tempi ristrettissimi di cui disponiamo, le chiedo di dirci se vi siano iniziative in corso a proposito della realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione di Acerra.
Do ora la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

GENNARO CORONELLA. Proprio prendendo spunto dalla domanda che le ha rivolto il presidente, vorrei chiederle, dottor Izzo, se riguardo alla diossina che, come si sa, è stata scoperta nella zona ricadente nella procura di Nola e a Santa Maria Capua Vetere vi siano stati sequestri di aziende o altre iniziative. Io ho letto una relazione del dottor Roberto Fanelli, eseguita su commissione della procura, che attribuisce il fenomeno della contaminazione alla combustione da rifiuti; le chiedo, allora, se la procura di Nola stia lavorando sul versante della responsabilità, poiché mi sembra quanto mai strano che colui che sarebbe parte lesa nel procedimento sia, poi, il primo a subire un danno, mentre chi ha danneggiato, chi ha contribuito ad inquinare non subisca alcuna conseguenza. Chiedo a che punto siano le indagini e se la procura abbia individuato qualche responsabilità.

PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per le risposte.

ADOLFO IZZO, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola. Nella consapevolezza che questo fenomeno di


Pag. 21

possibili inquinamenti non solo delle acque sotterranee, ma soprattutto della atmosfera, poteva avere una portata molto vasta, quando è stato possibile avere una maggiore disponibilità di forze in termine di magistrati, a Nola, cioè dal 2000, quando sulla carta siamo arrivati a 13 magistrati complessivamente, seguendo anche le indicazioni che venivano dal Consiglio superiore, abbiamo costituito una sezione... (Commenti). Sì, solo la procura ha 13 magistrati. Pensi che come carico di lavoro noi superiamo Santa Maria Capua Vetere, che per la procura dispone di 28 magistrati. Se viene a controllare i registri generali di Santa Maria Capua Vetere e di Nola verificherà quanto le dico. Per questo poco fa ho detto che siamo la prima procura in Italia non a livello di fascicoli che pendono polverosi, ma a livello di reati.
Ieri si è parlato di due milioni di bombole di contrabbando: noi lavoriamo all'ingrosso! È difficile che i nostri fascicoli riguardino cose minute. Proprio ieri, su RAI 3 regionale, abbiamo parlato con la Guardia di finanza di una operazione che la procura di Nola ha compiuto, effettuando vari arresti nell'ambito di una associazione criminale che, nel corso della sua attività, ha collocato due milioni di bombole di gas. Noi abbiamo creato una sezione apposita che si interessasse dei problemi di tutela del territorio e di quegli aspetti dell'azione della pubblica amministrazione che potrebbero, in qualche modo, favorire questa situazione. Ecco perché i colleghi che appartengono a tale sezione si interessano non solo dei reati specifici previsti a tutela del territorio, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione: parliamo di abusi di potere, di corruzione e via dicendo, tutte manifestazioni che potrebbero aver favorito attività criminali.
I primi processi in questa materia sono nati già prima. Adesso ci stiamo interessando al problema soprattutto con il sequestro delle grandi discariche realizzate nell'area di Tufino, dove siamo intervenuti quando il danno era già in atto e, soprattutto, si erano enormemente superati i livelli progettuali di questa discarica. In altri termini, a Tufino abbiamo sequestrato due montagne di «monnezza»: mi scusi se uso questa espressione, ma, forse rendere maggiormente il sentimento che ci ha colti quando abbiamo verificato lo scempio attuato in quel territorio, dove esistono due enormi montagne di «monnezza», create - credo - molto al di là dei limiti progettati quando quelle discariche furono programmate. Ebbene, su quest'area noi stiamo compiendo accertamenti anche per verificare gli effetti nocivi nella falda acquifera: l'anno scorso siamo addirittura dovuti intervenire in via d'urgenza (il collega può essere più particolareggiato di me) quando abbiamo verificato che in occasione di semplici temporali si produceva il fenomeno della percolato, che superava i bacini di raccolta previsti per il deflusso delle acque piovane. Questo percolato, assai pericoloso, finiva con l'inquinare tutti i territori circostanti, anche di carattere agricolo. Sempre su quell'area, che è anche densamente popolata, abbiamo verificato gli effetti nocivi che derivano nell'atmosfera dalle discariche ed abbiamo proceduto a sequestri.
Nel nolano vi è una incidenza elevatissima di fenomeni tumorali, soprattutto a livello delle vie respiratorie, e qualcuno pensa che questa situazione anomala rispetto alla media nazionale possa essere causata da seri problemi di inquinamento. Come lei ha già accennato, noi abbiamo accertato le presenza di diossina nei pascoli destinati al foraggiamento dei greggi di pecore, quindi poi nel latte, eccetera. Qualcuno ci ha rassicurati sulla entità del fenomeno, che pare non abbia dimensioni eccessivamente preoccupanti; ma certamente sappiamo che i rifiuti, soprattutto quelli speciali, se bruciati emettono sostanze gassose velenose, tossiche per la salute umana. Non possiamo certamente intervenire in via preventiva, perché non spetta a noi, ma se un domani si dovesse verificare che un qualsiasi impianto non funziona adeguatamente, emettendo sostanze velenose, l'autorità giudiziaria dovrrebbe intervenire. Almeno, ce lo auguriamo e ci auguriamo di poter avere la


Pag. 22

forza necessaria per curare un fenomeno così esteso. Infatti, questo è certo tra le mie preoccupazioni, tra i miei impegni sommi, ma noi dobbiamo curare tutti gli interessi della gente, dalla tutela della reputazione al contrasto dell'abusivismo edilizio, che è anch'esso assai dannoso per il territorio; abbiamo problemi di reati a livello societario che sono tutti di grosse dimensioni.
I miei sostituti sono al limite delle loro capacità e non possiamo certo dire di avere un numero sufficiente di soldati per affrontare il nemico. Questo è discorso che sto ripetendo da molti anni, anche perché i nuovi uffici giudiziari di Nola non sono certo partiti da un carico zero, bensì ereditando tutto l'arretrato che riguardava il mio territorio e che gravava sugli uffici napoletani. Ricordo che nei primi mesi eravamo due magistrati applicati e il procuratore: questo è il modo in cui hanno aperto i nostri uffici. A questa struttura si è ritenuto, nove anni fa, di affidare le sorti di questo tipo di interessi e qualcuno ha pensato che si dovesse mandare a Nola un dirigente proveniente dalla sezione fallimentare, forse perché pensavano che fosse un esperto di fallimenti, ed era ovvio che si fallisse! Fortunatamente, progressivamente siamo migliorati a livello di efficienza, cioè di dotazione di mezzi, ma non siamo alla situazione ottimale. Naturalmente, parlo sempre comparativamente, perché in assoluto non lo sarà mai nessun ufficio in Italia; ma quando avremo una dotazione di mezzi adeguata alla media nazionale, credo che il nostro lavoro, per quanto modesto, potrà avere quell'effetto di prevenzione cui prima facevo cenno.

PRESIDENTE. Il dottor Bisceglie vuole aggiungere qualcosa relativamente alla questione della diossina?

FEDERICO BISCEGLIE, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola. La relazione del professor Fanelli è stata redatta su incarico della procura di Santa Maria Capua Vetere con la quale siamo in collegamento di indagini, dato che la problematica è comune e non si è ritenuto opportuno dare due consulenze a soggetti separati - anche sotto il profilo economico -. La procura di Nola, ben prima che risultasse la presenza di diossina, ha disposto il sequestro di decine - e mi tengo molto basso - di aree sulle quali sono stati rinvenuti rifiuti citati dal professor Fanelli quale causa della presenza di diossina, provenienti da aziende a vario titolo autorizzate al trattamento di questi rifiuti. Tengo a sottolineare il passaggio perché abbiamo una serie innumerevole di autorizzazioni amministrative rilasciate a soggetti che hanno la libertà di inquinare, in deroga al decreto Ronchi, avvalendosi dei poteri straordinari conferiti al commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania.
Queste autorizzazioni risultano non motivate né in ordine alla deroga prevista dalla legge del 1992, né con riferimento alle prescrizioni che devono seguire gli impianti. Una delle norme a tutela è l'articolo 51, comma 4, del decreto Ronchi che punisce non chi viaggia senza autorizzazione, ma chi lo fa senza rispettare le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni. E se nell'autorizzazione non c'è prescrizione, in virtù del principio di legalità non si configura alcun reato: di conseguenza, questi soggetti continueranno ad inquinare.
Ciò posto abbiamo avviato delle iniziative sia per gli incendi, in particolare di materiale proveniente dalla demolizione di autoveicoli, sia per l'area di Bosco Fangone e non posso escludere che, a seguito di un paio di indagini in corso, riusciremo ad arrivare a risultati di una certa consistenza.
Sono titolare di questo procedimento nell'ambito del quale si è ritenuto che la vicenda diossina fosse un problema riguardante squisitamente la salute pubblica (e, quindi, di natura amministrativa) rimanendo di competenza dell'autorità giudiziaria l'aspetto dell'inquinamento. In questo caso, per l'inquinamento da diossina c'è un'assoluta carenza di studi sul nesso di causalità con riferimento ai tumori ed


Pag. 23

all'inquinamento. Mi spiego meglio. Gli sforzi compiuti tendevano a capire attraverso quale escamotage amministrativo si giungesse all'indennizzo o al risarcimento nel caso fossero state sequestrate, amministrativamente o giudiziariamente, le mandrie bufaline od ovine. Nessuno però ha pensato di mettere questi animali in una struttura per studiarli e stabilire le modalità di produzione e gli effetti provocati dalla diossina sull'organismo degli animali. In materia, non abbiamo assolutamente nulla, anche perché si tratta di uno studio che non può compiere la procura della Repubblica.

GENNARO CORONELLA. La relazione Fanelli trattava anche questo aspetto, dal momento che si concentrava anche sui grassi.

FEDERICO BISCEGLIE, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola. Giungere al sequestro del gregge che produce il latte è abbastanza semplice, perché essendo destinato all'alimentazione umana chiunque è disposto in via cautelativa - uso un termine improprio sotto il profilo giudiziario - a sequestrare il latte; per quanto riguarda invece il sequestro degli impianti, che sono la causa della produzione di diossina, ogni giudice ci pensa decine di volte prima di disporlo, tanto più se questa misura viene disposta in presenza di un'autorizzazione amministrativa. Il giudice, infatti, parte dal presupposto che l'autorizzazione amministrativa esiste e per stabilire che l'autorizzazione è di favore - e vi assicuro che ce ne sono tante - deve provare necessariamente la collusione del pubblico ufficiale che l'ha rilasciata. E dopo la modifica dell'abuso d'ufficio, questo non si prova più, quasi mai.

ADOLFO IZZO, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola. È relativamente più facile accertare la mancanza di rispetto dei propri doveri da parte del pubblico ufficiale. Il problema è che ci troviamo di fronte a fenomeni per i quali il rapporto di causalità con un'industria o con l'altra è difficile da stabilire.
Lei, onorevole, ha parlato di incendi. Se farà una passeggiata sul nostro territorio troverà tracce di incendi dappertutto e tracce di discariche, più o meno estese, che non si sa a chi attribuire, a meno che non si riesca ad individuare nella gomma bruciata o nel bidone determinate scritte o caratteristiche che consentano di arrivare ad una ditta escludendo un'altra. È difficile giungere ad un risultato certo sul rapporto di causalità tra l'effetto nocivo ed una determinata industria: oggi siamo in grado di dire che bruciare determinati rifiuti è pericoloso perché possono produrre diossina, quindi è necessario assicurarsi a livello di prevenzione e di corretta amministrazione che i rifiuti destinati agli inceneritori siano realizzati secondo le norme tecniche approvate dal legislatore. Se non ci attiveremo, come sta succedendo in Campania, per il rispetto di questa distinzione fondamentale, ci troveremo di fronte a fenomeni ambientali rispetto ai quali sarà difficile individuare i responsabili.
È fondamentale che il provvisorio sia veramente tale; anche la vita è provvisoria, ma se facciamo diventare vere e proprie discariche le aree provvisorie, aumenteranno i problemi di ordine pubblico e si riproporranno i roghi dei cassonetti bruciati, che producono sostanze gassose velenose. È sufficiente passare nei pressi di San Gennaro Vesuviano per rendersi conto di quanto ho detto, perché quando il vento soffia in una certa direzione è necessario chiudere bene e tempestivamente i finestrini. Non so come la pensino gli abitanti dell'area di Tufino o di quella prossima alle discariche, ma queste scelte non competono all'autorità giudiziaria, siamo a livello di discrezionalità tecnica. Sto parlando sulla base di nozioni di comune diligenza e ci auguriamo che certe strane resistenze non siano legate ad interessi di criminalità comune - che perseguiremo -, fermo restando che se fossero interessi legati alla


Pag. 24

criminalità camorrista interverrà la procura della Repubblica di Napoli.
I tecnici ci illumineranno, ma ci auguriamo che non sia da sospettare che certe resistenze o certe maldestre iniziative dipendano non da una scarsa attenzione al fenomeno, ma da collusioni con interessi criminali.

PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti per le relazioni e per i suggerimenti offerti. La Commissione attiverà una procedura di natura tecnica, nell'ambito di Priolo after, e guarderà attentamente al patto per la legalità ambientale attivato dal prefetto di Napoli. In questo senso la Commissione accoglie il messaggio sulle strutture, sui mezzi e sulle risorse umane necessarie al miglior funzionamento della procura, alla luce anche della qualificata azione svolta sul fronte ambientale.
Vi ringrazio nuovamente e vi auguro buon lavoro. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15,30.

Back