Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza. L'attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna in materia di politica estera, difesa e sicurezza. Gennaio 2014
Serie: Rassegna parlamentare comparata di politica internazionale e sicurezza    Numero: 1
Data: 20/03/2014
Descrittori:
ATTI PARLAMENTARI   DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE
DIFESA NAZIONALE   FRANCIA
GERMANIA   GRAN BRETAGNA
POLITICA ESTERA   SPAGNA
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

 

 

 

 

 

 

 

 

 


RASSEGNA PARLAMENTARE COMPARATA
 DI POLITICA INTERNAZIONALE E SICUREZZA

 

L’attività parlamentare in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna

in materia di politica estera, difesa e sicurezza

 

 

N. 1                                                                                                                    31 Gennaio 2014

 

Francia

 

Il 7 gennaio 2014 la Commissione per gli Affari esteri e la Commissione per gli Affari europei dell’Assemblea nazionale hanno svolto un’audizione congiunta del Ministro per gli affari europei, Thierry Repentin, sugli esiti del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2013.

Nell’introduzione e nella replica agli interventi svolti nel corso della discussione, il ministro ha valutato positivamente, rispetto alle aspettative francesi, gli esiti del Consiglio. Per quanto riguarda la politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), la Francia ha insistito perché non sia subordinata alle iniziative della NATO, in quanto rappresenta un elemento fondamentale dell’autonomia strategica europea. Si è registrato un accordo sulla necessità di un suo miglioramento quanto alle modalità di finanziamento delle operazioni militari: entro il giugno 2014, l’Unione europea migliorerà la sicurezza alle frontiere e la capacità di formazione di eserciti, in particolare in Africa, e definirà un quadro d’azione in materia di difesa cibernetica, nonché una strategia di sicurezza marittima. Il Consiglio ha inoltre appoggiato politicamente l’intervento francese nella Repubblica centrafricana: si tratterà di sapere se tale appoggio sarà concretizzato attraverso il sostegno sul territorio di un certo numero di paesi e il rafforzamento dell’aiuto finanziario dell’Unione.

Quanto all’Unione economica e monetaria (UEM), l’Europa dovrà rispondere ai due imperativi dell’armonizzazione tra paesi delle regole di funzionamento e del bisogno di riforme, seguendo la parola d’ordine “solidarietà”. A questo riguardo, la Francia ha ribadito con chiarezza di essere d’accordo nel rafforzare meccanismi di riforma in materia economica, purché siano realizzati anche meccanismi di solidarietà nei confronti dei paesi ai quali si richiedano sforzi ulteriori. La stessa Germania ha modificato la sua posizione inizialmente intransigente sul fronte “solidarietà”, accettando di avviare negoziati alla fine del 2014. Una piccola rivoluzione si è registrata sul piano dell’Unione bancaria, in quanto è stato istituito, presso la Banca centrale europea (BCE), un organismo di sorveglianza sulle banche, presieduto dalla francese Danièle Nouy.

Infine, il Consiglio europeo ha colto l’occasione per discutere nuovamente della politica economica e sociale dell’Europa: la Francia ha insistito perché diventi quanto prima operativo il piano per l’occupazione giovanile, al fine di poter utilizzare i 6 miliardi di euro stanziati per il 2014-2020, e ha sostenuto l’aumento di capitale del Fondo europeo d’investimento, a sostegno delle piccole e medie imprese.

In conclusione, il ministro si è soffermato sulla questione dell’Ucraina, affermando che l’Unione europea può accettare un accordo di associazione, purché l’Ucraina condivida i valori dell’Unione europea e avvii riforme in materia di rispetto dei diritti fondamentali.

Il 15 gennaio 2014 la Commissione per gli Affari esteri dell’Assemblea nazionale ha proceduto all’audizione del Ministro degli Esteri, Laurent Fabius, sulla situazione nella Repubblica centrafricana, in Iran e in Siria.

Quanto alla situazione nella Repubblica centrafricana, il ministro ha comunicato che il Consiglio nazionale di transizione (CNT) – riunito dal 9 gennaio in sessione straordinaria – eleggerà il nuovo Capo di Stato di transizione, il quale nominerà un primo ministro e un nuovo governo. La Francia, ha precisato il ministro, non deve intromettersi nelle elezioni e nelle nomine, ma limitarsi ad aiutare il popolo centrafricano. Sul piano della sicurezza, la situazione è divenuta più distesa, ma occorre rimanere prudenti; intanto si va rafforzando la cooperazione tra la missione francese Sangaris e la missione internazionale di sostegno al Centrafrica su condotta africana (MISCA), decisa dal Consiglio di sicurezza dell’ONU il 5 dicembre 2013. La Francia ha molto insistito presso l’ONU affinché si avvii la transizione tra l’operazione Sangaris-MISCA e una missione dell’ONU, perché soltanto in questo modo si potranno raggiungere risultati che la MISCA non può ottenere. Per quanto riguarda l’Unione europea, si sta discutendo a Bruxelles della messa in campo di una forza europea, che fornirebbe un aiuto prezioso, oltre ad avere un alto valore simbolico.

Con riferimento all’Iran, il ministro ha dichiarato che – secondo quanto convenuto al termine di negoziati assai difficili, conclusi con un accordo temporaneo siglato a Ginevra il 24 novembre 2013l’Iran inizierà il 20 gennaio, sotto il controllo dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA), a sospendere l’arricchimento nucleare al 20%, a neutralizzare il suo stock di uranio arricchito al 20%, a limitare la capacità d’installazione di arricchimento dell’uranio, nonché ad arrestare la costruzione del reattore di Arak. A fronte di tali azioni, gli Stati Uniti e l’Unione europea sospenderanno parte delle sanzioni adottate. Il ministro Fabius non ha nascosto la difficoltà di dare corso a questo accordo, che in ogni caso sarà oggetto di ulteriori negoziati nei prossimi mesi: tali negoziati non si prospettano agevoli, sia perché la controparte iraniana non è per nulla malleabile, sia perché la situazione è oggettivamente assai complessa.

Quanto alla Siria, è assai difficile immaginare che l’attuale Presidente Bashar Al-Assad rappresenti il futuro del suo popolo. Occorre, tuttavia, tenere presente che contro di lui operano anche gruppi terroristici: è dunque necessario trovare una soluzione politica che associ l’opposizione moderata ad esponenti dell’attuale regime, escludendo Bashar Al-Assad. La Francia ritiene che la soluzione non possa che essere politica, e si augura che si arrivi a una nuova Conferenza di Ginevra per giungere a un risultato positivo; diversamente, la terribile situazione attuale sarà destinata a perpetuarsi. D’altra parte l’Iran non parteciperà alla Conferenza, in quanto gli USA si oppongono, e comunque gli Iraniani rifiutano l’obiettivo dell’associazione tra opposizione moderata ad esponenti dell’attuale regime. Per quanto riguarda il ruolo della Russia, Fabius non ritiene che l’obiettivo di Putin sia di incrementare il mercato degli armamenti e di preservare l’accesso della Marina russa al porto di Tartous: da parte russa si tratta, piuttosto, di sostenere alleati tradizionali, e poiché in Siria la Russia è molto influente, occorre fare i conti con tale realtà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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