Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento ambiente
Titolo: Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell'impatto delle misure di incentivazione - Seconda edizione
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 83    Progressivo: 1
Data: 17/06/2014
Descrittori:
ASSISTENZA E INCENTIVAZIONE ECONOMICA   RICOSTRUZIONE E CONSOLIDAMENTO DI ABITATI E DI IMMOBILI
RISPARMIO ENERGETICO     
Organi della Camera: VIII-Ambiente, territorio e lavori pubblici

 

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione

 

 

Seconda edizione

 

 

 

n. 83/1

 

 

17 giugno 2014

 

 


Camera dei deputati

SERVIZIO STUDI – Dipartimento Ambiente

* st_ambiente@camera.it

Twitter bird logo.pngCD_ambiente

 

Il presente dossier è stato predisposto in collaborazione con l’istituto di ricerca CRESME.

 

 

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File: Am0051a

 



Premessa

Il presente documento rappresenta l’aggiornamento dello studio pubblicato nel mese di novembre 2013 ed è stato predisposto in collaborazione con il CRESME (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio), su richiesta dell’VIII Commissione formulata nella riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, del 1° agosto 2013.

Il documento intende fornire una stima dell’impatto economico delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.

Le predette agevolazioni dispiegano i propri effetti nel mercato rispettivamente dal 1998 e dal 2007 e la loro applicabilità è stata oggetto di numerose proroghe nel corso degli anni, nonché di modifiche che hanno inciso sulle aliquote, sui limiti massimi di spesa, sulle categorie di interventi agevolabili, come risulta dall’evoluzione normativa che viene sinteticamente descritta nel primo capitolo e che, rispetto allo studio di novembre, è stata aggiornata con le norme approvate nella legge di stabilità per il 2014 e con le recenti disposizioni riguardanti le detrazioni fiscali per l’acquisto di mobili. La materia è stata, altresì, oggetto di costante attenzione da parte del Parlamento non solamente nel corso dell’esame dei provvedimenti che sono stati via via adottati, ma anche attraverso un’intensa attività di indirizzo nei confronti del Governo volta a sollecitare, tra l’altro, una stabilizzazione delle misure.

L’aggiornamento rispetto al precedente dossier è motivato dalla disponibilità di ulteriori elementi di informazione da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, che hanno consentito una revisione dei dati sull’ammontare dei lavori in detrazione a partire dal 2011 e conseguentemente una revisione:

-          della spesa per i lavori di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica e acquisto di mobili per i quali sono stati chiesti gli incentivi per gli anni 2011, 2012, 2013  e della stima della spesa per il 2014;

-          della stima dell’impatto degli incentivi fiscali sul mercato del rinnovo con riguardo al volume degli investimenti agevolabili e all’occupazione;

-          della stima dell’impatto economico-finanziario delle detrazioni fiscali.

Il documento, integrato con la revisione delle stime a cui si è accennato, mantiene sostanzialmente la medesima struttura dello studio precedente, ad eccezione del capitolo 6 in cui è contenuta una stima dell’impatto economico-finanziario degli incentivi fiscali sui lavori di recupero edilizio e riqualificazione energetica, limitata al 2014 (e non per l’intero triennio 2014-2016 come nel precedente rapporto), alla luce delle disposizioni contenute nella legge di stabilità per il 2014. Per tale scenario, nel capitolo 7, è riportata una stima del possibile impatto economico-finanziario considerando l’intero periodo di operatività degli incentivi (1998-2014) e sono ipotizzati i conseguenti effetti per i principali soggetti interessati dall’applicazione delle detrazioni nel sistema Paese. La stima è basata su un approccio (descritto nell’appendice metodologica) diverso da quello impiegato in sede di relazione tecnica all’ultima legge di stabilità. Il documento pubblicato nel mese di novembre 2013, invece, riportava un quadro ipotetico di scenario di applicazione delle detrazioni fiscali nel triennio 2014-2016 considerando due possibili alternative: l’applicazione delle disposizioni contenute nel disegno di legge di stabilità, nella versione contenuta nel testo originariamente approvato dal Governo, e l’applicazione – a partire dal 2014 - dell’aliquota del 36% sia per gli interventi di recupero e ristrutturazione edilizia, sia per gli interventi di riqualificazione energetica.


Parte prima
(a cura del Servizio Studi)

 


1. Le detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio e la riqualificazione energetica: l’evoluzione normativa

1.1 Le detrazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio edilizio

La detrazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è stata introdotta dall'articolo 1, commi 5 e 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, che aveva previsto, per le spese sostenute nel periodo d'imposta in corso alla data del 1° gennaio 1998 e in quello successivo, una detrazione pari al 41 per cento delle stesse e, per quelle sostenute nei periodi d'imposta in corso alla data del 1° gennaio degli anni 2000 e 2001, una detrazione pari al 36 per cento. La detrazione al 41 per cento è stata successivamente ripristinata per il solo anno 2006.

La norma è stata successivamente modificata e prorogata e, infine, resa stabile dal D.L. n. 201 del 2011 (art. 4, comma 1, lett. c)) che ha inserito nel D.P.R. n. 917 del 1986 (TUIR) il nuovo articolo 16-bis. Tale norma ha confermato non solo l’ambito, soggettivo ed oggettivo, di applicazione delle detrazioni, ma anche le condizioni di spettanza del beneficio fiscale consolidando l’orientamento di prassi formatosi in materia.

A regime, la misura della detrazione IRPEF è del 36 per cento per le spese di ristrutturazione edilizia sostenute per un importo non superiore a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

Per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 fino al 30 giugno 2013, l’articolo 11, comma 1, del D.L. n. 83 del 2012 ha aumentato la misura della detrazione dal 36 per cento al 50 per cento ed ha innalzato il limite di spesa massima agevolabile da 48.000 a 96.000 euro per unità immobiliare.

Con l’articolo 16, comma 1, del D.L. n. 63 del 2013 è stato prorogato al 31 dicembre 2013 il termine di scadenza dell’innalzamento della percentuale di detrazione IRPEF dal 36 al 50 per cento e del limite dell'ammontare complessivo da 48.000 a 96.000 euro in relazione alle spese di ristrutturazione edilizia.

Nel corso della conversione del D.L. n. 63 del 2013, inoltre, sono state introdotte due rilevanti novità:

§  una detrazione del 50 per cento per le ulteriori spese sostenute dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del decreto-legge) al 31 dicembre 2013 per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, (per i forni la classe A), nonché per le apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, per un importo massimo complessivo non superiore a 10.000 euro, da ripartire in dieci quote annuali;

§  una detrazione del 65 per cento delle spese effettuate dal 4 agosto 2013 (data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto) al 31 dicembre 2013 per interventi di adozione di misure antisismiche su costruzioni che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) individuate dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, se adibite ad abitazione principale o ad attività produttive.

Si segnala, infine, che la lettera d) del comma 139 dell’articolo unico della legge di stabilità per il 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147) prevede un’ulteriore proroga delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie. In particolare, confermando il limite di 96.000 euro per immobile, viene prorogata sino al 31 dicembre 2014 la misura della detrazione al 50 per cento, stabilendo altresì che la detrazione si applichi nella misura del 40 per cento per l'anno 2015. Con riferimento agli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche, viene prorogata sino al 31 dicembre 2014 la misura della detrazione al 65 per cento, stabilendo altresì che la detrazione si applichi nella misura del 50 per cento per l'anno 2015. Con riferimento alle spese per l'acquisto di mobili per l’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione viene specificato il termine finale (31 dicembre 2014) entro cui devono essere sostenute le spese ai fini della detrazione prevista.

Relativamente alle detrazioni per l’acquisto di mobili si segnala, da ultimo, che il comma 2-bis dell’articolo 7 del decreto legge n. 47 del 2014, introdotto nel corso dell’esame parlamentare del decreto recentemente approvato in via definitiva, reca disposizioni volte a consentire di usufruire delle predette detrazioni anche ove le relative spese superino quelle sostenute per i connessi lavori di ristrutturazione. Il comma 2-ter del medesimo articolo prevede, inoltre, che, per il periodo compreso tra il 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014, le richiamate spese per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici sono computate, ai fini della fruizione della detrazione di imposta, indipendentemente dall'importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione che fruiscono delle detrazioni per il recupero edilizio.

 

La detrazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio è concessa (comma 1 del nuovo articolo 16-bis del D.P.R. n. 917 del 1986) per i seguenti interventi:

§  manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali;

§  manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze;

§  ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi, quando sia stato dichiarato lo stato di emergenza anche se non rientranti nelle tipologie di intervento di cui ai primi due punti;

§  realizzazione di autorimesse o di posti auto pertinenziali, anche di proprietà comune;

§  eliminazione di barriere architettoniche;

§  adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terzi;

§  realizzazione di interventi di cablatura degli edifici e di contenimento di inquinamento acustico;

§  conseguimento di risparmi energetici;

§  adozione di misure antisismiche;

§  bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte ad evitare gli infortuni domestici.

Il comma 2 del nuovo articolo 16-bis del TUIR ricomprende tra le spese sostenute quelle di progettazione e per prestazioni professionali connesse all'esecuzione delle opere edilizie e alla messa a norma degli edifici ai sensi della legislazione vigente in materia. Il comma 3 del nuovo articolo 16-bis riconduce a regime la detrazione d’imposta del 36 per cento sugli interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, detrazione che è stata istituita dall’articolo 9, comma 2, della legge n. 448 del 2001.

Tra le altre disposizioni introdotte in materia si segnalano:

§  l’abolizione dell’obbligo di invio della comunicazione di inizio lavori al Centro operativo di Pescara (articolo 7, comma 2, lett. q), del D.L. n. 70 del 2011). In sostanza, a decorrere dal 14 maggio 2011, la norma prescrive l’obbligo di indicare taluni dati nella dichiarazione dei redditi e di conservare la documentazione prevista dal Provvedimento n. 149646 del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 2 novembre 2011;

§  la riduzione della percentuale (dal 10 al 4%) della ritenuta d’acconto sui bonifici che banche e Poste hanno l’obbligo di operare (articolo 25 del decreto-legge n. 78 del 2010, come modificato dall’articolo 23, comma 8 ,del decreto legge 98 del 2011);

§  l’obbligo, chiarito con la risoluzione n. 55/E del 7 giugno 2012 dell’Agenzia delle entrate, di utilizzare un bonifico “parlante” dal quale risulti: 1) la causale del versamento; 2) il codice fiscale del beneficiario della detrazione; 3) il numero di partita IVA ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato;

§  l’eliminazione dell’obbligo di indicare il costo della manodopera, in maniera distinta, nella fattura emessa dall’impresa che esegue i lavori (articolo 7, comma 2, lett. r), del D.L. n. 70 del 2011); tale soppressione ha effetto anche per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici;

§  la facoltà riconosciuta al venditore, nel caso in cui l’unità immobiliare sulla quale sono stati eseguiti i lavori sia ceduta prima che sia trascorso l’intero periodo di godimento della detrazione, di scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni non ancora utilizzate o trasferire il diritto all’acquirente (persona fisica) dell’immobile (commi 12-bis e 12-ter dell’articolo 2 del decreto-legge n. 138 del 2011);

§  l’obbligo per tutti i contribuenti di ripartire l’importo detraibile in 10 quote annuali: dal 2012 non è più prevista per i contribuenti di 75 e 80 anni la possibilità di ripartire la detrazione, rispettivamente, in cinque o tre quote annuali (articolo 4, comma 1, del D.L. n. 201 del 2011). Al riguardo si segnala che la norma originaria aveva previsto la ripartizione in 5 quote annuali. La legge finanziaria 2002 (art. 9, commi 1 e 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448) ha introdotto la ripartizione in 10 quote annuali. La legge finanziaria 2003 (art. 2, comma 5, della legge 27 dicembre 2002 n. 289) aveva poi consentito ai soggetti, proprietari o titolari di un diritto reale sull'immobile oggetto dell'intervento edilizio, di età non inferiore a 75 e a 80 anni, la ripartizione, rispettivamente, in cinque e tre quote annuali costanti di pari importo.

1.2 Le detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica

L’agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici consiste nel riconoscimento di detrazioni d’imposta nella misura (originariamente) del 55 per cento delle spese sostenute, da ripartire in rate annuali di pari importo, entro un limite massimo di detrazione, diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti. Si tratta di riduzioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) concesse per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e che riguardano, in particolare, le spese sostenute per:

§  la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento: detrazione massima 100.000 euro;

§  il miglioramento termico dell’edificio (finestre, comprensive di infissi, coibentazioni, pavimenti): detrazione massima 60.000 euro;

§  l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda: detrazione massima 60.000 euro;

§  la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale: detrazione massima 30.000 euro.

 

La norma che ha introdotto l’agevolazione è contenuta nei commi da 344 a 349 dell'articolo unico della legge finanziaria 2007 (legge n. 296 del 2006); successivamente la normativa in materia è stata più volte modificata con riguardo, in particolare, alle procedure da seguire per avvalersi correttamente delle agevolazioni.

L’articolo 1, comma 48, della legge n. 220 del 2010 (legge di stabilità per il 2011) ha stabilito una proroga per usufruire delle detrazioni per le spese sostenute e documentate sino al 31 dicembre 2011 o, per i soggetti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, fino al periodo d’imposta in corso alla predetta data.

L’articolo 4, comma 4, del D.L. n. 201 del 2011 ha prorogato fino al 31 dicembre 2012 la detrazione Irpef del 55 per cento delle spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. La stessa norma ha esteso la detrazione del 55 per cento anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria, nel limite massimo di 30.000 euro. A decorrere dal 1° gennaio 2013 era previsto che per tutti gli interventi sopra descritti si applicasse la detrazione del 36 per cento come modificata dal nuovo articolo 16-bis del TUIR. Successivamente il D.L. n. 83 del 2012 ha prorogato l'applicazione della detrazione del 55 per cento sino al 30 giugno 2013.

Il D.L. n. 63 del 2013 (articolo 14) ha prorogato le detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica fino al 31 dicembre 2013 elevando la misura al 65 per cento, per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del provvedimento). Inoltre, con riferimento agli interventi di riqualificazione energetica relativi a parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari del singolo condominio, la norma prevede l'applicazione della detrazione d'imposta del 65 per cento per le spese sostenute dall'entrata in vigore del decreto (6 giugno 2013) sino al 30 giugno 2014. Il D.L. 63/2013 ha, inoltre, previsto che l’ENEA effettui il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi di riqualificazione energetica di edifici e degli interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali (articolo 14, comma 3-bis). L’attività di monitoraggio si basa sull’elaborazione delle informazioni contenute nelle richieste di detrazione per via telematica, sulla trasmissione di una relazione sui risultati degli interventi e sul costante aggiornamento del sistema di reportistica multi-anno delle dichiarazioni ai fini delle detrazioni medesime. E’ istituita, poi, presso il Gestore dei servizi energetici S.p.A. (GSE) una banca dati nazionale (art. 15-bis) in cui far confluire i flussi di dati relativi ai soggetti beneficiari di incentivi o sostegni finanziari per attività connesse ai settori dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Da ultimo, si segnala che la lettera b) del comma 139 dell’articolo unico della legge di stabilità per il 2014 prevede un’ulteriore proroga delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica. In particolare, tali detrazioni si applicano nella misura:

§  del 65 per cento per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del D.L. n. 63/2013) al 31 dicembre 2014;

§  del 50 per cento per le spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015.

Con riferimento agli interventi di riqualificazione energetica relativi a parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari del singolo condominio, la legge di stabilità per il 2014 prevede l'applicazione della detrazione nella misura:

§  del 65 per cento, per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 fino al 30 giugno 2015;

§  del 50 per cento, per le spese sostenute dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2016.

 

In sintesi la normativa al riguardo prevede che:

§  la detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) è pari al 55 per cento (ora al 65 per cento) delle spese sostenute, entro il limite massimo che varia a seconda della tipologia dell’intervento eseguito;

§  l’agevolazione non è cumulabile con altri benefici fiscali previsti da disposizioni di legge nazionali (come, ad esempio, la detrazione per il recupero del patrimonio edilizio) o altri incentivi riconosciuti dall’Unione europea; dal 1° gennaio 2009 la detrazione non è cumulabile con eventuali incentivi riconosciuti dall’Unione europea, dalle regioni o dagli enti locali;

§  non è necessario effettuare alcuna comunicazione preventiva di inizio dei lavori all’Agenzia delle entrate;

§  i contribuenti non titolari di reddito d’impresa devono effettuare il pagamento delle spese sostenute mediante bonifico bancario o postale (i titolari di reddito di impresa sono invece esonerati da tale obbligo e possono provare la spesa con altra idonea documentazione);

§  è previsto l’esonero dalla presentazione della certificazione energetica per la sostituzione di finestre, per gli impianti di climatizzazione invernale e per l’installazione di pannelli solari;

§  al momento del pagamento del bonifico effettuato dal contribuente che intende avvalersi della detrazione, le banche e le Poste Italiane Spa hanno l’obbligo di effettuare una ritenuta a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori; dal 6 luglio 2011 (data di entrata in vigore del decreto-legge n. 98 del 2011) la ritenuta sui bonifici è stata ridotta dal 10 al 4%;

§  per gli interventi eseguiti dal 2011 è obbligatorio ripartire la detrazione in dieci rate annuali di pari importo (per gli anni 2009 e 2010 andava ripartita in cinque rate);

§  i soggetti che intendono avvalersi della detrazione sono tenuti ad acquisire l'asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza dell'intervento ai pertinenti requisiti richiesti dal D.M. 19 febbraio 2007 (GU 26 febbraio 2007, n. 47) ed a trasmettere, entro novanta giorni dalla fine dei lavori, all'ENEA copia dell'attestato di certificazione energetica, ovvero di qualificazione energetica, nonché la scheda informativa relativa agli interventi realizzati (di cui all’allegato E del citato D.M.).

1.3 L’attività parlamentare non legislativa

Oltre all’esame dei vari provvedimenti normativi che si sono succeduti nel corso degli anni e di cui si è dato precedentemente conto, il Parlamento ha svolto un’intensa attività di indirizzo, anche nelle precedenti legislature, in relazione alla materia delle detrazioni fiscali per interventi di recupero edilizio e riqualificazione energetica.

Tale attività di indirizzo si è svolta non solo nell’ambito dell’esame degli ordini del giorno ad alcuni dei provvedimenti succitati, ma anche nelle competenti Commissioni parlamentari, che hanno approvato risoluzioni. Alcune di tali risoluzioni sono peraltro intervenute nell’ambito del dibattito che ha caratterizzato negli anni la proroga e la stabilizzazione degli incentivi, o la loro estensione a specifici ambiti quali l’adozione di misure antisismiche, impegnando il Governo all’adozione di norme in tal senso.

Relativamente agli atti di indirizzo della presente legislatura, si segnala la risoluzione n. 8-00014, approvata dalle Commissioni riunite VI (Finanze) e VIII (Ambiente) nella seduta del 26 settembre 2013, con cui le Commissioni hanno impegnato il Governo a dare stabilità all'agevolazione fiscale del 65 per cento prevista dal decreto-legge n. 63 del 2013, per un verso, mantenendo la differenza di 15 punti percentuali fra la predetta agevolazione fiscale (cd. ecobonus) e quella riconosciuta per gli ordinari interventi di ristrutturazione edilizia e, per l’altro, ampliando i soggetti fruitori dell’agevolazione medesima. Analoghe sollecitazioni erano contenute nella risoluzione n. 7-00003, approvata dalla Commissione ambiente, nella seduta del 15 maggio 2013.

Le Commissioni parlamentari hanno avuto modo di esprimere orientamenti in tal senso anche in occasione dell’esame degli allegati al Documento di economia e finanza (DEF) recanti lo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas-serra, in coerenza con gli obblighi internazionali assunti dall'Italia in sede europea e internazionale, e i relativi indirizzi[1] (cd. “Allegato Kyoto”). Da ultimo, l’allegato al DEF 2014 (Doc. LVII, n. 1 – allegato III) riporta una valutazione degli scenari delle emissioni di gas – serra con orizzonte temporale al 2020, delineando le misure necessarie ai fini della loro riduzione tra le quali è incluso, tra l’altro, il prolungamento della detrazione per interventi di riqualificazione energetica (nello “scenario con misure”). Il medesimo allegato indica la conferma fino al 2020 delle detrazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli edifici – più precisamente il documento fa riferimento alle detrazioni di cui all’articolo 4 del decreto legge n. 201 del 2011 - tra le azioni da attuare in via prioritaria, previste dalla delibera CIPE 17/2013 recante il "Piano Nazionale di riduzione dei gas-serra 2013", al fine di porre l'Italia su un percorso emissivo idoneo a rispettare gli obiettivi annuali vincolanti di cui alla decisione n. 406/2009/CE (cosiddetta decisione effort sharing) e compatibile con l'obiettivo di decarbonizzazione dell'economia al 2050.

 


Parte seconda
(a cura del CRESME)

 


2. Il peso dell’attività di rinnovo del patrimonio esistente nel mercato delle costruzioni nel 2013

Nel presente capitolo vengono fornite alcune stime concernenti la segmentazione del mercato edilizio e il peso della componente del rinnovo del patrimonio edilizio negli anni 2000, sulla base dei dati del CRESME. Per rinnovo si intende l’insieme delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente sia edilizio, sia infrastrutturale.

Il CRESME, nella sua stima del mercato delle costruzioni, divide il valore della produzione del settore delle costruzioni in investimenti e manutenzione ordinaria. Gli investimenti sono poi ulteriormente divisi in nuove costruzioni e manutenzione straordinaria. Gli investimenti, e quindi anche la manutenzione straordinaria, sono poi articolati nei comparti dell’edilizia residenziale, dell’edilizia non residenziale e delle opere del genio civile.  Nella stima del valore della produzione è considerato, inoltre, anche l’investimento in impianti per le fonti energetiche rinnovabili.

 


Schema 2.1. - Il valore della produzione  nelle costruzioni -2013

Miliardi di euro correnti

Fonte: CRESME.

Secondo le nuove stime elaborate nel mese di maggio 2014 concernenti il valore della produzione delle costruzioni, nel 2013, su un valore della produzione dell’intero settore delle costruzioni stimato in 174,6 miliardi di euro (comprensivi degli investimenti in impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili – impianti FER, ed escluse le spese per i trasferimenti di proprietà) la spesa in interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria ammonterebbe a 116,8 miliardi di euro, pari pertanto al 66,9% dell’intero fatturato dell’edilizia, con un significativo incremento delle risorse investite rispetto alle previsioni elaborate nell’autunno del 2013 contenute nel precedente dossier.

L’incremento è da attribuire interamente al notevole impatto determinato dal ricorso alle misure di incentivazione – di cui si parlerà nel prosieguo – con una conseguente revisione della stima degli interventi che hanno beneficiato di tali misure.  

 

Tabella 2.1. – % dell’attività rinnovo sul valore della produzione delle costruzioni 2006-2013 - Valori correnti (milioni di euro)

 

2006

2013

 

%

Valore assoluto

%

Valore assoluto

Var.%

2013/2006

 PRODUZIONE TOTALE

100,0

192.403

100,0

174.602

-9,3

 RINNOVO

55,4

106.598

66,9

116.818

 9,6

 Manutenzione ordinaria

16,5

31.704

20,7

36.223

 14,3

 Manutenzione straordinaria

38,9

74.894

46,2

80.595

 7,6

                di cui  Residenziale

             20,1

38.696

26,5

46.355

 19,8

 NUOVA COSTRUZIONE

44,3

85.144

28,8

50.324

-40,9

              di cui Residenziale

21,1

40.639

11,2

19.654

-51,6

 Fonti Energetiche Rinnovabili

0,3

661

4,3

7.461

1.028,7

Fonte: stime CRESME.

 

Sulla base della nuova stima, come evidenziato nella tabella 2.1, dal 2006, anno di picco del ciclo immobiliare del primo decennio degli anni 2000, il peso della riqualificazione sul mercato delle costruzioni sarebbe cresciuto di 11,5 punti percentuali passando dal 55,4 % della produzione totale al 66.9%

 

La crescita dell’attività di rinnovo è il risultato di due dinamiche contrastanti:

·       da un lato, la consistente riduzione degli investimenti nell’edilizia di nuova realizzazione, passati dal 44,3% del valore della produzione al 28,8%, e in termini assoluti, a valori correnti, da 85 miliardi di euro a meno di 51; 

·       dall’altro, la crescita del rinnovo nelle sue diverse componenti della manutenzione straordinaria e ordinaria, che ha visto il valore della produzione passare, a valori correnti, dai 106,6 miliardi di euro del 2006 ai 116,8 del 2013.

 

Tabella 2.2. - Investimenti nelle costruzioni

Variazioni % su anno precedente – calcolate su valori deflazionati

 

Previsione

 Novembre 2013

Previsione

Maggio 2014

 

2013

2014

2013

2014

Investimenti in nuovo

-10,3

-3,4

-12,2

-6,0

 - Residenziali

-11,5

-4,3

-12,1

-8,2

 - Non res. private

-14,1

-2,8

-12,2

-2,8

 - Non res.pubbliche

-9,0

-4,9

-8,5

-4,9

 - Genio civile

-5,5

-2,2

-13,2

-6,0

Investimenti in rinnovo

-0,4

1,2

1,3

3,9

 - Residenziali

1,1

2,3

4,1

6,5

 - Non res. private

0,0

1,2

2,5

3,3

 - Non res. pubbliche

-7,0

-3,3

-7,0

-3,3

 - Genio civile

-4,2

-1,5

-8,0

-3,5

TOTALE INVESTIMENTI

-4,5

-0,6

-4,3

0,1

Fonte: stime CRESME.

 

Il grafico mostra le nuove previsioni riguardanti gli investimenti in costruzioni residenziali e la revisione al rialzo conseguente ai risultati dell’incentivazione fiscale alla attività di recupero e di riqualificazione energetica, di cui si parlerà nelle pagine successive. Tali previsioni sottolineano l’importanza della riqualificazione del patrimonio edilizio, che diviene il principale driver del mercato delle costruzioni.

2.1 Il rinnovo nel comparto edilizio residenziale

Come evidenziato nello schema 2.1, dei 116,8 miliardi di euro stimati nel mercato del rinnovo nel 2013, 46,4 miliardi sono inerenti a interventi di manutenzione straordinaria sul patrimonio residenziale. L’analisi degli investimenti nel settore residenziale a valori deflazionati, in un arco di tempo lungo, consente di evidenziare come gli investimenti in nuova costruzione abbiano registrato, dopo la contrazione del periodo 1992-1998, una fase espansiva molto importante tra il 1998 e il 2006 e poi una successiva riduzione che ha portato la produzione a valori ben inferiori a quelli dei picchi minimi del 1998 e del 1987. I dati sugli investimenti in manutenzione straordinaria del patrimonio edilizio residenziale mostrano, negli anni 2000, una stabilizzazione nella fase di massima produzione della nuova costruzione e un ruolo molto importante nell’attenuazione della pesantissima crisi del mercato della nuova costruzione.

 

 


Grafico 2.1. – Investimenti in edilizia residenziale 1982 - 2014

Milioni di euro a prezzi 2005

Fonte: stime CRESME.

 

Va detto che negli anni 2000 la riqualificazione edilizia residenziale, pur caratterizzata da tassi di crescita ben inferiori a quelli degli anni ’90, è stata comunque caratterizzata da un livello di produzione decisamente superiore a quello del decennio precedente. Da un’elaborazione dei risultati del censimento del 2001 della popolazione e delle abitazioni emerge che il 43,5% delle abitazioni censite è stato coinvolto nei dieci anni precedenti da interventi di riqualificazione (l’utilizzo, ancora oggi, dei dati del censimento ISTAT 2001 è giustificato dal fatto che non sono ancora disponibili i nuovi dati del censimento 2011 relativamente a questa tipologia di informazioni).

 

Tabella 2.3. - Stock e attività di manutenzione straordinaria nelle abitazioni al 2001 e al 2011

 

2001

2011

 

Migliaia

%

Migliaia

%

Abitazioni esistenti

27.269

100,0

30.038

100,0

Interessate   nei 10 anni

11.871

43,5

17.613

58,6

·        Impiantistica

9.729

35,7

12.524

41,7

·        Strutture

1.833

6,7

2.756

9,2

·        Estetica

7.825

28,7

9.214

30,7

Fonte: elaborazioni e stime CRESME su dati ISTAT Censimento 2001 e indagini dirette CRESME 2012 sulle famiglie.

Secondo varie indagini dirette svolte dal CRESME nel 2012, gli interventi di manutenzione straordinaria effettuati fra il 2001 e il 2011 hanno coinvolto il 58,6% delle abitazioni esistenti. In sostanza negli anni ’90 sono state ristrutturate, considerando il valore medio, circa 1,2 milioni di abitazioni all’anno, mentre negli anni 2000, secondo le indagini svolte, si è trattato di circa 1,8 milioni di abitazioni su base annua. 

 

Tabella 2.4. - Media annua di abitazioni interessate da interventi di manutenzione straordinaria  nei periodi 1991-2001 e 2001-2011

 

1991-2001

2001-2011

Interessate da interventi di manutenzione straordinaria

1.187.100

1.761.300

·        Impiantistica

972.900

1.252.400

·        Strutture

183.300

275.600

·        Estetica

782.500

921.400

Fonte: stime CRESME.

 

Molteplici fattori sono suscettibili di incidere sugli investimenti nel rinnovo nell’attuale fase e negli scenari futuri:

-        la crescita dello stock edilizio che entra nei ciclo della perdita di funzionalità dei suoi componenti, e quindi la “vetustà” del patrimonio edilizio e l’obsolescenza delle sue componenti;

-        gli interventi riconducibili alla “personalizzazione” delle abitazioni acquistate;

-        l’adeguamento alle normative europee in alcuni settori (impianti elettrici, di riscaldamento, ecc...) e l’evoluzione della domanda di efficientamento energetico;

-        la crescita della componente impiantistica negli edifici;

-        le misure fiscali incentivanti.

 

Nel valutare le dinamiche in atto dell’attività di manutenzione straordinaria del patrimonio edilizio, va posta una attenzione particolare alla crescente “vetustà” degli immobili in Italia, che rappresenta il principale elemento strutturale della crescita della domanda di rinnovo: sempre sulla base di elaborazioni e stime realizzate a partire dai dati del censimento del 2001, risulta che il 63,8% degli edifici residenziali in Italia è stato costruito prima del 1971: un numero di edifici pari a circa 7,2 milioni aveva nel 2001 più di trenta anni. Questo vuol dire che nel 2011 questi edifici hanno superato i quaranta anni di vita.

 

 

 

 

Tabella 2.5. - Gli Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione fino al 2001

 

Ottimo

Buono

Mediocre

Pessimo

Totale

Prima del 1919

321.515

1.008.058

696.571

124.115

2.150.259

Dal 1919 al 1945

179.837

680.810

460.821

62.347

1.383.815

Dal 1946 al 1961

262.252

919.050

440.821

37.706

1.659.829

Dal 1962 al 1971

421.296

1.189.107

339.915

17.639

1.967.957

Dal 1972 al 1981

581.533

1.165.793

225.835

10.045

1.983.206

Dal 1982 al 1991

542.007

653.865

90.195

4.435

1.290.502

Dopo il 1991-2001

566.397

199.656

23.320

1.654

791.027

Totale

2.874.837

5.816.339

2.277.478

257.941

11.226.595

Fonte: elaborazioni e stime CRESME su dati ISTAT.

 

La vetustà del patrimonio edilizio non necessariamente implica un cattivo stato di conservazione delle strutture, ma va segnalato che circa 2,5 milioni di edifici furono considerati dall’ISTAT stesso, nell’ambito della rilevazione censuaria del 2001, in stato mediocre o pessimo di conservazione. Inoltre è da sottolineare come l’epoca di costruzione sia indicativa delle tecniche costruttive con specifico riferimento alla sicurezza rispetto ai rischi sismici, atteso che la normativa antisismica per le nuove costruzioni è entrata in vigore solo nel 1974 (legge n. 64/1974). Va però rilevato che anche gli edifici costruiti successivamente al 1974, pur essendo in regola rispetto alla legge vigente al momento della realizzazione, potrebbero non essere conformi alla attuale normativa sismica poiché in questi anni la mappa della pericolosità sismica è stata modificata più volte, includendo un maggior numero di comuni nelle zone di rischio più elevato.

In ogni caso gli edifici realizzati prima del 1974, e quindi prima dell’entrata in operatività della normativa antisismica, sono circa 8 milioni, il 71% dello stock edilizio al 2001.

 

Grafico 2.2. - Epoca di costruzione degli edifici ad uso residenziale in Italia

Fonte: elaborazione e stima CRESME su dati ISTAT.

Il fenomeno della “vetustà” del patrimonio edilizio interessa in particolare le aree urbane ed è destinato a crescere nel tempo. Le proiezioni sul numero di unità abitative con oltre quarant’anni di vita sullo stock edilizio esistente complessivo evidenziano un incremento del numero di tali unità abitative nelle città metropolitane e nei comuni capoluogo di provincia, come evidenziato nella tabella 2.6.

Da quanto rilevato, in ordine all’evoluzione degli andamenti che interessano il mercato del rinnovo e alla consistenza e allo stato dello stock edilizio, è presumibile che il rinnovo e la manutenzione del patrimonio abitativo italiano saranno strategici nel settore delle costruzioni anche nei prossimi anni. 

 

Tabella 2.6. - Abitazioni in edifici con oltre 40 anni- % sul totale

 

2011

2021

Città metropolitane

76,2%

85,2%

Città capoluoghi

68,7%

79,7%

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

 


3. Stima dell’impatto degli incentivi fiscali sul mercato del rinnovo in termini di investimenti nel periodo 1998-2011

Al fine di valutare l’impatto degli incentivi fiscali sul mercato del rinnovo è stata elaborata una prima stima per il periodo 1998-2010 e poi una seconda stima che aggiorna questo quadro in base alle nuove disposizioni adottate a partire dal 2011 .

 

Tabella 3.1. - Investimenti in rinnovo  complessivi e incentivati (valori correnti)

 

Investimenti privati

in rinnovo in edilizia

 

Investimenti veicolati

dagli incentivi fiscali

 

 

totale edifici

di cui in edifici residenziali

 

Totale

% su totale rinnovo

% su rinnovo residenziale

 

(milioni €)

(milioni €)

 

(milioni €)

%

%

1998

39.961

26.222

 

3.385

8,5%

12,9%

1999

42.998

28.801

 

3.590

8,3%

12,5%

2000

47.112

31.725

 

4.392

9,3%

13,8%

2001

48.701

32.560

 

5.119

10,5%

15,7%

2002

49.085

32.806

 

5.750

11,7%

17,5%

2003

49.730

33.555

 

5.666

11,4%

16,9%

2004

51.576

34.964

 

4.888

9,5%

14,0%

2005

53.338

36.323

 

6.848

12,8%

18,9%

2006

56.506

38.696

 

6.313

11,2%

16,3%

2007

59.325

40.605

 

9.391

15,8%

23,1%

2008

60.126

41.106

 

10.865

18,1%

26,4%

2009

58.993

41.269

 

10.633

18,0%

25,8%

2010

61.259

43.471

 

13.313

21,7%

30,6%

2011

64.375

45.551

 

17.709

27,5%

38,9%

TOTALE

743.085

507.654

 

107.862

14,5%

21,2%

 

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

 

La stima dell’impatto delle detrazioni fiscali in materia di recupero edilizio e riqualificazione energetica sul mercato residenziale è basata sulla raccolta e sull’elaborazione di diverse fonti informative: in particolare, per il periodo tra il 1998 e il 2010, la stima è basata sui dati relativi al numero delle domande di incentivo presentate ed elaborate dal Centro Operativo di Pescara dell’Agenzia delle Entrate; per il periodo 1998-2011, la stima è basata sui dati del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze relativi agli importi dei lavori in detrazione nelle dichiarazioni dei redditi dei soggetti che hanno realizzato i lavori; per  il periodo 2007-2011, la stima è infine basata sui dati ENEA sul numero e sul valore degli interventi di riqualificazione energetica (in proposito si veda l’Appendice-Nota metodologica).

 

 

Tabella 3.2. – Investimenti in rinnovo incentivati dal 1998 al 2011

 

Recupero edilizio (41%-36%-50%)

 

Riqualificazione energetica (55%)

 

domande presentate

importi complessivi

importi detraibili

 

Domande presentate

importi complessivi

importi detraibili

 

(n°)

(milioni €)

(milioni €)

 

(n°)

(milioni €)

(milioni €)

1998

240.413

3.385

1.388

 

 

 

 

1999

254.989

3.590

1.472

 

 

 

 

2000

273.909

4.392

1.581

 

 

 

 

2001

319.249

5.119

1.843

 

 

 

 

2002

358.647

5.750

2.070

 

 

 

 

2003

313.537

5.666

2.040

 

 

 

 

2004

349.272

4.888

1.760

 

 

 

 

2005

342.396

6.848

2.465

 

 

 

 

2006

371.084

6.313

2.588

 

 

 

 

2007

402.811

7.938

2.858

 

106.000

1.453

799

2008

391.688

7.365

2.651

 

247.800

3.500

1.925

2009

447.728

8.070

2.905

 

236.700

2.563

1.410

2010

494.006

8.705

3.134

 

405.600

4.608

2.534

2011 *

779.400

14.400

5.184

 

280.700

3.309

1.820

TOTALEE

5.339.129

92.429

33.939

 

1.276.800

15.433

8.488

Fonte: CRESME.

* La stima degli investimenti in ristrutturazione edilizia veicolati da incentivi (36% - 41% - 50%) è effettuata in base alle domande presentate presso il Centro Operativo di Pescara e alle dichiarazioni fiscali per il periodo 1998 – 2010; a partire dal 2011, sono state utilizzate le informazioni contenute nei Bollettini – Entrate Tributarie del Dipartimento delle Finanze (Direzione Studi e Ricerche economico fiscali - Ufficio consuntivazione, previsione ed analisi fiscali).

 

Va segnalato, come descritto più avanti e nella nota metodologica, che a partire dal 2011 si sono resi disponibili, per un intero anno, le informazioni contenute nei Bollettini – Entrate Tributarie del Dipartimento delle Finanze (Direzione Studi e Ricerche economico fiscali - Ufficio consuntivazione, previsione ed analisi fiscali) sulle ritenute d’acconto operate da istituti di credito e Banca Posta sui bonifici bancari relativi ai pagamenti alle imprese per i lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica. Tale base informativa ha consentito una decisa revisione al rialzo della stima dei lavori incentivati per il 2011 presentata nel precedente rapporto. La disponibilità sistematica di queste informazioni sull’ammontare dei lavori che hanno beneficiato degli incentivi, anche per gli anni successivi al 2011, ha consentito di aggiornare le stime per il 2012 e il 2013 e le previsioni per il 2014. 

Tra 1998 e il 2011, sulla base della nuova elaborazione, sarebbero stati attivati 743 miliardi di euro di lavori di manutenzione straordinaria sul patrimonio edilizio esistente, dei quali 507 destinati all’edilizia residenziale ( Tab. 3.1). Nello stesso periodo le detrazioni fiscali concernenti il recupero edilizio e l’efficientamento energetico per l’edilizia residenziale avrebbero interessato investimenti per circa 108 miliardi di euro, ossia il 21,2% del totale della riqualificazione residenziale e il 14,5% del totale della riqualificazione edilizia residenziale e non residenziale (tab.3.1).

L’analisi della serie storica delle domande presentate e degli importi detraibili, riportati nelle Tabelle 3.1 e 3.2, evidenzia un effetto positivo delle detrazioni fiscali in termini di investimenti agevolati, effetti che sono andati crescendo anche grazie all’introduzione, nel 2007, della detrazione per gli interventi di efficientamento energetico. Oltre a quanto precedentemente evidenziato, va considerato che le misure di incentivazione sono suscettibili di determinare effetti positivi in termini di emersione dei lavori dichiarati, benessere ambientale ed abitativo, ricerca ed innovazione delle imprese produttrici.

L’analisi della dinamica dei lavori incentivati, misurata attraverso la stima del flusso di investimento, sconta la diversità di rilevazione di stima tra il periodo 1998-2010 e il 2011. Nel periodo 1998-2010 il picco delle agevolazioni viene  raggiunto nel 2010, quando si superano i 13,3 miliardi di euro, grazie al significativo incremento degli interventi di riqualificazione energetica, che toccano i 4,6 miliardi di euro rispetto ai 2,5 del 2009 e agli 8,7 miliardi di euro di lavori di ristrutturazione edilizia stimati per il 2010 .

Nel 2011 gli investimenti agevolati ammontano a 17,7 miliardi di euro superando, pertanto, l’annualità precedente. Si ricorda, in proposito, che nel 2011 la normativa di riferimento è stata modificata ed è stato esteso da cinque a dieci anni il periodo in cui ripartire gli importi detraibili delle spese sostenute. Alla luce dell’analisi svolta, l’effetto negativo che l’allungamento del periodo in cui è possibile ripartire le detrazioni da cinque a dieci anni avrebbe avuto sulle detrazioni è evidenziato per gli investimenti realizzati per l’efficientamento energetico, che si basano sui dati informativi di base omogenei forniti da Enea, ma non per le ristrutturazioni edilizie. Come accennato la stima del 2011 può però contare sulla nuove informazioni provenienti dai bonifici bancari (vedi appendice metodologica).   

 


4. Stima dell’impatto occupazionale degli incentivi fiscali sul mercato del rinnovo nel periodo 1998-2011

La stima dell’impatto occupazionale degli incentivi sul mercato della riqualificazione parte da alcuni dati e considerazioni contenuti nella Relazione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP) presentata al Parlamento nel 2008. In tale relazione, l’Autorità ha svolto un’indagine sull’impatto degli investimenti in opere pubbliche sull’occupazione, rilevando che “l’incidenza della manodopera impiegata direttamente negli appalti di lavori pubblici - sulla base dei dati a disposizione dell’Autorità – è pari in media, in termini percentuali, al 29% dell’importo totale degli appalti ed è calcolata senza tener conto degli effetti occupazionali generati dagli appalti di lavori sull’indotto”[2]. Conseguentemente, per ogni miliardo di euro investito nelle opere pubbliche, 290 milioni di euro sarebbero destinati a compensare la forza lavoro diretta generata dall’investimento.  

L’Autorità nella sua analisi evidenzia, però, come per alcune tipologie di lavori l’incidenza media della forza lavoro sull’investimento sia maggiore rispetto ad altre: ad esempio nei lavori per la costruzione di edifici civili e industriali, nei quali rientrano gli edifici adibiti a scuole, l’incidenza della manodopera è circa il 34%, mentre nei lavori di restauro e manutenzione di beni immobili sottoposti a vincoli ambientali l’incidenza media è circa il 37% e nei lavori di decorazione di beni di interesse storico ed artistico l’incidenza è circa il 47%[3].

Sempre secondo l’Autorità utilizzando il costo medio annuo di un operaio del settore, ottenuto calcolando la media dei costi orari della manodopera di alcune province settentrionali, centrali e meridionali, pubblicati dalle associazioni dei costruttori o da enti regionali, “qualora si verificasse un aumento dell’importo dei lavori pubblici di un miliardo di euro, …, si creerebbero circa 7.800 nuovi posti di lavoro, e questo solo in virtù dell’effetto diretto dell’incremento degli appalti. Calcolando poi che l’indotto prodotto da un simile aumento, in termini di effetti indiretti su fornitori e prestatori di servizi, comporta mediamente una amplificazione dei posti di lavoro valutata tra il 50 ed il 100% degli effetti diretti, si genererebbero complessivamente da 11.700 a 15.600 nuovi occupati”. Sulla base di quanto rilevato precedentemente e assumendo prudenzialmente, ai fini del calcolo degli occupati indotti, la percentuale pari al 50% dell’occupazione diretta stimata dall’Autorità, è possibile fornire una stima occupazionale, per alcune tipologie di lavori pubblici, come indicato nella seguente tabella.

Tabella 4.1. - Stima occupazione diretta per alcune tipologie di lavori pubblici in % sull’investimento e per miliardo di euro

 

%

sull’

investimento

Occupati

diretti

per miliardo

di euro

Occupati

indotto

per miliardo

di euro*

Totale occupati

per miliardo

di euro

Media lavori pubblici

   29%

7.796

         3.900

11.700

Edilizia civile /Edilizia scolastica

34%

9.140

         4.571

13.712

Lavori di restauro e manutenzione

37%

9.946

         4.976

14.928

Lavori di decorazione beni storico artistici

47%

14.826

         7.408

22.223

Fonte: Elaborazione CRESME su dati AVCP.

(*) Stima prudenziale, pari al 50% dell’occupazione diretta.

 

Rapportando un miliardo di euro al numero degli occupati diretti e indiretti, attivati secondo l’Autorità dalle diverse tipologie di attività del settore delle costruzioni, è possibile ottenere il valore dell’investimento necessario a creare occupazione. L’analisi svolta consente di fare riferimento, per il calcolo dell’impatto occupazionale, trattandosi di interventi di recupero, ai lavori di restauro e manutenzione, fissando in 100.482 euro il valore medio annuo dell’investimento per la manodopera occupata in forma diretta e in 66.988 euro quello dell’occupazione attivata sommando l’occupazione diretta all’occupazione indotta.

 

Tabella 4.2. - Stima del costo medio annuo dell’occupazione diretta e indiretta attivata da un miliardo di euro di lavori pubblici

 

Quota parte dell’ investimento di

1 miliardo di €

 in OO.PP. destinata  a manodopera

Costo medio annuo occupato

diretto

Occupati diretti

attivati da

investimento

1 miliardo

di euro

in OO.PP

Valore medio annuo

investimento per occupato

diretto

 

Occupati indiretti

attivati dall’

investimento

di 1 miliardo

di euro

in OO.PP

Valore medio annuo investimento per occupato

diretto+ occupato indiretto(1)

 

 

 

 

 

 

 

 

Media lavori pubblici

290.000.000

37.200

7.796

128.205

         3.900

85.470

Edilizia civile /Edilizia scolastica

340.000.000

37.200

9.140

109.397

         4.571

72.931

Lavori di restauro e manutenzione

370.000.000

37.200

9.946

100.482

         4.976

66.988

Lavori di decorazione di beni storico artistici

470.000.000

31.700

14.826

67.499

         7.408

44.999

Fonte: Elaborazione CRESME-Centro Studi CNA su dati AVCP.

(1) Il valore deriva dal rapporto tra 1 miliardo di euro e la somma degli occupati diretti e indiretti stimati, al fine di ottenere la quota di investimento totale destinata a generare l’occupazione.

La seguente tabella, che deriva dall’applicazione dei valori così ottenuti alla stima degli investimenti attivati attraverso gli incentivi fiscali al recupero edilizio e alla riqualificazione energetica, evidenzia l’impatto occupazionale che sarebbe ascrivibile a tali misure. Rispetto alla tabella contenuta nello studio pubblicato a novembre, è stato aggiornato il dato complessivo degli investimenti attivati nel 2011 e, conseguentemente, il numero degli occupati diretti e indiretti.

Tabella 4.3. - Investimenti in rinnovo incentivati (valori correnti)

 

 

Totale investimenti

attivati (Mln €)

Occupati diretti

Occupati totali

Diretti + indotto

1998

3.385

33.688

50.531

1999

3.590

35.728

53.592

2000

4.392

43.709

65.564

2001

5.119

50.944

76.417

2002

5.750

57.224

85.836

2003

5.666

56.388

84.582

2004

4.888

48.646

72.968

2005

6.848

68.152

102.227

2006

6.313

62.827

94.241

2007

9.391

93.460

140.189

2008

10.865

108.129

162.193

2009

10.633

105.820

158.730

2010

13.313

132.491

198.737

2011

17.709

176.236

264.354

Totale 1998-2011

107.862

1.073.442

1.610.161

Totale 2008-2011

52.520

522.676

734.623

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

 

Secondo questa metodologia di stima i circa 108 miliardi di euro di investimenti, attivati attraverso gli incentivi fiscali nel periodo 1998/2011, avrebbero contribuito alla creazione di 1,6 milioni di posti di lavoro, di cui 1,1 milione diretti e 500.000 indiretti. Nel precedente documento si faceva riferimento a 1,5 milioni di occupati totali.

L’impatto delle agevolazioni fiscali per l’attività di rinnovo del patrimonio esistente nel periodo 2008-2011, sulla base degli investimenti attivati per 52,5 miliardi di euro, sarebbe valutato in 734.623 occupati tra diretti e indotto, pari a circa 183.000 occupati per anno. Nel precedente documento si faceva riferimento a 702.050 occupati totali. La revisione al rialzo delle stime concernenti gli investimenti incentivati nel 2011 determina conseguentemente un incremento del dato occupazionale.


5. Stima dell’impatto degli incentivi fiscali nei periodi 1998-2011 e 2012-2013 in termini di investimenti attivati

Come rilevato nel primo capitolo, la disciplina normativa degli incentivi per gli interventi di riqualificazione energetica e di recupero è stata caratterizzata da importanti modifiche nel 2012 e nel 2013, che hanno inciso sulle percentuali di detrazione e sui limiti massimi di costo agevolabile, che sono contenute nei decreti legge n. 83 del 2012 e n. 63 del 2013. 

 


Tabella 5.1. Investimenti in rinnovo complessivi e incentivati

 

 

Investimenti privati in rinnovo edilizio

(valori correnti)

 

Investimenti veicolati dagli incentivi fiscali

(valori correnti)

 

totale edifici

di cui in edifici residenziali

 

Totale

% su totale rinnovo

% su rinnovo

residenziale

 

(milioni €)

(milioni €)

 

(milioni €)

%

%

 

 

 

 

 

 

 

1998

39.961

26.222

 

3.385

8,5%

12,9%

1999

42.998

28.801

 

3.590

8,3%

12,5%

2000

47.112

31.725

 

4.392

9,3%

13,8%

2001

48.701

32.560

 

5.119

10,5%

15,7%

2002

49.085

32.806

 

5.750

11,7%

17,5%

2003

49.730

33.555

 

5.666

11,4%

16,9%

2004

51.576

34.964

 

4.888

9,5%

14,0%

2005

53.338

36.323

 

6.848

12,8%

18,9%

2006

56.506

38.696

 

6.313

11,2%

16,3%

2007

59.325

40.605

 

9.391

15,8%

23,1%

2008

60.126

41.106

 

10.865

18,1%

26,4%

2009

58.993

41.269

 

10.633

18,0%

25,8%

2010

61.259

43.471

 

13.313

21,7%

30,6%

2011

63.878

45.334

 

17.709

27,7%

39,1%

2012

62.362

44.110

 

19.209

30,8%

43,5%

2013

65.165

46.355

 

27.577

42,3%

59,5%

TOTALE

870.115

597.902

 

154.648

17,77%

25,87%

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

 

La stima dell’impatto delle detrazioni fiscali nel periodo 2012-2013 tiene conto, pertanto, del mutato contesto normativo. Ai fini di una corretta valutazione dei comportamenti della domanda di riqualificazione, è stato altresì necessario tenere conto di ulteriori elementi, come:

-        la situazione economica, in particolare delle famiglie, e la relativa propensione e sensibilità ad investire nella propria abitazione o edificio;

-        l’importo oggetto di detrazione che, oltre a stimolare la domanda, può o meno essere concorrenziale con l’attività realizzata attraverso forme di attività sommersa;

-        il numero di annualità in cui suddividere la detrazione, che costituisce un fattore di convenienza anche psicologica;

-        il grado di incertezze sulle proroghe, sulle aliquote, sui massimali di importo e i relativi “effetti annuncio” che sono suscettibili di influenzare la pianificazione degli interventi e i flussi di domanda.

 

Tabella 5.2. Investimenti in rinnovo incentivati

 

Recupero edilizio (41%-36%-50%)

Riqualificazione energetica (55%-65%)

 

domande presentate

importi complessivi

importi detraibili

domande presentate

importi complessivi

importi detraibili

 

(n°)

(milioni €)

(milioni €)

(n°)

(milioni €)

(milioni €)

1998

240.413

3.385

1.388

 

 

 

1999

254.989

3.590

1.472

 

 

 

2000

273.909

4.392

1.581

 

 

 

2001

319.249

5.119

1.843

 

 

 

2002

358.647

5.750

2.070

 

 

 

2003

313.537

5.666

2.040

 

 

 

2004

349.272

4.888

1.760

 

 

 

2005

342.396

6.848

2.465

 

 

 

2006

371.084

6.313

2.588

 

 

 

2007

402.811

7.938

2.858

106.000

1.453

799

2008

391.688

7.365

2.651

247.800

3.500

1.925

2009

447.728

8.070

2.905

236.700

2.563

1.410

2010

494.006

8.705

3.134

405.600

4.608

2.534

2011 *

779.400

14.400

5.184

280.700

3.309

1.820

2012 *

883.600

16.325

7.279

265.380

2.883

1.586

2013 *

1.273.800

23.535

11.768

372.020

4.042

2.223

TOTALE

7.496.529

132.289

52.986

1.914.200

22.358

12.297

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

* Per la definizione della stima si veda l’Appendice metodologica.

 

Le nuove stime per il 2012 e il 2013, così come quella relativa al 2011, sono state elaborate a partire dalle informazioni contenute nei Bollettini – Entrate Tributarie del Dipartimento delle Finanze (Vedi appendice metodologica). Come già accennato le  nuove modalità di analisi hanno portato ad una significativa rivalutazione delle stime precedenti.

L’analisi dei flussi di domanda per il 2012 e il 2013, stimati sulla base dei dati e delle considerazioni precedentemente evidenziate, è riportata nella tabella 5.1., che mostra la serie storica già riportata nel precedente capitolo per il periodo 1998-2011, con le stime relative agli investimenti privati nel rinnovo edilizio e alla quota di investimenti oggetto delle misure di detrazione fiscale, integrata con le stime per il 2012 e  il 2013, anni per i quali sono ora disponibili i dati a consuntivo.

Nella tabella 5.2. è invece riportata la suddivisione delle stime relative alla quota degli investimenti veicolata dalle misure di detrazione fiscale riportate in precedenza con la specificazione degli importi detraibili e del numero di domande presentate nell’ambito delle detrazioni per le spese di recupero edilizio e per gli interventi di riqualificazione energetica. Le due tabelle consentono di svolgere alcune considerazioni di particolare interesse in relazione alle diverse annualità.

In primo luogo, l’impatto degli incentivi fiscali appare dal 2011 ben più rilevante di quanto emerso con le metodologie di stima precedenti. Riguardo al 2011, infatti, mentre la precedente stima fissava in 12 miliardi di euro gli investimenti complessivi avviati, nella nuova stima tale valore ammonta a 17,7 miliardi di euro con un incremento assai significativo.

 

Tabella 5.3. Investimenti veicolati dagli incentivi fiscali (m.ni di euro)

 

 

Stima precedente

Nuova stima

 

Totale

Recupero

edilizio

Riqualificazione

energetica

Totale

Recupero

edilizio

Riqualificazione

Energetica

2011

12.018

8.711

3.307

17.709

14.400

3.309

2012

14.500

11.496

3.004

19.209

16.325

2.883

2013

19.000

14.524

4.476

27.577

23.535

4.042

TOTALE

45.518

34.731

10.787

64.495

54.260

10.234

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

 

Nel 2012 l’incremento del valore stimato, che passa da 14,5 miliardi di euro a 19,2, è conseguente a un aumento degli interventi per il recupero edilizio (16,3 miliardi di euro, contro i 14,4 del 2011) e a una riduzione degli interventi finalizzati al risparmio energetico (2,9 miliardi di euro contro i 3,3 del 2011). La riduzione del 12% per il 2012 degli incentivi finalizzati al risparmio energetico si stima sia stata determinata dalla forte concorrenza prodotta dall’incremento al 50% (a decorrere dal giugno 2012) delle detrazioni per i lavori di recupero in edilizia.

Il 2013 sarebbe caratterizzato da un ulteriore ed eccezionale aumento dell’importo dei lavori detraibili, visto che la quota degli investimenti è ora stimata a un livello di circa 27,5 miliardi di euro rispetto ai 19 miliardi stimati nello studio precedente e rispetto ai 19,2 miliardi del 2012. La crescita del valore complessivo degli investimenti sembrerebbe potersi imputare sia agli interventi di recupero (che ammonterebbero a 23,5 miliardi di euro), sia agli interventi di efficientamento energetico (4 miliardi). L’elevato aumento del 2013 appare riconducibile alle evoluzioni del quadro normativo.

 


Tab.5.4. Occupazione dipendente e indipendente in costruzioni (nuova serie ATECO 2007)

 

COSTRUZIONI

Variazioni %

 

Dipendenti

Indipendenti

Totale

Dipendenti

Indipendenti

Totale

TOTALE

 

 

 

 

 

 

2008

1.261

726

1.987

 

 

 

2009

1.227

736

1.962

-2,7%

1,3%

-1,2%

2010

1.214

736

1.949

-1,1%

0,0%

-0,7%

2011

1.138

709

1.847

-6,2%

-3,6%

-5,3%

2012

1.073

681

1.754

-5,7%

-3,9%

-5,0%

2013

948

644

1.592

-11,7%

-5,5%

-9,3%

2012

 

 

 

 

 

 

I Trimestre

1.105

670

1.775

-2,3%

-8,1%

-4,5%

II Trimestre

1.124

697

1.821

-6,1%

-3,4%

-5,1%

III Trimestre

1.040

687

1.726

-8,1%

-2,2%

-5,8%

IV Trimestre

1.023

671

1.694

-6,3%

-1,8%

-4,6%

2013

 

 

 

 

 

 

I Trimestre

941

632

1.573

-14,8%

-5,7%

-11,4%

II Trimestre

941

649

1.591

-16,3%

-6,8%

-12,7%

III Trimestre

961

643

1.604

-7,6%

-6,4%

-7,1%

IV Trimestre

948

650

1.598

-7,3%

-3,0%

-5,6%

Fonte: elaborazione CRESME su dati Istat.

 

Relativamente al recupero edilizio, l’aumento sarebbe stato, infatti, determinato da un effetto di accelerazione e anticipazione delle attività conseguente alla scadenza dei termini della detrazione del 50%, programmata sulla base della legislazione allora vigente fino al 30 giugno 2013, e dall’innalzamento dei tetti di spesa da 48.000 a 96.000 euro. L’incremento nella seconda metà del 2013 sarebbe determinato dalla proroga delle misure di incentivazione e dalla nuova scadenza fissata al 31 dicembre 2013 (dal D.L. 63/2013). Va inoltre considerata l’inclusione di mobili e grandi elettrodomestici tra le spese detraibili la cui stima è valutabile, per il 2013, in poco meno di 1 miliardo di euro.

 

Relativamente agli interventi di efficienza energetica, il medesimo trend crescente sembrerebbe da attribuire, nel primo semestre dell’anno, alla scadenza al 30 giugno 2013 della detrazione del 55%, e, nella seconda parte dell’anno, all’innalzamento dell’aliquota dal 55% al 65%.

Va segnalato che la forte crescita registrata dall’attività di rinnovo dichiarata  sulla base oggettiva dei bonifici pervenuti, non è ancora confermata dai dati sull’occupazione settoriale elaborati dall’ISTAT, che evidenziano una significativa flessione dell’occupazione nelle costruzioni nel 2013. Anzi proprio nel 2013 si registra la contrazione degli occupati di maggiore entità dal 2008: - 9,3%. La contrazione è più grave per l’occupazione dipendente (- 11,7%) rispetto a quella indipendente (-5,5%). 

 

I dati ISTAT sulla produzione di materiali, sistemi e componenti per le costruzioni, pur mostrando una dinamica negativa per il 2013, registrano sul finire dell’anno e, soprattutto nei primi tre mesi del 2014, un’inversione di tendenza, che interessa varie tipologie di prodotti: dal legno ai laterizi, dal cemento al vetro piano, dalle porte in metallo alla plastica per l’edilizia e ai prodotti in calcestruzzo per l’edilizia.

 

Certo si tratta ancora di una situazione articolata, e non tutti i prodotti ne beneficiano, anche se si registrano segnali di miglioramento: su undici prodotti presi a campione, ben nove registrano nel primo trimestre dell’anno una crescita, mentre tre sono ancora in calo. 

 

Tab.5.5– variazione percentuale della produzione di alcuni materiali impiegati nel settore delle costruzioni

 

 

1623:

Legno

1

2331:

Piastrelle

2

2332

Laterizi

3

2351:

Cemento

2363

Calcestruzzo

Pronto

uso

 

2361

Prodotti in

Calcestruzzo per

edilizia

2223: Plastica

Per l’edilizia

2311: Vetro piano

2342: Sanitari

2352: Calce e gesso

2512: Porte e fineste

metallo

2011

-7

-2

-6

-4

-1,1

-7

-15

4

-1

-1

-3

2012

-19

-4

-24

-19

-24,3

-5

4

-8

-9

-10

-9

2013

-11

-4

-9

-11

-20,5

-30

-2,2

-18

-7,2

-7,1

-3

2013 gen-mar

-13

-2

-24

2

-27

-52

5

-29

+8

-9

-20

2013 apr-giu

-9

-2

-9

10

-22

-36

-4

-18

+4

-9

-1

2013 lug-set

-12

-13

-10

-1

-12

-28

-20

-16

-14

-3

-6

2013 ott-dic

-10

0

-2

-8

-20

+17

+12

+6,

-29

-6,0

+3

2014 gen-mar

+4

-3

+5,5

+6

-15

+24

+7

+20

-21

1,3

+6,4

Fonte: elaborazione CRESME su dati Istat.

 

Si segnala, inoltre, che, rispetto alle annotazioni contenute nel precedente rapporto, l’Osservatorio vendite di ANGAISA (l’associazione dei distributori specializzata in prodotti idrotermosanitari), che descrive l’andamento delle vendite di prodotti idrosanitari in Italia, e quindi di prodotti vicini al mercato della riqualificazione, ha registrato un potenziamento significativo nel campione di aziende che lo alimenta. Il potenziamento è dovuto anche al fatto che i dati dell’Osservatorio risultavano discordanti con quelli emergenti dall’attività di riqualificazione del patrimonio esistente. Come si vede dalla Tabella. 5.6., con la nuova rilevazione, si registra un aumento delle vendite da settembre fino a marzo, con la sola eccezione di gennaio, e un picco importante a dicembre.

 

Tab.5.6– variazione % delle vendite di prodotti idro-termo-sanitari (variazione su periodo corrispondente)

2012

2013

2014

Gennaio

-1,15

Gennaio

-0,9

Gennaio

-0,71

Febbraio

-7,02

Febbraio

-8,2

Febbraio

1,29

Marzo

-3,67

Marzo

-14,9

Marzo

1,53

Aprile

-12,02

Aprile

0,92

 

 

Maggio

-4,17

Maggio

-0,57

 

 

Giugno

-2,36

Giugno

-1,52

 

 

Luglio

2,33

Luglio

.-0,11

 

 

Agosto

-3,01

Agosto

-6,44

 

 

Settembre

-8,83

Settembre

0,77

 

 

Ottobre

1,37

Ottobre

1,41

 

 

Novembre

-7,42

Novembre

4,57

 

 

Dicembre

-14,50

Dicembre

            12,00

 

 

Fonte: Osservatorio vendite Angaisa nuova rilevazione.

 

Si consideri, infine, che - secondo i dati OMI - Agenzia delle Entrate - il  2013, dopo che il 2012 si era chiuso con un calo delle compravendite residenziali del 25%, si è chiuso con un ulteriore calo delle compravendite del 9,2%: in particolare, rispetto ai trimestri corrispondenti, il primo trimestre 2013 si è chiuso con un calo del 14,1%, il secondo con un calo del 9,2%, il terzo con un calo del 5,1% e il quarto con un calo dell’8,0%.

 

La crescita degli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale registrata nel 2012 e 2013 si innesterebbe quindi in un contesto di indicatori del mercato delle costruzioni ancora negativo, ma con importanti segnali di inversione di tendenza.


6. Stima dell’impatto degli incentivi fiscali nell’anno 2014

La seguente tabella delinea un’ipotesi di possibile scenario per il 2014 in conseguenza delle disposizioni contenute nella legge di stabilità per il 2014.

 

Tabella 6.1.  Investimenti in rinnovo incentivati

 

Detrazioni fiscali  recupero edilizio (41%-36%-50%)

 

Detrazioni fiscali  riqualificazione energetica (55%)

 

importi complessivi

importi detraibili

 

importi complessivi

importi detraibili

 

(milioni €)

(milioni €)

 

(milioni €)

(milioni €)

1998

3.385

1.388

 

 

 

1999

3.590

1.472

 

 

 

2000

4.392

1.581

 

 

 

2001

5.119

1.843

 

 

 

2002

5.750

2.070

 

 

 

2003

5.666

2.040

 

 

 

2004

4.888

1.760

 

 

 

2005

6.848

2.465

 

 

 

2006

6.313

2.588

 

 

 

2007

7.938

2.858

 

1.453

799

2008

7.365

2.651

 

3.500

1.925

2009

8.070

2.905

 

2.563

1.410

2010

8.705

3.134

 

4.608

2.534

2011

14.400

5.184

 

3.309

1.820

2012

16.325

7.279

 

2.883

1.586

2013

23.535

11.768

 

4.042

2.223

2014

28.248

14.124

 

4.851

2.668

TOTALE

160.538

67.109

 

27.209

14.965

Fonte: CRESME.

 

Per il 2014 si ipotizzerebbe nello scenario previsionale, alla luce delle dinamiche dei bonifici veicolati attraverso istituti di credito e Banco Posta nei primi mesi dell’anno, un ulteriore incremento del 20% dei lavori attivati nel 2013, sia per il recupero edilizio che per l’efficienza energetica in base ai seguenti presupposti:

o   riguardo al recupero edilizio, come nel 2013, potrebbe essere plausibile il verificarsi di un incremento degli investimenti in conseguenza dell’approssimarsi della scadenza della aliquota più vantaggiosa del 50% (di cui è possibile beneficiare fino alla fine del 2014); si consideri, inoltre, l’estensione della detrazione agli articoli di arredamento, valida per tutto l’anno. E’ pur vero che le stime dell’incremento degli investimenti attivati nel 2013 sarebbero riconducibili, come già detto in precedenza, a un’accelerazione della spesa anche per timore della scadenza della possibilità di fruire delle percentuali più elevate, ma la proroga della detrazione del 50% per tutto il 2014 potrebbe consentire di pianificare adeguatamente gli interventi, includendo quelli che necessiterebbero di maggior tempo per la realizzazione;

o   relativamente agli interventi di efficienza energetica, per i quali è stata prorogata per tutto il 2014 l’aliquota del 65%, potrebbe giocare un ruolo determinante la possibilità di una migliore pianificazione degli interventi grazie ad una più ampia dilatazione dei tempi. 

 

Tabella 6.2. - Investimenti in rinnovo incentivati (valori correnti)

 

Totale investimenti attivati (Mln €)

Occupati diretti

Occupati totali

Diretti+indotto

 

TOTALI

 di cui lavori

di cui iva

 

 

2011

17.709

16.034

1.675

176.236

264.354

2012

19.209

17.385

1.823

191.165

286.748

2013

27.577

24.959

2.618

274.446

411.669

2014

33.100

29.946

3.153

329.407

494.111

Totale 2011-2014

    97.594

   88.325

   9.269

   971.255

1.456.882

Media annua 2011-14

24.399

22.081

2.317

242.814

364.221

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

 

Assumendo i parametri descritti nel quarto capitolo, la spesa prevista in interventi di riqualificazione incentivata nel periodo 2011-2014, genererebbe un assorbimento occupazionale complessivo pari a circa 971.000 occupati diretti corrispondente a una media annua nel triennio di 242.000 occupati. Considerando anche gli occupati indiretti l’occupazione attivata nel periodo sarebbe di 1,4 milione di occupati. L’impatto occupazionale sarebbe, alla luce di queste considerazioni, ancor più rilevante di quanto stimato nel precedente rapporto.

 

Del resto i dati sui bonifici disposti per beneficiare di oneri deducibili e detrazioni di imposta, in base all’articolo 25 del decreto legge n. 78 del 2010, consentono una lettura dettagliata mensile delle dinamiche in atto, come evidenziato nella tabella seguente con riferimento agli anni 2012, 2013 e ai primi mesi del 2014.

TABELLA 6.3. Codice tributo 1039 – ritenuta operata all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi a bonifici disposti per beneficiare di oneri deducibili e detrazioni di imposta, art.25. d.l. n.78/2010

 

Valori assoluti in euro

Var.%

 

2012

2013

2014

2013/

2012

2014/

2013

Gennaio

94.162.087

101.222.366

180.000.000

7,5

77,8

Febbraio

35.294.681

47.991.208

50.000.000

36,0

4,2

Marzo

30.397.368

46.651.096

49.000.000

53,5

4,3

Aprile

36.962.101

55.546.957

 

50,3

 

Maggio

36.293.136

61.199.218

 

68,6

 

Giugno

46.005.413

81.915.264

 

78,1

 

Luglio

46.466.959

86.449.413

 

86,0

 

Agosto

67.210.974

107.799.589

 

60,4

 

Settembre

49.668.702

68.528.027

 

38,0

 

Ottobre

50.097.775

73.000.000

 

45,7

 

Novembre

72.591.221

100.000.000

 

37,8

 

Dicembre

69.699.012

92.000.000

 

32,0

 

Totale annuo

634.849.429

922.303.138

 

45,3

 

Gennaio-Marzo

159.854.136

195.864.670

279.000.000

22,5

42,4

Fonte: Elaborazione CRESME su dati  Ministero dell’economia e delle Finanze.

 

Come già accennato in precedenza, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso, attraverso il Bollettino delle Entrate, dati che consentono di calcolare la spesa per interventi di riqualificazione attraverso le ritenute che gli istituti di credito (Banche e Poste) devono applicare a titolo di acconto sui bonifici per beneficiare di oneri deducibili o detrazioni fiscali di imposta in base all’articolo 25 del decreto legge n.78 del 2010. Da tali dati è pertanto possibile stimare l’ammontare dei bonifici al netto dell’IVA.

 

In considerazione del peso sempre più rilevante che i lavori incentivanti svolgono sul mercato, a valori correnti nel 2013 la crescita degli investimenti in costruzioni è stimata in 5,1 punti percentuali, e nel 2014 in 6,8 punti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TABELLA 6.4 Stima della spesa operata dagli aventi diritto  sulla base della ritenuta operata all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi a bonifici disposti per beneficiare di oneri deducibili e detrazioni di imposta, art.25. dl n.78/2010 (recupero edilizio, riqualificazione energetica, acquisto mobili)

 

Valori assoluti in euro

Var.%

 

2012

2013

2014

2013/

2012

2014/

2013

Gennaio

   2.354.052.175

       2.530.559.150

4.500.000.000

        7,5

77,8

Febbraio

       882.367.025

       1.199.780.200

1.250.000.000

36,0

4,2

Marzo

       759.934.200

        1.166.277.400

1.225.000.000

53,5

4,3

Aprile

       924.052.525

        1.388.673.925

 

50,3

 

Maggio

       907.328.400

        1.529.980.450

 

68,6

 

Giugno

    1.150.135.325

        2.047.881.600

 

78,1

 

Luglio

    1.161.673.975

        2.161.235.325

 

86,0

 

Agosto

    1.680.274.350

        2.694.989.725

 

60,4

 

Settembre

    1.241.717.550

        1.713.200.675

 

38,0

 

Ottobre

    1.252.444.375

        1.825.000.000

 

45,7

 

Novembre

    1.814.780.525

        2.500.000.000

 

37,8

 

Dicembre

    1.742.475.300

        2.300.000.000

 

32,0

 

Totale annuo

 15.871.235.725

      23.057.578.450

 

45,3

 

 Gennaio-Marzo

3.996.353.400

4.896.616.750

6.975.000.000

22,5

42,4

Di cui mobili  intero anno

 

 

 

 

 

Federlegno

 

314.000.000

900.000.000*

 

 

RT legge di stabilità 2014

 

 

938.000.000*

 

 

Esclusi mobili

 

22.743. 578.450

 

 

 

Fonte: Elaborazione CRESME su dati  Ministero dell’economia  

 * Stima su  intero anno 2014

 

TABELLA 6.5 Investimenti in rinnovo complessivi e  incentivati (valori correnti)

 

Investimenti in rinnovo edilizia

Investimenti veicolati dagli incentivi  fiscali

 

Totale edifici

(milioni €)

di cui edilizia RESIDENZIALE (milioni €)

Variazione %

Totale (milioni €)

% su rinnovo

RESIDENZIALE

2011

63.878

45.334

4,3%

17.709

39,1%

2012

62.362

44.110

-2,7%

19.209

43,5%

2013

65.165

46.355

5,1%

27.577

59,5%

2014

69.006

49.516

6,8%

33.100

66,8%

TOTALE

260.411

185.315

 

97.594

47,7%

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.


7. Stima dell’impatto economico - finanziario degli incentivi fiscali nel periodo1998-2014

Le tabelle, i grafici e gli schemi contenuti nel presente paragrafo sono realizzati sulla base di un approccio diverso da quello impiegato in sede di relazione tecnica al disegno di legge di stabilità per il 2014; per la loro elaborazione si è utilizzato il principio di competenza e non quello di cassa.

Lo schema 7.1. reca una stima del possibile impatto economico-finanziario delle misure di incentivazione fiscale per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica considerando l’intero periodo di operatività degli incentivi (1998-2014).

 


SCHEMA 7.1. STIMA DELL’IMPATTO ECONOMICO-FINANZIARIO PER IL PERIODO 1998 – 2024- INVESTIMENTI 1998-2014

Fonte: CRESME.

 

La stima non contiene alcune altre voci come, per esempio: la diminuzione del gettito da imposte sulle bollette energetiche (causato dal risparmio di energia derivante dagli interventi di efficientamento); la quota che rientra in forma di gettito allo Stato dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati (ricavata dalla Matrice di contabilità sociale[4]); gli introiti catastali; ecc. Queste voci sono invece considerate nel grafico 7.3.

La valutazione dell’impatto è effettuata unicamente sulla spesa sostenuta stimata per gli anni 1998-2014, utilizzando il procedimento di stima per l’intera durata degli incentivi fiscali in termini di defiscalizzazione, vale a dire dal 1998 al 2024.

Sulla base di tale modello di analisi, sintetizzato nello schema 7.1, emerge come le agevolazioni siano state utilizzate da poco meno di 11,4 milioni di cittadini, una platea evidentemente rilevante, per un ammontare di investimenti attivati pari a poco meno di 188 miliardi di euro in diciassette anni. Il costo dovuto ai minori introiti conseguenti agli incentivi ammonterebbe a 82,7 miliardi di euro, mentre il gettito fiscale e contributivo sarebbe pari a 71 miliardi di euro. Il saldo totale ammonterebbe a un valore negativo di 11,4 miliardi di euro.

 


Grafico 7.1 - Totale incentivi al rinnovo edilizio 1998 – 2014- conto delle entrate  e delle uscite di competenza. milioni di euro a prezzi 2005

Fonte: Cresme.

 

Considerando però che lo Stato incassa i proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori, e consente la maturazione dell’incentivo nell’arco di tempo di dieci anni, qualora si introducessero alcune valutazioni di natura finanziaria, attualizzando i valori in gioco, risulterebbe dall’esercizio di stima, sulla base dei principi enunciati, una plusvalenza di 3,6 miliardi di euro evidenziata nel grafico 7.2. 

 


Grafico 7.2. - Stima dell’impatto degli investimenti 1998-2014 - milioni di euro attualizzati al 2013 (escluse matrice di contabilità sociale e minori imposte energia)

Fonte: CRESME.

7.1. Ulteriori stime dell’impatto economico-finanziario

Ulteriori stime dell’impatto economico-finanziario degli incentivi al recupero edilizio e all’efficienza energetica, con valori attualizzati al 2013, considerano - in termini di gettito - non solo l’IVA, l’IRPEF, l’IRAP e gli oneri sociali, ma anche l’impatto che gli investimenti potrebbero generare in termini di matrice di contabilità sociale (vedi appendice metodologica), e - riguardo alle uscite - non solo il minor gettito dell’IRPEF, ma anche il minor gettito derivante dal risparmio energetico generato dagli incentivi per la riqualificazione energetica.

In conseguenza di tali ulteriori fattori, il saldo risulterebbe positivo per 8,9 miliardi di euro e quindi superiore alla stima dell’impatto precedentemente riportata.


 

Grafico 7.3. - Stima dell’impatto degli investimenti 1998-2014 - milioni di euro attualizzati al 2013 (comprese matrice di contabilità sociale e minori imposte energia)

Fonte: CRESME.

 

Occorre inoltre segnalare che tale stima non considera le entrate comunali derivanti dagli oneri sulle DIA (dichiarazioni di inizio attività): si stima che, sulla base dell’entità degli interventi,  ricorrano alla dichiarazione il 50% dei beneficiari degli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie e il 30% sul risparmio energetico. Assumendo la media 2008-2012, ogni anno sarebbero interessati da DIA circa 310.000 interventi che, considerando una media di 200 euro di diritti di segreteria per ciascuna DIA, produrrebbero nelle casse comunali un’entrata di circa 62 milioni di euro.

Allo stesso modo le variazioni catastali sottese alla medesima quota di interventi produrrebbero circa 15,5 milioni di euro (la stima è improntata alla massima prudenza: 50 euro di diritti catastali). Inoltre, se gli uffici catastali provvedessero ad una variazione del classamento in relazione alle migliorie eseguite, aumenterebbe l’imponibile fiscale e, di conseguenza, aumenterebbero le imposte relative all’immobile.

Sulla base dei flussi economici derivanti dallo scenario delineato è possibile inoltre valutare l’impatto sul Sistema Paese, attraverso una analisi che prenda in considerazione l’azione svolta dagli “attori” che hanno un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le due agevolazioni fiscali prese in considerazione.

 

 

 


 

Grafico 7.4. - IMPATTO SUL SISTEMA PAESE INVESTIMENTI 1998-2014 -MILIONI DI EURO ATTUALIZZATI AL 2013

 

Fonte: Cresme.

 

E’ un risultato che deriva dalla somma algebrica dei bilanci:

  • dello Stato che vanta un saldo positivo di circa 9 miliardi di euro, che deriva dall’incremento del gettito (positivo), dai flussi derivanti dalle detrazioni (negativi), dalle  maggiori entrate derivanti dalla Matrice di contabilità Sociale (positive) e dal minor gettito fiscale sui consumi energetici (negativo);
  • degli Investitori (prevalentemente famiglie, anche nel caso di ristrutturazione dei condomini), il cui risultato “negativo” di circa 104 miliardi di euro è conseguente al saldo tra l’investimento effettuato (negativo), le detrazioni fiscali (positive) e il risparmio sulle bollette energetiche (positivo);
  • delle Imprese e del fattore lavoro, che vantano un saldo positivo di 107 miliardi di euro, risultato di un fatturato (positivo), all’interno del quale sono compresi i compensi e le retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse, e le imposte e gli oneri sociali sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali (negativi).

In sintesi, nel quadro degli investimenti effettuati con gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica  nel periodo 1998-2014,  il saldo per il sistema economico del Paese risulterebbe positivo per 12,1 miliardi di euro.


8. Appendice – Nota metodologica

8.1 La stima delle risorse investite

Gli investimenti complessivi nell’attività di riqualificazione provengono dal sistema informativo del CRESME. Essi sono misurati sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda, attraverso una vasta serie di indicatori di fonte istituzionale (ISTAT, Ministeri vari, Enea, Banca d’Italia, ecc.) ed elaborati tramite una serie di indagini (indagini campionarie sulle famiglie e sulle imprese, indagini presso rivenditori e produttori di materiali edili, monitoraggi delle vendite di materiali edili, ecc…) analizzati e opportunamente inseriti in un modello complesso e articolato di stima.

 

La spesa in interventi incentivati al “36%, 41% e 50%” fino al 2010 è stimata sulla base dei dati del Centro Operativo di Pescara dell’Agenzia delle Entrate e del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Il primo ha prodotto una serie statistica esclusivamente sul numero di domande pervenute fino al mese di novembre 2010. I dati del Dipartimento delle Finanze del MEF consentono di misurare gli importi per interventi di recupero edilizio detratti nei vari anni di imposta. In particolare, quest’ultima fonte ha permesso di stimare la spesa per tali interventi nei vari anni; è stato necessario ricostruire i flussi di contribuenti, le domande presentate, gli importi detratti e l’importo complessivo di spesa, generando una matrice che considerasse diversi fattori, quali ad esempio: l’aliquota di detrazione (diversificata fra il 41%, il 36% e il 50% in base ad annualità di imposizione fiscale); i tempi di detrazione (5 anni, 10 anni).

 

Esempio: flusso delle domande attive

 

La stima della spesa in interventi incentivati al “55%” è resa possibile, fino al 2012, dalle statistiche effettuate da Enea sul ricorso a tale bonus. E’ stata poi effettuata una verifica di congruità con i dati del Dipartimento delle finanze riguardanti gli importi in detrazione. Questi ultimi sono stati impiegati per la stima del mancato gettito per lo Stato.

La stima per il periodo 2011 - 2014 è originata dai dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in risposta all’interrogazione a risposta immediata n. 5-01525, svolta presso la VI Commissione (Finanze) nella seduta del 21 novembre 2013.

Nella medesima risposta si precisa che i dati relativi al 2012 e al 2013 (quest’ultimo aggiornato con i versamenti effettuati fino al mese di ottobre) sono stati stimati sulla base di quanto indicato nel modello F24 relativamente alle ritenute operate da banche e Poste italiane Spa, all’atto dell’accredito dei pagamenti effettuati tramite bonifici disposti per beneficiare delle citate agevolazioni.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso attraverso il Bollettino delle Entrate dati che consentono di calcolare la spesa per interventi di riqualificazione attraverso  le ritenute che gli istituti di credito (Banche e Poste) devono applicare a titolo di acconto sui bonifici per beneficiare di oneri deducibili o detrazioni fiscali di imposta in base all’art.25 del D.L. n. 78/2010 . Dal 1° luglio 2010, infatti, le banche e le Poste hanno dovuto applicare la ritenuta del 10% (da luglio 2011 portata al 4%), su tutti i bonifici in entrata (al momento dell’accredito sul conto del beneficiario) per le diverse attività incentivate: ristrutturazioni edilizie, riqualificazioni energetiche e - da giugno 2013 - anche acquisto di mobili.  La circolare ADE 40/E del luglio 2010 chiarisce che la ritenuta sui bonifici va effettuata sull’importo al netto dell’IVA e che l’IVA da applicare è quella ordinaria (20% nel 2010 e successive modifiche) poiché gli istituti di credito non conoscono l’importo dell’IVA e le aliquote applicate e applicabili sugli importi dei lavori possono essere del 10% o del 20%. Al momento della stesura di questo documento, dal mese di luglio 2010 al mese di marzo 2014 sono disponibili gli importi delle ritenute d’acconto effettuate dagli istituti di credito e versate nelle casse dello Stato. Nel periodo in cui sono state applicate le ritenute, tuttavia, si sono verificate diverse variazioni nelle aliquote IVA e nell’aliquota di ritenuta da applicare: l’IVA è passata dal 20% al 21% (a partire da settembre 2011) e successivamente al 22% ( da ottobre 2013); le ritenute sono state ridotte dal 10%, del periodo luglio 2010-  giugno 2011, al 4% a partire dal mese di luglio 2011 sino ad oggi.

 

 

L’evoluzione dell’iva sui lavori e ritenute operate dagli istituti di credito

 

Iva

Ritenuta

Luglio 2010

20%

10%

Luglio 2011

20%

4%

Settembre 2011

21%

4%

Ottobre 2013

22%

4%

Fonte: Cresme

 

8.2 La stima dell’impatto economico-finanziario (capitoli 6 e 7.)

Le voci in passivo (il costo pubblico) sono determinate dalle somme stimate in detrazione.

 

Esempio: flussi risorse in entrata e uscita per l’efficientamento energetico

 

 

L’attivo, ovvero la valutazione del gettito fiscale e contributivo in maggior quota, è stato effettuato attraverso la ricomposizione dei seguenti fattori:

  • IVA al 10% per i lavori (tenendo conto dei periodi in cui era adottata l’aliquota piena);
  • IVA al 20% (o 21% e 22%)  per le spese tecniche (professionisti);
  • IRES al 27% sugli utili (imponibili) di impresa stimati pari al 10% del fatturato per installatori, posatori e imprese edili;
  • IRPEF al 33% sul 60% dal fatturato dei professionisti;
  • IRPEF e contribuzioni sociali calcolate sui redditi da lavoro autonomo e redditi da lavoro dipendente degli occupati utilizzati per tali lavori.

 

Nelle ulteriori stime di impatto economico-finanziario e sul Sistema Paese, si sono considerati i seguenti elementi:

 

  • è stata inclusa nell’impatto erariale la diminuzione del gettito derivante dalle imposte sull’energia consumata: gli interventi di efficienza energetica generano, infatti, un risparmio di energia consumata (in proposito sono stati impiegati i dati ENEA). Su tale risparmio è stato calcolato il mancato gettito in termini di imposte sulle bollette. Nel calcolo si è inoltre tenuto in considerazione il decadimento dell’efficienza energetica nel lungo periodo, attribuendo una media ponderata del 3% annuo (le caldaie riducono la propria efficienza, il cappotto si deteriora, gli infissi e i pannelli solari necessitano di manutenzione, ecc...);
  • è stato incluso nell’impatto erariale il ritorno alle istituzioni pubbliche derivante da investimenti pubblici, al netto di quanto già espresso nella tavola delle interdipendenze settoriali. Il modello impiegato proviene dai principi della matrice di contabilità sociale. Il coefficiente è stato stimato attraverso la letteratura esistente riguardante la SAM (social accounting matrix). Prudentemente, il coefficiente è stato ridotto da 8,5% a 4,5% ed esso concerne la fiscalità sul reddito circolante al netto delle imposte dirette e indirette immediate (contestuali all'intervento) le minori spese di welfare, ecc...

 

Pertanto:

  1. sull’impatto sullo Stato sono considerati, sommati algebricamente e attualizzati al 2013:
    1. le uscite in termini di detrazioni d’imposta;
    2. le uscite in termini di mancato gettito fiscale sulla riduzione del consumo energetico;
    3. le entrate in termini di imposte derivanti dalle attività produttive e dagli occupati assorbiti in tali attività: IVA (lavoro e materiali); IVA (spese tecniche e professionisti); IRES (imprese/posatori/installatori); IRES (tecnici e professionisti); IRPEF e Oneri Sociali (dell’occupazione attivata dagli investimenti incentivati);
    4. il ritorno erariale derivante dagli investimenti pubblici secondo principi prudenziali sul modello della matrice di contabilità sociale;
  2. sull’impatto sulle famiglie (più una quota estremamente limitata di soggetti giuridici) sono considerati, sommati algebricamente e attualizzati al 2013:
    1. la spesa per gli interventi sostenuti;
    2. la spesa risparmiata in bolletta per gli interventi di efficienza energetica;
    3. gli importi dei lavori oggetto di detrazione;
  3. sull’impatto su imprese e occupazione sono considerati, sommati algebricamente e attualizzati al 2013:
    1. il ricavo dalle attività realizzate (pari alla spesa sostenuta dalle famiglie);
    2. le uscite in termini di IVA (lavoro e materiali); IVA (spese tecniche e professionisti); IRES (imprese/posatori/installatori); IRES (tecnici e professionisti); IRPEF e Oneri Sociali (dell’occupazione attivata dagli investimenti incentivati).

 



[1]     Predisposti dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell'art. 10, comma 9, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (legge di contabilità e finanza pubblica).

[2]     Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, Relazione annuale 2008 Roma, Senato della Repubblica – 25 giugno 2009, p.5.

[3]     Ibidem, p.6.

[4]     La matrice di contabilità sociale (in inglese Social Accounting Matrix da cui l’acronimo SAM) è uno strumento di analisi economica derivato dalla più famosa matrice input-output.