![]() |
![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge costituzionale, già approvata in seconda deliberazione dal Senato, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, d'iniziativa dei deputati Tremaglia; Pisanu ed altri e Pezzoni ed altri: Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione concernenti il numero dei deputati e senatori in rappresentanza degli italiani all'estero.
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale sul complesso del provvedimento.
MARCO PEZZONI. Signor Presidente, colleghi, signor sottosegretario, con oggi si chiude una fase importantissima dei nostri sforzi, degli sforzi del Parlamento italiano di riformare la nostra Costituzione per quanto riguarda l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero. Fa già parte della nostra Costituzione l'articolo 48, che nel testo attuale prevede l'istituzione di una circoscrizione Estero. Con questa seconda deliberazione, che si completa qui alla Camera, diamo finalmente piena attuazione a tale norma, prevedendo, agli articoli 56 e 57 della Costituzione, che la circoscrizione Estero sia composta da dodici deputati e da sei senatori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, la Lega nord Padania fin dall'inizio si è espressa su questo tema al fine di chiarire in modo definitivo gli aspetti operativi delle modifiche proposte. Con quest'ultimo passaggio parlamentare, oltre che a proporre diritti già esistenti, si è provveduto ad introdurre un nuovo principio che garantirà una rappresentanza parlamentare ai cittadini italiani all'estero. Si tratta di una rappresentanza considerevole, in quanto diciotto parlamentari, che in molte circostanze agiranno in sintonia per portare avanti i problemi a loro comuni, sono in grado di condizionare non poco la vita politica di questo paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garra. Ne ha facoltà.
GIACOMO GARRA. Signor Presidente, colleghi, al fine di dare attuazione al diritto di voto agli italiani all'estero, il Parlamento italiano ha dovuto porre in essere una procedura davvero complessa: si è pervenuti prima alla modifica dell'articolo 48 della Costituzione, onde inserire nel testo costituzionale il principio della circoscrizione estero, e si è poi avviato l'iter per la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione.
negli anni futuri l'Italia possa ancor meglio riaffermare il suo ruolo e la sua presenza nel mondo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scoca. Ne ha facoltà.
MARETTA SCOCA. Signor Presidente, la proposta di legge costituzionale al nostro esame viene da molto lontano, ma per la verità negli ultimi tempi si è proceduto molto celermente: infatti, dal 7 marzo 2000, quando è stata approvata dalla Camera dei deputati in prima deliberazione, ora ritorna, dopo essere stata al Senato, nuovamente al nostro ramo del Parlamento. Ciò che riempie veramente di soddisfazione è vedere che tutte le forze politiche, sia pure con qualche distinguo e con qualche perplessità all'inizio, alla fine hanno trovato una convergenza unanime su questa proposta di legge. Essa naturalmente non istituisce il diritto di voto dei cittadini italiani all'estero, ma ne rende possibile l'esercizio in una maniera non eccessivamente gravosa, cioè senza la necessità di recarsi nella madrepatria. Ciò consentirà ai cittadini italiani che vivono all'estero non solo di partecipare alla vita politica italiana, ma di dare anche il loro apporto con le esperienze maturate all'estero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanni Bianchi. Ne ha facoltà.
GIOVANNI BIANCHI. Dunque, dopo la deliberazione del Senato su un testo non conforme a quello trasmesso, la Camera riprende l'esame di uno dei provvedimenti necessari per dare attuazione al dettato dell'articolo 48 della Costituzione, da noi già modificato. Si potrebbe quasi pensare ad un eterno ritorno, ma non c'è rischio né di assuefazione né di overdose per un provvedimento che ci vede partecipi con entusiasmo, con passione civile. È un provvedimento non soltanto utile, ma addirittura, per il modo in cui investe il nostro diritto di cittadinanza, un provvedimento che ha una forse inedita caratura etica. Per questo sento di dover ringraziare per il lavoro condotto in questa direzione la presidente Rosa Jervolino Russo, il relatore Vincenzo Cerulli Irelli e l'amico onorevole Mirko Tremaglia, che non ha risparmiato energie in questo impegno.
novembre tutto questo avrà un suggello parlamentare con la conferenza dei parlamentari di origine italiana che si svolgerà in quest'aula. È un fatto inedito che però non deve essere considerato solo una cornice a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nardini. Ne ha facoltà.
MARIA CELESTE NARDINI. Signor Presidente, vorrei dare voce ad una posizione diversa in quest'aula. Siamo stati contrari e lo siamo ancora a questo provvedimento e abbiamo in più occasioni spiegato le nostre ragioni. Riteniamo fortemente ingiusta questa modifica costituzionale, perché tradisce lo spirito con il quale i padri costituenti sancirono nella nostra Costituzione il diritto di voto anche per gli italiani residenti all'estero. Infatti, giammai i padri costituenti avrebbero potuto immaginare che avremmo in seguito fissato una quota di deputati e senatori da eleggere in rappresentanza degli italiani residenti all'estero, oltretutto con una grande ingiustizia che prima o poi emergerà.
altre difficoltà. Supponiamo che un giorno si possa votare per corrispondenza, vi pongo allora un quesito: per quale motivo un portatore di handicap, un malato o un infermo non possono votare per corrispondenza? Credo davvero che stiamo introducendo una grande disparità tra coloro i quali debbono poter esercitare il medesimo diritto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Barone. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE DEL BARONE. Signor Presidente, colleghi deputati, penso che non debbano esser spese molte parole su questa proposta di legge costituzionale che è arrivata al nostro esame dopo un iter lungo e travagliato. Non debbono essere spese molte parole, dicevo, perché considero questo provvedimento un atto dovuto che, lungi dall'essere - mi consenta di dirlo con molta cordialità, onorevole Nardini - una sacca di negatività, a mio avviso rappresenta invece il rispetto di una sacca di italianità. E la cosa è ben differente.
democratico convintamente, decisamente e fermamente voterà a favore di questo disegno di legge (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.
DANIELE ROSCIA. Il gruppo misto autonomisti per l'Europa esprimerà voto contrario su questo provvedimento, in piena coerenza con le votazioni che abbiamo fatto nelle tre precedenti letture, per le ragioni che ci hanno portato a non riconoscere in questa riforma costituzionale una riforma che possa permettere agli italiani all'estero di partecipare alla vita politica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.
MARCO BOATO. Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, annuncio - come del resto avevamo già fatto in prima lettura - il voto favorevole dei Verdi su questa riforma costituzionale.
due leggi costituzionali, una sulla prima parte ed una sulla seconda parte della Costituzione; abbiamo ritenuto ulteriormente sbagliato fare riferimento solo all'elezione delle Camere quando, se davvero si vuole garantire l'effettività del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero, bisogna riferirsi anche al Parlamento europeo, per il quale votano oggi solo i cittadini che si trovano all'interno dell'Unione europea, nonché a regioni, province e comuni. Se vi è l'effettività del diritto di voto per chi risiede all'estero, essa non può che essere costituzionalmente riferita a tutti gli ambiti elettorali: Parlamento europeo, Parlamento italiano, regioni e sistema delle autonomie.
perché sia promulgata (sarà pubblicata), i tre mesi previsti dall'articolo 138 della Costituzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
FEDERICO ORLANDO. Signor Presidente, colleghi, comunico il convinto sì dei Democratici-l'Ulivo a questa importante riforma della Costituzione.
a legare di più una parte del popolo italiano, quella residente al di fuori dei confini, alla gestione politica del nostro paese che è il metodo migliore per battere il qualunquismo, ma ci aspettiamo da loro una reciprocità: che ci aiutino ad avere liste elettorali trasparenti e veritiere. La legge ordinaria che a ciò provvederà si prospetta dunque come un impegno non solo urgentissimo per i tempi ridotti, ma delicato e da adempiere da parte di tutti noi, Parlamento e Governo, in modo da rendere impossibili i sospetti e le polemiche sulla pulizia delle liste che hanno turbato le ultime elezioni referendarie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Domenico Izzo. Ne ha facoltà.
DOMENICO IZZO. Signor Presidente, colleghi, anche nella precedente lettura di questo provvedimento ho espresso le mie riserve e le mie perplessità che mi hanno condotto ad esprimere poi, in conclusione, un voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà.
MIRKO TREMAGLIA. Miei cari colleghi, caro Presidente, credo di avere parlato moltissimo in tutti questi anni: finisce oggi un discorso avviato da 45 anni, perché la prima proposta nel processo legislativo è del 22 ottobre 1955. Quante illusioni, quante delusioni, quanto ostruzionismo, quanto stress, quante discussioni, ed anche qualche vittoria! Riformiamo per la seconda volta la Costituzione della Repubblica: la prima riforma ha riguardato l'articolo 48, andiamo a vedere la Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2000, per quanto riguarda l'istituzione della circoscrizione Estero, che dà la possibilità a milioni di cittadini italiani di votare direttamente per i propri rappresentanti nel Parlamento italiano.
stesso e godere della grande stima e ammirazione di tutto il mondo: si tratta di tre milioni di cittadini italiani e, se qualcuno fa i distinguo tra 2 milioni 600 mila e 3 milioni, dobbiamo ripetere ancora una volta al Governo che non è stato capace di un'azione di bonifica sui dati. Il Parlamento, attraverso la Commissione affari esteri da me presieduta, nel 1994, aveva svolto un'indagine conoscitiva, nell'ambito della quale era emerso che, su 300 mila aventi diritto in Germania, ben 101 mila certificati erano sbagliati: ebbene, quei certificati non sono mai stati corretti, non vi è stata un'azione di bonifica! Questo grande popolo di milioni di cittadini italiani costituisce una risorsa ed una grande ricchezza: 114 mila miliardi di lire in un anno sono l'indotto degli italiani all'estero a favore dell'Italia, mentre il bilancio del Ministero degli affari esteri italiano stanzia 213 miliardi, quindi lo 0,2 per cento rispetto al contributo, essenziale e formidabile, che viene dall'estero.
MIRKO TREMAGLIA. Ebbene, quanto importanti sono, nel quadro dei rapporti internazionali, questi rappresentanti degli italiani all'estero, anche sul piano economico e sul piano dei rapporti internazionali: consideriamo, al riguardo, ciò che capita a Roma il 20 e 21 novembre, con il convegno dei parlamentari di origini italiane provenienti da tutto il mondo, che sono più di 320. Si capirà allora, una volta per sempre, che questi contatti, questi colloqui, questa possibilità di iniziativa appartengono proprio a quelli che saranno eletti in questo Parlamento e che sono cittadini italiani. Tenete conto, però, che oltre a questi 3 milioni di cittadini, vi sono 60 milioni di quest'altra Italia che è amata, stimata ovunque in tutto il mondo, che opera nell'economia, nell'amministrazione pubblica, nei Parlamenti, nei Governi di tutto il mondo, unica rappresentanza tra tutti gli Stati del mondo così ampia, vasta ed ammirata. Questo avviene nel quadro della prima conferenza mondiale degli italiani all'estero, che si terrà a Roma nel mese di dicembre.
momenti, nel corso degli anni. È nata una grande collaborazione e desidero dire agli italiani all'estero: ci siamo riusciti sul piano costituzionale, per quanto riguarda la legge ordinaria, vedremo.
PRESIDENTE. Onorevole Tremaglia, le siamo tutti molto vicini.
MASSIMO GRILLO. Signor Presidente, intervengo brevemente per dichiarare il voto favorevole dei parlamentari del CDU su questa importante proposta di legge costituzionale.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.
ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, anche in chi ha una lunga consuetudine parlamentare ed è abituato a tante votazioni questa votazione suscita un po' di commozione, non soltanto perché si tratta di una modifica costituzionale, ma perché penso che molti di noi la stiano vivendo con l'animo di chi fuori da quest'aula, fuori dal confine d'Italia ha atteso per tanto tempo questo giorno.
attribuiscono a questo nostro atto. Attraverso di esso, Presidente, essi si sentono legati in modo più profondo alla loro terra, alla loro patria, perché non possiamo dimenticare che stiamo parlando di cittadini italiani, che magari avranno anche una seconda cittadinanza, ma sono cittadini italiani.
FILIPPO MANCUSO. Pecore!
ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidente della I Commissione. Pecore, poi lo vedremo!
FRANCO DANIELI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO DANIELI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Già molti colleghi intervenuti hanno ricordato che il voto che ci accingiamo a dare si inserisce in un momento storico di grande importanza per lo Stato italiano: il Parlamento italiano ha deciso di realizzare entro il 2000 la prima conferenza degli italiani nel mondo con l'onere di verificare quello che lo Stato italiano ha realizzato dalla seconda conferenza nazionale sull'emigrazione italiana del 1988 ad oggi nei confronti delle nostre comunità all'estero. Nello stesso tempo si vuole elaborare un'ipotesi di intervento strategico a favore dei nostri connazionali delle comunità di origine italiana residenti all'estero. È già stato ricordato come da oggi fino a dicembre una serie di importanti eventi coinvolgeranno il Parlamento italiano. Il 20 ed il 21 novembre vi sarà l'incontro dei parlamentari di origine italiana per il quale fino ad oggi abbiamo ricevuto 188 adesioni da parte di questi amici che rivestono ruoli importanti in molti Parlamenti, e sono convinto che supereremo questo numero.
Ricordo che nella seduta del 16 ottobre scorso si è svolta la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato alla replica.
Ricordo altresì che, trattandosi di esame in seconda deliberazione di una proposta di legge costituzionale, a norma dell'articolo 99, comma 3, del regolamento, si passerà direttamente alla votazione finale senza procedere alla discussione degli articoli (vedi l'allegato A - A.C. 4979-D sezioni 1, 2 e 3).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto finale l'onorevole Pezzoni. Ne ha facoltà.
È la quarta lettura che facciamo insieme al Senato - la seconda per la Camera - e, quindi, mi si permetta di esprimere la soddisfazione per il lavoro che abbiamo svolto insieme e che è stato compiuto soprattutto dalla Commissione affari costituzionali, sotto la presidenza dell'onorevole Jervolino; un lavoro comune sia al centrodestra sia al centrosinistra.
È una legge che ha segnato una convergenza importante, ma - lo dico subito, cari colleghi -, al di là della soddisfazione di oggi per l'approvazione definitiva della modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione, che si realizzerà con il voto che esprimeremo tra poco in quest'aula, si apre ora una sfida per il futuro.
Vorrei partire da qui. Abbiamo inserito in questi due articoli una disposizione transitoria che fa una previsione molto importante, in base alla quale la piena attuazione di questa legge verrà data con legge ordinaria e soltanto se questa legge ordinaria verrà approvata le prossime elezioni politiche permetteranno già a circa tre milioni di cittadini italiani residenti all'estero di eleggere una loro componente - dodici deputati e sei senatori -, ovviamente all'interno del numero complessivo dei parlamentari, 315 senatori e 630 deputati. In base alla disposizione transitoria, ciò avverrà solo se verrà approvata la legge ordinaria.
Pertanto, da oggi l'impegno del centrodestra e del centrosinistra deve essere quello di approvare al più presto la legge ordinaria, per fare in modo che il nostro percorso comune nel votare ben tre articoli della Costituzione - 48, 56 e 57 - non rimanga semplicemente una grande conquista costituzionale, ma inapplicata: la sfida vera è questa.
Da parte nostra sottolineiamo che ogni linkage, ogni collegamento con la riforma più complessiva della legge elettorale italiana è sbagliato. Noi tutti, parlamentari di questa Repubblica, dobbiamo comportarci in modo disinteressato e davvero generoso in questa fase. Non dobbiamo esporre l'applicazione degli articoli 48, 56 e 57 della Costituzione al rischio di una dialettica malata, che su troppi punti sta caratterizzando i rapporti tra centrodestra e centrosinistra in questa fine legislatura.
Dobbiamo fare in modo che la legge ordinaria venga approvata senza condizioni, poste da una parte e dall'altra, e che, in modo disinteressato, i tre milioni di cittadini italiani residenti all'estero vengano finalmente messi in condizione di votare alle prossime elezioni politiche.
Questo è l'appello che rivolgo a tutta l'Assemblea - manifestando la disponibilità dei Democratici di sinistra - e, in modo particolare, a quei parlamentari del centrodestra, di Alleanza nazionale e di Forza Italia, che si sono battuti con noi per ottenere questo risultato, a cominciare dal collega Tremaglia, al quale ci hanno uniti un impegno e un patto comuni che noi Democratici di sinistra, insieme ai Popolari e ad Alleanza nazionale stringemmo a Basilea qualche anno fa, quando insieme abbiamo deciso di fare in modo che su questo punto vi fosse una convergenza.
Dunque, facciamo in modo che la legge ordinaria si approvi al più presto senza contropartita alcuna, in modo disinteressato, e si realizzi pienamente ciò che è previsto nella disposizione transitoria relativa agli articoli 56 e 57 della Costituzione.
Tra l'altro realizziamo questa riforma costituzionale in un momento molto importante, poiché il 20 e 21 novembre prossimo il Parlamento in seduta comune ospiterà in quest'aula quasi duecento parlamentari di origine italiana appartenenti a tutti i Parlamenti del mondo e poiché a dicembre vi sarà la prima conferenza degli italiani nel mondo. Dobbiamo perciò essere coerenti e all'altezza dell'impegno che assumiamo, dobbiamo stringere questo patto tra tutti i cittadini italiani, compresi i tre milioni che attendono la possibilità di votare non più come è accaduto fino ad ora nei rispettivi collegi di origine. Nella legge ordinaria che saremo chiamati ad approvare, oltre al voto per corrispondenza e oltre alla circoscrizione estero, dovranno essere inseriti alcuni punti già acquisiti. In primo luogo, non dovranno essere cambiati i collegi uninominali, secondo quanto deciso nel precedente dibattito qui alla Camera; in secondo luogo, la rappresentanza di dodici deputati e sei senatori non sarà separata dall'unico Parlamento italiano, che è la rappresentanza unitaria del popolo italiano. Quei deputati e quei senatori eletti si collegheranno, già in campagna elettorale, con i diversi schieramenti, con i partiti e i gruppi già esistenti fuori dai poli o all'interno dei due schieramenti di centrodestra e centrosinistra.
Non dobbiamo avere paura, perché anche sulla legge ordinaria vi sono molti punti di convergenza ed è per questo che ritengo che ci troviamo alla vigilia di una fase importante. Stabiliamo un diritto di cittadinanza che va oltre i vecchi schemi: non si tratta più semplicemente di rispondere al diritto del sangue, non si tratta più di rispondere al diritto del territorio, ma a quella nuova concezione del diritto di cittadinanza che fa forti le democrazie moderne e proclama il primato dell'autoriconoscimento, della soggettività.
Se ci sono cittadini italiani residenti fuori dal territorio nazionale che vogliono dare il loro apporto all'unico Parlamento italiano, offrendo un contributo politico importante all'attuale dialettica parlamentare italiana, perché impedirglielo? Non ci troviamo più nella vecchia fase in cui si pagava un pegno al diritto di cittadinanza secondo il sangue o secondo il territorio, come alcuni chiedono, siamo nella nuova Europa che ha recentemente scritto la Carta dei diritti fondamentali dei cittadini europei in cui rientra il diritto politico al voto. Ecco perché, anche in nome dell'Europa, dobbiamo riconoscere, votando a favore della modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione, il nuovo esercizio del diritto di voto impegnandoci tutti affinché si realizzi la sfida finale, quella della realizzazione della legge ordinaria (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e del deputato Tremaglia).
Più volte la Lega nord Padania ha chiesto di intervenire solo attraverso la legge ordinaria al fine di attribuire agevolazioni ai cittadini residenti all'estero per rendere effettivo il loro diritto al voto.
Com'è noto a tutti, però, questa semplice legge non è stata mai approvata, vuoi per questioni di mero interesse politico, vuoi per la cronica inefficienza dello Stato che nei tempi (e, purtroppo, ancora oggi) non è riuscito a quantificare l'esatto numero degli aventi diritto al voto all'estero. A tutt'oggi, non è chiaro il numero dei cittadini italiani all'estero: fonti ufficiali ne smentiscono altre, con il risultato di far oscillare il totale da 2,5 a 3,5 milioni, tendenti ai 4 milioni.
Con tali scenari - che, purtroppo, non cambieranno nel breve periodo - era logico che evidenziassimo talune problematiche. Debbo francamente dire che siamo rimasti pressoché isolati nel chiedere trasparenza ed efficienza alle istituzioni quando, in sede di modifiche costituzionali, abbiamo sollevato alcune questioni. Tuttavia, continueremo a farlo in modo serio, costruttivo e determinato quando entreremo nel vivo della formulazione della legge ordinaria che indicherà i modi per la partecipazione al voto. Nel frattempo, voteremo a favore della riforma in votazione oggi.
Tuttavia, vi è del rammarico nell'assistere a passaggi che sanciscono principi che difficilmente saranno tradotti in effetti concreti nel breve e medio periodo; è un po', se vogliamo, la storia di questo paese: sulle questioni pratiche, sui numeri, sui concetti di appartenenza alla vita sociale dei cittadini c'è sempre stata molta confusione. Ci sarà molto da discutere anche riguardo al fatto che non più di 300 mila cittadini italiani all'estero (che presumibilmente voteranno) possano decidere l'elezione di ben 18 parlamentari: una recentissima prova di ciò vi è stata nelle ultime elezioni europee, nelle quali hanno votato solo 150 mila cittadini italiani all'estero (sugli oltre 1 milione e mezzo aventi diritto), pur godendo già di agevolazioni che consentivano loro di votare senza il bisogno di trasferirsi in Italia. In ogni modo, sui principi non si discute, mentre sarà opportuno lavorare seriamente sul contenuto della legge elettorale ordinaria (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
Occorre ora passare al voto dell'Assemblea della Camera dei deputati in ultima lettura, per rendere operativa la riforma costituzionale al nostro esame. Detto ciò, non sarà ancora concluso l'impegno del Parlamento, in quanto si dovrà rapidamente avviare e concludere l'iter per l'approvazione della legge elettorale, che è legge ordinaria, ma che - per consentire di giungere alla conclusione del lunghissimo cammino intrapreso - richiede l'impegno di tutte le forze politiche.
Mi rendo conto che il voto per corrispondenza non potrà non essere lo strumento della legislazione elettorale per gli italiani all'estero o, quantomeno, uno degli strumenti per far votare i nostri connazionali oltre frontiera. Credo fermamente che la proposta di legge che stiamo per votare rinsaldi i rapporti di affetto che debbono intercorrere tra la madrepatria e i suoi cittadini all'estero e confidiamo che
In conclusione, i deputati del gruppo di Forza Italia voteranno convinti a favore della riforma costituzionale che oggi perviene al termine del suo travagliato iter parlamentare.
Adesso bisogna porre mano alla legge ordinaria di attuazione ed io mi auguro davvero che prima delle prossime elezioni, tenuto conto del consenso unanime di tutte le forze politiche, si possa arrivare a questo risultato che tutti quanti attendiamo.
Concludo, ma non senza prima ricordare l'opera instancabile svolta dall'onorevole Tremaglia e da tutti coloro che hanno partecipato ai lavori in sede di I Commissione: il relatore, la presidente, tutti coloro che con grande dedizione e capacità hanno determinato la possibilità di procedere celermente a questa modifica costituzionale.
Annuncio il voto favorevole del mio gruppo, con grande entusiasmo.
È un provvedimento che, in quanto Popolari, ci riguarda anche per la nostra radice all'interno della società civile di questo paese. Le comunità sparse nel mondo hanno spesso questo tipo di tessuto, attraversano il nostro associazionismo, e mi si lasci una volta tanto fare professione della mia partecipazione al civile ed all'associazionismo cattolico, in particolare ai circoli delle ACLI sparsi veramente in tutto il mondo. È un elemento che fa da ponte tra l'opinione pubblica e le istituzioni, che serve, a mio giudizio, a rispondere ai critici dicendo che è uno di quei fatti che rendono le istituzioni evento e non soltanto fredda geometria, un modo costituente «ricostituente» anche per la nostra democrazia. Quindi, il passo compiuto ha questo tipo di profilo. Ha ben ricordato l'onorevole Pezzoni, del resto, che il 20 ed il 21
Ci accingiamo a modificare gli articoli 56 e 57 della Costituzione italiana dopo la modifica dell'articolo 48 che ha istituito la circoscrizione Estero, concedendo finalmente ai cittadini italiani il diritto reale di voto, indipendentemente dal risiedere dentro o fuori i confini della patria. Il problema della vicinanza o della lontananza non è più una discriminante e ciò rappresenta un passo in avanti nel senso da dare alla parola cittadinanza.
Si deve ricordare che anche il censo può contribuire ad aumentare le distanze: un biglietto aereo per un viaggio a lungo raggio può essere alla portata solo di tasche capaci e non anche di quella povera gente emigrata in cerca di lavoro, che ha fatto una modesta fortuna e che non per questo non sente di avere più alcun legame con la nostra patria. Finora questo diritto, lo sappiamo, era esercitato soprattutto da coloro che risiedono nei vicini paesi europei e che costituiscono gran parte dei nostri emigrati.
In questo modo teniamo soprattutto conto di coloro i quali sono spesso geograficamente lontanissimi, ma che proprio per questo si sforzano di mantenere legami fortissimi con la madre patria. Non si tratta di un premio, ma si tratta del riconoscimento reale di un diritto che questi nostri concittadini sparsi nel mondo hanno. Questo provvedimento ci mette alla pari con la maggior parte degli altri paesi, dove l'istituto del voto per corrispondenza è da considerare non solo quale elemento di comparazione, ma anche un esempio trainante affinché, finalmente, anche questi nostri concittadini residenti all'estero non siano esclusi dal voto.
Concludo dicendo che a questo sforzo se ne deve poi accompagnare uno ulteriore per l'approvazione della legge ordinaria di attuazione. Siamo alla fine della legislatura, che non si può definire tranquillissima, e il tempo rischia di lavorare contro di noi. È per questo che mi permetto di esortare tutti i deputati, in qualsiasi banco essi siedano, sia che essi facciano parte della maggioranza sia che essi facciano parte dell'opposizione, a compiere un ultimo sforzo affinché, quanto già fatto con la modifica della Costituzione, dia davvero, con la legge ordinaria, la possibilità di esercitare da subito un diritto effettivo (Applausi dei deputati dei gruppi dei Popolari e democratici-l'Ulivo, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e del deputato Tremaglia).
È vero, infatti, che avete guardato molto lontano, ma non vi siete soffermati a guardare vicino a voi: vi siete preoccupati, con eccesso di zelo, dei nostri concittadini residenti all'estero e non vi siete accorti di tutti quegli uomini e quelle donne che da anni vivono nel nostro paese e sono obbligati ad osservare le nostre leggi, mentre gli italiani residenti all'estero non sono neanche in grado di giudicare l'attività dei parlamentari.
Credo che prima o poi ci scontreremo con questa grande difficoltà ma anche con
Rifondazione comunista voterà contro il provvedimento perché ha a cuore le condizioni dei cittadini italiani che vivono all'estero. Con tale provvedimento non abbiamo dato loro quelle risposte che ancora ci chiedono; non abbiamo cioè dato loro tutta una serie di servizi.
Ciò che è stato dato loro era comunque già sancito anche se aveva però bisogno di altre forme per una concreta attuazione. D'altra parte con il voto europeo queste forme sono già state sufficientemente sperimentate ed è prevista per tutti di votare la possibilità di votare, non eleggendo però 6 senatori e 12 deputati! In questo modo, infatti, abbiamo creato una sacca di agevolazioni ed una rappresentanza che oggi o domani potrebbe anche essere rivendicata da altri soggetti. Penso che si sia commesso un grande errore e non si sia portato un grande vantaggio a tutti a quegli uomini e quelle donne che per mancanza di lavoro o per altre sofferenze hanno dovuto lasciare il nostro paese.
Non ho sentito nessuno avanzare la proposta di dare la possibilità di votare a coloro che vivono da anni nel nostro paese, agli immigrati.
Per queste ragioni, svolte peraltro in maniera molto schematica, signor Presidente, voteremo con convinzione contro il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti).
A me piace qui ringraziare - e lo voglio fare in prima battuta - il collega Mirko Tremaglia che con grande coerenza, capacità e, diciamola pure la frase, con grande amore, ha voluto dirigere e condurre a termine questa battaglia. Una battaglia che a mio avviso ha un grandissimo pregio, quello di rivalutare il concetto di idoneità nazionale da parte dei nostri cittadini residenti all'estero.
Sono state scritte tante cose, precisati tanti termini, e si sono ripresi luoghi comuni e passati, quale quello del «partono i bastimenti». Ebbene in quei bastimenti, vi erano amici che andavano a cercare fortuna in altre terre, con logore valigie di cartone, dove probabilmente vi era l'italianità che con questo atto vogliamo riconfermare perché la sentiamo profondamente.
Non possiamo, per così dire, girovagare dialetticamente su ciò che potrà accadere agli altri; noi sentiamo che questo amore verso i nostri concittadini è un atto dovuto. Sentiamo che questo amore verso i nostri concittadini è un atto dovuto perché essi lo meritano; sentiamo che quest'oggi, esprimendo voto favorevole su questa proposta di legge costituzionale, compiamo un atto di giustizia. Potrei trovare altri centomila argomenti e parlare di passione civile e di ritardo perché avremmo dovuto varare questo provvedimento tanto tempo fa. Non lo faccio perché voglio rispettare la brevità della dichiarazione di voto, ma non posso non sottolineare che, proprio nel nome di quest'italianità, che come gruppo sentiamo e che sappiamo appartenere ai nostri concittadini all'estero, proprio nel nome di questi sentimenti, il Centro cristiano
Invece di preoccuparci dei cittadini italiani che non vanno più a votare perché questo Parlamento e questa classe politica non sono in grado di rappresentare i loro interessi, introduciamo una riforma costituzionale fortemente pericolosa, conoscendo la possibilità di brogli e di deformazione della rappresentazione in questo Parlamento.
Ancora più assurda appare la posizione di tanti colleghi, singoli o in gruppi, che hanno cambiato opinione durante questo iter per una convenienza puramente elettorale. È lo scandalo che si rivela in questa seduta con le dichiarazioni che oggi ho sentito e che non avrei mai voluto sentire.
Spero che anche in questa votazione, nonostante le dichiarazioni di voto, vi sia qualche ripensamento e che qualche altro rappresentante pensi che questa votazione debba rispettare i veri interessi di gente che, purtroppo, non può più vivere in Italia e che ha trovato residenza e nazionalità all'estero.
Non so se 18 rappresentanti potranno sconvolgere gli equilibri politici delle prossime elezioni. Spero di no! Non mi straccio le vesti, però, signori miei, bisogna pensare bene a questa riforma costituzionale che, a mio avviso, non dovrebbe essere attuata. Qualche formazione politica dice che non bisogna cambiare la legge elettorale nella fase precedente ad una competizione. Bene, anche se si tratta solo di 18 seggi, è un'ulteriore ragione per non dare seguito a questa proposta di legge. Di fronte ai tanti auspici di accelerare provvedimenti di attuazione della riforma costituzionale, il Governo dovrebbe riflettere affinché non si dia attuazione, almeno per le prossime elezioni, a questo provvedimento.
Spero in un ravvedimento proficuo da parte di molti colleghi che la pensavano come me nel passato recente (Applausi).
Credo, però, che sia giusto e doveroso ricordare l'iter e le vicende costituzionali e parlamentari che ci hanno portato a questa scelta.
Tutti i colleghi ricordano, anche perché molti colleghi di quest'Assemblea hanno condiviso la nostra precedente contrarietà all'introduzione nell'articolo 48, prima parte della Costituzione, dell'istituto ordinamentale della circoscrizione Estero. L'articolo 48 è stato innovato con due periodi, al comma 3. Il primo periodo lo abbiamo sempre condiviso e così recita: «La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività».
Il secondo periodo prevede (ormai è norma costituzionale vigente): «A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge». Noi votammo contro questo secondo periodo perché ritenemmo e riteniamo sbagliato avere introdotto nella prima parte della Costituzione un istituto ordinamentale proprio della seconda parte della Costituzione; abbiamo ritenuto sbagliato operare con
Confermiamo ancora oggi, quindi, il nostro giudizio critico sul modo in cui si è operato in riferimento all'articolo 48 della Costituzione. Poiché, però, a un certo punto, con la nostra contrarietà, quel nuovo testo dell'articolo 48 è diventato Costituzione repubblicana, per lealtà repubblicana noi abbiamo ritenuto fosse doveroso dare conseguenza e conseguente attuazione a quanto previsto: una nuova norma costituzionale e criteri di attuazione determinati dalla legge. Siamo ora al passaggio conclusivo della nuova norma costituzionale che riguarda, in questo caso giustamente, gli articoli 56 e 57 - riferiti, rispettivamente, alla Camera e al Senato - della seconda parte della Costituzione.
Al riguardo, desidero ricordare che se il testo che oggi votiamo avrà il nostro voto favorevole, perché lo condividiamo, non era stato così per le proposte che originariamente, in prima lettura, erano arrivate in Assemblea e che, con i nostri emendamenti, furono corrette e cambiate radicalmente.
La prima scelta sbagliata che era stata fatta originariamente era quella di prevedere che i seggi attribuiti alla circoscrizione Estero dovessero essere aggiunti agli attuali componenti di Camera e Senato, cioè ai 630 deputati e ai 315 senatori elettivi. Avremmo concluso la tredicesima legislatura, che era iniziata con la proposta di riduzione del numero dei parlamentari, paradossalmente ed irresponsabilmente aumentando tale numero. Devo dare atto all'Assemblea che melius re perpensa: i nostri emendamenti sono stati apprezzati, sono stati approvati e l'errore di aumentare il numero dei parlamentari non è stato compiuto.
Abbiamo anche espresso il nostro profondo dissenso, nelle fasi precedenti, relativamente alle ipotesi prospettate di un numero di seggi da attribuire alla circoscrizione Estero francamente eccessivo. Si era prospettato il numero di 20 deputati e 10 senatori; si è arrivati in quest'aula proponendo il numero di 16 deputati ed 8 senatori. Anche in quel caso fu accettato - diamo atto positivamente di ciò - il nostro emendamento che proponeva di ridurre in modo più equilibrato il numero dei seggi da attribuire alla circoscrizione Estero, rispettivamente, in 12 per la Camera e 6 per il Senato.
Raggiunto questo equilibrio (seggi non aggiuntivi ma compresi nei 630 e nei 315, numero non eccessivo ma equilibrato di 12 deputati e 6 senatori), la nostra condivisione, che vi è già stata in prima deliberazione, sarà confermata dai Verdi anche nel voto odierno. Dobbiamo, però, avere tutti chiaro, signor Presidente, signor rappresentante del Governo, presidente Jervolino Russo e colleghi, che adesso il nostro lavoro non è compiuto; che noi adesso abbiamo ancora un tratto di percorso. Io dico - perché lo dissi già allora; quindi, non è una polemica attuale preelettorale - con rispetto e con garbo ai colleghi del Polo: adesso, se vogliamo portare veramente a compimento questa riforma, abbiamo bisogno ancora di alcuni mesi di lavoro. Non si può un giorno chiedere fuori e dentro il Parlamento le elezioni politiche subito ed oggi, in quest'aula, chiedere di portare a compimento questa riforma costituzionale. È semplicemente contraddittorio: chi lo dicesse, mi auguro che nessuno lo dica oggi, non potrebbe che dirlo in malafede! Infatti, questa legge costituzionale non è stata approvata al Senato con la maggioranza dei due terzi. Anche se ciò avvenisse ora alla Camera - me lo auguro - non servirebbe a nulla. Quindi, dovremo aspettare,
Nel frattempo, è giusto che il Senato e la Camera lavorino per la legge di attuazione; quest'ultima, però, non potrà mai essere approvata dai due rami del Parlamento prima della promulgazione della riforma costituzionale a cui la legge di attuazione si riferisce. Se nella Costituzione non vi è scritto che ci sono dodici deputati e sei senatori che riguardano la circoscrizione Estero, non si può fare una legge ordinaria; ci si può lavorare, ci lavoreremo, ma non si può formalmente approvare tutto questo.
È evidente che vi è anche il secondo comma della disposizione transitoria (l'articolo 3) che non va in Costituzione, ma che è norma di rango costituzionale, che prevede che, in caso di mancata approvazione della legge di cui al comma 1 (ovvero, la legge ordinaria di attuazione), si applica la disciplina costituzionale anteriore. A questo punto, però, dobbiamo essere tutti attenti a non creare dei giganteschi boomerang, cioè a non dare questa sera l'effetto annuncio, in base al quale la riforma sarebbe stata completata, e non consentire poi il varo della legge di attuazione (che dovrà essere adeguata anche tecnicamente) in modo tale che scatterebbe il secondo comma della disposizione transitoria per la quale, nelle prossime elezioni politiche, senza la legge di attuazione, si applicherebbe la Costituzione previgente, con la conseguenza che tutto ciò che abbiamo fatto in questi mesi sarebbe vanificato in questa legislatura!
Vi è poi un ulteriore problema che non riguarda questo voto, che diamo convintamente, ma che riguarda il dopo (lo dico in particolare al Governo). Vi è un grande problema che riguarda la copertura amministrativa - per così dire - di questa vicenda; vi è un'incertezza permanente ancora oggi sugli aventi diritto al voto e non possiamo andare tranquillamente a elezioni, che possono incidere anche sulle future maggioranze parlamentari, se non avremo certezza sul corpo elettorale.
Vi è un problema che riguarda le modalità di una campagna elettorale che si estenderà su tutto il territorio mondiale: la circoscrizione Estero, infatti, comprende tutto il mondo eccetto l'Italia. Vi è un problema che riguarda le modalità di candidatura per i seggi della circoscrizione Estero e le modalità di esercizio al voto.
Non sono problemi che incidono sul voto odierno ma, se vogliamo coerentemente e rigorosamente portare a compimento questa iniziativa di riforma costituzionale che comporta poi una legge ordinaria di attuazione, dobbiamo avere piena consapevolezza (noi Parlamento e, forse in questo caso, in primo luogo il Governo) di quelle che sono le grandissime responsabilità normative e amministrative che si pongono per giungere ad una compiuta attuazione di questa riforma costituzionale, per la quale confermo nuovamente il nostro voto favorevole.
Di ciò ringraziamo in particolare il presidente della I Commissione onorevole Jervolino Russo, il relatore Cerulli Irelli e l'onorevole Tremaglia che è stato il primo presentatore di questa legge.
Ringrazio anche a nome di una regione, che rappresento in questo Parlamento, piccolissima, ma dissanguata da cento anni di emigrazione.
Onorevoli colleghi, oggi completiamo una riforma costituzionale con metodo bipartisan. Il centrosinistra non ha avuto nulla da obiettare sul fatto che il primo proponente di questa riforma si chiami Tremaglia e sia un deputato del Polo. Avremmo avuto altre riforme se eguale spirito bipartisan avesse prevalso in altre occasioni.
Noi ci auguriamo che con la circoscrizione Estero, non priva di ombre, riusciremo
In conclusione, votiamo questa riforma consapevoli, in primo luogo di attuare la Costituzione e in secondo luogo di non voler cercare all'estero i consensi al suffragio universale e alla democrazia che l'assenteismo sta riducendo in Italia e che solo istituzioni attive e non tecnicistiche potranno recuperare (Applausi del deputato Jervolino Russo).
Anche questa volta voterò contro il provvedimento in esame in quanto ritengo che nel merito esso sia scarsamente aderente alle ragioni richiamate in quest'aula per giustificarlo.
Se davvero si volesse concedere un sostanziale e reale diritto di voto agli italiani all'estero, basterebbe semplicemente consentire il voto per corrispondenza, invece le ragioni sono altre. Infatti, si vuole che votino persone che magari dispongono della doppia cittadinanza, ma rispetto a questa previsione sono fermamente contrario in quanto ritengo che il diritto di voto appartenga democraticamente ad una persona per una volta sola e che non sia possibile che vi siano cittadini che votano sia nel paese che li ha ospitati e che ha concesso loro la cittadinanza, sia nel paese dal quale provengono e del quale probabilmente non ricordano nemmeno la lingua, né la parlano, e nel quale non esercitano interessi reali.
Chi non esercita interessi reali da far valere attraverso il proprio voto in Italia ed ha la cittadinanza di un altro paese non credo abbia il diritto di intervenire con il proprio voto a modificare gli equilibri politici in Italia verso qualsiasi parte dello schieramento politico.
Dunque, se la volontà è quella di far votare i cittadini che non hanno i soldi per pagare l'aereo o il treno, li si faccia votare per corrispondenza, ma se poi la volontà è un'altra, cioè quella di praticare un vulnus alla democrazia facendo votare una persona due volte, allora, signor Presidente, io ero, sono e continuerò ad essere contrario (Applausi di deputati del gruppo dei Popolari e democratici-l'Ulivo e dei deputati del gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti).
Il popolo italiano all'estero ha saputo, nel corso di un secolo, attraverso tante sofferenze ed umiliazioni, riscattare se
Oggi finisce la discriminazione dei diritti: sono diritti costituzionali ed oggi ci occupiamo, per l'ultima lettura e l'ultima votazione, della riforma degli articoli 56 e 57 della Costituzione, sul numero dei rappresentanti degli italiani all'estero nel Parlamento italiano, dodici deputati e sei senatori. Quante cose si sono dette, anche oggi, perché dobbiamo sempre ricominciare dall'inizio a raccontare la storia, ma oggi siamo chiamati a questo voto su una norma costituzionale.
Si tratta, dunque, signor Presidente, di una grande battaglia, di una battaglia ultradecennale e di un atto di fedeltà assoluta a principi e valori irrinunciabili da sempre e per sempre. Oggi ho alzato il tono perché questi principi sono l'amore per la patria, sono un atto di giustizia e di democrazia, sono l'unità nazionale, sono l'esaltazione del sistema Italia, nella cultura, nel lavoro, nella storia e nella tradizione. Tutto ciò è stato reso possibile, signor Presidente, dopo tanti anni, dopo tanti ostacoli, dopo tante difficoltà perché - come ha detto bene Pezzoni - un bel giorno a Basilea abbiamo fatto un'intesa politica con la sinistra e con il mondo cattolico, per poter sbloccare l'ostruzionismo che ormai era trentennale e che veniva da quella parte, dalla sinistra. È stato abbattuto il muro di Berlino e abbiamo raggiunto questa grande possibilità, perché quando vi sono interessi che non sono di parte o di schieramento di partito, la politica dell'intesa è indispensabile. Noi stessi lo abbiamo insegnato agli altri quando ci siamo messi sul piano della politica internazionale e abbiamo sempre agito così.
Abbiamo cambiato la Costituzione con la rappresentanza degli italiani all'estero e desidero ringraziare quanti hanno collaborato in questa grandiosa, immensa fatica: la presidente della Commissione affari costituzionali, Rosa Jervolino Russo, il relatore Cerulli Irelli e quanti da tutte le parti, i colleghi Di Bisceglie, Giovanni Bianchi, Pezzoni, Garra - e potrei continuare - hanno collaborato nei diversi
In questi giorni vi sono stati tentativi non del tutto puliti, che abbiamo duramente e decisamente respinto; oggi possiamo dire che siamo in dirittura di arrivo. Coloro che sono iscritti all'anagrafe degli italiani all'estero possono votare per corrispondenza; si è detto che, ad esempio in occasione delle elezioni europee, i voti sono stati pochi; certo, si dovevano fare 50 o 100 chilometri per poter andare a votare. Esiste il problema della propaganda, ma, caro Boato, l'intesa con i Governi è stata raggiunta in base ad accordi bilaterali già raggiunti per quanto riguarda le europee.
Tutto ciò che abbiamo fatto, signor Presidente, me lo lasci dire, è stato - come ho dichiarato molte volte - il traguardo della mia vita politica. Oggi posso dire che, forse, è il traguardo della mia vita; in questo momento nel mio animo vi è un pensiero, vi è una voce che mi vengono da molto lontano e che profondamente mi commuovono. Vi ringrazio tutti anche per questo (Vivissimi applausi - Molte congratulazioni).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.
Si tratta di modifiche della Costituzione concernenti il numero di deputati e senatori in rappresentanza degli italiani all'estero. Esse hanno visto un iter travagliato, con l'impegno anche dei deputati del CDU nell'attuale legislatura, così come nella precedente, con un'apposita proposta di legge. Siamo stati impegnati nell'auspicio di consolidare e rafforzare i legami degli italiani all'estero con l'Italia, nel momento in cui tra di loro cresce moltissimo l'attesa. In questo momento l'onorevole Tassone, che si trova in Brasile, sta incontrando una di queste comunità e ci ha fatto sapere quanta attesa vi sia per le decisioni del Parlamento italiano.
Noi speriamo che tanti italiani possano presto entrare a far parte della circoscrizione Estero e per questo fin da adesso dichiariamo il nostro impegno a sostenere la legge elettorale di attuazione per dare forza e riconoscimento a questo momento di rappresentatività e di democrazia che le comunità ed i rappresentanti italiani all'estero possono vedersi riconosciuto.
Per questi motivi i deputati del CDU annunciano il loro impegno per le tappe ed i passaggi successivi, ringraziando tutti i parlamentari - l'onorevole Tremaglia in testa: consentitemi di dirlo - che hanno partecipato al lavoro svolto (Applausi dei deputati dei gruppi misto-CDU e di Alleanza nazionale).
Non voglio fare richiami ai sentimenti né, meno che meno, fare della demagogia, ma basta conoscere anche un po' - io lo conosco soltanto un po' - il legame profondo che lega le nostre comunità di italiani all'estero al nostro paese per comprendere appieno il valore che essi
Molto brevemente esprimo tre pensieri. Il primo pensiero non può che essere di gratitudine per tutti coloro che hanno lavorato intensamente: i colleghi della Commissione affari costituzionali di maggioranza e di opposizione, il relatore Cerulli Irelli, l'onorevole Tremaglia, che è stato il motore di questo discorso anche all'interno della nostra Commissione. Ma vorrei rivolgere un pensiero riconoscente anche ai membri del Governo e non mi riferisco solo al sottosegretario Danieli, ma, tornando indietro, anche a Patrizia Toia e a Fassino, che fin dall'inizio della legislatura hanno seguito questo problema.
Signor Presidente, noi ricordiamo con quanto impegno sia i componenti del consiglio generale degli italiani all'estero, che hanno concluso il loro mandato un anno fa, sia i nuovi componenti del consiglio stesso ci hanno chiesto questo provvedimento.
Ricordiamo gli incontri avvenuti fuori d'Italia (anche se io sono una che non viaggia molto) e le centinaia e centinaia di fax che da singoli cittadini e da associazioni di italiani sono giunti al Parlamento. Vorrei quindi che attraverso i mezzi radiofonici (mi auguro che la RAI dia un po' di spazio a questo nostro dibattito) giunga a loro, che sono stati non soltanto destinatari ma protagonisti di questo lavoro, il nostro ringraziamento più sentito.
Ci hanno detto che si tratta di un attentato alla democrazia; io condivido invece quanto ha detto uno dei colleghi, che cioè si tratta di un atto dovuto perché la Commissione affari costituzionali ha sempre lavorato con lo scopo, peraltro costituzionalmente obbligatorio in base al secondo comma dell'articolo 3, di rendere effettivo l'esercizio dei diritti che certamente sul piano teorico sono riconosciuti ma che l'attuale sistema faceva in modo che fossero in larga misura virtuali. Quindi, non un attentato alla democrazia ma un passo importante verso la democrazia sostanziale.
Anche per quanto riguarda il numero dei deputati e dei senatori che gli italiani all'estero dovranno eleggere - l'oggetto della nostra votazione di oggi - non si tratta di stabilire corsie preferenziali bensì di dare ai nostri emigranti il modo di rendere effettiva la loro presenza in Parlamento, di far sentire direttamente le loro esigenze e le loro voci, di farci conoscere i loro problemi, di contribuire alle decisioni che li riguardano.
Per questi motivi, credo che dovremmo, come hanno osservato tutti i colleghi, continuare a lavorare affinché quell'ultimo passo che manca, passo però essenziale per giungere allo scopo che fin dall'inizio ci eravamo prefissi, quello cioé di far votare gli italiani all'estero dalle prossime elezioni politiche, sia compiuto. Mi auguro che con la stessa serenità con la quale senza distinzioni fra maggioranza ed opposizioni si è lavorato sulle modifiche costituzionali si possa continuare a lavorare sulla legge ordinaria attuativa di queste modifiche (Applausi - Congratulazioni).
Ci saranno iniziative specifiche dedicate alle giovani generazioni italiane nel mondo e alle donne italiane nel mondo. Realizzeremo laboratori nei diversi settori dell'audiovisivo, della ricerca scientifica e tecnologica e del sociale. Vi è poi il grande tema dell'informazione: qualcosa, nell'informazione dall'Italia verso il mondo, è cambiato nel corso degli ultimi anni. Molto bisognerà ancora lavorare ma, purtroppo - come ha affermato il presidente Jervolino Russo -, ancora di più vi è da fare per quanto riguarda la cosiddetta informazione di ritorno. Cosa conoscono, oggi, i cittadini italiani di quello che le nostre comunità all'estero realizzano e sviluppano quotidianamente nei diversi settori, da quello istituzionale a quello economico, culturale ed artistico? Poco, quasi nulla. A tutt'oggi è ancora scarsa l'informazione sul grande evento rappresentato dalla prima conferenza degli italiani nel mondo.
Il voto di questo pomeriggio si inserisce perfettamente nel percorso delineato. Voglio ringraziare tutti i colleghi con i quali abbiamo sviluppato una programmazione dell'attività ma, soprattutto, anche nella mia qualità di presidente del consiglio generale degli italiani all'estero, vorrei esprimere un ringraziamento al consiglio stesso; una gran parte dei consiglieri assistono oggi ai lavori della Camera dei deputati: mi sembra che in una logica bipartisan, con il coinvolgimento dei rappresentanti delle nostre comunità all'estero, si siano fatti progressi importanti, che posso definire storici (Applausi).