Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna in materia di politica estera, difesa e sicurezza. Marzo 2014
Serie: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza    Numero: 3
Data: 02/04/2014
Descrittori:
ATTI PARLAMENTARI   DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE
DIFESA NAZIONALE   FRANCIA
GERMANIA   GRAN BRETAGNA
POLITICA ESTERA   SPAGNA
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

 

 

 

 

 

 

 

 

 


RASSEGNA PARLAMENTARE COMPARATA
 DI POLITICA INTERNAZIONALE E SICUREZZA

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna

in materia di politica estera, difesa e sicurezza

 

 

N. 3                                                                                                                31 Marzo 2014

 

Germania

 

Il 13 marzo 2014 la Cancelliera Angela Merkel ha reso un’informativa al Bundestag sul Consiglio europeo straordinario che ha avuto luogo a Bruxelles il 6 marzo 2014, dedicato alla situazione in Ucraina.

Durante il suo intervento e in replica ai numerosi interventi svolti nel corso del dibattito, Angela Merkel ha ricordato che la politica del Governo federale tedesco, in accordo con i partner dell’Unione europea e con gli Stati Uniti è volta al perseguimento dei seguenti obiettivi: l’istituzione di una commissione internazionale di controllo e di un gruppo di contatto per il superamento, in termini politico-diplomatici, della crisi in Ucraina; la concessione di ampi aiuti al paese attraverso il Pacchetto di sostegno all’Ucraina proposto dalla Commissione europea per contribuire a stabilizzare la situazione economica e finanziaria del paese, agevolare la transizione, favorire le riforme politiche ed economiche e sostenere uno sviluppo inclusivo a vantaggio dell’intera popolazione; l’adozione di una serie di sanzioni nei confronti della Russia qualora Mosca continui a destabilizzare la situazione in Ucraina.

La Cancelliera ha poi ricordato la decisione dei leader del G7 di non partecipare al Summit di giugno a Sochi fino a che non si ristabilisca un terreno fertile in cui siano possibili “colloqui sensati” nell’ambito del G8.

 

 

Regno Unito

 

Il 10 marzo il Primo Ministro David Cameron è intervenuto con una dichiarazione alla Camera dei Comuni per riferire sul Consiglio europeo straordinario svoltosi il 6 marzo per discutere della crisi in Ucraina. Il premier – nel ricordare che il Consiglio europeo ha inviato alla Russia un messaggio chiaro e unanime che le sue azioni sono in flagrante violazione del diritto internazionale – ha dichiarato che la UE ha unanimemente deciso azioni immediate da intraprendere nei confronti della Russia. Si è decisa innanzittutto la sospensione dei preparativi per il G8 di Sochi; sono stati interrotti i lavori per un nuovo accordo sulle relazioni tra Russia e UE; sono state sospese le trattative con la Russia per un più liberale regime di visti nell’area Schengen. Per quanto riguarda la Gran Bretagna, Cameron ha annunciato che nessun ministro o membro della casa reale reale visiterà le paralimpiadi di Sochi. Un segnale forte verrà dalla sospensione della cooperazione militare bilaterale e soprattutto dalla revisione delle licenze di esportazione delle armi in Russia, su cui il premier auspica una linea comune con gli altri stati membri dell’UE.

Cameron ha reso noto che sono stati fatti grandi sforzi per convincere la Russia a trattative ravvicinate e franche con il Governo dell'Ucraina, e il Consiglio europeo ha convenuto che tali trattative debbano iniziare quanto prima. Se la Russia non dovesse cooperare saranno prese misure ulteriori: su iniziativa britannica, il Consiglio ha incaricato la Commissione europea di iniziare a predisporre altre misure, inclusi congelamento dei beni e divieti di viaggio per una lista di nomi che si sta preparando in accordo con gli Usa e altri partner internazionali.

La Russia può scegliere di far scendere la tensione, disconoscendo il referendum in Crimea, in quanto illegale, illegittimo e non riconosciuto dalla comunità internazionale: la legittimazione di questo referendum – come riconosciuto anche dalla Cancelliera Angela Merkel - richiederebbe un ulteriore rafforzamento delle misure sanzionatorie.

Il Consiglio europeo ha inoltre convenuto che qualunque ulteriore azione della Russia per destabilizzare l’Ucraina comporterebbe per i rapporti tra Federazione russa e UE gravi conseguenze, che includerebbero un’ampia gamma di settori economici.

Cameron ha sottolineato che il Regno Unito ha svolto un ruolo di primo piano nel contribuire a raggiungere questo accordo, anche attraverso un incontro convocato con i leader di Francia, Germania, Italia e Polonia. Le sanzioni avranno conseguenze per molti Stati membri, compreso il Regno Unito, ma i costi di non fronteggiare l’aggressione sarebbero assai maggiori.

Il Consiglio europeo ha inviato un messaggio politico di sostegno al Governo e al popolo ucraino, e su richiesta del Primo Ministro ucraino ha deciso di procedere alla firma del contenuto politico dell’accordo di associazione tra UE e Ucraina, e di aiutare l’Ucraina nella lotta contro la corruzione.

In questo momento è di vitale importanza che l’Ucraina proceda verso libere elezioni che consentano a tutti gli ucraini, compresi quelli di lingua russa e le minoranze, di scegliere liberamente i propri leader. L'UE ha approvato l’abbassamento delle tariffe doganali e si impegna a lavorare con il Fondo monetario internazionale al pacchetto di sostegno finanziario al governo ucraino.

Cameron ha quindi rilevato che - come da lui concordato con il Presidente Obama - c'è ancora la possibilità per la Russia di risolvere questa situazione diplomaticamente, ritirando le proprie truppe dalla Crimea, disconoscendo il referendum, e lavorare con il resto della comunità internazionale per sostenere libere elezioni in Ucraina nel mese di maggio.

Le dichiarazioni di Cameron sono state accolte con soddisfazione anche dai rappresentanti del Labour party. Da parte sua, il Primo Ministro ha accolto con favore alcune osservazioni soprattutto riconoscendo una certa lentezza dell’UE, dovuta in gran parte alla circostanza che numerosi Stati membri dipendono, per l’approvvigionamento energetico, dal gas russo. Si è detto, tuttavia, convinto che l’UE saprà giocare con forza la sua parte, insieme alla NATO, all’ONU e agli altri partner internazionali.

 

Il 18 marzo, in seguito ai risultati del referendum in Crimea, si è svolto alla Camera dei Comuni un dibattito generale alla presenza del Ministro degli Esteri, William Hague e alla Camera dei Lords un analogo dibattito alla presenza del Ministro aggiunto principale presso il Ministero degli Affari esteri e del Commonwealth, Baronessa Warsi. In entrambe le sedi il Governo, definendo questa crisi europea come la più impegnativa del secolo, ha dichiarato che il Regno Unito considererà qualsiasi ulteriore presenza armata nell’est dell’Ucraina alla stregua di un’aggressione, da sanzionare con provvedimenti di carattere politico ed economico. I ministri non hanno nascosto di temere un’escalation militare, ribadendo e rafforzando quanto già espresso dal Primo Ministro Cameron nella seduta del 10 marzo: si dovrà perseguire una linea dura che restituisca credibilità all’Occidente, paventando per gli anni venire un drastico peggioramento dei rapporti tra Russia e UE rispetto agli ultimi 20 anni.

 

La Commissione affari esteri della Camera dei Comuni ha pubblicato il 21 marzo il Relazione 2013-14 sulla risposta del Paese allo stato di instabilità nel quadrante nord-ovest dell’Africa.

A fronte dell’escalation di violenza nella regione occidentale del Sahel-Sahara per mano di gruppi jihadisti - favorita dall’inefficienza delle istituzioni di paesi come Libia, Mali e Nigeria - la Camera dei Comuni auspica un rafforzamento della presenza del Regno Unito nel Sahel occidentale e nel Maghreb, esortando il Ministero degli esteri a concertare accordi internazionali per una politica comune di stabilità e sicurezza per la regione sotto la guida tripartita di Francia, Regno Unito e Stati Uniti. La Commissione ribadisce inoltre l’opportunità del sostegno prestato all’intervento della Francia in Mali nel 2013, che ha contribuito ad evitare un disastro umanitario sottraendo l'intero paese da un potenziale insediamento jihadista. Il Governo è invitato ad acquisire sempre maggiori competenze specialistiche e ambientali degli scenari di intervento, per superare la scarsa efficienza finora dimostrata, e garantire che gli aiuti allo sviluppo possano andare a buon fine, pena l’aggravamento del problema dell'immigrazione illegale in Europa.

Nella Relazione si richiede inoltre: una maggiore chiarezza da parte dell’UE sulle politiche di gestione degli esodi di migranti dalle coste del Mediterraneo; la focalizzazione dell’attenzione sul rapporto storico con la Nigeria - paese tra i fornitori di gas per il Regno Unito - con l’invito a sostenere la cooperazione militare e di intelligence contro il movimento Boko Haram, volta principalmente a tutelare l’incolumità dei circa 40.000 cittadini con passaporto britannico presenti nella regione; una decisa azione per ricucire i rapporti con Marocco ed Algeria, per rafforzare la presenza nell’Africa occidentale e concertare un approccio comune con la Francia per disinnescare il pericolo del terrorismo.

 

 

Spagna  

 

Il 19 marzo 2014 si è svolta al Congresso dei deputati la discussione sulla richiesta di autorizzazione al dispiegamento e alla partecipazione delle Forze armate all’operazione militare dell’Unione europea nella Repubblica centrafricana (Eufor-RCA). La richiesta di autorizzazione – obbligatoria ai sensi dell’art.17.1 della Legge organica 5/2005, del 17 novembre, sulla difesa nazionale - è stata approvata il giorno successivo: su 302 votanti, 288 hanno votato a favore, e 14 contro (membri del GPI-Gruppo della sinistra pluralista).

Come ricordato dal ministro della difesa, Pedro Morenés Eulate, già nel mese di dicembre 2013 il Congresso aveva autorizzato il dispiegamento di un Hercules C-130 e di un contigente spagnolo di 60 uomini, in appoggio alla missione francese Sangaris e alla missione internazionale di sostegno al Centrafrica su condotta africana (MISCA), decisa dal Consiglio di sicurezza dell’ONU il 5 dicembre 2013.

A fronte di una situazione che rimane molto critica sia sul piano della sicurezza, sia su quello dell’emergenza umanitaria, l’Unione europea ha deciso di inviare una propria missione, della quale si stanno al momento discutendo le modalità operative e di ingaggio. Non tutti gli Stati membri hanno dimostrato la propria disponibilità a partecipare. Il Governo spagnolo, assumendosi le proprie responsabilità nel contesto della politica comune europea di sicurezza e difesa, ha deciso che – previa autorizzazione parlamentare – aumenterà di 50 effettivi il contingente già schierato, ai quali si sommeranno 25 effettivi della Guardia Civil.

Il ministro ha concluso, auspicando che numerosi Stati membri dell’UE decidano per l’invio di contingenti, e soprattutto che le Nazioni Unite decidano di intervenire con una propria missione, assolutamente essenziale per la stabilità della Regione.

 

Il 12 marzo 2014 la Commissione difesa del Congresso dei deputati ha proceduto all’audizione del ministro della difesa, Pedro Morenés Eulate, sul Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2013 relativamente agli aspetti della polilica comune di sicurezza e difesa dell’Unione europea.

Nell’introduzione e nella replica seguita al dibattito, il ministro ha tenuto a precisare che la priorità della politica spagnola di sicurezza e difesa è di rafforzare e sviluppare il coordinamento di tale politica nelle sedi multilaterali, in particolare Unione europea, NATO e ONU. In questa prospettiva, il Consiglio europeo di dicembre ha costituito una tappa fondamentale, in quanto ha avviato effettivamente una politica di sicurezza e difesa comune, con obiettivi chiari e una pianificazione seria e credibile.

Il Consiglio ha deciso di promuovere una serie di azioni prioritarie – sempre nel quadro della cooperazione con NATO e ONU – nei settori della difesa cibernetica e della sicurezza marittima: l’Alto Rappresentante, con il sostegno della Commissione europea e l’accordo degli Stati membri, formulerà le sue proposte nel corso del 2015, tenendo conto dell’evoluzione geo-politica mondiale.

Innanzitutto, il Consiglio ha rilevato la necessità di rafforzare le capacità comuni, facendo appello alla generosità e alla responsabilità degli Stati membri: poiché le capacità militari restano sotto il controllo degli Stati, il Consiglio ha esortato a realizzare progetti comuni e concreti, sostenuti dall’Agenzia europea di difesa. In secondo luogo, ha insistito su un mercato della difesa che funzioni adeguatamente, basato sull’apertura e la trasparenza per tutti i fornitori europei, al fine di ridurre i costi, armonizzare la domanda e favorire l’interoperabilità. A questo riguardo, il ministro ha insistito sull’importanza per la Spagna dell’industria della difesa, non soltanto in termini di sicurezza e sovranità nazionale, ma anche per gli aspetti più propriamente economici: fintantoché non si sarà pervenuti a uno sviluppo completo e armonico di una politica comune di sicurezza e difesa, la Spagna garantirà e difenderà la robustezza della propria industria.

Il ministro ha quindi informato la Commissione sugli esiti del Consiglio informale affari esteri dell’UE, svoltosi ad Atene il 20 e 21 febbraio 2014. Prendendo atto delle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre, l’Agenzia europea di difesa ha presentato una roadmap che specifica compiti, obbiettivi, responsabilità e scadenze nelle sue aree di competenza: rifornimento in volo, sistemi aerei pilotati a distanza, condivisione e uso multinazionale delle capacità militari e meccanismo di informazione europea per i programmi di armamento ed equipaggiamento. La Spagna ha fortemente sostenuto i programmi di sicurezza marittima, da condurre in stretta cooperazione con la NATO, per evitare duplicazioni. Si è, quindi discusso delle operazioni di politica comune di sicurezza e difesa dell’Unione europea, in particolare dell’importanza della missione Eurofor-RCA che la UE avvierà nella Repubblica centrafricana.

Il ministro Morenés Eulate ha anche riferito sulla Riunione dei ministri della difesa dalla NATO, svoltasi il 26 e 27 febbraio. In quella sede si è innanzitutto discusso della preparazione del Vertice dei Capi di Stato e di Governo, che si svolgerà in Galles il 5 e 6 settembre 2014: in quella prospettiva si è insistito soprattutto sulla necessità di incrementare le capacità militari: la Spagna ha offerto la propria disponibilità a partecipare più attivamente, sottolineando in particolare l’importanza della sicurezza marittima, e ribadendo la necessità di una più stretta cooperazione tra UE e NATO

L’attenzione si è, però, concentrata sulla situazione in Ucraina, rispetto alla quale è stata adottata una dichiarazione nella quale si sottolinea l’importanza di un processo politico inclusivo basato sui valori democratici e lo Stato di diritto; si riafferma il compromesso della NATO con l’Ucraina; si manifesta appoggio alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina. Di conseguenza si condanna l’escalation  militare della Russia in Crimea come evidente violazione del diritto internazionale, si esprime grande preoccupazione per l’autorizzazione concessa dalla Duma russa all’uso della forza in territorio ucraino; si invita la Russia a rispettare tutti gli accordi internazionali sottoscritti, a ritirare le truppe e a evitare qualsiasi interferenza in Ucraina.

La Spagna condivide pienamente queste dichiarazioni, come pure quelle del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo, che richiamano quelle della NATO e condannano la decisione del Consiglio supremo della Repubblica autonoma della Crimea di celebrare un refendum sulla propria indipendenza, decisione contraria alla Costituzione ucraina, e di conseguenza illegale. Il Consiglio europeo ritiene che la soluzione della crisi debba basarsi sull’integrità territoriale, sulla sovranità e sull’indipendenza dell’Ucraina; tale soluzione va ricercata, nel rispetto delle norme internazionali, attraverso negoziati tra Ucraina e Russia, e con il coinvolgimento delle sedi internazionali, nonché degli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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