Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||||
Titolo: | Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna in materia di politica estera, difesa e sicurezza. Ottobre 2015 | ||||||
Serie: | Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza Numero: 22 | ||||||
Data: | 04/11/2015 | ||||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: |
III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa |
L’attività parlamentare in Francia,
Germania, Regno Unito e Spagna
in materia di politica estera, difesa
e sicurezza
N. 22 31 Ottobre
2015 |
Francia
Il 13 ottobre presso la Commissione esteri, difesa e forze armate
del Senato, si è tenuta l’audizione del Ministro degli
interni, Bernard Cazeneuve,
sulla situazione dei rifugiati siriani
ed iracheni, ed in particolare sulle minaccie rivolte alle minoranze religiose cristiane. Si
ricorda che la Francia, in base al piano europeo di rilocalizzazione, accoglierà
30.000 rifugiati supplementari da qui a due anni.
Il
Ministro ha aperto il suo intervento manifestando il suo particolare interesse
per la tutela dei cristiani d’Oriente
e delle altre minoranze religose perseguitate; tuttavia il Governo sta operando
al fine di garantire un’accoglienza a qualsiasi minoranza vittima del
conflitto, senza fare alcun distinguo tra i richiedenti.
Cazeneuve
ha criticato il sistema di asilo
francese, che patisce una pessima reputazione anche all’estero per la sua lentezza cronica, posti insufficienti e
mancanza di organico presso i centri di coordinamento; per contro ha
riconosciuto che la Francia ha anticipato la crisi umanitaria, conformando da
subito la legislazione nazionale alle direttive europee e procedendo per tempo
ad un massiccio rafforzamento del sistema di accoglienza.
Nelle
more della tutela delle minoranze la Francia, dall’inizio delle persecuzioni alle comunità cristiane e yazide per mano di Daesh in Iraq, ha messo
in opera, dallo scorso anno, una modalità
di accoglienza specifica: i richiedenti asilo per motivi religiosi possono
essere accolti se hanno familiari in Francia ovvero forti legami con la Francia
(per esempio una frequenza di studi nel Paese); dall’inizio del programma 2.896
iracheni hanno beneficiato di questo dispositivo.
Quanto
ai siriani, dall’inizio del
conflitto la Francia ha ospitato 2.333 persone, ma non è possibile valutare
l’incidenza dei cristiani in seno alla comunità: al fine di gestire al meglio
l’accoglienza, il Governo si è impegnato a migliorare le modalità di ricezione
delle domande presso i consolati di
Erbil, Amman e Beirut, coordinando gli sforzi con il Ministero degli esteri.
Regno Unito
Il 19 ottobre presso la Camera dei Comuni, il Primo ministro, David Cameron, ha reso
una dichiarazione sulla partecipazione britannica all’ultimo Consiglio europeo, focalizzato
principalmente sull’emergenza migrazione
e sulla Siria.
Il Premier ha rammentato che il Regno Unito,
pur non facendo parte dell’area Schengen, sta facendosi carico, da qui ai
prossimi due anni, dell’accoglienza di 20.000
siriani direttamente dai campi profughi oltre a provvedere con 220 milioni di dollari per il 2015; ha inoltre
sottolineato con soddisfazione di rappresentare, a detta del Presidente della
Commissione europea, il punto di riferimento da imitare per tutti gli altri
Paesi dell’Unione.
Cameron
si è detto favorevole ad un programma
condiviso con la Turchia, in
modo da finanziare lo sforzo immane del Paese eurasiatico che dà, attualmente,
rifugio a circa 2.000.000 di persone: ciò sta garantendo la permanenza sul
suolo turco dell’88% dei rifugiati, quasi 9 su 10.
Ha
poi dato conto di un summit parallelo trilaterale con Francia e Germania in
cui, tra le altre cose, si è concordemente contestato l’atteggiamento della
Russia nel conflitto mediorientale, con l’impegno condiviso di persuadere Putin a bombardare obiettivi
ISIL e non l’opposizione moderata ad Assad, azione che sta aprendo di fatto
inattesi spazi all’avanzata delle compagini terroriste. Il fine della politica
bitannica è sempre lo stesso: una Siria
senza Bashar al Assad, con un nuovo governo che dialoghi con Russia e Iran
e che rappresenti non solo gli alawiti ma i sunniti, i cristiani e i curdi. Il
Regno Unito lavora con impegno per una soluzione politica; tuttavia, secondo il
Premier, bisogna seriamente prendere
in considerazione un intervento militare
britannico operativo come quello in corso in Iraq.
Cameron
ha declinato recisamente all’appello al Premier da parte di 84
vescovi della Chiesa anglicana che hanno invocato l’innalzamento della quota di accoglienza a 50.000 soggetti,
proponendosi di garantire loro asilo; tale mossa potrebbe tradursi in un
incoraggiamento ai profughi a intraprendere viaggi che possano mettere a
repentaglio vite umane.
Il 20 ottobre alla Camera dei Comuni ha avuto luogo una sessione di interrogazioni alle quali ha dato risposta il Ministro degli esteri Philip Hammond.
Sul
capitolo migrazioni ed effetti a
lungo termine nell’Ue, il Ministro ha replicato che l’Europa non è in grado di
sostenere indefinitamente un flusso di migrazione in entrata e, da parte del Regno Unito, è allo studio una riforma sull’accesso al welfare da parte dei richiedenti asilo,
per ridurre le motivazioni di convenienza che incoraggiano i cosiddetti
“migranti economici” a raggiungere il paese britannico che generosamente dà
accesso a numerosi benefits estesi a
tutti. Il Governo, per contro, si impegna a fornire aiuto e accoglienza prioritariamente ai soggetti
più vulnerabili, come i bambini, le donne e persone in difficoltà.
Per
i focolai di guerriglia in corso nei
Territori occupati e in Israele, il Sottosegretario Tobias Ellwood ha
risposto che l’obiettivo imminente è quello di incoraggiare la calma e
favorire una de-escalation della
situazione attuale. Il ministro Hammond, ha proseguito, ha parlato col
Presidente Abbas la scorsa
settimana, invitandolo a collaborare con il Premier Netanyahu: il Governo si sta spendendo per contribuire a trovare un
punto di accordo tra i contendenti.
Sulle
modalità di sostegno che si sta fornendo ai campi profughi posti al
confine tra Siria e Turchia, il Sottosegretario per l’Europa, David
Lidington, ha dato conto dell’impegno di 1,1
miliardi di sterline, di cui la metà per l’aiuto alle popolazioni ancora in
Siria e l’altra ai rifugiati nei paesi confinanti; tra l’altro, il Governo si è
impegnato ad ospitare, entro il prossimo Natale, i primi 1.000 rifugiati
siriani.
Sulla
Siria il Ministro ha comunicato che,
nell’ambito della coalizione anti-ISIL, i
britannici sono impegnati soprattutto nell’intercettare i flussi finanziari controllati dai terroristi, mentre
nel campo bellico si limitano, al momento, a interventi di ricognizione e
segnalazione a mezzo di droni disarmati
con funzione di feedback agli altri
componenti della coalizione, in modo da sollecitarne gli interventi armati: tra
l’altro l’intervento nel conflitto della
Russia sta complicando lo scenario non solo sul campo, ma anche nel
Consiglio di sicurezza.
Sull’eventualità
di creare delle “zone di sicurezza” in territorio nord-siriano, ove
convogliare le masse di profughi, l’idea è al momento da considerare
impraticabile, poiché comporterebbe un intervento armato sul territorio, che al
momento il Regno Unito e gli Stati Uniti non sono preparati ad affrontare.
Il 22 ottobre la Biblioteca della Camera dei
Comuni ha pubblicato un documento informativo dal titolo “Recenti
sviluppi della situazione in Afghanistan”, il cui nuovo Governo di unità è costantemente afflitto da dispute
interne: inoltre gli ultimi successi militari dei talebani stanno mettendo in
dubbio la capacità delle Forze di sicurezza afgana di poter gestire l’ordine
pubblico senza aiuti esterni. A dispetto della promessa fatta dal Presidente
Obama di concludere definitivamente la partecipazione alla guerra, gli Stati
Uniti hanno annunciato che, alla fine del 2016, l’attuale contingente di 9.800
unità scenderà a 5.500 unità invece del raggiungimento di una soglia di 1.000
prevista.
Il Regno Unito ha lasciato l’Afghanistan nel 2014 ma partecipa alla missione
internazionale Resolute support mission,
lanciata il 1° gennaio 2015. Contribuisce con 470 unità, 167 dei quali sono impegnati all’Accademia dell’esercito
nazionale afgano, con uno sforzo economico di 80 milioni di sterline nel quadriennio 2012 - 2016.
Il 27 ottobre presso la Camera dei Lords, in occasione di una sessione di interrogazioni, il Sottosegretario
agli interni, Lord Bates, ha risposto sui piani del Governo per ospitare i primi mille rifugiati siriani entro
il prossimo Natale.
Lord Bates ha confermato che il ministero sta lavorando con le
autorità locali, l’UNHCR, il settore del volontariato, per pianificare questo
evento. Ha inoltre dichiarato che a queste persone, prelevate direttamente dai
campi profughi, sarà garantito da subito uno status di residenti, con
accesso al sistema dei benefits ed al
mercato del lavoro: le amministrazioni locali saranno rimborsate nel loro
sforzo economico da un apposito fondo di copertura.
In
risposta al Lord Vescovo di Bristol
che invocava modalità chiare e univoche per essere messi in condizione di poter
offrire aiuto a migranti, il Sottosegretario ha risposto che il Ministro per i
rifugiati sta lavorando alla compilazione di un registro di chiese, gruppi di
carità e di chiunque abbia intenzione di offrire supporto, in modo da poter
gestire gli aiuti al meglio.
Sempre
in tema di migranti ha dichiarato che, nell’ambito del Consiglio di sicurezza, sta lavorando per far passare una risoluzione che consentirebbe alla fregata
britannica “Richmond” di navigare in acque libiche per intercettare gli
scafisti e contribuire ad interrompere il flusso migratorio nel Mediterraneo.
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