Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: GIAPPONE - Incontro del Presidente della Camera con il Presidente della Camera dei Rappresentanti del Giappone, Yohei Kono - Roma, 9 luglio 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 33
Data: 08/07/2008
Descrittori:
GIAPPONE   POLITICA ESTERA

MESSICO

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

XVI legislatura

n. 33

2 luglio 2008

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 

 

 


Messico

 

– STATI UNITI DEL MESSICO –

 

Messico - Bandiera

 

DATI GENERALI

Superficie

1.972.550 Kmq (circa 6 volte e mezza il  territorio italiano)

Capitale

CITTA’ DEL MESSICO (20.000.000 abitanti)

Abitanti

110.000.000 (stime luglio 2008)

Tasso crescita popolazione

1,1% (stime luglio 2008)

Speranza di vita

totale: 75 anni (stime 2008)
uomini: 73 anni - donne: 78 anni

Tasso alfabetizzazione

91%

PIL al cambio ufficiale

893,4 mld US$

Crescita PIL

+ 3,3% (2007)

PIL pro capite (a parità di potere di acquisto)

12.800 US$ (Italia: 30.200 US$)

Composizione etnica

Meticci 60%; Amerindi 30%, Bianchi 9%

Religioni praticate

Cattolica 76,5; Riformata 6,3%

 

 

SCADENZE ELETTORALI

Elezioni presidenziali

2012

Elezioni legislative

2009

 

 

 

Ambasciatore d’Italia in Messico

Ambasciatore del Messico in Italia

FELICE SCAUSO

JORGECHENCHARPENTIER

 

 

 

 


 

 

PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E CAPO DI GOVERNO

Felipe de Jesus CALDERON Hinojosa (Partito di Azione Nazionale, PAN, dal 1° dicembre 2006)

PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Sig.ra Ruth ZALAVETA Salgado (Partito della Rivoluzione Democratica, PRD, dal 30 agosto 2007)

PRESIDENTE DEL SENATO

Santiago CREEL Miranda (Partito di Azione Nazionale, PAN, dal 27 agosto 2007)

MINISTRO DEGLI ESTERI

Patricia ESPINOSA Cantellano

 

 

 

 


 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

Sistema politico

 

In base alla Costituzione del 1917, il Messico è una Repubblica federale, formata da 31 Stati e da un Distretto federale. Ogni Stato può emanare leggi e imporre tasse attraverso assemblee legislative monocamerali rinnovate a scadenze triennali ed un Governatore eletto direttamente. Dal 1997 anche l'amministrazione del Distretto federale (che era di nomina presidenziale) viene eletta direttamente. La forma di governo è di tipo presidenziale, con una attribuzione di poteri molto estesi a favore del Presidente nella sua qualità di Capo dell'Esecutivo in analogia con la struttura di governo degli USA.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Il Presidente della Repubblica è Capo dello Stato, eletto direttamente dal Corpo elettorale. Rimane in carica sei anni (secondo un calendario predisposto dalla Costituzione che indica il 1° dicembre come inizio dell'incarico) con mandato non rinnovabile.

Il Presidente della Repubblica promulga le leggi approvate dal Congresso; inoltre, previa approvazione del Senato, nomina i ministri, i rappresentanti diplomatici, il Procuratore Generale della Repubblica e ratifica i trattati internazionali; dirige la politica estera; concede l'indulto; ha il comando delle Forze armate e della Guardia Nazionale. Il Presidente della Repubblica, di concerto con il Governo e con il Congresso, può sospendere le garanzie costituzionali in caso di invasione, gravi disordini o altre situazioni d’emergenza.

 

 

Parlamento

 

Il Potere Legislativo spetta al Congresso Generale che è articolato in due Camere: la Camera dei deputati e quella dei senatori.

I cinquecento membri della Camera dei Deputati sono eletti per un mandato di 3 anni. Trecento deputati sono eletti con il sistema maggioritario uninominale e i restanti duecento attraverso un sistema proporzionale di lista. I centoventotto membri del Senato sono eletti con sistema misto (64 seggi sono espressi con sistema maggioritario, 32 vengono assegnati al più votato tra i partiti di minoranza, mentre 32 sono ripartiti con criterio proporzionale). Il Senato resta in carica sei anni.

Sia i deputati che i senatori non sono immediatamente rieleggibili.

Le riforme costituzionali sono approvate dal Congresso a maggioranza dei due terzi dei presenti.

 

Le ultime elezioni legislative e presidenziali si sono tenute il 2 luglio 2006. Nelle elezioni del luglio 2000 il PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale) aveva subito la prima sconfitta dal 1929, perdendo la maggioranza in entrambe le Camere. Vicente Fox, del Partito di Azione Nazionale (PAN) era stato eletto Presidente. Tuttavia, nelle elezioni legislative del 2003 per la Camera dei deputati, il PAN ha registrato un brusco calo (da 202 a 158 seggi) mentre il Partito di Rivoluzione Democratica (PRD), schierato a sinistra, ha aumentato i propri seggi da 51 a 100. Il PRI si è aggiudicato 222 seggi, uno in più rispetto al 2000.

 

Composizione della Camera dei deputati:

 

PARTITO

SEGGI

Partito di Azione Nazionale (PAN)

207

Partito della Rivoluzione Democratica (PRD)

127

Partito della Rivoluzione Istituzionale (PRI)

106

Convergenza per la Democrazia (CONV)

18

Verdi (PVEM)

17

Partito del Lavoro (PT)

11

Partito della Nuova Alleanza (NA)

9

Socialdemocratici e Partito di Alternativa Contadina (ALT)

5

TOTALE

500

 

Composizione del Senato:

 

PARTITO

SEGGI

Partito di Azione Nazionale (PAN)

52

Partito della Rivoluzione Istituzionale (PRI)

33

Partito della Rivoluzione Democratica (PRD)

26

Verdi (PVEM)

6

Convergenza per la Democrazia (CONV)

5

Partito del Lavoro (PT)

5

Indipendenti

1

TOTALE

128

 

 

 

Potere giudiziario

 

Il potere giudiziario ha una struttura piramidale al cui vertice si pone la Suprema Corte di Giustizia composta da 11 giudici nominati per quindici anni dal Presidente della Repubblica previa approvazione del Senato con la maggioranza dei 2/3 e non rieleggibili, a cui compete, tra l'altro, la risoluzione delle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi, dei conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e tra la Federazione e gli Stati membri. La Suprema Corte riveste anche la funzione di giudice di ultima istanza.

 

 


 

QUADRO POLITICO

 

a cura del Ministero degli affari esteri

 

 

Politica Interna

 

            Le elezioni del luglio 2006 per la nomina del nuovo Presidente della Repubblica e per il rinnovo della Camera e del Senato federali si sono svolte in un clima di generale tranquillità e regolarità, con un tasso di partecipazione al voto (circa il 60%) tra i più elevati della storia del Messico, ma la vittoria di Felipe Calderón, candidato del Partido Acción Nacional (PAN) di centrodestra che ha ottenuto il 35,9% dei voti, è stata contestata da Manuel Lopez Obrador, ex sindaco della capitale e candidato del Partido de la Revolución Democrática (PRD) che ha ricevuto solo 200.000 voti in meno (pari allo 0,58% del totale). La tensione politica fra i due schieramenti è sfociata in manifestazioni di piazza, soprattutto nei centri urbani e nella capitale; peraltro, a seguito di ulteriori verifiche e di un parziale riconteggio delle schede, il Tribunale Elettorale ha definitivamente confermato il risultato delle elezioni, assegnando la presidenza a Felipe Calderón.

            Sul piano parlamentare, il PAN controlla la Camera ed il Senato rispettivamente con il 42% ed il 40% dei seggi; il PRD ha il 25 % dei seggi alla Camera ed il 2 % al Senato; infine, il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), partito “storico” che ha governato ininterrottamente  il Paese per 71 anni fino al 2000, ha il 21 % dei seggi alla Camera ed il 26 % al Senato. Nel giugno 2009 si terranno le elezioni legislative per il rinnovo del Parlamento, mentre le prossime presidenziali si svolgeranno nel 2012.

            Superate queste difficoltà iniziali, il Presidente Calderón ha posto enfasi sugli aspetti della sicurezza interna e del contrasto alla criminalità organizzata ed al narcotraffico, facendo ampio ricorso alla forza pubblica, soprattutto nelle regioni settentrionali del Paese al confine con gli USA. Il Governo ha altresì proceduto all’avvio di riforme strutturali nel settore economico e giuridico (come quelle della fiscalità e delle pensioni pubbliche nonché del settore energetico e della normativa giudiziaria in materia penale). Benché in campagna elettorale Calderón abbia accentuato l’impronta neoliberale del suo programma, il nuovo Esecutivo, anche ai fini di una collaborazione con il PRI, si pone piuttosto in una linea di sostanziale continuità con la precedente Amministrazione, pur puntando con maggiore enfasi sulla lotta alla povertà ed alla creazione di nuova occupazione.

            A complicare il quadro interno del Paese – oltre ad alcune situazioni delicate dal punto di vista dei diritti umani (come la strage di donne che ha reso tristemente conosciuta Ciudad Juarez) – ha contribuito la crisi nello Stato di Oaxaca. L’omonima capitale è stata teatro da maggio 2006 di scontri e manifestazioni di piazza, iniziati come protesta del corpo insegnante ed estesosi progressivamente fino ad un’aperta rivolta, con la richiesta della destituzione del Governatore dello Stato. Dopo numerosi tentativi negoziali infruttuosi e dopo l’intervento dell’esercito nell’ottobre 2006, si sono registrati nuovi episodi di violenza, confermando che la situazione rimane tesa e che il movimento di opposizione al Governatore Ruiz – peraltro rieletto nel settembre 2007 - conserva capacità operative e di mobilitazione e reclama giustizia per gli eccessi della repressione. La crisi di Oaxaca si è inoltre riaccesa improvvisamente alla fine di maggio 2008, guidata, come sempre, dal Sindacato degli Insegnanti e dall’APPO.

            Nelle elezioni statali seguite alle presidenziali, si è registrata una forte riaffermazione del PRI, mentre il PAN ha ottenuto un solo Governatore e il PRD ha invece subito una perdita di consenso popolare. Il PRD appare infatti fortemente spaccato al proprio interno, dove si confrontano un’ala radicale – facente capo a Lopez Obrador – ed una moderata – rappresentata sostanzialmente dalla corrente Nueva Izquierda. Quest’ultima si è imposta alle elezioni per il rinnovo delle cariche dirigenziali del marzo 2008.

 

Politica Estera

 

Il Governo Calderón ha come priorità quelle di svolgere un ruolo più attivo sulla scena internazionale, in particolare in America Latina, aumentando altresì il suo impegno nei fori multilaterali. Le linee strategiche della nuova Amministrazione non si discostano peraltro da quelle tradizionalmente seguite dal Paese.

Gli Stati Uniti rappresentano il principale partner politico ed economico del Messico (sul piano commerciale, il volume dell’interscambio con gli USA in un mese equivale all’incirca a quello con tutti i Paesi dell’UE in un anno). Il problema dell’immigrazione clandestina è uno dei principali problemi aperti con Washington, che negli ultimi anni ha intensificato il controllo del confine meridionale ed il rimpatrio dei clandestini. Altro importante tema bilaterale è la collaborazione in materia di lotta al narcotraffico, fondata sul cd. “Piano Merida”. Con la 47° Conferenza interparlamentare Stati Uniti-Messico, svoltasi a Monterrey, sono state definite le prospettive di realizzazione del Piano. Il 5 giugno u.s. le Autorità messicane hanno tuttavia giudicato inaccettabili le condizioni statunitensi alla sua attuazione (impegno USA di 350 milioni $ a fronte di riforme messicane in campo giuridico, volte a garantire un’efficace azione di contrasto alla corruzione e a reprimere abusi e violazioni dei diritti individuali da parte dell’esercito).

            Nel contesto del rilancio della propria presenza in America Latina (ed in specifico in Centroamerica, dove ambisce ad una maggiore leadership attraverso il Piano Puebla-Panama), il Messico mira in primo luogo a rafforzare i rapporti con Brasile, Cile e Colombia, cercando al contempo di procedere nella politica di costante distensione con il Venezuela. Le relazioni con Chavez si erano infatti deteriorate durante gli ultimi tempi del precedente governo Fox, anche per i dissidi di natura personale tra i due Presidenti. Tali contrasti avevano portato al mancato riconoscimento da parte di Caracas del risultato delle elezioni messicane del 2 luglio. Tuttavia, alcune dichiarazioni critiche rilasciate recentemente da Calderón sulle  nazionalizzazioni avviate da altri Paesi latinoamericani hanno inevitabilmente riacceso la polemica con Chavez. Le relazioni con Cuba, per molto versi difficili, sono tuttavia contraddistinte da un deciso processo di riconciliazione dei rapporti bilaterali. Il governo messicano, in ogni caso, si dimostra critico rispetto alle evoluzioni in senso populista di alcuni Paesi dell’area. La reazione ufficiale delle autorità messicane in merito alla recente crisi tra Colombia, Ecuador e Venezuela è risultata molto cauta in quanto l’amministrazione da un lato cerca di preservare il buono stato delle relazioni con la Colombia, paese la cui collaborazione nella lotta interna al narcotraffico riveste una importanza centrale per il Governo Calderón, e dall’altro tende ad evitare di compromettere il paziente lavoro di ricucitura delle relazioni con il Venezuela.

            A fine gennaio 2007, Calderón si è recato per la prima volta in Europa, effettuando visite a Berlino, Madrid e Londra. Nel corso dei suoi incontri, il Presidente si è presentato come un convinto sostenitore del libero mercato, presentando le favorevoli prospettive che il Messico può offrire agli investitori esteri. Il Presidente Calderón ha inoltre effettuato un secondo viaggio in Europa (4-9 giugno u.s.) in  occasione della partecipazione messicana all’Outreach del G8 di Heiligendamm. Durante la sua missione si sono avuti incontri a Roma, Milano, Parigi, Bruxelles, per incontrare le Istituzioni dell’Unione Europea, Wolfsburg e Copenaghen.

In materia di riforma del Consiglio di Sicurezza, si registra fra l’Italia ed il Messico una forte identità di vedute. Il Messico si è pronunciato costantemente contro l’aumento dei seggi permanenti e si è coerentemente opposto alle aspirazioni del G4 (Brasile, Germania, Giappone, India) e del Brasile in particolare per un seggio permanente nel CdS. Nell’ambito del Gruppo latinoamericano, il Messico è – insieme ad Argentina, Colombia e Costa Rica - un alleato strategico dell’Italia sulla riforma del Consiglio ed è membro del “core group” del movimento Uniting for Consensus.

 

 

Relazioni UE-Messico

 

            Le relazioni fra Unione Europea e Messico, che non appartiene ad alcun gruppo regionale, sono regolate dall’Accordo di Partenariato economico, di coordinamento politico e di cooperazione, firmato a Bruxelles l’8 dicembre 1997 ed entrato in vigore il 1° ottobre 2000. L’accordo copre un ampio spettro di settori collegati alla cooperazione economica e prevede, fra l’altro, la progressiva e reciproca liberalizzazione degli scambi, nel rispetto della normativa OMC, e la promozione degli investimenti. Anche in conseguenza di questo, l’UE è ormai da molti anni il secondo maggior partner economico del Messico, dopo gli Stati Uniti (nel 2007, l’interscambio di beni e servizi è stato di 48,5 miliardi di dollari, con un incremento del 16 % rispetto al 2006 ).

            Il dialogo politico si svolge nell’ambito degli incontri del Consiglio e del Comitato congiunti e, soprattutto, in occasione dei Vertici UE-Messico che si svolgono a margine dei summit dei Capi di Stato e di Governo UE-LAC. L’ultimo di tali vertici si è tenuto a Vienna nel maggio 2006.

            In occasione della visita del Presidente Barroso in Messico nel maggio scorso, la Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di procedere rapidamente all’adozione di un Partenariato strategico tra la UE e il Messico, alla stregua di quello lanciato con il Brasile nel 2007.

            Da parte UE è stata pertanto accolta favorevolmente la richiesta del Messico che si vede riconosciuta una considerazione più rispondente al suo crescente peso economico e politico su scala internazionale, e al ruolo che riveste sia nella regione sia quale interlocutore privilegiato per il dialogo bi-regionale UE-LAC.

            Quanto ai seguiti di tale iniziativa, si attende nei prossimi giorni la presentazione da parte della Commissione di proposte che saranno esaminate dal Consiglio. Una volta acquisito l’accordo degli Stati membri sui contenuti dell’offerta europea, verrà avviato il dialogo col Messico per la definizione delle modalità e dei contenuti del Partenariato, con l’obiettivo di concludere il processo entro la fine del 2008.

 

            Permangono tuttavia alcune divergenze di rilievo in materia di servizi e agricoltura. Tra le principali si ricordano, da parte dell’UE, le misure compensative, giudicate illegittime da Bruxelles, adottate dal Messico a danno delle importazioni di olio di oliva dal mercato comunitario, per le quali la Commissione, dopo ripetuti infruttuosi tentativi di dirimere la questione in via amichevole con la controparte, si è rivolta all’Organo per la soluzione delle Controversie dell’OMC, che ha recentemente deliberato l’istituzione di un Panel per la soluzione della controversia.