Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Missione in Messico, Guatemala, Nicaragua e Venezuela (22-28 febbraio 2009)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 47
Data: 20/02/2009
Descrittori:
GUATEMALA   MESSICO
NICARAGUA   POLITICA ESTERA
VENEZUELA     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

SERVIZIO STUDI

 

Documentazione e ricerche

Missione in Messico, Guatemala, Nicaragua e Venezuela

(22-28 febbraio 2009)

 

 

 

 

 

n. 47

 

 

20 febbraio 2009

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento affari esteri

 

SIWEB

 

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File:es0141.doc


INDICE

Programma della missione

Schede di lettura

MESSICO

Scheda-paese (a cura del Servizio Rapporti internazionali)13

L’evoluzione del quadro politico  18

I rapporti bilaterali Italia-Messico (a cura del Ministero degli Affari esteri)26

Le relazioni parlamentari Italia-Messico (a cura del Servizio Rapporti internazionali)31

I rapporti con l’Unione europea (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)37

Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti internazionali)

GUATEMALA

Scheda-paese (a cura del Servizio Rapporti internazionali)55

Lo scenario politico e le relazioni con l’Italia  59

Le relazioni parlamentari Italia-Guatemala (a cura del Servizio Rapporti internazionali)64

Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti internazionali)

NICARAGUA

Scheda-paese (a cura del Servizio Rapporti internazionali)77

L’evoluzione dello scenario politico  ed i rapporti con L’Italia  81

I rapporti parlamentari Italia-Guatemala (a cura del Servizio Rapporti internazionali)87

Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti internazionali)

VENEZUELA

Scheda-paese (a cura del Servizio Rapporti internazionali)97

La recente evoluzione del quadro politico interno e gli indirizzi di politica estera  108

I rapporti bilaterali Italia-Venezuela (a cura del Ministero degli Affari esteri)118

Le relazioni parlamentari Italia-Venezuela (a cura del Servizio Rapporti internazionali)133

I rapporti con l’Unione europea (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)141

Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti internazionali)

ALTRI APPROFONDIMENTI

Raffronto tra i principali dati statistici dei quattro paesi151

Guatemala e Nicaragua: Rapporti con l’Unione europea (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)153

Organizzazioni regionali di cooperazione politica e finanziaria (Alba, Banco del Sur e Unasur) (a cura del Ministero degli Affari esteri)155

Mexican cartels dominate the Americas, dal sito Internet www.isn.it, 27 ottobre 2008  165

The Obama Administration and Latin America, dal sito Internet www. stratfor.com, 11 febbraio 2009  165

F. E. Gonzalez, Mexico’s Drugs Wars Get Brutal, in: Current History, n. 108/2009  165

GUATEMALA

A. Durán Martínez, Guatemala, in: FRIDE, maggio  2007  169

C. Sabino, The Presidential Elections in Guatemala, Real Istituto Escano, 3 dicembre 2007  169

NICARAGUA

M. Montanari, Chi ha perso l’America Latina? Il caso Nicaragua, in: Limes, n. 1/2007  173

A. Durán Martínez, Nicaragua, in: FRIDE, maggio 2007  173

Geopolitical Diary: Nicaragua and the Basis of Ortega’s Power, dal sito Internet www.stratfor.com, 28 gennaio 2009  173

K. Casas-Zamora, Not Another Mugabe, Please, dal sito Internet: www.brookings.edu, 16 febbraio 2009  173

VENEZUELA

G. Mereghetti, Gli italiani di Venezuela: appunti su un disastro, in: Limes, n. 4/2003  177

E. Loza Schiano, Italiani in Venezuela: la paura del ritorno, in: Limes, n. 2/2007  177

J. Altmann, Alba: un proyecto alternativo para América Latina?, Real Istituto Elcano, 8 febbraio 2008  177

J. Corrales, For Chávez, Still More Discontent, in: Current History, n. 108/2009  177

Protocollo di cooperazione con la Camera dei deputati messicana  7

Protocollo di cooperazione con l’Assemblea nazionale venezuelana  7

Risoluzione del Parlamento europeo dell’11 ottobre 2007 sugli assassinii di donne in Messico e America centrale  7

Risoluzione del Parlamento europeo del 18 dicembre 2008 sui casi di violazione dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello stato di diritto in Nicaragua  7

 


Programma della missione

 


 

MESSICO

 

23 FEBBRAIO 2009

 

 

Domenica 22 febbraio

Ore 18.40

Arrivo a Città del Messico

Lunedì 23 febbraio

 

Ore 10

Incontro con il Presidente della Commissione Esteri - Europa del Senato

Ore 11.30-12.30

Incontro con Sottosegretario agli esteri per le relazioni e la cooperazione economica internazionale, Rogelio Granguillhome Morfin (presso il Ministero degli Esteri)

Ore 13

Incontro con il Presidente della commissione Esteri della Camera

Colazione offerta dal Presidente della commissione Esteri della Camera

a seguire

Incontro con rappresentanti della Camera di commercio, con invito estero anche ad altri imprenditori non soci


 

GUATEMALA

24 - 25 FEBBRAIO 2009

 

Lunedì 23 febbraio

Ore 23.05

Arrivo a Città del Guatemala

Martedì 24 febbraio

 

ore 8 – 9.30

Incontro al Ministero degli Esteri con il Vice Ministro degli Esteri, Lars Pira

ore 10 - 12

Incontro al Parlamento con il Presidente del Parlamento, Roberto Alejos, e con i membri della Commissione Esteri (Presidente On. Oswaldo Arevalo)

ore 12.20 – 14.00

Colazione in residenza con CICIG (Anibal Gutierrez e Ana Isabel Garita).

In attesa di risposta da parte del Ministro dell’Interno Arnoldo Villagran e del Procuratore Generale Amilcar Velasquez

ore 14.05

partenza per Cancelleria (da confermare)

ore 14.10 – 14.30

Incontro con ONG italiane (da confermare)

ore 14.35

partenza per Parlamento Centro - Americano

ore 15 – 15.45

Incontro con parlamentari centro - americani

ore 16 – 16.45

Incontro con il dr. Jimenez Irungaray, Segretario del Consiglio Nazionale della Sicurezza

ore 17 – 18

Incontro con il Vice Presidente della Repubblica, dr. Rafael Espada

ore 20

pranzo con il Presidente del Congreso Alejos e parlamentari guatamaltechi (ristorante Carpaccio)


 

NICARAGUA

 

25 FEBBRAIO 2009

 

Mercoledì 25 febbraio

ore 8.15

Arrivo all’Aeroporto Augusto Cesar Sandino – Managua

ore 10

Incontro con il Vicepresidente Jaime Morales Carazo (Vicepresidencia de la Repùblica)

ore 11.30

Incontro con Deputati Comissione Esteri -  Francisco Aguirre, Sacasa, Jamilet Bonilla

ore 12.30

Colazione con imprenditori – Ristorante El Eskimo

ore 14.00

Incontro con Presidente dell’Asamblea, Rene Nuñez (Asamblea) – Uff. N. 4

ore 15.30

Incontro con il Ministro degli Esteri, Samuel Santos

ore 19.30

Cena in Residenza

 


VENEZUELA

26 – 28 FEBBRAIO 2009

 

Giovedí 26 febbraio

ore 14.28

Arrivo all’aeroporto internazionale Simon Bolivar (Volo CM 223 proveniente da Managua)

ore 17.30

On. Narducci: incontro in Ambasciata con rappresentante ONG CESVI, Gabriele Bertani

ore 19.00

Riunione con S.E. l’Ambasciatore d’Italia Luigi Maccotta in Residenza (Residenza dell’Ambasciatore d’Italia Quinta Miravalle, Calle El Rincon Country Club.).

ore 20

Pranzo offerto da S.E. l’Ambasciatore d’Italia Luigi Maccotta in Residenza con deputati dell’Assemblea Nazionale e membri del Governo venezuelano

Venerdí 27 febbraio

 

ore 9

Incontro presso l’Assemblea Nazionale venezuelana con la Commissione Permanente di Politica Estera e, a seguire, la Commissione Permanente di Partecipazione Cittadina.

ore 11

Incontro con il Presidente dell’Assemblea Nazionale Cilia Flores (da confermare)

ore 11.30

Visita all’Assemblea Nazionale

ore 12.30

Colazione offerta dalla Commissione Permanente Politica Estera dell’Assemblea Nazionale (da confermare)

ore 15

Incontro in Cancelleria con il Ministro degli Esteri Nicolas Maduro (da confermare), eventualmente preceduto, qualora venga posticipato, da visita a piedi della zona storica tra Assemblea Nazionale e Ministero degli Esteri

ore 16

visita all’Ospedale Cardiologico Infantile e al nucleo delle Orchestre infantili e giovanili (zona Montalban) (da confermare)


 

al termine

rientro in hotel

ore 20

Pranzo offerto dal Primo Consigliere Alberto Pieri presso la propria  residenza con rappresentanti del mondo politico e della società venezuelana e con l’Ambasciatore d’Italia (residenza Primo Consigliere Alberto Pieri: Av. San Felipe, Res. Castellana Avila, appartamento 4D, settore La Castellana)

Sabato 28 febbraio

 

ore 10

Incontro con comunitá italiana residente in Venezuela (membri CGIE, Comites, Associazioni, Scuole  italiane ecc.) presso Centro italo-venezuelano di Caracas

al termine

Incontro con la stampa (quotidiano in lingua italiana “La Voce d’Italia”, ANSA ecc.) presso Centro italo-venezuelano di Caracas

ore 12

Colazione di lavoro con rappresentanti della Camera di Commercio italo-venezuelana  e mondo imprenditoriale italiano presso Centro italo-venezuelano di Caracas

ore 13.30

Trasferimento all’Aeroporto Internazionale “Simon Bolivar”

ore 17.15

Partenza per Parigi con volo AF 461

 

 

 

 

 

 

 

 


Schede di lettura

 


MESSICO

 


Scheda-paese
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

 

Map of Mexico

 

(aggiornamento: febbraio 2009)

DATI GENERALI

Superficie

1.972.550 Kmq (circa 6 volte e mezza il  territorio italiano)

Popolazione

109.955.400 abitanti

Capitale

Città del Messico (20.000.000 abitanti)

Tasso crescita popolazione

1,1% (stime luglio 2008)

Aspettativa di vita

totale: 75 anni (stime 2008)
uomini: 73 anni – donne: 78 anni

Composizione etnica

Meticci 60%; Amerindi 30%, Bianchi 9%

Religioni praticate

Cattolica 76,5; Riformata 6,3%

 

PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO

Presidente della Repubblica e Capo di Governo

Felipe de Jesus CALDERON Hinojosa (Partito di Azione Nazionale, PAN, dal 1° dicembre 2006)

Presidente della Camera dei deputati

Cesar DUARTE Jaquèz

(Partito della Rivoluzione Istituzionale, PRI, dal 1° settembre 2008. Resterà in carica per un anno.)

Presidente del Senato

Gustavo Enrique MADERO Muñoz

(Partito di Azione Nazionale, PAN, dal 1° settembre 2008. Resterà in carica un anno.)

Ministro degli Esteri

Patricia ESPINOSA Cantellano

 

 

SCADENZE ELETTORALI

Elezioni presidenziali

2012

Elezioni legislative

5 luglio 2009

 

 


 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

Sistema politico

In base alla Costituzione del 1917, il Messico è una Repubblica federale, formata da 31 Stati e da un Distretto federale. Ogni Stato può emanare leggi e imporre tasse attraverso assemblee legislative monocamerali rinnovate a scadenze triennali ed un Governatore eletto direttamente. Dal 1997 anche l'amministrazione del Distretto federale (che era di nomina presidenziale) viene eletta direttamente. La forma di governo è di tipo presidenziale, con una attribuzione di poteri molto estesi a favore del Presidente nella sua qualità di Capo dell'Esecutivo in analogia con la struttura di governo degli USA.

Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica è Capo dello Stato, eletto direttamente dal Corpo elettorale. Rimane in carica sei anni (secondo un calendario predisposto dalla Costituzione che indica il 1 dicembre come inizio dell'incarico) con mandato non rinnovabile.

Il Presidente della Repubblica promulga le leggi approvate dal Congresso; inoltre, previa approvazione del Senato, nomina i ministri, i rappresentanti diplomatici, il Procuratore Generale della Repubblica e ratifica i trattati internazionali; dirige la politica estera; concede l'indulto; ha il comando delle Forze armate e della Guardia Nazionale. Il Presidente della Repubblica, di concerto con il Governo e con il Congresso, può sospendere le garanzie costituzionali in caso di invasione, gravi disordini o altre situazioni d’emergenza.

 

Parlamento

Il Potere Legislativo spetta al Congresso Generale che è articolato in due Camere: la Camera dei deputati e quella dei senatori.

I cinquecento membri della Camera dei Deputati sono eletti per un mandato di 3 anni. Trecento deputati sono eletti con il sistema maggioritario uninominale e i restanti duecento attraverso un sistema proporzionale di lista. I centoventotto membri del Senato sono eletti con sistema misto (64 seggi sono espressi con sistema maggioritario, 32 vengono assegnati al più votato tra i partiti di minoranza, mentre 32 sono ripartiti con criterio proporzionale). Il Senato resta in carica sei anni.

Sia i deputati che i senatori non sono immediatamente rieleggibili.

Le riforme costituzionali sono approvate dal Congresso a maggioranza dei due terzi dei presenti.

 

Composizione della Camera dei deputati:

 

PARTITO

SEGGI

Partito di Azione Nazionale (PAN)

207

Partito della Rivoluzione Democratica (PRD)

127

Partito della Rivoluzione Istituzionale (PRI)

106

Convergenza per la Democrazia (CONV)

18

Verdi (PVEM)

17

Partito del Lavoro (PT)

11

Partito della Nuova Alleanza (NA)

9

Socialdemocratici e Partito di Alternativa Contadina (ALT)

5

TOTALE

500

 

Composizione del Senato:

PARTITO

SEGGI

Partito di Azione Nazionale (PAN)

52

Partito della Rivoluzione Istituzionale (PRI)

32

Partito della Rivoluzione Democratica (PRD)

26

Verdi (PVEM)

6

Convergenza per la Democrazia (CONV)

5

Partito del Lavoro (PT)

5

Indipendenti

2

TOTALE

128

 

Potere giudiziario

Il potere giudiziario ha una struttura piramidale al cui vertice si pone la Suprema Corte di Giustizia composta da 11 giudici nominati per quindici anni dal Presidente della Repubblica previa approvazione del Senato con la maggioranza dei 2/3 e non rieleggibili, a cui compete, tra l'altro, la risoluzione delle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi, dei conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e tra la Federazione e gli Stati membri. La Suprema Corte riveste anche la funzione di giudice di ultima istanza.

 

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI 2008

 

PIL a parità di potere di acquisto

1.578.000 miliardi di dollari

PIL al cambio ufficiale

1.143.000 miliardi di dollari

PIL pro capite

14.400 dollari (Italia: 31.000)

Andamento del PIL

2%

Inflazione

6,2%

Disoccupazione

4,1% (circa il 25% della popolazione è sottoccupata)

Rapporti debito pubblico / PIL

20,3%

Debito estero

181,2 miliardi di dollari

Fonte: The CIA WorldFactbook 2008.

 


L’evoluzione del quadro politico

La situazione politica interna

Le elezioni per la carica di Capo dello Stato del 2 luglio 2006, sono state vinte dal candidato del PAN (Partito di Azione Nazionale), Felipe Calderón, che è succeduto a Vicente Fox, il primo Presidente conservatore eletto nel 2000, dopo ben 71 anni di governo del PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale).

Il risultato delle elezioni è stato contestato per diverse settimane, fino a quanto la Corte Elettorale Federale ha dichiarato Calderón vincitore (5 settembre 2006). Il margine di vittoria è stato di 233.881 voti, circa lo 0,5% in più del suo avversario Andrés Manuel López Obrador. Nelle elezioni del 2006 nessun partito ha raggiunto la maggioranza assoluta al Senato o alla Camera dei Deputati:

Le priorità dichiarate dal Presidente Calderón erano sostanzialmente tre:

·          la creazione di nuovi posti di lavoro (sarebbero necessari un milione di nuovi posti l’anno);

·          la riduzione della povertà (si calcola che circa il 47% dei messicani vivano in povertà);

·          il miglioramento delle condizioni di sicurezza interna (che include la riforma del sistema giudiziario e il recupero di aree pubbliche occupate dai cartelli della droga).

All’indomani dell’insediamento, il nuovo Presidente ha adottato una serie di provvedimenti accolti con favore dalla popolazione, tra i quali la revisione delle retribuzioni degli alti funzionari dello Stato che consentirà di risparmiare 2,5 miliardi di dollari, e la riduzione del proprio compenso e di quello dei suoi ministri nella misura del 10 per cento. Altra misura molto importante è stata l’introduzione dell’assicurazione sanitaria gratuita, comprendente prestazioni sanitarie e medicinali, per tutti i bambini nati a partire dal mese di dicembre 2006.

Le leggi più rilevanti approvate con la presidenza Calderón sono state la riforma del sistema pensionistico approvata nel marzo 2007 con il sostegno dei voti del PRI, la riforma fiscale, la nuova legge elettorale, il pacchetto sulla giustizia e quello di riforme sull’energia.

Non avendo in Parlamento la maggioranza assoluta, il PAN è costretto, di volta in volta, a trovare intese con il PRI, che detiene il 21% dei seggi, mentre non è possibile stabilire alleanze che il PRD (Partito della Rivoluzione Democratica), che, ne ha invece il 25 %.

Infatti, Calderon si è trovato da subito a dover affrontare serie difficoltà alla governabilità del Paese, dovute principalmente alla controversa vittoria elettorale e alla posizione minoritaria in seno al Congresso[1]: nei primi mesi della sua presidenza, gigantesche manifestazioni sono sfociate nell’autoproclamazione di Lopez Obrador quale “presidente legittimo” e nella formazione di un governo parallelo, formato di 12 membri, con un programma articolato in venti punti prioritari fra i quali spiccava la lotta ai monopoli economici e le privatizzazioni nel settore energetico.

Rientrata la protesta (ma Obrador non ha ancora riconosciuto la legittimità della vittoria del PAN), il Governo Calderon ha dovuto dedicare molti sforzi alla costruzione di un’immagine di leadership salda ed efficace, per poter procedere sulla via delle riforme e per reggere il confronto con l’opposizione intransigente di Obrador.

Come accennato, Calderon ha necessità di stabilire alleanze con il Partito Rivoluzionario Istituzionale, per avere la maggioranza nel Parlamento, cosa che si è verificata anche nel caso delle leggi di riforma del settore energetico. Ma il PRI è diviso al suo interno e pertanto è un alleato instabile, rendendo più complicato adottare tutte le misure liberalizzatici chieste dal mondo degli affari, che si scontrano anche con l’immediata necessità di proseguire sulla strada della riduzione della povertà così diffusa nel Paese.

Il progetto di riforma del settore energetico nella direzione di una maggiore liberalizzazione era contenuto nel programma elettorale del Presidente Calderon. La riforma è stata approvata il 28 ottobre 2008 dopo molti mesi di dibattito e di scontro politico con l’opposizione del PRD, che ha organizzato una vasta mobilitazione sociale per opporsi all’ingresso di capitali privati nella compagnia petrolifera statale PEMEX (Petróleos Mexicanos).

La riforma approvata è stata quindi modificata in senso meno liberista, dopo una complessa trattativa. La riforma dà maggiore autonomia negli investimenti alla Pemex e la autorizza a cedere a compagnie private aree per la ricerca e l'estrazione del greggio, ma non sembra che sia passata l’apertura al capitale privato, come l’Esecutivo aveva proposto inizialmente. La riforma persegue anche l’obiettivo di una transizione energetica prevedendo investimenti in fonti rinnovabili.

 

Lotta alla criminalità organizzata ed al narcotraffico

Uno spazio non secondario dell’Esecutivo Calderón è stato utilizzato per la lotta alla criminalità organizzata, principale minaccia della sicurezza interna, e al ridimensionamento dello strapotere dei cartelli di narcotrafficanti. Il fenomeno è talmente rilevante che ben il 45% della popolazione ritiene che la maggiore minaccia alla sicurezza nazionale sia costituita proprio dal traffico di droga. Il Governo ha fatto ricorso sia alla polizia (talvolta ritenuta inefficace o, addirittura, sospettata di collusione con i narcotrafficanti) ed anche all’esercito. Nonostante i grandi sforzi e l’arresto di alcuni grossi trafficanti, i risultati non sono stati finora soddisfacenti. Resta altissimo il numero delle vittime della violenza criminale: sono state calcolate in 4.785 le persone morte in modo violento in Messico nei primi 18 mesi di governo di Calderón, per la maggior parte vittime della guerra tra i Cartelli del narcotraffico e gli oltre 30 mila militari che li combattono[2]. Di questi, 4.313 sarebbero civili, mentre i morti fra i membri della polizia o delle forze armate sarebbero 472. Nel solo 2008, secondo dati diffusi dalle agenzie di stampa, il numero di omicidi legati all'attività del crimine organizzato è stato di 5.630, molto superiore agli anni precedenti.

Lo stato messicano con il più alto numero di omicidi legati al narcotraffico è quello di Chihuahua, nel nord, dove è attivo il Cartello che porta lo stesso nome e dove Ciudad Juarez, al confine con gli USA considerata la città più pericolosa di tutto il Paese. Il Messico rappresenta – infatti – per motivi geografici il grande centro di smistamento della droga diretta da tutta l’America meridionale verso il mercato statunitense.

Periodicamente si verificano sanguinose e prolungate crisi determinate da guerre per il controllo del territorio fra i cartelli in competizione. Le guerre si concludono con la stipula di un nuovo accordo che prende atto dei risultati dello scontro militare, segnando l’ascesa di nuovi gruppi dominanti e il tramonto dei gruppi perdenti.

Allo stato, i cartelli che detengono il controllo del narcotraffico sono il cartello di Juarez, il cartello di Sinaloa (nella parte centrale) il cartello del Golfo (nella parte orientale e nelle regioni affacciate sul Golfo del Messico) e il cartello di Tijuana (nella parte occidentale della regione di confine con gli USA). Quest’ultimo, secondo fonti della polizia, sarebbe la più violenta organizzazione in attività.

Per dare una risposta all’allarme sociale e alle campagne di stampa, Calderón ha disposto – già nei primi mesi della sua presidenza – il dispiegamento di 30.000 soldati negli stati del Michoacàn, Baja California, Guerrero e nel cosiddetto “triangolo d’oro” (Sinaloa, Durango e Chihuahua). L’impiego dell’esercito è stato accolto da un largo consenso dell’opinione pubblica.

La lotta ingaggiata dal governo ha prodotto l’arresto di esponenti e dello stesso leader del cartello del Golfo, Eleazar Medina Rojas, l'arresto di Eduardo Arellano Felix, soprannominato Il Dottore, l'ultimo degli storici fratelli che governavano il cartello di Tijuana e di altri narcotrafficanti eccellenti. I militari hanno anche segnato azioni di successo contro le truppe paramilitari “Los Zetas” che supportano il cartello del Golfo[3].

Il quadro comunque appare estremamente complesso, sia per le infiltrazioni dei cartelli criminali nelle stesse forze di polizia, sia perché la dinamica stessa delle forze in campo può produrre come risultato di questi massicci interventi di polizia ed esercito niente altro che il rafforzamento del cartello rivale.

L’azione in corso – per rappresentare un successo autentico – dovrebbe accompagnarsi anche ad una vittoriosa lotta contro la corruzione delle forze di polizia, alla riforma (per ora solo annunciata) consistente nella unificazione delle due principali forze di polizia federali (quella di prevenzione e quella di repressione) e a un recupero di efficienza dell’intero sistema giudiziario e penale.

 

La politica estera ed il rapporto con gli Stati Uniti

La politica estera di Calderon si è mantenuta sulle linee tradizionali, nelle quali il rapporto con gli Stati Uniti occupa una posizione centrale, accanto, tuttavia, ad un maggior impegno nei confronti del continente latino americano.

Gli Stati Uniti sono al tempo stesso il maggior partner commerciale del Messico (destinatario dell’85 per cento delle esportazioni e del 53 per cento delle importazioni) e il vicino in grado di attrarre il grandissimo flusso migratorio, proveniente dal Messico e da tutta l’America Latina (e in transito dal Messico).

Gli scambi commerciali con gli USA - ma anche con il Canada – sono triplicati dall’entrata in vigore, nel 1994, del NAFTA (North American Free Trade Agreement), un accordo di libero scambio commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico e modellato sul già esistente accordo di libero commercio tra Canada e Stati Uniti (FTA), a sua volta ispirato al modello delle Comunità Europee. Circa il 25% del PIL messicano, inoltre, proviene dalle esportazioni di manufatti, principalmente negli Stati Uniti.

Ma i rapporti con gli USA sono anche condizionati dal permanere della rilevante emigrazione verso quel Paese. La questione dell’emigrazione clandestina messicana è uno dei principali problemi aperti con Washington, che negli ultimi anni - particolarmente dopo l’11 settembre 2001 - ha intensificato il controllo del confine meridionale ed il rimpatrio dei clandestini.

Secondo i dati forniti dallo IOM (International Organization for Migration) ogni giorno molti migranti irregolari provenienti dal Messico e dal resto dell’America centrale, tentano di traversare il lungo confine (3.141 km) che separa il Messico dagli Stati Uniti e sono circa 450 mila i messicani senza documenti che entrano ogni anno negli USA. Nel 2004, circa 215 mila cittadini del Centro America sono stati fermati dalle autorità messicane e rimpatriati nei loro paesi di origine.

Centinaia di organizzazioni di contrabbando usano il territorio messicano per le proprie attività illegali e il traffico di persone è in aumento a danno dei migranti e dei bambini e delle donne che vengono inserite nelle reti del turismo sessuale.

Il governo messicano sta cercando di concentrare i propri sforzi nel rafforzamento delle strutture di organizzazione delle migrazioni e nel miglioramento delle procedure di rimpatrio, nonché stabilendo con i paesi dell’America centrale commissioni bilaterali per la gestione del problema.

Se il PIL procapite statunitense[4] è di 3,4 volte circa superiore a quello del Messico, stimato in 14.400 $ nel 2008, un emigrante da un’area rurale messicana mediamente arriva anche a decuplicare il suo reddito varcando la frontiera. Si valuta che nel 2006 ben 580 mila persone circa abbiano tentato emigrare, raggiungendo il più alto numero di espatri mai verificatosiprima. Si valuta complessivamente che ci siano oggi 6,5 milioni di messicani presenti illegalmente negli USA[5]. Si calcola che su mille persone, nel 2008, i migranti siano stati più di 3,4 e la maggior parte di questi erano diretti negli Stati Uniti.

Secondo l’Ufficio Statistiche sull’Immigrazione dell’Homeland Security statunitense, nel 2007, 148.640 cittadini messicani hanno ottenuto un permesso di residenza permanente e costituiscono il 14,1% di tutti coloro che hanno ottenuto in quell’anno la c.d. green card.

L’emigrazione rappresenta una minaccia alle forze di lavoro e quindi alla capacità produttiva del Messico (un lavoratore messicano su sette emigra negli Stati Uniti); intere aree rurali rischiano di essere deprivate di forza lavoro[6]. Altre gravi conseguenza (sul lato del Messico) sono sul versante sociale, soprattutto per quanto riguarda la rottura dei legami familiari[7] o la circostanza che l’emigrazione priva il Messico della parte più intraprendente e attiva della popolazione, allontanando la soluzione di problemi sociali e culturali, quale – primo fra tutti – quello della corruzione sistematica[8].

In analogia a quanto si registra anche in Europa, questo flusso migratorio è in parte determinato dalla domanda da parte di famiglie americane (aiuti domestici, badanti), in parte dalla profonda trasformazione dell’economia e del mercato del lavoro (avvento della società dell’informazione e crescita dei servizi), e quindi dalla offerta crescente di opportunità di lavoro (un tempo soddisfatta da giovani, donne e lavoratori provenienti da aree rurali) nel settore dei servizi di supporto alle attività produttive (soprattutto pulizie e costruzioni) e a stili di vita nuovi (ristorazione, hotels, ecc.).

Non va trascurata l’altra faccia della medaglia: si calcola che, con le loro rimesse, gli emigrati contribuiscono per circa il 3 per cento al PIL nazionale. Si calcola che nel 2006 le rimesse siano ammontate a 20 miliardi di dollari (pari al valore delle esportazioni di petrolio e della quota di PIL prodotta dal turismo, messe insieme).

Più volte preannunciata dalla amministrazione Bush, la riforma della legge statunitense sull’immigrazione è stata bocciata dal Congresso nel giugno 2007. Il progetto di legge prevedeva da una parte misure per rendere più impenetrabili i confini con gli USA e per punire le aziende americane che impiegano gli immigrati illegali, e dall'altra misure per consentire ai milioni di clandestini di regolarizzare la loro posizione attuale, creando al contempo una nuova categoria di '”lavoratori temporanei”. Il provvedimento è stato bocciato a causa dell’opposizione sia dei repubblicani più conservatori (che rigettano qualsiasi forma di condono) sia di quei democratici che temevano che la legge potesse rendere ancora più facile lo sfruttamento del nuovo gruppo di lavoratori temporanei.

In un incontro avvenuto il 12 gennaio (il primo dopo la sua elezione con un capo di stato estero), il presidente eletto, Obama, ed il presidente Calderon hanno affrontato i temi della immigrazione, della sicurezza dei confini tra i due paesi, dei rapporti commerciali bilaterali e della crisi  economica.

Dopo aver definito il Messico “un alleato importante” nell'impegno per estendere la democrazia ed il rispetto dei diritti umani all'intero continente americano, Obama ha riconosciuto l’impegno di Calderon nei confronti della lotta ai narcotrafficanti e alla violenza da loro generata. Da più parti i rapporti tra USA e la nuova amministrazione americana vengono definiti promettenti, anche se un giudizio più definitivo potrà essere emesso solo dopo che si saranno chiarite le intenzioni americane circa la portata della prevista revisione del trattato NAFTA..

Altro tema importante nei rapporti bilaterali è, come accennato, la collaborazione in materia di lotta al narcotraffico, fondata sul cd. “Piano Merida”, con il quale gli USA si impegnavano ad un esborso di circa 1.600 milioni di dollari (da utilizzarsi in addestramento, equipaggiamenti ed intelligence) in cambio di condizioni ritenute eccessive da parte messicana.

Il Messico aveva sostenuto che, poiché i finanziamenti ai trafficanti di droga provengono per lo più dagli Stati Uniti, il problema è condiviso e va risolto insieme. Gli USA hanno stimato che tra I 12 e I 15 miliardi di dollari l’anno transitano dagli USA verso i trafficanti messicani, senza contare l’ingente flusso di denaro che viene trasmesso per via telematica.

La crisi finanziaria in atto sta mettendo in discussione la capacità di esborso statunitense per l’attuazione del Piano Merida.

Un altro aspetto che pare opportuno sottolineare della politica estera messicana è la posizione in seno alle Nazioni Unite sulla riforma del Consiglio di sicurezza, dove si registra tradizionalmente un’assonanza con la posizione italiana. Il Messico, infatti, aderisce al Gruppo Uniting  for consensus, di cui fa parte anche l’Italia, che si oppone all’allargamento del numero dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Nell’ambito del Gruppo regionale  latinoamericano, il Messico è (con Argentina, Colombia e Costa Rica) un importante alleato dell’Italia sulla riforma del CdS ed è membro del “core group” del movimento Uniting for Consensus.

 

La situazione dei diritti umani

Il Messico è fatto bersaglio di accuse di violazione di diritti umani collegate alla lotta al narcotraffico. In un rapporto della Commissione Nazionale dei Diritti Umani (Cndu) inviato al ministero della difesa l’11 luglio 2008, veniva affermato che le forze armate messicane, inviate dal presidente Felipe Calderon in vari stati settentrionali (v. supra) per partecipare alla lotta anticrimine, hanno ripetutamente e gravemente violato i diritti umani: omicidio, tortura, trattamenti crudeli e degradanti, detenzione arbitraria, esercizio indebito della funzione pubblica, intimidazione e isolamento, sono i reati di cui i militari si sarebbero resi responsabili secondo le testimonianze raccolte tra il 2007 e il 2008.

Oltre a questo problema, ma in relazione ad esso, alcuni giuristi, nazionali e stranieri, hanno rilevato che la Costituzione messicana impedisce l’uso dell’esercito all’interno dello Stato in tempo di pace, sottintendendo che si potrebbe rinvenire un deficit di legalità anche sulle stesse azioni del governo.

Inoltre, il presidente della Commissione dei diritti umani del Distretto federale, Emilio Alvarez Icaza ha rivelato il 15 dicembre 2008 che la tortura è una pratica largamente utilizzata per ottenere confessioni da persone in stato di arresto e che essa è utilizzata dal 65% degli agenti della polizia giudiziaria. I dati diffusi da Alvarez sono contenuti in un rapporto che descrive i sistemi più comunemente utilizzati: colpi assestati con mani, piedi o oggetti contundenti (anche in presenza di familiari), applicazione di scariche elettriche, ustioni, violenza sessuale. Analoghe accuse sono state rese note anche Human Rights Watch aggiungendo che la polizia giudiziaria spesso omette di investigare e perseguire i responsabili della violazione dei diritti umani, inclusi gli abusi perpetrati durante le operazioni di lotta al crimine, durante la “guerra sporca” degli anni Sessanta e Settanta, e le violenze domestiche contro donne e bambine.

 

Le elezioni federali del 2009

Il 5 luglio 2009 si svolgeranno le elezioni legislative federali per il rinnovo di 500 seggi della Camera dei Deputati, che resteranno in carica fino al 2012.

La campagna elettorale è già cominciata già da qualche mese. Dati contenuti in una scheda del Ministero degli affari esteri italiano informano che recenti sondaggi darebbero in discesa il partito del partito di Calderon, il PAN (circa 24%), soprattutto in conseguenza della difficile congiuntura economica, e in risalita il PRI (32%), che beneficerebbe dell’apporto elettorale derivante dal governo della maggioranza degli esecutivi statali (18 governatori su 33). Il principale partito dell’opposizione di sinistra il PRD vedrebbe diminuire i suoi consensi in maniera rilevante (poco meno dell’11%), sempre più diviso al suo interno fra radicali e moderati. Lo scorso anno, infatti, c’è stato un cambiamento molto contestato ai vertici del partito PRD, la cui presidenza, assegnata a Jesús Ortega, è ora nelle mani dei moderati. Le elezioni primarie del partito avevano scatenato una vera e propria guerra tra i due candidati, Jesús Ortega e Alejandro Encinas: la controversia si è risolta solo otto mesi dopo le votazioni, dal Tribunale elettorale del Potere giuridico della federazione (Tepjf), che il 14 novembre 2008 ha riconosciuto la vittoria di Ortega. Le divisioni interne, molto forti, potrebbero forse condurre ad una scissione, con la fuoriuscita dell’ala più radicale rappresentata da Lopez Obrador.


I rapporti bilaterali Italia-Messico
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

È in atto ultimamente un percorso di netto rafforzamento dei nostri rapporti bilaterali con un Paese cruciale nell’area latino-americana. Tale percorso è stato confermato, con la partecipazione italiana, in qualità di ospite d'onore, primo Paese non ispanofono e non americano ad esser invitato, alla Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara (29 novembre – 7 dicembre 2008), che ha rappresentato un evento promozionale di grandissimo rilievo dell’Italia in Messico, a carattere integrato. Il Ministro Frattini ha partecipato all’inaugurazione della Fiera, abbinando a tale partecipazione una visita bilaterale. L’On. Ministro ha colto l’occasione per evidenziare la portata del significato della presenza italiana alla Fiera del libro come punto di partenza per un’azione di crescente promozione e visibilità dell’immagine dell’Italia in Messico.

A livello di visite, da ricordare, oltre ad un colloquio tra l’On. Ministro Frattini ed il Presidente Calderón durante la colazione del Vertice UE-LAC di Lima del 16 maggio 2008, la partecipazione del Ministro degli Esteri messicano, Patricia Espinosa Cantellano, alla III Conferenza Nazionale Italia – America Latina e Caraibi (Roma, 16-17 ottobre 2007), a margine della quale il Ministro Espinosa ha incontrato l’allora Presidente del Consiglio Prodi, nonché l’allora Ministro degli Esteri D’Alema. Nel giugno 2007 si era inoltre realizzata la visita ufficiale in Italia del Presidente messicano Calderón, in occasione della quale il mandatario aveva incontrato il Signor Presidente della Repubblica, l’On. Presidente del Consiglio, il Presidente del Senato ed i Ministri della Giustizia e del Commercio Internazionale.

Per quanto concerne le relazioni economico-commerciali, il Messico è tendenzialmente il nostro secondo partner commerciale in America Latina ed il primo acquirente di merci italiane del subcontinente, ma restano molto ampie le potenzialità ancora da sfruttare sia a livello di interscambio che di investimenti.

Nel 2007 l’Italia è stata il nono partner commerciale del Messico ed il terzo fra i Paesi europei, dopo Germania e Spagna. L’Italia è inoltre il secondo fornitore europeo del Messico, dopo la Germania e davanti a Spagna, Francia e Gran Bretagna. Secondo i dati ISTAT, nel 2007 l’interscambio ha raggiunto 3,9 miliardi di euro a seguito di esportazioni italiane per 3,5 miliardi di euro e di importazioni per 430 milioni di euro con un saldo positivo per l’Italia di circa 3 miliardi di euro (+ 33 % rispetto al 2006). Nell’attesa che vengano resi disponibili i dati complessivi per il 2008, occorre segnalare che, secondo i dati ISTAT, nei primi 10 mesi del 2008 le esportazioni italiane sono state pari a 2,4 miliardi di euro, con una diminuzione del 19%, rispetto allo stesso periodo del 2007. Aumentano, invece, le importazioni, che  nello stesso periodo sono state pari a 491 milioni di euro (+36%).

Circa l’80% dell’export italiano in Messico è costituito da beni intermedi e strumentali (macchinari vari, prodotti metallurgici, chimici, plastici, apparati elettrici, prodotti petroliferi raffinati) mentre il restante il 20% è costituito essenzialmente da beni di consumo (moda e tessile, pellame, calzature, gioielleria, arredo casa, agroalimentare, medicinali). Il Messico esporta invece verso l’Italia prevalentemente prodotti chimici, macchine automatiche ed elettriche, motori per autoveicoli, turbo-reattori e turbo-propulsori, pesce congelato e legumi.

In Messico operano attualmente 995 società a capitale italiano (pari il 2,6% del totale delle imprese straniere).

Tra il gennaio 1999 ed il dicembre 2007 le imprese con capitale italiano hanno realizzato investimenti in Messico per374 milioni di dollari,pari allo 0,2% degli IDEaffluiti nel Paese nel periodo considerato e pari allo 0,6% degli IDE realizzati daipaesi dell’UE(l’Italia figura all’undicesimo posto tra gli investitori dell’UE per stock di IDE accumulati in Messico nel periodo di riferimento). Va tuttavia osservato che una parte non trascurabile degli investimenti italiani viene usualmente effettuata da filiali all’estero, risultando così dal punto di vista statistico come investimenti provenienti da altri Paesi.

Per quanto riguarda i settori di investimento, gli investimenti di capitale italiano si concentrano nel settore dei servizi (52,5%) - di cui hotel e ristorazione 37,8%, professionali, tecnici e alla persona 8,9% -, nell’industria manifatturiera (43,7%) - di cui prodotti metallici e macchinari 15,2%, prodotti chimici, derivati del petrolio e del carbone 9,3%, e prodotti alimentari 8,4%, nella costruzione (2,3%) e nel commercio (1,2%).

Le imprese principali che hanno realizzato investimenti produttivi in Messico sono il Gruppo Techint-Tenaris, Zoppas, Barilla, Brembo, La Perla ed Ermenegildo Zegna. Altre grandi aziende italiane presenti a vario titolo in Messico sono: Armani, Assicurazioni Generali, Finmeccanica-Agusta-Westland, Calzedonia-Intimissimi, Danieli, Fata, Ferragamo, Ferrero, Fiat (con un impianto della Magneti Marelli, con joint-ventures della New Holland e della Teksid), Luxottica, Max Mara, Maccaferri, Metecno, Merloni, Nomination, Pirelli, Saipem, Snam Progetti.

Tra gli investimenti più recenti, si segnalano: Cartigliano (macchine per conceria), Gruppo Minerali (che ha realizzato a Tlaxcala un impianto di 5,5 milioni di euro per la lavorazione di minerali destinati alla produzione di sanitari e ceramica per il mercato messicano e nordamericano), Arposs (strumenti di controllo elettrici), Ravagnan (impianti trattamento acque), Lovato (elettromeccanica), Lupini Targhe (produzione di componentistica auto per il Messico e il Nord America), Nassetti e Siti (macchine per industria ceramica), Tenax (reti e griglie plastiche), Sit Manufacturing (valvole per le caldaie a gas), De Rigo Vision SpA (uno dei maggiori produttori e distributori al mondo di occhiali di alta qualità), Benetton (che ha concluso un accordo di partnership strategica con il Gruppo SEARS, tra i leader nella grande distribuzione), gruppo Pininfarina (che ha curato il progetto “City Santa Fe”), Gruppo Stevanato (leader mondiale nei contenitori in vetro per l’industria), Gruppo Askoll ( è oggi un’impresa multinazionale leader nella produzione di componenti per elettrodomestici). Il gruppo Campari annunciò recentemente l'acquisto della distillatrice e produttrice messicana di tequila Espolón e San Nicolás (un’operazione valutata in 13,7 milioni di euro). Olivetti e Parmalat hanno da poco dismesso le attività produttive, vendendo a controparti locali. Molto significativo, invece, il recente ingresso di ENEL, mediante l’acquisizione, per 156 milioni di dollari, di ben tre impianti idroelettrici. Infine, su proposta della società italiana Guala, SIMEST (che ha aperto un ufficio di rappresentanza in Messico) parteciperà con una quota di 3,3 milioni di euro alla società di diritto messicano Guala Dispensing Mexico. Un pool di 4 primari gruppi bancari italiani (Intesa, che ha un suo ufficio a Città del Messico; Efibanca; MPS; Unicredit) ha dato disponibilità a finanziarie l’investimento, attraverso erogazione di un prestito sindacato con parziale garanzia SACE. La recente riforma energetica messicana potrebbe favorire anche dei margini per una presenza dell’ENI.

Dal 26 al 29 febbraio 2008, si è svolta con grande successo in Messico la missione imprenditoriale organizzata congiuntamente da Confindustria, ICE ed ABI, alla quale hanno aderito, per parte italiana, oltre 100 aziende, 12 associazioni industriali e 8 gruppi bancari. Sul versante messicano si è registrata l’affluenza di oltre 350 imprese che hanno preso parte ad oltre 1200 incontri bilaterali c.d. “business to business”. La missione, presieduta dal Vice Presidente di Confindustria Bombassei (presente in Messico con una collaborazione – rivelatasi in realtà problematica – della Brembo con una società locale), può essere ricordata come la più ampia ed articolata delegazione imprenditoriale italiana in Messico. In tale occasione sono stati firmati due accordi commerciali: AgustaWestland ed il broker locale Aerolineas Ejecutivas per una commessa di elicotteri (83 milioni di dollari) e tra Pirelli e la società messicana di trasporti Cluster, per la fornitura di pneumatici (3 milioni di dollari). I settori sui quali si intende rafforzare la collaborazione Italia-Messico riguardano, tra gli altri, la biotecnologia, le energie rinnovabili (ambiente) e l’aerospazio. Recentemente sono stati allestiti degli incontri organizzati dall’ICE congiuntamente con l’Associazione italiana per l’Industria Aerospaziale e della Difesa (AIAD) e PROMEXICO, cui hanno partecipato imprese italiane del settore (Alenia, Aerospazio, Avio, Avioman, TCS Group) al fine di esaminare le opportunità che offre il crescente dinamismo dell’industria aerospaziale messicana.

Si è tenuto, l’8 ottobre scorso, a Città del Messico, il Forum “Soluciones ProMexico 2009”. Nel corso dell’evento si sono svolte attività informative e formative, allo scopo di sensibilizzare gli operatori del commercio estero alle nuove prospettive dei mercati internazionali. Il Ministro dell’Economia, Gerardo Ruiz Mateos, nel suo intervento di inaugurazione del Forum, ha ricordato che il commercio estero ha una partecipazione crescente nell’economia messicana: nel 1933 rappresentava il 29% del PIL ed è passato, nel 2007, al 62%.

Dal 15 al 17 ottobre scorso a Monterrey (Nuevo León), ha avuto luogo il Congresso scientifico internazionale di Biotecnologia “Biomonterrey 2008”, giunto alla seconda edizione dopo quella del 2006 e caratterizzato da una folta rappresentanza di scienziati ed esperti del settore della biotecnologia e della bioetica. Nel corso dell’evento è stato parafato un accordo di collaborazione per la realizzazione a Monterrey di un Centro Tecnologico per le Biotecnologie italo - messicano tra il Ministero dello Sviluppo Economico italiano, il CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri) ed il Governo di Nuevo León. Nella stessa occasione l’Università di Tor Vegata e l’Università autonoma di Nuevo León hanno firmato un accordo che prevede un ampio spettro di collaborazione e scambi tra le due istituzioni universitarie.

Quanto agli accordi bilaterali, si segnalano in particolare l’Accordo Generale di cooperazione firmato del 1991, la Convenzione per evitare le doppie imposizioni del 1991 e l’Accordo per la Promozione e Protezione degli Investimenti firmato del 1999 in vigore dal 2002. Il 15 maggio 2007 è stato firmato a Ginevra il Memorandum d’Intesa tecnica nel campo della sanità e delle scienze mediche, mentre in occasione della visita in Italia del Presidente Calderón, il Ministro Bonino ha firmato un Memorandum d’Intesa con il Ministro dell’Economia messicano concernente la collaborazione tra piccole e medie imprese.

Relativamente alle relazioni culturali, è in vigore un Accordo bilaterale di Cooperazione scientifica e tecnologica, ed a Città del Messico opera un Istituto Italiano di Cultura. Si ricorda inoltre che l’Italia ha partecipato nel 2008, su invito delle Autorità messicane, alla Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara in qualità di ospite d'onore. La Fiera è senza dubbio il più importante evento librario di tutta l’America Latina ed è un punto di riferimento per l’industria editoriale soprattutto in lingua spagnola, nonché della nostra proiezione culturale in America Latina.

Sono presenti in Messico tre missioni archeologiche italiane, che hanno ricevuto per il 2007 un contributo complessivo di 24.000 Euro.

Inoltre, risulta che sono stati stipulati 88 Accordi tra Università italiane e messicane. In particolare, le Università che hanno stipulato il maggior numero di intese sono quelle di Ferrara, Firenze, Milano Bicocca, Milano Politecnico, Milano Cattolica, Torino, Torino Politecnico.

Al 3 dicembre 2007 risultavano iscritti all’Anagrafe Consolare 13.735 connazionali, rappresentati da un Com.It.es., mentre, oltre che dall’Ambasciata a Città del Messico, il territorio nazionale è coperto da 12 uffici consolari onorari.


Le relazioni parlamentari Italia-Messico
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

 

Presidente de la Cámara de Diputados

César DUARTE JAQUEZ (dal settembre 2008)

Presidente del Senado de la República

GUSTAVO ENRIQUE MADERO MUÑOZ

 

 

 

Rappresentanze diplomatiche

 

 

Ambasciatore del Messico in Italia:

JORGECHENCHARPENTIER

Ambasciatore d’Italia a Città del Messico:

FELICE SCAUSO

 

 

Attività legislativa

 

 

Non è attualmente all’esame del Parlamento alcun disegno di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti il Messico.

 

 

Incontri della Presidenza

 

 

Il Vice Presidente della Camera, Antonio Leone, ha ricevuto il 1° luglio 2008, la visita della Presidente della Camera dei deputati del Messico, sig,ra Ruth Zalaveta Salgado. La Presidente Zalaveta era accompagnata dai Vice Presidenti Luis Sanchez JImenez e Cristiano Castaño Contreras. Della delegazione facevano inoltre parte tre Segretari di Presidenza, gli onn. Eugenia JImenez Valenzuela, Maria del Carmen Salvatori Bronca e Olga Patricia Chozas y Chozas.

Nel corso dell’incontro, la Presidente della Camera messicana ha sollecitato la ricostituzione della Commissione interparlamentare di collaborazione, proponendo i temi per la prossima riunione, la quarta, che dovrà tenersi in Italia: fenomeni migratori, industrializzazione, commercio e sicurezza. Il Presidente Leone ha fatto presente che la parte italiana della Commissione è in via di ricostituzione, dopo il recente insediamento delle nuove Camere. Ha inoltre ricordato come le parti avessero in precedenza concordato di dedicare una sessione dei lavori della Commissione bilaterale alle questioni inerenti alla sicurezza, con particolare riguardo ai problemi connessi alla criminalità organizzata ed al narcotraffico; a tal fine si era previsto di coinvolgere nell’esame di tali problematiche la Commissione Antimafia italiana, al fine di avere uno scambio di informazioni riguardo alle diverse normative vigenti nei due Paesi, nonché alle best practices. La Presidente Zalaveta ha ricordato a sua volta l’impegno del Messico nella lotta al narcotraffico ed alla criminalità organizzata e l’interesse del Paese latino-americano a discutere di questi temi con la controparte italiana. Infine, la Presidente messicana ha ribadito l’interesse del Messico a potenziare i rapporti bilaterali sia in sede economica che in sede politica. L’onorevole Leone ha quindi chiesto informazioni alla Presidente messicana in merito al sistema di votazione in aula utilizzato dalla Camera dei Deputati messicana, dove è già invalsa la pratica di utilizzare le impronte digitali per le votazioni.

 

 

Incontri delle Commissioni

 

 

Il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani, ha incontrato l’Ambasciatore del Messico, Jorge Chen, il 17 febbraio 2009, in preparazione della missione in Messico di una delegazione della Commissione Esteri, che avrà luogo il 22 e il 23 febbraio 2009.

Nel corso dell’incontro, Chen ha tracciato un quadro della situazione economico-politica del Messico alla luce dell’attuale crisi economica ed in vista delle prossime elezioni legislative del 5 luglio 2009. In particolare Chen ha evidenziato come la crisi economica e la discesa del prezzo del petrolio abbiano influito negativamente sull’economia del Messico, anche se la svalutazione del peso sta rendendo più competitive le merci messicane

Il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani, aveva già incontrato l’Ambasciatore del Messico, Jorge Chen, il 3 luglio 2008.

Al centro dei colloqui, la necessità, rilevata da ambo le parti, di rendere più intensi i rapporti bilaterali. Chen e Stefani si sono detti d’accordo sulla necessità di riattivare il gruppo di collaborazione.


 

 

Protocollo di cooperazione parlamentare

 

 

Il 22 novembre 2001 è stato firmato a Città del Messico dai Presidenti della Camera dei Deputati italia e messicana dell’epoca, onorevoli Pier Ferdinando Casini e Beatriz Paredes Rangel, un Protocollo di cooperazione tra le due Camere, che prevede la costituzione di una Commissione parlamentare di collaborazione che si riunisce una volta all’anno, alternativamente in Italia e in Messico, per discutere temi di comune interesse. Il Protocollo prevede, inoltre, la collaborazione a livello amministrativo e l’incontro periodico tra i rispettivi giovani parlamentari.

La Commissione è stata istituita e ha operato con continuità nella XIV legislatura, nel corso della quale si è riunita tre volte: a Città del Messico dal 15 al 16 gennaio 2003, a Roma il 27 e il 28 ottobre 2004 e a Città delMessico dal 22 al 29 novembre 2005.

Nella XIV legislatura la parte italiana era presieduta dall’Onorevole Bruno Tabacci (UDC), Presidente della Commissione Attività Produttive, e composta dagli onorevoli Gabriella Carlucci (Forza Italia), Sergio Gambini (Democratici di sinistra –l’Ulivo), Luigi Lazzari (Forza Italia), Ramon Mantovani (Rifondazione comunista), Francesca Martini (Lega Nord Padania), Pino Pisicchio (Gruppo Misto), Ruggero Ruggeri (Margherita) e Stefano Saglia (Alleanza Nazionale)

Nella prima riunione, che si è tenuta a Città del Messico dal 14 al 16 gennaio 2003, si sono dibattuti i seguenti temi:

1)      Le piccole e medie imprese ed il superamento degli squilibri territoriali. Il loro futuro nell’ambito della globalizzazione e dell’applicazione del NAFTA e dell’accordo con l’Unione Europea (Relatore Ruggero Ruggeri).

2)      Lo sviluppo della cooperazione culturale tra Italia e Messico (Relatore Stefano Saglia).

3)      Il ruolo delle Nazioni Unite nel nuovo millennio (Relatore Bruno Tabacci).

4)      Promozione dei diritti umani ed il sistema democratico (dibattito aperto).

 

Nella seconda riunione, che si è tenuta a Roma dal 27 al 28 ottobre 2004, si sono dibattuti i seguenti temi:

1)      I rapporti tra Unione Europea e America Latina e Caraibi dopo il vertice di Guadalajara (Relatori Ruggero Ruggeri; Intervento Ambasciatore Ludovico Incisa di Camerana);

2)      Servizi pubblici e iniziativa privata nel settore sanitario e scolastico (Relatore Francesca Martini);

3)      Il problema dell’immigrazione e le sue ricadute in termini di sicurezza sociale (tema richiesto dalla parte messicana) (Relatore Luigi Lazzari).

I temi trattati nella terza riunione, che si è tenuta a Città del Messico, dal 23 al 25 novembre 2005, sono stati:

1)      e relazioni tra il Messico e l’Unione europea, specialmente con l’Italia, nell’ambito dell’accordo di associazione economica, concertazione politica e cooperazione tra il Messico e l’Unione europea (Relatore Bruno Tabacci);

2)      L’esperienza delle politiche pubbliche di impulso delle piccole e medie imprese in Italia e in Messico (Relatore Ruggero Ruggeri);

3)      Il ruolo delle organizzazioni internazionali, con particolare riguardo alla riforma delle Nazioni Unite, in riferimento alla capacità di fronteggiare le nuove minacce alla pace e alla sicurezza internazionale (Relatore Valerio Calzolaio).

Anche nella XV legislatura la Commissione era stata ricostituita su designazione del Presidente della Camera dei Deputati ed era presieduta dalla Presidente Franca Bimbi (Ulivo), Presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea, e composta dai deputati Carlo Costantini (Italia dei valori), Anna Teresa Formisano (UDC), Grazia Francescato (Verdi), Marco Fumagalli (Sinistra democratica), Massimo Garavaglia (Lega Nord Padania), Luigi Lazzari (Forza Italia), Ramon Mantovani (Rifondazione comunista) e Stefano Saglia (Alleanza Nazionale).

La parte messicana era presieduta dalla Presidente della Cámara de Diputados Ruth Zavaleta Salgado, che ne è Presidente onorario, e composta dai deputati Gerardo Buganza Salmerón, che la presiede, Maria Bena Álvarez Bemai, Oscar Mohamar Dainilín, Juan N. Guerra Ochoa, Samuel Aguilar Solís, Gustavo Fernando Caballero Camargo, Francisco Bizondo Garrido, María del Carmen Salvatori Bronca, Ricardo Cantú Garza.

 

La IV riunione avrebbe dovuto tenersi a Roma nella  prima metà del 2008, ma è stata rinviata a data da destinarsi a causa dello scioglimento anticipato delle Camere.

Si segnala che i temi proposti dalla parte italiana e che avevano avuto l’assenso della parte messicana erano i seguenti:

  1. La tutela dei diritti umani, con particolare attenzione alla condizione delle popolazioni indigene ed al fenomeno delle donne assassinate e scomparse in alcune parti del Paese;
  2. Il problema della sicurezza in Italia ed in Messico, anche in vista della realizzazione di una collaborazione nel settore giudiziario. L’esperienza dell’Antimafia in Italia;
  3. L’esperienza delle politiche pubbliche di impulso delle piccole e medie imprese in Italia e in Messico, sviluppi recenti e prospettive future;
  4. Sviluppo e tutela ambientale: quali prospettive per uno sviluppo sostenibile alla luce del Vertice G8+5 di Heiligendamm?

Nella XVI legislatura la parte italiana della Commissione di collaborazione parlamentare è in via di ricostituzione.

Si segnala che nel corso della sua visita in Italia, svoltasi il 1° luglio 2008, la Presidente della Camera dei deputati del Messico dell’epoca, sig,ra Ruth Zalaveta Salgado, nel corso del suo incontro con il Vice Presidente della Camera, Antonio Leone, ha sollecitato la ricostituzione della Commissione interparlamentare di collaborazione, proponendo i temi per la prossima riunione, la quarta, che dovrà tenersi in Italia: fenomeni migratori, industrializzazione, commercio e sicurezza.

 

 

Cooperazione multilaterale

 

 

Nell’ambito della dimensione parlamentare del G8, il Messico fa parte del Dialogo dei Legislatori sui Cambiamenti climatici dei Paesi G8+5.

All’ultimo Forum, il V, tenutosi a Tokio dal 27 al 29 giugno 2008 presso il Parlamento giapponese, la Camera è stata rappresentata dall'on. Salvatore Margiotta (PD), e dall'on. Luigi Lazzari (PDL).

La prossima riunione, che avrà luogo il 12 e il 13 giugno 2009, si terrà a Roma presso la Camera dei Deputati.


 

 

Unione Interparlamentare

 

 

     E’ in via di ricostituzione la sezione di amicizia Italia-Messico per la XVI legislatura. Nella XV legislatura faceva parte l’on. Gino Bucchino (PD-U).

 


I rapporti con l’Unione europea
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Le relazioni tra l'Unione europea e il Messico sono regolate dall'Accordo di partenariato economico, di coordinamento politico e di cooperazione(Accordo “globale”) firmato l’8 dicembre 1997 ed entrato in vigore il 1° ottobre 2000.

L’Accordo, concluso per un periodo illimitato e basato sul rispetto dei principi democratici e dei diritti umani fondamentali, è mirato a rafforzare le relazioni tra le Parti su una base di reciprocità e interesse comune. In particolare, l’Accordo potenzia le relazioni commerciali ed economiche e prevede tra i suoi obiettivi la creazione di una quadro per  promuovere la liberalizzazione bilaterale e preferenziale, progressiva e reciproca, del commercio di beni e servizi, in conformità delle norme pertinenti dell'OMC,  e la progressiva liberalizzazione reciproca dei movimenti di capitali e dei pagamenti tra il Messico e l’Unione europea. Ulteriore obiettivo è l'apertura graduale e reciproca dei mercati degli appalti pubblici.

Tali previsioni sono state attuate con l’adozione di due decisioni[9] che hanno dato vita al Free Trade Agreement (FTA). Una delle principali caratteristiche di dette decisioni è che contengono "clausole di revisione" che consentono un riesame relativamente ai settori dei servizi, degli investimenti e dell'agricoltura dopo la loro entrata in vigore.

In applicazione dell’accordo, nel corso del 2007 è stata completata la liberalizzazione degli scambi sia nel settore dei beni industriali che nel settore automobilistico.

L’Accordo globale istituzionalizza inoltre il dialogo politico, prevedendo incontri regolari a livello di Capi di Stato e di Governo (Vertici)[10], di ministri (Consiglio congiunto)[11] e di alti funzionari (comitato congiunto)[12].

Si ricorda inoltre che sono stati recentemente avviati il dialogo settoriale UE-Messico sull'ambiente e il cambiamento climatico (gennaio 2008), e il dialogo settoriale UE- Messico sulle questioni sociali e dell'occupazione (aprile 2008). Dal 2002è attivo il  , il Forum del dialogo con la società civile UE – Messico, riunitosi da ultimo a Bruxelles il 13 e 14 novembre 2008.

 

Altri accordi

Le relazioni tra UE e Messico sono regolate anche dai seguenti accordi o strumenti settoriali:

l’Accordo sul mutuo riconoscimento e sulla protezione delle denominazioni delle bevande alcoliche, firmato il 27 maggio 1997;

l’Accordo di cooperazione in materia di controllo dei precursori e delle sostanze chimiche utilizzate nella manifattura illecita di sostanze psicotrope e di droghe, firmato il 13 maggio 1997;

il Financial Framework Agreement, firmato il 13 maggio 2002;

I’Accordo sulla cooperazione scientifica e tecnologica, firmato il 3 febbraio 2004, che intende promuovere il progresso scientifico, la competitività industriale e lo sviluppo socio-economico.

Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, sono in corso i negoziati per consentire al Messico la partecipazione al programma europeo di navigazione satellitare GALILEO[13].

A livello multilaterale, il Messico partecipa al dialogo con l’Unione europea nell’ambito del cosiddetto Gruppo di Rio[14](che prevede una riunione annuale, alternando la sede fra l'Europa e l'America latina) e ai Vertici UE-America latina e Caraibi che si tengono all’incirca ogni due anni a partire dal 1999. L’ultimo si è svolto il 16 maggio 2008 a Lima.

 

Verso un partenariato strategico UE- Messico

Allo scopo di rafforzare ulteriormente lai cooperazione bilaterale, il 15 luglio 2008 la Commissione europea ha presentato la comunicazione Verso un partenariato strategico UE-Messico (COM(2008)447).

Il partenariato strategico è inteso a completare (e non a sostituire) il quadro giuridico esistente attraverso l’attuazione di una più intensa cooperazione sulle questioni globali. Nel contesto multilaterale, l’Unione europea e il Messico dovrebbero in particolare mirare a sviluppare una posizione comune sulle questioni regionali e globali e intraprendere delle azioni comuni per orientare meglio la globalizzazione.

Quattro i principali temi sui cui la Commissione ritienesi debba realizzare un coordinamento:

·         questioni politiche: multilateralismo, democrazia, diritti umani, Stato di diritto, dialogo culturale, America latina, integrazione regionale e gruppo di Rio;

·         questioni inerenti alla sicurezza: lotta al terrorismo, Stati falliti, traffico di droga e tratta di esseri umani;

·         questioni ambientali:  cambiamenti climatici, calamità naturali e lotta contro il sovrasfruttamento degli stock ittici;

·         questioni socioeconomiche: politica di sviluppo, investimenti e responsabilità sociale, innovazione e diritti di proprietà intellettuale, mercati aperti, politiche sociali, lavoro dignitoso/protezione sociale, migrazione, povertà, stabilità macrofinanziaria globale, buon governo nel settore fiscale, sicurezza energetica, sostenibilità e miglioramento dell'efficienza, prezzi alimentari, pesca, politica marittima e gestione degli oceani, questioni di comune interesse nel settore dei trasporti.

Il Partenariato si avvarrà dei meccanismi di dialogo politico già previsti dall’accordo globale:gli unici cambiamenti da introdurre dopo l'entrata in vigore del partenariato strategico UE-Messico consisterebbero in adeguamenti degli ordini del giorno per lasciare maggiore spazio al coordinamento sulle questioni globali pertinenti. Dovrebbero essere inoltre intensificati gli scambi a livello operativo, attraverso incontri tra ambasciatori, esperti e funzionari.

Il progetto di un partenariato strategico è stato favorevolmente accolto dal Consiglio Affari generali e relazioni esterne del 13 ottobre 2008, che ha pertanto previsto la prossima elaborazione di un piano d’azione comune.

Sottolineando l’importanza e l’intensità del dialogo politico bilaterale da tempo avviato e dei rapporti economici - che fanno dell’Unione europea il secondo partner commerciale del Messico e il secondo investitore straniero in tale paese -  il Consiglio ha inoltre espresso la convinzione che il rafforzamento dei rapporti tra UE e Messico debba contribuire ad approfondire il partenariato strategico tra l’UE e l’America latina, facilitando la ricerca di un consenso a livello regionale.

 

 

Cooperazione finanziaria

La strategia di cooperazione UE - Messico 2007 - 2013, come delineata dalla Commissione europea, è esposta nel documento 2007 - 2013 Country Strategy Paper Mexico che individua quale obiettivo specifico della cooperazione “sostenere l'evoluzione del Messico per conseguire un elevato livello di sviluppo che combini una crescita economica e ambientale sostenibile, l'integrazione nel mercato mondiale e la coesione sociale”.

A tale strategia la Commissione europea ha destinato un importo di 55 milioni di euro, a titolo dello Strumento finanziario della cooperazione allo sviluppo (DCI)[15]. Il Messico deve apportare risorse equivalenti per realizzare l'obiettivo del cofinanziamento su basi paritetiche e di compartecipazione.

La strategia di cooperazione UE - Messico 2007 - 2013 consolida ed estende la cooperazione della prima strategia in vigore nel periodo 2002 - 2006[16].

I settori prioritari per la strategia di cooperazione vigente sono:

1) coesione sociale;

Si segnala in particolare il progetto PRODESIS per uno sviluppo sociale integrato e sostenibile, già previsto nel documento di strategia per il periodo 2002-2006 e prorogato fino al 2008, con contributo complessivo dei due paesi pari a 15 milioni di euro.

2) sviluppo economico sostenibile e competitività (specialmente a livello di piccole e medie imprese - PMI);

In tale ambito si ricordano i seguenti progetti e programmi:

- progetto (PROTLCUEM) per facilitarel’attuazione dell’accordo di libero scambio UE-Messico (FTA), con un contributo dell’UE di 8 milioni di euro fino al 2010- programma integrale di sostegno alle piccole e medie imprese (PIAPYME) con un contributo UE di 12 milioni di euro ;

3) istruzione e cultura.

Si segnala:

- l’estensione al Messico del programma Erasmus Mundus, attraverso la "Finestra di cooperazione esterna Messico", con una dotazione di 4 milioni di euro.;

- il Fondo culturale UE – Messico con un bilancio indicativo globale di 1 milione di euro per il 2008 e il 2009

Oltre a tale strategia di cooperazione sono istituiti alcuni temi trasversali prioritari:diritti umani, questioni di genere e ambiente.

La cooperazione in ambito scientifico e tecnologico si svolge nel contesto del settimo Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico 2007-2013 nonché secondo i termini dell’Accordo settoriale di cooperazione scientifica e tecnologica CE-Messico[17].

Il Messico ha inoltre beneficiato dei programmi trasversali a favore dell’America latina, tra cui in particolare: ALFA (per promuovere la cooperazione in materia di istruzione superiore, creando relazioni di interesse reciproco tra istituti di insegnamento superiore e meccanismi di scambio permanente), AL-INVEST (per favorire gli investimenti e la cooperazione economica tra le piccole e medie imprese europee e latino-americane) e URB-AL (per promuovere la cooperazione tra comuni dell’UE e dell’America latina).

 

 


Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 


César Horacio Duarte Jáquez

Presidente della Camera dei Deputati messicana

 

 

César Horacio Duarte Jáquez è nato il 14 aprile 1963.

Laureando in Diritto presso l’Università Autonoma di Ciudad Juárez (Messico), ha ricoperto vari incarichi presso la Confederazione Nazionale Contadina e la Confederazione Patronale messicana (Coparmex), ed e’ stato Consigliere Politico Municipale, Statale e Nazionale del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), e Segretario Generale e Presidente del Comitato Direttivo Municipale del PRI nel Municipio di Parral (Chihuahua). Ha svolto attivita’ imprenditoriali nei settori dell’allevamento e delle costruzioni.

Deputato federale supplente dal 1997 al 2000, eletto Deputato federale in due occasioni, dal 2000 al 2003 e dal 2006 al 2009 nel collegio di Chihuahua, e’ stato Deputato al Congresso dello Stato di Chihuahua dal 2004 a 2006, svolgendovi le funzioni di Presidente del Congresso nel 2005, e ha lasciato tale incarico per assumere il mandato di Deputato federale.

Il 18 luglio 2008 è stato designato dal Gruppo parlamentare del PRI alla Camera dei Deputati per svolgere l’incarico di Presidente della Camera nel terzo anno della corrente legislatura, dal 2008 al 2009, periodo di turno del PRI nella Presidenza della Camera, ed e’ stato quindi eletto Presidente dall’Assemblea Plenaria della Camera il 28 agosto 2008.


Gustavo Enrique Madero Muñoz

Presidente del Senato messicano

 

Gustavo Enrique Madero Muñoz è nato il 16 dicembre 1955 a Chihuahua (Messico).

Si e’ laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Istituto Tecnologico e di Studi Superiori d’Occidente nel 1977 e ha successivamente ricoperto incarichi nell’amministrazione locale, in particolare come Coordinatore per la Pianificazione e Valutazione e Capo del Dipartimento per la Comunicazione della Segreteria per l’Istruzione Pubblica nel Governo dello Stato di Chihuahua.

Nel 2003 è stato eletto Deputato per il Partito d’Azione Nazionale (PAN) nel collegio di Chihuahua e ha poi svolto le funzioni di Presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati.

Nel 2006 e’ stato eletto Senatore nel collegio di Chihuahua e poi nominato Presidente della Commissione Finanze del Senato. E’ anche membro delle Commissioni Commercio, Energia e Relazioni Esterne. Dal 10 giugno 2008 e’ Capo del Gruppo Parlamentare del PAN al Senato e dal 28 agosto dello stesso anno Presidente del Senato.


PATRICIA ESPINOSA CANTELLANO,
MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI

 

 

 

 

 

 

 

Nata a Città del Messico il 21 ottobre 1958. È sposata ed ha due figli.

Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università ‘El Collegio de Mexico’, ha quindi frequentato il Master in Diritto Internazionale presso l’Istituto Universitario di Alti Studi Internazionali di Ginevra, Svizzera. Ha frequentato le scuole medie e superiori presso il Collegio Tedesco Alexander von Humboldt a Città del Messico ed ha trascorso un anno ad Ahrensburg per perfezionare lo studio della lingua tedesca.

Entrata nel Corpo Diplomatico Messicano nel 1981, e dal 1982 al 1988 è stata responsabile per le questioni economiche nella Missione Permanente del Messico presso le Nazioni Unite a Ginevra, Svizzera. Dal 1989 al 1991 è stata Coordinatrice dei Consulenti del Sottosegretario delle Relazioni Esterne. Dal 1991 al 1993 è stata Direttrice degli Organismi Internazionali.

Dal febbraio 1993 al 1997 è stata membro della Missione Permanente del Messico presso le Nazioni Unite a New York, responsabile per i temi relativi alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale dell’ONU: narcotraffico, diritti umani, sviluppo sociale, avanzamento della donna, promozione e protezione dei diritti dei bambini, tra le altre questioni sociali.

È stata eletta Presidente della Terza Commissione durante le Sessioni dell’Assemblea Generale dell’ONU, nel periodo settembre 1996 - settembre 1997. Dal 1997 al 1999 è stata Direttrice Generale degli Organismi e dei Meccanismi Regionali Americani, Coordinatrice Nazionale per il Gruppo di Rio, il Vertice Iberoamericano, il Vertice delle Americhe ed il Vertice America Latina e Caraibi – Unione Europea.

Nel 1999, quando il Messico ha esercitato la Segreteria pro-tempore del Gruppo di Rio, ha coordinato i lavori del Gruppo, nonché quelli relativi alle negoziazioni con l’Unione Europea per preparare il Vertice dei Capi di Stato e di Governo America Latina e Caraibi – Unione Europea  di Rio de Janeiro nel giugno 1999.

Promossa al rango di Ambasciatore nel gennaio 2000. Ambasciatrice del Messico in Germania dal gennaio 2001 al giugno 2002. Ambasciatore del Messico in Austria e Rappresentante Permanente presso gli Organismi Internazionale con sede a Vienna dal giugno 2002 al novembre 2006.

Il 1° dicembre 2006, il Presidente della Repubblica, Felipe Calderon Hinojosa, le conferisce l’incarico di Ministro degli Affari Esteri.


Agustín Carstens

Ministro del Tesoro e delle Finanze

 

 

Agustín Carstens si è laureato in Economia presso l’Istituto Tecnologico Autonomo del Messico (ITAM) e ha conseguito un Dottorato in Economia presso l’Universitá di Chicago.

Nell’ambito professionale dal 1980 al 2000 ha lavorato nel settore finanziario, svolgendo diversi incarichi presso la Banca del Messico, tra cui in particolare quello di Direttore Generale per le Ricerche Economiche, Tesoriere e Coordinatore dei Consiglieri del Governatore.

Nel dicembre 2000 è stato nominato Sottosegretario al Tesoro e alle Finanze (“Hacienda y Crédito Público”), incarico svolto fino all’agosto 2003, quando ha assunto servizio presso il Fondo Monetario Internazionale come Vicedirettore Amministratore.

Dal 16 ottobre al 30 novembre 2006 ha svolto le funzioni di Coordinatore Economico del Gruppo di Transizione del Presidente Eletto, Felipe Calderón Hinojosa.

Dal 1° dicembre 2006 svolge l’incarico di Ministro del Tesoro e delle Finanze (“Secretario de Hacienda y Crédito Público”).


Gerardo Ruiz Mateos

Ministro dell’Economia

 

Gerardo Ruiz Mateos

 

 

 

 

 

Gerardo Ruiz Mateos è nato il 22 gennaio 1965. Si e’ laureato presso l’Istituto Tecnologico di Studi Superiori di Monterrey con il titolo di Ingegnere Industriale e di Sistemi ed è specializzato in Economia e Finanze. Inoltre, ha ottenuto un Diploma in Formazione Sociale presso l’Unione Sociale degli Imprenditori del Messico e ha frequentato un corso in Alta Direzione presso l’IPADE (Istituto Panamericano di Alta Direzione di Impresa).

Dal 1989, l’Ing. Ruiz Mateos ha ricoperto l’incarico di Direttore Generale della impresa Automotive Moulding del Messico, oggi Linde Pullman México, dove ha sviluppato una strategia di crescita basata su di un modello di impresa sociale altamente partecipativa.

Tra le attività svolte nel settore pubblico e sociale, si segnala la sua esperienza come Presidente della Fondazione Messicana per lo Sviluppo Rurale nello Stato del Messico nel 1995 e la sua partecipazione al Consiglio dell’Unione Sociale degli Imprenditori dal 1996 al 2000, di cui e’ stato Presidente nel 2000.

E’ membro dal 1995 del Partito d’Azione Nazionale (PAN), del cui Comitato Esecutivo Nazionale e’ stato membro dal 2002 al 2005. E’ stato anche Presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio Nazionale del PAN dal 2001 al 2002 e Segretario Esecutivo del Comitato Esecutivo Nazionale del Partito dal 1996 al 1998.

Dal dicembre 2005 al luglio 2006 è stato Coordinatore di Amministrazione e Finanze della campagna elettorale del Dott. Felipe Calderón come candidato alla Presidenza della Repubblica. Una volta dichiarato eletto Presidente quest’ultimo, ha ricoperto la carica di Coordinatore Tecnico della transizione.

Il Presidente Calderon lo ha poi nominato Coordinatore dei Gabinetti e dei Progetti Speciali dell’Ufficio della Presidenza della Repubblica, le cui funzioni sono le seguenti: coordinare le azioni dei differenti gabinetti per raggiungere nei tempi e nelle forme prestabilite gli obiettivi fissati dall’esecutivo federale; coordinare le azioni inerenti l’agenda strategica, per allineare le politiche pubbliche e il Piano Nazionale di Sviluppo (PND) a un progetto a lungo termine per il 2030; coordinare i lavori concernenti i progetti speciali assegnati dal Presidente della Repubblica. Ha svolto anche il mandato di Capo dell’Ufficio della Presidenza della  Repubblica.

Il 6 agosto 2008 è stato nominato Segretario di Economia dal Presidente Calderón.

 

 


GUATEMALA

 


Scheda-paese
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

Map of Guatemala

 

(aggiornamento: febbraio 2009)

 

DATI GENERALI

Superficie

108.890 (circa un terzo del territorio italiano)

Popolazione

13.002.206 abitanti[18]

Capitale

Città del Guatemala (2.541.000 abitanti)

Tasso crescita popolazione

2,11% (stime luglio 2008)

Aspettativa di vita

69,99 anni

Composizione etnica

Meticci  ed europei 60%; Kiche ed altri gruppi minori 40%

Religioni praticate

Cattolica 59; Riformata 40%; Culti maya 1%

 

 

PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO

Presidente della Repubblica e Capo di Governo

Alvaro COLOM Caballeros (dal 14 gennaio 2008, Unità Nazionale per la Speranza, UNE)

Vice Presidente della Repubblica

Josè Rafael ESPADA (dal 14 gennaio 2008, Unità Nazionale per la Speranza, UNE)

Presidente del Congresso della Repubblica

Josè Roberto ALEJOS Cambàra (Unità Nazionale per la Speranza, UNE)

Ministro degli Esteri

Haroldo RODAS Melgar

 

SCADENZE ELETTORALI

Elezioni presidenziali e legislative

settembre 2011

 

 


 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

Sistema politico

Repubblica presidenziale. La Costituzione attuale è entrata in vigore nel 1985 ed è stata emendata nel1993.

 

Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica ed il Vice Presidente sono eletti a suffragio popolare per quattro anni. Il mandato non è rinnovabile. Il Vice Presidente può concorrere alla massima carica dello Stato solo dopo che siano trascorsi quattro anni dalla cessazione del suo mandato. Le ultime elezioni si sono tenute il 9 settembre 2007[19]. Se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta al primo turno, si rende necessario un ballottaggio. Nelle ultime elezioni è prevalso Alvaro Colom (UNE) con il 52,82% dei voti. Spetta al Presidente della Repubblica presentare il bilancio al Congresso.

 

Parlamento

Il Congresso della Repubblica conta 158 membri, eletti per un mandato di quattro anni. L’iniziativa legislativa spetta ai deputati, al Governo, alla Corte Suprema di Giustizia, all’Università San Carlos del Guatemala ed al Tribunale Supremo elettorale. Il Congresso di riunisce in seduta ordinaria due volte l’anno. Per essere approvata, una legge deve ottenere il voto favorevole della maggioranza assoluta dei membri del Congresso. Le leggi costituzionali devono essere invece approvata dalla maggioranza dei due terzi dei membri. Il Congresso può sottoporre il Presidente della Repubblica a procedimento di impeachment. I partiti politici guatemaltechi sono generalmente numerosi ed instabili. Nessun partito ha vinto le elezioni presidenziali per più di una volta e ad ogni elezione il panorama politico è caratterizzato dalla presenza di nuovi e piccoli partiti.

 

Composizione del Congresso della Repubblica:

PARTITO

SEGGI

Unità Nazionale per la Speranza (UNE)

40

Partito Patriota (PP)

25

Grande Alleanza Nazionale (GANA)

24

Fronte Repubblicano Guatemalteco (FRG)

14

Libertà Democratica Rinnovata ed Indipendente LIDER)

11

Partito Unionista (PU)

7

Unione del Cambio Nazionale (UCN)

5

Centro di Azione Sociale (CASA)

3

Partito di Avanzata Nazionale (PAN)

2

Unità Rivoluzionaria Nazionale del Guatemala (URNG)

2

Incontro per il Guatemala (EG)

1

Unione Democratica (UD)

1

Indipendenti

23

TOTALE

158

 

Potere giudiziario

Al vertice del sistema giudiziario stanno la Corte Costituzionale, composta da 5 giudici, eletti per un mandato di cinque anni dal Congresso, e la Corte Suprema di Giustizia, composta da 13 membri.

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI 2008

PIL a parità di potere di acquisto

70,19 miliardi di dollari

PIL al cambio ufficiale

36,28 miliardi di dollari

PIL pro capite

5.400 dollari (Italia: 31.000)

Andamento del PIL

3,9%

Inflazione

12,2%

Disoccupazione

3,2%

Rapporti debito pubblico / PIL

23,7%

Debito estero

6.337 miliardi di dollari

Fonte: The CIA WorldFactbook 2008.


 Lo scenario politico e le relazioni con l’Italia

Politica interna

 campagna elettorale presidenziale di grande tensione, e un primo turno (9 settembre 2007) in cui nessuno dei candidati aveva raggiunto la richiesta maggioranza, il ballottaggio del 4 novembre ha visto prevalereÁlvaro Colom, del partito di centro-sinistra Unità nazionale della speranza (UNE), nei confronti di Otto Pérez Molina, esponente della destra del Partito patriottico (PP); il candidato della GANA (Grande alleanza nazionale) Alejandro Giammattei non ha superato il primo turno.

Tuttavia le elezioni legislative per il Congreso de la Repúblicatenutesi il 9 settembre contemporaneamente al primo turno delle presidenziali hanno sì registrato l’affermazione dell’UNE, ma con la conquista di appena 48 dei 158 seggi a disposizione, mentre i due maggiori partiti di centro-destra, la GANA e il PP si sono aggiudicati rispettivamente 37 e 30 seggi. Il cammino delle riforme promesse da Colom si è così prospettato difficile ancor prima della sua effettiva affermazione elettorale.

In poco più di un anno di esercizio del potere esecutivo, il bilancio dell'azione di governo guidata dal presidente Álvaro Colom presenta luci e ombre, anche in rapporto all'asserita debolezza della leadership presidenziale, cui farebbe da contraltare una costante crescita del carisma personale della moglie, Sandra Torres de Colom, che si è posta decisamente alla guida dei programmi di politica sociale dedicati a migliorare le condizioni di vita delle famiglie ed il livello di istruzione dei ceti più sfavoriti. Proprio tali programmi hanno fatto registrare i maggiori successi, con forti incrementi delle iscrizioni negli istituti di istruzione di base, con forti trasferimenti di fondi a favore di famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà - condizione che peraltro accomuna la metà dei guatemaltechi -, con la costruzione di nuovi alloggi popolari, con elargizioni volte ad assicurare la continuità della fornitura di alimenti, con incrementi dei salari minimi, con la concessione di pensioni alle vittime dei pregressi conflitti civili e con sostegni alle fasce più povere della popolazione rurale.

Tra i fattori maggiormente negativi della situazione del Guatemala vi è invece senza dubbio la situazione gravissima nel campo della sicurezza: si pensi che soltanto nel 2008 sono stati denunciati nel paese più di 6.300 casi di omicidio, ma glii operatori locali nel campo della tutela dei diritti umani parlano di cifre assai superiori. Tale disastroso stato dell'ordine pubblico riflette endemici problemi comuni a tutti i Paesi centroamericani, dove l’estrema debolezza della compagine statuale rende possibile lo scatenarsi di lotte senza esclusione di colpi tra i vari gruppi di interesse, che non disdegnano peraltro di appoggiarsi anche alla criminalità organizzata.

Le richiamate caratteristiche degli apparati statali centroamericani, ben presenti anche in Guatemala, fanno sì che l'azione dichiaratamente riformatrice del presidente incontri forti ostacoli nella pubblica amministrazione, la quale - ed è questo un tipico retaggio della storia coloniale dell'America Latina - tende a concentrarsi in forma pletorica nei luoghi di maggiore concentrazione della popolazione, lasciando di fatto sguarnite intere zone del paese. La semplice - si fa per dire - ridislocazione di parte dell'apparato pubblico richiede un enorme sforzo di volontà politica e di sapienza amministrativa, che allo stato non sembrano esservi, senza peraltro dimenticare la strutturale carenza di quadri intermedi sia nella politica che nell’amministrazione.

Anche sul piano delle riforme fiscali il governo guidato da Colom ha finora segnato il passo, e pari difficoltà ha incontrato negli sforzi per accrescere la partecipazione democratica dei cittadini attraverso il rafforzamento dei partiti, che rimangono in gran parte mera espressione di ceti privilegiati - ulteriore retaggio della struttura sociale coloniale e dell'esclusione delle minoranze etniche perpetrata prima dalla potenza coloniale spagnola e poi dai ceti dominanti delle Repubbliche indipendenti dell'America Latina -, che, se si mostrano storicamente incapaci di egemonia e di direzione della società, sono però in grado, attraverso i mezzi di comunicazione che in buona parte controllano, di screditare con continuità l'azione governativa.

In merito alla situazione dei diritti umani in Guatemala va anzitutto ribadita la grave situazione della sicurezza pubblica nel paese, senza che le indagini e i processi abbiano segnato un qualche miglioramento; altrettanto trascurate sono rimaste le responsabilità delle forze di polizia, pure da più parti accusate di comportamenti illegali. La condizione degli ex militari accusati di gravissime violazioni dei diritti umani nei conflitti dei decenni precedenti è rimasta tranquilla – la Corte costituzionale guatemalteca non ha tra l’altro riconosciuto il principio della giurisdizione universale per i crimini internazionali -, mentre semmai sono stati attivisti dei diritti umani e operatori ambientalisti a subire pesanti intimidazioni, senza alcuna protezione da parte delle autorità. Il fenomeno della violenza contro le donne non ha conosciuto miglioramenti.

Nello specifico, va ricordato che nelle elezioni presidenziali del 2007 si è verificata l’uccisione di 26 attivisti politici, mentre il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali ha criticato il Guatemala per aver dato libero corso all'impunità per i casi di omicidio e ha sottolineato il coinvolgimento della polizia nelle uccisioni di persone ritenute socialmente indesiderabili. Il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle sparizioni forzate o involontarie non ha ottenuto progressi significativi con riferimento alla sorte di oltre quarantamila persone.

Le autorità non hanno fatto nulla per assicurare l’imparzialità nei giudizi riguardanti le controversie sulle terre e i diritti delle comunità indigene, che hanno inoltre lamentato più volte di non esser state previamente consultate in merito all’inizio di attività di sfruttamento minerario, come previsto invece dalla Convenzione n. 169 dell’OIL.

 

Relazioni regionali e internazionali

Sulla base di un forte legame con gli Stati Uniti, il Guatemala tiene fede al proprio ruolo di stato demograficamente assai rilevante nella regione, con un grande attivismo per favorire anzitutto l'integrazione economica e commerciale dell'area caraibica e centroamericana. Va peraltro rilevato l'accentuato pragmatismo dell'approccio guatemalteco in politica estera, in base al quale anche i rapporti con Stati decisamente orientati in senso antistatunitense come la Bolivia, Cuba e l’Ecuador sono del tutto normalizzati, mentre vi sono degli strascichi negativi nelle relazioni con il Venezuela, che avevano conosciuto frizioni nel 2006, quando due paesi si erano disputati un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

In omaggio all'impostazione di fondo sopra descritta, il Guatemala partecipa nella regione di pertinenza a una lunga serie di accordi commerciali sia bilaterali che multilaterali: si ricordano l'accordo di libero commercio fra El Salvador, Honduras, Guatemala e Messico, il trattato fra il Centroamerica e la Repubblica dominicana, il trattato di libero commercio tra America centrale, Repubblica dominicana e Stati Uniti.

A livello mondiale, un partner particolarmente importante, anche sul versante degli aiuti allo sviluppo a favore del Guatemala, è rappresentato da Taiwan, con la quale il Guatemala ha stipulato anche un trattato di libero commercio in vigore dal 1° luglio 2006.

 

Situazione economica

In proporzione al proprio rilevante peso demografico regionale, il Guatemala ha registrato nel 2007 risultati macroeconomici abbastanza soddisfacenti, con un aumento del PIL che ha sfiorato il 6% su base annua: tale incremento è stato in primis attribuito alla crescita dei consumi, resa possibile dall'aumento delle rimesse degli emigrati – che, si ricorda, costituiscono da sole il 12% del PIL -; anche gli investimenti diretti esteri hanno fatto la loro parte nel 2007, superando la soglia di 500 milioni di dollari. Non va poi trascurato il ruolo della crescita delle esportazioni, certamente collegata ai vari trattati di libero commercio in precedenza richiamati.

Le stime per il 2008, tuttavia, hanno incorporato una diminuzione del tasso di crescita reale del PIL, sulla base di molteplici fattori, tra i quali l'innalzamento del prezzo del petrolio e delle materie prime nella prima metà dell'anno, e gli effetti negativi della crisi economica statunitense nella seconda parte. Queste difficoltà hanno avuto un immediato effetto sul tasso di inflazione, che a metà del 2008 ha raggiunto il valore più elevato degli ultimi 14 anni. Tra l'altro le spinte inflattive sono state accentuate dalla penuria di beni agricoli conseguente alle eccezionali precipitazioni piovose dell'ultima parte del 2008.

La bilancia commerciale guatemalteca registrava nel 2007 un disavanzo di  5,7 miliardi di dollari, con un sensibile aumento rispetto all'anno precedente dovuto a un rapido incremento delle importazioni, a fronte di un aumento assai più contenuto dell'export. Peraltro la chiusura del 2008 dovrebbe registrare un riequilibrio a favore delle esportazioni, anche se moderato.

 

Rapporti con l’Italia

Le relazioni bilaterali del Guatemala con il nostro paese si mantengono tradizionalmente assai buone, e l'Italia è stato il primo paese europeo visitato dal presidente Colom subito dopo la sua elezione. Nell'ottobre 2008 il sottosegretario agli affari esteri, On.le Vincenzo Scotti, si è recato in Guatemala, dove tra l'altro ha assistito alla firma dell'accordo che impegna l'Italia all'erogazione di un milione di euro a favore della Commissione internazionale contro l'impunità in Guatemala – la quale dovrebbe contribuire alle indagini e al perseguimento da parte delle autorità nazionali di membri di gruppi armati illegali e clandestini.

Per quanto riguarda i rapporti economici bilaterali, nel 2007 si è registrato (dati ISTAT, Coeweb) un saldo attivo della bilancia commerciale italiana pari a 83,6 milioni di euro, a fronte di un interscambio complessivo di 158,2 milioni. Nel 2008 – con esclusione del mese di dicembre – il saldo attivo per l’Italia è sceso a 16,6 milioni, con un interscambio totale pari a 116,6 milioni.

Le principali esportazioni guatemalteche in Italia riguardano prodotti agricoli e alimentari, nonché legnami e prodotti artigianali in legno, mentre il nostro paese esporta essenzialmente macchine ed apparecchiature meccaniche ed elettriche, prodotti chimici e sintetici, mobilio, prodotti tessili.

Il Guatemala e uno dei paesi maggiormente investiti dalle attività della cooperazione italiana allo sviluppo, che in tale paese ha insediato  la propria Unità tecnica locale. A parte i progetti a livello dell'intera area centroamericana - per i quali si rinvia alla scheda sul Nicaragua - va ricordata nel dicembre 2007 la Conferenza sullo sviluppo locale e l'economia solidale, organizzata proprio dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri unitamente alla Banca centroamericana di integrazione economica, che ha voluto essere un'occasione di rilancio della cooperazione italiana con i paesi dell'area.

Le principali iniziative concernenti direttamente il Guatemala hanno di recente riguardato lo sviluppo sociale ed economico nella zona di Uspantán, dipartimento del Quiché; un progetto per lo sviluppo socioeconomico e culturale del triangolo Ixil, dipartimento del Quiché; la riattivazione socioeconomica delle comunità nella valle del Polochic, colpite dal disastroso uragano Mitch del 1998; il sostegno ai produttori affiliati alle Adel nello sviluppo del sistema orticolo e forestale, dipartimenti di Huehuetenanango e Nord Quiché; un di sviluppo rurale integrato nella valle di Palajunoj e di sostegno alla cooperazione decentrata con la città di Quetzaltenango; il rafforzamento della gestione dei servizi sanitari nell’occidente del Guatemala; lo sviluppo della produzione, lavorazione e commercializzazione del caffè nella regione dell’Ixcán.

Da ultimo, è stata avviata per un importo di 2 milioni di euro l’iniziativa di emergenza per l’assistenza alle fasce vulnerabili della popolazione guatemalteca, colpita nel 2008 sia dagli effetti della crisi economica e degli aumenti dei prezzi petroliferi e alimentari, che da emergenze naturali.


Le relazioni parlamentari Italia-Guatemala
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

Presidente del Congresso della Repubblica

 

Josè Roberto ALEJOSCambàra (Unità Nazionale per la Speranza, UNE)

 

Rappresentanze diplomatiche

 

Ambasciatore del Guatemala in Italia:

Francisco Eduardo BonifazRODRIGUEZ

Ambasciatore d’Italia a Città del Guatemala:

Mainardo Alvise MariaBENARDELLI DE LEITENBURG

 

Attività legislativa

 

Non è attualmente all’esame del Parlamento alcun disegno di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti il Guatemala.

 

Incontri delle Commissioni

 

Il Presidente della Commissione Esteri, Stefano Stefani, incontrato l’Ambasciatore del Guatemala, Rodriguez, il 17 febbraio 2009, in vista della missione in Guatemala di una delegazione della Commissione Esteri.

Nel corso dell’incontro, Rodriguez ha sottolineato come l’imminente visita della Commissione esteri in Guatemala offra una grande occasione per instaurare un dialogo politico tra i due Paesi. Recentemente, l’Italia ha offerto la propria assistenza nel campo della sicurezza, dal momento che questo è un problema di estrema gravità in Guatemala, che, pur essendo il Paese meno povero del Centro America (escluso il Messico), è caratterizzato da forti disuguaglianze. Rodriguez ha inoltre affermato che in corso di negoziazione un trattato di libero commercio tra Paesi del Centro-America e Unione Europea ed ha auspicato un sempre più proficuo dialogo tra l’Europa e le strutture politiche del Centro America (Parlacen e Sistema di Integrazione Centro America).

 

Unione Interparlamentare

 

La sezione di amicizia Italia-America Centrale (Costarica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama) è attualmente in fase di ricostituzione. Nella XV legislatura, la sezione era presieduta dall’on. Grazia Francescato (Verdi) e composta dagli onn. Filippo Ascierto (AN), Giuseppe Fioroni (PD-U), Osvaldo Napoli (FI), Roberto Villetti (RnP) ed il sen. Mauro Libè (UDC).  

 

Nella seconda metà del XX secolo la storia del Guatemala è stata storia di alternanza tra governi civili e militari, del tutto in corrispondenza con l’esperienza degli altri Paesi latinoamericani. Se un elemento specifico emerge per il Guatemala, questo è stato la lunghezza esasperante del periodo caratterizzato dalla guerra civile (1960-1996), con tutte le terribili implicazioni, anche in termini repressivi, che ciò ha comportato – un bilancio di circa centomila vittime e un milione di sfollati (su una popolazione di circa 13 milioni di abitanti).

 

 


Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 


SALVADOR GÁNDARA GAITÁN

Ministro dell’Interno della Repubblica del Guatemala

 

 

Dati Biografici

Luogo di nascita: Città del Guatemala

Età: 51 anni

Stato Civile: coniugato 

Nazionalità: guatemalteca 

Telefono: (502) 66329154 - fax: (502) 66310236

 

Formazione Accademica 

Università di Austin Texas, Stati Uniti

Corso di Amministrazione Aziendale

1981 - 1982

 

Università Cattolica del Salvador - UCA

Laurea in Amministrazione Aziendale

1977 - 1980

 

Altri Studi

Centro Interamericano di “Gerencia Política”, Corso pratico di Marketing Politico Elettorale

Miami, Florida

2002

 

Strategic Approaches to Transnational Crime & Civil SocietyGeorgetownUniversity

Washington, D.C.

1998

 

Rafforzamento nelle Tecniche di VIP - Custodia e Sicurezza delle Personalità

Haifa, Israele

1989

 

Formazione in Sistemi di Sicurezza

Germania

1987

 

Studi di sicurezza in “International Security Defense and Systems - ISDS”

Tel Aviv, Israele

1987

Esperienze professionali

Segreteria di Coordinamento Esecutivo della Presidenza della Repubblica del Guatemala

Segretario Esecutivo

2008 - 2009

 

Comune di Villa Nueva

Sindaco

2000 - 2008

 

Ministero dell’Interno della Repubblica del Guatemala

Primo Vice Ministro Incaricato della Sicurezza Nazionale

1996 - 1999

 

Segreteria per il Benessere Sociale della Presidenza della Repubblica del Guatemala

Segretario Generale

1996

 

Impresa Guatemalteca di Telecomunicazioni del Guatemala, GUATEL

Membro del Consiglio Direttivo

1996 - 1999

 

Programma “Alimentos por Trabajo y Obras Municipales A.P.T.”, Comune di Città del Guatemala

Coordinatore Generale

1989 - 1996

 

Comune di Città del Guatemala

Direttore Amministrativo

1986 - 1988

 

Industrie Kumar, Houston

Assistente di Produzione

1982 - 1985

 

Partecipazioni

Sesta Conferenza Interamericana dei Sindaci

Miami, Florida - 2002

 

Binazionale Guatemala - Messico

Messico - 1998

 

Riunione per l’inaugurazione del meccanismo di cooperazione tra l’Unione Europa, l’America Latina ed i Caraibi

Bruxelles - 1998

 

VIII Riunione dei vertici delle organizzazioni internazionali incaricate di combattere il traffico illecito delle droghe - HONLEA

Buenos Aires - 1997

 

Riunione sul “Lavoro di frontiera” con le omologhe Autorità di frontiera di Stati Uniti e Messico

Messico - 1997

 

Riunione dei Vice Ministri degli Interni dell’America Centrale e dei Delegati al controllo della libera circolazione delle persone per via aerea, organizzata dal Sistema di Integrazione Centroamericana - SICA

El Salvador - 1997

 

Incontro sul tema “Sorvolo della linea di frontiera Guatemala - Messico” con il Procuratore specializzato nei delitti contro la salute del Messico

Tapachula, Chiapas (Messico) - 1997

 

XVI Conferenza internazionale sul controllo dell’abuso delle droghe - IDEC (Ente fondato dalla DEA)

Stati Uniti,  1996-1997

 

XV Conferenza internazionale sul controllo delle droghe - IDEC

Bahamas -1997

 

XXI Riunione della Commissione Interamericana per il controllo dell’abuso delle droghe - CICAD, Organizzazione degli Stati Americani

Washington D.C. - 1997

 

Riconoscimenti

Ministero dell’Interno del Messico

“Riconoscimento per il notevole impegno dimostrato nella lotta contro i delitti delle narco-attività in base agli Accordi Bilaterali sottoscritti con la Repubblica del Guatemala”.

 

Procura Generale del Messico

“Riconoscimentoper il suo sostegno incondizionato alla lotta contro il narco-traffico tra Guatemala e Messico”.


ROGER HAROLDO RODAS MELGAR

Ministro degli Affari Esteri della Repubblica del Guatemala

 

Dati biografici

Luogo di nascita: Guatemala

Data di nascita: 29 maggio 1946

Stato Civile: coniugato

Nazionalità: guatemalteca

Telefono: (502) 2368-2319, 2368-2151

e-mail: hrodas@sieca.org.gt

 

Studi

Università di San Carlos del Guatemala: Facoltà di Scienze Economiche

Laurea in Scienze Economiche

1964-1971

 

Institut Universitaire de Hautes Etudes Internationales, Ginevra

Master in Economia Internazionale

settembre 1974 - dicembre 1976

 

Attività Internazionali, Pubbliche, Nazionali ed Accademiche

Segreteria di Integrazione Economica Centroamericana (SIECA)

Segretario Generale, nominato dal Consiglio dei Ministri di Integrazione Economica del Centroamerica

Guatemala, aprile 1995 - dicembre 2008

 

Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP)

Esperto internazionale nell’area dei Negoziati Commerciali internazionali

Guatemala, marzo 1993 - dicembre 1994

 

Banca Interamericana per lo Sviluppo (BID)

Direttore Regionale del Programma di Sostegno allo Sviluppo e all’Integrazione del Centroamerica (PRADIC)

Guatemala, 1º luglio 1992 - 31 gennaio 1993

 

Unione dei Paesi Esportatori di Banane (UPEB)

Direttore Esecutivo dell’Unione dei Paesi Esportatori di Banane (UPEB)

Panama, 1 ottobre 1987 - 31 dicembre 1990. Nominato dalla Conferenza dei Ministri dell’UPEB

 

Organizzazione degli Stati Americani (OSA)

Economista principale e Capo Progetto plurinazionale di Commercio Internazionale per il Centroamerica, Panama e Repubblica Dominicana dell’OSA, con sede a Washington e a San José di Costarica

Gennaio 1977 - dicembre 1995

 

Accordo Generale sui Dazi Doganali e Commercio (GATT)

Rappresentante presso il GATT, con sede a Ginevra e presso la Commissione della Comunità Europea con sede a Bruxelles

Giugno 1974 - giugno 1976

 

Incarichi Pubblici

Vice Ministro degli Affari Esteri della Repubblica del Guatemala

1º gennaio 1991 - 30 giugno 1992

 

Ministro degli Affari Esteri della Repubblica del Guatemala

dal gennaio 2008

 

Attività di docenza ed altre attività professionali

Università di San Carlos, Facoltà di Scienze Economiche

Professore di Integrazione Economica e Commercio Internazionale, Direttore di Economia Applicata

1969-1980 (con alcuni intervalli)

Segretario Esecutivo della Federazione dei Professionisti di Scienze economiche del Centroamerica e Panama

1979 - 1980

Presidente dell’Albo dei Professionisti di Scienze economiche del Guatemala

1979 – 1980


NICARAGUA

 


Scheda-paese
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

Map of Nicaragua

(aggiornamento: febbraio 2009)

 

DATI GENERALI

Superficie

129.494 KMQ (poco meno della metà del territorio italiano)

Capitale

Managua(1.700.000 abitanti)

Abitanti

5.700.000[20]

Tasso di crescita della popolazione

1,88%

Aspettativa di vita

71 anni

Composizione etnica

meticci (69%), bianchi (17%) neri (9%), amerindi (5%)

Religioni praticate

cattolica (73%) riformata (15%)

Fonte: The CIA WorldfactBook 2008

CARICHE DELLO STATO

Presidente della Repubblica e Capo del Governo

Daniel ORTEGA Saavedra Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, FSLN, dal 10 gennaio 2007)

 

Vice Presidente

Jaime MORALES Carazo Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, FSLN, dal 10 gennaio 2007)

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale

René NUÑEZ Tellez (Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, FSLN, dal 10 gennaio 2007)

 

Ministro degli Affari esteri

Samuel SANTOS Lopez (Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, FSLN, dal 10 gennaio 2007)

 

 

SCADENZE ELETTORALI

Elezioni politiche e presidenziali

Novembre 2011

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

Sistema politico

     La Costituzione del Nicaragua, promulgata il 1° gennaio 1987, ha rappresentato il passo finale dell’istituzionalizzazione del regime sandinista. Si è trattata della nona Costituzione nella storia del Paese. Le aspirazioni della rivoluzione sandinista sono state espressamente menzionate nel preambolo e l’esercito del Nicaragua è stato ribattezzato “Esercito del Popolo Sandinista”. Tuttavia, a parte tali premesse, il testo non è un documento rivoluzionario. Stabilisce infatti un sistema democratico di governo, un’economia mista, la separazione dei poteri.

 

Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica sia Capo dello Stato che Capo del Governo. Viene eletto, insieme al Vice Presidente, a suffragio popolare per un mandato di cinque anni (le ultime elezioni si sono tenute nel novembre 2006 ed hanno visto la vittoria di Daniel Ortega con il 38,07% dei voti. Al secondo posto si è classificato il candidato liberale, Eduardo Montealegre). Il Presidente è comandante delle Forze Armate e nomina i Ministri ed i Sottosegretari del Governo. Propone il progetto di bilancio. Il Governo ha inoltre il potere di emanare decreti legge in materia fiscale ed amministrativa. Il Presidente inoltre assume i poteri legislativi quando l’Assemblea Nazionale non è riunita in sessione. Inoltre, in caso di emergenze nazionali, può sospendere i diritti civili  ed approvare il bilancio dello Stato. Può inoltre opporre veto sulle leggi votate dall’Assemblea Nazionale.

 

Parlamento

Il Parlamento, unicamerale, è costituito dall’Assemblea Nazionale, composta da 92 seggi (90 seggi sono attribuiti attraverso elezioni popolari che si tengono ogni cinque anni con metodo proporzionale e rappresentanze di lista, gli altri due seggi sono assegnati rispettivamente al candidato che ottiene il secondo miglior risultato nelle elezioni presidenziali ed al Presidente della Repubblica uscente).

I deputati possono presentare proposte di legge. Le leggi vengono votate a maggioranza semplice. L’Assemblea Nazionale può rendere nullo un veto presidenziale con maggioranza qualificata.

La Costituzione inoltre assegna all’Assemblea il compito di discutere ed approvare il bilancio presentato dal Presidente della Repubblica, di scegliere i sette membri che fanno parte della Corte Suprema fra i nominativi presentati dal Presidente. L’Assemblea ha infine anche poteri in campo giudiziario, potendo ufficialmente interpretare le leggi.

 

La composizione dell’Assemblea Nazionale è la seguente:

PARTITO

SEGGI

FRONTE SANDINISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE (FSLN)

38

PARTITO LIBERALE COSTITUZIONALE (PLC)

25

BLOCCO DEMOCRATICO DEL NICARAGUA (BDN)

14[21]

ALLEANZA LIBERALE DEL NICARAGUA (ALN)

6

MOVIMENTO PER IL RINNOVAMENTO SANDINISTA (RMS)

4

INDIPENDENTI

4

ALTRI

1[22]

TOTALE

92

 

Sistema giudiziario

Al vertice del sistema giudiziario sta la Corte Suprema, i cui membri durano in carica sei anni. Il Presidente della Corte è nominato dal Presidente della Repubblica.


L’evoluzione dello scenario politico
ed i rapporti con L’Italia

Politica interna e relazioni regionali e internazionali

Lo scenario politico interno del Nicaragua è stato caratterizzato nel periodo più recente dal ritorno al vertice dello Stato, a seguito delle elezioni del novembre 2006 , di Daniel Ortega, che aveva ricoperto la carica di presidente già in epoca sandinista fino alla fine degli anni Ottanta.

La vittoria di Ortega è stata resa possibile dalla divisione del fronte moderato, a sua volta determinata dal patto di collaborazione già operante da anni dello stesso Ortega con l'ex presidente Arnoldo Alemán - indiscusso leader del Partito liberale costituzionalista (PLC) -, in base al quale lo stesso Alemán ha ottenuto da giudici collegati ad Ortega condizioni detentive del tutto privilegiate in relazione alla condanna a 20 anni ricevuta per accuse di corruzione riferite al suo mandato presidenziale (1996-2000).

Anche sul piano “tecnico”, la vittoria di Ortega è stata resa possibile da una legge elettorale varata proprio da Alemán, e tale da favorire una vittoria al primo turno delle presidenziali anche con una percentuale di voti di maggioranza meramente relativa: in caso di ballottaggio, il prevedibile ricompattamento della destra avrebbe vanificato infatti le speranze di Ortega.

Contemporaneamente alle presidenziali si sono svolte le elezioni legislative per il rinnovo del Parlamento unicamerale (Asamblea Nacional), e che hanno registrato una sostanziale tenuta del Fronte sandinista di liberazione nazionale (FSLN), che ha conquistato 38 seggi. I due principali partiti moderati, il Partito liberale costituzionalista e l’Alleanza liberale nicaraguense, hanno ottenuto rispettivamente 25 e 23[23] seggi, mentre l’altra formazione politica sandinista, il Movimento per il rinnovamento sandinista (MRS) ha avuto 5 seggi.

Il panorama politico, in tal modo, ha dovuto conformarsi alla necessità di ricorrere a continui aggiustamenti e compromessi, stante la lontananza di ciascuna delle forze politiche non solo dalla soglia di 62 seggi necessari per le riforme costituzionali, ma anche da quella di 47 seggi indispensabili per l'approvazione di una legge ordinaria. Inoltre, il patto tra il Fronte sandinista e il PLC ha anch’esso condizionato lo scenario politico, con una sostanziale esclusione degli altri partiti. Il patto ha tra l’altro ricevuto nuova forza dalla concessione delle libertà in via definitiva ad Alemán, che ha aperto la strada al controllo sandinista anche del Parlamento.

Se l’inesistenza di un blocco parlamentare chiaramente maggioritario ha rischiato di minare il peso dell’Asamblea Nacional nell’economia costituzionale dello Stato, va d’altra parte ricordato che subito dopo la certezza della sue elezione, il presidente Ortega ha dato il via libera alla riforma costituzionale approvata nella precedente Legislatura, e sospesa temporaneamente in occasione delle elezioni politiche e presidenziali. La riforma comporta un riequilibrio dei poteri a favore del Parlamento, cui viene tra l’altro attribuita la potestà di conferma delle nomine presidenziali di membri del governo o alti funzionari pubblici, nonché la possibilità di superare un veto presidenziale su una legge mediante analitica ridiscussione.

Alla “moderazione” istituzionale di Ortega ha fatto riscontro, sia prima che dopo la vittoria elettorale, un’accorta strategia volta da un lato a rassicurare gli ambienti economici interni e internazionali – incluse le Istituzioni finanziarie - sulla sostanziale continuità dei progetti del nuovo governo in economia, in particolare non mettendo in discussione le ampie fasce di economia privatizzata realizzate a partire dal 1990; e dall'altro a soddisfare le aspettative di cambiamento sociale espresse dalla maggior parte dell'elettorato di ispirazione sandinista.

Di fatto, i primi mesi di governo hanno mostrato la tendenza a realizzare con una certa chiarezza soprattutto obiettivi cari all’approccio sandinista, come la piena attuazione della previsione costituzionale per cui tutti i nicaraguensi hanno uguale diritto ad accedere liberamente all'istruzione e alla sanità gratuite.

In particolare, va ricordata l'iniziativa “fame zero”, consistente in un ampio progetto rivolto alla trasformazione dei ceti più poveri in piccoli agricoltori, in uno sforzo quinquennale destinato a raggiungere fino a 100.000 beneficiari, assistiti nella produzione a partire dalla fornitura iniziale di derrate e di animali da allevamento, nonché di sementi e di micro-tecnologie per la produzione di gas dai residui organici. Il finanziamento del progetto è stato ricavato a valere sui fondi resi disponibili dal condono del debito estero nicaraguense operato dalla Banca Interamericana di Sviluppo, e, in parte minore, da aiuti internazionali dell'ONU e del PAM (Programma alimentare mondiale), nonché della stessa Banca Mondiale.

La ricerca di nuove vie per l'emancipazione sociale dei due terzi della popolazione nicaraguense, ancora afflitta da indigenza o addirittura in povertà assoluta, ha condotto il governo, peraltro con un ampio consenso anche da parte delle opposizioni, ad aderire nel marzo 2007 al progetto di integrazione ALBA (Alternativa bolivaria per le Americhe), inizialmente creato per impulso del presidente venezuelano Chavez in accordo con Cuba, e successivamente esteso alla Bolivia. L'ampio consenso parlamentare si spiega probabilmente con una considerazione, anche da parte delle opposizioni, dei vantaggi immediati che l'adesione all'ALBA ha comportato, con il raggiungimento di intese nel settore energetico, del credito alle piccole imprese, della sanità e dell'istruzione. I vantaggi sono apparsi in modo ancor più chiaro nel rapporto bilaterale del Nicaragua con il Venezuela, a seguito del quale è stata stabilita la fornitura di petrolio e derivati a prezzi molto favorevoli, come anche la costruzione in Nicaragua di 32 impianti per la produzione di elettricità. Particolare impatto sull'opinione pubblica, e quindi sull'atteggiamento dei partiti del Nicaragua, ha avuto la fornitura di gas in un momento di grave penuria energetica del paese.

Nonostante quanto appena riportato, non si può dire che Ortega si sia discostato dall’approccio pragmatico delineato sin dall’insediamento: infatti, se è vero che indubbi passi sono stati compiuti in direzione del Venezuela, è altrettanto certo che Ortega non ha mancato di pagare il proprio tributo alle ali moderate e conservatrici dello schieramento politico, facendo approvare una legge punitiva dell’aborto anche meramente terapeutico, e confermando gli accordi di libero commercio con gli Stati Uniti e quelli di cooperazione con il Fondo monetario internazionale – a tale ultimo proposito si ricorda l’accordo triennale dell’ottobre 2007, con il quale il Nicaragua ha ottenuto ulteriori aiuti per un totale di 113 milioni di dollari -, il che comporta il mantenimento della stabilità economica e del controllo sulla spesa pubblica.

Negli ultimi mesi sono sembrati emergere segnali di una ridislocazione degli equilibri interni del Paese e delle relazioni internazionali privilegiate. Le elezioni amministrative del novembre 2008 hanno fatto registrare l’affermazione delle forze sandiniste, ma in un contesto di gravi tensioni riferite soprattutto all’amministrazione municipale della capitale Managua. Qui infatti l’affermazione del candidato sandinista – l’ex campione di pugilato Alexis Arguello – è stata duramente contestata dal candidato di opposizione Eduardo Montealegre, con riferimento alla lentezza dello spoglio elettorale e alla “sorpresa” rispetto ai sondaggi. La messa al bando di alcuni partiti minori di opposizione prima delle consultazioni è inoltre apparsa come un’ulteriore mossa verso uno strisciante autoritarismo, tanto più che il presidente Ortega aveva negato il permesso agli osservatori internazionali di monitorare le elezioni. Tanto gli USA che le principali organizzazioni internazionali hanno conseguentemente formulato riserve sulla regolarità delle consultazioni.

Parallelamente, il Nicaragua ha incrementato le proprie relazioni con il Venezuela e ha intrapreso un cammino di cooperazione con l’Iran - i due paesi si sono scambiati visite al massimo livello nel corso del 2007 -, basato sulla complementarità nei rapporti di scambio: ai prodotti agricoli tropicali nicaraguensi fanno da corrispettivo impegni iraniani nel campo delle infrastrutture portuali, edilizie, sanitarie ed energetiche, per un totale iniziale di 350 milioni di dollari. E’ evidente come lo spostamento dell’asse preferenziale verso Caracas e Teheran esponga il Nicaragua a un corrispondente peggioramento nei rapporti con gli Stati Uniti e l’Unione europea, che tuttavia rimangono tra i principali mercati di sbocco dei prodotti agricoli nicaraguensi. Inoltre, il Nicaragua beneficia tuttora – e difficilmente potrebbe farne a meno – di aiuti USA per la riduzione della povertà delle comunità agricole (175 milioni di dollari), nonché di finanziamenti dell’Unione europea pari a 214 milioni di euro fino al 2013 per una serie di progetti di avanzamento nei settori delle democrazia e dello Stato di diritto, dell’istruzione e della riduzione della povertà. Tutto questo quadro di sostegno internazionale è stato posto a rischio dal comportamento del governo di Managua in occasione delle elezioni amministrative: i principali donatori, tra cui l’Unione europea, hanno preannunciato una riduzione degli aiuti, salvaguardando solo quelli a fini umanitari.

 

La situazione economica

I parametri economici fondamentali del Nicaragua hanno subito tra il 2007 e il 2008 un certo peggioramento, soprattutto in ragione delle devastazioni apportate in autunno dall’uragano Felix, che ha provocato danni sensibili anche alla produzione agricola. Al rallentamento della crescita del PIL (-1,3% rispetto al 2005) ha fatto da pendant un sensibile innalzamento del tasso di inflazione. Tuttavia, il commercio estero del Nicaragua ha registrato una buona crescita, con le esportazioni di poco superiori alle importazioni, e ancora più positivi sono statii dati sugli investimenti diretti esteri (+18%).

Anche il Nicaragua ha risentito tra il 2007 e il 2008 degli aumenti dei prezzi internazionali del petrolio e di alcune derrate fondamentali: nell’aprile 2008, nel corso del summit ALBA di Caracas, è stato creato un meccanismo per il trasferimento di generai alimentari tra i paesi aderenti, oltre a un Fondo per la sicurezza alimentare dotato di 100 milioni di dollari. Sono state inotre decise misure volte allo sviluppo dei rispettivi settori agricoli.

Parimenti nel settore energetico il Nicaragua ha mostrato di voler giocare a tutto campo, accettando l’offerta venezuelana di petrolio a prezzi di favore (il 40% del costo viene restituito in 25 anni). Tuttavia, avendo sperimentato la difficoltà di procedere alla raffinazione del greggio venezuelano – che ne ha limitato gli acquisti ad appena un quinto del tetto previsto – il Nicaragua non ha esitato a stipulare un accordo con la statunitense Exxon-Mobil per la raffinazione di 7 milioni di barili di petrolio all’anno, oltre ad acquistare dalla medesima Compagnia un impianto per lo stoccaggio del petrolio greggio.

Va comunque tenuto presente che, nonostante gli sforzi su più fronti, il Nicaragua si dibatte ancora in problemi di penuria energetica, accentuatisi in corrispondenza della crescita mondiale dei prezzi del petrolio nella prima metà del 2008. L’attuale crisi finanziaria internazionale, invece, accanto al dato positivo di una discesa di tali prezzi, presenta i rischi di una diminuzione degli investimenti esteri in Nicaragua in dipendenza della crisi del credito a livello globale, nonchè di una riduzione dei volumi del commercio internazionale, suscettibile di colpire gravemente le esportazioni nicaraguensi.

 

La situazione dei diritti umani

Dal punto di vista dei diritti umani il Nicaragua si presenta oggi per fortuna in una situazione incomparabilmente migliore rispetto agli anni Ottanta, quando il Paese era squassato dalla lotta armata tra il governo sandinista e i contras.

Il nuovo codice penale approvato nel 2008 non riporta più un articolo che criminalizzava le relazioni omosessuali, mentre va ricordato che nel marzo 2008 il Nicaragua ha firmato il Protocollo facoltativo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Va d'altronde ricordato che il Nicaragua non risulta tuttora tra gli Stati che hanno ratificato lo Statuto della Corte penale internazionale, e anzi il presidente Ortega ha espressamente escluso l’adesione a tale strumento.  Un vasto contenzioso è tuttora destato dalla legge del 2006 che ha vietato l'aborto a qualunque titolo (incluso quello terapeutico), ma va ricordato che il nuovo codice penale ha incorporato la legge contestata. Infine, diverse lamentele sono sorte sulla questione dei diritti dei lavoratori e della loro scarsa attuazione, sia con riferimento alla libertà di associazione che alla salute nei luoghi di lavoro.

 

I rapporti con l’Italia

I più recenti rapporti con l’Italia hanno visto anzitutto nel 2005 la cancellazione totale del debito nicaraguense verso il nostro Paese nel quadro dell’iniziativa HIPC, il che ha reso disponibili circa 200 milioni di dollari aggiuntivi per i programmi locali contro la povertà.

Le buone relazioni con Roma si sono esplicate anche sul piano dell’impegno italiano nella cooperazione allo sviluppo, tenendo conto della situazione particolarmente difficile delle zone rurali del Nicaragua. I principali settori investiti dalla cooperazione italiana sono quelli della sicurezza alimentare, con particolare riguardo alle zone rurali, e dell'ampliamento dei diritti, soprattutto in riferimento ai giovani, alle donne, ai gruppi etnici minoritari.

Tra i singoli progetti degli ultimi anni assumono particolare rilevanza quelli rivolti alla ricostruzione e ripresa produttiva nelle zone maggiormente colpite nel 1998 dall'uragano Mitch, come anche alla realizzazione di insediamenti rurali sostenibili in alcune province. Un altro progetto a forte impatto è quello del potenziamento tecnico dei servizi di laboratorio clinico e terapie riabilitative nel dipartimento di Leòn, con implicazioni anche sulla diffusione della cultura della prevenzione sanitaria: il numero dei potenziali beneficiari sfiora il mezzo milione di persone.

Per quanto riguarda i progetti a livello regionale, con riferimento all’ampliamento dei diritti e della partecipazione delle donne alla vita sociale è stato iniziato un progetto del valore di circa 2.100.000 euro, mirato alla valorizzazione dell’imprenditoria femminile; parimenti mirato all’imprenditoria femminile è un altro programma per la diffusione di tecnologie informatiche tra piccole e medie imprenditrici del Centro America. I diritti dei minori sono oggetto del Programma di lotta contro l’abuso, lo sfruttamento ed il traffico dei bambini ed adolescenti in America Centrale, che mira a promuovere più elevati livelli di protezione legale e istituzionale dell’infanzia nei Paesi investiti dall’iniziativa.

Infine, tra gli interventi di emergenza vanno annoverati due progetti:

a)                Iniziativa di emergenza per il coordinamento, assistenza tecnica e monitoraggio degli interventi di emergenza nella Regione;

b)                Iniziativa di emergenza per l’assistenza alle popolazioni vittime di calamità naturali (specificamente mirata a Honduras e Nicaragua)

I rapporti commerciali bilaterali, premesso che l’interscambio tra i due Paesi non raggiunge livelli ragguardevoli, vedono nel 2007 (dati ISTAT-Coeweb) un volume totale pari a 17,7 milioni di euro, con un saldo commerciale a favore del Nicaragua pari a 4,5 milioni.  I maggiori introiti per l’Italia derivano da macchinari vari, prodotti chimici e fibre sintetiche, prodotti metallici e della lavorazione minerale, apparecchiature elettroniche e ottiche. Il Nicaragua esporta principalmente prodotti dell’agricoltura e cuoio.

Nel 2008 l’export italiano è cresciuto notevolmente, a fronte di una leggera diminuzione delle importazioni, e il disavanzo commerciale verso il Nicaragua era sceso nel mese di ottobre a 1,7 milioni di euro.


I rapporti parlamentari Italia-Guatemala
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale

Santos Renè Nuñez Téllez

 

 

 

 

Rappresentanze diplomatiche

 

 

Ambasciatore del Nicaragua in Italia: Marlon DOMINGO NARVAEZ SARAVIA

 

Ambasciatore d’Italia in Nicaragua: Ombretta PACILIO (dal 1° novembre 2008)

 

 

Incontri bilaterali

 

 

Non si registrano incontri a livello bilaterale nel corso della XV e della XIV legislatura.

 

 

Commissioni

 

 

Il 18 febbraio 2009 il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, ha ricevuto l'Ambasciatore del Nicaragua, S.E. Marlon Domingo Narvaez Saravia, in vista della missione di una delegazione della Commissione Affari esteri in Messico, Guatemala, Nicaragua e Venezuela, dal 22 febbraio al 1° marzo.

 

 

Disegni di legge di ratifica di trattati internazionali all’esame del Parlamento

 

 

Non vi sono disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Repubblica del Nicaragua attualmente all’esame del Parlamento.

 

 

Unione interparlamentare

 

 

La sezione di amicizia Italia-America Centrale (Costarica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama) è attualmente in fase di ricostituzione. Nella XV legislatura, la sezione era presieduta dall’on. Grazia Francescato (Verdi) e composta dagli onn. Filippo Ascierto (AN), Giuseppe Fioroni (PD-U), Osvaldo Napoli (FI), Roberto Villetti (RnP) ed il sen. Mauro Libè (UDC).  

 


Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 


JAIME MORALES CARAZO

VICE PRESIDENTE DEL NICARAGUA

 

 

 

 Jaime Morales Carazo

 

 

E’ nato il 10 settembre 1936 a Granada.

 

Prima di entrare in politica, è stato un banchiere ed ha dato vita a centri di istruzione in campo economico. Dal 1979 al 1990 ha vissuto in Honduras e Messico in opposizione al governo sandinista. Si è anche unito alle Forze Democratiche del Nicaragua (Contras) e ne è divenuto uno dei negoziatori.

 

Nel 1993 è entrato a far parte del Partito Liberale Costituzionale (PLC) ed ha partecipato alle elezioni del 1996. Nel 2002 è stato espulso dal PLC in quanto considerato un dissidente.

 

Il 28 maggio 2006 ha accettato l’invito del suo ex nemico, Daniel Ortega, per far parte del ticket presidenziale che si è candidato alle elezioni del 2006.


SAMUEL SANTOS LOPEZ

MINISTRO DEGLI ESTERI DEL NICARAGUA

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ nato a Managua il 13 dicembre 1938.

E’ Ministro degli Esteri (dal 10 gennaio 2007) e direttore della Borsa dei Valori del Nicaragua (Stock Exchange of Nicaragua).

Prima dell’attuale incarico, è stato sindaco della città di Managua.

Membro del Fronte di Liberazione Nazionale Sandinista, è impegnato in numerose organizzazioni ed imprese economiche.

 

 


SANTOS RENÈ NUÑEZ TÉLLEZ

PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL NICARAGUA

 

 

 

 

Nato a Leon, ha iniziato a studiare ingegneria nel 1967. Dopo tre anni di corso, ha abbandonato la facoltà per unirsi, in clandestinità, al Fronte di Liberazione Nazionale Sandinista.

 

Nel corso della sua carriera politica ha ricoperto la carica di Segretario Generale del Fronte Studentesco Rivoluzionario e di Vice Presidente del Centro Universitario dell’Università Autonoma del Nicaragua. Nel 1975 è stato condannato ad 8 anni di prigione dal Consiglio di guerra.

 

Ha inoltre occupato la carica di Segretario della Direzione Nazionale del FSLN (1979-1990), Ministro della Presidenza della Repubblica (1985-1990) e di membro della Direzione Nazionale del FSLN (1991-2002). In ambito al FSLN, è attualmente membro del Consiglio Sandinista Nazionale.

 

Nel 1991 ha ripreso gli studi di ingegneria e li ha portati a termine.

 

Nel 2001 è stato eletto all’Assemblea Nazionale e l’anno successivo è entrato a far parte dell’Ufficio di Presidenza.

 

E’ stato eletto Presidente dell’Assembelea per il periodo 2007-2009. fa inoltre parte delle Commissioni Economia e Modernizzazione.

 


FRANCISCO XAVIER AGUIRRE SACASA,

PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ESTERI

DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL NICARAGUA

 

 

 

 

 

Membro del Partito Liberale Costituzionalista (PLC), di opposizione.

Si è laureato in diritto presso l’Università di Harward ed ha prestato servizio per 28 anni alla Banca Mondiale.

Successivamente è stato Ambasciatore del Nicaragua presso gli USA, l’Ue e l’Organizzazione degli Stati Americani.

Oltre all’attività politica, svolge quella di giornalista e di scrittore.

 

 


VENEZUELA

 


Scheda-paese
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

Map of Venezuela

 

(aggiornamento: febbraio 2009)

DATI GENERALI

Superficie

912.050 (più di tre volte la superficie dell’Italia)

Popolazione

25.730.435

Capitale

CARACAS (2.900.000 abitanti)

Tasso di crescita della popolazione

1,38%

Aspettativa di vita

74,5 anni

Religioni praticate

Cattolica 96%; Riformata 2%

 

 

 

CENNI STORICI

 

 

Cristoforo Colombo toccò la penisola di Paria durante il suo secondo viaggio, nel 1498. Nuevo Toledo, primo insediamento spagnolo dell’America meridionale, fu fondato in Venezuela nel 1522. Nel 1681 la Corona spagnola impose il controllo diretto delle colonie e nel 1739 si compì l’unificazione politica e militare del Paese.

Dopo numerose sollevazioni, nel 1811 fu proclamata l’indipendenza dalla Spagna e nel 1812 Simon Bolivar fu proclamato Liberatore. Il paese ottenne l’indipendenza nel 1821, sotto la guida di Simon Bolivar. Venezuela, con Colombia, Panama ed Ecuador, costituiva la Repubblica della Grande Colombia fino al 1830, quando la Repubblica di Gran Colombia si divise nei tre Stati: Colombia (con l’attuale Panama), Ecuador e Venezuela.

La Spagna riconobbe l’indipendenza del Venezuela nel 1851, con il Trattato di Madrid.

La maggior parte del XIX secolo fu caratterizzata da instabilità politica, regimi dittatoriali e tumulti rivoluzionari.

Nella prima metà del XX secolo, il Paese fu governato da dittature dal 1908 al 1935 e dal 1950 al 1958.

L’economia del Venezuela, incentrata sull’agricoltura, a partire dal 1922, con la scoperta di vasti giacimenti petroliferi, si fondò progressivamente sullo sfruttamento degli idrocarburi.

Dalla caduta del Gen. Marcos Perez Jimenez nel 1958, il Venezuela ha consolidato un’ininterrotta tradizione di governi democratici. Nel 1960 il Venezuela prende l’iniziativa per la costituzione dell’OPEC, il cartello internazionale dei Paesi produttori di petrolio. Fino alle elezioni del 1998, Azione Democratica (AD) ed il Partito Cristiano Democratico (COPEI) hanno dominato la scena politica.

Le fluttuazioni del prezzo del petrolio fra il 1973 ed il 1983 portarono il Paese verso la recessione, particolarmente acuta verso la fine degli anni ’80. Nel 1989 le misure di austerità e di aggiustamento strutturale adottate dalle autorità provocarono gravi tensioni sociali.

Nel 1992 si verificarono due tentativi di colpo di stato, uno dei quali fu condotto dall’allora Tenente Colonnello Hugo Chavez Frias, eletto Presidente della Repubblica nel dicembre 1998, a capo del Movimento V Repubblica.

A seguito dell’approvazione – con  referendum – della nuova Costituzione, che ha previsto, fra l’altro, la modifica del nome ufficiale del Paese in Repubblica Bolivariana del Venezuela, Chavez venne rieletto Presidente nel luglio 2000 per un mandato di sei anni.

L’approvazione da parte del Congresso di una legge-delega che autorizzava il Governo a legiferare per un intero anno costituì, nella primavera del 2002, l’occasione per imponenti manifestazioni da parte dell’opposizione. A seguito della repressione governativa, nell’aprile del 2002 si verificò un tentativo di colpo di Stato, con il Presidente Chávez costretto a rinunciare temporaneamente al suo mandato e sostituito dal Presidente di FEDERCAMARAS (l’associazione degli industriali) Carmona, alla testa di un governo provvisorio.

Le misure adottate da Carmona (scioglimento dell’Assemblea Nazionale, allontanamento dei vertici del sistema giudiziario, nomine avventate dei capi militari) avevano però favorito il ritorno al potere del Presidente legittimo, sostenuto dalle fasce sociali più emarginate e da buona parte delle Forze Armate. Carmona si era poi sottratto agli arresti domiciliari, per trasferirsi a Bogotá, previa formale richiesta di asilo politico.

Da allora, sebbene Chávez, tornato al potere, dichiarasse di voler riprendere il dialogo tra le forze politiche, la contrapposizione fra le istituzioni, per molti versi incapaci di compiere scelte efficaci, e l’opposizione (in cui sono confluiti, in una non semplice convivenza, gli interessi degli imprenditori, di una parte delle Forze Armate, dei sindacati, della Chiesa cattolica e dei principali mezzi d’informazione) si è costantemente aggravata, fino a giungere al grande sciopero che, a partire dal 4 dicembre 2002, ha bloccato il paese per due mesi, con l’intento di spingere il Governo ad accettare l’indizione di un referendum sulla permanenza di Chavez alla Presidenza. Lo sciopero si è concluso il 31 gennaio 2003, con la raccolta da parte dell’opposizione di ben 4 milioni di firme (pari al 40% dell’elettorato venezuelano e più dei voti ottenuti da Chavez alle elezioni del 2000).

La prospettiva dello svolgimento del referendum è stata per molti mesi la “valvola di sicurezza” per prevenire la degenerazione della contesa politica in scenari traumatici. 

Il 15 agosto del 2004 ha avuto luogo il referendum, vinto da Chavez con quasi il 60% dei voti. La consultazione si è svolta senza incidenti e ha visto un notevole afflusso di elettori.

 

 

CARICHE DELLO STATO

 

Presidente della Repubblica e Capo del Governo

Hugo CHÁVEZ Frias(dal 1999. Rieletto nel dicembre 2006)

Vice Presidente della Repubblica

 

Ramón CARRIZÁLEZ  Rengifo (dal 4 gennaio 2008)

Presidente dell’Assemblea Nazionale

Cilia Adela FLORES

Ministro degli Esteri

Nicolás MADURO Moros

 

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidenziali

Si sono svolte il 3 dicembre 2006, le prossime si svolgeranno nel 2012

Politiche

Si sono svolte il 4 dicembre 2005 (durata della legislatura 5 anni), le prossime si terranno nel dicembre 2010

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

Sistema politico

Il Venezuela è una Repubblica Presidenziale con ordinamento federale. La Costituzione attuale è stata varata nel 1999.

 

 

 

 

 

Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica è eletto direttamente con suffragio universale per un mandato di sei anni. Per essere eletto, un candidato deve ottenere la maggioranza dei voti validi. In base al referendum che si è svolto il 15 febbraio 2009, sono stati abrogati alcuni articoli della Costituzione che vietavano la rielezione delle principali cariche pubbliche. Oltre al Presidente della Repubblica, potranno ricandidarsi senza alcuna limitazione Governatori, Sindaci, deputati nazionali e regionali. Ha votato in favore del referendum il 54% dei venezuelani.

Il Presidente della Repubblica è alla guida del Governo, di cui nomina i Ministri ed il Vice Presidente.

Può convocare l’Assemblea Nazionale in casi di urgenza; non è comunque soggetto alla fiducia parlamentare, ma può essere destituito dal Tribunale Supremo di Giustizia e attraverso un referendum popolare, purché sia trascorsa almeno la metà del suo mandato (art. 72)[24].

Il Presidente, se autorizzato con delega dal Parlamento, può emanare provvedimenti legislativi in determinate materie. i decreti presidenziali sono in tal caso vagliati dal Tribunale Supremo di Giustizia. L’attuale Presidente, Chávez, si avvale di tale facoltà dal febbraio del 2007.

 La Costituzione del 1999 ha introdotto la figura del Vice Presidente. Il VicePresidente può presiedere, se autorizzato dal Presidente della Repubblica, il Consiglio dei Ministri. Presiede il Consiglio Federale di Governo, che ha il compito di coordinare le attività del governo con le entità federali (gli Stati, i territori, le dipendenze e il distretto della capitale). Il Vice Presidente può essere, al pari dei Ministri, sfiduciato dall’Assemblea Nazionale.

 

Parlamento

Il potere legislativo spetta all'Assemblea Nazionale, composta da 165 membri che durano in carica cinque anni. I deputati sono eletti con sistema proporzionale. Tre seggi sono riservati alle popolazioni indigene.

L’iniziativa legislativa spetta al Potere Esecutivo, alla Commissione Delegata e alle Commissioni Permanenti, ad almeno tre membri dell’Assemblea Nazionale, agli elettori purché rappresentino lo 0,1% del corpo elettorale.

I progetti di legge sono discussi in due dibattiti separati. Nel primo dibattito si discute il testo nel suo complesso. Successivamente il progetto viene inviato alla Commissione permanente competente. Ricevutane la relazione, l’Assemblea esamina il progetto in seconda lettura articolo per articolo. Se approvato senza modificazioni, viene sanzionato dal Presidente della plenaria; in caso contrario, il testo viene rimandato in Commissione. Sul testo della Commissione torna a deliberare l’Assemblea per l’approvazione finale.

Il Presidente della Repubblica può rinviare per una volta il testo approvato all'Assemblea perché lo riesamini (nel qual caso è richiesta per l'eventuale riapprovazione la maggioranza assoluta dei presenti) oppure può sottoporlo alla Sezione costituzionale del Tribunale Supremo di Giustizia. Se autorizzato dall'Assemblea, il Presidente della Repubblica può anche emanare decreti aventi forza di legge.

L’Assemblea Nazionale può sfiduciare con una mozione il Vice Presidente esecutivo ed i Ministri che compongono il Governo. La mozione deve essere votata dai due terzi dei componenti dell’Assemblea. Se nel corso di una legislatura vengono sfiduciati tre Vice Presidenti, il Presidente della Repubblica può sciogliere l’Assemblea, purché essa non sia giunta all'ultimo anno del mandato.

     Si segnala infine, tra le novità della Costituzione del 1999 che ha proclamato il Venezuela Stato democratico e sociale di diritto e di giustizia nel nome di Simon Bolivar, la previsione del Consiglio morale repubblicano, di cui fanno parte anche il Difensore del Popolo, il Procuratore Generale e il Controllore Generale. Tale Consiglio è incaricato non solo di svolgere opera di prevenzione, indagine e sanzione in materia di etica pubblica e di moralità amministrativa, ma anche di promuovere l'educazione ai valori della cittadinanza e della democrazia.

     Il Presidente dell’Assemblea ha mandato annuale.

Composizione dell’Assemblea Nazionale:

 

PARTITI

seggi

Movimento per la V Repubblica(MVR)

161

Altri

6

TOTALE

167

 

 

QUADRO ECONOMICO

(In collaborazione con il Ministero degli Affari esteri)

 

 

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI 2007[25]

 

PIL a parità di potere di acquisto

368,6 miliardi di dollari

PIL al cambio ufficiale

331,8 miliardi di dollari

PIL pro capite 2008(a parità di potere d’acquisto)

 

14.000 dollari (Italia 31.000)

Crescita PIL

5,7%

Inflazione

18,1%

Disoccupazione

8,5%

Rapporto debito pubblico/PIL

17,4% del PIL

Debito estero

46,6 miliardi di dollari

 

 

Andamento congiunturale

Il contesto economico e sociale del Venezuela è meno roseo di quel che gli alti tassi di crescita (8,5% nel 2007) e le ingenti riserve accumulate farebbero pensare. L’eccessiva quantità di moneta in circolazione determina un aumento della domanda di beni e servizi che il sistema, già al limite della capacità produttiva, non riesce a soddisfare. L’obiettivo di una inflazione all’11% nel 2008 appare irrealistico. Il saldo delle partite correnti si assottiglia per il crescere delle importazioni. I nuovi investimenti, compresi quelli stranieri, restano al momento deboli. Nel frattempo, le quotazioni del barile di greggio sono scese vertiginosamente a seguito della crisi economica mondiale dell’autunno 2008.

La gestione ideologica dell’economia, il riferimento a modelli di sviluppo ormai superati, la mancata diversificazione della base produttiva vanificano un’occasione storica, favorita dalle alte quotazioni del petrolio, per porre il Venezuela su saldi binari di crescita. La sostenibilità dell’esperienza chavista dipenderà, in larga misura, dalle quotazioni internazionali future del petrolio, che rappresenta il 90% del valore delle esportazioni venezuelane ed oltre il 45% del PIL.

Dopo la grave crisi economica del 2001, che ha portato, nel 2003, ad una contrazione del PIL del 7,7% - causata in buona misura dallo sciopero-serrata d’inizio anno e dalla susseguente rigida applicazione di un sistema di controllo dei cambi - nel 2004 si è assistito ad un’accentuata ripresa nei diversi settori dell’economia nazionale con un aumento del PIL pari al 17,3%, trend confermato con un ulteriore incremento del 10,3% sia nel 2005 che nel 2006. Per il 2007 l’Economist Intelligenge Unit prevede che la crescita si attesti al 6,7%. Secondo dati di fonte locale nel primo trimestre del 2008 il PIL venezuelano registra una crescita del 4,8% un dato inferiore alle aspettative (6-7%). Tale rallentamento dell’economia, sebbene relativo, in pieno boom petrolifero, viene da più parti attribuito alle varie misure in materia monetaria, finanziaria e di cambio, adottate dall’attuale governo per far fronte ad uno scenario che continua ad essere caratterizzato da una eccessiva liquidità e da una inflazione galoppante.

Tale trend positivo è principalmente dovuto all’espansione delle attività petrolifere (il Venezuela è attualmente il 5° esportatore mondiale e le sue riserve sono stimate essere le settime a livello planetario, e ciò senza considerare le ricchissime riserve di petrolio extrapesante situate nella Falda dell’Orinoco[26]). Gli alti prezzi del petrolio hanno finora incoraggiato il Venezuela a perseguire una strategia petrolifera ambiziosa e mirata, all’interno, ad espandere la capacità di produzione e, all’esterno, a diffondere la propria concezione “solidaria” delle relazioni internazionali. 

Resta da vedere se la decisione del Governo venezuelano di mutare il regime giuridico che disciplina gli investimenti stranieri in campo energetico in joint-ventures a capitale misto, con partecipazione maggioritaria (dal 60 all’80%) dell’Ente petrolifero di Stato venezuelano, PDVSA, non pregiudicherà le capacità di sfruttamento degli attuali giacimenti e la possibilità di disporre del capitale e del know-how necessari all’incremento di produzione previsto. L’Agenzia Moody’s, secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, ritiene invece che proprio la solidità economica della società Petroleos de Venezuela sia a rischio a causa del continuo prelievo di cash per finanziare il “Socialismo del siglo XXI”. In particolare, la PDVSA spenderebbe ormai di più per “pagamenti politici” piuttosto che per investimenti in sicurezza degli impianti, nuove tecnologie e prospezioni. In queste condizioni, la sfida che si impone a PDVSA è quella di riuscire a mantenere al proprio interno una maggiore percentuale dei proventi petroliferi, posto che, comunque, una flessione del prezzo del greggio manderebbe in crisi non solo la Petroleos de Venezuela, ma anche buona parte del programma di distribuzione della ricchezza su cui si basa il “Socialismo del siglo XXI”.

Per quanto riguarda le compagnie petrolifere straniere, le concessioni di cui hanno beneficiato le imprese straniere dai tempi della presidenza Caldera sono state riviste portando alla creazione di imprese miste. Ora, la legge abilitante prevede che il Presidente possa adottare decreti in materia energetica per mezzo dei quali  procedere alla nazionalizzazione delle società operanti nello studio e nelle attività di prospezione della fascia dell'Orinoco e appartenenti a multinazionali straniere (si fa riferimento alle controllate da Exxon Mobil, Chevron, ConocoPhillips, Total, BP e Statoil). Esse non erano comprese nel regime di imprese miste stabilite nel corso del 2006, regime che, invece, riguardava i contratti in corso in zone di estrazione già attive. Pertanto, a partire dal 1 maggio 2007, lo Stato ha preso comunque il controllo dei campi di studio e prospezione della fascia dell’Orinoco. A tal fine secondo la nuova Legge Organica degli Idrocarburi, la partecipazione di PDVSA nelle nuove imprese miste e' stata stabilita nella misura minima del 60% con conseguente controllo delle operazioni di estrazione da parte dell'ente petrolifero venezuelano.

Le imprese multinazionali operanti nell'area che hanno già concluso le negoziazioni e sottoscritto i relativi MoU per il trasferimento delle quote (necessarie al fine di assicurare a PDVSA il controllo del 60% del pacchetto azionario di ciascuna associazione), si sono impegnate  a vendere all'ente petrolifero venezuelano quote variabili tra il 10 e il 20%. Non si tratta quindi di una nazionalizzazione, ma di un semplice passaggio di azioni considerato che le multinazionali del petrolio - le uniche in possesso delle tecnologie necessarie per la raffinazione del greggio extra-pesante - rimarranno socie, anche se minoritarie, di PDVSA e che riceveranno adeguati compensi per quanto ceduto (per quanto riguarda ENI si veda il paragrafo relativo alle relazioni economiche bilaterali).

Il Venezuela di Chavez si appresta a sviluppare anche il settore del gas, grazie ad un Piano Nazionale 2007 – 2012 del valore di circa 18 miliardi di dollari per la creazione di gasdotti e l’ammodernamento di impianti obsoleti al fine di espandere la produzione giornaliera dagli attuali 6,3 miliardi di piedi cubici al giorno fino a 11,5 miliardi nel giro di 6 anni. Le riserve accertate di gas del Venezuela sono le maggiori del Sud America (80% del totale), e le ottave nel mondo (con il 2,4% delle riserve del globo). Il Venezuela non riesce però al momento a soddisfare il proprio fabbisogno nazionale (soprattutto per l'elevata richiesta dell'industria petrolchimica) essendo un importatore netto di gas, in particolare dalla Colombia. Con il Piano gasifero Chavez ambisce a soddisfare la crescente domanda dell'industria petrolchimica e ad alimentare il piano di integrazione energetica del subcontinente mediante la fornitura ai Paesi dell'area.

Il settore non petrolifero, dal canto suo, ha registrato una crescita generalizzata, in particolare nell’industria manifatturiera (48%), della costruzione (19,5%), del commercio (27,9%) e dei trasporti (25,3%).

La bilancia commerciale venezuelana ha chiuso, sempre secondo stime EIU, il 2007 con un saldo attivo di 20 miliardi di dollari, in calo rispetto all’anno precedente, che aveva registrato oltre 32 miliardi di dollari.

Il Governo ha poi ottenuto nel 2006 entrate ordinarie dell’ordine di 36.795 miliardi, che rappresentano un aumento dell’81,6% rispetto al 2002, senza contare le entrate straordinarie derivanti dagli alti prezzi attuali del petrolio. A tale proposito PDVSA ha versato oltre 25.000 miliardi di bolivares per i gettiti fiscali di tutto il 2004, superando di oltre 10.000 miliardi quanto era stato previsto in sede di programmazione.

Le riserve internazionali del Banco Centrale de Venezuela hanno raggiunto i 27.981 milioni di dollari nel 2007, una cifra quasi doppia del normale fabbisogno per le importazioni d un anno.

Nel tentativo di porre un freno ad un tasso di inflazione sempre piuttosto sostenuto, il Venezuela ha mantenuto un regime di cambio regolato mirante ad evitare eccessive oscillazioni del valore del bolivar rispetto al dollaro.

Il perdurare di un regime di cambio regolato viene visto con preoccupazione soprattutto dai partner commerciali del Venezuela che vedono penalizzate le proprie potenzialità di esportazioni in quel Paese. Gli effetti sul tasso di inflazione si sono dimostrati, inizialmente, positivi, consentendo una riduzione dell’inflazione annua dal 30% del 2003, al 21,7% del 2004, al 16,0% del 2005 ed al 13,7 nel 2006. Per il 2007 se ne prevede un aumento al 18,1% (EIU). Anche la spesa pubblica ha fatto segnare un certo incremento nel 2006, con un deficit tendenziale dello 0,3% rispetto all’avanzo dell’1,7 fatto registrare nel 2005.

A partire dal 1 gennaio 2008 è entrato in circolazione (con un periodo di transizione oscillante tra i sei e i 12 mesi) la nuova valuta nazionale, denominata “Bolivar fuerte” (Bs.F) che prevede una rivalutazione nominale della moneta per cui ogni “Bolivar fuerte” corrisponderà a 1.000 Bolivar attualmente in circolazione. Il piano di rivalutazione nominale della moneta nazionale nasce con l’intento di consolidare la crescita dell’economia.

 

Relazioni economiche e commerciali con i principali Paesi partner

Il principale partner commerciale del Venezuela sono gli Stati Uniti, nonostante la crisi diplomatica, che nel 2007, hanno rappresentato il 27,05% del flusso delle importazioni venezuelane ed il 45,15% delle esportazioni. Altri partner di rilievo sono la Colombia, il Giappone, il Brasile, il Messico, il Canada, la Germania e la Spagna e recentemente la Cina.

Sul versante delle importazioni venezuelane, l’Italia si attesta al 9° posto (2,85% del totale), mentre fra i Paesi acquirenti, il nostro Paese figura 13°, con una percentuale dello 0,3%.

 

Relazioni con le Istituzioni finanziarie internazionali

FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

Membro dal dicembre 1946

Il Venezuela non ha al momento alcun programma in corso con il FMI. L’ultimo accordo, scaduto nel luglio 1997, riguardava un credito “Stand-by” di SDR 975,65 milioni. Il FMI ha espresso dubbi in merito all’uso improprio delle entrate provenienti dal mercato petrolifero. Il FMI ha sostenuto infine la necessità di utilizzare la politica monetaria per tenere sotto controllo l’inflazione ed ha criticato la crescita della pressione fiscale e l’adozione del regime di cambio fisso con lo USD.

BANCA MONDIALE

Membro dal dicembre 1946. L’azione di assistenza della BM è indirizzata al miglioramento del sistema sanitario, del trasporto urbano e della qualità di vita della popolazione residente nelle zone degradate di Caracas.

Si segnala che nel corso dell'evento relativo al mutamento delle condizioni contrattuali per le imprese che operano nella falda dell’Orinoco, il 1 maggio 2007, il Presidente Chavez ha annunciato l'intenzione del Venezuela di ritirarsi formalmente dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale (senza poi darvi seguito). Peraltro il Paese ha estinto alcuni mesi fa tutti i suoi debiti verso i due organismi internazionali e si è fatto promotore della costituzione del "Banco del Sur", istituzione economica in gran parte finanziata con le entrate petrolifere del Venezuela ma legata a UNASUR.

 

Situazione debitoria

CLUB DI PARIGI

Il Venezuela non ha mai fatto sinora ricorso al Club di Parigi. Il debito estero totale del Venezuela (dati EIU), a fine 2007, ammontava a USD 46,6 miliardi.

Il debito nei confronti dell’Italia ammontava (nel 2004 – ultimo dato disponibile) a 2,49 milioni di EURO, interamente derivante da crediti commerciali.


La recente evoluzione del quadro politico
interno e gli indirizzi di politica estera

La politica interna e le relazioni internazionali del Venezuela, a partire dal 1998, vedono il ruolo centrale del Presidente Hugo Chavez Frias, la cui figura non può anche dai detrattori non essere riconosciuta come dotata di un non comune dinamismo e di uin’elevata capacità progettuale. Naturalmente il ruolo propulsore del Venezuela – in precedenza Paese di secondo piano nel Sud America - in molteplici settori non potrebbe esplicarsi senza il margine di manovra assicurato dalla grande importanza delle ricchezze petrolifere.

 

Lo scenario politico interno

Dopo l’approvazione mediante referendum di una nuova Costituzione (1999), Hugo Chavez otteneva nel luglio 2000 la riconferma in carica per un mandato di sei anni, durante il quale il Venezuela veniva scosso da profondi contrasti politici, che più di una volta hanno fatto temere il precipitare della situazione. Il conferimento al Governo dei poteri legislativi delegati per dodici mesi ha costituito nella primavera del 2002 la prima occasione di scontro, risoltasi con un’apparente sconfitta per Chavez. Infatti, il temporaneo abbandono del potere da parte del presidente in carica, e la sua sostituzione alla guida del governo con il presidente dell’associazione venezuelana degli industriali, Carmona, sfociarono in una rapida crisi del nuovo esecutivo, e nel ritorno di Chavez al potere.

Come da sempre tipico per le repubbliche latinoamericane, un elemento in ultima istanza decisivo delle oscillazioni politiche è rappresentato dalla posizione delle Forze armate: nel caso specifico del Venezuela, l’imperizia dimostrata da Carmona e dal suo staff avevano convinto la maggioranza dei militari a ricongiungersi con le istanze popolari pro-Chavez.

In ogni modo i contrasti si mantenevano assai acuti, e tra la fine del 2002 e l’inizio del 2003 un grande sciopero di due mesi paralizzava il Paese, contestualmente alla raccolta di quattro milioni di firme su una richiesta referendaria in merito alla permanenza di Chavez al vertice dello Stato.

Dopo un anno e mezzo di tensione controllata, alla fine il referendum si è svolto, ma ha fatto registrare una chiara affermazione di Chavez (agosto 2004), senza che per questo la situazione istituzionale abbia conosciuto un’accettabile normalizzazione: non stupisce quindi la non partecipazione delle opposizioni alle elezioni parlamentari del dicembre 2005, che hanno quindi visto l’aggiudicazione della totalità[27] dei 167 seggi dell’Asamblea Nacional al partito di Chavez (“Movimento V Repubblica”) o a forze minori fiancheggiatrici.

Dopo la riconferma di Chavez per altri sei anni alla Presidenza della Repubblica (dicembre 2006) ha preso maggiore consistenza il progetto politico del “Socialismo del XXI secolo”, per il quale il Venezuela dovrebbe subire una radicale trasformazione dal 2007 al 2021, al centro della quale si pone naturalmente la figura di Chavez. In questo contesto, nel febbraio 2007 il Parlamento – privo, si ricorda, di qualunque voce di opposizione a seguito del boicottaggio elettorale del 2005 – ha conferito al Presidente una delega legislativa di 18 mesi e di ampia portata. Contemporaneamente, si è proceduto alla nazionalizzazione – peraltro mediante ineccepibili procedure di OPA a prezzi di mercato – della maggiore impresa venezuelana di telefonia fissa, come anche della Compagnia elettrica della capitale, imprimendo alla politica economica un chiaro indirizzo verso l’acquisizione statale di tutti i settori strategici per l’economia nazionale. In tale ottica è divenuta probabile l’estensione degli obblighi, già vigenti, di partecipazione maggioritaria della Petroleos de Venezuela nel capitale delle joint-ventures petrolifere operanti nel Paese; anche alle compagnie miste operanti nelle prospezioni ed estrazioni del gas e del “petrolio pesante[28]” (del quale si stima esservi alla foce dell’Orinoco le riserve mondiali maggiori).

Il tentativo, tuttavia, di imprimere una decisa accelerazione alla marcia verso il socialismo anche sul piano costituzionale, è rimasto frustrato: infatti il progetto di revisione costituzionale presentato al Parlamento nell’agosto 2007 – e che prevedeva tra l’altro la costituzionalizzazione di nuove forme di impresa e di proprietà sociali, lo sviluppo del potere popolare mediante Consigli ad hoc, e la trasformazione del mandato presidenziale in settenato, senza limiti di rieleggibilità – è stato respinto in dicembre, seppure con una minima maggioranza (50,7% dei voti). La complessità della nuova architettura costituzionale, assieme all’ampiezza dei poteri previsti per Chavez, sono state probabilmente alla base di quest’altro momento di scollamento tra il leader e le masse popolari, al quale il Presidente ha cercato nel corso del 2008 di rimediare. In effetti la situazione economica del Paese, nonostante i grandi introiti petroliferi, è stata via via caratterizzata da elevata inflazione e penuria di beni di prima necessità.

Le elezioni amministrative del novembre 2008 hanno visto un recupero di consensi governativi, che ha condotto ad un’affermazione chiara ma non eclatante delle forze vicine a Chavez. Tuttavia, il panorama elettorale appare ormai abbastanza consolidato, con le opposizioni che controllano le zone più ricche e urbanizzate, mentre le forze filogovernative sono più uniformemente presenti sull’intero territorio, e specialmente nelle aree rurali.

La vitalità di Chavez si è nuovamente evidenziata quando ha tratto le conclusioni dalla sconfitta del precedente tentativo di riforma costituzionale, formulando un nuovo quesito referendario estremamente semplificato, incentrato sulla mera abrogazione del limite di due mandati presidenziali, estendendo altresì la rieleggibilità indefinita a tutte le cariche elettive del Paese: il referendum – dopo l’approvazione parlamentare e il vaglio di costituzionalità da parte del Tribunale Supremo di Giustizia – si è svolto il 15 gennaio 2009, registrando un’ennesima vittoria di Chavez, sebbene tutt’altro che plebiscitaria.

 

Le relazioni regionali e internazionali

Nell'ambito delle relazioni internazionali del Venezuela la politica regionale ha assunto indubbiamente nell'era Chavez un ruolo preponderante: infatti i grandi introiti del Venezuela in ragione della larga produzione petrolifera consentono margini di manovra rispetto ai paesi vicini - molti dei quali assai poveri - in precedenza impensabili per un paese della consistenza demografica del Venezuela. Va però tenuto presente che anche Caracas rischia di seguire il destino di molti paesi del terzo mondo dediti a una gamma assai limitata di produzioni agricole o minerarie, che hanno conosciuto un minimo di prosperità solo finché l'esistenza delle materie prime o il livello internazionale dei relativi prezzi lo hanno consentito. In altri termini, l'importanza preponderante che l'economia del petrolio riveste per il Venezuela espone il paese ai medesimi rischi cui sono andati incontro paesi dediti a monoculture, anche se non va trascurato l'indotto industriale che l'industria petrolifera di per sé genera.

In ogni modo, la tendenza attuale vede un deciso riequilibrio nelle esportazioni petrolifere venezuelane, che attualmente si dirigono grosso modo nella stessa percentuale verso il Nord America e verso l'area dell'America meridionale e dei Caraibi. L'integrazione regionale a livello energetico ha ricevuto particolare impulso a seguito della riunione della Isla Margarita dell'aprile 2007, nel corso della quale è stato creato un Consiglio energetico sudamericano, che di tutta evidenza vede un ruolo di leadership del Venezuela. Oltre ad assicurare la disponibilità energetica necessaria ai paesi della regione, il nuovo organismo mira esplicitamente a utilizzare le risorse energetiche per la lotta contro la povertà, superando anche la discussione tra chi preferisce utilizzare biocombustibili (Brasile) e coloro che danno la preferenza ai combustibili fossili - la questione non è di secondaria importanza, poiché si era posta con forza dopo la firma dell'intesa tra Stati Uniti e Brasile nel settore della produzione di etanolo, considerata dal Venezuela e dai paesi solidali l'ennesimo cavallo di Troia nord americano nel subcontinente.

La forte tendenza di proiezione all'esterno della propria dinamica politica che caratterizza il Venezuela dell'era Chavez è confermata dal grande attivismo del presidente nella creazione di organismi di collegamento dei paesi latinoamericani. In questo contesto mette senz'altro conto ricordare la creazione dell'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), iniziativa nata per impulso di Venezuela e Cuba nell'aprile 2005, alla quale attualmente partecipano anche Bolivia, Nicaragua e Dominica, mentre l'Ecuador figura in varie attività quale invitato speciale. Anche nell'acronimo, l'ALBA si poneva come chiara alternativa al progetto di Area di libero commercio dell'intero continente americano (ALCA) inutilmente promossa alcuni anni fa dagli Stati Uniti. Di quella impostazione l'ALBA mantiene l'orientamento antiliberista e antiimperialista. Il principale meccanismo di collaborazione all'interno dell'ALBA è basato sull’utilizzazione di fondi compensativi, con l'obiettivo della lotta contro povertà e l'esclusione sociale. Il ruolo primario del Venezuela all'interno dell'ALBA emerge naturalmente soprattutto nei progetti in campo energetico, che prevedono la creazione di una società multinazionale per la prospezione e lo sfruttamento delle risorse petrolifere. L'ALBA dovrebbe altresì dotarsi di una propria banca con un capitale iniziale di un miliardo di dollari, ed esplicherà la propria attività anche nei campi della sicurezza alimentare - ove è stato siglato un trattato per investimenti, produzione e commercializzazione comune di beni alimentari - e delle telecomunicazioni. Il presidente Chavez si è spinto nel gennaio 2008 a delineare la possibilità di una integrazione militare tra i paesi membri dell'ALBA, con l'elaborazione di una comune strategia di difesa: non sorprende che il progetto segni per ora completamente il passo.

Va ricordato inoltre che il Venezuela ha firmato nel dicembre 2007 l’atto fondativo di una nuova banca di sviluppo per l'America meridionale, il Banco del Sur, congiuntamente ad Argentina, Brasile, Ecuador, Paraguay, Bolivia e Uruguay. Se è vero che l'impulso alla creazione della nuova Banca è nato dall'insoddisfazione generale dei paesi dell'America del sud per i criteri di assegnazione dei crediti da parte delle istituzioni finanziarie internazionali tradizionali, comunemente giudicate troppo influenzate dagli Stati Uniti; è altrettanto vero che esiste tra i paesi che hanno costituito il Banco del Sur una tensione fra le istanze più ideologiche e politiche del Venezuela e quelle più realistiche ed economico-finanziarie del Brasile. In ogni modo, il Banco del Sur, con sede principale a Caracas, dovrebbe finanziare progetti di sviluppo in settori chiave dell'economia per migliorarne la competitività e il livello scientifico e tecnologico, nonché privilegiare l'utilizzazione di materie prime proprie dei paesi membri per favorire programmi di sviluppo contro la povertà e l'esclusione sociale. Nel caso di disastri ed emergenze naturali, il Banco del Sur dovrebbe amministrare fondi speciali di solidarietà, finanziando altresì più in generale progetti volti a favorire il processo di integrazione sudamericana.

Nel caso del Banco del Sur, come anche nel caso dell'Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR[29]) nata con la firma nel maggio 2008 del trattato di Brasilia, è assai significativa l'esclusione di un grande paese latinoamericano come il Messico, concordemente giudicato troppo vicino alle politiche degli Stati Uniti - anche in virtù della sua appartenenza al NAFTA (Associazione di libero commercio del Nord America) -, e inoltre considerato certamente dal Brasile un pericoloso concorrente nel ruolo egemonico sull'intera regione latinoamericana.

Sempre con riferimento alla crescita dell'influenza regionale del Venezuela, va ricordato il vertice straordinario (luglio 2008) di PETROCARIBE, Organizzazione che raggruppa i membri della Comunità e mercato comune dei Caraibi (CARICOM) - ad eccezione di Trinidad e Barbados -, unitamente a Honduras, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Cuba e Guatemala. Tutti i paesi membri di PETROCARIBE già dal 2005 godevano di un regime privilegiato nei pagamenti del petrolio venezuelano: il nuovo accordo ha previsto ulteriori facilitazioni (dilazionI) dei pagamenti nel caso di crescita progressiva dei prezzi petroliferi, e a seconda dei vari scaglioni. È stato inoltre deciso di costituire un fondo di garanzia alimentare con l'accantonamento di mezzo dollaro al barile di greggio in previsione di aumenti dei prezzi dei generi alimentari correlati all'incremento dei costi energetici. È evidente come tutto ciò ponga le premesse per una dipendenza sempre maggiore nei paesi dell'area caraibica dal Venezuela.

Focalizzando ora l'attenzione su alcune relazioni bilaterali particolarmente rilevanti per il Venezuela, va detto anzitutto che i rapporti con gli Stati Uniti sono stati negli ultimi anni apparentemente assai tesi, anche se non è ancora dato comprendere quale configurazione essi potranno assumere con il cambio alla Casa Bianca. Ad un esame più meditato, tuttavia, non può sfuggire la considerazione della grande importanza economica che gli Stati Uniti tuttora rivestono per Caracas, se si pensa ad esempio che assorbono circa il 45% delle esportazioni di prodotti petroliferi venezuelani.

Tra i legami con i paesi prospicienti fa spicco poi indubbiamente, anche per essere quello di più lunga durata, il rapporto con Cuba, che, al di là della definizione di Chavez quale nuovo Fidel Castro - probabilmente più sfruttata propagandisticamente dal leader venezuelano di quanto non corrisponda effettivamente alla realtà - sono davvero articolati, poiché poggiano sull'oggettiva base della presenza a Cuba di ampie riserve di capitale umano intellettualmente specializzato (ad esempio nei settori della sanità e dell'istruzione), che sono stati in grado negli ultimi anni di assicurare una buona complementarità tra le due economie. Infatti, a fronte del sostegno economico ed energetico a Cuba, Chavez ha avuto in cambio la preziosa collaborazione di personale cubano qualificato nell'ambito dei programmi di miglioramento delle condizioni di vita degli strati più disagiati della popolazione venezuelana.

Una novità invece più recente nelle relazioni internazionali del Venezuela è rappresentata dai forti legami instaurati con l’Iran, a proposito dei quali non va però sottaciuto che una delle probabili motivazioni risiede nell'influenza comune che i due Stati si attendono di poter esercitare sugli organismi internazionali che riuniscono i paesi produttori di petrolio, al fine di influenzarne le strategie e conseguentemente i prezzi. Certamente, il forte antiamericanismo che caratterizza entrambi i gruppi dirigenti non ha potuto che facilitare la recente collaborazione.

Anche i rapporti con Mosca sono stati intensificati negli ultimi anni, al punto che nel corso del 2009 sarebbero previste manovre navali congiunte delle forze venezuelane e di quelle russe nelle acque caraibiche, il che desterebbe probabilmente forti contrarietà da parte statunitense.

 

La situazione economica

Come in precedenza accennato, il vero punto debole dell'economia venezuelana è proprio l'eccessiva dipendenza dalle esportazioni di prodotti petroliferi, che espone il paese a scenari economici assai diversi in dipendenza del livello dei prezzi mondiali di gas e petrolio. È vero comunque che fino ad ora la vastità delle risorse energetiche ha operato un trascinamento sull’insieme dell'economia interna, con notevole crescita dell'industria manifatturiera, e solo di poco inferiore nei settori commerciale, dei trasporti e delle costruzioni. È vero altresì che la florida bilancia commerciale venezuelana mostra, in ragione della crescita delle importazioni, un riequilibrio, e purtuttavia nel 2007 ha fatto registrare un saldo attivo di 20 miliardi di dollari, mentre anche le riserve valutarie della Banca centrale del Venezuela ammontano a una cifra tanto rilevante che consentirebbe di pagare un biennio di importazioni. Vi è stato inoltre un notevolissimo incremento delle entrate fiscali (oltre l'80% in quattro anni) e, a riprova della centralità dell'economia del petrolio, la sola Petroleos de Venezuela ha superato nel 2004 del 66% la previsione di versamento nelle casse dello Stato.

Sembrerebbe dunque da tutti questi parametri che il Venezuela sia un paese economicamente solo da invidiare: va invece sottolineato ad esempio che proprio la grande quantità di moneta in circolazione determina spinte inflattive assai forti, che il governo ha combattuto con un certo successo controllando i cambi, per impedire eccessive oscillazioni della valuta nazionale, il bolìvar, nei confronti del dollaro statunitense. Il controllo dei cambi, tuttavia, va individuato alla base della limitata crescita del PIL venezuelano nella prima metà del 2008, un periodo, si ricordi, di elevati prezzi dei prodotti petroliferi. Gli investimenti esteri, d'altra parte, sono rimasti a un livello piuttosto basso, mentre è noto che nella seconda metà del 2008 il livello dei prezzi petroliferi è sceso vertiginosamente: è quindi probabile che nell'immediato futuro si evidenzierà proprio la debolezza strutturale del boom economico venezuelano, nella composizione del cui PIL i prodotti petroliferi rappresentano il 45% del totale, e il 90% rispetto alle esportazioni complessive.

Per quanto concerne i rapporti del Venezuela con le multinazionali del petrolio, dal maggio 2007 si è accresciuta la tendenza dello Stato ad assumere il controllo non solo nelle zone di estrazione già attive, ma anche nelle prospezioni riguardanti il petrolio pesante della foce dell’Orinoco: in questo caso, tuttavia, non sembra trattarsi di vere e proprie nazionalizzazioni, poiché sono stati sottoscritte intese con le varie Compagnie per la cessione di quote variabili dei propri pacchetti azionari, ma difficilmente le autorità di Caracas potrebbero fare a meno del contributo tecnologico delle multinazionali, soprattutto per i prodotti petroliferi di più difficile estrazione e raffinazione. Per quanto in particolare concerne l’ENI, va rimarcata la chiusura della controversia riguardante il campo petrolifero di Dación, che ha consentito l'assegnazione all'ENI di un'area di prospezione alla foce dell’Orinoco, in vista dell'inizio di vere e proprie attività estrattive - da svolgere sempre in una joint-venture a maggioranza di capitale statale venezuelano - che potrebbero ammontare a circa il 15% di quanto estratto dall’ENI a livello mondiale. Sempre l’ENI ha mostrato notevole dinamismo anche nell'acquisire concessioni esplorative off-shore per la ricerca ed estrazione di gas.

Anche nel settore del gas il Venezuela ha formulato un piano nazionale di sei anni e del valore di circa 18 miliardi di dollari per la creazione di gasdotti e  l'ammodernamento di impianti obsoleti, al fine di giungere a un quasi raddoppiamento della produzione attuale: se infatti anche nel caso del gas il Venezuela si mostra particolarmente fortunato, detenendo l'80% delle riserve del Sud America, il paese sorprendentemente risulta essere un importatore di gas, necessario in grandi quantità proprio per i diversi segmenti del ciclo produttivo petrolchimico.

 

I rapporti con l’Italia

La presenza in Venezuela di una numerosa comunità italiana, e di un ancor più grande numero di venezuelani di origine italiana (che superano il milione) ha reso da sempre necessari proficui rapporti bilaterali tra Roma e Caracas. L'occasione più recente di collaborazione è stata nel gennaio 2009 a Roma, con la riunione dei gruppi di lavoro della Commissione mista italo-venezuelana, in occasione della quale si è siglato un Accordo di cooperazione nel settore della protezione civile e si è deciso di accelerare i negoziati per giungere alla firma di un Accordo di collaborazione in materia di lotta al traffico di stupefacenti. Va peraltro ricordato che i rapporti tra i due paesi sono stati in tempi relativamente recenti regolati dall'Accordo quadro di cooperazione economica, industriale, nel settore delle infrastrutture e della cooperazione allo sviluppo, in vigore dal luglio 2004.

Nell’Accordo vengono anzitutto definite le finalità della cooperazione italo-venezuelana, volta a intensificare gli scambi di merci, tecnologie e capitali, nonché la complementarità tra enti e imprese pubbliche e private dei due Paesi, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese e alla costituzione di società miste. Le disposizioni contenute nell’Accordo potranno essere applicate dalle Parti con la predisposizione di specifici programmi e progetti congiunti nei diversi settori di cooperazione previsti dall’Accordo stesso. Entrambe le Parti si impegnano inoltre a garantire, conformemente alle rispettive legislazioni in materia, adeguate condizioni giuridiche ed economiche affinché i rispettivi investimenti pubblici e privati possano beneficiare di un trattamento equo e imparziale. Verrà data priorità alle iniziative finalizzate all’uso razionale delle risorse naturali, alla salvaguardia dell’ambiente e alla conservazione dei rispettivi ecosistemi mediante scambi di tecnologie eco-compatibili ed eco-protettive.

Vengono poi individuati gli strumenti per promuovere la cooperazione economica tra i due Paesi. In tale contesto le Parti incoraggiano l’interscambio di tecnologia e la promozione di progetti congiunti, impegnandosi a sviluppare, tra le altre aree di interesse comune, il Piano Ferroviario Nazionale e la formazione del personale nel sistema ferroviario. Anche nello stimolo reciproco agli investimenti nel territorio dell'altra Parte contraente vi sarà una particolare attenzione a quelli realizzati da imprese medie o piccole, dalle istituzioni o imprese generatrici di tecnologia, anche con la collaborazione degli istituti bancari dei rispettivi Paesi.

Viene poi stabilito che la Parte italiana ricorrerà sia allo strumento dell’assicurazione del credito sia a finanziamenti agevolati in conformità alla legislazione nazionale e agli impegni assunti in sede internazionale; la Parte venezuelana stimolerà l’afflusso di capitali e iniziative italiani attraverso i mezzi a disposizione in base alla propria legislazione interna. Ciascuna Parte contraente agevolerà la promozione dell'esportazione su mercati terzi dei prodotti delle imprese miste stanziate sul proprio territorio e, più in generale, verrà incentivato ogni progetto suscettibile di essere cofinanziato a carico di programmi di organismi finanziari internazionali o regionali. Entrambe le Parti si impegnano inoltre a sostenere e promuovere forme di collaborazione nei settori della scienza e della tecnologia, realizzando progetti comuni di ricerca e sviluppo e applicando gli strumenti giuridici bilaterali in materia, in particolare l’Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica del 1987.

Per quanto concerne la cooperazione allo sviluppo, l’Accordo prevede che le Parti si consultino sulle possibili iniziative tenendo conto delle possibilità offerte dalla legislazione italiana e da quella venezuelana, nonché dell’attività svolta dalle diverse organizzazioni non governative operanti nel settore.

Vi sono infine i meccanismi istituzionali implicati dall'Accordo, in particolare il Consiglio italo-venezuelano per la cooperazione economica, industriale, finanziaria, del settore delle infrastrutture ed allo sviluppo, presieduto dal Ministro degli Affari esteri o da un suo delegato per l’Italia, e da un Membro di Governo all’uopo designato per la Parte venezuelana. Il Consiglio, che di regola si riunisce una volta l’anno alternativamente in Italia e in Venezuela, svolge funzioni generali di stimolo e di coordinamento delle iniziative di cooperazione tra i due Paesi. In particolare, esso dovrà definire le priorità da seguire e proporre i progetti da realizzare indicando gli strumenti finanziari per farvi fronte. Il Consiglio potrà istituire a sua volta gruppi di lavoro ad hoc, come il Gruppo di lavoro per gli scambi e per la cooperazione economica e industriale. Sotto l’egida del Consiglio opererà anche un Comitato imprenditoriale composto dai rappresentanti delle realtà economico-imprenditoriali dei due Paesi.

Qualsiasi controversia dovesse insorgere tra imprese italiane e venezuelane nell'esecuzione dell'Accordo, che non sia componibile per via amichevole entro sei mesi, verrà sottoposta ad arbitrato internazionale, segnatamente secondo il Regolamento di Conciliazione ed Arbitrato della Camera di commercio internazionale di Parigi. Peraltro si  stabilisce che eventuali divergenze in merito all’interpretazione e all’applicazione dell’Accordo siano risolte dalle Parti per via diplomatica.

Le caratteristiche della presenza italiana in Venezuela, con riferimento ai cittadini italiani ivi residenti, sono quelle di una comunità operosa dedita in prevalenza ad attività nel campo dell'edilizia, della meccanica, e nel settore alimentare, nonché alle libere professioni. Va ricordato che numerosi nostri connazionali rinunciarono alla cittadinanza italiana per il divieto di doppia cittadinanza contenuto nella Costituzione venezuelana del 1961. Tradizionalmente gli italiani in Venezuela sono stati poco attivi sul piano politico, e nella prima fase del potere di Chavez hanno avuto diversi problemi di relazione con le autorità: nel luglio 2005 tuttavia fu firmato un atto di riconciliazione dallo stesso presidente Chavez e dai rappresentanti della comunità italiana, suscettibile di migliorare notevolmente le relazioni reciproche. Cionondimeno, vi sono due questioni che angustiano particolarmente i nostri connazionali, ovvero i sequestri di persona a scopo estorsivo - particolarmente mirati nei confronti degli italiani - e gli indennizzi statali a seguito di occupazione di immobili o di terre appartenenti a cittadini italiani. Nonostante passi in avanti fatti su entrambe le questioni, tra l'altro con una maggiore presenza di funzionari di polizia italiani specializzati in loco, e con una serie di risarcimenti decretati a favore di cittadini italiani danneggiati dalle occupazioni, permangono notevoli preoccupazioni tra i nostri connazionali.

I rapporti economici bilaterali hanno visto nel 2007 un notevole saldo attivo della bilancia commerciale a favore dell'Italia, pari a 437 milioni di euro circa: tra le principali importazioni italiane figuravano anzitutto prodotti petroliferi, prodotti metallurgici e carbone, mentre il nostro paese ha esportato principalmente In Venezuela macchine e apparecchi meccanici ed elettrici, prodotti chimici e fibre sintetiche, prodotti vari in metallo, mobilio e autoveicoli. Nel 2008 – il dato ISTAT non include il mese di dicembre - l'avanzo commerciale italiano si è attestato intorno 344 milioni di euro.


I rapporti bilaterali Italia-Venezuela
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

 

Principali obiettivi/Interessi italiani

Il Venezuela rappresenta, con Argentina e Brasile, un partner tradizionale dell’Italia in America Latina. La valorizzazione del ruolo della numerosa comunità italiana e di origine italiana e l’importanza strategica delle riserve di idrocarburi (più per l’effetto indotto relativo alle attività di sviluppo economico che quale nostra fonte di approvvigionamento energetico) costituiscono fattori essenziali per l’azione italiana nei confronti del Venezuela.

Stabilità politica e apertura economica rappresentano condizioni irrinunciabili per tutelare la nostra comunità e promuovere in modo efficace i nostri interessi economico-commerciali. In questo contesto, la battuta d’arresto subita, grazie alla bocciatura referendaria del progetto di riforma costituzionale, dal processo di trasformazione rivoluzionaria del paese avviato dal Presidente Chávez nell’ultimo anno, potrebbe confermare ulteriormente la validità del mantenimento di una posizione di dialogo talora anche critico con il Governo di Caracas, e consentire al nostro Paese di svolgere un ruolo significativo anche per tutelare la vasta comunità di connazionali presente in Venezuela, spesso peraltro vittima di sequestri di persona a scopo estorsivo.

 

Relazioni politiche

La più recente occasione di incontro con le autorità venezuelane è stata la Riunione dei Gruppi di Lavoro della Commissione Mista italo-venezuelana, che si è tenuta a Roma nei giorni 21-23 gennaio 2009.

In tale occasione, le Parti hanno espresso il desiderio di approfondire ed estendere la già ampia e feconda collaborazione bilaterale ed hanno scambiato le proprie  opinioni sulle principali tematiche internazionali.

Si è firmato l’Accordo di cooperazione nel settore della protezione civile e si è deciso di attivare una Commissione tecnica per proseguire più fattivamente nella negoziazione dell’Accordo di collaborazione in materia di lotta al traffico di stupefacenti. I risultati più significativi si sono registrati nel settore delle infrastrutture, con la firma dell’Accordo di cooperazione e l’esame della possibilità di organizzare una missione tecnica in Venezuela per valutare lo stato di sviluppo della cooperazione e mettere a punto un programma di lavoro.

Precedentemente l’on. Ministro aveva avuto un colloquio con il Canciller Maduro a margine del Vertice UE – LAC di Lima nel maggio 2008.

Per quanto riguarda le visite, il Ministro D’Alema è stato a Caracas il 29 febbraio 2008 in occasione della firma di importanti accordi tra ENI e PDVSA. In tale occasione ha incontrato Chavez e Maduro. Il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, è stato in Venezuela nel corso di un viaggio che lo ha portato anche in Bolivia, Peru’ ed Ecuador (8 – 18 gennaio 2008).

L’ultima visita in Italia di un esponente del Governo venezuelano si è avuta nel settembre 2008 quando il Vice – Ministro degli Esteri responsabile per i Paesi dell’Europa, Alejandro Fleming, ha incontrato a Roma il DG Verderame.

Chavez ha visitato il nostro Paese più volte (in due occasioni nel 1999; poi nuovamente nel 2001 e nel 2005). Oltre agli incontri con il Presidente Ciampi e il Presidente Berlusconi (visto anche in bilaterale a margine del Vertice UE-LAC di Madrid nel 2002), nel corso della sua ultima visita in Italia il leader venezuelano ha partecipato alla Seconda Conferenza Nazionale sull’America Latina (Milano il 17-18 ottobre 2005).

Numerose anche le viste di nostri Sottosegretari e di delegazioni di commissioni parlamentari italiane in Venezuela. Merita di essere ricordata quella a Caracas nel novembre 2005 dell’allora Sottosegretario Bettamio (con l’ex Vice Ministro alle Attività Produttive Urso) in occasione della prima riunione dei “Gruppi di Lavoro” istituiti dal Consiglio italo-venezuelano per la cooperazione economica. Nel corso della visita sono stati firmati 11 Memorandum of Understanding in vari settori; di particolare rilievo quelli riguardanti la collaborazione in campo energetico e la cooperazione sul versante delle infrastrutture. Nell’aprile 2006 il Sen. Bettamio si è nuovamente recato in visita a Caracas in occasione della firma del “Progetto complementare” al contratto siglato dal Governo venezuelano  con il “Gruppo Imprese Italiane” (Astaldi, Ghella, Impresilo) per la realizzazione di 3 importanti tratte ferroviarie nel Paese latinoamericano (vd. aspetti economici). Si segnala anche, nell’ottobre 2006, il Seminario Italo-Venezuelano a Montecitorio, che ha messo in rilievo il ruolo delle rispettive Assemblee parlamentari nell’approfondire e consolidare le storiche relazioni fra i due Paesi.

Il Sottosegretario Di Santo ha visitato Caracas dal 7 all’11 marzo 2007, incontrando sia esponenti del Governo, sia rappresentanti dell’opposizione.

Il tono delle relazioni politiche bilaterali è comunque buono: pur non condividendo il tono e la sostanza degli appelli “antimperialisti” e antiamericani del Presidente Chavez, l’Italia ha tuttavia mantenuto aperto un canale di vigile dialogo e di confronto con la leadership venezuelana. Ciò in considerazione sia della fitta rete di interessi economici e sociali tra i due Paesi, sia per evitare che un atteggiamento di chiusura totale da parte dell’Europa offrisse al Presidente Chavez l’occasione per accentuare certi tratti autoritari nella gestione della politica interna e i toni di critica nei confronti dell’“Occidente”. Tale atteggiamento prudente e vigile viene del resto compreso e apprezzato anche da parte americana, come ribadito dall’Assistant Secretary of State per l’America Latina, Shannon, nel corso del colloquio avuto con il Sottosegretario Scotti a margine dell’UNGA 2008.

Quanto ai temi più rilevanti dell’agenda bilaterale si segnala la proposta venezuelana di concludere un MoU per stabilire meccanismi di consultazione politica tra i due Ministeri degli Esteri. Si tratterebbe di un meccanismo già operante tra Venezuela e Polonia e altri paesi dell’Europa centro-orientale. La proposta è in fase di studio da parte italiana.

La stessa prudenza occorre nel gestire il tema dei sequestri di persona che, in numerose occasioni, hanno coinvolto cittadini venezuelani di origine italiana o doppi cittadini. La questione, oltre ad essere seguita dall’Unità di Crisi, resta di responsabilità esclusiva delle forze dell’ordine del Venezuela. Tuttavia, l’Italia è pronta a collaborare per offrire strumenti tecnici di collaborazione (si veda l’apposito paragrafo nella sezione dedicata ai connazionali italiani in Venezuela). Tra le iniziative più rilevanti si segnala il corso di formazione sulle tecniche di contrasto al fenomeno dei sequestri. Il corso 82007) è stato organizzato dal nostro Ministero dell’Interno, in collaborazione con l’Unità di Crisi della Farnesina, ed è destinato ad operatori venezuelani nella lotta ai sequestri di persona.

Si segnala infine la sottoscrizione di un MoU per la mutua collaborazione volta all’interscambio di informazioni e di assistenza tecnica in materia di criminalità organizzata in occasione della vista a Caracas (26-28 marzo 2007) del Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso. Nel maggio 2007, invece, è stata firmata una lettera d’intenti tra gli organi di Protezione civile dei due Paesi. Di recente (sett. 2008) è stata sottoposta alla nostra attenzione una proposta di accordo per la cooperazione nella lotta al consumo e al traffico di stupefacenti.

Nonostante la firma dell’atto di Miraflores (agosto 2005) con cui venne sanzionata la riconciliazione tra il Governo venezuelano e la comunità italiana residente nel Paese dopo le tensioni degli anni precedenti, è rimasta a lungo irrisolta la questione delle espropriazioni a danno di cittadini italiani o di origine italiana. Tuttavia, nel maggio 2008 l’ Istituto Nazionale delle Terre venezuelano (INTI) ha firmato i contratti di acquisto, a condizioni di mercato ritenute soddisfacenti dagli interessati, delle proprietà agricole (11 fondi dediti alla coltivazione di canna da zucchero) di una decina di famiglie di cittadini italiani ed italo-venezuelani ubicate nello Stato venezuelano dello Yaracuy (a circa 300 km da Caracas). Le terre erano state oggetto negli ultimi anni di occupazioni illegittime da parte di gruppi di popolazione locale, generalmente braccianti della zona. Il problema delle occupazioni è molto diffuso nelle regioni agricole ed interessate dall'allevamento di bestiame.

Tali pratiche, che sono sempre esistite in Venezuela, con l'avvento del Governo bolivariano si sono ulteriormente intensificate contando sulla generale acquiescenza e talora complicità dello Stato. L'accordo raggiunto tra l'INTI ed il gruppo di connazionali dello Stato del Yaracuy, non risolve peraltro la problematica dei connazionali proprietari di terre alle prese con fenomeni di invasioni. Rimangono infatti in varie zone del Paese altri casi, e il Governo venezuelano non sembra voler mostrare la stessa disponibilità  mostrata nel maggio scorso.

Interessanti, infine, le prospettive di collaborazione aperte dalla firma (maggio 2007) di un Memorandum tra gli organi di Protezione Civile dei due Paesi. Vi è interesse a collaborare con l’Italia in materia di prevenzione di disastri. Del resto, le competenti autorità venezuelane hanno fornito tutta l’assistenza possibile in occasione dell’incidente aereo di Los Roques (5 gennaio 2008), dove hanno perso la vita 8 connazionali, anche se la questione resta aperta perché non è stato ancora ritrovato il relitto dell’aereo e i familiari ritengono che solo un esame dello stesso potrà chiarire definitivamente la dinamica dell’incidente.

 

Relazioni economiche, finanziarie e commerciali

Le relazioni economiche bilaterali sono eccellenti: con la firma il 14 febbraio 2001 dell’Accordo Quadro di Cooperazione Economica, Industriale e per lo Sviluppo e dell’Accordo per la Promozione e Protezione degli Investimenti (quest’ultimo in attesa di ratifica da parte venezuelana) é stato definito un adeguato quadro normativo. Il 6 aprile 2005 si è tenuta la prima riunione del Consiglio Italo Venezuelano, previsto da tale Accordo, seguita nel novembre dello stesso anno dalla riunione dei Gruppi di lavoro contemplati da tale Consiglio. A testimonianza della vitalità di tale organismo Si è tenuta a Roma nel dal 21 al 23 febbraio 2009 la II riunione dei Gruppi di Lavoro.

E’ generalmente riconosciuto che gli immigrati di origine italiana, così come le imprese di grandi costruzioni del nostro Paese, hanno contribuito in maniera essenziale allo sviluppo dell’apparato industriale e finanziario venezuelano. La comunità imprenditoriale locale é caratterizzata tuttora da una forte componente di italo-venezuelani, mentre grandi imprese italiane mantengono a loro volta una rilevante presenza nel Paese. L'Italia gode di un notevole vantaggio competitivo, rispetto ad altri Paesi concorrenti, grazie alla vasta comunità di connazionali residenti in Venezuela che ha contribuito a divulgare il gusto ed i prodotti italiani. Esistono quindi le basi per continuare a promuovere e consolidare le posizioni del ''Sistema Paese” mediante una serie di eventi promozionali, come il “Festival Italiano”, da organizzare in collaborazione con i locali ICE e Camera di Commercio, e le Regioni (quest’ultime peraltro poco attive nel Paese).

L’interscambio commerciale tra i due paesi è stato tradizionalmente fiorente. Il 2007 si è chiuso con un saldo a nostro favore di 436,7 milioni di euro. Anche i primi sei mesi del 2008 hanno registrato un saldo attivo di 115,7 milioni di Euro, ma le nostre esportazioni sono diminuite del 12,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le importazioni sono cresciute del 14,3%. Tutte le principali imprese italiane presenti in Venezuela (Astaldi, Ghella, Impregilo, Iveco, Pirelli, Parmalat ecc.) hanno ottenuto negli ultimi anni ottimi risultati, aumentando sensibilmente il proprio fatturato.

Nel 2007 l’Italia è stata l’ottavo partner commerciale del Venezuela per le importazioni venezuelane (primo fra i paesi comunitari) ed il diciottesimo per le esportazioni (petrolio escluso). I principali prodotti esportati dall’Italia sono macchine per impieghi speciali, macchine ed apparecchi per la produzione e l’impiego di energia meccanica, altre macchine di impiego generale, prodotti chimici di base e parti ed accessori per autoveicoli e loro motori. L’Italia importa dal Venezuela principalmente prodotti della siderurgia, prodotti petroliferi raffinati, carbon fossile, minerali di ferro, pesci conservati e trasformati e prodotti a base di pesce.

Tra le imprese italiane storicamente presenti nel paese merita ricordare la Parmalat con 5 impianti industriali e 75 centri di distribuzione; la Snam Progetti per la produzione di fertilizzanti, l’Iveco, la Danieli e l’Eni.

Da segnalare la chiusura della controversia pendente di fronte all’ICSID tra l’ENI – titolare di diversi investimenti in Venezuela ed in particolare del campo petrolifero di Dación (capace di una produzione superiore ai 50.000 barili di greggio al giorno) – e le Autorità venezuelane. Queste ultime avevano sequestrato il campo a causa del rifiuto della società italiana di aderire alla richiesta di Caracas di mutare l’attuale regime giuridico che disciplina gli investimenti stranieri in campo energetico in joint-ventures a capitale misto, con partecipazione maggioritaria (dal 60 all’80%) dell’Ente petrolifero di Stato venezuelano, PDVSA. L’intesa, firmata il 29 febbraio 2008 alla presenza del ministro D’Alema, ha aperto la strada alla conclusione di un nuovo accordo per l’assegnazione ad ENI di un campo nella fascia dell’Orinoco.

In forza di tali intese ENI ha quindi ottenuto l’assegnazione di un’area di circa 600 km2 in cui svolgere attività di quantificazione delle riserve di greggio pesante ed extrapesante; nonché l'incarico di effettuare uno studio di prefattibilità per la realizzazione di un impianto per il miglioramento del greggio extrapesante proveniente dalla fascia dell’Orinoco utilizzando il brevetto EST (ENI Slurry Technology). ENI intende adesso proseguire le proprie attività in Venezuela dando avvio alle operazioni di estrazione nella fascia petrolifera dell’Orinoco, attraverso la costituzione di una impresa mista a maggioranza di capitale PDVSA. A regime si prevede che il campo assegnato ad ENI consentirà l'estrazione di circa 300.000 barili al giorno, valore che rappresenterebbe – ad oggi - oltre il 15% della produzione mondiale ENI. Si tratta quindi di un impegno notevole che richiederà ingenti investimenti (dell’ordine di circa 10 miliardi di dollari nei prossimi 4/5 anni) in un paese che potrebbe divenire, se le sue riserve venissero certificate, il primo produttore di petrolio del mondo.

Il 26 giugno 2007 ENI ha concluso un contratto in forza del quale è entrato, con una quota minoritaria di circa il 20 %, in una società mista a controllo pubblico venezuelano per lo sfruttamento dei campi di Paria Est e Paria Ovest.

Significativa la partecipazione delle imprese italiane anche al piano di sviluppo del settore del gas. L'ENI si e' aggiudicata nel gennaio 2006 la licenza esplorativa della durata di trenta anni del Blocco off-shore 'Cardon IV' operato insieme con Repsol - YPF, nell'ambito del progetto Rafael Urdaneta. Presenti imprese italiane anche nel settore della progettazione (Foster Wheeler Italia - Snamprogetti) e per la fornitura di turbine e compressori (Nuovo Pignone) dei nuovi impianti per il trattamento del gas. Il 19 settembre 2008 è stato firmato un Memorandum tra ENI e PDVSA, alla presenza del Presidente Chavez, per lo sfruttamento di due aree ricche di risorse gasifere nell’offshore venezuelano.

Merita una menzione la firma (6 aprile 2006), a Caracas (presente il Sottosegretario, Sen. Bettamio) del “Programma complementare” al contratto fra Governo venezuelano e “Gruppo di Imprese Italiane” (Astaldi-Ghella-Impregilo) per la costruzione di tre importanti tratte ferroviarie nel Paese latinoamericano, per un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro. Tale rilevante commessa, che si può considerare, almeno in parte, un portato dell’Accordo Quadro del 2001, testimonia dell’attuale ottimo stato delle relazioni economiche bilaterali.

Il settore delle infrastrutture viene considerato prioritario e trainante per l’economia del paese e per rafforzare la presenza delle nostre imprese è stato firmato un accordo specifico per il settore nel corso della II riunione dei Gruppi di Lavoro del consiglio italo venezuelano che si è tenuta a Rona dal 21 al 23 di febbraio del 2009.

Malgrado le iniziative prese dal Presidente Chavez in materia di nazionalizzazioni e deleghe a legiferare con decreti presidenziali per i prossimi 18 mesi anche in materia di investimenti pubblici, la collaborazione con l’Italia si è andata ulteriormente rafforzando.

E’ stato firmato il contratto per la costruzione di una diga nell’Amazzonia venezuelana tra la società elettrica statale Edelca ed un consorzio di cui è parte l’Impregilo (40%), per un valore di circa 1 miliardo e mezzo di USD. Il contratto sarà cofinanziato nella misura del 70% da BID e CAF. Quest’assegnazione segue l’aggiudicazione da parte di Impregilo del contratto per la realizzazione delle opere preparatorie della diga, del valore di circa 100 milioni di USD. Resta da aggiudicare la realizzazione delle opere elettromeccaniche della diga (ca 300 milioni di USD).

Nel gennaio 2007 sono iniziati dei negoziati tra il Ministero dei Trasporti venezuelano e la ditta IVECO (anche con investitori locali) al fine di costituire una compagnia a capitale misto pubblico e privato per assemblare, commercializzare e fornire assistenza post vendita a veicoli destinati al trasporto pubblico di massa su gomma. Una volta concluse le trattative l’investimento previsto ammonterà a circa 60 milioni di dollari USA mentre il valore della produzione dovrebbe totalizzare annualmente circa 1,2 miliardi di USD.

L’IVECO è presente nel Paese da circa 50 anni mediante la filiale Iveco Venezuela C.A. e con una fabbrica di assemblaggio che ha fatto registrare nel 2006 una crescita del 30% rispetto all’anno precedente.

Da segnalare, le prospettive della società ANAS, in consorzio con Impregilo, Astaldi, Ghella, Maccaferri e CMC, di ottenere un’importante commissione per la realizzazione di numerose opere infrastrutturali connesse alla costruzione di Puerto Bolivar.

 

Relazioni culturali, scientifiche e tecnologiche

Accordi di Collaborazione e Protocolli Esecutivi

Gli strumenti che regolano la cooperazione culturale tra l’Italia e Venezuela  sono l’ Accordo di Collaborazione Culturale[30] del 1990 e l’Accordo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica del 1987. Sebbene entrambi siano stati già ratificati e, con riferimento all’accordo culturale, siano anche stati previsti gli stanziamenti, mancano i protocolli esecutivi. Per quanto riguarda la collaborazione culturale, è iniziato il negoziato per la definizione del Protocollo Esecutivo ma non si è ritenuto, da parte venezuelana, di potervi dare corso; riguardo invece al Protocollo Esecutivo di Collaborazione Scientifica e Tecnologica, dal 1993 non è stato più rinnovato per volontà venezuelana.

Nel luglio 2007 é stato perfezionato con il Governo Venezuelano un accordo peri il reciproco riconoscimento dei titoli di studio che, una volta ratificato dal locale Parlamento, consentirà agli studenti delle scuole superiori italiane di accedere direttamente alle Università venezuelane. A regime tale accordo potrà fornire ulteriore impulso all’insegnamento dell’italiano nel Paese, che viene attualmente impartito in due scuole italiane parificate ed in una trentina di istituti scolastici venezuelani, nei quali è prevista l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua mediante provvedimento dell’Assemblea Nazionale venezuelana.

Un ulteriore strumento funzionale alla diffusione della lingua italiana nel Paese sará costituito dall’intesa in corso di negoziazione con l’Istituto Universitario Pedagogico di Caracas, volta a  consentire agli insegnanti di italiano delle scuole venezuelane, che ne sono per la maggior parte sprovvisti, di acquisire la c.d. componente docente o abilitazione all’insegnamento.

 

Borse di studio

N° mensilità offerte dall’Italia per l’a.a. 2007: 132 mensilità (euro 700) + 38 mensilità in favore degli Italiani residenti in Venezuela (euro 700), oltre al biglietto aereo A/R per le borse della durata uguale o superiore agli 8 mesi.

 

Diffusione della lingua italiana

In Venezuela è presente un Istituto di Cultura a Caracas.

 

Principali eventi del 2007: nel quadro di una cooperazione sempre più intensa con le Istituzioni culturali locali, si segnala il prestigioso Sistema Nazionale delle Orchestre Infantili e Giovanili del Venezuela (FESNOJIV) impegnato in un progetto di formazione di interpreti lirici di concerto con l’Accademia del Bel Canto di Vignola.  Si segnala, poi, la tournée della Mahler Chamber Orchestra, diretta dal Maestro Claudio Abbado, Caracas il 2 e 4 marzo. Per l’arte si segnalano l’esposizione d’arte contemporanea Via Crucis di Lucio Fontana (20 maggio-17 giugno, Museo Alejandro Otero di Caracas), curata da Enrico Crispoldi.E’ inoltre attesa per il 2008 la Mostra itinerante della Collezione Farnesina Viaggio nell’arte italiana 1950-80: 100 opere dalla Collezione Farnesina”

La domanda di lingua italiana è aumentata in questi ultimi anni, come dimostra il numero degli iscritti ai corsi di lingua dell’Istituto Italiano di Cultura.

Presso la Universidad Central de Venezuela di Caracas opera un lettore di ruolo inviato dal MAE.

L’insegnamento dell’italiano è presente, inoltre, nella Universidad Simon Bolivar di Caracas, nella Universidad Metropolitana di Caracas, nella Universidad del Zulia di Maracaibo, nella Universidad Bicentenaria de Aragua di Maracay, nella Universidad de Los Andes di Merida, nella Universidad de Oriente – Nucleo Nueva Esparta di Porlamar.

È operante, a Maracay, un Comitato della Società Dante Alighieri.

 

 

Istituzioni scolastiche italiane

A Caracas funziona un complesso scolastico paritario a livello infanzia, primario, secondario I e II grado  gestito dall'Associazione "Agostino Codazzi" istituito nel 1956.

Dal corrente anno scolastico funziona a Caracas il “Collegio Bolivar y Giuseppe Garibaldi” paritario a livello infanzia, primario e secondario di I grado.

A partire dall'anno scolastico 2001/2002 con decreto n.3712 del 5.6.2001, emanato dal Ministero dell'Educazione della Repubblica Venezuelana, è stato introdotto lo studio della lingua italiana come insegnamento obbligatorio in 25 scuole private venezuelane.

 

Comunità italiana, comunità del Paese in Italia e questioni migratorie

Collettività italiana in Venezuela

La collettività italiana è la quarta collettività straniera nel Paese, dopo quelle di Colombia, Spagna e Portogallo. . I connazionali iscritti presso le anagrafi dei nostri Uffici consolari in Venezuela sono 120.395 alla data del 3 dicembre 2007, di cui 103.253 a Caracas e 17.142 a Maracaibo.

I cittadini venezuelani di origine italiana, secondo stime, sono più di un milione. Numerosi connazionali, infatti, a causa del divieto di doppia cittadinanza della Costituzione venezuelana del 1961, hanno dovuto rinunciare alla cittadinanza per esercitare determinate professioni o partecipare a società commerciali. La costituzione entrata in vigore il 30.12.1999 ammette, invece, la doppia cittadinanza.

La comunità italiana, che presenta per lo più carattere permanente, risulta pienamente inserita nel contesto venezuelano ed è generalmente apprezzata. E’ dedita, per la maggior parte, ad attività economico-commerciali (costruzioni in particolare), industriali (meccanica, edile, alimentare) e alle libere professioni. Il coinvolgimento nella politica è piuttosto limitato. La presenza di italiani o oriundi italiani nel mondo culturale, scientifico, artistico e accademico è forte. Tra i politici vi sono ministri e parlamentari di origine italiana.

Il coinvolgimento nella politica nazionale ha conosciuto un salto di qualità a seguito dell’Atto di Miraflores firmato nel luglio 2005 dal presidente Chavez e dai rappresentanti della nostra comunità su impulso della nostra ambasciata a Caracas. Esso è stato inteso soprattutto a superare attraverso il dialogo alcune incomprensioni e timori sorti a seguito della svolta impressa dal governo alla conduzione politica del paese. Con l’Atto di Miraflores sono stati costituiti tre Comitati - politico, economico e culturale- per esaminare le problematiche che suscitano maggiore preoccupazione in seno alla collettività italiana e, nel contempo, offrire al governo collaborazione nei temi sui quali essa vanta maggiore capacità e competenza. La prima riunione dei tre Comitati si è tenuta nel luglio 2007 alla presenza del nostro ambasciatore a Caracas.

Tra le principali problematiche che interessano la nostra collettività in Venezuela, si segnalano la questione dei sequestri di persona a scopo di estorsione e l’espropriazione di immobili di proprietà dei cittadini italiani nella capitale.

In Venezuela sono presenti attualmente tre COMITES: uno a Caracas, uno a Maracaibo ed uno a Puerto Ordaz (dove, da parte di alcuni esponenti della collettività italiana, viene richiesta l’apertura di un consolato di carriera competente per la parte orientale del Paese).

In relazione al rilascio dei nuovi modelli di passaporto elettronico, la cui emissione è cominciata sia in Italia che all’estero il 26 ottobre scorso, in Venezuela si è registrata fino ad ora una richiesta decisamente superiore alle aspettative.  Il Consolato Generale a Caracas aveva infatti rilasciato, alla data del 1° marzo 2007, 7.669 nuovi libretti, mentre, nello stesso arco di tempo, i Consolati Generali a San Paolo e a Buenos Aires, nelle cui circoscrizioni vive un numero di connazionali quasi doppio rispetto a quella di Caracas,ne hanno rilasciati rispettivamente 3.053 e 2.497.

Tale fenomeno sembra possa trovare giustificazione nel senso di incertezza sul futuro da parte della collettività italiana che si sente tranquillizzata dal fatto di possedere, anche senza averne necessità immediata, un passaporto italiano così da poter lasciare definitivamente o temporaneamente il Paese in caso di necessità.

Un’attenzione particolare va dedicata al fenomeno dei sequestri di persona a in Venezuela, che colpisce la collettività italiana (in quanto benestante). Il Ministero degli Esteri ha promosso, attraverso l’Unità di Crisi, numerose iniziative per fornire assistenza ai connazionali e sensibilizzare le autorità venezuelane, che naturalmente hanno la responsabilità principale di attuare misure di contrasto alla criminalità ed al fenomeno dei sequestri sul territorio nazionale. Comunque appare utile sottolineare soprattutto ai connazionali che l'impegno del nostro governo è forte, ma la responsabilità primaria per la sicurezza nel paese rimane affidata alle autorità locali; ciò tanto più nei confronti di residenti che sono comunque in primo luogo cittadini venezuelani.

In questo contesto, il Ministero, venendo incontro a specifiche esigenze prospettate dalla collettività italiana residente, ha ottenuto dal Ministero dell’Interno l’estensione delle competenze dell’Ufficio della Polizia di Stato che opera presso l’Ambasciata d’Italia a Caracas, competenze che ora si estendono, oltre alla lotta al traffico di stupefacenti, anche alla criminalità, con particolare riferimento alla problematica dei sequestri. L’Ufficio è stato da tempo rafforzato con l’invio in missione, finanziata dall’Unità di Crisi, di esperti antisequestro che forniscono collaborazione alle autorità venezuelane, mantengono regolari contatti con la Polizia locale e prestano assistenza ai familiari dei connazionali rapiti nelle fasi delicate delle indagini e delle eventuali trattative.

A queste iniziative volte a coadiuvare le autorità venezuelane ed a prestare collaborazione nella lotta al fenomeno dei sequestri si unisce una costante attività, svolta direttamente dall’Unità di Crisi e dalla nostra Ambasciata, di assistenza ai connazionali e di prevenzione dei rischi. Infatti, l’adozione di adeguate norme comportamentali e di misure di prevenzione riveste primaria importanza per limitare le possibilità di divenire obiettivo di sequestro. In tale ottica, l’Unità di Crisi, con il supporto tecnico degli esperti della Polizia di Stato italiana, ha pubblicato anche in lingua spagnola un manuale sulla prevenzione dei sequestri, che è stato distribuito alla collettività italiana.

Il Ministero dell’Interno ha organizzato nel settembre 2007 il corso di formazione in Italia per operatori della polizia venezuelana. Il Viminale ha inoltre confermato che il DVD risulta in via di avanzata realizzazione. Dal canto suo, l’Unità di Crisi è pronta a finanziarne il numero di copie sufficiente ad assicurarne una distribuzione alla collettività italiana in loco.

 

Comunità venezuelana in Italia

La comunità venezuelana legalmente soggiornante nel nostro Paese è costituita da circa quattromila persone.

I cittadini venezuelani sono esenti dall’obbligo del visto Schengen per soggiorni fino a tre mesi e necessitano del visto d’ingresso nazionale solo per soggiorni superiori a 90 giorni.Non sussiste comunque alcun problema relativo al rilascio dei visti con tale Paese anche perché attualmente il Venezuela non è un Paese di origine o transito di flussi migratori clandestini verso l’Italia.

Negli ultimi anni si è registrato un aumento del totale dei visti rilasciati dal Consolato Generale d’Italia a Caracas. Tale incremento ha riguardato in particolare i visti per studio.

 

Cooperazione allo sviluppo

Il Venezuela, con un reddito pro capite superiore ai 5.500 dollari, non riceve dall’Italia aiuti allo sviluppo. Tuttavia, poiché nel Paese permangono notevoli disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, numerosi donatori internazionali hanno mantenuto o intrapreso programmi di aiuto, anche se tendenzialmente in calo (la Commissione Europea ha previsto aiuti per 40 milioni di euro per il periodo 2007-2013).

La cooperazione italiana è attualmente presente con una sola iniziativa in corso: un progetto della ONG SVI in materia di sviluppo comunitario nell’oriente del Paese, mentre si è da poco concluso un progetto del CESVI nel settore dello sviluppo agricolo sostenibile (tecniche di coltivazione di cacao nella zona di Barlovento). Una seconda iniziativa presentata dal CESVI concernente la lotta alla prostituzione minorile, è stata recentemente approvata dal Comitato Direzionale, mentre un progetto della stessa ONG, relativo nuovamente al settore del cacao, è in fase di studio presso la DGCS. È presente nel Paese, ma con finanziamenti UE o di altra fonte, anche un’altra ONG italiana, il COSV.  

Rimane inoltre tuttora aperta la questione del credito d’aiuto di 7,5 milioni di Euro a favore della ristrutturazione dell’Università Simon Bolivar nello Stato Vargas, colpita dalle gravi inondazioni del 1999 approvato dal Comitato Direzionale nel 2005 dopo una lunga fase di negoziazione. Il Governo venezuelano, nonostante innumerevoli solleciti, non ha tuttavia mai confermato ufficialmente la volontà di dare seguito alla realizzazione del progetto, autorizzando in particolare la firma del MoU necessario per negoziare la relativa Convenzione finanziaria. Recentemente le autorità venezuelane avevano suggerito una leggera variazione del progetto originario, ma una proposta tecnica dettagliata non è ancora pervenuta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DATI STATISTICI BILATERALI


 

 

 

Fonte: ISTAT milioni di EURO

 

 

 

 

 

 

 

Genn.– Giug. 2007

Genn.– Giug. 2008

Variaz. % periodo

Export

364,3

301,5

- 12,24

Import

162,5

185,8

+ 14,33

Saldo

201,8

115,7

 

Interscambio

526,8

486,3

- 7,69

 

 

PRINCIPALI ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI ITALIANE (2007)

ESPORTAZIONI

IMPORTAZIONI

1. Macchine per impieghi speciali

1. Prodotti della siderurgia

2. Macchine e apparecchi per la

    produzione e l’impiego di energia

    meccanica

2. Prodotti petroliferi raffinati

3. Altre macchine di impiego generale

3.Carbon fossile

4. Prodotti chimici di base

4. Minerali di ferro

5. Parti ed accessori per autoveicoli e loro

    motori

5. Pesci conservati e trasformati e

     prodotti a base di pesce

Fonte: ICE

 

INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO (2007)

Esportazioni verso Venezuela sul totale delle esportazioni italiane

0,218 %

Importazioni da Venezuela sul totale delle importazioni italiane

0,094 %

 

 

QUOTE DI MERCATO (2007)

PRINCIPALI FORNITORI

% su import

PRINCIPALI ACQUIRENTI (1)

% su export

1. USA

27,05

1. USA

45,15

2. Colombia

9,81

2. Antille Olandesi

14,04

3. Brasile

9,67

3. Cina

3,15

4. Cina

7,24

4. Cuba

2,97

5. Messico

5,70

5. Spagna

2,24

6. Panama

4,62

6. Colombia

1,88

7. Giappone

3,56

7. Canada

1,68

8. Italia

 2,85

8. Germania

1,36

9. Germania

2,78

9. Messico

1,35

 

 

10. Repubblica Dominicana

1,33

 

 

11. Paesi Bassi

1,19

 

 

12. Regno Unito

1,15

 

 

13. Brasile Francia

0,81

 

 

14. Belgio

0,72

 

 

15. Costa Rica

0,69

 

 

16. Giamaica

0,67

 

 

18. Italia

0,52

(1) non include le esportazioni di petrolio e minerale di ferro del settore pubblico

Fonte: ICE

 

INVESTIMENTI E DISINVESTIMENTI DIRETTI ITALIANI

anno

investimenti

disinvestimenti

saldo

2002

    12.465

12.331

       +    134

2003

      8.251

10.991

        - 2.740

2004

      2.363

  2.459

        -      96

2005

      7.796

14.483

        - 6.687

2006

     15.290

  3.780

       +11.510

2007

       4.423

  5.377

           -  954

Fonte UIC – valori in migliaia di euro

 

 

 

 

 

 

SACE (30 settembre 2006  - in milioni di EURO)

Categoria di rischio (dal 10 nov. 2004)

6a

 

Impegni in essere

679,31

3% del totale

(9° paese)

Indennizzi erogati da recuperare

2,49

 

Sinistri in essere

0

 

Esposizione complessiva

681,80

2,4% del totale

Fonte SACE

 

 

Le relazioni parlamentari Italia-Venezuela
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale

 

Cilia ADELA Flores

 

 

 

 

Rappresentanze diplomatiche

 

 

Ambasciatore del Venezuela in Italia: DORIS MIREYA THEIS CHITTY (Ministro Consigliere). Il nuovo ambasciatore del Venezuela deve essere ancora nominato. Rafael Lacava, precedente Ambasciatore, ha cessato il suo incarico nel settembre 2008.

 

Ambasciatore d’Italia a Caracas (l’Ambasciata italiana cura anche i rapporti diplomatici con Isole Barbados, Guyana, Santa Lucia, Trinidad e Tobago, Grenada, Saint Vincent e Suriname): Luigi MACCOTTA.

 

 

Commissioni

 

 

Il 18 febbraio 2009 il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, ha ricevuto il Consigliere d'Ambasciata del Venezuela, Martha Palacios.

 

Temi al centro dell’incontro sono stati l’imminente missione di una delegazione della Commissione Affari esteri in Messico, Guatemala, Nicaragua e Venezuela, dal 22 febbraio al 1° marzo e, più in generale, l’intenzione del governo venezuelano di intensificare le relazioni tra i due paesi.

 

 

 

Attività legislativa

 

 

Non è attualmente all’esame del Parlamento alcun disegno di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti il Venezuela.

 

 

 

Protocollo di cooperazione

 

 

Il 9 ottobre 2006, il Presidente della Camera dei deputati, on. Fausto Bertinotti, e la Presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, on. Cilia Adela Flores, hanno firmato un Protocollo di collaborazione tra le due Camere, che prevede la creazione di una Commissione parlamentare di collaborazione con l’obiettivo di migliorare il dialogo e favorire lo scambio d’informazioni sull’attività legislativa.

 

Il Protocollo prevede che la Commissione parlamentare di collaborazione, composta da un Presidente e da otto deputati per parte, si riunisca una volta l'anno, alternativamente in Italia ed in Venezuela, per lo scambio di esperienze e il dialogo su temi di interesse comune. Congiuntamente alla riunione della Commissione è prevista l’organizzazione di seminari italo-venezuelani dedicati allo studio e all’approfondimento delle rispettive realtà.

 

La Commissione è stata istituita nella XV legislatura e ha tenuto due riunioni, la prima a Roma, nel corso della quale si è svolto un Seminario parlamentare, e la seconda a Caracas.

Nella XVI legislatura la parte italiana della Commissione non è stata ricostituita.

È stata invece ricostituita, il 2 ottobre 2008, la parte venezuelana, che è presieduta dall’onorevole Elvis Amoroso e composta dai deputati Eduardo Arónica, Darío Vivas, Tania D’Amelio e Johnny Milano. La Presidente Cilia Adela Flores ne è presidente onorario.

 

 

La Commissione

 

Nella XV legislatura la parte italiana della Commissione parlamentare di collaborazione era presieduta  dal deputato Gennaro Migliore (Rifondazione comunista) e composta dai deputati: Mariza Bafile (L’Ulivo), Giampaolo Dozzo (LN), Fabio Evangelisti (IdV), Angela Napoli (AN), Giorgio Oppi (UDC), Dario Rivolta (FI), Ruggero Ruggeri (L’Ulivo), Luana Zanella (Verdi). Nella prima riunione l’on. Giampaolo Dozzo è stato sostituito, con il consenso degli altri componenti, dall’on. Angelo Alessandri (LN) che ha svolto la relazione, per la parte italiana, sulle politiche agricole.

 

La parte venezuelana è presieduta dal deputato Elvis Amoroso (in sostituzione del deputato Lacava, divenuto nel frattempo Ambasciatore del Venezuela in Italia) e composta dai deputati Eduardo Arónica, Tania D’Amelio, Oscar Figuera, Darío Vivas. Hanno altresì partecipato all’evento i deputati venezuelani Johnny Milano, Presidente della Sottocommissione Industria e Commercio, e Braulio Álvarez, membro della Commissione per lo sviluppo economico e dirigente del movimento contadino.

 

 

La Prima Riunione e il Seminario (Roma, 9-11 ottobre 2006)

La prima riunione della Commissione si è tenuta a Roma, subito dopo la firma del Protocollo, il 9 e il 10 (mattina) ottobre 2006 ed è stata dedicata a tre temi:

1.    II modello di democrazia partecipativa venezuelana

2.    Le piccole e medie imprese: l’esperienza dei distretti industriali

3.    Le politiche agricole

Le stesse tematiche sono state poi esaminate, con il contributo di esperti, in un seminario che si è tenuto presso la Camera dei deputati il 10 (pomeriggio) e l’11 ottobre 2006, a cui sono stati invitati esponenti delle categorie interessate ed specialisti italiani e venezuelani.

 

La Seconda Riunione (Caracas 16-21 gennaio 2008)

La seconda riunione si è tenuta a Caracas, il 17 e 18 gennaio 2008 ed ha esaminato i seguenti argomenti: Rapporti di cooperazione economica e commerciale tra Italia e Venezuela, in particolare in materia di energia e nel settore delle PMI; Riconoscimento dei profili costituzionali della questione indigena e il suo ruolo nella preservazione del territorio.

 

 

Osservazione delle elezioni

 

 

Il 30 novembre 2006, una delegazione della Camera dei deputati, composta dai deputati Gennaro Migliore (RC), Mariza Bafile(Ulivo) e Angelo Alessandri (LNP), si è recata in missione in Venezuela al fine di monitorare le elezioni Presidenziali del 3 dicembre 2006.





 

Unione Interparlamentare

 

 

E’ in via di ricostituzione la sezione di amicizia Italia-Venezuela e Paesi dei Caraibi. Nella XV legislatura, la presidenza era affidata al sen. Learco SAPORITO (AN) e ne facevano parte gli onn. Giulio Marini (FI), Basilio CATANOSO (AN), Roberto SOFFRITTI (Comunisti italiani), Ramon MANTOVANI (RIf. Com.) e Camillo PIAZZA (Verdi).

 

 

XV LEGISLATURA

 

 

Incontri del Presidente

 

 

Nell'ambito di un viaggio nei paesi dell'America Latina, svoltosi dall'8 al 18 gennaio 2008, il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, è giunto a Caracas il 15 gennaio 2008 ed è stato accolto dal Presidente della Commissione parlamentare di collaborazione Elvis Amoroso, accompagnato dal deputato Darío Vivas. Successivamente ha incontrato il Presidente della Repubblica, Hugo Chávez Frías, il Ministro degli Affari esteri, Maduro Moros e la Presidente dell'Assemblea legislativa, Cilia Adela Flores. In tale occasione, il Presidente Bertinotti ha incontrato la madre di Ingrid Betancourt, Iolanda Pulecio, che ha chiesto il sostegno dell'Italia per favorire la liberazione della figlia e degli altri sequestrati delle FARC. Il Presidente Bertinotti ha infine aperto i lavori della Commissione parlamentare di collaborazione ed ha tenuto una conferenza all’Università Bolivariana di Caracas il 16 gennaio. Il Presidente Bertinotti ha anche avuto un incontro con la comunità italiana presente in Venezuela il 17 gennaio e nello stesso giorno ha anche tenuto un discorso dinanzi all’Assemblea Nazionale dal titolo “La partecipazione democratica come risposta alla crisi della politica”. I temi politici degli incontri avuti dal Presidente della Camera sono stati la posizione del Venezuela non conflitto in corso tra governo colombiano ed i gruppi di guerriglia, l’evoluzione del sistema socialista in Venezuela, le prospettive di cooperazione bilaterale tra Italia e Venezuela.

Il 21 dicembre 2007, in preparazione del viaggio in Venezuela, il Presidente della Camera Fausto Bertinotti ha ricevuto l’ambasciatore venezuelano in Italia, Rafael Alejandro Lacava Evangelista. Durante l’incontro sono state esaminate le questioni più attuali delle politica venezuelana, in particolare gli esiti referendari che hanno comunque rappresentato una verifica della democraticità del sistema venezuelano. Inoltre sono stati presi in considerazione alcuni profili della prossima visita ufficiale: in particolare si ci è soffermati sull’intervento del Presidente Bertinotti davanti all’Assemblea Nazionale, ricordando come lo stesso onore sia stato attribuito a Fidel Castro, José Luis Rodríguez Zapatero, Néstor Kirchner, Evo Morales.

Il 27 settembre 2007, il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha ricevuto la visita di una delegazione parlamentare venezuelana formata dai deputati Francisco Torrealba e Calixto Ortega, portavoce del Presidente della Repubblica Chávez. La delegazione era accompagnata dall’ambasciatore del Venezuela in Italia, e già Presidente della Parte venezuelana della Commissione parlamentare di collaborazione, Rafael Lacava.

Il 12 marzo 2007, il Presidente Bertinotti, ha ricevuto la visita del Ministro dell’economia popolare della Repubblica bolivariana del Venezuela, Pedro Morejón.

Il 9 ottobre 2006, il Presidente Bertinotti si è incontrato con la Presidente dell’Assemblea Nazionale del Venezuela, on. Cilia Adela Flores, per procedere alla firma del Protocollo di cooperazione parlamentare tra la Camera dei deputati e l’Assemblea Nazionale della Repubblica bolivariana del Venezuela che ha istituito la Commissione di collaborazione parlamentare. All’incontro erano presenti i deputati Gennaro Migliore e Rafael Lacava[31], Presidenti dell’istituenda Commissione di collaborazione parlamentare, i componenti dell’istituenda Commissione, l’ambasciatore italiano in Venezuela, Gerardo Carante, e l’ex ambasciatore del Venezuela in Italia ed attuale Vice Ministro per l’Europa, Rodrigo Oswaldo Chaves Samudio.

Il 10 maggio 2006, il Presidente Bertinotti ha ricevuto la visita del Presidente delle Repubblica bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez Frías, accompagnato da una delegazione composta da membri del Governo e da parlamentari, guidati dall’allora Presidente dell’Assemblea Nazionale, Nicolás Maduro Moros. E’ presente all’incontro il Presidente della parte venezuelana del Gruppo di amicizia Italia-Venezuela, in ambito UIP, on. Raffaele Lacava e il sindaco di Caracas.

 

 

 

 

 

 

XIV LEGISLATURA

 

Si segnala che, nel corso della XIV legislatura, l’allora Presidente della Camera, on. Pier Ferdinando Casini, si è recato in visita ufficiale in Venezuela il 24 ottobre 2003 dove ha incontrato la Vice Presidente dell’Assemblea Nazionale dell’epoca, Sig.ra Noelí Pocaterra de Oberto.

Durante l’incontro sono state sottolineate l’importanza della presenza italiana in Venezuela e la volontà comune di rafforzare la cooperazione tra le Parti. La Vice Presidente Pocaterra ha riferito sull’evoluzione politica del Paese dopo il tentativo di golpe dell’aprile 2003 e sulle difficoltà incontrate per realizzare il processo di riforma interno. Il Presidente Casini, al termine del colloquio, ha invitato una delegazione parlamentare venezuelana a visitare la Camera dei deputati.

Il Presidente della Camera ha successivamente avuto un incontro con la Comunità italiana, nel corso del quale la Comunità italiana ha denunciato una situazione di disagio economico crescente ed ha chiesto una maggiore sostegno da parte italiana.

 

 

Incontri delle Commissioni

 

Nel corso della XIV legislatura l’allora Presidente della Commissione Affari esteri, on. Gustavo Selva, ha incontrato, il 3 febbraio 2004, il direttore del quotidiano venezuelano Talcual, Teodoro Petkof, e, il 7 ottobre 2003, Mons. Balthazar Porras, Presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana.

Si è tenuta il 18 febbraio 2003 presso la Commissione Esteri della Camera un’audizione informale dei rappresentanti della comunità italiana in Venezuela. Sono intervenuti, oltre al Presidente Selva, i Vice Presidenti Ranieri e Rivolta ed i deputati Crucianelli, Malgieri, Naro, Sereni e Spini.

Nel corso dell’audizione sono stati esaminati i gravi problemi della nostra comunità in Venezuela che rappresenta quasi il 10% della popolazione (circa due milioni). I nostri connazionali hanno espresso l’intenzione di dare il massimo sostegno alla ricerca di una soluzione democratica della crisi venezuelana e, sotto tale aspetto, un contributo dell’Italia sarebbe considerato particolarmente significativo. L'Italia - hanno ricordato i nostri connazionali - può esercitare la sua influenza nell'ambito del tavolo di negoziazione e di accordo, presieduto dal segretario dell'Organizzazione degli Stati Americani, Cesar Gaviria, contribuendo al piano proposto dall'ex presidente americano, Jimmy Carter, che prevede la revoca del Presidente Chavez attraverso un referendum e successive elezioni.  Fra le iniziative concrete a favore della comunità italiana di cui si è chiesta la realizzazione figurano: l’estensione al Venezuela degli aiuti già previsti per l’Argentina, il rafforzamento degli uffici consolari esistenti, aiuti alle piccole e medie imprese non solo dal punto di vista economico ma anche quello della formazione professionale specifica.

Una delegazione della Commissione Esteri composta dal Presidente Selva e dagli onorevoli Dario Rivolta, Giovanni Bianchi, Gennaro Malgieri e Ramon Mantovani, ha compiuto una visita in Colombia e Venezuela dal 17 al 24 novembre 2002. In Venezuela la delegazione ha incontrato il Presidente Chavez, esponenti dell’opposizione e della maggioranza e rappresentanti della comunità italiana.

Il Presidente della Commissione Affari Esteri Selva ha incontrato a Roma, il 24 settembre  ed il 15 novembre 2002, l’allora Ambasciatore del Venezuela in Italia, Fernando Gerbasi.

 

 

Cooperazione multilaterale

 

 

Una nutrita delegazione di parlamentari venezuelani, composta da dodici parlamentari, ha partecipato alla Conferenza dei Parlamentari di origine italiana organizzata dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica nella XIII legislatura (Roma, 20-21 novembre 2000).

La delegazione era composta dai seguenti membri dell’Assemblea Nazionale: Juan Alejandro BARRETO CIPRIANI, Carlos Eduardo BERRIZBEITA GILIBERTI, Carlos Walter BETTIOL, Tania D’AMELIO CARDIET, Luis D’ANGELO DE PIETRI, Raul ESTE’ SALAS,  Luis Eduardo FRANCESCHI,  Elvis Eduardo HIDROBO AMOROSO, Rafael LACAVA,  Freddy José LEPAGE SCRIBANI,  Alfonso José MARQUINA DIAZ ed Ivan MASTRANGELO.

 

Conferenza mondiale delle donne parlamentari per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza – Roma 17-18 ottobre 2004

Si segnala che nessuna componente dell’Assemblea <Nazionale venezuelana ha partecipato ai lavori della “Conferenza mondiale delle donne parlamentari per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza”, tenutasi a Roma, il 17 e il 18 ottobre 2004.

 

 

Unione interparlamentare

 

La sezione di amicizia in ambito UIP Italia-Venezuela e Caraibi (Venezuela, Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Bermuda, Dominica, Giamaica, Grenada, Haiti, Repubblica Dominicana) nel corso della XIV legislatura è stata presieduta dal sen. Learco Saporito (AN). Nel 2004, la sezione italiana ha ricevuto una visita da parte dell’omologa sezione venezuelana. La visita è stata ricambiata nel 2005.

 

 

Attività legislativa

 

 

Si segnala che nel corso della XIV legislatura sono state approvate le seguenti leggi:

Legge n. 8 del 10 gennaio 2004 “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro di cooperazione economica, industriale, nel settore delle infrastrutture e della cooperazione allo sviluppo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica bolivariana del Venezuela, fatto a Caracas il 14 febbraio 2001”

Legge n. 329 del 3 novembre 2003 “Ratifica ed esecuzione dell' Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica bolivariana del Venezuela sulla promozione e protezione degli investimenti, con Protocollo aggiuntivo, fatto a Caracas il 14 febbraio 2001”


I rapporti con l’Unione europea
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Le relazioni tra l’Unione europea e il Venezuela si svolgono principalmente a livello regionale nell’ambito del Mercosur di cui il paese entrato a far parte nel luglio 2006[32], e nel contesto del dialogo istituzionale UE - America Latina e Caraibi.

 

Mercosur

Il Mercato Comune del Sud (Mercosur) è stato istituito il 26 marzo 1991, con la firma del Trattato di Asunción da parte di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay,con l’obiettivo di creare un mercato comune tra i paesi partecipanti ricalcando le forme di cooperazione economica esistenti tra Argentina e Brasile a partire dal 1986. Come già ricordato, il 4 luglio 2006, durante un vertice a Caracas, i rappresentanti del Mercosur hanno formalizzato l’ammissione del Venezuela quale quinto membro dell’organizzazione[33].

Le relazioni tra l'Unione europea e il Mercosur sono attualmente regolate dall'Accordo quadro interregionale di cooperazione, entrato in vigore il 1° luglio 1999, che si articola in tre elementi principali: dialogo politico, cooperazione e volet commerciale.

L’Accordo  quadro costituisce uno strumento transitorio e di preparazionea una futura associazione interregionale che predisponga, a medio termine, un'area di libero scambio di beni e servizi tra Unione europea e Mercosur, nel pieno rispetto delle regole stabilite dall’Organizzazione mondiale del commercio.

In tale prospettiva, nel novembre 1999, le Parti hanno formalmente avviato i negoziati per un accordo d’associazione e di libero scambio che si sarebbero dovuti concludere entro ottobre 2004. Tuttavia, gli ultimi round negoziali non hanno consentito di risolvere le questioni tuttora aperte: in particolare da parte europea si chiede un migliore accesso al mercato dei beni industriali e dei servizi, degli investimenti, degli appalti pubblici a fronte di una maggiore apertura del mercato agricolo europeo. Dopo il fallimento della riunione ministeriale tenutasi a Lisbona il 21 ottobre 2004, nel tentativo di rispettare la scadenza prefissata, il dialogo tra le Parti è ripreso il 2 settembre 2005, con la riunione dei negoziatori a livello ministeriale, ed è tuttora in corso.

In una dichiarazione congiunta del 17 dicembre 2007, i ministri degli affari esteri del Mercosur e il Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, hanno manifestato la forte volontà politica delle parti di rilanciare i negoziati, segnalando che molto lavoro resta ancora da fare nelle aree prioritarie. Tale impegno è stato peraltro confermato dai Capi di Stato delle due regioni, incontratisi a Lima il 18 maggio scorso, a margine del Vertice UE-America latina e Caraibi. Nella stessa occasione si è deciso di esplorare tutte le opportunità per lanciare progetti congiunti in materia di energie rinnovabili, infrastrutture, scienza e tecnologia.

Il Regional Strategy Paper” per il periodo 2007-2013  definisce le linee guida ed i settori prioritari d’intervento per l’attività di assistenza finanziaria europea. Per l’intero periodo è previsto un finanziamento di 50 milioni di euro a livello regionale, a titolo dello strumento finanziario per la cooperazione allo sviluppo (DCI)[34] destinato a:

-   rafforzamento istituzionale del Mercosur;

-   sostegno al Mercosur per prepararsi all’attuazione del futuro accordo di libero scambio ;

-   promozione della partecipazione della società civile al processo di integrazione.

Il Mercosur beneficia anche dei programmi orizzontali istituiti dall’Unione europea in favore dell’America latina:

-   a@lis, per la promozione della società dell’informazione;

-   AL-INVEST, per favorire gli investimenti e la cooperazione economica tra le piccole e medie imprese europee e latino-americane;

-   ALFA, per promuovere la cooperazione in materia di istruzione superiore;

-   URB-AL, per stabilire legami tra le città europee e quelle latino-americane;

-   ALURE, per incrementare un utilizzo razionale delle risorse energetiche;

-   ATLAS, per facilitare ed incoraggiare la cooperazione economica tra Europa e America latina, attraverso la costituzione di reti tra camere di commercio.

 

Il dialogo istituzionale UE- America latina e Caraibi i

La direzione strategica delle relazioni tra UE, America latina e Caraibi è definita attraverso un dialogo politico istituzionalizzato che si svolge prevalentemente nei due fora principali, rappresentati dal Gruppo di Rio[35] e dal Vertice dei Capi di Stato UE-America latina e Caraibi.

Le relazioni tra Unione europea e America latina, istituite già a partire dagli anni sessanta, hanno visto un sostanziale incremento soprattutto nelle passate tre decadi. Attualmente le relazioni si svolgono a vari livelli: tra UE e America latina, a livello regionale (con Mercosur, Comunità andina[36] e America centrale) nonché tra UE e singoli paesi (Messico e Cile).

I Caraibi, in particolare, fanno parte dei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) con i quali l’UE ha sviluppato relazioni speciali risalenti al Trattato di Roma, attualmente regolate dall’Accordo di Cotonou.

Il 16 Maggio 2008 si è svolto a Lima il quinto vertice Unione europea – America Latina e Caraibi. I temi principali all'ordine del giorno sono stati la  lotta contro la povertà, le disparità e l'emarginazione sociale; protezione dell'ambiente, sviluppo sostenibile e politica energetica. Il dibattito si è inoltre esteso al problema dell'aumento dei prezzi alimentari e alle trattative in atto per la conclusione di accordi di associazione con il Mercosur, la Comunità andina delle nazioni e l'America centrale.

-   riconosce quale priorità determinanti del partenariato strategico  la  lotta contro la povertà, le diseguaglianze e l'esclusione sociale

-   auspica l'utilizzo della crescita economica a fini redistributivi, raccomandando la messa in atto di politiche sociali che garantiscano, in particolare, il diritto all'alimentazione e l'accesso all'acqua, sopprimano l'analfabetismo, migliorino la qualità dell'istruzione di base, della formazione professionale e delle condizioni di alloggio per le popolazioni più vulnerabili.

-   formula l’impegno a stimolare una cooperazione bi-regionale che includa una visione completa delle sfide ambientali come i cambiamenti climatici e la desertificazione, l'energia, l'acqua, la biodiversità, le foreste, la pesca e l'utilizzo dei prodotti chimici. Per quanto riguarda la lotta contro i cambiamenti climatici sottolinea l’impegno delle parti  a raggiungere un accordo nel quadro del Piano d'azione di Bali  entro il 2009 e  a lanciare un programma comune (Euroclima) al fine di stimolare stimolare il dialogo, lo scambio di esperienze;

-   Riconoscendo la sovranità degli Stati in materia di gestione delle risorse naturali, sottolinea altresì sull'importanza di garantire un quadro regolamentare favorevole all'investimento (privato) in questo settore.

-   Afferma l’impegno a sostenere misure tendenti a promuovere l'adattamento delle popolazioni delle zone rurali, costiere e di montagna dei paesi latino-americani e dei Caraibi agli effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità e la sicurezza alimentare.

Il prossimo vertice UE/America latina e Caraibi avrà luogo in Spagna nel 2010.

 

Assistenza finanziaria

Oltre ai finanziamenti nel quadro dei programmi regionali per l’America latina, nel Country Strategy Paper-Venezuela 2007-2013, la Commissione europea ha previsto un contributo comunitario diretto per il Venezuela pari a 40 milioni di euro - a titolo dello strumento finanziario per la cooperazione allo sviluppo (DCI) - per il finanziamento a progetti volti a:

·       sostenere la modernizzazione e la decentralizzazione dello Stato (e in particolare una partecipazione più attiva della società civile e il sostegno allo Stato di diritto);

·       favorire una crescita economica equa e durevole e la riduzione della povertà e della disoccupazione attraverso la diversificazione.

Il Venezuela ha inoltre beneficiato tra dal 1 gennaio 2006 al 31 dicembre 2008 del regime speciale “SGP+ nell’ambito del  Sistema Generalizzato di Preferenze”[37]. Il regime speciale “SPG +” è inteso in particolare ad incentivare lo sviluppo sostenibile e il buon governo in paesi considerati vulnerabili, attraverso un sistema preferenziale dei dazi alle importazioni comunitarie dei prodotti originari dei paesi beneficiari.

 

 


Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti internazionali)

 


Nicolás Maduro Moros

Ministro degli Affari esteri della Repubblica

bolivariana del Venezuela

 

 

 

 

 

 

Nicolás Maduro Moros è nato a Caracas, il 23 novembre 1962. Di origine ebraica da parte di madre, è stato dirigente del movimento sindacale, nell’ambito del quale rappresentava i lavoratori della Metropolitana di Caracas, presso la quale era impiegato, negli anni ’70 ed ’80.

Tra i fondatori del Movimento V Repubblica, è stato eletto deputato al Congreso della Repubblica nel periodo gennaio-dicembre 1999; successivamente ha fatto parte dell’Assemblea Nazionale Costituente (agosto 1999-gennaio 2000).

Confermato deputato dell’Assemblea Nazionale alle elezioni del 2000, è stato Presidente del Parlamento nel periodo 2005-2006, incarico che ha lasciato ad agosto 2006 per assumere la carica di Ministro degli Affari esteri, in sostituzione di Alí Rodríguez, dimissionario per motivi di salute.

Maduro è sposato con Cilia Flores, figura di rilievo del Movimento V Repubblica e primo Presidente donna dell’Assemblea legislativa.


CILIA ADELA FLORES

Presidente dell’Assemblea Nazionale della

Repubblica bolivariana del Venezuela

 

 

Avvocato, specializzato in diritto penale e del lavoro.

E’ stata eletta deputato con sistema uninominale nella circoscrizione La Vega e il Paraíso, nelle fila del Movimiento V República (MVR), partito del quale è stata cofondatrice.

Nel 1993 ha fondato il Circolo bolivariano per i diritti umani.

Membro della direzione Nazionale del Movimiento Bolivariano Revolucionario 200 (MBR-200) e coordinatrice del Gruppo di Opinione del Movimiento V República.

Prima donna a presiedere il Parlamento venezuelano, Cilia Flores è stata eletta all’unanimità il 15 agosto 2006, dopo la designazione di Nicolás Maduro Moros alla carica di Ministro degli Affari esteri. Precedentemente occupava l’incarico di Presidente della Commissione per la Politica interna. Resterà in carica fino al 5 gennaio 2007 quando verrà eletto il nuovo Presidente del Parlamento.


ALTRI APPROFONDIMENTI

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Raffronto tra i principali dati statistici dei quattro paesi

 

 

GUATEMALA

MESSICO

NICARAGUA

VENEZUELA

Dati generali

 

 

 

 

Capitale

Guatemala

Città del Messico

Managua

Caracas

Superficie (Kmq)

108.890

1.972.550

129.494

912.050

Popolazione (milioni)

13

109,9

5,7

26,4

Dati politici

 

 

 

 

Forma di governo

Repubblica presidenziale

Repubblica presidenziale

Repubblica presidenziale

Repubblica presidenziale

Capo dello Stato / Primo ministro

Alvaro Colom Caballeros

Felipe de Jesus Calderon Hinojosa

Daniel Ortega Saavedra

Hugo Chavez Frias

Partito politico maggioritario

Unione nazionale per la speranza (UNE)

Partito di azione nazionale (PAN)

Fronte sandinista di liberazione nazionale

Movimento V Repubblica

Denominazione e struttura del Parlamento

Congreso de la Repùblica – Monocamerale

Congreso de la Union – Bicamerale

Asamblea nacional - Monocamerale

Asamblea nacional - Monocamerale

Scadenze elettorali

Settembre 2011 – Presidenziali e legislative

5 luglio 2009 – Camera federale dei deputati[38]

Novembre 2011 – Presidenziali e legislative

Dicembre 2012 – Presidenziali;

Dicembre 2010 - Legislative

Dati economici
(Dati 2007):

 

 

 

 

Pil pro capite (Dollari USA - PPP[39])

5.100

12.400

2.800

14.000[40]

Incremento percentuale del Pil

5,7% 

3,2% 

3,8% 

5,7%[41]

Import dall’Italia (milioni di euro)

120,9 

3.449 

6,6 

781,8

Export in Italia (milioni di euro)

37,3 

430 

11,1 

345

Saldo commerciale con l’Italia (milioni di euro)

- 83,6 

- 3.019 

+ 4,5  

- 436,8

Accordi-quadro con l’Unione europea attualmente in vigore

Accordo-quadro di cooperazione del 22 febbraio 1993

Accordo di partena-riato economico, coordinamento poli-tico e coopera-zione dell’8 di-cembre 1997

Accordo-quadro di cooperazione del 22 febbraio 1993

-

 


Guatemala e Nicaragua: Rapporti con l’Unione europea
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Nel settembre 1984, in un momento di grave crisi politica, l’Unione europea ha avviato con Guatemala e Nicaragua e gli altri quattro paesi dell'America centrale (El Salvador, Costa Rica, Honduras e Panama) il Dialogo di San José[42]. All’epoca l’obiettivo principale dell’iniziativa era quello di contribuire alla soluzione dei conflitti armati in corso attraverso il dialogo e i negoziati.

Nel corso del tempo, le conferenze annuali tenutesi tra i ministri degli affari esteri dei paesi dell’America centrale e i rappresentanti dell’UE hanno contributo gradualmente a sviluppare il processo, considerato come una piattaforma per favorire cooperazione, legami economici e integrazione regionale. Obiettivo dell'Unione europea nella regione è quello di contribuire alla stabilizzazione politica e all'affermazione dei diritti umani e dello stato di diritto.

La base legale per le relazioni tra l’Unione europea e i sei paesi dell’America centrale, tra cui Guatemala e Nicaragua, è attualmente rappresentata dall’Accordo quadro di cooperazione del 1993, in attesa che entri in vigore[43] il nuovo Accordo di dialogo politico e cooperazione economica[44] firmato a Roma il 15 dicembre 2003.

Il nuovo accordo rappresenta un importante rafforzamento delle relazioni fra le Parti e introduce nuove aree di cooperazione, quali prevenzione dei conflitti, governance, lotta al terrorismo e immigrazione illegale.

A partire dal giugno 2007 sono stati avviati negoziati per un Accordo di associazione e di una zona di libero scambio[45] tra l’UE e l’America centrale. Tra il 23 e il 30 gennaio 2009 si è svolto a Bruxelles un sesto ciclo di negoziati[46] sui tre capitoli del futuro accordo (dialogo politico, cooperazione e scambi commerciali), in vista della conclusione dello stesso entro la fine del 2009.

L’Unione europea e l’America centrale attribuiscono grande importanza al dialogo con la società civile. Il secondo forum in questo settore si è svolto a Tegucigalpa nel marzo 2007.

Il Regional Strategy Paper per l’ America centrale 2007-2013, prevede aiuti da parte dell’Unione europea per un ammontare pari a 75 milioni di euro, al fine di rafforzare: il quadro istituzionale per l’integrazione regionale (26,5%); l’unione doganale e le relative politiche (%); la governance regionale e la protezione civile (11 %).

 

Assistenza finanziaria

Per quanto riguarda il Nicaragua, il Country Strategy Paper-Nicaragua per il periodo 2007-2013 prevede lo stanziamento da parte dell’Unione europea di 230 milioni di euro a titolo dello strumento di finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI)[47], per il finanziamento di progetti nei seguenti settori:

·       democrazia e buon governo:sostenere l’attuazione dello stato di diritto e una reale separazione dei poteri, ridurre l’insicurezza giuridica nel campo della proprietà e del regime fondiario

·       istruzione: aumentare il livello di vita soprattutto attraverso il sostegno all’insegnamento professionale

·       crescita economica: sostenere il quadro macroeconomico e migliorare il clima degli affari e degli investimenti.

Relativamente al Guatemala, sulla base del Country Strategy Paper- Guatemala 2007-2013, la Commissione europea ha previsto uno stanziamento di aiuti pari a 135 milioni di euro per progetti relativi a:

·       coesione sociale: migliore gestione dei fondi pubblici,

·       aiuto ai giovani  prevenzione del crimine, sostegno all’occupazione

·       crescita economica e sostegno al commercio

·       integrazione regionale.

Il Guatemala e il Nicaragua beneficiano ugualmente dei finanziamenti previsti dai programmi  regionali per l’America centrale e per l’America latina nonchè di aiuti relativi a programmi tematici e altri strumenti.

I due paesi hanno inoltre beneficiato tra dal 1 gennaio 2006 al 31 dicembre 2008 del regime speciale “SGP+ nell’ambito del  Sistema Generalizzato di Preferenze”[48].  Il regime speciale “SPG +” è inteso in particolare ad incentivare lo sviluppo sostenibile e il buon governo in paesi considerati vulnerabili, attraverso un sistema preferenziale dei dazi alle importazioni comunitarie dei prodotti originari dei paesi beneficiari.


Organizzazioni regionali di cooperazione politica e finanziaria (Alba, Banco del Sur e Unasur)
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

ALBA

L'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) (Alternativa Bolivariana para América Latina y el Caribe) è un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell'America Latina e i paesi caraibici cui hanno dato vita Venezuela e Cuba in occasione del vertice de La Havana del 27 e 28 aprile 2005.

L'accordo preliminare alla fondazione dell’ALBA fu siglato il 14 dicembre 2004 tra il Presidente del Venezuela Hugo Chávez e il Presidente cubano Fidel Castro e riguardava lo scambio tra il supporto medico cubano e il petrolio venezuelano. Attualmente fanno parte dell’ALBA: Venezuela e Cuba (membri fondatori), Bolivia (dall’aprile 2006)  Nicaragua (dal gennaio 2007) e Dominica (ha aderito nel gennaio 2008 in occasione del VI vertice ALBA di Caracas). L’Ecuador ha partecipato a varie attività, da ultimo al IV vertice ALBA, in qualità di “invitato speciale”.

Il progetto individua come settori di collaborazione tra i Paesi membri il risparmio energetico, l’occupazione, e l’accesso ai mercati e si proponeva come alternativa all'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) (Area de Libre Comercio de las Américas) promossa dagli Stati Uniti ma ormai non più vigente. Oggi l’ALBA si pone piuttosto come alternativa ai modelli di integrazione funzionale che spesso vengono additati come “neo-liberali” e giudicati come troppo attenti alle dimensioni economiche. I critici dell’ALBA, per contro, ne sottolineano il carattere ideologico e “anti-imperialista”.

Il progetto ALBA, nelle intenzioni dei suoi membri, ha per obiettivo “istituzionale” la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale. Si basa sulla cooperazione tramite fondi di compensazione. I paesi membri sono parte del Tratado de Comercio de los Pueblos (TCP), l’accordo di cooperazione economica e commerciale che auspica sinergie nella cooperazione finanziaria, tecnologica e nel settore della sanità alternativo ai modelli di TLC (Trattato Libero Commercio) conclusi da alcuni Paesi latinoamericani con gli USA (ad es. il Peru’) o l’UE (tipo l’accordo di associazione con il Cile). 

Importanti accordi sono stati presi all’interno dell’ALBA riguardo diversi settori. In campo energetico l’obiettivo è la creazione di una società multinazionale per l’esplorazione e lo sfruttamento petrolifero. In pratica, sembrerebbe questo uno strumento di espansione dell’influenza venezuelana nella regione grazie allo strumento del petrolio. Importante è altresì la nascita della “Banca dell’ALBA” che avrà un capitale iniziale di un miliardo di dollari (circa 680 milioni di euro) e fornirà un percorso alternativo ai criteri di finanziamento delle istituzioni di Bretton Woods. Tale Banca, tuttavia, non nascerebbe in opposizione al “Banco del Sur” che manterrebbe il ruolo di costola finanziaria di UNASUR, l’esercizio di integrazione più ampio ed ambizioso del sub-continente. Infine si segnalano: un trattato di sicurezza alimentare che prevede investimenti, produzione e commercializzazione di alimenti attraverso l’apporto di ciascun Paese; e la creazione di un sistema di comunicazioni che prenderebbe avvio grazie alla costruzione di un cavo sottomarino tra Venezuela e Cuba.

A fine gennaio 2008, a fini evidentemente propagandistici, il Presidente Chavez ha proposto ai Paesi membri dell’ALBA di procedere ad una progressiva integrazione delle rispettive forze armate e all’elaborazione di una strategia difensiva comune. Il progetto, che finora non ha avuto alcun seguito operativo, mirerebbe alla creazione di un’alleanza militare diretta a contrastare l’asserita egemonia statunitense in America Latina.

 

 

Banco del Sur

Il nove dicembre 2007, i capi di stato di Argentina, Venezuela, Brasile, Ecuador, Paraguay, Bolivia e Uruguay hanno firmato l’atto di fondazione di una nuova banca per lo sviluppo dell’America Latina: il Banco del Sur.

L’idea di realizzare una banca regionale fu lanciata per la prima volta dal Capo di Stato venezuelano già nel 2004, ma solo il 22 febbraio 2007, tre anni dopo, ne fu decisa la fondazione, d’intesa con l’allora Presidente argentino Néstor Carlos Kirchner. Ovviamente il progetto, che è aperto a tutti i Paesi dell’America Latina, non è altro che il risultato della politica di Caracas.

E’ stato infatti solo lo scorso 8 ottobre 2007 che i Ministri dell’Economia e delle Finanze dei Paesi membri hanno dato la decisiva approvazione alla realizzazione del progetto. Questa istituzione potrebbe quindi diventare operativa solo verso la metà del 2008. La sede del Banco è stata situata a Caracas, mentre altri due uffici saranno posti a Buenos Aires e a La Paz. Il Brasile ha comunque ottenuto che fosse soddisfatta la sua richiesta, in base alla quale, nella determinazione dei Paesi che potranno usufruire dei fondi elargiti dal Banco, si dovrà tenere conto non solo dei principi politici, ma anche di quelli economico-finanziari.

In questo contesto l’Argentina continua a svolgere il suo ruolo di mediatore tra il Brasile, che è il suo maggiore partner commerciale, e il Venezuela che fornisce a Buenos Aires significativi aiuti economici.

Gli obiettivi alla base della creazione del Banco sono l’insoddisfazione derivante dalle normali pratiche di assegnazione dei crediti da parte della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, il desiderio di rafforzare la solidarietà tra Stati latinoamericani e garantire l’indipendenza delle istituzioni finanziarie internazionali dall’influenza statunitense.

Le funzioni che dovranno essere assolte dal Banco del Sur sono essenzialmente quattro: finanziare progetti di sviluppo in settori chiave dell’economia orientati a migliorare la competitività e lo sviluppo scientifico e tecnologico; dare priorità all’uso di materie prime proprie dei paesi membri per investirle in programmi di sviluppo volti a ridurre la povertà e l’esclusione sociale; finanziare progetti che favoriscano il processo di integrazione sudamericana; creare ed amministrare fondi speciali di solidarietà sociale ed emergenza in caso di disastri naturali.

Per rendere definitivamente operativo il progetto, i Ministri dell’Economia dei Paesi membri dovranno elaborare un programma di accordo costitutivo del Banco, il cui capitale è stato approssimativamente indicato in 7 miliardi di dollari. Il Consiglio di Amministrazione del Banco, la cui funzione precipua dovrebbe essere quella di definire le politiche generali di medio e lungo termine, sarà integrato dai Ministeri dell’Economia degli Stati membri e dovrà deliberare a maggioranza assoluta. Tuttavia, non tutte le modalità proprie della struttura bancaria (come ad esempio quelle relative ai contributi) sono ancora state determinate.

Fino a questo momento non hanno mostrato interesse ad aderire al Banco del Sur il Cile, il Perù e la Colombia, paesi che nutrono un moderato scetticismo nei confronti del progetto.

Ancora non è possibile determinare l’impatto che il Banco avrà sul sistema finanziario regionale e il ruolo che esso sarà in grado di svolgere in questo settore, data la presenza nell’area di diverse istituzioni bancarie già affermate, come BID e CAF. Inoltre, la crisi finanziaria dell’autunno 2008, che condiziona pesantemente l’andamento dell’economia di alcuni Paesi latinoamericani (soprattutto quelli maggiormente dipendenti dal corso del greggio), ha spinto alcuni leader politici a chiedere un’accelerazione del processo di attivazione dei meccanismi finanziari del Banco. Ciononostante, è difficile, in tali circostanze, valutare quanto il Banco del Sur sia in grado di apportare al processo di integrazione regionale latino-americana.

 

 

UNASUR

L’Unione delle Nazioni Sudamericane è formalmente nata il 24 maggio 2008 con la firma del “Trattato di Brasilia”, il primo accordo che da vita ad una vera alleanza tra i vari paesi dell'America del Sud per approfondire ed ampliare il processo di integrazione subcontinentale. A differenza della “Dichiarazione di Cuzco” dell’8 dicembre 2004, con cui fu creata la Comunità Sudamericana delle Nazioni (primo nucleo dell’UNASUR), il “Trattato di Brasilia” è un vero e proprio atto costitutivo dal quale discendono impegni chiari per i 12 Paesi membri della nuova organizzazione internazionale che copre una superficie di quasi 18 milioni di km2 con una popolazione di circa 382 milioni di persone.

Il Trattato di Brasilia prevede che l’UNASUR sia dotata di un Segretariato permanente con sede a Quito. E’ prevista una riunione annuale dei Capi di Stato dei Paesi membri, i cui Ministri degli Esteri si riuniscono ogni sei mesi per elaborare proposte e prendere decisioni esecutive. La presidenza dell’Organizzazione è annuale, a rotazione. Rimane in prospettiva la volontà politica di dar vita ad un Parlamento sudamericano (la cui sede sarà a Cochabamba, Bolivia).

Con evidente riferimento al modello di integrazione funzionale dell’Unione Europea, UNASUR ambisce a sviluppare il coordinamento tra gli Stati membri in materia di energia, comunicazioni, difesa e politiche sociali, ma senza la pretesa di trasformarsi in un’unione doganale.  Nel suo ambito si lavorerà anche nei settori della la lotta contro la corruzione, il terrorismo e il traffico di stupefacenti, e si elaboreranno riflessioni congiunte sulla protezione dell'ambiente.

La vera anima dell’Unione è il Brasile che, già all’epoca della Comunità Sudamericana delle Nazioni, vedeva in questo strumento la possibilità di manifestare la propria preminenza regionale e presentarsi come l’unico Paese in grado di garantire la rappresentatività dell’intero subcontinente. Proprio l’esclusione dell’altra potenza regionale, il Messico, dimostra come Brasilia abbia assegnato al progetto di integrazione in chiave sudamericana, piuttosto che latinoamericana, un ruolo strumentale rispetto alle proprie aspirazioni politiche, incluse quelle a sedere in Consiglio di Sicurezza a titolo di membro permanente.

Infatti, mentre l’interesse di alcuni paesi (Venezuela, Ecuador, Bolivia e, forse, Paraguay) si sostanzia nel favorire la convergenza tra la Comunità Andina e il Mercosur  al fine di superarne l’impostazione asseritamene “commerciale”, “neoliberale” o comunque poco attenta alle dimensioni sociali, per il Brasile l’UNASUR, grazie a meccanismi di concertazione politica, deve essere strumento di promozione di concreti progetti di integrazione ad un livello esclusivamente sudamericano. L’integrazione fisica completerebbe tale disegno consentendo al Brasile di proiettare in tutto il subcontinente la propria preminenza economica e garantendo un più agevole accesso ai mercati sudamericani[49].

Per quanto concerne la vocazione politica della nuova organizzazione e, in particolare, la politica estera, UNASUR è nata per rafforzare l’”identità sudamericana” e la convergenza sui problemi regionali e globali. Anche in questo ambito, è particolarmente rilevante la posizione del Brasile. Infatti, se per alcuni Stati membri è l’antiamericanismo a suggerire un coordinamento sudamericano per evitare che le questioni regionali vengano demandate all’OSA (dove sono presenti anche gli USA), per il Brasile UNASUR costituisce un foro all’interno del quale, in assenza di concorrenti “di peso” quali il Messico o gli Stati Uniti, poter svolgere un ruolo preminente di mediazione e moderazione. Nel far ciò il Brasile ambisce ad accrescere il proprio prestigio anche al di fuori dell’America Meridionale, presentandosi quasi come il rappresentante dell’intero subcontinente e il garante della sua stabilità. E’ questa una delle chiavi di lettura del ruolo svolto dal Brasile, all’interno di UNASUR, per il superamento delle crisi regionali più preoccupanti: le tensioni tra Quito e Bogotà in seguito all’operazione che ha condotto all’uccisione di Raul Reyes (“numero due” e portavoce delle FARC) da parte di unità militari colombiane in territorio ecuadoriano o l’aggravarsi della situazione interna alla Bolivia (autunno 2008).

Sempre su impulso del Brasile, l'UNASUR dovrebbe occuparsi anche di politiche di difesa. E' stato creato un gruppo di lavoro che dovrebbe approfondire le prospettive di costituzione del cosiddetto "Consiglio di Difesa Sud Americano". Per il Brasile si tratterebbe di un pacchetto di misure per avviare la collaborazione industriale nel settore militare, l’elaborazione di politiche di difesa comuni, l’adozione di misure di “confidence building” e la realizzazione di esercitazioni congiunte, non di un accordo militare classico né di un’alleanza formale che, come a tratti proposto dal Venezuela, si contrapponga alla NATO nell'emisfero Sud. Moderazione e pragmatismo, in questo come in altri settori di interesse di UNASUR, si sono rivelati strumenti vincenti della strategia Brasilia che è riuscita a superare le reticenze dei paesi  Uruguay e Colombia inizialmente più scettici nei confronti della dimensione militare della nuova organizzazione.

Infine, per quanto concerne le politiche sociali, se l’interesse del Venezuela di Chavez e dell’Ecuador di Correa si sostanzia nella possibilità di imprimere un’accresciuta vocazione “popolare” dell’UNASUR, in funzione di contrappeso ai fori di integrazione più propriamente commerciali (CAN e Mercosur), nei quali hanno un ruolo marginale, il Brasile appoggia la proposta cilena di istituire un apposito Consiglio che accorpi in un'unica dimensione le questioni sociali, culturali, educative e del turismo alle quali evidentemente il Governo di Lula attribuisce particolare rilevanza. Non sembra invece che venga assegnata la stessa priorità all'integrazione finanziaria, tanto che il documento sulla creazione di un Consiglio di gestione in materia procederebbe lentamente, anche a causa dell'incertezza che regna sulla situazione finanziaria mondiale[50].




[1]    All’indomani del voto sono emersi gravi contrasti tra i due schieramenti che si erano presentati alle elezioni: da una parte il Partito di Azione Nazionale (PAN), dall’altra la coalizione “Per il bene di tutti”, il cui candidato, Andrés Manuel Lopez Obrador, del PRD (Partito della Rivoluzione Democratica), era ritenuto il probabile vincitore dai sondaggi elettorali.

 

[2]    Dati resi noti dalla Procura generale messicana il 2 ottobre 2008.

[3]    I cartelli messicani mantengono vere e proprie milizie armate specializzate, formate da ex agenti di intelligence ed ex appartenenti alle truppe speciali dell’esercito federale.

[4]    48.000 $ stimato per il 2008 (Fonte: CIA World Factbook).

[5]    Alcune fonti stimano che i messicani illegalmente negli USA siano addirittura 12 milioni.

[6]    La città di Tendeparacua, nello stato di Michoacan, aveva – nel 1985 – 6.000 residenti; nel 2007  ne rimanevano 600.

[7]    Molto spesso è il solo padre ad emigrare, lasciando l’intera famiglia. Ma numerosi (e in crescita) sono i casi in cui il padre – dopo un primo periodo – è raggiunto dalla sola madre, mentre i figli rimangono in Messico privi della presenza dei genitori.

[8]    Secondo alcuni studi demografici, addirittura il Messico diventerà fra poco terra di destinazione di flussi migratori.

[9]    Decisioni n. 2/2000 del Consiglio congiunto UE-Messico del 23 marzo 2000 sugli scambi di merci.l’apertura dei mercati degli appalti pubblici, la cooperazione nel settore della concorrenza e  decisione n. 2/2001 del Consiglio congiunto UE-Messico del 27 febbraio 2001 sugli scambi di servizi, gli investimenti e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

[10]   A partire dall’entrata in vigore dell’accordo, si sono tenuti quattro Vertici, il 18 maggio 2002, il 29 maggio 2004 e il 13 maggio 2006, il 17 maggio 2008 a Lima, in Perù, nel quadro del Quinto Vertice UE-ALC. A Lima le parti hanno salutato il dinamismo dei flussi di scambi e d'investimento sottolineando che  gli scambi bilaterali hanno raggiunti 50 miliardi USD nel 2007, e ricordat0 il loro desiderio di rinegoziare le clausole di revisione dell'ALE sull'agricoltura, i servizi e l'investimento.

[11] Il 19 aprile 2007 si è tenuto il quinto Consiglio congiunto che ha affrontato i temi di interesse internazionale (con particolare attenzione per tutela dei diritti umani, approvvigionamento di energia, cambiamento climatico e migrazione) e bilaterale. (clausole di revisione previste dall’Accordo in materia di agricoltura, investimenti e servizi e rafforzmento della cooperazione bilaterale in materia di tutela dei diritti umani)..

[12] L’ottavo comitato congiunto si è tenuto a Città del Messico il 13 e 14 novembre 2008

[13]   GALILEO è il programma europeo di radionavigazione e di posizionamento via satellite. Lanciato dalla Commissione europea e sviluppato insieme all'Agenzia spaziale europea, fornirà all'Unione europea una tecnologia indipendente rispetto al GPS americano e al GLONASS russo.

[14]   Composto dai dodici membri dell'Associazione latinoamericana di integrazione - Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Panama, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela - a cui si aggiungono due osservatori per l'America centrale e i Caraibi.

[15]    Regolamento (CE) n. 1905/2006 del PE e del Consiglio, del 18 dicembre 2006. L’ammontare complessivo degli aiuti destinati dallo strumento all’America latina per il periodo 2007-2013 è di 2690 milioni di euro. 

[16]   Si ricorda che per il periodo precedente,  2002-2006, la cooperazione finanziaria si è avvalsa di uno stanziamento pari a 56,2 milioni di euro.

[17]    In tale quadro si segnala il Fondo di cooperazione internazionale in campo scientifico e tecnologico UE-Messico (FONCICYT) con dotazione 20 milioni di euro per il periodo 2008-2010

[18] [18]Popolazione con meno di 14 anni 40,1%; popolazione con un’età compresa tra i 15 ed i 64 anni: 56,2%, popolazione con più di 64 anni: 3,7%.

 

[19]    Tutti gli organi entrano in carica nel gennaio successivo allo svolgimento delle elezioni.

[20]   Popolazione con meno di 14 anni: 35,5%; popolazione con un’età compresa tra i 15 ed i 64 anni: 61,3%, popolazione con più di 64 anni: 3,2%.

[21]   Compreso il seggio spettante al candidato alla presidenza Eduardo Montealegre, che ha ottenuto il secondo miglior risultato nelle elezioni presidenziali del 2006.

[22]   Un seggio è detenuto dall’ex Presidente della Repubblica, Enrique Bolanos.

[23]   Una successiva scissione in seno all’ALN ha portato alla costituzione del Blocco democratico nicaraguense (BDN), guidato dal leader dell’ALN Eduardo Montealegre, cui hanno aderito 15 deputati dell’ALN, mentre altri due – unitamente a un pari numero di deputati del MRS – sono confluiti tra gli indipendenti.

[24]    L’art. 72 della Costituzione recita così: “Tutte le cariche e le magistrature sono revocabili. Trascorsa la metà del periodo per il quale è stato eletto un funzionario, un numero non inferiore del 20% degli elettori iscritti nella corrispondente circoscrizione potrà sollecitare un referendum per revocare il suo mandato. Quando un numero uguale o maggiore di elettori, rispetto a quelli che hanno eletto il funzionario, abbiano votato a favore della revoca, e sempre che al referendum partecipino almeno il 25% degli elettori della circoscrizione, il funzionario si considererà deposto”.

[25]   Fonti: MAE, CIA Worldfactbook 2007

[26]   Se sfruttate, tali riserve, pari a circa 235 miliardi di barili, farebbero del Venezuela il Paese con la maggiore quantità di riserve di greggio al mondo.

[27]   Per la verità nel corso del 2008 il partito Podemos si è staccato con i suoi 15 parlamentari dal fronte governativo.

[28]   Si tratta del petrolio a maggiore contenuto di zolfo presente nell’ultimo strato dei giacimenti, ovvero del petrolio ricavabile da sabbie e scisti bituminosi (extra pesante): in entrambi i casi sono più elevati i costi e le difficoltà tecniche di estrazione e raffinazione.

[29]   L’UNASUR si è costituita avendo come modello abbastanza chiaro l’Unione europea, ma, nonostante alcune analogie istituzionali, soprattutto nella dimensione di integrazikone funzionale che la UE ha indubbiamente condotto ad un alto livello. L’Organizzazione sembra tuttavia finora corrispondere maggiormente ai disegni egemonici brasiliani, rispetto ai progetti di Chavez.

[30]   L' Accordo culturale, ratificato nel 1997, prevede espressamente l'impegno a studiare la soluzione per il riconoscimento bilaterale dei titoli di studio rilasciati dalle scuole dell'altra Parte funzionanti sul proprio territorio.

[31] L’on. Lacava è stato nominato, nel luglio 2007, ambasciatore del Venezuela a Roma.

[32]   Precedentemente il Venezuela aderiva alla Comunità andina da cui è uscito nell’aprile 2006.

[33]   Per quanto riguarda la Bolivia, sono state avviate le procedure per consentirne la trasformazione dallo stato di paese associato (1997) a quella di membro a pieno titolo.Accordi di associazione legano al Mercosur Cile (1996), Perù (2003), Colombia (2004), Ecuador (2004).

 

[34]    Regolamento (CE) n. 1905/2006 del PE e del Consiglio, del 18 dicembre 2006. L’ammontare complessivo degli aiuti destinati dallo strumento all’America latina per il periodo 2007-2013 è di 2690 milioni di euro.

[35]    Istituito nel 1986 tra sei paesi dell’area per facilitare il dibattito su temi di interesse comune, comprende attualmente l’intera America latina nonché una rappresentanza dei paesi caraibici. Con la Dichiarazione di Roma del 20 dicembre 1990, l'Unione europea ha istituito con il Gruppo di Rio un dialogo regolare che prevede una riunione annuale o biennale, a livello ministeriale. Tali incontri rappresentano una piattaforma fondamentale per agevolare il dialogo politico, intensificare le relazioni tra l’UE e l’America Latina e identificare gli obiettivi comuni.

[36]   L’Unione europea ha sostenuto il processo di integrazione della regione già a partire dall’accordo di Cartagena che ha istituito la Comunità andina (Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela) nel 1969. Un regolare dialogo politico è stato avviato sulla base della dichiarazione di Roma del 1996. Gli argomenti prioritari del dialogo riguardano integrazione regionale, democrazia e diritti umani, lotta alle droghe.

[37]   Regolamento(CE)no.980/2005. Il regime SPG+ si estende anche a Bolivia, Nicaragua, Colombia, Costa Rica, Ecuador; Georgia, Guatemala, Honduras, Panama, Perù, El Salvador, Sri Lanka, Repubblica di Moldova, Mongolia.

[38]   Il 1° luglio 2012 si svolgeranno le consultazioni presidenziali e senatoriali.

[39]   Parità di potere di acquisto.

[40]   Stime 2008.

[41]   Stime 2008.

[42]   Il dialogo prende il nome dalla capitale del Costa Rica che ospitò la prima riunione.

[43]L’Accordo entrerà in vigore il 1° giorno successivo alla data di completamento delle procedure di ratifica delle Parti. Devono ancora ratificare l’accordo Costa Rica e Grecia.

[44]La decisione di negoziare il nuovo accordo fu presa nel corso del Vertice UE-America latina e Caraibi nel 2002; i negoziati sono stati conclusi rapidamente in due soli round negoziali nell’ottobre 2003.

[45]I negoziati sono stati avviati ufficialmente il 29 giugno 2007.

[46]I precedenti cicli di negoziati si sono svolti a San Josè (ottobre 2007), Bruxelles (Febbraio 2008), San Salvador (aprile 2008), Bruxelles (luglio 2008) e Ciudad de Guatemala (ottobre 2008).

[47]   Regolamento (CE) n. 1905/2006 del PE e del Consiglio, del 18 dicembre 2006. L’ammontare complessivo degli aiuti destinati dallo strumento all’America latina per il periodo 2007-2013 è di 2690 milioni di euro.

[48]   Regolamento(CE)no.980/2005. Il regime SPG+ si estende anche a Bolivia, Nicaragua, Colombia, Costa Rica, Ecuador; Georgia, Guatemala, Honduras, Panama, Perù, El Salvador, Sri Lanka, Repubblica di Moldova, Mongolia.

[49]   Anche gli imprenditori brasiliani ritengono che ormai il subcontinente sia il loro ambito d'azione naturale, come chiaramente indicato nell'ultima relazione annuale della CNI, la Confindustria brasiliana.

[50]  Ciononostante, si ricorda che il 9 dicembre 2007 il Brasile  ha firmato con Argentina, Venezuela, Ecuador, Paraguay, Bolivia e Uruguay l’atto di fondazione del Banco del Sur, una nuova banca per lo sviluppo dell’America Latina voluta soprattutto dal Presidente Chavez e all’interno della quale il Brasile ha giocato ancora una volta il ruolo di “moderatore” ottenendo, tra l’altro, che nella determinazione dei Paesi che potranno usufruire dei fondi elargiti dal Banco, si dovrà tenere conto non solo dei principi politici (come sostenuto dal Venezuela), ma anche di quelli economico-finanziari.