Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Altri Autori: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Documento di economia e finanza 2012 - (Doc. LVII, n. 5) - Profili di interesse della Commissione Difesa
Riferimenti:
DOC LVII, N. 5     
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 342
Data: 23/04/2012
Organi della Camera: IV-Difesa

23 aprile 2012

 

n. 342/0/4

 

 

Documento di economia e finanza 2012

(Doc. LVII, n.5 )

Profili di competenza della Commissione Difesa

 


Premessa

Il documento di economia e finanza 2012 è stato deliberato dal Consiglio dei ministri il 18 aprile scorso ed è il secondo presentato dall’Italia nel quadro del “Semestre Europeo” di coordinamento delle politiche macroeconomiche e di bilancio.

Si tratta, infatti, del documento di programmazione finanziaria e di bilancio previsto dalla legge 7 Aprile 2011 n. 39 presentato dal Governo nell'ambito delle nuove regole adottate dall'Unione Europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri.

Il Documento è articolato in tre sezioni: Il programma di stabilità per l’Italia (Sezione I), l’analisi e le tendenze della Finanza pubblica (Sezione II), il Programma nazionale di riforma (Sezione III).

 

Il Programma nazionale di riforma (PNR), da un lato, fa il punto sulle riforme messe in campo dopol’approvazione del PNR dello scorso anno, dall’altro presenta un’agenda di interventi previsti per il prossimo anno delineando così il percorso attraverso il quale l’Italia intende conseguire gli obbiettivi della Strategia Europa 2020.

 

Il PNR contiene i seguenti quattro allegati:

Ø      griglia delle misure del Programma Nazionale di Riforma;

Ø      le misure regionali per il Programma Nazionale di Riforma;

Ø      la relazione del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare sullo stato diattuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;

Ø      le linee guida allegato infrastrutture 2013-2015.

In questa sede ci si soffermerà sugli aspetti di competenza della IV Commissione Difesa trattati nelle diverse sezioni in cui si articola il documento.

Sul quadro complessivo degli obiettivi di politica economica e sulle analisi e le tendenze della finanza pubblica si rinvia al dossier n. 342 curato dal dipartimento bilancio del Servizio Studi.

 

I principali interventi di interesse nel settore della difesa sono contenuti nel Programma Nazionale di Riforma e possono essere così sintetizzati  :

 

Interventi in programma:

Ø      La revisione dello strumento militare;

Ø      revisione della disciplina riguardante i poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza.

Interventi realizzati:

Ø      Sostegno ad alcuni programmi di innovazione tecnologica;

Ø      agevolazioni fiscali al comparto difesa e sicurezza.

 

1.1         La revisione dello strumento militare nazionale

 

a) Obiettivi del progetto di revisione

Nel capitolo III del Programma Nazionale di Riforma “un anno di riforme” il Governo anticipa alcuni dei contenuti del disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare, approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 6 aprile del 2012 ed in corso di presentazione al Parlamento[1].

Gli elementi essenziali della riforma erano stati illustrati dal Ministro della difesa Giampaolo Di Paola nel corso della sua audizione sulle linee di indirizzo per la revisione dello strumento militare, svolta lo scorso 15 febbraio presso le Commissioni difesa di Camera e Senato. Le linee guida erano state, altresì, presentate dal Ministro della difesa nel corso della riunione del Consiglio supremo di difesa dell’8 febbraio e al Governo nel corso della riunione del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2012.

 

Il provvedimento si inserisce nell’ambito di quelle misure illustrate dal Governo nel DEF 2012 ispirate ai principi del rigore, della crescita e dell’equità, destinate a cambiare in profondità il funzionamento del sistema economico italiano, per correggerne durevolmente le fragilità e farne emergere le sue potenzialità migliori e ponendolo così in grado di raggiungere gli obiettivi europei definiti dalla strategia Europea 2020[2].

 

Nello specifico, la revisione prospettata dal Governo è intesa a realizzare, in una visione di medio periodo, i seguenti obiettivi:

Ø      miglioramento del livello qualitativo e tecnologico dello strumento militare nazionale, pienamente interoperabile ed interagibile con il sistema di difesa e sicurezza dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica;

Ø      ottimale ripartizione delle risorse assegnate alla “funzione difesa” tra le diverse voci di spesa (personale, esercizio, investimenti), in armonia con gli standard europei e con le ridimensionate risorse assegnate comparto difesa;

 

In relazione a tale obiettivo si segnala che attualmente, in Italia, il 70 per cento delle risorse destinate alla “Funzione difesa” è assorbito dalle spese per il personale, residuando per le spese relative all’operatività dello strumento militare e all’investimento, rispettivamente, il 12 e il 18 per cento. Viceversa, in ambito europeo ed internazionale l’ottimale ripartizione delle risorse tra i richiamati settori di spesa prevede un assegnazione delle risorse pari al 50 per cento al personale e del 25 per cento per ciascuno dei restanti settori. Si segnala, inoltre, che a seguito degli interventi di riduzione della spesa pubblica che si sono susseguiti negli ultimi anni e che hanno riguardato le risorse destinate alla “Funzione difesa”, l’Italia può destinare attualmente a tale settore risorse nel limite dello 0,84 per cento del PIL, a fronte di una percentuale che nel 2004 era dell’1,01 per cento e che attualmente negli altri paesi europei è mediamente nell’ordine dell’1,61 per cento[3].

I dati più recenti sono stati forniti il 12 gennaio 2012 dall’EDA (European Defense Agency). Con riferimento alle strutture di bilancio dei 27 Paesi dell’Unione, l’EDA riferisce che la media europea nel 2010 (anno cui viene fatto riferimento) del peso dei bilanci europei rispetto al PIL era dell’1,61 per cento. Il bilancio della funzione Difesa per l’Italia, relativamente allo stesso dato, era esattamente dello 0,9 per cento. L’EDA riporta anche che la media europea della spesa del personale, rispetto al totale del bilancio della Difesa, è del 51 per cento.

Ø      riqualificazione dei programmi d’investimento e sostegno ai programmi di ricerca e sviluppo tecnologici;

Ø       sostegno dell’industria nazionale, in un settore, quello degli armamenti ed equipaggiamenti militari, caratterizzato da elevata competitività ed alta tecnologia.

 

L’obiettivo è quello di agevolare lo sviluppo di rapporti commerciali a livello internazionale tra il sistema produttivo italiano e i Paesi con i quali sussistono rapporti di collaborazione nel settore della difesa.

 

b) Misure attuative del progetto di revisione

 

La realizzazione concreta dei richiamati obiettivi comporta l’adozione di una serie di interventi particolarmente incisivi e di revisione dello strumento militare nazionale che possono essere così riassunti:

 

1)     ridefinizione, in senso riduttivo, dell’assetto organizzativo delle Forze armate, con interventi di soppressione e accorpamento delle strutture operative, logistiche e formative, territoriali e periferiche, nonché di unificazione di funzioni in un’ottica interforze.

Al riguardo, secondo quanto anticipato dal Ministro della difesa, “un obiettivo serio e perseguibile è quello di una riduzione delle strutture del 30 per cento in 5-6 anni”. L’intervento normativo, “dovrebbe comportare la riduzione di strutture centrali e periferiche e l’accorpamento delle varie filiere che oggi sono separate e distribuite sul territorio (la filiera formativa, la filiera operativa, la filiera addestrativa e quella territoriale)[4].

 

2)     riduzione delle dotazioni organiche complessive del personale militare, a 150.000 unità, da conseguire gradualmente entro l’anno 2024 e riduzione delle dotazioni organiche complessive del personale civile a 20.000, da conseguire entro il medesimo termine. A tal fine  le misure prospettate da Governo[5]sono:

v     l’estensione dell’istituto dell’aspettativa per riduzione di quadri;

v     il transito presso altre pubbliche amministrazioni;

v     forme di esenzione dal servizio, da disporsi a domanda dell’interessato e previa valutazione da parte dell’amministrazione delle proprie esigenze funzionali;

v     la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale;

v     il ricorso a forme di lavoro a distanza.

 

In base alla normativa vigente[6] il dimensionamento attuale dello strumento militare dovrebbe essere di 190.000 militari e di 30.000 civili. Di fatto, l’attuale organico è assestato su 183.000 militari e 30.000 civili. L’obiettivo previsto è, dunque, quello di scendere verso 150.000 militari e 20.000 civili, con una riduzione di 43.000 unità (33.000 militari e 10.000 civili), pari circa al 20 per cento della dimensione attuale.

Per quanto riguarda la proporzione, nell’ambito dei diversi gradi delle Forze armate, delle richiamate riduzioni, queste, secondo quanto anticipato dal Ministro della difesa, dovrebbero operare in misura non inferiore al trenta per cento per gli ufficiali generali e ammiragli e al venti per cento per il restante personale militare dirigente, da attuare in un arco temporale massimo di sei anni per gli ufficiali generali e ammiragli e di dieci anni per il restante personale militare dirigente.

 

3)     la rimodulazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d’arma.

 

L’obiettivo del Governo su questa materia è quello di pervenire ad un numero più limitato di mezzi ma tecnologicamente più avanzati, realmente impiegabili e sostenuti da più risorse per l’operatività ovvero il mantenimento, l’addestramento e la preparazione del personale, che li deve gestire.

In concreto, uno strumento più limitato ma con maggiore qualità e quindi capace di esprimere un’operatività più qualificata rispetto all’attuale.

Come anticipato dal Ministro della difesa per la componente terrestre, è intenzione ridurre le brigate di manovra da undici a nove, la linea dei mezzi pesanti, carri e blindo, la linea degli elicotteri e un numero significativo di unità per il supporto al combattimento (unità di artiglieria e logistiche). Per la componente marittima si contrarranno le linee delle unità di altura e costiere, dei cacciamine e dei sommergibili. Per la componente aeronautica si contrarranno le linee degli aeromobili per la difesa aerea e dei velivoli della linea aerotattica. “Non si tratta però soltanto di ridurre lo strumento, ma anche di aumentare la qualità. Quindi, per la crescita qualitativa e tecnologica dello strumento si procederà a migliorare la componente C4I (comando e controllo, comunicazioni, computer, informazioni) e si investirà sulle forze speciali, che sono elementi importanti dei nuovi scenari. Si investirà su capacità cyber, per la difesa cibernetica, per digitalizzare le unità di manovra terrestri (Brigata Terrestre NEC), a modernizzare le linee navali aeree edlicotteri (e a potenziare la capacita`ISTAR (Intelligence, surveillance, targeting acquisition and reconnaissance), che sono fondamentali per la situational awareness, cioè per sapere che cosa succede nello spazio sia terrestre che marittimo; si tratta peraltro di qualità e capacità che sempre più ci vengono richieste nelle missioni, sia dell’Unione europea che della NATO[7]”.

1.2 Sostegno ad alcuni programmi di innovazione tecnologica

L’allegato al programma nazionale di riforma, ove viene riportata la Griglia delle misure adottate o di prossima approvazione, riporta, nell’ambito degli interventi relativi all’innovazione e al capitale umano, il finanziamento di 300 milioni annui, disposto per il triennio 2012-2015 dalla legge di stabilità per il 2012, in favore dei progetti del Ministero della Difesa “Fregate FREMM e “Medium Armoured Vehicles”, per i quali a bilancio risultano stanziamenti di 1.435 milioni per il periodo 2009-2011 e di 405 milioni per il triennio 2012-2014 (leggi finanziarie per il 2006 e 2008)”.

Il Programma FREMM (Fregate Europee Multi Missione) è il più vasto progetto di cooperazione navale in ambito europeo, avviato nel 2002 da Italia e Francia.

Il programma prevede la realizzazione di 21 fregate di nuova generazione (10 per l’Italia e 11 per la Francia) in due versioni, basate su una piattaforma comune, ma dotate di configurazioni specifiche in base alle funzioni cui sono destinate:

Le nuove unità saranno caratterizzate da un elevato grado di interoperablità ed integrabilità e svolgeranno compiti di proiezione, difesa e protezione tridimensionale delle forze.

Il programma prevedeva inizialmente la costruzione di 17 unità per la marina francese e 10 per la nostra. Delle 10 fregate italiane (destinate alla sostituzione delle quattro fregate della classe Lupo e delle otto fregate della classe Maestrale)4 saranno specializzate nella lotta subacquea e 6 General Purpose predisposte per l’installazione ulteriore di missili di crociera. Tutte le fregate disporranno di una piattaforma comune, con un dislocamento dell’ordine di 5.500 tonnellate, avranno una lunghezza di 128 metri, un impianto di propulsione misto, dotato di una turbina a gas, ed una velocità non inferiore ai 27 nodi.

Il programma è realizzato da Francia e Italia attraverso il consorzio temporaneo d'imprese Horizon Sas, costituito al 50% dalla italiana Orizzonte Sistemi Navali e dalla francese Armaris. La Orizzonte sistemi navali (OSN) è la società di ingegneria navale, costituita da Fincantieri (51%) e da Finmeccanica (49%), per la progettazione e la realizzazione di unità navali militari. La Armaris è costituita dalle società Thales e DCN (Direction des constructions navales).

Sul programma si sono espresse favorevolmente, ai sensi della legge n. 436/1988, le Commissioni difesa del Senato e della Camera, rispettivamente, nelle sedute del 3 e del 10 aprile 2002.

La spesa complessiva prevista per l’Italia è pari a 5.680 milioni di euro nell’arco dell’intero svolgimento del programma, a decorrere dall’esercizio finanziario 2002 e fino al 2019. Il programma è finanziato con stanziamenti tratti dal bilancio ordinario della Difesa, nonché con specifici finanziamenti contenuti nell'ambito delle risorse recate dall'articolo 1, comma 95, della legge n. 266/2005 (legge finanziaria 2006) e dall’articolo 2, comma 181 della legge 244/2007 (legge finanziaria 2008).

Il Medium Armoured Vehicles cui fa riferimento il Piano è il nuovo veicolo blindato medio "Freccia", progettato e prodotto dalla Società Consortile Iveco Fiat-Oto Melara, che rappresenta la piattaforma principale della nuova Brigata Terrestre NEC ed è il primo veicolo digitalizzato ad entrare in servizio nell'Esercito Italiano.

Il Freccia è un veicolo blindato 8x8 in grado di trasportare 11 uomini completamente equipaggiati: un pilota, due operatori in torre e otto fanti nel comparto posteriore. Il veicolo è armato con una torre da 25mm munita, nella versione anti-tank, di lancia missili. Un'ampia rampa di accesso posteriore rende agevole e rapida la salita e la discesa dal veicolo.

Le protezioni balistiche modulari unitamente a quella antimina conferiscono al veicolo un mix unico di potenza e protezione contro armi individuali, artiglieria leggera e schegge di granata nonché contro mine anticarro ed ordigni esplosivi improvvisati (IEDs).

L’Esercito italiano ha ordinato, nel 2006 249 veicoli di cui 172 nella versione Combat, 36 Combat contro carri, 20 Posto comando e 21 Porta mortaio. (con parere favorevole della Commissione difesa della Camera del 6 dicembre 2006 e parere favorevole con osservazioni della Commissione difesa del Senato del 15 novembre 2006).

Il costo del programma è stimato complessivamente in 1.500 milioni di euro in nove anni.

L’acquisto è finanziato anche dal Ministero dello sviluppo economico, in base a una convenzione tra il Ministero della difesa ed il Ministero dell’economia e delle finanze, sulla base dell’articolo 1, comma 95, della legge 23 dicermbre 2005, n. 266 (legge finanziaria 2006) e dell’articolo 2, comma 181 della legge 244/2007 (legge finanziaria 2008).

 

1.3 Revisione della disciplina riguardante i poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza

Nel capitolo IV del PNR “cambiare passo per uscire dalla crisi”, nel paragrafo 3 “promuovere la crescita e la competitività del sistema produttivo” il Governo individua nel decreto legge n. 21 del 2012[8], uno strumento importante per assicurare una maggiore apertura agli investimenti esteri, mantenendo, al contempo un meccanismo di vigilanza e supervisione.

Il provvedimento, approvato in prima lettura dalla Camera e attualmente all’esame del Senato, interviene sull’attuale normativa in materia di privatizzazione di imprese controllate dallo stato con particolare riferimento alle imprese che operano in taluni settori strategici per l’interesse nazionale quali la difesa e sicurezza nazionale. La revisione prospettata dal Governo è intesa a semplificare e rendere più flessibile il quadro normativo che regola questa materia attraverso il passaggio da un regime di tipo autorizzatorio ad un sistema che prevede la possibilità, da parte del Governo, di subordinare l’acquisto, da parte dei privati, di partecipazione in tali imprese a precise condizioni o di opporvisi in casi specifici.

 

 

1.4. Agevolazioni fiscali al comparto difesa e sicurezza

Il richiamato allegato al PNR, nell’ambito delle misure dirette a promuovere la produttività (misura n. 51 “Lavoro e pensioni”), riporta l’intervento operato dall’articolo 33 comma 12 della legge di stabilità per il 2012 (legge n. 183 del 2011), finalizzato a prorogare al 2012, la riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali, gravanti sul trattamento economico accessorio del personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico (già prevista fino al 2011 dall’articolo 4, comma 3, del D.L. n. 185/2008).

La disposizione, reca una riduzione del gettito fiscale pari a 60 milioni di euro nel 2012, così come stabilito dal limite di spesa fissato dalla disposizione medesima.

Il prospetto riepilogativo ascrive alla norma i seguenti effetti sui saldi di finanza pubblica.

 

 

Saldo netto
da finanziare

Fabbisogno

Indebitamento

netto

 

2012

2013/14

 

2012

2013/14

 

2012

2013/14

 

Minori entrate tributarie

60

 

 

60

 

 

60

 

 

 

Nel dettaglio, la disposizione prevede la riduzione dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali gravanti sulla parte della retribuzione che costituisce trattamento economico accessorio. Per accedere al beneficio è necessario che il personale dei summenzionati comparti sia titolare di reddito da lavoro dipendente non superiore, nell'anno 2011, a 35.000 euro e nel limite complessivo  del richiamato limite di spesa di 60 milioni di euro.

 


 

 

 

 

 

 

 

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File: DI0522_0

 



[1]   Il Ministro della difesa Giampaolo Di Paola ha illustrato gli elementi essenziali della riforma nel corso della sua audizione sulle linee di indirizzo per la revisione dello strumento militare, svolta lo scorso 15 febbraio presso le Commissioni difesa di Camera e Senato. Le linee guida erano state, altresì, presentate dal Ministro della difesa al Consiglio supremo di difesa dell’8 febbraio e al Governo il 14 febbraio 2012.

[2] Cfr. pag. 3 del Programma Nazionale di Riforma.

[3] Cfr. nota 1.

[4] Cfr. nota 1.

[5] Cfr. nota 1.

[6]   Decreto legislativo n. 66 del 2010, recante il codice dell’ordinamento militare.

[7] Cfr. nota 1.

[8]   Il decreto legge reca norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni.